03. STABILIRE PALLA SECONDO IL PRINCIPIO DELLA ZONA;...

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1 Prima di analizzare la didattica per allenare al meglio le nostre squadre e’ bene precisare su che cosa si baseranno i nostri interventi: - 01. DETERMINARE IL CONCETTO CHIUSURA E COPERTURA SUL POSSESSORE DÌ PALLA AVVERSARIO; - 02. STABILIRE I TEMPI PER LA CHIUSURA SUL POSSESSORE DI PALLA AVVERSARIO; - 03. STABILIRE LA MARCATURA DELL’AVVERSARIO O DEGLI AVVERSARI SENZA PALLA SECONDO IL PRINCIPIO DELLA ZONA; - 04. SCALARSI IL POSSESSORE SI PALLA AVVERSARIO FRA I VARI DIFENSORI; - 05. SCALARSI IL POSSESSORE DI PALLA AVVERSARIO ED EVENTUALI ALTRI GIOCATORI AVVERSARI; - 06. NEUTRALIZZARE I TAGLI DI PROFONDITA’ DEGLI AVVERSARI; - 07. NEUTRALIZZARE LE TRIANGOLAZIONI DEGLI AVVERSARI; - 08. NEUTRALIZZARE LE SOVRAPPOSIZIONI DEGLI AVVERSARI; - 09. NEUTRALIZZARE I LANCI LUNGHI DEGLI AVVERSARI; - 10. NEUTRALIZZARE LE PALLE INCONTRO ALLE PUNTE AVVERSARIE; - 11. STABILIRE I COMPORTAMENTI DELLA LINEA DIFENSIVA SUI RETRO PASSAGGI; - 12. STABILIRE I COMPORTAMENTI DELLA LINEA DIFENSIVA IN SITUAZIONI DI INFERIORITA’ NUMERICA O DI ERRATA COLLOCAZIONE; - 13. STABILIRE I CAMBI DI GIOCO VELOCI; - 14. STABILIRE LA MARCATURA SU CROSS. Successivamente considereremo anche le situazioni dove alla difesa verrà aggiunto di centrocampo e si andranno ad analizzare i raddoppi fra difensori e centrocampisti, unitamente allo sviluppo delle situazioni precedentemente elencate. Per terminare verrà aggiunto il reparto offensivo , venendo così a completare definitivamente l’assetto della nostra squadra. E’ bene chiarire che queste esercitazioni presuppongono le conoscenze di alcuni fondamentali individuali difensivi quali: il comportamento nel 1<1 difensivo il concetto di marcatura de giocatori senza palla (a zona o a uomo).

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Prima di analizzare la didattica per allenare al meglio le nostre squadre e’ bene precisare su che cosa

si baseranno i nostri interventi:

- 01. DETERMINARE IL CONCETTO DÌ CHIUSURA E DÌ COPERTURA SUL

POSSESSORE DÌ PALLA AVVERSARIO;

- 02. STABILIRE I TEMPI PER LA CHIUSURA SUL POSSESSORE DI PALLA

AVVERSARIO;

- 03. STABILIRE LA MARCATURA DELL’AVVERSARIO O DEGLI AVVERSARI SENZA

PALLA SECONDO IL PRINCIPIO DELLA ZONA;

- 04. SCALARSI IL POSSESSORE SI PALLA AVVERSARIO FRA I VARI DIFENSORI;

- 05. SCALARSI IL POSSESSORE DI PALLA AVVERSARIO ED EVENTUALI ALTRI

GIOCATORI AVVERSARI;

- 06. NEUTRALIZZARE I TAGLI DI PROFONDITA’ DEGLI AVVERSARI;

- 07. NEUTRALIZZARE LE TRIANGOLAZIONI DEGLI AVVERSARI;

- 08. NEUTRALIZZARE LE SOVRAPPOSIZIONI DEGLI AVVERSARI;

- 09. NEUTRALIZZARE I LANCI LUNGHI DEGLI AVVERSARI;

- 10. NEUTRALIZZARE LE PALLE INCONTRO ALLE PUNTE AVVERSARIE;

- 11. STABILIRE I COMPORTAMENTI DELLA LINEA DIFENSIVA SUI RETRO

PASSAGGI;

- 12. STABILIRE I COMPORTAMENTI DELLA LINEA DIFENSIVA IN SITUAZIONI DI

INFERIORITA’ NUMERICA O DI ERRATA COLLOCAZIONE;

- 13. STABILIRE I CAMBI DI GIOCO VELOCI;

- 14. STABILIRE LA MARCATURA SU CROSS.

Successivamente considereremo anche le situazioni dove alla difesa verrà

aggiunto di centrocampo e si andranno ad analizzare i raddoppi fra difensori e

centrocampisti, unitamente allo sviluppo delle situazioni precedentemente

elencate. Per terminare verrà aggiunto il reparto offensivo , venendo così a

completare definitivamente l’assetto della nostra squadra. E’ bene chiarire che

queste esercitazioni presuppongono le conoscenze di alcuni fondamentali

individuali difensivi quali: il comportamento nel 1<1 difensivo il concetto di

marcatura de giocatori senza palla (a zona o a uomo).

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Un principio fondamentale di una qualsiasi fase difensiva e’ la copertura garantita da un altro difensore

che si oppone in diagonale dietro di lui, pronto ad intervenire nel caso che l’attaccante avversario superi’

il difensore che lo affronta.

figura 1

Ricordarsi sempre: “ MI AVVICINO MA NON MI

AMMUCCHIO, COPRO LA MIA PORTA “

Vediamo la figura1: l’allenatore indica un

giocatore(11/4/8/7), intendendo con ciò che egli sia un

giocatore in possesso di palla avversario; in questo caso e’

11 il supposto possessore di palla. Vediamo che il reparto

si pone con 2 che esce su di lui, 6 copre e 5 e 3 si allineano

con lui avvicinandosi alla palla , senza però venire troppo

dalla parte della palla, per evitare pericoli eccessivi su un

eventuale cambio di gioco.

figura 2

La stessa cosa avviene con la palla a 7 questa difesa e’

detta a una linea di copertura mentre, se si vuole giocare

con una doppia copertura, 6 si pone in diagonale a 5 con 2

allineato a 6.( figura2).

figura3

Esiste anche una tripla copertura con 3 ulteriormente in

diagonale a 5. Se la palla e’ invece in possesso di 4 o 8,

quindi centralmente figura3. , la difesa si dispone con un

atteggiamento a piramide, con 6 che esce sul possessore di

palla e 2/5 che si dispongono a triangolo per coprire e 3

chiude il campo.

L’esercizio prosegue successivamente con i giocatori 11/4/8/7 che si passano la palla al fischio

dell’allenatore e qui diventa importante l’avvicinamento al giocatore avversario che riceverà palla.

E’ fondamentale correre veloci verso di lui mentre la palla viaggia fermarsi qualche istante prima che la

riceva. Cosi facendo riduciamo al ricevente il tempo e lo spazio per un successivo passaggio,

impedendogli soprattutto il lancio in profondità che e’ cosa che una difesa teme di più. Se così non

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fosse, da parte del ricevente sarebbe sufficiente effettuare uno stop a seguire , per evitare il difensore e

superarlo con facilità. Nello sviluppo successivo dell’esercizio, i giocatori si trasmettono palla più o

meno velocemente a loro discrezione. Inseriamo poi uno o due giocatori (passivi) sulla linea difensiva,

essi si muovono(solo orizzontalmente) prima di ogni passaggio e vanno marcati tenendo presente che:

Marcar bene vuol dire :

- Essere tra l’avversario e la porta;

- Vedere il possessore avversario e il giocatore senza palla da marcare;

- Marcare strettamente l’avversario, se il possessore di palla avversario non vede la nostra porta, oppure

l’attaccante e’ vicino alla nostra porta, oppure il possessore di palla vede la nostra porta ma non può

lanciare;

- Marcare più lento se il possessore di palla avversario vede la nostra porta e può lanciare, oppure e’

molto distante dalla palla. Questi principi valgono sia per la marcatura a uomo sia per quella a zone, la

differenza consta nel fatto che nella marcatura a uomo dovunque l’avversario si sposta io lo seguirò

avendo quindi un rapporto diretto con lui; viceversa nella marcatura a zona lo controllerò nel mio

settore, per poi,

Esce, lasciarlo ad altri. In pratica cambiano i riferimenti che nella marcatura a zona sono palla-zona -

uomo, mentre nel controllo individuale sono palla-uomo.

figura 4

Vediamo la figura 4 : la palla e’ a 4, ma mentre vediamo che 6

esce sul portatore, 5 marca correttamente 9, invece 2 e’ all’esterno

di e 10 non e’ quindi tra lui e la porta e quindi deve correggerla

sua posizione. Risulta a quindi importante, ad ogni passaggio,

verificare che ogni difensore marchi e copra correttamente. Per

completare questo primo paragrafo analizziamo ora quante linee

di copertura e’ conveniente usare nelle varie situazioni di gioco.

Abbiamo visto precedentemente che su palla laterale la diagonale

difensiva si può proporre a 1/2/3 linee di copertura.

Questa scelta varia in funzione di diverse variabili:

Dispongo di difensori poco abili nell’uno> uno difensivo o molto lenti;

- Oppure gioco contro attaccanti molto abili nell’uno> uno offensivo o molto veloci, quindi tendo ad

adottare una linea con più coperture;

- Dispongo di giocatori veloci e abili nell’uno contro uno difensivo, posso quindi tendere a una sola linea

di copertura. Come in tutte le situazioni ci sono svantaggi e vantaggi in entrambi i casi, e’ ovvio che

giocando con più linee di copertura darò molta profondità’ agli attacchi avversari, mentre se si adotta

una linea a una sola copertura dovrò essere molto sicuro

delle caratteristiche dei miei difensori, come detto sopra.

figura 5

Vediamo nella figura 5 che durante la circolazione della palla fra

11/4/8/7, quando la palla arriva ai due giocatori esterni essi

possono porsi in maniera o da non vedere la porta avversario da

vederla. Nel primo caso(figura 5), dato che il possessore di palla

non può effettuare passaggi in avanti(e’ girato di spalle), la linea

difensiva si disporrà a una linea di copertura, non essendoci

un’esigenza diversa, dato che a non e’ in quel momento

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pericoloso. Inoltre le punte 10 ed 9 saranno marcate in maniera aggressiva dato che il possessore di palla

non vede la porta.

figura 6

Diversa è la situazione della figura 6, questa volta il

possessore vede e la difesa gioca con la doppia linea di

copertura; ritengo che la tripla linea di copertura sia

esagerata e dia troppa profondità agli avversari.

Secondo il principio della zona non esistono marcature fisse, ma un avversario viene controllato da un

difensore a seconda del settore ove trova; questo vale per i giocatori senza palla ma anche per il portatore di

palla.

figura 7

Guardiamo per es. la figura 7 : 11 parte in guida della palla e lo

chiude, successivamente egli giuda all’interno entrando nel

settore di pertinenza di 6. A questo punto 6 chiama a voce 2

(che non lo può vedere in quanto è di spalle a lui), di lasciargli

la marcatura del portatore di palla, 2 si rimette velocemente in

copertura a 6, che ora controlla il portatore e l’es. prosegue con

11 che successivamente”invaderà” poi anche settori di 5 e 3 che

poi se lo scaleranno (cioè se lo “passano”) ,con le stesse

modalità, il possessore di palla può inoltre guidare dietro e poi

avanti.

Molto importante che in ogni momento la palla sia sempre chiusa, ciò vi sia sempre un giocatore sul

possessore di palla che lo affronta. Spesso avviene che nella scalata il difensore lascia il possessore troppo

presto cioè quando il nuovo guardiano non è ancora arrivato. Questo crea un vuoto momentaneo

pericolosissimo, dove il possessore di palla non essendo controllato, può giocare palla in profondità o

infilarsi nello spazio libero. 2 fuori e 2 dentro è l’errore opposto. Mentre il difensore chiude il portatore di

palla, l’altro, che sta per ricevere la scalata, si pone già in linea.

Egli deve invece avvicinarsi, ma rimanendo sempre in copertura a lui, finche non deve velocemente

effettuare la scalata . nel reparto deve valere il principio 3 dentro e 1 fuori (sul portatore) .

Stare corti: in tutte le situazioni tra il giocatore che esce sul portatore di palla e gli altri 3, non vi deve essere

un eccessiva distanza; se questo accade le scalate sono problematiche in quanto troppa è la strada che deve

compiere il nuovo guardiano per chiudere il possessore di palla arrivato nel suo settore, ed il vecchio per

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rimettersi a posto con il reparto. Quindi ciò complicherebbe molto sia proprio lo scalarsi il portatore di palla

che l’efficace effettuazione del meccanismo.

Mai in linea: è sempre necessario mantenere la copertura a chi esce sul portatore di palla, un improvviso

dietrofront infatti di quest’ultimo può essere pericolosissimo per la difesa allineata e senza copertura, perché

consente nel caso di successo dell’1 > 1, di avere facile accesso verso alla nostra porta.

Salire senza perdere le marcature: quando la palla si allontana dalla nostra porta, la squadra deve avanzare

in quanto il portatore che giuda all’interno, non vede la nostra porta e non può giocare palla in profondità.

C’è però da dire che nel caso siano presenti una o più punte sulla nostra linea difensiva c’è da tenere

presente che :salendo se queste no recuperano si ottiene di metterle in fuorigioco ; se queste recuperano

invece è necessario non perdere mai la loro marcatura, secondo il principio che prevede di vedere sempre la

palla ed avversario nella propria zona. Questo sempre per evitare che il possessore di palla avversario

giratosi velocemente possa trovare in profondità compagni smarcati. Successivamente inseriremo uno e poi

due giocatori senza palla (passivi) con la presenza dei quali, imporremo ai difensori di rapportarsi anche nei

confronti della loro marcatura. Un ulteriore variante è data dall’atteggiamento visivo del portatore durante la

guida; egli quando è in zona laterale potrà guidare vedendo la porta, obbligando così la difesa a una doppia

copertura.

I tagli sono movimenti in profondità tendenti ad andare alle spalle della linea difensiva e possono essere

molto pericolosi se non affrontati con attenzione.

figura 8

Nella figura 8 vediamo che 2 è uscito su 11, il quale dopo

qualche metro di guida serve 10 in profondità che ha tagliato

dietro a 2 e di fronte a 6.

Il taglio è un movimento che, già di per se porta a ricevere

palla prima del difensore in quanto l’attaccante si pone col

corpo tra lui e la palla.

Il taglio è sempre di pertinenza del giocatore che lo vede

quindi questo è di 6 non certo di 2 che l’ha alla spalle.

Possiamo indurre due varianti nell’esercizio: il portatore di

palla può ritardare volutamente il passaggio e in questo caso

6 non può all’infinito accompagnare 10 ad un certo punto

quindi 6 lo lascia per tornare a posto con gli altri tre difensori.

Ma questo quando avviene? Avviene quando 10 va oltre l’ultimo difensore (cioè in fuorigioco). E chi lo

chiama? Lo chiama l’ultimo difensore perché è quello che lo vede di più ed è appunto l’ultimo difensore

ovvio che questo meccanismo dipende da quante linee di copertura nel caso di una è lo stesso giocatore che

marca, che molla in quanto che tutti gli altri giocatori sono allineati con lui. Si sale poi attaccando il

portatore, ma mantenendo sempre le coperture, questo per evitare considerando che 10 è in fuorigioco

passivo, l’arbitro lasci proseguire l’azione una penetrazione del portatore di palle non sia affrontata in

maniera sconsiderata. Può anche avvenire che il portatore anziché servire il taglio di 10 all’interno (specie se

10 è accompagnato bene) e in questo caso vale il principio: se c’è tempo si scala, se non c’è tempo si fa un

incrocio difensivo. Nel primo caso 6 riesce a lasciare che 10 torni a posto per affrontare il portatore: nel

secondo caso 6 non riesce a farlo e continua a seguire 10 continua a chiudere il portatore anche all’interno.

6

Ovviamente 6 deve comunicarlo a 2 che è di spalle e non lo vede. L’es. riparte con palla ad 11 e tagli tra 5-3

e 6-2; inoltre con la palla centrale a 4 tagli tra i vari giocatori.

Sono movimenti a due giocatori tendenti a superare un difensore e vengono chiamati uno - due o triangoli

(dalla forma geometrica chele traiettorie della palla descrivono). Sono anch’essei tesi a mettere la palla alle

spalle del difensore. Sono molto pericolosi se eseguiti al momento giusto e in velocità.

figura 9

Nella figura 9 11 punta 2 che esce a chiuderlo e poi con 10

cerca il triangolo alle sue spalle. Per non subirlo appena 11

trasmette palla ad 10 e va in profondità, 2 si gira verso l’esterno

e corre veloce per intercettare il pallone; lo stesso fanno 6-5 e 3

che “fuggono” all’indietro.

E’ molto importante che : se 2 si è fatto avvicinare dal

portatore, egli correrà all’indietro tagliando la strada al

giocatore 11 in quanto essendo partiti praticamente alla pari

(ma con 11 in corsa dritta e 2 che si deve girare), il difensore

non è in posizione di vantaggio per correre sulla palla. Non

deve però fermarsi nel tagliare la strada, perché potrebbe

incorrere nel fallo di ostruzione; deve invece funzionare da barriera mobile. Se 2 non si è fatto avvicinare

dal portatore può scappare all’indietro sulla palla in quanto è in vantaggio. E’ molto importante anche

l’atteggiamento di 6. Sul passaggio da 11 a 10 si accorge di poter effettuare con successo l’anticipo, allora

entra, altrimenti deve anch’egli correre all’indietro per non farsi tagliare fuori dalla palla. Deve stare attento

a fare ciò in prossimità dell’area di rigore, in quanto dato l’atteggiamento dei difensori che vanno

all’indietro, 10 potrebbe decidere di tenere il pallone e non darlo a 11, potrebbe invece effettuare un tiro dal

limite o poco oltre, pericolosissimo in quanto 6 non avrebbe più tempo per contrastarlo.

figura 10

La figura 10 mostra esaurientemente il caso del triangolo che

avviene in zona centrale. Il dispositivo di sicurezza ancora più

sofisticato. 4 punta 6 e chiede un triangolo a 10, oltre alla corsa

dietro di 6 anche 2 e 5 scappano dietro ottenendo così un vero

e proprio “catenaccio”. Anche in questo caso 6 dovrà valutare

se ritiene di anticipare o meno 10. l’es. con palla a 4 va

ripetuto con 4 a destra e a sinistra in modo da interessare tutti i

giocatori nelle varie triangolazioni.

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Sono corse alle spalle del portatore di palla, tendenti a creare un 2<1 a favore degli attaccanti. È molto

pericolosa la superiorità numerica degli avversari nella zona della palla e pertanto va velocemente

“disinnescata”.

Figura 11

Nella figura 11 vediamo 4 che passa ad 11 che corre

velocemente alla sue spalle creando 2<1 laterale. 2 si avvicina

ad 11 ma evita di entrare nel suo raggio d’azione e

successivamente va all’indietro per dare tempo a 6 di

avvicinarsi e ristabilire la parità numerica. Quando 6 è arrivato,

lo comunica a voce a 2 quale si orienta su 4 largo e lui invece

chiude il portatore.

E’ IMPORTANTE CHE :

- 2 non si faccia troppo avvicinare dal portatore, il quale giocando palla a 4 risolverebbe facilmente il 2<1

- 2 nel retrocedere debba vedere sia il portatore sia 4 che si sovrappone

- 2 temporeggi applicando il principio secondo cui se si è in inferiorità numerica, bisogna attendere un

aiuto e intanto guadagnare tempo; attaccare subito il portatore ha senso solo se egli si allunga la palla in

modo da favorire un contrasto, oppure se 4 va in fuorigioco e allora si avanza attaccando il portatore con

le opportune coperture. L’es. va ripetuto a destra e sinistra.

Per evitare di farsi sorprendere da lanci alle spalle della propria difesa è, a mio avviso, necessario che: la

“lettura” della marcatura sulle punte avversarie che giocano sulla linea difensiva sia sempre esatta; lenta se il

portatore vede, in caso contrario stretta. Questo per sfatare il mito di difesa in linea (che poi non lo è mai),

cioè: centrali difensivi veloci. Se questi giocatori sono anche lenti ma bravi nel marcare, il problema è

sicuramente minore: è ovvio che se sul lancio partano alla pari un difensore lento ma una punta veloce è

facile subire una rete. Diventa quindi fondamentale la lettura corretta (in ogni istante) delle marcature sulle

punte avversarie.

Sul lancio si corre all’indietro con la così detta “corsa tattica incrociata”, retrocedendo non già con la

comune corsa all’indietro classica, che non consente una grande velocità né un grande equilibrio, ma con

una postura di corsa sul fianco incrociando appena le gambe ed essendo pronti a cambiare fronte, facendo

perno sul piede che sta dietro. Dopo la corsa all’indietro del reparto, il giocatore interessato uscirà incontro

al pallone e nel contempo gli altri giocatori del reparto garantiranno le necessarie coperture.

Può accadere infatti che se il reparto sfila troppo presto possono originarsi diversi problemi: allungare

troppo la squadra, consentendo così agli avversari, nel caso di finta di lancio, di poter giocare corto la palla

con nostri reparti molto distanti, con conseguente grande difficoltà nelle chiusure difensive.

8

figura 11 bis

Proponiamo questa didattica come da figura 11 bis: i 4

giocatori offensivi si passano la palla e la difesa scivola a

destra/sinistra/ centro, senza uscire sul portatore, né andare

avanti o indietro. Il pericolo viene, infatti, non quando la

palla gira in orizzontale, ma bensì quando siamo puntati da

un portatore, o la palla va in profondità con un passaggio

corto o lancio. Da notare che quando la palla è in possesso

da 11 o 7, 2/3 si avvicinano ai coni grandi, simulando la

presenza (su palla laterale) di un uomo largo.

Successivamente poniamo due punte (9 e 10) sulla linea

difensiva e, a seconda dell’atteggiamento dei possessori

(“vedono o no” la porta avversaria), i difensori marcano

lento o stretto le punte 9/10 che sono ferme. Una nuova variante è data dal fatto che questa volta i possessori

possono lanciare, con le due punte che in questo caso si muovono in profondità cercando di entrare in

possesso di palla. Questo esercizio è importante per: “leggere” la marcatura delle punte per non farsi trovare

impreparati (troppo vicini) al momento del lancio.

Se le punte vanno in profondità troppo presto, accompagnarle e poi salire.

Per contrastare efficacemente le cose dette “spizzate o torri” di attaccanti particolarmente abili nel gioco

aereo, è necessario anche in questo caso un attento esame della situazione.

Avviene, infatti, che alcune squadre per “saltare” la pressione avversaria lancino a una punta una palla alta

che da lui verrà prolungata alle spalle della difesa, per altri giocatori che si inseriscono. La palla aerea può

essere sempre facilmente fatta scorrere in profondità con qualsiasi parte del corpo.

figura 12

Nella figura 12 vediamo: dopo il palleggio dei giocatori

quadrati quando uno di loro “vede” serve (alto) la punta 8 che

fa finta di smarcamento lungo-corto. Egli riceve la palla e la

prolunga alle proprie spalle, mentre 5 lo chiude 2/6/3 corrono

alle sue spalle stringendosi e garantendo le coperture. Una

variante è data dalla presenza di 10/9, che su spizzata si

buttano in profondità cercando di entrare in processo palla. 8

si dispone alternativamente a destra e a sinistra.

Le punte avversarie possono ricevere anche palla sui piedi e non sempre cercare la profondità. È necessario

impedire che si possano girare in quanto potrebbero puntare la linea difensiva favorendo l’inserimento di

altri giocatori

figura 13

La figura 13 illustra il problema: dopo il solito palleggio fra i

giocatori quadrati, quando uno di loro vede, 10 fa finta lungo

e riceve incontro cercando di girarsi; la linea difensiva deve

impedire questo e, nel caso riesca a girarsi, neutralizzarlo.

È importante che: il giocatore che chiude da vicino la punta

10 (in questo caso 6) si avvicini velocemente a 10 finché la

palla scorre, fermarsi un attimo prima dalla ricezione

9

dell’attaccante mettendosi su un fianco. Con braccio esteso completamente deve “sentire” 10 garantendosi

così:

- una distanza che impedisca alla punta di appoggiarsi al suo corpo (facendovi perno) per girarsi;

- una distanza che al contrario impedisca alla punta di girarsi e puntarlo.

Il difensore con l’attaccante alla spalle deve avere pazienza e deve cercare il contrasto (avvicinandosi),

quando è a metà del suo girarsi con la palla; questo perché è il movimento nel quale la difende meno col suo

corpo. Quando 6 chiude su 10, il reparto si stringe alle sue spalle garantendo le necessarie coperture e nel

contempo i quattro devono stare vicini. Può capitare, infatti, che il giocatore in chiusura sulla punta, sia

troppo distante dagli altri tre; questo crea grossi problemi se ci si deve scalare il portatore.

Un passaggio all’indietro degli avversari non è solo una momentanea perdita di campo, ma è anche un

occasione per la nostra squadra per guadagnare terreno e salire in avanti. C’è un però che dipende infatti

dalla lunghezza del retropassaggio. Come principio generale diremo che sui retropassaggi corti non si sale,

perché non c’è tempo di avanzare, fermarsi e rimettersi a posto. Sui retropassaggi lunghi, si sale invece fino

a qualche istante prima che l’avversario ricava il pallone; questa volta il lungo tragitto ci dà il tempo per

guadagnare campo con la squadra. Fino a quando?

Sempre secondo il principio di salire veloci e attaccare il ricevente “finché la palla viaggia”; in questo lasso

di tempo non è giocabile quindi non è pericolosa. A questo punto (qualche istante prima che l’avversario

riceva), la difesa si ferma e si rimette a posto. Cosa vuol dire rimettersi a posto?

Dopo essersi fermata, la linea si pone con i giocatori su un fianco (e non frontali) e “legge” la nuova

situazione del possessore di palla avversario (vede o meno la nostra porta) e agisce di conseguenza.

È molto importante che: nel salire non si perda la marcatura degli avversari. Le punte avversarie presenti

sulla linea difensiva per sfuggite al fuorigioco creato dall’avanzamento della linea, saliranno senz’altro

anch’esse verso il centrocampo. È indispensabile che nella salita il difensore non perda mai di vista né il

ricevente avversario, nella propria zona, secondo il principio della marcatura.

figura 14

Proponiamo nella figura 14: i quattro giocatori di centrocampo

si passano la palla (con due punte sulla linea difensiva) e la

difesa si esercita all’uscita sul possessore e alla copertura.

Attenzione con palla a 8/4 se essi vedono o no, la linea si

comporta di conseguenza a una o due linee di copertura.

Durante la circolazione della palla è possibile un

retropassaggio ad:

- 6 (appena dietro i possessori);

- 5 (10-12 metri nell’altra metà campo).

I due possono essere al centro, a destra o a sinistra.

Se 6 riceve la rigioca poi corta su un giocatore di centrocampo;

se riceve 5 termina il gioco e poi si parte da capo. Una variante

è data dall’introduzione sulla linea difensiva di due punte, le quali nell’eventualità di retropassaggio lungo

durante la salita del reparto, non dovranno essere ”prese”. Un’ultima variante consiste nel fatto che una volta

ricevuta palla 6 o 5 possano: rigiocare corto o lanciare.

Nel caso di retropassaggio ad 5, è ovvio che i quattro palleggiatori e le due punte sono avanzate per sfuggire

al fuorigioco.

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Un principio fondamentale è quello che prevede di uscire in chiusura sul portatore avversario quando siamo

messi bene, cioè quando il reparto ha i giocatori tra loro vicini e in grado così rapidamente di garantire

coperture reciproche. Inoltre, se difendo con troppo spazio dietro alle spalle, sono “messo male”; è

necessario retrocedere per ricompattare il reparto e agire più vicini al nostro portiere, e inoltre per rispettare

il principio (banale ma chiaro) che è meglio difendere in spazio più stretto piuttosto che su quello largo.

figura 14 bis

La figura 14 bis illustra l’esercitazione: 11 parte puntando la

linea, questa molto larga e vicina al centrocampo, retrocede

stringendosi con corsa incrociata difensiva e, quando si è

stretta, il difensore interessato esce sul portatore e poi ce lo si

scala durante la sua guida nelle varie direzioni.

Successivamente l’esercizio viene ripetuto con palla centrale e

laterale dall’altra parte; quando la palla è centrale la linea

retrocede con tutti i giocatori rivolti verso l’interno del campo.

Il portiere partecipa anch’esso al lavoro, partendo da una

posizione “alta” e retrocedendo assieme al reparto.

Successivamente aggiungiamo due punte alla linea di difesa.

Quando l’esercizio è stato molto ben assimilato, inseriamo

alcune varianti ancora più difficoltose: avversari che tagliano, fanno triangolazioni o sovrapposizioni per

superare la linea, mentre il reparto sta ancora stringendosi. Ciò obbliga la difesa ad affrontare una situazione

limite, questo le richiede una grande velocità nel ricomporsi e subito gestire un nuovo problema da risolversi

come si è visto nei precedenti paragrafi.

Vale il discorso fatto nel paragrafo precedente: non ha senso andare a contrastare il portatore avversario se

non siamo “messi ben”. Massi male vuol dire anche essere in inferiorità numerica rispetto agli avversari, in

questo vi possono essere due possibilità:

- Temporeggiare, retrocedendo stringendosi in attesa del rientro di un nostro giocatore;

- Temporeggiare, retrocedendo e stringendosi ma senza possibilità di ricevere un aiuto da un nostro

compagno; il caso può esserci in occasione di un’azione avversaria molto veloce o situazioni nelle quali si

perda palla molto vicini, o vicini alla nostra porta.

figura 15

La figura 15 illustra la situazione 11 parte in possesso di palla

e mentre 2 (dietro di lui) parte anch’egli per recuperare la

propria posizione. Nel frattempo 6/5/3 retrocedono

stringendosi, con le punte 4/8/7 che avanzano anch’esse.

Quando 2 è ritornato sul reparto difensivo, si esce sul portatore

e poi lo si scala con le tre punte. L’esercizio si ripete senza

6/5/3 (alternativamente), con palla che parte da queste

posizioni.

È molto importante che: la corsa di 2 per recuperare sia in

diagonale verso l’interno del campo; è la strada più corta per

avvicinarsi alla porta e ai difensori. Il difensore (con il reparto a

posto) uscirà sul portatore avversario, dipenderà da dove 2

andrà a porsi, l’importante comunque è che “torniamo ad essere in quattro”, non importa con quale

11

dislocazione. Nel caso però che non sia possibile ricevere un aiuto, il problema è accettare l’inferiorità

numerica e cercare di giocare sugli errori avversari. Possiamo sfruttare due tipi di errori avversari:

- un errore tecnico: il portatore avversario si allunga la palla, magari dopo una finta di intervento da parte

del difensore e quindi può entrate in contrasto;

- un errore tattico: un giocatore avversario (senza palla), va oltre i difensori e allora si sale attaccando il

portatore (con coperture degli altri difensori). C’è inoltre da tenere presente che, retrocedendo molto vicino

alla porta, si può contare anche sull’aiuto del portiere per un’eventuale palla in profondità degli avversari.

figura 16

11 nella figura 16 punta la linea, che ha “perso” 2 il quale è

fermo a centrocampo; la linea retrocede e si stringe; a un certo

punto il difensore più vicino fa finta di avanzare per il

contrasto. 11 si allunga la palla e il difensore esce in contrasto,

con le coperture degli altri due giocatori. La variante che una

delle tre punte (prestabilita), vada oltre tre difensori, a questo

punto il difensore se vede tutti gli altri chiama la salita del

reparto, con un giocatore che va sul portatore e gli altri due

coprono. L’esercitazione va ripetuta con palla a destra, sinistra,

centro destra e sinistra, sempre escludendo il difensore

corrispondente.

Si tratta di una situazione che richiama il fondamentale della marcatura. Risulta complicato per il difensore

(in caso di cross dal fondo) vedere contemporaneamente il portatore e l’avversario, tenendo presente che in

area di rigore si marca a uomo, si segue cioè l’avversario in tutte le direzioni nelle quali si muove.

Possiamo scalarci le marcature degli avversari, solo nel caso che il portatore avversario ci dia tempo, ossia

che per qualsiasi motivo egli non sia ancora in grado di crossare.

Richiamando il principio:

- se c’è tempo si scala

- se non c’è tempo si marca a uomo.

figura 17

Nella figura 17, 4 si scambia con 8 (che fa finta lungo-corto

per smarcarsi), 3 chiude 8 che restituisce a 4. 4 serve 7 in

profondità che va al cross di fondo, nel frattempo le punte

avversarie 10/9/8 si portano in area di rigore, marcate ad uomo

da 2/6/5 con 3 che fa da leggero schermo, ma lascia crossare 7.

Le punte devono fare goal, i difensori devono respingere,

possibilmente allargando.

È importante che: nel caso che proprio si debba perdere la

visione di qualcosa fra portatore e attaccante, è “meglio”

perdere di vista la palla. Questo perché l’attaccante è talmente

vicino alla porta da non poter essere per nessuna ragione

lasciato libero.

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figura 18

4<4+P con fuori gioco e contrattacco

Il 5 passa a uno qualsiasi dei giocatori d’attacco, i quali devono

fare goal.

I difensori, se entrano in possesso di palla, devono guidare o

ricevere a metà campo, senza nessuna opposizione.

Variante: 5<4+P si aggiunge una punta che parte sulla linea

difensiva.

Variante: 6<4+P si aggiungono due punte che partono dalla

linea difensiva.

Variante: ripetere i tre esercizi partendo con la difesa posta

poco più della metà campo.

figura 19

4<4+P con sostegno o sostegni (figura 19) Come l’esercizio precedente, ma si pone il giocatore 5 dietro la

linea degli attaccanti, vicino o lontano e che si può spostare

orizzontalmente su tutta la larghezza del campo; questo

giocatore durante l’attacco può essere servito e deciderà se

lanciare, giocare corto o guidare dietro, a destra o a sinistra,

vedendo o no la porta. La difesa si comporta di conseguenza a

tutte queste situazioni.

Variante: 5<4+P si aggiunge una punta che parte sulla linea

difensiva.

Variante: 6<4+P si aggiungono due punte che partono sulla

linea difensiva. N.B. Le esercitazioni svolte con la linea

difensiva dislocata in partenza nei pressi dell’area di rigore possono essere avviate con lancio (con le mani o

con i piedi) del portiere verso uno degli attaccanti, i difensori si abitueranno così a reagire anche a traiettorie

provenienti dalle loro spalle e non solo frontali.

figura 20

4<3+P con un giocatore in recupero, con fuorigioco e

contrattacco (figura 20)

11 parte in guida e in contemporanea 2 entra per recuperare.

Gli attaccanti devono fare goal.

I difensori, se entrano in possesso di palla, devono guidare o

ricevere a metà campo, senza l’opposizione degli avversari.

Ripetere da tutte le posizioni.

Variante: 4<3+P senza giocatori in recupero con fuorigioco

e contrattacco

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La differenza è che 2 sta fermo e non recupera e i tre difensori accettano l’inferiorità numerica e cercano di

risolverla.

Io penso che sia molto importante alternare, unitamente alle situazioni citate, anche partire normali con

squadre o reparti schierati, in quanto in questi frangenti si ha una continua alternanza di tutte le varie

situazioni esaminate. In una gara, c’è l’eventualità che si sia messi bene o male, oppure che si difenda alti o

bassi ecc…

Risulta quindi molto utile alla squadra che si addestra a riconoscere e a risolvere tutte le situazioni, in un

contesto globale e non solo negli esercizi precostituiti.

Un principio fondamentale di una qualsiasi fase difensiva è la copertura garantita da un altro difensore che si

oppone in diagonale dietro di lui, pronto ad intervenire nel caso che l’attaccante avversario superi il

difensore che lo affronta.

1.ESERCIZI DÌ STACCO PER I DIFENSORI

Posizionare il difensore spalle alla propria porta,l’attaccante frontale alla porta a distanze variabili. lancio

filtrante, staccare……