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177 CAPITOLO 5 IMPIANTO FOTOVOLTAICO: POTENZE A CONFRONTO 5.1 Fotovoltaico: la “rinnovabile” più economica Il fotovoltaico è riuscito ad ottenere i risultati migliori in termini di performance rispetto alle altre tipologie di fonti esaminate. La valutazione ha avuto come approccio quello di partite dall’analisi di tutte le alternative attualmente possibili per essere implementate da una PMI, fino a restringere il campo di azione alle sole tre fonti che meglio di altre si adattano alla tipologia di impresa esaminata. Come abbiamo fin qui enunciato, lo studio si è orientato verso un’analisi generale, nella quale le particolarità di ciascuna impresa non potevano esser considerate, visto che ciascuna possiede una propria localizzazione territoriale, un processo produttivo ben contraddistinto, una dimensione aziendale ed una struttura dell’immobile specifica. Tutte queste caratteristiche (e molte altre che non sono state descritte) rendono ciascuna unica, o quasi, nel suo genere. Probabilmente con delle ipotesi di base diverse avremmo ottenuto che il mini-eolico, oppure la biomassa, potesse risultare più conveniente del fotovoltaico, ma attraverso le ipotesi selezionate, che rappresentano la stragrande maggioranza delle caratteristiche delle imprese presenti sul nostro territorio, è risultata più conveniente la tecnologia fotovoltaica. Si procede prendendo in esame alcuni fattori che non sono stati considerati nel capitolo precedente, ma che sono presenti nelle situazioni

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CAPITOLO 5

IMPIANTO FOTOVOLTAICO: POTENZE A CONFRONTO

5.1 Fotovoltaico: la “rinnovabile” più economica

Il fotovoltaico è riuscito ad ottenere i risultati migliori in termini

di performance rispetto alle altre tipologie di fonti esaminate.

La valutazione ha avuto come approccio quello di partite dall’analisi di

tutte le alternative attualmente possibili per essere implementate da una

PMI, fino a restringere il campo di azione alle sole tre fonti che meglio di

altre si adattano alla tipologia di impresa esaminata.

Come abbiamo fin qui enunciato, lo studio si è orientato verso un’analisi

generale, nella quale le particolarità di ciascuna impresa non potevano

esser considerate, visto che ciascuna possiede una propria localizzazione

territoriale, un processo produttivo ben contraddistinto, una dimensione

aziendale ed una struttura dell’immobile specifica.

Tutte queste caratteristiche (e molte altre che non sono state descritte)

rendono ciascuna unica, o quasi, nel suo genere.

Probabilmente con delle ipotesi di base diverse avremmo ottenuto che il

mini-eolico, oppure la biomassa, potesse risultare più conveniente del

fotovoltaico, ma attraverso le ipotesi selezionate, che rappresentano la

stragrande maggioranza delle caratteristiche delle imprese presenti sul

nostro territorio, è risultata più conveniente la tecnologia fotovoltaica.

Si procede prendendo in esame alcuni fattori che non sono stati

considerati nel capitolo precedente, ma che sono presenti nelle situazioni

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POTENZE A CONFRONTO

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reali, quando cioè un soggetto economico decide di realizzare un

investimento.

Dopo aver vagliato con attenzione le alternative esaminate nel

precedente capitolo, portiamo avanti il percorso concentrando tutte le

attenzioni sulla tecnologia fotovoltaica.

5.2 Copertura finanziaria

La valutazione economica del capitolo 4 assumeva come ipotesi di

base, necessaria per effettuare un confronto tra le varie alternative

esaminate, la possibilità di disporre di un’entità imprecisata di capitale a

disposizione per poter far fronte in piena autonomia all’investimento.

Entrando maggiormente nel dettaglio dell’analisi, e prendendo a

riferimento la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 50 kW da

parte di una PMI nel territorio di Firenze, è possibile valutare, in

alternativa, la possibilità di ricorre ad un finanziamento esterno per

simulare la convenienza rispetto al totale apporto di mezzi propri.

A tal proposito, dopo qualche incontro con alcuni direttori dei principali

istituti di credito della provincia fiorentina, siamo riusciti ad identificare

uno strumento finanziario “ad hoc”, realizzato dalla banca Monte dei

Paschi di Siena, attraverso il quale è possibile delineare un finanziamento

bancario per la realizzazione dell’impianto in oggetto43.

Relativamente al fotovoltaico, infatti, vi sono numerosi istituti di credito,

anche sul territorio toscano, che hanno una convenzione con il GSE

attraverso la quale riescono a fornire finanziamenti mirati per la

realizzazione di impianti fotovoltaici a tassi particolarmente vantaggiosi,

e spesso senza richiedere alcuna tipologia di garanzia reale o

fidejussione.

43

Finanziamento “welcome Energy – finanziamo il fotovoltaico”.

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CAPITOLO 5

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Il meccanismo si basa sulla possibilità da parte della banca di

ricevere direttamente dal GSE la tariffa incentivante riconosciuta al

proprietario dell’impianto per la produzione di energia elettrica

dall’impianto fotovoltaico, attraverso la quale avviene il rimborso delle

rate del mutuo.

La sicurezza riconosciuta al soggetto di poter beneficiare della

tariffa incentivante per 20 anni mette al riparo la banca dal rischio di

insolvenza e le consente di predisporre dei piani di ammortamento del

mutuo simili al compenso ottenuto dal Conto Energia, attraverso un

rientro calcolato in modo tale da non dover richiedere alcun esborso

aggiuntivo al cliente.

Viene predisposto un conto corrente presso la banca erogatrice sul quale

viene accreditato il finanziamento al cliente, e sul medesimo conto viene

effettuato il contratto da parte del proprietario dell’impianto con il GSE

per riceverne la tariffa incentivante del conto energia. In questo modo è

la banca che in prima persona riceve la tariffa dal conto energia e

provvede alla compensazione.

In linea di principio questa è una operazione senza rischi per la banca, la

quale richiede, per poter emettere la delibera relativa al finanziamento da

erogare al soggetto, una copia del contratto stipulato dal soggetto con il

GSE e, quindi, il parere favorevole con cui il GSE conferma al soggetto

stesso la possibilità di poter beneficiare del Conto Energia.

In genere viene prevista anche un’assicurazione sull’impianto contro

furti, incendi e possibili atti vandalici44 in modo da tutelare

maggiormente l’ente creditizio. A questo punto si può giungere alla

delibera effettiva e dunque all’accredito da parte dell’istituto bancario.

Come è possibile vedere nell’allegato 1, presente in Appendice, vi sono

tutta una serie di fattori, clausole e limiti che vengono fissati dalla banca

44

Il costo relativo ad una simile assicurazione si aggira intorno ai 2.500,00 € annui

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POTENZE A CONFRONTO

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nel concedere il finanziamento e che regolano, spesso in maniera molto

restrittiva, il rapporto tra istituto bancario e cliente.

Per la simulazione si è preso come riferimento una copertura finanziaria

da fonti esterne pari ad almeno il 60% dell’investimento complessivo, in

modo tale da poter beneficiare di un sostanzioso aiuto da parte

dell’istituto di credito per realizzare l’investimento.

Vediamo schematicamente i dati tecnici dell’operazione.

Tabella 5.1 Copertura finanziaria dell’investimento

DATI FINANZIAMENTO

Investimento complessivo 325.000,00 €

Percentuale di finanziamento 60 %

Finanziamento richiesto 195.000,00 €

Tasso di interesse annuale su mutuo 6,93 %

Durata mutuo 10 Anni

Ipotesi di rata mutuo (annuale) 27.353,98 €

Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 13.676,99 €

Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net

Il tasso di interesse annuale su mutuo è previsto del 6,93% in

quanto si basa su una stima del rating assegnato all’impresa.

Il livello con cui viene classificata l’impresa è assunto discreto,

prendendo a riferimento un valore intermedio tra “ottimo” e “mediocre”,

per cui lo spread calcolato sull’EURIRS45 è pari al 2%, con un valore

massimo riportato nell’Allegato 1 dalla banca MPS S.p.A. fissato nel

3%. (www.sole24ore.it)

La durata del mutuo massima, prevista nell’allegato 1, è pari a 18 anni,

inclusa la prima fase di realizzazione dell’investimento.

45

Tasso fisso EURIRS (Interest Rate Swap) a 10 anni pari a 4,63%, aggiornati al 11/07/2008.

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CAPITOLO 5

181

Nella nostra simulazione la prima fase della realizzazione

dell’investimento è pari a zero, per cui la durata totale è attinente

esclusivamente alla fase di ammortamento, con la possibilità di sfruttare

per intero i 18 anni previsti.

Si è preferito adottate un piano di ammortamento dell’investimento

decennale, in quanto consente comunque di coprire le rate con i flussi di

cassa positivi generati dal Conto Energia e dallo scambio sul posto.

Tabella 5.2 Flussi di cassa

Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net

È essenziale per ottenere il finanziamento dall’istituto di credito

fissare un piano di rientro che permetta di coprire le rate del

finanziamento con le entrate che derivano direttamente dallo

sfruttamento dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, in quanto

come detto anche in precedenza, questo consente di ridurre i rischi del

credito concesso.

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POTENZE A CONFRONTO

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Vediamo nel seguente prospetto come vengono ripartite

semestralmente la quota interesse e la quota capitale nel piano di

ammortamento dell’investimento a tasso fisso.

Il tasso fisso è stato preferito a quello variabile in virtù della forte

volatilità dei tassi in questi ultimi anni. La preferenza per il fisso

consente di poter avere una stima molto più fedele rispetto a previsioni

sui tassi per i prossimi dieci anni.

Tabella 5.3 Calcolo del mutuo: Piano di ammortamento a tasso fisso

Calcolo del mutuo

IMPORTO: € 195.000,00

DURATA (MESI): 120

N° RATE PER ANNO: 2

TASSO (%): 6,93

RATA: 13.676,99

Data iniziale: mese 07 anno 2008

Totale pagamenti: 273.539,88

(di cui interessi ) 78.539,88

Rate Scadenze Quota Interesse Quota Capitale Debito Residuo

1 31-01-2009 6.756,75 6.920,24 188.079,76

2 31-07-2009 6.516,96 7.160,03 180.919,73

3 31-01-2010 6.268,87 7.408,13 173.511,60

4 31-07-2010 6.012,18 7.664,82 165.846,78

5 31-01-2011 5.746,59 7.930,40 157.916,38

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CAPITOLO 5

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6 31-07-2011 5.471,80 8.205,19 149.711,19

7 31-01-2012 5.187,49 8.489,50 141.221,69

8 31-07-2012 4.893,33 8.783,66 132.438,02

9 31-01-2013 4.588,98 9.088,02 123.350,01

10 31-07-2013 4.274,08 9.402,92 113.947,09

11 31-01-2014 3.948,27 9.728,73 104.218,36

12 31-07-2014 3.611,17 10.065,83 94.152,53

13 31-01-2015 3.262,39 10.414,61 83.737,92

14 31-07-2015 2.901,52 10.775,48 72.962,45

15 31-01-2016 2.528,15 11.148,85 61.813,60

16 31-07-2016 2.141,84 11.535,15 50.278,45

17 31-01-2017 1.742,15 11.934,85 38.343,61

18 31-07-2017 1.328,61 12.348,39 25.995,22

19 31-01-2018 900,73 12.776,26 13.218,96

20 31-07-2018 458,04 13.218,96 0,00 Fonte: www.bancamarche.it

Poniamo a confronto la situazione in cui vi sia da un lato un apporto

totale di mezzi propri e dall’altro la possibilità di ricorrere ad un

finanziamento esterno nella misura del 60%.

Tabella 5.4 Confronto tra fonti di finanziamento “interne” ed “esterne”

Mezzi propri Finanziamento 60%

VAN (€) 32.949,60 16.729,43

TIR (%) 6,2 6,0

Il rendimento è maggiore nella prima situazione, cioè nel caso in

cui l’investimento venga realizzato attraverso l’impiego di mezzi propri.

Ciò nonostante, il rendimento della situazione in cui sia preferito il

finanziamento esterno, attraverso il ricorso ad un mutuo contratto con un

istituto di credito, porta ad ottenere un risultato che si avvicina a quello

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POTENZE A CONFRONTO

184

ottenuto attraverso le fonti interne di finanziamento. La differenza si

aggira intorno allo 0,2%, elemento trascurabile nel caso in cui il soggetto

non disponga delle risorse finanziarie sufficienti a realizzare il progetto.

5.3 Fondo di garanzia

Gli interessi passivi sostenuti dall’impresa rappresentano un costo

particolarmente oneroso da sostenere.

Attraverso il “fondo di garanzia per gli investimenti delle imprese

manifatturiere” negli investimenti nelle energie rinnovabili, è possibile

abbattere il tasso di interesse, e di conseguenza ridurre il costo legato agli

oneri finanziari.

Il fondo di garanzia di cui stiamo per trattare viene concesso dalla Fidi

Toscana S.p.A., società finanziaria controllata direttamente dalla

Regione Toscana.

Il fondo di garanzia, riportato nell’allegato 2 dell’Appendice, consente ai

soggetti a cui viene concesso di ottenere un tasso di interesse inferiore

rispetto a quello di mercato, attraverso una valutazione della

documentazione richiesta dalla Fidi Toscana S.p.A., ed un costo

dell’operazione che è dato da una tantum pari allo 0,5% sull’importo

erogato.

Seguendo la stessa logica che si è adottata per calcolare il tasso di

interesse sul mutuo precedente, prendiamo a riferimento una valutazione

dell’impresa “intermedia”, facendo rientrare l’impresa nella “classe di

merito” discreto, e quindi lo spread da applicare all’impresa che

beneficia del fondo di garanzia è dell’1%, a fronte del 2% previsto nel

caso in cui non avesse richiesto la garanzia.

In pratica, attraverso il fondo garanzia, le imprese riescono a ridurre in

alcuni casi più della metà lo spread applicato dall’istituto di credito, a

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CAPITOLO 5

185

parità di rating assegnato dall’istituto bancario all’impresa.

(www.fiditoscana.it)

Tabella 5.5 Finanziamento bancario – Fondo di garanzia

DATI FINANZIAMENTO CON FONDO DI GARANZIA

Investimento complessivo 325.000,00 €

Percentuale di finanziamento 60 %

Finanziamento richiesto 195.000,00 €

Tasso di interesse annuale su mutuo 5,93 %

Una tantum (0,5%) 975,00 €

Durata mutuo 10 Anni

Ipotesi di rata mutuo (annuale) 26.129,38 €

Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 13.064,69 €

Tabella 5.6 Piano di ammortamento a tasso fisso con Fondo di

Garanzia

Calcolo del Mutuo

IMPORTO: € 195.000,00

DURATA (MESI): 120

N° RATE PER ANNO: 2

TASSO (%): 5,93

RATA: 13.064,69

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POTENZE A CONFRONTO

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Data iniziale: mese 07 anno 2008

Totale pagamenti: 261.293,72

(di cui interessi ) 66.293,72

Fonte: www.bancamarche.it

La riduzione degli oneri passivi per l’investimento è pari a €

12.246,16 a cui vanno detratti gli oneri relativi alle spese sostenute per

ottenere il Fondo di Garanzia, pari a € 975,00 cioè lo 0,50% una tantum.

Per cui la riduzione netta è pari a € 11.271,16.

È possibile vedere come anche graficamente l’incidenza delle rate del

mutuo sulle entrate annuali sia inferiore rispetto alla situazione in cui non

sia presente il fondo di garanzia.

Tabella 5.7 Flussi di cassa – Fondo di garanzia

Il rendimento dell’investimento complessivo subisce naturalmente

un afflusso positivo, rendendo più conveniente la situazione in cui

l’impresa usufruisca del finanziamento bancario sul 60%

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CAPITOLO 5

187

dell’investimento con la concessione del fondo di garanzia da parte di

Fidi Toscana.

Tabella 5.8 Confronto

Mezzi propri Fin. 60%

con fondo garanzia

VAN (€) 32.949,60 25.256,89

TIR (%) 6,2 6,5

La possibilità di usufruire del fondo di garanzia consente di

ottenere un tasso di rendimento maggiore rispetto alla situazione

esaminata in precedenza, in cui l’investimento veniva finanziato

interamente attraverso mezzi propri.

5.4 Contributo a fondo perduto

Il tema delle agevolazioni e contributi è già stato ampiamente

trattato nel capitolo 3, dove sono state descritte le principali misure

agevolative previste per le fonti di energia rinnovabile.

Merita un approfondimento il tema dei contributi a fondo perduto per il

fotovoltaico, il quale prevede la cumulabilità con il “conto energia” nella

misura massima del 20% dell’investimento ammissibile.

È di recente approvazione il nuovo bando emanato dalla Regione

Toscana che promuove la produzione di energia derivante da fonti

rinnovabili, nonché l’ecoefficienza in campo energetico. Il 3 giugno

2008 è stato deliberato il bando nel quale è prevista una forma di

agevolazione anche per il fotovoltaico “connesso alla rete”, con potenza

di picco compresa tra 1 kWp e 20 kWp. (www.regione.toscana.it)

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POTENZE A CONFRONTO

188

Purtroppo non è stata ancora recepita la modifica presente nella

finanziaria 2008, nella quali si incrementa la potenza massima ammessa

per il servizio di scambio sul posto a 200 kWp, per cui nel presente

bando viene ancora indicata come potenza massima agevolabile i 20

kWp.

Nonostante il bando non permetta agli impianti di potenza superiore a 20

kWp di poter usufruire del contributo a fondo perduto, è interessante

notare come anche in questo caso venga prefissato un limite diverso per

il fotovoltaico rispetto alle altre fonti di contributo concesso, pari cioè al

20% dell’investimento ammesso e fino ad un massimo di 20.000,00 € per

il fotovoltaico, mentre fino al 30% e ad un massimo di 30.000,00 € per le

altre fonti rinnovabili. (Ibidem)

L’incentivo è cumulabile con altre agevolazioni previste in forme di

garanzia, per cui gli impianti di potenza inferiore a 20 kWp possono

beneficiare anche del “fondo di garanzia” descritto precedentemente.

Il limite istituito nel presente bando non consente di considerare

l’agevolazione per l’impianto fotovoltaico da 50 kWp, il quale è

comunque più conveniente del mini-eolico e biomassa che invece hanno

un limite prefissato superiore ai 50 kWp, pari cioè a 100 kWp. Questo

però non incide sulla scelta della migliore fonte, quella cioè che consente

di massimizzare la redditività dell’investimento per l’imprenditore della

PMI.

Il soggetto opterà dunque per il fotovoltaico, ma a questo punto è lecito

domandarsi se la potenza prefissata in 50 kWp sia realmente quella che

permette di massimizzare il ritorno economico, oppure se una potenza

diversa, fissata in un valore che consente di ottenere il contributo a fondo

perduto, possa aumentarne il rendimento, e quindi, spostare l’interesse

verso un impianto di potenza inferiore ai 50 kWp.

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CAPITOLO 5

189

5.5 Impianto fotovoltaico da 20 kWp

L’analisi si concentra sul fotovoltaico, ma si sposta ad una

potenza inferiore a quella esaminata finora.

Tenendo sempre presente le esigenze di una PMI in termini di

fabbisogno energetico esaminiamo un impianto fotovoltaico da 20 kWp,

il quale produce una minor quantità di energia elettrica a disposizione

dell’impresa, ma può beneficiare del contributo a fondo perduto.

Tabella 5.9 Dati di riferimento dell’analisi

DATI DI RIFERIMENTO

Provincia di installazione Firenze

Consumi medi annui 250.000 kWh

Costo medio energia elettrica 0,1396 €/kWh

Valore massimo di produttività dei pannelli 1.424 kWh/kW/anno

Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net

Le ipotesi che abbiamo assunto nelle analisi fatte nel capitolo

precedente vengono riprese anche in questo caso, in modo da rendere più

omogenea la valutazione.

Tabella 5.10 Dati impianto fotovoltaico

DATI IMPIANTO

Potenza installata 20 kW

Producibilità lorda impianto 28.480 kWh/anno

Perdite di trasformazione dell’impianto 10 %

Eventuali ulteriori fattori di riduzione 0 %

Producibilità netta unitaria 1.139 kWh/kW/anno

Producibilità netta impianto 25.632 kWh/anno

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POTENZE A CONFRONTO

190

Perdita di producibilità annua 1 %

Vita utile impianto 20 Anni

Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net

La potenza installata è fissata in 20 kWp; in base alla tipologia di

moduli impiegati varia la superficie lorda totale occupata dall’impianto:

- 130 mq, con moduli di silicio monocristallino

- 170 mq, con moduli di silicio policristallino

- 210 mq, con moduli di silicio amorfo.

La producibilità lorda dell’impianto da 20 kW è proporzionale a

quella ottenuta dall’impianto da 50 kW in quanto la composizione

dell’impianto si basa su pannelli standard, che hanno la medesima

producibilità. Dalla somma della produzione di ciascun modulo

otteniamo la produzione lorda totale.

Le perdite di efficienza sono le medesime per le stesse motivazioni

esposte, attraverso le quali si riesce a calcolare una identica produzione

netta unitaria.

Tabella 5.11 Conto Energia

DATI CONTO ENERGIA

Fascia d’incentivazione 2

Tariffa incentivante per “conto energia” 0,420 €/kWh

Regime di scambio sul posto Si/No

Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net

Anche in riferimento alla fascia di incentivazione valgono le solite

considerazioni fatte per l’impianto fotovoltaico da 50 kWp.

Cambia, invece, la tariffa incentivante per il conto energia, la quale passa

da 0,400 €/kWh a 0,420 €/kWh. Questo avviene perché si riducono le

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CAPITOLO 5

191

dimensioni dell’impianto e quindi aumenta la tariffa, e quindi, la

strategia adottata porta gli impianti può piccoli a beneficiare di una

tariffa maggiore.

Tabella 5.12 Dati economici impianto fotovoltaico

DATI ECONOMICI

Investimento iniziale 7.000,00 €/kW

Investimento complessivo 140.000,00 euro

Costi di gestione 770,00 euro

Costi di manutenzione straordinaria 12.000,00 €/anno

Manutenzione straordinaria 12 anno

Costo medio energia elettrica 0,1396 €/anno

Prezzo medio acquisto energia elettrica 0,081 €/anno

Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net

Anche il costo unitario del kW risulta diverso. Malgrado il costo

dei pannelli è approssimativamente lo stesso, vi sono altri fattori che

incidono sul costo finale che tendono a ridursi all’aumentare delle

dimensioni dell’impianto. Per cui un impianto di 50 kW rispetto ad un

impianto da 20 kW riesce ad ottenere economie di scala che rendono il

costo unitario inferiore rispetto ad una potenza più piccola, come ad

esempio: costi di progettazione, installazione, un maggior potere

contrattuale, etc.

Riguardo ai costi di gestione ed ai costi di manutenzione

straordinaria l’imputazione avviene in proporzione alla dimensione

dell’impianto.

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POTENZE A CONFRONTO

192

Tabella 5.13 Valutazioni economiche

Graficamente riusciamo ad avere un andamento dei costi e dei

ricavi che rispecchia fedelmente l’analisi fatta sul fotovoltaico da 50

kWp, benché in scala ridotta. Si evince che anche per gli impianti di più

piccola taglia la spesa legata alla sostituzione dell’inverter è molto

consistente, annullando i ricavi ottenuti nell’intero anno.

Tabella 5.13 Flussi di cassa

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CAPITOLO 5

193

Anche relativamente ai flussi di cassa si può notare una certa

somiglianza, l’esborso iniziale è considerevole ma si riesce a ripagare

nello stesso arco temporale di quello relativo all’impianto da 50 kWp.

5.5.1 Il confronto tra FV da 20 kWp e FV da 50 kWp

Consideriamo il rendimento di un simile impianto senza il

beneficio del contributo a fondo perduto, e lo confrontiamo con quello

che avevamo ottenuto per il fotovoltaico da 50 kW.

Tabella 5.14 Confronto tra investimenti

CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:

“20 kW” vs “50 kW”

TECNOLOGIA:

FOTOVOLTAICO

PAYBACK

PERIOD TIR VAN

Potenza 20 kW 11 5,8% 9.090,06

Potenza 50 kW 11 6,2% 32.949,60

I risultati ottenuti sono soddisfacenti ma, in confronto al

fotovoltaico da 50 kW di potenza, risultano inferiori.

Vagliamo adesso l’opportunità di ottenere il contributo a fondo perduto,

e contrapponiamo i risultati conseguiti come fatto in precedenza.

L’investimento iniziale diventa 120.000,00 €, inferiore di circa il

15% rispetto alla situazione di partenza. Sicuramente questo fattore non

può non incidere sul rendimento finale, ma occorre valutare se incide a

tal punto da rendere l’impianto da 20 kW “migliore” di quello da 50 kW

in termini di redditività.

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POTENZE A CONFRONTO

194

Tabella 5.15 Confronto tra investimenti

CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:

“20 kW con contributo” vs “50 kW senza contributo”

TECNOLOGIA:

FOTOVOLTAICO

PAYBACK

PERIOD TIR VAN

Potenza 20 kW con contributo 10 7,5% 27.230,65

Potenza 50 kW 11 6,2% 32.949,60

L’impianto con potenza pari a 20 kW ha un “Tasso interno di

rendimento” maggiore rispetto all’impianto da 50 kW.

Non vi è dubbio che il beneficio ottenuto con il contributo consente di

ridurre notevolmente l’investimento iniziale facendo impennare la

redditività dell’investimento, la quale è superiore di 1,3 punti percentuali

rispetto all’impianto di dimensioni maggiori. Allo stato attuale

l’impianto da 20 kWp, rispetto a quello da 50 kWp, consente di

massimizzare la redditività dell’investimento.

Dall’analisi sui flussi di cassa riusciamo a individuare l’anno solare in

cui l’impresa beneficia del contributo a fondo perduto. In riferimento a

quanto detto nel capitolo 3, relativamente al lasso di tempo necessario

affinché un’impresa possa ottenere il contributo, è evidente come la fase

istruttoria, di realizzazione e di rendicontazione del progetto richieda del

tempo, facendo si che spesso sia necessario che trascorra più di un anno

prima che l’imprenditore possa entrare in possesso del contributo che gli

spetta.

Nella nostra simulazione abbiamo ipotizzato abbastanza

precauzionalmente di ottenere il contributo al secondo anno.

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CAPITOLO 5

195

Ciò significa che l’investitore non può considerare, al momento in cui

deve soddisfare il proprio fabbisogno finanziario per effettuare

l’investimento, l’entrata derivante dal contributo. Essa è ottenuta

successivamente, e solo a quel punto è possibile tenerne conto nel

calcolare i flussi in entrata ed in uscita.

Tabella 5.16 Flussi di cassa

Rimane a questo punto un’ultima analisi da considerare.

Come abbiamo visto nel caso dell’impianto da 50 kW, il rendimento

aumentava se consideravamo un finanziamento bancario coperto da

fondo di garanzia.

In virtù del fatto che il fondo di garanzia è cumulabile con il contributo a

fondo perduto, in quanto è il bando stesso che lo prevede, diventa

importante considerare il fondo di garanzia previsto da Fidi Toscana

S.p.A.

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POTENZE A CONFRONTO

196

Anche in questo caso è doveroso assumere le medesime ipotesi di base,

per cui la percentuale di finanziamento sarà la stessa, ed ovviamente

anche il rating dell’impresa sarà identico, visto che ipotizziamo che sia la

stessa impresa a simulare l’investimento.

Tabella 5.17 Finanziamento bancario – Fondo di garanzia

DATI FINANZIAMENTO CON FONDO DI GARANZIA

Investimento complessivo 140.000,00 €

Percentuale di finanziamento 60 %

Finanziamento richiesto 84.000,00 €

Tasso di interesse annuale su mutuo 5,93 %

Una tantum (0,5%) 420,00 €

Durata mutuo 10 Anni

Ipotesi di rata mutuo (annuale) 11.255,72 €

Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 5.627,86 €

COSTI TOTALI DELL’OPERAZIONE

Interessi passivi 28.557,30 €

Spese per ottenimento fondo di garanzia 420,00 €

Costi complessivi 28.977,30 €

Contributo a fondo perduto 20.000,00 €

Costi complessivi netti 8.977,30 €

Tabella 5.18 Piano di ammortamento a tasso fisso Con Fondo di

Garanzia

Calcolo Mutui

IMPORTO: € 84.000,00

DURATA (MESI): 120

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CAPITOLO 5

197

N° RATE PER ANNO: 2

TASSO (%): 5,93

RATA: 5.627,86

Data iniziale: mese 07 anno 2008

Totale pagamenti: 112.557,30

(di cui interessi ) 28.557,30

Fonte: www.bancamarche.it

Le entrate si mantengono superiori alle uscite nella misura tale da

garantire la copertura totale di entrambe le rate semestrali del mutuo.

Tabella 5.19 Flussi di cassa

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POTENZE A CONFRONTO

198

Dal grafico si evince che al secondo anno l’impresa ottiene

un’entrata straordinaria, la quale è data dal contributo a fondo perduto di

20.000,00 €.

Rispetto alle entrate che l’impresa riesce a conseguire nelle altre

annualità, quella relativa al contributo ha un rilevante impatto sul valore

complessivo delle entrate a disposizione dell’impresa stessa.

Tabella 5.20 Confronto tra investimenti

CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:

“20 kW con contributo e fondo di garanzia”

vs

“50 kW senza contributo e con fondo di garanzia”

TECNOLOGIA:

FOTOVOLTAICO

PAYBACK

PERIOD TIR VAN

Potenza 20 kW con contributo e fondo di garanzia

10 8,8% 23.916,97

Potenza 50 kW senza contributo con fondo di garanzia

10 6,5% 25.256,89

Il fondo di garanzia anche in questo caso ha un effetto positivo

sulla redditività dell’impresa, per cui indipendentemente dalla tipologia

di potenza dell’impianto, poter beneficiare del fondo di garanzia

consente all’impresa di migliorare la propria redditività a parità di

investimento effettuato.

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CAPITOLO 5

199

5.5.2 La potenza migliore

Dall’analisi appare evidente come la potenza che fornisce il

miglior risultato è quella relativa a 20 kWp.

L’analisi ha messo a confronto tale potenza con una potenza

maggiore, pari cioè a 50 kWp. Possiamo affermare con la dovuta

certezza che tra una potenza di 20 kWp ed una potenza maggiore, a causa

del contributo a fondo perduto, è migliore la prima.

Questo limita notevolmente le capacità di investimento, in quanto un

soggetto economico che intende investire un capitale maggiore non ha

convenienza a farlo e, quindi, opterà per una soluzione che lo impegna in

misura sicuramente ridotta affinché possa massimizzare il suo beneficio

economico.

L’obiettivo di fondo è quello di diffondere gli impianti di piccola

potenza, ed avere una espansione la più capillare possibile, per tutti i

motivi esaminati nei precedenti capitoli, ma restringere il campo di

azione all’interno degli impianti di piccole dimensioni appare abbastanza

riduttivo.

È opportuno che la riforma relativa all’incremento della potenza prevista

per lo scambio sul posto venga al più presto implementata e vengano

realizzati strumenti agevolativi capaci di sostenere anche impianti di

dimensioni maggiori, come ad esempio il caso fin qui esaminato

dell’impianto da 50 kWp.

Non vi è dubbio che le risorse possono così ridursi ed orientarsi

essenzialmente su pochi progetti di grandi dimensioni, ed è proprio

questo lo sforzo aggiuntivo per riuscire a presentare proposte in grado di

soddisfare la domanda.

Rendere economicamente conveniente impianti di piccole-medie

dimensioni attraverso strumenti agevolativi in grado di sostenerli: è

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POTENZE A CONFRONTO

200

l’unica soluzione per consentire ad un soggetto economico di orientare la

propria scelta verso tale tipologia di impianti.

Sicuramente è molto soddisfacente effettuare un investimento che

consente di ottenere un rendimento del 9%, anche se al tempo stesso,

secondo questa logica, si riesce a coprire appena il 10% del fabbisogno

di energia elettrica, per cui il problema della dipendenza dalle fonti

fossili non viene affatto superato, ma persiste.

Agevolare impianti di potenza maggiore significa consentire alle imprese

di ottenere una maggiore produttività dall’impianto e quindi una

maggiore autonomia.

Il fatto di beneficiare di una risorsa pulita ma insufficiente al fabbisogno,

costringe l’imprenditore a dover prevedere un’altra fonte energetica

alternativa in grado di raggiungere un livello di produzione energetica

quantomeno sufficiente ai propri bisogni.

5.5.3 Sotto i 20 kWp: alla ricerca della “best way”

Abbiamo detto che 20 kWp rappresentano la potenza “migliore”,

e che potenze maggiori non consentono di ottenere lo stesso risultato, ma

potenze inferiori?

Da un’analisi su tutte le potenze inferiori a 20 kWp, è risultato che la

migliore è quella da 15 kWp.

Questo risultato viene raggiunto in quanto viene massimizzato il

contributo a fondo perduto, sebbene il costo dell’impianto al kW risulti

maggiore, pari cioè a 7.200 €/kW.

I tempi di ritorno dell’investimento non cambiano, 10 anni anche per i 15

kWp, ma cambia, e non poco, il tasso interno di rendimento, pari cioè a

7,8%, a fronte di un VAN pari a € 21.951,91.

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CAPITOLO 5

201

Tabella 5.21 Confronto tra investimenti

CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:

“20 kW con contributo” vs “15 kW con contributo”

TECNOLOGIA:

FOTOVOLTAICO

PAYBACK

PERIOD TIR VAN

Potenza 20 kW con contributo

10 7,5% 27.230,65

Potenza 15 kW con

contributo 10 7,8% 21.951,91

Anche i flussi di cassa riportano un trend significativamente

migliore rispetto a quanto fatto registrare per l’impianto di potenza

maggiore.

Tabella 5.22 Flussi di cassa

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POTENZE A CONFRONTO

202

Tutto ciò senza considerare il fondo di garanzia il quale, in

entrambi i casi precedentemente esaminati, portava ad un incremento

della redditività. Vediamo se anche in questo caso si ottiene un beneficio

usufruendo del fondo di garanzia promosso da Fidi Toscana S.p.A.

Tabella 5.23 Finanziamento bancario – Fondo di garanzia

DATI FINANZIAMENTO CON FONDO DI GARANZIA

Investimento complessivo 108.000,00 €

Percentuale di finanziamento 60 %

Finanziamento richiesto 64.800,00 €

Tasso di interesse annuale su mutuo 5,93 %

Una tantum (0,5%) 324,00 €

Durata mutuo 10 Anni

Ipotesi di rata mutuo (annuale) 8.683,00 €

Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 4.341,50 €

COSTI TOTALI DELL’OPERAZIONE

Interessi passivi 22.029,91 €

Spese per ottenimento fondo di garanzia 324,00 €

Costi complessivi 22.353,91 €

Contributo a fondo perduto 20.000,00 €

Costi complessivi netti 2.353,91 €

Il fondo di garanzia consente di ridurre lo spread applicato

dall’istituto di credito, rendendo meno onerosa l’operazione.

Tutto ciò incide sugli oneri finanziari e quindi ne beneficia la

redditività complessiva dell’investimento.

Abbiamo visto uno schema riepilogativo del finanziamento ottenuto

dall’impresa, attraverso il quale si riesce a definire i fattori che

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CAPITOLO 5

203

dimostrano la sua redditività, la quale verrà poi confrontata con quella

individuata per il fotovoltaico con potenza 20 kWp.

I flussi vengono raffigurati nel seguente schema, e dimostrano come

l’impresa riesca a rimborsare il debito, e quindi ad assolvere al

pagamento di entrambe le rate presenti all’interno di ciascun anno solare,

per l’intero durata del finanziamento erogato.

Le entrate sono maggiori delle uscite, stando a testimoniare il fatto che

attraverso i flussi in entrata, generati dal Conto Energia e dallo scambio

sul posto, l’impresa riesce ad ottenere un margine positivo, al netto del

finanziamento, superiore rispetto agli altri casi visti fino ad ora.

Tabella 5.24 Flussi di cassa

Mettendo a confronto le due situazioni esaminate, riusciamo ad

ottenere numericamente il divario di rendimento tra il fotovoltaico con

potenza di 15 kWp e quello da 20 kWp.

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POTENZE A CONFRONTO

204

Tabella 5.25 Confronto tra investimenti

CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:

“20 kW con contributo e fondo di garanzia”

vs

“15 kW con contributo e fondo di garanzia”

TECNOLOGIA:

FOTOVOLTAICO

PAYBACK

PERIOD TIR VAN

Potenza 20 kW con contributo e fondo di garanzia

10 8,8% 23.916,97

Potenza 15 kW con contributo e fondo di garanzia

10 9,3% 19.395,51

Dalla tabella precedente avevamo intuito fin da subito che i

margini ottenuti dall’impresa attraverso l’impianto da 15 kWp erano

superiori, ciò è confermato anche dal diretto confronto tra le due potenze.

A questo punto è evidente che la differenza viene fatta dal

contributo a fondo perduto.

Il Conto Energia, sotto certi limiti e con la medesima integrazione

architettonica, non incide particolarmente sulle diverse redditività che

abbiamo trovato tra le varie tipologie di investimenti esaminati (50, 20 e

15 kWp). Neppure il fondo di garanzia, il quale apporta un beneficio a

tutte indistintamente.

La chiave di lettura di questa eterogeneità di risultati è data dal

contributo a fondo perduto. Può sembrare ovvio, ma il contributo del

20%, nel limite massimo di € 20.000,00, porta a massimizzare il

beneficio quando si ha una spesa uguale o vicina a € 100.000,00; per cui

con questa spesa si riesce ad ottenere il massimo contributo erogabile.

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CAPITOLO 5

205

Il fatto di incrementare il costo unitario dell’investimento,

passando da 6.500 €/kW per l’impianto da 50 kWp; a 7.000,00 €/kW per

l’impianto da 20 kWp; fino a 7.200,00 €/kW per l’impianto da 15 kWp,

non ha inciso affatto sulla redditività finale, in quanto la maggior

percentuale di contributo concessa rendeva la maggior incidenza dei

costi unitari superflua.