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Politiche educative e inserimento lavorativo: un quadro d’insieme e una ricerca

Carlotta Mozzana17 Febbraio 2012

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+Un quadro d’insieme

Il sistema delle politiche educative in Italia: spesa pubblica, canali di finanziamento, caratteristiche generali;

Il processo di regionalizzazione del sistema educativo;

La relazione tra sistema educativo e mercato del lavoro;

Focus sulla situazione campana;

Esercitazione;

Presentazione del caso studio.

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+Gli attori

Diversi livelli di governo con differenti competenze:

Livello nazionale: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (programmazione, finanziamento, regolazione del sistema, reclutamento personale);

Livello regionale: Regione ridefinizione competenze per riforma costituzionale; USR sedi regionali Ministero implementazione politiche nazionali, allocazione fondi;

Livello locale: Province, Comuni, scuole responsabilità su strutture e organizzazione.

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+La riforma costituzionale e le sue conseguenze

2001 Riforma titolo V costituzione 2009 Legge sul federalismo

fiscale:

Riorganizzazione delle competenze di Stato, Regioni e autorità locali.

Ministero compiti di definizione di norme e linee guida generali

(livelli essenziali delle prestazioni).

Regioni e autorità locali programmazione regionale, gestione e

reperimento personale sul territorio.

Risultati incerti: attualmente in corso un processo di

differenziazione regionale, diversi paradigmi sul territorio con un

sistema che va a diverse velocità e produce diversi risultati.

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+Il sistema di finanziamento

Spesa complessiva nel 2009 52,901 milioni di euro

Circa 82% Stato, il principale finanziatore del sistema (maggior parte delle risorse per stipendi personale);

Circa 10% Comuni, responsabili degli edifici scolastici, dell’assistenza (ad esempio agli alunni disabili), dei trasporti, dei pasti, etc.

Circa 3% Province, che finanziano gli edifici e alcune spese tecniche;

Circa 4% Regione, che finanzia servizi locali di assistenza, eroga contributi per le scuole private e per persone in stato di povertà.

La spesa è il 4,8% del PIL, ovvero 1,3 punti percentuali in meno rispetto al totale OCSE che è del 6,1% (OECD Education at a Glance, 2011)

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+Caratteristiche del sistema educativo italiano

Il sistema educativo italiano:

A partire dalla fine della scuola media, il sistema genera

gerarchie tra alunni e tra programmi;

È autoreferenziale, pochi legami e contatti con l’esterno e col

mondo del lavoro;

Legami con il territorio deboli e gli studenti difficilmente

provano esperienze esterne alla scuola.

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+Caratteristiche del sistema educativo italiano

1923 Riforma Gentile: posizione preminente dell’insegnante, metodo di insegnamento deduttivo, separazione tra la scuola e il mondo esterno

Anni ’90: riforme corsi uniformati, programmi prevalentemente teorici (in particolare nei licei) e poco investimento sulle competenze pratiche e tecniche.

Orientamento scolastico diventa un processo di esclusione, per cui i meno abili vengono orientati su percorsi meno prestigiosi, indipendentemente da capacità e competenze.

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+Caratteristiche del sistema educativo italiano

Tre sono i percorsi dopo la scuola secondaria di primo grado,

strettamente separati:

Liceo, in cui i programmi non sono disegnati per preparare gli

studenti a specifiche professioni, e non esiste la possibilità di

frequentare corsi professionalizzanti;

Istituti tecnici, organizzati per introdurre gli alunni al mercato

del lavoro e prepararli attraverso corsi specifici. Non dà una

certificazione professionale;

Formazione professionale, corsi specifici di formazione che

portano a qualificazioni tecniche e professionali, con un accesso

facilitato al mercato del lavoro.

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+Caratteristiche del sistema educativo italiano

2010 Riforma della scuola secondaria superiore:riorganizzazione dei cicli, chiusura delle sperimentazioni degli anni ’90;Istituti tecnici riorganizzati e rinforzati rispetto all’asse tecno-scientifico;Formazione professionale concentrata su materie di interesse economico e produttivo;Regione assume controllo dei percorsi IeFP (istruzione e formazione professionale) qualificazione professionale di tre anni o diploma di 4 anni riconosciuto a livello nazionale; Possibilità di rientrare nel sistema scolastico (scuola secondaria o università) anche dalla formazione professionale.

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+La regionalizzazione del sistema educativo

Riforma costituzionale 2001 ridistribuisce competenze e poteri tra Stato e Regioni:

Da un modello autoritario multi-governance con attribuzione di nuovi poteri alle Regioni e alle agenzie locali.

Nuove funzioni per la Regione divise tra:

”Educazione" affidata all’integrazione legislativa tra Stato e Regioni;

”Formazione professionale" affidata interamente alla legislazione regonale salvo i LEP (livelli essenziali delle prestazioni), materia statale.

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+La regionalizzazione del sistema educativo

Management delle risorse sia finanziarie che di personale rimane a livello centrale

Processo di decentralizzazione incompleto: potere delle Regioni e del livello locale limitato, permane rilevanza del livello centrale e delle sue ramificazioni locali.

PISA 2006 grande varietà risultati nei diversi contesti regionali, consistente differenza nord-sud.

Regioni hanno differenti modalità e approcci politici nell’organizzare le competenze che derivano dalla riforma del titolo V della Costituzione.

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+Legami col mercato del lavoro

Accesso all’istruzione e alla formazione caratterizzato da forti disuguaglianze;

Scarsa integrazione tra politiche educative, sociali e del lavoro;

Relazione tra educazione e lavoro caratterizzata da autoreferenzialità;

Protezione sociale caratterizzata da familismo e debolezza dei diritti;

Politiche del lavoro caratterizzate da dualismo e frammentazione;

Giovani soffrono di una sindrome del ritardo nell’accesso al mercato del lavoro e nell’uscita dalla famiglia;

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+Legami col mercato del lavoro

Mercato lavoro italiano caratterizzato da prevalenza di piccola-media impresa di carattere famigliare (circa 99% del totale) fatica a esprimere una domanda di formazione specifica.

Per circa 50% dei lavoratori in possesso di un diploma, questo non sarebbe stato necessario per la posizione lavorativa attualmente occupata.

Il 43% dei giovani tra i 15 e i 35 anni fa un lavoro che non ha niente a che fare con la propria formazione.

Paradosso della sovraistruzione: alti livelli di istruzione non garantiscono accesso a posizioni lavorative rilevanti.

Accesso al mercato del lavoro guidato più da legami sociali che da certificazioni educative.

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+Focus: i NEET= Not in Employment, Education or Training

Si tratta di giovani (15-29) espulsi da percorsi formativi, di istruzione, e dal mercato del lavoro, in cui spesso non sono ancora entrati.

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+Focus: i NEET

Nel 2009 più di 2 milioni di NEET in Italia: 56,5% donne, 43,5% uomini, 21,2% della popolazione di riferimento.

Nel mezzogiorno, questo valore sale al 30%, con delle punte ad esempio su Napoli (37%), Catania (36,4%) e Palermo (36,3%). In Campania il valore medio è 33,5%.

A livello nazionale, gli inattivi sono il 65,8%, mentre coloro che sono in cerca di occupazione sono il 34,2%.

La forbice tra questi due valori si allarga al sud: in Campania sono rispettivamente 74,6 e 25,4% con ulteriori differenze tra uomini e donne (le inattive sono più dell’80%).

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+Regione Campania

Una delle regioni più povere dell’Europa occidentale;

5.824.625 abitanti (seconda regione più popolosa d’Italia)

Nel 2008 ha avuto il Pil più basso d’Italia: 13.500 € pro-capite, contro i 27.500 € della Lombardia e i 21.400 € di media Italiana.

È una regione che prende parte al Programma Convergenza dell’Unione Europea, per le regioni meno “sviluppate” dell’UE 6.9 miliardi € di finanziamenti dall’UE.

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+Il mercato del lavoro

Tasso di occupazione 2009 40.8%, 16.6% sotto la media nazionale ed estremamente sotto il target di Lisbona del 70%.

Nel 2009 il tasso di disoccupazione è del 12.9% contro il 7,8 della media italiana.

Molto ampia la forbice tra uomini e donne: disoccupazione maschile 11.4% mentre quella femminile è del 16%; disoccupazione giovanile è al 41,9 % contro il 27,8 % (dati Istat 2010).

Questo si lega a alti livelli di lavoro sommerso, che nel 2007 era stimato al 17.3%, molto sopra la media nazionale (11.8%).

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+Istruzione e fenomeno dell’abbandono scolastico

Nel 2007 27.9% dei giovani tra i18 e i 24 possono vantare un diploma di scuola media ma non hanno seguito ulteriori corsi di formazione/istruzione.

66.9% dei giovani tra i 20 e i 24 ha un diploma di scuola secondaria superiore, contro la media italiana del 73%.

Nel 2008 gli “early school leavers” tra i 18 e i 24 anni che non hanno conseguito certificazioni sono il 26,3 % (in Italia 19%).

Nel 2007 tasso drop out al primo anno della scuola secondaria superiore è del 14%, con una media nazionale dell’11.4%

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+Quali attori?

UE: Programma Convergenza, Politica di coesione europea che mira a supportare le regioni europee con bassi livelli di sviluppo.

Finanziamenti di due tipi:

ERDF (European regional development fund) 2007-2013 si riferisce specificamente all’educazione e all’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro

EFS (European Social Fund) 2007-2013 sette assi di intervento: Adattabilità, occupazione, inclusione sociale, capitale umano, Trans-nazionalità/Inter-regionalità, assistenza tecnica, capacità istituzionale.

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+Quali attori?

La Regione: non esiste un modello di istruzione e formazione professionale forte, anche per i recenti cambiamenti di giunta.

Legge regionale 4/2005: garantisce il pieno diritto allo studio e alla formazione professionale così come al life long learning attraverso:

Strumenti di supporto di tipo economico;

Specifici progetti che abbiano l’obiettivo di prevenire l’abbandono scolastico precoce.

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+Il sistema regionale

Linee guida regionali per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e per istituire nuove forme di formazione istituite nel novembre 2006:Supportare il pieno esercizio del diritto allo studio lungo tutta la carriera scolastica;Prevenire e contrastare l’abbandono scolastico e favorire il rientro a scuola dei giovani che hanno sperimentato percorsi di fallimento scolastico e formativo.

Legge regionale14/2009 crea e integra il sistema regionale dei servizi e l’agenzia per il lavoro con la scuola. Ha funzione di:Monitorare e implementare le linee guida regionali; Strutturare interventi per sostenere l’occupazione femminile, degli stranieri e delle persone disabili;Contrastare disoccupazione ed esclusione sociale; Costruire percorsi di formazione professionale e apprendistato.

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+Il sistema regionale

Nella pratica:

Le risorse per la formazione professionale vengono usate impropriamente come sussidi e ammortizzatori sociali in un contesto in cui il mercato del lavoro caratterizzato da alti margini di lavoro sommerso e alte percentuali di disoccupazione.

Finanziamenti per i corsi di formazione usati come strumento di clientelismo politico, per distribuire potere tra i diversi gruppi politici di interesse.

I fondi europei hanno preso il posto dei finanziamenti statali, che si sono contratti negli anni su questi temi.

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+Esercitazione

Quali misure per affrontare una situazione di questo genere?

Costruire un progetto di intervento sociale su questi temi (educazione/ingresso nel mercato del lavoro/contrasto all’abbandono scolastico)

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+Il progetto Trespassing a Napoli

Il Progetto Trespassing è stato disegnato e messo in opera dall’Associazione Quartieri Spagnoli a Napoli, associazione che si occupa di sviluppo di comunità in un quartiere caratterizzato da situazione di multideprivazione.

Il progetto prevede percorsi personalizzati di avvicinamento alla cultura del lavoro per giovani NEETS attraverso:

Counselling individuale e di gruppo;

Focus sulla motivazione del ragazzo/a e in generale sulle competenze lavorative;

Supporto durante tirocinio in alcune aziende selezionate (principalmente artigiani della zona o della città).

Beneficiari: giovani NEET.

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+Caratteristiche del progetto

Il target: giovani NEET che vivono in un contesto caratterizzato da criticità sociali, economiche, istituzionali e culturali.

L’approccio generale: chiaramente ispirato e orientato all’approccio delle capacità per quanto riguarda metodi, strumenti e pratiche.

Lo scopo: promuovere le capacità delle persone e la loro capacità di scegliere, lavorando sugli ostacoli soggettivi dell’incompetenza.

Metodi e strumenti: esportabili in altri contesti e con target differenti.

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+Caratteristiche del progetto

L’Associazione promuove progetti che lavorano contemporaneamente su place e people; ha costruito forte rete di fiducia gli interventi che hanno una dimensione locale molto forte e rilevante.

Progetto altamente personalizzato, tirocinio “sul lavoro”, attenzione alle competenze in uso, stretta relazione tra allievo, tutor aziendale e tutor dell’Associazione.

Presenza di vincoli nel bando che selezionano i giovani più responsabili e volenterosi mancanza di risorse per i NEET più fragili.

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+Il progetto in pratica

Capability for voice •Percorsi personalizzati costruiti sulla base delle richieste dei giovani (e che possono essere cambiati in corso d’opera).•Voice considerata in tutte le fasi del progetto e considerata come precondizione per lo sviluppo delle capacità.

Capability for work •Il tirocinio è svolto in ambienti lavorativi non protetti ma sotto la costante supervisione e supporto dei tutor;•Il tutor aziendale e il tutor dell’associazione lavorano insieme all’allievo durante l’intero progetto.

C’è un patto educativo condiviso che permette l’attivazione dei NEET.

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+Il progetto in pratica

Capability for education:

Il tirocinio sul campo dà la possibilità di iniziare percorsi di empowerment;

Lavora su competenze trasversali di base, attraverso l’utilizzo regolare di strumenti di valutazione altamente strutturati.

L’empowerment delle competenze di base riporta I ragazzi all’interno di un processo di apprendimento più generale che a volte li porta a tornare in percorsi educativi di tipo istituzionale (ex. Formazione professionale).

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+I limiti del contesto di policy

Politiche educative scarsamente integrate con politiche sociali e del lavoro.

Approccio strettamente settoriale in tutte le aree e a diversi livelli limitate alla conversione degli (scarsi) diritti e risorse in capacità.

La personalizzazione è limitata al progetto e non ci sono interventi su altre dimensioni della vita dei giovani.

Le risorse sono scarse e settoriali discriminazione degli allievi più deboli.

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+I limiti del livello locale

L’azione è locale ma non situata.

Il livello locale da un lato è un punto di forza (per la capacità di ascoltare e raccogliere i bisogni delle persone), ma la mancanza di altri livelli d’azione istituzionali segrega l’azione dell’associazione nel suo contesto.

Limite alla capacità dei ragazzi di aspirare a qualcosa di diverso: tendenza a riprodurre modelli e logiche della propria cultura locale senza cambiarla o criticarla.

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+I limiti all’azione pubblica

La mancanza di un attore pubblico stabile che agisca come coordinatore e sponsor del progetto.

Lavoro dell’Associazione si struttura secondo logiche emergenziali

Il progetto è innovativo e ben costruito ma non può generalizzare i propri metodi e risultati, che rimangono confinati al livello locale. La sua azione è isolata e di corto raggio.

Lo Stato è non capacitante e la sua azione imprevedibile e occasionale non c’è riconoscimento e promozione di questo genere di progetti.