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05/5/2014 - 19/5/2014 - ore 9:30 - Aula 209 [Seminario didattico] Costituzione e poverta' Calendario e Programma del seminario SEGUONO: Dispense del prof. Ortona Dispense del prof. Revelli

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05/5/2014 - 19/5/2014 - ore 9:30 - Aula 209

[Seminario didattico] Costituzione e poverta'

Calendario e Programma del seminario SEGUONO: Dispense del prof. Ortona Dispense del prof. Revelli

SEMINARIO CORSO DI DIRITTO COSTITUZIONALE 2013/2014

COSTITUZIONE E POVERTA’

(Prof.ssa Chiara Tripodina)

I)Lunedì 5 Maggio 2014, 9.30-12.30:

MARIO DOGLIANI, Il diritto al lavoro come garanzia universale di dignità: dal socialismo utopistico alla costituente

CHIARA TRIPODINA, Lo ius existentiae negli atti dell'assemblea costituente e l'interpretazione dell’articolo 38 della

Costituzione

II) Lunedì 12 Maggio 2014, 9.30-12.30:

CHIARA SARACENO: Simmetrie perverse. I paradossi delle politiche di contrasto alla povertà negli anni della crisi in Italia.

MARCO REVELLI: Dinamica della povertà in Italia e il dibattito sul reddito di cittadinanza nel nostro paese

III) Lunedì 19 Maggio 2014, 9.30-12.30:

FILIPPO PIZZOLATO: Povertà e lavoro nella Costituzione italiana

GUIDO ORTONA: Le leggi dell'economia non sono in contrasto con l'articolo 4 della Costituzione

Il seminario di Diritto costituzionale è obbligatorio e dà diritto a 3 crediti, che si vanno ad aggiungere ai 9 crediti

attribuiti in seguito al superamento dell’esame di diritto costituzionale. Per la registrazione del voto di Diritto

costituzionale (12 CFU) è necessario avere sostenuto con esito positivo sia la prova relativa all’esame che quella

relativa al seminario.

Programma Frequentanti:

Gli studenti frequentati del seminario di diritto costituzionale dovranno:

1) partecipare a tutti gli incontri seminariali previsti;

2) leggere la Premessa e il Capitolo II del libro: CHIARA TRIPODINA, Il diritto a un’esistenza libera e dignitosa. Sui fondamenti costituzionali del reddito di cittadinanza, Torino, Giappichelli, 2013;

3) redigere una breve relazione che ponga in rapporto quanto letto e quanto ascoltato; ossia Come l’idea costituente

di esistenza libera e dignitosa ha (o non ha) trovato attuazione nelle politiche pubbliche (del lavoro, del contrasto all’esclusione

sociale, dell’economia...).

Programma non Frequentati

Gli studenti non frequentanti del seminario di diritto costituzionale dovranno:

1) leggere la Premessa, il Capitolo II e il Capitolo V del libro: CHIARA TRIPODINA, Il diritto a un’esistenza libera e dignitosa. Sui fondamenti costituzionali del reddito di cittadinanza, Torino, Giappichelli, 2013;

2) redigere entrambe le seguenti relazioni: a) Il diritto a un’esistenza libera e dignitosa nella Costituzione italiana alla luce del dibattito in assemblea costituente; b) Quale reddito di cittadinanza in Italia?

Le relazioni scritte dovranno indicare: Nome e cognome (indicazione frequentante/non frequentante) e titolo della relazione (i frequentanti devono specificare la lezione di riferimento); dovranno attestarsi tra le 3 e le 6 pagine (carattere Times New Roman o Garamond, dimensione carattere 12; interlinea 1,5); dovranno essere consegnate al seguente indirizzo: [email protected] entro lunedì 26 maggio 2014 per coloro che intendono sostenere l’esame nella sessione estiva; entro lunedì 25 agosto 2014 per coloro che intendono sostenere l’esame nella sessione autunnale. Le relazioni valutate insufficienti impediranno il conseguimento dei 3 crediti legati al seminario e dovranno essere nuovamente redatte; sufficienti comporteranno il conseguimento dei 3 crediti legati al seminario; buone o ottime: comporteranno il conseguimento dei 3 crediti legati al seminario e l’aggiunta di un 1 o 2 punti sul voto conseguito all’esame.

Leggi dell’economia e leggi dello Stato

L’articolo 4 della costituzione può essere implementato

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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Introduzione, 1   L’art. 4 della Costituzione impone un obbligo allo Stato.

• “La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” (comma 1)

• Quindi: • a) il lavoro è un diritto – se non ce l’ho posso pretenderlo

• b) lo stato deve attuare le politiche necessarieper la realizzazione di questo diritto.

• Ma è possibile?

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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• 1. Diritti “negativi” (es. art. 13 e sgg.)• 2. Diritti “positivi” 1) Di solidarietà (es. art. 38)• 2) Di efficienza (es. art. 34)• Un grave limite della costituzione: manca un meccanismo di garanzia dei diritti “positivi”

• E’ fondamentale capire dove si colloca l’art.4: se è 2.1 cè un trade‐off e se è 2.2 c’è coerenza fra le esigenze dell’economia e la sua implementazione.

• Sotto condizioni molto  generali, e particolarmente presenti oggi in Italia, è di tipo 2.2. Argomentare ciò èlo scopo di questa lezione.

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Introduzione, 2   I Diritti costituzionali

Introduzione, 3: Tre problemi, in ordine gerarchico.

• 1. Nemo ad impossibilia tenetur. Lo stato può implementare quel diritto?

• Sì, ovviamente.• 2. Questi interventi possono essere efficienti?• Sì, come vedremo.• 3. Quali interventi efficienti si dovrebbero fare oggi In Italia?

• Come vedremo, soprattutto assumere molti dipendenti pubblici.

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Articolo 4 ed efficienza, 1: cosa è l’efficienza

• Gli economisti non parlano alla leggera di efficienza.

• Un’allocazione A è efficiente rispetto a B se in A  nessuno sta peggio e almeno uno sta meglio che in B.

• La proposta di passare da B ad A non dovrebbe dovrebbe incontrare opposizione.

Vilfredo Pareto, 1848‐1923

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Articolo 4 ed efficienza, 2:  Esistono situazioni inefficienti?

• Potete pensare a dei casi di apparente inefficienza?

• Almeno uno: la disoccupazione.• Ma come è possibile?• L’inefficienza può esserci (o sembrare di esserci)

In due casi:• 1. apparente inefficienza• 2. casi in cui soggetti razionali producono effettivamente allocazioni inefficienti.

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Articolo 4 ed efficienza, 4: Quasi‐inefficienze

• Spesso esistono allocazioni più efficienti di quella in cui ci si trova, e quindi coloro che traggono vantaggio dalla inefficienza potrebbero essere in teoria compensati per la rinuncia al loro privilegio, ma in pratica ciò èimpossibile, e quindi si oppongono al raggiungimento dell’efficienza.

• Potete pensare a un esempio? • Molti casi di inquinamento.

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Articolo 4 ed efficienza, 3: Apparenti  

inefficienze, altri esempi

• la retribuzione dei managers del settore pubblico    

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Il proibizionismo

Articolo 4 ed efficienza, 5: Reali inefficienze, ovvero “fallimenti del mercato”

• Dilemma del prigioniero• Asimmetrie informative• Beni pubblici• Risorse di libero accesso• Esternalità• Monopolio naturale• Monopolio o monopsonio• In tutti questi casi un’economia di mercato NON produce in modo efficiente – quindi

• UN’ECONOMIA DI MERCATO E’ TIPICAMENTE INEFFICIENTE

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Articolo 4 ed efficienza, 6: Parentesi, il dilemma del prigioniero

• Tutti i soggetti implicati hanno una strategia dominante, che quindi adotteranno

• Il risultato di queste scelte è inefficiente• L’esempio dei prigionieri:

GattoVolpe       c               n

c    3,3            1,4n   4,1            2,2

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Articolo 4 ed efficienza, 7: Efficienza ed Efficienza Potenziale

• Nei casi precedenti (slide 9)  esiste sicuramente una situazione efficiente rispetto a quella di partenza; ma di solito arrivarci è difficile.

• Un esempio.  La sanità privata (=asimmetria informativa) èinefficiente. Esiste la possibilità di una sanità pubblica che costa meno a parità di servizio; talmente meno che sarebbe possibile compensare le strutture private per le perdite dovute al passaggio al settore pubblico.

• Quindi il guadagno di efficienza se la sanità diventa pubblica  (e se ciò viene fatto bene!) è potenziale, e le strutture private hanno ragione (dal punto di vista economico) ad opporsi alla nazionalizzazione.

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Articolo 4 ed efficienza, 8: I beni di produzione pubblica (o regolamentata)

• Lo stato deve produrre  (o regolamentare la produzione)  di quei beni che il mercato non produce in modo efficiente. 

• Esempi:• Legislazione criminale e sua implementazione (dilemma del 

prigioniero)• Tutela dell’ambiente (risorse di libero accesso)• Gestione del territorio (bene pubblico)• Sanità e istruzione di base (asimmetrie informative)• Impianti di comunicazione (monopolio naturale)• Occupazione as such in aggiunta a quella privata 

(esternalità positiva) (ma non è questo il nostro tema principale)

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Articolo 4 ed efficienza, 9: Una parentesi, la espansione del settore pubblico

• Quanto sopra è naturalmente la spiegazione dell’espansione dello stato man mano che si espande il capitalismo – un apparente paradosso.

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La risposta al problema 2 (“gli interventi dello stato nel mercato del lavoro possono essere efficienti?”)

• Lo stato deve creare occupazione nel settore pubblico. 

• Si potrebbe obiettare che questo vale solo se il settore pubblico non è giàsovradimensionato.

• L’obiezione non regge. Vedete perché?• L’occupazione di un disoccupato nel settore pubblico è comunque efficiente (potenzialmente) purché il valore di ciò che produce sia positivo.

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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Dal problema 2 al problema 3

• Naturalmente l’occupazione pubblica è tanto più utile quanto più

• a) E’ indirizzata là dove serve (es. tutela dell’ambiente)

• b) Rispetta certi requisiti economici (es. attivare economia interna e esportazioni, non importazioni)

• c) Il settore pubblico è sottodimensionato. 

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La risposta al problema 3 (“Quali interventi efficienti si dovrebbero fare oggi In Italia?”),  1

• Avevamo suggerito (slide 4 ) che lo stato italiano “deve assumere molti dipendenti pubblici.”Infatti

• a) c’è molto bisogno di alcuni beni pubblici (es. tutela dell’ambiente; punto a della slide 15)

• b) si può investire in beni che attivino le esportazioni (es. turismo; punto b della slide 15)

• c) In Italia il numero di dipendenti pubblici èsottodimensionato (punto c della slide 15)?

• Risposta: Sì. E’ anormalmente e pericolosamentebasso.

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La risposta al problema 3, 2: Dati, 1

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addetti(migliaia)

popolazione(migliaia)

abitantiper addetto

addetti ai soli settori MN (+) migliaia

abitantiper addetto, settori MN

Italia 5815 59.900 10.30 3243 18.47

Spagna 4779 46.500 9.73 2508 18.54

UK° 9826 62.300 6.34 6107 10.20

Francia 8821 62.000 7.02 5007 12.38

Germani 11755 82.200 6.99 6807 12.08

Grecia* 965 11.200 11.60 580 19.31

USA* 50724 304.500 6.00 32372 9.41

Svezia 1714 9.200 5.37 1206 7.63

Occupati nei settori prevalentemente pubblici (dati 2008 ILO), cioè amministrazione pubblica propriamente detta; difesa (non di leva e per USA non militari); educazione; salute e social work; e other community, social and personasctivities. I settori MN sono educazione e salute.

La risposta al problema 3, 3: Dati, 2

• La produttività della Pubblica Amministrazione italiana è bassa? Forse no…

• Per avere lo stesso numero di impiegati amministrativi pubblici  pro capite della Germania l’Italia dovrebbe assumerne 417.000; della Francia, 1.024.000; degli USA 1.309.000. Oggi sono 1.337.000 

• (Dati OCDE, 2011)

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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La risposta al problema 3, 4: Prima conclusione generale

• Questa carenza di personale pubblico è la causa principale del cattivo funzionamento dello stato.

• Senza uno stato che funzioni bene l’economia non può funzionare bene. 

• Quindi l’assunzione di un numero di nuovi dipendenti pubblici tale da colmare in modo significativo il divario con altri paesi soddisfa in modo efficiente (se fatta bene!) l’articolo 4 della costituzione.

• Però…

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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Attenzione!

• Quanto detto fin qui è interamente composto da elementi di teoria economica comunemente accettati o da dati ufficiali. Quanto diremo da adesso in poi è invece frutto di elaborazioni soggettive di un gruppo specifico di economisti e sociologi delle Università del Piemonte Orientale e di Torino.

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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La risposta al problema 3, 5: come fare

• Dove si trovano i soldi per l’assunzione dei nuovi  dipendenti? Una proposta sarà illustrata qui:

• Torino, 6 giugno 2014, ore 14,30 ‐ Campus Luigi Einaudi – Aula A1‐ Lungo Dora Siena 100

• Come affrontare la crisi?  Una proposta neokeynesiana per l’Italia•• Relatore: Bruno Contini, Università di Torino• Presiede: Luciano Gallino, Università di Torino•• Ne discuteranno con gli estensori della proposta:• Giorgio Airaudo, Camera dei Deputati; Renato Balduzzi, Camera dei 

Deputati e Università Cattolica del Sacro Cuore; Nerina Dirindin, Senato della Repubblica e Università di Torino; Enrico Morando, viceministro dell’Economia e delle Finanze

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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La risposta al problema 3, 6: dove trovare i soldi e altro

• In estrema sintesi:• L’assunzione di 750.000 – 1.000.000 di nuovi dipendenti può essere finanziata con un’imposta patrimoniale sulla ricchezza finanziaria con un’aliquota dello 0.4 – 0.5% (chi ha 100.000E ne paga 400).

• Le assunzioni non devono essere “lineari” ma essere indirizzate a esigenze specifiche e locali.

• Le assunzioni non devono essere a carico degli enti che utilizzano i lavoratoti ma di un ente centrale.

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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Seconda conclusione generale: politica ed economia.

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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Perché tanti sono contrari a questa proposta o ad altre simili?

Seguito, e fine (quasi).

• Risposta alla domanda “chi è contrario”.• Sono contrari tutti coloro che hanno qualcosa da perdere 

da una riaffermazione del ruolo dello stato nell’economia e dal buon funzionamento della pubblica amministrazione –sulla base di quanto abbiamo visto a proposito dell’efficienza potenziale.

• Poiché costoro sono molti,  e data la scarsa indipendenza dei media italiani, il fatto che la proposta illustrata e altre analoghe appaiano insolite non smentisce in alcun modo la loro validità.

• La teoria della quasi‐efficienza spiega perché un governo democratico può prendere decisioni sbagliate (o non prendere quelle giuste) – ma ci fermiamo qui.

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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Come ci insegna Keynes…

Guido Ortona         [email protected]       maggio 2014

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(J.M.Keynes, 1883‐1946)

Grazie per l’attenzione!

La povertà in Italia  (2012)

Dati Istat – Rapporto luglio 2013

Povertà relativa9.365.000 individui   (15,5 della popolazione)

3.232.000 famiglie 

Povertàassoluta

4.814.000  individui (l’8% della popolazione)

1.725.000 famiglie

POVERTA’ RELATIVA (Istat)

La  stima  dell’incidenza  della  povertà relativa  (la  percentuale  di  famiglie povere  sul  totale delle  famiglie  residenti) viene  calcolata  sulla base di una soglia  convenzionale  (linea di povertà)  che  individua  il  valore di  spesa per consumi al di sotto del quale una  famiglia viene definita povera in  termini relativi.Per  una  famiglia  di  due  componenti  la  linea  di  povertà è pari  alla  spesa media pro‐capite nel Paese. Nel 2012, tale soglia è pari a 990,88 euro mensili.  Nel 2008 era di 999,67. 

La spesa equivalente per famiglie di diversa ampiezza è calcolata applicandouna scala di equivalenza (una famiglia di uno 594 Euro, di tre 1317, ecc.) .

Numero componenti famiglia Soglia di povertà relativa (€)

1  594,53

2  990,88

3  1.317,87

4  1.615,13

5  1.882,67

6  2.140,30

7 o più 2.378,11

POVERTA’ ASSOLUTA

A  partire  dal  2009,  l’Istat  pubblica  una  nuova  stima  della  povertàassoluta che si basa sul valore monetario di un paniere di beni e servizi considerati essenziali. A  differenza  delle  misure  di  povertà relativa,  che  individuano  la condizione di povertà nello svantaggio di alcuni soggetti  rispetto agli altri, la povertà assoluta si riferisce all’incapacità di acquisire i beni e i servizi necessari. Nel caso specifico dell’Italia,  l’insieme dei beni e servizi è quello che, per una determinata  famiglia, è considerato essenziale a  conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.

Si è poveri (“assolutamente poveri”)

a MILANO

con meno di 

806,78 EURO

al mese se si vive soli e si ha tra i 18 e i 59 anni.

Se si vive invece 

in un PICCOLO COMUNE del MERIDIONE

bisogna scendere sotto  i

537,29 Euro

Se si vive in una famiglia di due componenti, 

la soglia sale a

1112,12

per una coppia di pari età milanese

E a 779,66

per una di un piccolo comune meridionale

Se si vive in una famiglia di quattro componenti, 

la soglia sale a

1668,41

per una coppia di pari età milanese

E a 1206,07

per una di un piccolo comune meridionale

Relativamente poveri

Aumentati di 1.390.000

Assolutamente poveri

Aumentati di 1.399.000

Rispetto al 2011

Chi sono i più poveri?

Famiglie numerose Con 5 o più comp.    30,2%(al sud 42,9%)

Coppie con figli Coppia con tre figli  29,8%(al sud 43,3%)

Persone poco scolarizzate Licenza elementare  19%(al sud 34,7%)

(povertà relativa)

Chi sono i più poveri?

Famiglie numerose Con 3 componentiDal 4,7% al 6,6%

Con 4 componentiDal 5,2% all’8,3%

Con 5 o più componentiDal 12,3% al 17,2%

(povertà assoluta)

Chi sono i più poveri?

Coppie con figli Con 3 o più figliDal 10,4% al 16,2%

Se minoriDal 10,9% al 17,1%

(povertà assoluta)

Famiglie monigenitori Dal 5,8% al 9,1%

Working poor

Articolo 1 della Costituzione. 

“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranitàappartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Articolo 36.“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”.

Working poor

Enciclopedia Treccani

working  poor  <u̯ë'ëkiṅ pùë>  locuz.  sost.  ingl.,  usata  in  it.  al  masch.  – Chi appartiene  alla  categoria  dei  lavoratori  poveri,  cioè coloro  che,  pur  avendo un’occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa del livello troppo basso del loro reddito, dell’incertezza sul lavoro, della scarsa crescita reale del livello retributivo, eccetera. 

Nel 2012 la percentuale di RELATIVAMENTE POVERI tra gli

“OCCUPATI” era del  10,8%(AL Sud 23,4%)

Tra i LAVORATORI DIPENDENTI era dell’ 11,3%(AL SUD 24,1%)

Tra gli OPERAI O ASSIMILATI era del 16,9%(al Sud  del 32,3%) 

9,1 nel 201120,0 nel 2011

20,6 nel 20119,4 nel 2011

Nel 2012 la percentuale di ASSOLUTAMENTE POVERI tra gli

“OCCUPATI” era del  5,5%

Tra i LAVORATORI DIPENDENTI era del 5,8%

Tra gli OPERAI O ASSIMILATI era del 9,4%

(3,9% nel 2011)

(4,1%)

(7,5%)

Povertà assoluta - “Working poor”(% famiglie con persona di riferimento occupata come lavoratore

dipendente)

2012         2008          2005

Incidenza :        5,8% 3,6 %     2,8%

“Operai e ass.”: 9,4% 5,9%     4,4%

Dieci “famiglie operaie” su 100 sono “assolutamente povere”

EU‐SILC  ‐ “Working poor”(Indicatore europeo – “At risk of Poverty”)

Incidenza 2007

Lavoratori occupati:           10%

Lavoratori giovani:              14%

Lavoratori atipici:                19%

Incidenza totale popol.:     20%

EU‐SILC  ‐ “Working poor”(Indicatore europeo – “At risk of Poverty”)

Povertà assoluta – Cluster analysis

16,7% Donne sole adulte o anziane delle grandi città del Mezzogiorno che non lavorano e non hai mai lavorato

15,2% Anziani soli o in coppia nei piccoli comuni del Nord

10,3% Anziani soli o in coppia nei piccoli comuni del Centro‐sud

8,4% Famiglie di ritirati dal lavoro con figli alla ricerca di occupazione nei grandi centri del Mezzogiorno

2,6% Coppie anziane del Mezzogiorno con figlio in cerca di occupazione o con membro aggregato

15,1%  Coppie monoreddito operaie con figli minori residenti nel Mezzogiorno

11% Single e monogenitori operai del Centro‐Nord

9,8%   Coppie monoreddito di lavoratori in proprio con figli

8,3%  Coppie monoreddito di  imprenditori e impiegati di quattro componenti o più residenti    nel Centro‐sud

2,6%  Famiglie con figli con persona di riferimento e partner in cerca di occupazione residenti  nei piccoli centri del Mezzogiorno

Salario netto medio annuo

Italia          16.242 Euro

Pari a            22.176 Dollari

Corea           39.931 Dollari

U.K.               38.147 “

Svizzera        36.000 “

Graduatoria OCSE delle retribuzioni

Italia: 

• Ventitreesimo posto su Trenta

• Salario medio lordo:

‐16%   media area OCSE

‐32%   media area Euro

Salari italiani nel confronto internazionale (Ocse)

‐ 42%     rispetto ai  COREANI

‐ 37%                         GIAPPONESI

‐ 23%                         TEDESCHI

‐ 18%                         FRANCESI

‐ 6,7%                     SPAGNOLI

‐ 2,8%                     GRECI

Ricerca Eurispes(Sul salario netto)

Il lavoratore italiano percepirebbe

‐ 44%   rispetto a un lavoratore   INGLESE

‐ 32%                                                IRLANDESE

‐ 28%                                                TEDESCO

‐ 19% GRECO

‐ 14%                                                 SPAGNOLO

BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali)

1985

Salari (% Pil)                          Profitti (% Pil)

76,88%                                    23,12%

2005

Salari (% Pil)                          Profitti (% Pil)

68,66%                                    31,34%

Saldo passivo per i salari nel 2005 sul 1985 (Italia)

‐120 miliardi di Euro

Reddito di cittadinanza

“il reddito garantito da una comunità politica per assicurare a tutti il diritto all’esistenza”

“Minimalista” Minimo vitale

“Massimalista” Esistenza rispondente ai “progetti di vita”

Componenti

Area dei beneficiari (selettività)

Modalità di accesso

“Prova dei mezzi”

Ammontare

Mezzi di finanziamento

Durata

ComponentiArea dei beneficiari (selettività)

Residenza effettiva Residenza legale Residenza permanente

Nazionalità Stranieri legalm. resid.

Età minima e massima

ComponentiModalità di accesso

Esaurito altre vie di accesso

Assenza di beni patrimoniali

Abbandono volontario del lavoro

ComponentiAmmontare

Sufficienza o meno

Differenzialità

Tassazione

ComponentiDurata

Illimitata perdurando il bisogno

Limitata nel tempo (nuova domanda)

Condizionata (formazione e/o lavoro)

ComponentiTipo di erogazione

Monetaria (Reddito diretto)

Integrata (con servizi) – Reddito indiretto

L’ITALIAUltima in classifica

Spesa in protezione sociale

Spesa lorda in % del Pil: 29,8% contro una media europea del 29,5%

- Trasferimenti ad anziani: 17,07% (13,07%)

- Assist. Abitativa ed esclusione sociale: 0,09% (0,88%)

- Famiglia e bambini: 1,40% (2,33%)

- Tutela disoccupati: 0,79% (1,96%)

1997 – Commissione Onofri

Commissione per l’analisi delle compatibilità macroeconomiche della spesa sociale

Relazione finale:Propone l’istituzione di un “Minimo vitale” volto ad “aiutare tutti gli individui maggiorenni che abbiano risorse famigliari inferiori a una certa soglia di reddito” col fine del “reinserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari.“Nel caso di inoccupati non inabili in età di lavoro, l’aiuto èconcesso per un periodo limitato” ed è congegnato “in modo che il beneficiato sia responsabilizzato alla ricerca attiva di occupazione” e si renda disponibile ad “accettare offerte di lavoro, a partecipare a lavori socialmente utili o a programmi di formazione”…

1998 – “Reddito minimo di inserimento – RMI (Legge finanziaria)

Sperimentazione in 39 comuni

Poi estesa a 267 comuni

Per due bienni

Per “soggetti privi di reddito o con reddito non superiore alla soglia di povertà stabilita in 500.000 lire mensili per persona che viva sola (per nuclei successivi si applica la scala di equivalenza.

2002 – “Reddito di ultima istanza –Patto per l’Italia)