Croazia Dove

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160 DOVE agosto06 161 DOVE agosto06 1. Si studia la rotta migliore sulla carta nautica della Dalmazia. 2. Un catamarano in navigazione fra Spalato e Laštovo. Marina superorganizzati, fra i migliori d’Europa. Barche da noleggiare a prezzi competitivi. È la rotta più classica e più affascinante della Croazia: 200 miglia di isole, baie, approdi sicuri, piccoli ristoranti a filo d’acqua. Lontani dall’affollamento della costa per i velisti, anche per caso in barca da Spalato a Mljet Prendere le distanze 2 1 Hvar

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da "Dove" Agosto 2006

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1. Si studia la rotta

migliore sulla

carta nautica

della Dalmazia.

2. Un catamarano

in navigazione

fra Spalato

e Laštovo.

Marina superorganizzati, fra i migliori d’Europa. Barche da noleggiare a prezzi competitivi. È la rotta più classica e più affascinante della Croazia: 200 miglia di isole, baie, approdi sicuri, piccoli ristoranti a filo d’acqua. Lontani dall’affollamento della costa

per i velisti, anche per caso

in barca da Spalato a Mljet

Prenderele distanze

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Hvar

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Il Mediterraneo com’era una volta. Ma con i porti, i marina e gli ormeggi meglio attrezzati del Mare Nostrum. La Croazia è da sempre una delle mete preferite dai velisti che l’hanno scoperta molto prima del boom della vela, esploso grazie all’Ameri-ca’s Cup (vedere Dove, luglio 2006). Non solo per la varietà degli ap-prodi in centinaia di isole, ma soprattutto per la qualità dei servizi offerti a chi naviga lungo i 5835 chilometri della costa. Solo da Umag a Dubrovnik, 240 miglia, si contano 43 marina e circa 290 porti. Una realtà che ha moltiplicato il numero dei velisti provenienti da ogni parte del mondo, italiani in primis. Anche perché rimangono ragio-nevoli i costi dei servizi in banchina e delle 150 società di charter a vela e a motore che servono le 1185 isole croate (50 abitate).

L’itinerario scelto da Dove, con partenza dalla città di Spalato (e ritorno), tocca Hvar, Korcula, Laštovo e Mljet. Una delle rotte più classiche dei velisti. E non a caso: 200 miglia in uno degli angoli più noti e ugualmente più affascinanti del Mediterraneo. Ma anche uno specchio d’acqua ricco di novità, con marina, approdi, piccoli risto-ranti a filo d’acqua.

A introdurre la navigazione, sfiorando la piccola isola di Šolta, proprio di fronte a Spalato, è il profumo pungente dei cespugli di lavanda di Brac. Preannunciano l’arrivo della Bora mentre l’aria densa di resine dei pini marittimi segnala le brezze di nordovest. I pescatori dalmati sostengono che le previsioni meteo si fanno col naso. Sarà, ma Ezio Conti, il comandante dell’Apotheose, lo sloop di 24 metri usato da Dove, preferisce consultare Aladin (http://progno-za.hr/aladin_prognoza.html), l’affidabile sito meteo croato. Sarà un viaggio tranquillo, con mare piatto. Prima di puntare verso lo Spli-tski Kanal, ci si infila nella Trogirski Zaljev, l’insenatura verso la città di Trogir, dal 1997 patrimonio culturale dell’Unesco. L’eredità della dominazione veneziana si rispecchia in ogni palazzo del centro storico. Se la Cattedrale di San Lorenzo è un autentico gioiello in

1. I tetti rossi di

Korcula: gli isolani

sostengono che

Marco Polo sia nato

qui. La sua casa è

aperta al pubblico.

2. Le vecchie mura di

Korcula, sul mare.

3. Il mercato del pesce

di Hvar rifornisce

le numerose

trattorie della costa.

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stile romanico, palazzo Cipiko è il miglior esempio di architettura della Serenissima. Prima che il sole tramonti, la prua dell’Apotheose si dirige verso lo Splitski Kanal che separa Spalato dal mare aperto: il budello tra le due punte estreme di Šolta e Brac richiede attenzione per evitare di entrare in rotta con uno dei molti traghetti della Jadro-linija Amatori, che collegano le isole della Dalmazia meridionale. La pietra bianca delle cave di Brac con cui sono state costruite anche la Casa Bianca, a Washington, la reggia di Vienna e il Palazzo di Dio-cleziano, a Spalato, contrasta con il blu intenso del mare. Scenden-do verso sud, il labirinto di capi e lingue di terra si fa più rado, le isole diventano più grandi, e aumentano le distanze tra l’una e l’al-tra, lasciando spazio alla navigazione libera.

La prima tappa è l’isola di Korcula: saranno 60 miglia, una de-cina delle quali nel Paljeski Kanal, con la bussola che segna 110 gradi nel quadrante sud. Spingendosi verso la costa, lo scandaglio passa rapidamente da 40 a poco meno di 5 metri. Navigando di not-te, la boa rossa che segnala la secca di Badia può costituire un peri-colo perché è priva di luci: chi è al timone deve verificare costante-mente la rotta. La prima baia che si avvista a ridosso della piccola città veneziana è quella di Vela Luka. I due torrioni cilindrici, che racchiudono parte delle mura della città, delimitano il promontorio con i tetti color ruggine delle case, fra cui spunta il campanile della cattedrale. Si dice che la cittadina abbia dato i natali a Marco Polo,

1. Un catamarano alla

fonda in una caletta

della costa meridionale.

2. La terrazza del ristorante,

e albergo, Solitudo

a Laštovo, famoso

per l’aragosta.

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e la casa del celebre viaggiatore è aperta al pubblico (per le visite, tel. 00385.20.71.57.01). Tra il dedalo di stradine dove il sole fa fatica a en-trare, si apre a levante il marina Aci. I posti barca sono 159, ma in alta stagione è difficile trovare ormeggio e l’insenatura di Vela Luka rimane una delle soluzioni migliori per gettare l’ancora per la notte. Il fondale garantisce ormeggi sicuri, anche se neces-sita di una catena sufficientemente lunga. Pupnat è uno degli abitati più antichi dell’isola. Dal suo mi-nuscolo centro si scende per una strada che conduce alla baia di Pupnatska, una delle più spettacolari. Sempre nel versante sud, la cittadina di Cara è meta di pellegrinaggio per il suo santuario del XIV secolo dedicato alla Madonna. Ma attira anche per i vigneti del pregiato Posip bianco e per le cantine.

Le 15 miglia che separano Korcula da Mljet, l’isola del miele, so-no accompagnate da una leggera brezza che accentua le sfumature cromatiche del mare e trasporta l’odore intenso dei fitti boschi di pi-

A dirla veramente tutta, ci è mancato forse il coraggio. Potrei osservare che ci fosse qualcosa di strano nell’aria, ma non voglio. In fondo, sapevamo bene dove trovarle. Siamo professionisti della pesca e delle emozioni, abbiamo letto romanzi d’avventura. Non abbiamo limiti. È per questo che, pensavo, una volta arrivati all’imboccatura della spiaggia di Pag, sarebbe iniziato il divertimento. Non chiedetemi quale spiaggia, quale specifico lembo di terra. Non saprei più rispondervi. Non lontano dal villaggio di Metajna, in ogni caso. E, invece, le cose sono andate diversamente. Qualcuno era commosso, seduto a cavalcioni sul corrimano di ottone della barca alla fonda. Altri due avevano raggiunto a nuoto uno sperone di roccia, a qualche decina di metri dalla terraferma. Stavano ritti, gocciolanti nel sole riverso, umidi e attenti come fosse una scena al rallentì. Ci siamo guardati, ed eravamo già tutti diversi, un po’ morbidi sulle gambe. Le ombre ci torcevano i lineamenti e i riflessi del sole intiepidivano la pelle. Ho scattato una fotografia, ma controluce non è venuto che un duplice abisso contrapposto. Giuni mi ha toccato un braccio, in ansia.Sulle prime, a dire il vero, non ci abbiamo badato. L’attesa rapiva la nostra attenzione. Con tutto quel mondo dentro, non vedevamo con chiarezza la realtà. Anche lì, c’era più Milano che noi, più lo schema del mondo che la realtà, più la sigla del Big Boy Show che il rumore del mare. Persi nel nostro frastuono, non ci siamo neppure stupiti. Non uno che abbia gridato “Ragazzi, ma che ci prende? Perché non entriamo in

rada? Che sta succedendo?”. Molto tempo dopo ho pensato perfino che quei bicchierini al porto di Trieste ci avessero un po’ annebbiato le idee. Io avevo anche un po’ perso la testa per Giuni, che ora, invece, neppure ricordo.Fatto sta che ci siamo fermati lì, sull’acqua lievemente ondulata del tratto di mare antistante l’isola di Pag. Abbiamo governato le vele, ci siamo ancorati nella sabbia bassa, ci siamo legati alle altre imbarcazioni. C’erano caicchi con giovani di Rodi e strana gente di Latakia; c’erano due ketch olandesi, carichi di alti marinai e ragazze coi capelli di fieno; c’era il capitano della pubblicità, c’era Bjorn, c’era Stefano con tutti i suoi gatti; c’erano bragozzi di Chioggia, e due uomini sui quaranta, a bordo di una jole, che si sono baciati per tutto il tempo; c’era anche una zia di Giuni. Più avanti di tutti, c’era un vecchio bretone che non la finiva più di mormorare e rassettare il suo passatore, disponendosi all’incontro. Verso lo scoglio dove i due gocciolavano in piedi, ho visto un prao colmo di immigrati, che spero ce l’abbiano fatta. Gente di mare che aveva saputo scorrere, senza forzare, sul vecchio Adriatico schiumoso, scomparso alle spalle di tutti in lunghe notti di navigazione.Tempo per accorgerci di qualcosa non ne abbiamo avuto neppure troppo. Erano forse le otto e mezza, quando la palla rossa si è tuffata dietro l’ultimo volo di gabbiano. Le luci in testa d’albero erano tutte spente. L’assenza d’aria faceva un po’ sudare, ma consentiva di cogliere lo sciabordio della risacca, lontano, nell’insenatura.

A quel punto, voi dite, avremmo dovuto accorgerci di qualcosa. Lo capisco, non è sbagliato pensarlo. Ma c’era ancora così tanto rumore nelle nostre teste, che ci siamo trovati impreparati. Era così bello starsene lì acquattati, legati gli uni gli altri con le cime… Era così simile al modo d’essere che s’era sognato, ma che nessuno aveva mai sentito in petto… Senza preavviso, nella notte, sono sbucate a una a una, prima esitanti e poi rapidissime, e sono sfilate via nel fruscìo di una fiaccola. Non saprei definirle neppure dopo averci pensato per tutta la vita. Erano fiammelle, forse, piccole innumerevoli fiammelle azzurro-arancio a forma di vela, doppie per il riverbero tremulo sulla superficie dell’acqua. Sono spuntate dal nero della spiaggia, ci hanno osservato come se non fossero sorprese di trovarci, e poi sono partite via in un baleno, verso l’alto, divaricando se stesse dal proprio riflesso.Siamo restati all’àncora per molti mesi, in un’estasi sospesa. Nessuno di noi è mai entrato nella spiaggia di Pag.

Simone Perotti

Colmi d’attesa

no di Aleppo e delle sugheraie. Mljet è per circa un terzo parco e riserva naturale. Nella punta estrema dell’isola, uno stretto passag-gio, interdetto alla navigazione, porta a due laghi d’acqua salmastra, il Malo Jezero e il Veliko Jezero (lago piccolo e lago grande). Su quest’ultimo è adagiato l’isolotto di Santa Maria, con l’omonima

chiesa e il monastero benedettino raggiungibili con battelli che partono ogni ora dalla sponda di Gove-dari, nel cuore del Parco nazionale. Tutto intorno alle mura del chiostro hanno trovato il loro habitat naturale enormi cespugli di capperi grossi come nocciole. Purtroppo, nei fine settimana, la piccola oasi dominata dalla chiesa del XII secolo e da due

bar-trattoria a menu turistico, immersi nel verde, perde buona par-te del suo fascino di ritiro solitario. A sudovest, in fondo alla baia di Pomena, che penetra per circa mezzo miglio all’interno della costa, si apre il borgo omonimo. La banchina dalla quale si scorge l’Odi-sej, l’unico hotel del luogo, offre ormeggio per una ventina di im-

1. La marina di Hvar,

con le barche

ormeggiate davanti ai

locali aperti fino

a tarda notte.

2. I tavoli dei ristoranti

che affollano la

banchina di Polace,

sull’isola di Mljet.

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Lungo la costa si attracca alle banchine con i tavoli dei ristoranti a filo d’acqua

Simone Perotti, autore del romanzo Stojan Decu, l’altro uomo (Bompiani Ed.), premio Cala di Volpe 2005, e dell’ultimo uscito Zenzero e Nuvole (Teoria Ed.), è appassionato di navigazione d’altura, fa lo skipper e l’istruttore di vela.www.simoneperotti.it

il racconto di un velista-scrittore

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barcazioni di medie dimensioni, ma bastano due grandi yacht per limitare drasticamente le possibilità di attracco. L’alternativa è ri-manere all’interno della baia, a ridosso dell’isolotto di Pomestak, utilizzando l’ancora di prua e le cime fissate attorno ai massi o ai pini che allungano le loro ombre sull’acqua. Le konoba, piccole trattorie che si contendono ogni spazio della ban-china, esibiscono pesce fresco e aragoste a prezzi decisamente a buon mercato. Da Ana e da Nine, arrivando due o tre ore prima del tramonto, si può ormeggiare a un passo dai tavolini apparecchiati con candide tovaglie bianche.

La baia di Polace, in direzione nordest, è uno dei labirinti d’acqua più affascinanti della Dalmazia. In rotta d’avvi-cinamento, bisogna prestare attenzione a una pericolosa secca posta a circa 200 metri a nord-nordovest dalla punta d’ingresso. Una rete di isolotti separa la baia dal mare aperto e le acque interne sembrano completamente immobili. Le profondità sono notevoli, tra i 10 e i 35

metri. L’abitato sembra una copia di Pomena, se non fosse per la presenza delle rovine di un antico palazzo romano. Anche qui i lo-cali si dividono ogni centimetro della banchina ma c’è chi, come l’Ankora, ha realizzato una palafitta a mare che pare la tolda di un vecchio vascello di pirati. Uno degli indirizzi preferiti dai diportisti è

quello del ristorante Ogigija. Il proprietario, Paolo, parla un buon italiano intercalato da qualche parola di inglese. La sua Pentola è un tegamino dove zuc-chine, pomodori, patate, aglio, scorfano e tranci di dentice cuociono lentamente accanto alla brace; da provare anche la carne d’agnello arrosto con patate. Da una vasca che ricambia l’acqua di mare con una

pompa, il ristoratore tira fuori due enormi aragoste: si accompagne-ranno a una bottiglia di Posip a giusta temperatura; il conto per quattro persone non supera le 700 kune, 95 euro.

Lasciando per una giornata la barca all’ormeggio, si può decide-re di noleggiare uno scooter o una Beetle cabriolet per attraversare

Questo reportage in Croazia è stato realizzato in collaborazione con il tour operator Equinoxe (tel. 011. 81.85.211, 02.29.06. 02.42, www.equinoxe.it) che noleggia imbarcazioni a vela e motore in tutto il Mediterraneo. In Croazia, in particolare, oltre a offrire catamarani, caicchi e veloci motoscafi, vanta una flotta di otto lussuosi yacht, che affitta in esclusiva, attrezzati con le più moderne tecnologie di navigazione e sicurezza. Con prezzi che variano a seconda delle dimensioni (dai 50 ai 150 piedi). Tra questi, il s/y Apotheose (usato per l’articolo di Dove), uno sloop di 23 metri (75 piedi) che può ospitare fino a 8 passeggeri in 4 cabine doppie complete di servizi privati. A disposizione anche un accogliente salone con divani e angolo bar. Per le colazioni all’aperto gli ospiti possono godere dell’ampio pozzetto con tavolo e comodi cuscini. Quando l’imbarcazione è alla fonda in una baietta o sotto costa, si può raggiungere facilmente la riva a bordo del tender, con motore fuoribordo di 40 hp. L’imbarcazione è anche dotata di attrezzatura per lo snorkeling, il windsurf, lo sci d’acqua e di accessori per la pesca. La barca, disponibile da maggio a ottobre in tutto il Mediterraneo, costa 16.500 € a settimana per otto persone. Nel prezzo è incluso il servizio e il vitto dell’equipaggio (4 persone) mentre sono esclusi carburante, cambusa per gli ospiti e diritti portuali nei marina. Sempre per la navigazione nel mare di Croazia, ci si può rivolgere alla società di noleggio Adria Tour (www.luxurycharter.net), che mette a disposizione barche a vela senza equipaggio come un Dufour 45. Affidandosi alla società Moorings (www.moorings.com) si possono organizzare charter con base a Trogir, nei pressi di Spalato, e Dubrovnik. I prezzi per il noleggio di barche a vela dai 39 ai 52 piedi (12-17 m) e catamarani di 40 e 43 piedi (13-14 m) partono da 3000 € a settimana per un 12 metri che ospita fino a 6 persone. Chi preferisce navigare a motore, può contattare la Magnum Yacht Charter (www.magnumnautica.com) che mette a disposizione barche a motore come l’Azimut 46 (8800 € a settimana in alta stagione per 6 persone) o un lussuoso Sunseekers 64, sempre per 6 persone. Un consiglio: prima di prenotare, consultare sempre i siti delle società a noleggio con offerte speciali e sconti. Susanna Perazzoli

Barche a noleggio

1. Nel Pakleni Kanal,

davanti all’isola di Hvar,

la presenza di scogli

e isolotti richiede una

discreta esperienza

nella navigazione

e nella lettura delle

carte nautiche.

2. Un marinaio

mentre regola le vele.

Tra Umag e

Dubrovnic, 260 miglia

di costa, ci sono

43 marina.

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Navigando tra fiordi e isolotti, l’aria profuma di salvia, lavanda e resina di pino

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l’isola da una parte all’altra e ammirare le baie dall’alto. Da Mljet si riprende la navigazione verso Laštovo puntando a ovest, con la bussola che segna 260 gradi. La presenza di una forte umidità tra le isole dalmate produce spesso una sottile coltre che avvolge lo spazio di mare tra le due isole, separate da poco meno di 20 miglia. La bar-riera degli isolotti Vrovnjaci richiede attenzione, specie per la secca rocciosa a nordovest coperta da appena 2 metri d’acqua. Doppiata la costa all’altezza del villaggio di Ubli, dove è possibile fare carburan-te nel porto, ed entrando nella baia di Velo Jezero, la presenza di un ricovero per sommergibili scavato nella roccia del versante ovest ri-corda che l’isola, fino a non molti anni fa, era una zona militare inva-licabile. Un luogo proibito che in qualche modo ha contribuito a non deturpare l’area con brutte costruzioni di cemento. In fondo alla baia, sul pontile di Pasadur una scritta rossa sulla grande parete bianca dell’hotel Solitudo re-clamizza le ottime aragoste servite sulla sua terrazza-ristorante, da cui si gode il colpo d’occhio dell’intera baia. L’ormeggio è consenti-to solo davanti all’albergo. Želico Kurta, il direttore, spalatino tra-piantato a Laštovo, è un entusiasta operatore turistico e vorrebbe riportare nel canale che separa Malo Jezero da Veliko Jezero gli idro-volanti che, tra i due conflitti mondiali, avevano trovato il loro scalo naturale proprio sull’isola. “La costa italiana è di fronte, a poche mi-glia di distanza”, racconta Kurta, “così si può venire qui anche solo per trascorrere un weekend nella pace più assoluta”. I settecento abitanti di Laštovo vanno fieri del fatto che la loro terra sia inserita

1. Alcune barche si spingono

fino a Vis, l’isola più

occidentale. 2. Si osserva

la costa per la scelta

dell’ormeggio più riparato.

3. I fondali permettono

di ancorare in totale sicurezza.

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dal Wwf nella “lista dei giardini” del Mediterraneo. Il periplo via mare conduce a Zaklopatica, sul versante nord.

Lo scoglio che ne protegge l’apertura dai venti rende lo specchio d’acqua al suo interno simile a una piscina: i fondali tra i 6 e i 7 me-tri lasciano intravedere formazioni calcaree, sabbia e macchie di ve-getazione marina. La banchina alla destra della baia non è praticabi-le per le barche a vela perché il pescaggio è di soli 2 metri. Ma con il tender si può raggiungere (e ne va-le la pena) il Triton, ristorante di Tonci Jurica, una delle mete preferite dai diportisti. Qui la regola è di fare tranquillamente a meno del menu scegliendo un San Pietro o una cernia direttamente dalla cesta del pescatore. Il conto è intorno ai 35 ¤.

Arrivando al porticciolo di Sv. Mihajlo, segnalato da un fanale rosso, in 15 minuti a piedi si raggiunge il centro abitato di Laštovo. È curioso scoprire che, per la sua particolare posizione su un altopiano coltivato, il centro storico del paese non offre nessun punto di vista panoramico sul mare. Ma le minuscole cantine a pochi passi dall’uf-ficio postale meritano una visita. L’isola invita ad altre soste, ma le 40 miglia che la separano da Hvar impongono di salpare l’ancora. La navigazione è sicura, in acque profonde e senza pericoli nascosti.

L’unico ostacolo si trova a ponente dell’isolotto di Scedro, per la presenza di secche e di scogli affioranti, che richiedono una buona consultazione delle carte nautiche e un occhio costante allo scanda-glio. Dal Pakleni Kanal, con la prua in direzione nord, lasciato sul-la dritta lo scoglio di Galisnik, si entra nel porto di Hvar. Il tratto della banchina est è riservato ai traghetti e le barche con pescaggio

fino a 2,5 metri possono ormeggiare al molo nel lato nord. Trovare posto però è un’impresa, perché i mega yacht stranieri monopolizzano tutto l’appro-do. Alla fonda, se non soffiano venti da sud, si gode in tutta tranquillità il panorama delle case in pietra e dei locali che affollano la banchina. Qui è stato ap-pena restaurato il design-hotel Riva, 52 stanze e una

spa. Un avvertimento: le voci e la musica dei ritrovi alla moda, come l’arabeggiante Carpe Diem, arrivano sino alla barca e si spengono solo con le prime luci dell’alba. Nonostante sia una delle mete turi-stiche più frequentate della Croazia, Hvar è riuscita a conservare quanto è rimasto dell’influsso della dominazione veneziana e dell’ar-chitettura rinascimentale. Nella piazza principale in pietra bianca, che si apre sul fronte del porto, si trovano la cattedrale con il cam-panile cinquecentesco e la monumentale loggia rinascimentale co-

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Laštovo è stata inserita dal Wwf nella nuova lista dei giardini mediterranei

1. L’Apotheose

alla fonda, al largo

dell’isola di Hvar.

2. La Dogana vecchia

di Spalato

vista dal campanile.

Nel marina della città

ci sono 364 posti barca.

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struita dai maestri di Korcula. Affacciato sul molo di ponente c’è l’ingresso dell’antico Arsenale, ora chiuso per restauro. Al primo piano del grande edificio, il secentesco teatro testimonia l’attività culturale di questa città, che fu uno dei più importanti scali maritti-mi del Mediterraneo. Per comprendere le stratificazioni del passato e le culture che nei secoli hanno inciso sulla storia di questa terra, è consigliabile una visita all’ex chiesa barocca di San Marco, trasformata in museo dedicato alla memoria dell’archeologo Grga Novak (1888-1978), dove si ammirano una bella collezione di reperti antichi e il lapidario. L’ascia di Markova, fatta di un minerale rarissimo, l’iscrizione dal Faros (Stari Grad), che parla della vittoria contro gli Illiri alla fine del IV se-colo a.C., e un esemplare di ara del sacrificio del V secolo a.C. sono pezzi di grande valore storico.

Tra il dedalo di viuzze della cittadina si incontrano botteghe ar-tigiane come quella di Yakia, nella parte di levante del Porto (tel. 00385.21.74.30.67), che recupera legni portati dalle mareggiate tra-sformandoli in sgabelli e lampade, e vecchie reti in corda per creare collane nelle quali si intrecciano coralli e pietre dure. La galleria d’arte Aloha (Hectoroviceva bb, tel. 00385.21.71.72.02) di Vislav Zaninovic è il ritrovo di giovani artisti che esplorano nuove tecni-

che espressive. Dijana Livasa Roic, una delle ultime arrivate, realizza magliette patchwork con tessuti di felpa garzata decorate con sog-getti di Corto Maltese dipinti a mano. Tra i ristoranti, merita una segnalazione il Luna, nel centro rinascimentale della città. Il tetto, dove venivano stesi i panni ad asciugare al sole, è stato trasformato in una terrazza con i pochi tavoli illuminati, nelle notti di luna pie-

na, solo dalle stelle. Konoba Katarina, invece, è una cantina dove degustare il rosso Plavac abbinato a un delizioso formaggio pecorino. Il passaparola dei naviganti segnala nella caletta di Sv. Nedjelja, nella parte nord dell’isola, il Plenkovic, un ristorante con la cantina sotto il livello del mare.

Da Hvar si salpa di buon mattino per raggiun-gere Spalato. Sono solo 25 miglia da percorrere avvolti in una cappa di umidità che inghiotte ogni cosa. In tre ore, gli otto nodi del-l’Apotheose conducono al marina Aci di Spalato. Si trova nella parte sudoccidentale del porto cittadino ed è segnalato da due fanali in-stallati all’esterno dei frangiflutti a gomito. La richiesta di entrata al-la direzione del marina con il Vhf è da effettuare sul canale 10 o 16. “I posti barca sono 364, ma non riescono più a soddisfare la crescen-te domanda di ormeggi che si è sviluppata negli ultimi anni”, pun-tualizza Zdravco Banovich, direttore dell’Ente del turismo locale.

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1. La tavola apparecchiata

dell’Apotheose. 2. Lo sloop

in navigazione al largo

di Korcula, fra gli isolotti

coperti di boschi di pini

che si riflettono nel mare.

Lungo la costa si fa cambusa nei mercati di pesce e nelle cantinedei vigneti

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Anche i costi sono leggermente lievitati, ma ancora molto inferiori ai marina delle località turistiche italiane. Si parte dai 43 ¤ al giorno per una barca di 12 metri per arrivare ai 210 per una di 25 metri.

La città vecchia è a pochi passi dal porto ed è tutta pedonale. Ma-gnifico il colonnato di pietra bianca del Palazzo di Diocleziano, che fu fatto costruire dall’imperatore alla fine del III secolo per trascorrervi gli ultimi anni di vita. Intorno alle mura sono cresciute botteghe, costru-zioni medievali, rinascimentali, veneziane. La piazza principale è or-

nata da sedici colonne corinzie, il peristilio dell’originario mausoleo dell’imperatore. Di fronte, un anno fa ha aperto un piccolo hotel di charme, il Vestibul, con 6 stanze le cui pareti sono parte di mura ro-mane. Dopo 200 miglia di navigazione si può anche decidere di tra-scorrere una notte a terra, in questo albergo ricco di storia. Non prima però di aver provato un guazzetto di pesce al Nostromo, il ristorante accanto al mercato ittico che apre alle prime ore del mattino.

Inviati da Dove, Pasquale Alfieri e il fotografo Davide Scagliola

Gli indirizzi

Come arrivarci

In aereo: con Croatia Airlines, www.croatiaairlines.com, tel. 06.54.21.00.21, l’a-r Roma-Spalato costa da 235 €. Con Alitalia, www.alitalia.it, tel. 06.22.22, l’a-r Roma/Milano-Spalato costa da 239 €.In nave: i traghetti di Jadrolinija-Amatori, www.jadrolinija.hr, tel. 00385.71.20.43.05, collegano Ancona e Bari a Spalato, Korcula, Hvar e Trogir. Traghetti da Ancona, Bari, Pescara anche con Snav, www.snav.it, tel. 081.42.85.555 e Tirrenia, www.tirrenia.it, tel. 892.123.

Dove dormire

VestibulLe pareti delle sei stanze sono antiche mura romane. Indirizzo: Iza Vestibula 4, Spalato, tel. 00385.21.32.93.29, www.vestibulpalace.com. Prezzi: doppia b&b 130-210 €. C/credito: tutte.f

Riva Design minimalista e piccola spa. Indirizzo: Dolac bb, Hvar, tel. 00385.21. 75.01.00, www.suncanihvar.com. Prezzi: doppia b&b da 175 €. C/credito: tutte.n h

SolitudoDalla terrazza-ristorante si domina la baia. Indirizzo: Pasadur, Laštovo, tel. 00385. 20.80.21.00. Prezzi: doppia b&b sui 50 €. C/credito: tutte.g

OdisejL’unico hotel dell’isola. Indirizzo: Pomena, Mljet, tel. 00385.20. 36.25.61, www.hotelodisej.hr. Prezzi: doppia b&b da 56 €. C/credito: tutte.g

Dove mangiare

Luna Nel centro rinascimentale, con terrazza panoramica. Indirizzo: P. Hektorovica 1, Hvar, tel. 00385.21.74.14.00. Orari: 12-24 (mai chiuso). Prezzi: 45 €. C/credito: Dc, Visa.

Ogigija Cucina tipica e piatti alla brace. Indirizzo: Polace 17, Govedari, Mljet, tel. 00385.20.74.40.95. Orari: 11-23 (mai chiuso). Prezzi: da 20 €. C/credito: no.

Konoba Ana Si ormeggia a un passo dai tavoli apparecchiati in riva al mare. Indirizzo: Pomena 5, Govedari, Mljet, tel. 00385.20.74.40.34. Orari: 9-24 (mai chiuso). Prezzi: da 20 €. C/credito: no.

Konoba Nine Tovaglie bianche a filo d’acqua, accanto all’approdo delle barche. Indirizzo: Pomena 6, Govedari, Mljet, tel. 00385.20.74.40.37. Orari: 8-24 (mai chiuso). Prezzi: da 15 €. C/credito: no.

Konoba Katarina Una cantina con ottimi formaggi. Indirizzo: vl. Frane Novak, Hvar, cell. 00385.91.79.11.720. Orari: 10-13 e 18-24 (mai chiuso). Prezzi: 10 €. C/credito: no.

Nostromo Accanto al mercato del pesce. Indirizzo: Kraj Sv. Marine 10, Spalato, tel. 00385.91.40.56.666. Orari: 8-24 (mai chiuso). Prezzi: 30 €. C/credito: tutte.

TritonSi sceglie direttamente il pesce che si vuole mangiare. Indirizzo: Zaklopatica 15, Laštovo, tel. 00385.20.80.11.61. Orari: 17-24 (mai chiuso). Prezzi: 20 €. C/credito: Dc.

Indirizzi utili

In Italia: Ente nazionale croato per il turismo, piazzetta Pattari 1/3, Milano, tel. 02.86.45.44.97, 86.45.44.43; via dell’Oca 48, Roma, tel. 06.32.11.03. 96, www.enteturismocroato.it, http://it.croatia.hr.I Marina Aci (www.aci-club.hr): Spalato, Uvala Baluni bb, tel. 00385. 21.39.85.48. Korcula, tel. 00385.20.71. 16.61. Trogir, tel. 00385.21.88.15.44.

Palmizana, Sv. Klement (2 miglia da Hvar), tel. 00385.21.74.49.95. Milna, Brac, tel. 00385.21.63.63.06.