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Linee Guida Settore Evangelizzazione e Presenza nel Mondo ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL LAZIO

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Linee Guida Settore Evangelizzazione e Presenza nel Mondo

ORDINE FRANCESCANO SECOLAREDEL LAZIO

Prefazione (a cura ofs regionale da definire)

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Introduzione(da definire)

È in atto già da tempo una nuova organizzazione dell’Ufficio Missionario e di Evangelizzazione e Presenza nel Mondo dell’OFS Nazionale. Ciò rappresenta per le fraternità regionali italiane e, in primis per noi del Lazio - dove abbiamo anche il dono di avere diversi nostri confratelli impegnati in prima persona negli uffici - un sempre più qualificato supporto e punto di riferimento formativo, di confronto e di scambio. Molti corsi per i vari ambiti vengono ormai organizzati e gestiti a livello centrale come la preparazione dei Volontari per il servizio internazionale

Segno che l’OFS Nazionale sta puntando molto su questo terreno che è l’impegno sociale, civile e culturale dei singoli terziari e delle fraternità per una piena attuazione carismatica del mandato della nostra Regola nel Capitolo 2, TITOLO II, definita appunto Presenza Attiva nella Chiesa e nel Mondo, da cui anche la nuova denominazione dell’UFFICIO Nazionale

La Chiesa stessa parla ormai da diverso tempo dell’emergenza educativa e della necessità di “Educare alla Vita Buona del Vangelo” (Orientamenti Pastorali CEI 2010-2020). Si parla inoltre di nuova evangelizzazioneper la quale nel 2010 è stato istituito da Benedetto XVI un apposito Consiglio che risponde alle preoccupazioni espresse ripetutamente dal Magistero e intende offrire risposte adeguate perché la Chiesa, nel suo slancio missionario, promuova e attui la nuova evangelizzazione. Il suo servizio è reso in modo particolare alle Chiese di antica fondazione e a quelle presenti nei territori di tradizione cristiana, che sono maggiormente sottoposte al fenomeno della secolarizzazione (cf. www.vatican.va).Come non sentire riecheggiare in ciò l’invito che Dio rivolse a Francesco agli inizi della sua missione “Va e ripara la mia casa?”, eccoci allora ancora a fianco e a sostegno della Chiesa

Come non sentirci poi in questo tempo particolarmente partecipi e responsabilmente chiamati in appello dal magistero "sociale" e francescano di Papa Francesco: la sua capacità di relazione fraterna, la sua chiara e determinata attenzione ai poveri e agli emarginati, il suo invito ad essere “custodi” come s.Giuseppenella chiesa e nella società “E' il custodire l'intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d'Assisi: è l'avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l'ambiente in cui viviamo. E' il custodire la gente, l'aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E' l'aver cura l'uno dell'altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E' il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell'uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!” (dalla messa di inizio del Pontificato, 19 Marzo 2013).

Per tutti noi francescani c’è dunque un chiaro invito e impegno ad edificare una “società giusta e fraterna”. In questo scenario diviene fondamentale la logica di condivisione delle fraternità per una presenza e una testimonianzainsiemepiù efficace dell'Ordine a servizio della Chiesa e nel mondo. E in questa logica vi chiediamo di accogliere questo nostro servizio e questo strumento che vi presentiamo per crescere insieme Un fraterno saluto di pace e bene!

Equipe Evangelizzazione e Presenza nel Mondo OFS Lazio

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PRIMA PARTEIL METODO, I LABORATORI E GLI ANIMATORI

Organizzazione Ufficio Evangelizzazione e Presenza nel mondo 3

OFS Nazionale

Evangelizzazione e Presenza nel mondonel OFS LAZIO

IL METODO E LO STILE DI SERVIZIO

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Nel Lazio abbiamo mantenuto la divisione nazionale nei 3 ambiti: FAMIGLIA, MISSIONI, GPSC.Per agevolare il servizio caritativo l’orientamento è stato poi quello di «suddividere»

ulteriormente i vari TIPI di impegno sociale dell’area GPSC, in considerazione dei diversi destinataricui il servizio è rivolto. Una cosa è infatti parlare di servizio ai diversamente abili, ai detenuti, alle giovani coppie o programmare attività per la difesa del creato e cosi via. Sono diversi i destinatari, le esigenze, gli strumenti e le modalità di lavoro. Tale riflessione ha così portato a individuare:

• AREE DI SERVIZIO E ANIMAZIONE per valorizzare e organizzare efficacemente le molteplici forme di impegno «sociale» (GPSC) delle fraternità partendo dalle espressioni più tipiche del carisma francescano e individuandone le principali

• COORDINATORI DELLE AREEche lavorano insieme a tutti i francescani secolari e persone di buona volontà interessate a un «certo servizio»

• ANIMATORI LOCALIreferenti delle singole fraternità

• MAPPATURA E COMUNICAZIONEdi eventi e progetti locali, zonali e regionali

Il Laboratorio

In conformità anche alle esperienze presentate nel corso di formazione regionale, il METODO e lo STILE che caratterizza il servizioè quello del LABORATORIO. Il Laboratorio infatti come modalità di azione ha numerose valenze dal punto di vista educativo:

• Ogni area è servizio, condivisione fraterna scambio di idee ed esperienze tra le persone che vi partecipano. È esperienza di «relazione»

• È attenzione alla «persona» con i propri interessi, sensibilità, talenti e competenze per i diversi ambiti. Può farla sentire più partecipe e tenere alta la motivazione ed interesse. Es. un fratello è portato per la visita agli ammalati, un altro per le missioni, ecc.

• È «conoscenza», competenza e formazione di ogni singolo settore. Es. quali sono i problemi ambientali oggi e dove vivo, quali sono le emergenze della famiglia oggi e cosa fa la mia diocesi in questo campo, ecc.

• È ascoltare il «bisogno intorno a te» del territorio dove vive la fraternità. Es. un progetto che va bene per una zona non è detto che sia utile per un’altra

• Sono «sempre validi» i piccoli o grandi progetti della mia fraternità. Es. la mia fraternità sono pochi, anziani, ecc. e facciamo solo il mercatino.. Va benissimo! Semmai gli altri lavorando insieme possono essere un aiuto anche per noi

• È «condivisione» per la crescita e il bene dei singoli, delle fraternità e dell’ordine nel suo insieme. Es. nella mia fraternità non trovo altri con cui condividere es. l’interesse per il carcere o per la musica… ma ci sono altri fratelli che condividono questa passione e competenze; posso prendere idee e contatti da altri fratelli anche per me e la mia fraternità..

• È «apertura all’esterno e promozione dell’ofs»: alle aree di animazione e ai laboratori di lavoro, animati da francescani secolari, posso invitare anche simpatizzanti, esperti, atei, ecc. per condividere progetti e cammini comuni. Ad esempio gli zuccotti di Natale o gli occhiali per i carcerati posso proporli anche alle parrocchie, scuole, genitori, negozianti del mio quartiere..

N.BUn dubbio da chiarire. Le fraternità non devono avere necessariamente tutte le aree di servizio

o fare tutti i progetti proposti. Si tratta di punti di riferimento qualora volessero condividere la propria esperienza e la propria strada con altri nello stesso campo

RUOLI E FUZIONI EDUCATIVE

Collaboratori per il Regno5

di P. Loreto Fioravanti OFM, Assistente regionale Ofs Lazio

“Spirito Santo, tu che fai nuove tutte le cose, ispiraci i brividi dei cominciamenti e la freschezza del mattino; permea tutte le cose, e possiedine il cuore”(don Tonino Belllo).

Con questa preghiera di don Tonino Bello vescovo e terziario francescano, vorrei iniziare con voi questa riflessione, invocando lo Spirito che trasforma ogni realtà, con quella freschezza del mattino che ci ricorda di cambiare l’aria nelle nostre fraternità, senza aver paura, lasciando passare il meglio e il buono. Siamo chiamati a cominciare un’esperienza nuova, a mettere insieme le nostre opere buone, le nostre capacità e competenze per lavorare insieme e lavorare meglio per il bene comune. Come ricordava qualche mese fa l’allora Papa Benedetto:

“…è stata molto significativa la veglia che ho potuto celebrare circa un mese fa, in questa Piazza(S. Pietro), con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità ecumenica di Taizé: un momento di grazia in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare in Cristo una cosa sola.” (BENEDETTO XVI ANGELUS Domenica, 20 gennaio 2013).

Per essere efficaci e credibili dobbiamo pregare insieme e sperimentare la gioia profonda di fratelli chiamati ad essere un'unica fraternità orante, anche con caratteri e stili diversi, chi prega bene insieme di solito progetta e produce molto in compagnia di Dio.

Ho pensato di prendere spunto da San Paolo, questa colonna della chiesa, nostro particolare protettore qui a Roma e nel Lazio e dai suoi più stretti collaboratori i Santi Timoteo e Tito.La mia riflessione parte proprio dalla figura di questi due santi che con le loro capacità realizzarono insieme a Paolo grandi cose. Per fare questo prendo due brani delle lettere di San Paolo per cogliere direttamente dalle sue parole i lineamenti di questi due personaggi e i doni messi in comune nella reciproca collaborazione con l’apostolo delle genti.

Tito e Timoteo i collaboratori di Paolo

Scrive San Paolo a Timoteo:“Timòteo, figlio carissimo…Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede…Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo”(2 Timòteo 1,1-8)

Subito si coglie in entrambe le lettere la sensibilità di Paolo verso i suoi collaboratori, come figli…prega per loro e si ricorda di loro, li vede come sono, come un’immagine davanti agli occhi, li ricorda per la fede…Che profonda differenza con noi! San Paolo guarda la fede e si ricorda dei suoi collaboratori e ne prova affetto come fossero figli. Noi spesso dimentichiamo anche chi abbiamo davanti, nonostante abbiamo facebook, televisioni e altro in questo tempo dell’immagine troppo virtuale e poco reale. A noi spesso altre immagini invadono e confondono la mente, molta gente guarda solo l’immagine di un corpo e di ciò che suscita senza pensare mai alle visibili opere di bene che l’altro produce. Molta gente guarda tutti i programmi e legge tutti i messaggi manon ascolta chi ha davanti a sé in carne e ossa; lui Paolo invece scrive da lontano e li ha presenti davanti a sé. Paolo stima molto i suoi collaboratori per la fede, la carità, la capacità di annunciare e ci lavora insieme.Quindi insieme collaborano, non fa tutto uno o tutto il ministro della fraternità o il terziario più audace.

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“Collaborare (labor-cum) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti, e una esplicita intenzione di 'aggiungere valore', per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni”(Lorenza Rovetti, prof. Matematica Università di Pisa).Lavorare insieme per creare il nuovo, non solo per scambiare informazioni, condividere il buono e aggiungerne valore, impreziosire il tutto con la condivisione, in un continuo processo collaborativo e di donazione, per restituire insieme il risultato del bene raggiunto all’umanità intera.

Non uno spirito di timidezza…ma forza (decisione), carità (amore per l’altro non per egocentrismo), prudenza (perché oggi continuamente veniamo fraintesi nel fare il bene, tutto deve essere chiaro per essere irreprensibilmente buoni, i media sono continuamente a caccia di errori e di scandali, specialmente da chi vuole essere una lampada che fa luce e da fastidio a chi vuole vivere nel buio), lasciamoci andare senza timore a far conoscere il bene che facciamo purché sia pulito veramente (mi raccomando!).

E ancora san Paolo a Tito:“Tito, mio vero figlio nella medesima fede…Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare…”(Tito 1,1-5)

“…metti ordine…”dice Paolo e lascia Tito nella Chiesa di Creta. Lo chiede a Tito perché forse è più adatto, lo conosce e gli vuole bene, sa che lui ha le capacità di ordinare le cose e fare gioco di squadra, difatti Tito divenne un santo vescovo. Il suo successo fu merito anche di Paolo che seppe apprezzare e valorizzare le sue doti, a differenza di noi che spesso ci mettiamo al centro di tutto, con fraternità egocentriche fondate su alcuni o peggio su un solo individuo al centro di tutte le attività. Forse anche noi dobbiamo conoscerci meglio, apprezzarci, essere capaci di dirci le cose e di allocarci a vicenda, trovare il giusto posto per ognuno dove rendere al meglio, senza pensare solo al nostro posto al sole. Collaborare e amare il lavoro e la preghiera, la formazione e la progettualità, il tutto con passione e amore.

Molto importante è la comunicazione tra le diverse fraternità e i settori specifici e oggi dobbiamo metterci in rete prima tra di noi e poi col mondo perché le nostre doti possano essere condivise e il bene diffuso. Dobbiamo collaborare insieme per formare le giuste squadre nel rispetto delle capacità di tutti, senza dimenticare alcuni di noi in panchina, ma scegliendo con rispetto le giuste persone con la loro voglia e capacità, alcuni suonano bene, altri scrivono, altri servono con amore i poveri, i carcerati, i malati…altri ancora sono abili con le mani e producono tante cose, ecc. Come possiamo collaborare? Per settori? Nella formazione? Per capacità? Per interessi? Oggi possiamo cominciare a chiederci come lavorare per la chiesa nel mondo di oggi, per essere cristiani coinvolgenti, efficaci e validi.

Considerando le figure di Timoteo e di Tito, ci rendiamo conto di come Paolo si avvalse di abili collaboratori nelle sue missioni e nella fondazione di molte Chiese e come ci ricorda il Papa: “…egli (Paolo) non faceva tutto da solo, ma si appoggiava a persone fidate che condividevano le sue fatiche e le sue responsabilità. Un’altra osservazione riguarda la disponibilità di questi collaboratori. Le fonti concernenti Timoteo e Tito mettono bene in luce la loro prontezza nell’assumere incombenze varie, consistenti spesso nel rappresentare Paolo anche in occasioni non facili. In una parola, essi ci insegnano a servire il Vangelo con generosità…” (BENEDETTO XVI - UDIENZA GENERALE - 13 dicembre 2006).

Raccogliamo infine la raccomandazione che Paolo fa a Tito: “Voglio che tu insista su queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini” (Tt 3,8).

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Un altro passaggio importante dovremmo farlo passando dall’appartenenza alla competenza, non solo essere li per grazia…, per esempio nell’OFS, ma essere li in quel luogo e saperci stare li con le mie capacità, con la mia fraternità, con la mia sensibilità e con la mia professionalità (facendo corsi di formazione , aggiornamento, mettendomi in rete per lavorare insieme…). Ormai è chiaro che i tempi sono cambiati, anche i volontari in ospedale devono fare dei corsi, seguire le indicazioni di igiene e prevenzione ed essere accreditati presso gli ospedali attraverso delle associazioni. Più aumenta la complessità dell’ambiente, più siamo inadeguati se non sappiamo crescere e formarci alla luce di Dio. (cfr. G. Montesarchio-C. Venuleo, La grazia del lavoro: un ossimoro! in “La grazia del lavoro”, Milano, Ed. Biblioteca Francescana, 2010). Di conseguenza dobbiamo rimboccarci le maniche, non possiamo essere timidi o disorientati davanti al mondo che ci frantuma le idee, le passioni, la buona volontà, le espressioni di affetto in famiglia, nella fraternità e verso il prossimo.

Da S. Paolo a S. Francesco

“Beato quel servo il quale non si inorgoglisce per il bene che il Signore dice e opera per mezzo di lui, più che per il bene che dice e opera per mezzo di un altro. Pecca l'uomo che vuol ricevere dal suo prossimo più di quanto non vuole dare di sé al Signore Dio.” (Ammonizioni XVII, L'umile servo di Dio, FF 166).

Il nostro primo lavoro è la vita fraterna, lavorare tra di noi, la fraternità deve sentirsi tutta corresponsabile su tutti i piani e per ogni aspetto per valutare e discernere. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri fratelli che operano per il bene e collaborare con discrezione e partecipazione.

“Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e con devozione, così che, allontanato l'ozio, nemico dell'anima, non spengano lo spirito della santa orazione e devozione al quale devono servire tutte le altre cose temporali. Come ricompensa del lavoro per sé e per i loro frati ricevano le cose necessarie al corpo, eccetto denari o pecunia, e questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santissima povertà.” (Capitolo ,Del modo di Lavorare, Regola Bollata V, 1 FF 88).

La grazia del lavoro va colta come un dono di DIO, e come? “Con fedeltà” ovvero con le giuste capacità professionali, con orari, tempi e che possano far sviluppare le doti ricevute. “Con devozione”, questa dote è ancora più nostra, consacrando quel tempo del lavoro a Dio, non spegnendo l’ardore ma pregando con amore, riconoscendo sempre il lavoro come una grazia e noi collaboratori delle opere del Creatore. Lavoratori appassionati senzaricompensa per amore della povertà ma direi di più, per amore della vita che come San Francesco c’insegna è già un dono grande.

DOMANDE PER RIFLETTEREDa questo non possiamo non chiederci:

Facciamo tutto da soli? Sappiamo lavorare insieme e valorizzare le competenze di ciascuno? Siamo pronti e disponibili?

I COLLABORATORI: CHI SONO E COSA FANNO

Vediamo allora chi sono i collaboratori e di quali compiti specifici si occupano in spirito di fraternità e servizio per il bene delle fraternità. Ricordando che al di là degli animatori, tutti i

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francescani secolari sono chiamati a mettere a disposizione i loro talenti, professionalità, disponibilità, entusiasmo per il servizio al Regno di Dio nella chiesa, nelle fraternità e nella società.

I Coordinatori delle Aree di servizio

In ambito regionale si occupano di:

• Animazione e formazione sui temi della propria area di pertinenza (famiglia, salvaguardia creato, carceri, ecc.) sia a livello regionale, che zonale o locale su richiesta

• Orientamento e coordinamento di tutti i fratelli (ofs e non) interessati a lavorare in una certa area di servizio organizzando incontri periodici di scambio e condivisione

• Offrire strumenti di lavoro (far conoscere linee guida nazionali, riflessioni, libri, dati aggiornati, invito esperti esterni, contatti con istituzioni civili e religiose, ecc.)

Gli Animatori Locali

Nella fraternità locale si occupano di:

• Promuovere e far conoscerele attivitàdella fraternità locale e regionale: hanno una fondamentale funzione comunicativa e informativa tra la base e la realtà regionale

• Animazione e formazione locale dei temi di gpsc ed evangelizzazione

• Invitare i propri fratelli in base agli interessi e sensibilità di ognuno a partecipare alle aree di servizionei progetti locali, zonali o regionali

• A livello personale possono far parte oppure no di qualche area specifica di loro interesse

MAPPATURA DELLE ATTIVITÀ

Si sta portando avanti la mappatura delle attività e deiprogetti delle fraternità e dell’impegno dei singoli terziari, con l’obiettivo di costruire unosservatorio e undata-base comune, da

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condividere con tutti, come stimoli e suggerimenti reciproci di idee e modalità di azione nei singoli ambiti. Ciò naturalmente richiede un monitoraggio e aggiornamento continuo, dato che progetti e persone possono cambiare nel corso del tempo o del momento storico della fraternità.

È particolarmente importante, dunque, il contatto e la sollecitudine dei ministri e degli animatori nel condividere le informazioni.

In corso d’opera. A ottobre disponibili i risultati della mappatura

COMUNICAZIONE

La comunicazione è un aspetto fondamentale per promuovere con efficacia, per una maggiore visibilità e testimonianzale iniziative delle fraternità organizzate a livello:locale, zonale, regionale.

Gli Strumenti operativi a disposizione sono:

• Lo scambio tra le fraternità grazie ai ministri e agli animatori del settore EPM durante gli incontri comuni e tenendo i contatti con i coordinatori delle varie aree di servizio

• L’Equipe “Comunicazione” OFS (con l’apporto di ufficio stampa, giornalisti, ecc.) che possono provvedere alla copertura mediatica e sulla stampa delle varie iniziative

• SITO OFS Regionale e NEWSLETTER

Coordinatori area Mail

Paolo AffatatoOfss.Bonaventura Palatino

A breve si provvederà all’attivazione della maildei singoli settorie del telefono previa necessaria autorizzazione alla privacye al trattamento dei dati personali

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2 ESEMPI RECENTI POSITIVIGrazie ad un efficace coordinamento:

Carcere Regina Coeli: oltre 20 fraternità del Lazio hanno animato la messa e raccolto vestiario e beni di necessità per i detenuti

Uova di Pasqua: oltre 15 fraternità hanno venduto più di 2000 uova il cui ricavato è stato devoluto ai poveri locali

SECONDA PARTEAREE DI ANIMAZIONE E SERVIZIO

FAMIGLIANote bibliche, francescane e pastorali

“Dono del Signore sono i figli, sua grazia il frutto del grembo” (Sal. 127). “1. La famiglia nei tempi odierni è stata, come e forse più di altre istituzioni, investita dalle ampie, profonde e rapide trasformazioni della società e della cultura. Molte famiglie vivono questa situazione nella fedeltà a quei valori che costituiscono il fondamento dell'istituto familiare. Altre

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sono divenute incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Altre, infine, sono impedite da svariate situazioni di ingiustizia nella realizzazione dei loro fondamentali diritti. Consapevole che il matrimonio e la famiglia costituiscono uno dei beni più preziosi dell'umanità, la Chiesa vuole far giungere la sua voce ed offrire il suo aiuto a chi, già conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, cerca di viverlo fedelmente a chi, incerto ed ansioso, è alla ricerca della verità ed a chi è ingiustamente impedito di vivere liberamente il proprio progetto familiare. Sostenendo i primi, illuminando i secondi ed aiutando gli altri, la Chiesa offre il suo servizio ad ogni uomo pensoso dei destini del matrimonio e della famiglia («Gaudium et Spes», 52).In modo particolare essa si rivolge ai giovani, che stanno per iniziare il loro cammino verso il matrimonio e la famiglia, al fine di aprire loro nuovi orizzonti, aiutandoli a scoprire la bellezza e la grandezza della vocazione all'amore e al servizio della vita”(FamiliarisConsortio, Introduzione)

Il contesto attuale

Oggi la famiglia è drammaticamente sottoposta a molteplici sfide culturali ed economiche che ne fanno uno dei temi di interesse emergente a livello sociale

Suggerimenti per le fraternità

L’Ofs in quanto realtà laicale composto tipicamente da famiglie si sta interrogando seriamente su questa sua vocazione. Di recente emanazione sono le Linee Guida per la Pastorale familiare francescana a cura dell’OFS Nazionale, con indicazioni concrete e strumenti per le fraternità. "La famiglia è l'ambito privilegiato dell'esperienza dell'amore e della fede cristiana;è strumento di discernimento vocazionale per le famiglie più vicine e strumento evangelizzatore per quelle più lontane”.In questo tempo in cui molte famiglie esperimentano situazioni di fragilità, di disagio e sofferenza, i francescani secolari, in particolare i coniugi, sono chiamati, per la loro stessa Professione, a testimoniare nella Chiesa e nel mondo, il valore della fedeltà, il rispetto per la vita dal suo concepimento e in ogni situazione fino alla morte, e sono chiamati a dar risposta ai problemi sociali in cui la famiglia è coinvolta ( Reg 17, CCGG 24).

In questo impegno vocazionale le nostre fraternità sono dunque chiamate a coinvolgere le proprie famiglie che ne fanno parte proponendo itinerari formativi ed operativi. Costituire gruppi di lavoro per la Pastorale familiare Francescana è necessario al fine di “educarsi per educare ad essere famiglia”

In famiglia In fraternità Nella chiesa locale e nella società

ambiti in sintonia con gli obiettivi della CEI e con gli obiettivi comuni che la FamiliarisConsortiodefinisce quali compiti generali:

1) formare una comunità di persone2) dare servizio alla vita3) partecipare allo sviluppo della Società4) partecipare alla vita della Chiesa

In particolare occorre: Attivare nelle nostre fraternità l'argomento famiglia, che deve interessare non solo la formazione permanente, ma tutti i settori della vita fraterna. Le fraternità, quindi, dovranno dedicare incontri specifici sulle realtà familiari e, per consentire alle coppie con figli di partecipare a questi incontri, predisporre servizi di babysitteraggio anche per permettere ai figli di queste coppie, di conoscere sempre più da vicino la realtà vocazionale dei propri genitori

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Porre un’attenzione rinnovata alle situazioni particolari, sia in fraternità che per famiglie estranee al francescanesimo ma che ruotano nelle nostre realtà: è l’ambito dei Separati, dei Divorziati non risposati, dei Divorziati risposati. È bene aiutare e sostenere quei fratelli in difficoltà affinché possano superare qualsiasi senso di isolamento Accogliere le iniziative di incontro e formazione di Pastorale familiare promossa dall'OFS e dalla Diocesi di appartenenza e collaborare con quei frati e sacerdoti che già promuovono iniziative analoghe in una reale collaborazione come Mo.FRA ad esempio: percorsi per fidanzati anche in collaborazione con la Gi.Fra, per giovani coppie, formazione, preghiera, ecc.

Unitamente a queste indicazioni nazionali, anche nel Lazio si è individuata una area ed équipe di lavoro con l’impegno di mettere a fuoco nella condivisione e nella preghiera degli itinerari e dei metodi di lavoro. Un prima bella iniziativa è stata la realizzazione:

1° MARCIA DELLE FAMIGLIE: in collaborazione con la pastorale dei Frati Minori del Lazio, un itinerario di 3 giorni in Valle Santa con arrivo ad Assisi per il Perdono e il Capitolo delle Stuoie dell’Ofs

Tra le altre ipotesi di lavoro emerse e da valutare sono ad esempio:

PRESENTAZIONE NELLE FRATERNITÀ del settore di pastorale familiare. A questo si lega:una mappatura del territorio di quanto già esistente nelle parrocchie dove operano le fraternità; una valutazione delle risorse umane preparate e disponibili a collaborare (persone che già lavorano nei corsi di preparazione per le coppie, mediatori familiari, con titoli di pastorale familiare, ecc.); eventuali coppie giovani nelle varie fraternità

SETTIMANA DI FRATERNITÀ E VACANZE FAMIGLIE OFS: un tempo di scambio, animazione, preghiera EVENTO FAMIGLIA: una giornata (es. in azienda biologica con area pic-nic) con catechesi, laboratori

per grandi e piccini come aggregazione, conoscenza e tempo ludico-ricreativo GIORNATE DI INCONTRO, RIFLESSIONE E SCAMBIO per le coppie durante l’anno su temi da individuare:

es. La fede nella coppia o altri temi di interesse quotidiano

Coordinatori area MailGiulio SartiniOfsFontecolombo

Claudio MastrogiovanniOfs don Tonino Bello

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Per approfondire

OFS NAZIONALE (a cura di),Linee Guida per la Pastorale familiare francescana, Roma 2012

MISSIONILa chiesa è missionariafin dalle origini.“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni

creatura”(Marco 16,15-18). Qui si prendono in considerazione 3 ambiti tipici della missionarietà: le missioni ad gentes, le missioni popolari e la dimensione dell’annuncio/evangelizzazione.

MISSIONI AD GENTES13

Note bibliche, francescane e pastorali

“La missione ad gentes ha come destinatari i popoli e i gruppi che ancora non credono in Cristo, coloro che sono lontani da Cristo, tra i quali la chiesa non ha ancora messo radici e la cui cultura non è stata ancora influenzata dall'Evangelo. Si distingue dalle altre attività ecclesiali, perché si rivolge a gruppi e ad ambienti non cristiani per l'assenza o insufficienza dell'annunzio evangelico e della presenza ecclesiale. Si caratterizza come opera di annunziodel Cristo e del suo Vangelo, di edificazione della chiesa locale, di promozione dei valori del Regno”(RedemptorisMissio 34).

Il contesto attuale

La Famiglia Francescana nelle sue diverse espressioni ha numerose presenze in terre di missione con progetti di tipo culturale e caritativo

Suggerimenti per le fraternità

È una forma di sostegno per le nostre fraternità che si traduce in: Impegno a favore delle missioni del prim’ordine (adozioni a distanza, lebbrosari, costruzione di

edifici, mercatini, ecc.). È in corso una mappatura delle missioni sostenute dalle fraternità Gemellaggi con altre fraternità ofs in paesi economicamente più poveri (es. ofs Patagonia, ecc.) Collaborazione con Ufficio Missionario OFS Nazionale: l’ufficio organizza periodicamente

incontri di settore e corsi di formazione per tutti i singoli terziari interessati a svolgere esperienze di missione. Possibilità di sostenere le missioni OFS (Romania, Albania, ecc.)

Progetto AlbaniaIl CIOFS chiese all’OFS d’Italia di attivarsi per un accompagnamento di questa Fraternità

Emergente, il Consiglio Nazionale dell’OFS trasferì l’incarico all’OFS Regionale del Lazio, il quale ha avviato i contatti con il nascente OFS dell’Albania; l’azione deve servire a guidare nella formazione francescana le giovani fraternità albanesi e seguire lo svilupparsi della Gi.Fra. che sta muovendo i primi passi. Il nostro compito come Lazio era ed è quello di far divenire la Fraternità emergente Albanese una Fraternità Nazionale. Quindi il tipo di aiuto da noi fornito è stato ed è quello di far vedere alle Fraternità locali come opera e funziona il sistema nazionale partendo dalla Regola, Costituzioni Generali, formazione cristiana e francescana.

Le Fraternità hanno pochissimi strumenti per lo studio, in generale ci si affida al solo Catechismo della Chiesa, e nulla o quasi di francescanesimo. Inoltre la limitata cultura generale li rende chiusi e incapaci di utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione per coordinarsi e progredire.I primi e indispensabili elementi per la vita di fraternità potrebbero essere ben rappresentati dalla possibilità fornire loro gli strumenti basilari: dopo la prima formazione cristiana data dal Catechismo, occorrerebbe dotarli della preghiera liturgica, tipo la “Preghiera del Francescano”, la traduzione delle Fonti e dei testi di formazione continua sul francescanesimo ad esempio la traduzione del “testo dell’anno”.

Per un’approfondita formazione cristiana si potrebbe pensare alla traduzione di testi di “Storia della Chiesa” e d’esegesi dei “Vangeli”. E’ in corso di traduzione, il testo utilizzato per la formazione annuale nel 2000, sulla Spiritualità Francescana intitolato “Incominciamo fratelli”, mentre è già stato tradotto un libro sulla biografia di Santa Elisabetta, in corso di stampa. È sempre utile un sostegno anche economico delle Fraternità locali per la realizzazione di tale progetto

Coordinatori area MailGiulio Sartini A breve si provvederà all’attivazione della mail

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Ofs Fontecolombo

Barbara RosicarelliOfs s.Giovanna Antida

dei singoli settorie del telefono previa necessaria autorizzazione alla privacye al trattamento dei dati personali

Per approfondire

DI GIOVINE E. - PIATTI E., Missione formato famiglia. Lettere dal Venezuela. Un'esperienza fideidonum laica, Bologna, EMI, 2012. La testimonianza di una coppia dell’OFS da anni impegnata nella esperienza delle missioni e nella formazione nazionale per i volontari che desiderano fare quest’esperienza

MISSIONI POPOLARINote bibliche, francescane e pastorali

Come ricorda Francesco ai suoi frati “il nostro chiostro è il mondo!”. E certo Francesco con i suoi compagni non si è risparmiato nell’andare lungo le strade in città e paesi, tra poveri e ricchi e perfino in terra straniera fino alla Terra Santa per proclamare l’amore del Regno di Dio. E ancora risuona come un eco dalla Porziuncola attraverso il secoli quell’invito di Francesco alla folla“Fratelli voglio mandarvi tutti in Paradiso!”(FF. 3397)

Il contesto attuale

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Per il nostro continente e per l’Europa in particolare è ormai in atto da diversi anni un fenomeno di forte secolarizzazione e anche tra i cristiani un forte calo del senso di appartenenza alla dimensione ecclesiale.

Suggerimenti per le fraternità

La missione al popolo è una modalità specifica di annuncio straordinario della Parola di Dio proclamata da evangelizzatori su mandato della Chiesa locale o diocesana che animati dalla forza dello Spirito Santo hanno l’obiettivo di confermare la fede e di rivitalizzare la comunità cristiana o raggiungere i lontani. Le missioni al Popolo hanno una lunga tradizione, a partire proprio dall’annuncio itinerante di Gesù e degli apostoli e sono poi anche tipicamente francescane. L’invito è quello per l’Ofs ad essere sempre più consapevole di questa corresponsabilità missionaria per una rinnovata evangelizzazione nella Chiesa e nella società. Le fraternità locali potranno attivarsi di volta in volta a seconda della zona di missione interessata. Nel 2012 ha avuto luogo presso il quartiere Giardinetti di Roma, la prima missione popolare

Mo.Fra con la partecipazione di tutte le componenti della Famiglia Francescana, Ofs compreso Un altro evento significativo in collaborazione con l’equipe Animazione e Musica Ofsè stata

l’animazione di strada a piazza del Popolo a Roma nel Maggio 2012 in occasione della preparazione alla Pentecoste nell’ambito dell’evento 50 Giorni di Fuoco

In un contesto di "nuova evangelizzazione", esse rappresentano uno strumento importante. Naturalmente esse vanno preparate bene per rispondere alle nuove situazioni socio-culturali del territorio e delle persone cui si rivolgono e in linea e sintonia con le esigenze pastorali. Caratteristiche tipiche delle missioni popolari sono: l’annuncio kerigmatico di Gesù e della sua salvezza per ognuno l’itineranza nell’incontro, dialogo ascolto delle persone nel loro ambiente di vita quotidiana:

casa, lavoro,strada, scuole, uffici, case di riposo... il carattere popolare: l’annuncio a tutte le persone e all’intera comunità, paese, quartiere

Coordinatori area MailGiancarlo FedeleOfs Pofi

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Per approfondirePADOVESE L. (a cura di), Pellegrini e forestieri. L’Itineranza francescana, Bologna, Edizioni

Dehoniane, 2004. Uno studio dell’istituto Francescano di Spiritualità di Roma a cura di mons. Padovese, frate cappuccino vescovo e martire in Turchia nel 2010.

ANIMAZIONE, MUSICA, LITURGIA

Note bibliche, francescane e pastorali

La vita di Francesco è stata un canto di lode a Dio non solo nelle parole e nelle opere ma anche nel suo aspetto musicale. Il giullare di Dio, infatti: “… quando la dolcissima melodia dello spirito gli ferveva nel petto, si manifestava all'esterno con parole francesi … talora … raccoglieva un legno da terra, e mentre lo teneva sul braccio sinistro, con la destra prendeva un archetto tenuto curvo da un filo e ve lo passava sopra … come fosse una viella, e cantava in francese le lodi del Signore” (FF 711). Spesso Francesco si rivolgeva a Dio, nella preghiera (FF 483), attraverso il canto tale che potremmo definire la musica, uno degli strumenti privilegiati da Francesco per rivolgersi a Dio.

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È così che ebbe vita lo stesso Cantico delle Creature, di cui non compose soltanto il testo, ma anche la musica e di cui ebbe cura di insegnarla agli altri frati affinché la cantassero durante le predicazioni (FF 1799). Il canto, per Francesco, non era solo manifestazione di gioia ed esultanza nel Signore, ma anche motivo di consolazione nei momenti difficili e di maggiore sofferenza in cui chiedeva ai frati che gli cantassero il cantico da lui composto (FF 1819). Lodiamo con Francesco Giullare di Dio!!

Il contesto attuale

I linguaggi artistici ed espressivi hanno una capacità immediata di attivazione delle risorse emotive e cognitive della persona. Inoltre in un contesto quale quello contemporaneo dominato dai media, l’uso critico e costruttivo dei media tradizionali e di quelli nuovi diviene uno strumento imprescindibile anche per la nuova evangelizzazione

Suggerimenti per le fraternità

Dall’esperienza stessa di Francesco sorge, dunque, il desiderio di curare l’animazione musicale e liturgica. L’equipe Animazione, Musica e Liturgiasi propone quindi di favorire ogni forma d’arte e uso dei media – danza, pittura, musica, teatro, video, ecc. - il tutto ordinato alla lode di Dio e all’evangelizzazione. In particolare:

Mettere in rete i talenti che ci sono nelle varie fraternità Creare dei gruppi di riferimento zonali, in modo che si possa garantire un po’ ovunque, per

quanto possibile, un sostegno musicale o altri per i ritiri di zona, ecc. Animazione per le attività dell’OFS e in collaborazione con il Mo.fra ad esempio nelle

missioni popolari o attività di evangelizzazione Creazione di una sezione musicale nel sito regionale di un archivio di canti per l’animazione Giornate di workshop sull’animazione con la collaborazione anche di esperti esterni Pagina Facebook di collegamento e aggiornamento attività Mappatura di spazi (teatri, sale, ecc.) disponibili dove sono presenti le fraternità

Coordinatori area MailDonatella AnsiniOfsdon Tonino Bello

Luca VertoOfsdon Tonino Bello

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Già attiva la pagina FACEBOOK dell’Equipehttps://www.facebook.com/EquipeDanimazioneMusicaELiturgia?fref=ts

GIUSTIZIA, PACE, SALVAGUARDIA DEL CREATO

Note bibliche, francescane e pastorali

“Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati” (Mt. 5,6); “Misericordia e verità si incontreranno, Giustizia e pace si baceranno”(Sal. 85,11);“Il beato padre Francesco, ricolmo ogni giorno più della grazia dello Spirito Santo, si adoperava a formare con grande diligenza e amore i suoi nuovi figli, insegnando loro con principi nuovi, a camminare rettamente e con passo fermo sulla via della santa povertà e della beata semplicità” (FF 363).

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E come non ricordare la testimonianza con la vita del nostro terziario francescano Don Tonino Bello, in causa di beatificazione “Dice Isaia: Sarà infuso uno Spirito dall’alto. Allora il deserto diventerà un giardino e la giustizia regnerà nel giardino e frutto della giustizia, sarà la pace. È bellissimo! In piedi quindi costruttori di pace! Sarete chiamati Figli di Dio!”(Convegno Beati i Costruttori di Pace, Verona, 1986)

La Chiesa nel suo intero magistero sociale pone grande attenzione a questi ambiti. La “giustizia è la misura minima della carità”: conditio sine qua non del «donare» all'altro del mio (=carità) è avergli dato in primo luogo ciò che gli compete secondo giustizia. La Giustizia induce a dare all'altro ciò che è “tuo”, ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare. Da una parte, la carità esige la giustizia: il riconoscimento e il rispetto dei legittimi diritti degli individui e dei popoli (Paolo VI, PopolorumProgressio). Essa s'adopera per la costruzione della “città dell'uomo” secondo diritto e giustizia (Benedetto XVI, Caritas in Veritate). Dall'altra, la carità supera la giustizia e la completa nella logica del dono e del perdono. La “città dell'uomo” non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri (che il cristiano deve rispettare), ma da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione. La carità manifesta, anche nelle relazioni umane, l'amore di Dio; essa da valore teologale e salvifico a ogni impegno di giustizia nel mondo, solo ed esclusivamente con tale consapevolezza, il francescano secolare è promotore di giustizia.

Francesco d'Assisi è sempre stato visto come un banditore della pace, come un simbolo al quale ricorrere per offrire un orizzonte pacifico di contro alle violenze individuali e collettive. Egli difende specialmente una posizione interiore e spirituale della pace, sulla base della sua esperienza spirituale. Francesco cita i testi fondamentali del Nuovo Testamento a proposito della pace: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14); «In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa» (Lc 10,5); «... e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli» (Col 1,20); «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27).

In essi esprime l'identità della missione evangelica e dell'idea della pace come dono di Dio rivolto direttamente alla riconciliazione, alla conversione e alla perfezione cristiana. Per questo la pace viene intesa come un senso dell'esistenza, uno stato di vita derivante dalla presenza dello Spirito.E sempre e soprattutto desidera il timore divino e la divina sapienza e il divino amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Rnb XVII,10-16: FF 48; cf. 1LOrd 1,11-13: FF184;LOrd 13: FF 217; BfL 1-2: FF 262).Francesco commenta la beatitudine della pace di Matteo (5,9) quando contempla la pazienza di Gesù: «Sono veri pacifici quelli che di tutte le cose che sopportano in questo mondo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell'anima e nel corpo» (Amm XV,2: FF 164). Contro l'ira e l'alterazione, c'è la pazienza e l'umiltà che servono a evitare ciò che tante volte si osserva nei rapporti sociali e nell'esperienza interiore dell'uomo. Per godere della pace personale contro la tentazione della violenza che proviene dall'esterno, Francesco invita a seguire Gesù crocifisso. Questa sequela impedisce di perdere ciò che è un dono di Dio, a prescindere dalle sofferenze che comportano le prove alle quali ogni persona si sente sottoposta nel corso della sua vita; anche da parte dei più prossimi o a causa degli scandali della convivenza comune «Beato il servo che sopporta così pazientemente da un altro la correzione, le accuse e i rimproveri come se se li facesse da sé. Beato il servo che, rimproverato, benignamente tace, rispettosamente si sottomette, umilmente confessa e volentieri ripara. Beato il servo che non è pronto a scusarsi e umilmente sostiene la vergogna e la riprensione per un peccato, mentre non ha commesso colpa» (Amm XXIII, 1-3: FF 172). È l'atteggiamento d'amore che deve prevalere su tutte le altre cose, essendo esso il fondamento della pace, la quale non deve svanire quando si soffre. E ancora torna nelle strofe del Cantico delle creature:

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«Laudato si, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore e sostengo infirmitate e tribolazione. Beati quelli che '1 sosterrano in pace,

ca da te, Altissimo, sirano incoronati» (Cant 10-11 : FF 263).

L'esistenza si fonda, oltre che su Dio, sui poveri, che sono il luogo privilegiato nel quale vive Gesù e dal quale egli proclama la Buona Novella della pace. Il discorso sull'emarginazione e l'assenza di potere per raggiungere la pace non è immaginario, perché il Dio umanizzato in Gesù è il fondamento dello sviluppo della dignità umana dei poveri. Francesco comprende, nella sua condizione di povero e di diseredato, che la giustizia e la libertà sono fondamentali per l'umanizzazione degli emarginati e, di conseguenza, costituiscono gli elementi fondamentali per raggiungere quella pace che deve configurare il creato.

La giustizia non viene intesa da Francesco in un senso strettamente sociale. Anche se per educazione familiare e per professione conosce bene tutti i fili che muovono il commercio e il denaro nel suo mondo feudale, egli non affronta i problemi della giusta distribuzione delle ricchezze attraverso la lotta per raggiungere una maggiore uguaglianza tra i lavoratori e le giuste rivendicazioni del lavoro e della responsabilità sociale che ogni persona merita. Eglicomeservo Francesco concepisce il mondo come proprietà di Dio, dato che lui ne è il Creatore. Tutti i beni appartengono a Dio, il quale li distribuisce secondo la propria volontà. Se Dio si rivela come Creatore, Padre e Benefattore, gli uomini, che formano un'unica famiglia o fraternità, hanno diritto a tutti i beni della terra e possono usarli; inoltre devono aiutarsi vicendevolmente per sovvenire a tutti i loro bisogni.

Francesco si svincola dalle cose per poterle osservare nell'ottica di Dio. Di qui nasce un nuovo ambito della pace, in cui essa non è più solo un problema tra gli uomini, ma del creato intero, il quale ha lo statuto filiale che Dio concede in suo Figlio Gesù. «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo» (Rm 8,19-23). Francesco osserva il creato con atteggiamento di pace e desidera che fra tutti gli esseri che lo compongono si instauri l'armonia dei rapporti. Francesco applica a ogni creatura l'amore fraterno, che si traduce nel massimo rispetto e nella difesa del suo modo di essere. Vale a dire che il sole, la luna, i campi, le erbe, gli uccelli, gli animali sono fratelli a pieno titolo, perché ciascuno di essi implica in se stesso la presenza di Dio.

Il Contesto attuale

La Chiesa parla da diverso tempo di “Emergenza educativa” nella scuola, in famiglia, nella società. I temi francescani di “giustizia, pace e salvaguardia del creato” sono sempre attualissimi. Conoscere i bisogni e le esigenze del proprio territorio è il primo passo per poter testimoniare, mettersi al servizio ed educare alla “Vita buona del Vangelo” come ricordano gli Orientamenti Pastorali della CEI per il 2010-2020. Ogni quartiere, paese e città possono essere luogo di intervento per il bene e la crescita dei abitanti. Papa Giovanni Paolo II, nel messaggio al consiglio internazionale dell’OFS, richiamò la vocazione dei francescani secolari ad essere promotori di giustizia “nel campo della vita pubblica”(Regola, Cap. 2, 15).L’espressione vita pubblica si riferisce agli organismi che reggono la vita politica della Nazione, include la scuola, il sindacato, le

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organizzazioni di qualsivoglia natura (cattoliche, onlus, volontariato, ecc.), persino lo sport. Ogni società elabora un proprio sistema di giustizia basato su principi non negoziabiliche poi di fatto vengono ignorati dagli operatori civili.Resta compito del Francescano essere memoria di tali principi (per la città, per i vicini, i colleghi, la famiglia, i fratelli, ecc.) assumendo un ruolo visibile nella polis dove lavora e vive.

Suggerimenti per le fraternità

L’impegno sociale delle fraternità sia in progetti locali che zonali o regionali deve essere un invito ad analizzare il proprio ambiente e la realtà in cui si vive, a creare degli “osservatori” in rispondenza al territorio e in rete anche con altri, con le istituzioni civili, le diocesi, ecc.

Dove poter operare e per chi?Scuole pubbliche e private, Diocesi, parrocchie e luoghi specifici di ritrovo del proprio quartiere e ambito (ludoteche, centri anziani, associazioni, luoghi di cultura, centri per diversamente abili..), la strada..

Cosa può servire?Ai fini di migliorare il benessere della persona e delle comunità varie forme di sostegno, prevenzione, proposte laboratoriali trasversali (bambini, genitori e insegnanti), integrazione e inserimento di stranieri, attività ricreative, mostre, organizzazione di eventi, corsi formazione per catechisti ed educatori..

Quali talenti e professionalità mettere in gioco?Ogni forma di disponibilità e servizio ha un grande valore davanti a Dio. Anche le professionalità possono essere messe a servizio per progetti qualificati .. educatori, mediatori artistici, insegnanti, artisti, avvocati, medici, assistenti sociali..TUTTI!!!!

Coordinatori area MailRoberto LuziOfs Guidonia

Maria Grazia Di TullioOfs don Tonino Bello

Raffaella Di TuriOfs don Tonino Bello

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Per approfondire

PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2004

BENEDETTO XVI, Caritas in veritate.Lettera enciclica sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2009

CAMPANILI G., La dottrina sociale della Chiesa. Le acquisizioni e le nuove sfide, Bologna 2007

COMPI, Giustizia, Pace e Integrità del Creato, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 2008. Sussidio di formazione a cura della Conferenza Ministri Provinciali d’Italia dei Frati Minori.

GRILLO G., Sommario della dottrina sociale della Chiesa: per storici, studiosi e studenti: dalla Rerum novarum alla Caritas in veritate, Marietti, Genova; Milano 2010

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NEGRI L., Per un umanesimo del terzo millennio. Il Magistero sociale della Chiesa, Milano 2007

BECCHI P., Il principio dignità umana, Morcelliana, Brescia 2009

BIANCHI E., Per un'etica condivisa, Einaudi, Torino 2009

RÖMELT J., Etica cristiana nella società moderna, 1. Fondamenti, Queriniana, Brescia 2011

RIVI P. - GASPARINI A., L’Impegno sociale del Terz’Ordine Francescano. L’epoca di Leone XIII: da un frammento di storia, alcune indicazioni per l’oggi, Assisi, ed. Porziuncola, 2012

Ufficio Problemi Sociali e del Lavoro della Conferenza Episcopale Italianahttp://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=110

www.fondazionelanza.it/Insegnamento e studio dell'etica e della filosofia morale attraverso incontri, seminari, conferenze, libri, articoli e documenti di ricerca

ANZIANI

Note bibliche, francescane e pastorali

Sono molte le espressioni ricorrenti nella Bibbia su questa fase della vita“In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”(Giovanni 21, 18). “Ho combattuto una buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” (2 Timoteo, 4,7); “Saranno vegeti e rigogliosi e nella vecchiaia daranno ancora frutto” (Sal. 92,15). C’è una lunga tradizione di grandi patriarchi, donne anziane come segno di vitalità, sapienza, esperienza.

Il contesto attuale

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Il tema dell’invecchiamento è una tendenza mondiale in rispondenza dell’allungarsi della vita.Nel Lazio il pianeta anziani non presenta ovunque lo stesso volto: diversa è la presenza nelle varie province, diverso è il livello di reddito e soprattutto diverse sono le possibilità di aggregazione e di valorizzazione dell’autonomia e della rete di relazioni in cui l’anziano è inserito.Gli anziani nel centro Italia sono il 21.4% della popolazione totale (“Gli anziani in Italia: aspetti demografici e sociali ed interventi pubblici” a cura di Ministero degli Interni, 2010). In particolare si può osservare che, nell’ultimo decennio, la percentuale di popolazione over 65, nel Lazio, arriva intorno al 20%. In aumento anche gli over 80 che salgono al 57% della popolazione anziana in tutto il Lazio e in particolare del 70,1% a Latina. Aumentano le ultracentenarie, le donne sono più longeve soprattutto a Roma, Frosinone, Terracina, Latina. Temi importanti sono quelli che interrogano il ripensamento dell’intero sistema di welfare, specie nel contesto dell’attuale crisi economica, soprattutto per molte delle fasce anziane ad alto tasso di povertà diffusa, che si traduce anche, in una fase di contrazione dei servizi sociali e sanitari domiciliari, meno possibilità di potersi permettere cure adeguate, aiuto domestico, sufficiente assistenza nei periodi di minore efficienza fisica o mentale. C’è poi tutto il tema degli anziani in ricovero per malattia o solitudine nelle case di riposo e strutture residenziali. Ma oltre alla condizione economica e sanitaria, restano alcuni bisogni che gli anziani vivono e descrivono come non adeguatamente soddisfatti, quali, ad esempio: uscire dalla solitudine, comunicare con altre persone, sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno, occupare il tempo libero in modo costruttivo, avere contatti con i giovani e continui stimoli culturali.

Suggerimenti per le fraternità

Quale progetto e quale ruolo per l’OFS? Potremmo definirlo “I 3 Compagni”. Appare difficile elaborare un progetto unico che vada bene per tutte le configurazioni territoriali e sociali della regione. Per esempio, è possibile che un quartiere periferico di Roma presenti fenomeni di isolamento sociale delle persone anziane più rilevanti rispetto ad un paese della provincia dove magari tutti si conoscono, le reti di prossimità hanno tenuta maggiore e la solidarietà dei membri delle comunità è più forte. Si potrebbe ad esempio individuare allora, almeno in fase iniziale, un territorio chiaro e delimitato (es. i terziari di una certa zona, gli anziani in casa di riposo o gli anziani in genere di un quartiere di una città o una zona) Valutazione del contesto esterno: si può entrare in possesso dei dati demografici sulle presenze di anziani nel quartiere (non è difficile, basta acquisire i dati dai municipi), confrontarsi con gli operatori già impegnati (es. con gli assistenti sociali delle aree anziani) sulle risorse che gli anziani mostrano di possedere e sui problemi che evidenziano, sui servizi attivati, sulle realtà di volontariato già presenti o le iniziative socioculturali già avviate. Per evitare duplicazioni di interventi e progettare invece attività che abbiano utilità e senso. Valutazione del contesto interno. E’ altrettanto importante “contarsi”: quante persone, all’interno delle fraternità sono disponibili effettivamente ad impegnarsi in modo serio in un progetto in favore di anziani? Non si tratta necessariamente di coinvolgersi per molte ore o giorni a settimana. E’ importante piuttosto per chi progetta sapere “quante persone per quanto tempo” possono dare disponibilità così da modulare il progetto da realizzare. Quale tipo di progetto? Sulla base delle informazioni raccolte, dovranno essere analizzati i bisogni emergenti, le risorse disponibili e identificati gli obiettivi del progetto da realizzare. Se per esempio gli anziani della zona in esame non hanno necessità particolare di soddisfare i bisogni primari e sono discretamente mobili e autosufficienti, si può pensare di costruire, magari nei locali delle parrocchie o delle fraternità, centri in cui le persone possano dedicarsi ad attività di tipo culturale, di incontro, di approfondimento, di socialità, laboratori ecc. Si potrebbe anche pensare ad attività che gli anziani potrebbero mettere in atto al servizio degli altri, riscoprendo così una

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loro utilità sociale, passando dall’idea di sé stessi come problema all’idea di sé come risorsa. Viceversa se molti anziani nella zona esaminata si trovano in condizioni di ridotta mobilità e autosufficienza, oppure di seria deprivazione sociale e relazionale, si potrebbe pensare ad un progetto sul genere di quello “Viva gli anziani” già proposto e realizzato con successo dalla comunità di Sant’Egidio in tre quartieri di Roma, Trastevere, Testaccio, Esquilino. Questo progetto mira soprattutto a mettere in rete le persone e le realtà istituzionali e di volontariato che ruotano attorno agli anziani del quartiere (assistenti domiciliari e volontari che si occupano degli anziani, negozianti, associazioni, famiglie, badanti) in modo che la situazione dell’anziano sia sempre monitorata, che le forze diverse non si disperdano ma si uniscano in modo concordato per offrire un’assistenza discreta e continuativa e un inserimento dell’anziano nel tessuto del quartiere in cui risiede. Ci si può organizzare per il disbrigo di piccole faccende (spesa, bollette, pulizie, ecc.). Inoltre il progetto vede una serie di sotto-progetti e di iniziative, di tipo conviviale, ad esempio, oppure uscite di gruppo o gite, o punti verdi estivi, ecc. Si possono organizzare corsi di formazionequalificati al lavoro di sostegno con gli anziani

Alla luce dei criteri sopra indicati, appare fondamentale dunque, una valutazione attenta del territorio di riferimento, degli interventi, delle risorse utilizzabili in termini di persone, di materiali, di locali (es. nel caso di progettazione di un laboratorio per anziani), di tempo disponibile. Sulla base di queste valutazioni preliminari sarà possibile identificare la tipologia di progetto realizzabile concretamente, costruirlo nelle sue componenti fondamentali (programmazione delle attività, dei tempi di realizzazione, dei costi, ecc.) ed avviarlo.

Coordinatori area MailLaura PaolantoniOfs s.Felice Cantalice

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Per approfondire

GIOVANNI PAOLO II, Lettera agli anziani, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1999

CUTINI R., Viva gli anziani. Un servizio innovativo per i nuovi scenari demografici e urbani, ed. VEGA, 2012. Assistente sociale e ideatrice del progetto per la comunità di sant’Egidio

BATTAGLIA G., (a cura di), La forza degli Anziani. Lezioni di Vecchiaia per giovani e famiglie , Milano, Mondadori, 2013. Raccolta di contributi a cura della Comunità di sant’Egidio

SERVIZIO CARITÀ

Note bibliche, francescane e pastorali

“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, nudo e mi avete vestito” (Mt. 25,35) un impegno concreto che passa soprattutto tramite la condivisione. E anche Francesco povero tra i poveri più che di elemosina nel fare il bene parla di restituzione. “Mentre ritornava da Siena, Francesco si imbatté in un povero. Il Santo disse al compagno: fratello dobbiamo restituire il mantello a questo povero, perché è suo. Noi l’abbiamo avuto in prestito sino a quando non ci capitasse di incontrare uno più povero”(FF.674). E anche il Concilio Vaticano II mette sull’avviso dagli erronei sguardi di carità: "Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia perché non si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia" (Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicamactuositatem, 8).

“I poveri li avrete sempre con voi”(Mc. 14,7).  

Il contesto attuale23

Consapevoli del monito evangelico che i poveri sono sempre con noi, bisogna ampliare lo sguardo al di fuori delle nostre case e fraternità per cogliere le vecchie povertà e i nuovi bisogni emergenti attorno a noi, fare rete con realtà già esistenti e lasciarsi interrogare dalla fantasia della carità!

Suggerimenti per le fraternità

Le nostre fraternità mostrano sempre tanto generoso impegno e solidarietà nel sostegno agli ultimi. Tra esse: Collaborazione con le caritas parrocchiali o associazioni della parrocchia o quartiere Allestimento mense e raccolta vestiario per poveri e senza fissa dimora Raccolta fondi tramite mercatini, pesche e iniziative caritative Collaborazione nei Centri di ascolto. L’uomo è essere in relazione. Ognuno di noi ha bisogno di

essere amato, ascoltato, compreso e accompagnato nel viaggio della vita. I centri sono utili per risposte di prima mano o orientamento ai servizi pubblici o ecclesiali già esistenti. Laddovè non sono presenti è possibile pensare alla realizzazione di tale servizio

Coordinatori area Mail

Da definire A breve si provvederà all’attivazione della maildei singoli settorie del telefono previa necessaria autorizzazione alla privacye al trattamento dei dati personali

Per approfondire

Rapporto annuale e osservatorioCaritas italiana sulle povertàhttp://www.caritasitaliana.it/home_page/00000004_Home_Page.html

I libri e gli scritti di mons. Tonino Bello, servo di Dio, terziario francescano in causa di beatificazione che del servizio agli ultimi ha fatto il suo segno distintivo e testimonianza di vita

PASTORALE SALUTE

Note bibliche, francescane, pastorali

“Ero malato e mi avete visitato” (Mt. 25,35-36). Francesco riconosce il Signore nei lebbrosi, nei malati e nei fratelli infermi e invita i suoi frati ad avere per costoro particolare sollecitudine. Come ricorda all’inizio del suo Testamento “Il Signore mi condusse tra i lebbrosi ed usai con essi misericordia… E ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo” (FF.110). Èuna delle chiavi di volta dell’esperienza vitale e interiore di Francesco. Egli stesso sperimenterà sulla propria carne specie sul finire della vita malattie alla milza, al fegato, agli occhi. Anche Chiara tanto sollecita e premurosa verso le sorelle inferme, per lunghi anni sarà provata da una lunga malattia. E una perla di luce è anche S.Elisabetta d’Ungheria, patrona dell’Ofs e degli infermieri, che seguendo il monito evangelico e l’esempio di Francesco, fa costruire un ospedale presso il suo castello a Marburgo, accogliendovi malati di ogni generee dedicando da allora la sua vita interamente alla cura di bisognosi fino a condividerne la povera vita quando ella stessa fu

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privata dei suoi beni. Un tratto tipico dell’esperienza francescana diviene dunque l’amore e la cura ai più poveri, lo stare “con” loro, la tenerezza, la condivisione, la pazienza di situazioni spesso umanamente aspre e a volte irrisolvibili. E in tutto questo come francescani chiamati a dispiegare, con la grazia di Dio, ali di speranza nei cuori e nello spirito dei nostri fratelli.

Il contesto attuale

Le situazioni di sofferenza e malattia sono realtà di estrema fatica spirituale e umana, specie in un contesto contemporaneo come l’attuale dove si accettano con ancor più fatica l’esperienza dell’invecchiamento, della malattia, della morte

Suggerimenti per le fraternità

Modi concreti per essere vicini ai malati possono in questo senso trovare forma con: Visita ai fratelli malati della propria fraternità, zona, condominio, parrocchia o quartiere Rete di ministri straordinari dell’eucarestia delle nostre fraternità e parrocchie che visitano

regolarmente malati e anziani Volontariato presso gli ospedali secondo le modalità proprie di accesso ad esempio tramite

associazioni o organizzazioni accreditate: ascolto, clown e ludoterapia pediatrica, unitalsi, preghiera..

Corsi di formazione su una pastorale della salute francescana in collaborazione con il prim’ordine presente in realtà quali il Policlinico Gemelli o IFO di Roma

Collaborazione con il Movimento per la Vita: centri di Aiuto alla vita, convegni e giornate di sensibilizzazione, collaborazione con la Commissione Bio-Etica

Coordinatori area Mail

Fiammetta PiccoloOfsS.Apostoli

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Per approfondire

STEWART R.M., Fratello cancro. Un percorso francescano dentro la sofferenza, Padova, Edizione MessageroS.Antonio, 2011

DIVERSAMENTE ABILI

Note bibliche, francescane e pastorali

“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me”(Mt 25,40)

Il contesto attuale

I diversamente abili sono una realtà diversificata in rispondenza di difficoltà fisiche, cognitive, di salute. Complesse sono anche le problematiche sociali cui sono esposti: la accessibilità degli spazi urbani, il lavoro, l’isolamento sociale, l’istituzionalizzazione. Tutti tratti che richiedono risposte specifiche, cura e sostegno mirati

Suggerimenti per le fraternità

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In una prospettiva che possiamo definire “Disabilitando gli Abili” l’obiettivo è quello di promuovere azioni solidali finalizzate ad una reale integrazione culturale nella comunità civile e nella Chiesa delle persone disabili. Si tratta di ricercare il senso della disabilità stessa valorizzandone la specificità di ognuno come persona fisica, ma per noi anche come fratelli efigli di Dio; per rendere visibile la diversità nella normalità delle singole esperienze umane, che costituisce la ricchezza spirituale della Chiesa.Far sentire L’amore a questi persone genera in loro Amore da Ridonare alla società e alla Chiesa. Dare loro la possibilità di amare le loro disabilità genera il sentirsi dono ma soprattutto figli di Dio.

Tra le proposte in atto: A spasso per la Città e la Natura: itinerari francescani in città e nel Lazio Aggiungi un posto a tavola: sperimentiamo insieme la quotidianità dalla spesa alla

preparazione di un pasto in fraternità Ricicreando: Laboratorio di Artigianato e riciclaggio “Pace e Bene” Percorsi sensoriali: attraverso l’arte, la natura, il tatto, la LIS

Coordinatori area Mail

Igino TravagliniOfsS.Elisabetta a Primavalle

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Per approfondire

VANIER J., La spiritualità dell'Arca. Una presenza rivelata nel quotidiano, Bologna, Dehoniane, 1998. Tra i più noti autori di spiritualità contemporanea, l’autore narra l’esperienza delle comunità dell’Arca dove da trent’anni vive in stile pienamente evangelico con persone sofferenti di handicap mentali. Tali persone divengono un prezioso richiamo al superamento di sé e alla liberazione interiore, con la loro fragilità infatti rivelano a ognuno i propri limiti e bisogno di tenerezza

KRISTEVA J. - VANIER J., Il loro sguardo buca le nostre ombre. Dialogo tra un non credente e un credente sull'handicap e la paura del diverso, Roma, Donzelli, 2011

NOUWEN H., Adam amato da Dio, Brescia, Queriniana, 1999. Sacerdote, altro grande autore di spiritualità contemporanea, anch’esso ha fatto l’esperienza delle comunità dell’Arca

CARCERI

Note bibliche, francescane, pastorali

“Ero carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt. 25,35-36).Francesco sperimenta nella sua giovinezza la durezza della vita del carcere, che è per lui occasione di riflessione sulla propria vita e incontro con Dio e con gli altri.“Si combatteva tra Perugia ed Assisi. In uno scontro sanguinoso Francesco fu fatto prigioniero assieme a molti altri e, incatenato, fu gettato con loro nello squallore del carcere. Ma mentre i compagni muoiono dalla tristezza e maledicono la prigionia, Francesco esulta nel Signore, disprezza e irride le catene. Afflitti come sono, lo rimproverano di essere pieno di gioia anche nel carcere, e lo giudicano svanito e pazzo. Ma Francesco risponde con tono profetico “di cosa pensate che io gioisca? Ben altro è il mio pensiero: un giorno sarò venerato come santo in tutto il mondo” (…). Vi era tra i compagni di prigionia un cavaliere superbo, un caratteraccio insopportabile. Tutti cercano di emarginarlo, m ala pazienza di Francesco non si spezza: a furia di sopportare quell’intrattabile ristabilisce la pace tra tutti” (FF. 584, Celano – Vita Seconda).

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E come non pensare anche alla “clausura” di Sorella Chiara e delle nostre sorelle clarisse e alla grande grazia della vita contemplativa di cui sono segno, profumo di intimità con il Signore. “Nella prigione di questo minuscolo luogo, la Vergine Chiara si rinchiuse per amore dello Sposo Celeste. Qui incarcerò il suo corpo, per tutta la vita che aveva innanzi, celandosi dalla tempesta del mondo. Ponendo il suo nido quale argentea colomba, nella cavità di questa rupe, generò una schiera di vergini di Cristo, fondò un monastero santo e diede inizio all’Ordine delle povere donne”(FF. 3176, Leggenda di Santa Chiara). Un invito per le nostre fraternità ad attingere a questa lampada preziosa e rinsaldare sempre più il legame fraterno, la preghiera e le attivitàcon le claustrali.

Il contesto attuale

Certamente la situazione delle carceri italiane e nel mondo quale luogo idealmente deputato alla giustizia “terrena” èdrammatico (come messo in evidenza da rapporti di settore cf. Rapporto Antigone): sovraffollamento, igiene, mancanza di luoghi aperti e di spazi comuni, mancanza di educatori, di attività di recupero per una reale riabilitazione sociale ed educativa, numerosa presenza di immigrati e di persone con problemi di tossicodipendenze tra i problemi più rilevanti

Suggerimenti per le fraternità

Dal 2011 le fraternità OFS del Lazio hanno avviato un sostegno concreto al carcere Regina Coeli di Roma e al Centro di Accoglienza collegato (donne, bambini, poveri). A partire dall’invito di p. Vittorio Trani, provinciale OFM conv. del Lazio, da oltre30 anni cappellano all'«albergo di Via della Lungara», così come viene definito nella storia cittadina e «carcere di prima accoglienza della capitale». In questo sito infatti, vengono detenute le persone in attesa di processo, per periodi più o meno lunghi. Hanno preso avvio anche le collaborazioni anche con il super-carcere di Paliano (con uomini e donne in regime di carcere duro) e con quello di Civitavecchia. In prospettiva altre carceri del Lazio potranno essere messe in rete.

Tra le forme di sostegno con le quali siamo invitati a partecipare:

Animazione della messa e di catechesi Volontariato in varie forme (lingua italiana, ascolto, orto, attività ricreative, ecc.) Raccolta vestiario e beni necessari Campagne ed eventi di sensibilizzazione specifici es.: Zuccotti di Natale, Una luce di

speranza per la raccolti di occhiali, ecc.

Per indicazioni dettagliate sulle esigenze delle singole carceri, per le modalità di accesso e permessi da preparare, si vedano le relative schede sul sito dell’ofs regionale e fare riferimento ai referenti d’Area

Coordinatori area Mail

Nelide PiccolominiOfsS.Apostoli

Gianni LaurenziOfs Paliano

Luciana MontanucciOfs Immacolata Civitavecchia

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Per approfondire

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TRANI V., Tra il serio e il faceto. Aneddoti sulla vita in carcere, Roma, Herald Edizioni, 2009. L’esperienza nel carcere romano di Regina Coeli raccontata da p. Vittorio Trani Ofmconv. cappellano da oltre 30 anni

Rapporti e dossier sulle carceri italianehttp://www.osservatorioantigone.it/

SALVAGUARDIA DEL CREATO

Note bibliche, francescane, pastorali

Francesco cantore del Creato e della Vita che tutto riporta alla lode del Creatore. È stato proclamato nel 1989 patrono degli ecologisti. “Laudato sii mi Signore cumtucte le tue creature..” . Ecco anche come ne parla s.Bonaventura “per trarre da ogni cosa incitamento ad amare Dio (Francesco) esultava per tutte quante le opere delle mani del Signore e da quello spettacolo di gioia, risaliva alla Causa e Ragione che tutto fa vivere. Contemplava nelle cose belle il Bellissimo e, seguendo le orme impresse nelle creature, inseguiva, dovunque il Diletto. Di tutte le cose si faceva una scala per salire ad afferrare Colui che è tutto desiderabile” (FF. 1162)

La Chiesa universale sta portando da tempo nuova attenzione sul tema del creato come dono di Dio e impegno per i cristiani. Da diversi anni è stata istituita il 1 Settembre la Giornata per la Salvaguardia del Creato, nata come iniziativa ecumenica. Diverse encicliche e orientamenti pastorali ne ravvisano l’urgenza come l’Enciclica Caritas in Veritate.

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Il contesto attuale

È sotto gli occhi di tutti il grave danno che l’uomo sta arrecando a Sorella Madre Terra: depauperamento delle risorse, inquinamento e distruzione degli habitat e delle specie di vita, cambiamenti climatici con gravi conseguenze per l’uomo stesso. Tema quello dell’ambiente strettamente legato anche agli stili di vita, alle povertà e sfruttamento di persone e beni primari. Un “grido della creazione” che come francescani non può rimanere inascoltato

Suggerimenti per le fraternità

Dal 2009 il Mo.Fra Movimento Francescano del Lazio, in collaborazione con i Parchi e le Aree protette del Lazio, ha ideato i Centri Educazione Ambientale e Animazione Sociale “Frate Sole” – una rete di 5 centri nelle 5 provincie del Lazio – come strumenti di presenza concreta per promuovere una spiritualità della creazione e nuovi stili di vita. Tra le proposte: Giornate di spiritualità e sensibilizzazione con particolare attenzione alla Giornata della

Salvaguardia del Creato da promuovere nelle proprie fraternità, comunità, diocesi Laboratori per grandi e piccini Eco-turismo, campi scuola, centri estivi

Per le proposte, richieste e le novità vedi il sito regionale o fare riferimento ai coordinatori d’area

Centro Ambientale Coordinatori Area Cell Mail“Frate Sole” – RmS.Sebastiano, Roma

“Sorella Acqua” – Lt Santuario Delibera Terracina

“Frate Fuoco” – FrChiesa S.Pietro, Pofi

“Madre Terra” – Ri“Frate Vento” – Vt

Maria Grazia Di TullioOfs don Tonino Bello

Monia RecchiaOfs Terracina

Rossana Del SignoreOfs Paliano

in allestimentocontattare Centro Frate Sole

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Per approfondire

UFFICIO PROBELMI SOCIALI E LAVORO DELLA CEI, Custodire il Creato. Teologia, etica e pastorale, Bologna, Dehoniane, 2013

UFFICIO PROBELMI SOCIALI E LAVORO DELLA CEI,Responsabilità per il Creato, Torino, Elledici, 2002

MESSAGGIO PER LA GIORNATA DELLA SALVAGUARDIA DEL CREATO DEL 1 SETTEMBRE. Giunta alla 8°edizione. Il messaggio è scaricabile dal sito dell’Ufficio Problemi sociali e del Lavoro o è possibile far richiesta del sussidio cartaceo

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ITINERARI FRANCESCANI

Note bibliche, francescane, pastorali

La dimensione del pellegrinaggio è una dimensione connaturale ed esistenziale dell’essere umano, è il richiamo perenne al suo stato di homo viator, l’uomo in cammino verso la casa del Padre, attraverso il viaggio della vita. Quasi tutte le religioni hanno dei luoghi sacri in cui è possibile un incontro più profondo con la divinità e verso i quali mettersi in cammino. Nella Bibbia c’è la storia del popolo d’Israele, popolo in cammino e poi l’esperienza itinerante di Gesù, dove la dimensione della “strada” diviene importante per incontri, guarigioni, annunci. “Come pellegrini e forestieri..”è anche l’invito che Francesco fa ai suoi frati nel loro essere nel mondo.

Il contesto attuale

Il pellegrinaggio e il turismo religioso restano ad oggi tra le modalità più amate ed utilizzate da persone e gruppi. Anche in considerazione della crisi economica è utile promuovere occasioni di svago orientate alla sobrietà e sostenibilità di spese e modalità di gestione

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Suggerimenti per le fraternità

La Famiglia Francescana del Lazio è custode di luoghi di incomparabile memoria spirituale e storica legata al Santo di Assisi e alle tante figure di Santi della spiritualità francescana che ne hanno resa luminosa e viva la presenza nei secoli. A tutt’oggi tali luoghi sono una porta aperta tra “terra e cielo” che parlano alla nostra vita quotidiana come uomini e fratelli. Ecco il senso del progetto Sulle Orme di san Francesco nel Lazio: la rete di oltre 50 siti, conventi, monasteri, foresterie, chiese storiche e delle proposte per fruirle nel segno dell’autentica spiritualità francescana. In piena linea con l’espressione del carisma francescano è l’attenzione ai temi di giustizia, pace e salvaguardia del creato. A tale motivo grande spazio e attenzione è riservata alla formazione, sensibilizzazione, a proposte educative e socialmente utili: laboratori educativi e didattici, work-shop esperienziali con l’aiuto di educatori ed animatori qualificati accompagnano a vivere meglio il senso dell’esperienza proposta.

Il riferimento ideale è al turismo “responsabile e sociale”, ovvero che intende promuovere tra le sue finalità modalità di viaggio che siano sostenibili, solidali, attenti alla salvaguardia del creato e alla spiritualità dei luoghi attraversati, valorizzandone gli aspetti storici, artistici, culturali, naturalistici e umani. Un attenzione alle comunità di accoglienza e rapporti fraterni con il territorio. Il Turismo responsabile, così come ormai affermatosi negli ultimi anni si orienta, in fatti verso un turismo d’incontro e relazioni, rispettoso delle diversità naturali e culturali, che richiede un certo spirito di adattamento; che privilegia un modo di vivere sobrio, essenziale; promuove l’utilizzo di luoghi e strutture eco-compatibili; incoraggia residenti e visitanti a condividere gli aspetti più caratteristici del territorio, con positiva curiosità (Fonte Carta Italia del Turismo Sostenibile). I Luoghi Francescani da questo punto di vista sono da sempre orientati alla sobrietà ed essenzialità delle strutture e sono immersi nel cuore della Natura. Proprio per rafforzare sul territorio una nuova positiva cultura ambientale e di buone pratiche, è viva la collaborazione anche con il Centro Frate Sole centro francescano di Educazione Ambientale,in collaborazione con i Parchi e le Aree protette del Lazio.

La Famiglia Francescana dispone di foresterie e case di accoglienza su tutto il territorio nazionale e internazionale a cui si affiancano convenzioni per un ampliamento della ricettività locale e dei servizi per i pellegrini. Si connota infine come turismo solidale ed etico devolvendo parte dei contributi al sostegno di progetti missionari e caritativi della famiglia francescana.

Tante le proposte formative ed educative per tutte le età!• Vacanze estive e invernali per anziani, famiglie, bambini, ragazzi, diversamente abili • Week end e settimane formative (laboratori e escursioni) per scuole, famiglie e gruppi• Week end e proposte per giovani • Pastorale del Turismo per diocesi, parrocchie gruppi

Vedi il catalogo e le novità sul sito ofs regionale

Coordinatori Area

Coordinatori area MailSergio MolloOfss.GiovannaAntida

Carla Picotti

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Ofs s.GiovannaAntida

Per approfondire

PELLEGRINI L., I luoghi di frate Francesco. Memoria agiografica e realtà storica, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 2010

URIBE F., Itinerari francescani. Visita ai luoghi dove visse san Francesco, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2010.

PASTORALE DEL LAVORO ED ECONOMIA

Note bibliche, francescane e pastorali

Il lavoro ha una grande dignità nella Bibbia e nell’insegnamento della Chiesa. Ammonisce l’apostolo Paolo“Chi non vuol lavorare neppure mangi”(2TS 3,6-12).I padri della Chiesa considerano il lavoro “opus humanum”, collaborazione con Dio, rifiutando così la visione allora comune del lavoro come “opus servile”. “Ciascun lavoratore - afferma sant’Ambrogio - è la mano di Cristo che continua a creare e a fare del bene”. Numerose encicliche e temi della dottrina sociale sono stati dedicati all’aspetto del lavoro. Il lavoro ha un primato assiologico e valutativo di fronte a qualsiasi altra realtà economica. Tutti i fattori della vita economica devono essere subordinati al lavoro, perché esso è espressione immediata della dignità della persona umana.In quanto immagine del Dio creatore, l’uomo e chiamato a continuare la sua opera creatrice mediante il lavoro. Il lavoro è un diritto fondamentale dell'individuo, perché condiziona l'espressione e lo sviluppo della sua personalità(Cf. Gaudium et Spes, LaboremExercens,Caritas in Veritate).

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Vedendo poi l'insegnamento di Francesco d'Assisi per le prime fraternità di fronte al lavoro, così come ce lo hanno descritto le biografie dell’epoca, possiamo individuare una serie di caratteristiche della “visione francescana”di fronte alla non facile attività lavorativa. Come invita poi anche la regola OFS “Reputino il lavoro come dono e come partecipazione alla creazione, redenzione e servizio della comunità umana” (Regola OFS, Capitolo II, 16).Tra i tratti tipici:

Il lavoro si presenta come una grazia e un dono, perdendo in questo modo la connotazione di castigo che gli è attribuita come conseguenza del peccato originale. Attraverso di esso si scopre la dignità dell'uomo che vale per quel che è e non per quel che produce. L'attività lavorativa è un mezzo privilegiato per la realizzazione personale e lo sviluppo delle proprie capacità, dei propri talenti e delle proprie possibilità. Per questo bisogna poter disporre degli strumenti, dei mezzi e degli utensili adatti.

È un modo per intrecciare relazioni interpersonali con la propria fraternità, come mezzo di cooperazione, e con gli altri uomini come mezzo di inserimento sociale, soprattutto tra le classi e i gruppi più umili, più semplici ed emarginati

Ha un valore ascetico: evitare l'ozio, e un valore di esempio: dare l'esempio agli altri. Possiede inoltre una dimensione missionaria evangelizzatrice in quanto attraverso il lavoro, come mezzo normale di sostentamento, il fratello può entrare nei gruppi umani che cerca di servire e di edificare

Il lavoro è condizionato dalle esigenze della fraternità alla quale si appartiene, perché le relazioni fraterne e interpersonali del gruppo sono anteriori a quelle dell'attività lavorativa. L'uomo non vive per lavorare, ma non sarà un uomo se non lavora. Ha bisogno del suo sostentamento e per questo deve cercare di non vivere alle spalle degli altri, ma del frutto del proprio lavoro.

Sebbene l'attività lavorativa sia un mezzo necessario per il proprio sostentamento e per quello della comunità, bisogna evitare il lucro, l'avarizia e tutto ciò che può turbare le sane relazioni interpersonali. Deve essere un mezzo per vivere, non il fine della vita.

Il lavoro ci fa toccare con mano che l'uomo è un essere in situazione, che vive nel mondo, che è legato a sorella natura e che deve assumere un comportamento adatto nel modo di trattare la natura e gli esseri che sono in essa per riuscire a trasformarli e umanizzarli.

Il lavoro rivela al francescano la sua condizione di povero e il suo legame con i poveri, come pure la su quindi, minorità, povertà, fraternità, virtù e carità.

Nella visione e nella vita francescana il valore di qualsiasi tipo di lavoro o di attività viene determinato dalla motivazione per la quale si lavora e con la quale si lavora. Ogni attività umana deve essere condizionata e interpretata in base al progetto della propria vocazione e del l'orientamento radicale della propria vita.

Il lavoro non dovrà mai essere alienante o disumanizzante, ma sottoposto sempre alla realizzazione personale, alle esigenze della fraternità e in favore degli uomini e della creazione.

Nel francescanesimo un soggetto personale non diventa mai un oggetto occasionale, un interesse produttivo, una mercanzia o un oggetto di sfruttamento. Di fronte alla perdita di significato e alla mancanza di un fine da parte di molti uomini di oggi, il francescanesimo offre una concezione dell'uomo e del mondo nella quale il lavoro si presenta come servizio dell'uomo, che deve difendere e salvare, e del mondo, che deve proteggere e umanizzare. Nel mondo francescano il lavoro non appare con il significato capitalista di guadagno, di sfruttamento, di merce o di accumulazione, ma come una grazia umana, come sviluppo personale, come servizio agli altri, come mezzo di sostentamento e come campo obbligato di relazioni interpersonali.

Il contesto attuale

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Il lavoro è una dimensione fondamentale dell'essere umano. L'uomo è naturalmente “lavoratore”. Attraverso il lavoro egli afferma il suo essere più autentico. Quindi l'attività lavorativa esprime e condiziona la forma in cui la persona percepisce la propria identità; d'altra parte l'assenza di un lavoro stabile può nuocere all'autostima e portare a una profonda frustrazione. È sotto gli occhi di tutti come sia divenuta preoccupante la progressiva perdita del senso e della centralità del lavoro nella società attuale. Il lavoro è visto come una merce, valutato in funzione del salario, considerato alieno alla propria realizzazione personale e senza legame diretto con il bene comune. Questa riduzione provoca alienazione ed ostacola lo sviluppo armonioso dell'individuo come essere sociale. Il lavoro deve essere al servizio della persona. Il valore del lavoro dipende dalla persona che lo realizza, perché essa “è e deve essere principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali”. Il senso della vita umana non deriva dal lavoro, ma piuttosto avviene il contrario, giacché l'attività lavorativa deve inquadrarsi nel significato globale della nostra esistenza. Occorre riscoprire il significato etico del lavoro e non è possibile restare indifferenti di fronte alle circostanze attuali del lavoro, che sono chiaramente oppressive, perché promuovono la sua mercificazione(cf. Giovanni Paolo II, cf.LaboremExercens, 17-18).

Suggerimenti per le fraternità

Tra le proposte: Formazione. È importanteintrodurre nella formazione del francescano i temi della Dottrina

Sociale della Chiesa compreso il senso del lavoro e il significato teologico del lavorare per operare per il bene comune e per la vita dei fratelli

Fabbrica del vangelo. Lettura del vangelo e riflessione insieme tra lavoratori in fabbrica, in ufficio fuori l'orario di lavoro, oppure incontrarsi fuori dal lavoro tra colleghi aperto alla famiglie spezzando la Parola, che alimenta, sostiene e cambia la vita. In molte piccole e grandi realtà già questa esperienza si diffusa. E' possibile inserire con il tempo anche un sacerdote che possa fare un accompagnamento dei singoli e dei gruppi

Adotta un lavoratore. Creare gruppi di solidarietà piccoli o medi dove lavoratori e famiglie si sostengono economicamente a vicenda nei momenti di difficoltà. In molte zone del centro e nord queste piccole cellule di solidarietà anche con persone inizialmente lontane, sono diventate concretamente mani aperte di sostegno le une per le altre mettendo insieme piccolissime somme di denaro e creare fondi per le eventuali emergenze che sorgevano nelle famiglie. Oltre a ciò non va dimenticato l'aspetto del mutuo soccorso in casi di praticità quotidiana della vita: gestione dei figli, gestione degli studi dei figli, vacanze ecc.

Esperienze di comunione. Alle famiglie dei lavoratori si possono proporre, come accade già con la pastorale del lavoro in alcune diocesi, momenti di ritiro, momenti di svago (festival dei lavoratori, la festa dei neo assunti, la fiera dei talenti - per chi sta cercando lavoro) e vacanze insieme dove si possono alternare momenti di spiritualità con momenti di relax

Banca dei Talenti. Il percorso della solidarietà tra chi offre lavoro e chi lo cerca. Proporre un cammino per i disoccupati giovani o per quelli che perdono il lavoro giovani e meno giovani. Aprire le mani della solidarietà come fraternità e aprire il cuore della fraternità per accogliere i nostri figli nella prospettiva di un cammino di inserimento e di opportunità di lavoro cercando di capire dove creare, costruire insieme percorsi di una nuova imprenditoria creativa. In alcune zone d'Italia ci sono sportelli e spazi nelle parrocchie e nelle diocesi che offrono ai giovani opportunità concrete tenute da professionisti che tramite la loro esperienza insegnano come fare un Curriculum Vitae, come fare colloqui, quali le qualifiche richieste dal mercato del lavoro, quali le opportunità delle amministrazioni locali, nazionali ed europee, come si accede ad un bando di concorso o ad un finanziamento, ecc.Questo ambito può assumere anche l’aspetto della mappatura e condivisione delle professionalità e talenti dei terziari del Lazio

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Cooperativa “Fratellando!”Accanto alla Associazione Onlus un altro strumento per dare vita ai progetti dell’ofs del lazio e dare prospettive lavorative a giovani e persone disagiate

Coordinatori area MailRoberto LuziOfs Guidonia

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Per approfondire

GIOVANNI PAOLO II, Laboremexercens. Lettera enciclica, Libreria Editrice Vaticana, 1981

AA.VV., La grazia del lavoro, Milano, Ed. Biblioteca Francescana, 2010

ALFORD H. - RUSCONI G. -MONTI E., Responsabilità sociale d'impresa e dottrina sociale della chiesa cattolica, Franco Angeli, Milano 2010.

ANTUNES R., Il lavoro in trappola. La classe che vive di lavoro, Milano, Jaca Book, 2006

FERRO A.– SASSI P., Cultura d’ impresa e costruzione del Bene Comune: l'Enciclica Caritas in Veritate per un mondo migliore, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2010

GALLINO L., Il lavoro non è una merce. Contro la flessibilità, Roma-Bari, Laterza, 2007

MANZONE G., Il lavoro tra riconoscimento e mercato. Logica del dono, Brescia, Queriniana, 2006

MORANDINI S., Il lavoro che cambia. Un'esplorazione etico-teologica, Bologna, Dehoniane, 2000

TODESCHINI G., Ricchezza francescana. Dalla povertà volontaria alla società di mercato, Bologna, Il Mulino, 2006

VASAPOLLO, Lavoro contro capitale. Precarietà, sfruttamento, delocalizzazione, Milano, Jaca, 2005

ACLI - ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANIhttp://www.acli.it/index.phpun sito con informazioni, servizi, convegni, aggiornamenti di questa realtà presente su tutto il territorio italiano

ARTIGIANATO ED EVENTI SOLIDALI“Laboratorio Pace e Bene”

Note bibliche, francescane, pastorali

Dio Artista degli artisti elargisce doni e fantasia ai suoi figli. “Un giorno Mosè disse agli Israeliti: Vedete, il signore ha chiamato per nome Bezaleel, della tribù di giuda. L’ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, per concepire progetti e realizzarli in oro, argento, rame, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno. (…) e così ha fatto anche con Oliab, della tribù di Dan. Li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro di intagliatore, di disegnatore, di ricamatore in porpora viola, rossa, in scarlatto e in bisso e di tessitore. (…) Bezaleel, oliab e tutti gli artisti che il Signore aveva dotati di saggezza e intelligenza, perché fossero in grado di eseguire i lavori della costruzione del santuario, fecero ogni cosa secondo ciò che il Signore aveva ordinato” (Libro dell’Esodo 35,30-36, 37, 1-9)

Il contesto attuale

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L’artigianato è una grande fonte di bellezza e creatività. Mestieri e maestranze antiche e nuove da recuperare e promuovere messe a disposizione per il bene comune possono essere una grande risorsa sociale.

Suggerimenti per le fraternità

Il Laboratorio “Pace e Bene” promuove: Organizzazione eventi solidali (matrimoni, battesimi, weddingplanner, catering, bomboniere,

tableau e partecipazioni, animazione liturgica e musicale) Commercio Equo e Solidale Artigianato: Legno, sartoria, maglieria, manualità… e via con la fantasia!!!!

destinando parte del ricavato per i progetti sociali dell'ofs oltre che per una scelta di stile di vita sobrio e responsabile. Potrà essere in prospettiva anche uno dei settori della cooperativa ofs

Coordinatori Area

Coordinatori area MailIrene LipizziOfsdon Tonino Bello

Luciana e Rinaldo MarinelliOfsGuidonia

A breve si provvederà all’attivazione della maildei singoli settorie del telefono previa necessaria autorizzazione alla privacye al trattamento dei dati personali

Per approfondire

GIOVANNI PAOLO II, Lettera agli artisti, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1999

POLITICA

Note bibliche, francescane e pastorali

“La Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione di predicare il messaggio evangelico, che contiene la chiamata dell’uomo alla conversione dal peccato all’amore del Padre, e la fraternità universale e, perciò, l’esigenza della giustizia nel mondo. È questa la ragione per la quale la Chiesa ha il diritto, anzi, anche il dovere, di proclamare la giustizia nel campo sociale, nazionale e internazionale, nonché quello di de-nunciare le situazioni di ingiustizia, allorché i diritti fondamentali dell’uomo e la sua stessa salvezza lo richiedono. La Chiesa non è la sola responsabile della giustizia nel mondo: essa ha, tuttavia, una propria e specifica responsabilità, che si identifica con la sua missione di dare di fronte al mondo testimonianza dell’esigenza di amore e di giustizia, quale è contenuta nel messaggio evangelico, testimonianza che deve, poi, trovare puntuale riscontro nelle stesse istituzioni ecclesiali e nella vita dei cristiani” (SINODO DEI VESCOVI 1971, in EnchiridionVaticanum 4).

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La Chiesa ha il diritto e il dovere di impegnarsi nel campo sociale avendo in mente due aspetti principali: La logica dell’Incarnazione e la tensione escatologica sono inconciliabili con una spiritualità intimistica e individualistica che fugge dalla realtà sociale; la Chiesa esercita questo ministero di evangelizzazionepiù con l’annuncio che con la denuncia (l’indicativo illumina e dà senso all’imperativo). Di per sé non spetta alla Chiesa, in quanto comunità religiosa e gerarchica, fornire soluzioni concrete in campo sociale, economico e politico […]. La sua missione, però, porta con sé la difesa e la promozione della dignità e dei diritti fondamentali della persona umana.

Traiamo questo nostro impegno sul campo avendo come punti di riferimento in particolare due documenti base:“La rivelazione cristiana (...) ci guida a un approfondimento delle leggi che regolano la vita sociale”. La Chiesa riceve dal Vangelo la piena rivelazione della verità dell’uomo. Quando compie la sua missione di annunziare il Vangelo, attesta all’uomo, in nome di Cristo, la sua dignità e la sua vocazione alla comunione delle persone; gli insegna le esigenze della giustizia e della pace, conformi alla sapienza divina (Catechismo Chiesa Cattolica 2419). E ancora:

“Il moltiplicarsi delle relazioni tra gli uomini costituisce uno degli aspetti più importanti del mondo di oggi, al cui sviluppo molto contribuisce il progresso tecnico contemporaneo. Tuttavia il fraterno dialogo tra gli uomini non trova il suo compimento in tale progresso, ma più profondamente nella comunità delle persone, e questa esige un reciproco rispetto della loro piena dignità spirituale. La Rivelazione cristiana dà grande aiuto alla promozione di questa comunione tra persone; nello stesso tempo ci guida ad un approfondimento delle leggi che regolano la vita sociale, scritte dal Creatore nella natura spirituale e morale dell'uomo. Siccome documenti recenti del magistero della Chiesa hanno esposto diffusamente la dottrina cristiana circa l'umana società, il Concilio ricorda solo alcune verità più importanti e ne espone i fondamenti alla luce della Rivelazione. Insiste poi su certe conseguenze che sono particolarmente importanti per il nostro tempo” (Gaudium et Spes 23)

Quale dunque in questo ambito il compito della Chiesa? Essa esercita questa sua missione emettendo giudizi morali sulle realtà sociali: Propone l’ideale evangelico, realizzato pienamente in Cristo Critica le strutture temporali, che sono sempre perfettibili La Chiesa deve essere sempre libera di fronte a qualsiasi opzione concreta (“non fa politica”), ma deve pure impegnarsi totalmente nella realtà temporale esercitando la sua missione profetica.

Non si tratta di imporre ai non credenti una prospettiva di fede, ma di proporre e difendere i valori radicati nella natura umana. È un servizio all’umanità, non un gioco di potere. La Chiesa non può tacere di fronte alle situazioni lesive della dignità umana. Il suo silenzio non sarebbe “neutralità politica”, ma la renderebbe automaticamente complice e colpevole dell’ingiustizia. Il Dio liberatore spinge la Chiesa a relativizzare ogni tipo di idolatria, totalitarismo, schiavitù o consumismo. La vita della Chiesa ha sempre una ripercussione sociale. Non può restare neutrale, quindi deve impegnarsi nel far sì che il suo influsso politico sia sempre coerente con il vangelo.

Vocazione della Chiesa all’impegno politico • La Chiesa è “sacramento di salvezza”, cioè esperienza e annuncio del Regno di Dio. Nella Chiesa, la salvezza si compie visibilmente e viene anche svelata, proclamata e promossa. La sua presenza nel campo socio-politico ha lo scopo di servire la salvezza. • La Chiesa è anche “sacramento dell’umanità”, cioè segno e strumento della sua realizzazione(118). Il servizio alla salvezza coinvolge necessariamente il servizio a tutta l’umanità: impegnarsi per la salvezza equivale a impegnarsi per la promozione integrale dell’uomo. La Chiesa veglia perché la politica sia sempre a servizio dell’uomo e dei valori umani(119).

Ruolo specifico della Chiesa in campo politico 37

• La natura e la missione della Chiesa non permettono un intervento “diretto” in politica; La sua natura di “sacramento di unità” per tutti gli uomini, costringe la Chiesa a evitare di presentarsi come una forma alternativa di potere; La sua missione è di ordine religioso. Alla Chiesa, in quanto tale, non compete l’assunzione di un impegno politico diretto, cioè non spetta alla Chiesa fornire soluzioni concrete in campo sociale, economico e politico. Il suo insegnamento socio-politico non ha lo scopo di difendere interessi o privilegi propri, ma deve essere espressione di servizio alla salvezza e all’umanità. • I problemi sociali interessano alla Chiesa in quanto sono anche problemi morali; La Chiesa non deve “fare politica”, perché il suo punto di vista è morale, non tecnico. La Chiesa non solo non ha competenza a proporre programmi socio-politici, ma neppure può identificarsi con qualsiasi progetto socio-politico, che è sempre imperfetto, limitato e mutevole; La Chiesa non è chiamata a proporre una ideologia socio-politica, con un suo conseguente progetto concreto, dedotto o deducibile direttamente dal cristianesimo in quanto tale. In questa linea, la Chiesa riconosce l’autonomia delle realtà temporali e accetta lo stato laico. Nonostante questo, la Chiesa deve proporre un determinato modo (fatto di contenuti, di criteri, di spirito) di porre in atto la partecipazione alla vita politica.

Il contesto attuale

Potremmo dire tantissime cose che sono in ombra vedendo il quadro politico locale, regionale e nazionale, ma ci limitiamo a ricordare che ormai non possiamo più: abdicare al nostro compito di un impegno diretto nel seno della nostra società dobbiamo entrare nel campo della politica riaprendo la prospettiva che essa sia un servizio

vero, autentico e profondo alla persona dobbiamo prendere coscienza e coraggio che insieme possiamo, dobbiamo e vogliamo

riaccendere il sorriso della speranza ai nostri figli, ai nostri anziani e alle famiglie dobbiamo rendere la nostra società accoglienza fraterno di ogni uomo

Suggerimenti per le fraternità

È un invito importante come cittadini, francescani e fraternità a ritrovare il senso di un impegno sociale e politico per una vera politica al servizio dell'uomo. Le proposte si traducono ad esempio come già avviato a livello di ofs nazionale e da alcuni appuntamenti regionali nella possibilità di: Creare un laboratorio socio-politico Creare un percorso formativo riaprendo la politica come servizio alla persona, offrendo percorsi

di solidarietà, di accoglienza e di assistenza alle fasce più disagiate economicamente, culturalmente e a livello psico-fisico

Studiare insieme progetti concreti per una buona politica che amministri e costruisca un bene comune a servizio di tutti (specialmente delle fasce dei cosiddetti "ultimi" ). Incidere nel territorio proponendo un impegno concreto dei nostri fratelli e monitorando ed incoraggiando la buona politica con proposte attive per i nostri quartieri, le nostre città ecc. come testimoni del vangelo della prossimità e degli ultimi

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Essere parte attiva della società creando spazi di confronti, di incontro e di proposte sui temi che riguardano la vita della società e delle nostre città, ponendoci sempre propositivamente di fronte alle problematica sociali, politiche e del mondo del lavoro del nostro territorio.

Coordinatori area MailRoberto LuziOfs Guidonia

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Per approfondire

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici in politica, Città del Vaticano,Libreria Editrice Vaticana, 2003

CAPRIOLI A., Chiesa, etica e politica, Reggio Emilia, AccademiaAlfonsiana,2007

FROSINI G., La Politica, la Chiesa e il cristiano, Portalupi, Casale Monferrato (AL), 2003.

LUÑO A.R. – COLOM E. (a cura di), Teologia ed etica politica. Atti del VIII Simposio Internazionale della Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce, “Etica politica e cultura democratica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2005

LUÑO A.R., «Cittadini degni del vangelo» (Fil 1,27). Saggi di etica politica, Roma, Edizioni Università della Santa Croce, 2005

TARANTINO B., Il politico e la politica nella Bibbia, Editore TAU,Todi 2008. Una raccolta di riflessioni sul tema della politica nell’Antico e nuovo Testamento con i contributi di diversi noti esegeti come Molinari, Spinetoli, Spreafico.

CULTURA E COMUNICAZIONENote bibliche, francescane e pastorali

“Se si rompe un computer è una tragedia, ma i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. È la cultura dello scarto”(Papa Francesco).“Sono l’Araldo del Gran Re! Vi interessa questo? (…) E tutto giulivo riprende a cantare a gran voce, riempiendo il bosco con le lodi al Creatore di tutte le cose”(FF. 346) rispose Francesco alle ingiurie e alle percosse subite da alcuni manigoldi che lo gettano nella neve

Il contesto attuale

Relativismo, individualismo, divario economico e di sostegno sociale sempre più accentuato tra classi ricche e popolazione, globalizzazione, secolarizzazione, valori lesivi della dignità umana,

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distruzione delle risorse naturali, sono alcuni dei mali sociali contemporanei verso cui andare controcorrente

Suggerimenti per le fraternità

È l’invito a realizzare l’annuncio della Fede e del Vangelo tramite gli strumenti della cultura e della comunicazione: Concerti, mostre,arte, cineforum, dialogo interreligioso, seminari su temi e personaggi

francescani, stampa, video, radio..

Collaborazione con i Centri Universitari e Culturali francescanidel Lazio ad es. l’Università Pontificia Antonianum o ilSeraphicum di Roma per le molte e qualificate iniziative già promosse o da costruire reciprocamente. Esempio è stato il corso Sulle Orme di Francesco nel Lazio promosso nel 2011 dal Mo.Fra e dall’Istituto Francescano di Spiritualità dell’Antonianum dove molti terziari e religiosi del Lazio hanno approfondito i siti francescani sotto il profilo spirituale, artistico e del Creato grazie anche alla collaborazione con i Parchi del Lazio

Coordinatori area MailAdriano FaccendaOfsAnzio

Paolo AffatatoOfss.Bonaventura Palatino

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Per approfondire

CEI, Educare alla vita buona del vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, Milano, Paoline, 2010

Pontificio Consiglio della Culturahttp://www.cultura.va/content/cultura/it.html

Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italianahttp://www.chiesacattolica.it/comunicazione/

Sito della Pontificia Università Antonianum di Romahttp://www.antonianum.eu/it

Sito del collegio e della Pontificia Facoltà San Bonaventuradi Romahttp://www.seraphicum.org/

DIALOGO INTERRELIGIOSO

Note bibliche, francescane e pastorali

“Ero straniero e mi avete accolto” (Mt. 25,35-36). Francesco uomo di relazione con i vicini e con i lontani è profeta e testimone di dialogo. Emblematico l’incontro con il Sultano(FF. 422)

Il contesto attuale

In uno scenario di migrazioni globali di popoli e culture l’incontro con l’altro, con la diversità culturale, sociale, religiosa diviene sempre più quotidianità e una necessità intessere la trama delle relazioni fraterne e l’arte del dialogo e della convivialità delle differenze

Suggerimenti per le fraternità40

Incontri fraterni. Ci sono diverse belle esperienze già realizzate in questi anni dalle nostre fraternità in cui si sono invitati rappresentanti di diverse religioni per uno scambio, una conoscenza reciproca e una condivisione prima di tutto umana e di accoglienza “Cattedra di Spiritualità e Dialogo religioso mons. Luigi Padovese”. Una proposta della Pontificia Università Antonianum con una serie di incontri e testimonianze di respiro internazionale per uno sguardo sul cuore del mondo. La cattedra aperta a tutti è intitolata al frate cappuccino martire in Turchia nel 2010 e per 16 anni preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità

Coordinatori area MailMarco StocchiOfss.Antonio Roma

Cesare CatarinozziOfss.Antonio Roma

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Per approfondire

BIANCHI E., Ero straniero e mi avete ospitato, Milano, Rizzoli, 2006. Noto autore di spiritualità, monaco fondatore della comunità di Bose

NOGARO R., Ero straniero e mi avete accolto.Il Vangelo a Caserta, Bari, Laterza, 2010. Esperienza di un Vescovo per quasi trent’anni in prima linea sul tema dell’accoglienza

PAGLIA V., Lo spirito di Assisi. Dalle religioni una speranza di pace, Milano, San Paolo, 2011. Per anni vescovo di Terni e Presidente della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo

TONINO BELLO, Convivialità delle differenze, Molfetta, La Meridiana, 2006. Vescovo terziario francescano in causa di beatificazione. Testimone a fianco dell’emarginazione e dell’alterità

UNEDI - UFFICIO NAZIONALE PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO della CEIhttp://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/s2magazine/index1.jsp?idPagina=4062

Sito della Pontificia Università Antonianum di Romahttp://www.antonianum.eu/it

Istituto di Studi Ecumenici san Bernardino di Veneziahttp://www.isevenezia.it

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ISTRUZIONI PER LA CONSEGNA

Dato che questo testo è ancora una bozza di lavoro che raccoglie il cammino di questi anni, ti chiediamo fraternamente la condivisione e la riflessione su di esso durante l’estate. L’obiettivo è renderlo insieme uno strumento di lavoro condiviso e utile alle fraternità locali

Puoi farci avere le tue osservazioni e suggerimenti entro: il 31 Luglio 2013 contattando

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la coordinatrice regionale del Settore Evangelizzazione e Presenza nel Mondo: Maria Grazia Di Tullio

o il responsabile regionale di Giustizia e Pace Roberto Luzi

per E-Mail

[email protected] [email protected]

per telefono

339-7143662 (Maria Grazia)389-8347304 (Roberto)

per posta cartacea

Di Tullio Maria GraziaVia Gela, 73 – 00182 RomaRoberto LuziVia delle Colombe, 11 – 00012 Guidonia (Rm)

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