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SCUOLA SECONDARIA STATALE DI PRIMO GRADO “G. PASCOLI” e-mail : [email protected] – e-mail PEC [email protected] sito web: www.pascoliaversa.gov.it COD. MECC. CEMM01700D - C.F.: 90005790614

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SCUOLA SECONDARIA STATALE DI PRIMO GRADO

“G. PASCOLI”e-mail : [email protected] – e-mail PEC [email protected]

sito web: www.pascoliaversa.gov.it

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Aversa, prima contea normanna d’Italia

Cenni storici Aversa, antica città della Campania, è custode di una cultura straordinaria: passeggiare per il centro storico di questa città significa essere rapiti da un fascino particolare: colonne romane poste agli angoli delle strade, portali durazzeschi, angioini, catalani; chiese dall’impianto romanico e gotico e tante altre reliquie del passato testimoniano le diverse culture che hanno insistito sul territorio, scrivendone così, la storia.

Aversa fu la prima contea normanna d’Italia: i fatti narrano che Rainulfo Drengot fu ricompensato per l’appoggio fornito al Duca di Napoli Sergio quarto contro il longobardo Pandolfo quarto di Capua, con un territorio poco abitato ma sicuramente strategico per la sua ubicazione. Era infatti luogo di confluenza tra la via Campana, che collegava Capua a Pozzuoli, tra la via Cumana che collegava l’entroterra con il mare, e la via Atellana, che collegava Capua a Napoli.

Il primo vero nucleo urbano sorse all’incirca nel 1030, (sembra che Rainulfo avesse già occupato, dal 1022 una sorta di castello che sorgeva nei pressi dell’attuale cattedrale,) sull’antico casale denominato Sanctum Paulum ad Averze; a questo primo agglomerato se ne aggiunsero altri, dentro e fuori le mura, e così Aversa, in pochi anni, divenne una città di ragguardevoli dimensioni.La crescente importanza del nucleo normanno di Aversa si riflette nell’organizzazione della città, unica realtà urbana del Mezzogiorno nella quale si riscontra la netta prevalenza numerica della popolazione normanna rispetto a quella autoctona. Il modello urbano radiocentrico al quale si ispirarono i conquistatori venuti d’Oltralpe nell’organizzazione del nuovo insediamento, che non ha coevi riscontri nel territorio italiano, fortemente condizionato dalla tradizione romana, va quindi ricercato nella tradizione francese.La forma urbis, ispirata alle città radiocentriche transalpine – i normanni provenivano infatti non solo dalla Normandia ma anche dalle altre regioni della Francia – è caratterizzata dalla subordinazione dei vari elementi al centro, individuato nella cattedrale, che assumeva nei confronti

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dell’ambiente fisico, la stessa posizione dominante della teologia nei confronti dell’ambiente spirituale e sociale; la cortina edilizia si sviluppava quasi a protezione del centro religioso

.Questo connubio tra spirito religioso e città ha segnato e lo fa tuttora, la storia di Aversa, detta appunto “delle cento chiese”. I normanni dapprima combatterono il Papa (sconfiggendolo nella battaglia del Fortore), ma poi ne divennero alleati, ed Aversa, nel 1053, divenne sede vescovile con Azzolino primo Vescovo, che riunì attorno a sé le antiche sedi di Cuma, Literno ed atella. I normanni capirono che le diocesi potevano essere un fondamentale strumento di organizzazione del territorio con il loro forte apparato amministrativo, oltre che spirituale e pertanto incentivarono la formazione dei primi nuclei di vita parrocchiale, così la città divenne in breve un centro internazionale di cultura filosofica, teologica e letteraria.

L’ edilizia religiosa normanna è notevole: la cattedrale di San Paolo, le chiese di Santa Maria a Piazza, Sant’Audeno, San Nicola, San Giovanni Evangelista, Sant’Andrea, Sant’Antonino.

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Il Duomo in sezione assonometrica Aversa nel dipinto di Angelillo Arcuccio.

Gli interni del Duomo.

Dopo i Normanni fu la volta degli angioini, che conferirono un nuovo assetto alla città con la costruzione della Strada nuova (l’attuale via Roma) che con il suo tracciato lineare, esterno e tangente al primitivo impianto normanno, migliorava i collegamenti con Napoli e Capua, offriva nuove possibilità di incremento delle attività commerciali, e collegava il castello normanno con la struttura fortificata a Casaluce.

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Gli interni del Duomo.

Il nuovo asse viario, determinando l’abbandono dell’antica strada consolare e la conseguente emarginazione del borgo S. Lorenzo, sconvolgeva il precedente assetto della città, e destinava l’area orientale, da sempre adibita alle attività commerciali, al successivo sviluppo urbano. Il castello di Ruggero, sito ai margini della città originaria, nel borgo del Mercato vecchio, divenne con la costruzione della nuova strada, un polo significativo per lo sviluppo della città e fu collegato alla cattedrale dalla via Seggio – vero e proprio sventramento del primitivo nucleo normanno – unica arteria radiale che attraversava con andamento rettilineo il radiocentrico impianto normanno, lungo la quale si concentrarono i palazzi delle famiglie più importanti. Tra gli altri va ricordato il palazzo di Riccardo – posto fuori le mura rainulfiane, in posizione strategica per il controllo di uno degli assi di ingresso alla città. Lungo la via Seggio costruirono il proprio palazzo le più importanti famiglie aversane, attirate dalla presenza di Giovanna prima che risiedette a lungo ad Aversa nel castello di Ruggero, di cui oggi restano poche tracce nella centralissima via Roma, nei pressi della parrocchia della Madonna di Casaluce. Proprio qui, nel castello aversano, si consumò una delle pagine più cruente della storia del quattordicesimo secolo. Infatti alcuni nobili napoletani capeggiati da Carlo di Durazzo, pretendente al trono di Napoli, forse in congiura con la stessa regina Giovanna prima, uccisero, lanciandolo da una finestra con un cappio al collo, il principe consorte dell’angioina, Andrea d’Ungheria. Il cruento assassinio del giovane principe non rimase impunito. Il fratello, il re Luigi d’Ungheria, con l’esercito scese in Italia, e dopo aver attraversato l’intera penisola, si fermò nel castello di Aversa. Qui tramò la sua vendetta, contro Giovanna prima che scappò ad Avignone, ed i nobili, invitati ad un pretestuoso banchetto di riconciliazioni, incarcerati e sommariamente processati. Carlo di Durazzo fu impiccato dalla stessa finestra del principe ungherese. La presenza della corte angioina, però, non portò solo tristi vicende. In questo periodo nacque la Real Casa dell’Annunziata

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(1315 circa), istituto benefico, orfanotrofio ed in seguito anche ospedale, che tanto ha segnato la vita e lo sviluppo sociale dell’intera comunità aversana. Numerose furono poi le chiese ed i monasteri edificati per volere dei d’Angiò: la chiesa di San Luigi dei Francesi (oggi dedicata a San Domenico), il complesso di San Francesco delle Monache.

Il Chiostro di San Francesco Il portico del Chiostro di San Francesco

La volta a copertura della navata della chiesa Il portico di ingresso al museo del complesso di San Francesco

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Gli affreschi del XIII sec. nel Chiostro di San Francesco Il settecentesco scalone ottagonale del complesso Con gli Aragonesi prima e con gli spagnoli poi, la città cominciò a declinare e divenne un centro periferico. La peste del 1656 causò la perdita di buona parte della popolazione e il calo demografico unito alle ristrettezze economiche determinarono un freno dello sviluppo. Durante il primo periodo borbonico Aversa ospitò re Carlo di Borbone, poi Carlo terzo di Spagna.

Dal diciannovesimo secolo ad oggi

Dopo la breve Repubblica Partenopea con il ritorno dei Borbone due furono le innovazioni maggiori, la fine del sistema feudale e la statalizzazione dei beni ecclesiastici. Nella città molti ordini scomparvero e i loro beni passarono allo Stato. Nel 1813 i frati Minori lasciarono il Convento della Maddalena che divenne Ospedale Psichiatrico, mentre il Convento di San Lorenzo ospitò l’Orfanotrofio militare. Gioacchino Murat, che sostituì Giuseppe Bonaparte, ebbe le chiavi della città di Aversa, dove fondò il Convitto delle Orfanelle di Sant’Agostino e l’istituzione del Banco dei Pegni. Quando ritornò Ferdinando primo, nel 1815, vi furono malcontenti che portarono a veri e propri moti che culminarono con la cattura di molti carbonari, tra cui il Capitano dei Militi Provinciali, Andrea Infante (ricordato quale Martire della Libertà Italiana), ed il letterato Raffaele Lucarelli. Il primo ottobre 1860, prima della Battaglia del Volturno, Giuseppe Garibaldi sostò nel Palazzo Golia. Attraversando oggi Aversa, nonostante l’incuria e talvolta lo scempio edilizio, è comunque evidente il calore, il dinamismo, l’anima arguta, a tratti popolare e a tratti aristocratica di quella che fu la capitale normanna.

Aversa, the first Norman county of Italy

Aversa, an ancient city of Campania, is the guardian of an extraordinary culture: walking through the historic centre of this city means being enchanted by a particular charm. Roman columns placed on street corners, Durazzeschi, Angioini and Catalan portals, Romanesque and Gothic

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churches and many other relics of the past demonstrate the different cultures that have been on the territory, thus writing its history.

Aversa was the first Norman county of Italy: the facts tell that Rainulfo Drengot was rewarded for the support given to the Duke of Naples Sergio IV against the Lombard Pandolfo IV of Capua, with a sparsely populated territory, but certainly a strategic one for its location. It was in fact a place of confluence between Via Campana, which connected Capua to Pozzuoli, between Via Cumana that connected the hinterland to the sea, and Via Atellana, which connected Capua to Naples.

The first true urban centre arose approximately in 1030, (it seems that Rainulfo had already occupied, since 1022, a sort of castle that was near the present cathedral,) on the old farmhouse called Sanctum Paulum ad Averze. Other agglomerations were added to this first one, inside and outside the walls, and so, in a few years, Aversa became a city of considerable size.The growing importance of the Norman core of Aversa reflected on the organization of the city. It was the only urban reality in the South where the Norman population was more numerous than the native one. So, the radiocentric urban model, typical of the French tradition, inspired the Norman conquerors in the organization of the new settlement. It was very different from the contemporary ones in the Italian territory, strongly influenced by the Roman tradition.The urbis form, inspired by the transalpine radiocentric cities - the Normans came not only from Normandy but also from other regions of France - is characterized by the subordination of the various elements to the centre, identified in the cathedral. In relation to the physical environment, it had the same dominant position of theology with regard to the spiritual and social environment; the building curtain developed almost to protect the religious centre.This bond between the religious spirit and the city has marked and still does so, the history of Aversa, called precisely "one hundred churches city". The Normans first fought the Pope (defeating him in the battle of Fortore), but then they became allies. So, in 1053, Aversa became a bishopric with Azzolino as first bishop, who gathered around him the ancient headquarters of Cuma, Literno and Atella. The Normans understood that the dioceses could be a fundamental instrument of organization of the territory with their strong administrative and spiritual apparatus. Therefore, they encouraged the development of the first nuclei of parish life, so the city soon became an international centre of philosophical, theological and literary culture.

After the Normans, it was the the Angevins’turn, who gave a new structure to the city with the construction of the new road (the current Via Roma). With its linear, external layout, tangential to the original Norman system, it improved the connections with Naples and Capua, offered new possibilities for increasing commercial activities, and linked the Norman castle with its fortified structure in Casaluce.The new road axis caused the decadence of the ancient consular road and the consequent marginalisation of S. Lorenzo’s borough. The previous structure of the city was upset and the eastern area, always used for

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commercial activities, was bound for the subsequent urban development. With the construction of the new road, the Castle of Ruggero, located on the edge of the original city, in the Old Market borough, became a significant pole for the development of the city and was connected to the cathedral by Via Seggio. This latter represented the real demolition of the original Norman core, because it was the only radial artery that ran through the radiocentric Norman plant with a straight line, where the palaces of the most important families were concentrated. Among the others we must mention Riccardo's palace - located outside the walls of Rainulf, in a strategic position for the control of one of the gateways to the city.Along Via Seggio, the most important families in Aversa built their palaces. They were attracted by the presence of Giovanna I who lived in Aversa in the castle of Ruggero, of which today few traces remain in the central via Roma, near the parish of “Madonna di Casaluce”. In this castle, one of the bloodiest pages in the history of the fourteenth century happened. In fact, some Neapolitan nobles led by Charles of Durazzo, pretender to the throne of Naples, killed the Prince consort of the Angevin, Andrew of Hungary, throwing him from a window with a noose around his neck. They were, perhaps, in conspiracy with the same Queen Giovanna I. The bloody murder of the young prince was not unpunished. His brother, King Louis of Hungary, went down to Italy with the army and stopped in the castle of Aversa, after having crossed the entire peninsula. Here he plotted his revenge against Giovanna I, who escaped to Avignon, and the nobles. They were invited to a specious banquet of reconciliation and then they were imprisoned and summarily tried. Carlo di Durazzo was hanged from the same window as the Hungarian prince. The presence of the Angevin court, however, did not only bring sad stories. In this period the Real Casa dell'Annunziata (around 1315) was born. It was a charitable institution, an orphanage and later a hospital, which marked the life and the social development of the entire local community. There were also numerous churches and monasteries built by the Angevin: from the church of “San Luigi dei Francesi” (now dedicated to “San Domenico”), to the one of “San Nicola”.

With the Aragonese first and then the Spaniards, the city began to decline and became a peripheral centre. The plague of 1656 caused the loss of a large part of the population and the demographic decline combined with the straitened circumstances determined a brake on the development. During the first Bourbon period, Aversa hosted King Charles of Bourbon, then Charles of Spain.

From the nineteenth century to today

After the brief Parthenopean Republic, when the Bourbons came back, there were two important innovations: the end of the feudal system and the nationalization of church property. In the city, many orders disappeared and their property passed to the state. In 1813 the Friars Minor left the Convent of Maddalena which became a Psychiatric Hospital, while the Convent of San Lorenzo hosted the military Orphanage. Gioacchino Murat, who replaced Giuseppe Bonaparte, had the keys to the city of Aversa, where he founded the Orphan Boarding School of Sant'Agostino and the pawnshop. When Ferdinando I returned, in 1815, there were discontents

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that led to real riots. They culminated with the capture of many Carbonari, including the Captain of the Provincial Militia, Andrea Infante (remembered as Martyr for Italian Liberty), and the scholar Raffaele Lucarelli.On the first of October 1860, before the Battle of Volturno, Giuseppe Garibaldi stopped in Palazzo Golia.In spite of the negligence and sometimes the destruction of buildings, when we cross Aversa today, it is still evident the warmth, the dynamism, the witty soul, sometimes popular and sometimes aristocratic, of the ancient Norman capital.

Bibliografia e sitografia:G. AMIRANTE Aversa Dalle origini al Settecento, Napoli, 1998

Il centro storico di Aversa- G. Fiengo, L. Guerriero.

Aversa, capitale normanna, Giorgio Agnisola, da “luoghi dell’infinito”.

Aversa tra vie, piazze e chiese, Lello Moscia; 1997 LER

http://www.architettura.unina2.it/ITA/dipartimento/sede.asp

http://www.aversaturismo.it

http://www.diocesiaversa.it/

Sentiti ringraziamenti vanno a:

Monsignor Ernesto Rascato, che ci ha aperto con garbo e cortesia le porte del Museo Diocesano, e ci ha svelato aneddoti e curiosità della nostra bella città;

la dott.ssa Michela Grassi, di AversaTurismo, che ci ha accompagnato con gioia, disponibilità e professionalità, alla scoperta dei tesori della nostra città;

il Prof. Salvatore Palladino, che ci ha avviato con entusiasmo non comune alla storia della nostra città;

gli enti partner: AversaTurismo e la Diocesi di Aversa;

la prof.ssa Loredana Falco, che ha guidato i ragazzi nella traduzione in lingua inglese della storia di Aversa.

Prof. Lidia Di Puorto

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Prof. Genziana Fabozzo