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Roma B B Roma news news Marzo/Aprile 2011 Periodico di comunicazione sanitaria divulgativa della ASL RMB a cura del Progetto Archimede Uso e abuso dei farmaci: cosa c’è da sapere

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Marzo/Aprile 2011

Periodico di comunicazione sanitaria divulgativa della ASL RMB a cura del Progetto Archimede

Uso e abuso dei farmaci: cosa c’è da sapere

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I medicinali possono danneggiare la salute?Le reazioni avverse da farmaci (ADR) rappresentano un’importante emergenza sanitaria: gli anziani sono la categoria più a rischio

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«Di una cosa si può essere sicuri: del fatto che un farmaco è sempre portatore di effetti indesiderati, in alcuni casi conosciuti, ma nella maggior parte dei casi ancora da conoscere, soprattutto per quanto riguarda gli effetti tossici che si possono manifestare a distanza di tempo».

(Silvio Garattini, Farmaci per che cosa?, in “Aggiornamento del medico del 9 marzo 1986”)

«Di una cosa si può essere sicuri: del fatto che un farmaco è sempre portatore di effetti indesiderati, in alcuni casi conosciuti, ma nella maggior parte dei casi ancora da conoscere, soprattutto per quanto riguarda gli effetti tossici che si possono manifestare a distanza di tempo».(Silvio Garattini, Farmaci per che cosa?, in “Aggiornamento del medico del 9 marzo 1986”)I farmaci ci difendono dall’attacco dei germi patogeni e da altri agenti pericolosi per l’uomo, ma il loro abuso rischia di diventare in se stesso dannoso o quantomeno di limitare l’efficacia di medicinali realmente utili. Il farmaco, proprio perché è una sostanza chimica, per sua natura può determinare effetti utili positivi, ma anche provocarne di “negativi”. Ecco perché va assunto correttamente, sia nelle dosi che nei tempi e modalità di somministrazione. Contravvenire a questa regola può danneggiare seriamente il nostro organismo come suggerito dall’etimologia della parola “farmacon”, che significa in greco sia “medicina” che “veleno”.Gli anziani sono la categoria che rischia maggiormente di subire danni alla salute causati dall’assunzione impropria di medicinali. E’ stato infatti calcolato che circa il 60-80% degli ultrasessantacinquenni assume almeno un farmaco e addirittura il 10% ne riceve cinque o più. I più utilizzati sono quelli cardiovascolari e gli antipertensivi, seguiti da analgesici, sedativi e farmaci gastrointestinali, come i lassativi e i gastroprotettori.

Nei Paesi occidentali le reazioni avverse da farmaci (ADR)

rappresentano un’importante emergenza sanitaria dal momento che sono alla base di circa il 15% di tutti i ricoveri in ospedale e determinano il 5-10% dei costi ospedalieri. Negli ospedali americani tali patologie sono state stimate essere la quinta causa di morte tra i pazienti anziani ricoverati (J Am Geriatr Soc 2001; 49:200).La prevenzione di tali reazioni potrebbe perciò avere importanza in termini di salute pubblica, di risparmio dei costi di ospedalizzazione e di ridotta mortalità determinata da ADR. Secondo il geriatria Graziano Onder (53° Congresso Nazionale della Società Italiana di gerontologia e Geriatria - SIGG), la reale efficacia di quasi tutti i farmaci non è mai stata testata nei soggetti molto anziani affetti da più patologie contemporaneamente o che sono soggetti a regimi terapeutici molto complessi. Questo tipo di pazienti complessi è generalmente escluso dai grandi trial clinici sulla base dei quali è valutata l’efficacia dei farmaci e rappresenta un “buco nero nella farmacoepidemiologia clinica”.Recenti studi pubblicati nella letteratura scientifica internazionale hanno mostrato che l’uso di farmaci inappropriati è estremamente comune sia in pazienti anziani che vivono a domicilio sia in lungodegenza,

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presso le Residenze Sanitarie Assistite, con una prevalenza di uso che varia fra il 12 e il 40%.Quattro sono i tipi principali di errore: il primo riguarda gli errori che si verificano per difetto di conoscenza, il secondo perché si ricorre a metodi sbagliati o si applicano scorrettamente metodi adeguati, il terzo comprende gli errori legati ad azioni sbagliate o semplici sviste, il quarto raggruppa gli errori che si verificano per dimenticanza.La gestione del rischio clinico è uno dei principali obiettivi delle politiche sanitarie di governo clinico, con lo scopo di favorire azioni che siano in grado di controllare i rischi, di promuovere l’assunzione di responsabilità da parte degli operatori sanitari e indurre a cambiamenti di sistema.E il farmaco, la sua corretta gestione, prescrizione e dispensazione, per la sua centralità nel processo di cura, è elemento critico nella gestione del rischio clinico.L’Ufficio Qualità della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute consapevole del fatto che le cause dell’errore possono variare a seconda del contesto nel quale il farmaco e il dispositivo medico sono gestiti, ha prodotto una serie di documenti, per il miglioramento della sicurezza delle cure e la gestione del rischio clinico nell’uso dei farmaci.L’assistenza sul territorio, attraverso i servizi destinati alla cura del paziente presso il proprio domicilio, per la molteplicità degli attori coinvolti e per la sua complessità, determina un’amplificazione delle problematiche collegate al rischio e per questo necessita ancor più un’attenta azione di controllo, di coordinamento delle prestazioni e di verifica e adesione a protocolli e Linee guida. Dal momento che, nell’ambito della continuità assistenziale ospedale-territorio, l’errore può determinarsi negli specifici contesti territoriali e nelle diverse fasi della gestione del farmaco, nasce l’esigenza di sensibilizzare e coinvolgere non solo gli operatori sanitari, ma anche i pazienti e coloro che se ne prendono cura.

Farmaci ad alto rischio o ad alto livello di attenzione

Sono quei farmaci che richiedono particolare attenzione nella gestione e uso, a causa della loro potenziale tossicità, del basso indice terapeutico e dell’alta possibilità di interazioni, ad esempio: agonisti adrenergici, anestetici generali endovena, anestetici locali iniettabili, bloccanti neuromuscolari, anticoagulanti, eparina, warfarin, antiaritmici, antineoplastici, stupefacenti, oppioidi, benzodiazepine endovena, digossina, insulina, ipoglicemizzanti orali, sodio nitroprussiato, soluzioni concentrate di sodio cloruro, soluzioni concentrate di potassio cloruro, soluzioni concentrate di potassio, soluzioni di calcio, soluzioni di magnesio.

Gli errori più frequenti

E’ dimostrato che nelle strutture sanitarie, le cause di molti errori sono spesso riconducibili a mancanza di informazioni, scarsa o inadeguata comunicazione, calo di attenzione, stanchezza, carenze organizzative (ad esempio, luoghi di lavoro rumorosi).Tra gli errori in terapia quelli più frequenti sono legati all’uso dei farmaci cosiddetti “Look- Alike/Sound-Alike” ovvero “LASA”, acronimo anglosassone utilizzato per indicare i farmaci che possono essere scambiati con altri per la somiglianza grafica e/o fonetica del nome.Nomi che si scrivono e si pronunciano in modo simile, confezioni simili nelle dimensioni e nel colore possono indurre in errore durante tutte le fasi della gestione del farmaco, sia in ospedale sia sul territorio, ad esempio, negli ambulatori dei Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS), nelle Farmacie di comunità, nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) o presso il domicilio del paziente.N.B. Dove esistono dubbi sulla corretta interpretazione della prescrizione contattare sempre il medico.

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La storia dei farmaci generici in Europa comincia nel 1965, con la direttiva CEE n. 65/65 sui medicinali,

ma l’uso in Italia verrà introdotto soltanto trent’anni dopo con la Legge Finanziaria del 1996 (n.549 del 28 dicembre 1995), che definisce il farmaco generico come un “medicinale, la cui formulazione non sia più protetta da brevetto, a denominazione generica del principio attivo seguita dal nome del titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC)”. Questo concetto è stato in breve tempo ampliato con il Decreto Legge n. 323 del 20 giugno 1996, convertito in Legge n. 425 del 8 agosto 1996, la prima normativa italiana riguardante i generici che ne ha emendato la definizione.Il termine “generico” all’atto pratico, però, ha prodotto qualche fraintendimento e pregiudizio poiché è stato percepito dal pubblico come farmaco simile, ma non uguale al medicinale di riferimento indicato per la stessa patologia. A questo si è cercato di porre rimedio modificando l’attributo “generico” in “equivalente” (L. 149 del 26 luglio 2005). Successivamente, il Decreto Legislativo n.219/2006, norma che recepisce la Direttiva Europea 2001/83/CE, ha precisato la definizione del farmaco equivalente: “un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità”.Il farmaco generico è, quindi, la copia di una specialità

medicinale registrata, deve avere lo stesso principio at-tivo, presente alla medesima dose, la stessa forma far-maceutica, la stessa via di somministrazione e le stesse indicazioni terapeutiche. I medicinali equivalenti sono sottoposti agli stessi con-trolli e procedure di registrazione e vigi-lanza che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) riserva a tutte le specialità in com-mercio; l’industria farmaceutica che produce il generico deve, infatti, presen-tare una documenta-zione che dimostri la bioequivalenza con la specialità corrispondente. I medicinali sono sottopo-sti anche alle stesse verifiche di controllo della qualità, sia in base alla conformità della produzione alle Norme di Buona Fabbricazione (GMP) sia dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio attraverso gli studi di far-macovigilanza post-marketing.La riduzione del prezzo del generico non grava, infatti, sulla qualità di controllo e di produzione del medicinale quanto piuttosto sui costi di marketing che non com-prendono le spese di ricerca e sviluppo.

Farmaci generici, un’ambiguità lessicale che ha generato pregiudizi

A partire dal 2005 sono state diffuse Raccomandazioni e linee guida per gli operatori sanitari con informazioni su condizioni particolarmente pericolose, in grado di causare conseguenze gravi o addirittura fatali ai pazienti, e le azioni da intraprendere per prevenire gli eventi avversi.Un recente manuale del Dipartimento Qualità del Ministero della Salute raccoglie i principali strumenti finora prodotti per il miglioramento della sicurezza delle cure e la gestione del rischio clinico nell’uso dei farmaci, come la Raccomandazione n. 1 sul corretto utilizzo delle soluzioni concentrate di Cloruro di Potassio (KCl) e la Raccomandazione n. 7 per la prevenzione della morte, coma o grave danno e la gestione degli eventi avversi derivati da errori in terapia farmacologica. Nel documento viene anche presentato il progetto per la gestione dei farmaci Look-alike/sound-alike (LASA), farmaci che possono essere facilmente scambiati con

altri per la somiglianza grafica e/o fonetica del nome e per l’aspetto simile delle confezioni.Per contribuire ad evitare questi errori nella prescrizione e corretta gestione dei farmaci sarebbe auspicabile mettere insieme, attorno ad un tavolo, le istituzioni interessate (l’agenzia europea EMEA e la nostra AIFA), l’industria e le società scientifiche, referenti delle Regioni e Province Autonome, ordini professionali, clinici, i manager dei sistemi sanitari, le associazioni dei malati. In questa situazione bisogna ampliare la visione, analizzare i problemi collocandoli nel loro contesto socioculturale, politico ed etico e non cadere nelle tradizionali dicotomie del vero e del falso, tanto care agli specialisti. Tutti devono dare il proprio contributo alla valutazione e alla gestione del rischio, anche se ciò rallenta il cammino, ma forse consente di chiedersi dove porta questo cammino.

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SUGGERIMENTI PER L’USO SICURO DEI FARMACI

1 – Assumo i farmaci solo su indicazione del medico

Uso i farmaci solo se prescritti dal medico e non perché consigliati da un parente o da un amico oppure perché ne ho sentito parlare alla televisione o letto informazioni su riviste o su Internet. Quando assumo farmaci acquistabili senza ricetta chiedo comunque consiglio al medico o al farmacista.

2 – Voglio essere informato e consapevole della cura che sto facendo

Non esito a chiedere al medico o al farmacista tutte le informazioni sui farmaci che devo prendere, inclusi gli effetti collaterali e le eventuali interazioni con altri medicinali, prodotti erboristici e fitoterapici, bevande o alimenti. Se non ho capito bene chiedo di ripetere con parole più semplici.

3 – Parlo apertamente con il medico

Quando vado dal medico porto sempre la lista dei farmaci che sto prendendo (eventualmente con i foglietti illustrativi), anche quelli prescritti da altri medici. Riferisco se sto facendo uso di prodotti omeopatici, erboristici, fitoterapici, integratori o altri preparati acquistati in negozi specializzati; lo informo se sono in allattamento, in stato di gravidanza o se ho in progetto di esserlo.

4 – Informo il medico se sono allergico ai farmaci

Anche durante il ricovero devo SEMPRE riferire ai medici e agli infermieri se sono allergico ad alcuni farmaci o altri prodotti e/o materiali e se ho manifestato intolleranza ad alcuni alimenti.

5 – Riferisco al medico i disturbi apparsi durante la cura

Se durante la cura compaiono disturbi di cui il medico non mi aveva avvertito, lo avviso subito: il medico mi dirà come com-portarmi.

6 – Rispetto le indicazioni fornite dal medico “Farmaco giusto, al paziente giusto, nella dose giusta, nel momento giusto”

Controllo sempre che il farmaco da assumere sia quello prescrittomi e che la quantità sia quella indicata dal medico. Se sbaglio medicina o quantità, prima di prendere iniziative, consulto il medico. Se mi dimentico di prendere un farmaco non ne prendo due successivamente per colmare la dose saltata. Aumento o diminuisco la dose solo quando me lo dice il medico.

7 – Presto attenzione se devo assumere più farmaci

Se mi sono stati prescritti più farmaci per diverse malattie riferisco al medico o al farmacista la difficoltà a ricordare tutti i nomi e gli orari di assunzione ed eventualmente chiedo di scrivere sulle confezioni di ciascun farmaco a cosa serve e l’orario in cui va preso o di farmi un promemoria delle medicine che devo assumere con tutte le indicazioni per me necessarie.

8 – Non sostituisco i farmaci né modifico la cura prescritta di mia iniziativa

Quando sono ricoverato riferisco al medico e all’infermiere quali medicine sto prendendo e, per evitare interazioni, non prendo i farmaci che eventualmente ho portato da casa: è il medico che decide se confermare, sostituire o integrare la cura domicilia-re.

9 – Conservo i farmaci in modo sicuro

In casa conservo i farmaci in un luogo asciutto, al riparo dalla luce o, se indicato, in frigorifero e lontano dalla portata dei bambini. Separo i farmaci che hanno la confezione o il nome simili e che possono trarmi in inganno, e separo quelli per i bambini da quelli per gli adulti. Non lascio i blister (gli involucri) o i flaconi aperti a portata di tutti: è buona abitudine con-servare i farmaci nelle proprie confezioni originarie con il foglietto illustrativo. Per i colliri, gli sciroppi e le soluzioni in flaconi multidose, è utile annotare sulla confezione la data della prima apertura e la data dell’ultima utilizzazione. Prima di pren-dere un farmaco controllo la scadenza e la corretta conservazione osservando eventuali cambiamenti di colore e/o odore. Non lascio i farmaci in auto, specie nel periodo estivo o se è esposta al sole. Durante l’estate se sono in viaggio, anche per brevi spostamenti, trasporto i medicinali, che richiedono una determinata temperatura di conservazione, in busta termica e/o con ghiaccio sintetico; se viaggio in aereo porto sempre i farmaci con me.

10 – Se assisto qualcuno, non esito a chiedere aiuto

Se assisto a casa una persona malata, presto attenzione ai farmaci che deve assumere, attenendomi scrupolosamente alle indi-cazioni fornite dal medico: se ho difficoltà o dubbi devo avvertire subito i familiari dell’assistito, se possibile, o il medico.

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Giornata mondiale del renePrevenzione? Innanzitutto informare

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Una persona al mondo su dieci ha un danno renale e la prevenzione ha un ruolo essenziale per identificare

la malattia in fase precoce e prevenirne l’evoluzione e le complicanze. In Italia, così come nel resto del mondo, le malattie renali sono in continuo aumento e ancora troppi pazienti ricorrono alla dialisi e al trapianto. Un semplice esame delle urine e il dosaggio della creatinina nel sangue sono il primo passo per diagnosticare un cattivo funzionamento del rene.Obiettivo della Giornata mondiale del rene, che in Italia si è svolta anche nel 2011 sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio clinico correlato alla patologia renale, attraverso la distribuzione di materiale educativo e una visita di screening.La ASL Roma B, il 10 marzo scorso, ha partecipato per il quinto anno consecutivo all’iniziativa “Porte Aperte”, realizzata dalla U.O.C. di Nefrologia, Dialisi e Litotrissia dell’Ospedale Sandro Pertini - Centro di Riferimento Regionale, con l’obiettivo di individuare i soggetti a rischio e diffondere una maggiore cultura della prevenzione.

Decalogo della Giornata mondiale del rene

1. I reni sono organi che si possono deteriorare, spesso senza dare alcun segno o sintomo, per cui è necessario, una volta all’an-no, misurare la pressione arteriosa e effettuare l’esame delle urine. Talvolta può essere necessario anche conoscere il valore della creatinina nel sangue ed effettuare un’ecografia renale.

2. I soggetti a rischio di malattia renale sono: adulti con età superiore a 60 anni, ipertesi, diabetici, obesi, individui con familia-rità per malattie renali e coloro che fanno abuso di farmaci anti-infiammatori.

3. Nella fase ultima della malattia renale (insufficienza renale terminale) gli unici rimedi sono la dialisi e/o il trapianto.

4. Si stima che oggi nel mondo 2.500.000 pazienti siano in trattamento dialitico per uremia cronica. Si calcola che oggi ci siano in Italia circa 50.000 pazienti in trattamento dialitico cronico.

5. La cause più comuni che portano all’insufficienza renale sono il diabete e l’ipertensione arteriosa non controllata. Infatti il 72% dei dializzati nel mondo sono pazienti diabetici e/o ipertesi.

6. Il diabete si complica con il danno renale in almeno il 40% dei casi.

7. La progressione del danno renale si può rallentare con l’uso di farmaci che sono dotati di azione reno-protettiva, sia perché controllano la pressione arteriosa, sia perché riducono la proteinuria.

8. Il controllo della malattia renale è fondamentale anche perché migliora la prognosi cardiovascolare (chi è malato di rene spesso soffre di malattia cardiaca).

9. Prevenire si può: curare e controllare bene il Diabete e la Pressione Arteriosa significa bloccare l’evoluzione del danno renale verso la dialisi.

10. I Nefrologi della Società Italiana di Nefrologia (SIN) e della Fondazione Italiana del Rene (FIR) Onlus sanno come affrontare la malattia renale: affidatevi a loro.

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LA PIRAMIDE ALIMENTARE DEL SALE

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Meno Sale e più Salute… contro l’ipertensione e le malattie cardiovascolariLa ASL Roma B ha aderito dal 21 al 27 marzo alla Settimana mondiale per la

riduzione di Sale da cucina nell’alimentazione quotidiana

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Molte persone sono consapevoli del fatto che l’eccesso di sale favorisce l’aumento della pressione arteriosa,

ma danno importanza a questo soltanto una volta che l’ipertensione si sia già manifestata. Molti ancora non hanno sufficiente consapevolezza del legame diretto esistente tra l’eccesso di sale alimentare e il rischio di eventi cardiovascolari disabilitanti e potenzialmente fatali, come l’ictus cerebrale, l’infarto del miocardio e lo scompenso cardiaco. Una metanalisi recentemente pubblicata da un gruppo di ricerca italiano diretto dal prof. Pasquale Strazzullo, coordinatore del GIRCSI, ha quantificato nella misura del 23% la riduzione della incidenza di ictus che potrebbe conseguire alla riduzione del consumo di sale da 10 a 5 grammi al giorno, secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Su scala mondiale, questa percentuale si traduce in un milione e duecentocinquantamila vite risparmiate ogni anno.In aggiunta al rischio di malattie cardiovascolari, l’abuso

alimentare di sale causa altri danni, molto meno noti, alla salute: tra questi il cancro dello stomaco, l’osteoporosi, la calcolosi delle vie urinarie e l’insufficienza renale.La Società Italiana di Nutrizione Umana raccomanda che ognuno si adoperi per ridurre il proprio consumo di sale introducendo gradualmente alcuni semplici cambiamenti nella preparazione dei pasti, prestando maggiore attenzione alle etichette che riportano il contenuto in sodio dei prodotti alimentari confezionati, scegliendo quelli che contengono meno sale, eliminando il sale dalla tavola e limitando l’uso del sale in cucina sostituendolo con aromi e spezie, se graditi.La ASL Roma B ha aderito dal 21 al 27 marzo alla Settimana mondiale per la riduzione di Sale da cucina nell’alimentazione quotidiana, promossa da World Action on Salt in collaborazione con la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e dal GIRCSI, attraverso l’orientamento dei consumatori ad una scelta consapevole di alimenti meno ricchi di sale.

La Società Italiana di Nu-trizione Umana (SINU), per orientare le scelte dei consumatori nei confronti di un’alimentazione a più ridotto contenuto in sale, ha elaborato una rappre-sentazione grafica deno-minata “piramide alimen-tare del sale”, che indica il differente contenuto in sale nell’ambito di ciascun gruppo alimentare. Alla base della piramide si trovano gli alimenti a mi-nor contenuto in sale (da consumare quindi abitual-mente) e procedendo verso il vertice, gli alimenti più ricchi in sale.

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Quantità massime di sale da introdurre in una giornata

Età Assunzione giornaliera

0-6 mesi inferiore 1 g/die

6-12 mesi 1 g/die

1-3 anni 2 g/die

4-6 anni 3 g/die

più di 7 anni 5 g/die

Qualche consiglio per ridurre il saleEcco qualche suggerimento pratico per ridurre gradualmente il consumo di sale e per migliorare la sensibilità gustativa apprezzando cibi poco salati, senza per questo rinunciare al gusto:Quando fai la spesa, acquista alimenti poco salati: controlla sempre le etichette, anche delle acque mineraliQuando sono disponibili, scegli prodotti a basso contenuto di sale (ad esempio pane ed altri derivati dei cereali senza aggiunta di sale)Riscopri il piacere di una buona cucina e riduci il consumo di piatti industriali, sughi già pronti o cibi in scatolaLimita l’uso di condimenti contenenti sodio (dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape, ecc.)Aggiungi meno sale alle ricette: pasta e riso possono essere cotti in acqua poco salata; bistecche, pesce, pollo, verdure o patate (anche fritte) possono essere preparati e cucinati con meno sale o addirittura senzaInsaporisci i cibi con erbe aromatiche fresche, spezie o usando limone e acetoA tavola, metti solo olio e aceto: sarà più facile non aggiungere sale ai piatti già cucinati!Non aggiungere sale nelle pappe dei tuoi bambini almeno per tutto il primo anno di vita ed abituali ad apprezzare cibi poco salatiLatte e yogurt sono una buona fonte di calcio con pochissimo sale. Preferisci i formaggi freschi a quelli stagionatiSe mangi un panino, puoi prepararlo con alimenti a basso contenuto di saleDurante gli spuntini, frutta o spremute sono un’ottima alternativa agli snack salatiNell’attività sportiva leggera reintegra con la semplice acqua i liquidi perduti attraverso la sudorazioneSe proprio trovate il menù insipido: solo un pizzico di sale, ma iodato

Il Tavolo permanente con le associazioni di volontariato, un ponte tra la Asl Roma B e i cittadini

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Ogni Amministrazione può scegliere in piena autonomia in quale modo consultare le associazioni dei

consumatori e degli utenti, facendo riferimento soprattutto a quelle portatrici di interessi prossimi all’attività svolta dall’ente. Ecco perché il Direttore Generale della Asl Roma B, Vittorio Bonavita, dando seguito a quanto stabilito dalla delibera del Civit n. 120/2010, ha individuato nel Tavolo permanente con le associazioni di volontariato gli interlocutori più qualificati ai quali sottoporre il Piano e la Relazione sulle performance.La scelta della Asl Roma B è frutto di un confronto ormai longevo tra Associazioni e professionisti che hanno condiviso con l’Azienda idee, progettualità e azioni, proprio per dare continuità ed efficacia al coinvolgimento

del cittadino nella realizzazione delle buone pratiche cliniche.

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La partecipazione consapevole alla reale gestione dei Servizi sanitari si è realizzata, infatti, attraverso una progressiva responsabilizzazione dei cittadini, che diventano soggetti attivi di confronto durante tutte le fasi di concretizzazione del percorso assistenziale nei modi e nelle forme previsti dagli indirizzi normativi e dalla cultura organizzativa orientata alla qualità.Un passaggio importante è stato, ad esempio, la riforma del Titolo V della Costituzione, che, all’articolo 118, ribadisce come principi fondamentali la sussidarietà, la differenza e l’adeguatezza, e considera la pubblica amministrazione come soggetto di relazione con il cittadino.Investito di una nuova responsabilità, complici le nuove opportunità di dialogo, il cittadino diviene promotore della cultura della condivisione in “una relazione basata sul principio di corresponsabilità tra utenti e sistema sanitario”.Senza le sollecitazioni espresse dalle Associazioni di familiari e volontariato durante un evento realizzato il 23 giugno 2006 dal titolo “L’ASL Roma B incontra i cittadini” forse il Tavolo Permanente con le Associazioni non avrebbe avuto una così rapida evoluzione.Nato con lo scopo di favorire, attraverso la consultazione, la partecipazione alla politica sanitaria aziendale dei singoli cittadini, delle loro organizzazioni e delle associazioni di volontariato e di tutela, come previsto nell’Atto Aziendale 2008, è costituito dai delegati eletti dalle circa 80 Associazioni presenti sul territorio della ASL Roma B, rappresentanti di varie aree tematiche: Cittadini stranieri, Diversamente abili, Vita in ospedale, Malattie oncologiche, Malattie rare ad alto impatto sociale, Malattie croniche e dell’anziano, Salute mentale, Tutela dei diritti del malato, Tutela materno infantile.Riuscire a stabilire un campo comune di lavoro è stata un’operazione di non scarsa difficoltà, ma ancora di più è stato impegnativo concretizzare delle proposte comuni per il raggiungimento di obiettivi che non fossero mere utopie, ma miglioramenti possibili e realizzabili.Il primo e più comune obiettivo si è consolidato nella proposta della realizzazione di percorsi che consentano l’umanizzazione delle cure.A tutti è noto che non si tratta di cosa facile da realizzare e non certo a causa della scarsa predisposizione all’empatia degli operatori sanitari, ma piuttosto a causa della complessità dei meccanismi che regolano la gestione produttività ed economica della sanità in genere. Occorre comunque predisporre azioni formative mirate e preoccuparsi soprattutto dello stato di integrità emotiva

degli operatori, riducendo in loro il carico di stress dovuto al mantenimento di standard gestionali e non sempre tesi al rispetto e alla condizione del malato e dei suoi familiari. L’accoglienza in ospedale, l’attenzione nei confronti della comunicazione con i pazienti, soprattutto nella fase della diagnosi, le capacità di ascolto delle istanze che provengono dalle situazioni individuali e familiari di chi entra in ospedale, sono tutti fattori che vanno introdotti con convinzione nel sistema sanitario, anche eventualmente riducendo l’esasperata attitudine al taglio dei costi e alla gestione aziendalistica dell’azione di cura. La gestione della sanità va sempre ispirata al principio che ogni euro in più impiegato sia un investimento e non una spesa da evitare, soprattutto se rivolto proprio all’umanizzazione delle cure.Il secondo obiettivo, strettamente connesso al primo e di più breve termine riguarda la definizione di percorsi ospedalieri dedicati a condizioni particolari di accesso in ospedale. Proprio rifacendosi alle principali aree di bisogno

rappresentate nel Tavolo, si è lavorato alla proposta di percorsi prestabiliti che possano ridurre i tempi di attesa, favorire l’appropriatezza dei ricoveri e migliorare la condizione delle persone all’interno degli ospedali.Il terzo obiettivo si concentra, in modo complementare ai primi due, sulla sanità territoriale e sul rafforzamento. Il ruolo del medico di medicina generale, se adeguatamente incentivato dalla formazione e dai riconoscimenti economici può supportare in maniera determinante la qualità della vita delle persone con malattie croniche o cronico-degenerative, oltre che rendere più organica e razionale l’azione delle strutture sanitarie ospedaliere. Se poi si riuscisse a stabilire uno stretto rapporto di comunicazione e di organizzazione tra sanità territoriale, ospedali e strutture per le cure intermedie (residenze protette, RSA, hospice, ecc.) allora ci si troverebbe nella condizione di migliorare in poco tempo la qualità dell’intero sistema sanitario.

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Chi guida l’automobile a Roma sa bene quanto le code siano fastidiose: in strada come a uno sportello, all’automobilista stare in fila proprio non piace. Lo sanno bene le Commissioni Patenti Speciali che hanno il compito dell’attestazione di idoneità alla guida a persone con disabilità o con alcune patologie o a chi, a seguito di controlli per l’uso di alcool e droga o altri reati, viene sospesa la patente o per gli anziani di 80 anni come previsto nuovo dal Codice della strada. Dal 1° aprile scorso è stato riorganizzato il sistema di prenotazione della visita per la Commissione Patenti Speciali Roma 3 - Via San Benedetto del Tronto, 9.

E’ infatti possibile presentare la richiesta di prenotazione presso tutti gli Sportelli CUP della ASL Roma B. Al momento della richiesta viene rilasciato un modulo contente: la data della visita, il numero d’ordine progressivo, l’ora della visita

medica e l’elenco dei documenti da presentare in base alle diverse tipologie. Sempre presso gli sportelli è possibile effettuare il pagamento della visita medica.

Niente file per la Commissione Patenti Speciali Roma 3>>

Gli Sportelli CUP attivi

Largo De Dominicis, 6/8 dal lunedì al venerdì ore 13,00 - 17,30;•Via Mozart, 25 dal lunedì al venerdì ore 13,00 - 17,30;•Via Bresadola, 56 dal lunedì al venerdì ore 13,00 - 17,30;•ViadellaRustica,218lunedìemercoledìore11,00-17,30;•

martedì – giovedì venerdì ore 11,00 - 13,00;PiazzadeiMirti,45lunedìemartedìore11,00-17,30;mercoledì-giovedì-•venerdì ore 11,00 – 12,30Via Tenuta di Torrenova, 138 dal lunedì al venerdì ore 13,00 - 17,30;•Viale D. Cambellotti, 11 dal lunedì al giovedì ore 13,00 - 17,30;•venerdì ore 11,00 – 12,30ViaTorricellaSicura,4dallunedìalvenerdìore13,00-17,30•Via Cartagine, 85 dal lunedì al venerdì ore 13,00 - 17,30;•ViaAntistio,15dallunedìalvenerdìore13,00–17,30•Via Stazione di Ciampino, 31 lunedì e mercoledì ore 11,00 – 17,30; •martedì – giovedì - venerdì ore 11,00 - 13,00

Quarto obiettivo, logica conseguenza di quelli esposti finora, è la realizzazione della chimera di ogni governo (nazionale, regionale, locale): l’integrazione socio-sanitaria. Se si riuscisse a impiegare le risorse dei servizi sociali in maniera integrata e funzionale all’azione del sistema sanitario, se ne avrebbe immediatamente un duplice giovamento: da una parte si otterrebbe, attraverso la formazione, un innalzamento qualitativo dell’offerta dei servizi di aiuto alla persona da parte degli enti locali, e dall’altra una immediata razionalizzazione delle risorse sanitarie e un loro rapido incremento nella disponibilità alla sempre crescente domanda di intervento rapido ed efficace.I quattro obiettivi identificati dall’azione del Tavolo sono in effetti il risultato del raggiungimento del quinto e

ultimo obiettivo identificato dai lavori che hanno visto la collaborazione delle associazioni e della direzione aziendale della ASL: la Governance. In tutti i moderni sistemi sanitari, ormai possiamo dire in tutta l’Europa settentrionale, si è stabilito un patto tra il decisore e gli utenti che non può rinunciare ad una stretta collaborazione nella predisposizione di azioni di governo che tendano al miglioramento dell’intero sistema di gestione. Tutti i componenti del Tavolo ripongono grande fiducia in questa circostanza di collaborazione, che, come ha già dimostrato negli ultimi sei anni di lavoro condiviso, può sortire i suoi effetti più tangibili nella Governance di un sistema come quello sanitario la cui efficienza è davvero cara ai cittadini, soprattutto ai più deboli, di un Paese che voglia dirsi civile.

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Dal 1° aprile scorso sono cambiate le modalità di dichiarazione dell’esenzione ticket per reddito e non

sarà più possibile autocertificarne il diritto ponendo la firma sulla ricetta poiché tale informazione dovrà essere riportata sulla ricetta stessa direttamente dal medico che fa la prescrizione di visita specialistica o farmaceutica. Per consentire un progressivo adeguamento al nuovo processo, sulle prescrizioni effettuate entro il 30 giugno 2011 sarà possibile per l’assistito in possesso dei requisiti di legge continuare ad apporre la firma sulla ricetta. Dal 1° luglio in poi sarà il medico prescrittore a trascrivere obbligatoriamente sulla ricetta il codice di esenzione per reddito dopo aver verificato la presenza del nominativo

dell’assistito nell’elenco degli esenti per reddito. Se il medico di famiglia o il pediatra non dovesse riportare il codice di esenzione per reddito sull’impegnativa, l’utente dovrà pagare la prestazione senza diritto all’esenzione né alla richiesta di rimborso.Nel caso in cui l’assistito non fosse presente negli elenchi degli esenti per reddito e ritenesse di possedere i requisiti

dovrà recarsi presso gli sportelli CUP della ASL Roma B per rilasciare apposita autocertificazione per sé e per i propri familiari muniti di delega.Tutte le autocertificazioni verranno sottoposte a verifica. L’autocertificazione di dati non veritieri è perseguibile penalmente in base all’art 76 del DPR 445/2000.

Esenzione ticket per reddito, cosa cambia dal 1° luglio>>

Le categorie ammesse

Le Regioni segnalano le persone che hanno diritto all’esenzione, il tipo di esenzione (totale o parziale) e le rispettive quote che devono pagare. L’eventuale pagamento parziale viene effettuato presso la struttura che eroga la prestazione stessa.Tre le varie categorie di esenzione, quella “per reddito” è l’esenzione dal pagamento, totale o in forma ridotta, delle prestazioni specialistiche ambulatoriali da parte di categorie sociali a basso reddito.Le categorie di esenzione per reddito sono le seguenti:

E01: Soggetto con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a 36.165,98 euro (ex articolo 8 comma 16 della Legge 537/1993 e successive modifiche ed integrazioni).

E02: Soggetto titolare (o a carico di altro soggetto titolare) della condizione di Disoccupazione con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (ex articolo 8 comma 16 della Legge 537/1993 e successive modifiche ed integrazioni).

E03: Soggetto titolare (o a carico di altro soggetto titolare) di Assegno (ex pensione) sociale (ex articolo 8 comma 16 della Legge 537/1993 e successive modifiche ed integrazioni).

E04: Soggetto titolare (o a carico di altro soggetto titolare) di Pensione al Minimo con più di 60 anni e reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (ex articolo 8 comma 16 della Legge 537/1993 e successive modifiche ed integrazioni).

Periodico di comunicazione sanitaria divulgativa della ASL RMB a cura del Progetto Archimede

AZIENDATel. 06/41431Fax 06/4143.3220

Direttore Generale:Dr. Vittorio Bonavita

Direttore Sanitario:Dr. Enrico Piroli

Direttore Amministrativo:Dott. ssa Paola Longo

Sito Internet:www.aslromab.it

Ufficio Relazioni con il PubblicoVia Filippo Meda, 35Tel/Fax 06/41433014

I DIPARTIMENTIPrevenzioneV.le B. Bardanzellu, 8Tel. 06/41434925

Salute MentaleV.le B. Bardanzellu, 8Tel. 06/41434990

OSPEDALIOspedale Sandro PertiniVia Monti Tiburtini, 385Centralino:Tel. 06/41431Direzione Sanitaria:Tel. 06/41433517

Poliambulatori:Tel. 06/41433955

Policlinico CasilinoVia Casilina, 1049Centralino:Tel. 06/231881Direzione Sanitaria:Tel. 06/23188234

Ufficio Relazioni con il PubblicoTel. 06/23188305Poliambulatori:Tel. 06/23188295

I DISTRETTI SANITARIDistretto I (V Municipio)Largo De Dominicis, 7Tel. 06/41435759

Distretto II (VII Municipio)P.zza dei Mirti, 45Tel. 06/41435855

Distretto III (VIII Municipio)Via Tenuta di Terranova, 138Tel. 06/41434744

Distretto IV (X Municipio)V.le B. Rizzieri, 226Tel. 06/41434065

Numeri utili

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Coordinamento editoriale: Antonia Liguori

Redazione:Dott. Egidio SestiDott.ssa Cristina Sopranzi

Progettazione, realizzazio-ne e composizione:Medilife S.p.A. Via F. Denza, 2700197 - RomaTel. 06.47884809 Fax 06.47884772www.progettoarchimede.com

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Finito di stampare Gennaio 2011c/o Azienda Asl Roma B, Via F. Meda, 35 - Roma

Foglio ad esclusivo uso interno