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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 02

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 03

Locri Union music ConferenceDj set che andrà avanti tutta la notte

allo Scialai Cocktail e Distrazionivia lungomare centro

BovalinoInfiorata

piazza Garibaldi-BorgoPer la festa patronale,dopo le 18:00la processione a mare el’infiorata delle strade cit-tadine

CittanovaCaparezza

in concertoper la 12° Festa Nazionale dello

StoccoInfo: www.caparezza.com

Oppido MamertinaFesta San Vincenzo FerreriA Messignadi in occasione della festah22:00 Pzza TorricelliMimmo Cavallaro & Cosimo PapandreaTarantProject in concertoInfo: www.mimmocavallaro.it

ScillaDove c’è Musica coverRamazzotti Coverbandh21:00info: [email protected]

DelianuovaEmma Marroneh22:00 concerto in piazzaInfo: www.emmamarrone.net

MelicuccoPappalardoin concerto Festa in onoredi San Rocco di MelicuccoInfo: 320/81.31.092

18agostosabato

12agostodomenica 14agosto

martedì

15agostomercoledì

Cardetod’AspromonteLive@CardetoCover di Rino GaetanoCreato da Operai della Fiat 1100h 21:00

agostogiovedi

SidernoFesta della birraFesta della Birra Al Night& Day esibizione de “La Combriccola delBlasco” per la Festa della Birra 2012

Gioiosa IonicaAccademia Musicale

ARS MUSCAEConcerto pianistico e musica da camera

h22:00Ex Convento degli Agostiniani

ArdoreMarinaPovera ItaliaCommedia teatralein Vernacoloh22:30A cura di

Domenico RipoloPeppe Rocca

SidernoCabaret

h22.00 I non ti regoli cabaretInfo: www.myspace.com/inontiregoli

Festa del TuristaXV Edizione organizzata dal la Prolocoh21:30 in Piazza Portosalvo

13agostolunedi

MelicuccoAnnalisa Scarrone

in piazza h.22:00si esibirà la cantante di Savona

BrancaleoneMostra CinofilaAmatorialeLido Liberty Lungomare lato SudA cura di O.L.A. e Pro Loco

Gioiosa IonicaSognando il passato in unanotte di mezza estateEvento Spettacolo di arte, musica edanza firmato Unicef h22:00

ESTATE. GIORNO E NOTTE NELLA NOSTRA PROVINCIA

LOCRI LOCRIDE SUMMER CONTEST

Giovani per la Locride offrel'opportunità alle giovani

band di esibirsi sul palco delLocride Summer Village

[email protected]

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agostovenerdi17

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DOMENICA 12 AGOSTA 2012 LA RIVIERA 04

Parlandodi...

Ma si, buttate la chiave

NORDICI & SUDICIDI GIOACCHINO CRIACO

GIORGIO CASTELLACCI

Anche quest’anno, sfogliando le paginede “la Riviera”, ho potuto leggere unfondo dedicato al tema - a quanto paremolto caro alla linea editoriale del gior-nale che lo ripropone regolarmenteall’attenzione dei lettori con un una pun-tualità quasi psicotico-compulsiva - del“turismo di ritorno”. Questa volta i turistinordici o pseudo tali, sono definiti sem-plicemente, senza troppi eufemismi e giridi parole, «da scrocco», devo supporre,della ben più paziente e tollerante comu-nità stanziale.Accade, purtroppo, che io (ma non riten-go di essere l’unico esemplare) abbia vis-suto solo per i primi diciotto anni dellamia vita a Siderno dopo di che, per sceltepersonali, giuste o sbagliate che siano, hodeciso di trasferirmi in una città del Nord.Per cui, dopo la lettura del pezzo, sonostato colto da un improvviso e rabbrivi-dente sospetto di essere finito, mio mal-grado, nel calderone indistinto di quel«turismo di oggi, quello di ritorno, sem-pre più, o solo, da scrocco» di cui parla,senza mezzi termini, Gioacchino Criaco,nel suo pezzo che ha per titolo una sen-tenza: “Nordici da scrocco”.Posto che devo confessare all’autore unaqualche difficoltà, di cui gli chiedo sind’ora venia, nel collocare esattamente lamia ormai solo stagionale permanenzavacanziera a Siderno in una delle tre oquattro categoriche tipologie di turismoin cui sembrerebbero, a suo non tantosommesso giudizio, esaurirsi i possibilipacchetti turistici della riviera dei gelso-mini; e ribadito che ancor di più fatico arassegnarmi all’idea, apparentemente

ineluttabile, di dover rinfoltire la categoriadei “nordici di ritorno” per il solo fatto diaver segnata nei mio voucher di viaggio,una provenienza da una città del Nord,scrivo queste poche righe per tentare ditrovare una soluzione e, nella peggioredelle ipotesi, per chiedere scusa a tutti del-l’attività di scrocco da me perpetrata. Èvero, lo confessiamo.Un pò a tutti noi che ritorniamo, a pre-

scindere dalla classificazione a cui eviden-temente non possiamo sfuggire, di“Poveri cristi”, “Emigranti rampanti”,“Turisti d’assalto”, o quel che sia, è capita-to e capita di far “la fila (non la posta)davanti a bar e pasticcerie per portarci acasa un caffè o una granita”. Ma vorreitentare di giustificare tanta umana debo-lezza fornendo all’autore quanto meno unabbozzo di rassicurazione. Tutte le volteche portiamo a casa quelle cose non leprendiamo a scrocco, ma le paghiamocome gli altri. E questo, forse, è il punto.Viviamo tempi economicamente difficiliin cui quei “Poveri Cristi” nordici che ani-mano le spiagge sidernesi sono costretti,per concedersi una vacanza, a portarsi dacasa lettini e ombrelloni; dopo di che, v’èda dire che persino per la nduja portata alNord per riscaldare i tristi e umidi inverninella bergamasca, così come per la spesaper mangiare (quanto meno a casa), pertutto questo insomma, si continua a nonandare a scrocco, e tutti i soldi che si spen-dono rimangono nelle casse di tante atti-

IN EVIDENZA

Viviamo tempieconomicamente difficili incui quei “Poveri Cristi”nordici che animano lespiagge sidernesi sonocostretti, per concedersi unavacanza, a portarsi da casalettini e ombrelloni

Per quelli che hanno passato anni a buttar sangue. Adifendere i calabresi in ogni frangente. A lottare con-tro i soprusi, le discriminazioni. A criticare le logicheinquisitorie cieche, il travolgimento dei diritti per lecolpe di pochi. A mettersi a rischio, sfidando i tantipiccoli poteri che dominano la nostra terra impeden-do ogni cambiamento. Lasciate perdere. A favore dichi avete combattuto, dei calabresi? E chi sono i cala-bresi? Esiste un popolo che può chiamarsi calabrese,o non c'è, piuttosto, un insieme di esseri che casual-mente vivono su un lembo di terra chiamataCalabria? Cinquant’uno incendi hanno arso vivol’Aspromonte. Cinquant’uno colpi al cuore di unmondo, di un essere vivente, di un principio chedovrebbe essere unificante. Di un paradiso che cen-tinaia di generazioni, per migliaia di anni, hannodifeso per consegnarlo integro a noi. Chi l’ha appic-cato il fuoco che ha ucciso migliaia di vite secolari?Chi ha fatto scempio di lecci, querce, pini le cui radi-ci tenevano insieme una terra per non farla finire inmare? Chi sono i Bruti? Nessuno è sceso dalla lunaper ammazzare l’Aspromonte, o è venuto giù dalPiemonte a toglierci l’ultima dignità. I Giuda dellanostra terra siamo noi. Siete voi, quelli che material-mente hanno incendiato i boschi. Siete voi, quelli chevivete da ignavi fregandovene di quello che vi succe-de in torno, vivendo solo in attesa degli stipendi delventisette. È una Calabria da vergogna quella chedistrugge e lascia distruggere. Una Calabria sorda,che non ha orecchie per alberi e animali. UnaCalabria cieca, che non ha occhi per una naturasenza paragoni. Una Calabria morta, che non ha piùun’anima. Che non ha l’anima dell’Aspromonte cheha difeso e fatto sopravvivere i calabresi da ogninemico esterno. Non c’erano i calabresi a difenderela loro montagna uccisa da altri calabresi. E non c’e-rano i rambo da procura o da questura, perché ladifesa di un’identità non merita tutela. E non c’era,come non c'è mai stato, uno Stato patrigno che èsempre da un'altra parte quando dovrebbe esserepresente. E non ci sarà più nessuno disposto a difen-dere chi per caso popola questa terra. Perché se arri-viamo a fare certe cose, dobbiamo ammetterlo diavere qualche tara di tipo antropologico. E unaCalabria così, difese non ne merita, si guadagna soloun recinto, il cui cancello bisognerebbe chiudere ebuttare via le chiavi.

Poveri cristinordici

LA RISPOSTA

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 05

la Riviera

DIAVOLO NERO

Perseverare è diabolico, e questo nonrappresenta un delitto per il Diavoloche proprio nell’ostinazione ha la suafondata speranza di successo.Dunque, persevero. Salva la pace dei

buoni, che son sempre pochi, non esistono nella pro-vincia di Reggio Calabria e nella Locride, dove noidiffondiamo zolfo e fuoco, corrispondenti che nonsiano sanguisughe. Onnipresenti là dove scorre ilsangue, hanno la vaghezza eterea dei fantasmi dovesi discute di cultura operativa e si celebrano premiletterari, non destinati né ai prefetti né ai magistratiné ai giornalisti nomati del TG3. Ciò che bene sicomprende. Le sanguisughe, di cui discorro, sono speciali. Hannoun po’ di coda, quel tanto di coda che consente lorodi scodinzolare, e verrebbero meno a ciò per cui lefece la natura se non s’attaccassero agli eccellentipremiati dei quali conoscono le opere insigni- talu-ne mai scritte- così come noi sappiamo tutto deimisteri di Dio. E comunque ne parlano come se leavessero lette e, addirittura, come se ne avesserocapito qualcosa, compresi i titoli di copertina.Ora, siccome le sanguisughe, fatta riserva di sangue,di questo possono nutrirsi per almeno un anno, ditanto in tanto smettono di comportarsi da mignattee corrono al ruolo di proconcosoli delle Procure,delle Prefetture, delle Questure, dei Commissariati,delle Stazioni dei Carabinieri. D’estate non c’è solola cronaca rosa. C’è anche la cronaca nera. Non c’è scampo: o si appartiene alla cronaca nera oalla cronaca rosa. Oppure non si ha diritto alla pre-senza delle sanguisughe e dei proconcoli. Noti fanta-smi, che, però, di bianco, cioè di candido, non hannoneppure il lenzuolo.

I FANTASMI

vità commerciali locali. Giacchè, senzatimore di apparire presuntuoso, possoaffermare con discreta sicurezza di dubi-tare che quei “Poveri Cristi” siano cosìintraprendenti da essersi portati al trainodi qualche Fiat Duna station wagon unacella frigorifera semovente con le provvi-ste per un mese. Sicchè, non sarebbeforse il caso di mettere da parte questosnobismo provinciale di bassa lega (Sud),per riconoscere che anche quelle presen-ze turistiche, a maggior ragione in questodifficile momento di crisi che attraversal’intero comparto, se non proprio incenti-vate, meritano comunque una qualcheconsiderazione e una pur minima formadi rispetto? E soprattutto, quando arri-verà il tempo in cui piuttosto che dolersidi un dato di fatto, come fosse la punizio-ne divina e imperscrutabile che assegnaun destino malevolo a noi ed alla nostraterra, lo si comincerà ad analizzare seria-mente partendo da ciò che semplicemen-te è: il risultato di una causa che lo ha pro-dotto.

Alla fine, haavuto “scuorno”

ANTONIO LA TELLA

La Regione esulta dopo i dati pos-itivi (anche se non entusias-manti) diffusi dallaFederalberghi sull’incremento

del movimento turistico in Calabria, maevita accuratamente di rivelare quellidivisi per città e per provincia. Comedicono a Napoli, Scopelliti, il sindacodel modello Reggio, ha avuto scuorno(insomma, si è vergognato). Ne aveva -ne ha - tutti i motivi. Nonostante le sueserenate, le sue miss in passerella, le suestrapagate RTL, i suoi mega accordicon Malta e Madrid (tutta polvere negliocchi) quella di Reggio e della suaprovincia - per la parte che attiene alturismo - è la marcia del gambero. Leattrezzature non mancano, gli impren-ditori disposti a rischiare neppure, male spiagge restano deserte, d’inverno ed’estate. Qualcuno ne dia notizia alloquace Agliano, guardia svizzera adservizio del papa-re. Nonchè dei tantileccaculo che sostano nei paraggi.Secondo lo studio di Federalberghi,dicevamo, la Calabria sarà la vera epropria regina turistica dell’estate 2012,assorbendo circa il 13% della domanda

complessiva nazionale. Un dato in fortecrescita se si considera che lo scorsoanno il numero di turisti che avevanoscelto la Calabria è stato pari al 9,7%,spalmandosi tra alberghi, altri eserciziricettivi e seconde case.Tuttavia, quando si parla di dati per-centuali è necessario sempre ecomunque tenere presente il dato asso-luto di partenza e il fatto che ci sia statoun calo nel numero totale di italianiandati in vacanza comporta che l’incre-mento percentuale di poco più di 3punti percentuali sia da ascrivereparzialmente anche alla diminuzionedel totale dei vacanzieri. Ciò non toglie che il dato risulti positi-vo e questo per due ragioni: in primoluogo la Calabria diventa la desti-nazione preferita dagli italiani, unasorta di Florida verde-bianco-rossa, e insecondo luogo il numero in terminiassoluti di turisti nell’agosto calabresese non è aumentato quanto meno nonè diminuito e già questo, in un periododi forte crisi come quello che stiamoattraversando, costituisce un ottimopunto di partenza. Ma Reggio sta aguardare. Evviva Scopelliti.

FEDERALBERGHI

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 06

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 07

Febbraio 1807. Ivolteggiatori attraversanoin silenzio il Ponte della

zita. Il vento gelido della nottene frusta le membra.L’adrenalina nel sangue liriscalda. Sono due squadroni disoldati francesi. Napoleone inpersona ha ordinato quellamissione. Bisogna vendicare lasconfitta di Napoli a opera delgenerale Vito Nunziante, esoprattutto dell’esercito da luiraccolto, insieme al cardinaleRuffo, in Aspromonte. Africo èil loro obbiettivo, da lì venivano isoldati che hanno umiliatol’esercito napoleonico. Entranoprima dell’alba nel villaggio permetterlo a ferro e fuoco. Ma gliafricoti non si sono fattisorprendere, si sono rifugiati fra iboschi, lasciando nelle casevecchie e bambini. Su questivigliaccamente gli aggressorisfogano la loro crudeltà, per unavittoria facile. Le urla dell'eccidioraggiungono i monti e gli africotirientrano in massa. Armati dipiccole asce e a mani nudemettono in fuga i francesi. Gliinvasori prendono la via di Bova,e la fuga si ferma davanti agliuomini di Casalnuovo, di Africopaese fratello. Messi in mezzo, ifrancesi vengono fatti a pezzi e isopravvissuti fuggono verso SanLuca. Settembre 1807. I francesici riprovano. Si nascondono inforze nei boschi di Carrà, duechilometri sopra Africo, in attesadel momento propizio perattaccare il paese. Gli africoti licircondano nella notte, liammazzano fino all’ultimosoldato. Prendono bandiera etamburo a ricordo tangibile diquella lezione memorabile. E ifrancesi non ci proveranno più aviolare l’Aspromonte. Atestimoniare il massacro, alnome di Carra si aggiunge quellodi bosco degli spiriti. E non èraro che in quel luogo di notte, sisentano dei lamenti in francese."In terra di Bova" di AntonioCatanea, 1927, per i riferimentistorici...

LE CHEVALIER

Marco Minniti tornaalla casa del padre

IL DITO NELL’OCCHIOIL DITO NELL’OCCHIOUNA STORIAUNA STORIA

MELITO

CCARARTOLINE PER LA PTOLINE PER LA PADADANIAANIA * di Antonio Calabrò

Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com

1) FAIDA DEI BOSCHI, BLITZ CONTRO LE COSCHE DELL’ALTO JONIO

Dati larivieraonline.com

I PORTICI DISSEQUESTRATI

Lo Jonio Blu Elettrico solcatoda onde pigre chenascondono Nereidi eOndine. In lontananza lacosta di Melito Porto Salvo, ilpaese più a Sud dellapenisola, e alle spalle ilmassiccio di Pentedattilo, cheosserva curioso. Estate sullespiagge Calabresi, per sentirsipiù vicini ai nostri fratelli greci,e respirare il sole di questaterra, ancora incontaminato

2) ARDORE: UNA RAGAZZA DI VENTUN’ANNI TRAVOLTA DAL TRENO

3) OPERAZIONE CRIMINE: SEQUESTRATI BENI PER 12 MLN A SIDERNO

4) LOCRIDE. CARABINIERI SCOPRONO PIANTAGIONE. DUE ARRESTI

5) COLTIVAVA CANNIBIS. OBBLIGO DI FIRMA PER DIANO

6) MISS ITALIA IN CANADA INNAMORATA DI SIDERNO

7) NORDICI DA SCROCCO

In questa estate infausta della crisic’è qualcosa che ci conforta e ciautorizza a sperare. È la notizia,invidiosamente cassata dalla stampanazionale, della nomina del deputa-to Marco Minniti a responsabiledell’attuazione del programma delgoverno del prof. Mario Monti.Ecco, finalmente abbiamo capito leragioni del ritardo del Governo deitagli e delle tasse sulla via delleriforme che dovevano portare allacrescita. Mancava un vigile custode,essendo stato dimenticato, come unnaufrago, il deputato Marco Minnitisotto l’ombrellone. Ma da questoposto, che concilia il sonno e ilsogno, Pier Luigi Bersani si è vistocostretto a rimuoverlo per la salvez-za d’Italia, per il rettilineo camminodel governo Monti, per la salute delpresidente Napolitano, che ha man-camenti di cuore ogni qualvolta ilBanchiere è minacciato da Alfano.E noi nella fuoriuscta dall’ombrello-ne del sempre pensoso MarcoMinniti, che rimuove gli ozi estivi esi fa attiva guardia nazionale, abbia-mo colto come la reincarnazione diAchille, che lascia la tenda, dovepoltriva imbronciato dell’offesa diAgamennone, per andare all’assaltoe alla conquista di Troia. Non è que-sto il cimento a cui è chiamato ildeputato Marco Minniti, che ricor-diamo ai nostri lettori come parte-cipe, al tempo del Kosovo, del fero-ce ossimoro «la guerra umanitaria».Il suo compito è ben diverso. Cosìcome un tempo la Patria si servivaanche facendo la guardia a un bido-ne di benzina, allo stesso modo oggisi assolve al dovere patriottico stan-do vigile sulla bilancia dei pesi edelle misure del governo Monti.L’insonne Marco Minniti non cideluderà.Un dubbio, però, ci fruscia nel cer-vello. Potrebbe anche darsi il casoche l’alzata alla cuspide vegliante sial’osso che Pier Luigi Bersani abbiaofferto per il ritorno di MarcoMinniti alla casa del padre di tutti ivolpismi, alla casa di MassimoD’Alema dal quale il deputato cala-brese, dalla testa liscia come unapalla di biliardo, si era allontanatoper cercare migliore fortuna alseguito di Walter l’Africano. E,come si addice ad ogni palla dibiliardo, dondolare da una spondaall’altra del rettangolo verde non èuno sbandamento. È un’offerta allamano che regge la stecca.

Il boscodegli spiritiNapoleonici

La proprietà è sacra ma non a SidernoLa proprietà è sacra ma non a SidernoLa proprietà è circondata a sua difesa da tantiarticoli del Codice quanti non ne può vantarela difesa della persona. Ma c’è un’eccezione.Se la proprietà ricade in Siderno ed è intesta-ta a cognomi sensibili per l’autorità giudiziaria,si va per le spicce. Scatta subito il sequestro,senza preoccupazione alcuna da parte dei giu-dici delle ferite al mondo del lavoro. È quel-lo che è accaduto al Centro commerciale IPortici di Roberto Commisso. Il quale puòdirsi un uomo eccezionalente fortunato se ilTribunale delle Misure di Prevenzione diReggio Calabria, ha disposto il dissequestro ditutti i beni già sottoposti a sequestro, metten-do in chiaro la loro legittima provenienza. Mapoi vai a costatare che a giudicare della legitti-ma provenienza, negandola, dei beni diRoberto Commisso ci fu in pompa magna ilgiudice Giglio.

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LA COPERTINA

DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 08

Artisti poliedrici, musicisti, attori, scrittori, pittori, giornalisti. Un movimentoculturale sta attraversando il nostro territorio. Riusciranno a superare i milleproblemi e a risvegliare la Locride?

L’estate della LocridePASQUINO CRUPI

L’estate è dispersiva. Sembra che ci sia tempo solo per ibagni, i balli, le sagre paesane, che riconducono, anchesotto la guida di sindaci “colti”, le nostre radici alle ricot-

te, ai formaggi, ai capicolli, alle ulive in salamoia, ai cugnetti dialici salate, alle corna delle capre erratiche e ai galli, che cifanno certi del giorno sorgente, in attesa di finire, se alimentaticon granturco antimafia di don Ciotti, in padella. La nostra estate è diversa.È l’estate di Nik Spatari, che da solo, con la sua testa di gigantesolitario, in agro di Mammola ha alzato “nuovo Olimpo” allaCalabria, quel Museo Santa Barbara, che, altrove realizzato,sarebbe andato alla storia dell’arte come una delle sette mera-viglie del mondo. Ma da noi - fino a quando? - contano le

importate attrici sdruci-te, i cantanti, fiochi alNord, canori nellenostre piazze, i deputa-ti, lieti del ciondolo par-lamentare. Ma nonimporta. Il rame habisogno d’essere lucida-to, ma l’oro risplendecomunque, anche se ècoperto di scorie. NikSpatari è l’oro calabresee a Lui dedichiamo lanostra copertina, men-tre volge il suo ottanta-duesimo anno di etàcreativa e feconda. È l’estate diGioacchino Criaco e diDomenico Gangemi, iprotagoniti attivi delrisorgimento della let-teratura calabrese, chedava come l’impressio-

ne della sua fine negli scaffali della storia con la morte dei suoiMagni Spiriti: da Corrado Alvaro a Leonida Répaci. E che,invece, riprende in questo duemila dissestato il suo camminonazionale e trasnazionale , crescendo la linea del romanzosociale con Domenico Gangemi e, innestandosi il genere man-cante, il giallo, con Gioacchno Criaco. È - tanto per concludere- l’estate d’una balda gioventù di artisti, di pittori, di scultori aiquali è negata la notorietà, ma non il soffio dell’arte.Nel nome e sull’esempio di Nik Spatari del quale mai vedem-mo forma più nobile di libero intellettuale. Sicuramente, non nelpresente della Calabria.

IN EVIDENZA

Da solo, come unmistico, innamoratosolo del cielo, in agrodi Mammola ha alzato“ nuovo Olimpo” allaCalabria, quel MuseoSanta Barbara, che,altrove realizzato,sarebbe andato allastoria dell’arte comeuna delle settemeraviglie del mondo

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 09

Ma senza la Riviera non sarebbe domenica

Uno spirito inquieto

Nik Spatari è l’oro calabrese e a lui dedichiamo la nostra copertina. È l’estated’una balda gioventù di artisti, di pittori, di scultori, di scrittori e musicisti aiquali è negata la notorietà, ma non il soffio dell’arte.

ELEONORA ARAGONA

Un gigante? Sì forse lo è. Ma di quelli buoni. È un uomo genti-le, all’apparenza molto dolce, sicuramente un’artista e unapersona di carattere. Classe 1929. Da bambino perde l’udito.

Ma riesce comunque a non farsi ostacolare da questo incidente dipercorso. Lascia la sua Mammola e viaggia per tutta l’Europa.Frequenta lo studio di Le Corbusier a Parigi. Partecipa al gruppoCigaps. Conosce Jean Cocteau e Picasso. Il gigante di cui parliamo èNik Spatari, caparbietà della terra d’origine, talento internazionale. Esopratutto Musaba, una struttura immersa nella natura collinare joni-ca, dove si fondono in un tutt’uno forme, colori, architetture e luci.Un patrimonio. Ce l’abbiamo lì a portata di mano, e abbiamo il dove-re di tramandarlo, intatto, al mondo che verrà. Èun dovere, quasi campanilistico, quello tutelareun’opera immensa che potrebbe riunire tutti gliartisti emergenti di casa nostra. Quel contenito-re dove potrebbe trovare casa( e che casa) lanuova ondata culturale che ci sta investendo, ènostro. In Calabria stanno nascendo scrittori, pittori,attori, artisti poliedrici e trasformisti (si vedano lefoto). E qualcuno, pur se sgomitando, sta riuscendo a emergere. Sentiamo, a questo punto, cosa pensa Nik Spatari di questo cambia-mento che noi percepiamo quotidianamente nel mondo culturalecalabrese.Lo scorso anno ho partecipato alle vs riunioni di “Lavori in corso”. Inqueste occasioni ho avuto modo di conoscere da vicino molti artistidel territorio. Discendiamo tutti dai Villanoviani (gli Etruschi) e quin-di possediamo gli stessi geni milleniari del popolo che ha scopertol’arte e ne ha dato dimostrazione. In questi ultimi anni poi noto unfermento di idee in tutti i settori della cultura, nella musica, nella let-teratura, ecc.Lei ha girato il mondo ma poi è tornato a Mammola ed è qui che hacreato il Musaba. Cosa può rappresenatre questo museo per la

Clabria e i suoi artisti?Quando vivevo all’estero ho avuto tanti riconoscimenti e successi peril mio lavoro. Sono tornato perché Iske era affascinata dalla Calabriae dal monastero in cui poi è sorto il nostro museo. Quello che abbiamo creato è un tempio dell’arte. Unico nel suo gene-re in Italia e in Europa. Vi esplodono e vi si uniscono forme, colori,architetture e natura. Noi abbiamo realizzato ciò che aveva teorizza-to Pitagora un’architettura dello spazio che rispecchi lo spettro sola-re. E questo spazio dovrebbe diventare un punto d’incontro e discambio con il mondo dell’arte internazionale. Cos’ha ricevuto dalla sua città per il lavoro che ha realizzato?La gentilezza della mia terra. Però qui nessuno ha veramente capitoe valorizzato la mia arte. Tutto quello che ho realizzato è stato scoper-

to da critici esteri. La nostra Regione dovrebbevalorizzare meglio le sue risorse di qualità.Cosa spera di lasciare con le sue opere? E cosapensa di aver dato alla Calabria?Sono contento di aver lasciato il Musaba. Questonessuno potrà portarmelo via. È un’opera cheresterà per sempre. I laboratori che promuoviamolo rendono come la bottega di un artigiano medie-vale con un maestro e i suoi allievi.

Passato e presente. Moderno e antico. Sono binomi che stanno allabase della sua arte. Ma il passato della nostra terra come l’hainfluenzata?I bronzi di Riace sono un’espressione della nostra arte. Abbiamosubito per secoli la storia riscritta dai romani. Verso il 124 a.C. ilnostro territorio venne defraudato del suo nome “Italia” per designa-re e identificare con Roma tutta la Penisola, il suo patrimonio, la suacultura e la sua podestà. Ci è stato fatto credere che la nostra arte fosse nata dopo quella deiGreci. Ma non è così. Dovremmo essere noi a chiamare la GreciaMagna Italia. E i nuovi artisti della nostra terra si stanno riappropriando del postoche gli spetta di diritto nel mondo della cultura.

NINO MAZZITELLI

Senza le mie rubriche settimanali preferite, senza il dia-volo nero, le foto di blob, i ritratti, le contesse e le colon-ne. Domenica non sarebbe domenica senza AntonioCalabro e le chevalier. Non sarebbe nemmeno unlunedì se non ci fossero Antonella e Eleonora. L’estatesarebbe meno allegra senza le vostre solite critiche aituristi di ritorno, senza le tirate ai sindaci, le classifichedegli eventi. Ecco, so che è difficile che ve lo diciate dasoli. Ma senza nulla togliere a Nick Spatari e ai figli del

gigante. Ma tutti, nonostante la loro bravura, gli artisticalabresi avrebbero una visibilità minuscola senza lavetrina de La Riviera. Nessuno si accorgerebbe delleiniziative locali, delle proposte culturali, dei nostriimprenditori in lotta per un futuro. Nessuno li vedreb-be i tanti ragazzi in gioco per una Locride positiva. Esenza fare torto agli altri, senza di voi penseremmo chela nostra sia solo la terra dei morti e delle retate. Non lovedremmo il salvabile oltre il fumo della cronaca nera.Per questo vi ringrazio e ve lo dico io. Grande LaRiviera.

L’INTERVISTA Nik Spatari e il nostro Rinascimento culturale.

Nik Spatari è l’oro cala-brese e a Lui dedichia-mo la nostra copertinaeÈ - tanto per conclude-re - l’estate d’una baldagioventù di artisti, dipittori, di scultori aiquali è negata la noto-rietà, ma non il soffiodell’arte.

Quello che abbiamocreato è un tempio

dell’arte. Sarà il puntod’incontro dei nostri

artisti e delle loro idee.

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 10

ATTUALITÀ

Parlandodi...

SIDERNOLA LETTERA APERTA

ANTONELLA ITALIANO

Ha solo tre mesi il cucciolo di chiwawa cheha sconvolto una tranquilla giornata bal-neare a Siderno. Tre mesi e qualche gram-mo di peso, ma la forza e la grinta di unmastino. Viaggia in borsetta, ma non è peri-coloso, è solo molto molto piccolo. Unabagnante lo vede, si allarma, minaccia dichiamare le autorità, apostrofa la bimba ditre anni che lo tiene con sé. Un cane in spiaggia? E la gente accorre, siaccende la diatriba. Arriva il bagnino, con-trolla, in effetti non ci sono cartelli ad indi-care il divieto, ma l’ordinanza balneare c’è,la stila il Comune ogni anno vietando così laspiaggia ai cani, assieme alluso di shampooe detergenti sotto le docce pubbliche, eall’abbandono selvaggio di rifiuti. Vietandoai bagnanti di lasciare oggetti e ombrellonisulla spiaggia per tutta la notte, atteggia-mento che alimenta la triste “privatizzazio-ne selvaggia”. Un cane in spiaggia? E la

voce corre come un passaparola. Il cane ha un padrone, in realtà, oltre allapadroncina che per tutto il tempo l'ha stret-to tra le braccia. Un padrone che arrivamortificato in redazione per la piega che hapreso la situazione; un po’ arrabbiato ancheper l’aggressione verbale subita dalla figlia edalla moglie. Lui sa che un cane in spiaggianon può scendere, ma c’è un limite a tutto.Alle minacce, alle parole, ai toni, alle rea-zioni, all'umanità che una bambina dovreb-bero ricevere a prescindere dalle azioni.Chissà quell’esserino di tre mesi che cosaavrà pensato dall'interno della sua borsetta,lui che pur avendo un cuore diverso dalnostro fiuta le bassezze dell’animo umano.Qualche giorno fa, proprio nella Locride,una ragazza di ventuno anni rischiò la vitasotto un treno per salvare un cagnolinodalle rotaie. E le ordinanze vietano di attra-versare le rotaie, ma il suo coraggio oggi cilascia sbalorditi. Il suo è già un esempio diamore sconfinato. Noi al sistema ci ade-guiamo, non vogliamo certo sovvertirlo.Spiegatelo ai bagnanti accorsi che, guardan-do il chiwawa dentro la borsetta in posatimorosa e con gli occhietti neri, non hannopotuto trattenere una risata. Mentre lasignora, offesa da quella scomoda presenza,restava alterata col dito a mezz’aria. Chissàchi faceva più paura tra i due! Un cane in spiaggia (chiwawa per la preci-sione)? E se scappasse? Beh, state attenti anon calpestarlo.

Il chiwawa che sconvolse la spiaggia

Che succede nella corted’appello di Reggio?

La Provincia premia il baritono Vincenzo Nizzardo“Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni”, questa lafrase incisa sulla targa ricordo consegnata dal presidente Raffa all’artistacalabrese. Il giovane è stato accompagnato alla Provincia dal sindaco diGioiosa Ionica, Mario Mazza, e dal vicesindaco, Rocco Mazzaferro.Presenti anche Giovanni Verduci e Vincenzo Loiero.

Scopelliti a “Punto d’incontro”Ospite di “Punto d’incontro”, talk-show televisivo, ilGovernatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, si racconta.Insieme al politico, tra gli ospiti: Luca Marcis, pluripremiatocampione di Kitesurf, e Luca Valentini. I complimentivanno ai giornalisti Ugo Floro e Marcello Le Piane per illoro programma itinerante in tutta la Calabria. Un altromodo di fare informazione, direttamente dalle più ambitelocalità balneari. Sarà questo il motivo per cui ilGovernatore ha accettato il loro invito, scegliendo unacornice meno istituzionale? Avrà forse pensato di incontrarela Minetti? Il programma è trasmesso dalle televisioni libere eindipendenti: TeleMia - TeleDiogene - MetroTv - Telejonio -GsChannel - CityOne - ReteKalabria - Rete3Digiesse -Lamezia tv . Non ci resta che guardare!

POLAROID

Con la presente mi rivolgo alle Vs. Autorità per esprimerVi esegnalarVi il disagio umano e professionale che vivono come me,avvocati e cittadini della Provincia di Reggio Calabria.Questa mia è, per ciò che mi riguarda, l’ultima richiesta di aiuto edi speranza per poter continuare a lavorare come avvocato nellaProvincia Reggina. Dopodiche, pur non destando grande tristezzae amarezza in alcuno, se anche questa richiesta dovesse rimanereinevasa, lascerò la professione per coltivare altre speranze.Ciò che accade nella Corte di Appello di Reggio Calabria ha del-l’incredibile, pur comprendendo il particolare lavoro svolto dauomini-giudici e pur comprendendo il particolare momento stori-co che l’Italia e la Calabria stanno vivendo, non si comprende laincuranza da parte di alcuni uomini-giudici nell’affrontare il temadel rispetto delle regole, in particolare quelle deontologiche,espressamente previste dagli articoli 18 e 19 dell’OrdinamentoGiudiziario. Il caso che si è verificato nell’ambito di un processo dove mi ritro-vo a difendere una persona imputata di omicidio, ha il saporeamaro della beffa.Dopo aver proposto istanza di ricusazione nei confronti delPresidente della Corte di Assise di Appello, per i motivi meglioesplicitati negli allegati, chi è stato chiamato a decidere sulla istan-za come consigliere relatore, con conseguente dichiarazione diinammissibilità, è il marito-giudice, del Giudice a latere che com-pone la Corte per il cui Presidente veniva proposta ricusazione.Tutto ciò è possibile? Tutto ciò garantisce lo svolgimento di un giu-sto processo? Tutto ciò infonde fiducia nei confronti dellaMagistratura da parte dei cittadini, siano colpevoli o innocenti, cri-minali o incensurati?La Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, rappresentano unfastidio per tutti gli apparati Istituzionali; per la cronaca dei giorna-li e delle emittenti televisive i processi, nelle quasi totalità dei casi,cominciano e finiscono con l’ordinanza di custodia cautelare, se siregistra qualche provvedimento favorevole all’indagato-imputatorappresenta un intralcio alla Giustizia.Esiste una porzione non minima né criminale degli abitanti dellaProvincia di Reggio Calabria che le sopraffazioni e le disinvolturedi cui è capace certa Magistratura, le percepisce come intollerabi-li e pericolose, quanto il malaffare politico e le insidie criminali.Purtroppo questa parte di comunità non ha spazio in giornali enelle televisioni.Reputo, come cittadino, assurdo che ancora non sia stato nomina-to il Procuratore Capo della Repubblica al posto del Dott.Pignatone, avverto come avvocato tale vuoto per mille ragioni.Sono indignato che in una terra che sforna libri e documentari sucome combattere la criminalità, non sia presente chi questa lottadovrebbe coordinarla, umanizzarla, civilizzarla a Reggio come aLocri.Per queste ragioni chiedo un rapido intervento da parte delle Vs.Autorità per verificare come si lavora e secondo il rispetto di qualiregole presso la Corte di Appello di Reggio Calabria.Il sonno della ragione produce mostri, il sonno delle Istituzioni vit-time di ogni specie.Spero di ottenere entro il prossimo mese qualche risposta, diver-samente, dimettendomi dall’avvocatura, mi iscriverò nel lungo,lunghissimo elenco di coloro che ritengono quella dei Giudici edei Pubblici Ministeri la madre di tutte le caste, andando a dedica-re quel poco o quel tanto che rimane della mia vita a costruire coni miei sacrifici e con le mie modeste capacità, un mondo di giustie di eguali.

Pino Mammoliti

Condivido la denuncia assennata dell’avv. Pino Mamoliti, e miauguro che possa essere di stimlo al ritorno dell’Avvocatura cala-brese alle sue alte tradizioni di lotta per la affermazione del pro-cesso giusto. Poiché della crisi della giustizia son parte anche gliavvocati, che in più occasioni e in processi cruciali sembranostare , come nei lontani tribunali ecclesiastici dell’Inquisizione ,nella funzione di collaboratori della pubblica accusa. E vogliodomandare all’avv. Pino Mammoliti: quel che accade presso laCorte d’Appello di Reggio Calabria è un’eccezione? Tutto è regola-re ed è stato regolare presso il Tribunale di Locri, qui celebrando-si processi resi imponenti, tra l’altro, dalla grande stampa? Per il resto, io avrei fatto a meno di indirizzare la protesta-denun-cia alle eminenti figure istituzionali, che accampano i diritticostituzionali solo per gli uomini illustri, riducendo il garantismofisarmonica.

P.C.

COMUNE DI SIDERNO AL FRESCOMentre gli ex amministratori comunali diSiderno stanno al fresco, i burocrati in libertàcercano refrigerio per gli uffici che ai tempi delsindaco Panetta erano stati dotati di un costosis-simo impianto di climatizzazione centralizzato,rivelatosi difettoso e successivamente sottopostoa ripetute riparazioni durante il decennio delsindaco Figliomeni. La stessa unità operativa giàvigilante sulla manutenzione dell'impianto,adesso lo ha certificato “in parte non funzionan-te” e quindi ha disposto l’acquisto e la messa inopera negli uffici di dodici climatizzatoriWhirlpool, costati 6.850 (seimilaottocentocin-quanta) euro. Fornisce il materiale una ditta diTaurianova, visto che la precedente ditta sider-nese a cui l’ufficio tecnico affidava la riparazionedell’impianto è stata cancellata dalla recenteoperazione antimafia e che altre due ditte sider-nesi concorrenti hanno presentato preventivipiù alti. A quando anche al Comune di Sidernouna spending rewiev? B.A.

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 11

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DOMENICA 12 AGOSTO 2011 LA RIVIERA 12

ATTUALITÀ

Parlandodi...

ILARIO AMMENDOLIA

Etiam omnes ego non ! “Quando anche tuttisi scandalizzassero di te, io non mi scandaliz-zerò”, sono le parole pronunciate dall’aposto-lo Pietro quando Gesù predice ai discepoliche l’ abbandoneranno. È questo l’atteggia-mento che si dovrebbe avere verso gli amicisoprattutto nelle avversità della vita?Ho detto “ verso gli amici”, ma avrei dovutodire “ verso gli uomini “, perché qualsiasiuomo ha bisogno del tuo aiuto dovrebbeessere tuo amico.Ho fatto per “la Riviera” una intervista aSandro Figliomeni, già sindaco di Siderno,oggi detenuto Molti si sono scandalizzati delmio ardire, anzi della mia temerarietà!Bisognerebbe tacere come la viltà consiglia difare in casi come questo.Confermo e ribadisco: Rocco Femia , già sin-daco di Marina di Gioiosa, SandroFigliomeni e tantissimi altri, sono in carcereda quasi mille giorni. In carcere, anzi in que-sti lager chiamati carceri, senza alcun proces-so .Scontano una pena senza condanna. Non mipare si tratti di criminali di lunga e consolida-ta carriera. Non mi sembra che siano accusa-ti di omicidio , di strage, di stupro, e neanchedi episodi di violenza. Sono mafiosi? Lo sidimostri in un processo giusto ed equilibrato.Molti considerano normale quanto avviene.In nome della la legge tutto è consentito.Bene, proprio in casi come questo bisognaavere il coraggio di dire: sia pur tutti, io no!Non considero normale che una persona,chiunque sia, dovunque abiti, venga tenuto incarcere senza che un collegio guidicanteabbi!a emesso una sentenza di condanna.Non è in questione solo la libertà di singolepersone, bensì i principi fondamentali dellanostra civiltà.Non ho nessuna simpatia, né debolezza néper la ndrangheta, né per gli ndranghetisti.Non li ho mai avuti tra i miei amici o tra imiei elettori. Proprio per questo consideroche la lotta alla ‘ndrangheta comporti ilrispetto assoluto alla persona umana.Considero un delitto sfruttare la giusta ansiadi sicurezza e le paure dei nostri cittadini percostruire monumenti di odio e di ingiustizia.La pallottola mafiosa è fatta con metallo fusocome le manette che scattano ai polsi di uninnocente. Ed è innocente, quantomeno,chiunque non abbia ricevuto una condannadefinitiva che dimostri il contrario o non siastato colto in flagranza di reato.Quando un uomo viene arrestato in seguitoad un mandato di “cattura palesemente ille-gittimo anzi illegale” è laCostituzione cheviene violata. Se in seguito a quell’arresto ilmagistrato conquista la prima pagina deigiornali la cosa è ancora più terribile.Se quell’arresto ha fini politici diventa deva-stante.Se colui che si è reso responsabile, nontrova la forza di chiedere quantomeno scusa,è ancora più grave. Se mentre queste coseavvengono presso l’ASL di Locri, la ndran-gheta fa da padrona perché, nonostante lafaccia feroce, nessuno osa toccare la sanctasanctorum , si delinea un quadro completo.Qualcuno dice queste cose non possono suc-

cedere.Succedono, e sono successe cose benpiù gravi, nella nostra Terra, nella Locridetra il silenzio dei pavidi, la viltà dei molti, ilcoraggio dei pochi.Tanti anni fa, un grande scrittore prendeva ledifese di un piccolo capitano dell’esercitofrancese mettendo sotto accusa il potentestato maggiore e quasi l’intera classe politicadella Francia. Lo ha fatto scontrandosi con ladiffusa ostilità della stessa opinione pubblica.L’uomo si chiamava Emile Zola, il capitanoera Dreyfus .Per il suo ardire Zola venne processato e con-dannato..

Oggi facciamo nostro quel sublimeJ’accuse! Purtroppo il Cielo non è prodigodi uomini come Zola, come il Manzoni,della “Colonna infame” come Voltaire , delprocesso a Jean Calas, . Quindi, malvolen-tieri, ma tocca a noi uomini fragili e debolimettere sulle nostre gracili spalle un pesoche difficilmente le nostre gambe potrannoreggere .Il nostro J’accuse è il grido dell’ani-ma che se non avrà altro risultato ci potràsempre far dire : “Essere uomo è unmestiere difficile. E soltanto pochi ce lafanno”. Noi non ci collochiamo tra i pochi,ma almeno ci abbiamo provato.

ROSARIO ROCCA

Il mio caro amico d'infanzia Gianni ha scel-to di sposarsi in Calabria. Ha sposato Laura,una bella ragazza di Brescia, di originipugliesi. Si sono conosciuti diversi anni fanella città lombarda. Lei è nata lì. Lui emi-grato dal sud in cerca di occupazione. Nulladi straordinario. Neppure rispetto alla ceri-monia e al banchetto nuziale. Parenti edamici ben vestiti; il lancio del bouquet dellasposa; i brindisi. E alla fine i più, come me,e come tradizione vuole, hanno regalato aglisposi, dopo averli salutati, le classiche bustebianche con dentro il biglietto di auguri euna somma in denaro. Un matrimonio cala-brese. Punto. Ci sarebbe tanto da scriveresulla passione e sulle emozioni proprie deimatrimoni calabresi. Sulla promessa dimatrimonio, sul corredo, sul primo letto. Eil 2 agosto, qualche giorno prima del matri-monio dei miei amici Gianni e Laura, vienepubblicato su “L’espresso” addirittura unservizio esclusivo. Il titolo dell'articolo è“Così si sposano i mafiosi” a firma di un taleLirio Abbate. Nessuna traccia di uno studioantropologico sul matrimonio calabrese.Ma piuttosto, attraverso il solito taglio razzi-sta e antimeridionale, si criminalizzano lenozze in Calabria. Populismo nordico qual-cuno a ragione direbbe. Il quadro descrittoè quello del classico matrimonio calabrese,ma svuotato di emozioni e sentimenti e, alcontrario, montato artificiosamente di signi-ficati spregevoli e grotteschi. “Tutti indossa-no capi nuovi di zecca, facendo a gara persfoggiare firme di stilisti di grido. Nonimporta se il fisico non è da modelli: gliuomini mettono in vista grosse pance e ledonne rotoli ai fianchi. Ma è il marchio grif-fato che conta… E il banchetto nuziale duraanche dodici ore… I mafiosi regalano aglisposi somme di denaro. Li infilano in bustebianche che vengono raccolte in un forzieresistemato sul tavolo nuziale... A questi ban-chetti ogni tanto partecipano anche i latitan-ti… Trent'anni fa i mafiosi siciliani puntava-no anche loro tutto sui banchetti di nozze,mostrando potenza e alleanze e invitatieccellenti. Ma in Calabria, oggi li superano”.Questi alcuni frammenti. Ogni calabrese

dovrebbe indignarsi di fronte ad un casosimile di cattiva informazione. Denigrante eoffensiva. Come spesso accade quando siparla di sud. Dopo il mare e le montagneinvasi da rifiuti tossici, l’aria inquinata, iDNA dei bambini compromessi sin dallanascita… anche i nostri matrimoni sonooggetto di informazione antimeridionale.Ma non potranno mai criminalizzarci leemozioni che proviamo. E per tornare almatrimonio del mio amico Gianni, la suameravigliosa mamma, Gina, anzi la zia Gina

(in paese la chiamanocosì per la sua familiaritàspontanea) mi ha conge-dato dal banchetto con lelacrime agli occhi. La suacommozione si univa adun profondo senso dimalinconia. Giannisarebbe ripartito dopoqualche giorno. Il figlio

che parte è un fatto doloroso per unamadre. E questo è un sentimento comune agran parte delle madri del sud. Gianni havoluto festeggiare il suo matrimonio secon-do l'usanza calabrese, ma non è un mafioso.E neppure il figlio di un mafioso. Suo padreè un LPU, mentre lui lavora in fabbrica, aBrescia. Partirà tra qualche giorno. E lamadre, Gina, lo vedrà ancora allontanarsi.Orgogliosa e fiera di quel suo figlio. Non unboss della 'ndrangheta. Ma un normalissimoragazzo calabrese.

Se ci criminalizzano anche il matrimonio...

“Sia pur tutti, io no...!”IN EVIDENZA

Quando un uomo viene arrestatoin seguito ad un mandato di“cattura palesemente illegittimoanzi illegale” è laCostituzione cheviene violata. Se in seguito aquell’arresto il magistrato conquistala prima pagina dei giornali la cosaè ancora più terribile.

“Così si sposano i mafiosi” a firma di un taleLirio Abbate. Nessuna traccia di uno studioantropologico sul matrimonio calabrese.Ma piuttosto, attraverso il solito tagliorazzista e antimeridionale, sicriminalizzano le nozze in Calabria.

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 14

Locride

Parlandodi...

ANTONELLA ITALIANO

Pensate che lo stocco sia pescato nei paesi del nordEuropa, tipo Islanda, Norvegia, Olanda, vero? Chesegua una lavorazione accurata in cui i merluzzi piùgrossi, dopo essere stati puliti, vengono salati ed essic-cati per farne del baccalà o esposti su impalcature dilegno, all’aria artica, per farne pesce stocco? Lo pen-savamo anche noi, ma ci siamo sbagliati. Sapevamoaddirittura che era necessario eseguire una lavorazio-ne esclusivamente artigianale, consistente nella puli-zia e nella messa ammollo in acqua corrente di buonaqualità, come quelle che sgorgano dalle numerosesorgenti montane appenniniche di Mammola. Acquericche di preziose sostanze oligominerali, fondamen-tali per una perfetta maturazione del pesce. Ma, alla 34° sagra dello stocco Mammola, tenutasi loscorso 9 agosto, ci siamo ravveduti. A dire il veroanche da prima, quando davanti ai manifesti che pub-blicizzavano l’evento siamo rimasti seriamente mera-vigliati. Perché allo stocco, noi ingenui tradizionalisti, associa-vamo i riflessi cristallini del ghiaccio artico, o il marro-ne e il muschio di sorgenti montane, non certo il maredei Caraibi. Sarà l’ennesimo “miracolo” dell’editorialocale, che ci vede impegnati in una battaglia nonpersa… “persissima”? Sarà che si continua, tramiteapprossimati manifesti e approssimate brochure, adalimentare un’idea troppo approssimata delle nostreterre? Sarà, forse, colpa solo della nostra ignoranza,

che “ignoriamo” l’esistenza dello stocco di SantoDomingo e l’esistenza di un mercato diretto conMammola e la Calabria. In quest’ottica, sul manifesto mammolese, la spiaggiadominicana, che fa da sfondo all’invito al pubblico, èquanto di più azzeccato si possa trovare. Chiediamovenia, dunque. Quante cose ci stanno insegnando questi grafici!Dalle mappe “di un altro pianeta”, ai volantini “pub-bici”, ai manifesti sulle sagre caribiche. Giusto perricordarne alcuni. Magari anche sulla nostra Riviera potremmo mette-re come simbolo le bianche sabbie hawaiane, o per-ché no? Le sabbie rosse del deserto anziché la costaionica. E la Riviera essere non più quella dei Gelsomini madi meravigliose oasi e laghetti del Sahara. Un po’ su un’oasi ci sentiamo, in verità, con tutto que-sto deserto editoriale che abbiamo attorno!

MAMMOLA

Lo stocco di Santo DomingoPerché allo stocco, noiingenui tradizionalisti,associavamo i riflessicristallini del ghiaccioartico, o il marrone eil muschio di sorgentimontane, non certo ilmare dei Caraibi.Sarà l’ennesimo“miracolo”dell’editoria locale,che ci vede impegnatiin una battaglia nonpersa… “persissima”?

ESSENZIALE

CAVALLI DI RAZZA

Il deputato reggino Nino Fotiè Cavaliere per il GranMagistero dell’OrdineEquestre di Sant’Agata,della Repubblica di SanMarino. Ciò ispira la venacanora: “Non è un capello

ma un crine di cavallo”.Oppure: “Agata, guarda, stupi-

sci, com’è ridotto quest’uo-mo per te”.

FINI DICERIEFini incontrò Pignatone a Reggio prima che la posizione di Sarra venissearchiviata. Pignatone avrebbe avuto il consenso segreto di Fini alla nomina aprocuratore di Roma. Fini cercò di convincere Scopelliti a sostenere il progettodi Futuro e Libertà. Scopelliti avrebbe concesso a Fini la nomina di Sarra a sotto-segretario regionale alle Riforme. Dell’avviso di garanzia a Scopelliti per il casoReggio si è saputo dopo il trasferimento di Pignatone a Roma.

GIOVANNI DECOLLATO

C’entrasse la virulenza diGiovanni Calabrese con-tro il sindaco di LocriGiuseppe Lombardonella sua sostituzionead assessore provincialecon GiovanniArruzzolo? Favori tra-sversali in vecchiambienti ex democristia-

ni?

SIDERNO SUPERIORE“Sempre caro mi fu quest’ermo colle”:celebre verso leopardiano preferito perdecenni dagli ex amministratori e tecni-ci comunali, guardando alla frazione diSiderno Superiore, più costosa per l’er-ario della Rocca di Orvieto. PalazzoFalletti, acquistato dalComune, è diventatoCasa Lettieri. Persentenza.

Biondo Ape in

PolaroidSono cinque, e sono moltoarrabbiati, sono ex-ammini-stratori del comune diSiderno. Amano i fagioli, lapolvere e i cavalli. MimmoCatalano, Antonio Ferreri,Aldo Caccamo, PeppePanetta, Enzo Brullo, i “5dell’Ave Maria” incontranoil commissario prefettizio.Lui ha il distintivo, loro lechiacchiere!

PolaroidDemocratici in festa aSiderno, e ospiti d’eccezio-ne: consiglieri regionali DeGaetano e Battaglia, ideputati Laganà e Minniti,Matteo Orfini della segre-teria nazionale del Pd.Insieme per l’incontro: “LaCalabria nel Mezzogiorno:opportunità per l’Italia?”.E lo chiedete a noi?!

Bollicine

L’INTERVISTA

Oreste Romeo, avvocato e coordinatoreprovinciale della Lista Scopelliti

L’attuale crisi politica, l’allontanamentodelle gente, le parole del GovernatoreScopelliti dette tempo fa su “Avvenire”, è ilmomento giusto per dei cambiamenti?La globalizzazione economica, la crisi deisistemi finanziari, il distacco dalla politica, l’e-sasperato individualismo, la rappresentati-vità demandata a pochi leaders, molto spes-so improvvisati, sono le evidenti disfunzionidi un sistema profondamente segnato da unalacerante crisi di valori e dal crollo della fidu-cia.Va raccolto, pertanto, l’appello delPresidente Scopelliti a rifondare eticamenteil sistema, nonostante le palesi, anacronisti-che e strumentali resistenze. Da qui il mio

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DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 15

la Riviera

CIMICI E LIBIDOTra tante intercettazioni telefoniche, si ascoltasse almeno una dalcontenuto erotico. Manco per l’anticamera. Prova che la libido degliinteressati è a zero: forse è vero che cummannà è meglio ca f… ?

Polaroid

Un’altra Italia ha mostratoil suo volto a Riace.Un’Italia un po’ più solida-le e giusta. Finisce così losciopero della fame, men-tre l’Enel restituisce l’elet-tricità agli emigranti e arri-vano i generi alimentari.La lotta è dura, ma piùduri della lotta sono inostri Primi cittadini.

PolaroidLa raccolta firme del Pdciper salvare il repartoOtorino dell’ospedale diPolistena. L’auto blu delGovernatore è stata saluta-ta da fischi e contestazioni.La città della Piana non silascia offendere, né umilia-re, e promette di continua-re a battersi per difendereil diritto alla Sanità.

LEGALIL’avvocato SergioLaganà continuaad assumere ladifesa dell’ex con-sigliere regionaleCosimoCherubino.

TACI IL NEMICOTI ASCOLTAScenetta ripetuta. Un gruppo diamici al Tennis Club di Sidernoparla di quel che sta accadendoin città. Entra un sindacalistadella polizia e sùbito cambianodiscorso: dalla politica al pelo.Let’s.

CACCIA GROSSAIl calendario venatorioprevede l’apertura dellacaccia all’MPA, dopo il tiroagli ungulati della LegaNord amministrata dalcalabrese FrancescoBelsito.

Mimmo Barranca, zona tricoloreÈ bastata una battuta della nostra rubrichetta estiva apuntare nuovamente i riflettori della politica sull'exvicesindaco di Siderno Domenico Barranca, un notodocente di Lettere che nelle passate giunte comunaliha motivato in particolare la sua passione perl'Esercito, organizzandone a beneficio dei giovani lemanifestazioni promozionali in città d'accordo con icomandi militari.Unico assessore definibile di destra in un esecutivo dioriundi di sinistra nel PdL e dintorni, Barranca haavuto più volte la delega delle funzioni di sindacoquando il titolare si trovava fuori sede, e in quelleoccasioni ha mostrato il piglio decisionista di ex sottuf-ficiale dei Bersaglieri, tra l'altro disponendo interven-ti della Polizia municipale per eliminare irrego-larità urbane, spronando la squadra degli ope-rai nei punti dissestati delle strade, sorveglian-do la corretta esecuzione dei lavori pubblici,mettendosi nella pratica al servi-zio dei cittadini senza indulgere acomportamenti fuori delle regolecondivise, sdegnando altresìmanovre politiche scorrette emantenendo il dialogo con leminoranze pur nella rivendicazio-ne delle proprie idee. Nel suo lungo incarico di vicepre-side, ha visto passare dalla scuola

media migliaia di studenti, seguendone il percorsocon interesse didattico e disponibilità personale ancheverso i loro familiari, in situazioni non sempre facili.Tra i primi organizzatori del club di Forza Italia aSiderno, Barranca ha contribuito ai primi successi delcentrodestra locale godendo di un largo consensoelettorale, grazie alla sua attività negli ambienti spor-tivi (arbitro di calcio nella regione, ben conosciutonella FIGC per la sua temperanza) e scolastici. Perquesto è stato il più votato in assoluto tra i consigliericomunali di Siderno, tanto da essere nominato asses-sore e vicesindaco per designazione unanime deglialleati di centrodestra, consci del suo seguito popola-re. Basterebbero queste note biografiche per far rile-

vare quanto appaia stridente, nellacruda sommarietà, il coinvolgimento giudiziariodel professore Barranca in situazioni ambientalidistanti anni luce dalla sua sensibilità, che una

citazione nelle “Bollicine” nello scorsonumero della Riviera ha evidentementetoccato. Barranca infatti non appartienead alcuna zona grigia, ma all'Area

Tricolore nella quale, come lui stesso ciha dichiarato, il suo impegno prose-guirà fino alla possibile candidatura asindaco. Come, con una battuta, abbia-mo rivelato.

Biondo Ape

appassionato impegno, oggi ancor più convin-to, al servizio di un Movimento che vuolecostruire con la gente e per la gente la nuovasperanza sociale.Al centrodestra si incolpano alcune inchiestegiudiziarie, ma anche il centrosinistra nonnaviga in acque tranquille. Accanimento con-tro la politica o la “pagliuzza nell’occhio delvicino”?Insufficiente debolezza di un sistema funziona-le alla sola affermazione di una sterile supre-mazia. Una democrazia è forte ed autorevole solo sesi avvale del concorso sinergico e solidale ditutte le espressioni dello Stato.Politica, Magistratura e sistema mediatico,mantenendo intatta la distinzione dei ruoli,devono riappropriarsi di funzioni e di respon-sabilità, oggi ancor più necessaria ed indifferi-bile, nell’autonomia delle rispettive attribuzio-ni, nella coerenza al solo adempimento delproprio dovere.Ritornando alle nostre sponde, ReggioCalabria città e Provincia, crede che gli ammi-nistratori stiano facendo un buon lavoro o chesiano facilitati dall’assenza di un’opposizionevera all’interno dei ConsigliComunale/Provinciale?Negli angusti limiti imposti dalla straordina-rietà di questa fase, peraltro comune alle muni-cipalità di tutta Europa, il Sindaco Arena guidacon grande autorevolezza e passione civile unacoalizione che esprime volontà, capacità esenso di quella responsabilità che invece difet-ta a chi si fa scudo di una insufficiente foglia difico mentre invoca per la Città punizioniimmeritate.È, poi, evidente che gli effetti della crisi stannoriguardando anche la stessa sopravvivenza diEnti quali la Provincia che svolgono funzioniutili al servizio dei cittadini.Destra, sinistra, concetti ormai lontani nel

sentire comune, non le sembra che sia giuntal’epoca in cui bisognerebbe superare veramen-te le distanze per “il bene comune”?Il bene comune non può che essere l’obiettivoprimario di ogni Istituzione deputata a rappre-sentare e servire democraticamente laNazione.Il confronto tra opposti schieramenti in unsistema bipolare deve caratterizzarsi per dialet-tiche ipotesi progettuali, non già per demago-giche e strumentali posizioni preconcette checreano confusione e smarrimento, incapacitàdi risposta ai problemi della gente, disaffezionealla vita politica, nascita di faziose espressionidi contestazione ed improduttiva protesta. Purnella diversità di pensiero e schieramento, nonpuò rimanere inascoltata la speranza dellagente, né disatteso il sogno del futuro.

È qui che bisogna far quadrato, lasciando defi-nitivamente alle spalle pratiche politiche daManuale Cencelli che non si addicono ad unPaese, figlio di una Grande Storia alla quale èinevitabile attingere per far scaturire percorsidi crescita ed innovazione. In conclusione come vede l’attuale momentostorico-politico?Difficile e delicato, sicuramente di transizione.Esistono, però, dei passaggi obbligati grazie aiquali superare la straordinarietà del momento,la invasiva presenza di un Governo commissa-riale attento a solo (tentare di) calmierare ildebito pubblico, l’instabilità dei mercati, perpoi “passare il testimone” ad una stagioneintesa di vere riforme.Occorre traghettare l’Italia al Nuovo, ripristi-nare un’architettura istituzionale e burocratica

snella, al passo con i tempi, espressione direttadi scelte democratiche e non manipolate all’in-terno dei Palazzi, varare la tanto attesa riformadella Giustizia, privilegiando l’ascolto di inter-locutori affidabili e scevri da ogni suggestionepolitica, investire sulla ricerca, l’alta formazio-ne, far vivere i tesori millenari delle nostreCittà d’arte e restituire finalmente alMezzogiorno opportunità eguali al restod’Europa, in piena coerenza ad una inimitabi-le Storia ancor oggi nello sguardo e nel cuoredella gente del Sud.Quale il ruolo politico a distanza di più di dueanni dalle elezioni della Lista ScopellitiPresidente e quali i propositi per la futura sca-denza elettorale in ottica nazionale e regiona-le?Lista Scopelliti è il grande movimento checoniuga novità e proposta all’interno dellaGiunta, del Consiglio Regionale dellaCalabria, delle Amministrazioni periferichedella punta dello Stivale, anticamente denomi-nata “Italia”. Lista Scopelliti è il progetto della modernità edell’innovazione, della qualificata rappresenta-tività, della proposta. Orientato al futuro, ilnostro movimento concilia solidarismo e libe-ralità, riformismo cattolico ed umanesimo inte-grale. Sinergico al PDL, guarda lontano,oltre…Non sottrarrà il suo impegno alle imminentiscadenze elettorali: è un laboratorio di verificae valutazione delle più qualificate propostedella società calabrese, artefice e garante delGrande Patto di Mediazione civile e culturaletra la gente e le istituzioni. È la ben visibile trac-cia della grande intuizione e premonizione diGiuseppe Scopelliti, figlio di un Sud determi-nato ed ambizioso, prima ancora che leaderdella nuova proposta politica per il Paese.tratto dal sito www.cittametropolitana.it

Robert Kennedysosteneva: “Ilcambiamento è la leggestessa dell’esistenza”.Oggi necessita una fortestrategia diorientamento alcambiamento e lacapacità di aprirsiall’informazione,ponendo l’uomo alcentro del vivere sociale.

ESSENZIALE

“Politica da ripensare eticamente”

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Parlandodi...

FERNANDO SAGADO

Non sono neo-borbonico, né apprezzoun meridionalismo revanscista.Appartengo al popolo, e nonostante

le arrabbiature che esso provoca, non possonon tifare per lui. Quindi in tutta onestà,non penso che il popolo stesse meglio con iborbone, anziché con i savoia. Il popolo dasempre sta nello stesso brodo, quello finto.E la sbobba che gli si propina è uguale sottoogni regime. Mi piace la verità, che è notonon appartiene a nessun presente. Essa èsempre futura, e i posteri la conosceranno,dando le ardue sentenze. Quando ne trovouna, sostenuta da qualcosa di serio, laapprezzo per ciò che è. Giuseppe Chiellinoè un autorevole giornalista del Sole 24ORE, oltre che mio amico, il suo articolo,sulle condizioni degli Stati pre-unitari, èserio e lo studio sul quale esso si basa ha icaratteri della scientificità. Sul Sole spieganei dettagli una ricerca di Stéphanie Collet,storica della finanza della Università Liberadi Bruxelles. La professoressa ha fatto un lavoroapprofondito, reperendo documenti conte-nuti negli archivi delle Borse di Parigi eAnversa. Ha trovato un unico precedenteche potesse essere paragonato agliEurobond: l’unificazione del debito sovra-no dei sette stati che 150 anni orsono, suiniziativa del Piemonte e sotto tutela diFrancia e Inghilterra, costituirono il Regno

d’Italia. La ricerca ha riportato alla luce lasuccessione storica dei prezzi settimanalitra il 1847 e il 1873, ricostruendo le quota-zioni, prima e dopo l’unità d’Italia, 25 emis-sioni di debito pubblico, suddivise in quat-tro gruppi: Regno di Piemonte e Sardegna,Lombardo-Veneto, Due Sicilie e StatoPontificio. Lo spread tra i rendimenti deidiversi gruppi di bond prima e dopol’Unità. Quelli del Regno delle Due Sicilieprima del 1861 pagavano i tassi più bassi:4,3%, 140 punti base in meno delle emissio-ni papali e di quelle piemontesi e 160 inmeno rispetto a quelle Lombardo-Venete.La ricerca conclude affermando che ilRegno di Napoli economicamente era perl’Italia quello che oggi la Germania è perl’Eurozona e che Napoli era la città piùimportante del Regno d’Italia. In più, le

regioni del Sud avevano una struttura indu-striale, un’agricoltura e porti commerciali ditutto rispetto se confrontati col nord delpaese. Tirando le somme, quello che emer-ge è che il Regno delle Due Sicilie se la pas-sava meglio, economicamente, rispetto alsettentrione d’Italia. E che per esso l’unifi-cazione ha rappresentato un’autenticadebacle finanziaria. Ora non è che ci sia unmodo materiale per risarcire un dannofatto. Ma a volte anche le riparazioni simbo-liche possono avere un valore. E il trionfodella verità è sempre una vittoria importan-te, anche se arriva dopo secoli di menzogne.Quindi, aspettando che altri anni passino eche anche le mistificazioni del presente ven-gano spazzate via dalle verità storiche,offriamo ai nostri lettori questo piccolo, escientifico, scampolo di verità.

UNA VERITÀ

Quando il Sud era la Germania

Nello scorso numero , 5 Agosto2012, abbiamo aperto un dibattito

sui nuovi movimenti meridionalisti.Questa è la prima risposta che

abbiamo ricevuto. Ne aspettiamotante altre.

Meglio guardare le cose alla moviolaFRANCO CRINÒ

Non si può dire che siamo andati die-tro “Il demonio di Sant’Andrea” perpoter dire la nostra, anche perché

non era possibile, considerato che non ave-vamo letto il libro di Gaetano Allegra, cosìquelli che dalla platea siamo intervenutiabbiamo semplicemente approfittato dellasua presentazione, senza imbarazzo, perchéci “pagavamo” la presenza garantita adun’ora insolita, caldissima della giornataagostana e ascoltato gli onori all’autore e aicontenuti del libro che erano già stati tribu-

tati dai relatori. Non ci sono stati fuori tema,piuttosto quel buttare lì gli argomenti, senzapoterli approfondire, facendoli restaresospesi. Pensandoci bene, siamo stati solleci-tati dalle certezze che ascoltiamo in giro edalla preoccupazione di non consegnare adaltri valutazioni sbagliate, causando altriproblemi ed altri ritardi. Non si darebbero,certamente, pena i nemici del Mezzogiorno,che - ricordiamolo - non sono tutti di fuori.Cosa mi è venuto da dire, mettendo in fila intre-quattro minuti, letture e conoscenze per-sonali, per invocare di guardare le storie allamoviola, quando è necessario, tutte le volte

che è necessario? La mafia non la troviamonei territori interessati dal brigantaggio, mainquina zone rimaste per lo più estranee allarivolta sociale e all’occupazione delle terreda parte dei contadini. Un esempio vienedal Reggino, dove il brigantaggio fu un feno-meno sporadico. Il brigante Musolino haavuto più canzoni che gesta mitologiche,invece la mafia ha una presenza e una pre-potenza non secondaria. C’è una contropro-va, Edward Lear scrive di aver incontratoall’epoca del suo viaggio in Aspromonte «nébanditi, né briganti, ma solo molti povericontadini, alcuni monaci, qualche pazza

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la Riviera

Ardore: Al tavolo con gli intellettualiANTONELLA ITALIANO

Ardore. È passata la mezzanotte del 5 agosto. Siamorimasti in pochi a rinnovare le nostre congratulazionia Mimmo Gangemi, vincitore del Premio “SaverioMontalto”, giunto alla sua quinta edizione. Si va aprendere un caffè. Il nostro direttore, Pasquino Crupi,presidente della Giuria, mi chiede di rimanere, e cosìmi regala la possibilità di sedere al tavolo con un belgruppo di intellettuali. Attorno a noi musica e cock-tail. «Abbiamo finito di parlare», sospira MimmoGangemi. Si sta bene stasera ma ho il pensiero di finire la lettu-ra di un libro sui briganti, che dovremmo presentarecon la Riviera tra qualche giorno, e furtivamente, altavolo, leggo qualche pagina. Totore, il protagonistaimmaginario del mio romanzo storico, si rivolge al bri-gante Carmine Crocco: «Tu sogni, brigante. Ma è unbel sogno, e voglio sognare anch'io». Alzo gli occhi eincontro quelli di Mimmo Gangemi. Anche lui sogna-va, da tanti anni, nel suo studio di ingegnere a Palmi,mentre selezionava aggettivi e parole e immagini estorie per i suoi libri. Continuò a sognare anche quan-do fu scoraggiato nella sua attività di scrittore maricorda con piacere che, fin dal suo primo romanzo,

Un anno in Aspromonte (1995), ebbe a sostegnoPasquino Crupi. Al quale il tempo ha dato ragione.Chi più dubita di Mimmo Gangemi? Seduti accanto a Mimmo stanno il giornalista AristideBava, i saggisti Bruno Chinè e Gianni Carteri, l’avv.Vincenzo Minasi, il sindaco di Ardore GiuseppeCampisi e altri. Il professore Crupi accende un sigaro e, subito, ladiscussione scivola sulla letteratura meridionale enon. Aneddoti, curiosità, storie meramente umane e

grandi filosofie di pensiero. Il mio libro di brigantipassa ora in secondo piano. Questa sera, si dichiaraguerra ai nemici del Sud e soprattutto ai falsi amicidella Calabria. «E tra questi falsi amici della Calabria- chiedo - lei, prof. Crupi, mette anche i nostri scritto-ri?». «No» mi risponde. «Dico semplicemente che,tranne Leonida Répaci, nessuno di loro, giunto almassimo fastigio, ha volto fare qualcosa per portaredentro la platea nazionale case editrici calabresi.Addirittura alcuni di loro escludevano tassativamented’essere pubblicati da editori calabresi. Ai quali sisono ricondotti quando non avevano più nome».«Professore mi spieghi la differenza tra scrittore e nar-ratore» chiede l’avv. Vincenzo Minasi. Il professore sistorna: «Sono stanco, e poi l’ho detto tante volte.Comunque, per capirci: Mimmo Gangemi è un nar-ratore. Un narratore di tipo omerico era SaverioMontalto, il più grande narratore del nostroNovecento. E questo dobbiamo dirlo a voce alta ».Pasquino Crupi è oratore nato e sa come attirare l’at-tenzione. Ma questa sera non ne approfitta. È comese volesse ritirarsi dal suo ruolo di protagonista.Scorgo della malinconia in lui, il tempo che fugge, iltempo che resta. Non ho letto una parola in più del mio libro, questa

invasata fuori di senno, qualche boscaiolo,nessuna faccia feroce”. Allora si dovrebbeassolutamente cancellare, come memoriastorica, Lombroso, secondo cui i calabresisono criminali per natura, le sue tracce neimusei e reagire a qualsiasi pregiudizio razzia-le. Già che ci siamo: ho potuto visitare i peni-tenziari italiani e vedere le condizioni spessoinumane che si registrano, ma, per quantoriguarda le pene, mi sorprendono quelli chescrivono, non riferito, ripetiamo, agli aspettiumani, in un certo modo dei “carcerati”,come se fossero un insieme di persone daguardare tutti alla stessa maniera.Conclusione : i mafiosi non sono gli eredi deibriganti, gli innocenti non debbono pagareper reati che non hanno commesso, i colpe-voli non debbono farla franca. La prefazionedel libro è di Rita Borsellino, una che nella

sua sofferta dimensione, certamente nonignorerà che l’infiltrazione della mafia alNord è storia vera e vecchia di trenta annialmeno, ma non va dimenticata, purtroppo,la sistematica rapina dei fondi statali e euro-pei da parte degli imprenditori del nord dellerisorse destinate al sud. La mafia alligna nellesituazioni economiche forti perché se neimpossessa oppure è nelle situazioni deboli,nel vuoto, che la fa da padrona? Lo stessoapproccio con la politica non può essere quel-lo di un mondo tutto impresentabile, anchequi bisogna distinguere. Come bisogna distin-guere tra sindaci che sanno fare il loro mestie-re e quelli che non lo sanno fare. Perciò pre-ghiamo tutti di leggere bene la realtà, senzaavere certezze. Perché, per esempio, bisognaprestare attenzione al fatto che Gratteri eFalcone non la pensano allo stesso modo

sulla nascita e sulla fine della mafia? Al fattoche non serve una cultura elitaria per cambia-re le cose, ma una condivisione di tutti, dovel’importante contributo degli intellettuali nondeve apparire severo soltanto verso la politi-ca, per, poi, attenuarsi, che ne so, se entranoin possesso del seggio parlamentare. Tantiche hanno scritto malissimo della politica sisono accomodati. Per inizio settembre, abbia-mo già un argomento delicato: i forestali, cheaspettano la riforma, secondo la tv, dovehanno parlato un dirigente leghista, quattrotra i migliori giornalisti italiani, l’economista,editorialista del “Corriere della Sera” che vaper la maggiore, hanno saputo di essere ven-timila, tre volte in più del numero reale.Questo aiuta?

IN EVIDENZA

Com’è triste la vita checorre attorno a noi,senza fermarsi adascoltare, a riflettere, aguardarsi indietro. Equanta serenità invecein questo tavolo, fattodi poche persone, edall’intenso sapore dimare e di Aspromonte.

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

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Ritratti di Diego Cataldo,Brizzolato di Ruggero Brizzi, Loquie sproloqui di Filomena Cataldo,COLLABORATORIAnna Laura Tringali, MaraRechichi, Benjamin Boson, NikSpatari, Angelo Letizia, MarileneBonavita, Francesca Rappoccio,Mario Labate, Franco Crinò,Isabella Galimi ,Maria TeresaD’Agostino.

Direttore responsabile PASQUINO CRUPIDirettore EditorialeERCOLE MACRÌCoordinatrice di redazione: M ARIA ELENA FILIPPONEIn redazione: ANTONELLA ITALIANO, DOMENICO MACRÌ,MARIA GIOVANNA COGLIANDRO, ELEONORAARAGONA, NINO SIGILLI, ILARIO AMMENDOLIA.Editorialista: GIOACCHINO CRIACOArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

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CARLO A. PASCALE

I Grandi spesso lasciano questo mondopiegando con atto inesorabile il loro desti-no. Così è stato per Giuseppe Correale ilgrande scultore d Siderno. Il 21 di luglio2012 il Maestro Correale si è spento insilenzio, placidamente, nella sua casa, inbraccio al figlio Francesco e con accanto asé la moglie, le figlie, i nipotini, i parentitutti. Una morte come tante altre se nonsapessimo della sua lunga malattia, dellasua insopportabile sofferenza che lo affig-gevano ormai da quindici anni. Non toccaa noi dire chi e perché il Maestro è statocostretto lungamente e immeritatamenteall’inoperosità e all’amarezza di non poterlavorare. Con la sua morte a Siderno sichiude un ciclo di persone sagge e valideche in Correale e nella sua arte aveva tro-vato il suo epilogo. Egli sarà ricordato ecompianto man mano che passeranno igiorni e gli anni, quando il suo magisterodovrà essere ricercato nelle sue opere per-ché egli non potrà più esprimerlo con ilcalore e il convincimento che gli eranopropri.Saranno le sue opere a richiamarci allenostre responsabilità di cittadini diSiderno, di uomini del suo tempo che nonpotranno non riaccendere il suo operato ealzarlo a valore artistico ed educativo.Saremo noi della Città di Siderno a “ scio-gliere un canto che forse non morrà”, sesaremo all’altezza. Gli uomini di alto inge-

gno infatti saranno goduto e rivissuti neltempo. Essenzialmente nel tempo da unrinnovato impegno morale, quando lavoce e l’esempio dei grandi ci faranno darichiamo e da luce. Da guida.Allora per noi tutti sarà un ristoro dell’a-

nima poter ricorrere alla sua Galleria percalarci nei temi della sua scultura, Unascultura che dall’impianto classico(Grande il suo amore per MichelangeloBuonarroti) è assurta a scultura contem-poranea sia per la qualità delle figure,morbidamente stilizzate, sia per quellalinea scultorea propria dello scultore diSiderno che ha fatto di lui un interpreteattuale dell’inquietudine esistenziale dinoi uomini del Duemila. Siderno e nonsolo Siderno, ma Gerace, Polsi, Messina,Firenze, gli USA sono luoghi depositaridel genio di Giuseppe Correale. ASiderno, quella Siderno purtroppo chenon ha saputo esprimere sia pure con unmanifesto funebre il suo dolore per la per-dita del Maestro, saranno il monumentoal Pescatore, quello a San Francesco diPaola, il portale in Bronzo della Chiesa diPortosalvo a parlare del maestro e a testi-moniare la sua grandezza. La “Porta del-l’asinello” come abbiamo chiamato laporta della Chiesa di Portosalvo, da sola,testimonia la saggezza dello scultore einsieme la sua eccelsa capacità compositi-va ed espressiva. Narratore iconico, loscultore ha richiamato in vita, interpretan-dole, le figure e le vicende delle Sacre

Scritture riproponendole con serenamodernità e inserendovi con intelligenzale prerogative della tradizione popolaredel suo paese. Giuseppe Correale era uno scultore dellasua terra, specie nei temi popolari e ritua-li, ma era essenzialmente uno scultored’ogni tempo e d’ogni luogo nelle moda-lità di trattare e di porgere i temi contenu-tistici delle sue opere. Dalle presenze cora-li nei pannelli delle Porte, al pugile suona-to,ai ritratti caratteristici di uomini-perso-naggi, dalle ballerine ai temi universali, neiquali l’uomo spinge avanti i tratti della suaappartenenza al mistero della vita umana.Ci manca lo spazio oggi per consolidare ilnostro discorso, per cui chiudo questoarticolo denunciando la terribile assenzadelle forze politiche e culturali sidernesi,per le quali la morte del Maestro Correaleè stata associata alle tantissime altre morti.Per Siderno non è morto un grandeMaestro di scultura, un genio, un uomogrande e neppure per le associazioni cul-turali, che poi tali non sono, somigliando,esse, a passerelle vanitose e discriminato-rie. Correale è morto in silenzio, ma salu-tato e riscaldato dal Municipio di Polistenache oltre a dargli la cittadinanza onorariadi quella città, l’ha innalzato nella suastima e nel suo temperamento. Sarà lamorte dispensiera di gloria al grandeMaestro o sarà la saggezza degli uominiavvenire?

Arrossisco. Antonella Italiano, giornalistade “La Riviera”, riporta al mondo dei vivime che sono morto da un pezzo. Lo fa -aggravante - ricorrendo all'iperbole.Vengo da un giornalismo modesto e schi-vo, per il quale nella cronaca ci stanno ifatti e le persone riferite a quei fatti. Il pro-tagonismo dei giornalisti che oggi traboc-ca da radio e tv, persino dall’informazionesu carta, era ai miei bei dì del tutto scono-sciuto. Si impostava la pagina per il giornodopo una volta fatta una capatina dal bar-biere - sempre sensibile agli umori dellapiazza - ed al bar.I giornalisti di Roma, Napoli e Milano chepassavano ore seduti al tavolino del caffènon erano affatto dei perditempo.All’epoca non c’erano, come oggi, i lancidi agenzia, non c’era internet, ma queglioperatori dell'informazione non ne sba-gliavano una. Mi riconosco, ora che ho glianni di Matusalemme, in quello stile ed inquella scuola. Come tutti gli altri, parlavocon tutti, ma nel lavoro procedevo in soli-tario. Così avvviene oggi, del resto, neidesk tanto di moda. Attuali quanto sivuole, conservano, intatti, i valori di untempo. Quanto ai giornalisti stipati come

sono nello stanzone, vicini gli uni agli altri,propongono tuttavia teste pensanti contutte le loro specificità, mai descrivendoun assieme.Da quando sono nato al mestiere (15 gen-naio 1944) non sono mai riuscito ad inte-grarmi nella categoria intesa come tale.Una estraneità totale ampiamente ricam-biata. Solo recentemante mi sono ricono-sciuto nel sindacato grazie al suo segreta-rio. Chi conosce Carlo Parisi sa che cosavoglio dire. Sono ancora oggi dell’avvisoche il lavoro del giornalista può essereassimillato senza azzardo a quello delbravo artigiano; quindi dell’arrotino e delsarto. Persino del ciabattino che, avvalen-dosi di spago e zeppe, riesce a modellare a

meraviglia le sue tomaie, ricavandone unprodotto perfetto. Non ho titoli per dar lezioni a nessuno, masoffro quando vedo i giornalisti scambiar-si messaggi in cifra ed in chiario, davantialle telecamere o sulle pagine dei giornali,sino ad abbandonarsi a forme - possodirlo? - persino pacchiane di protagoni-smo. La mia sensibilità sul tema è tale che,in sessant’anni di carriera non ho mai datodel collega ad esponenti pur stimabili deimio stesso mondo. Mica per superbia,direi piuttosto per una insofferenza con-naturata al carattere, alla difficoltà a farmia l’idea di massa, di ciurma. Di catego-ria per l’appunto. Mi sento di poter riven-dicare a me stesso sul punto una estesacoerenza, tanto da eliminare nei mieiscritti un qualsiasi connotato di naturapersonale. Mai usate nelle mie cronache -quelle minuscolo e quelle maiuscolo - laprima persona singolare del presente indi-cativo; ma invariabilmente la prima plura-le. Il noi invece dell’io. Ciò dicendo, miaccorgo di aver fatto oggi una eccezionenell’occasione del tutto speciale del dialo-go con Antonella e la sua Riviera. Graziee buona fortuna.

Il maestro Giuseppe Correaleha lasciato questo mondo

Il giornalismo, secondo me

LOQUI E SPROLOQUIdi Filomena Cataldo

L’ANGOLO DI PARRELLO di Franco Parrello

LA RISPOSTA di Antonio La Tella a la Riviera

E così il nostro poetasidernese Roberto Scarfòci ha scritto una poesia,dai significati profondi esinceri, il cui titolo è : “Ilsilenzio di un padre”.L'amore assoluto di unpadre verso i propri figli èun valore che c'è semprestato nei secoli. Un figlio,scrive il nostro autore, che

respinge il proprio padre è un “istante”, chedeve essere abbandonato subito. Uno scrittoredel passato diceva: “Il vento non sa leggere”.Roberto ci dice che il vento non ha casa. Haragione. Il vento entra nelle nostre abitazioni: ciguarda, ci sorride e poi si dirige verso gli spaziinfiniti del cielo, alla ricerca della verità. Ilbrano si conclude con una riflessione: ognunodi noi nella preghiera smarrita, cerca la lucedella fede nello sguardo di un Cristo, che dasecoli ci indica la via del bene.

Franco Parrello

La morte di RenatoNicolini avvenuta il 4agosto scorso ha segnatonuovamente la scenapolitico - intellettuale delnostro paese. RenatoNicolini è stato un intellet-tuale del fare, non unoche è rimasto a guardareipotizzando l'impossibile

perchè, come spesso avviene, chi più ampollosa-mente parla più appare irraggiungibile edunque intellettuale. Intellettuale egli lo è stato,ma del fare appunto. Militò nelle file del partitoComunista Italiano negli anni ottanta e daassessore alla Cultura presso il Comune diRoma ( 1976-1985) si impegnò per riportare incittà la "dolce vita". Nasce così l'Estate romana,non solo macchina politica ma culturale e dicostume. Sinceramente, quanti ne possiamoricordare di assessori alla Cultura competenti edi azione? E soprattutto quanti nei nostri comu-ni? Ecco, qui temo la risposta. La quale,comunque, pur data sinceramente non andrà ascalfire in alcun modo il consolidato sistema diselezione. Nulla da temere, dunque. Qualcosada rimpiangere, piuttosto. Il prof. Nicolini èstato anche autore di opere teatrali, alcune dellequali rappresentate nel teatro Stabiledell'Aquila di cui è stato Commissario negli ulti-mi anni novanta. Questa sua passione per l'arteha completato una personalità già eclettica edinamica ed ha prestato alla politica un tenaceuomo di sapere. Noi lo ricordiamo certamenteperchè intellettualmente politico, qualitàcomune a pochi, ma anche perchè legato allanostra terra inquanto professore ordinario diComposizione Architettonica presso la facoltàMediterranea di Reggio Calabria. Nel 2006firmò il progetto "Paesaggi e Identità", varatodalla regione Calabria contro gli ecomostri.

Il silenzio del padre

Intellettualmentepolitico

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Ilario Ammendolia,Sara Caccamo, GiuseppeFiorenza, Daniele Mangiola.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto ilterritorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente responsabili.

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KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

Qualche migliaio di tegole,sabbia, cemento, legname,stucchi, infissi. Mesi e mesi dilavoro. Una decina di perso-ne. Benzina, macchine rotte.Migliaia di chilometri maci-nati. Nuvole di polvereingoiate. Freddo e caldo. Daquesto si spiana una strada, sida una via all'acqua, sicostruisce una casa. Con que-sto si riporta la vita in unposto in cui non c'era da ses-sant'anni, gli si tolgono fangoe rovi, in ogni senso. Conquesto si da un punto di rife-rimento a chi vuole vedereun mondo integro, e viverlocon rispetto. Quanto costaciò, o meglio, quanto è costa-to? Trenta, quaranta, forsecinquantamila euro. E quan-to vale ciò? Qui il conto è piùcomplesso. Come si fa aquantificare il valore di quel-lo che si è prodotto? Quantovale un casale in pietra com-pletamente ristrutturato? Unpaese ripulito e reso accessi-bile? Il ripristino e la manu-tenzione di chilometri di stra-da? Il ripristino e la manu-

tenzione di un ostello? Unincendio spento? L'ospitalitàdi centinaia di persone? Ilracconto del fatto è ancoralungo, e lo riserviamo inluogo ai perplessi e ai mali-ziosi. Il risultato maggiore è ilnon aver mollato, l'aver resi-stito alle critiche e all'apatiapropria e altrui. Il risultatomigliore è la prospettiva, ilfare dentro un progetto cheha un lungo e ampio cammi-no. L'obiettivo più utile è l'a-ver creato una vasta e solidarete di amici, disposta a cre-dere e a sostenere una scom-messa che ha già vinto. L'averaperto le porte di un postoritenuto tetro e pericoloso,disvelando gli errori e lebugie maliziose. La cosa piùbella è l'aver mostrato lanatura vera degli abitanti delposto e innescato un mecca-nismo che ormai non si puòfermare ma solo migliorare.Kampusa è un sogno, e si sache essi non hanno prezzi chenon si possono pagare, anchese si deve contare sulle pro-prie tasche.

KAMPUSAIl prezzo di un sogno

Giustizia piemontese e conquista del MeridioneCRONACHE DAL NORD di Vincenzo Carrozza

RISPONDE il direttore

Caro direttore, la ringrazio per l’im-mediata risposta alla “Lettera adAntonia Zitara”; scusa ancoraAntonia se ti tiro per la giacca. Lerispondo, se “consente”, senza vispolemica. Non potrei d’altronde per-mettermela, visto il calibro dell’inter-locutore. “Ecco, lo ha messo a posto”,dirà chi ha letto l’articolo e la suarisposta. Lo dirà anche chi, per suastruttura, pensa alla solita trovata pre-elettorale. Anche chi, per moltissimotempo, per generazioni, è stato a ser-vizio della politica anti-meridionale.Chi è stato, ed è, a servizio di partitiche non hanno immaginato e volutolo sviluppo del Meridione in chiaveindustriale. L’unico possibile. Per oraimpossibile. Lo dirà chi è stato, ed è,negli enti locali, nelle amministrazioniintermedie dello Stato, mero esecuto-re di decisioni puntualmente suicida-rie per il Sud. Chi ha contribuito, econtribuisce, non poco, all’esodo bibli-co dei suoi figli per il mondo in cerca

di quel lavoro negato in casa propria.Chi ha contribuito a far sì che il meri-dione fosse, e rimanesse, una coloniainterna del nuovo Stato unitario (altraintuizione di Nicola Zitara). La crisi,in cui è precipitato il distorto sistemacapitalistico occidentale rende, dasola, ragione al pensiero teorico diNicola Zitara. Chi nega l’attualità sto-rica delle teorie di Nicola Zitara lo fasolo per rendere enigmatica una que-stione molto chiara. La politica, con lesue appendici massoniche e mafiose,poi, è tutta concentrata nella falsasoluzione di questo enigma: in qualemodo fregare ancora i sudici. Enigmache, come è noto, a Sud è più risolvibi-le che a Nord (ci vendiamo facilmen-te). Quale lista dunque per ilMeridione? Forse una non lista. Forseuna lista per avere il privilegio dicominciare lo sciopero della fame aoltranza, come fecero i patrioti irlan-desi, morendo a decine, per sottoli-neare la correttezza delle loro rivendi-

cazioni (ma abbiamo le palle?). Forseuna lista di persone disposte a recitarea oltranza brani dei libri dei grandimeridionalisti nelle piazze della cittàdel Nord (più fattibile). Forse una listadi persone disposte a camminare finoin Palestina mostrando cartelli inneg-gianti ai Borboni, consegnati al silen-zio per tutto il viaggio. Ma devo con-fessarti, direttore, che non mi dispia-cerebbero liste politiche “NicolaZitara” in tutte le circoscrizioni italia-ne, capeggiate da Antonia Zitara, congiovani uomini e donne meridionalinon maggiori di trent’anni e magarianche con i sindaci di tutti i comunisudici. Che dici, adesso possiamo met-terci in fila o dobbiamo attendere ilpermesso dei partiti di sinistra ?

Con particolare affetto personaleL'emigrato.

Vincenzo Carrozza

E va bene. Raccogli le firme. E tanti auguri.

NICOLA CARNOVALE

Le dichiarazioni del leaderdell'Italia dei Valori indirizzatecome ormai di consueto verso il

Colle più alto mettono in evidenzacome una pagina cruciale della storiarepubblicana del nostro Paese sia anco-ra tutta da decifrare e da conoscere sve-lando così il grande imbroglio che haportato alla nascita di una fallimentareseconda repubblica che ha condottol'Italia sull'orlo del baratro.Spiace, però, che in pochi si siano senti-ti in dovere di chiedere il perché DiPietro, depositario di questi convinci-menti fino ad ora accuratamente tacita-ti, non abbia inteso perseguire nell'eser-cizio della sua attività da magistrato tali

fatti, che secondo le sue stesse dichiara-zioni si configuravano come penalmen-te rilevanti, e si siano invece solo preoc-cupati, dopo tanti anni di alleanza poli-tica e sodalizi personali con l'uomo sim-bolo del Pool, a difendere l'indifen-dibile, i figliocci di Berlinguer,senza chiarire i punti oscuri econtraddittori che caratterizza-no la loro storia. Non sono pertanto fiduciosoche si sia aperto definitiva-mente untappo e siaarrivata l'oradella veritàe la fine diun'epocaoscuranti-

sta su vicende che hanno portato alladistruzione selettiva e sommaria di unsistema politico di certo all'epoca supe-rato da accadimenti internazionali.

Basterà un apparentamento per leprossime elezioni politiche,

sulla scorta di quantoavvenne con l'elezionenel collegio delMugello, o una nominain Rai o in qualsivogliaposto al sole, per tappa-re chissà ancora perquanto la bocca ai pala-

dini moralisti della rivo-luzione mediatica egiudiziaria italiana.

PARTE IV E ULTIMA

La legge Pica, legge numero 1409 del 15/08/1863, intro-duce per la prima volta “il domicilio coatto” inteso comel’obbligo di risiedere in una città lontana da quella abi-tuale. Il domicilio coatto ubbidisce alla logica dell’ emar-ginazione dalla società civile e dal proprio contesto socia-le che è propria dello stato d’assedio. Oltre che per glioziosi e i vagabondi il nuovo istituto viene primariamen-te attivato per le persone sospette. La legge del sospetto,secondo Crispi, che consegna il certificato ufficiale deiflussi del carcere di Agrigento al ministro dell’interno,nel 1864, imprigiona in tale carcere, in un mese, ben tren-taduemila cittadini. L’on. Crispi chiede al ministro del-l’interno ironicamente “……se ne avete altri da arrestare”.L’on. Stanislao Mancini, senza mezzi termini dice che lalegge Pica non ha altri riscontri giuridici se non nell’im-moralissima ”legge dei sospetti” , promulgata nel 1793

durante la rivoluzione francese: “Però in questa non dice-vansi solamente che si potevano punire genericamente isospetti, in essa, almeno, si faceva specifica enumerazione daquali criteri derivasse il collocamento di un cittadino nellalista dei sospetti e richiedevansi prove che, per frequentazio-ni, condotta morale, atti pubblici e privati, si cospirasse con-tra l’ordine costituito.” Nel 1863 il deputato e professore di diritto costituziona-le Vito D’Ondes Reggio, con una interpellanza denunciaalcuni raccapriccianti abusi commessi in varie parti dellaSicilia e della Calabria: “…a Caccamo, l’esercito non riu-scendo a mettere le mani sopra un sospetto renitente, ne arre-sta la moglie incinta, causandone la morte. Altre donne nellostesso stato, per costringere i mariti, i padri, i fratelli allaresa, vengono arrestate a Catania, Monreale, Alcamo,Reggio Calabria, delle quali diverse muoiono in prigione.Due fratelli vengono arrestati a causa di un omonimia eaccortisi dell’errore, pur certificato dalla guardia nazionale,

l’autorità militare non li pone entrambi in libertà ma stabi-lisce di condannare arbitrariamente almeno uno dei fratelli.Come presunto atto di magnanimità determina che subiscala condanna quello con famiglia meno numerosa. Vienedunque condannato quello che ha quattro figli e non quelloche ne ha sei. E’ comune vedere incatenate intere famiglie,compresi i bambini”.Il generale Pallavicini, comandante militare della Piazzadi Cosenza, emana nel 1865 delle istruzioni che, all’arti-colo 36, stabiliscono espressamente “….che i parenti degliinquisiti vengano tutti sollecitamente arrestati senza distin-zione di sesso e di età, per essere poi mantenuti in carcere amia disposizione”. Il rapporto di parentela assurge così a reato vero e pro-prio, in un continuum di legalizzazione degli abusi e del-l’arbitrio. Dal 1863 al 1866 vari gruppi di prigionieriarrestati e/o falsamente liberati, vengono circondatidagli stessi militari di scorta e trucidati.

Al direttore della Riviera e P.C. a Antonia Zitara e ai sudici

Di Pietro e gli amici del Mugello

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In quest'ultima settimana, nella ker-messe olimpica che chiuderà i bat-tenti stasera, due sono stati i prota-gonisti italiani, che per ragioni diver-se, hanno fatto parlare di sé: AlexSchwazer e Josefa Idem. Il primo,ventiseienne, atleta altoatesino, èstato campione olimpico nella 50KM di marcia a Pechino 2008; laseconda, tedesca di nascita, ma ita-liana d'adozione, a quasi 48 anni,dopo una lunga carriera, si ritira dal-l'attività sportiva, dopo aver conqui-stato il quinto posto nel K1 500m.Due vicende che devono insegnarciuna cosa: lo sport, a qualunque livel-lo, è sacrificio, abnegazione, passio-ne. Sono due storie che comunquec' hanno commosso, lacrime diver-se, ma pur sempre lacrime.Schwazer, trovato positivo al con-trollo antidoping, è stato giustamen-te squalificato e di conseguenza hadovuto dire addio ad una carrierache poteva e doveva essere ancoraricca di successi. Nella conferenzastampa di mercoledì scorso in cui haspiegato i motivi dell'insano gesto, siè preso tutte le responsabilità. Ha

sbagliato, lui lo sa. E lo ha fatto neiconfronti di se stesso ma soprattuttonei confronti delle nuove generazio-ni, essendo lui testimonial di unanota merendina per ragazzi , chevedevano in lui l'atleta pulito. Si ègiustificato, se di giustificazione sipuò parlare in casi del genere, addu-cendo il fatto di voler andare piùforte, di essere imbattibile. Ma nello

sport conta solo vincere? No, e faspecie che la dichiarazione diSchwazer sia avvenuta in pienoclima olimpico dove il motto di deCoubetin « L'importante non è vin-cere ma partecipare. La cosa essen-ziale non è la vittoria ma la certezzadi essersi battuti bene. » dovrebbeessere ben inciso nella mente ditutti. Eppure, trovo ingeneroso,

metterlo sul patibolo in attesa diesecuzione. Le sue parole, a miomodesto avviso sono state sincere.La pressione, la ricerca spasmodicadella vittoria, lo hanno fagocitato,hanno distrutto la carriera di unventiseienne. E in tutto questo michiedo, e se la mamma di Schwazerfosse stata Josefa Idem, ciò sarebbesuccesso? Non possiamo dirlo, nonsta a noi sindacare sull' educazionesportiva ricevuta dall'altoatesino infamiglia, ma l'esempio della Idem èsotto gli occhi di tutti. Una donnafantastica prima di ogni cosa e un'a-tleta che si è costruita da sé, anno

dopo anno. Le sue otto olimpiadiparlano per lei e non è certo la quin-ta posizione di giovedì scorso chepotrà offuscarne un' incredibile car-riera. Josefa Idem è ciò che lo sportdovrebbe essere: sudore, allena-menti, spirito di sacrificio. La Idemè una di quelle che non ha conosciu-to strane “scorciatoie”, il suo palma-res con un oro, due bronzi e unargento conquistati nelle precedentiquattro edizioni olimpiche chevanno a sommarsi agli altri innume-revoli titoli vinti devono essere pertutti un monito e uno sprono.Schwazer e Idem, in modo diame-tralmente opposto, c'hanno tra-smesso un'idea di sport. Pulito quel-lo dell'italotedesca, fatto di sotterfu-gi e di inganni quello dell'altoatesi-no. Due storie diverse di concepirela vera natura intrinseca di essereuomini e donne di sport.L'importante, comunque, è esseregiusti nei confronti di entrambi, conun profondo senso di gratitudineverso Josefa. Per Schwazer auspi-chiamo giustizia, non giustizialismo.

Massimo Petrungaro

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la Riviera

Sport

L’atleta ceca di Eptathlon,Eliska Klucinova, viene beccatadalle telecamere della regiainglese mentre è impegnata atogliersi gli slip poco prima del-l’inizio della sua gara. La scenaavviene davanti a migliaia dispettatori nello stadio Olimpicodi Londra.

in BREVE

Giustizia e giustizialismo

La Carrarese, Lega Pro IDivisione, ha un nuovo presi-dente onorario.. e che presiden-te verrebbe da dire: la squadra diproprieta del portiere dellaJuventus Gianluigi Buffon, azio-nista unico della società, saràguidato da sua moglie AlenaSeredova.

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Sport

A propositodi...

DOMENICA 12 AGOSTO 2012 LA RIVIERA 24

Il suggestivo lungomare di Bianco(R.C.), il 4 agosto, ha festeggiatol'undicesima edizione della Corribiancoroad - race, nel segno del Campioneetiope, Imane Merga. La corsa, già nel-l'elitè del panorama nazionale, si è con-sacrata orami anche a livello inter-nazionale. La presenza di Merga, infatti,ne è una ulteriore conferma. Il Comunedi Bianco, la Provincia di ReggioCalabria, la Regione Calabria hanno dasempre sostenuto questa manifestazioneche, ancora una volta, ha consolidato ilfelice connubio conl'A.I.L.(Associaziona Italiana contro leleucemie linfomi e mieloma) a cui l'in-tero ricavato delle iscrizioni sarà devolu-to, nello specifico alla sezione “A. Neri”di Reggio Calabria. È stato un fine settimana ricco di eventi,grazie al Corribianco Village, alla terzaSagra della melanzana, alle numerosetipicità culinarie, agli artisti che hannointrattenuto i bambini, al classico ballodel “cavalluccio”. Una moltitutide di t-shirt che, sin dalle ore 19:00, ha “inonda-to” il lungomare per la corsa non com-petittiva di 2km; un'autentica apoteosi incui i protaginisti sono stati i bambiniaccompagnati dai loro genitori che,mano nella mano, con un semplicegesto, hanno riportato al suo significatooriginario l'essere sportivo. LaCorribianco non è solo gara - spettacolo,solidarietà, ma anche promozione delterritorio con le sue bellezze artistico-paesaggistiche, le tipicità enogastro-nomiche, mediante la settimana di sport- turismo, che anche quest'anno ha potu-to registrare il tutto esaurito, dall'Italia esoprattutto dall'estero, con la presenza diun nutrito gruppo di atleti ed accompag-natori greci.Gara femminileAvvincente la gara femminile nella qualegià alla fine del primo dei quattro giriprevisti facevano il vuoto le etiopiWorkeba, Kifle; le keniane Jepgurgat,Chebet; e l'ukraina Pogorieleska.L'azzurra Fatna Maraoui reggeva nelgruppo solo fino quasi al secondo giro.Il ritmo cresce ed il gruppo si screma,facendone le spese la keniana EuniceChebet. In testa, l'ukraina e si portadietro le due atlete etiopi. A 500mt.Dalla fine la Pogorielska passa davanti,guadagna qualche metro, tanto da farepensare che la gara sia chiusa, ma l'e-tiope Workeba, che era l'ultima del trio,

inizia una strepitosa rimonta che la portaalla vittoria in 21'41''. seconda piazza perl'altra etiope Kifle Halem (21'42''). Terzogradino del podio per ViktoriaPogorielska.Gara maschileGrandi nomi ad infiammare una 10kmche si è consumata in sei giri. Molto atte-so il al campione mondiale di cross ebronzo mondiale dei 10000mt. ImaneMerga, che non ha certo deluso le aspet-tetative della vigilia: lo si aspettava nellasfida col keniano Paul Lonyangata e leattese non sono state certo deluse.L'obiettivo era quello di stabilire aBianco la miglior prestazione italiana disempre sul suolo italiano ed il recorddella corsa.Le attese sono state ampiamente rispet-tate. La sfida era tra Merga eLonyangata e così è stato. Solo dopo duechilometri, i due fanno letteralmente ilvuoto e per il resto degli 8km si è assisti-to ad un duello strettissimo, in cui il gio-vane Lonyangata è stato sempre davantiguadagnando anche 10-20 metri. Ma ilcampione etiope, Merga ritorno sempresotto, standogli sempre al fianco e las-ciandogli l'iniziativa. Ed agli ultimi350mt. Imane Merga cambia marcia esferra l'allungo che lo porta vittorioso sultraguardo con il nuovo record dellacorsa, 28'13''. Alle sue spalle PaoulLonyangata 28'17'). Terza piazza per l'al-tro keniano Daniel Wanjiru (28'52).Primo italiano al traguardo Denis Curzicon 31'03''.

Giovanni Certomà

XI Corribianco: vince Imane Merga

IL SIDERNO SI PREPARA CON L’OBIETTIVO DI STUPIRE

Gambarie avrà il suo Palaghiaccio

Coyote ranch di Ardore, la tre giorni di gare... e i Gioia PopolarePolvere, cavalli, selle, amazzoni e cavalieri. E ancora serate all’aperto, musica western epopolare. No, non è un film, è ciò che vi propone il Coyote ranch di Ardore in questi gior-ni di agosto. I migliori sportivi della Nbha (National Barrel Horse Association, Italy) scen-deranno in “pista” per contendersi un montepremi di 38 mila euro. Pole bending e bar-rel racing saranno le specialità. Questo il programma delle gare:

10 agosto 2012 Nbha Calabria10-11-12 agosto 2012 Futurity11-12 agosto 2012 Special Event “Coyote Ranch”Hanno aperto la tre giorni di gare il gruppo di musica etnica Gioia Popolare, di Gioiosa

Jonica. Intrattenimento e spettacolo, seguito dalla diretta di Radio Studio54 Network.

“In un periodo di crisi economica e di spendingrewiew come questo, mi auguro che le risorsemesse a disposizione dello sport calabresevengano spese con la massima oculatezza”. Conqueste parole il presidente del Coni Calabria,Mimmo Praticò, commenta la notizia relativaall'assegnazione, deliberata dal ComitatoInterministeriale per la ProgrammazioneEconomica (CIPE) per la realizzazione delPalaghiaccio di Gambarie d'Aspromonte (RC).“Grande merito - dichiara Mimmo Praticò - acoloro i quali hanno lavorato per permetterealla Calabria di ottenere questo importantecontributo economico che, inizialmente scartatodal Cipe, è stato riproposto e, finalmente, inser-ito nell'elenco delle opere finanziabili”. Si è con-cluso, dunque, l'iter burocratico che porterà daqui a breve all'erogazione del finanziamento edal successivo bando per la messa in opera dellastruttura che dovrebbe essere realizzata nellazona di Cucullaro. L'intervento risponde allenecessità di dotare il contesto territorialeregionale di una struttura sportiva rispondentealle potenzialità turistiche nell'ambito montanodi Gambarie. “In merito alla realizzazione delPalaghiaccio - continua Praticò - sono convintoche una struttura del genere, costruita con tutti icrismi, contribuirà inevitabilmente ad un incre-

mento turistico nel nostro territorio oltre adoffrire un ulteriore servizio per la pratica di unadisciplina affascinante che in Calabria è impos-sibile praticare per mancanza d'impianti”. Il Comitato Regionale Coni Calabria, quindi,esprimendo grande soddisfazione per tale prog-etto che, certamente, avvicinerà a questo sport igiovani, gli appassionati ed i cittadini cheamano gli sport invernali, ritiene che anche sulnostro territorio si potrà dare inizio ad unanuova attività che in futuro potrà essere prope-deutica per preparare e formare atleti di altaqualità che possano competere a livellonazionale.Il Coni Calabria è del parere che bisogna, quin-di, operare con speditezza e con la massimaattenzione affinché tale “sogno” venga realizza-to al più presto certo che il Comune di SantoStefano d'Aspromonte, in modo particolare conil suo assessore allo Sport, FrancescoCannizzaro, al quale facciamo i complimentiper il nuovo incarico di consiglieredell'Amministrazione Provinciale di ReggioCalabria, che anche in questa occasione si met-terà al servizio della collettività con impegno,con passione e con professionalità per seguire almeglio l'iter necessario per la costruzione diquesto importante impianto.

E’ iniziata ufficialmente lunedì scorso con il ritrovo alla stadio comunale “Filippo Raciti” la nuova stagione del Siderno calcio. Un annoagonistico che inizia con grandi motivazioni e con l’obiettivo di disputare una stagione importante che possa rilanciare le quotazioni delsodalizio di via Santacroce-Correale. Ieri pomeriggio, prima amichevole ufficiale contro l’Hinterreggio, che è servita al mister per saggia-re il lavoro della prima settimana di lavoro e soprattutto valutare l’inserimento negli schemi di Aniello Savino e Francesco Leone, i duequotati neo acquisti della compagine tanto cara al presidente pro-tempore, Alessandro Panetta. Sabato prossimo, alle 17,00, altraamichevole a Marina di Gioiosa, con la locale squadra che milita in Promozione, in vista del primo impegno ufficiale programmato peril 25 agosto sul campo in terra battuta di San Calogero. Intanto, dalla società, è partito l’invito a tutti i sostenitori del Siderno ed ai tifosidi acquistare la tessera abbonamento che garantirà un risparmio su 13 gare di campionato (due se le riserva la società) e favorirà la pre-disposizione programmatica di un campionato che il Siderno ha tutta l’intenzione di disputare con l’obiettivo di fare cose importanti. l.r.

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BIBLIOTECAMERIDIONALISTA

La Riviera

TUA ROSSELLA

Sono trascorsi trent'anni da quando, quella maledetta matti-na ventosa, la morte ti ha strappato alla vita come un uraga-no tempestoso che, dietro di se, ha lasciato solo dolore esgomento.Faceva molto caldo quel giorno, tuttavia nell'aria c'era una “strana” brezza gelida che mi è entrata nelle ossa e non vi èpiù uscita. Trent'anni sono passati dal nostro ultimo abbraccio, ricordi,mi abbracciavi sempre quando eri felice, e tu lo eriFernando. Bello come il sole, buono come un dio. Chiunque ti abbia conosciuto ha di te un ricordo meravi-glioso, perché tu lo eri. Ripenso a quando, davanti allo spec-chio, l'uno sfotteva l'altro per chi avesse gli occhi più belli.“Occhi di gatta” mi chiamavi. Ora li riguardo, i miei occhi, e nei miei cerco i tuoi bellissimi,intensi, ora verdi ora azzurri o grigi, a seconda di come fosseil cielo sulle nostre teste. Come saranno adesso i tuoi occhi lì, in quell'angolo di

Paradiso in cui ti trovi? Guardo i miei figli e in loro cerco di rivedere i tuoi tratti, iltuo amabile sorriso per amarli ancora di più di quanto io liami. Mi manchi tanto fratellone. Mi sforzo di pensarti lontano a fare il medico in qualcheparte sperduta del mondo, ad aiutare il prossimo con tutta lapassione e la generosità di cui eri capace. Ma tutti ritorna-no, prima o poi, nella nostra Siderno, tu no, e i miei perchérimangono sempre senza risposta. In questi anni ho amato e accudito i nostri genitori cercandodi fare anche le tue veci. Non sempre è stato facile perché tusei e rimarrai insostituibile. Ho sempre visto nei loro occhiquel velo di tristezza per la tua incolmabile assenza, senzapoter fare nulla, ahime! Ora che anche il nostro dolcissimo papà Enzo è lì con te, melo figuro sereno e felice in tua compagnia. Non oso immagi-nare la gioia che ha provato nell'averti ritrovato nel Regnodei Cieli. Accudisci tu papà ora e abbine cura. La morte ci ha separati ma l'amore e i ricordi meravigliosiche ci avete lasciato continueranno sempre.

A mio fratello, Fernando Iamundo

Ho incontrato Renato Nicolini nel gennaio del 1981a roma, nel suo studio di assessore alla cultura delcomune di roma. Io era assessore provinciale a reg-gio calabria. Lo fui per appena tre mesi. L’oggettodel collloquio: come innestare l’effimero in unaterra come la Calabria: alle spalle gli anni di piom-bo che avevano spinto nel privato la gente dopo gli

anni ‘70 contrassegnatida una grande parteci-pazione alla vita pubbli-ca. “Effimero” in veritàuna grande sfida perriportare la gente nellestrade e nelle piazze. L’horicontrato due anni fànella locride. Non si eraarreso!In anni in cui il pensieroribelle, ha abbassato la

testa sotto il peso della casta Nicolini era rimastoorgogliosamente intellettuale organico al popolo.Ogni morte è una fine, ma quando la semina è statafeconda non tarderà il tempo del raccolto. In quelmomento, come araba fenice, Renato Nicolinirisorgerà in tutta la sua grandezza.

IL PENSIERO RIBELLE DI RENATO NICOLINI

UN ANNO SENZA ROCCO RITORTO

RICORDANDO

Èpassato un anno dallamorte:Rocco Ritorto mancaalla Locride . Manca lasua poesia, la suapassione civile,le suericerche storiche. Uomodi grande equilibrio,intelletuale non dicasta ma di popolo.

Anticipo subito gli insulti che mi riserverete alla fine del pezzo. Io nonsono un ipocrita e le mie carte le ho scoperte da tempo. Sono un crimi-nale, buona parte della mia vita l’ho vissuta da fuorilegge. Sono unevaso in fuga, con trent’anni da scontare. Quindi di morali non ne

voglio, né ne possofare. Ma voi che avetegridato forte sullanecessità di pulizia, dionestà, di legalità.

Come vi sentite ora, adesso che ogni giorno scoprite che l’economia calabrese è in buona parte criminale, che le impresesono mafiose, che le inchieste sono all’inizio e il marcio che si scoprirà travolgerà tutto e tutti, che la vostra è una societàinquinata nei suoi gangli vitali, che forse per il malaffare ci avete lavorato, che la corruzione ha cibato le vostre vite, costrui-to le vostre case, comprato auto, tv, computer, cellulari e quant’altro circonda il vostro benessere materiale? Direte chenon lo sapevate, che voi non c’eravate oppure eravate distratti? In quale pianeta avete vissuto fin ora? Chi ha votato chivi dirige? Per chi avete prestato l’opera vostra? Dove avete fatto la spesa? No, non è che potete dire che non avete colpa.Magari non ci avete messo il dolo. Siete stati imprudenti, superficiali. Ma la società in cui vivete si è formata comunquegrazie a voi, alla vostra apatia, ignavia se non complicità. Il mondo che vi circonda è un prodotto anche vostro. Perché peressere bella gente non basta alzare il ditino quando gli scandali scoppiano. Tenere gli occhi aperti è un dovere non unoptional. E voi avete ronfato alla grande per decenni. E adesso che farete? Ci rinuncerete a lavorare per chi ruba? Fareteattenzione a come agisce chi vi da un lavoro? Voterete in modo libero, o chiederete qualcosa in cambio? Vivere liberi nonè facile, magari comporta sacrifici in termini di benessere che non tutti sono disposti a pagare. Ecco, il dilemma vostro èquesto, vivere con coscienza o puntare a quei maledetti mille euro al mese che significano comunque sopravvivere?

La verità dell’Iridedi Benjamin Bowson

E ora mangiatevi le manette

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Cultura e società

Parlandodi...

ROCCELLA

L’elevata professionalità dellegelaterie locresi ha trainatol’iniziativa coinvolgendo turistie cittadini a gustare l’ottimaqualità artigianale del gelatooltre che la varietà e novità deitanti gusti offerti. La tre giorniha visto anche momenti di esal-tazione delle capacità creativedi artisti e artigiani dellaLocride con numerose parteci-pazioni di operatori dell’arti-gianato artistico e un variegatomercatino allestito nell’affasci-nate scenario della Villa comu-nale ai piedi del Palazzo muni-cipale. Le vie del paese sonostate animate da spettacoli iti-neranti di artisti di strada,maschere di Walt Disney e tre-nini turistici, con musica ballie giocoleria, facendo divertireil numeroso pubblico parteci-pante. Molto apprezzata anchela mostra di pittura allestitaall’interno dei bar aderenti.Tradizione e arte, aspetti spes-so in secondo piano, sono ele-menti in grado di far emerge-re le peculiarità del nostroterritorio, di arricchire emigliorare l’immagine dellaLocride. Una politica di valo-rizzazione e sostegno delletipicità locali con azioni miratesarebbe necessaria per incre-mentare e rafforzare l’offertaturistica L’Ascoa, con l’obietti-vo di sostenere ed incentivarel’economia turistica locale e piùin generale della piccola emedia impresa, assicura il pro-prio impegno nel continuare ilprogetto.

Un successo per Tradizionarte2012

Citta del gelato

PLACANICA

Il festival internazionale del jazz “Rumori mediterranei”, eventoche con la sua storia e il suo taglio artisticamente improntatoall’inedito e alla qualità, ha contribuito in modo rilevante adiffondere il volto migliore di Roccella e della Calabria nel mondo,è stato amesso al finanziamento del bando triennaledell’assessorato regionale alla Cultura, “Calabria terra di festival”.Soddisfatti il sindaco di Roccella, Giuseppe Certomà e il presidentedell’Associazione culturale jonica sen. Sisinio Zito, promotoridell’iniziativa. Durante la conferenza stampa, cui hannopartecipato, il consigliere regionale Candeloro Imbalzano, il prof.Vincenzo Staiano consigliere delegato di Roccella Jazz, GiuseppeMazzaferro, editore dell’emittente televisiva regionale Telemia , èstato annunciato che Telemia trasmetterà in digitate e in streamingi video del festival e che alcuni sindaci dei Comuni partner delfestival, cheospiteranno i concertiitineranti: MariaCarmela Lanzetta diMonasterace, PietroCrinò di Casignana,Giuseppe Lombardo diLocri e GiorgioImperitura di Martone.La 32° edizione sisvolgerà dal 18 al 25Agosto, con un’ampiacarrellata di progettioriginali e artisti chenon tanto facilmente si ascoltano in Italia, rispetto ai più conosciutijazzisti dell’area statunitense. Il tema della manifestazione sarà“Cose turke”, che oltre a porre l’accento sulla singolarità dellarassegna richiama anche la presenza, tra gli ospiti, di un nutritogruppo di artisti della cultura ottomana. Questo è anche frutto,come ha spiegato Sisinio Zito, del recente partenariato siglatodall’Acj con l’Unimed, l’ Unione delle università del Mediterraneoche ha espresso l’intenzione di creare un Centro di ricercainternazionale per le musiche del Mediterrane. «Il nostro festivalnon è fine a se stesso ma è capace di attrarre visitatori in Calabria»,ha concluso il sen. Zito.

La villa Romana di Casignana stasera farà da scenografia allo spet-tacolo "Miti e Leggende in Magna Graecia" Sarà lo storico duo Battaglia-Miseferi (già protagonista dei segui-tissimi lavori della compagnia del “Bagaglino”) ad interpretare,alle ore 21,30 alla Villa Romana di Casignana, favole, fiabe e rac-conti mitologici del nostro passato di Magna Graecia. Narrazionidi imprese straordinarie, avventure senza tempo, luoghi sognati emirabili stagioni di creatività che hanno contrassegnato per semprela cultura di un popolo. La regia è di Francesca Grenci mentre lemusiche saranno eseguite dal vivo da Sandro Scialpi (tastiera),Enzo Bruzzese (voce e percussioni), Marco Modica (violino) ePeppe Sapone (tamburello e cori). Per di più, tra le tante leggenderiportate, vi sarà anche un'ori-ginale messa in scena elabo-rata proprio da Battaglia eMiseferi che ha come titolo“Quando non eravamostressati”. Ovvero la vitavissuta ad un ritmo piùnaturale, con sempli-cità, in un mondoantico e menofrenetico doveanche l'ozio eracreativo.

Si è concluso “Borgo in fiore”

Regione ok perRumori. Parte il festival jazz di Roccella

Oggi a CasignanaBattaglia e Misefari

Roccella arrivala notte biancaIl 14 agosto sarà “notte bianca” a RoccellaIonica. Un appuntamento organizzato dalComune della città reggina in collaborazionecon Telemia. La festa inizierà già dal primo

Dopo la giornata dedicata alla storia di Placanica, con la sfida ludica delle contrade nel Paliodella Motta (da “Motta Paganica”, l’antico nome del paese), si è conclusa anche la manifesta-zione “Borgo in fiore” con due serate musicali dedicate alla tarantella. Una tarantella “speri-mentale”, che ha visto protagonisti tre gruppi calabresi: i Zona Briganti, per la serata dell’8 ago-sto, i Kalamu (9 agosto), e i KalabrianSoul (10 agosto), che si sono esibiti sul palco dell’anfitea-tro situato ai piedi del borgo. La prima è una band calabrese nata da un’idea di EugenioBennato, conosciuta per la tendenza a sperimentare la fusion della tarantella con altri generiappartenenti alla world music. I Kalamu (il nome significa “musica calabra”) sono un gruppofolk rock che arriva dalla provincia di Cosenza e rielabora la musica tradizionale del Sud .Giovedì si sono esibiti nella suggestiva cornice dell’anfiteatro per presentare il nuovo album“Giro Vago”. Serata finale, poi, con i KalabrianSoul, band emergente della zona, che ha fattoda “antipasto” allo show comico del cabarettista di Zelig Giovanni Caioppo. Gli angoli più bellie suggestivi del borgo di Placanica sono stati aperti al pubblico e hanno ospitato vari artisti.

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la Riviera

foto NOTIZIE

Stignano e Placanica insieme percelebrare il pittore Cozza e perfesteggiare il patrono Sant’Emidio.Una due giorni che ha tenutoimpegnati gli amministratori. Madopo il sacro ci vorrebbe il profano!

Antonio Tallura passa dai setcinematografici ai palcoscenici musicali,con la disinvoltura tipica di un attore delsuo calibro e l’eleganza misteriosa delfelino. Sta bene ovunque, insomma. Gliauguriamo Hollywood o la Scala?

Avitabile e Albanese alTradizionandu Etnofest, un verolaboratorio culturale all’aria aperta... diCittanova. La serata finale ha visto sulpalco i big della musica popolare. E chedire? Viva la nduja e la Calabria!

Calopresti e Casadonte al MagnaGrecia Film Festival, appuntamentoormai giunto alla sua IX edizione.Un cavallo di razza il catanzarese(nella foto) che anche quest’annostupisce pubblico e registi.

Locri: La notte della Moda

CAULONIA

La XIV edizione del Kaulonia Tarantella Festival, “vetrina” edevento di punta del movimento legato alla musica popolareche sta esplodendo e spopolando in Calabria, si svolgerà dal 21al 25 Agosto. Più che un festival, il Kaulonia Tarantella è unvero e proprio fenomeno popolare e culturale in grado di cata-lizzare, durante l’ultima settimana di agosto, decine di migliaiadi persone ponendo i riflettori su Caulonia, piccolo centrodella Locride, situato nella parte Jonica della provincia diReggio Calabria. L’evento, promosso dall’amministrazione comunale, si avvaledella stretta collaborazione di importanti esponenti della musi-ca popolare italiana, tra i quali Eugenio Bennato e MimmoCavallaro (leader indiscusso della nuova tarantella calabrese).A dirigere e organizzare l’evento saranno la Cni Music e ilguru della tarantella calabrese Mimmo Cavallaro e dall’altroPaolo Dossena, storico produttore discografico della RCA, edi-tore ed autore nonché fondatore della Compagnia NuoveIndye. Un festival che dura 5 giorni e che dalle 18 e fino alle 6del mattino seguente, celebra l’omaggio ad un popolo che siritrova in un antico borgo-palcoscenico e che vede il contem-poraneo movimento di migliaia di danzatori che al ritmo dellatarantella si proiettano verso il futuro, dando vita ad uno spet-tacolo unico e meraviglioso. Protagonista del KauloniaTarantella Festival sarà il paese stesso. Sono tanti nomi di rilie-vo che hanno arricchito il cartellone delle passate stagioni delKaulonia Tarantella Festival. Tra gli altri si segnalano : Noa,Ornella Vanoni, Eugenio Bennato, Teofilo Chantre, Ashna elBecharia, Tony Esposito, Raiz, Avion Travel, Enzo Avitabile e iBottari, Mimmo Epifani, Ciccio Merolla, Mira Awwad, RoyPaci & Aretuscka, Edoardo Bennato, Daniele Sepe e BrigadaInternazionale, Pietra Montecorvino, l cantori di Carpino,Nour Eddine Fatty e tanti altri.

Si apre il sipario a Siderno per lanona edizione del Premio lettera-rio “Giomo Trichilo” che si svol-gerà stasera, dalle 21,00 nella tra-dizionale location di PiazzaVittorio Veneto. Una manifesta-zione di grande spessore cultura-le dedicata a Giomo Trichilo(poeta analfabeta originario diSiderno Superiore) nata propriocon la finalità di tutelare, valoriz-zare e promuovere l’uso del dia-letto. La novità di quest’anno èstata la sospensione del bandorelativo alle poesie inedite perricordare, in concomitanza con ilprimo anniversario della suamorte, la grande figura di RoccoRitorto, più volte componentedella giuria del Premio “G.Trichilo”. I ragazzi della scuolamedia “Pedullà” proporrannoper l’occasione alcune poesiescritte proprio dal poeta dialetta-le sidernese. Il Premio allaCarriera sarà assegnato al giorna-

lista calabrese della Rai,Domenico Logozz . Ci sarà, infi-ne, la rappresentazione teatrale,una commedia in due atti dal tito-lo “i morti non paganu i tassi”ispirata all’omonimo romanzo diNicola Manzari, reinterpretata etradotta in vernacolo calabrese daparte dell’ AssociazioneLaboratorio Teatrale “La Bottegadel Sorriso” di Cittanova (RC).

Il “Giomo Trichilo” a Domenico Logozzo

pomeriggio, e dalle 18.00 si potrà assistere aspettacoli distribuiti per tutte le strade cittadi-ne. Alle 23.00 tutti sul lungomare per il gran-de concerto che coronerà l'evento! Un palco,allestito da Telemia, su cui si esibiranno i piùnoti gruppi popolari della regione, alternan-dosi per tutta la notte. Dalla 2 in poi discote-ca in spiaggia “ricordando il lido Flora”, lastorica struttura roccellese portata via dallemareggiate. E ancora un mega falò e tantabuona musica.

Ideata e creata da Valentina Romanelli, la terza edizione della sfilata di moda che ogni anno il “Leclub” beach di Locri ospita. Quest’anno, a sfilare, la collezione “Rule the world” di Sonya AndreaChiaramonte, giovane illustratrice di moda che ama disegnare e definirsi una fashion designer,creando abiti strutturati che assomigliano a delle sculture, dalle ampie spalle, quasi militari. Nientepiù linee morbide anche se il leit motiv della serata era una goccia stilizzata, sia sotto forma di aper-tura, sia disegnata sul tessuto. La stilista confessa di essersi ispirata al costruttivismo russo dei primidel ‘900, immaginando una donna di carattere, decisa, rigida sulle sue posizioni, quasi a voler gover-nare il mondo. Meravigliose modelle hanno saputo, sfilando, carpire gli sguardi e l’interesse deinumerosi presenti, ammaliati dalla scenografia di abiti non molto facili da essere indossati giornal-mente La bellezza e l’eleganza non potevano che essere abbinate al benessere. E cosa meglio diessenze naturali a stimolare e donare piacere a corpo e mente che i prodotti ArangaraMediterranean Cosmetics, lo sponsor della serata, una linea esclusiva di prodotti cosmetici biolo-gici,certificati EcoNat, per il corpo a base di agrumi della nostra meravigliosa Costa dei Gelsomini.

XIV edizione KauloniaTarantella Festival

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Parlando

estate

di

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voce del Welcome, e in questocaso specifico il portavoce, inquanto mi sentivo in dovere dicomunicare ufficialmente la

mia scelta, che è poi quella delgruppo Welcome. Ma tutte ledecisioni che si sono dovuteprendere sono sempre state il

frutto di discussioni e valuta-zioni collettive.»

Aggiungo io,cene?

«Ultime cene.»Tradimenti?

«No, il gallo per adesso ha cantato solo unavolta. Sarò più preciso a fine estate.»In che rapporto sono i Welcome Boys.Collaborate ancora?

«Con alcuni sì, benché le difficoltà sianomolte, vista la spiacevole tendenza che horiscontrato da queste parti che obbliga le per-sone a scelte dolorose, specialmente sul pianoaffettivo. Il classico: se lavori con me non puoi

lavorare con lui, una tecnica di dividi et impe-ra in cui qualcuno è maestro e grazie allaquale ha costruito le sue fortune nel setto-

re.»

Ti reputi diverso?«Tendenzialmente sì. Nel mio ambiente aMilano queste cose non succedono.Ovviamente tutti cercano di far gruppo e diportarlo avanti, ma mai a discapito dei rappor-ti personali. Non ti nascondo che non appenaarrivo qui mi sento risucchiare da una specie divortice. È troppo forte la voglia di emergere espesso si calpestano quelli che fino a pocotempo prima erano i tuoi fratelli.»Non mi dirai che hai rotto col tuo socio storicoMelo (Melody J. n.d.r.)«No, anzi. Siamo più affiatati di prima, perchéabbiamo saputo cogliere l’occasione che la crisidel nostro rapporto ha fornito per cementifica-re la nostra amicizia e il nostro legame lavora-tivo. Tant’è che stiamo preparando una sorpre-sina per il 15 agosto.»Un altro Welcome?«Il progetto è ambizioso tanto quanto lo era ilWelcome, perché innovativo, controcorrenterispetto alle nostre abitudini. Ne abbiamo datoun assaggio le domeniche pomeriggio conl'happy hour dell’Ushuaia.»Di cosa si tratta?«Il primo evento che parte nella fascia pomeri-diana, si balla sotto i raggi del sole. Un villaggio

il giorno di ferragosto con una line up che siispira ai festival elettronici che vanno di modain ogni angolo del mondo.»Quindi non sei venuto solo a scroccare comesostengono alcuni?«Rispetto troppo chi lo dice per credere che lopensi davvero. Ho portato ogni estate, e messoa disposizione della nostra terra, tutto il baga-glio di conoscenze maturate negli anni in giroper i maggiori club italiani e con quello chefacevo qui al massimo mi pagavo una vacanzasettembrina a Formentera. Con questo lavo-retto estivo non sono diventato ricco, e l’impe-gno e la passione profusi sono stati di granlunga maggiori rispetto al ritorno economico.E poi con questa mentalità xenofoba non si vada nessuna parte, il sud ha bisogno di investi-menti, di capitali, di idee anche provenienti daaltre regioni, non di chiudersi nel proprio pol-laio a fare i galli in mezzo a galletti, in ultimecene.

(Ndr). È una doccia gelida. Una congestione:Siderno senza il Welcome è una città brutta,diventata ancor più brutta… ancora piùmeschina.

Vladimir

Èufficiale: Il Welcome party, la festadelle feste dell’estate nella Locride,non si farà. Però è un arrivederci e nonun addio. Ce l’ha dichiarato senza

mezzi termini uno degli apostoli. Il vangelosecondo Mario Spataro è una croce: «L’estatenella Locride è piena di serpenti al sole. Tuttoè ammantato d’oscurità»Cioè, agosto uguale inverno?Autunno inoltrato direi, qui da noi fa buio pre-sto e nell’oscurità vincono sempre i solisti e mail’orchestra.Il dunque: Dopo il The Different Party di Locrinon si farà neppure il Welcome di Siderno?Penso che sia finita l'era dei super eventi.»Mi rispondi: il Welcome si farà o no?Non c'è più sordo di chi non vuole sentire: nes-sun party sulla spiaggia di Siderno.Affermativo?Affermativo.Quindi farete come Peppe Fontana?Ovvero? Mi chiede diffidente Mario Spatarocome se io gli avesse preparato un’esca percefali.Cose Semplici: farete cose più a portata di ora-rio, piccoli incontri con rientro alle 4 del mat-tino, massimo alla e cinque… giacca e cravat-ta?«Peppe Fontana anticipa i tempi. Lui è unmaestro in molte cose, basti guardare comegestisce la serata del venerdì a le Club. maquesta è una mentalità che farei risali-re più ai vari Peppe Calderazzo,Alessandro Cordaro, DomenicoWhoo. Peppè è stato solobravo ad incanalare il tuttoe trasformarlo in unbrand vincente. Ilprimo qui da noi.»Evadi la domanda?«(Sorride n.d.r.)Noi del Welcome eravamogli allievi che hanno superatoPeppe, il maestro.»E poi cos'è successo tra gliallievi?«Idee diverse, obbiettividiversi, tempo sempre mino-re da dedicare all'evento.»Quindi escludi che si possa ripeterel'esperienza Welcome, è anche questoun addio?«No, questo non è un addio, ma nondipende soltanto da me. Io sono la

Mario SpataroLa voce di chi è senzapeli sulla lingua

2012 DOPO CRISTO:

il party che non ci faràWelcome To Giuda

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Blob of the week

la Riviera

Lunga vita agli sposiLe figlie i generi i nipoti e pronipoti augurano aMaria Capogreco e Francesco Martelli un'infinitàdi auguri in occasione del loro 60° anniversario

di matrimonio

1 Buon compleannoAntony 2 I veri BeachBoys sono loro 3 LaFrancy paparazzata aMarina di Gioosa Jonica4 «Addio Calabria, mene vado a Vibo» salutida Teresa 5 Il loro è unprogetto a tempo deter-minato 6 Giorgio e suocugino Jerry Marcellinoproduttore di MichaelJackson e Diana Ross 7Generazione Urzino 8Cartolina pervanuta inredazione “Saluti dallameravigliosa isola diCooly Noody” 9 Ilritorno del Doctor Whoin console. A Carlettoun consiglio: “Mettiti daparte” 10 Dove cisonoloro c’è sempre festa11 Il riflessivo MimmoAngilletta...

Gabriele, Alessia e DiegoUnbacione dai nonni Pino e Mirella

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