INDIALOGO · 21 appunti di viaggio tiradentes e la estrada real ... Laboratori sperimentali del...

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1 Supplemento di Indialogo.it , autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo IN DIALOGO Anno 5,Marzo 2014 n. 3 Docenti uni- versitari del Pinerolese/14 Intervista a Giovanni Pons Pinerolo, dibattito: “La politica deve fornire un’idea di città” Intervista a Emanuele Chiap- pero, di Officina pinerolese Il Politecnico a Pinerolo, pag.11

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Supplemento di Indialogo. i t , autor izz. N.2 del 16.6.2010 del Tr ibunale di PineroloINDIALOGO

Anno 5,Marzo 2014n. 3

Docenti uni-versitari del Pinerolese/14Intervista a Giovanni Pons

Pinerolo,dibattito:

“La politica deve fornire

un’idea di città”Intervista a Emanuele Chiap-

pero, di Officina pinerolese

Il Politecnico a Pinerolo, pag.11

22Buone News

A cura di Gabriella Bruzzone

favara e l’arte contemporanea

Lo sguardo al futuro di una città di provincia [quasi come Pinerolo] Favara è una cittadina siciliana, in provincia di Agrigento, grande all’incirca quanto Pinerolo e con, all’incirca, gli stessi ritmi tranquilli. Fin troppo tranquilli. Pur trovandosi a pochi chilometri dalla Valle dei Templi infatti sembrava che Favara non avesse alcuna possibilità di sviluppo e che i suoi abitanti dovessero per forza trasferirsi altrove per garantire il futuro lavorativo loro e dei figli. Per fortuna, anche in situazioni di questo genere, c’è sempre chi non si lascia scoraggiare e trova la soluzione adatta per se e per gli altri. È la storia di Andrea e Florinda, lui notaio e lei avvocato, che, spinti dalla passione per l’arte ma soprattutto dal desiderio di dare un futuro alle nuove generazioni, si sono lanciati in un progetto culturale piuttosto ambizioso che ora a distanza di quasi quattro anni è conosciuto in tutto il mondo e, cosa più importante, da lavoro a numerosi cittadini di Favara. Il progetto si chiama “Farm Cultural Park”. Situato nel centro storico di Favara

e dislocato tra sette cortili tutti collegati tra loro a formare il Cortile Bentivegna, è un luogo in cui la cultura fa totalmente da padrona: gli edifici, di origine araba, sono stati ristrutturati da architetti e giovani artisti, la presenza dell’arte contemporanea è costante così come presentazioni di libri, concorsi e workshop per adulti e bambini.Dopo aver viaggiato tra Londra, New York e Parigi per visitare mostre e conoscere artisti e curatori, Andrea e Florinda hanno voluto portare l’arte contemporanea a Favara: spazio espositivo temporaneo e permanente, residenze per artisti, architetti e curatori, scuola di specializzazione, un centro di architettura contemporanea... E un numero di visitatori internazionali in continua crescita. Il tutto realizzato con le loro risorse, senza alcun finanziamento pubblico. Nell’arco di tre anni quella che prima era solo una cittadina di provincia si è risollevata, raggiungendo il sesto posto al mondo tra le dieci mete più amate dagli appassionati di arte contemporanea.

32wwwwAw

Informazione e cultura locale per un dialogo tra generazioni

S o m m a r i o

|Giovani, fate gruppo! Nei numeri precedenti di Pinerolo Indialogo si è parlato della storia di un gruppo teatrale giovanile nato all’interno della scuola, che ha ot-tenuto un discreto successo individuale e di pub-blico e che ora pare sia giunto al termine della sua storia (o forse no?). È la storia di un gruppo come tanti nel territorio che si scioglie più per l’esaurimento di tempo da dedicare al gruppo che per l’esaurimento di progetti condivisi o di idee. Uno scioglimento che avviene nonostante ci sia ancora la “voglia di esserci”, di commu-nity, di fare gruppo (così pare). Una storia come tante, ma dietro la storia di questo gruppo si può leggere il grande dilemma e la fragilità dei giovani di oggi, dove l’assenza di spirito comunitario e il prevalere della progettualità individuale è il difetto e uno dei limiti, a differenza dei giovani degli anni 60-70, dove la community era tutto. Oggi conta la propria individualità, la propria carriera, il proprio tempo... e così il singolo che col gruppo, con l’appartenenza ad una compagnia teatrale, aveva assaporato da subito il successo, aveva vinto un concorso letterario nazionale… senza la community si trova più fragile, più solo senza la capacità di incidere nella società. In questo errore di coltivare le individualità, a scapito del gruppo, sono caduti anche genitori ed insegnanti, coltivando di fatto delle individualità fragili, che se va bene riusciranno ad affermarsi a 40 anni, mentre in gruppo avrebbero la possibilità di essere qualcuno fin da subito. Quindi giovani, va bene la propria progettualità individuale, ma se volete avere forza e incisività nella società dovete fare gruppo! Antonio Denanni

2 Buone news unacittàdiprovincia,quasipinerolo

4 primo piano docentiuniveritaripinerolesi/14 intervistaagiovannipons

6 arte & architettura/1 italianostra:un’ideadicittà!

8 politica giovane young l’associazioneofficinapinerolese

10 lettere al giornale i“sanpapier”siamonoi

11 arte & architettura/2 60studentidiarchitetturaall’acea

12 Serate di laurea simonefossatealessandroprinzio

13 Giovani @ Scuola università:corsiprofessionalizzanti

14 visibili & Invisibili gruppoamnestyelibera

15 Giovani & Storia correvalatranviapinerolo-villar

16 vita internazionale alessandravavalàamonaco

17 lettera a... nonperderelatesta

18 per mostre & musei ellamarcielloelasuaarte

19 musica emergente camerachiara

20 Sport lagiovanemontagna

21 appunti di viaggio tiradenteselaestradareal

22 tecnologie & Innovazioni isimula-tutto

23 onda d’Urto Eventi mostra“realtàillusorie”e“lamandorla”

24 amici di pinerolo Indialogo

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PINEROLO INDIALOGO

DIrETTOrE rESPONSABILEAntonio Denanni Hanno collaborato: Emanuele Sacchetto, Valentina Voglino, Alessia Moroni, Elisa Campra, Gabriella Bruzzone, Maurizio Alla-sia, Andrea Obiso, rebecca Donella, Andrea Bruno, Chiara Gal-lo, Cristiano roasio, Nadia Fenoglio, Giulia Pussetto, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Chiara Perrone, Marianna Bertolino, Federico Gennaro, Demis PascalCon la partecipazione di Elvio Fassone

PhOTOGiacomo Denanni, Francesca De Marco

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.itAutorizzazione del Tribunale di Pinerolo, n. 2 del 16/06/2010

rEDAzIONETel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected]

4a cura di Marianna Bertolino

C i t t à & Un ive rs i t à /144PrIMO PIANO

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Ci parla di sé e della sua disciplina d’insegnamento? Sono nato a Luserna San Giovanni, nel 1943, ma ho vissuto a Torino, dove ho compiuto tutti gli studi fino a conseguire la Laurea in Scienze Biologiche. Assolti gli obblighi di leva, entrai all’Università di Torino con borsa di studio, dopo alcuni anni fui assunto come tecnico, poi divenni Assistente e infine Professore associato nella Disciplina di Istologia e Embriologia, Facoltà di Scienze MFN, Corso di Laurea in Scienze Biologiche, con incarico d’insegnamento in Citologia. Nel frattempo mi ero sposato e diventato padre di due figli. Nell’81 ci trasferimmo a Pinerolo, cittadina tranquilla e accogliente, alle porte delle amate Valli alpine. Nel ‘92 scelsi di trasferire la mia cattedra di insegnamento alla neonata Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”sede di Alessandria, nella quale condussi la mia ricerca e ricoprii gli insegnamenti di Istologia e Embriologia (poi Biologia cellulare), Anatomia comparata, Anatomia umana, Anatomia microscopica, Citochimica, Laboratori sperimentali del Corso di laurea in Biologia. Nella nuova Università orientai le mie ricerche al settore del monitoraggio ambientale, in sostanza utilizzando le tecniche istologiche e citochimiche, microscopiche e ultramicroscopiche, per la messa a punto di test biologici per il controllo ambientale. Cito, come esempio di applicazione, il monitoraggio biologico condotto dal Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Vita dell’Università, nell’ambito della bonifica del sito dell’ACNA di Cengio. Al compimento del 65° anno di età

decisi di ritirarmi, lasciando posto ai più giovani. Che cosa ha da dire la sua disciplina sulle problematiche dell’uomo contemporaneo? Credo che l’umanità contemporanea abbia di fronte a sé molti, e gravi, problemi, fra questi sanità, alimentazione, inquinamento, conser-vazione dell’ambiente. Prendendo la Biologia cellulare come disciplina di riferimento più ampia, essa copre ruoli importanti e, direi, essenziali: nei settori della ricerca pura e applicata: come funzionano i milioni di cellule diverse animali e vegetali, come si può intervenire per

correggere o migliorare il loro funzionamento; nel settore del controllo dei prodotti alimentari e del monitoraggio ambientale, essenziali per la salvaguardia della salute e dell’ambiente. In stretta collaborazione con la Genetica, la Microbiologia, la Chimica biologica, la Fisiologia e con altre discipline dell’area dell’Informatica, della Medicina, della Farmacia, della Fisica, della Chimica e anche dell’Ingegneria, non si può non ricordare lo sviluppo che ha avuto il settore delle Biotecnologie, oggi utilizzate nei più svariati ambiti e oggetto della ricerca più avanzata.La sua disciplina ha anche a che fare come la biologia con le tecnologie e quindi con tutti i problemi etici che ne derivano? Certamente quando si entra nel campo dei meccanismi molecolari e cellulari, nel controllo delle funzioni e dello sviluppo, credo che non si possa evitare di affrontare anche i problemi di ordine etico. Negli ultimi anni si è andata affermando la disciplina della Bioetica, che

Intervista a Giovanni PonsPons, docente di Biologia: «La realtà del territorio Pinerolese è in una situazione di stallo, si cerca di mantenere, di ridurre il meno possibile ma...»

5“Penso che la situazione attuale del territorio non offra ai giovani laureati grandi prospettive”

ha consentito di affrontare importanti temi considerati sotto diversi punti di vista e giungere a definire possibilità e limiti. rimane, secondo me, comunque sempre determinante la scelta cosciente dell’individuo.I laureati in Biologia hanno buone prospettive di lavoro o anche per loro è oggi difficile trovare un’occupazione? rispondere oggi a questa domanda è difficile, gli sbocchi più interessanti sono certamente nei settori di ricerca, ma se questa è messa in secondo piano, c’è solo da sperare che si riprenda a investire, e nei settori dei controlli, ma se questi sono ridotti per risparmiare…diventa tutto difficile.Veniamo a Pinerolo e al Pinerolese. Come vede lei questa realtà del nostro territorio? La realtà del territorio Pinerolese, per quanto mi è dato di vedere è in una situazione di stallo, si cerca di mantenere, di ridurre il meno possibile ma con poche prospettive di ripresa.Una cosa che le piace della nostra città? E una che invece le piace meno? La vivibilità, direi; una cittadina ancora a misura d’uomo e in una favorevole posizione geografica; il rammarico potrebbe essere non riuscire a dare lavoro in loco a tutti i suoi abitanti.Lei è anche un componente di spicco della comunità valdese. Che cosa ha significato questa presenza e che cosa significa ancora oggi? La presenza di una comunità protestante evangelica, ancorché piccola (≤5% ) ritengo che abbia svolto, e possa ancora svolgere oggi, un ruolo di confronto e di stimolo per la città.Il Pinerolese nell’Ottocento ha visto un grande sviluppo anche per un intervento dei capitali protestanti. Ci può dire qualcosa in merito? Qualcosa di simile sarebbe ipotizzabile oggi? Lo sviluppo, nella seconda metà dell’800, di attività industriali, principalmente tessili, legate alla presenza di investimenti provenienti dall’area europea a maggioranza protestante (Germania e Svizzera, l’Inghilterra fu presente prevalentemente nel sociale), può trovare una spiegazione nei contatti molto stretti mantenuti dalle comunità valligiane valdesi con le chiese protestanti dei paesi citati. Oggi la situazione storica è ovviamente diversa, i collegamenti si sono mantenuti ma essenzialmente sul piano religioso e culturale.I criteri che regolano oggi l’attività industriale

credo che si basino su elementi assai più complessi di allora. Ha qualche idea da suggerire per questo territorio in crisi? Questa è la domanda che tutte e tutti ci facciamo ogni giorno, mattino e sera.Vivendo da qualche anno con continuità (sono stato” pendolare” per più di 30 anni!) specialmente sul territorio montano (il più in difficoltà), mi rendo conto che soluzioni facili e immediate non ce ne sono. Si potrebbe, però, pensare ad un turismo rurale montano,

che si sviluppi nei territori valligiani ancora non contaminati dal turismo di massa e ricchi di storia e di tradizioni, recuperando o potenziando aspetti dell’artigianato locale e delle coltivazioni autoctone “di nicchia” abbinate ad allevamenti biocompatibili, aumentando la ricettività nei luoghi caratteristici, proponendo programmi di escursionismo didattico, anche per fasce d’età, con possibilità di spostamenti transfrontalieri in territori montani confinanti, invogliando con opportuna e adatta informazione le famiglie residenti nelle aree metropolitane a trascorrere weekend e vacanze nei nostri territori e ad acquistare direttamente dai produttori locali. C’è un problema: i finanziamenti, da dove potrebbero arrivare? Qualche governo lungimirante? Qualche ricco benefattore ? Qualche progetto europeo ? Mi spiace, non lo so.Territorio e giovani, soprattutto quel 25% di giovani che si laurea. E’ difficile dare una risposta di speranza; penso che la situazione attuale del territorio non offra ai giovani laureati grandi prospettive.

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Giovedì 20 febbraio c’è stato a Pinerolo un interessante dibattito organizzato da Italia Nostra, con l’intervento del sindaco Buttiero, sulla variante ponte al Piano Regolatore. Pubblichiamo le riflessioni di Maurizio Trombotto, presidente di Italia Nostra, organizzatore e relatore della serata.

Un Piano regolatore è - o dovrebbe essere - la restituzione su carta di un’idea, di una prefigurazione dell’assetto e del ruolo della città che la classe dirigente ha elaborato. Con queste parole

ha avuto inizio l’ affollato incontro pubblico che, come sezione locale dell’Associazione Italia Nostra, abbiamo organizzato presso la libreria Volare lo scorso giovedi 20 febbraio. L’iniziativa ha consentito, a distanza di due mesi

dall’ufficializzazione in Municipio delle linee programmatiche elaborate dalla giunta comunale di modifica del Piano regolatore, di presentare pubblicamente le osservazioni predisposte dalla nostra associazione, che possono sintetizzarsi nell’utilizzo ripetuto della terza lettera dell’alfabeto: la C. C come: Campagna, Centro storico, Collina. - Campagna: come Italia Nostra proponiamo l’istituzione di una fascia agricola inedificabile a cornice del centro abitato, al fine di inibire ulteriori trasformazioni del suolo (ad es. con ulteriori insediamenti artigianali e/o commerciali) con una tutela normativa della corona di cascine storiche che tutt’ora (fortunatamente) circondano Pinerolo. - Centro storico: la proposta avanzata prevede il trasferimento e l’ insediamento nel centro storico, attraverso anche incentivi fiscali, di funzioni private del settore terziario tramite la concessione agevolata degli spazi degli edifici pubblici inutilizzati e l’abbattimento degli oneri per

Dibattito sulle politiche urbanistiche in città

Maurizio Trombotto di Italia Nostra: “La politica deve fornire un’idea, un’anima, un disegno di città”

Ar te&Arch i t e t tu ra

a cura di Michele Francesco Barale

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gli insediamenti in spazi privati. L’obiettivo che si intende perseguire, in questo modo, è di “restituire” al centro storico una vocazione che non sia solo residenziale, ma anche terziaria e commerciale invertendo i processi sviluppatesi in questi anni quando si è assistito ad un vero e proprio abbandono progressivo del centro storico da parte delle attività del settore terziario e commerciale con la loro collocazione, in modo improprio, in aree di sviluppo industriale che sono così poi risultate sature. Collina. Mossi dalla proccupazione dei possibili risultati, di indebolimento dei vincoli di inedificabilità, che potrebbero determinarsi con la volontà dichiarata da parte dell’ Amministrazione di procedere all’adeguamento della perimetrazione del Piano particolareggiato comunale della collina rispetto al Piano Provinciale di Coordinamento, come Italia Nostra dichiariamo la totale e ferma CONTrArIETA’ a qualunque tentativo di realizzare nuove costruzioni sulla collina di Pinerolo. La campagna, il centro storico e la collina costituiscono i tre elementi su cui costruire una politica turistica che potrebbe rappresentare una fonte reale di ricchezza per la comunità locale.Per questo motivo Italia Nostra partecipa e sostiene pienamente il lavoro intrapreso con altre realtà dell’associazionismo locale (capofila la pro Pinerolo) di coordinamento dei percorsi storico/turistico/culturali

del centro storico e la valorizzazione dei percorsi collinari. Pinerolo può e deve avere una classe politica che inverta la tendenza tesa a distruggere progressivamente il patrimonio esistente, ma che sappia invece valorizzarlo restituendo a questa città la sua vocazione di luogo del turismo storico/culturale/ambientale. In questa visione si inserisce la proposta avanzata dalla nostra Associazione di un Concorso di idee nazionale per l’area privata (attualmente in stato di abbandono) compresa tra il canale Moirano ed il torrente Lemina ed abitualmente nota come area Turck. Partendo dalla conservazione e dalla valorizzazione dell’esistente (l’edificio del Follone ed il sistema idraulico di captazione dell’acqua e di trasformazione in energia) e ponendo a confronto le idee di giovani architetti, l’ambito di trasformazione può avere l’ambizione di costituire, non il solito nuovo dozzinale quartiere residenziale composto da condomini caratterizzantesi per la loro monotonia stilistica (vedi Tabona ad es.), ma uno spazio di raccordo qualitativamente alto tra il centro storico e la campagna, in grado di attrarre nuovi residenti nell’ottica di un’area metropolitana dove Torino può essere il luogo di lavoro e Pinerolo di abitazione. Maurizio TrombottoPres. sezione Italia Nostra del Pinerolese Ettore Serafino

Foto Borgogno-drone

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E’ dagli anni ‘80 che in città non si vedono gruppi di giovani dediti alla politica. La recente nascita dell’Officina Pinerolese è quindi per noi una piacevole sorpresa, di cui ci fa piacere raccontare l’origine e la presenza attiva sul territorio. Abbiamo quindi rivolto alcune domande a due membri di questa associazione: il Presidente Emanuele Chiappero e Francesca rinero, entrambi all’ultimo anno di liceo. Raccontateci un po’ come è nata la vostra passione per la politica e la storia della costituzione di questa associazione. Non possiamo dire per ogni membro dell’associazione da quanto tempo si interessi di politica. Diciamo solo che ognuno di noi, chi più chi meno, ha sempre coltivato l’attività politica e l’interesse per la cosa pubblica già prima di entrare in questa associazione.Non possiamo nascondere, inoltre, che la parte almeno iniziale di persone che ha portato alla nascita di questa associazione deriva dall’esperienza del comitato di lavoro pro-renzi. Dunque prende origine da un’attività politica di partito. Tuttavia, la nostra volontà fin dal principio è stata quella di staccarsi dal simbolo di un partito, di uscirne, per creare un’associazione culturale, che avesse come obiettivo di riavvicinare i giovani alla politica, ma non di fare politica in prima persona. Ecco in cosa ci differenziamo, negli intenti, dal Movimento 5 stelle: noi non abbiamo fini elettorali. Vogliamo soltanto riportare i giovani a credere che la politica è una cosa buona, nobile, che necessita certo di una bella ripulita (ma non di essere distrutta!!). E naturalmente questa ripulita spetta a noi darla!Perché il nome “officina”? Prima di tutto perché è un termine che ci lega alla storia del nostro territorio, nell’ottica certamente di rilanciarlo. In secondo luogo, perché questo termine evoca immediatamente l’idea di lavoro di squadra, di laboriosità. Un concetto fondamentale per noi, come abbiamo

già detto, non è quello di distruggere, ma di creare e costruire, con nuove idee e nuovi progetti. E a forgiare tutto questo, cosa c’è di meglio di un’Officina?!Quali idee condivise ci sono dietro il vostro gruppo? Un’unica idea comune potremmo dire:

fare qualcosa per i giovani. Supplire in qualche modo alla quasi totale mancanza di una politica per i giovani della città. Dunque ciò che ci anima tutti, è la volontà di creare eventi, iniziative, che portino giovani a incontrarsi, a discutere,... Dobbiamo fare capire che i giovani sono l’anima della

nostra città, e dobbiamo convincerli a restare. Altrimenti in poco tempo Pinerolo si trasformerà in una città senza identità e senza futuro.Attualmente voi, per le riunioni, vi appoggiate alla sede del Circolo PD di Pinerolo. C’è un vero legame tra voi e il partito? Assolutamente no. Precisiamo che, indubbiamente, alcuni di noi hanno militato e militano all’interno del PD, ma non solo. Tuttavia la nostra associazione è totalmente staccata da qualsivoglia partito politico. Ciò nonostante, tutti sappiamo quanto sia difficile trovare un luogo di incontro in città per i giovani, e di quanto questi siano spesso economicamente inavvicinabili. Ecco allora che, per amicizia, l’attuale Segretario del Circolo del PD di Pinerolo, ci ha offerto di ospitarci nella sede. È tuttavia per noi una scelta temporanea. Abbiamo infatti l’intenzione di trasferirci.Nonostante ciò, vogliamo precisare che un simbolo sul muro è solo un simbolo e non influenza la voglia di dibattito e apertura della nostra associazione.La scuola, i compagni di classe, gli insegnanti hanno avuto un ruolo nella nascita del gruppo? Dagli insegnanti abbiamo avuto pieno appoggio, a partire dalla Preside. Dai compagni, onestamente, abbiamo avuto poco riscontro. C’era un certo disinteresse e diffidenza. Tuttavia, alla prova dei fatti, l’evento contro la Mafia del 28 è piaciuto molto. Quindi speriamo

l’effetto renzi in città

Un’”Officina” per fare politica e avvicinare i giovani alla politica

Politica giovane young

di Emanuele Sacchetto

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in futuro di riuscire a coinvolgere un po’ di più i nostri coetanei. In fondo è proprio questo l’obiettivo!Cos’è per voi la politica? Per noi la politica deve slegarsi dal concetto di persona “politico”, e dall’idea di voto. In realtà “politico” è qualsiasi cittadino che si adoperi per il bene comune. La politica è per noi, contrariamente a quanto oggi si voglia far credere, una cosa nobile. Non nel senso di elitaria, per pochi, fatta di privilegi. Niente affatto. Nobile nel senso che deve rispondere ai più nobili ideali di interesse comune e che deve essere ripulita da tutto il fango che gli è stato gettato addosso in questi anni da politici corrotti e poco competenti. La politica va rinobilitata, non demolita.Da quanto ci avete detto, vi occuperete principalmente della nostra città. Dunque vi siete fatti un’idea della situazione politica di Pinerolo? L’associazione come insieme è ancora troppo giovane per essersi fatta un’idea comune della situazione politica della città. Naturalmente ognuno di noi, singolarmente, ne ha una. E se vogliamo riassumere un punto comune dei nostri pensieri, si potrebbe dire che Pinerolo attualmente non ha una vera politica per i giovani. Ed è a questo che a noi lavoriamo.Avete dei progetti per l’anno in corso? Stiamo lavorando alla realizzazione di un concorso letterario. Inoltre, ci stiamo impegnando per realizzare una progettualità comune per il Parco Olimpico, che faccia di questo luogo un posto vivo e attivo per la città. Un’altra tematica a cui teniamo molto è la biblioteca, secondo noi da valorizzare, anche nell’area zona studio, che è forse attualmente l’unico punto di incontro dei giovani. Ma su questo tema non nascondiamo che stiamo incontrando qualche resistenza dell’Amministrazione. E infine, stiamo pensando alla realizzazione di un Corso di politica, tenuto da esperti, per approfondire alcuni temi di attualità e per poter avere una visione informata di ciò che accade a livello

territoriale e nazionale. L’attuale crisi politica sembrerebbe allontanare le persone e soprattutto i giovani dai partiti e dalla politica. L’effetto Grillo- Renzi è un segno di cambiamento? Che qualcosa stia cambiando è indubbio. Il problema è fare cambiare le cose in meglio. Per quanto ci riguarda (ma qui stiamo entrando in un’opinione personale, che nulla ha a che vedere con la nostra Associazione!!), il fenomeno Grillo è distruttivo. Ma come abbiamo già detto, noi crediamo che la politica debba essere rivalutata, non distrutta. Ecco perché crediamo nella politica fatta ancora dai partiti (certo partiti più legati alle persone e meno al Palazzo). Per rilanciare la politica la cosa peggiore è strumentalizzare i problemi della gente e fare ostruzionismo solo per aumentare il proprio consenso elettorale. Noi crediamo davvero che la politica debba “fare”. E insultare, senza realizzare concretamente niente di buono, distrugge soltanto. Per quanto riguarda renzi, per un giudizio su di lui credo bisogni aspettare. Certo, all’interno del PD ha fatto in pochi mesi quello che il partito non ha fatto per anni (sinonimo di grande cambiamento, secondo noi). Ma per ora è meglio non azzardare un giudizio politico affrettato. Per cambiare la politica c’è più bisogno di creatività, di idee o di organizzazione? Senza dubbio tutte quante. Ma la cosa fondamentale è avere un’idea di progetto. Per esempio, ciò che manca a Pinerolo è un’idea della città sui 20 anni. Si procede per piccoli problemi, ma così facendo non si costruisce un’identità della città. E senza identità diventeremo succubi di Torino. Per essere tali serve non poca intraprendenza e anche una buona dose di coraggio per uscire dal seminato e sperimentare soluzioni più innovative.Oggi si fa più politica nelle sedi di partito, nei talk-show o sui giornali? La propaganda elettorale non è diventata una campagna pubblicitaria fatta di slogan vuoti e facce sorridenti? Segue a pag. 22

“La politica è per noi, contrariamente a quanto oggi si voglia far credere, una cosa nobile”

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E’ difficile raccapezzarsi. Un’inchiesta giornalistica di poco tempo fa racconta che un progetto coordinato (di nome“Best”, senza false umiltà) prevede che i nostri migliori giovani laureati vadano negli USA a sviluppare l’idea e lo spirito di impresa, ma poi tornino in patria per completare l’opera. Viene spiegato che i giovani ottengono un finanziamento per frequentare i corsi di imprenditoria e compiere il tirocinio in una start up americana; ed il programma si propone di mandare ogni anno negli USA ben 300 giovani, che saranno (testuale) “il presidio imprenditoriale italiano nelle alte tecnologie, e riporteranno a casa conoscenze,

relazioni e canali di finanziamento”. Ottima cosa, è il logico commento. Ma più o meno negli stessi giorni un altro servizio giornalistico ci informa che vi sono circa 500 mila italiani, in larga prevalenza giovani, che vivono in un Paese straniero come irregolari. Arrivano come turisti e, quando è scaduto il permesso di soggiorno, rimangono e si immergono in una loro speciale clandestinità. Fanno i lavapiatti, i cuochi, gli spiccia-faccende, le piccole cose dell’economia informale. Naturalmente in nero, naturalmente sottopagati. Con coperture reciproche, perché la cosa conviene sia al datore sia al lavoratore. riescono a vivere anche dignitosamente, grazie alle mance ed alla totale assenza di imposte: salvo avere un “buco” nei contributi e nella carriera quando devono o vogliono riemergere. Dunque, i “sans papier”, questa volta, siamo noi. Il secondo fotogramma illustra

la versione sotto-proletaria del progetto “Best”, una sorta di negritude vissuta dai bianchi, una scansione in classi (se mai si può ancora usare questo termine) all’interno della categoria “giovani”, la quale viene ad aggiungersi all’arcinota oppressione da parte degli anziani. Questa volta non c’è da rallegrarsi, anzi si rafforza la convinzione che qualche cosa deve cambiare. Ma ecco che si proietta il terzo fotogramma in argomento, il ciclonico trapasso generazionale operato dal governo renzi. Finalmente il pallino passa in mano ai giovani, finalmente qualche cosa si farà. Ma quale messaggio trasmettono

queste prime giornate convulse, accanto a quello indiscusso del cambiamento? E’ quasi inevitabile scuotere il capo dubbiosi, di fronte ad un premier iper-cinetico di 38 anni, a ministre e ministri di 33 o 35, al disinvolto difetto di qualsiasi esperienza specifica, all’idolatria

della velocità, all’iperbole dell’annuncio e della comunicazione, al fideismo cieco nella bontà taumaturgica del cambiamento in sé. Non si vuole fare professione di scetticismo, poiché anche lo scetticismo sistematico è una malattia. Si tratta solamente di chiedersi se sia questo il collante che può accostare i due primi fotogrammi, e sanare la condizione giovanile. E’ doveroso attendere prima di giudicare, anzi è necessario sostenere questa esperienza, perdonando i possibili insuccessi non troppo gravi, le guasconate non troppo fastidiose, le approssimazioni non troppo pericolose. Ma sia consentita almeno qualche silenziosa perplessità, sia pure beneaugurante. Per far crescere una pianta non serve tirarla, bisogna annaffiarla con pazienza, con assiduità e buona conoscenza delle regole dell’agronomia. Altrimenti la bolla del nuovo scoppierà presto e continueremo ad avere lo scintillante “presidio imprenditoriale” ed i nostri invisibili sans papiers.

Tra giovani disoccupati e giovani al governo

I “sans papier” siamo noi

Lettere al giornale di Elvio FassonePINErOLO

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Capita non di rado che le istituzioni culturali dedite a far ricerca si abbarbichino dietro il muro dell’autocompiacimento e si dimentichino di diffondere ai cittadini i risultati, che spesso li riguardano da vicino. Capita ancor più sovente, almeno nel comune sentire, che le aziende che riescono a produrre consistenti utili economici non siano interessate a condividere col territorio alcunché, anche solo come forma di riconoscimento al territorio su cui sono insediate. Capita, è vero, quasi sempre, ed è per questo che dà grandi soddisfazioni l’essere sonoramente smentiti! A Pinerolo, infatti, ha preso forma un’importante collaborazione tra la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino e l’ACEA della cui eccellenza – se ancora ci fosse bisogno di ricordarlo – si è ampiamente parlato nel numero di Pinerolo Indialogo di ottobre. E, galeotte per questa cooperazione, furono proprio le considerazioni finali dell’intervista al presidente, roberto Prinzio: in quell’occasione si scrisse infatti che l’ACEA «sarebbe disposta a spostarsi verso il Polo ecologico, se in cambio il Comune fosse disponibile a valorizzare l’area che lascia così come ha fatto con altre realtà industriali come la Corcos». E allora, perché non pensare a come riorganizzare questo spazio tramite l’inventiva di studenti universitari, organizzati all’interno di un atelier semestrale, col valore aggiunto che il corso tratta di restauro declinato per un percorso di studi che si occupa di Progetto Sostenibile? La proposta del Politecnico, nella persona del prof. Emanuele Morezzi, con la collaborazione dello scrivente e l’intermediazione dell’Associazione Culturale Onda d’Urto, è stata accolta con entusiasmo dagli interlocutori ACEA, i quali hanno subito avuto

chiaro il fatto che non si sarebbe potuti pervenire a un progetto realizzabile, ma che, con il lavoro dei ragazzi e dando la giusta risonanza a questa attività didattica, si potranno sollecitare la popolazione e le amministrazioni a prendere in seria considerazione le problematiche che si hanno sull’area, strangolata da un’attività così massiccia come quella della movimentazione dei rifiuti. Ma non solo. Lavorare su questo sito produttivo cittadino, riporta all’attenzione l’argomento dell’archeologia industriale pinerolese, altro tema caldo degli ultimi tempi (e non solo figurativamente, data la fine ingloriosa del Turck...). Sull’area attualmente occupata dall’ACEA sorgeva infatti, a partire dal 1854, la fabbrica che forniva il gas per l’illuminazione pubblica della città, funzione che si mantenne fino al primo dopoguerra, quando prese piede la rete elettrica. È interessante notare come la funzione dell’area si sia mantenuta costante nel tempo, e meriti quindi di essere valorizzata per quel che è, assecondando una vocazione – con le dovute declinazioni contemporanee – ormai più che centenaria. Pensare poi qualsiasi polo produttivo di questa zona senza connetterlo direttamente con il rio Moirano, bealera documentata già nel Duecento, sarebbe un errore di portata macroscopica. Lungo le sue sponde sorgono tra le più importanti e significative testimonianze industriali e protoindustriali pinerolesi, e la città dovrebbe operare politiche che le tutelino adeguatamente, giacché sono un patrimonio di inestimabile valore. La collaborazione tra Politecnico e ACEA si situa proprio in questo solco: la volontà di rispettare il patrimonio edificato, comprendendo a fondo il passato quale base fondante su cui progettare il futuro.

Collaborazione tra Politecnico e Acea

60 studenti della Facoltà di Archi- tettura all’Acea per fare progettazione

Ar te&Arch i t e t tu ra

di riccardo rudiero

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Serata con Scienze Politiche

Con Simone Fossat e Alessandro Prinzio

Enrico Mattei e l’inquinamento acustico Serate di Laurea di Febbraio ha visto protagonisti due giovani laureati in Scienze Politiche. Alessandro Prinzio con una tesi dal titolo “La morte di Enrico Mattei, nelle pagine de La stampa e del Corriere della sera”, ha proposto un lavoro sulla figura del noto manager fondatore dell’ENI (Ente N a z i o n a l e Idrocarbur i ) nel 1953, focalizzando l ’attenzione sull’atteggia-m e n t o manifestato dai due più diffusi e i m p o r t a n t i q u o t i d i a n i d e l l ’ e p o c a nelle settimane immediatamente precedenti e successive alla sua tragica morte nel 1962. Dopo aver tracciato un breve profilo della figura di Mattei – “monarca assoluto” della più grande impresa pubblica nella storia del nostro paese, appunto l’Eni –aiutato da importanti documenti del servizio segreto britannico resi pubblici e conoscibili da pochi anni, Alessandro ha incentrato l’attenzione sulla visione che del manager era offerta dalla stampa italiana e internazionale, cercando inoltre di tratteggiare un breve quadro della situazione storica in cui avvenne la morte. Il relatore ha poi trattato nel particolare le notizie del quotidiano torinese, espressione di un grande gruppo

industriale italiano sempre avverso alle politiche matteiane e di quello milanese, voce della borghesia finanziaria e quindi più vicino al personaggio. Altro argomento è stato invece trattato dal secondo relatore, Simone Fossat, che nella sua tesi intitolata “Il potere del comune a tutela dell’inquinamento acustico”

ha affrontato tale tema analizzandolo nei vari livelli d e l l ’ o r d i n a -m e n t o giuridico e con p a r t i c o l a r e attenzione alle c o m p e t e n z e comunali, le più numerose e le più efficaci nel

tutelare i cittadini dal rumore. Ampio spazio è stato dedicato all’analisi delle controversie tra cittadini e istituzioni sia in primo che in secondo grado di giudizio per far emergere il diritto “positivo” frutto proprio dei casi giurisprudenziali in materia. La discussione è terminata toccando le cronache della città di Torino sul fenomeno della cosiddetta “movida” che hanno portato mobilitazione associazionistica e all’entrata in vigore del nuovo regolamento cittadino in materia di quiete pubblica.

Il prossimo appunta-mento è previsto per il 28 marzo presso la nuova sede del l’associazione Onda d’Urto, in via Vigone 24 a Pinerolo.

Serate di Laurea A cura di Maria Anna Bertolino

IN CITTà

Simone Fossat Alessandro Prinzio

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Nell’ultimo incontro dei docenti universitari del Pinerolese promosso dal nostro giornale si è constatato che a fronte di una formazione scolastica, dalle elementari alle superiori, di eccellenza sul territorio scarseggia e probabilmente non decollerà mai una formazione universitaria di pari qualità. Per non fregiarsi solo del detto “abbiamo l’università” senza contenuto dietro, molto meglio puntare sui corsi universitari e post superiori professionalizzanti, come quello di Infermieristica che dovrebbe partire a breve, ma anche sui corsi post secondaria detti in sigla ITS (Istituti Tecnici Superiori) e IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore). È una questione di buon

senso, lo dicono i numeri: dei diplomati si iscrivono all’università il 45% e arrivano alla laurea poco più del 20%. C’è quindi un bacino di giovani che va dal 70 al 75% che si trova a 30 anni senza una formazione professionalizzante. È in questo campo che quell’abbozzo di università che c’è a Pinerolo deve giocare il suo ruolo in accordo con le scuole medie superiori della città. Inseguire l’obiettivo delle lauree piene è illusorio. È qui, se si saprà lavorare bene tra le tre entità che devono entrare in gioco (scuole medie superiori, università e impresa), che si possono davvero costruire buone cose e proseguire con un’istruzione di qualità anche post diploma, come quella precedente, qui a Pinerolo.

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Mondo universitario pinerolese

Corsi universitari professionalizzantiPer non fregiarsi solo del titolo “abbiamo l’Università” e non il contenuto

di Antonio Denanni

Giovani@ScuolaSOCIETà

ITS (Istituti Tecnici Superiori)

Gli Istituti Tecnici Superiori sono “scuole ad alta specializzazione tecnologica”, nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. Formano tecnici superiori nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività e costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria. Si costituiscono secondo la forma della Fondazione di partecipazione che comprende scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, enti locali. Gli ITS istituiti sono 65: ▪ 29 nell’area delle nuove tecnologie per il made in Italy; ▪ 12 nell’area della mobilità sostenibile; ▪ 8 nell’area dell’efficienza energetica; ▪ 7 nell’area delle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali; ▪ 6 nell’area delle tecnologie della informazione e della comunicazione; ▪ 3 nell’area delle nuove tecnologie della vita. da www.indire.itIl titolo rilasciato è quello di Diploma di Tecnico Superiore, riconosciuto a livello europeo

IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore)

I percorsi IFTS sono programmati dalle Regioni per rispondere a fabbisogni formativi riferiti ai settori produttivi locali.Sono progettati e gestiti dai seguenti soggetti associati: - almeno un istituto secondario di secondo grado - almeno un ente di formazione - almeno un’impresa o associazione di imprese - almeno un’universitàHanno di regola la durata di due semestri, per un totale di 800/1000 ore. Sono finalizzati al conseguimento di un certificato di specializzazione tecnica superiore. I giovani e gli adulti accedono ai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore con il possesso di uno dei seguenti titoli: - diploma di istruzione secondaria superiore; - diploma professionale di tecnico. L’accesso ai percorsi IFTS è consentito anche a coloro che sono in possesso dell’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali e a coloro che non sono in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore, previo accreditamento delle competenze acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro successivi all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.(da www.indire.it)

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E’ passato poco più di un anno dalle ultime elezioni politiche. In quella occasione, noi di Amnesty International, avevamo chiesto a tutti i candidati al Parlamento e ai loro leader di portare il tema dei Diritti Umani al centro del dibattito politico: trasparenza delle forze di polizia e introduzione del reato di tortura, stop al femminicidio e alla violenza sulle donne, protezione dei rifugiati e sospensione degli accordi Italia-Libia sull’immigrazione, condizioni più dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri, sono solo alcune delle nostre richieste che non hanno tralasciato le nostre battaglie più storiche tra cui rientrano la lotta contro la pena di morte e contro il traffico di armi.Dopo poco più di un anno, riconosciamo che i nostri politici (Governo e Ministri compresi) hanno dimostrato interesse al tema dei diritti

umani che in alcune occasioni sono stati al centro del dibattito politico e parlamentare soprattutto se pensiamo alle recenti norme per la lotta contro l’omofobia, alla legge sul femminicidio e alla ratifica della Convenzione di Istanbul. riconosciamo un significativo passo avanti ma non basta. Ed è proprio perché non basta che ci siamo rivolti al nuovo capo del Governo affinché sottoscriva la nostra Agenda per i Diritti Umani in Italia, affinché si assuma l’impegno di una lotta politica per un paese maggiormente rispettoso e attento alle violazioni dei diritti umani.renzi, Ricordati che devi rispondere! i

GrUppo GIovanI amneSty InternatIonal

Un anno di Diritti Umani: a che punto siamo?

Visibili & InvisibiliDIrITTI UMANI

SOS Giustizia a cura di Chiara Perrone

Da sempre Libera è un punto di riferimento per quanti vivono situazioni di disagio legate in modo particolare all’azione di gruppi criminali e mafiosi. richieste di aiuto alle quali si cerca sempre di

dare un sostegno concreto o quanto meno una consulenza. Negli ultimi anni queste richieste di aiuto sono andate aumentando, cosicchè Libera si è organizzata in modo più strutturale nei territori per rendere più organica la risposta soprattutto in quattro ambiti: sostegno e aiuto a vittime o possibili vittime di usura e alle vittime del racket delle estorsioni, accompagnamento dei familiari delle vittime di mafie nella burocrazia amministrativa e nella complessa legislazione in materia, accompagnamento nel difficile percorso della denuncia da parte dei testimoni di giustizia.

Nel 2010 è nato così il progetto “S.O.S. Giustizia - Servizio di ascolto e di assistenza alle vittime della criminalità organizzata”, finanziato dal Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali (legge 383/2000, lett.f, direttiva 2009), che ha permesso l’attivazione in alcune regioni di vari sportelli di

ascolto finalizzati ad accogliere, orientare e offrire consulenza a quanti faranno richiesta in quei particolari ambiti di disagio. Il progetto Sos Giustizia attualmente fornisce aiuto e

sostegno alle vittime di usura, del racket delle estorsioni, ai testimoni di giustizia e ai famigliari delle vittime innocenti delle mafie grazie alle donazioni dei privati e ai finanziamenti di enti e istituzioni locali. Chiunque abbia bisogno di sostegno o di aiuto può contattare le realtà locali di Libera reperibili sul sito www.libera.it o mandare una mail a [email protected]

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Di boom economico si può parlare anche per Pinerolo. Certo, occorre sfogliare all’indietro le pagine della storia per riscoprire una vera e propria febbre ferrotranviaria che contagiò il Pinerolese intorno agli anni ‘80 dell’Ottocento. Sulla scia del rapido sviluppo nazionale, nel 1880 vide la luce la Tranway Pinerolo-Perosa, società per azioni sotto la presidenza del senatore Cesare Bertea. Un collegamento su rotaia per raggiungere la Val Chisone, sostenuta da imprenditori e ingegneri locali. Ma la tranvia Pinerolo-Perosa non fu l’unica. Presto la città fu snodo di una rete tranviaria anche per le destinazioni di Saluzzo e Torino e si progettò addirittura una tranvia transalpina per Briançon e Gap, poi non realizzate. Il 3 settembre 1882 fu dunque inaugurata la Tranway Pinerolo-Perosa, con circa 200 passeggeri a bordo che partirono da Pinerolo alle 12 con l’arrivo a Perosa previsto in poco meno di due ore. Il costo del biglietto ammontava a 1,20 lire in prima classe e 0,85 lire in seconda. Così recitava la poesia che accompagnò la prima corsa: Core, core a vëdlo ‘vni; la cornëtta al à sonà. A minute sarà sì: ecco, a j’è: guardelo là. Coma ven! fa fin-a sgiai...Viva ‘l tranvai! Una linea, quella della tranvia, utile soprattutto ai commercianti di bestiame e di legname, agli industriali tessili, ai militari di guarnigione al Forte di Fenestrelle, ai compratori della pietra di Malanaggio. Insomma, un servizio di trasporto utile a inserire Pinerolo in una rete locale di commercio e impresa. La tranvia, «mostro» con una «metallica anima» secondo alcuni versi di Carducci, era composta

da quattro vaporiere a scartamento ridotto che avevano nome di Assietta, Pragelato, Fenestrelle e Val Chisone. Furono costruite dalla società svizzera S.L.M. di Winterthur e potevano raggiungere la velocità massima di 30-35 km/h, ma quella media di crociera era molto più bassa. I macchinisti lavoravano all’aria aperta, coperti solo da un tetto e usavano un telo catramato per proteggersi da vento, pioggia, polvere. Le carrozze, secondo i cronisti dell’epoca, erano piuttosto modeste: in seconda classe c’erano panche in legno per sedersi e in prima sedili imbottiti, ma i finestrini erano ovunque difettosi e spesso mancava il riscaldamento. Questa fu la partenza, frenata dopo soli due anni di attività quando la tranvia andò in passivo e poté salvarsi solo grazie al trasporto merci, che certo non mancava. Nel 1911, poi, il servizio di trasporto pubblico pensato in origine per la tranvia fu assegnato a una linea automobilistica in mano alla Fiat che svolgeva le tratte Perosa-Fenestrelle-Pragelato e Perosa-Perrero. Infine, nel 1921 la tranvia, ormai di proprietà della Sapav della famiglia Agnelli, venne elettrificata e le storiche vaporiere furono sostituite con locomotori Fiat a motore elettrico. Nel febbraio 1968 partì l’ultima corsa: ormai l’eco di un altro boom sfrecciava sulle rotaie dell’economia.

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Cenni di storia del Pinerolese poco noti

Correva la tranvia Pinerolo-PerosaTra 1882 e 1968 il collegamento su rotaia con la Val Chisone

di Nadia Fenoglio.

Giovani@StoriaSOCIETà

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Alessandra si è laureata in Lingue e Lette-rature Straniere, più precisamente Tedesco e russo. Da un po’ di tempo ha deciso di fare un’esperienza all’estero per perfezionare la lin-gua tedesca. ha trovato dunque lavoro come ragazza alla pari a Monaco di Baviera e via Skype ci ha raccontato la sua esperienza e la vita che conduce in Germania.Come hai deciso di intraprendere questo tipo di lavoro all’estero? Avevo iniziato la Laurea Magistrale in Scienze Internazionali presso l’Università di Torino, per avere più possibilità di lavorare in azienda, ma mi sono poi accorta che questo tipo di studi non faceva per me, quindi ho deciso di partire per la Germania. Mi sono iscritta ad un corso estivo a Germersheim e intanto attraverso un sito, nel quale avevo creato un profilo personale, mi mettevo in contatto con delle famiglie per diventare ragazza alla pari. ho incontrato e lavorato in diverse famiglie e ho poi trovato questa dove st ora in cui mi trovo molto bene.Da quanto tempo lavori nella famiglia in cui ti trovi e in cosa consiste il tuo lavoro? Sono qui dal 6 dicembre 2013 e mi occupo del loro unico figlio. Il mio lavoro consiste nell’andarlo a prendere a scuola, preparargli la cena, giocare con lui e prepararlo per dormire. Vivo con loro, ho una camera mia e un bagno personale e mantengo la mia indipendenza. E’ stato difficile con la lingua, specialmente

venendo a contatto con un bambino piccolo? Diciamo che io ero abituata a leggere testi di letteratura, a parlare un tedesco “accademico”. Con i bambini è di certo più difficile perchè come succede in tutte le lingue, fanno spesso errori di grammatica, ma alla fine ti abitui.Come impegni il tuo tempo libero? Dal martedì al venerdì mattina frequento un corso di lingua tedesca, per tre ore al giorno. Si tratta di una scuola che organizza corsi per tutti i livelli e dei “training” in cui vi sono esercizi mirati per superare l’esame. Mi sto preparando per dare il livello B2 a breve. Sei in contatto con altre ragazze italiane che fanno il tuo stesso lavoro e avete trascorso del tempo insieme? Sì, ci sono molti gruppi, su alcuni social network, di italiani a Monaco e organizzano eventi o semplicemente incontri e gite. Sono stata con altre ragazze a Norimberga per i mercatini di Natale e poi sono anche andata a vedere dei castelli. Qui c’è tanto verde, molti parchi, le terme.Progetti per il futuro? Tornerai in Italia o continuerai gli studi a Monaco? Dopo l’esame di lingua penso di specializzarmi qui. Mi piacerebbe molto fare qualcosa in ambito sanitario: ci sono dei corsi professionali di due o tre anni (gli Ausbildung) che permettono di insersirsi nel mondo del lavoro. Non penso di tornare in Italia, anche se le persone care mi mancano, ma qui mi sento utile e sto molto bene.

di Alessia Moroni16

COSì PEr IL MONDO Vita internazionale

Alessandra Vavalà, tra studio e lavoro

Lavora “alla pari” a Monaco

17Lettera a...di Cristiano roasio

DAL TEMPO

A pronunciare quelle parole è difficile non immaginare sguardi sbilenchi sopracciglia arcuate e strani gesti stizziti con le mani da parte dei vostri interlocutori; e già mi immagino la reazione del lettore/trice: ecco l’ennesimo articolo su San Valentino e/o sulla presunta futilità della festa per vendere cioccolatini, peluche e cianfrusaglia dal dubbio, quando non totalmente assente, valore estetico, riproduzioni (del tutto deklimtizzate) di un’opera, e una sola, di Klimt e biancheria intima da allupati. E’ per questo che la riflessione qui proposta arriva solamente dopo l’ordalia di cuori, fiori e rosso che le vetrine della, pur depressa commerc ia lmente, Pinerolo ci hanno offerto. Amare non è né scontato né ovvio né banale; d’altro canto amare una persona è limitativo, frammentario e terribilmente difficile; amare amplifica e allo stesso tempo preclude esperienze perché amare significa vedere i contorni delle cose più definiti, più reali più luminosi ed allo stesso tempo essere accecati dalle summenzionate cose contornate; amare è sondare l’altro per poi guardare in fondo, ma proprio giù giù dentro se stessi e trovare anche robe non molto belle, diciamo pure robacce, che sarebbe meglio lasciar nascoste anche a noi stessi. Ma soprattutto Amare è scegliere, migliorarsi, distinguere criticamente e selezionare la Qualità aldilà della quantità che ci circonda e blatera blatera senza portare mai nulla di nuovo, salvo qualche investimento inutile. San Valentino pare essere stato un vescovo

martire del II-III secolo d.c., torturato e decapitato, patrono degli innamorati e degli... epilettici. Quasi una traslazione del paradosso wittgensteniano del barbiere (che dice all’incirca: c’è un barbiere che rasa tutti quelli che non possono rasarsi da soli e quindi riesce a rasare se stesso?) la mancanza di testa del Valentino storico sembra dirci:

si può amare qualcuno senza usare il cervello quando tutto ciò che amiamo è la produzione e la rappresentazione cerebrale del nostro amore? Addirittura gli stimoli del piacere sono, aldilà di qualsiasi pulsione animale, correlati direttamente con l’organo che dovrebbe essere escluso a priori da ogni storia d’amore? Epilessia, nevrosi e incertezze grandi quanto le certezze, ecco cosa dovrebbero far

scattare le parole “San Valentino”. Potreste chiedermi cosa c’entri tutto ciò con Pinerolo e col piccolo mondo che ci circonda: ebbene, alla fin fine buona parte delle nostre attività sono finalizzate alla conoscenza dell’altro, del prossimo, di chi potrebbe essere davvero prossimo a noi, ad una casualità di incontri da... far perdere la testa. E come non pensare che tutto ciò che facciamo serve a metterci in relazione con le relazioni, a produrre denaro per continuare o intraprendere relazioni e a scoprire interessi, passioni e passatempi che nulla hanno da invidiare all’amore cantato dai poeti, totalizzante e spersonalizzante. Quindi nonostante San Valentino sia ormai passato per quest’anno e le vetrine cambino in celebrazioni vacue di altre feste... testa sulle spalle.

Lettera a...

Non perdere la testaDopo l’ordalia di cuori, fiori e rosso delle vetrine della depressa Pinerolo

18SOCIETà Per Mostre e Musei

A cura di Chiara Gallo

Il percorso artistico di Ella prende forma dopo la maturità scientifica. È da quel momento che decide di sviluppare le sue capacità e di trasportare la sua interiorità sulla tela. Col passare del tempo partecipa a svariate collettive e personali fino a giungere al recente traguardo di Berlino. La sua ultima esposizione infatti risale al 15 febbraio scorso presso la Galeria zero in occasione dell’evento Kunst2014 proprio nella capitale tedesca. Ma facciamo un passo indietro.

Quando hai capito che quella dell’arte era la tua vocazione? Da quando mi sono iscritta all’università di lettere e filosofia ho sempre cercato di conciliare la mia passione per l’atto creativo, che fosse scritto o dipinto. Esprimere la mia interiorità agli altri e per gli altri è da sempre l’obbiettivo che mi pongo. Negli ultimi anni poi ho cominciato ad ottenere risultati

decisamente concreti.

La tua arte prende ispirazione da qualche artista in particolare? La mia unica ispirazione proviene da dentro, cerco di trarre maggiore creatività possibile in ciò che compongo. Certo, la mia arte può essere per questo associata agli espressionisti, ma non necessariamente sono da etichettare. Un mito del passato per me è Jackson Pollock, ammiro molto la genialità del suo dripping, altri possono essere: rothko, Franz Kline e Barnett Newman.

I tuoi lavori sono molto intensi e particolari. Qual è la reazione che la gente ha di fronte alle tue opere? In generale si chiedono cosa rappresentino. Io dico sempre di trovarci qualcosa di personale, qualcosa in cui riconoscersi. Se io dipingo un soggetto, sia esso astratto o tangibile, voglio che chi lo osservi veda me, l’artista, e al tempo stesso se stesso. Ognuno deve rispecchiarsi il più naturalmente possibile nell’arte. Cerco di rappresentare degli stati emotivi e di risvegliarli in chi osserva, anche se per un breve istante.

Di recente hai realizzato una collettiva presso una galleria berlinese. Quali altri progetti hai per il futuro? Negli ultimi tempi punto molto sul web e sulla partecipazioni ad eventi sul territorio. Ovviamente vorrei spingermi sempre più verso l’estero, non tanto per l’Italia in sé, quanto perché è lì che gli artisti riescono a crearsi un’immagine concreta, per non parlare degli acquirenti che si stanno affacciando sul mercato internazionale. Per ora lavoro e vivo a Torino ma in futuro non si può mai dire!

Piccolecittà...“Promettentiartisti”

Ella Marciello: un carattere forte per l’arte“Esprimere la mia interiorità è da sempre l’obbiettivo che mi pongo”

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Questo mese la nostra rubrica si sposta geograficamente a sud, fino ad Incontrare i Camera Chiara; promettente band a cavallo tra musica strumentale e visioni oniriche.La band nasce nella provincia di Salerno nella seconda metà degli anni zero. I loro brani, stilisticamente, possono collocarsi nel rock progressivo e nell’art rock, ma il loro intento è quello di suonare liberi da qualsivoglia restrizione, per lasciare alla musica la più ampia libertà espressiva e permettere a ogni ascoltatore di trovare il suo personale “punctum”. L’album, dal titolo omonimo, si apre con una intensa suite di archi e synth, Tufa Domes Pyramid Lake, dal sapore squisitamente “pinkfloydiano”. Ben armonizzata e molto d’effetto grazie anche all’intervento di una delicata linea melodica. Si procede poi con Chiaroscuri brano di ben undici minuti di durata, dominato per la fase introduttiva da un pattern di batteria molto presente ed accentuato che lascia poi spazio allo snocciolarsi agile del brano nella quale tutti gli strumenti danno un importante contributo per poi tornare a svuotarsi lasciando nuovamente spazio alla melodia in un continuo alternarsi di cambi di tempo che non rendono mai noioso il brano. Suoni e ritmiche attuali caratterizzano invece la mini-traccia M a s c h e r e cadute senza c o m u n q u e tralasciare le ottime doti dei musicisti. Il disco prosegue con Nel tuo mondo a b i l m e n t e aperta da un duetto di chitarra e pianoforte che poco alla volta

introducono gli altri strumenti mantenendo una linea melodica che cresce nel finale lasciando spazio ad un intenso assolo di chitarra. E’ ora la volta di Danzano le memorie, altra mini-traccia col pianoforte come unico e solitario attore a tessere sognanti trame fino ad introdurre Gioco di specchi; brano molto vivo che nei suoni e nelle ritmiche richiama il prog di matrice italiana portando l’ascoltatore con l’immaginazione ai mostri sacri del genere quali Area e Banco del mutuo soccorso e sorprendendolo con il finale incalzante e ricco di cambi di tempo.Ci si avvia al finale sulle note di Come il bianco col nero introdotta dal basso, che pur rimanendo molto presente in tutto il brano lascia ampi spazi agli altri strumenti che si intrecciano, tra cambi di tempo e di suoni, in interessanti melodie più o meno decise. Il disco giunge al termine con Il nuovo e il vecchio giorno. Il brano si caratterizza per partiture e suoni decisamente più heavy che non tralasciano comunque intensi e sognanti spazi melodici. Il finale è un crescendo di intensità con tutti i musicisti impegnati a dare il meglio. Un ritorno a sonorità forse fuori moda per questi ragazzi ma sicuramente in grado di emozionare

e stupire per bravura ed inventiva.E’ d’obbligo quindi un “like” alla loro pagina Facebook (https://www.facebook.com/lacamerachiara) per seguire le future evoluzioni di questa p r ome t t e n t e band.

Stay with music!

mUSIca emerGente

Camera Chiara

A cura di Demis PascalMUSICA Of f i c i ne de l suono

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Dopo un periodo di assenza la rubrica sportiva di “Pinerolo InDialogo” riapre i battenti intervistando il presidente di Giovane Montagna. ricominciare con un’associazione che oltre a promuovere attività sportive si prende cura del nostro territorio, ed in particolare della nostre montagne, vuole essere un segnale di quanto lo sport possa fare a tutti i livelli. Ci siamo quindi recati alla sede pinerolese di Giovane Montagna, in Viale della rimembranza 65/a, per incontrare Lorenzo Tealdi.

Di cosa si occupa di preciso l’organizzazione Giovane Montagna? Le attività principali sono ovviamente le cammi-nate in montagna, il trekking, in inverno camminate con le racchette da neve e serate culturali. Naturalmente i principi che ci guidano sono quelli del rispetto e della salvaguardia delle nostre montagne; nello specifico abbiamo in dotazione un sentiero sul quale ci impegniamo a fare opere di manutenzione.Al di là della manutenzione, le vostre attività hanno una cadenza precisa? Gli incontri culturali sono sempre di mercoledì sera mentre, per quanto riguarda le uscite, ogni domenica inseriamo nel nostro calendario un appuntamento per i nostri soci.Ci sono stati avvenimenti degni di nota nell’ultimo periodo? Quest’anno ricorre il centenario della sede centrale di Torino, la nostra iniziativa per

festeggiare l’evento è stata quella di ristrutturare la Croce del Cornuro. Negli anni questa croce ha subito dapprima una ristrutturazione (1971) e successivamente un atto vandalico, a cui noi abbiamo rimediato. E’ una croce particolare per la nostra storia, perché originariamente realizzata con materiale bellico.Si può dire che il rispetto della montagna e del suo ecosistema non vada di pari passo con alcune attività che, per quanto divertenti, prevedono l’utilizzo di mezzi motorizzati all’interno di sentieri e strade di montagna? Purtroppo l’argomento è più complesso, una legge contro cui ci siamo battuti e con cui ancora bisogna confrontarsi prevede che qualunque spazio al di fuori della rete stradale sia considerato “fuori strada”. Di conseguenza la regolamentazione diventa carente e tutela poco il territorio. Noi non siamo contro chi pratica sport con mezzi motorizzati in montagna, ma sappiamo che se non si crea il giusto equilibrio l’ambiente montano può risentirne. Una ruota che lascia il solco nella terra può sembrare ad esempio inoffensiva, ma se questo solco modifica un naturale scolo dell’acqua ci può essere una situazione di allagamento o più semplicemente di impoverimento della zona circostante. Vogliamo che si rispetti il territorio, così come noi ne abbiamo avuto cura in tutti questi anni ci aspettiamo che, senza togliere spazio a nessuno, si continui a salvaguardare quello che è un patrimonio di tutti.

lorenzo tealdI dI “GIovane montaGna”

“Vogliamo che si rispetti il territorio, senza togliere spazio a nessuno”

Sport A cura di Andrea Obiso

SPOrT

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Finisce il carnevale ed il pensiero va al Brasile, dove esiste una regione che assomiglia alla nostra: il Minas Gerais. Dal sottosuolo si estraevano pietre preziose, oro, ferro ed altri metalli. Le città storiche sorte su queste montagne sono la testimonianza del periodo coloniale portoghese. La corsa all’oro qui diede impulso alla costruzione della prima strada del paese pavimentata con pietre, conosciuta come estrada real (1.152 km), percorsa anticamente dai pionieri bandeirantes, e poi dai garimpeiros, i minatori alla ricerca di oro e diamanti. I sentieri sono stati battuti anche dagli schiavi, sopra e dentro le montagne, e dai mercanti che allora portavano le loro mercanzie alla capitale, rio de Janeiro, o verso Paraty, dal cui porto partivano le merci preziose dirette in Portogallo. Percorrere la Estrada Real è intraprendere a ritroso un viaggio nel tempo in un Brasile di fazendas e cittadine, di affascinanti vestigia architettoniche, di chiese e santuari dove si custodiscono opere di pittori e scultori del ’700. Lo stile che qui prende forma nei duecento anni successivi si definisce Barroco Mineiro. Tiradentes è una delle tappe di questo circuito, sulle pendici della Serra de São José; deve il suo nome ad un dentista-condottiero dell’Inconfidenza Mineira, movimento politico che lottava per l’indipendenza del Brasile dai portoghesi. Gli abitanti discendono dagli schiavi sub-sahariani e da immigrati di Francia, Germania, Est europeo e russia, oltre che da altre regioni limitrofe del Brasile. Tante le botteghe di artisti, pittori, artigiani. Nella pousada di Bia, un’affettuosa signora bionda,

si viene accolti nel giardino fiorito di serenella, gelsomino e bouganville, con uccellini invitati dalla proprietaria con fette di cocomero a banchettare insieme agli ospiti. Si affaccia sull’ampio spazio verdeggiante la bella veranda, al cui interno scoppietta un potagé che riscalda piacevolmente l’ambiente della colazione (la loro estate è come il nostro inverno), con su il bollitore e la piastra con fettine di formaggio fresco e pane tostato. I baretti e le chocolaterie si affacciano sulla strada e i cocchi di cavalli son bardati a festa per portare a passeggio famiglie e coppiette. Alle finestre tovaglie e coperte ricamate, in vendita, come le enamoradas, busti di donna, dalle labbra seducenti ed ampio decolleté. Una sovrasta il poster della Vergine Maria: mi pare di ascoltare “L’Amor sacro e l’amor profano” di Fabrizio De André. I ristorantini offrono menu mineiro, con zuppe di verdura e stufati di carne, e musica ovunque: siamo ammaliati dalla bossa jazz bossa del gioioso chitarrista nero, nonno ziziño; alla batteria l’amico russo, albino, 30 anni in meno e 30 kg in più. L’escursione attraversa il paese. Prima o poi mi aspetto di vedere Casa Baggins: sembra di essere nella Contea, descritta da Tolkien. Quindi si sale per 3 ore lungo la Calçada des escraves, il sentiero degli schiavi impiegati nelle miniere d’oro, fino su in cima alla Sierra, battuta dal vento, calpestando la terra bianca e l’erba secca.La sera c’è l’arrivo dello storico treno a vapore Maria-Fumaça. Mauro sembra un bambino, eccitatissimo! Ci manca solo che ce ne portiamo a casa un pezzetto!

SOCIETà

In BraSIle

Tiradentes e la Estrada real

Appunt i d i v i agg io di Angelica Pons

2222Cosedell’altromondo

I simula-tuttoGiovani,Tecnologia@Innovazioni a cura di Greta Gontero

Al giorno d’oggi la tecnologia ha compiuto passi da gigante anche nel riprodurre i cinque sensi: possiamo ricreare suoni (udito), immagini (vista) e, finalmente, anche odori e gusti…. Partendo proprio dall’olfatto, Le Laboratoire di Parigi ha ideato oPhone, un telefono sperimentale che riproduce odori di vario genere, dai profumi fino alle puzze! Questo telefono può inviare SMS odorosi grazie a cilindri dotati di componenti (detti oChips) che elaborano le fragranze da inviare. riguardo questo argomento non si può non parlare del simulatore di gusti, progettato da Nimesharanasinghe della

National University di Singapore. Questo strumento ha la forma di un lecca-lecca “tecnologico” che riesce a riprodurre diversi sapori, quasi come se sintetizzasse

il cibo. Tutto ciò è possibile grazie ad un elettrodo d’argento collegato ad un computer, che dà così l’impressione di star assaggiando vere e proprie prelibatezze. Attualmente è in grado di ricreare solamente il sapore salato, dolce, amaro o aspro, ma ben presto qualunque tipo di gusto sarà in suo possesso. Il suo fine principale è

quello di dare la possibilità a persone con problemi di salute di assaporare anche quei cibi che per loro sono vietati o fortemente sconsigliati.

L’Officina pinerolese, segue da pag. 8

La politica dei fatti si fa nelle sedi di partito indubbiamente. La propaganda nei talk-show e sui giornali. Certo, il rischio che si vada sempre più verso una politica priva di contenuti e fatta solo di slogan c’è. Ma crediamo che, fin quando i cittadini non torneranno a interessarsi della politica, questo cattivo modus operandi continuerà a imperversare. Per voi che vi affacciate alla politica, conta di più l’ideologia, la meritocrazia, il fare...? La meritocrazia senza dubbio. La soluzione per andare verso una politica migliore passa certamente dalla scelta di persone capaci e competenti. Certo l’ideologia, svecchiata della concezione negativa del termine (“sono solo parole”) è fondamentale. Infatti le idee, i valori devono essere alla base del nostro agire. Tuttavia, pensiamo che l’ideologia debba essere in grado di adattarsi alle esigenze, senza però perdere la propria identità.

Pochi liberi pensieri di chi scrive...Dopo aver passato quasi due anni a intervistare assessori, sindaci, politici di tutti i tipi, per sentirsi dire spesso poco o niente di nuovo, ecco che un manipolo di giovani stupiscono ben di più di qualsiasi attuale carica politica! L’intraprendenza, slegata dalla personale idea politico-partitica, lei sola, merita tutta la nostra attenzione. Sono uscite più idee positive da queste due ore di intervista, che da 2 anni e mezzo di amministrazione! Certo è facile parlare senza dover fare i conti di bilancio. Ma non sempre è stato ed è così facile ascoltare chi qualche idea ce l’ha. Un po’ di mesi fa il Sindaco Buttiero mi disse: “Per i giovani non so proprio cosa fare. Non ho idee nuove”. Bene, ora i giovani si stanno facendo avanti, caro Sindaco, con tanta voglia di cambiamento e tante proposte. Non ci sono più scuse dunque, bisogna starli a sentire. Se si perde anche questa occasione, non servirà poi lamentarsi se i giovani se ne vanno e si disinteressano della cosa pubblica! Emanuele Sacchetto

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Onda d’Urto EventiMostra

Buone News dal TerritorioEVENTI

Sarà inaugurata venerdì 12 marzo, alle ore 18.00 presso la sede dell’Associazi-ne Culturale Onda d’Urto, in via Vigone 24 a Pinerolo, la mostra “Realtà Illu-sorie” di Fabio Petani. In presenza del giovane artista verranno esposti alcuni dei lavori più recenti affiancati dalle prime opere. La mostra sarà visitabile fino al 12 aprile nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15.00 alle 18.00.

Avvio Associazione

“LA MANDORLA, Associazione per la donna” “LA MANDORLA, Associazione per la donna”, nasce dal desiderio delle Socie Fondatrici (Fanny, Sarah e Ma- nuela) di accompagnare e sostenere la don-na in tutte le varie fasi di pas- saggio dell’età fertile, in particolar modo sostenendo la ma- t e r n i t à e favorendo la socia-lizzazione delle esperienze legate a questo speciale evento. Il nostro fine è quello di sviluppa-re interventi rivolti alle fami- glie, e alle donne in particolar modo, per fornire loro sostegno e accompagnamento alla maternità, e alla triade “mamma-papà e bambino”. L’Associazione vuole rappresentare un punto di riferimento per le donne che desiderano vivere la maternità e il parto da protagoniste nel rispetto delle proprie scelte, della propria individualità e cultura.

Per informazioni: Sarah piras, 3396156348; fanny Bounous, 3382885419; manuela costantin 3333532318

24Sono amici di Pinerolo InDialogo