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01 FOCUS Smart manufacturing: terminologie e contenut REPORT I proget Intellimech 2016 Un nuovo laboratorio al Point per l’innovazione Intellimech tra passato, presente e futuro La fabbrica intelligente “fa notizia”

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FOCUSSmart manufacturing: terminologie e contenuti

REPORTI progetti Intellimech 2016

Un nuovo laboratorioal Point per l’innovazione

Intellimech tra passato, presente e futuro

La fabbrica intelligente “fa notizia”

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PrimaPagina

Smart News è uno strumento di comunicazione

a cura di Intellimech, realizzato con la

partecipazione attiva dei soci del Consorzio. Si ringraziano collaboratori, consulenti e personalità istituzionali e scientifiche che hanno partecipato alla realizzazione dei vari interventi.

on la realizzazione di questo

strumento editoriale il

Consorzio Intellimech e le realtà che

ne fanno parte ribadiscono la volontà

di intensificare l’attenzione per la

comunicazione e il dialogo verso tutti

i propri interlocutori, partendo dalle

aziende che si trovano ad essere

sempre più coinvolte e protagoniste

nelle dinamiche della cosiddetta

“smart manufacturing”.

I percorsi della fabbrica intelligente

sono caratterizzati da condizioni

evolutive di grande portata, non

eludibili, destinate a tracciare il senso

stesso di concetti come “efficienza” e

“competitività”.

Non stiamo parlando di un futuro

lontano, ma della contemporaneità.

Le prospettive che oggi stiamo

concretamente vivendo erano

insite nell’idea base che ha portato

alla costituzione del Consorzio

Intellimech nel 2007. In quell’anno

un gruppo di aziende e realtà,

lungimiranti e consapevoli delle

fondamentali trasformazioni

che stavano avvenendo a livello

di applicazione e gestione delle

tecnologie e delle microtecnolgie,

presero una decisione innovativa

ed anche coraggiosa: collaborare

e scambiarsi esperienze tramite

l’attività di un Consorzio di ricerca

dedicato alla meccatronica, anche se

già allora si intravedevano i più ampi

orizzonti della smart manufacturing.

Proprio la velocità e la strategicità

dei cambiamenti avvenuti negli

ultimi anni ci fanno percepire

che la fabbrica intelligente e

l’impegno di Intellimech richiedono

approfondimenti e soprattutto

meritano di essere sempre più

conosciuti. Di fabbrica 4.0 si parla

tanto, anche in abiti divulgativi

spiccatamente rivolti verso il grande

pubblico. Ma spesso, purtroppo, in

modo frammentario e superficiale,

anche quando ci si rivolge alle

imprese, al tessuto economico. Fra

i compiti di Intellimech vi è anche

quello di rendere più chiare le

prospettive, i risultati, le opportunità

(senza dimenticare le criticità

applicative) di uno sviluppo orientato

alla fabbrica Intelligente.

Ad alcuni potrebbe apparire

strano che in uno scenario sempre

più digitale e caratterizzato da

comunicazioni on line, Intellimech

abbia deciso di realizzare uno

strumento cartaceo come Smart

News (proprio in questo scenario,

tra l’altro, un prodotto che nasce in

carta è facilmente pubblicabile anche

in rete).

La scelta è sostenuta da precise

argomentazioni: gli strumenti

in carta sono stati anch’essi

protagonisti di un importante

cambiamento in questi ultimi anni.

Se ben confezionata nei suoi obiettivi

e contenuti, la comunicazione che

utilizza carta si dimostra capace di

mantenere un forte gradimento,

soprattutto nel management delle

imprese; questo è vero in particolare

quando dall’informazione di pronto

consumo, quasi “di cronaca” (terreno

privilegiato dei media digitali), si

passa all’approfondimento, alla

riflessione, a una lettura da business

magazine, appunto.

Uno strumento di comunicazione

in carta può stare sulla scrivania,

può essere sfogliato nel momento

ideale determinato proprio dalla

predisposizione di chi legge. È per

sua natura una comunicazione che

invita anche a essere ripresa e riletta.

Perfino conservata, se vogliamo.

Ma soprattutto, per scelta, invita

a cogliere nella loro profondità i

contenuti che propone. Per questo,

nel decidere di attivare un canale

di comunicazione per Intellimech,

abbiamo deciso per uno strumento

di questo tipo: “classico” nella

forma, ma fortemente innovativo nei

contenuti.

Ideazione, progetto e realizzazione grafica: New Target Agency - Bergamo

www.newtargetagency.itStampa: Cpz SpA

Sommario

3

Gianluigi ViscardiPresidente Consorzio Intellimech.Presidente Cluster Tecnologico Nazionale “Fabbrica intelligente”.Vicepresidente Piccola Industria Confindustria con delega all’Innovazione.

01pag.3 Prima PaginaLa comunicazione Intellimech

pag. 4 Il punto Intellimech: il percorso di sviluppoA cura di Stefano Ierace

pag. 8 FocusSmart manufacturing: terminologie e contenuti

pag. 12 ReportI progetti Intellimech 2016A cura di Fabio Floreani

pag. 18 EventiInaugurato il laboratorio

di Bergamo Tecnologica

da pag. 20 a 31 SinergieBergamo Sviluppo

22 Università di Bergamo

24 Confindustria Bergamo

26 AFIL - Associazione Fabbrica

Intelligente Lombardia

28 Università Politecnico di Milano

30 Marzotto Group

da pag. 32 a 39 InterventiIntellimech tra passato, presente e

futuro

pag. 40 MonitorLa fabbrica intelligente fa sempre

più notizia

pag. 44 TeamStaff di ricerca Intellimech: un team giovane per un futuro già presente

pag. 47 Agenda

La comunicazione Intellimech

54

Nonostante non esista una

definizione univoca e condivisa del termine “Industry 4.0”, possiamo in generale descriverlo come la completa digitalizzazione dei

processi produttivi utilizzando e coniugando elementi fisici e

controparti digitali (Cyber-Physical Systems) all’interno della factory. La tematica predominante è la possibilità di monitorare e controllare

tutti i processi produttivi utilizzando al contempo i dati raccolti per migliorarne la produttività e la qualità.

Questo pone il termine Industry 4.0 al centro di una nuova ondata di innovazione che, come la prima, la seconda e la terza rivoluzione industriale, si prevede possa generare notevoli miglioramenti in termini di produttività industriale. Gli obiettivi perseguibili sono essenzialmente di due tipi: utilizzare le tecnologie digitali a supporto del

manufacturing per rendere le aziende

più competitive, più produttive e più reattive; arricchire i prodotti strumentali di servizi ICT per abilitare nuove opportunità di business.Intellimech nasce operativamente nel 2007, con il lancio di due progetti pre-competitivi, PROPHET e MAXUV, che mirano a sviluppare delle piattaforme dimostrative in cui le componenti Hardware e Software hanno un ruolo predominante. Questi progetti hanno budget e tempi di sviluppo consistenti, 2 anni per ciascun progetto. Quasi contemporaneamente alla fine dei primi due viene promossa un’altra coppia di progetti della stessa

Integrando gli aspetti positivi sia dei progetti pre-competitivi che di quelli di “aggiornamento tecnologico”, che formano il patrimonio storico-esperienziale del Consorzio, l’attuale attività di Intellimech propone approcci “su misura” per i soci, essenziali per la definizione di successive piattaforme dimostrative.

Fra i temi spicca la centralità di Industry 4.0, al centro di una nuova ondata di innovazione che, si prevede, può generare notevoli miglioramenti in termini di produttività industriale.

Intellimech: il percorso di sviluppo

tipologia, COMETHA ed ESASIM. Alla conclusione di questi primi lavori si assiste ad una prima “opportunità” per il Consorzio: l’interesse suscitato dai risultati è tale che alcune aziende decidono di abbandonare

la pre-competitività dei progetti ed applicare il risultato sul proprio

prodotto/processo, permettendo la nascita di impegni su commessa,

già regolamentati a statuto anche da un punto di vista di proprietà intellettuale. I ricavi derivanti dalla nascita dei progetti su commessa rendono possibile la diminuzione

della quota consortile a partire dall’anno 2010. Questo momento fornisce un secondo importante

cambiamento di Intellimech: nel 2011 viene “abbandonato” l’aspetto pre-competitivo e vengono lanciati progetti di “aggiornamento tecnologico”, di dimensioni ridotte, sia temporali che economiche, progetti condivisi tra le imprese, finanziati sempre con la quota consortile e con il supporto della Camera di Commercio di Bergamo.

Gli obiettivi strategici dell’attività del Consorzio Intellimech sono finalizzati ad apportare contributi progettuali originali sui due percorsi fondamentali della fabbrica intelligente: da un lato utilizzo delle tecnologie digitali a supporto del manufacturing per rendere le aziende più competitive, più produttive e più reattive, e dall’altro lato arricchire i prodotti strumentali di servizi ICT per abilitare nuove opportunità di business alle imprese.

Il punto a cura di Stefano Ierace

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I primi due si chiameranno INTRACE (tracciabilità – RFId) e COSMIS (monitoraggio con smartphone), seguiti negli anni successivi da altri progetti di scouting relativi a tematiche tecnologiche di interesse generale:- Risparmio e recupero energetico in macchine ed impianti (POWERSAVE)- La Fabbrica a basso impatto ambientale ed efficiente nell’uso dell’energia e delle risorse (ECO-FACTORY)- Reti wireless per uso industriale (IWN)- Software modulare (SOFTMOD)- Stampa 3D (3DPRINTING)- Internet of Things (IOT)- Progettazione integrata di macchine (IDM)

I nuovi progetti Intellimech rappresentano un cambiamento

importante nella gestione e nello sviluppo delle attività consortili. Nella nuova configurazione, infatti, i progetti di scouting sono finalizzati alla definizione di progetti pre-competitivi tagliati su misura per i

soci e rappresentano dunque il punto di partenza per la definizione delle successive piattaforme dimostrative. Il percorso di sviluppo prevede una prima fase di raccolta delle necessità

aziendali, necessità che non sono

inerenti a tematiche tecnologiche specifiche, come avveniva nei primi progetti, bensì a singoli processi

I nuovi progetti Intellimech rappresentano un cambiamento importante nella gestione e nello sviluppo delle attività consortili.

aziendali (produzione, logistica, manutenzione, ecc.). L’idea alla base è quella di rendere “trasparenti” le tecnologie alle imprese che in

tal modo avranno la possibilità di esprimere in modo non vincolato le proprie necessità; solo in un secondo momento subentreranno

gli strumenti tecnologici come mezzo per risolvere le problematiche aziendali. I ruoli dei differenti attori risultano in tal modo chiari e definiti: le aziende esprimono le proprie necessità e supportano

la controparte scientifica nella definizione finale dei dimostratori mentre i ricercatori ed il Comitato Tecnico Scientifico individuano le tecnologie di supporto alla base

delle piattaforme pre-competitive. In una seconda fase i dimostratori

tecnologici verranno progettati e sviluppati nel laboratorio Intellimech; il loro sviluppo verrà man mano presentato ai soci durante degli

incontri intermedi e le piattaforme dimostrative finali saranno oggetto di progetti pilota specifici per le singole imprese.

Incrementare l’im-patto delle attività

consortili, mediante lo sviluppo concreto di soluzioni tec-nologiche.

Sviluppare know-how interno, formando i giovani ricercatori non solo dal punto di vista teorico ma anche pratico.

Costruire piattaforme tecno-logiche condivise, sfruttando gli incontri specifici per raccogliere interessi comuni.

Massimizzare la fruibilità della ricerca, attraverso la verticalizza-zione delle piattaforme in progetti pilota specifici.

I macro obiettivi dell’impegno Intellimech

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AZIENDE DEL CONSORZIO RICERCATORI E CTS

Problemie necessità

Soluzionitecnologiche

Ideeprogettuali

Dimostratoritecnologici

Applicazionispecifiche

Il punto

98

Focus

Il moltiplicarsi delle attenzioni verso la cosiddetta “smart manufacturing” ha determinato anche uno sviluppo crescente del dibattito sugli scenari e i linguaggi della “quarta rivoluzione industriale”, identificata spesso dall’ormai celebre paradigma di industria 4.0. Già questo incrociarsi di definizioni evidenzia che nello sviluppo del tema sussiste prima di tutto la necessità di fare chiarezza sui linguaggi adottati e sui significati dei termini. Anche perché, all’interno di questi modelli interpretativi e scuole di pensiero, si collocano tanto la

riflessione sul ruolo della tecnologia nel processo di cambiamento, quanto le trasformazioni che esso sollecita

alle persone coinvolte, in particolare agli operatori e ai manager che si

interfacciano con le tecnologie. Persone che per relazionarsi fra loro è necessario utilizzino linguaggi condivisi. Ricordiamo che la definizione di industria 4.0 è stata utilizzata per la prima volta in Germania nel 2011, in occasione di una Fiera ad Hannover. L’espressione è diventata rapidamente di uso comune, volta ad identificare l’evoluzione come “quarta rivoluzione industriale”. La prima (Industry 1.0) è giunta in seguito allo sfruttamento della potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione. La seconda, introdotta alla fine del secolo XIX, ha dato il via alla produzione di massa attraverso l’uso dell’elettricità e delle catene di montaggio. Industry 3.0 è conosciuta più in generale come la rivoluzione digitale o era digitale, capace di

sviluppare i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’IT. I modelli di Industria 4.0 puntano ancora maggiormente

sull’informatizzazione evoluta delle industrie, soprattutto manufatturiere,

ed hanno come loro focus la

creazione di vere e proprie “Smart Factory”, caratterizzate da grande capacità di adattamento, flessibilità al mutare delle condizioni di mercato,

efficienza ed ergonomia proprio a partire dalla straordinaria capacità della comunicazione applicata alle

macchine e ai processi.Si tratta di uno scenario solo apparentemente semplice, mentre

altresì diventa quasi di giorno in giorno più articolato. Ad esempio parlare di evoluzione 4.0 significa essenzialmente adottare una nuova architettura di filiera basata sul concetto di Cyber Physical Production System, modello che supera il singolo processo aziendale,

coinvolgendo aspetti identificati come sinergie “5C”: connection, conversion, cyber, cognition, configuration.

Lo scenario terminologico che caratterizza il concetto di fabbrica intelligente o di industria 4.0, con le sue diversificazioni e analogie, appare simbolicamente affine alle condizioni effettive di applicazione dei modelli,prima fra tutte la necessità di adottare linguaggi condivisi.

Fra gli obiettivi dell’industria 4.0 si colloca un ambiente di produzione molto più easy, con minore controllo centrale e più intelligenza integrati localmente nei sistemi tecnologici.

Smart manufacturing: terminologie e contenuti

Molte aziende, anche in Italia, stanno già concretamente adottando metodi, procedure e sistemi che possono a ragione essere considerati di smart manufacturing, anche se spesso in forma non articolata. Siamo ben oltre le sperimentazioni applicative.

Per raggiungere gli obiettivi 4.0, saranno necessari nuovi strumenti intelligenti e nuovo software per la strutturazione dei flussi di dati; la maggioranza delle macchine, proprio come i materiali e le merci con componenti lavorati, saranno dotate di innovativi processori miniaturizzati, unità di memoria, sensori e trasmettitori incorporati.

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I dispositivi intelligenti, che per definizione integrano più tecnologie, introducono infatti nuove sfide e richiedono nuove competenze. Fra gli obiettivi primari dell’industria 4.0 si colloca un ambiente di produzione molto più easy, con minore controllo centrale e più

intelligenza integrati localmente nei sistemi tecnologici. Una condizione che prevede sempre più l’adozione di sistemi di fabbricazione cyber-fisici dove prodotti intelligenti utilizzano sensori per fornire istruzioni di

lavorazione alle apparecchiature di produzione automatizzata. In altre parole: le fabbriche controlleranno e ottimizzeranno i processi produttivi in gran parte da sole. Per raggiungere questo obiettivo, saranno necessari nuovi strumenti intelligenti e nuovo software per la strutturazione dei flussi di dati; la maggioranza delle macchine, proprio come i materiali

e le merci con componenti lavorati, saranno dotate di innovativi processori miniaturizzati, unità di memoria, sensori e trasmettitori incorporati. Tutti questi sviluppi consentiranno a prodotti e macchine di comunicare meglio

tra loro, direttamente o tramite

Internet delle cose. I dati grezzi acquisiti forniranno il feedback che consente il monitoraggio in tempo

reale e la regolazione di diversi processi, aumentando l’efficienza. Tutto ciò comporta però di creare un’infrastruttura che metta meglio in comunicazione i vari elementi che partecipano al processo produttivo, consentendo al sistema complessivo di usufruire di una miriade di dati che vengono elaborati e sintetizzati, innescando automatismi e retroazioni che vanno ad aumentare l’efficacia dei processi stessi. Inoltre l’integrazione tra gli oggetti messi in rete, coadiuvati da sistemi di sensoristica e diagnostica, fornirà agli stessi una forma di “intelligenza” che per definizione prevede la capacità di imparare dai propri errori

e permetterà di gestire in automatico e con una flessibilità virtualmente senza limiti qualsiasi produzione e logistica. Accanto agli aspetti che riguardano la produzione vi sono poi tutti quelli

che stanno a

monte, nelle fasi di

progettazione, prototipazione e testing, dove l’implementazione di software di simulazione sempre più performanti permetteranno di virtualizzare e dunque velocizzare estremamente le fasi di definizione del prodotto. Fin qui la “tecnologia”, ma quello che spesso non viene evidenziato e che riveste invece un’importanza strategica è il ruolo di chi deve studiare il sistema nel

suo complesso,

a cominciare dal

tipo di azioni e retroazioni che le macchine dovranno implementare una volta letti i dati. Altrettanto importante è la capacità di individuare, a monte, come creare valore per il cliente. Il valore percepito dal cliente, infatti, non necessariamente corrisponde

a quello fisico creato dal processo produttivo, da qui l’importanza delle attività di ideazione e progettazione del prodotto, al quale si affiancano le operazioni di marketing per lo studio dei mercati e la valorizzazione del brand. Insomma abbiamo e avremo sempre più la possibilità di usufruire di informazioni complete e

dettagliate, ma il vero valore aggiunto lo darà la capacità di sapere come

utilizzarle e gestirle. Ad oggi siamo in una situazione di passaggio, di

transito decisamente particolare e che inevitabilmente dovrà evolvere ulteriormente in tempi relativamente rapidi. Molte aziende, anche in Italia, stanno già concretamente adottando metodi, procedure e sistemi che

possono a ragione essere considerati di smart manufacturing, anche se

spesso in forma non articolata e con difficoltà di reale dialogo fra le varie componenti. Siamo ben oltre le sperimentazioni applicative e già configurazioni individuali

funzionano eccellentemente. Ma si tratta appunto di episodi, di individualizzazioni. Diverso e ancora in divenire è l’adozione di metodi e linguaggi comuni e condivisi. E’ come se la difformità terminologica che caratterizza ancora l’identificazione stessa del futuro della manifattura si riverberasse anche nelle condizioni effettive delle fabbriche. Per rendere concreto un reale scenario di smart

manufacturing, soprattutto più

facile da adottare e implementare, devono convergere ancora molti fattori. Attualmente, per esempio e prima di tutto, non esiste alcun accordo su quale tecnologia standard verrà utilizzata per trasmettere i segnali necessari ad abilitare il

cloud di Internet delle cose. D’altro lato, molte delle informazioni

che sarebbero necessarie per

mantenere le macchine in contatto si muovono per blocchi di dati. Ancora prima, però, le aziende

manifatturiere dovrebbero non solo accogliere senza rallentamenti e perplessità spesso ingiustificate il concetto di industria 4.0; ciò significa passare rapidamente a comprendere meglio come i progetti di evoluzione possono essere adottati concretamente nelle proprie realtà aziendali. Per questo sono fondamentali dialoghi e modelli di

confronti. Esattamente quello che

distingue e caratterizza l’impegno del Consorzio Intellimech. Per un paese ad alta densità manifatturiera come l’Italia, è importante che ci sia uno sforzo congiunto per innovare processi e organizzazioni produttive. L’obiettivo è di dare nuove prospettive alla manifattura proprio là dove si incrociano processi e prodotti, pensando insieme la fabbrica intelligente.

La definizione di industria 4.0 è stata utilizzata per la prima volta in Germania nel 2011. L’espressione è diventata rapidamente di uso comune, volta ad identificare l’evoluzione come “quarta rivoluzione industriale”. I modelli di Industria 4.0 puntano ancora maggiormente sull’informatizzazione evoluta delle industrie, soprattutto manufatturiere, ed hanno come loro focus la creazione di vere e proprie “Smart Factory”.

FINE XVIII SEC.1a Rivoluzione Industriale

INIZIO XX SEC.2a Rivoluzione Industriale

INIZIO ANNI ‘703a Rivoluzione Industriale

OGGI4a Rivoluzione Industriale

Introduzione di impianti meccanici grazie all’energia idrica e al vapore

Introduzione della produzione di massa a settori grazie all’energia elettrica

Introduzione dell’elettronica nell’IT per una maggiore automazione della produzione

Internet of Thingsinterconnessione tracomponenti

Attualmente non esiste alcun accordo su quale tecnologia standard verrà utilizzata per trasmettere i segnali necessari ad abilitare il cloud di Internet delle cose.

Focus

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Secondo una recente ricerca di

McKinsey il maggior potenziale della fabbrica intelligente risiede

nell’ottimizzazione delle operation, con un impatto potenziale stimato variabile dai 633 ai 1766 miliardi di dollari entro il 2025. La possibilità è quella di sfruttare la sensoristica più che il giudizio umano per regolare le

performance delle macchine e degli

impianti produttivi. Questo implica

anche raccogliere ed utilizzare i dati di processo per regolare efficientemente i flussi produttivi tramite il loro monitoraggio locale e

remoto, sia all’interno del medesimo stabilimento che tra differenti stabilimenti produttivi. Le tecnologie alla base della Smart Factory possono dare alle aziende una comprensione

completa di quello che accade durante il processo produttivo

abilitando una sua regolazione ed

evitandone interruzioni indesiderate. General Motors, ad esempio, utilizza dei sensori di umidità per ottimizzare le operazioni di verniciatura; se le condizioni ambientali sono sfavorevoli, il semilavorato viene automaticamente reindirizzato verso un’altra parte dell’impianto produttivo, evitando così le operazioni di riverniciatura e

massimizzando l’uptime dell’impianto.Dopo l’ottimizzazione delle operation, la seconda applicazione più promettente è quella della manutenzione predittiva (240-627 miliardi di dollari) delle macchine, seguita dall’ottimizzazione dei magazzini (98-342 miliardi di dollari). L’impatto economico sulle operazioni manutentive deriva dall’utilizzo estensivo della sensoristica sulle

macchine per monitorare il loro stato

di salute e prevenire guasti e rotture indesiderate; nuovi algoritmi di stima di guasti incipienti, inoltre, possono essere efficacemente utilizzati per ottimizzare la schedulazione degli interventi manutentivi. Essenzialmente le tecnologie alla base della smart-factory possono consentire il passaggio da politiche di manutenzione “fix and repair” a

modelli più efficienti “predict and prevent”. Partendo da queste considerazioni sono state individuate le tre aree tematiche di interesse per i nuovi progetti Intellimech:- Area tematica 1: Sistemi e soluzioni tecnologiche per la

tracciabilità di semilavorati e prodotti finiti nella logistica e nella produzione.

I progetti Intellime ch 2016

Sono state individuate e attivate tre aree tematichedi interesse, discusse e concordate durante incontri specifici tra i ricercatori ed i soci, che sono andate ad identificare problematiche comuni e tali da rispondere alla maggior parte delle necessità dei consociati.

Impatto economico potenziale per ambito applicativo (fonte McKinsey)

Ambiti applicativi

Impatto economico potenziale (miliardi per anno)

Totale = 1,2 bilioni-3,7 bilioni Previsione

Utile potenziale

5-12,5% riduzione dei costi

Ottimizzazione operazione

633-1,766

10-40% riduzione dei costi

Manutenzione predittiva

240-627

20-50% riduzione dei costi

Ottimizzazione magazzini

98-342

10-25% risparmiSalute

e sicurezza65-226

10-25% guadagni nel raccoltoPerfezionamento

raccolto agricolo52-338

30-50% riduzione (su tutti i farmaci)

Riduzione dei farmaci contraffatti (ospedali)

30-117

10% ottimizzazione della produttivitàProduttività umana

(realtà aumentata)30-60

5% guadagno di produttivitàProduttività umana

(supervisione)22-50

3-4% guadagnodi produttività

Produttività umana (riprogettazione strutturale)

17-50

3-4% guadagno di produttivitàProgettazione

usage-based10-57

30% in meno di tempo di smistamento

Logistica della manutenzione

6-19

20-50% riduzione dei costi (fino al 20% per l’energia)

Energia nelle strutture ospedaliere/Gestione della sicurezza

6-10

2-6% diminuzioneDispositivi medici ottimizzati

2-14

Fino al 60% diminuzionedelle perdite

Controllo del bestiame (agricoltura)

1-3

~ $15 bilioni di costi operativi di produzione; 50 milioni di personale infermieristico ospedaliero

Impianto di produzione/attrezzatura e manutenzione ospedaliera ~ $577 miliardi

Produzione/costo di mantenimento dei magazzini ospedalieri ~ $857 miliardi; 2% scarto farmaci

~ $1 bilione per anno, costo assicurazione sanitaria e infortunistica

Valore aggiunto agricolo ~ $3 bilioni per anno

Perdite dovute alla contraffazione ~ $100 miliardi per anno

~ $4.7 bilioni salario per operai e personale tecnico ospedaliero

~ $5 bilioni salario per operai, dipendenti ospedalieri e agricoltori

Salario operatori e assistenza tecnico-specialistica ospedaliera ~ $14.8 bilioni

Valore aggiunto macchinari di produzione ~ $1 bilione

Costo smistamento articoli magazzini ~ $50 miliardi

~ $53 miliardi energia e costi di sicurezza

~ $600 miliardi per anno dispositivi medici durevoli

~ $1 bilione valore del bestiame

~ $1.6 bilioni per anno attrezzatura di valore aggiunto e acquisti ospedalieri

Fino al 2% diminuzioneAnalisi pre-vendita 0-

29

Report a cura di Fabio Floreani

1514

- Area tematica 2: Sistemi e soluzioni tecnologiche per i controlli

qualitativi.- Area tematica 3: Sviluppo di sistemi ed algoritmi per il

monitoraggio e la diagnostica predittiva per la manutenzione ed il service.Le aree tematiche individuate sono state discusse durante

incontri/interviste specifiche tra i ricercatori ed i soci e sono servite ad identificare problematiche comuni tra le imprese agevolando così la definizione di una piattaforma tecnologica che risponda alla maggior

parte delle necessità dei consociati. Tale raccolta di informazioni sarà

in seguito il punto di partenza per

identificare le soluzioni tecnologiche da utilizzare. Parallelamente a questa fase di raccolta di informazioni è

stato svolto uno scouting relativo ad ogni singola area tematica, con l’obiettivo di presentare ai soci casi di successo e tecnologie abilitanti nei 3 ambiti di interesse; durante i vari incontri le aziende ed i ricercatori hanno avuto la possibilità di confrontarsi per individuare congiuntamente la soluzione ottimale per le problematiche riscontrate. Il tutto nella consapevolezza che le tecnologie alla base del paradigma

“Industry 4.0” offrono un’enorme opportunità sotto questo punto di vista, risultando fortemente trasversali ai differenti processi aziendali e facilmente fruibili anche

per esigenze differenti tra di loro. Incrementare l’efficienza dei processi produttivi con bassi investimenti e a costi contenuti è infatti un driver fondamentale per restare competitivi in un mercato globale sempre più

ostile.

Smart MonitoringLa digitalizzazione delle imprese

manifatturiere a livello italiano ed europeo, spinta dalle tecnologie

proprie del paradigma Industry 4.0, avrà un enorme impatto sul mercato nei prossimi 10 anni, introducendo enormi possibilità in termini di

incremento dell’efficienza, riduzione dei costi e sviluppo di nuovi modelli di business. Per cogliere tali opportunità diventa sempre più importante essere capaci di

raccogliere, gestire, integrare ed analizzare i dati della produzione all’interno dello stesso stabilimento o tra siti produttivi geograficamente distribuiti. Un possibile approccio è quello di correlare i dati di processo con quelli gestionali attraverso una integrazione diretta tra PLC e ERP. Tale processo di correlazione passa

necessariamente dall’adozione di un sistema di tracciabilità completo ed

affidabile delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti.

Il monitoraggio puntuale dei processi

produttivi comporta notevoli benefici in termini di razionalizzazione delle

materie prime e dei semi-lavorati, riduzione dei tempi di fermo

impianto e diminuzione dei prodotti difettosi; al contempo permette di avere una conoscenza completa

ed approfondita dei processi e dei

metodi produttivi.

I sistemi e le soluzioni tecnologiche

alla base dello Smart Monitoring spaziano dagli smart-sensor alle

metodologie di Data Mining, dai protocolli di comunicazione agli

Analytics e coprono differenti ambiti ingegneristici e di ricerca.

Nuovi sistemi di controllo adattativiLa leadership europea nella

produzione di merci è oggi sempre

più minacciata da soggetti esterni alla UE. Per affrontare la concorrenza globale è necessario affrontare e superare delle vere e proprie sfide: realizzare prodotti qualitativamente elevati a basso costo; ottenere linee produttive senza scarti (Zero-defect); sviluppare la flessibilità nella

produzione senza spese eccessive. Al giorno d’oggi i controlli qualitativi, specialmente negli impianti con elevati tassi produttivi, vengono ancora effettuati mediante analisi a campione tipicamente off-line e gestiti in base al superamento o meno dei test di QA (fail/pass). Questo ha conseguenze importanti sulla quantità di scarti produttivi, sulla produttività, l’efficienza dei costi e la gestione degli impianti di produzione. Tali sfide possono essere affrontate sviluppando e integrando

Obiettivi Migliore gestione del processo

produttivo e dei servizi post-vendita.

Gestione dei resi da parte dei clienti ed individuazione dei processi critici.

Monitoraggio, misura, analisi e controllo puntuale dei flussi produttivi.

Incremento della flessibilità del processo produttivo.

Migliore reattività e affidabilità nella schedulazione della produzione.

Sviluppo di sistemi di misura delle performance produttive anche legate al monitoraggio in tempo reale dei consumi energetici e delle risorse produttive.

Tematiche Tracciabilità di semilavorati e di

prodotti finiti, anche a livello di singoli pezzi, per ambienti critici (temperature elevate, disturbi, parti metalliche, ecc.)

Analytics e correlazione tra dati di processo e dati gestionali (analisi dei trend, controllo delle deviazioni del processo produttivo, ecc.) e tra dati di qualità e di mercato.

Sistemi di supporto alle decisioni e algoritmi di analisi/predizione delle deviazioni dei parametri nei processi produttivi.

Sistemi e soluzioni tecnologiche per i controlli qualitativi.

Obiettivi Identificazione automatica dei

prodotti fuori specifica.

Compensazione automatica della variabilità dei prodotti.

Riconoscimento puntuale del processo critico e sua compensazione.

Incremento della qualità dei prodotti finiti.

Eliminazione dei controlli qualitativi e delle tarature finali.

Riduzione degli scarti.

Riduzione del costo della produzione.

Incremento della produttività.

Tematiche Sistemi di controllo adattativi

delle linee produttive.

Nuovi strumenti e sensori per la misura on-line delle caratteristiche meccaniche, dimensionali ed elettriche dei prodotti finiti o dei semilavorati.

Identificazione del modello del sistema produttivo e ottimizzazione dei parametri di processo.

CONTROLLI NON DISTRUTTIVI IN-LINE

LINEA DI ASSEMBLAGGIOSEMILAVORATO

ASSEMBLAGGIOFINALE

STAZIONE DI CALIBRAZIONE FINALE

MATERIE PRIME CON PARAMETRINON CONTROLLATI

PRODOTTOFINITO

CONFORME

CONTROLLO DI PROCESSO(COMPENSAZIONE DELLA DIFETTOSITÀ)

SET-UP STAZIONE DI CALIBRAZIONE

Report

15

1716

le tecnologie di base (già allo stato dell’arte) per monitorare e controllare i KPIs di performance di prodotto e di processo ottimizzando le linee produttive multi-stadio in ottica di produzione «zero-defect». La necessità è quella di integrare: la conoscenza dei prodotti e dei processi con i dati dei sensori e degli strumenti di misura (classici o innovativi) in linea. Ciò determina la raccolta dei dati a livello di sistema e il controllo real-time delle linee produttive.

Diagnostica predittiva per la manutenzione ed il service (Smart Device)Lo sviluppo tecnologico delle infrastrutture di comunicazione è tale da poter pensare ad una

tendenza dell’evoluzione dei dispositivi e degli impianti verso sistemi fortemente interconnessi

dalla rete internet (Internet of Things, Industria 4.0, etc.). In questo ambito devono svilupparsi anche sistemi di monitoraggio e diagnostica, rendendo disponibili le informazioni

richieste in tempo reale e senza

vincoli geografici, aspetto essenziale per prodotti che conoscono un mercato globale. D’altra parte, l’integrazione nei sistemi industriali

di Smart Device, disponibili oggi a

basso costo, apre la strada ad una

serie di applicazioni e servizi dall’alto valore aggiunto. Dal punto di vista degli utilizzatori di queste macchine l’elevato grado di automazione a bordo può garantire cospicui vantaggi sia in ottica di maggiore produzione che di riduzione dei

costi di gestione. Il limite attuale di questi sistemi è che spesso risultano,

anche nei grandi impianti, isolati e debolmente interconnessi con gli altri

sistemi informativi. Oltre al monitoraggio, l’ottimizzazione ed il controllo in tempo reale (in locale o in remoto) della produzione, un altro aspetto fondamentale è la diagnostica dello stato di salute delle macchine. Oggi, nel mercato, tali soluzioni diagnostiche hanno solitamente caratteristiche di base, pre-programmate e ristrette ad un numero specifico di target; la correlazione tra la diagnosi del

guasto ed il suo rilevamento risulta, quindi, difficile da perseguire.La tendenza è quella di far leva sulla possibilità tecnica di valutare automaticamente lo stato di salute degli asset e di prevederne il

deterioramento ed il guasto. A tal proposito sono oggi disponibili

tecniche evolute di elaborazione dei segnali (es. pattern recognition, data mining e reti neurali) che permettono di supportare in modo appropriato la manutenzione su

condizione (CBM) e la manutenzione proattiva (PM). Le tecniche avanzate di CBM e di PM, d’altra parte, richiedono di sfruttare al massimo le nuove tecnologie ICT al fine di acquisire i dati da sensori intelligenti,

implementare robuste catene di

misura, gestire in modo appropriato la comunicazione tra le macchine

ed i sistemi di controllo ed in

definitiva abilitare nuove ed efficienti metodologie per fare manutenzione. Le nuove metodologie di diagnosi e di predizione, se opportunamente

sfruttate, sono in grado di generare enormi opportunità sia per gli

utilizzatori (ottica user-side) che per i produttori (ottica vendor-side).

Obiettivi Politiche manutentive più

performanti senza impatto sui costi totali della manutenzione.

Diminuzione dei guasti non previsti con conseguente incremento dell’efficienza produttiva, dell’MTBF e della disponibilità globale degli impianti produttivi.

Incremento della disponibilità del service e riduzione dei suoi costi globali.

Ottimizzazione del magazzino ricambi.

Incremento del know-how delle macchine e riduzione dei tempi di progettazione.

Incremento della produttività.

Tematiche Manutenzione proattiva &

zero-maintenance. Metodologie di integrazione

dei dati di diagnostica predittiva con quelli di monitoraggio.

Sistemi HMI avanzati. Sistemi integrati ed avanzati

di monitoraggio e diagnostica locale e remota.

Infrastrutture ICT e reti distribuite di sensori per la raccolta automatica ed in tempo reale, sia locale che remota, di una serie di misure fisiche conformi al processo analizzato.

Architetture orientate ai sistemi di supporto alle decisioni e framework di ottimizzazione globale degli impianti produttivi e del service.

In questo ambito devono svilupparsi anche sistemi di monitoraggio e diagnostica, rendendo disponibili le informazioni in tempo reale e senza vincoli geografici.

Fra i paradigmi della “fabbrica intelligente” si colloca anche il tema dello sviluppo prestazionale delle macchine in relazione alle loro capacità di controllo e autocontrollo, aspetto direttamente collegato anche alla diagnostica e stato di salute delle macchine stesse. In certi casi la performance è già ottima, ma in molti altri casi esistono notevoli margini di miglioramento.

Report

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Eventi

L’unità Intellimech presso il nuovo point tecnologicouniversitario di DalmineIl laboratorio è nato all’interno del progetto Bergamo Tecnologica promosso da Bergamo Sviluppo ed è un’iniziativa territoriale per la valorizzazione di prototipi e dimostratori, frutto di lavori di ricerca congiunti tra Intellimech ed i suoi soci, già esistenti e disponibili. In un’ottica di breve periodo all’interno dell’area dimostrativa sono messe a disposizione alcune rilevanti esperienze di ricerca collaborativa imprese - enti di ricerca/università sviluppate e in via di sviluppo.Al fine di valorizzare al meglio l’esistente è stato creato un ambiente interattivo sfruttando totem/tablet e smartphone; il visitatore risulta dunque maggiormente coinvolto nelle attività dimostrative comprendendo al meglio le potenzialità delle tecnologie presenti. A più lungo periodo il laboratorio vuole anche essere un’iniziativa territoriale che, tramite una visione multidisciplinare degli ambienti produttivi, realizzi una “living/teaching factory” per scopi didattici e di ricerca; un luogo dove nuove metodologie e tecnologie sviluppate, vadano ad arricchire sia gli aspetti tecnici che professionali dei giovani coinvolti.

La nuova struttura è allestita presso il Point-Polo per l’innovazione di Dalmine e nasce per volontà di Intellimech e dei suoi soci in collaborazione con Bergamo Tecnologia. Costituisce un riferimento per le imprese che vogliono implementare o semplicemente conoscere alcune opportunità che la tecnologia offre per rendere più efficienti i processi e migliorare i prodotti.

Progetti di ricerca universitari:

Progetto Touchplant (monitoraggio smart di macchine e impianti industriali)

Progetti del Cluster tecnologico nazionale Fabbrica Intelligente

Dimostratori del progetto Adaptive

Dimostratori del progetto Smart Manufacturing

Rilevanti progetti di ricerca Intellimech:

Web monitoring di impianti industriali

Manutenzione predittiva di interruttori di bassa tensione

Controllo e supervisione di veicoli a guida autonoma (AGV)

Macchine dei soci di Intellimech installate presso l’area dimostrativa:

Macchina Assemblaggio Auto-matico (Cosberg)

Manipolatore zero-g (Indeva) Interruttore (ABB) AGV (Indeva) Simulatore telaio (Itema) Gru (Fassi)

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Inaugurato il Laboratorio di Bergamo Tecnologica

L’inaugurazione è avvenuta nell’ambito dell’evento di presentazione dei programmi

2016 di Bergamo Tecnologica, il progetto finanziato dalla Camera di Commercio di Bergamo per favorire l’introduzione di nuove tecnologie e di modelli di adozione tecnologica, in

uno scenario di smart manufacturing. L’iniziativa è il risultato della collaborazione fra Bergamo Sviluppo (Azienda Speciale della Camera di Commercio) in collaborazione con il sistema associativo locale e il supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo e del Consorzio Intellimech. L’area laboratoriale si propone come

punto di riferimento per le imprese

che vogliono implementare o semplicemente conoscere alcune

opportunità che la tecnologia offre per rendere più efficienti i processi o migliorare i propri prodotti. Al laboratorio si affianca l’attivazione di uno Sportello Tecnologico

rivolto alle piccole e medie imprese

del territorio, per supportarle

nel processo di innovazione, affiancandole nella definizione della tecnologia e delle metodologie più

opportune. Il progetto è finalizzato a supportare il sistema imprenditoriale

nell’approcciarsi in modo propositivo ai temi legati alla Fabbrica Intelligente, ecco perché si avvale anche della sinergia con l’Università degli Studi di Bergamo e il Consorzio Intellimech, che già opera in tali

ambiti. Come ha sottolineato il Presidente di Intellimech Gianluigi Viscardi, il Consorzio della meccatronica ha deciso di aprire una

propria sede operativa anche presso il Polo Tecnologico di Dalmine, oltre a quella già consolidata presso il Kilometro rosso, per mettere in evidenza le eccellenze e offrire a chi ancora non fosse informato gli

strumenti adeguati per aumentare la capacità innovativa, tutto ciò ispirandosi al modello della Fabbrica

Intelligente.

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NOME POINT - Polo per l’Innovazione Tecnologica della provincia di Bergamo

TIPOLOGIA Polo Tecnologico/Parco Scientifico

NASCITA 1996 (inaugurazione 5 maggio 2004)

PARTECIPAZIONE Camera di Commercio e Provincia (49% a testa); Comune di Dalmine (2%)

AREA TOTALE 48.840 metri quadrati

OSPITI A MAGGIO 2016 28 (tra imprese, enti, laboratori, studi professionali) + 27 idee di impresa presenti nell’Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo (sezione servizi e sezione manifatturiero)

LABORATORI (superficie) 4000 mq

ISCRIZIONI Il Point è socio APSTI – network nazionale dei Parchi Scientifici e Tecnologici ed è socio IASP – International Association of Science Parks

SERVIZI INSEDIATI Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo (sezione servizi e sezione manifatturiera: 27 idee d’impresa presenti)

SERVIZI DI BERGAMO SVILUPPO a disposizione delle imprese del territorio Sportello Valorizzazione della Proprietà Industriale; Sportello MaTech Point x informazione sui materiali innovativi, show room espositiva e attività seminariali dedicate a questi temi; progetto Bergamo Tecnologica (seminari e area laboratoriale/espositiva)

COLLABORAZIONI (create da Bergamo Sviluppo) APSTI, Università di Bergamo, PST Galileo di Padova, NIBI – Nuovo Istituto di Business Internazionale per le attività relative all’internazionalizzazione, consorzio Intellimech

SERVIZI DISPONIBILI (al POINT) Uffici e spazi da affittare a livello singolo o nella modalità coworking; un centro conference con sale che possono ospitare dalle 6 alle 300 persone

Sinergie Bergamo Sviluppo

Orientamento, formazione e consulenza, creazione e sviluppo d’impresa, innovazione e internazionalizzazione: queste le aree che caratterizzano l’attività e i progetti di Bergamo Sviluppo-Azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo - destinati a imprese e aspiranti imprenditori. A seguito dell’insediamento a Dalmine, all’interno del Polo per l’Innovazione Tecnologica della provincia di Bergamo (POINT), Bergamo Sviluppo

ha spostato qui una delle due sedi operative e l’Incubatore d’Impresa, uno dei progetti di eccellenza gestiti dall’Azienda Speciale, che all’interno del Parco Scientifico ha trovato una collocazione ideale. La condivisione degli spazi lavorativi con altre realtà in fase di lancio o

già attive sul mercato, la possibilità di partecipare a eventi formativi/seminariali su tematiche con riflessi sull’operatività e la gestione d’impresa, o ancora, l’opportunità

di usufruire di servizi specifici per migliorare la propria presenza sul

mercato, sono tutti elementi che favoriscono una contaminazione continua di conoscenze e di idee. Nel POINT trovano spazio aziende, laboratori e centri di ricerca operanti in settori innovativi. Bergamo Sviluppo in questi spazi realizza una continua attività di animazione mediante l’organizzazione di iniziative seminariali sui temi dell’innovazione, della Proprietà Industriale, dei nuovi materiali o dell’internazionalizzazione, e offre al contempo specifici servizi rivolti a imprese ed enti. Ne sono esempi il progetto MaTech, in collaborazione con il Parco Scientifico Galileo di Padova, che mette a disposizione delle imprese locali una serie di attività e servizi per favorire la diffusione e l’utilizzo di nuovi materiali/nuove tecnologie per l’innovazione di prodotto, o

lo Sportello Valorizzazione della Proprietà Industriale, realizzato in collaborazione con l’Università di Bergamo, che offre un servizio di orientamento utile a ottenere informazioni e pareri tecnico-

scientifici in tema di proprietà industriale e brevettazione. Ricordiamo inoltre che Bergamo Sviluppo fa parte della rete dei Parchi associati ad APSTI (Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani) e dei circa 400 Parchi in 70 Paesi del mondo associati a IASP (International Association of Science Parks).Al POINT è stata recentemente avviata una nuova edizione dell’iniziativa Bergamo Tecnologica, progetto finanziato dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzato da Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema

associativo locale, il supporto tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Bergamo e del

Consorzio Intellimech. Queste in sintesi le attività e i risultati che hanno caratterizzato l’edizione 2015 del progetto: • ricerca esplorativa per analizzare l’adozione delle tecnologie additive nelle imprese bergamasche e

valutarne le applicazioni in uso, le necessità e i bisogni formativi;• effettuazione di 30 check-up su altrettante realtà aziendali locali;• attività formative (4 seminari, in totale 16 ore);• azione consulenziale, per

complessive 1.450 ore, per assistere un campione di imprese interessate

a identificare/sperimentare nuove opportunità applicative delle tecnologie.Nel 2016 il progetto, oltre a proporre interventi formativi rivolti a tutte le imprese locali sui temi dell’advanced ICT e dell’advanced automation, offre a 30 PMI bergamasche la possibilità di usufruire di check-up

e di consulenze personalizzate

(2100 ore in totale, 80 ore max a impresa) per approfondire aspetti tecnologici o di supporto all’introduzione di innovazioni di processo o di prodotto. Nell’ambito del progetto è stata anche creata, in collaborazione con il consorzio

Intellimech, un’area laboratoriale ed espositiva, che può diventare il punto di riferimento territoriale per le

imprese che vorranno implementare, o semplicemente conoscere, alcune

opportunità che la tecnologia offre per rendere più efficienti i processi e/o migliorare i propri prodotti. Bergamo Sviluppo si occupa dell’animazione tecnologica del POINT, mettendo a disposizione delle imprese di tutta la provincia e degli enti, progetti e servizi per supportarne la crescita e la

competitività. All’interno dell’Incubatore le idee d’impresa selezionate annualmente, grazie all’accompagnamento fornito da Bergamo Sviluppo e al confronto con startup e con imprese già

attive sul mercato, possono in breve trasformarsi in imprese, ma la contaminazione avviene anche in senso inverso e a trarne beneficio in questo caso sono le imprese già attive all’interno dell’Incubatore o del POINT. Ciò che si verifica quindi è una crescita e una evoluzione continua dei diversi attori che operano o frequentano gli ambienti del POINT e dell’Incubatore, agevolata anche dalla vicinanza dell’Università che a Dalmine è attiva con il Dipartimento di Ingegneria. E in questo contesto stimolante il nostro ruolo è quello sia di agevolare lo startup d’impresa, sia di generare condizioni favorevoli per la diffusione, lo sviluppo e il radicamento sul territorio della

propensione all’innovazione. Per supportare l’avvio d’impresa sono

numerosi i servizi e i progetti che realizziamo gratuitamente

per informare e accompagnare

aspiranti imprenditori. Proponiamo infatti attività mirate che vanno dalla formazione all’informazione, dall’accompagnamento alla consulenza.

Bergamo Sviluppo: al POINT l’innovazione si declina sotto diverse forme

Per una startup o per un’impresa localizzarsi all’interno di un Parco Scientifico rappresenta un’opportunità davvero notevole: favorisce una contaminazione di idee che dà vita ad un ecosistema che può a ragione definirsi “continuamente generativo”.

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Sinergie Università di Bergamo

Lo Smart Manufacturing, l’innovazione digitale nei processi industriali, può rappresentare una svolta significativa per la competitività del manifatturiero italiano. Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università di Bergamo da diversi anni è impegnato per lo sviluppo di metodologie e tecnologie a supporto dello Smart

Manufacturing in diversi ambiti d’azione e applicazione. Fra questi, ad

esempio, Internet of Things, Big Data e sicurezza dei dati (Progetto Horizon 2020 Escudo Cloud), macchine “intelligenti” che reagiscono in maniera proattiva a problemi durante la produzione (progetto Industria 2015 Michelangelo), ambienti collaborativi cloud-based per gestire i servizi collegati al prodotto (progetto Horizon 2020 Diversity), nuove interfacce uomo/macchina e stampa 3D/Additive manufacturing. Alcune di queste, quali Internet of Things,

sono già pronte per essere utilizzate proficuamente in ambito industriale, altre, quali l’Additive manufacturing, sono molto promettenti e rappresentano un’evoluzione delle modalità di produzione ma

richiedono ancora ulteriori sforzi per

poter essere utilizzati su larga scala. C’è un enorme potenziale da sviluppare che richiede un cambiamento importante nel modo

di pensare, produrre e realizzare

i prodotti. In questo contesto,

il Dipartimento, caratterizzato da un approccio fortemente

multidisciplinare e da una stretta e proficua collaborazione con il mondo industriale, partecipa a progetti di ricerca ed iniziative nazionali ed internazionali per sviluppare e promuovere la diffusione di tali tecnologie non solo nelle grandi

aziende ma soprattutto nelle piccole medie imprese che devono essere sempre più innovative per competere sul mercato globale.

Alcuni esempi sono la partecipazione

al Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente, AFIL

(Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia) ed il progetto Bergamo Tecnologica nato dalla collaborazione

tra Bergamo Sviluppo (Azienda speciale di Camera di Commercio), il Consorzio Intellimech ed il Dipartimento che si propone di valutare la possibilità di introdurre tali tecnologie e nuovi modelli di business nelle aziende del territorio.

Le sinergie che deriveranno dalla stretta collaborazione tra le varie aree di competenza del Dipartimento e gli enti coinvolti potranno dar luogo a nuovi progetti di ricerca industriali. Il nostro obiettivo è quindi avere un ruolo proattivo e proporre nuove soluzioni tecnologiche per i vari comparti industriali, da quello meccanico a quello aeronautico, tessile-abbigliamento e medicale.

Il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione da diversi anni sta investendo nello sviluppo di metodologie e tecnologie a supporto dello Smart Manufacturing.

4.0 in Università: progetti e risultati multidisciplinari

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Sinergie Confindustria Bergamo

In occasione della pubblicazione

di questo primo numero di Smart News è significativo l’interesse che Confindustria Bergamo ha dimostrato subito per l’iniziativa editoriale. Lo testimonia anche l’autorevolezza e allo stesso tempo la cordialità con le quali l’istituzione ha risposto all’invito di essere presente direttamente con il proprio parere sul tema della smart manufacturing.“E’ da una decina di anni che l’Associazione ha deciso di giocare un ruolo da protagonista nei servizi per l’innovazione – afferma Massimo Longhi - e non solo di promuovere enti o soluzioni territoriali. A un certo punto ci siamo detti che dovevamo dare sostanza al principio della partnership con le nostre

imprese associate, nella logica

del: non mi limito a dirti come e cosa devi fare, ma sono con te mentre lo fai. Anche per la smart manufacturing abbiamo seguito

i criteri della logica associativa.

Innanzitutto la segnalazione delle opportunità: infatti per noi è importante presidiare scenari

come le piattaforme tecnologiche europee (siamo l’unica associazione del sistema socia di EFFRA), le KICs promosse dall’istituto Europeo della tecnologia e la delegazione di

Confindustria di Bruxelles. Poi c’è l’ambito italiano, con il cluster della fabbrica intelligente. Sia il cluster nazionale (CFI) che quello regionale (AFIL) sono presieduti da due imprenditori bergamaschi, e questo ci riempie di orgoglio, anche perché è evidente oggi il valore dell’intuizione che abbiamo avuto anni fa con la partecipazione alla creazione di

Intellimech. Proprio l’esperienza di Intellimech ci insegna che occorre

diversificare le modalità formative, e costruire dei veri e propri percorsi il più possibile uno-a-uno.Nel 2015 abbiamo investito diverse centinaia di ore uomo per un percorso di approfondimento

su industria 4.0 con il supporto di Frauhofer. Nel 2016 stiamo progettando un intervento sull’economia circolare in collaborazione con il CNR. Nei cluster desideriamo sperimentare

sempre più l’approccio della aggregazione stabile finalizzata alle attività R&D. Intellimech rappresenta un’esperienza pregiata proprio perché l’aggregazione è così stabile da trovare un riferimento giuridico di tipo consortile. Maggiore è la stabilità, migliore l’interazione fra le aziende e l’applicabilità delle soluzioni, poiché questo permette il coinvolgimento sia degli imprenditori sia dei tecnici aziendali. Sempre sul tema della fabbrica intelligente

stiamo lavorando sulle road map sia di EFFRA che di CFI. Naturalmente poi c’è Intellimech, che è la nostra cinghia di trasmissione

verso queste tematiche. Intellimech ha importanti percorsi di sviluppo e Confindustria Bergamo sente prioritario sostenere e valorizzare questi progetti di crescita. Intellimech è un’esperienza che va salvaguardata, rafforzata e se possibile replicata. Sarebbe anche un gran risultato

individuare altri ambiti (diversi dalla meccatronica) dove sperimentare formule di aggregazione stabili di

imprese, magari anche con altre

formule (diverse dal consorzio) per maggiore flessibilità attuativa. Superata la fase di sperimentazione

dei primi anni, con Intellimech

entriamo ora in una fase di maturità

nella quale è giusto dare al consorzio un’architettura che incentivi la crescita nel tempo. Vanno in questa direzione i passaggi degli ultimi mesi: l’assunzione stabile dei ricercatori, la patrimonializzazione attraverso

l’aumento del fondo consortile, il ruolo di organismo di ricerca assunto

attraverso la recente revisione statutaria, l’inaugurazione del laboratorio presso il point di Dalmine. Come ha detto il presidente Viscardi nell’ultima assemblea, queste scelte per Intellimech significano valorizzare

Ercole Galizzi, Presidente Confindustria Bergamo

“Il tema della smart manufacturing può essere a ragione considerato l’ambito strategico più significati-vo per lo sviluppo dell’imprendito-ria nei prossimi anni, soprattutto per uno scenario come quello del manifatturiero Italiano e della Lombardia in particolare. Le azien-de ne sono sempre più consape-voli e stanno attuando decisioni molto importanti per coglierne le opportunità. Quello che appare ancora carente è un analogo livello di consapevolezza da parte delle istituzioni, che mi sembra non abbiano ancora colto questa centralità. Oggi, dopo parecchio tempo e innumerevoli segnali giunti dai mercati e dall’Europa, qualcosa si sta muovendo anche da questo punto di vista. Fortu-natamente. Come Confindustria stiamo evidenziando con forza come l’innovazione tecnologica nel suo complesso contribuisca, ora più che mai, alla competitività delle imprese. Un tessuto impren-ditoriale, quello Lombardo, che ha già recepito e assimilato al suo interno questa consapevolezza, con numerosi casi di eccellenza. Non a caso stiamo parlando di Bergamo come l’area che, insieme a Brescia, si colloca ai vertici europei nel campo manifatturiero. Quello che appare da incentivare

è una visione organica di questa grande evoluzione tecnologica. In molte aziende la smart manu-facturing è già un processo iniziato con successo, ma spesso si tratta di casi gestiti in forma individuale. Da parte nostra stiamo passando dalla fase di informazione e sensi-bilizzazione sull’importanza delle nuove tecnologie, ad una fase di concreta applicazione dei progetti tracciati gli scorsi anni. Intellimech è un caso esemplare di visione strategica su questi temi. È uno straordinario risultato di confronto e contaminazione di imprese su alcuni interessi comuni. Confin-dustria fin dal primo momento ha voluto esserci e partecipare ai lavori. Lo sviluppo di questi ultimi anni ha dimostrato la lungimiranza di quella visone. In questo senso l’esperienza Intellimech può anche essere considerata un eccellente laboratorio per replicarne l’e-sperienza anche in altri settori industriali”.

Guido Venturini, Direttore Confindustria Bergamo

“Sul tema della smart manufactu-ring Confindustria Bergamo si sta impegnando con entusiasmo e risorse adeguate anche nel mettere a disposizione delle im-prese, le PMI soprattutto, un aiuto concreto nei rapporti con il mondo del’Università e della Ricerca, per fare da ponte fra le richieste delle imprese e il mondo della cono-scenza. Senza mai dimenticare che la fabbrica intelligente è un campo vastissimo, dove c’è spazio per tutti in azienda, non è un’esclusiva della proprietà, ma un argomento che attraversa molte competenze e consente a diversi soggetti di es-sere altamente propositivi. Miglio-rando il proprio ruolo e allo stesso tempo sviluppando positività per tutti. All’interno delle aziende si può replicare quel circolo virtuoso di interscambio di esperienze che è alla base anche dell’attività di Intellimech. Ritengo che questa esperienza sia un patrimonio del manifatturiero meccatronico bergamasco e non dimentico mai di ringraziare le aziende che lo compongono e le persone che si sono prodigate per realizzarlo. Lo sviluppo delle sinergie è continuo e ricco di soddisfazioni, come ad esempio la recente inaugurazione dei nuovi laboratori presso il Point universitario di Dalmine”.

il Know how acquisito negli anni all’interno dello sviluppo dei progetti di ricerca. Ma non solo: si aggiungono infatti il consolidato dialogo con l’Università, la capacità di elaborare i fabbisogni delle imprese e individuare spazi di open innovation”.

Fabbrica Intelligente: l’impegno di Confindustria BergamoIl Responsabile Area Innovazione, Organizzazione e progetti speciali di Confindustria Bergamo, Massimo Longhi, sottolinea con la concretezza delle attività già in essere e di quelle previste nel prossimo futuro, con quanto interesse l’Associazione guarda al tema dell’industria 4.0.

2726

Sinergie AFIL - Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia

Negli ultimi anni, il mondo ha subito incredibili accelerazioni dal punto di

vista dello sviluppo tecnologico e industriale: questo ha avuto riflessi chiari anche per quel che riguarda il settore manifatturiero. L’Italia è una nazione notoriamente caratterizzata da un tessuto di Piccole e Medie Imprese, abituate quindi a ragionare spesso in ottica

individualista e a basarsi sul genio e l’inventiva dei proprietari.Il paradigma tipico della piccola e medio impresa italiana ha funzionato

molto bene per decenni, ma,

complice la prolungata e sofferta crisi economica, non è più possibile

fare affidamento solo sulle proprie capacità.È per questa ragione, che negli ultimi

anni si è deciso di sviluppare con convinzione un sistema di Cluster tecnologici che fossero strategici per

lo sviluppo di vari settori industriali e di ricerca: sia a livello nazionale che internazionale.AFIL è chiara espressione di questa volontà ed è il cluster tecnologico di riferimento per le imprese

che operano nell’ambito del

manifatturiero avanzato.L’acronimo di AFIL è “Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia”, una associazione di Imprese,

Centri di ricerca ed Università, che nasce con l’intento di supportare la crescita e competitività del settore manifatturiero lombardo, promuovendo ricerca e innovazione, definendo quali siano le tecnologie più promettenti in quest’ambito e facilitandone l’adozione da parte delle imprese interessate

in modo da portare nel tempo

ad un’evoluzione integrata di prodotti, servizi, processi e sistemi produttivi. Fondamentalmente, AFIL si pone l’ambizioso ed indispensabile obiettivo di generare un nuovo modello di sviluppo per il manifatturiero lombardo, che si presenti sostenibile, altamente competitivo, flessibile ed intelligente.

Per poter arrivare a simili traguardi però, ci racconta l’Ing. Alessandro Marini – Cluster Manager per AFIL - è necessario svolgere con coerenza tutta una serie di attività indispensabili. Per questo motivo AFIL si propone di costruire intorno a

sé una comunità stabile e proattiva di imprese, enti di ricerca, associazioni ed università, in modo che possano cooperare e generare innovazione e nuove tecnologie tramite progetti ed iniziative. Da parte sua, il Cluster

Fabbrica Intelligente Lombardia

svolgerà la fondamentale funzione di intermediario e referente presso

le istituzioni regionali in modo da concordare priorità e strategie

d’innovazione per il settore ed agirà poi a livello europeo ed internazionale, con l’obiettivo di ottenere fondi e facilitazioni necessarie all’avvio dei progetti più promettenti.La forza di AFIL è espressa dalla

qualità degli associati, dal livello di competenze integrate che

interagiscono al suo interno,

ma anche dall’essere viva rappresentazione di un tessuto

manifatturiero, quello lombardo, che conosce ben pochi competitor a livello europeo. L’Italia è la seconda Nazione manifatturiera d’Europa, la sesta a livello mondiale, e la Lombardia è di gran

lunga la più importante regione

nazionale per quel che riguarda il settore manifatturiero. Questo, di conseguenza, porta la Lombardia ad

essere la 3° Regione Manifatturiera d’Europa, subito dietro le due regioni tedesche di Bayern e del Baden Württemberg. AFIL ha potuto quindi beneficiare di un contesto favorevole, che le ha consentito di far emergere più di un’eccellenza fra i Cluster tecnologici a livello internazionale, non ultima l’aver ottenuto il riconoscimento

come interlocutore privilegiato con l’ Europa e le sue istituzioni da parte di Regione Lombardia, che si affida quindi al Cluster Fabbrica Intelligente come propria struttura tecnica sulle tematiche del manifatturiero avanzato.A soli due anni dalla fondazione,

l’obiettivo di AFIL è di cercare opportunità per lo sviluppo di collaborazioni nel manifatturiero avanzato a livello internazionale, ma anche quello di coinvolgere in modo sempre più attivo la propria base di associati (imprese, università e centri di ricerca), per partecipare alle nuove catene del valore industriale a livello europeo.Sono già molti, ad oggi, i progetti e le iniziative che AFIL porta avanti con costanza insieme a numerose imprese e centri di ricerca,

come i Progetti Interregionali di cooperazione fra diverse Regioni Europee, o lo sviluppo di Impianti Pilota ad alto tasso d’innovatività presentati all’interno dell’iniziativa Vanguard, sino ad arrivare al nuovo ed interessante Progetto Erica, uno dei due progetti selezionati all’interno della TREC COMPETITION, che prevede di mettere al centro proprio le piccole medie imprese e la

creazione di nuove catene del valore altamente competitive e capaci di dominare i rispettivi settori di riferimento.

AFIL rappresenta una concreta opportunità per le imprese lombarde, con particolare riferimento alle PMI, per potere entrare a far parte delle filiere più innovative a livello europeo destinate a consolidare e sviluppare ulteriormente la leadership europea nell’ambito del manifatturiero avanzato.

Innovazione: leva strategica per la competitività del manifatturiero lombardo in Europa

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Sinergie Università Politecnico di Milano

Negli ultimi mesi il dibattito nei convegni, nelle sedi istituzionali e sui media sull’importanza strategica del manifatturiero come motore delle economie delle regioni europee ha

quasi monopolizzato l’attenzione. Temi quali l’Industria 4.0, lo Smart Manufacturing, l’Internet delle Cose,

la digitalizzazione, la gestione della manutenzione, la servitizzazione e il reshoring delle nostre fabbriche,

la gestione del fine del ciclo di vita dei prodotti, per non parlare del ritorno alla centralità dell’uomo nella fabbrica sono alcuni dei leitmotiv dei molti dibattiti di questi tempi.

Temi sicuramente importanti e che diciamo tornano a rivestire il giusto interesse, ma sui quali si concentrano da sempre le attività di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e consulenza, sia a

livello nazionale che internazionale, del Manufacturing Group del

Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, che, composto da circa 40 persone, può essere annoverato tra i gruppi più importanti nel panorama europeo. L’obiettivo strategico del gruppo, ovvero quello di creare un’ innovazione di valore che abbia un’ immediata e significativa ricaduta sul mondo industriale, è perseguito

attraverso la conduzione di progetti (25 progetti europei – di cui 6 da coordinatore - per un finanziamento pari a 12,9 milioni di euro dal 2009) sempre in collaborazione con le

aziende leader dei rispettivi settori industriali, tra le quali si possono

citare a livello internazionale ABB, COMAU, Dassault Systemés, FCA, Ferrari, IBM, SAP, Schneider Electric, Siemens, PTC o quelle più vicine al territorio locale quali Tenaris Dalmine, Brembo, Cosberg, Scaglia Indeva, solo per citarne alcune.Ulteriore elemento caratterizzante il gruppo di ricerca sono quelle attività di organizzazione di workshop, convegni e seminari a sfondo industriale, così come la formazione post-laurea che, occupando una

porzione rilevante dell’impegno del gruppo, sono parte

fondante della mission

di creare impatto nella economia reale ed

industriale per una

maggiore competitività delle imprese del

paese. L’ideazione e l’organizzazione del World Manufacturing Forum, evento la cui importanza cresce di edizione

in edizione, è solo un esempio di

questa strategia di diffusione di know-how.Infine, degno di nota è l’impegno con le istituzioni europee, nazionali e regionali nel supporto alla definizione dei programmi strategici e di

finanziamento alla ricerca. Il gruppo siede infatti nel board della European Factory of the Future Research Association (EFFRA) che insieme alla Commissione Europea definisce le linee di ricerca del programma

Factory of the Future (FoF), nel board del Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente e nel cluster regionale

sulla Fabbrica Intelligente.

Tra i temi di ricerca di maggior

attenzione in questo momento riportiamo, senza la pretesa di esaustività:• La virtualizzazione e la digitalizzazione in ottica di integrazione e di sviluppo lean del processo di progettazione di prodotti/servizi;• La riduzione del consumo

energetico della fabbrica attraverso l’adozione di politiche di pianificazione e gestione della

produzione;• La progettazione di

architetture informatiche per la gestione della fabbrica basate

sull’innovativo concetto dei cyber-physical

systems;• L’analisi dell’impatto

ambientale dell’additive manufacturing;

• I driver che spingono al re-shoring in Italia, ovvero il rientro di fabbriche dai paesi a basso costo della

manodopera;• L’analisi dei benefici e degli ostacoli derivanti dall’adozione di tecnologie Industry 4.0 (i.e. Cyber-physical systems, Internet of Things, Big Data, Cloud Computing, ecc.).

Per contatti ed approfondimenti: Prof. Marco Taisch ([email protected]), membro del Comitato Tecnico-Scientifico di Intellimech.

L’obiettivo strategico del Manufacturing Group del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano è sviluppare attività di ricerca internazionali sulla fabbrica intelligente, sostenibile ed efficiente. L’impegno è creare un’innovazione di valore che abbia un’ immediata e significativa ricaduta sul mondo industriale.

Il Manufacturing Group del Politecnico di Milano

Presso il Campus Universitario di Milanovengono attuate le attività di ricerca del Manufacturing Group del Dipartimento di Ingegneria Gestionale.

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Sinergie

Intervista a Massimo Lolli, Innovation Manager Marzotto Group

Si parla sempre più spesso di

“fabbrica intelligente” o 4.0, ma in realtà, concretamente nelle aziende, come è diffuso e con quali attuazioni il concetto di smart manufacturing?

Noto una sempre maggiore

attenzione per l’industria 4.0 e, più in generale, rilevo un grande interesse per i temi della innovazione. Si è radicata la convinzione, anche a livello di piccole e medie imprese, che per davvero l’innovazione è l’unica leva competitiva rimasta. Per dirla con una battuta, se la ricerca trasforma i soldi in idee, l’innovazione trasforma le idee in soldi. Quanto poi l’industria 4.0 sarà capace di generare innovazione effettiva, lo si vedrà nel tempo. Solo il tempo separerà il mito dal logos.Nella vostra azienda come si stanno attuando le evoluzioni verso la smart manufacturing?

Vediamo il manufacturing come un sandwich a tre strati: lo strato di base è la tecnologia di settore incalzata dalla richiesta di sostenibilità

delle imprese; in mezzo c’è il lean manufacturing, con le sue analisi

del valore aggiunto di processo e il coinvolgimento delle maestranze; sopra c’è lo strato smart, l’industria 4.0, con i suoi marcatori intelligenti del prodotto in progress, i collection data, i software di monitoraggio e controllo della produzione, i device che espongono i dati. Quali possono essere, a suo giudizio e alla luce dalla sua esperienza

professionale, i maggiori sviluppi determinati dalla integrazione fra sistemi di comunicazione evoluti e macchine (meccatronica e non solo)?E’ più facile esprimere un giudizio quando si è alla fine di un percorso

che non quando si è all’inizio. Comunque, direi i sistemi di comunicazione uomo macchina,

strumenti evoluti di interazione, con il loro portato di segmentazione sulla

organizzazione e i profili dei ruoli e delle responsabilità.

A suo parere quali sono le

dinamiche di fabbrica 4.0 che

saranno più facilmente applicabili

nel contesto del manifatturiero italiano?

A livello generale, difficile a dirsi. Posso provare ad indicare quale sono le dinamiche di Fabbrica 4.0 attrattive per il settore tessile. La tracciabilità con marcatori chimici

o intelligenti, l’interconnessione fra macchinari, la realtà aumentata, i

software di monitoraggio e controllo

finalizzati alla gestione dei consumi. Al termine di questo elenco mi rendo conto che sono attrattive per il settore tessile come credo per altri.Perché un’azienda tessile come il

Gruppo Marzotto collabora con Intellimech ?

Come esiste la biodiversità, cosi esiste la tecnodiversità. Collaboriamo con Intellimech attratti dalla tecnodiversità. Una tecnologia nata in un settore può applicarsi in un altro. I materiali a memoria di forma sono nati per fare i paraurti nelle astronavi, e sono finiti nei materassi e nei divani. Accanto alla tecnodiversità, poi c’è la tecnoplatform, un nuovo strato che puoi applicare in tutti i settori. Industria 4.0. va bene per tutti.

Il Gruppo Marzotto

Come esiste la biodiversità, così esiste la tecnodiversità. Il Gruppo Marzotto, sottolinea Massimo Lolli, collabora con Intellimech anche considerando proprio che una tecnologia nata in un settore può applicarsi in un altro.

Fra tecnodiversità e tecnoplatform

Nato nel 1836, storico protagonista della industria Italiana, il Gruppo Marzotto è una azienda leader nel tessile fashion e per l’arredo. Disegna, produce e commercializza tessuti di lana, seta, cotone, velluti, filati di lino e canapa. I ricavi provengono per il 70% da mercati esteri. La sede della Società è a Valdagno (Vicenza). In Lombardia è presente con la Ratti Spa (Guanzate, Como) azienda leader nella seta e quotata alla borsa di Milano, con il Linificio e Canapificio Nazionale (Villa D’Almè, Bergamo), e con la divisione Tessuti di Sondrio, attiva nella produzione di tessuti di cotone per l’abbigliamento informale.

30

Il manufacturing appare come un sandwich a tre strati: alla base la tecnologia di settore; in mezzo il lean manufacturing; sopra lo strato smart, l’industria 4.0.

3332

La realizzazione dello strumento

di comunicazione Smart News

voluto da Intellimech costituisce un’ottima opportunità per “fare il punto” sull’evoluzione del Consorzio stesso visto anche “dalla parte dei Soci”, aziende e soggetti istituzionali che hanno creduto nei principi alla base di una realtà

che se pur ancora giovane ha già una propria storia, caratterizzata da fasi di trasformazione e sviluppi che rendono particolarmente

interessante confrontare le

aspettative di chi vi ha aderito e le dinamiche concrete dell’attività. Su questo macro tema abbiamo interpellato alcuni soci, articolando il dialogo con loro tramite cinque specifiche domande: Per quali ragioni avete aderito al Consorzio Intellimech? Quali erano le

vostre aspettative al momento dell’adesione? Quale è il vostro giudizio sull’attività fino ad oggi compiuta a livello consortile?

Esistono delle idee, progetti o iniziative che ritenete debbano entrare quanto prima nell’attività progettuale del Consorzio? Cosa vi aspettate nel prossimo futuro?

Per me personalmente – afferma Stefano Scaglia, AD di Indeva SpA

- l’adesione al Consorzio ha coinciso con l’idea stessa di costituzione di questa realtà. Sono stato infatti il primo promotore insieme al Dottor Sancin del Kilometro rosso. Al tempo

Interventi

Intellimech fra passato, presente e futuro

In occasione della nascita del nostro strumento di comunicazione Smart News, abbiamo interpellato alcuni dei Soci del Consorzio domandando loro i motivi che li hanno portati ad aderire ad Intellimech, come giudicano l’attività svolta e come vedono le prospettive future, anche considerando l’evoluzione complessiva del tema “smart manufacturing”. Una raccolta di pareri, simile ad una tavola rotonda, dalla quale emergono concordanze sugli obiettivi strategici e specificità che caratterizzano ogni singolo socio.

3534

Interventi

ero Vicepresidente di Confindustria Bergamo; avevamo recepito e raccolto un’esigenza da parte delle aziende di condividere gli sforzi nell’innovazione. Le aspettative erano diverse e tutte importanti: prima di tutto creare un network di aziende che condividesse gli stessi interessi e che potesse

quindi interloquire con maggiore efficacia con le università. Un vero e proprio laboratorio di idee e

progetti, da scambiare e condividere, best practice e know how, tra le aziende stesse. Pensavamo inoltre di contribuire a formare il personale

dello staff di Intellimech (grazie alla partecipazione ai progetti e agli scambi con le università) che potesse poi contribuire a coprire

ruoli di responsabilità nel settore della gestione dell’innovazione anche a servizio delle istituzioni del territorio, contribuendo così al suo sviluppo. Essenziale era anche favorire il dialogo fra università e imprese, creando un nuovo terreno di collaborazione dove trovare e mettere a punto un linguaggio comune e meglio comprendere i

reciproci obiettivi ed esigenze. Il mio giudizio sull’attività fino ad oggi compiuta a livello consortile è di notevole soddisfazione. Gli obiettivi sono stati o sono comunque in via di raggiungimento. Come azienda Indeva, grazie ad intellimech, abbiamo partecipato a diversi progetti, anche finanziati, e abbiamo introdotto nuove tecnologie. Abbiamo ampliato il network di relazioni con università e aziende e il nostro staff tecnico si è arricchito di esperienze e anche di competenze. In senso più ampio sicuramente

il territorio in generale ne ha

beneficiato poiché Intellimech è uno ei quattro soci fondatori del cluster Fabbrica Intelligente Lombardia; inoltre si sono instaurati eccellenti

rapporti con alcune università, in particolare lombarde, ma non solo, che sicuramente ora conoscono

meglio le nostre imprese e i loro

obiettivi. Mentre fra gli aspetti da ottimizzare individuo lo schema di progetti, che devono essere ancora più razionali e non dilatati nel tempo, per invogliare le aziende a passare dalla teoria all’applicazione pratica di determinate indicazioni emerse. Per il prossimo futuro auspico che si possa

ampliare la base di imprese associate,

in modo da arricchire ulteriormente il

già eccellente insieme di competenze

e potere così affrontare progetti sempre più ampi ed ambiziosi.

L’idea del Consorzio Intellimech – ricorda e sottolinea Mirano

Sancin, Direttore per lo sviluppo

scientifico e l’innovazione del

Parco Scientifico Tecnologico

Kilometro Rosso, è stata

certamente anticipatrice di scenari che hanno evidenziato in pochi anni tutta la loro strategicità, non solo a livello industriale, ma nella società nel suo complesso. Basti pensare a quale diffusione e importanza hanno oggi le dinamiche che fanno riferimento

direttamente o indirettamente a ciò che Intellimech rappresenta in termini di ricerca e progetti. Ma è soprattutto è stato il “concept”, come si usa dire, che è stato innovatore e vincente: creare un circuito virtuoso di interscambio di esperienze,

aspettative e necessità fra aziende, strutture di ricerca e università. La proposta nacque all’interno del Kilometro Rosso e ne siamo orgogliosi. Ma era logico che proprio qui avvenisse la scintilla, perché lo stesso nostro Parco Scientifico Tecnologico era nato e ha ottenuto

sempre maggiori consensi sulla base

degli stessi principi: condivisione di esperienze, contaminazione di

competenze, costante confronto

su progetti innovativi. Ecco perché fummo fra i promotori dell’idea, insieme a Confindustria Bergamo, e caldeggiammo la

nascita del Consorzio Intellimech, con la soddisfazione fra l’altro di ospitarne fin dalla sua nascita sede e laboratorio. Nel 2007 puntammo sulla meccatronica,

perché la consideravamo una delle espressioni più importanti, forse la più importante, per il futuro

del manifatturiero, soprattutto in Lombardia. Del resto il nostro tessuto industriale era molto

favorevole, con la presenza attiva o addirittura iperattiva di alcune delle più dinamiche imprese con

vocazione alla tecnologia evoluta,

l’automazione e la robotica, nonché i sistemi di interconnessione fra

macchine, la comunicazione fra

impianti e il controllo digitale. Meccanica e sistemi IT e ICT trovavano nella meccatronica ben

più che la ragione di una coesistenza

funzionale: diventavano realmente “una cosa sola”, aprendo nuove e positive prospettive per tanti settori industriali. Allora non si parlava ancora di smart manufacturing o

4.0, ma con Intellimech eravamo già molto in argomento. Non solo con la teoria o la ricerca pura,

ma con i progetti applicativi. Non a caso molte delle aziende che

per prime aderirono al Consorzio avevano al proprio interno già sviluppato soluzioni che oggi chiameremmo tranquillamente di “fabbrica intelligente”. Il principale scopo e valore del Consorzio è stato quello di farle emergere, di porre queste soluzioni all’attenzione anche di altre aziende, con una

liberalità di collaborazione che

fino ad allora non aveva avuto altri paragoni. Chiaramente non sono mancati anche dei problemi, dei rallentamenti e delle incomprensioni. Ci mancherebbe! Ma quello che era stato proposto e costruito era

talmente valido da consolidarsi anno dopo anno. Intellimech è stato un vero e proprio “incubatore di 4.0”. Lo sviluppo dei cluster industriali, ad esempio, deve molto all’identità propositiva pilota di Intellimech. Oggi il Consorzio gode i frutti della sua intuizione base e sono molto felice

che stia ulteriormente crescendo, sia per numero di Soci, sia per qualità e articolazione dei progetti. Ma anche e soprattutto in autorevolezza e collaborazioni: il valore più importante per chi vi fa parte e per chi dialoga con il suo team”.

Per noi – ci dice Lorenzo Minelli,

Lab Director di ItemaLab –

Itema SpA, già con la nascita del

nostro laboratorio dichiaravamo apertamente la forte volontà e convinzione ad investire sull’innovazione tecnologica a

Un vero e proprio laboratorio di idee e progetti, da scambiare e condividere, best practice e know how, tra le aziende stesse.

Il Presidente del Consorzio Intellimech Gianluigi Viscardi in un momento dell’inaugurazione del nuovo laboratorio del Consorzio presso il Point Tecnologico di Dalmine

3736

360°. Sono state individuate le migliori competenze interne

e ritenuto Intellimech la più

favorevole opportunità di scambio e collaborazione in

ambito meccatronico proposte e

vissute sul territorio. Ecco perché volevamo (e vogliamo) essere in contatto con le migliori best practice presenti appunto sul territorio. Le nostre ambizioni erano partecipare all’individuazione di nuovi e partecipati fronti di ricerca e innovazione, mettere a fattor comune mezzi e metodi per raggiungere obiettivi di sviluppo e quindi risultati di business. Gli obiettivi condivisi all’interno di Intellimech sono sempre più

ambiziosi. Abbiamo già collaborato in progetti concreti e di reciproca soddisfazione, ma riteniamo che

bisogna fare e lavorare ancora molto affinché ci sia maggiore conoscenza, partecipazione e quindi migliori opportunità per tutti. Guardando al futuro stiamo già lavorando perché la nostra anima

meccatronica sia tanto “mecca” quanto “tronica”: in sintesi ci siano competenze elevate e disponibili ma eterogenee, in modo da

rappresentare la vera sintesi ai nostri bisogni tecnologici. Ci aspettiamo quindi di raggiungere gli obiettivi prefissati e di diventare un punto di riferimento nazionale e, perché no, internazionale per l’innovazione e la ricerca tecnologica in ambito

meccatronico.

L’adesione al Consorzio Intellimech – afferma Sergio Paganelli, AD di

Balluff Automation srl – rientra a pieno titolo nel nostro DNA aziendale fortemente orientato

all’innovazione e alla ricerca. Ci siamo approcciati al Consorzio già nel 2008, tramite contatti ed eventi promossi dall’Associazione dei costruttori di macchine per assemblaggio. Proprio in un convegno al Kilometro Rosso, il Dott. Sancin, Presidente del Parco scientifico e tecnologico, ci presentò scopi e prospettive di Intellimech. Un’identità consortile che ci colpì

subito positivamente, tanto da decidere di aderire. I principi

su cui si basa Intellimech,

infatti, corrispondono esattamente anche

alla nostra idea di

collaborazione fra

imprese sul tema

dell’innovazione. In particolare fare parte del

Consorzio significa attivare relazioni e progetti

che esulano dai

tradizionali ruoli di

puro business. Da un lato troviamo in

Intellimech un continuo stimolo al confronto, al

recepire aspettative e capire

meglio le richieste delle imprese

nel nostro settore; d’altro lato la collaborazione su progetti comuni è molto interessante e ci permette di approfondire temi che hanno un

valore proprio se affrontati in modo collaborativo. Vi è inoltre l’aspetto relazionale, di conoscenza diretta di aziende e gruppi industriali molto

importanti, un dialogo che per noi di Balluff si è già tradotto anche in apertura di collaborazione dirette e sviluppo di progetti concreti, sempre con una forte carica innovativa. Per me personalmente è stato motivo di grande soddisfazione professionale

potermi relazionare con imprenditori

e gruppi di ricerca di questo livello. Noto che il tema della smart

manufacturing ci coinvolge tutti in modo sempre più intenso e in

Balluff lo consideriamo una delle parti essenziali del nostro futuro; sempre su questo terreno siamo convinti che la manifattura italiana può giocare un ruolo competitivo, se però saprà cogliere le sollecitazioni

che gli giungono prima di tutto dalla ricerca. Per questo riteniamo estremamente importanti i progetti di ricerca che Intellimech promuove fra i propri soci. A questa componente si aggiungono poi, in sinergia, le

relazioni con il mondo universitario, sempre promosse dal Consorzio e che contemplano anche strutture importanti come il laboratorio recentemente inaugurato presso il

campus di Dalmine.

Abbiamo aderito ad Intellimech – afferma Antonello Antoniazzi,

Product Manager di ABB Sace

Division – perché da sempre consideriamo l’innovazione uno dei pilastri della nostra strategia

e riteniamo la meccatronica una

tecnologia chiave per i nostri prodotti. Molto importante è il fatto che alcune delle aziende associate a

Intellimech sono clienti o potenziali clienti di ABB Sace; capire quali sono le loro aspettative e necessità di innovazione può essere utile per indirizzare i nostri sviluppi. Inoltre è significativo ricordare il fatto che nonostante apparteniamo a un

gruppo globale, la SACE è ancora un’azienda con le radici a Bergamo e quindi è interessata a promuovere lo sviluppo del territorio. Nell’aderire al Consorzio ci aspettavamo di entrare in dinamiche di partecipazione

di questo tipo, con più frequenti momenti di confronto e condivisione. Per quanto riguarda i progetti svolti in questi anni, non tutte le proposte erano di totale interesse per noi, ma

alcuni sono stati molto utili in quanto abbiamo tratto degli ottimi risultati che abbiamo anche portato nei

nostri prodotti. Questo vale un po’ di meno per gli ultimissimi progetti, che sono stati a nostro avviso troppo a carattere divulgativo. Contiamo molto di recuperare coi nuovi progetti che si andranno a definire.

Da questo punto di vista posso dire con soddisfazione che abbiamo

già messo le basi per avere dei nuovi progetti interessanti. Sempre guardando al futuro ci auguriamo

che Intellimech possa crescere

con una maggiore massa critica; questo determinerebbe certamente l’attivazione di progetti sempre di più alto livello, creando delle forti competenze interne, messe poi a disposizione anche dei soci. Auspichiamo inoltre che si creino

sempre nuovi spazi per lo sviluppo delle sinergie fra i soci. Lo sviluppo del Consorzio passa anche e soprattutto attraverso l’aggregazione di nuovi Soci, siano essi imprenditoriali o istituzionali. Soggetti e realtà che condividono, oltre ai valori del Consorzio, il

desiderio di promuovere con nuove idee attività e progetti. E’ il caso di Servizi Confindustria Bergamo, società che nell’ambito dei rapporti Confindustriali ha un ruolo importante nell’ambito dell’innovazione, tanto è vero da essere recentemente entrata

direttamente in Intellimech.

Riteniamo che l’attività di innovazione tecnologica svolta dal Consorzio in questi anni – afferma Paolo Piantoni, AD di Servizi

Confindustria Bergamo - sia uno

strumento fondamentale per le

aziende del nostro territorio. Con il nostro inserimento nella compagine

societaria si creerà una relazione di

doppio vantaggio: le PMI potranno avere un centro di raccolta dei loro

Interventi

I principi su cui si basa Intellimech corrispondono esattamente anche all’idea di collaborazione fra imprese sul tema dell’innovazione.

3938

fabbisogni tecnologici e il Consorzio avrà un nuovo canale comunicativo per diffondere le best practices tecnologiche. Inoltre, Confindustria darà il suo sostegno al Consorzio mettendo a disposizione i propri servizi alle imprese, in particolare il disegno dei modelli di business delle

soluzioni tecnologiche, e allo stesso

tempo aumenterà i servizi che potrà

offrire ai proprio associati. Ci aspettiamo che si sviluppi sinergia nell’organizzazione e nei processi orientati allo Smart Manufactoring. Intellimech si occupa della parte

tecnologica, di applicazione e

sviluppo. La parte tecnologica però necessita di una parte metodologica /organizzativa che rende la tecnologia applicabile. Questo è il tema del

gruppo della Servizi che si occupa di manufacturing e che quindi con Intellimech può fornire un pacchetto

completo di competenze al territorio,

dalla tecnologia all’organizzazione.

Guardando al futuro – aggiunge Monica Santini, Vicepresidente

di Conf industria Bergamo – confidiamo che il Consorzio favorisca l’estensione della cultura d’impresa in ambito tecnologico. Riteniamo inoltre che la collaborazione fra imprese di

diversi gruppi merceologici svolga un’attività di contaminazione delle soluzioni operative, portando a risultati nuovi e inaspettati. Il Consorzio rappresenta l’avanguardia delle tecnologie; i bisogni che le imprese ci

manifesteranno saranno le nostre

richieste per le attività future di Intellimech. Abbiamo piena fiducia nelle proposte che gli esperti dipendenti del Consorzio ci porteranno, queste verranno poi presentate alle aziende associate

le quali saranno le vere fruitrici, ed eventualmente promotrici, dei nuovi progetti. L’industria 4.0 è una nuova frontiera tecnologica di straordinarie potenzialità. Intellimech già da tempo lavora in questo ambito. L’approfondimento degli argomenti e la proposta di nuove soluzioni al servizio delle aziende associate, sono i motivi che ci hanno portati sia alla partecipazione al Consorzio sia a partecipare con entusiasmo al suo

sviluppo.

Sempre per quanto riguarda nuovi Soci che sono entrati recentemente nel Consorzio, interessante è rilevare come l’evoluzione dell’attività Intellimech abbia saputo intercettare le aspettative di diversi settori. Conosciamo Intellimech dalla sua formazione – afferma Giulio

Guadalupi, Direttore innovazione

Interventi

di Vin Service - infatti già in quella occasione avevamo valutato di partecipare a questa interessante iniziativa. Poi il prodotto nostro di allora non includeva ancora niente che fosse prettamente meccatronico. Situazione che è andata

modificandosi negli anni a seguito dell’avvento di tecnologie sempre più connesse che portano il prodotto ad essere più intelligente e complesso,

e a una evoluzione tecnologica importante del nostro settore. Riteniamo pertanto che oggi siamo maturi anche a livello organizzativo per gestire e lavorare in una realtà consortile come quella di Intellimech, con un apporto di tecnologia e una

collaborazione fattiva. Le nostre aspettative sono quelle di riuscire a realizzare ricerca di prodotto e non solo sviluppo, andando a innovare la nostra proposta sul mercato di riferimento, sfruttando la collaborazione con realtà che si

trovano ad affrontare i medesimi problemi di sviluppo. Abbiamo già iniziato incontri preliminari di analisi

dei progetti in corso ai quali per alcuni aspetti ci siamo già associati. Abbiamo inoltre in mente un paio di

necessità specifiche per le quali ci stiamo muovendo affinché avere un filone di ricerca in merito.

Fra le aziende new entry troviamo anche Elettrocablaggi. La nostra azienda – ricorda Dimitri

Buelli, Direttore Commerciale

di Elettrocablaggi - nasce

nel 1978 come fornitore degli equipaggiamenti elettrici nell’ambito del meccanotessile bergamasco

e bresciano; negli anni diversifica la propria presenza sul mercato

andando a toccare tutti i settori legati al machinery, sviluppando così un know-how multidisciplinare e trasversale. L’attività tipica è la realizzazione, sulla base del progetto

iniziale del cliente, del sistema

elettrico completo della macchina. Ora è giunto il momento di fare il passo successivo, affiancare i propri clienti nelle attività di progettazione, condividere le scelte e proporre soluzioni innovative di automazione e meccatronica. In questa direzione il consorzio Intellimech può offrire un valido supporto sia in termini generali e culturali, sia in termini più

specifici e legati alle applicazioni. L’anno scorso siamo stati ospitati in due progetti del Consorzio legati ai temi dell’internet delle cose e della progettazione integrata. Oltre all’aspetto non secondario della sensibilizzazione delle aziende

partecipanti su temi legati allo sviluppo tecnologico ed ai trend che caratterizzeranno lo scenario economico e manifatturiero dei prossimi anni, abbiamo visto realizzate alcune applicazioni

molto interessanti ed innovative. Speriamo dunque che lo sviluppo a livello consortile di queste attività, direttamente, attraverso proposte di progetto avanzate da noi, oppure

indirettamente partecipando ai progetti proposti dalle altre aziende, possa portare allo sviluppo di soluzioni e applicazioni innovative spendibili sul mercato. Fra i progetti che caldeggiamo si collocano quelli del filone legato all’industry 4.0 e alla fabbrica digitale, con temi legati alla rintracciabilità ed alla manutenzione predittiva, oppure ai processi di progettazione e gestione della conoscenza. Molti di questi temi sono già stati parzialmente affrontati, come per esempio la progettazione integrata, ma su questo tema in particolare ci sono molti spazi di miglioramento ancora aperti che richiederebbero ulteriori approfondimenti.

Concludiamo questo ampio “giro” di pareri, con una terza realtà aziendale

entrata recentemente nel Consorzio, che sinteticamente puntualizza e riassume i significati di Intellimech soprattutto a livello di interscambio di esperienze. Crediamo fermamente nel valore della sinergia come driver per la crescita - dice Gianmarco

Lanza, Presidente di FAE – e vogliamo aprirci al confronto ed alla condivisione, abbiamo individuato nel Consorzio Intellimech uno scenario ideale. Le nostre aspettative sono proprio quelle di condividere con aziende del territorio attività di ricerca ed innovazione, conoscere realtà e dinamiche imprenditoriali,

allo stesso tempo poter contribuire

all’attività consortile fornendo l’esperienza della nostra impresa. Le attività attualmente trattate ci appaiono come innovative e ben focalizzate. Aumentando la nostra conoscenza del contesto consortile, contiamo di poter contribuire e fornire ulteriori spunti su progetti e iniziative.

La parte tecnologica necessita di una parte metodologica organizzativa che rende la tecnologia applicabile.

Un momento dell’inaugurazionedel laboratorio Intellimech presso il Point Tecnologico di Dalmine, evento al quale hanno partecipato rappresentanti di tutti i soci Intellimech

4140

Monitor

L’industria del prossimo futuro sarà sempre più connessa. Con più IT e meno capannoni. La Smart Factory, o industria 4.0, propone simbolicamente la definizione più calzante della quarta rivoluzione industriale. L’idea centrale della fabbrica intelligente è la

digitalizzazione e l’informatizzazione della catena di produzione che porta

Si moltiplicano le attenzioni delle testate giornalistiche, anche quelle non specializzate, per i modelli di manifattura smart capaci di migliorare performance, efficienza e sistemi di gestione dell’industria moderna.

La fabbrica intelligente fa sempre più notizia

al prodotto finale. In realtà, questo è un processo iniziato già da tempo,

da quando gli oggetti sono diventati intelligenti grazie alla comunicazione via internet. Quindi il fenomeno Fabbrica smart non è poi così recente, ma è di stretta attualità che il manifatturiero stia moltiplicando l’impegno per uno svecchiamento del sistema produttivo che si

connette (il termine è quanto mai calzante!) alle dinamiche 4.0, decisivo per essere competitivi. Di pari passo a questo impegno, si moltiplicano anche le attenzioni degli organi di stampa sull’argomento. Sicuramente affascina l’idea che grazie ai cosiddetti sistemi cyber-fisici nel 2020, almeno 60 miliardi di oggetti intelligenti saranno presto

collegati in rete. Questo è il nodo centrale della fabbrica intelligente: il collegamento in tempo reale tra

umani, macchine e oggetti.

La sfida della fabbrica intelligente è dunque quella di affrontare la variabilità e l’incertezza delle parti coinvolte lungo tutta la catena del valore. Fra gli aspetti che suscitano maggiore interesse da parte dei

giornalisti, e spostano l’attenzione dalla semplice curiosità generalista

a una riflessione più analitica e incalzante, vi è poi il tema di come la fabbrica intelligente è in grado

di sviluppare un sistema adattabile al suo ambiente e che riesce a

cambiare il prodotto, in tempo reale, in modo da diventare il più competitivo possibile. Ciò significa che per ottenere una connessione funzionante tra tutte le parti è necessaria una comunicazione

fluida e costante, scenario nel quale ha ovviamene un ruolo strategico non solo la disponibilità di banda

ultralarga, ma anche di adeguate

infrastrutture di telecomunicazione, siano esse apparati, software o device. Ricordando che nella piramide della nuova automazione Cyber Fisica, l’informazione fluisce in entrambe le direzioni, partendo

dal livello aziendale, raggiungendo il livello di campo e passando anche

attraverso i processi produttivi e viceversa. In buona sostanza la piramide produttiva si è capovolta, dato che le informazioni arrivano per lo più direttamente dal prodotto, cambiando continuamente lo sviluppo del sistema. La filiera dovrebbe inviare feedback continui che permetterebbero di migliorare e modificare costantemente il prodotto/servizio. L’implementazione di nuovi sistemi e tecnologie sta migliorando l’esecuzione dei processi complessi e ripetitivi grazie alla capacità delle macchine. Essi possono trattare grandi quantità di dati con affidabilità e velocità. Ciò nonostante, la presenza dell’uomo è sempre richiesta in quanto ci saranno sempre delle situazioni

imprevedibili che richiederanno la capacità e la memoria associativa umana. L’essere umano sarà inoltre sempre necessario per la validazione e la continua analisi e ricerca. Sempre negli articoli giornalistici più consapevoli delle varie componenti che formano lo scenario 4.0, viene ricordato come l’implementazione di queste nuove tecniche in azienda offre nuove prospettive e possibilità che devono essere studiate per continuare e migliorare il processo di ricerca, sviluppo e innovazione. I vantaggi della fabbrica intelligente, stanno nella capacità di creare un

sistema produttivo flessibile in grado

di tenere il passo con la variabilità del mercato e dell’ambiente, aumentando il potenziale di

vendita del prodotto finale. Inoltre, l’implementazione delle nuove tecnologie fa sì che l’industria sia in grado di produrre più velocemente e in modo più economico. Una vera e propria re-ingegnerizzazione del

processo produttivo. Ma non è tutto: molti altri sono infatti i temi fra loro sinergici e considerati come tali negli articoli giornalistici. Vediamo qualche esempio. Scrive Enrico Netti sul Sole 24 ore del 28 dicembre 2015: “Un aumento

della produttività del 20%, un’iniezio-

ne di flessibilità, una riorganizzazione che libera spazi produttivi e la ridu-

zione ad un ventesimo degli infortu-

ni. Sono alcuni dei miglioramenti di cui si avvantaggiano le imprese me-

dio grandi italiane già entrate nell’era dell’industria 4.0, che per esempio si sta facendo strada nell’automotive. (…). In realtà i modelli sono molti.

La sfida della fabbrica intelligente è dunque quella di affrontare la variabilità e l’incertezza delle parti coinvolte lungo tutta la catena del valore.

Il business cresce - Il mercato digitale in Italia da “Corriere Economia” del 19/10/2015

+ 1,5%

Dispositivie sistemi

8.232Contenutidigitali pubblicità online

3.202Dispositivie sistemi

8.275Contenutidigitali pubblicità online

3.5001°SEMESTRE

2014

1°SEMESTRE

2015

Servizi Ict

5.079

Software esoluzioni Ict

2.615 Servizi di rete

11.975Servizi Ict

5.096

Software esoluzioni Ict

2.732 Servizi di rete

11.980

31.103 31.583

4342

Basta seguire i primi germogli dell’in-

dustria digitale, un mix di innovativi processi organizzativi, macchinari smart per produrre con maggiore

precisione e qualità. E’ un lievito che fa crescere la produttività grazie all’intelligenza diffusa della rete di sensori che dall’interno dell’impresa dispiega i suoi effetti all’esterno, verso la catena dei fornitori, i clienti, la logistica.” L’articolista non manca però di sottolineare come alle componenti positive si affianchino problematiche ancora aperte: “Come nelle precedenti rivoluzioni emerge il gap del fattore umano: solo il 20% dichiara di avere il personale abba-

stanza preparato: la maggioranza (77%) non ha ancora pensato a corsi di formazione. Di certo ci sarà da lavorare parecchio, perché la nuova generazione di tute blu digitali opererà con maggiore au-

tonomia. Le aspettative dei manager sono elevate: quasi tutte si attendo-

no un’accelerazione dei processi e una riduzione dei difetti, la possibilità di coinvolgere i fornitori nella R&S anche per migliorare il prodotto e ridurre gli sprechi”. Sempre su questo tema della dualità tra grandi prospettive e necessità urgenti di accogliere l’innovazione, scrive Giulia Cimpanelli sul Corriere Economia del 19 ottobre 2015: “L’innovazione è un processo che si innesta perfet-

tamente con la maggiore tradizione

industriale italiana: il manifatturiero. Il made in Italy si rinnova grazie alle tecniche di fabbricazione digitale. (…) Nonostante le incredibili prospettive del settore, le aziende italiane hanno una conoscenza limitata delle nuove tecnologie. Secondo lo studio del Rise dell’università di Brescia Digital Manufacturing Revolution la stampa 3D risulta essere nota solo al 61% delle aziende nostrane; l’Internet del-

le cose raggiunge il 44%, mentre le altre tecnologie (robotica, realtà aumentata, realtà vir-tuale, nanotecnologie) non superano il 40% di livello di conoscenza”. Gli fa eco Stefano Carli su Affari&-

finanza de La Repubblica del 16 novembre 2015: “Siamo indietro, come

mercato italiano, ma la

velocità di crescita degli oggetti connessi si sente anche qui e da luogo ad un mercato che vale già oltre 1,1 miliardi di euro, in crescita del 28% sull’an-

no prima”. Sempre sul tema

delle prospettive evolutive dello scenario 4.0, sottolinea Giovanni Mancini sul Sole 24 ore del 1 dicembre 2015: “L’idea di fondo è integrare e coniugare

creatività e tecnologia per innestare nuove e diverse logiche produttive nel sistema della manifattura nazionale, per dare nuovo slancio e nuova centralità all’industria italiana. Per evolversi, però, occorre prima di

tutto sapere da quale punto si parte e a quale si dovrebbe arrivare”. L’attenzione dei principali organi di stampa nazionale rispetto al tema dell’industria 4.0 si sviluppa a volte in veri e propri servizi speciali di ampio respiro; un esempio è l’Osservatorio Automazione pubblicato dal Corriere economia il 14 marzo 2016. Nello speciale, a firma di Edoardo Seganti-

ni, vengono ad esempio individuate alcune delle parole chiave per capire la quarta rivoluzione industriale: “Ecco le parole chiave per capire le tendenze e gli sviluppi dell’industria 4.0, in cui l’Italia sta giocando un ruolo da protagonista:

Advanced automation Sono i più recenti sviluppi

nei sistemi di produzione

automatizzati: soluzioni dotate di elevata capacità cognitiva, di adattamento, di auto-apprendimento. I tratti distintivi sono l’in-

terazione con l’ambiente e la guida automatica. Tipici sono i sistemi

di visione, che stanno uscendo dai laboratori e

stanno diventando opzio-

ni concrete.

Advanced human machine

interface

Sono i nuovi dispositivi indossabili e le nuove interfaccia

uomo macchina. Entrambi puntano ad acquisire e veicolare in formato vocale visivo e tattile, ad esempio gli occhiali speciali tipo Google Glasses per gestire le merci di un magazzino, che usano visori per la realtà aumentata, con visione sia sovrapposta che periferica (Schwarzenegger in Terminator per capirci, ma per usi pacifici).

Cloud manufacturing

È l’applicazione del cloud computing al manufatturiero e consiste nell’abilitare, tramite internet, l’accesso diffuso e on demand ad un insieme di risorse informatiche a supporto dei processi produttivi. Risorse che vanno dalle infrastrutture (macchine virtuali) alle piattaforme (applicazioni di sviluppo) ai software applicativi.

Co-bot (robot collaborativi) Mentre i robot tradizionali sono grandi e collocati in gabbie, questi nuovi automi sono più piccoli e

progettati per stare al fianco degli operai, in condizioni di sicurezza. Danno vita a prime forme di robotica mescolata in cui le macchine si

alternano agli uomini con cui

collaborano”. Negli articoli giornalistici non mancano poi focus di attenzione rispetto ai cambiamenti sollecitati ai manager e ai principali ruoli direttivi delle aziende con l’evoluzione 4.0. In particolare i manager di nuova generazione devono sviluppare capacità nel motivare la squadra ed integrarle nelle sfide poste dalla tecnologia. A questo proposito scrive Stefania Pescarmona su Affari&Finanza de La Repubblica il 20 luglio 2015: “Rispetto ad un AD tradizionale orientato ad un risultato immediato, il Ceo di nuova generazione deve possedere un’elevata abilità di delega, avere un’ampia attitudine al cambiamento, essere alla costante ricerca di

nuove idee oltre che orientato ad un successo sostenibile nel lungo

termine”.

L’innovazione è un processo che si innesta perfettamente con la maggiore tradizione industriale italiana: il manifatturiero.

Info

grafi c

a estratta

da “Il Sole 24 Ore” del 10/05/2015

Monitor

4544

Team

Nel tracciare un breve profilo della squadra di ricerca, cominciamo doverosamente dal “capitano”, vale a dire da Stefano Ierace: “Sono nato a Bergamo nel 1981. Ho conseguito la laurea in Ingegneria Meccanica nel 2005 presso l’Università degli Studi di Bergamo e il Dottorato in Ingegneria Meccanica nel 2009 presso l’Università degli Studi di Brescia. Oltre alla mia posizione

di responsabile operativo in Intellimech collaboro con AFIL

come Project Officer e con Servizi Confindustria Bergamo come consulente per alcune attività di trasferimento tecnologico. Il mio lavoro è strutturato sia nell’ambito di coordinamento complessivo del team, sia nel mantenere e

incentivare il dialogo con tutti i vari riferimenti che formano il Consorzio,

a partire dai Soci naturalmente. Vi sono poi i vari scenari di relazione con i partner e più in generale con le

istituzioni, i media… In questo senso mi posso simpaticamente definire: ingegnere con specializzazione in… relazioni pubbliche!”Un capitano deve avere “in campo” un riferimento di strategia, di sviluppo dell’azione; per la squadra Intellimech questo ruolo

è coperto da Fabio Floreani: “Sono milanese, classe 1982. Nel 2006 ho conseguito la laurea magistrale

in Ingegneria dell’automazione presso il Politecnico di Milano e successivamente, nel 2012, ho concluso il percorso di Master Executive del MIP in gestione della manutenzione industriale. Lavoro presso Intellimech dal 2007, anno in cui sono entrato come ricercatore del progetto pre-competitivo Prophet; attualmente sono responsabile delle attività tecniche del laboratorio e della

realizzazione dei progetti condivisi. A questo proposito io e i colleghi

stiamo portando a termine le interviste presso i soci; si concluderà, dunque, a breve, la fase di raccolta delle necessità aziendali nelle 3

aree tematiche individuate come significative per i nuovi progetti. Parallelamente stiamo svolgendo uno scouting tecnologico sulle tematiche più rilevanti dei nuovi progetti; i risultati di tali indagini verranno presentati nei pomeriggi Intellimech di Giugno, Luglio e Settembre 2016. Per quanto riguarda i bandi ed i finanziamenti pubblici, abbiamo aderito tramite 6 proposte progettuali al programma di finanziamento europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 e tramite 3 proposte progettuali al bando di finanziamento R&S per aggregazioni per la presentazione

delle domande di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle aree di specializzazione S3”.La squadra Intellimech si avvale di ottimi specialisti nei vari ruoli, un team ben affiatato. Lasciamo a loro stessi di presentarsi. “Mi chiamo Luca Fasanotti e sono nato a Bergamo nel 1983, ho conseguito la Laurea magistrale in

Ingegneria Informatica nel 2007 e il dottorato di ricerca in Meccatronica, informazione tecnologie innovative e metodi matematici nel 2016; dal 2007 sono ricercatore presso il Consorzio Intellimech. Le mie competenze riguardano

principalmente gli ambiti dello sviluppo software e firmware, la progettazione elettronica, i sistemi di

comunicazione industriale e le reti di comunicazione wireless. Attualmente mi sto occupando principalmente

della progettazione di diversi sistemi di interfaccia macchina - sistemi di

supervisione e della gestione remota di veicoli a guida autonoma”. Anche negli importanti ambiti del data analytics, ad esempio, il team mette in campo uno specialista:

“Mi chiamo Valerio Pesenti Campagnoni e sono nato a Bergamo nel 1988. Ho iniziato a lavorare nel Consorzio Intellimech nel Giugno 2014, svolgendo la tesi di laurea che mi ha permesso di conseguire

il diploma magistrale in Ingegneria

Meccanica. Le mie competenze riguardano principalmente, oltre

al data analytics, anche quelli della diagnostica, del 3d printing e della simulazione a elementi finiti. Attualmente mi sto occupando dello sviluppo di un sistema di monitoraggio scoria in un impianto

di colata continua e dello sviluppo di algoritmi diagnostici di una

I profili e la preparazione della squadra di ricercatori che operano direttamente in Intellimech esprimono in modo significativo la vocazione del Consorzio.

Stiamo svolgendo uno scouting tecnologico sulle tematiche più rilevanti dei nuovi progetti.

Il team di ricercatori che attualmente costituisce il gruppo di specialisti che operano direttamente all’interno di Intellimech.

Staff di ricerca Intellimech: un team giovane per un futuro già presente

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Agenda

piattaforma di Smart Maintenance”.“Sono laureato in ingegneria

informatica con specializzazione meccatronica – ci dice Andrea Piccinini (classe 1990) - e faccio parte del Consorzio Intellimech da Novembre 2014, quando sono stato assunto nell’ambito del progetto SIDE per occuparmi dello sviluppo di un controllore predittivo per l’efficientamento termico. Da Ottobre 2015 ho iniziato il corso di dottorato in ingegneria e scienze applicate, collaborando con

l’Università di Bergamo all’interno del progetto Adaptive del Cluster CFI. Le mie competenze riguardano lo sviluppo di software e firmware di vario genere e la progettazione di modelli per simulazione ad

eventi discreti. Attualmente mi sto occupando della creazione di

un modello di simulazione di un

impianto di produzione e dello

Il team unisce specialisti che, pur giovani, vantano competenze formative e lavorative ben mirate.

sviluppo di un software basato su piattaforma web”. Come si può notare il team unisce professionisti che, pur giovani, vantano competenze formative e lavorative ben mirate. Lo conferma anche Alan Scarpellini, nato a Bergamo il 24 Ottobre 1990. Lui stesso ci dice: “Mi sono laureato in Ingegneria Informatica indirizzo Meccatronica e lavoro nel Consorzio Intellimech dal Gennaio 2015. Le mie competenze riguardano principalmente la

programmazione software, le tecnologie Web e la gestione dei database. Attualmente mi occupo dello sviluppo di un sistema di monitoraggio su piattaforma Web per macchine industriali, di soluzioni

tecnologiche per la tracciabilità di

semilavorati e prodotti finiti nella logistica e nella produzione e di sistemi per il controllo qualità”.

TRAS

FERI

MEN

TO TE

CNOLOGICO

INNOVAZIONE & FINANZA

ElettrotecnicaElettronica

Elettromeccanica ControlloAutomazione

Meccatronica

MeccanicaOperation

ModellisticaSimulazione

Informatica

I servizi di Intellimech riguardano: lo sviluppo e la realizzazione tecnica di progetti specifici o condivisi su commessa, la formazione su nuove tecnologie prioritarie, la gestione di progetti di piccole/medie dimensioni, la ricerca di partner strategici per progetti di innovazione ed il trasferimento tecnologico.

21 Giugno 2016Istituto Mario NegriVia La Masa 19 - Milano

Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca dell’Osservatorio Smart ManufacturingIl Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2015-16 dell’Osservatorio Smart Manufacturing, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, sarà l’occasione per rispondere - partendo dall’analisi di oltre 300 aziende italiane ed estere - a domande come: qual è lo stato dell’arte delle Smart Manufacturing Technologies, e in quali processi trovano applicazione? Quali basi di “cultura digitale” sono necessarie per poter adottare con successo le Smart Manufacturing

Technologies? Come si evolverà lo scenario applicativo e quale ruolo verrà giocato dalle startup nel processo di innovazione? I risultati della Ricerca saranno discussi con i principali player di questo mercato e con esponenti di rilievo del mondo della Manifattura e della Ricerca Accademica.www.osservatori.net

22-24 Giugno 2016, RAI

Amsterdam: European Conference Industrial Technologies 2016Evento promosso della Presidenza del Consiglio Olandese e dal Consiglio dell’Unione europea. Una delle più ampie “conference” Europee nel campo delle nuove tecnologie di produzione, i materiali, le nanotecnologie, le biotecnologie e la digitalizzazione,

con più di 1.250 delegati di alto livello. Si parla di ricerca, industria, istruzione, processi e tecnologie per individuare le priorità che sono cruciali per rafforzare l’ecosistema europeo dell’innovazione industriale. www.industrialtechnologies2016.eu

13 Luglio 2016 ore 14.30, Kilometro Rosso

Pomeriggio Intellimech: approfondimento sui sistemi e le soluzioni tecnologiche per il controllo qualità.

14 Settembre 2016 ore 14.30, Kilometro Rosso

Pomeriggio Intellimech: approfondimento sui sistemi e le soluzioni tecnologiche di monitoraggio e diagnostica predittiva per manutenzione e service.

FORMAZIONE

PROJECT MAN

AGEM

ENT

Il Consorzio Intellimech ha partecipato a sps ipc drives a Parma

Nelle giornate dal 24 al 26 maggio scorso l’evento organizzato presso il polo fieristico di Parma ha caratterizzato l’attenzione di aziende, istituzioni e operatori professionali dei settori tecnologie per l’automazione elettrica-elettronica, sistemi e componenti per la smart manufacturing. L’appuntamento di sps ipc drives era particolarmente atteso e ha confermato le aspettative: forte adesione di imprese e ampiezza di proposte innovative in tutti i settori rappresentati. Positiva quindi la decisione di Intellimech di essere presente con un proprio stand, nel quale sono stati presentati sia i progetti di ricerca che caratterizzeranno il prossimo futuro, sia il concept stesso del Consorzio, giudicato un riferimento per quanto riguarda la collaborazione virtuosa fra imprese, anche e soprattutto in ambito di industria 4.0.

NUOVI PARADIGMI TECNOLOGICI

PER L’INDUSTRIA MANUFATTURIERA

In uno scenario di sviluppo del manifatturiero che guarda con sempre maggiore coinvolgimento alle sfide e alle opportunità della “fabbrica intelligente”, spicca l’impegno interdisciplinare e proattivo di Intellimech: ricerca, consulenza, sperimentazione e applicazioni basate sul confronto virtuoso e l’interscambio di esperienze fra i soci, per definire percorsi di crescita che uniscono vantaggi sinergici e risposte mirate alle singole realtà aziendali.

INNOVAZIONE > RICERCA > SINERGIE > APPLICAZIONI

c / o Pa r c o S c i e n t i f i c o Te c n o l o g i c o K i l o m e t ro Ro s s o - V i a S t e z za n o, 8 7 - 2 4 1 2 6 B e r ga m o - Te l . + 3 9 0 3 5 0 6 9 0 3 6 6 - w w w. i n t e l l i m e c h . i t