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  • 7/29/2019 03. Lucano

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    Marco Anneo Lucano nasce a Cordova nel 39 d.C.; figlio di Anneo Mela fratello diSeneca, dunque nipote del grande filosofo. Nel 40 si trasferisce con la famiglia a Roma

    dove compie i suoi primi studi. Entra ben presto nella corte di Nerone e per volont di

    questultimo diviene questore prima dellet minima prevista, entra cos a far parte delcollegio degli auguri. Nel 60 Lucano recita le Laudes del principe e pubblica i primi tre

    libri della Pharsalia. Subentra ora una brusca rottura con Nerone probabilmente causatadalla gelosia letteraria che lImperatore provava nei confronti di Lucano o dal fatto che

    Lucano avesse idee troppo marcatamente improntate a un nostalgico repubblicanesimo.

    In seguito Lucano ader alla congiura di Pisone e, una volta scoperto il complotto,

    ricevette lordine di darsi la morte. Si tolse la vita nel 65, a meno di 26 anni.

    Opere

    Si conservato solo poema epico Bellum civile o Pharsalia, in dieci libri e ancoraincompiuto: il libro X infatti viene interrotto bruscamente per la morte di Lucano. Tra le

    opere perdute ricordiamo un Iliacon (componimento in versi sulla guerra di Troia), un

    Catachtonion (carme sulla discesa negli inferi) e i dieci libri di Silvae, raccolta di poesie

    di vario genere.

    Pharsalia

    Il numero e la variet delle composizioni di cui si ha notizia indicano un eccezionaleprecocit artistica, unit ad una notevole versatilit. Dalle opere perdute sembra di poter

    cogliere una totale adesione ai gusti neroniani: nellIliacon veniva incontro alla passione

    del principe per le antichit troiane; Silvae e libretti per pantomime ben si inserivano nel

    quadro generale della poesia di intrattenimento. Di tuttaltro genere risulta invece esserela Pharsalia, il modo in cui Lucano ha scelto di trattare largomento della guerra civile

    tra Cesare e Pompeo si risolve in unesaltazione dellantica libert repubblicana e in unacondanna del regime imperiale.

    Sintesi del poema

    Dopo lesposizione dellargomento del poema e un lungo elogio di Nerone, Lucano

    espone le cause della guerra e il passaggio del Rubicone da parte di Cesare.Lamenti dei romani che ricordano il precedente conflitto civile tra Mario e Silla.

    Dibattito notturno tra Bruto e Catone sulla guerra imminente.Appare in sogno a Pompeo la figura di Giulia, figlia di Cesare e sua prima moglie, per

    minacciargli terribili sciagure. Cesare entra in Roma, poco dopo la guerra si sposta a

    Marsiglia.Azioni di Cesare in Spagna e grande eroismo di un pompeiano.

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    Il Senato, esule da Roma, si riunisce in Epiro. Il pompeiano Appio si reca a consultare

    loracolo di Delfi ma il responso resta dubbio.

    Cesare entra in Epiro e sconfigge lesercito di Pompeo che costretto a lasciare

    Cornelia nellIsola di Lesbo: dolore dei due sposi per la separazione.

    Pompeo viene assediato a Durazzo con il suo esercito.

    I due eserciti arrivano in Tessaglia, che sar luogo dello scontro decisivo. Uno deifigli di Pompeo, Sesto, si reca a consultare la maga Erittone.

    Sesto riesce a richiamare in vita un soldato caduto in battaglia, il quale rivela a Sesto

    la rovina che incombe su di lui, sulla sua famiglia e sullintero ordinamento politico di

    Roma.

    Si tiene il consiglio di guerra e Pompeo sconsiglia lattacco, la volont dei partigiani, tuttavia, pi forte della sua e cos si iniziano i preparativi per la battaglia.

    Scontro finale dei due nemici e vittoria definitiva di Cesare.Pompeo fugge e Cesare rifiuta gli onori funebri ai caduti.

    Ripresa con s Cornelia Pompeo si rifugia in Egitto, dove spera di trovare rifugio. Ma

    il re Tolomeo, dietro consiglio dei suoi cortigiani, lo fa uccidere al suo arrivo.

    Il corpo decapitato di Pompeo viene lasciato sul litorale, gli d degna sepoltura un

    certo Cordo.

    Dopo la morte dei Pompeo, Catone assume il comando dellesercito dei repubblicani,e attraversa il deserto libico affrontando pericoli di ogni sorta. Rifiuta di consultare

    loracolo di Ammone: la conoscenza del futuro non pu modificare le decisioni delsaggio.

    Ad Alessandria Cesare visita la tomba di Alessandro Magno, quasi suo maestro di

    Tirannide.

    Gli alessandrini tentano una sollevazione contro Cesare e a questo punto si interrompeil poema.

    La critica antica dei grammatici e dei retori ha mosso al poema di Lucano una serie dicensure: luso e labuso delle sententiae concettistiche, che avvicinerebbero lo stile della

    Pharsalia a quello oratorio, la rinuncia agli interventi divini, un ordine della narrazionequasi annalistico, tipico pi delle opere storiche che di quelle poetiche. In alcune parti

    del poema la fedelt scrupolosa alla fonte storica viene sacrificata alle deformazioni

    della verit a fini ideologici, soprattutto per quel che riguarda Cesare, Pompeo e i

    rispettivi sostenitori.

    Lucano e Virgilio: la distruzione dei miti augustei

    A ragione si potuto parlare della Pharsalia come di una sorta di anti Eneide, e del

    suo autore come di un anti Virgilio. Il poema epico era stato celebrazione solenne delle

    glorie dello stato e dei suoi eserciti; nelle mani di lucano il poema epico diventa invece

    la denuncia della guerra fratricida, del sovvertimento di tutti i valori, dellavvento di

    unera di ingiustizia. Appunto Virgilio diventa per Lucano il modello da rovesciare e daconfutare: per Lucano Virgilio ha coperto con un velo di mistificazioni la trasformazione

    dellantica repubblica in tirannide. La via che Lucano sceglie per sconfessare Virgilio

    prima di tutto il mutamento delloggetto: non si tratta di rielaborare racconti mitici, madi esporre, con sostanziale fedelt, una storia recente e ben documentata, soprattutto

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    universalmente riconosciuta. Questa scelta di fedelt al vero spiega anche la rinuncia agli

    interventi divini che tanto faceva scandalizzare la critica antica.

    Lelogio a Nerone e levoluzione della poetica di Lucano

    E abbastanza probabile che il pessimismo di Lucano sia andato maturandoprogressivamente nel corso della stesura del poema. La polemica antivirgiliana cominciaa delinearsi fino dai versi successivi al proemio, mentre nellepos di Virgilio il tema

    storico delle guerre civili si affacciava qua e l nel testo, Lucano vuole invece riprodurlo

    in tutta la sua ineludibile realt storica, presentandone le nefaste conseguenze sulla storia

    successiva.Lelogio a Nerone riprende da Virgilio alcuni motivi rivolti alla glorificazione del

    principe, daltro canto lattribuzione a Nerone di tratti augustei era diffusa nellaletteratura del tempo. Tuttavia agli occhi di Lucano il mito del nuovo Augusto molto

    miglio re del primo, e tesserne lelogio significa entrare in velata polemica con Virgilio:

    Nerone, e non Augusto, la vera realizzazione delle promesse del Giove virgiliano

    (Giove aveva profetizzato a venere lavvento di una nuova et delloro). Resta il fatto

    che, allinterno della Pharsalia, lelogio di Nerone suona come una note stridente: nello

    stesso progetto del poema era insita la contraddizione fra la visione radicalmentepessimista dellultimo secolo di storia romana, che Lucano era venuto maturando, e le

    aspettative suscitate dal nuovo principe.

    Lucano e lanti mito di Roma

    Nel seguito del poema il pessimismo di Lucano si fa sempre pi radicale, e approda auna concezione apparentemente priva di luci: un vero e proprio anti mito di Roma, il

    mito del suo tracollo, che si contrappone a quello virgiliano dellascesa della Citt daumilissime origini. Come lEneide, anche la Pharsalia si articola attorno a una serie di

    profezie, che rivelano non le future glorie di Roma, ma la rovina che lattende. La piimportante costituita soprattutto dalla negromanzia del libro VI. La collocazione

    dellepisodio in tale libro costituisce un probabile indizio della posizione di centralit

    che Lucano intendeva accordargli nellarchitettura del poema. Lucano rovescia il

    modello virgiliano fin nei minimi particolari. Il soldato richiamato in vita dalla maga

    racconta di aver visto gli inferi in grande agitazione; in lacrime le anime dei grandi eroi

    di Roma; esultanti gli spiriti degli antichi antenati di Cesare, gli eterni nemici dello statoromano. La scelta di Sesto si spiega col fatto che Lucano intendeva collegare la stirpe di

    Pompeo con il mito della rovina di Roma. Per di pi sesto, figlio empio e degenere,

    rappresenta per molti rispetti un rovesciamento del pio Enea.

    I personaggi del poema

    La Pharsalia non ha un personaggio principale, ma ruota soprattutto attorno alle

    personalit di Cesare, Pompeo e Catone.

    Cesare domina a lungo la scena con la sua malefica grandezza: egli assurge aincarnazione del furore che unentit ostile, la Fortuna, scatena contro lantica potenza di

    Roma. In alcuni punti il poeta sembra quasi soccombere al fascino sinistro del suo

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    personaggio, il quale in fondo rappresenta il trionfo di quelle forze irrazionali che

    nellEneide venivano dominate e sconfitte: il furor, lira e limpazienza. Inoltre nel suo

    poema Lucano spoglia Cesare del suo attributo principale, la clemenza verso i vinti, a

    costo di stravolgere la verit storica.

    Alla frenetica energia di Cesare si contrappone una relativa passivit da parte di

    Pompeo, questo tipo di caratterizzazione serve tuttavia a limitare la responsabilit diPompeo: la forsennata brama di potere di Cesare la principale causa della catastrofeche porter Roma al tracollo. Lucano cerca di fare di Pompeo una sorte di Enea il cui

    destino si mostra avverso piuttosto che favorevole: in questo senso la figura di Pompeo

    lunica che nello svolgimento del poema subisce una trasformazione psicologica. La

    Pharsalia rappresenta infatti il precipitare di Pompeo dai vertici pi alti, mentre laFortuna gli si rivolge contro con ostile determinazione. Alla fine, abbandonato dalla

    Fortuna, Pompeo va incontro a una sorta di purificazione: diviene consapevole dellamalvagit dei fati, comprende che la morte in nome di una giusta causa costituisce

    lunica via di riscatto morale.

    Questa consapevolezza costituisce perCatone un solido possesso fin dalla sua prima

    apparizione nel poema. Lo sfondo filosofico del poema senza dubbio di natura stoica:

    ma nel personaggio di Catone si consuma la crisi dello stoicismo tradizionale. Di fronte

    alla consapevolezza di un fato che cerca la distruzione di Roma, diviene impossibile perCatone ladesione volontaria alla volont del destino. Matura cos la convinzione che il

    criterio della giustizia sia ormai da ricercarsi altrove che nel volere del cielo: esso dorain poi risiede unicamente nella coscienza del saggio. Catone si fa pari agli dei: non ha

    pi bisogno dei loro consigli per cogliere il discrimine tra il giusto e lingiusto.

    Lo stile

    Ardente e concitato, cos viene definito lo stile di Lucano, riferendosi probabilmenteallincalzante ritmo narrativo dei periodi, che si susseguono senza freno e lasciano

    debordare parti della frase oltre i confini dellesametro: cos lurgenza dei pensieri siesplicita nel continuo enjambement, e la sintassi delle parole aspira ad uscire dai vincoli

    dello schema esametrico. Lio del poeta praticamente onnipresente per giudicare e

    spesso condannare in tono indignato. E senza dubbio uno stile che di rado conosce

    dominio e misura: per questo esso pu rapidamente saziare il lettore. Ma la

    rappresentazione di una catastrofe come la guerra civile poteva ancora continuare a

    basarsi su una forma tradizionale quale era quella che il genere epico offriva? Latradizione epica aveva costituito tutto un linguaggio complesso, capace di dare

    lattraente forma di narrazione ai grandi modelli culturali cui si ispirava la societ

    romana. Lucano non ha la forza di sbarazzarsi di una forma letteraria che pure sente

    insufficiente ai suoi bisogni. Pi che tentare una rifondazione del linguaggio epico , egli

    cerca un rimedio di compenso nellardore ideologico con cui ne denuncia la crisi. Cos la

    presenza di unideologia politico moralista si fa in lui ossessiva, invade il suo linguaggioe si riduce infine a retorica. Ma la retorica che anima questo linguaggio non vana

    artificiosit ornamentale, ma ricerca di una propria autenticit, per essere sicuro di non

    tradire con le parole il messaggio di unideologia disperata.

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