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un'amministrazione militare era prevista solo fino a che fossero durate le operazioni di guerra ed i territori avessero conquistato la loro autonomia 128 . Lo status giuridico della Zona d'Operazione Alpenvorland non era quindi contemplato dal diritto internazionale vigente e non tutte le autorità tedesche ne erano a conoscenza visto che una certa parte dei documenti relativi alla ZOP emanati d a l l e s t e s s e r e c a v a n o l a s c r i t t a " T a r n u n g " c

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un'amministrazione militare era prevista solo fino a che fossero durate le operazioni di guerra ed i

territori avessero conquistato la loro autonomia 128

. Lo status giuridico della Zona d'Operazione

Alpenvorland non era quindi contemplato dal diritto internazionale vigente e non tutte le autorità

tedesche ne erano a conoscenza visto che una certa parte dei documenti relativi alla ZOP emanati

dalle stesse recavano la scritta "Tarnung" cioè "

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mimetizzazione".

2.12 Il gioco degli inganni tra Germania e

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R.S.I.

Nonostante queste misure di occultamento messe in

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atto dalle autorità tedesche, Mussolini veniva

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,spesso erroneamente, dai suoi informatori e ciò conduceva

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Per Mussolini si trattava evidentemente di uno smacco gravis

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simo anche perché il fascismo delle

origini traeva spunto p

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roprio dallo "spirito delle trincee", dalla "vittoria mutil

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n nuovo ordine europeo (1939-1945)Giunti Editore, Firenze,2002.129

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Memorandum inviato a Mussolini in data 5/01/45 da un informatore, R 83 Italien Bundesarc

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hiv Berlin13

° Collezione italiana, Mussolini a Rahn, lettera d

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ell'11/02/1944 in Deakin, op. cit., p.905

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R. De Felice, op, cit, p.92

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in particolare tra le altre nazionalità slave e gli italiani (che durante il fascismo e nei primi anni

della guerra avevano messo in atto una brutale snazionalizzazione 133

nei confronti degli sloveni e

dei croati) assumendo il ruolo di arbitro, posizione che consentì loro di appoggiare l 'una o l'altra

parte in conflitto a seconda della convenienza del momento. Nella Zona d'Operazione

Alpenvorland invece il comportamento delle autorità occupanti si limitò a concedere una sorta di

"risarcimento" in termini di autonomia giuridica ed amministrativa alla popolazione altoatesina

per gli oltre vent'anni di snazionalizzazione fascista, ma non attuò una politica di istigazione alla

lotta nazionale tra le due popolazioni del territorio, italiani ed altoatesini di lingua tedesca, sia per

"riguardo"alla neocostituita R.S. L, sia per non creare tensioni della Zona d' Operazione.

2.13 L'organizzazione della ZOP Alpenvorland e la lotta interna tra le varie organizzazioni naziste.

Gli organi tedeschi e altoatesini che a vario titolo erano presenti nella ZOP Alpenvorland erano :

l) VKS (Volkskampfring Sudtirols) poi tramutatosi in AdO (Arbeitsgemeinschaft der Optanten) e

successivamente in DVS (DeutscheVolksgruppe Sudtirols) sotto l'egida delle SS che riconosceva

esplicitamente il Fuhrerprinzip. All'inizio aiutava gli optanti nella loro trasferta in Germania,

entre più tardi si trasformò in una organizzazione che aveva essenzialmente il compito di

assistere il processo di nazistizzazione della popolazione e la trasmissione della sua

Weltanschauung (Gleichschaltuung) . Il suo mutato nome stava a significare una volontà da parte

della dirigenza nazista di recuperare un'unità all'interno della comunità altoatesina.

2) ADEuRST (Amtliche deutsche Einwanderungs und Ruckwanderunsstellungen) che aveva il

compito di assistere gli optanti per qualsiasi loro necessità o chiarimento riguardo alle opzioni.

3) RKFdV ( Reichskommissar fur die Festigung des deutschen Volkstums) sempre facente capo

alle SS di Himmler, aveva il compito di organizzare tutta una serie di ·manifestazioni per la

rivitalizzazione della cultura germanica dei sudtirolesi con i cosiddetti "Brauchtumslager" ossia

dei campi in cui si insegnavano le antiche usanze come i canti di montagna, cucire e portare gli

indumenti tradizionali. All' interno di questa organizzazione si trovava la famigerata "Ahnenerbe"

ossia l'organizzazione che aveva il compito di dimostrare l'origine antico germanica e pagana,

(con un accento implicitamente antireligioso) dell'Alto Adige per affermare in seguito pretese

annessionistiche nei confronti dell'Italia ed anche,pretestuosamente, del Trentino.

133 D. Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell'Italia fascista (1940-1943),Bollati

Boringhieri,Torino,2003. Famigerato a questo proposito il campo di concentramento di Rab in Slovenia.72

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4) WEHRMACHT : Essa era sottoposta al controllo del Gauleiter, il quale poteva in caso di

discordie rivolgersi direttamente a Hitler; di fatto riferiva a Bormann, suo segretario personale e

onnipresente. Sua caratteristica principale era l'impoliticità.

5) SS : al Gauleiter riuscì di " sottomettere" questo Stato nello tato nell'edificio nazista e perciò

di essere riuscito ad ottenere un posto di assoluta preminenza nella ZOP Alpenvorland.

Paradossalmente ciò "mitigò" le reazioni dei nazisti nei confronti della popolazione trentina, dato

che il Gauleiter Hofer teneva a mantenere la ZOP Alpenvorland il più tranquilla possibile.

6) NSDAP Formalmente non era presente nella ZOP, ma di fatto operava tramite numerosissime

organizzazioni e sotto-organizzazioni tipiche dello Stato totalitario La sua presenza aveva

permesso di bloccare la rinascita del partito fascista repubblicano nella ZOP. Nell'altra ZOP,

l'Adriatisches Kustenland, la rinascita del partito fascista repubblicano fu invece tollerata, poiché

in zona l'attività partigiana delle popolazioni slave era molto più forte.

7) MINISTERO DEGLI ESTERI: L'organo più importante di questo ministero era l'ambasciatore

plenipotenziario Rudolf Rahn, che aveva il compito precipuo di tenere i contatti con i ministeri e

le autorità italiane per farle collaborare nel modo più efficiente possibile al funzionamento della

macchina da guerra tedesca in Italia. Egli, con la seconda ordinanza di Hitler del l 0/09/43 aveva

perso in favore del Gauleiter dei poteri di intromissione nella ZOP Alpenvorland, ma gli rimaneva

pur sempre la leva economica dei contributi italiani per temperare i propositi annessionistici del

Gauleiter, a cui non perdeva occasione di ricordare una certa prudenza nei confronti degli italiani,

per non sminuirne il contributo economico e organizzativo, e suggeriva di non umiliarli con gesti

politicamente inefficaci ma simbolicamente importanti come la cancellazione del cippo che recava

il nome "Italia" al confine del Brennero. Insisteva inoltre sull'accortezza con cui reclutare il

capitale umano perché altrimenti molta gente si sarebbe aggregata alle già numerose formazioni

partigiane.

8) MINISTERO DEGLI INTERNI: Intendeva controllare la ZOP Alpenvorland per garantirne

l'unità di diritto con il resto del Reich, per evitare tentazioni secessionistiche delle zone di confine

da parte dei Gauleiter. Per questo motivo volle occupare una certa parte dei posti amministrativi

con tedeschi del Reich e non soltanto con tirolesi o sudtirolesi come avrebbe voluto Hofer.

9) IMA (Intermininisterieller Auschuss fur italienische Anglegenheiten) che aveva il èompito di

dipanare i vari conflitti che sarebbero potuti sorgere tra le varie autorità del Reich che operavano

nella ZOP e di impedirne un eccessivo sfruttamento a fini bellici visto che avrebbe dovuto essere

più tardi annessa al Reich.

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10) ORGANIZZAZIONE TODT, si occupava del reclutamento dei lavoratori per il lavoro

industriale o di manutenzione civile e la costruzione delle infrastrutture militari come

fortificazioni o terrapieni.

11) RUK, diretto da Albert Speer, era il Ministero per gli Armamenti e la produzione bellica.

Contribuì in una qualche misura all'industrializzazione della Zona d'Operazione a causa delle

necessità belliche del Reich

12) CONSIGLIERI GERMANICI (Deutsche Berater) : in Trentina e a Belluno, rispettivamente

Kurt Heinricher e Hubert Lauer, avevano il compito di filtrare ogni comunicazione del

Commissario Prefetto con i Ministeri e le autorità italiane in modo da renderlo mero esecutore

delle proprie direttive e !asciandogli soltanto alcune funzioni amministrative, sociali e caritative.

Il conflitto tra le varie istituzioni di occupazione influenzò profondamente la nascita e

l'evoluzione della Zona d'Operazione Alpenvorland. Ogni struttura cercava di fare prevakre i

propri specifici interessi su quelli degli altri.

Ad esempio sia Himmler che Goebbels avevano stimato di non possedere abbastanza uomini per

controllare il territorio italiano per cui avevano bisogno di mantenere la assoluta tranquillità nel

territorio, soprattutto per potere sfruttare le risorse economiche ed umane italiane ai fini della

prosecuzione della guerra. Ribbentrop invece considerava importante l 'esistenza della R. S.. I. per

rafforzare il suo ruolo. A ciò si aggiungevano le preoccupazioni del Ministero degli Interni per le

tendenze centrifughe 134

. dei due Gauleiter, che cercavano di contrastare fornendo personale

proveniente esclusivamente dal Reich ed impedendo che il territorio fosse eccessivamente

depredato in previsione del suo ingresso nel Reich. Il Gauleiter Hofer , nella sua veste di

governatore e suprema istanza amministrativa di un Gau, ed al tempo stesso capo del partito

nazista regionale e incaricato dell'amministrazione civile della Zona d'Operazione, tentava di

ridurre il più possibile l 'influenza del Ministero dell' Interno.

Altri contrasti sorsero tra il Gauleiter Hofer e le SS che reclamavano invece piena libertà d'azione

nella Zona d'operazione, disturbando la politica di "pacificazione" inaugurata dal Gauleiter., Si

ricorda ad esempio l'episodio del 28 giugno 1944 in cui furono trucidati dalle SS numerosi

resistenti e catturato il conte Gin Antonio Manci che si suicidò poi una settimana più tardi a

Bolzano per sfuggire alle atroci torture dei tedeschi.

Tensione come abbiamo visto vi era anche tra il Gauleiter e la Wehrmacht perché quest'ultima

pretendeva ad esempio l'assoluta precedenza nell'utilizzo delle linee ferroviari a scopo militare, in

contrasto con la politica del Gauleiter.

134 F. Anfuso, Da Palazzo Venezia allago di Garda, Cappelli, Bologna, 1957, p.378

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Anche l'organizzazione TODT era assai malvista dal Gauleiter perché con i suoi reclutamenti

forzati di manodopera non faceva che accrescere lo scontento della popolazione.

Il Ministero dell'Industria e degli armamenti RuK era in competizione con l'Organizzazione

TODT per quanto riguarda gli uomini da prelevare per il lavoro coatto e premette sul Gauleiter e

sulle autorità altoatesine e trentine stesse, in particolare sul Commissario Prefetto de Bertolini

perché fosse aumentata la produzione di manufatti bellici. Per aumentare la produzione le autorità

tedesche dovettero fare pressione sugli industriali altoatesini e trentini chiedendo loro di

aumentare i salari, fatto che provocò naturalmente delle resistenze tra gli stessi che si sentivano

minacciati dalle rivendicazioni salariali e non abbastanza garantiti dalle autorità naziste.

Questo fu un esempio tipico di intervento delle autorità tedesche nella gestione dell'economia ai

fini "superiori" determinati dallo Stato stesso. Come abbiamo precedentemente visto il

plenipotenziario Rudolf Rahn intervenne ogni volta che gli fu possibile per moderare le iniziative

germanizzatrici dei due Gauleiter, ed per impedire che le "cacce all'uomo" messe in atto

dali'organizzazione TODT facessero crescere la resistenza ed il malcontento e li trasformassero in

resistenza armata.

2.14 La politica economica, sociale e del lavoro e te sue ripercussioni sull'atteggiamento degli altoatesini.

Il controllo sulla situazione annonaria della provincia di Bolzano era di vitale importanza per il

successo della politica nazista in Alto Adige. Il controllo della situazione annonaria aveva lo

scopo di consolidare il consenso della popolazione nei confronti del regime appena insediatosi il

13 settembre 1943. Ciò comportò un rigoroso controllo dei prezzi e quindi draconiane misure

antinflazionistiche, importazioni dallo stesso Reich per rifornire la Zona d'Operazione, lotta al

mercato nero e soprattutto l'introduzione dell'ammasso obbligatorio dei prodotti agricoli, misura

che non poteva non produrre malcontento tra la popolazione contadina tanto osannata dal

regime. 135

La realtà però corrispondeva alla propaganda? I contadini ed il settore economico in

generale erano effettivamente contenti di cedere i loro prodotti a dei prezzi che non coprivano

nemmeno i costi di produzione? La risposta non può essere che parzialmente negativa vista la

documentazione da me trovata negli archivi altoatesini136

in cui si documenta la progressiva

disaffezione della popolazione e dei contadini137

nei confronti di una guerra ormai

irrimediabilmente perduta. In essa infatti il Commissario Prefetto Karl Tinzl lamenta l'eccessiva

1 35 Tiroler Landesarchiv, Nationalsozialistischer Gaudienst- Gau Tirol- Voralberg, Repertorium B 707 Zeitungen,

4.1.84 del 7112/1943,800.000 Kilo Obstfor die Wehrmacht!Obergabe an den Obersten Kommissar in Lana"136

Archivio Comunale di Bolzano, H 43 Annona, categoria Xl, classe 5, fasc.1, "commercio fisso, disposizioni di massima" del6/04/1945137

Archivio comunale di Merano, ZA 15 k 1439 "Servizi annonari" del16/02/194575

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frequenza delle richieste di chiusura delle attività commerciali per i più svariati motivi: inventario, malattia, vacanze

del personale, rinnovo delle merci etc, che indicano chiaramente uno stato di disagio della popolazione

altoatesina negli ultimi mesi della gu.erra. Le misure antinflazionistiche degli occupanti per mantenere la stabilità

dei prezzi provocarono una perdita netta dei guadagni dei produttori che erano costretti a vendere sottocosto. Ci

furono varie manifestazioni contro il carovita, specialmente in Trentino e l'ammasso coatto da parte delle

autorità. Si creò un differenziale inflativo tra la Zona Alpenvorland ed il resto d'Italia, dovuto in special modo

alla politica praticata dai tedeschi nell'Italia occupata di lasciare crescere i prezzi in maniera maggiore rispetto alla

ZOP Alpenvorland, producendo una "fuga alimentare" dalla ZOP. Nell'Alpenvorland, Hofer cercò di svolgere il

compito di controllo dei prezzi attribuito dall'ordinanza del 10/01/1944 con la quale i Prefetti ottennero il potere di

disciplinare i prezzi dei beni e delle prestazioni di ogni genere, senza allargare il proprio organico. Queste misure

di prevenzione si dimostrarono alla lunga insostenibili a causa dei possibili "sbalzi di umore" nella popolazione 138

, e la progressiva perdita del potere repressivo fece in modo che il mercato nero cominciasse a fiorire. Gli

occupanti cercarono di rimanere in buoni rapporti con alcune categorie sociali accuratamente scelte,

concedendo maggiori razioni alimentari o premi in denaro. Queste categorie sociali erano: i lavoratori

impiegati nelle industrie di rilevanza militare ed i parenti di lavoratori civili in Germania - ma non gli I.

M. L (Internati militari italiani in Germania) - gli impiegati statali e quelli comunali, sia italiani che

tedeschi, a causa della funzione che essi ricoprivano nel reclutamento della manodopera e nella leva

militare, e soprattutto furono aumentate le razioni alimentari ai corpi di sicurezza, il S. O. D (Siidtiroler

Ordnungsdienst) in Alto Adige. Inoltre, la potenza occupante promise al complesso della popolazione una

maggiore equità fiscale, ma ebbe come interlocutore privilegiato i ceti più agiati e i cosiddetti profittatori di

guerra. In questo modo la potenza occupante tentava di dimostrare demagogicamente di volere proteggere gli

operai contro gli arbitri del liberismo economico, ma mentre non vi fu alcun miglioramento delle

condizioni di lavoro degli operai, quello che conseguì dalle scelte economiche e politiche della Germania, fu

un peggiormnento generalizzato delle condizioni economiche e sociali fino ad arrivare anche alla

deportazione, la tortura oppure l'eliminazione fisica.

L'aumento dei salari ordinato dai tedeschi aveva comportato l'alienazione del favore della parte padronale che

non ne fu affatto contenta, ma a cui Rahn rispose 139

che i datori di lavoro avrebbero dovuto fare alcuni sacrifici per

assicurare un bene infinitamente più prezioso, l'ordine sociale. Per il mantenimento della pace sociale ed il

soffocamento di eventuali disordini da parte degli operai,

si giunse anche alla proibizione dei sindacati fascisti di fabbrica.138

ACS, Uffici e comandi di polizia tedeschi in Italia 1943-1945, 53/16,b.4, fasc.3 del16/02/1945139 ibidem

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A questo si aggiunse un rigidissimo controllo da parte delle autorità tedesche sui beni alimentari in

uscita 140

• Gli organi italiani relativi all'alimentazione e all'assistenza sociale continuarono ad

esistere (0. N. M. I.- Organizzazione Nazionale per la Maternità e l'Infanzia) ma furono svuotati

di ogni efficacia. 141

L'esigenza politica da parte del Reich di accattivarsi la simpatia o almeno la neutralità della

popolazione della ZOP Alpenvorland, si scontrava con le necessità interne al Reich di ottenere dei

rifornimenti alimentari per la Wehrmacht occupante, che effettuò molte requisizioni di magazzini

alimentari.

agricola

una

di

e regolamentazioni sull'obbligo di consegna annonario di alcuni prodotti agricoli ai centri di

raccolta ( in particolare latte, burro, cereali, mais, patate, bestiame). Fu emanato un ordine di

intensificazione di alcune colture, di alcuni prodotti agricoli che scarseggiavano ed un sempre

maggiore controllo venne esercitato sugli agricoltori, mentre nei piccoli comuni i sindaci spesso

non riuscivano

forzato di uomini per il servizio militare o il lavoro nella TODT o in altre organizzazioni.

Data la penuria insostenibile di lavoratori nelle campagne, il Gauleiter ricorse ad un tipo di

propaganda che si rifaceva alla dottrina nazista del "Blut und Boden" per invogliare la

popolazione a dedicarsi nuovamente all'agricoltura in una sorte di polemica antimodernista contro

la progressiva urbanizzazione e la fuga dai campi. Queste misure che comportavano

l'arruolamento coatto in lavori agricoli o di ripristino di strutture viarie danneggiate dai

bombardamenti perseguivano naturalmente anche lo scopo di tenere la popolazione sotto

controllo, in particolare quegli elementi che avessero potuto costituire una minaccia per il regime. A

mutare l'atteggiamento della popolazione altoatesina contribuirono maggiormente le perdite

dovute alla guerra, le prospettive di vittoria che andavano scemando sempre di più ed infine i

bombardamenti cui era sottoposto l'Alto Adige Di ciò testimoniano i rapporti del servizio di

sicurezza tedesco SD che aveva il compito di informare le autorità naziste sull'effettivo stato

d'animo della popolazione. Nei rapporti stilati dagli uomini del servizio di sicurezza tedesco si

può infatti leggere : " Come ci si può ancora immaginare una vittoria militare tedesca? Sarebbe

ormai tempo che si attivasse un altro genere di diplomazia tedesca. Da tutti gli strati sociali si

sentono frasi come : <<farla finita, finché siamo a tempo>>, <<smetter/a prima che vada tutto

definitivamente a rotoli>>oppure <<è una pazzia sacrificare ancora degli uomini/>>" 142

In un rapporto del 27/10/1944 appare ancora una volta l'antipatia degli altoatesini per

"prussiani". Una signora appartenente al ceto borghese così si esprime : " non farà certo male ai

140 MST, Archivio Resistenza, I parte, Fondo AB, b. 4, fasc.lO"Controlli alimentari ai posti di frontiera."141 Archivio comunale di Merano, ZA 15 k 529"0pera Nazionale per la protezione della Maternità e Infanzia)

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142 ACS, Uffici e comandi di polizia tedeschi in Italia 1943-1945, 53/16,b.4, fasc.3 del16.02.1945

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prussiani se si prenderanno un pugno sul naso per le molte bugie che ci hanno raccontato durante

la guerra, come ad esempio quella sulle armi volanti etc. Non ci troveremmo così se invece di

avere molti soldati avessimo avuto migliori diplomatici" 143

Anche la propaganda ufficiale stentava

a produrre i suoi effetti. Infatti la gente non desiderava più ascqltare le autorità ed i loro proclami

sulla "vittoria finale", ma i soldati che combattevano al fronte. Nel rapporto si afferma

testualmente: "la gente è stufa dei discorsi propagandistici; vuole <<aiutare, agire, non sorbirsi

dei discorsi!>>144

Anche nei confronti delle trasmissioni radio tedesche in Alto Adige negli ultimi

mesi della guerra vi era un diffuso scetticismo da parte della popolazione che era dfll'opinione

che esse non servissero ad altro che a prolungare di qualche settimana o mese l'esistenza del

regime e che per questo motivo si mandavano a morire centinaia di giovani in una guerra ormai

irrimediabilmente persa. Lo storico altoatesino Von Hartungen individua nell'Alto numero di

caduti al fronte per la Patria uno dei principali motivi di scoraggiamento della popolazione

altoatesina. Scrive von Hartungen : " Fino al 1943 per gli abitanti Bolzano la guerra - al

contrario di quanto era avvenuto durante la Prima Guerra mondiale- continuava ma era

percepita come un fatto lontano. Le truppe delle Potenze del!'asse combattevano e vincevano in

Russia e nella lontana Africa. Gli attacchi aerei, ormai ben conosciuti alla popolazione del Reich

non avevano ancora fatto la loro comparsa sui cieli del!'Alto Adige. n rifornimento alimentare della popolazione-anche in questo caso diversamente da quanto accaduto durante la Prima

Guerra mondiale- era ancora più che sufficiente. Si riscontravano sì dei problemi dovuti alla

guerra (ad esempio nel settore del!'abbigliamento), ma tra la popolazione contadina o nei piccoli

centri agricoli nessuno soffriva la fame. Ma a fare sentire la presenza della guerra in Alto Adige

provvedevano le sempre più implacabili attività delle commissioni di leva della Wehrmacht a

Bolzano con le loro filiali sparse su tutto il territorio ed i loro aiutanti del!'adO. Riuscire a

sfuggire al precetto militare si dimostrò sempre più difficile anche se qualche coscritto si fece

venire in mente qualche trucco per venirne fuori senza danno. Come già reso noto dagli uffici di

reclutamento del Reich e dagli attivisti del!'AdO, la disponibilità ali'arruolamento a partire dal

1941 era fortemente calata e si registravano un numero sempre crescente di arruolati che

cercavano dei sotterfugi per sottrarsi alla leva. In modo ancora più pressante ricordavano la

presenza della guerra le liste sempre crescenti e gli annunci dei <<caduti lontano dalla loro terra

per il Fiihrer, il popolo e la patria>>. Questo fattore fu uno dei motivi principali per spiegare una

crescente disaffezione nei confronti del servizio militare" 145

• Di ciò ho prova avendo riscontrato la

143 ibidem144 ibidem145 C. von Hartungen, Zur Lage der Sudtiroler in der Operationszone Alpenvorland (1943-1945)in Geschichte und

Region, Storia e regione,p.l1978

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validità di questa tesi nella mia ricerca archivistica negli archivi altoatesini m cm si trovano

documenti di questo tenore146

:

"Prefettura di Bolzano, 30/05/1944, circolare 133/44

A tutti i sindaci della Provincia di Bolzano

Oggetto : allontanamento non autorizzato di soldati di etnia germanica dal!' esercito.

Secondo informazioni provenienti dagli uffici competenti della Wehrmacht si verificano casi di

allontanamento non autorizzato dal!' esercito di soldati di etnia germanica che hanno residenza

in Sudtirolo. Questo allontanamento non autorizzato non è tanto dovuto a vigliaccheria, ma ad un

sentimento di attaccamento alla propria terra particolarmente forte ed una certa mollezza che li

spinge a rimanere nel luogo natio anche dopo la fine della licenza. La metto a conoscenza di

questo fatto con l' ordine di rendere noto ai trasgressori le gravi conseguenze che . il

prolungamento non autorizzato della licenza porta con sé. In nessun caso un soldato della

Wehrmacht in licenza deve sentirsi incoraggiato a prolungare indebitamente in questo modo il

suo periodo di licenza. E' fatto dovere di ogni ufficio di denunciare ogni soldato che prolunghi

indebitamente di sua iniziativa il periodo di licenza.n Commissario Prefetto147

Dr. Karl Tinzl"

La crescente resistenza da parte della popolazione altoatesina all 'arruolamento è documentata

dall'ingente numero di richieste d'esonero (Unabkoemmlickeitserkliirungen) presentate da ditte o

arruolati stessi alle autorità militari tedesche che ho ritrovato negli archivi altoatesini.

Più interessante ancora è un documento che testimonia come negli ultimi mesi i casi di

automutilazione di soldati o di coloro che dovevano essere arruolati erano considerevolmente

aumentati.

" Ufficio di leva della provincia di Bolzano

Bolzano, 19/10/1944

Oggetto: Raffl Josef, nato il13.01.1902, Merano, Winkelweg nr 3

Arruolamento in data 10110/1944

Al Signor Sindaco di Merano

Secondo quanto comunicato dal!'ospedale di Merano il sunnominato soggetto al!'obbligo militare

si trova ricoverato a causa di una grave ferita alla mano. Dopo che negli ultimi tempi il numero

di incidenti è visibilmente aumentato nel caso di soggetti al!'obbligo di leva o già arruolati, si fa

strada sempre più insistentemente il sospetto che in tali casi si possa trattare di casi di

146 Archivio comunale di Merano, ZA 15 K 1422 "Chiamate alle armi"147 Archivio comunale di Merano,Servizio di guerra Alpenvorland 1943-45, ZA 15 K nr. 1439, fase. 3 "Atti vari"

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automutilazione. Si prega perciò di effettuare le necessarie indagini del caso sullo svolgimento

dei fatti e di darcene comunicazione il più rapidamente possibile.

Distinti saluti" 148

Sull'atteggiamento dei soldati altoatesini incorporati nella Wehrmacht esiste un interessante libro

di "oral history"149

che citerò più approfonditamente nei prossimi paragrafi dedicati alla resistenza.

2.15 Lo scorporo della Zop Alpenvorland dallo Stato italiano.

Lo scorporo amministrativo della ZOP Alpenvorland era uno degli obiettivi della nuova

amministrazione nazista che vennero perseguiti con maggiore determinazione, come ci viene ben

spiegato dallo storico austriaco Karl Stuhlpfarrer con la prima opera esaustiva150

apparsa sulla

tematica delle Zone d'Operazione create dai nazisti nel corso degli ultimi due anni di guerra.

L'amministrazione della giustizia demandata al già nominato Sondergericht di Bolzano

rispondeva alla necessità di distruggere invece qualsiasi tipo di resistenza politica al dominio

nazista. Scrive Stuhlpfarrer 151

: "Di particolare importanza è il cambiamento della struttura

dell'amministrazione giudiziaria e della giustizia nelle Zone d'Operazione, non solo perché esso

ha avuto una forte e diretta influenza sulle pratiche riguardanti la popolazione, ma anche perché,

sul suo esempio, si comprende con straordinaria precisione la tecnica della trasformazione e

della sovrapposizione alle istituzioni italiane, assunte dalle autorità tedesche per la difesa degli

interessi tedeschi, parzialmente senza effettuare variazioni. Anche qui l 'elaborazione del

problema è più interdipendente, in senso formale, nel Litorale Adriatico di quanto non siano le

ordinanze, via via sempre più aderenti alla situazione in continuo sviluppo della ZOP Prealpi. I

capi delle due sezioni della Giustizia, l 'avvocato Dr. Messiner nella Zona del Litorale Adriatico e

il presidente della Corte d 'appello Dr. Stritzl nella Zona delle Prealpi, mantennero, entrambi, il

collegamento con il ministro della Giustizia del Reich. Emanando, nel novembre 1943, tre

ordinanze nel giro di due giorni, Hofer si assicurò la separazione della sua Zona d'operazione

dal resto d 'Italia e il predominio degli interessi tedeschi. La 26ma ordinanza del Commissario

Supremo del 4111/1943 abbreviò il corso di quelle istanze che andavano oltre il confine della

148 ibidem

1 49 L. Steurer, M. Verdorfer,Walter Pichler, Verfolgt, verfemt, vergessen, Lebensgeschichtliche Erinnerungen an den

Widerstand gegen Nationalsozialismus und Krieg ,Slidtirol1943-1945, Ed. Sturzfllige, 1997, Bozen15° K. Stuhlpfarrer, Le Zone d'operazione Prealpi e Litorale Adriatico,Edizioni Libreria Adamo, Gorizia, 1979. Ed.tedesca originale del 1969, p.1021 51

ibidem

80

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Zona d'operazione, lasciando la Corte d'appello di Trento -ex sezione del Tribunale d'appello di

Trento- quale suprema istanza di tutta la Zona d'operazione, competente per i distretti giudiziari

di Bolzano, Trento, Rovereto e Belluno.<<La Corte d'appello di Trento, il suo Presidente e

l'avvocato generale esercitano in questo distretto giudiziario anche l'attività d'ufficio fin qui

riservata alla Corte d'appello di Venezia, al suo primo Presidente e al suo procuratore

generale>>. I circondari giudiziari furono adeguati alle zone di competenza dei tre Prefetti,

anch' esse mutate. Al!'ulteriore penetrazione tedesca e al!'esclusione di tutti gli interessi italiani

servì la creazione del <<Tribunale speciale per la Zona d'operazione Prealpi>>, che doveva

decidere secondo la legge vigente nei distretti alpini e danubiani del Reich, in base alle norme

speciali prescritte dalle ordinanze del Supremo Commissario stesso. fl paragrafo 4 del!'ordinanza

riguardante la creazione di questo tribunale speciale fissava le seguenti competenze :

l. Il tribunale è competente esclusivamente per i reati in cui sia coinvolto un cittadino tedesco,

come reo, complice o parte lesa o in cui siano lesi interessi tedeschi.

2. A giudicare se si tratta di interessi tedeschi o siano violati interessi tedeschi sarà il pubblico

ministero presso il Tribunale speciale.

3. La competenza dei tribunali di guerra tedeschi, come pure quelli delle SS e della Polizia, resta

invariata. L 'Accusa doveva nominare un pubblico ministero presso il Tribunale speciale per la

Zona d'operazione Prealpi, e le sentenze vanno emanate in <<nome della legge>>. Che, a

sostegno della competenza del tribunale speciale nelle violazioni degli interessi tedeschi si

intendesse addurre molteplici motivazioni, lo dimostrò il fatto che si continuò questa tendenza

senza interruzioni di sorta anche nel!' ordinanza < < sulle vie delle istanze nelle cause legali civili

e penali dei tribunali ordinari della Zona d'operazione Prealpi>>. L 'ordinanza stabiliva il diritto

del pubblico ministero del Tribunale speciale, di avocare a sé i processi ordinari <<per ragioni

di pubblico interesse>> oppure di fare ricorrere contro le sentenze dei tribunali ordinari, se ciò

fosse considerato indispensabile << per il sussistere di gravi dubbi di natura legale o effettivi,

sulla giustezza della sentenza e in caso di particolare importanza della sentenza per l' interesse

pubblico.>> 152

Il Tribunale Speciale doveva decidere definitivamente, con un unico giudice, solo

in casi speciali con un consiglio di tre giudici. Il diritto di grazia era in ogni caso riservato

esclusivamente e personalmente al Supremo Commissario.153

Per la protezione della Wehrmacht e

degli uffici tedeschi della Zona d'Operazione Prealpifu emanata, nel novembre del 1943, un'ordinanza154

che

integrava la vigente legge penale per la difesa delle istituzioni tedesche e delle persone appartenenti

alle stesse. Quest'ordinanza prevedeva anche la pena di morte per i casi più

152 32ma ordinanza del 17/11/1943

153 • 44 ema ordinanza del19/01/1944, pubblicata sul Verordnungsblatt del15/02/1944154 28 ema ordinanza del 611111944, pubblicata sul Verordungsblatt del6111/1943

81

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gravi ma, verso la metà del 1944, nella Zona d'operazione sorse concretamente la necessità di

affrontare esplicitamente gli attacchi all'ordine pubblico e la sicurezza delle tre province. Non

solo il possesso di armi non autorizzate veniva minacciato con il carcere a vita o con la condanna

a morte, ma anche la compilazione e il possesso di scritti ostili, la partecipazione a manifestazioni

avverse erano esposte a gravi pene. Anche la partecipazione a scioperi e serrate da parte dei datori

di lavoro potevano essere puniti con la morte. Al di là di tutte le possibilità e di tutti i vantaggi che

la forza tedesca seppe procurarsi per mezzo dello strapotere del Tribunale Speciale (

Sondergericht), poiché alla popolazione di lingua tedesca era stato concesso il diritto di essere

udita a giudizio in lingua tedesca, c'era anche la possibilità di spezzare l'unità dell'ordinamento

giuridico italiano e di allinearlo a quello tedesco.<<Per ottenere questo allineamento servono

meglio i giudici tedeschi che portano con sé la loro legge tedesca, com'è successo nel

Lussemburgo e nei territori orientali incorporati>>"/ 55

Scrive ancora Stuhlpfarrer : "Nelle . due

Zone d'Operazione la tendenza ufficiale delle amministrazioni civili tedesche era di dare l

'impressione al mondo esterno che esse agissero unicamente nel!'interesse del!'amministrazione

militare ma allo stesso tempo dovevano sfruttare la circostanza del provvisorio distacco del

territorio dal!'Italia per instaurarvi un regime di dominio che preparasse la successiva

annessione al Reich. Queste amministrazioni civili potevano essere governate solo da persone in

grado di capire questa particolare situazione istituzionale e di servirsene ai loro fini,

rassicurando il mondo esterno con la spiegazione delle necessità militari indotte dal valore

strategico della Zona d'operazione ma nel contempo cercando di estromettere il più possibile le

stesse istituzioni militari dal territorio. Per la soluzione di questi problemi era però necessario

superare delle complesse problematiche di tipo etnico, politico, militare e di politica estera che

ebbero peso diverso nelle due Zone d'Operazione, come diversi furono i rapporti di forza e gli

scopi specifìci tra Gauleiter e le altre istituzioni tedesche, Wehrmacht, SS e Polizia" 156

2.16 La propaganda

La propaganda all'interno della zona Alpenvorland mescolò diversi elementi tra cui si possono

annoverare il pantirolismo, la dottrina nazionalsocialista ed il pangermanesimo a volte intrecciati

tra di loro in una maniera tale che non è facile distinguere gli uni dagli altri.

Con pantirolismo si intende innanzitutto una concezione politica per cui il progetto fondamentale

del Gauleiter Hofer si riduceva soprattutto a volere restaurare l'unità157

del Tirolo quale esso era

155 Resoconto della conversazione svoltasi tra il Dr. Haag, funzionario del Ministero della Giustizia del Reich ed il

Presidente della Corte d'appello nella ZOP Alpenvorland, Dr. Stritzl, in Stuhlpfarrer,op. cit., doc. in appendice nr. 4.i156 Ibidem, p.102157 Bozner Tagblatt del 30/06/1944 , "Die Stimme des Blutes-Volksdeutsche Frontsoldaten kampfen im hochsten

Norden"82

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prima del 1918 e cercare di costruire una sorta di regno tirolese all'interno del Terzo Reich, o in

caso di una sua sconfitta, un regno indipendente o all'interno di un'eventuale Austria ricostituita

in Stato indipendente. Quali furono le tematiche utilizzate nella propaganda per giungere a tali

fini? Innanzitutto la continua riproposizione di tematiche inerenti alla cultura locale, alle

abitazioni locali, alle tradizioni locali degli Schiitzen e dei contadini che avrebbero dovuto

ricostruire un'identità fortemente impoverita da venti anni di repressione fascista e rafforzare la

propria identità e costruirne al tempo stesso una separata all'interno del mondo pantedesco che

come sappiamo non sempre riscuoteva plauso nella popolazione a causa di diversi intenti politici o

di diverse sensibilità culturali e religiose. La propaganda, come sappiamo, rivestì un ruolo

fondamentale all'interno del Terzo Reich che trasferì questa importante funzione, dotata di alcune

specificità che si adattassero al contesto locale, anche all' interno della ZOP Alpenvorland. Il

principale organo propagandistico fu il "Bozner Tagblatf' che sostituì a partire dal 13/09/1943 ilprecedente giornale, n Brennero, il cui titolo venne ritenuto dalle autorità naziste evidentemente

troppo allusivo rispetto alla questione del confine. Le tematiche trattate furono varie e si

concentravano soprattutto sulle specificità locali e sulla presenza ai vertici amministrativi di

persone conosciute e stimate dalla popolazione, sull'appartenenza della popolazione altoatesina al

più ampio contesto pantedesco 158

e la sua funzione di protezione dei confini del mondo

germanico. In primo luogo, come già menzionato, la propaganda nazista intese presentare i

Commissari Prefetti nominati appena costituita la ZOP Alpenvorland, come un sostanziale ritorno

ad un'amministrazione locale, autonoma159

, almeno fino ai livelli amministrativi intermedi160

.Ciò

corrispondeva alle aspettative della popolazione, stanca dopo venti anni di oppressione e

snazionalizzazione fascista.

Commissario Prefetto per l'Alto Adige fu nominato l'attivista dell'AdO Peter Hofer che si era

distinto durante il periodo delle opzioni per la sua efficienza organizzativa e per il suo

patriottismo.

Le autorità naziste chiedevano alla popolazione soprattutto di lavorare161

per contribuire alla

vittoria finale del Reich, anche se nessun esplicito accenno veniva fatto a proposito di una

successiva incorporazione di questi territori nel Reich, che anzi continuavano ad essere descritti

dalla propaganda fuori e all'interno della ZOP soltanto come un'amministrazione militare. 162

I

1 58 Bozner Tagblatt del 6/06/1944,Wir wollen gute Tiroler und noch bessere Deutsche sein!"1 59 Bozner Tagblatt del 22/09/1943, n. 9 "Manner des Vertrauens der Bevolkerung an der Spitze der Provinzen

Bozen, Trient, Belluno"160 Archivio comunale di Merano, ZA 15 k 401, " Be.freiung der Beschliisse der Stadtgemeinde Meran von der

83

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Vollstreckungsbarkeitsklausel"1 6 1 Bozner Tagblatt nr.28 del 12/10/1943 ,Gemeinnutz geht vor Eigennutz"

162 Tiroler Landesarchiv, Repertorium B 707, 4.1.84 Zeitungen, Nazionalsozialistischer Gaudienst, Gau Tirol

Voralberg,Folge 247,Grosskundgebung im Innsbrucker Stadtsaal. Gauleiter Hofer spricht.- - --· -- - --- -- ------ ---

primi mesi dal punto di vista propagandistico furono contrassegnati però da una relativa

apoliticità163

, perché il regime da poco instauratosi aveva soprattutto interesse a mantenere

l'ordine pubblico e che i cittadini lavorassero il più intensamente

possibile. A partire dai primi mesi del 1944 assistiamo ad una

intensificazione della propaganda ideologica con i motivi che abbiamo

visto sopra. A colpire l'attenzione del lettore è subito la

contraddittoria presentazione da

parte della propaganda nazista del contesto culturale sudtirolese nell'ambito di quello pantedesco.

Come ben rilevato dal giornalista altoatesino Claus Gatterer

164

,

si nota una palese discrasia tra la

rappresentazione del contesto culturale sudtirolese con le sue

montagne, la sua vita tranquilla e regolare ma che forma uomini

adatti alle asprezze della vita 165

, operando così una continua

selezione pur lasciando sostanzialmente intatto il rapporto con

l'ambiente e la Natura che li

circonda e le suggestioni che invece si rifanno alla storia prussiana

166

Scrive infatti il Bozner

Tagblatt167

attraverso le parole del poeta slesiano Hermann Stehr

" Questa lotta per la vera tedeschità equivale a una lotta per una

superiore umanità. E quindi combattetel E anche se le difficoltà

dovessero inasprirsi al massimo, sappiate che voi fate parte del popolo

degli G-neisenau, degli Scharnost, degli Yorck von Tauroggen e dei

84

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Bluecher di Lipsia, di coloro cioè per i quali Dio fece scaturire dalla

terra anche il ferro. Avvenga ciò che vuole : noi non dovremo

capitolare mai, mai" 168

• Allo stesso tempo viene incoraggiato

il sentimento della Heimat e della Geborgenheit, il senso di

protezione che essa offre. Scrive infatti Hubert Mumelter, uno dei

più assidui collaboratori ed ideologi, insieme a Franz Pisecky, del

giornale nazista "Bozner Tagblatt'' : "Tita finì di dire quel che giacque

come una pietra fra di loro in quei tempi terribili : come se alla

loro(dei ladini) sorte di gente stretta tra i popoli, fra i ricchi della

pianura e le potenze del mondo, fosse offerto fecondo rifugio

soltanto nella fedeltà alla Heimat e nel coltivare costantemente

nell'animo la vittoria dei monti" 169

Ma la rivalità politica e soprattutto culturale tra "prussiani" e altoatesini sarà molto forte, al di là

della solo apparente unità che il Bozner Tagblatt propagandava.

Valga per tutti quest'episodio tratto da un testimone di un

ammutinamento avvenuto in un reparto altoatesino che si trovava di

stanza a Roma nella primavera del 1944 " i romani notarono

subito che questi soldati di alta statura e di forte corporatura

parlavano quasi tutti italiano o perlomeno lo comprendevano. Si

trattava di sudtirolesi che non si erano arruolati volontariamente

nelle SS ma che erano stati

arruolati coattivamente in queste unità di polizia perché all'atto dell'annessione almeno dal

163 Bozner Tagblatt nr.9 del 22/09/1943 ,An die Bevolkerung der Provinz Bozen" ,1

6

4

C. Gatterer,

85

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op. cit., p. 884165

Bozner Tagblatt dell5/04/1944,Bergbauern an der Etsch und am Eisaclé'1

6

6

C. Gatterer ,op. et, p.884167

Hermann Stehr ,,Deutsches Verméichtnis" in Bozner Tagblatt del20/21 /01/19451

6

8

ibidem169

H. Mumelter, "Sieg der Berge del20/21/11/1945

86

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punto di vista amministrativo del Sudtirolo al Reich vennero considerati sotto ogni aspetto come dei

cittadini tedeschi a tutti gli effetti, senza prestare attenzione al fatto se a suo tempo avessero optato

per l 'Italia o per la Germania. In effetti la maggior parte· di loro aveva prestato servizio militare

nel nostro Paese. Detestavano i loro ufficiali e sottufficiali prussiani , che li

consideravano soltanto delle recrute e che li trattavano con particolare disprezzo e severità Molti

riuscirono in seguito a disertare. Ecco un episodio che illustra al meglio il grado di tensione esistente

tra truppa ed ufficiali <<prussiani>>. Nell'alloggio situato in Via Lepanto a Roma un ufficiale

prussiano costrinse una sentinella di guardia sudtirolese per punizione ad inginocchiarsi di fronte ai

suoi commilitoni e persino di fronte agli italiani e rotolarsi per terra; l 'ordine sadico e bestiale

impartito dal!' ufficiale provocò l 'inizio di una rivolta"170

Questo episodio sulla resistenza altoatesina e che mostra quanto la supposta identificazione tra

Heimat e Reich non rispondesse al vero, sarà approfondito nei paragrafi dedicati specificamente alla

resistenza antinazista altoatesina. La dottrina nazionalsocialista ebbe un ruolo importante nella

propaganda all'interno della ZOP Alpenvorland perché riguardava l'aspetto sociale ed ideologico cui

la popolazione avrebbe dovuto fare riferimento nell'ambito del Terzo Reich. Questi elementi

ideologici essenzialmente erano : l'esaltazione del mondo rurale contrapposto alla frenetica vita

della grande città industriale ed il senso di protezione che esso sembrava offrire, la dedizione al

lavoro per conseguire la "vittoria finale", la già sunnominata Leistung, la costruzione di un solido

stato sociale all'interno del Reich171

e il superamento delle vecchie divisioni di classe che

consentissero l 'unità della comunità popolare e agli elementi migliori di vedere riconosciute le

loro qualità172

etc, la lotta al bolscevismo in nome dell'Europa e delle sue radici cristiane,}"'avidità di oro" delle Potenze anglosassoni

173 e le loro intenzioni di distruggere la Germania qualora

avessero vinto (il Piano Morgenthau che prevedeva l'agrarizzazione della Germania

esplicitamente nominato), il disordine regnante nei territori conquistati dagli eserciti alleati174

con

il loro seguito di truppe coloniali 175

, la lotta all'ebraismo mondiale e al bolscevismo176

,

l'esaltazione del fattore etnico e le sue origini antico germaniche 177

che conteneva anche un

implicito riferimento antireligioso rifacendosi al legame secolare del contadino con gli elementi

della natura ed aveva soprattutto la funzione di mostrare al mondo l'appartenenza del territorio al

mondo tedesco, sulla forza militare del Reich guidata dall'"Idea" ed infine sulla dimostrazione che

170

in "Nove mesi di occupazione tedesca" Tipografia Agostiniana, Roma, 1945, p.152171 Bozner Tagblatt del 1/03/1944 "Dasfiirchtbare Elend imfeindbesetzten Siiditalien"172 Bozner Tagblatt del 1/05/1944 ,"Auslese der Besten und Fahigsten"173

Bozner Tagblatt del9/03/1944, Washington enthiillt ihre Herrschaftsplane"

87

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174

Bozner Tagblatt del 1/03/1944 , Eine stolze Bilanz des deutschen Sozialismus"175

Bozner Tagblatt nr. l 06 del 6/05/1944 " Dominien: Kanonenfutterlieferanten"176

Bozner Tagblatt del 4/05/1944 " Die endgiiltigen Absichten der Bolschewisten"177 Bozner Tagblatt del 7/10/1944, Langobardischer Goldschmuck-germanisches Kunsthandwerk im Kulturkreis des

Brenners"

85- - ------------- - -- ------ -

la Germania non combatteva la sua battaglia da sola ma era affiancata da numerosi alleati

come il dittatore argentino populista Juan Peron, il governo collaborazionista croato di

Ante Pavelic, il Gran Muftì di Gerusalemme che appoggiava la politica antiebraica del

Reich, i popoli del subcontinente indiano che combattevano la dominazione inglese in

India ed infine, last but not least sulla necessità di unificare i popoli del continente europeo

e di creare uno spazio economico comune sotto la guida della Germania, sorta di riedizione

del Sacro Romano Impero di Nazione germanica in chiave modema178

• Inutile dire che

questo spazio economico comune di grandi dimensioni (Grossraumwirtschaft) non

sarebbe stato concepito e strutturato all'insegna dell'uguaglianza tra i vari popoli che lo

componevano179

. Variava anche il livello linguistico e stilistico (ad esempio Abendland180

termine colto e che denota l'Occidente dal punto di vista culturale, antitetico rispetto

a Zivilisation, intesa come civiltà dominata dalla tecnica e dall'economia)

all'interno dei singoli articoli del giornale, che passava da articoli di ·pura propaganda

ad articoli concettualmente più complessi, destinati evidentemente ad un pubblico di un

buon livello culturale (il Bildungsburgertum).

Per quanto riguarda il pangermanesimo abbiamo nel complesso un continuo riferimento

all'unità del mondo germanico, anche se non si rinuncia a mettere in risalto le

specificità del mondo tirolese e la sua storia quasi millenaria. Vennero incoraggiate in ogni

modo dalla propaganda le manifestazioni del costume nazionale destinate, oltre al

rafforzamento dell'identità culturale della

popolazione, all'appartenenza culturale del territorio al mondo germanico.

181

Vediamo un po' più da vicino quali sono le ragioni di questa continua rivendicazione di

carattere etnico da parte della propaganda di regime : " la Signora Pesendorfer ha

sottolineato come il portare il costume (tirolese) non costituisca in alcun caso uno scopo a

sé, ma soltanto un mezzo ed un modo per far riflettere la popolazione sulle sue origini ed

88

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accrescere la coscienza di sé. Deve essere recuperato ciò che, in particolar modo il

contadino sudtirolese, ha perso scambiando

i suoi costumi con l'economico vestito cittadino ed il relativo vestito alla moda. Ma una premessa

indispensabile ed una necessità si rivela l 'utilizzo del costume tradizionale in quei territori

dove esistono delle lotte di tipo etnico-culturale ed in cui il vestito tradizionale deve

rappresentare agli occhi di tutti un simbolo di appartenenza nazionale. Per conto

del!'ufficio culturale del Reich ha parlato il Dr. Rehm sul tema << rivalutazione culturale

del villaggio tedesco>>. Spiegando in cosa consista il lavoro di tipo culturale nel mondo

contadino egli ha sottolineato il fatto che il

178

Bozner Tagblatt del15/01/1945, Die Deutschen und Europa"179

E. Collotti, L'Europa nazista, il progetto di un nuovo ordine europeo (1939-!945)Giunti Editore, Prato, 2002180

H. Mumelter sul Bozner Tagblatt del24/06/1944, Vom Geiste des Abendlandes"181

Tiroler Landesarchiv, Repertoriurn B 707, 4.1.84 Zeitungen, Nazionalsozialistischer Gaudienst, Gau TirolVoralberg,Folge 267 del 1911111943 , Trachtenarbeit-eine volkische und politische Aufgabe. Arbeitstagung der

Mittelstelle Deutsche Tracht der Reichsfrauenfohrung"

86

89

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nazionalsocialismo guarda al mondo contadino non soltanto dal punto di vista di un

fondamentale fattore dal punto di vista economico e dal punto di vista biologico nel!'esistenza di

un popolo, ma anche dal punto di vista della sua importanza culturale e perciò sta percorrendo la

giusta via per sottrar/o ai pericoli che lo hanno oppresso negli scorsi decenni. Continuando il suo

discorso il Dr. Rehm ha detto di vedere nel lavoro culturale incentrato sul costume tradizionale

un metodo che consentirà di riattivare il potenziale culturale del contadino sudtirolese. La

signora Pesendorfer ha poi espresso il concetto che indossare il costume tradizionale rinforza la

resistenza interiore della popolazione tedesca, cosa di cui ogni membro della comunità ha

estremamente bisogno in tempi come questi e perciò non ci potrebbe essere momento migliore per

porre le basi di questo lavoro di rafforzamento del!' identità culturale che ci consenta di difendere

consapevolmente ciò che deve essere difeso "1 82

2.17 L'esaltazione del Volkstum.

L'insistenza sull'appartenenza etnica aveva lo scopo di rafforzare il consenso attorno al regime,

reso ancora più vigoroso dal "Glaube", una fiducia cieca, quasi messianica nel regime nazista e

soprattutto nel Ftihrer, visto come un uomo mandato dalla Provvidenza (Vorsehung) a liberare

(Erloser) il popolo sudtirolese dalle disgrazie che gli erano capitate. Questo insistere sui fattori

culturali e in un qualche modo irrazionali, identifica chiaramente una dittatura da una democrazia,

in cui invece a prevalere dovrebbero essere le argomentazioni di tipo razionale. Il continuo

insistere sull'appartenenza etnica della popolazione da parte della propaganda nazista aveva come

primo fine quello di combattere il tentativo del regime fascista di giungere ad una

snazionalizzazione della popolazione, ma anche e soprattutto di legare il più possibile la

popolazione contadina 183

all'ideologia del "Blut und Boden", cioè a quell' ideologia che vedeva

nell'elemento contadino una salvezza dai guasti prodotti dalla civiltà industriale e soprattutto un

importante sostrato di rinnovamento biologico e culturale della popolazione. A ciò si associava

l'importante funzione di produrre abbastanza cibo per la popolazione e quindi del sostegno da

parte di quest'ultima nei confronti del regime. Inoltre si aggiungeva che la produzione senza

risparmio e la condivisione delle risorse e del cibo avrebbe portato ad una società più coesa e

quindi ad una sorta di "socialismo tedesco" di vecchia tradizione prussiana, 184

ma con una spiccata

accentuazione sulla "comunità popolare" piuttosto che sullo Stato inteso come entità giuridica.

182 ibidem183 Bozner Tagblatt del 18/10/1944 ,Erntedankenfest auf der Zenoburg- Kungebung der Treue und des Glaubens"

184 Oswald Spengler, "Prussianesimo e socialismo" Edizioni Ari, Salerno, 1994. Ed. tedesca del1919.

87

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2.18 l motivi della propaganda: l'anti-giudaismo, l'antibolscevismo, l'anticapitalismo

La propaganda nazista faceva dunque riferimento ad una società il più possibile coesa, in cui l'elemento

contadino rivestiva un ruolo fondamentale e soprattutto strutturata sotto la protezione dello Stato e del

Partito in modo da resistere ai numerosi pericoli presenti nel mondo : giudaismo, bolscevismo, capitalismo,

spesso considerati come sinonimi dalla propaganda nazista.

Il giudaismo veniva visto come elemento modernizzatore del capitalismo che si sarebbe rivolto contro il

mondo agricolo sfruttandolo e rendendolo "impuro" dal punto di vista biologico, oltre che come

cospiratore a livello mondiale.

Il capitalismo veniva visto come la "tirannia del denaro" e portato avanti dalle democrazie anglosassoni

senza altri contenuti "ideali" che quello "senz'anima" dello scambio economicistico. Particolarmente

ambigua fu la visione fornita dalla propaganda nazista dei popoli coloniali sottomessi alla Gran Bretagna :

se da una parte essa li descrisse come preziosi alleati nella guerra contro l'imperialismo britannico, allo

stesso tempo sottolineava il pericolo che costoro ( marocchini, africani, indiani) avrebbero potuto costituire

per l'integrità razziale del popolo tedesco.

Per quanto riguarda il bolscevismo sappiamo che veniva presentato essenzialmente come una dottrina

sovvertitrice dell'ordine costituito e di cui si sottolineavano le ambizioni territoriali in Europa, fattore che

contribuì a serrare le file dei conservatori, ma non necessariamente nazionalsocialisti, attorno al

programma espansionistico di Hitler nei confronti dell 'allora Unione Sovietica del vozd Stalin.

La propaganda metteva bene in evidenza i "difetti" connessi alle altre ideologie e culture, guardandosi

ovviamente però dall'esporre il disegno che c'era dietro la propria ideologia nazista: l'ambizione di una

grande area politica europea in cui la Germania avrebbe svolto un ruolo centrale sia dal punto vista politico

che economico ma che avrebbe comportato l'annientamento della popolazione ebraica e il sostanziale

assoggettamento delle popolazioni slave dell'Europa orientale (Lebensraum - spazio vitale) di cui doveva

essere eliminata l'intelligentsia per ridurla alla servitù della gleba. Quest'ultimo punto in particolare è quasi

del tutto taciuto dai mezzi d'informazione della ZOP Alpenvorland.

2.19 La necessità della guerra per la costruzione di una nuova Europa.

Perché combatteva la Germania e con quali alleati? Questo è un argomento spesso trattato dalla

propaganda nazista durante il periodo dell'Alpenvorland.

Innanzitutto per conquistare l'intera Europa sotto la sua guida e per sfuggire all'accerchiamento

delle potenze occidentali interessate unicamente all'economia liberista ed in cui lo Stato non

avrebbe avuto che un ruolo estremamente marginale. Poi, ovviamente veniva il pericolo

rappresentato dalla sovversione bolscevica e dalle sue aspirazioni territoriali in Europa che il

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Reich cercava di vanificare, ormai sempre più velleitariamente, data la velocità con cui

avanzavano le armate sovietiche, e a dispetto delle frettolosa sottovalutazione che aveva

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contraddistinto la prepazione dell'operazione Barbarossa. La propaganda nazista dipingeva la sua

lotta per fare dell'Europa un soggetto forte e autonomo tra le altre potenze mondiali od i blocchi

politico economici che si stavano costituendo (Unione Sovietica, Stati Uniti, Impero Britannico), e

per evitare che l'intera Europa diventasse un oggetto e non un soggetto dell'azione politica altrui,

un "mezzo" e non "scopo" deli'azione politica altrui e si trovasse in uno stato di asservimento

rispetto alle altre potenze mondiali.

La Germania combatteva per difendere l'idea di un'Europa "autonoma", in cui fossero restaurate

le frontiere vigenti prima della sconfitta dell'Austria nella Prima guerra mondiale (le ZOP

Alpenvorland e Adriatisches Kilstenland ricalcavano sostanzialmente i confini imperiali asburgici)

in una sorta di riedizione del Sacro Romano Impero, che si estendeva in profondità nell'Europa

orientale e dai tratti accentuatamente localistici, ( ricordiamo che il Sacro Romano Impero era

attraversato da forti tendenze localistiche, se non era costruzione eminentemente nominale)

imperialistici, razzisti e antimodemisti. Per quanto riguarda gli "alleati" si tendeva a presentarli

come se rappresentassero un "tutto organico". Ad esempio l'avvocato trentina Adolfo de Bertolini

venne presentato come il fautore di "un nuovo ordine regionale" 185

sotto la guida della Germania

che garantisse alle popolazioni dominate ordine, pace prosperità e una severa giustizia. 186

La popolazione avrebbe, secondo la propaganda tedesca, interpretato questa occupazione come

rispondente a dei criteri di equità e giustizia e quindi avrebbe collaborato con tutte le sue forze alla

realizzazione di questo ''Nuovo Ordine" voluto dalla Germania. Va da sé che le cose non

andassero esattamente come descritte dalla propaganda nazista.

La propaganda non tralasciò di mostrare ai lettori gli altri alleati - il dittatore populista argentino

Peron, al Poglavnik Ante Pavelic dello stato fascista croato, i mussulmani della Bosnia in funzione

antiserba, ai ceceni ed ai finlandesi che combattevano contro la dominazione russa e sovietica, agli

indiani e agli arabi che combattevano contro gli inglesi, oltre naturalmente ai giapponesi, che

intendevano creare un analogo ''Nuovo Ordine" in Asia- coacervo di motivazioni diverse, un tutto

organico coerente.

2.20. Il Kulturbolschewismus o la ruralizzazione della cultura altoatesina.

Tra le strategie di propaganda che i tedeschi adottarono verso la popolazione vi fu il tentativo di

eliminare tutte le influenze culturali che non fossero propri della tradizione tedesca o almeno

europea. Si cercò quindi di annullare e ridurre al silenzio tutti quegli elementi che facessero

185 Tiroler Landesarchiv,Repertorium B 707-Juni - Dezembre 1943, Zeitungen 4.1.84,Nationalsozialistischer

Gaudienst Gau Tirol- Voralberg del 6/1211943 ,,Abschied von Volksgruppenfuhrer"186

Bozner Tagblatt del2/04/1944, Die Priifekten beim Obersten Kommissar"89

Page 94:  · Web viewun'amministrazione militare era prevista solo fino a che fossero durate le operazioni di guerra ed i territori avessero conquistato la loro autonomia 128. Lo status giuridico

riferimento o che potessero derivare dagli ideali di libertà della Rivoluzione francese. La lista

della censura comprendeva la letteratura contemporanea americana, la letteratura pacifista

(Remarque) e la musica jazz, l'arte astratta ("degenerata"), la musica atonale della Scuola di

Vienna, gli autori liberali e quelli ebrei. Ad esempio un autore tedesco come Nietsche 187

venne

presentato come profeta della catastrofe che avrebbe colpito l 'Europa a causa dei nazionalismi e

dell'idea del progresso che era inerente alla cultura europea ed in particolare dalla Rivoluzione

francese dal 1789 in poi. Al suo posto sarebbe subentrato un ordine fatto di disciplina, gerarchia,

forte localismo, primato della politica sull'economia, esaltazione della classe contadina come mito

fondativo della Nazione e della sua supposta unità.

Per la componente contadina (Reichsniihrstand che costituiva oltre il 60% della popolazione) ci si

basò su altri elementi propagandistici, tra i quali possiamo annoverare la cumponeilte

paesaggistica, la serenità e la calma trasmesse dalle montagne innevate (a questo proposito si

vedano i film del regista austriaco Luis Trenker) e che suggeriscono una sostanziale staticità dello

sviluppo storico e sociale e di conseguenza consentono di mantenere uno stile di vita tradizionale

e immutabile nel tempo, connotato da onestà, parsimoniosità e rigore morale. Ciò doveva essere

riflesso da un tipo di arte ruralista che si ispirasse quasi esclusivamente alla vita contadina, ai suoi

paesaggi ed alle tradizioni locali, "depurata" di qualsiasi accenno alla pur tanto pr =-sente arte

religiosa cattolica. La componente contadina avrebbe dovuto costituire il fondamento della

politica nazionalsocialista e la propaganda ne esaltò continuamente i risultati produttivi188

come

segno dell'adesione al regime espressa attraverso adunate oceaniche 189

.

Anche gli Schiitzen ebbero la funzione di rinforzare l'identità della popolazione e del ruolo che

essa aveva nella difesa del confine meridionale del mondo germanico: a questo scopo vennero

organizzate numerose gare di tiro a segno che servivano a ribadire l 'unità e la volontà di

combattere della popolazione, nelle fasi finali della guerra composta per lo più da adolescenti e

anziani. Veniva esaltata anche la continuità storica con l'epoca di Massimiliano d'Asburgo (XVI

secolo), e di Andreas Hofer (1809), di cui si taceva l'attaccamento alla dinastia degli Asburgo, o

con la Prima Guerra mondiale, facendo riferimento alla capacità e determinazione di un singolo

uomo che nel difendere la sua terra può mettere in difficoltà nemici molto più numerosi e dotati di

potenti armamenti, qualità umana che la propaganda nazista non mancò di mettere in evidenza

quando alla sopravvenuta superiorità di mezzi militari alleati il regime non poté che contrapporre

il Geist, l'essenza spirituale del singolo soldato. Dal punto di vista militare gli Schtitzen potevano

187

Bozner Tagblatt dellS/11/1944 "Nietsche, der Seher des neuen Europas"188 Bozner Tagblatt dell9/10/1994 "Leistungssteigerung- sichtbarer Ausdruck unserer Haltung'189 Bozner Tagblatt del 28/07/1944 , Das Gelobnis der Heimat zum Fiihrer"

90

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comunque rivelarsi molto validi data la loro conoscenza del territorio alpino e la capacità di usare

le armi.

La propaganda inoltre raffigurava la resistenza come un semplice atto di banditismo che ha per

fine ultimo il danneggiamento della società impegnata in uno sforzo di immani proporzioni, per la

realizzazione di un mondo retto dai principi politici e ideologici del nazionalsocialismo. Questa

strategia di depoliticizzazione del fenomeno resistenziale poteva rivelarsi molto efficace perché

impediva alla popolazione di comprendere i veri motivi per cui la resistenza altoatesina si batteva,

raffigurandola come delinquenza comune oppure come forze reazionarie decise ad eliminare la

"nuova era" ed a riportare la società ad un'epoca di divisioni sociali, di povertà e oppressione,

eliminando così la "Comunità popolare" in cui le classi sociali avrebbero dovuto fondersi

eliminando le disparità economiche che le dividevano.

La propaganda avvertiva che coloro che avessero voluto opporvisi, che avessero voluto

danneggiare la "comunità popolare" sarebbero stati spietatamente eliminati, limitandosi a

dipingere qualsiasi atto di resistenza come ostile al Reich e quindi della sola carta" su cui la

popolazione altoatesina potesse contare.

Nemici erano anche coloro che rimanevano attaccati alle vecchie tradizioni asburgiche, al rispetto

per la legalità, alla suddivisione in classe, ad un esasperato cattolicesimo o che non si prestavano

sufficientemente allo sforzo bellico, rifiutandosi ad esempio di arruolarsi nell 'esercito e che

venivano tacciati di essere indegni della comunità

2.21 Il senso di una propagandata " nuova autonomia".

Come abbiamo accennato indietro, l'opera propagandistica del regime comprendeva anche una

limitata autonomia amministrativa, che aveva lo scopo di ripristinare il funzionamento di

un'amministrazione locale in mano a funzionari che potessero contare sull'appoggio della

popolazione e fossero allo stesso tempo tecnicamente preparati. Si poneva l'accento sull 'onestà

personale come condizione indispensabile per meritare la fiducia della popolazione, presentando

l'amministrazione locale come una forma di "democrazia di base", che metteva in luce l 'elemento

sostanzialmente plebiscitario e populistico del nazionalsocialismo, insieme ad una concezione

meritocratica nell'ambito dell'amministrazione pubblica. Le autorità naziste avvertivano

chiaramente il desiderio della popolazione di riprendere nelle proprie mani le redini del potere ed

avevano pensato che ciò gli permettesse di raccogliere il loro favore, cosa che puntualmente

avvenne. Ma questa concessione di autonomia dovette essere nei fatti bilanciata da parte delle

autorità naziste con una continua esortazione all'unità della popolazione e a non lasciarsi andare

ad inutili vendette contro i "Dableiber" . Ciò provocò delle continue frizioni tra autorità naziste e

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la popolazione autoctona, interessata a favorire congiunti e amici o a perpetrare delle vendette91

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contro i propri nemici personali ed ideologici da posizioni amministrative di potere come gli uffici

della leva militare, i tribunali o le associazioni contadine. La limitata autonomia amministrativa e

giudiziaria 1 90

concessa dalle autorità del Reich aveva ovviame te lo scopo di legare ancora più a

sé la popolazione anche attraverso la corresponsabilità criminale (Mittaterschaft) in modo che

sostenesse. ancora più determinatamente il regime e non cercasse di "sganciarsi" nel caso di una

sconfitta militare che diveniva di giorno in giorno sempre più evidente.191

Scrive una donna : "Si

deve fuggire verso nord o si deve restare qui? Se restiamo potremmo forse continuare a vivere in

pace nel caso sia possibile addivenire ad un accordo con i nemici. Non siamo in grado di dire se

tutto quello che la propaganda ci racconta del nemico sia vero o no" 192

. I servizi di sicurezza

tedeschi riportano centinaia di episodi questo genere e ciò rende evidente la necessità per la

propaganda nazista di ottenere il maggior consenso possibile sfruttando le tematiche a cui la

popolazione si rivelava più sensibile. L'amministrazione locale era certamente tra queste, anche se

introdusse nella regione un forte sentimento di chiusura verso il mondo esterno che si sarebbe

continuato anche negli anni del dopoguerra, quando fu introdotto il primo statuto autonomo

regionale del 1948. Il periodo dell'Alpenvorland ed il barlume di autonomia concessa dal regime

nazista rinforzarono oltremisura il sentimento di identità regionale fino a identificare nello

"straniero" un potenziale nemico per il solo fatto di non aver sempre fatto parte della comunità

autoctona. Si deve sottolineare però anche il fatto che questa concessione di autonomia permise di

ricostruire un minimo di democrazia dal basso ed allo stesso tempo la reintroduzione della lingua

tedesca contribuì a gestire meglio l'amministrazione pubblica ed a ridare fiducia nella

sopravvivenza del gruppo etnico stesso.

2.22 l campi militari e d'educazione fisica all'aperto.

Nello Stato totalitario nazista l'educazione dei giovani in senso nazionalsocialista rivestiva un

ruolo fondamentale. Ciò fu valido anche per la Zona d'operazione Alpenvorland in cui numerose

furono le sedi e le istituzioni dedicate a questo scopo.

L'educazione nazionalsocialista della gioventù era iniziata a partire dalla metà degli anni Trenta

con la fondazione del VKS (Volkskampfring Sudtirol) che ne impartiva i rudimenti concettuali

extrascolastici. Della funzionalizzazione della scuola in senso nazionalsocialista parleremo in

seguito. L'educazione della gioventù avveniva sulla base di una rigida selezione da cui sarebbe

dovuta uscire l'elite politica, militare e tecnica del Terzo Reich. Come sappiamo all' interno della

ZOP Alpenvorland la propaganda insistette molto anche su temi non univocamente nazisti quali

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190 Archivio comunale di Bressanone, Categoria VII- Grazia-Giustizia- Culto- Classe IV, fase. 2 "Giudice

conciliatore, Herr Dr. Walther Lutz", Prafektur Brixen, 31/10/1944191

ACS "Comandi di polizia tedeschi in Italia" 53/16 b.4 fasc.20 del 9.02.1945192

ibidem92

l'esaltazione

di addestramento

ideologiche

aspetti : fisico,

cittadino

questa istituzione

durante il

e Reichenau,

Possiamo

deIl'epoca

approfondita

manifestazioni

(manovre,

hitleriana,

la possibilità

tempo

autonomamente.

costituiscono una

perché

che gioiosamente

e di svolgere

viene regolata

semplici.

edifici che

per lavorare

imparare

abitazione

la loro

officine e

mediante

'azienda

sanitario

Ai genitori

educativo

calcolato in base al reddito dei genitori del giovane.

annualmente e nel caso venga dimostrato che i genitori non

sufficiente

esso non viene più richiesto.194

"

193 Tiroler Landesarchiv, Repertorium B 707 Zeitungen, 4.1.84, Nazionalsozialistischer

Voralberg,"Nationalpolitische Erziehungsanstalt Reichenau im Bodensee"194

Tiroler Landesarchiv Repertorium 707 Zeitungen, 4.1.84, NationalsozialistischerVoralberg, del

29/09/1943 "Nationalpolitische Erziehungsanstalt Reichenau im Bodensee"93

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Come si vede chiaramente da queste poche righe riportate, la propaganda nazista tendeva a

mettere l'accento sull'educazione comunitaria, sulla preparazione politica ed ideologica, sulla

pratica sportiva per rendere forte e temprato il corpo, sul senso dell'ordine e della disciplina e

sull'applicazione pratica delle conoscenze acquisite in campo professionale e soprattutto sul fatto

che queste istituzioni erano aperte ai meritevoli di qualunque classe sociale. Nel caso in cui i

genitori con prole numerosa o vedove con molti figli a carico avessero avuto un figlio scelto per

partecipare a questi corsi, lo Stato si sarebbe fatto carico di pagare il contributo al posto dei

genitori che non disponevano dei mezzi necessari.

2.23 La funzionalizzazione della scuola in senso nazionalsocialista

E'evidente l'esistenza all'interno del nazionalsocialismo di una "questione sociale", perché pur

essendo ovviamente un regime dai tratti fortemente reazionari, promuoveva però il merito

personale più di quanto succedesse negli Stati conservatori o anche liberali in cui spesso la classe

sociale di appartenenza di un individuo era determinante per il destino dell'individuo. Scrive

Wedekind : "La scuola rivestì un ruolo fondamentale nella politica di occupazione nazista

del!'Alpenvorland. In Sudtirolo venne rapidamente ricostituita una serie di corsi di lingua tedesca

che servivano soprattutto da mezzo propagandistico. Il tedesco veniva insegnato nella sua forma

letteraria, il cosiddetto Hochdeutsch che doveva contribuire a rafforzare il senso di comunità di

una popolazione di 85 milioni di tedeschi. L' educazione era intesa in senso antindividualistico,

come servizio alla "Comunità popolare" od anche come buoni soldati del Fuhrer. Anche le feste

subirono una totale nazificazione : 30 gennaio la festa per la Machtergreifung, il 12 marzo la

festa degli eroi; 20 aprile festa dedicata al compleanno del Fuhrer; l maggio festa dei lavoratori;

21 giugno lafesta del solstizio d'estate, 9 novembre lafesta dei caduti del911111923, il colpo di

stato di Kapp; il 21 dicembre la festa del solstizio d'inverno (festa di impronta chiaramente

paganeggiante); a queste celebrazioni naziste si aggiungevano i campi ginnici e le adunate

premilitari in cui si apprendeva un ' educazione comunitaria e la fedeltà al Fuhrer, oltre al fatto

che avrebbe fatto intravedere quali ragazzi possedessero delle capacità di comando. A questo

proposito produssero malcontento la chiusura delle scuole di impronta cattolica gestite dalla

Chiesa. Queste furono : il Vinzentinum a Bressanone, a Dorf Tirol il Johanneum, il ginnasio dei

francescani a Bolzano e quello dei cappuccini, il refettorio dei benedettini a Merano, come anche

l'Istituto Marcellino a Bolzano. ll Kirchenkampf fu condotto anche in ambito scolastico, ma in

maniera meno radicale rispetto al Tirolo del nord, anche se Hofer fece allontanare il crocefisso

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dalle aule scolastiche e lo fece sostituire con il ritratto del Fuhrer, oltre a pretendere che le

94

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lezioni di religione non fossero più effettuate nelle parrocchie ma venissero svolte nelle scuole

pubbliche per sottopor/e ad un maggiore controllo. Il vescovo Geisler che non partecipò alla

conferenza dei vescovi delle Tre Venezie in data 20/04/1944. si dimostrò piuttosto succube

al!'autorità tedesca e disposto a collaborare, benché in alcuni casi abbia protestato presso Hofer a

causa del!' ingiusto arresto effettuato dalle autorità naziste di alcuni parroci. Geisler a sua

volta era influenzato dal ladino e filonazista Alois Pompanin, il quale dirigeva il Vinzentinum e

che si riproponeva di fare nuove concessioni alla dottrina nazista. Ma anche Hofer fu costretto a

moderare i suoi propositi antireligiosi nella scuola a causa dello sfavorevole andamento della

guerra e della paura di non urtare eccessivamente i sentimenti religiosi della gente. La scuola

comunque riuscì ad inculcare un sentimento di appartenenza sia ideologico per alcuni, sia

nazionale per altri, portando quasi ad un'identificazione dei due concetti" 195

• Per ottenere questi

risultati il controllo delle autorità sulla presenza dei ragazzi a scuola divenne sempre più pressante,

come evidenziato da questo breve documento d'archivio proveniente dall'archivio comunale di

Bressanone. Così scrive l'incaricato per la scuola della Prefettura di Bolzano Albert Strobl in data

17/04/1944 : "Mi vedo costretto afare riferimento ancora una volta all'ordinanza emanata in

data 25.03.1944 nr.904 ed a ribadire che la questione delle assenze dalle lezioni scolastiche deve

essere regolata in stretta osservanza da quanto prescritto dalla suddetta ordinanza. E'

assolutamente inammissibile che i ragazzi si assentino anche per un solo giorno dalle lezioni

scolastiche, senza avere ottenuto esplicita autorizzazione dal!' insegnate responsabile. Al fine di

evitare fraintendimenti fornisco dei chiarimenti a proposito della suddetta ordinanza. Nel caso in

cui le assenze si producano solo sporadicamente si potrà fare a meno del!' esplicita

autorizzazione del sindaco, se si tratta di persone i cui trascorsi politici vengano giudicati

affidabili. Se invece le assenze di dovessero ripetere o prolungare nel tempo sarà necessario

ottenere l autorizzazione del sindaco. I genitori che non si attengano a queste disposizioni

dovranno essere immediatamente avvertiti che tale comportamento costituisce reato" 196

• Da

queste poche righe si deduce come il controllo ideologico della scuola in funzione della

formazione ideologica nazionalsocialista fosse ritenuto di fondamentale importanza da parte delle

autorità naziste.

2.24 La cultura: da terreno di ricerca scientifica ad elemento di propaganda.

Anche la cultura fu messa al servizio delle ambizionj espansionistiche del Terzo Reich.

Essa rispondeva all'analoga strategia culturale messa in atto dal regime fascista che con il già sunnominato

"Archivio per l'Alto Adige" diretto dal roveretano Ettore Tolomei (chiamato sprezzantemente dagli

195 M. Wedekind, op.Cit., p.242196 Archivio comunale di Bressanone, Categoria 9- Educazione nazionale, classe 2, fase. 2 Asili d'infanzia e scuole

elementari " Schulerbeurlaubungen" del 17/04/194495

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altoatesini " il becchino del Sudtirolo") e con la successiva rivista milanese "Catena mediana" intendeva

dimostrare l' "italianità" dell'Alto Adige.

Queste strutture furono in primo luogo l"'Ahnenerbe", - l'eredità degli avi organizzazione che faceva

riferimento alle SS e i numerosi centri di ricerca situati immediatamente aldilà del confme che presero il

nome di "Alpenlandische Forschungsgemeinschaften". Le varie organizzazioni si trovarono quasi subito in

concorrenza perché l'Ahnenerbe spalleggiata da Himmler, faceva pressione su questi centri di ricerca

perché si dedicassero prevalentemente a ricerche mirate esclusivamente a sostenere ed avallare la

discendenza razziale degli abitanti delle vallate atesine invece che a ricerche di tipo toponomastico,

artistico o culturale. Il compito primario delle Alpenlandische Forschungsgemeinschaften, il cui lavoro per

motivi di politica estera non poteva essere divulgato pubblicamente, consisteva nel coordinare e dirigere il

lavoro dei vari scienziati che prendevano parte ai progetti di ricerca.In particolare avevano il compito di

confutare il lavoro svolto dai ricercatori italiani trasmettendolo agli uffici del Reich che si occupavano

della tematica, i quali a loro volta avrebbero dovuto elaborare le ricerche degli istituti S{iit:mtifici per

mettere appunto un apparato propagandistico in grado di sostenere anche dal punto di vista · ientifico le

pretese egemoniche del Reich su quei territori. Direttore di questi istituti di ricerca fu nominato il Prof.

Franz Huter197

,eminente storico originario di Innsbruck. La maggior parte dei ricercatori appart"neva però

all'area di pensiero conservatore e non erano nazionalsocialisti, ed il loro dissenso aumentò col passare del

tempo a causa del modus operandi del regime o sull'atteggiamento dilatorio che Hitler aveva preso nei

confronti della questione altoatesina.

2.25 l media : Bozner Tagblatt e lnnsbrucker Nachrichten

Abbiamo già avuto modo di parlare della propaganda nell'ambito della ZOP Alpenvorland, per

cui ci limiteremo a dire alcune cose essenziali.

I giornali dovevano servire a trasmettere la linea politica ufficiale deli'occupante in tutti i suoi

aspetti. Particolare attenzione veniva dedicata dalla stampa propagandistica a mettere in evidenza

le tradizioni locali ed in particolare a trasmettere un'immagine di tranquillità, di intimità

quotidiana (Geborgenheit) che aiutasse la popolazione a dimenticare le paure e le ansie dovute

alla guerra. Anche il ruolo della la madre 198

acquista un ruolo preminente in questo quadro di

intimità, come dispensatrice di calore ai figli e sposa dei soldati che combattono lontano al fronte,

ma anche come generatrice di una prole sana (politica eugenetica), e numerosa (politica natalista

del III Reich) che combatterà per rendere più grande la Patria. Ma sono gli elementi iconografici

subliminali come le verdi vallate ed i bambini vestiti di bianco a prevalere piuttosto su quelli

esplicitamente propagandistici. E' facile comprendere come questo tipo di messaggio contenesse

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197 cfr M. Wedekind "Volkische Grenzlandwissenschaft in Tirol.Vom wissenschaftlichen Abwehrkampf zur

Flankierung der NS ExpansionspolitiR' in Nationalismus und Geschichtsschreibung!Nazionalismo e storiografia, edito dal gruppo di ricerca per la storia regionale(Bolzano) della rivista "Geschichte und Region/Storia e regione" n°5, 1996, pp.227-265198

Bozner Tagblatt del21/05/1944 "Zum Tag der Mutter- ihr werdet nie geliebt werden wie von ihr"96

anche un messaggio ambiguo dal punto di vista degli effetti

che la propaganda nazista intendeva ottenere : infatti se era

logico aspettarsi che il soldato avrebbe combattuto per

proteggere la propria famiglia ed il suo benessere, è

altrettanto vero che ciò pot va indurre alcuni combattenti a

disertare per ritrovare gli affetti lasciati nella Heimat,

come peraltro il già citato libro199

di

Leopold Steurer, Martha Verdorfer e Walther Pichler documenta abbondantemente.

l

Questa tattica di mostrare al pubblico delle scene di vita quotidiana sarà una tattica molto seguita

dalla stampa e dalla cinematografia nazista in tutto il Reich,

in particolare durante gli ultimi anni di guerra e troverà

applicazione anche all'interno della Zona d'Operazione

Alpenvorland. Anche l'ascolto di radio straniere fu

proibito sotto la minaccia di sanzioni draconiane

contro i trasgressori. Ma con risultati assai scarsi200

come

testimoniano frequentemente i servizi d'informazione nazisti.

Scrive un informatore : " Da diversi uffici dislocati su tutto

il territorio viene confermato il fatto che la popolazione

ascolta assiduamente le emittenti radio nemiche, per cui si

può presupporre che essa sia già informata sugli avvenimenti

prima che le notizie di rilievo vengano diramate dalla

radio tedesca. Per questo motivo la popolazione

sembra provare diffidenza nei confronti delle notizie

diramate dalla radio tedesca"201

lnnsbrucker Nachrichten si distingue dal suo omologo di Bolzano, il "Bozner Tagblatt", soltanto

per il fatto che tratta l'appartenenza culturale del Sudtirolo

all'area germanica non più soltanto come risalente all'epoca

dei germanici Longobardi del VI secolo dopo Cristo,

all'epoca delle invasioni barbariche , ma addirittura dall'età

della pietra, cioè al 4000 avanti Cristo202

. Ciò forse è dovuto

al fatto che

pubblicato ad

Zona d'Operazione

nominalmente appartenente

Significativo è

l'articolo sia il Dott.

membro dell'organizzazione

la branca delle

stabilire la "purezza"

altoatesino.

2.26 La tutela della propagandanazista

Il regime

espressamente

razziale e fisica

germanofone anche

Reich. Perciò nell'autunno

autorità naziste

modello di previdenza

sulle preesistenti organizzazioni

In special modo

tal senso le autorità

199 L. Steurer, M.

Steurer, M. Verdorfer,Walterverfemt, vergessen, Erinnerungen anNationalsozialismus1945, Ed. Sturzfliige,200

ACS Comandi 53/16, b.20, fasc.4Feindpropaganda undAuswirkungen"201

ibidem202

Innsbrucker "Die Wallburgen sudlich

97

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provenivano dal nord Tirolo. A favore degli optanti per la Germania era intervenuto il

Volkshilfswerk dell'AdO che prevedeva perfino, tra le diverse opzioni a disposizione, anche la

cura e l'assistenza dei neonati. Fin dal 1940 furono effettuate delle raccolte di oggetti da dare in

beneficenza per le popolazioni che ne avessero avuto bisogno, oltre a varie celebrazioni del

"giorno della madre". Nel quadro dell'occupazione nazista, fu inserito un ufficio per il welfare

nello staff del Commissario Supremo. Questo aveva il compito di istituire corsi scolastici ed asili

infantili. L'opera assistenziale nazista andò a sostituire l'Opera Nazionale per la Maternità e

l'Infanzia (0. N. M. I.) di derivazione fascista, che non venne sciolta solo per continuare a

beneficiare dei finanziamenti da parte della R. S. I. ma privata di ogni effettivo potere.203

. Le

persone assistite si estendevano alla totalità della popolazione tranne coloro che erano già stati

schedati dall'AdO, come malati ereditari, gli inferiori (Minderwertige) o gli asociali, e tutti coloro

che non contribuivano con il loro lavoro al benessere della società.

Vari organismi sudtirolesi, Ahnenerbe , Chiesa e scienziati altoatesini contribuirono fortemente

allo studio della popolazione altoatesina dal punto di vista razziale e della sanità genetica. In

particolare questi uffici dovevano essere in grado di riscontrare anche una pur minima presenza di

sangue ebraico nella popolazione sudtirolese.

Per quanto riguarda invece i bambini, furono distribuiti ai genitori attraverso le organizzazioni

giovanili, dei libretti che spiegavano come farli crescere al meglio. L'ADEuRST, l'Ente che si

occupava di gestire l'emigrazione degli optanti in Germania, predispose la preparazione di un

dossier che teneva in considerazione le caratteristiche relative allo stato di salute, una descrizione

della personalità dell'individuo secondo l'opinione di parenti, amici e conoscenti, che nel caso dei

bambini doveva essere completato da una relazione degli insegnanti sulle prestazioni scolastiche

degli alunni. Questa rigorosa schedatura fece in modo che i malati ereditari sudtirolesi che si

trovavano nell'Istituto di cura di Pergine (Tn) furono subito prelevati nel 1940 e trasportati nel

Reich con il sostanziale accordo dell'Italia. Lo sterminio dei malati fisici e mentali procedette

speditamente, benché fosse ormai noto ad ampi strati della popolazione sudtirolese cui erano

peraltro giunte agli inizi degli anni Quaranta le prediche del vescovo di Miinster Clemens August

von Galen, che non sortirono però alcun effetto sull'andamento delle operazioni di deportazione e

sterminio. Della deportazione si rese responsabile }"'Ufficio per la stirpe" dell'AdO, finanziata a

sua volta dalla Camera dei medici tedeschi. La profilassi igienica nazista oltrepassò però i confini

linguistici tedeschi e fu applicata anche nelle zone italiane dell'Alpenvorland, in particolare

Belluno, in cui le ordinanze tedesche prescrivevano che prima della celebrazione del matrimonio

fosse presentato un certificato sanitario che attestasse la sanità degli individui, in particolare se

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203 Archivio comunale di Merano, ZA 15 K 529 (Opera Nazionale Maternità e Infanzia)

98

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sofferenti di malattie sessuali, oppure di tubercolosi che potesse in un qualche modo danneggiare i

nascituri204

• (Allegato II dell'ordinanza che regolava la contr zione di matrimonio nell'ambito

della ZOP Alpenvorland, Verordnungblatt del 26/09/1944). Ciò corrispondeva perfettamente alla

"Legge a protezione del patrimonio genetico del popolo tedesco" del 1935.

La presenza di infrastrutture appositamente concepite per salvaguardare il benessere della

popolazione fu una delle colonne portanti del regime nazionalsocialista e servivano per ottenere il

consenso della popolazione. In particolare la propaganda ne valorizzò la componente sociale che

avrebbe reso la "comunità popolare "più prospera ed in salute. Essa comunque era basato sul

mutuo rapporto

costituito da "cittadino-Comunità popolare-Stato" e Stato-cittadino che rappresentavano

l'essenza del "socialismo tedesco". Ciò significava che il cittadino esisteva in funzione della

Comunità popolare- Stato, in particolare durante la guerra, ma che lo Stato si sarebbe occupato

del suo benessere. Ciò viene evidenziato dalla propaganda nazista che scriveva a questo proposito :

" Soltanto pochi tedeschi sono al corrente del fatto che delle istituzioni sociali come quelle che

esistono da noi nei Paesi nemici sono un concetto totalmente sconosciuto. Sulla stampa inglese si

comincia appena a parlare di istituzioni sociali che qui da noi sono già da lungo tempo

un'ovvietà. Case della madre e del bambino- Qui vengono le madri con i neonati che hanno

bisogno di cure particolari. I neonati sono sottoposti a rigorosi controlli medici e vengono da

infermiere del Volkshilfswerk. Vengono così misurati peso e lunghezza ed il cibo viene

commisurato a questi due parametri. E' bello vedere con quanta dedizione le infermiere del

Volkshilfswerk si dedichino alla cura dei piccoli pazienti. Comunicano subito ai medici

responsabili ogni variazione positiva del peso del neonato e si rattristano quando il peso non

cresce in modo sufficientemente rapido. Alle madri viene insegnato come far crescere bene il

neonato e moltissime lettere dimostrano come i consigli impartiti da queste istituzioni vengano

seguiti dalle madri, e di come sia possibile per le madri farsi consigliare anche per via

epistolare"205

2.27 Il servizio militare obbligatorio dopo le ordinanze di Hofer ed i disertori.

L'ordinanza del Gauleiter Hofer del 6/1111943 prescriveva l'obbligo del servizio militare, senza

alcuna distinzione di nazionalità, a tutti i residenti nella Zona d'operazione Alpenvorland. Il

servizio poteva essere effettuato neli' ordine in una delle seguenti organizzazioni militari o civili:

Organizzazione TODT, il Corpo di Sicurezza sudtirolese (SOD), (in seguito l'aggettivo

204

Ordinanza no 76 del26/09/1944 pubblicata sul Verordnungsblatt n°19 del 5/10/1944.205 Tiroler Landesarchiv, Repertorium B 707 Zeitungen, 4.1.84, Nazionalsozialistischer Gaudienst Tirol-Voralberg,

del19/10/1943 "Der Schutzwall um Mutter und Kind'

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"sudtirolese" verrà cancellato), il Corpo di Sicurezza Trentino, la Polizia; le SS armate, la

Wehrmacht od infine in linea prevalentemente teorica, le nuove forze armate della R. S. L

Come si comportarono invece coloro che disertarono, ed in part colare i "Dableiber"? I motivi di

tipo accidentale per la diserzione che i soldati arruolati tra i "Dableiber" forniscono sono

essenzialmente: l'avere perso il contatto con la propria unità militare: la sensazione che si fosse

stati trascinati in una guerra imperialistica e ormai perduta; il fatto di essere stati arruolati contro

la propria volontà e la dura disciplina militare, cui si andava ad aggiungere il contrasto con gli

ufficiali superiori tedeschi ; altro fattore importante fu la coscienza che la guerra in Jugoslavia ed

in Unione Sovietica era una guerra di sterminio che era in contrasto con la loro fede cristiana.

L'aspetto religioso in particolare assume un ruolo importante nella decisione di alcuni soldati

altoatesini di disertare. Infatti come si vede chiaramente dagli interrogatori effettuati dai giudici

del Sondergericht di Bolzano, le motivazioni di rifiuto della guerra dovute alle proprie

convinzioni religiose e non a paura, costituiscono uno dei motivi principali che spingevano gli

imputati a rifiutare l'arruolamento. Oltre ai motivi di principio succitati influirono anche altri

fattori tra i quali: il fattore temporale ossia il fatto che alcuni presero la decisione di disertare

nell'autunno del 1944, nella supposizione che la guerra sarebbe terminata di lì a breve e non che

sarebbe durata altri otto mesi, condizione quest' ultima che li avrebbe trattenuti dalla diserzione.

Altre occasioni di fuga furono rappresentate da un periodo di congedo, il periodo che segnava la

fine dell'addestramento, la diserzione di commilitoni cui aggregarsi. Le mutilazioni, come

abbiamo già visto erano molto frequenti, unico mezzo legale per sottrarsi al lungo e pericoloso

servizio militare con un lungo soggiorno presso un ospedale militare. Anche la distanza del fronte

dalla propria unità combattente costituiva certamente un ulteriore elemento di valutazione per

coloro che intendevano disertare con buone probabilità di successo. Le modalità di fuga e di

periodo alla macchia erano ovviamente molto dipendenti dall'ambiente circostante. In tutto ciò

caso e fortuna potevano svolgere un ruolo assai rilevante.

E' importante considerare che quanto prima la diserzione era stata pensata e pianificata, tanto più

il disertore era preparato ad un lungo periodo di permanenza alla macchia. Ciò comportava la

consultazione con l'ambiente circostante, i compagni di fuga, il parroco, la ricerca di un

nascondiglio sicuro, il mettere da parte delle grosse scorte alimentari per il periodo di latitanza,

oltre a informare i parenti per assicurarsene la collaborazione o avvertirli di eventuali pericoli o

rappresaglie. I nascondigli in ogni caso dovevano essere cambiati spesso perché gli uomini del

Servizio di Sicurezza altoatesino ne seguivano continuamente le tracce. Persino l'uso delle armi in

dotazione diveniva necessario per procurarsi il cibo cacciando. Questo metodo veniva però

generalmente evitato a causa del rumore che produceva e che poteva dimostrarsi assai pericoloso

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per i disertori ricercati continuamente dalle forze di polizia. Anche i furti di alimentari a danno

della popolazione locale andavano evitati per non suscitarne il rancore e quindi una possibile

denuncia alle autorità. Andava quindi ad ogni costo evitato che la popolazione facesse

un'equiparazione tra disertore e bandito, fatto che la propaganda nazista sfruttava per dipingere il

renitente come un comune criminale e non come un uomo che disertava per motivi di coscienza.

Come già detto, questa depoliticizzazione dei disertori o dei partigiani fu una delle costanti

utilizzate dalla propaganda nazista durante il periodo della Zona d'Operazione. Il periodo di

permanenza alla macchia sembra però avere favorito un ritorno od una intensificazione del

sentimento religioso. Dai racconti dei disertori raccolti dai tre autori già citate06

si evince come

molti disertori si sentissero confermati a continuare nella loro latitanza da una sorta di "angelo

protettore" che li avrebbe protetti dai nemici.

Nelle loro menti e nei loro cuori si svolgeva una battaglia tra la croce uncinata e la croce cristiana,

simboleggiata dall'angelo che li avrebbe condotti a perseguire la latitanza.

Per i disertori era naturalmente prevista la pena di morte la rappresaglia sui parenti ( Sippenhaft).

All'interno della comunità altoatesina la costituzione della Zona d'operazione significò che molti

altoatesini andarono ad occupare delle posizioni di potere nei tribunali, negli uffici della leva

militare e nelle associazioni locali contadine e ciò consentiva loro di eliminare i nemici ideologici

o personali ed allo stesso tempo di proteggere parenti e amici, oppure di salvaguardare dal servizio

militare collaboratori essenziali al funzionamento di una determinata struttura207

• Fu proprio

questa sorta di "zona grigia" a commettere i crimini più efferati durante il periodo

dell'occupazione nazista dell'Alto Adige. Ad essere maggiormente colpiti da questa situazione

furono ovviamente i "Dableiber" che furono presi di mira da coloro che li ritenevano dei traditori

e che perciò non perdevano occasione di danneggiarli in qualsiasi modo gli fosse possibile. Dopo

la guerra, i "Dableiber" non ottennero alcun risarcimento da parte delle autorità altoatesine e nel

corso degli anni furono allontanati dalla politica regionale la cui priorità sembrava essere quella

della coesione del gruppo etnico altoatesino a dispetto del passato nazista di alcuni dei suoi

principali esponenti.

Per quanto riguarda l'atteggiamento dei condannati a morte dal Tribunale speciale di Bolzano,

citerò dai documenti originali conservati presso l'archivio di Stato di Bolzano.

Ecco quanto dichiara il condannato a morte per rifiuto della leva militare Richard Reitsamer di

fronte ai giudici del Tribunale Speciale di Bolzano in data 13.04.1944 " rifiuto di prestare

206 L. Steurer, M. Verdorfer,Walter Pichler, Verfolgt, verfemt, vergessen, Lebensgeschichtliche Erinnerungen an den

Widerstand gegen Nationalsozialismus und Krieg ,Sudtiroll943-1945, Ed. Sturzfluege, 1997, Bozen207 Archivio comunale di Bressanone, Atti comunali,categoria 8a, Leva militare, classe 2°, fasc.2 "Rienzer Urban des

Rudolf, Gesuch nach UnabkOmmlickeitserkliirung'101

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qualsiasi tipo di servizio militare e faccio riferimento alle parole del Papa che ha detto : < < con

la pace niente è perduto e con la guerra tutto è perduto>>. Non sono stato rinforzato in queste

mie convinzioni da alcuno e non ho inteso convertire alcuno a questa mia credenza. Credo

certamente che ciò che ha detto il Papa si realizzerebbe se anche tutti gli altri si rifiutassero di

effettuare il servizio militare. Se il Papa non avesse fatto questa promessa a suo tempo non mi

sarei rifiutato di arruolarmi nel!'esercito, ma ciononostante sono del!' opinione che io in quanto

cittadino italiano non ho l 'obbligo di prestare servizio militare, poiché non ho optato a suo tempo

né per la Germania né per l'Italia della R. S. l Ho optato soltanto per il Regno d'Italia.

Nonostante i numerosi avvertimenti sulle conseguenze delle mie azioni rimango fermù nella mia

decisione di non prestare il servizio militare in qualunque forma. Poiché sono pie;;.amente in

possesso delle mie facoltà mentali e quindi conscio delle conseguenze che ciò comportc e farmene

carico.

Letto, autorizzato e sottoscritto

Richard Reitsame?08

"

Appare evidente da queste poche righe che il riferimento del condannato a morte alla fede ed alle

parole ireniche del Papa costituiscono il motivo principale del suo diniego di prestare il servizio

militare. Dalla dichiarazione si evidenzia però anche la presenza di una motivazione di tipo

politico e giuridico, ossia che egli fa riferimento al fatto di essere stato chiamato a prestare il

servizio militare da parte delle autorità naziste, pur avendo a suo tempo optato per l'Italia. Il caso

di Reitsamer costituisce soltanto un'esigua minoranza all'interno della casistica dei 21 fascicoli

superstiti del Tribunale Speciale custoditi presso l'archivio di Stato di Bolzano. La maggior parte

degli altri condannati infatti esprime opinioni politiche avverse al regime nazista e si dichiara

quindi comunista mentre altri ammettono temere le dure condizioni a cui li sottoporrà il servizio

militare. Le autorità naziste intervennero con estrema durezza nei confronti di questi renitenti alla

leva, chiamati come nella terminologia nazista Volkschadlinge, ossia coloro che recavano danno

alla "comunità popolare" ed alla sua volontà di costruire un Europa integrata in un' "ordine

superiore" governato dalla Germania nazionalsocialista.

2.28 Il ruolo della Chiesa in Alto Adige

Con l'avvento al potere in Alto Adige dei nazisti vennero immediatamente soppressi tutti i

giornali e le riviste cattoliche.La Casa Editrice Athesia di Bolzano venne fusa con altre case

editrici e fu cos' creata una grande tipografia e libreria nazista, la "Bozner Verlag und Druckerei".

208Archivio di Stato di Bolzano Dichiarazione fornita dal condannato a morte Richard Reitsamer di fronte al Tribunale

speciale di Bolzano in data 13/04/1944, SGOZA( Sondergericht der Operationszone Alpenvorland), fasc.8

102

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I libri religiosi vennero tolti dalle librerie.Venne pubblicato il quotidiano nazista "Bozner

Tagblatt" al posto del quotidiano "Dolomiten", il quale evitò qualsiasi riferimento alla vita

religiosa regionale.Perfino negli avvisi mortuari fu tolto ogni riferimento a Dio e alla vita eterna ;

non furono pubblicati avvisi mortuari di sacerdoti e suore.Il nome dell'ospedale per gli incurabili

"Casa di Gesù" fu cambiata da un giorno all'altro in "Casa degli ammalati"; allo stesso tempo

però furono evitate le polemiche contro la religione ed il clero, salvo qualche articolo che però non

poteva essere compreso dai lettori non colti.La questione più grave che- a detta del vescovo- si

presentò fin dai primi mesi dell' occupazione nazista, fu quella riguardante l 'insegnamento della

dottrina parrocchiale. I nazisti, appena vennero ristabilite le scuole pubbliche vollero che

l'insegnamento religioso fosse impartito nelle scuole stesse e non nelle parrocchie per meglio

tenerlo sotto controllo. L'Ufficio scolastico di Bolzano tentò di mettere l'ordinario di fronte al

fatto compiuto, i maestri nazisti invitarono il clero ad entrare nella scuola pubblica, affermando

che l'insegnamento impartito nelle parrocchie era senz'altro proibito in quanto "istruzione

privata".Non tardarono però a trapelare le vere intenzioni perché fin dall'inizio vennero dichiarati

esclusi dall'insegnamento alcuni sacerdoti. In tal modo alcuni paesi corsero il rischio di venire

privati di ogni insegnamento. Il vescovo di Trento de Ferrari venne coinvolto da questa serie di

richieste perché la diocesi di Trento aveva al suo interno Il decanati tedeschi.Ma la proposta

rappresentava per lui, come vescovo, "un delicato problema", quindi il de Ferrari affermava che la

soluzione della questione se l'insegnamento religioso impartito dalla scuola pubblica poteva

sostituire la dottrina parrocchiale vera e propria sarebbe stato possibile solo dopo previa

autorizzazione della Santa Sede. A Pasqua del 1944 il Commissario Supremo minacciò, nel caso i

due vescovi della regione, de Ferrari e Geisler, si fossero rifiutati di aderire alle sue direttive in

materia di insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, di rivolgersi direttamente al clero, e se

anche questo non avesse aderito, alla popolazione. Ma, data l'urgenza di altri problemi la

questione finì come era cominciata209

. Hofer da parte sua sperava ovviamente in una prossima

aggregazione dei decanati tedeschi alla Diocesi di Bressanone guidata dal più accondiscendente

vescovo Geisler. Scrive a questo proposito lo storico della Chiesa Sergio Benvenuti : "Anche il

Vescovo di Bressanone Geisler,come già il Vescovo di Trento, ricevette verso la metà di settembre

del 1943 la richiesta del!' Ufficio scolastico di Bolzano per l'abolizione delle scuole parrocchiali.

La sua risposta,pur simile a quella di Ferrari per quanto riguardava la tutela del!' insegnamento

religioso nelle parrocchie, mostrava una maggiore accondiscendenza sul!' insegnamento

209 cfr. S. Benvenuti in "La Chiesa in Alto Adige nel periodo dell' Alpenvorland' in Tedeschi, partigiani e popolazioni

nell' Alpenvorland' Atti del Convegno di Belluno del 21-23 aprile 1983 a cura dell'Istituto Veneto per la Resistenza, Marsilio Editori, Venezia, 1984, p.355

103

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catechistico nelle scuole pubbliche. fl Geisler non riteneva poi necessario sottoporre la questione

alla Santa Sede come aveva fatto il Vescovo di Trento, perché ciò avrebbe richiesto molto tempo,

mentre c 'era l 'urgenza di regolare l 'insegnamento religioso J-elle scuole ancora per l' anno

scolastico in corso" 210

Già nel mese di settembre del 1943 il prefetto Peter Hofer aveva fatto chiudere in Alto Adige tutte

le scuole ecclesiastiche e gli istituti di educazione religiosa, imponendo la requisizione dei relativi

edifici. Così venne chiuso il Seminario Minore di Tirolo (con annesso liceo ginnasio) che aveva

già iniziato l'anno scolastico. A Bressanone il 16 settembre 1943 venne proibita dall'Ufficio

scolastico la riapertura del Seminario Minore (Knabenseminar) "Vinzentinum". Scrive ancoraSergio Benvenuti : " n Geisler, cui stava molto a cuore quel seminario, espose al prefetto Peter

Hofer in una lettera del 24 settembre la situazione dell'Istituto. In questa lettera, il vescovo

ricordava che sotto l 'Austria il Seminario aveva ottenuto il riconoscimento legale, e sotto l 'Italia

era diventato il baluardo della lingua tedesca nel!'Alto Adige.Dopo la presa da parte dei nazisti,

affermava ancora il Geissler, il direttore del Seminario gli aveva dato assicurazioni che l' Istituto

sarebbe stato retto << im deutschen Sinne >>. Queste affermazioni del Vescovo di Bressanone ci

sembrano particolarmente significative: pur di ottenere la riapertura del << Vinzentinum>>, nel

quale i germanici avevano installato un ospedale militare, il Geisler si dimostrava pronto ad

assecondare il nazionalismo tedesco al!'interno del clero. Pur intransigente nei confronti dei

principi anticristiani del nazismo, il vescovo finiva in pratica con il collaborare con la politica

del!'Hofer volta a legare a sé il clero altoatesino attraverso il vincolo della nazionalità. A

rimanere intaccato era in definitiva il carattere sopranazionale e universale (cattolico) della

Chiesa in Alto Adige"211

.

2.29 La Resistenza in Alto Adige.

La Resistenza in Alto Adige non fu un fenomeno di massa ma prevalentemente composto da

piccoli gruppi che operavano dei sabotaggi alle manovre naziste, in cui si erano infiltrati molti

disertori, nonché avevano attivato in Val Passiria una rete di collegamento e di scambio di

informazioni con le forze militari e politiche alleate che si trovavano in Svizzera.

Per quanto riguarda l'aspetto sociale e politico, la Resistenza altoatesina era composta

prevalentemente da persone che appartenevano al campo cattolico-conservatore. Era quasi del

tutto assente la componente comunista e socialista. Un'altra componente importante della

resistenza era rappresentata da coloro che rifiutavano di prestare il servizio militare e dai disertori.

Le ultime tracce di un' opposizione antifascista da parte del movimento operaio all' interno del

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210 ibidem, da J. Gelmi,"Die Brixner Bischofe in der Geschichte Tirols ", Athesia, Bolzano, 1984, p. 118211 ibidem

104

movimento operaio ali' interno del gruppo etnico tedesco si erano perse già all' inizio degli anni Venti. I

gruppi erano prevalentemente formati da persone che appartenevano al ceto contadino, borghese, sovente di

estrazione cattolica e la cui collocazione politica era situabile all' interno dell'ala cristiano sociale del

"Deutscher Verband', che fino agli anni Venti erano rimasti sostanzialmente filoaustriaci. A partire dalla

metà degli anni Trenta però le informazioni sull' inasprimento dei rapporti tra Stato e Chiesa sia nel

Reich che neli' Austria annessa al Reich (Anschluss del marzo 1938) convinsero gli esponenti cattolici

a distaccarsi ulteriormente dalle posizioni filonaziste di molti loro concittadini. Fu proprio quella

l'occasione in cui nazismo e concetto di Heimat di questi gruppi cattolici fondato su un patriottismo

tirolese-patriottico austriaco di questi gruppi cattolici divennero inconciliabili. Oltre a motivi economici,

che per l' alta borghesia svolsero un ruolo non secondario nella sua scelta al momento delle opzioni,

fu proprio questa apocalittica visione del Terzo Reich come Stato prussiano-protestante basata sul

sangue e sulla razza che indusse quel piccolo gruppo di sudtirolesi a non optare per la Germania per

motivi religiosi e patriottici.

Furono prevalentemente rappresentanti di quest'ultimo gruppo che nel novembre del 1939

fondarono la Lega Andreas Hofer, (Andrea Hofer Bund) ma che fino al settembre 1943 svolsero

soprattutto propaganda antinazista e conseguentemente anti opzione in modo da convincere il maggior

numero possibile di persone a non emigrare in Germania. Una vera e propria formazione politico- militare

la Lega Andreas Hofer lo divenne però soltanto dopo la creazione della Zona d' Operazione Alpenvorland

sotto la guida di Hans Egarter. L'importanza del gruppo Egarter risiedeva nel suo collegamento

diretto con le missioni alleate nella Svizzera e con analoghe formazioni operanti nel nord Tirolo e nel

Voralberg, nella raccolta ed assistenza ai soldati disertori della Wehrmacht e nella propaganda svolta nei

vari Polizeiregimenter costituiti ad opera delle ordinanze del Gauleiter Hofer.

Scrive in proposito lo storico altoatesino Leopold Steuer : " il riconoscimento politico da parte

degli Alleati a guerra finita del gruppo Egarter è attestato dal fatto che un gruppo di 300 persone

appartenenti ad esso fu proposto in blocco per il brevetto Alexander, da loro però in seguito rifiutato

in quanto scritto in lingua italiana e non in tedesco, e che il gruppo Egarter fino al!' ottobre 1945 fu

utilizzato dal governo militare alleato in provincia come formazione armata e

polizia ausiliaria nelle persecuzione e cattura di fascisti e nazisti rifugiatisi negli ultimi mesi della1

guerra proprz.o m

.

queste zone d"

z con.r

z.ne

212, .

212 L. Steuerer, "L'atteggiamento della popolazione di lingua tedesca della provincia di Bolzano durante il periodo

1943-45" in "Tedeschi, partigiani e popolazioni nell'Alpenvorland' Atti del Convegno di Belluno del 21-23 aprile

1983 a cura dell' Istituto Veneto per la Resistenza, Marsilio Editori, Venezia, 1984105

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2.30 La Resistenza altoatesina di lingua tedesca e quella italiana. Differenze.

La Resistenza in Alto Adige nel periodo dell' Alpenvorland ebbe due componenti nazionali: quella di lingua

italiana e quella di lingua tedesca. La popolazione italiana, fatta emigrare appositamente dal fascismo per

diluire la presenza germanofona sul territorio, inizialmente faceva parte soprattutto del ceto impiegatizio

(carabinieri, finanzieri, impiegati); solo a partire dalla creazione della zona industriale di Bolzano nei tardi

anni Trenta si cominciò a essere presente anche un certo numero di appartenenti al ceto operaio. Mentre le sorti

del ceto impiegatizio, per la sua stessa conformazione erano strettamente legate alle vicende politiche dello Stato

fascista e quindi la sua presenza nel movimento resistenziale fu del tutto irrilevante, tra le fila del

movimento operaio si sviluppò una forte resistenza antifascista e antinazista. Questi gruppi ebbero una forte

componente urbana, con forti componenti legate alla sinistra comunista e socialista. La Resistenza tedesca fu

invece caratterizzata dall'aspetto rurale e conservatore. Tutti e due i movimenti dovettero operare in

condizioni tutt'altro che favorevoli : agli italiani mancava sia la conoscenza dell'ambiente storico-politico ed

etnico specifico della provincia, sia la coesione socio-culturale del proprio gruppo linguistico in quanto

quest'ultimo era formato quasi completamente da persone di recente immigrazione provenienti più o meno

da tutte le dalla capillare italiane ; per le formazioni costituite dagli elementi che appartenevano alla resistenza

tedesca il maggiore ostacolo era costituito dalla capillare sorveglianza da parte delle autorità politico-

amministrative e di polizia del Reich e locali. I fattori di appartenenza etnica ed i diversi obiettivi politici perseguiti

dai gruppi

contribuirono a che divenisse impossibile una collaborazione tra le due resistenze. Gli unici sporadici contatti ebbero

luogo nell' estate del 1944 tra i gruppi antinazisti della borghesia commerciale ed industriale intorno ad Erich

Ammon, in seguito importante esponente della SVP, ed il primo CLN guidato da Mario Longon. Ma già in

quell'occasione non fu possibile giungere ad un'intesa sul problema che avrebbe poi determinato l'impossibilità di

una collaborazione tra i due gruppi: la sistemazione territoriale della provincia di Bolzano alla fine della guerra.

Mentre infatti la Resistenza tedesca si prefiggeva in primo luogo l'autodeterminazione del territorio, vale a dire

la riunificazione dell'Alto Adige con l'Austria nuovamente divenuta democratica, per la Resistenza italiana era

scontato il mantenimento del

confine al Brennero213

.

Forse la migliore interpretazione del fenomeno resistenziale in Alto Adige è quella di Gattere? 14

Lo storico identifica un filone "autoctono" sudtirolese e uno italiano; l 'uno ebbe carattere rurale,

213 MST Archivio della Resistenza, parte II, b. 11, fasc.1, Organizzazione irredentistica per la conservazione del confine al Brennero

" Azzurra stella alpina"214 In lotta contro Roma, Cittadini, minoranze e autonomie in Italia, Praxis 1994 Edizione tedesca "!m Kampf gegen

Rom, Europa Verlag, Wien, 1968.

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l'altro prevalentemente cittadino. Quello italiano mirò a conservare il Brennero come confine

d'Italia; l'altro a riunificare il Sudtirolo- liberato dai fascisti e dai nazisti- al Tirolo settentrionale

e a quello orientale, nell'Austria che sarebbe rinata dopo l.a guerra. Erano obiettivi che si

escludevano a vicenda e resero quindi più difficili gli incontri: anzi, perfino la reciproca

comprensiOne.

Fu proprio Hofer con il suo appello del 30/04/1945 all'unità di tutti i sudtirolesi nella resistenza

contro l'invasore angloamericano a vanificare i tentativi di riunificazione del Tirolo, facendo

apparire tutta la popolazione altoatesina complice del regime nazista, e pregiudicando in questo

modo davanti agli Alleati vincitori le residue speranze degli altoatesini di riunire l'Alto Adige al

Tirolo austriaco.

Appare evidente come quest'ultimo appello del Gauleiter Hofer avesse lo scopo di prolungare la

durata del suo personale, effimero regno e di salvare la sua persona, piuttosto che di facilitare la

riunificazione deli'Alto Adige con il resto del Tirolo. Del resto, se la collaborazione tra gruppi

antinazisti e antifascisti in Alto Adige era possibile sotto la pressione nazista, alla fine della guerra

divenne impossibile. Anche le condizioni in cui i gruppi resistenziali si trovavano ad operare

erano molto difficili. L'esistenza della Lega Andreas Hofer, AHB, fondata già nel 1939, era nota

non solo alla polizia fascista (i cui incartamenti passarono poi alla Gestapo), ma anche ai locali

dirigenti filo-germanici dell'Alto Adige. Ovunque ci fosse un optante per l'Italia o un antinazista

di qualche spicco, fu subito posto sotto sorveglianza. Questa sorveglianza poliziesca divenne più

intensa non appena le tendenze filo-tedesche cominciarono a prevalere. Nei villaggi altoatesini

non c'era incontro riservato che riuscisse a restare tale, attività clandestina che non fosse scoperta.

Infatti la cospirazione politica, per avere successo, ha bisogno di un ambiente che sia disposto ad

accoglierla e a nasconderla e tutto ciò non esisteva in Alto Adige.

Per quanto riguarda invece la situazione della resistenza italiana in Alto Adige, bisogna tener

conto della composizione della recente immigrazione italiana nella regione: vi erano soltanto

pochi individui che si adoperavano in favore di una resistenza attiva, cercando di mimetizzarsi

all 'interno della gran massa dei collaborazionisti politici, nazionalisti e fascisti che si erano

rifugiati nell'anonimato; vivevano perlopiù concentrati nei centri urbani, con scarsi contatti con

coloro che vivevano nelle campagne. Poiché erano giunti nella regione da pochi anni, non

avevano ancora potuto formare legami personali che fossero basati sulla fiducia reciproca,

elemento essenziale quest'ultimo per l 'attività cospirativa.

Vi erano alcuni gruppi sociali e regionali che avevano una maggiore consistenza rispetto ad altri,

tra i quali: i trentini trapiantati in Alto Adige, che costituivano un elemento consistente nella

popolazione italiana della provincia e non avevano troncato i legami con la provincia d'origine; i

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