CAP 5 modTitle CAP 5 mod Author utente Created Date 9/17/2008 4:18:47 PM
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CAPITOLO 5
IMPIANTO FOTOVOLTAICO: POTENZE A CONFRONTO
5.1 Fotovoltaico: la “rinnovabile” più economica
Il fotovoltaico è riuscito ad ottenere i risultati migliori in termini
di performance rispetto alle altre tipologie di fonti esaminate.
La valutazione ha avuto come approccio quello di partite dall’analisi di
tutte le alternative attualmente possibili per essere implementate da una
PMI, fino a restringere il campo di azione alle sole tre fonti che meglio di
altre si adattano alla tipologia di impresa esaminata.
Come abbiamo fin qui enunciato, lo studio si è orientato verso un’analisi
generale, nella quale le particolarità di ciascuna impresa non potevano
esser considerate, visto che ciascuna possiede una propria localizzazione
territoriale, un processo produttivo ben contraddistinto, una dimensione
aziendale ed una struttura dell’immobile specifica.
Tutte queste caratteristiche (e molte altre che non sono state descritte)
rendono ciascuna unica, o quasi, nel suo genere.
Probabilmente con delle ipotesi di base diverse avremmo ottenuto che il
mini-eolico, oppure la biomassa, potesse risultare più conveniente del
fotovoltaico, ma attraverso le ipotesi selezionate, che rappresentano la
stragrande maggioranza delle caratteristiche delle imprese presenti sul
nostro territorio, è risultata più conveniente la tecnologia fotovoltaica.
Si procede prendendo in esame alcuni fattori che non sono stati
considerati nel capitolo precedente, ma che sono presenti nelle situazioni
POTENZE A CONFRONTO
178
reali, quando cioè un soggetto economico decide di realizzare un
investimento.
Dopo aver vagliato con attenzione le alternative esaminate nel
precedente capitolo, portiamo avanti il percorso concentrando tutte le
attenzioni sulla tecnologia fotovoltaica.
5.2 Copertura finanziaria
La valutazione economica del capitolo 4 assumeva come ipotesi di
base, necessaria per effettuare un confronto tra le varie alternative
esaminate, la possibilità di disporre di un’entità imprecisata di capitale a
disposizione per poter far fronte in piena autonomia all’investimento.
Entrando maggiormente nel dettaglio dell’analisi, e prendendo a
riferimento la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 50 kW da
parte di una PMI nel territorio di Firenze, è possibile valutare, in
alternativa, la possibilità di ricorre ad un finanziamento esterno per
simulare la convenienza rispetto al totale apporto di mezzi propri.
A tal proposito, dopo qualche incontro con alcuni direttori dei principali
istituti di credito della provincia fiorentina, siamo riusciti ad identificare
uno strumento finanziario “ad hoc”, realizzato dalla banca Monte dei
Paschi di Siena, attraverso il quale è possibile delineare un finanziamento
bancario per la realizzazione dell’impianto in oggetto43.
Relativamente al fotovoltaico, infatti, vi sono numerosi istituti di credito,
anche sul territorio toscano, che hanno una convenzione con il GSE
attraverso la quale riescono a fornire finanziamenti mirati per la
realizzazione di impianti fotovoltaici a tassi particolarmente vantaggiosi,
e spesso senza richiedere alcuna tipologia di garanzia reale o
fidejussione.
43
Finanziamento “welcome Energy – finanziamo il fotovoltaico”.
CAPITOLO 5
179
Il meccanismo si basa sulla possibilità da parte della banca di
ricevere direttamente dal GSE la tariffa incentivante riconosciuta al
proprietario dell’impianto per la produzione di energia elettrica
dall’impianto fotovoltaico, attraverso la quale avviene il rimborso delle
rate del mutuo.
La sicurezza riconosciuta al soggetto di poter beneficiare della
tariffa incentivante per 20 anni mette al riparo la banca dal rischio di
insolvenza e le consente di predisporre dei piani di ammortamento del
mutuo simili al compenso ottenuto dal Conto Energia, attraverso un
rientro calcolato in modo tale da non dover richiedere alcun esborso
aggiuntivo al cliente.
Viene predisposto un conto corrente presso la banca erogatrice sul quale
viene accreditato il finanziamento al cliente, e sul medesimo conto viene
effettuato il contratto da parte del proprietario dell’impianto con il GSE
per riceverne la tariffa incentivante del conto energia. In questo modo è
la banca che in prima persona riceve la tariffa dal conto energia e
provvede alla compensazione.
In linea di principio questa è una operazione senza rischi per la banca, la
quale richiede, per poter emettere la delibera relativa al finanziamento da
erogare al soggetto, una copia del contratto stipulato dal soggetto con il
GSE e, quindi, il parere favorevole con cui il GSE conferma al soggetto
stesso la possibilità di poter beneficiare del Conto Energia.
In genere viene prevista anche un’assicurazione sull’impianto contro
furti, incendi e possibili atti vandalici44 in modo da tutelare
maggiormente l’ente creditizio. A questo punto si può giungere alla
delibera effettiva e dunque all’accredito da parte dell’istituto bancario.
Come è possibile vedere nell’allegato 1, presente in Appendice, vi sono
tutta una serie di fattori, clausole e limiti che vengono fissati dalla banca
44
Il costo relativo ad una simile assicurazione si aggira intorno ai 2.500,00 € annui
POTENZE A CONFRONTO
180
nel concedere il finanziamento e che regolano, spesso in maniera molto
restrittiva, il rapporto tra istituto bancario e cliente.
Per la simulazione si è preso come riferimento una copertura finanziaria
da fonti esterne pari ad almeno il 60% dell’investimento complessivo, in
modo tale da poter beneficiare di un sostanzioso aiuto da parte
dell’istituto di credito per realizzare l’investimento.
Vediamo schematicamente i dati tecnici dell’operazione.
Tabella 5.1 Copertura finanziaria dell’investimento
DATI FINANZIAMENTO
Investimento complessivo 325.000,00 €
Percentuale di finanziamento 60 %
Finanziamento richiesto 195.000,00 €
Tasso di interesse annuale su mutuo 6,93 %
Durata mutuo 10 Anni
Ipotesi di rata mutuo (annuale) 27.353,98 €
Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 13.676,99 €
Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net
Il tasso di interesse annuale su mutuo è previsto del 6,93% in
quanto si basa su una stima del rating assegnato all’impresa.
Il livello con cui viene classificata l’impresa è assunto discreto,
prendendo a riferimento un valore intermedio tra “ottimo” e “mediocre”,
per cui lo spread calcolato sull’EURIRS45 è pari al 2%, con un valore
massimo riportato nell’Allegato 1 dalla banca MPS S.p.A. fissato nel
3%. (www.sole24ore.it)
La durata del mutuo massima, prevista nell’allegato 1, è pari a 18 anni,
inclusa la prima fase di realizzazione dell’investimento.
45
Tasso fisso EURIRS (Interest Rate Swap) a 10 anni pari a 4,63%, aggiornati al 11/07/2008.
CAPITOLO 5
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Nella nostra simulazione la prima fase della realizzazione
dell’investimento è pari a zero, per cui la durata totale è attinente
esclusivamente alla fase di ammortamento, con la possibilità di sfruttare
per intero i 18 anni previsti.
Si è preferito adottate un piano di ammortamento dell’investimento
decennale, in quanto consente comunque di coprire le rate con i flussi di
cassa positivi generati dal Conto Energia e dallo scambio sul posto.
Tabella 5.2 Flussi di cassa
Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net
È essenziale per ottenere il finanziamento dall’istituto di credito
fissare un piano di rientro che permetta di coprire le rate del
finanziamento con le entrate che derivano direttamente dallo
sfruttamento dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, in quanto
come detto anche in precedenza, questo consente di ridurre i rischi del
credito concesso.
POTENZE A CONFRONTO
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Vediamo nel seguente prospetto come vengono ripartite
semestralmente la quota interesse e la quota capitale nel piano di
ammortamento dell’investimento a tasso fisso.
Il tasso fisso è stato preferito a quello variabile in virtù della forte
volatilità dei tassi in questi ultimi anni. La preferenza per il fisso
consente di poter avere una stima molto più fedele rispetto a previsioni
sui tassi per i prossimi dieci anni.
Tabella 5.3 Calcolo del mutuo: Piano di ammortamento a tasso fisso
Calcolo del mutuo
IMPORTO: € 195.000,00
DURATA (MESI): 120
N° RATE PER ANNO: 2
TASSO (%): 6,93
RATA: 13.676,99
Data iniziale: mese 07 anno 2008
Totale pagamenti: 273.539,88
(di cui interessi ) 78.539,88
Rate Scadenze Quota Interesse Quota Capitale Debito Residuo
1 31-01-2009 6.756,75 6.920,24 188.079,76
2 31-07-2009 6.516,96 7.160,03 180.919,73
3 31-01-2010 6.268,87 7.408,13 173.511,60
4 31-07-2010 6.012,18 7.664,82 165.846,78
5 31-01-2011 5.746,59 7.930,40 157.916,38
CAPITOLO 5
183
6 31-07-2011 5.471,80 8.205,19 149.711,19
7 31-01-2012 5.187,49 8.489,50 141.221,69
8 31-07-2012 4.893,33 8.783,66 132.438,02
9 31-01-2013 4.588,98 9.088,02 123.350,01
10 31-07-2013 4.274,08 9.402,92 113.947,09
11 31-01-2014 3.948,27 9.728,73 104.218,36
12 31-07-2014 3.611,17 10.065,83 94.152,53
13 31-01-2015 3.262,39 10.414,61 83.737,92
14 31-07-2015 2.901,52 10.775,48 72.962,45
15 31-01-2016 2.528,15 11.148,85 61.813,60
16 31-07-2016 2.141,84 11.535,15 50.278,45
17 31-01-2017 1.742,15 11.934,85 38.343,61
18 31-07-2017 1.328,61 12.348,39 25.995,22
19 31-01-2018 900,73 12.776,26 13.218,96
20 31-07-2018 458,04 13.218,96 0,00 Fonte: www.bancamarche.it
Poniamo a confronto la situazione in cui vi sia da un lato un apporto
totale di mezzi propri e dall’altro la possibilità di ricorrere ad un
finanziamento esterno nella misura del 60%.
Tabella 5.4 Confronto tra fonti di finanziamento “interne” ed “esterne”
Mezzi propri Finanziamento 60%
VAN (€) 32.949,60 16.729,43
TIR (%) 6,2 6,0
Il rendimento è maggiore nella prima situazione, cioè nel caso in
cui l’investimento venga realizzato attraverso l’impiego di mezzi propri.
Ciò nonostante, il rendimento della situazione in cui sia preferito il
finanziamento esterno, attraverso il ricorso ad un mutuo contratto con un
istituto di credito, porta ad ottenere un risultato che si avvicina a quello
POTENZE A CONFRONTO
184
ottenuto attraverso le fonti interne di finanziamento. La differenza si
aggira intorno allo 0,2%, elemento trascurabile nel caso in cui il soggetto
non disponga delle risorse finanziarie sufficienti a realizzare il progetto.
5.3 Fondo di garanzia
Gli interessi passivi sostenuti dall’impresa rappresentano un costo
particolarmente oneroso da sostenere.
Attraverso il “fondo di garanzia per gli investimenti delle imprese
manifatturiere” negli investimenti nelle energie rinnovabili, è possibile
abbattere il tasso di interesse, e di conseguenza ridurre il costo legato agli
oneri finanziari.
Il fondo di garanzia di cui stiamo per trattare viene concesso dalla Fidi
Toscana S.p.A., società finanziaria controllata direttamente dalla
Regione Toscana.
Il fondo di garanzia, riportato nell’allegato 2 dell’Appendice, consente ai
soggetti a cui viene concesso di ottenere un tasso di interesse inferiore
rispetto a quello di mercato, attraverso una valutazione della
documentazione richiesta dalla Fidi Toscana S.p.A., ed un costo
dell’operazione che è dato da una tantum pari allo 0,5% sull’importo
erogato.
Seguendo la stessa logica che si è adottata per calcolare il tasso di
interesse sul mutuo precedente, prendiamo a riferimento una valutazione
dell’impresa “intermedia”, facendo rientrare l’impresa nella “classe di
merito” discreto, e quindi lo spread da applicare all’impresa che
beneficia del fondo di garanzia è dell’1%, a fronte del 2% previsto nel
caso in cui non avesse richiesto la garanzia.
In pratica, attraverso il fondo garanzia, le imprese riescono a ridurre in
alcuni casi più della metà lo spread applicato dall’istituto di credito, a
CAPITOLO 5
185
parità di rating assegnato dall’istituto bancario all’impresa.
(www.fiditoscana.it)
Tabella 5.5 Finanziamento bancario – Fondo di garanzia
DATI FINANZIAMENTO CON FONDO DI GARANZIA
Investimento complessivo 325.000,00 €
Percentuale di finanziamento 60 %
Finanziamento richiesto 195.000,00 €
Tasso di interesse annuale su mutuo 5,93 %
Una tantum (0,5%) 975,00 €
Durata mutuo 10 Anni
Ipotesi di rata mutuo (annuale) 26.129,38 €
Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 13.064,69 €
Tabella 5.6 Piano di ammortamento a tasso fisso con Fondo di
Garanzia
Calcolo del Mutuo
IMPORTO: € 195.000,00
DURATA (MESI): 120
N° RATE PER ANNO: 2
TASSO (%): 5,93
RATA: 13.064,69
POTENZE A CONFRONTO
186
Data iniziale: mese 07 anno 2008
Totale pagamenti: 261.293,72
(di cui interessi ) 66.293,72
Fonte: www.bancamarche.it
La riduzione degli oneri passivi per l’investimento è pari a €
12.246,16 a cui vanno detratti gli oneri relativi alle spese sostenute per
ottenere il Fondo di Garanzia, pari a € 975,00 cioè lo 0,50% una tantum.
Per cui la riduzione netta è pari a € 11.271,16.
È possibile vedere come anche graficamente l’incidenza delle rate del
mutuo sulle entrate annuali sia inferiore rispetto alla situazione in cui non
sia presente il fondo di garanzia.
Tabella 5.7 Flussi di cassa – Fondo di garanzia
Il rendimento dell’investimento complessivo subisce naturalmente
un afflusso positivo, rendendo più conveniente la situazione in cui
l’impresa usufruisca del finanziamento bancario sul 60%
CAPITOLO 5
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dell’investimento con la concessione del fondo di garanzia da parte di
Fidi Toscana.
Tabella 5.8 Confronto
Mezzi propri Fin. 60%
con fondo garanzia
VAN (€) 32.949,60 25.256,89
TIR (%) 6,2 6,5
La possibilità di usufruire del fondo di garanzia consente di
ottenere un tasso di rendimento maggiore rispetto alla situazione
esaminata in precedenza, in cui l’investimento veniva finanziato
interamente attraverso mezzi propri.
5.4 Contributo a fondo perduto
Il tema delle agevolazioni e contributi è già stato ampiamente
trattato nel capitolo 3, dove sono state descritte le principali misure
agevolative previste per le fonti di energia rinnovabile.
Merita un approfondimento il tema dei contributi a fondo perduto per il
fotovoltaico, il quale prevede la cumulabilità con il “conto energia” nella
misura massima del 20% dell’investimento ammissibile.
È di recente approvazione il nuovo bando emanato dalla Regione
Toscana che promuove la produzione di energia derivante da fonti
rinnovabili, nonché l’ecoefficienza in campo energetico. Il 3 giugno
2008 è stato deliberato il bando nel quale è prevista una forma di
agevolazione anche per il fotovoltaico “connesso alla rete”, con potenza
di picco compresa tra 1 kWp e 20 kWp. (www.regione.toscana.it)
POTENZE A CONFRONTO
188
Purtroppo non è stata ancora recepita la modifica presente nella
finanziaria 2008, nella quali si incrementa la potenza massima ammessa
per il servizio di scambio sul posto a 200 kWp, per cui nel presente
bando viene ancora indicata come potenza massima agevolabile i 20
kWp.
Nonostante il bando non permetta agli impianti di potenza superiore a 20
kWp di poter usufruire del contributo a fondo perduto, è interessante
notare come anche in questo caso venga prefissato un limite diverso per
il fotovoltaico rispetto alle altre fonti di contributo concesso, pari cioè al
20% dell’investimento ammesso e fino ad un massimo di 20.000,00 € per
il fotovoltaico, mentre fino al 30% e ad un massimo di 30.000,00 € per le
altre fonti rinnovabili. (Ibidem)
L’incentivo è cumulabile con altre agevolazioni previste in forme di
garanzia, per cui gli impianti di potenza inferiore a 20 kWp possono
beneficiare anche del “fondo di garanzia” descritto precedentemente.
Il limite istituito nel presente bando non consente di considerare
l’agevolazione per l’impianto fotovoltaico da 50 kWp, il quale è
comunque più conveniente del mini-eolico e biomassa che invece hanno
un limite prefissato superiore ai 50 kWp, pari cioè a 100 kWp. Questo
però non incide sulla scelta della migliore fonte, quella cioè che consente
di massimizzare la redditività dell’investimento per l’imprenditore della
PMI.
Il soggetto opterà dunque per il fotovoltaico, ma a questo punto è lecito
domandarsi se la potenza prefissata in 50 kWp sia realmente quella che
permette di massimizzare il ritorno economico, oppure se una potenza
diversa, fissata in un valore che consente di ottenere il contributo a fondo
perduto, possa aumentarne il rendimento, e quindi, spostare l’interesse
verso un impianto di potenza inferiore ai 50 kWp.
CAPITOLO 5
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5.5 Impianto fotovoltaico da 20 kWp
L’analisi si concentra sul fotovoltaico, ma si sposta ad una
potenza inferiore a quella esaminata finora.
Tenendo sempre presente le esigenze di una PMI in termini di
fabbisogno energetico esaminiamo un impianto fotovoltaico da 20 kWp,
il quale produce una minor quantità di energia elettrica a disposizione
dell’impresa, ma può beneficiare del contributo a fondo perduto.
Tabella 5.9 Dati di riferimento dell’analisi
DATI DI RIFERIMENTO
Provincia di installazione Firenze
Consumi medi annui 250.000 kWh
Costo medio energia elettrica 0,1396 €/kWh
Valore massimo di produttività dei pannelli 1.424 kWh/kW/anno
Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net
Le ipotesi che abbiamo assunto nelle analisi fatte nel capitolo
precedente vengono riprese anche in questo caso, in modo da rendere più
omogenea la valutazione.
Tabella 5.10 Dati impianto fotovoltaico
DATI IMPIANTO
Potenza installata 20 kW
Producibilità lorda impianto 28.480 kWh/anno
Perdite di trasformazione dell’impianto 10 %
Eventuali ulteriori fattori di riduzione 0 %
Producibilità netta unitaria 1.139 kWh/kW/anno
Producibilità netta impianto 25.632 kWh/anno
POTENZE A CONFRONTO
190
Perdita di producibilità annua 1 %
Vita utile impianto 20 Anni
Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net
La potenza installata è fissata in 20 kWp; in base alla tipologia di
moduli impiegati varia la superficie lorda totale occupata dall’impianto:
- 130 mq, con moduli di silicio monocristallino
- 170 mq, con moduli di silicio policristallino
- 210 mq, con moduli di silicio amorfo.
La producibilità lorda dell’impianto da 20 kW è proporzionale a
quella ottenuta dall’impianto da 50 kW in quanto la composizione
dell’impianto si basa su pannelli standard, che hanno la medesima
producibilità. Dalla somma della produzione di ciascun modulo
otteniamo la produzione lorda totale.
Le perdite di efficienza sono le medesime per le stesse motivazioni
esposte, attraverso le quali si riesce a calcolare una identica produzione
netta unitaria.
Tabella 5.11 Conto Energia
DATI CONTO ENERGIA
Fascia d’incentivazione 2
Tariffa incentivante per “conto energia” 0,420 €/kWh
Regime di scambio sul posto Si/No
Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net
Anche in riferimento alla fascia di incentivazione valgono le solite
considerazioni fatte per l’impianto fotovoltaico da 50 kWp.
Cambia, invece, la tariffa incentivante per il conto energia, la quale passa
da 0,400 €/kWh a 0,420 €/kWh. Questo avviene perché si riducono le
CAPITOLO 5
191
dimensioni dell’impianto e quindi aumenta la tariffa, e quindi, la
strategia adottata porta gli impianti può piccoli a beneficiare di una
tariffa maggiore.
Tabella 5.12 Dati economici impianto fotovoltaico
DATI ECONOMICI
Investimento iniziale 7.000,00 €/kW
Investimento complessivo 140.000,00 euro
Costi di gestione 770,00 euro
Costi di manutenzione straordinaria 12.000,00 €/anno
Manutenzione straordinaria 12 anno
Costo medio energia elettrica 0,1396 €/anno
Prezzo medio acquisto energia elettrica 0,081 €/anno
Fonte: Rielaborazione da Mubiz Energy Management S.r.l. www.mubiz.net
Anche il costo unitario del kW risulta diverso. Malgrado il costo
dei pannelli è approssimativamente lo stesso, vi sono altri fattori che
incidono sul costo finale che tendono a ridursi all’aumentare delle
dimensioni dell’impianto. Per cui un impianto di 50 kW rispetto ad un
impianto da 20 kW riesce ad ottenere economie di scala che rendono il
costo unitario inferiore rispetto ad una potenza più piccola, come ad
esempio: costi di progettazione, installazione, un maggior potere
contrattuale, etc.
Riguardo ai costi di gestione ed ai costi di manutenzione
straordinaria l’imputazione avviene in proporzione alla dimensione
dell’impianto.
POTENZE A CONFRONTO
192
Tabella 5.13 Valutazioni economiche
Graficamente riusciamo ad avere un andamento dei costi e dei
ricavi che rispecchia fedelmente l’analisi fatta sul fotovoltaico da 50
kWp, benché in scala ridotta. Si evince che anche per gli impianti di più
piccola taglia la spesa legata alla sostituzione dell’inverter è molto
consistente, annullando i ricavi ottenuti nell’intero anno.
Tabella 5.13 Flussi di cassa
CAPITOLO 5
193
Anche relativamente ai flussi di cassa si può notare una certa
somiglianza, l’esborso iniziale è considerevole ma si riesce a ripagare
nello stesso arco temporale di quello relativo all’impianto da 50 kWp.
5.5.1 Il confronto tra FV da 20 kWp e FV da 50 kWp
Consideriamo il rendimento di un simile impianto senza il
beneficio del contributo a fondo perduto, e lo confrontiamo con quello
che avevamo ottenuto per il fotovoltaico da 50 kW.
Tabella 5.14 Confronto tra investimenti
CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:
“20 kW” vs “50 kW”
TECNOLOGIA:
FOTOVOLTAICO
PAYBACK
PERIOD TIR VAN
Potenza 20 kW 11 5,8% 9.090,06
Potenza 50 kW 11 6,2% 32.949,60
I risultati ottenuti sono soddisfacenti ma, in confronto al
fotovoltaico da 50 kW di potenza, risultano inferiori.
Vagliamo adesso l’opportunità di ottenere il contributo a fondo perduto,
e contrapponiamo i risultati conseguiti come fatto in precedenza.
L’investimento iniziale diventa 120.000,00 €, inferiore di circa il
15% rispetto alla situazione di partenza. Sicuramente questo fattore non
può non incidere sul rendimento finale, ma occorre valutare se incide a
tal punto da rendere l’impianto da 20 kW “migliore” di quello da 50 kW
in termini di redditività.
POTENZE A CONFRONTO
194
Tabella 5.15 Confronto tra investimenti
CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:
“20 kW con contributo” vs “50 kW senza contributo”
TECNOLOGIA:
FOTOVOLTAICO
PAYBACK
PERIOD TIR VAN
Potenza 20 kW con contributo 10 7,5% 27.230,65
Potenza 50 kW 11 6,2% 32.949,60
L’impianto con potenza pari a 20 kW ha un “Tasso interno di
rendimento” maggiore rispetto all’impianto da 50 kW.
Non vi è dubbio che il beneficio ottenuto con il contributo consente di
ridurre notevolmente l’investimento iniziale facendo impennare la
redditività dell’investimento, la quale è superiore di 1,3 punti percentuali
rispetto all’impianto di dimensioni maggiori. Allo stato attuale
l’impianto da 20 kWp, rispetto a quello da 50 kWp, consente di
massimizzare la redditività dell’investimento.
Dall’analisi sui flussi di cassa riusciamo a individuare l’anno solare in
cui l’impresa beneficia del contributo a fondo perduto. In riferimento a
quanto detto nel capitolo 3, relativamente al lasso di tempo necessario
affinché un’impresa possa ottenere il contributo, è evidente come la fase
istruttoria, di realizzazione e di rendicontazione del progetto richieda del
tempo, facendo si che spesso sia necessario che trascorra più di un anno
prima che l’imprenditore possa entrare in possesso del contributo che gli
spetta.
Nella nostra simulazione abbiamo ipotizzato abbastanza
precauzionalmente di ottenere il contributo al secondo anno.
CAPITOLO 5
195
Ciò significa che l’investitore non può considerare, al momento in cui
deve soddisfare il proprio fabbisogno finanziario per effettuare
l’investimento, l’entrata derivante dal contributo. Essa è ottenuta
successivamente, e solo a quel punto è possibile tenerne conto nel
calcolare i flussi in entrata ed in uscita.
Tabella 5.16 Flussi di cassa
Rimane a questo punto un’ultima analisi da considerare.
Come abbiamo visto nel caso dell’impianto da 50 kW, il rendimento
aumentava se consideravamo un finanziamento bancario coperto da
fondo di garanzia.
In virtù del fatto che il fondo di garanzia è cumulabile con il contributo a
fondo perduto, in quanto è il bando stesso che lo prevede, diventa
importante considerare il fondo di garanzia previsto da Fidi Toscana
S.p.A.
POTENZE A CONFRONTO
196
Anche in questo caso è doveroso assumere le medesime ipotesi di base,
per cui la percentuale di finanziamento sarà la stessa, ed ovviamente
anche il rating dell’impresa sarà identico, visto che ipotizziamo che sia la
stessa impresa a simulare l’investimento.
Tabella 5.17 Finanziamento bancario – Fondo di garanzia
DATI FINANZIAMENTO CON FONDO DI GARANZIA
Investimento complessivo 140.000,00 €
Percentuale di finanziamento 60 %
Finanziamento richiesto 84.000,00 €
Tasso di interesse annuale su mutuo 5,93 %
Una tantum (0,5%) 420,00 €
Durata mutuo 10 Anni
Ipotesi di rata mutuo (annuale) 11.255,72 €
Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 5.627,86 €
COSTI TOTALI DELL’OPERAZIONE
Interessi passivi 28.557,30 €
Spese per ottenimento fondo di garanzia 420,00 €
Costi complessivi 28.977,30 €
Contributo a fondo perduto 20.000,00 €
Costi complessivi netti 8.977,30 €
Tabella 5.18 Piano di ammortamento a tasso fisso Con Fondo di
Garanzia
Calcolo Mutui
IMPORTO: € 84.000,00
DURATA (MESI): 120
CAPITOLO 5
197
N° RATE PER ANNO: 2
TASSO (%): 5,93
RATA: 5.627,86
Data iniziale: mese 07 anno 2008
Totale pagamenti: 112.557,30
(di cui interessi ) 28.557,30
Fonte: www.bancamarche.it
Le entrate si mantengono superiori alle uscite nella misura tale da
garantire la copertura totale di entrambe le rate semestrali del mutuo.
Tabella 5.19 Flussi di cassa
POTENZE A CONFRONTO
198
Dal grafico si evince che al secondo anno l’impresa ottiene
un’entrata straordinaria, la quale è data dal contributo a fondo perduto di
20.000,00 €.
Rispetto alle entrate che l’impresa riesce a conseguire nelle altre
annualità, quella relativa al contributo ha un rilevante impatto sul valore
complessivo delle entrate a disposizione dell’impresa stessa.
Tabella 5.20 Confronto tra investimenti
CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:
“20 kW con contributo e fondo di garanzia”
vs
“50 kW senza contributo e con fondo di garanzia”
TECNOLOGIA:
FOTOVOLTAICO
PAYBACK
PERIOD TIR VAN
Potenza 20 kW con contributo e fondo di garanzia
10 8,8% 23.916,97
Potenza 50 kW senza contributo con fondo di garanzia
10 6,5% 25.256,89
Il fondo di garanzia anche in questo caso ha un effetto positivo
sulla redditività dell’impresa, per cui indipendentemente dalla tipologia
di potenza dell’impianto, poter beneficiare del fondo di garanzia
consente all’impresa di migliorare la propria redditività a parità di
investimento effettuato.
CAPITOLO 5
199
5.5.2 La potenza migliore
Dall’analisi appare evidente come la potenza che fornisce il
miglior risultato è quella relativa a 20 kWp.
L’analisi ha messo a confronto tale potenza con una potenza
maggiore, pari cioè a 50 kWp. Possiamo affermare con la dovuta
certezza che tra una potenza di 20 kWp ed una potenza maggiore, a causa
del contributo a fondo perduto, è migliore la prima.
Questo limita notevolmente le capacità di investimento, in quanto un
soggetto economico che intende investire un capitale maggiore non ha
convenienza a farlo e, quindi, opterà per una soluzione che lo impegna in
misura sicuramente ridotta affinché possa massimizzare il suo beneficio
economico.
L’obiettivo di fondo è quello di diffondere gli impianti di piccola
potenza, ed avere una espansione la più capillare possibile, per tutti i
motivi esaminati nei precedenti capitoli, ma restringere il campo di
azione all’interno degli impianti di piccole dimensioni appare abbastanza
riduttivo.
È opportuno che la riforma relativa all’incremento della potenza prevista
per lo scambio sul posto venga al più presto implementata e vengano
realizzati strumenti agevolativi capaci di sostenere anche impianti di
dimensioni maggiori, come ad esempio il caso fin qui esaminato
dell’impianto da 50 kWp.
Non vi è dubbio che le risorse possono così ridursi ed orientarsi
essenzialmente su pochi progetti di grandi dimensioni, ed è proprio
questo lo sforzo aggiuntivo per riuscire a presentare proposte in grado di
soddisfare la domanda.
Rendere economicamente conveniente impianti di piccole-medie
dimensioni attraverso strumenti agevolativi in grado di sostenerli: è
POTENZE A CONFRONTO
200
l’unica soluzione per consentire ad un soggetto economico di orientare la
propria scelta verso tale tipologia di impianti.
Sicuramente è molto soddisfacente effettuare un investimento che
consente di ottenere un rendimento del 9%, anche se al tempo stesso,
secondo questa logica, si riesce a coprire appena il 10% del fabbisogno
di energia elettrica, per cui il problema della dipendenza dalle fonti
fossili non viene affatto superato, ma persiste.
Agevolare impianti di potenza maggiore significa consentire alle imprese
di ottenere una maggiore produttività dall’impianto e quindi una
maggiore autonomia.
Il fatto di beneficiare di una risorsa pulita ma insufficiente al fabbisogno,
costringe l’imprenditore a dover prevedere un’altra fonte energetica
alternativa in grado di raggiungere un livello di produzione energetica
quantomeno sufficiente ai propri bisogni.
5.5.3 Sotto i 20 kWp: alla ricerca della “best way”
Abbiamo detto che 20 kWp rappresentano la potenza “migliore”,
e che potenze maggiori non consentono di ottenere lo stesso risultato, ma
potenze inferiori?
Da un’analisi su tutte le potenze inferiori a 20 kWp, è risultato che la
migliore è quella da 15 kWp.
Questo risultato viene raggiunto in quanto viene massimizzato il
contributo a fondo perduto, sebbene il costo dell’impianto al kW risulti
maggiore, pari cioè a 7.200 €/kW.
I tempi di ritorno dell’investimento non cambiano, 10 anni anche per i 15
kWp, ma cambia, e non poco, il tasso interno di rendimento, pari cioè a
7,8%, a fronte di un VAN pari a € 21.951,91.
CAPITOLO 5
201
Tabella 5.21 Confronto tra investimenti
CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:
“20 kW con contributo” vs “15 kW con contributo”
TECNOLOGIA:
FOTOVOLTAICO
PAYBACK
PERIOD TIR VAN
Potenza 20 kW con contributo
10 7,5% 27.230,65
Potenza 15 kW con
contributo 10 7,8% 21.951,91
Anche i flussi di cassa riportano un trend significativamente
migliore rispetto a quanto fatto registrare per l’impianto di potenza
maggiore.
Tabella 5.22 Flussi di cassa
POTENZE A CONFRONTO
202
Tutto ciò senza considerare il fondo di garanzia il quale, in
entrambi i casi precedentemente esaminati, portava ad un incremento
della redditività. Vediamo se anche in questo caso si ottiene un beneficio
usufruendo del fondo di garanzia promosso da Fidi Toscana S.p.A.
Tabella 5.23 Finanziamento bancario – Fondo di garanzia
DATI FINANZIAMENTO CON FONDO DI GARANZIA
Investimento complessivo 108.000,00 €
Percentuale di finanziamento 60 %
Finanziamento richiesto 64.800,00 €
Tasso di interesse annuale su mutuo 5,93 %
Una tantum (0,5%) 324,00 €
Durata mutuo 10 Anni
Ipotesi di rata mutuo (annuale) 8.683,00 €
Ipotesi di rata mutuo (semestrale) 4.341,50 €
COSTI TOTALI DELL’OPERAZIONE
Interessi passivi 22.029,91 €
Spese per ottenimento fondo di garanzia 324,00 €
Costi complessivi 22.353,91 €
Contributo a fondo perduto 20.000,00 €
Costi complessivi netti 2.353,91 €
Il fondo di garanzia consente di ridurre lo spread applicato
dall’istituto di credito, rendendo meno onerosa l’operazione.
Tutto ciò incide sugli oneri finanziari e quindi ne beneficia la
redditività complessiva dell’investimento.
Abbiamo visto uno schema riepilogativo del finanziamento ottenuto
dall’impresa, attraverso il quale si riesce a definire i fattori che
CAPITOLO 5
203
dimostrano la sua redditività, la quale verrà poi confrontata con quella
individuata per il fotovoltaico con potenza 20 kWp.
I flussi vengono raffigurati nel seguente schema, e dimostrano come
l’impresa riesca a rimborsare il debito, e quindi ad assolvere al
pagamento di entrambe le rate presenti all’interno di ciascun anno solare,
per l’intero durata del finanziamento erogato.
Le entrate sono maggiori delle uscite, stando a testimoniare il fatto che
attraverso i flussi in entrata, generati dal Conto Energia e dallo scambio
sul posto, l’impresa riesce ad ottenere un margine positivo, al netto del
finanziamento, superiore rispetto agli altri casi visti fino ad ora.
Tabella 5.24 Flussi di cassa
Mettendo a confronto le due situazioni esaminate, riusciamo ad
ottenere numericamente il divario di rendimento tra il fotovoltaico con
potenza di 15 kWp e quello da 20 kWp.
POTENZE A CONFRONTO
204
Tabella 5.25 Confronto tra investimenti
CONFRONTO TRA INVESTIMENTI:
“20 kW con contributo e fondo di garanzia”
vs
“15 kW con contributo e fondo di garanzia”
TECNOLOGIA:
FOTOVOLTAICO
PAYBACK
PERIOD TIR VAN
Potenza 20 kW con contributo e fondo di garanzia
10 8,8% 23.916,97
Potenza 15 kW con contributo e fondo di garanzia
10 9,3% 19.395,51
Dalla tabella precedente avevamo intuito fin da subito che i
margini ottenuti dall’impresa attraverso l’impianto da 15 kWp erano
superiori, ciò è confermato anche dal diretto confronto tra le due potenze.
A questo punto è evidente che la differenza viene fatta dal
contributo a fondo perduto.
Il Conto Energia, sotto certi limiti e con la medesima integrazione
architettonica, non incide particolarmente sulle diverse redditività che
abbiamo trovato tra le varie tipologie di investimenti esaminati (50, 20 e
15 kWp). Neppure il fondo di garanzia, il quale apporta un beneficio a
tutte indistintamente.
La chiave di lettura di questa eterogeneità di risultati è data dal
contributo a fondo perduto. Può sembrare ovvio, ma il contributo del
20%, nel limite massimo di € 20.000,00, porta a massimizzare il
beneficio quando si ha una spesa uguale o vicina a € 100.000,00; per cui
con questa spesa si riesce ad ottenere il massimo contributo erogabile.
CAPITOLO 5
205
Il fatto di incrementare il costo unitario dell’investimento,
passando da 6.500 €/kW per l’impianto da 50 kWp; a 7.000,00 €/kW per
l’impianto da 20 kWp; fino a 7.200,00 €/kW per l’impianto da 15 kWp,
non ha inciso affatto sulla redditività finale, in quanto la maggior
percentuale di contributo concessa rendeva la maggior incidenza dei
costi unitari superflua.