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1 A.S. 2013/2014 http://www.fazzinimercantini.it Sede legale: Grottammare Cod. Mecc.: APIS00700P Istituto Magistrale "Luigi Mercantini" Via E. Consorti 28 - Ripatransone Cod. Mecc. APPM007016 Tel. 0735 9224 Fax 0735 9291 E-Mail: [email protected] Istituto Tecnico per Geometri "Pericle Fazzini" Via Salvo d'Acquisto 30 - Grottammare Cod. Mecc. APTL00701B Tel. 0735 586067 Fax 0735 575035 E-Mail: [email protected]

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A.S. 2013/2014

http://www.fazzinimercantini.it

Sede legale: Grottammare

Cod. Mecc.: APIS00700P

Istituto Magistrale "Luigi Mercantini"

Via E. Consorti 28 - Ripatransone

Cod. Mecc. APPM007016

Tel. 0735 9224 Fax 0735 9291

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Via Salvo d'Acquisto 30 - Grottammare

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INDICE GENERALE

PARTE I LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA

Introduzione

Capitolo Primo – La nostra scuola .............................................................................. pag. 10

1) Breve storia dell’I.I.S.

1a) L’istituto “L. Mercantini”: la storia, il contesto, le risorse

1b) L’istituto “P. Fazzini”: la storia, il contesto, le risorse

2) La mission dell’I.I.S

3) Rapporti con enti istituzionali e non

4) Situazione organico

Capitolo Secondo - Staff dell’Istituzione scolastica ................................................... pag. 33

1) La struttura organizzativa

2) Le funzioni strumentali

3) Le commissioni

4) Coordinatori di classe e segretari verbalizzanti

5) Coordinatori/segretari delle riunioni di indirizzo, di area e per discipl.

6) Diritto all’educazione/istruzione per gli studenti con bisogni ed. speciali

Capitolo Terzo - Criteri organizzativi interni ............................................................. pag. 57

1) Calendario annuale delle lezioni

2) Criteri relativi alla formulazione dell’orario delle lezioni

3) Criteri relativi alla formazione delle classi

4) Criteri per la costit. delle cattedre e l’ass. delle classi ai docenti

5) Orario delle lezioni

6) Suddivisione dell’a.s., valutazioni interperiodali e scrutini

7) Orario del personale ATA e tempistica per il rilascio dei certificati

8) Calendario degli organi collegiali e rapporti scuola-famiglia

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PARTE II LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA

Capitolo Primo – Principi fondamentali ..................................................................... pag. 67

1) Legalità, laicità, sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza

2) Uguaglianza e imparzialità

3) Accoglienza e integrazione

4) Partecipazione, efficienza, efficacia e trasparenza

5) Libertà di insegnamento e aggiornamento del personale

6) Territorialità ed extraterritorialità

Capitolo Secondo – Organi preposti alla programmazione educativa e didattica ...... pag. 70

1) Collegio docenti

2) Dipartimento di Indirizzo

3) Dipartimento degli Assi culturali e delle Aree disciplinari

4) Dipartimento di Disciplina

5) Consiglio di classe

6) Il docente

7) Il contratto formativo

Organigramma funzionale

Capitolo Terzo ............................................................................................................. pag. 75

Principi educativi

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PARTE III LA PROGETTAZIONE DIDATTICA

CURRICOLARE ED EXTRACURRICOLARE

Sezione prima – L’offerta formativa della scuola

Capitolo Primo ............................................................................................................ pag. 79

1) Il riordino del secondo ciclo d’istruzione e formazione (L. 53/03, DPR 89/2010, DPR 88/2010,

DPR 87/2010)

Capitolo Secondo – Gli indirizzi di studio – L. Mercantini ........................................ pag. 105

1) Percorsi formativi

Capitolo Terzo - Gli indirizzi di studio – P. Fazzini ................................................... pag. 113

1) Percorsi formativi

Capitolo Quarto – Finalità, obiettivi cognitivi e logico/operativi del triennio del vecchio

ordinamento ................................................................................................................ pag. 128

1) Finalità e obiettivi di tutti gli indirizzi

2) L’area di progetto

Capitolo Quinto ........................................................................................................... pag. 132

Comportamenti comuni: indicazioni per i Consigli di Classe

Capitolo Sesto – La valutazione .................................................................................. pag. 135

1) Momenti e tipi della valutazione

2) Gli elementi della valutazione

3) Valutazione formativa

4) Valutazione sommativa

5) Gli strumenti della valutazione

6) I criteri di misurazione/valutazione degli apprendimenti

7) I criteri di misurazione/valutazione del comportamento

8) Criteri di valutazione negli scrutini finali

9) I criteri per l’attribuzione del credito scolastico e del credito formativo

10) Il numero delle verifiche

11) Valutazione periodica degli apprendimenti negli scrutini intermedi

12) La valutazione interperiodale

Allegati – Comunicazioni famiglie, attestati

Capitolo Settimo – Promozione del successo scolastico e formativo, azioni di recupero e sostegno,

prevenzione della dispersione ..................................................................................... pag. 169

1) Il successo formativo

2) Obbligo scolastico e D.M. 139/2007

3) Il diritto/dovere dell’alunno

4) Azioni di sostegno e di recupero debiti formativi, approf./prepar. Es di stato

5) Il servizio del CIC

Sezione seconda – L’ampliamento dell’offerta formativa .......................................... pag. 174

1) Macroarea dimensione Europa

2) Macroarea artistica

3) Macroarea delle scienze e delle tecnologie

4) Macroarea arricchimento culturale

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5) Macroarea biblioteca

6) Macroarea delle attività sportive e ricreative

7) Macroarea dell’orientamento

8) Macroarea dell’integrazione scolastica

9) Macroarea rapporti con il mondo del lavoro

10) Macroarea aggiornamento

Riepilogo dei progetti e delle attività per l’a. s. 2013/2014

Allegato – Questionari valutazione corsi ampliamento offerta formativa

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PARTE IV IL MONITORAGGIO DEL POF

Capitolo unico – Criteri generali ................................................................................. pag. 192

1) Monitoraggio della efficacia e della efficienza dei servizi

2) Gli strumenti

PARTE V GLI ALLEGATI

Capitolo Primo – Il Regolamento d’Istituto ................................................................ pag. 202

1) Il regolamento d’Istituto

Capitolo Secondo – Il regolamento di disciplina ........................................................ pag. 226

1) Il nuovo Statuto delle Studentesse e degli Studenti – DPR 249/’98 e 235/’07

2) Il Regolamento specifico di disciplina. Regolamenti interni sulle sanzioni

disciplinari e risarcimento dei danni. Tipizzazione delle fattispecie

sanzionabili

3) Il Patto Educativo di Corresponsabilità (classi prime)

4) Il Patto Educativo di Corresponsabilità (classi intermedie)

Capitolo Terzo – Il diritto all’educazione/istruzione per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali

(BES) ........................................................................................................................... pag. 242

1) Direttiva Ministeriale 27/12/2012 “Strumenti di intervento per alunni con

bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione

scolastica”

2) C. M. n. 8 del 6 marzo 2013 sul D. M. 27/12/2012

3) Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27/12/ 2012 e C.M. n. 8/2013

4) Strumenti di intervento per alunni con BES a.s. 2013/14. Chiarimenti del

22/11/2013

Capitolo Quarto – Il diritto allo studio degli alunni diversamente abili ..................... pag. 260

1) Legge 05/02/1992 n. 104 (art. 12-13-15-16)

2) D.P.R. 24-02-1994

3) D.P.C.M. 23-02-2006

4) D. Dirigenz. di Costituzione del Gruppo di Lavoro d’Istituto (G L H) Capitolo Quinto– Il diritto allo studio degli alunni con DSA ..................................... pag. 272

1) Legge 170/2010. Nuove norme in materia di DSA in ambito scolastico

2) D.M. MIUR 12.07.2011, prot. n. 5669

3) Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA

4) Modelli di Piano Didattico Personalizzato

(previsti dal DM 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee Guida)

5) Linee guida per la predisposizione dei protocolli reg. e individuazione

Precoce dei casi sospetti DSA del 19/04/2013

Capitolo Sesto – Intercultura: strumenti specifici per l’accoglienza e l’intervento

didattico ...................................................................................................................... pag. 315

1) Protocollo di Accoglienza degli alunni stranieri

2) Progetto formativo complessivo: scheda di riepilogo competenze disc.

3) P.E.I. (Piano individualizzato per discipline)

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INTRODUZIONE

Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) e i riferimenti

normativi

Il Piano dell’Offerta Formativa, che per brevità chiameremo Pof, contiene le idee, le

proposte educative, le modalità di svolgimento del servizio didattico fornito dalla scuola. A questo

piano deve far riferimento ogni iniziativa, ogni nuova proposta didattica, tutto ciò che nella scuola è

direttamente finalizzato al miglioramento del processo di insegnamento-apprendimento.

Il Pof nasce con l’emanazione del D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275 relativo al “Regolamento recante

norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21, della legge 15

marzo 1997, n. 59”, con cui si è data attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche, divenuta

principio costituzionale con legge cost. n°3/01.

L’art. 3 del D.P.R. n. 275/’99 così recita:

Art. 3

(Piano dell’offerta formativa)

1. Ogni Istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue

componenti, il Piano dell’offerta formativa. Il Piano è il documento

fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni

scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare,

educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della

loro autonomia.

2. Il Piano dell’offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi

dei diversi tipi ed indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma

dell’articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico

della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta

formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di

gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti professionalità.

3. Il Piano dell’offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base

degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione

e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle

proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto

dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato

dal consiglio di circolo o di istituto.

4. Ai fini di cui al comma 2, il Dirigente Scolastico attiva i necessari rapporti con

gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche

operanti sul territorio.

5. Il Piano dell’offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle

famiglie all’atto dell’iscrizione.

Abbiamo diviso la presentazione del POF in 5 parti per renderne più omogenea e

coerente l’esposizione e la lettura.

Ai fini del miglioramento della fruizione del documento, la commissione Pof ha

realizzato una versione ridotta del documento, destinata ai ragazzi e alle loro famiglie;

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consegnata a ciascuna classe è, altresì, consultabile in bacheca o sul sito del nostro

Istituto.

Validità del POF

In attesa dell’approvazione del POF relativo all’a.s. successivo, valgono, per quanto compatibili

e se non diversamente stabilito da specifiche disposizioni ministeriali e/o da atti interni, le

norme contenute nel POF dell’a.s. precedente.

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PARTE PRIMA

LA PROGETTAZIONE

ORGANIZZATIVA

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Capitolo primo

La nostra scuola

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1. Breve storia dell’Istituto d’Istruzione Superiore

“Fazzini – Mercantini”

L’Istituto d’Istruzione Superiore “Fazzini–Mercantini” nasce nel 2001 come polo scolastico

dall’accorpamento dell’Istituto Tecnico per Geometri “P. Fazzini”, operante sul territorio dal 1981,

con l’istituto “L. Mercantini”, attivo dal 1895.

È attualmente frequentato da quasi mille studenti della fascia d’età compresa fra i 14 ed i 19

anni, provenienti dal comprensorio e dalla confinante provincia di Teramo. L’istituto è dislocato su

due sedi: via Salvo D’Acquisto, n. 30 a Grottammare e via Emidio Consorti, n. 28 nel centro storico

di Ripatransone.

I corsi attivati con la Riforma sono quelli di “Costruzioni, Ambiente, Territorio”, “Turismo”,

“Liceo Scienze Umane”, “Liceo Scienze Umane con Opzione Economico-Sociale”, “Liceo

Scientifico Opzione Scienze Applicate”. Per le classi successive alle terze sono attivati (con i nuovi

quadri orari nei Tecnici) i corsi per Geometra, Geometra ad Indirizzo delle Scienze Architettonico-

ambientali e delle Costruzioni, Tecnico per il Turismo, Liceo Scientifico-tecnologico, Liceo Socio-

psico-pedagogico.

La scuola è diretta dalla Dirigente Scolastica, prof.ssa Rosanna Moretti, in servizio presso

l’Istituto dal 1993 come docente e dall’anno scolastico 2007/2008 come Preside. In ciascuna delle

sedi sono presenti due collaboratori che coadiuvano il dirigente e ne svolgono le funzioni in sua

assenza. Gli insegnanti in organico sono 107. Il personale non docente prevede un organico di 9

persone addette alla segreteria, 4 tecnici di laboratorio, di cui due in part-time, e 11 collaboratori

scolastici addetti alle pulizie, all’assistenza e alla sorveglianza degli studenti. Il coordinamento del

personale non docente è affidato alla Direttrice dei Servizi Generali ed Amministrativi, dott.ssa

G.Romallo.

I titoli di studio rilasciati dall’I.I.S. sono: Diploma di Geometra, Diploma di Tecnico del

Turismo, Diploma di Liceo scientifico-tecnologico, Diploma di Liceo socio-psico-pedagogico.

Con la Riforma, al superamento dell’esame di Stato conclusivo dei percorsi degli istituti tecnici

di Grottammare, verrà rilasciato il Diploma di Istruzione Tecnica, indicante l’indirizzo seguito dallo

studente (C.A.T. o Turismo) e le competenze acquisite, anche con riferimento alle eventuali opzioni

scelte; al superamento dell’esame di Stato conclusivo dei percorsi liceali di Ripatransone, verrà

rilasciato il Diploma di Liceo Scientifico con opzione scienze applicate o il Diploma di Liceo delle

Scienze Umane con eventuale opzione economico-sociale.

L’Istituto dal 2001 ha ottenuto l’accreditamento, che è un marchio di qualità regionale nei

settori dell’obbligo formativo, della formazione superiore e della formazione continua.

In virtù di tale riconoscimento e sulla base di un’esperienza pregressa di formazione post

diploma, nel 2004/2005 l’I.I.S. è stato l’ente capofila del corso IFTS (istruzione e formazione

tecnica superiore) dal titolo “Tecnico Superiore per il monitoraggio e la gestione del territorio e

dell’ambiente”.

Nell’anno scolastico 2007/2008, la Scuola ha ottenuto la e-twinning label (certificazione per i

gemellaggi elettronici posti in essere aderendo al circuito europeo e-twinning, accreditato dall’

A.N.S.A.S. e dal Ministero della Pubblica Istruzione) per il progetto “Carrolling in Europe”, di cui

è partner founder insieme ad altri quattordici istituti di dieci paesi europei, grazie al quale ha avuto

la certificazione di qualità.

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La nostra Scuola, dall’a.s. 2009/2010, in coerenza con le indicazioni delle nuove linee - guida

per l’attività di Educazione Fisica e sportiva, diramate dal M.I.U.R. in data 4/08/09, ha istituito il

“Centro Sportivo Scolastico” (C.S.S.) nella convinzione che l’attività fisica e motoria contribuisca

ad un processo di crescita nel quale confluiscono i valori positivi dello sport e l’acquisizione di sani

stili di vita. La struttura interna organizza gratuitamente le seguenti attività sportive scolastiche:

atletica leggera, pallavolo, pallacanestro, calcetto, badminton.

L’iscrizione ad una delle attività comporta un impegno serio e costante negli allenamenti che si

terranno in orario extra–scolastico; per gli alunni del biennio implica un coinvolgimento nelle

manifestazioni relative ai campionati studenteschi organizzati dal Ministero della Pubblica

Istruzione mentre per quelli del triennio richiede la partecipazione alle attività sportive in rete con

gli Istituti Superiori del Distretto Scolastico n. 16 (valide come credito formativo).

La Scuola inoltre è socia della Renatur, rete Nazionale degli Istituti tecnici per il Turismo, con

cui si organizzano corsi di formazione per docenti al fine di seguire, monitorare e verificare gli

sviluppi del processo di Riforma, elaborare studi e proposte, strutturare percorsi progettuali

congiunti destinati alla formazione degli studenti e alla valorizzazione delle eccellenze.

L’I.I.S. garantisce ai suoi studenti corsi finalizzati all’acquisizione delle certificazioni

linguistiche europee (Delf, Cambridge, Goethe, Dele) e, in quanto Test Center per ECDL,

assicura l’attivazione di corsi su tutti i livelli della patente europea del computer.

Tra gli obiettivi di medio termine dell’Istituto vi è l’avvio del processo di autovalutazione e di

certificazione di qualità europea.

Il P.O.F dell’Istituto è articolato in Macroaree che contemplano Aree di approfondimento utili

all’acquisizione di competenze spendibili sia nel mondo del Lavoro sia nei successivi segmenti

formativi.

La Macroarea degli stage linguistici e degli scambi culturali permette agli studenti di

svolgere un’esperienza in lingua in Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e Malta, oltre alla

partecipazione ai progetti “Gulliver”, “Leonardo”, alla “Conferenza Internazionale sull’olio

d’oliva” a Baeza-Spagna, nonché di essere “attori principali” nei progetti Comenius attivati con

tanti Paesi stranieri (Svezia, Islanda, Turchia, Olanda, Polonia…). Si organizzano, inoltre, corsi

finalizzati all’acquisizione della certificazione nelle quattro lingue comunitarie studiate ( Inglese,

Francese, Tedesco, Spagnolo); i migliori possono accedere alla selezione per partecipare al progetto

“English 4U” con soggiorno gratuito di tre settimane in Inghilterra o interagire in “Tandem” con le

Università americane (Minneapolis...) o in “E-twinning”.

La Macroarea delle attività culturali ed artistiche permette di svolgere l’attività teatrale

oppure assistere a spettacoli teatrali in lingua straniera. L’ambito culturale è arricchito da progetti

che approfondiscono temi di educazione civica, sull’Unione Europea, sulla Storia del Novecento e

dalla partecipazione a Concorsi letterari in ambito locale e nazionale. La lettura del quotidiano in

classe e la disponibilità di una biblioteca attiva, in rete con altre scuole, permette di ampliare le

conoscenze in tutti gli ambiti.

Nella Macroarea Scienze e tecnologia si inscrivono le competizioni di profitto attraverso gare

nazionali (Certamina per i licei, olimpiadi e gare nelle varie discipline negli Istituti tecnici). Si

aggiungono i progetti di Educazione alla Salute e i corsi per la patente europea del computer

(ECDL).

La nuova metodologia d’insegnamento, ossia l’“Alternanza Scuola Lavoro”, introdotta sia

negli indirizzi liceali che in quelli tecnici, permette di coniugare il sapere teorico con quello pratico,

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l’approccio speculativo e di ricerca dei licei con quello costruttivo e pragmatico dei tecnici. Progetti

ampi nei quali gli studenti dei due ordini si trovano coinvolti in sperimentazioni curricolari in rete

con altri Istituti della zona, in sinergia con i Comuni del territorio, con la Provincia e in

collaborazione con le Facoltà Universitarie.

La passione per la vita all’aperto vede la scuola, nella Macroarea delle attività sportive e

ricreative, organizzare corsi per il conseguimento del patentino per il ciclomotore, tornei e

competizioni sportive in discipline quali calcio, pallavolo, pallacanestro, ci sono il badminton,

l’orienteering, il nuoto ed il tennis.

Inoltre per gli amanti degli sport invernali, o per quanti volessero avvicinarsi allo sci, la scuola

organizza la settimana bianca, comprensiva di attività laboratoriali (nivologia…) presso il Centro

Olimpico di Bardonecchia.

Particolare attenzione viene posta, nella Macroarea dell’Integrazione scolastica, agli studenti

con bisogni educativi speciali (alunni con disabilità, alunni con disturbi evolutivi specifici, alunni

con svantaggio socio-economico, linguistico-culturale) nei confronti dei quali la scuola prevede dei

percorsi individualizzati, valutati sulle reali potenzialità di ciascuno e volti alla valorizzazione delle

competenze in uscita. La programmazione curricolare ed i progetti rivolti a tutti gli alunni hanno

come obiettivo l’autonomia personale e sociale, lo sviluppo delle capacità comunicative e

l’acquisizione di abilità di base anche in funzione dell’inserimento dell’allievo nel mondo del

lavoro dopo l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione.

Si descrivono, in sintesi, i progetti di maggiore rilevanza:

“English 4 U” (per entrambe le sedi): L’Istituto “Fazzini-Mercantini”, per il sesto anno

consecutivo, ha vinto il progetto del bando “P.O.R. Marche” (Programma Operativo Regionale),

finanziato con fondi F.S.E. (Fondo Sociale Europeo). L’iniziativa, denominata “English 4 U”,

attivata in collaborazione con l’ITAS Mazzocchi di AP e l’I.I.S. Merloni-Milani di Fabriano come

soggetto capofila, prevede la partecipazione gratuita di alunni selezionati al Corso di formazione

della lingua inglese, finalizzata al conseguimento della certificazione linguistica europea “P.E.T-

livello B1”, e la possibilità di fare uno stage all’estero presso il Centre of English Studies di

Dublino (Irlanda). La frequenza minima prevista è del 75%. Il corso della durata di 80 ore sarà

articolato in 62 ore di teoria e pratica, 10 di FAD e 8 di Esame finale. Sono previsti 2 o 3 incontri

pomeridiani alla settimana (da Lunedì a Venerdì).

• Corsi di approfondimento linguistico finalizzati alla certificazione nelle lingue straniere:

Delf, Cambridge, Goethe, Dele

• Gemellaggio/Scambio con il Liceo francese “Hessel” di Epernay (Parigi);

• Gemellaggio/Scambio con la Finlandia (prioritariamente per Ripatransone);

• Gemellaggio/Scambio in lingua tedesca;

• Gemellaggio/Scambio tecnico-culturale con una Scuola di Palermo (di durata biennale):

coinvolgerà le classi terze dei Geometri (CAT) con l’utilizzo delle nuove modalità didattico-

tecnologiche.

Tutti gli scambi prevedono una fase di ospitalità e una fase di accoglienza reciproca.

• Stages linguistici (per entrambe le sedi) in lingua inglese a Malta, francese a Nizza, tedesca a

Monaco e spagnola a Salamanca; sono previsti corsi di studio di circa 20 ore di lezione alla fine dei

quali verrà rilasciato un attestato o una certificazione linguistica.

• Stage linguistico-culturale-artistico in Austria indetto dal Ministero della Cultura austriaco. Il

progetto coinvolge classi di diverse scuole italiane e prevede visite guidate ai principali luoghi di

interesse artistico, storico e culturale di Vienna con tutor di madrelingua tedesca. Agli alunni sarà

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data ospitalità presso un ostello (sette giorni e sei pernottamenti); il vitto e l’alloggio saranno offerti

dall’Ente promotore. L’iniziativa è destinata alle classi seconde, terze/quarte;

• Borse Leonardo/Gulliver: stages di tre settimane di lavoro all’estero (classi quarte);

• Convegno sull’olio di oliva a Baeza;

• Progetto mediazione civile e professionale per le nuove generazioni: nell’ambito

dell’iniziativa sarà organizzata, in collaborazione con l’Istituto Internazionale di mediazione e

arbitrato, il Punto giuridico e Punto Einaudi, una conferenza-dibattito finalizzata all’educazione alla

risoluzione dei conflitti e alla promozione del dialogo sociale;

• Progetto Legge regionale modificativa ed integrativa della L.R.11/07/2006 n°9 sulle

strutture ricettive turistiche: l’iniziativa contempla attività di informazione/formazione e visite

alle sedi della Regione Marche e dell’Assessorato al Turismo di Rimini;

• Progetto “Conosciamo le Istituzione”: promossa in sinergia dalla Presidenza del Consiglio

Provinciale, dalla Prefettura di Ascoli Piceno e dall'Ufficio Scolastico Regionale vuole avvicinare le

giovani generazioni ai meccanismi della vita democratica e alle Istituzioni locali, visitando

direttamente i luoghi simbolo in cui si svolge la gestione amministrativa e l'azione di governo del

territorio: la Sala del Consiglio Provinciale e il Salone "De Carolis" della Prefettura;

• Progetto partecipazione bando di concorso “Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza

attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima

guerra mondiale”: Si può crescere e formarsi senza la consapevolezza del valore della memoria

storica, senza riflettere fuori dagli schemi “ufficiali” sul senso degli anniversari? Da qui

l’importanza di interrogare il passato attraverso documenti e fonti note, ma anche di scoprirne di

nuove, di andare alla ricerca dei “segni” del passato, materiali e immateriali, ancora presenti a volte

nelle case, nei paesi, nelle città, nella memoria orale, nei tanti luoghi del presente. Tra le novità

rilevanti di quest’anno la proposta alle scuole di produrre una ricerca documentata, sul tema del

patrimonio della memoria storica, che possa essere utilizzata dagli studenti delle classi di terza

media: saranno loro infatti i primi fruitori e i primi giudici nel concorso, un modo questo per

valorizzare il lavoro dei più “vecchi” e la responsabilità dei più giovani all’interno di un’idea di

“educazione tra pari”. Alla fine, un breve video o un breve documento radiofonico dovranno

racchiudere la sintesi più efficace dei risultati: in premio anche la possibilità di farli circolare nei

canali televisivi e nel mondo della comunicazione digitale.

• Attenti alla truffa, Progetto il sole 24 ore, L’impronta economica teens, Scuola d'impresa,

Partita doppia, Impresa in azione sono i progetti dell’area economico-aziendale finalizzati a

rafforzare le conoscenze utili per comprendere la complessità, i meccanismi e le prospettive

dell'economia imprenditoriale.

Attenti alla truffa informa i giovani su questa realtà: probabilmente, è impossibile elencare tutti i

tipi di raggiri che vengono propinati da personaggi senza scrupoli ai giovani in cerca di lavoro, ma

non è inutile individuare almeno quelli più diffusi;

Progetto il sole 24 ore in classe guida alla lettura dei quotidiani economici; i relativi concorsi

stimolano i ragazzi alla imprenditorialità.

L’impronta economica teens introduce i ragazzi alle tematiche economiche e finanziarie

avvicinandoli alla realtà sociale, professionale ed economica che li circonda. Si affrontano temi

quali l’imprenditorialità e la gestione del proprio futuro economico attraverso il risparmio e la

previdenza con un apprendimento di tipo esperienziale.

Scuola d'impresa attraverso un ciclo di lezioni pomeridiane con professori universitari, stimola i

ragazzi allo start up d'impresa con un percorso formativo finalizzato al progetto del “fare impresa”.

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Il progetto Partita doppia rafforza le conoscenze teoriche e pratiche di questa tecnica, fornendo

una particolare competenza per la contabilità delle agenzie di viaggio, degli alberghi, dei tour

operator e del settore turistico in generale;

Progetto Impresa in azione: l’attività è stata strutturata con l’obiettivo di instillare negli alunni lo

spirito dell’imprenditorialità, della creatività e della capacità di innovare attraverso la ricerca delle

proprie attitudini suffragate da conoscenze e competenze desumibili dal percorso di studi e dal

coinvolgimento di numerosi esperti del settore comunicazione, marketing strategico advertising e

pubblicità;

• Progetto “Orientare in tempo di crisi”: l’attività, che sarà svolta in collaborazione con i

Comuni dell’ex Distretto Scolastico ora Ambito Funzionale e con alcune Scuole Superiori del

territorio, è destinata alle classi del Biennio finale che saranno coinvolte tramite la metodologia

dell’Alternanza Scuola/Lavoro;

• Progetto “recupero aree degradate o abbandonate”: tre percorsi in Alternanza

Scuola/Lavoro;

• Progetto”A che tante facelle”: La Via Lattea tra Scienza, Storia e Arte. Pensato per i licei

Tecnologico e Psico-Pedagogico, il progetto di Alternanza Scuola Lavoro consiste nella

organizzazione, preparazione, costruzione e realizzazione di un evento culturale, segnatamente una

mostra divulgativa, di ambito artistico-letterario e filosofico–scientifico, sotto la guida di

un’associazione culturale e con il sostegno dell’Amministrazione locale. Il progetto in Alternanza

Scuola/Lavoro permetterà agli studenti di iniziare a costruire un “evento” culturale, attraverso

un’esperienza di studio e di approfondimento, ma anche di interrogarsi su quali siano le ragioni che

spingono l’uomo ad inoltrarsi nella ricerca scientifica e filosofica;

• Corso di Teatro: è prevista la prosecuzione del corso di teatro con l’obiettivo di migliorare le

competenze comunicazionali, estetiche, psicologiche e pedagogiche;

• Progetto FAI. “Apprendisti ciceroni”. Le classi selezionate saranno introdotte allo studio

dell'opera proposta dalla Delegazione Fai dall’insegnante referente che, in un'ottica

interdisciplinare, approfondirà gli aspetti relativi a storia, arte, letteratura, natura, geografia ... Le

classi poi, sotto la guida della Delegazione, verificheranno sul campo la propria preparazione e

organizzazione per procedere, nella Giornata FAI di Primavera e/o in giornate appositamente

dedicate, all’illustrazione al pubblico dell'opera o del lavoro di ricerca svolto;

• Progetto Laboratorio Cinefazzini. Capire la letteratura e la storia con il cinema (classi quarte e

quinte). Il laboratorio di didattica della storia e della letteratura per questo anno scolastico lavorerà

sui diversi linguaggi visivi (cinema, teatro, documentario);

• Progetto Arte Fazzini: incontro con le opere ed i luoghi d’arte;

• Progetto Autocad/Rendering: guidati da esperti, gli allievi vengono avviati all’uso di

programmi per la progettazione tridimensionale;

• Progetto quotidianoinclasse.it: proposto dagli stessi studenti, la redazione sarà coordinata dai

docenti delle classi coinvolte;

• Progetto Stupirsi in Matematica-Mostra di Matematica fatta dai ragazzi;

• Progetto ponte tra Direzione Didattica-Scuola Media e Scuola Superiore “Sperimentare le

Scienze” con apertura dei laboratori per dimostrazioni di esperimenti scientifici;

• Progetto integrazione scolastica. Progetti personalizzati (PEI); progetti laboratoriali di

informatica, grafica, scrittura creativa, creatività, psicomotricità; progetti didattici personalizzati per

alunni con qualche disturbo specifico dell’apprendimento (PDP); progetto “Autismo e dintorni:

dalle difficoltà alle potenzialità attraverso la danzamovimentoterapia”; attività motoria in acqua;

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• Si inscrivono nelle Attività di valorizzazione delle eccellenze le competizioni di profitto:

gare nazionali, certamina, olimpiadi nelle varie discipline (Scienze naturali, Chimica, Matematica,

Fisica), ScienzeAFirenze, ecc.

• Attività alternative all’Insegnamento della Religione Cattolica

“In linea con quanto deliberato negli anni precedenti e alla luce della O.M. 6 maggio 2011, n.42,

anche ai fini dell’attribuzione del credito scolastico, si precisano qui di seguito le Attività

Alternative all’insegnamento della Religione Cattolica, corrispondenti alle opzioni effettuate al

momento dell’iscrizione o della conferma d’iscrizione, istituite per il corrente anno scolastico:

A) Attività didattiche e formative

Approfondimento culturale/letterario e conversazione in lingua:

1) inglese; 2) francese (riservato al TUR); 3) tedesca (riservato al TUR); 4) spagnola (riservato al

TUR)

danno accesso al credito scolastico;

B) Attività di studio e/o ricerca individuale assistita da un docente

1) Approfondimento nelle aree di progetto; 2) Attività di studio disciplinare

danno accesso al credito scolastico;

C) Libera attività di studio e/o ricerca: non dà accesso al credito scolastico;

D) Uscita dalla scuola: dà accesso al credito formativo solo nel caso sia utilizzata per partecipare ad

iniziative formative in ambito extrascolastico (debitamente attestate), con i requisiti previsti dal

D.M. n. 49 del 24-2-2000.

Gli iscritti per la prima volta che hanno già dichiarato di non avvalersi dell’Insegnamento della

religione cattolica dovranno scegliere la tipologia di attività alternativa (A, B, C o D). Tutti gli

alunni che non si avvalgono dell’Insegnamento della religione cattolica e che abbiano scelto le

categorie A e B dovranno esprimere l’ulteriore preferenza tra le opzioni (indicate dai numeri) sopra

descritte; si prega di tener presente che la scelta della lingua oggetto dei corsi di approfondimento di

cui alla lettera A) Attività didattiche e formative, dovrà essere unica e condivisa all’interno di

ciascuna classe” (circolare n.6 del 16/09/2013).

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ISTITUTO “LUIGI MERCANTINI”

DI RIPATRANSONE

Liceo delle Scienze Umane (L.S.U.)

Liceo delle Scienze Umane (L.S.U.) Opzione Economico-sociale

Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate

Liceo Socio-Psico-Pedagogico

Liceo Scientifico-Tecnologico

1a. L’istituto “L. Mercantini”: la storia, il contesto, le risorse

La storia

L’Istituto “L. Mercantini” porta il nome del poeta e patriota fra i più popolari del Risorgimento,

nato a Ripatransone nel 1821, autore di liriche patriottiche di tono popolareggiante quali La

Spigolatrice di Sapri e la Canzone Italiana, musicata da Alessio Olivieri, assai più nota come Inno

di Garibaldi.

La scuola vanta una storia carica di nomi illustri e di fama più che centenaria. All’interno delle

sue mura, infatti, si sono formati dirigenti scolastici, professori universitari, scrittori, poeti, medici,

uomini che, ricoprendo ruoli di rilievo in diversi campi, hanno dato lustro al paese.

Nel lontano 1895, il Ministro Baccelli istituì la Scuola Normale Maschile, diretta dal prof. E.

Consorti che vi insegnò anche pedagogia. Nel 1899 vennero aperte, per disposizione ministeriale,

due Scuole Statali di disegno e di plastica, in aggiunta ai Corsi di Lavoro manuale educativo.

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Dapprima soppressa per alcuni anni, poi ripristinata, la Scuola Normale prese nel 1935 la nuova

denominazione di Istituto Magistrale con il nome “L. Mercantini”.

Nel 1989 è stato attivato il Liceo Socio-Psico-Pedagogico, cui nel 1997 si sono aggiunti il

“Liceo delle Scienze Sociali” (con licenziati fino all’a.s. 2006/2007) e il “Liceo Scientifico-

Tecnologico”.

L’Offerta formativa si è ulteriormente ampliata nell’anno scolastico 2004/2005 con l’aggiunta

dell’Indirizzo Teatro.

Con la riforma della Scuola Secondaria Superiore, a partire dall’a. s. 2010/2011, il Liceo Socio-

psico-pedagogico confluisce nel Liceo delle Scienze Umane (L.S.U.) e nel Liceo delle Scienze

Umane (L.S.U.) Opzione Economico-sociale, il Liceo Scientifico-Tecnologico nel Liceo Scientifico

Opzione Scienze Applicate.

Analisi del contesto storico, sociale, antropologico e culturale in cui opera la scuola

L’utenza che afferisce alla sede "Luigi Mercantini" vive in un ambito territoriale diversificato,

costituito in parte da comuni dell’entroterra collinare (prevalentemente agricolo e scarsamente

dotato di servizi, specie culturali), in parte da comuni della fascia costiera dove, nonostante la

presenza di importanti poli urbani, l’offerta formativa giovanile non è ancora completamente

strutturata.

Il livello culturale e sociale delle famiglie, anch’esso eterogeneo, fa sì che gli alunni spesso non

trovino nel contesto privato tutti quei supporti atti a soddisfare per intero i loro bisogni formativi.

La scuola, pertanto, è chiamata, per esplicita richiesta emersa dai questionari somministrati

annualmente agli alunni in merito alla valutazione del servizio scolastico, a svolgere un’ampia

azione integrativa, ampliando i curricoli con percorsi aggiuntivi e garantendo il sostegno didattico ai

soggetti maggiormente bisognosi di recupero e consolidamento.

Sul versante dell’offerta, l’esigenza più evidente, individuata dall’analisi dei risultati raggiunti

negli anni scorsi, è quella, peraltro coerente con gli ultimi indirizzi normativi sull’autonomia, di

portare a sistema le numerose attività ed iniziative progettuali già avviate, per poter valorizzare in

maniera ottimale le risorse impiegate e finalizzare gli sforzi verso obiettivi convergenti e trasversali.

Analisi delle risorse strutturali interne

L’Istituto “Mercantini”, con sede storica ubicata in pieno centro, occupa i locali di un antico

monastero filippino da sempre dedito all’insegnamento magistrale; attualmente ristrutturato dalla

Provincia, unisce il “sapore storico” dell’importante tradizione pedagogica a quello

dell’innovazione di alcuni ambienti e strutture.

L’edificio è parte della cinta esterna del vecchio incasato e raccorda dal basso l’ampio cortile

esterno, utilizzato come parcheggio, con via Consorti, dove è collocato l’ingresso principale; in tal

modo, dei cinque piani complessivi che formano la struttura, due livelli risultano sottostrada e si

sviluppano dal cortile fino alla quota dell’ingresso.

Al piano terra, oltre all’atrio e alla portineria, si trovano due laboratori di informatica, dotati

complessivamente di 44 computer utilizzati per le attività di ricerca e di disegno tecnico, un

laboratorio di biologia, gli uffici di segreteria e di presidenza, la vicepresidenza, l’archivio generale,

la sala d’attesa, la sala insegnanti, un’aula per l’integrazione scolastica e una biblioteca fornita di un

ricco materiale storico e di approfondimento; tale spazio viene utilizzato anche per le attività del

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Cic (Centro Informazione e Consulenza psicologica). Al primo piano vi sono dieci aule e una

piccola stanza utilizzata come spazio didattico. Al secondo piano sono situate cinque aule, un’aula

video, due locali deposito e l’Aula Magna “Baccelli”. Tutte le aule sono attrezzate con un computer

collegato ad internet e sono coperte dal segnale della rete wireless.

Al primo piano sottostrada sono collocate cinque grandi stanze: una è adibita ad archivio

storico; due vengono usate come deposito; una accoglie un laboratorio di chimica ben attrezzato,

pienamente funzionante e a norma; la restante, con una postazione Lim, viene utilizzata dai docenti

per lo svolgimento delle verifiche scritte. Nel secondo piano sottostrada si trova il laboratorio di

fisica.

Ogni piano è dotato di servizi igienici e di un ascensore che facilita l’accesso ai diversamente

abili. I collegamenti verticali sono, inoltre, garantiti da due scale interne e da una esterna con

funzione anche antincendio.

Per l’educazione fisica vengono utilizzati sia la palestra della Scuola Media attigua che il

Palazzetto dello Sport, raggiungibile con un servizio di pulmini messi a disposizione

dall’Amministrazione Comunale.

Le recenti ristrutturazioni, oltre che ammodernare le dotazioni impiantistiche, hanno consentito

il rifacimento della copertura, la sostituzione degli infissi e, soprattutto, l’adeguamento funzionale

dell’edificio alle normative di sicurezza per l’edilizia scolastica.

La “Sala Baccelli”, per cui è prevista la riconversione in aula per video-conferenze, è già

utilizzata sia dall’utenza scolastica per le attività di autoaggiornamento, di gemellaggio elettronico e

simili sia da quella extrascolastica per eventi culturali, convegni e congressi.

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ISTITUTO “PERICLE FAZZINI”

DI GROTTAMMARE

Istituto Tecnico per il Settore Tecnologico Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (C.A.T.)

Istituto Tecnico Settore Economico Indirizzo Turismo

Istituto Tecnico per Geometri

Istituto Tecnico per il Turismo

Indirizzo delle Scienze Architettonico-Ambientali e delle Costruzioni

1b. L’istituto “P. Fazzini”: la storia, il contesto, le risorse

La storia

L’Istituto Tecnico per Geometri “P. Fazzini”, già sede staccata dell’Istituto “Umberto I” di

Ascoli Piceno, ha avuto l’autonomia nell’a.s. 1986/1987; al tempo era dislocato a Grottammare in

tre plessi, con sede amministrativa in via G. Matteotti, n. 24.

Porta il nome dell’illustre scultore Pericle Fazzini di cui la cittadina di Grottammare vanta i

natali.

L’offerta formativa è stata ampliata, in risposta ad esigenze del territorio, a partire dall’anno

scolastico 2001/2002 con il nuovo indirizzo di “Tecnico per il Turismo” e, dall’anno scolastico

2005/2006, con l’indirizzo di “Scienze architettonico-ambientali e delle costruzioni”.

Nel 2002 l’Istituto si è trasferito nella nuova sede in via S. D’Acquisto, n. 30.

Con la riforma della Scuola Secondaria Superiore, a partire dall’a. s. 2010/2011, Il Tecnico per

Geometri confluisce nell’Istituto Tecnico per il Settore Tecnologico Indirizzo Costruzioni,

Ambiente e Territorio (C.A.T.) e il Tecnico per il Turismo nell’Istituto Tecnico Settore Economico

Indirizzo Turismo.

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Analisi del contesto storico, sociale, antropologico e culturale in cui opera la scuola

L’Istituto “P. Fazzini” usufruisce di una struttura all’avanguardia per luminosità, spazi,

efficienza ed attrezzature didattiche.

La scuola risponde alla domanda di circa 120.000 abitanti, distribuiti nel territorio limitrofo che

comprende sia la zona costiera da Pedaso ad Alba Adriatica sia quella interna fino a Montalto.

Il contesto sociale, culturale ed economico del territorio è caratterizzato da piccoli e medi

imprenditori turistici, agroalimentari, vivaisti, edili, operai, artigiani, operatori della pesca e liberi

professionisti.

Il livello medio di cultura presenta una larga fascia di diplomati alla scuola media dell’obbligo,

una contenuta percentuale di diplomati alla scuola superiore e un numero minore di laureati. Il

reddito si attesta su livelli medio/alti.

L’Istituto accoglie una popolazione scolastica in uscita dalla scuola media piuttosto eterogenea,

essendo di provenienza varia.

Un curriculum che si caratterizza per la sua sostanziale connotazione scientifica, l’alto grado di

pendolarità degli studenti ed un quadro orario di 32 ore settimanali, richiesto dai nuovi indirizzi

“Costruzioni, Ambiente e Territorio” e “Turismo” e dai preesistenti “Progetto Cinque” e “indirizzo

Iter”, impongono scelte obbligate quali il tutorato, il supporto intensivo, il recupero motivazionale

allo studio attraverso attività integrative. Tutto ciò al fine di favorire l’acquisizione di

professionalità qualificate ed arricchite da competenze complementari e di respiro più integrato a

livello europeo.

Analisi delle risorse strutturali interne dell’Istituto “Fazzini”

L’Istituto “Fazzini” dispone di una moderna sede, inaugurata nel 2002, dotata di un vasto

piazzale destinato a parcheggio, adeguato alle esigenze degli allievi e del corpo docente.

La struttura risulta composta da tre corpi di fabbrica collegati fra loro, il più esteso dei quali

ospita le aule e gli spazi per la didattica, mentre gli altri sono destinati ad auditorium e palestra.

Le 35 aule disponibili, di circa 55 mq. ciascuna, modernamente attrezzate con computer,

collegamento internet e copertura del segnale rete wireless, luminose e accoglienti sono distribuite

su tre piani; in particolare 4 aule (usate per corsi esterni) sono nel pianoterra, 15 (di cui una dotata

di postazione Lim e un’altra allestita ad aula video con sistema Home theatre) al piano rialzato,

dov’è collocato l’ingresso principale, e 16 al primo piano (di cui una destinata alle attività di L2).

Ogni piano risulta facilmente raggiungibile anche da alunni con disabilità, vista la presenza di

un ascensore e di apposite rampe interne ed esterne; vi sono inoltre servizi sanitari adeguati al

numero di allievi ospitati ed accessibili agevolmente dai diversamente abili.

Al piano rialzato sono collocati gli uffici di presidenza e vicepresidenza, l’ufficio personale e

contabilità, la portineria, uno spazio per le funzioni strumentali e relative commissioni, un’area per

l’integrazione scolastica e la biblioteca, fornita di cospicuo materiale e di testi di approfondimento,

con una zona per la lettura e consultazione immediata. Di recente nell’atrio è stato attrezzato uno

spazio per l’assistenza e il supporto alle famiglie per le iscrizioni on line e per il servizio fotocopie.

L’archivio, un’aula video, l’aula per gli attrezzi ginnici, i laboratori di chimica, fisica, scienze e

costruzioni pienamente funzionanti e a norma, secondo la vigente legislazione sulla sicurezza,

trovano spazio nel pianoterra.

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Al primo piano sono situate 3 aule di informatica attrezzate con un numero complessivo di 96

computer, utilizzate sia per attività di disegno e progettazione sia come laboratorio

linguistico/multimediale. Sono presenti, inoltre, l’aula destinata al Cic (Centro Informazione e

Consulenza) e alle attività alternative all’insegnamento della religione, l’aula riservata ai tecnici di

laboratorio, il laboratorio di topografia, dotato di ulteriori 22 computer, e uno spazio polifunzionale

di circa 155 m2

(Aula Magna).

Dal 2007 gli allievi possono usufruire anche di un moderno e funzionale Palazzetto dello Sport

integrato nell’edificio scolastico, omologato Coni per le discipline della pallavolo, del basket, del

calcetto, etc.

La struttura, adiacente all’edificio scolastico, complessivamente di circa 1500 mq., è in grado di

ospitare fino a 700 spettatori ed è inoltre dotata di una sala per l’attività attrezzistica, di un locale da

adibire a servizio bar e di tre ampi spogliatoi. Per il terzo corpo di fabbrica è prevista una

riconversione d’uso.

Sotto il profilo della sicurezza sono state realizzate tutte le strutture previste dalle vigenti

normative in materia. Sono presenti, infatti, scale di sicurezza esterne all’edificio, porte tagliafuoco,

dispositivi antincendio e porte antipanico. L’istituto è, inoltre, dotato di due stanze adibite ad

infermeria, di cui una in prossimità della palestra, e di un locale per le visite medico-sportive.

Recentemente è stato installato un impianto di pannelli fotovoltaici di potenza 49.5 Kw, che

pone l’istituto all’avanguardia nel campo delle energie alternative.

La scuola garantisce infine i seguenti standard di sicurezza, accoglienza ed igiene:

1) la sicurezza degli allievi all’interno del complesso scolastico con adeguate forme di

vigilanza del personale docente ed ausiliario;

2) l’igiene dei servizi con intervento ripetuto durante la giornata oltreché a fine attività

scolastica giornaliera;

l’indicazione in maniera chiara delle norme di comportamento da adottare in caso di incendio o

terremoto o altro evento di natura eccezionale.

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2. La mission dell’I.I.S

“Il passato e il presente sono i nostri mezzi, l'avvenire è il nostro fine.”

(Blaise Pascal)

Una scuola-laboratorio dei saperi e della qualità tra radici territoriali ed orizzonti europei.

Orizzonte Europa: la nostra “vision”.

I nostri sistemi di istruzione e formazione si trovano oggi ad affrontare una svolta epocale

dovuta alla globalizzazione e alle sfide di una nuova economia fondata sulla conoscenza. Ne

conseguono cambiamenti che riguardano la persona in tutte le sue manifestazioni e relazioni, il suo

modo di apprendere, conoscere ed interagire con i nuovi saperi. Tali cambiamenti comportano,

soprattutto, una radicale trasformazione dell’economia dell’Unione Europea.

Pertanto, i processi educativi di oggi in Europa non possono non tener conto delle nuove esigenze

della società dei saperi, della evoluzione delle professioni e del mercato del lavoro, della necessità

di migliorare qualitativamente l’occupazione.

Alla luce di tali considerazioni emerse a Lisbona nella sessione straordinaria del 23 e 24 marzo

2000, il Consiglio Europeo, mosso dalla necessità di concordare un nuovo programma di sviluppo

per l'U.E., ha individuato un nuovo obiettivo strategico: l’U.E. deve diventare, in forza della

conoscenza, la potenza economica più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una

crescita sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.

Predisporre il passaggio ad un’economia competitiva e dinamica, digitale, basandosi sulla

conoscenza, vuol dire, dunque, sollecitare i sistemi educativi a ripensare i propri processi

promuovendo nuove competenze di base, in particolare nel campo delle tecnologie

dell’informazione.

Al vertice di Lisbona, i capi di Stato e di governo hanno riconosciuto, quindi, il ruolo

fondamentale dell’istruzione per la crescita e lo sviluppo economico e a tal fine sono stati

individuati nuovi settori d’intervento che si basano su tre obiettivi:

o aumentare la qualità e l'efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione nell'Unione

Europea;

o facilitare l'accesso ai sistemi di istruzione e di formazione;

o aprire i sistemi di istruzione e formazione al mondo esterno.

Al successivo vertice europeo di Barcellona del 2002 è stato fissato un nuovo obiettivo generale:

"rendere entro il 2010 i sistemi d'istruzione e di formazione dell'U.E. un punto di riferimento di

qualità a livello mondiale".

Cinque le aree prioritarie di intervento individuate, i cui obiettivi dovevano essere conseguiti entro

il 2010:

1. diminuzione degli abbandoni precoci (percentuale non superiore al 10%);

2. aumento dei laureati in matematica, scienze e tecnologia (aumento almeno del 15% e al

contempo diminuzione dello squilibrio fra sessi);

3. aumento dei giovani che completano gli studi secondari superiori (almeno l'85% della

popolazione ventiduenne);

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4. diminuzione della percentuale dei quindicenni con scarsa capacità di lettura (almeno del 20%

rispetto al 2000);

5. aumento della media europea di partecipazione ad iniziative di lifelong learning, apprendimento

permanente (almeno fino al 12% della popolazione adulta in età lavorativa 25/64 anni).

Per tutto ciò erano state individuate tre "leve" su cui basare l'azione futura:

1. concentrare le riforme e gli investimenti nei settori-chiave;

2. fare dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita una realtà concreta;

3. costruire l'Europa dell'istruzione e della formazione.

A distanza di oltre dieci anni, in una considerazione consuntiva, la Commissione europea ha

sottolineato che uno solo degli obiettivi prioritari prefissati è stato raggiunto: un aumento del 15%

dei laureati nelle facoltà scientifiche. Questo risultato è ancora più evidente in Italia (+ 90,7%

contro il + 29% della media europea) considerando l’annosa arretratezza culturale diffusa in tale

settore nel nostro paese, riconducibile all’utilizzo di metodologie d’insegnamento ancora molto

lontane da attività laboratoriali e sperimentali di ricerca.

Non sono stati raggiunti a livello europeo, invece, gli obiettivi relativi alla dispersione scolastica e

alla partecipazione all’apprendimento permanente da parte degli adulti, anche se si sono registrati

dei progressi, mentre per quanto riguarda la preparazione generale dei quindicenni, la situazione

rispetto a dieci anni fa è addirittura peggiorata.

L’Italia è indietro soprattutto per quanto riguarda:

1. la partecipazione ad iniziative di apprendimento permanente;

2. la diminuizione del tasso di abbandono scolastico e formativo;

3. la diminuizione dei giovani quindicenni con bassa capacità di comprensione nella lettura.

Nelle fasi preliminari per l’elaborazione di una nuova strategia e la messa a punto di un nuovo

piano decennale UE 2020, a partire dal Consiglio del 12 maggio 2009, i ministri dell’Istruzione

europea hanno deciso di rinnovare la sfida, aggiornando le aree d’intervento già individuate (per il

tasso di abbandono, l’obiettivo rimane quello di non superare il 10%; per la partecipazione ad

iniziative di apprendimento permanente, il livello da raggiungere sale al 15%; per le competenze di

base viene ampliato l’ambito della verifica anche alla matematica e alle scienze: almeno l’85% dei

quindicenni dovrebbe raggiungere il livello minimo prefissato) e introducendo dei nuovi settori, i

cui obiettivi dovranno essere raggiunti entro il 2020:

1. il possesso di un titolo di studio a livello terziario (almeno il 40% dei 30-45enni);

2. la partecipazione alla scuola pre-elementare ( almeno il 95% dei bambini in età pre-scolare).

Sviluppare la cultura tra radici territoriali ed orizzonti europei in una scuola polo di qualità: la

nostra “mission”.

All’interno di un’”etica della responsabilità” ispirata ai quattro pilastri dell’Educazione della

Commissione Delors (imparare a conoscere, imparare a fare, imparare ad essere, imparare a vivere

insieme) e in direzione della dimensione auspicata dagli obiettivi fissati dai trattati europei, la nostra

Scuola si relaziona al territorio attraverso una continua ricognizione e ricezione dei bisogni,

un’attenzione alle sue peculiarità con tutte le valenze tradizionali, culturali e paesaggistiche.

Riteniamo di poter far nostre le istanze relative alla richiesta di maggiore qualità, di maggiore

apertura verso il mondo esterno (mondo del lavoro, realtà politico-sociale, ambiente, etc.), di

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maggiore attenzione alla didattica delle scienze e di conseguenza all’orientamento che, se inteso in

un’accezione semantica più estesa e non ridotto alla semplice dimensione informativa, è trasversale

a tutte le precedenti istanze.

Considerato lo scenario, diventa importante che il nostro Istituto affronti le sfide selezionando gli

obiettivi strategici da porsi tra radici territoriali ed orizzonti europei e che scelga tenendo conto

delle occasioni che il territorio offre, delle specificità dei suoi curricola e della sua utenza. In tal

modo, in linea con quanto definito dal Consiglio europeo, può davvero essere una scuola della

contemporaneità globale, in grado di riprendere in mano le redini della società, l’ambito quotidiano

della scoperta e della ricerca di ciò che serve per la società.

In tale direzione vanno i rapporti e gli accordi di rete stipulati con gli enti locali, in virtù dei quali la

scuola aderisce a progetti di rilevanza provinciale e regionale. Le iniziative sono organizzate intorno

a percorsi diretti a sviluppare lo studio del territorio marchigiano e delle sue risorse nell’ottica

dell’occupazione giovanile e del ricambio generazionale.

A questa volontà rispondono in modo particolare le attività progettuali delle Macroaree e delle Aree

di progetto, parte integrante dell’offerta formativa dell’Istituto.

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3. Rapporto con enti istituzionali e non

RACCORDO CON LE ISTITUZIONI TERRITORIALI

Nella realizzazione dell'offerta formativa e delle iniziative rivolte agli studenti, la scuola ha da

anni avviato rapporti di collaborazione molto produttivi con i seguenti Enti e/o Istituzioni:

ISTITUZIONE FINALITÀ

1. Ministero dell’Istruzione, dell’Università

e della Ricerca

2. Direzione Scolastica Regionale 3. USP di Ascoli Piceno

Formazione, informazione co-progettazione

4. A.N.S.A.S (ex IRRE)

Aggiornamento e-learning Ricerca

5. A.N.S.A.S. (ex INDIRE)

Progetti europei e-twinning

6. A.N.S.A.S. (ex INDIRE) Comenius scolastico

7. Distretto Scolastico n°16 Orientamento

8. Accordo di programma tra Provincia di

AP, USR, USP e Istituti Scolastici di ogni

ordine e grado

Progetto INTERCULTURA per l’accoglienza e

l’integrazione degli studenti immigrati

9. C.P.I.A.(ex E.D.A.) Corsi di Italiano L2 per stranieri Progettazione Interculturale

10. Accordo di rete tra istituti scolastici

promosso da MIUR, USR nell’ambito del

macro-progetto “Le Marche: una regione

laboratorio”. Istituto capofila: ISC

Ancona Centro Sud-Est

Formazione su: Prevenzione e sicurezza nelle scuole “Il bene comune. Ragioni e passioni di

cittadinanza” Polo qualità

11. Rete con Centro Risorse Handicap.

Istituto capofila: IPSIA di S.B.T. Ambito

21

Progetto di sperimentazione didattico-

metodologica per favorire l’integrazione degli

alunni disabili e stranieri, progetto “I Care”

12. “RETE PICENA” tra scuole. Capofila:

Direzione Didattica I.P.S.S.A.R. di SBT Iniziative di formazione del personale ATA, dei

Dirigenti Scolastici, dei Docenti collaboratori dei

DS

13. Rete “AURORA” tra Istituti Scolastici.

Capofila: ISC Falerone

Iniziative di formazione del personale ATA, dei

Dirigenti Scolastici, dei Docenti collaboratori dei

DS

14. Scuole in Spagna, Repubblica Ceca,

Francia, Germania/Austria, Inghilterra,

Malta, Polonia.

Progetti di scambio, partenariato, stages

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15. Enti/Istituzioni/Soggetti privati Alternanza scuola-lavoro

16. Università Tirocinio laureati (scuole SISS)

17. Università Politecnica delle Marche,

Centro E Learning, Università di

Macerata, Università di Trieste,

Cooperativa Sociale Nuova Ricerca,

Istituto Comprensivo “G. Leopardi”

Grottammare, Assessorati alla Pubblica

Istruzione e alle Politiche Sociali di

Ascoli Piceno, Presidenza del Consiglio –

Dipartimento Pari Opportunità

18. ITCG “Umberto I” di Ascoli Piceno e

ITG “Carducci-Galileo” di Fermo 19. Scuola spagnola Cabeza del Buey 20. Facoltà di Economia dell’Università degli

Studi di Ancona, le Associazioni di

categoria settore Turismo, gli Assessorati

al Turismo della Regione Marche, delle

Province di Ascoli Piceno e di Rimini e

dei Comuni di Cupra Marittima,

Grottammare, San Benedetto del Tronto 21. Università: Politecnica delle Marche,

Camerino, Ascoli Piceno, Macerata,

Urbino, Teramo, Bologna, dell’Aquila,

Perugia, Tor Vergata Roma, C.U.P.,

Scuola Superiore per mediatori linguistici

di Ancona, Universià di Trieste, Venezia,

Pescara, Padova, Ersu

22. Università Minnesota (U.S.A),

Dipartimento di Lingue

Progetto Valdaso

Comenius multilaterale

Progetto orientamento post diploma

Progetto Tandem, e-Twinning

23. Forze Armate: Esercito Italiano, Arma

dei Carabinieri, Guardia di Finanza,

Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria

di Porto, Polizia di Stato

24. Enti del mondo dell’informazione,

lavoro e formazione: CIOF, Formazione

professionale, servizio politiche

comunitarie, ISFOL, Italia Lavoro spa,

CESCOT-Confesercenti, Associazione

degli Industriali, Informagiovani in rete.

25. Ordini professionali: geometri,

ingegneri, architetti, psicologi. 26. Agenzie di lavoro: worknet, Adecco,

Humangest, Lavorint, Manpower,

Cooperativa sociale “service coop” di

Spinetoli (AP)

27. Servizio Civile Volontario

ISTITUZIONI PUBBLICHE

28. Regione Marche

Fondi di leggi Regionali (l.46/95) Accreditamento English 4 U con F.S.E. Alternanza Scuola/Lavoro Uexte 2011

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28

29. Ufficio Scolastico Regionale(Ufficio

AP) Istituto Cultura d’Impresa

30. Provincia di Ascoli Piceno 31. Assessorato Pubblica Istruzione 32. Assessorato alla Formazione prof.le e

alle Politiche Attive del lavoro

33. Assessorato Politiche Sociali 34. Assessorato al Turismo 35. Assessorato Edilizia Scolastica 36. Commissione per le pari opportunità 37. Consorzi/Agenzie di trasporti

Progetto Gulliver Progetto “FORMEZ Progetto “Saggi-Paesaggi” Gestione complesso scolastico Gestione Rete viaria Supporto ai progetti Orientamento Progetto “I teatri dell’anima” Handicap

38. Rete di Comuni:

39. Grottammare 40. Ripatransone 41. Cupra Marittima 42. Acquaviva Picena 43. Comuni Valdaso 44. Comune di Serra San Quirico

Informagiovani Supporto ai progetti Finanziamento progetti Progetti Alternanza Scuola/Lavoro Rassegna nazionale del teatro della scuola

45. A.S.U.R. zona territoriale n°12 46. Ambito Sociale n°21

Sostegno ai progetti (Prevenzione, Dispersione,

Educazione alla Salute, Sicurezza, Formazione)

47. C.P.I.A. (ex EDA) Educazione adulti

ENTI/ASSOCIAZIONI/ISTITUZIONI PRIVATE

48. A.I.C.A. Patente Europea Computer

49. Eurocentro di Jesi Progetto Leonardo Tirocini formativi

50. Alliance francaise, Goethe Institut,

Lingua Center, Multilingue; 51. British Council/Centro Studi Alfieri

Certificazioni Lingua straniera (francese, tedesco,

inglese, spagnolo); English 4 U

52. Fondazione Carisap 53. SanPaolo 54. Banco di Credito Cooperativo di

Ripatransone

Finanziamento progetti

55. Aziende 56. Ordini professionali 57. Associazioni di categoria 58. Studi professionali 59. Consorzio Riviera delle Palme

Stages curricolari Tirocini formativi Sicurezza (I.I.S. Fazzini-Mercantini: scuola polo)

60. Strutture sociali del territorio

(ANFASS; Cooperative sociali)

“Esportazione” modello formativo Liceo Scienze

Sociali Sinergie col mondo del lavoro attraverso l’alternanza

scuola-lavoro

61. Il Circolo “Riviera delle Palme” di Premio di saggistica e narrativa. Concorso di

scrittura

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29

SBT

62. Fondazione Libero Bizzarri Premio “ Libero Bizzarri”. Rassegna del

documentario. Sezione studenti.

63. Osservatorio Permanente Giovani

Editori

Progetto “Il Quotidiano in classe”

64. DIESSE Firenze: Colloqui fiorentini,

ScienzAFirenze 65. RE.NA.TUR. Rete Nazionale degli

Istituti Tecnici per il Turismo

66. FAI (Fondo Ambiente Italia)

67. Associazione Volontariato

Progetto valorizzazione eccellenze Accordo di Rete finalizzato a seguire gli sviluppi del

processo di Riforma in atto del sistema scolastico

nazionale, a elaborare studi e proposte, a essere parte

attiva nel rappresentare e tutelare la specificità della

formazione assicurata dagli Istituti Tecnici di Stato

per Turismo.

Torneo del Paesaggio. Apprendisti ciceroni

Progetto Volontaria … mente

Nel corso dell’anno sarà valutata l’opportunità di aderire a reti o altre formule associative tra

scuole che rientrino negli obiettivi perseguiti dal progetto d’istituto. In tal senso, si dà mandato al

Dirigente Scolastico.

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4. Situazione organico

SEDE RIPATRANSONE

STUDENTI N° TOT. N° classi Soci-o Psico-

Pedagogico

L.S.U.

N° classi

Tecnologico

L.S.O.S.A.

STUDENTI CLASSI PRIME 83 CLASSI PRIME 2 1

STUDENTI CLASSI SECONDE 76 CLASSI SECONDE 2 1

STUDENTI CLASSI TERZE 79 CLASSI TERZE 2 1

STUDENTI CLASSI QUARTE 60 CLASSI QUARTE 2 1

STUDENTI CLASSI QUINTE 38 CLASSI QUINTE 1 1

TOTALI STUDENTI ISCRITTI 336 TOTALE CLASSI 9 5

DOCENTI cod. CL. DI CONCORSO DESCRIZIONE CLASSE DI CONCORSO N°

A019 DISCIPLINE GIURIDICHE ED ECONOMICHE 1

A025 DISEGNO E STORIA DELL`ARTE 1

A029 EDUCAZIONE FISICA NEGLI ISTITUTI E SC. DI IST. SECONDARIA II GRADO 3

A036 FILOSOFIA, PSICOLOGIA E SCIENZE DELL`EDUCAZIONE 4

A037 FILOSOFIA E STORIA 1

A042 INFORMATICA 1

A047 MATEMATICA 0

A049 MATEMATICA E FISICA 4

A050 MATERIE LETTERARIE NEGLI ISTITUTI DI IST. SECONDARIA DI II GRADO 3

A051 MATERIE LETTERARIE E LATINO NEI LICEI E NELL`ISTITUTO MAGISTRALE 3

A060 SCIENZE NATURALI 3

A346 LINGUA E CIVILTA` STRANIERA (INGLESE) 3

C032 C0NVERSAZIONE INGLESE 1

REL RELIGIONE 1

AD02 UMANISTICA LINGUISTICA MUSICALE 4

TOTALE DOCENTI 33

SEDE GROTTAMMARE

STUDENTI N° TOT.

N° classi

Progetto

Cinque

CAT

N° classi Indirizzo

Scienze Architettoniche

N° classi

Indirizzo

Turistico

Turismo

STUDENTI CLASSI PRIME 137 CLASSI PRIME 3 3

STUDENTI CLASSI SECONDE 93 CLASSI SECONDE 2 2

STUDENTI CLASSI TERZE 126 CLASSI TERZE 3 2

STUDENTI CLASSI QUARTE 115 CLASSI QUARTE 3 2

STUDENTI CLASSI QUINTE 115 CLASSI QUINTE 3 1 2

TOTALI STUDENTI ISCRITTI 586 TOTALE CLASSI 14 1 11

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DOCENTI

cod. CL. DI

CONCORSO DESCRIZIONE CLASSE DI CONCORSO N°

A013 CHIMICA E TECNOLOGIE CHIMICHE 1

A016 COSTRUZIONI, TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI E DISEGNO

TECNICO 6

A017 DISCIPLINE ECONOMICO-AZIENDALI 3

A019 DISCIPLINE GIURIDICHE ED ECONOMICHE 4

A020 IMPIANTI TECNICI 1

A029 EDUCAZIONE FISICA 3

A038 FISICA 2

A039 GEOGRAFIA 3

A042 INFORMATICA 1

A047 MATEMATICA 4

A049 MATEMATICA E FISICA 1

A050 MATERIE LETTERARIE NEGLI IST. DI ISTRUZIONE

SECONDARIA DI II GRADO 9

A058 GEOPEDOLOGIA/ESTIMO 2

A060 SCIENZE 2

A061 STORIA DELL`ARTE 1

A072 TOPOGRAFIA E PROG. 3

A075 DATTILOGRAFIA E STENOGRAFIA 2

A246 LINGUA E CIVILTA` STRANIERA (FRANCESE) 1

A346 LINGUA E CIVILTA` STRANIERA (INGLESE) 5

A446 LINGUA E CIVILTA` STRANIERA (SPAGNOLO) 5

A546 LINGUA E CIVILTA` STRANIERA (TEDESCO) 2

C031 CONVERSAZIONE IN LINGUA STRANIERA (FRANCESE) 1

C032 CONVERSAZIONE IN LINGUA STRANIERA (INGLESE) 2

C033 CONVERSAZIONE IN LINGUA STRANIERA (SPAGNOLO) 1

C034 CONVERSAZIONE IN LINGUA STRANIERA (TEDESCO) 1

C150 ESERCITAZIONI DI PRATICHE DI AGENZIA 1

REL RELIGIONE 3

AD02 UMANISTICA LINGUISTICA MUSICALE 5

AD04 PSICOMOTORIA 1

C240 LAB. CHINICA E CH. IND. 1

C290 LAB. FISICA E FIS. APPL. 1

C320 LAB. MECCANICO-TEC. 1

C430 LAB. TECNOLOGICO PER EDILIZIA ED ESERCITAZIONI DI

TOPOGRAFIA 3

TOTALE DOCENTI 82

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32

PERSONALE A.T.A. (per il personale ata la titolarità è solo presso la sede legale di Grottammare)

Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (D.S.G.A.) 1

Assistenti Amministrativi 9

Assistenti Tecnici 3

Collaboratori Scolastici 11

TOTALE PERSONALE A.T.A. 24

Per Assegnazione annuale di sede di servizio

SEDE GROTTAMMARE SEDE RIPATRANSONE

Assistenti Amministrativi 9 Assistenti Amministrativi 0

Assistenti Tecnici 2 Assistente Tecnico 1

Collaboratori Scolastici 8 Collaboratori Scolastici 3

Il numero degli allievi frequentanti l’I.I.S. “Fazzini-Mercantini” è andato costantemente salendo

negli anni e attualmente gli iscritti sono quasi 1000.

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33

Capitolo secondo

Staff dell’Istituzione scolastica

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3

4

1. La struttura organizzativa

Organigramma

Gestione POF

Orientamento in

Ingresso

Orientamento post diploma,

Stage e Progettazione

Assistita

Scambi Culturali e

Progettazione Europea

Visite Guidate e

Viaggi d’Istruzione

Referente Comunicazione Interna/Esterna

Referente Sito Web

Responsabile Qualità R.S.S.P.

R.S.U. A.S.S.P.

Commissioni Referenti di

Progetto Collaboratori Scolastici

Assistenti Amministrativi

Assistenti Tecnici

Dipartimenti di Indirizzo Laboratori Responsabile Processo Accreditamento

Funzioni Strumentali

Primo Collaboratore

Collaboratori

del D.S. D.S.G.A. Docenti Referente

Integrazione Scolastica

Dipartimenti Aree Disciplinari

Dipartimenti di Disciplina

Consiglio Classe/Gruppi H

Coordinatori Area di

Progetto

Giunta Esecutiva Consiglio d’Istituto DIRIGENTE SCOLASTICO Collegio dei Docenti Amministratore di Sistema

Linguistico Storico/Sociale

Informatica

Chimica Disegno/Progettazione/Autocad

Topografia e Fotogrammetria Fisica

Fotografico

Scienze e Biologia Aule Multimediali/L.I.M.

Meteorologia Costruzioni e Prove Materiali

Video con Home Theatre Palestra

Palazzetto dello Sport Videoconferenza Multipunto

Postazioni Accesso Informatizzato (con Badge) degli Alunni

Biblioteca Aule Didattiche Informatizzate

Referente Family Point Iscrizioni on Line

Referente Informatizzazione Processi

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35

DIRIGENTE SCOLASTICO Prof.ssa Rosanna Moretti

D.S.G.A. DIRETTORE DEI SERVIZI GENERALI E AMMINISTRATIVI

Dott. Taffetani Giuseppe

FUNZIONI ORGANIZZATIVE E

AMMINISTRATIVO/GESTIONALI

COORDINAMENTO ATTIVITA’ FORMATIVA

ASSEGNAZIONE DI SPECIFICI COMPITI DA PARTE DEL

DIRIGENTE SCOLASTICO

art. 25 comma 5 D.Lgs. n. 165/’01

art. 31 C.C.N.L. 24/07/2003

DESIGNAZIONE DA PARTE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI

art. n. 30 C.C.N.L. del 24/07/200

DOCENTE

2° COLLABORATORE

Prof. S. Talamonti

1° COLLABORATORE

Prof. L. D’Aniello

Docente F.S.

Gestione del P.O.F. e

Biblioteca

Prof.ssa

P. Camaioni

Docente F.S.

Orientamento in ingresso; interventi

e servizi studenti

Grottammare

Prof. E. Calvaresi

Referente

Ripatransone

Prof. G. Brinci

Docente F.S.

Visite guidate Viaggi di istruzione

Grottammare

Prof.ssa R. Listrani

Referente Ripatransone

Prof .ssa G. Caporossi

Docenti supporto

Orientamento post-diploma; formazione

docenti e nuove

metodologie Grottammare

Prof.ssa L. Bartolomei

Ripatransone

Prof.ssa S. Ramazzotti

Docente referente

Integrazione scolastica (B.E.S.)

Prof.ssa R. Rosetti Docente referente Diversabilità e DSA

Ripatransone

Prof.ssa A. Meconi DOCENTI

COADIUTORI

Ripatransone

Prof. G. Brinci

Grottammare

Prof. F. Cornettone

Referenti sito web

Prof.ssa P. Camaioni Sig. N. Paolini

Supporto Referente sito web

Prof. ssa M. Felici

Docente F.S.

Sperimentaz. Curricolari

A.S.L., Orientamento

post-diploma Formazione personale

Prof.ssa A. M. Pazzi

Docente F.S.

Progettazione europea

Scambi culturali

Grottammare Prof.ssa P. Borsatto

Referente

Ripatransone Prof.ssa A. Meconi

Referente Relazioni Pubblico

Prof.ssa L. Bartolomei

Docente Referente Attività linguistiche

Ripatransone

Prof.ssa G. Caporossi

Docenti

Referenti CIC/BES

temporanei

Grottammare

Prof.ssa M.

Tassoni Ripatransone

Prof.ssa G.

Mozzoni

Rapporti con Enti esterni

Prof. F. De Julis

Commissione

P.O.F.

Commissione

Biblioteca

Commissione

Orientamento in ingresso

Commissione

Educazione alla

salute

Commissione visite guidate e

viaggi di

istruzione

Commissione integrazione scolastica:

Progetto intercultura, orientamento tra pari,

Pei/PdP immigrati

Prof.ssa R.Sergiacomi

Prof. F. Poggi

Referenti di progetti

specifici

Responsabile sito web Dirigente Scolastico

Referente Comunicazione

interna/esterna Prof.ssa A. Roncarolo

Commissione

elettorale

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36

1. Le funzioni strumentali

Numero

e nome

Docenti

Denominazione

dell’area Funzioni/Compiti/Attività

1

(unica)

Prof.ssa

CAMAIONI

PATRIZIA

Gestione del P.O.F

- Revisione del P.O.F. (parte annuale)

- Esame, programmazione, organizzazione, monitoraggio del POF

e dei progetti tranne scambi culturali e stage linguistici

- Programmazione, organizzazione, monitoraggio di eventuali

sperimentazioni curricolari

- Sperimentazione didattico-disciplinare e riordino cicli

- Supporto didattico-organizzativo ai docenti di nuova nomina

- Organizzazione attività della biblioteca

- Staff di Presidenza

1

Grottammare

Prof.

CALVARESI

ENRICO

- Orientamento in

ingresso

- Interventi e servizi per

gli

Studenti

- Raccordo ed organizzazione delle attività

d’accoglienza/promozione in collegamento con le scuole medie;

- Orientamento scolastico in ingresso e riorientamento (obbligo

d’istruzione e passerelle)

- Coordinamento organizzativo tirocini estivi Indirizzi Turistico e

Geometri

- Supporto ai collaboratori del D.S. nella organizzazione delle

attività extracurricolari pomeridiane

- Raccordo con il referente di Ripatransone per analoghe tematiche

- Staff di Presidenza

1

Grottammare

Prof.ssa

BORSATTO

PATRIZIA

- Scambi culturali

- Progettazione

europea

- Attività linguistiche

- Ricerca, progettazione e coordinamento organizzativo di scambi

culturali/gemellaggi/E-twinning e supporto ai relativi referenti

(per entrambe le sedi)

- Raccordo con i Coordinatori dei Dipartimenti di Discipline

linguistiche - Indirizzo Turistico

- Raccordo con la referente di Ripatransone per analoghe tematiche

- Cura progetti Leonardo e Gulliver

- Staff di Presidenza

1

Grottammare

Prof.ssa

LISTRANI

ROSANNA

- Visite guidate

- Viaggi di Istruzione

- Coordinamento e progettazione didattico-organizzativa di visite

guidate/viaggi d’istruzione per gli indirizzi Geometri e Turistico

(Grottammare) in raccordo con i consigli di classe

- Staff di Presidenza

1

(unica)

Prof.ssa

PAZZI

ANGELA

- Sperimentazioni

curricolari

Progettazione

assistita e di sistema

nuove metodologie

didattiche

formazione del

personale docente

Orientamento post

diploma

- Collaborazione con F.S. area POF circa l’esame, la

programmazione e l’organizzazione di progetti realizzati d’intesa

con Istituzioni/Enti esterni (progetti

provinciali/regionali/nazionali) e la formazione docenti

- Progettazione assistita (poli, alternanza scuola-lavoro...) e di

sistema.

- Orientamento post diploma

- Raccordo con i referenti di sede per l’Orientamento post diploma

- Staff di Presidenza

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2. Le commissioni

Commissioni a supporto delle funzioni strumentali al Pof designate dal collegio dei docenti nella

seduta del 4/10/2013:

COMMISSIONE PIANO DELL’ OFFERTA FORMATIVA

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. ALBANO LUCIA

Membro

LICEI SPP + ST

Elaborazione del P.O.F;

Esame, programmazione, organizzazione, monitoraggio del POF e dei progetti;

Esame, programmazione, organizzazione, monitoraggio di eventuali

sperimentazioni curriculari;

Supporto alle F.S. POF nelle altre attività rientranti nella propria

area.

2. LISTRANI ROSANNA Membro

GEOM.

3. VAGNONI DAVIDE Membro

TURIST.

COMMISSIONE ELETTORALE

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. COCCIA PATRIZIO Membro

RIPATRANSONE Programmazione, organizzazione e controllo delle attività connesse al

rinnovo degli OO. CC. di durata annuale e pluriennale;

Rapporti/relazioni con le diverse componenti scolastiche per la

conoscenza/socializzazione delle norme/compiti relativi agli OO.CC. da

eleggere;

Rendicontazione alla F.S. POF. 2. FRANCO GIANNI Membro

GROTTAMMARE

COMMISSIONE VISITE GUIDATE E VIAGGI D’ ISTRUZIONE

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. CAPRIOTTI GABRIELE Membro

GEOM./TUR

Organizzazione viaggi di istruzione/ visite guidate/ uscite previste nelle

aree di progetto;

Supporto alle relative FF.SS

2. CAPOROSSI

GIUSEPPINA

Membro LICEI SPP +

LICEI ST

Organizzazione viaggi di istruzione/ visite guidate/ uscite previste nelle

aree di progetto;

REFERENTE sede di Ripatransone

COMMISSIONE EDUCAZIONE ALLA SALUTE

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. ANNIBALI RAFFAELLA Membro

LICEI SPP + ST

Progettazione specifica di concerto con EE.LL., ambito

territoriale/ sociale/ ASUR;

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2. RONCAROLO ANTONELLA Membro GEOM./TUR

Promozione di iniziative volte al benessere psico-fisico-sociale

degli studenti;

Supporto alle FF.SS. orientamento in ingresso.

COMMISSIONE C.I.C./B.E.S. TEMPORANEI

1. TASSONI MARISA C.I.C.

GROTTAMMARE

Organizzazione delle attività del C.I.C. e promozione d’iniziative

volte al benessere psico-fisico-sociale degli studenti;

Contatti con gli esperti esterni;

Rapporti scuola-famiglia su disagio/agio a scuola

Predisposizione PDP per BES temporanei

2. MOZZONI GIUSEPPINA C.I.C.

RIPATRANSONE

COMMISSIONE ACQUISTI

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. BRINCI GIAMPIERO Membro

LICEI SPP + ST

Analisi dei bisogni e proposte per l’acquisto di beni;

Valutazione e scelta della tipologia dei beni materiali e immateriali da

acquistare;

Supporto al D.S. 2. CORNETTONE FAUSTO Membro

GEOM./TUR

COMMISSIONE ORIENTAMENTO IN INGRESSO

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

AGOSTINI GIULIO

SEDE DI GROTTAMMA

RE

Supporto alle FF.SS. Orientamento per l’informativa agli studenti di

scuola media sui corsi attivati da questo Istituto.

BRINCI GIAMPIERO

SEDE DI RIPATRANSO

NE REFERENTE Orientamento per la sede di Ripatransone.

COMMISSIONE INTEGRAZIONE SCOLASTICA

NOMINATIVO

DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1 ROSETTI ROSA

REFERENTE

INTEGRAZIONE

SCOLASTICA Ricognizione bisogni speciali per la diversabilità, per DSA e

predisposizione di relativi piani personalizzati

Raccordo con gli enti esterni spcifici 2 MECONI ANTONELLA

REFERENTE PER LA

DIVERSABILITA’ E DSA

SEDE DI RIPATRANSONE

3 POGGI FILIPPO PROGETTO

INTERCULTURA,

ORIENTAMENTO TRA

PARI,

PEI IMMIGRATI

Esame, programmazione, organizzazione attività per alunni stranieri

Raccordo con la Referente all’integrazione scolastica e F.F.SS.

relative ai Servizi per gli studenti

Cura rapporti e relazioni con Referenti Scuola Polo Intercultura

4 SERGIACOMI ROSITA

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39

COMMISSIONE BIBLIOTECA

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. GRADASSI GLORIA Esperto Culturale

Grottammare

Censimento/consegna recupero di pubblicazioni e libri;

Supporto alla F.S. POF.

2. D’APRILE PIETRO Esperto Culturale

Ripatransone

3. AGOSTINI GIULIO Esperto Culturale

Grottammare

4. COCCIA PATRIZIO Esperto Culturale

Ripatransone

ORIENTAMENTO IN USCITA

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

5. RAMAZZOTTI SULMANA SEDE DI

RIPATRANSONE SUPPORTO DELLA F.S. Orientamento in Uscita;

formazione docenti e nuove metodologie didattiche. 6. BARTOLOMEI LIDIA

SEDE DI GROTTAMMARE

COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

SITO WEB DIRIGENTE SCOLASTICO

REFERENTE SITO WEB Prof.ssa CAMAIONI PATRIZIA

SUPPORTO REFERENTE

SITO WEB Prof.ssa FELICI MARA

REFERENTE COMUNICAZIONE

ESTERNA/STAMPA Prof.ssa RONCAROLO ANTONELLA

RAPPORTI CON GLI ENTI

ESTERNI Prof. DE JULIS FABRIZIO

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SICUREZZA (SERVIZIO DI PROTEZIONE E PREVENZIONE)

– DIRIGENTE SCOLASTICO

R.S.P.P. (RESPONSABILE DI

SERVIZIO) – ING. BACHETTI M.

A.S.P.P. (ADDETTO AL

SERVIZIO) e SUPPORTO

CORNETTONE F. (GROTTAMMARE)

CELLINI E. (SUPPORTO RIPATRANSONE)

R.L.S. (RAPPRESENTANTE

LAVORATORI) – SIMONETTI L.

PREPOSTO ATA – D.S.G.A.

REFERENTI ISCRIZIONI “ON LINE”

NOMINATIVO ASSISTENTE

AMMINISTRATIVO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

SIG. FLEGO FABRIZIO

Assistenza e supporto alle famiglie per iscrizioni on line SIG.RA GIUDICI MARCELLA

COMITATO INFORMATIZZAZIONE PROCESSI

– DIRIGENTE SCOLASTICO

NOMINATIVO DOCENTE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

D’ANIELLO LUIGI

– Dematerializzazione comunicazioni e procedure

amministrative;

– Registri e pagelle in formato elettronico

CORNETTONE FAUSTO

CAPRIOTTI GABRIELE

BRINCI GIAMPIERO

TALAMONTI SANDRO

AMMINISTRATORE DI SISTEMA SIG. PAOLINI NAZZARENO

RESPONSABILE DEL COORDINAMENTO DEL PROCESSO DELLA

PROGETTAZIONE PER L’ACCREDITAMENTO

DIRIGENTE SCOLASTICO

NOMINATIVO DOCENTE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

MASSICCI GIOVANNI

Aggiornamento semestrale del documento di analisi del

contesto di riferimento;

Progettazione di corsi attinenti l’obbligo formativo, la

formazione continua, la formazione superiore.

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REFERENTI ORARIO SCOLASTICO E CORSI DI RECUPERO ESTIVO

DIRIGENTE SCOLASTICO

NOMINATIVO DOCENTE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

D’ANIELLO LUIGI/CORNETTONE

FAUSTO Elaborare l'orario scolastico provvisorio e

definitivo secondo le esigenze didattiche e di

servizio.

Organizzazione del piano dei recuperi estivi TALAMONTI SANDRO

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COMMISSIONE STAGE/TIROCINI ESTIVI (INTERVENTI E SERVIZI PER GLI STUDENTI)

DIRIGENTE SCOLASTICO

NOMINATIVO DOCENTE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

D’ANNESSA PAOLA

Organizzazione degli stage curricolari/tirocini estivi

LSPP

Coordinamento con F.S.

DE ANGELIS NAZARIO

Organizzazione degli stage curricolari/tirocini estivi LST

Coordinamento con F.S.

CALVARESI ENRICO –FEDE

FAUSTO – MARÀ DANTE

Organizzazione degli stage curricolari/tirocini estivi

Geometri

Coordinamento con F.S.

AGOSTINI GIULIO –

BORSATTO PATRIZIA - DE

JULIS FABRIZIO

Organizzazione degli stage curricolari/tirocini estivi

Turistico

Coordinamento con F.S.

COMITATO DI VALUTAZIONE DEL SERVIZIO NEO-DOCENTI

DIRIGENTE SCOLASTICO

NOMINATIVO DOCENTE SEDE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

1. MASSICCI G. Grottammare Valutazione del servizio del personale

docente (art. 11 D.L. 297 del 16-04-’94);

Discussione relazioni docenti in anno di

formazione (art. 440 D.L. 297 del 16-04-

’99);

Riabilitazione di sanzioni disciplinari

(art. 501 D.L. 297 del 16-04-’94)

2. PIATTONI V. Grottammare

3. D’ANNESSA P. Ripatransone

4. D’APRILE Ripatransone

5. TUCCI V. H.

(SUPPLENTE) Grottammare

6. MAISTRINI M.

(SUPPLENTE) Ripatransone

ATTIVITÀ DI TUTOR AI DOCENTI NEO IMMESSI IN RUOLO NELL’ANNO

SCOLASTICO

CLASSE DI

CONCORSO DOCENTI TUTOR DOCENTI IN FORMAZIONE

C430 MASSICCI GIOVANNI TIRABASSI ALESSANDRO

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I tutor, sosterranno il docente in formazione durante il corso dell’anno, in particolare, per

quanto attiene agli aspetti relativi alla programmazione educativa e didattica, alla progettazione di

itinerari didattici, alla predisposizione di strumenti di verifica e valutazione; essi inoltre saranno da

considerarsi quali facilitatori dei rapporti interni ed esterni all’Istituto e di accesso alle informazioni.

Il docente neo-nominato dovrà elaborare al termine dell’anno di attività una relazione sulle proprie

esperienze di formazione e di insegnamento.

Sulla base della relazione, che sarà consegnata al capo di istituto e al Comitato per la valutazione

15 giorni prima della data fissata per la discussione nonché degli altri elementi forniti dal capo di

istituto stesso e dal docente tutor, il Comitato esprimerà il proprio parere ai fini della conferma in

ruolo di cui all’art. 440 del Decreto Legislativo 16/04/1994 n° 297.

COMMISSIONE INTERCULTURA

NOMINATIVO DOCENTE INCARICO FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

ORE COMPLESSIVE ASSEGNATE

Dirigente Scolastico Presidente

Accoglie gli alunni neo-arrivati (promuove un primo colloquio con

la famiglia; gestisce l’osservazione del bambino/ragazzo

straniero; rileva i bisogni; propone l’assegnazione alla classe);

Monitorizza e verifica i progetti personalizzati in itinere;

Si attiva, periodicamente, per sensibilizzare le varie componenti

scolastiche alle difficoltà che le famiglie incontrano nel

comprendere l’organizzazione della scuola e dell’extrascuola;

Raccoglie materiali e documentazioni prodotti da enti o da altre

scuole e fa l’inventario dell’esistente;

Mantiene rapporti con le amministrazioni e i diversi referenti

territoriali;

Pubblicizza le iniziative presenti sul territorio e individua nelle

scuole uno spazio di affissione per le proposte;

Propone e progetta iniziative interculturali di vario genere (teatri,

convegni…);

Individua possibili percorsi di progettualità interculturale;

Promuove percorsi formativi per i docenti e individua le modalità

per la trasferibilità delle esperienze;

Documenta percorsi e progetti.

Funzione Strumentale al POF Membro

Referente Intercultura Membro

Coordinatori delle classi interessate Membro

Mediatori linguistico-culturale Membro

Ufficio Segreteria Didattica

Membro

Figura operatore servizi sociali per famiglie già

seguite (se necessario)

Membro

Un genitore e un rappresentante degli alunni

immigrati

Membro

SOTTOCOMMISSIONE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

Dirigente Scolastico

Accoglienza alunno e genitori al primo ingresso;

elaborazione prove per la conoscenza linguistica

Funzione Strumentale al POF

Referente Intercultura

Docente coordinatore di classe

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Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (ex GLH D’ISTITUTO).

C.M. n.8/13

“Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di lavoro e di studio

d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da

tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, AEC,

assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di

coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola), in

modo da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e

un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. Tale Gruppo di lavoro assume la

denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla GLI)”.

COMPOSIZIONE FUNZIONI

Dirigente Scolastico o persona da questo delegata

Coordinatore/i di classe/i che accolgono alunni

diversamente abili

Insegnante di sostegno

Rappresentante dei servizi sociali del Comune

Rappresentante dell’ASUR territ. dell’UMEE

(Unità multidisciplinare Età Evolutiva)

Rappresentanti studenti nei Consigli di classe

Rappresentante dei genitori nel Consiglio di classe

Familiari degli alunni disabili

AEC (assistenti all’autonomia e alla

comunicazione), funzioni strumentali, ecc

rilevazione dei BES presenti nella scuola;

raccolta e documentazione degli interventi didattico-

educativi posti in essere anche in funzione di azioni di

apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto

con azioni strategiche dell’Amministrazione;

focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi

sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di

inclusività della scuola;

raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai

singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, ai

sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte

in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma

5 della Legge 30 luglio 2010 n. 122 ;

elaborazione di una proposta di Piano Annuale per

l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al

termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno);

proposta all’inizio di ogni anno scolastico al Collegio dei

Docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e

delle attività da porre in essere, che confluisce nel Piano

annuale per l’Inclusività; al termine dell’anno scolastico, il

Collegio procede alla verifica dei risultati raggiunti;

costituisce l’interfaccia della rete dei Centri Territoriali di

Supporto e dei servizi sociali e sanitari territoriali per

l’implementazione di azioni di sistema (formazione,

tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).

“Dal punto di vista organizzativo, pur nel rispetto delle autonome scelte delle scuole, si suggerisce che il gruppo svolga la

propria attività riunendosi (per quanto riguarda le risorse specifiche presenti: insegnanti per il sostegno, AEC, assistenti

alla comunicazione, funzioni strumentali, ecc.), con una cadenza - ove possibile - almeno mensile, nei tempi e nei modi

che maggiormente si confanno alla complessità interna della scuola, ossia in orario di servizio ovvero in orari aggiuntivi o

funzionali (come previsto dagli artt. 28 e 29 del CCNL 2006/2009), potendo far rientrare la partecipazione alle attività del

gruppo nei compensi già pattuiti per i docenti in sede di contrattazione integrativa di istituto. Il Gruppo, coordinato dal

Dirigente scolastico o da un suo delegato, potrà avvalersi della consulenza e/o supervisione di esperti esterni o interni,

anche attraverso accordi con soggetti istituzionali o del privato sociale e, a seconda delle necessità (ad esempio, in caso di

istituto comprensivo od onnicomprensivo), articolarsi anche per gradi scolastici” (C.M. n.8/13). “Le riunioni del Gruppo

di lavoro per l’inclusività possono tenersi anche per articolazioni funzionali ossia per gruppi convocati su tematiche

specifiche” (Chiarimenti del 22 novembre 2013. Prot. n. 2563)

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COMMISSIONE INVENTARIO

– DIRIGENTE SCOLASTICO

– D.S.G.A.

COMPOSIZIONE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ – D’Aniello L./Talamonti S.

– Ass.te Amm.vo Amabili G.

– Ass.te Tecnico Iotti R.

– Effettuare ricognizione fisica dei beni costituenti il

patrimonio dell’Istituzione Scolastica;

– Attribuire ai beni che saranno oggetto di eventuale

cessione un valore;

– Effettuare la rivalutazione dei beni mobili dell’Istituzione

Scolastica.

UFFICIO TECNICO

a) DIRIGENTE SCOLASTICO E/O SUO COLLABORATORE

b) DIRETTORE S.G.A

COMPOSIZIONE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

– Referente amministrativo

dell’ufficio acquisti/viaggi

– Assistenti Tecnici

– Docenti Tecnico-Pratici

esperti

– Eventuale professionalità

specifica all’occorrenza

– supporta e coordina le attività esercitazionali previste dai

Dipartimenti, in particolare per assicurare la disponibilità e

funzionamento dei Laboratori e delle attrezzature;

– predispone il piano annuale degli acquisti delle dotazioni dei

Laboratori in stretto rapporto con il Dirigente scolastico e il

Direttore dei Servizi generali ed amministrativi;

– cura il piano di manutenzione straordinaria e ordinaria delle

attrezzature didattiche dell’Istituto, in raccordo con i

responsabili di laboratori;

– predispone, secondo le linee guida concordate col Dirigente

scolastico, le modalità di accesso ai sistemi informatici, le

protezioni e le limitazioni da adottare per le diverse tipologie di

utenti, e le politiche di protezione e sicurezza delle reti

informatiche;

– gestisce, secondo le linee guida concordate col Dirigente

scolastico, i siti Internet dell’Istituto;

– collabora con i Dipartimenti e con i Docenti nella realizzazione

di progetti didattici.

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COMITATO TECNICO CONSULTIVO (Tutte le Classi di Concorso)

FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

– Disamina dei compiti allievi per classi parallele e per stesso indirizzo;

– Prove intermedie pomeridiane biennio/triennio;

– Simulazione colloquio d’esame

COMITATO PROGETTI SPERIMENTALI/INNOVATIVI/RIFORMA SCUOLA SUPERIORE

FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

– Attività progettuali avviate dal MPI e Enti Locali/territoriali;

– Approfondimenti sulla Riforma;

– Individuazione competenze Biennio/Triennio.

COMMISSIONE GIUDICATRICE DELLE OFFERTE DI LAVORI, SERVIZI E

FORNITURE

– DIRIGENTE SCOLASTICO O SUO DELEGATO

– DIRETTORE S.G.A.

COMPOSIZIONE FUNZIONI/COMPITI/ATTIVITÀ

– Referente dell’ufficio acquisti/viaggi

– Funzione Strumentale per i viaggi

d’istruzione

– Referente o altro componente

dell’Ufficio

– Valutazione delle offerte inerenti acquisizioni in

economia di lavori, servizi e forniture effettuate

dall’Istituzione scolastica

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3. I docenti coordinatori di classe e i docenti coadiutori

verbalizzanti

Docenti coordinatori di classe

SEDE GROTTAMMARE

Classe Coordinatore Classe Coordinatore

1ACAT LUCIDI 1AT TASSONI

2ACAT MARA’ 2AT PASQUALETTI

3ACAT PALLOTTI 3AT GRADASSI

4ACAT IANNETTI 4AT TROLI

5AGEO VAGNONI 5AT BORSATTO

1BCAT RONCAROLO 1BT CLEMENTI

2BCAT PETROCCHI 2BT LEONE

3BCAT BARLOCCI 3BT BUONFIGLI

4BCAT MATALONI 4BT CAMAIONI

5BGEO MASSICCI 5BT MEZZASALMA

1CCAT FELICI 1CT MARCHETTI

3CCAT TODISCO

4CCAT LISTRANI

5CGEO IANNETTI

5ASA CORTINI

SEDE RIPATRANSONE

Classe

Coordinatore

1. Classe 2. Coordinatore

1 A LSS SIMONETTI 1 A L.S.U. LETTERE

2 A LSS CELLINI 1 B L.S.U. IANNUZZI

3 A LSS ALBANO 2 A L.S.U. RAMAZZOTTI

4 A LSS TRIVELLIN 2 B L.S.U. DE ANGELIS

5 A LST MOZZONI 3 A L.S.U. CAPOROSSI

3 B L.S.U. GIACOPETTI

4 A L.S.U. TALAMONTI

4 B L.S.U PAZZI

5 A S.P.P. BRINCI

Si precisa che le funzioni, che il COORDINATORE dovrà svolgere nell’ambito del consiglio di

classe sono le seguenti:

1) collaborare con il Dirigente Scolastico nella verifica dell’andamento generale della classe sotto

il profilo della frequenza e del comportamento: a) segnalare alle famiglie le protratte assenze, gli

abituali ritardi e le particolari difficoltà degli alunni; b) segnalare tempestivamente al Dirigente

Scolastico le eventuali note di condotta (che il D.S. controfirmerà).

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2) coordinare l’attività didattica della classe: a) anche per le vie brevi prendere accordi con i

colleghi al fine di evitare carichi eccessivi, con particolare riferimento all’orario interno delle lezioni

e al calendario delle verifiche scritte; b) organizzare eventuali prove pluridisciplinari (simulazioni di

“prima, seconda e terza prova” e colloquio pluridisciplinare)

3) presiedere il Consiglio di classe su delega del Dirigente Scolastico: a) relazionare ai

rappresentanti dei genitori e degli studenti su quanto delibera il Consiglio di classe ristretto; b)

organizzare eventuali assemblee dei genitori; c) presiedere l’assemblea dei genitori per l’elezione dei

rappresentanti nei consigli di classe ai sensi dell’art. 21, comma 2 dell’O.M. 215/91; d) collaborare

con le commissioni visite/viaggi d’istruzione e scambi culturali per gli aspetti tecnico-organizzativi

(controllo dei tagliandi di versamento e dei moduli di autorizzazione dei genitori).

4) segnalare al Dirigente Scolastico eventuali disagi, anomalie ed abusi determinatisi negli spazi

occupati dalla classe nelle ore di lezione

5) Illustrare agli studenti delle classi 3^-4^-5^ la scheda di valutazione del credito scolastico

6) Illustrare agli studenti il POF, il Regolamento di Istituto e lo Statuto degli Studenti e delle

Studentesse, con particolare riguardo ai criteri di promozione o non promozione alla classe

successiva

7) Con l’attivazione dei registri elettronici, controllare le valutazioni medie degli alunni conseguite

nelle discipline in vista della consegna ai genitori delle pagelline infrapentamentre.

8) Segnalare agli Uffici Amministrativi eventuali disfunzioni riscontrate nell’utilizzo dei registri

elettronici.

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4. Docenti Coadiutori verbalizzanti

SEDE GROTTAMMARE

Classe Coadiutore Classe Coadiutore

1ACAT MARINANGELI 1AT RAPINI

2ACAT CAPRALINI 2AT MARCHETTI

3ACAT DI GIACOPO 3AT MIRAGLIOTTA

4ACAT FEDE 4AT COLANGELI

5AGEO TOZZI 5AT AGOSTINI

1BCAT CAPRIOTTI G. 1BT FRANCO

2BCAT MIRAGLIOTTA 2BT TASSONI

3BCAT FERRARA 3BT DE JULIS

4BCAT PICCIONI 4BT FERLA

5BGEO MARA’ 5BT PASQUALETTI

1CCAT CAPRIOTTI T. 1CT COMPAGNONI

3CCAT CORNETTONE

4CCAT PETROCCHI

5CGEO CALVARESI

5ASA VOLTATTORNI

SEDE RIPATRANSONE

Si precisa che le funzioni, che il coadiutore dovrà svolgere nell’ambito del consiglio di classe sono le

seguenti:

1) redigere fedelmente nell’apposito registro tutti i verbali del consiglio di classe avvalendosi del fac-

simile che il Dirigente Scolastico eventualmente appronterà. La riconsegna del verbale deve avvenire

entro 3 giorni.

2) Supportare il docente coordinatore della classe in tutte le operazioni e funzioni ad esso inerenti.

Classe COADIUTORE Classe COADIUTORE

1 A L S S CROCI 1 A L.S.U. SERGIACOMI

2 A L S S MERLONGHI 1 B L.S.U. VACCARO

3 A L S S D’APRILE 2 A L.S.U. MARCONI

4 A L S S STORIA 2 B L.S.U. PONTUTI

5 A L S T ALBANO 3 A L.S.U. MAISTRINII

3 B L.S.U. CERVIGNI

4 A L.S.U. PONTUTI

4 B L.S.U. D’ANNESSA P

5 A S.P.P. SIMONETTI

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5. Coordinatori/segretari delle riunioni di indirizzo, di area e per

discipline

a) coordinatori/segretari delle riunioni per indirizzo

SEDE GROTTAMMARE

indirizzo GEOMETRI

indirizzo TECNICO PER IL

TURISMO

Coordinatore/

Segretario Prof. MASSICCI GIOVANNI

Coordinatore

Segretario Prof.ssa CAMAIONI PATRIZIA

SEDE RIPATRANSONE

indirizzo LICEO SCIENZE UMANE

indirizzo LICEO SCIENZE

APPLICATE

Coordinatore/

Segretario Prof.ssa PAZZI ANGELA M.

Coordinatore

Segretario Prof.ssa ALBANO LUCIA

Funzioni del coordinatore:

1.esame, programmazione e pianificazione della curvatura del curricolo personalizzando dal 10%

al 35% l’offerta proposta secondo l’indirizzo di studio;

2.sollecitazione/accoglimento delle proposte per la strutturazione dell’area di progetto differente

per ogni sezione del triennio o personalizzata per singola classe;

3.definizione delle uscite sul “territorio” in termini di viaggi di istruzione e visite guidate,

bilanciate e ben ripartite tra le varie sezioni dello stesso indirizzo (garantire a tutti gli studenti un

paritetica offerta formativa extracurricolare/curricolare);

4.monitoraggio durante l’anno scolastico della progettazione nelle varie sezioni/classi;

5.formulare le proposte di sperimentazione al Dirigente Scolastico e al Collegio dei docenti.

Funzioni del segretario:

1) redigere fedelmente nell’apposito registro tutti i verbali;

2) supportare il coordinatore nelle azioni di monitoraggio.

b) coordinatori/segretari dei Dipartimenti delle Aree disciplinari

SEDE GROTTAMMARE

Area disciplinare Coordinatore/segretario

LINGUISTICO LETTERARIA

BIENNIO + TRIENNIO

(STORIA , ARTE e TERRITORIO e LINGUE)

CAMAIONI PATRIZIA

TECNICO-PROFESSIONALE

e ITP C430 E C320 MASSICCI GIOVANNI

GIURIDICO – AZIENDALE

e ITP C150 D’ANIELLO LUIGI

SCIENTIFICO – MATEMATICA

(FISICA, CHIMICA, SCIENZE, INFORMATICA e relativi ITP C240,C290, C300) CORTINI RENZA

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SEDE RIPATRANSONE

Area disciplinare Coordinatore/segretario

UMANISTICA – LETTERARIA

LINGUISTICA D’ANNESSA PAOLA

SCIENTIFICA DE ANGELIS NAZARIO

Si precisa che le funzioni, che il coordinatore/segretario dovrà svolgere nell’ambito delle relative

riunioni sono le seguenti: 1) Individuare gli aspetti che caratterizzano l’area di progetto (nel triennio

del vecchio e del nuovo ordinamento) e i collegamenti interdisciplinari (nel biennio) e definire il peso

e i collegamenti tra le discipline dell’area stessa (utili alla certificazione delle competenze di fine

biennio); 2) Individuare le aree disciplinari sulle quali innestare la metodologia dell’Alternanza

Scuola-lavoro, obbligatoria almeno per le classi quarte degli istituti Tecnici; 3) Prevedere un raccordo

tra l’Area Letteraria del Triennio e l’Area linguistica per definire contenuti e obiettivi comuni; 4)

Proposta acquisti materiale didattico; 5) Rappresentare l’esito delle riunioni al Dirigente Scolastico e

al Collegio dei Docenti; 6) Verbalizzare la seduta.

La riconsegna del verbale al D.S. deve avvenire entro 3 giorni.

c) coordinatori/segretari delle riunioni dei Dipartimenti di Disciplina

SEDE GROTTAMMARE

Disciplina Coordinatore/segretario Disciplina Coordinatore/segretario

ITALIANO – STORIA

BIENNIO + TRIENNIO

CAT + TUR

LISTRANI ROSANNA DIRITTO DE JULIS FABRIZIO

GEOGRAFIA TURISTICA COLANGELI SANDRA ECONOMIA AZIENDALE

+ ITP C150 BUONFIGLI ACHILLINA

PROGETTAZIONE

COSTRUZIONI- IMPIANTI

+ ITP C430 e C320

VOLTATTORNI PAOLO SCIENZE

CAT + TUR POLIMENI M. CONCETTA

TOPOGRAFIA PICCIONI PIERO

FISICA

CAT + TUR

+ ITP C290

FELICI MARA

ESTIMO IANNETTI SIMONE MATEMATICA

CAT + TUR BARLOCCI ROBERTA

INGLESE

CAT + TUR CLEMENTI ANTONELLA

INFORMATICA

+ C300 MORELLI DANIELA

SPAGNOLO MONTENOVO SILVIA EDUCAZIONE FISICA CAPRALINI FIORELLA

TEDESCO BORSATTO PATRIZIA RELIGIONE MARINANGELI AMALIA

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SEDE RIPATRANSONE Disciplina Coordinatore/segretario Disciplina Coordinatore/segretario

EDUCAZIONE FISICA SIMONETTI LINO ITALIANO STORIA

GEOGRAFIA TRIVELLIN TERESA

FILOSOFIA E STORIA

FIL. PSIC. SCI EDUC PAZZI ANGELA LATINO GIACOPETTI VALERIA

INGLESE CAPOROSSI GIUSEPPINA SS NN CC GEO MIC MORA LINDA

MATEMATICA E FISICA BRINCI GIAMPIERO

Se il coordinatore/segretario è unico insegnante della Disciplina, nella Sede dove presta servizio, è

esonerato da questa riunione. Se ha colleghi non ancora nominati, rinvierà ad altro momento la

riunione, comunicandone la data al D.S.. Se, per la stessa Disciplina, si perde la collegialità, causa

assenza del/dei collega/hi, il docente “singolo” riaggiorna la seduta quando l’organo è al completo.

Per le discipline di DISEGNO E STORIA DELL’ARTE, ARTE E TERRITORIO, FRANCESE

E CHIMICA non si darà luogo ad alcuna riunione per mancanza di collegialità e i docenti Tecnico-

pratici predisporranno di concerto e a supporto del docente titolare di disciplina, il Piano di lavoro per

ogni classe essendo questo unico e unitario.

Si precisa che le funzioni che il coordinatore/segretario dovrà svolgere, nell’ambito delle relative

riunioni sono le seguenti:

1) Definire modalità comuni per il Test d’ingresso;

2) coordinare le riunioni ai fini della scelta degli obiettivi formativi, competenze e criteri di

valutazione omogenei anche in relazione alle modalità di verifica del superamento del debito

formativo (utili ai fini di una comune programmazione didattico/disciplinare);

3) individuare i nodi essenziali e i saperi fondanti della disciplina, per consentire un’efficace

azione di recupero a classi aperte e promuovere possibilmente un PIANO DI LAVORO DEL

DOCENTE omogeneo per classi parallele;

4) Proporre la modifica dei libri di testo per rivedere al ribasso il costo pro-capite della dotazione

libraria annua;

5) redigere il verbale di seduta;

6) Proposte di acquisti di materiale didattico.

Modalità della retribuzione ed entità dei compensi verranno decisi nell’ambito della contrattazione

integrativa d’Istituto.

La riconsegna del verbale al D.S. deve avvenire entro 3 giorni.

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6. Diritto all’educazione/istruzione per gli studenti con bisogni educativi speciali

L’istituzione scolastica garantisce il diritto all’educazione e all’istruzione degli studenti con

bisogni educativi speciali nel rispetto di tutta la normativa primaria e secondaria prevista dalla Legge

5/02/1992 n. 104 e DPR 24/02/1994 (vedere Parte V- Allegati) attraverso la predisposizione dei

seguenti atti/documenti:

Documento/

Atto/Organo

Riferimento

normativo

Organo/soggetto

incaricato della

redazione

Composizione

dell’organo Compito Annotazione

Diagnosi Funzionale

(D.F.)

Descrizione analitica

della compromissione

funzionale dello stato

psicofisico dell’alunno

in situazioni di

handicap.

Art. 12 comma 5

Legge 5/02/1992

n.104

Art. 3 commi 1-2-3-

4 DPR 24/02/1994

Provvede l’ASUR

con l’Unità

Multidisciplinare

Età evolutiva

(U.M.E.E.)

Medico

specialista in

neuropsichiatria

infantile

Stesura

della

Diagnosi

funzionale

La D.F., essendo

finalizzata al recupero

dello studente in

situazione di handicap,

deve tener

particolarmente conto

delle potenzialità rispetto

agli aspetti indicati

nell’art. 3 comma 4 DPR

24/02/’94

Profilo Dinamico

Funzionale (P.D.F.)

È l’atto successivo alla

D.F. e indica in via

prioritaria, dopo un

primo periodo di

inserimento scolastico,

il prevedibile livello di

sviluppo che l’alunno

in situazione di

handicap dimostra di

possedere nei tempi

brevi (sei mesi) e nei

tempi medi (due anni).

Art. 12 comma 5

Legge 5/02/1992

n. 104

Art. 4 commi 1-2-3-

4 DPR 24/02/1994

Unità

Multidisciplinare

(U.M.E.E.) +

docenti curriculari

e di sostegno

(consiglio di

classe) con le

collaborazioni dei

familiari dello

studente.

Specialista

dell’U.M.E.E +

docenti

curricolari e di

sostegno +

operatore

assistenziale +

familiari

(Gruppo H

operativo)

Stesura del

Profilo

Dinamico

Funzionale

Le verifiche del P.D.F.

sono coincidenti con

l’ordinaria ripartizione

dell’anno scolastico; in

tali sedi vengono

verificati gli effetti dei

diversi interventi disposti

e l’influenza esercitata

dall’ambiente scolastico

sullo studente.

Piano educativo

Individualizzato

(P.E.I.)

È il documento nel

quale vengono descritti

gli interventi integrati

ed equilibrati tra di

loro, predisposto per

l’alunno in situazione

di handicap in un

determinato periodo di

tempo.

Art. 12 comma 5

Legge 5/02/1992

n.104

Art. 5 commi 1-2-3-

4 DPR 24/02/1994

Unità

multidisciplinare

(U.M.E.E.) +

docenti curriculari

e di sostegno

(consiglio di

classe) con la

collaborazione dei

genitori

dell’alunno

Specialista

dell’U.M.E.E. +

docenti

curriculari e di

sostegno +

familiari

dell’alunno

(Gruppo H

operativo)

Stesura del

P.E.I.

Il P.E.I. contiene

interventi finalizzati alla

piena realizzazione del

diritto all’educazione ed

integrazione dell’alunno

in situazione di handicap

sulla base della D.F. e del

P.D.F. Le verifiche sono

collegate a quelle del

P.D.F., confluiscono nel

P.E.I. e sono correlate alle

difficoltà e alle effettive

potenzialità che l’alunno

dimostra di possedere nei

vari livelli di

apprendimento.

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Documento/

Atto/Organo

Riferimento

normativo

Organo/soggetto

incaricato della

redazione

Composizione

dell’organo Compito Annotazione

Piano didattico

personalizzato per

alunni con diagnosi

specialistica D.S.A.

(P.D.P.)

È il documento con il

quale il C.d.C.

individua per ogni

disciplina gli strumenti

dispensativi e

compensativi da

adottare sulla base dei

dati ricavabili dalla

diagnosi e dalle

osservazioni in classe.

•Nota min. n. 4099

del 05 ottobre 2004

•Nota min. n. 26 del

05 gennaio 2005

•Nota min. n. 1787

del 01 marzo 2005

•Nota min. n. 4674

del 10 maggio 2007

•C.M. n. 28 del 15

marzo 2007

(punto 4).

•Ordinanza Min.

n.26 del 15 marzo

2007

(art. 12, 7° comma,

quarto punto).

•Legge n. 170 del 08

ottobre 2010

•D. M. 5669

12/7/2011 (Linee

Guida)

Consiglio di Classe

con la

collaborazione dei

genitori

dell’alunno.

Docenti

curricolari e

familiari

dell’alunno.

Stesura

P.D.P.

Gli alunni che presentano

Disturbi Specifici di

Apprendimento sono gli

studenti che pur in

situazione di integrità

cognitiva, trovano

difficoltà a seguire il

normale piano di studi e

richiedono una

personalizzazione dello

stesso. Il P.D.P. è dunque

un documento che

contiene l’indicazione

degli strumenti

dispensativi e

compensativi adottati

nelle diverse discipline

nonché le modalità di

verifica e di valutazione

che si intendono applicare

se diverse da quelle

consuete.

Piano didattico

personalizzato per

alunni che presentano

“difficoltà

temporanee” nel

processo di

apprendimento

(P.D.P.)

Strumenti di

intervento per alunni

con Bisogni

Educativi Speciali.

A.S. 2013/2014.

Chiarimenti.

Consiglio di Classe Compilazio

ne di un

P.D.P.

Nella quotidiana

esperienza didattica si

riscontrano momenti di

difficoltà nel processo di

apprendimento, che

possono essere osservati

per periodi temporanei in

ciascun alunno... nel caso

di difficoltà non meglio

specificate, soltanto

qualora nell’ambito del

Consiglio di classe

si concordi di valutare

l’efficacia di strumenti

specifici questo potrà

comportare l’adozione e

quindi la compilazione di

un Piano Didattico

Personalizzato, con

eventuali

strumenti compensativi

e/o misure dispensative.

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Documento/

Atto/Organo

Riferimento

normativo

Organo/soggetto

incaricato della

redazione

Composizione

dell’organo Compito Annotazione

Piano didattico

personalizzato per

Alunni con

cittadinanza non

italiana

(P.D.P.)/

Piano educativo

Individualizzato per

stranieri

(P.E.I.)

•C.M. n. 2 dell'8

gennaio 2010

•Documento di

indirizzo

•Ottobre 2007

C.M. n. 24 del

1/3/2006

Linee guida per

l'accoglienza e

l'integrazione degli

alunni stranieri

• C.M. n. 8/2013

• Strumenti di

intervento per alunni

con Bisogni

Educativi Speciali.

A.S. 2013/2014.

Chiarimenti.

Consiglio di Classe

Consiglio di

Classe

Stesura del

P.D.P.

“Si tratta soprattutto – ma

non solo – di quegli

alunni neo arrivati in

Italia, ultratredicenni,

provenienti da Paesi di

lingua non latina […]

ovvero ove siano

chiamate in causa altre

problematiche.”

(Chiarimenti)

“Per coloro che

sperimentano difficoltà

derivanti dalla non

conoscenza della lingua

italiana - per esempio

alunni di origine straniera

di recente immigrazione

e, in specie, coloro che

sono entrati nel nostro

sistema scolastico

nell’ultimo anno - è

parimenti possibile

attivare percorsi

individualizzati e

personalizzati, oltre che

adottare strumenti

compensativi e misure

dispensative (ad esempio

la dispensa dalla lettura ad

alta voce …), con le

stesse modalità sopra

indicate. In tal caso si

avrà cura di monitorare

l’efficacia degli interventi

affinché siano messi in

atto per il tempo

strettamente necessario”.

(C.M. n. 8/2013)

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Documento/

Atto/Organo

Riferimento

normativo

Organo/soggetto

incaricato della

redazione

Composizione

dell’organo Compito Annotazione

Piano didattico

personalizzato per

alunni che presentano

un disturbo

clinicamente fondato,

diagnosticabile ma

non ricadente nella L.

104/92 né nella L.

170/20102

(P.D.P.)

Strumenti di

intervento per alunni

con Bisogni

Educativi Speciali.

A.S. 2013/2014.

Chiarimenti.

Consiglio di Classe “anche in presenza

di richieste dei

genitori

accompagnate da

diagnosi che

però non hanno

dato diritto alla

certificazione di

disabilità o di

DSA, il Consiglio

di classe è

autonomo nel

decidere se

formulare o non

formulare un Piano

Didattico

Personalizzato,

avendo

cura di

verbalizzare le

motivazioni della

decisione“.

Compilazio

ne di un

P.D.P.

Per “diagnosi” si intende

… un giudizio clinico,

attestante la presenza di

una patologia o di un

disturbo, che può

essere rilasciato da un

medico, da uno psicologo

o comunque da uno

specialista iscritto negli

albi delle professioni

sanitarie.

Nella Parte V - Gli allegati – Capitolo III, sono riportati gli art. 12-13-15-16 della Legge 05/02/1992 n. 104, il DPR 24/02/1994, il Decreto del

Dirigente Scolastico di Costituzione del gruppo di Lavoro d’Istituto (G.L.H.), il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23-02-2006 n.185

relativo alle nuove norme sulla certificazione dell’handicap e il D. Dirigenz. di Costituzione del Gruppo di Lavoro d’Istituto (G L H), i Chiarimenti del

22/11/13 e la Nota del 27/06/2013 relativa al Piano dell’inclusività.

Nella Parte V - Gli allegati – Capitolo IV, sono riportati la Legge 170/2010, le nuove norme in materia di DSA in ambito scolastico, il D.M. MIUR

12.07.2011, le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA, i Modelli di Piano Didattico Personalizzato (previsti dal DM

12 luglio 2011 e dalle allegate Linee Guida). Nella Parte V - Gli allegati – Capitolo V, sono riportati gli strumenti specifici per l’accoglienza e

l’intervento didattico quali il Protocollo di Accoglienza degli alunni stranieri, il Progetto formativo complessivo: scheda di riepilogo competenze disc. e

il P.E.I. (Piano individualizzato per discipline), le Linee guida DSA del 19/04/13.

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Capitolo terzo

Criteri organizzativi interni

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1. Calendario annuale delle lezioni

Le attività didattiche ed educative hanno avuto inizio il 12 settembre 2013 e avranno termine il

7 giugno 2014. Le festività stabilite dal calendario della Giunta regionale saranno le seguenti:

Festività Natalizie da lunedì 23 dicembre 2013 a lunedì 6

gennaio 2014

Festività Pasquali da giovedì 17 aprile 2014 a martedì

22 aprile 2014

Festività di rilevanza nazionale tutte le domeniche

1° novembre festa di tutti i Santi

8 dicembre Immacolata Concezione

25 dicembre S. Natale

26 dicembre

1° gennaio Capodanno

6 gennaio Epifania

Lunedì dell’Angelo

25 aprile anniversario della Liberazione,

1° maggio festa del Lavoro

2 giugno festa nazionale della Repubblica

Sospensioni attività didattiche deliberate

dalla Giunta Regionale Marche

Sospensioni attività didattiche deliberate dal Consiglio di Istituto

Festa del Santo Patrono (salvo diverse

disposizioni)

ponte di Ognissanti: da venerdì 1°

Novembre 2013 a sabato 2 Novembre

2013;

ponte 25 Aprile: da venerdì 25 aprile

a sabato 26 aprile 2014;

festività di S. Martino: 11 novembre

2013;

martedì 4 marzo 2014: ultimo giorno

di Carnevale

(10 luglio per Grottammare e 22

luglio per Ripatransone).

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2. Criteri relativi alla formulazione dell’orario delle lezioni

Coerenza didattica rispetto alle necessità delle singole discipline;

equa distribuzione dell’orario delle singole discipline nell’arco giornaliero delle lezioni evitando

trattamenti privilegiati per alcune discipline (con esclusione di quanto previsto nel precedente

capoverso) e l’appesantimento didattico inteso come concentrazione di discipline “pesanti”;

creazione del minor numero possibile di ore buco, nell’arco della giornata e della settimana,

nell’orario dei docenti;

collocazione delle ore a disposizione (per coloro che hanno servizio inferiore a 18 ore settimanali)

per la copertura equilibrata di tutto l’arco della settimana; evitare di mettere troppi docenti a

disposizione negli stessi orari e/o giorni (il sistema proposto è quello c.d. a botte con più docenti a

disposizione nelle ore centrali);

Nel rispetto della libertà d’insegnamento, diritto costituzionalmente tutelato (art. 33 cost.), i

docenti in attività di sostituzione momentanea, potranno utilizzare efficacemente il tempo a

disposizione nelle seguenti attività:

a) approfondimento argomenti curricolari di propria specifica competenza disciplinare

eventualmente richiesti dagli studenti;

b) lettura e commento di articoli di quotidiano;

c) visione e commento di filmati;

d) assistenza allo studio individuale.

Il docente potrà segnalare al coordinatore di classe i nominativi degli studenti particolarmente

distintisi per la partecipazione al dialogo educativo o, viceversa, segnalare comportamenti di

disimpegno.

3. Criteri relativi alla formazione delle classi

Fatti salvi i vincoli imposti dagli indirizzi presenti nell’Istituto, la formazione delle classi prime

verrà effettuata secondo la procedura di seguito indicata.

Sulla base dei “desiderata” espressi dalla famiglia per quanto attiene ai “rapporti amicali”, la

segreteria didattica costituirà gruppi classe tra di loro omogenei relativamente

al numero degli studenti;

al voto di licenza media;

alla residenza e/o alla scuola di provenienza (per quanto possibile);

ad un giusto equilibrio tra maschi e femmine (per quanto possibile).

In caso di contrazione del numero delle classi, secondo le norme vigenti, i relativi consigli di

classe, nell’ultimo consiglio convocato con tutte le componenti, dopo aver analizzato attentamente i

risultati nelle varie discipline, la partecipazione, l’impegno e il comportamento degli alunni,

delibereranno sulla opportunità di procedere o meno allo smembramento della classe; in tale sede il

consiglio di classe fornirà, altresì, eventuali indicazioni circa gli aspetti disciplinari per una

ripartizione equa degli studenti nelle classi. In mancanza di proposte si procederà al sorteggio

pubblico della classe che verrà soppressa, escludendo dal sorteggio le classi sperimentali che

garantiscano la continuazione della sperimentazione nel triennio.

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Il passaggio di studenti da un indirizzo ad un altro può avvenire solo a condizione che si

rispettino le norme sugli organici (numero classi e numero studenti per classe).

Norme per tutte le classi:

i ripetenti potranno scegliere la sezione di provenienza o una sezione diversa, purché venga

sostanzialmente garantita l’omogeneità numerica delle diverse classi parallele e un’equa

distribuzione dei ripetenti stessi;

si deve evitare di assegnare uno studente ad una classe dove insegni uno dei suoi genitori;

tutte le operazioni di costituzione delle classi prime verranno condotte dalla segreteria

didattica.

Il Dirigente Scolastico su richiesta motivata della famiglia, può assegnare uno studente ad

un’altra sezione rispetto a quella frequentata nell’a.s. precedente (o ad altre sezioni di 1^ classe),

purché questo non pregiudichi il rispetto delle norme sugli organici (numero delle classi e studenti

per classi).

4. Criteri per la costituzione delle cattedre e l’assegnazione delle classi ai docenti.

Nel rispetto delle norme vigenti che regolano la costituzione delle cattedre, si individuano i criteri

generali cui fare riferimento:

1) criterio dell’equità/omogeneità consistente nella costituzione di cattedre per quanto possibile

equivalenti per quello che concerne il numero delle classi assegnate e il peso di lavoro valutato con

riferimento alle discipline da assegnare;

2) nell’impossibilità di costituzione di cattedre tutte tra loro equivalenti, in presenza di proposte

diverse, verrà preferita la proposta condivisa dalla maggioranza dei docenti coinvolti/interessati.

Per l’assegnazione delle classi e quindi delle cattedre ai docenti si individuano in ordine prioritario:

1) criterio della continuità didattica;

2) punteggio derivante dalla graduatoria interna dei soprannumerari (graduatoria d’Istituto).

I criteri indicati dovranno tenere conto dell’effettiva praticabilità/applicabilità in relazione alle

diverse classi di concorso. Il Dirigente Scolastico, in relazione a quanto previsto dal Decreto Leg.vo

n.165 del 30/03/2001 (art. 25), al fine di valorizzare al massimo le risorse umane presenti ed

organizzare l’attività scolastica secondo criteri di efficienza ed efficacia formative, potrà derogare dai

principi generali sopraindicati.

5. Orario delle lezioni

GROTTAMMARE (in tutti i giorni della settimana)

RIPATRANSONE (sabato libero per le classi prime, seconde, terze, quarte)

1^ ora 8.00 – 9.00 1^ ora 8.20 – 9.20 2^ ora 9.00 – 10.00 2^ ora 9.20 – 10.20 3^ ora 10.00 – 10.55 3^ ora 10.20 – 11.10

10.55 – 11.05 intervallo 11.10 – 11.25 intervallo 4^ ora 11.05 – 12.00 4^ ora 11.25 – 12.20 5^ ora 12.00 – 13.00 5^ ora 12.20 – 13.15

6^ ora 13.00 – 13.55 6^ ora 13.15 – 14.05

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I docenti della prima ora dovranno essere in classe alle ore 7,55 per Grottammare e 8,15 per

Ripatransone per accogliere gli studenti (art. 27 comma 5 del CCNL del 24/7/2003). Durante il

momento ricreativo di socializzazione i docenti in servizio nella precedente ora di lezione,

assicureranno la vigilanza ai piani, mentre nel cortile esterno la vigilanza sarà assicurata dai

collaboratori scolastici.

Sono esclusi i docenti che, per ragioni di servizio, devono spostarsi dalla sede ad altra Istituzione

scolastica.

6. Suddivisione dell’a.s., valutazioni interperiodali e scrutini

Il Collegio dei Docenti, nella seduta del 5 settembre 2013, ha deliberato la suddivisione dell'anno

scolastico in due periodi, il primo di tre mesi (dal 12-09-2013 fino all’11 gennaio 2014, con scrutini

svolti dal 13 al gennaio), l'altro di cinque mesi (dal 13-01-2014 fino al 07/06/2014, termine delle

lezioni). Il pentamestre riprenderà con il recupero curricolare mattutino per gli alunni con valutazioni

insufficienti e l’approfondimento didattico per tutti gli altri fino a sabato 18 gennaio, secondo quanto

deliberato dal Collegio Docenti.

Le pagelle del primo trimestre del corrente anno scolastico saranno rese visibili e scaricabili sul sito

web dell’Istituto (www.fazzinimercantini.it).

I genitori, che potranno accedere tramite la password personale assegnata, sono invitati a stampare

una copia della pagella e a restituirla alla scuola, direttamente o tramite il figlio/a, firmata per presa

visione. Nel Pentamestre le schede con le valutazioni interperiodali saranno consegnate dal docente

coordinatore di classe al genitore durante i ricevimenti pomeridiani programmati (da LUNEDÌ 31

marzo a VENERDÌ 4 aprile 2014 a Grottammare e da LUNEDÌ 31 marzo a GIOVEDÌ 3 aprile

2014 a Ripatransone).

Gli orari degli incontri saranno resi noti con apposita comunicazione dal Dirigente Scolastico e

sono già consultabili sul sito (docenti- piano delle attività).

7. Orario personale ATA e tempistica per il rilascio dei

certificati 1) Assistenti Amministrativi e DSGA

Presenza a scuola, secondo criteri di flessibilità ed in base alle esigenze di servizio, per 36 ore

settimanali.

L’orario di accesso al pubblico è così delineato nella proposta di piano delle attività:

ORARIO DI SPORTELLO UFFICI SEGRETERIA SEDE LEGALE :

AREA PERSONALE : dalle ore 11.00 alle ore 12.30 (per pratiche particolari previo appuntamento

da concordare con l’assistente amministrativo preposto)

AREA ALUNNI: dalle ore 8.00 alle ore 10.00;

dalle ore 12,00 alle ore 14,00

nel periodo delle iscrizioni l’ufficio preposto sarà a disposizione tutti i giorni dalle ore 8,00 alle ore

14,00

AREA CONTABILITA’: dalle ore 11.00 alle ore 12.30

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UFFICIO PROTOCOLLO: dalle ore 8.00 alle ore 9.00;

dalle ore 13,30 alle ore 14,00

UFFICIO ACQUISTI : dalle ore 8.00 alle ore 9.30 (dal martedì al sabato)

ORARIO DI SPORTELLO UFFICIO SEDE DI RIPATRANSONE:

GIOVEDÌ dalle ore 8.30 alle ore 14.00

ORARIO DI RICEVIMENTO DEL DSGA:

LUNEDI- MERCOLEDÌ- VENERDÌ : dalle ore 10,30 alle ore11.30

TEMPISTICA RILASCIO CERTIFICATI:

- iscrizione e frequenza: entro tre giorni lavorativi dalla richiesta

- certificazioni con votazioni e giudizi: entro cinque giorni lavorativi dalla richiesta

- consegna pagelle da parte del D.S.o del entro cinque giorni dalla conclusione dello

Coordinatore di classe: scrutinio trimestrale o quadrimestrale

- certificazioni di servizio entro sette giorni lavorativi dalla richiesta

personale docente e ATA:

2) Collaboratori scolastici

Assicurano la copertura dell’orario di funzionamento dell’istituto con turni di servizio così articolati:

Grottammare

- dalle ore 7.30 alle ore 19.00 dal lunedì al venerdì

- dalle ore 7.30 alle ore 14.30 il sabato

Ripatransone

- dalle ore 8.05 alle ore 14.45 dal lunedì al venerdì (fatta salva l’eventuale programmazione di

attività didattiche pomeridiane);

- dalle ore 8.05 alle ore 13.45 il sabato.

Chiusura giorni prefestivi:

Sabato 2 novembre 2013; Martedì 24 Dicembre 2013; Sabato 28 Dicembre 2013; Martedì 31

Dicembre 2013; Sabato 4 Gennaio 2014; Sabato 19 Aprile 2014; Sabato 26 Aprile 2014; Sabato 26

Luglio 2014; Sabato 2 Agosto 2014; Sabato 9 agosto 2014; Giovedì 14 Agosto 2014; Sabato 16

Agosto 2014; Sabato 23 Agosto 2014. Per la sola sede di Ripatransone, si aggiungono i giorni 11-

12-13 agosto (n. 13 gg. per n. 78 ore a Grottammare e n. 16 gg. per n. 96 ore a Ripatransone. Tali

ore saranno rese dal personale ATA nelle giornate pomeridiane con l'apertura degli sportelli al

pubblico e con il supporto tecnico-amministrativo ai progetti).

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8. Calendario degli organi collegiali e rapporti scuola-famiglia

CONSIGLI DI CLASSE

Trimestre

periodi previsti:

7 – 10 ottobre 2013: programmazione di classe Grottammare

8 – 9 ottobre 2013: programmazione di classe Ripatransone

25 – 27 novembre 2013: c. d. c., insediamento rappr. (eventuale convocazione gruppo H) Grottammare

27 – 29 novembre 2013: c. d. c., insediamento rappr. (eventuale convocazione gruppo H) Ripatransone

15 – 17 gennaio 2014: scrutini per il trimestre Grottammare

13 – 14 gennaio 2014: scrutini per il trimestre Ripatransone

Pentamestre

periodi previsti:

31 marzo – 4 aprile 2014: valutazione interperiod., ricev. genitori Grottammare

31 marzo – 3 aprile 2014: valutazione interperiod., ricev. genitori Ripatransone

12 e 14 maggio 2014: per le cl. 5^ documento per l’Es. di St. Grottammare

13 maggio 2014: per le cl. 5^ documento per l’Es. di St. Ripatransone

26 – 30 maggio 2014: eventuali esami preliminari all’Esame di Stato

9 – 11 giugno 2014: scrutini finali Grottammare

6 – 7 e 10 giugno 2014: scrutini finali Ripatransone

Pubblicazione esiti scrutini il 13.06.2014, ricevimento famiglie il 14.06.2014 dalle 11.00 alle 13.00

(sede di Grottammare).

COLLEGI DOCENTI

DATA SEDE Ora

MER 05.09.2013 Grottammare 9.00-12.30

VEN 04.10.2013 Grottammare 15.00-17.30

MAR 05.11.2013 Grottammare 15.00-16.30

LUN 19.05.2014 Grottammare 15.00-17.00

SAB 14.06.2014 Grottammare 9.00-10.30

RIUNIONI AREE DISCIPLINARI - DISCIPLINA

DATA SEDE aree

disciplinari disciplina

LUN 07.10.2013

Ripatransone Grottammare 15.00-16.00 16.00-17.00

MAR 29.04.2014 Ripatransone Grottammare 15.00-16.00 16.00-17.00

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Incontri pomeridiani SCUOLA FAMIGLIA:

INCONTRI SCUOLA FAMIGLIA TRIMESTRE

DATA SEDE Ora

TRIMESTRE

GIO 05.12.2013 Ripatransone 15.00-18.00

Liceo Scientifico

Tecnologico e

Scienze applicate

VEN 06.12.2013 Ripatransone 15.00-18.00

Liceo

Sociopsicopedagogico

e Scienze umane

GIO 05.12.2013 Grottammare 15.00-18.00 Tecnico per il

Turismo

VEN 06.12.2013 Grottammare 15.00-18.00 CAT GES LSA

INCONTRI SCUOLA-FAMIGLIA PENTAMESTRE

CALENDARIO GROTTAMMARE: CONSIGLI DI CLASSE

VALUTAZIONI INTERPERIODALI – RICEVIMENTO GENITORI Salvo eventuali variazioni relative alla convocazione dei gruppi H di fine a.s.

giorno classe Componente Solo docenti

Tutte le componenti

Incontro genitori

LUN

31/03/2014

1CCAT

3BTuristico 5BGeometri

14.30-15.00 15.00-15.30 15.30-17.00

1CTuristico 2BTuristico

4BCAT 17.00-17.30 17.30-18.00 18.00-19.30

MAR

1/04/2014

2BCAT 4CCAT

14.30-15.00 15.00-15.30 15.30-17.00

3BCAT

2ATuristco 5CGeometri

17.00-17.30 17.30-18.00 18.00-19.30

MER 2/04/2014

3ACAT 3ATuristico

14.30-15.00 15.00-15.30 15.30-17.00

4ACAT

5ASA 5BTuristico

17.00-17.30 17.30-18.00 18.00-19.30

GIO 3/04/2014

4BTuristico 3CCAT

1BTuristico 14.30-15.00 15.00-15.30 15.30-17.00

5AGeometri 1ATuristico

17.00-17.30 17.30-18.00 18.00-19.30

VEN

4/04/2014

1ACAT 4ATuristico

14.30-15.00 15.00-15.30 15.30-17.00

5ATuristico 1BCAT 2ACAT

17.00-17.30 17.30-18.00 18.00-19.30

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Le schede con le valutazioni interperiodali saranno consegnate dai docenti coordinatori di classe

RAPPORTI SCUOLA-FAMIGLIA (RICEVIMENTI)

Ricevimento antimeridiano:

I colloqui del mattino si svolgono in generale le prime due settimane di ogni mese a partire dal mese

di novembre (dal 4 al 16); nel mese di gennaio, i colloqui si avranno nella 2^ e 3^ settimana.

ARTICOLAZIONE RICEVIMENTO ANTIMERIDIANO TRIMESTRE E PENTAMESTRE:

NOVEMBRE: da lunedì 4 a sabato 16; DICEMBRE: da lunedì 2 a sabato 14; GENNAIO: da lunedì

13 a sabato 25; FEBBRAIO: da lunedì 3 a sabato 15; MARZO: da lunedì 3 a sabato 15; APRILE: da

martedì 1° a lunedì 14; MAGGIO: da lunedì 5 a sabato 17.

Allo scopo di rendere più serena la valutazione conclusiva di fine anno scolastico, nelle ultime tre

settimane di attività didattica, sono sospesi i colloqui del mattino.

Per esigenze individuali i docenti assicurano, a richiesta, la massima disponibilità al colloquio e alla

collaborazione con le famiglie.

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PARTE SECONDA

LA PROGETTAZIONE

EDUCATIVA

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Capitolo primo

Principi fondamentali

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1. Legalità, laicità, sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza

I comportamenti assunti da tutti i soggetti che operano all’interno dell’istituzione scolastica

rispondono fedelmente alla interpretazione autentica delle norme giuridiche al fine di garantire la

certezza, la continuità e il rigore nell’agire.

Con l’attribuzione dell’autonomia (art.117 c.2 cost.) la scuola si avvale del supporto tecnico-

logistico e consulenziale sia degli Enti Locali più vicini a sé sia degli organi gerarchicamente

superiori, secondo i principi costituzionali della sussidiarietà verticale ed orizzontale, della

differenziazione funzionale e dell’adeguatezza (art. 118 c.1 cost.).

L’Istituto riconosce ed attua i principi di laicità dello Stato e dell’insegnamento sanciti dalla

Costituzione e dalle leggi vigenti, tutelando la libertà di ciascuno di aderire a qualsiasi religione o

convinzione non religiosa senza alcun tipo di discriminazione purché non contrastino con

l'ordinamento giuridico italiano. Per ogni anno scolastico, al momento dell’iscrizione e non d’ufficio,

nel rispetto della libertà di coscienza, è garantito a ciascuno studente il diritto di scegliere se avvalersi

o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC). All’atto dell’iscrizione lo studente

può scegliere fra le seguenti opzioni: insegnamento della religione cattolica, attività didattiche e

formative programmate dal personale docente, attività di studio e/o ricerca assistita, attività di studio

individuale libera senza assistenza del personale docente, uscita dall’Istituto. Per l’attività di studio

individuale o guidato la Scuola predispone appositi locali.

Le attività di tutti gli alunni saranno organizzate, ai sensi della Legge e del regolamento

sull’autonomia didattica e organizzativa, con l’obbligo di evitare ogni discriminazione.

2. Uguaglianza e imparzialità

La pari opportunità formativa verrà garantita attraverso l’adozione di:

a) Criteri collegiali nell’assegnazione degli alunni alle classi che tengano conto delle capacità e delle

esigenze organizzative degli alunni e delle loro famiglie e della necessità educativa di favorire il

massimo di socializzazione e integrazione culturale.

b) Iniziative didattiche curricolari (modifiche e integrazione dei programmi) funzionali alla

conoscenza della storia e della cultura dei Paesi di provenienza degli studenti non italiani.

c) Provvedimenti atti a garantire la piena offerta formativa con borse di studio, fornitura gratuita di

strumenti e materiali didattici compatibilmente con le disponibilità finanziarie della scuola agli

studenti di condizioni socio-economiche disagiate.

d) Convenzioni con ASUR ed Enti locali allo scopo di garantire eventuale assistenza psicologica a

soggetti in difficoltà.

3. Accoglienza e integrazione

La scuola garantisce l’accoglienza degli alunni e dei genitori attraverso:

a) Iniziative atte a far conoscere strutture, forme organizzative, regolamento d’Istituto, progetto

d’Istituto a tutti gli alunni iscritti.

b) Iniziative atte a conoscere gli alunni nuovi iscritti attraverso test e questionari, per impostare una

corretta programmazione educativa e didattica.

c) La pubblicazione del POF.

d) La circolazione di informazioni di comune interesse.

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e) Iniziative di aggiornamento degli operatori sui temi del disagio giovanile, della devianza,

dell’educazione alla salute, delle pari opportunità, dell’intercultura.

4. Partecipazione, efficienza, efficacia e trasparenza

L’Istituto considera la trasparenza nei rapporti interni amministrativi e in quelli con l’utenza

condizione fondamentale per favorire la partecipazione democratica alla gestione sociale della scuola.

Verranno pertanto garantiti con modalità coerenti con i valori di cui all’art. 21 della Costituzione:

a) Una consultazione di alunni e genitori con poteri di proposta ed emendamento con apposite

assemblee di classe e di Istituto relativamente al POF.

b) Una bacheca generale di Istituto ove verranno mantenuti affissi una copia del POF,

l’organigramma della Presidenza, il piano di evacuazione in caso di calamità.

c) La pubblicazione sul sito web (Pubblicità legale/Albo Organi collegiali), per quindici giorni,

delle delibere del Consiglio di Istituto.

d) Una bacheca del personale docente contenente l’organigramma dei coordinatori didattici, dei

direttori di laboratorio, di biblioteca, l’elenco del personale docente con la materia insegnata,

l’orario di servizio, quello delle lezioni, l’orario di ricevimento dei singoli docenti e quello della

disponibilità.

e) Una bacheca sindacale per tutti i dipendenti e una per gli studenti e genitori.

f) La diffusione via web di comunicazioni significative utili alla vita scolastica. Le informazioni

saranno disponibili e consultabili sul sito d’Istituto www.fazzinimercantini.it.

g) L’organizzazione di corsi di L2 per gli alunni immigrati con l’ausilio del mediatore linguistico e

del mediatore culturale.

5. Libertà di insegnamento e aggiornamento del personale

a) La libertà di insegnamento (art.33 cost.) si realizza nel rispetto della personalità dell’alunno.

b) L’esercizio della libertà di insegnamento si fonda sul presupposto della conoscenza aggiornata

delle teorie psico-pedagogiche, delle strategie didattiche, delle più recenti tecnologie educative e

sul confronto collegiale fra docenti.

c) L’aggiornamento, diritto-dovere dei docenti, si realizzerà attraverso la partecipazione ad

iniziative programmate dal Collegio Docenti e da altre Istituzioni ed Enti.

6. Territorialità ed extraterritorialità

Con la costante apertura verso gli altri paesi europei e verso la mondialità, agli studenti verranno

forniti gli elementi di conoscenza per l’acquisizione di una salda e consapevole identità, sia locale

che nazionale. A tal fine, spazio educativo privilegiato sarà il territorio, nella sua configurazione

vicina (provinciale e regionale) e lontana (nazionale). Aula a cielo aperto, il territorio costituirà il

costante spazio di analisi, di relazioni, di percorsi progettuali che acquisiranno curvature sempre più

specifiche nel corso del triennio, in relazione alle caratteristiche formative degli indirizzi. In tal

modo, lo studente svilupperà la capacità di leggere ed interpretare la realtà extrascolastica, di

orientarsi, anche in vista della formazione universitaria o dell’inserimento lavorativo, sulla base di

conoscenze interne ai “mondi reali”; acquisirà, inoltre, le competenze per vivere in modo più

consapevole e critico la propria interazione con la comunità locale e nazionale nella prospettiva di

una sua cittadinanza, politica e socio-economica, attiva e costruttiva.

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Capitolo secondo

Organi preposti alla programmazione

educativa e didattica

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1. Collegio docenti

Il Collegio Docenti esprime le finalità formative e gli obiettivi educativi generali della

programmazione, dà indicazioni e orientamenti ai Consigli di classe per l’analisi della situazione di

partenza, per la valutazione in itinere e finale. Elabora, inoltre, il piano delle attività riguardanti

l’orientamento, gli interventi educativi e didattici integrativi finalizzati alla prevenzione

dell’insuccesso scolastico, al recupero, al sostegno, all’arricchimento dell’offerta formativa, sulla

base dei criteri espressi dal Consiglio d’Istituto e delle proposte avanzate dai Consigli di classe e

dagli insegnanti.

Da ultimo il Collegio dei docenti delibera in merito a: sperimentazione, adozione dei libri di testo,

valutazione dell’andamento dell’azione didattica, accordi scuola-territorio.

2. Dipartimento di Indirizzo

L’offerta formativa dei tre indirizzi dell’I.I.S. (Geometri, Turistico, Liceo) viene pianificata e

supportata attraverso le attività di seguito riportate:

esame, programmazione e caratterizzazione della curvatura del curricolo personalizzando

l’offerta proposta;

sollecitazione/accoglimento delle proposte per la strutturazione dell’area di progetto differente per

ogni sezione del triennio o personalizzata per singola classe;

definizione delle uscite sul “territorio” in termini di viaggi di istruzione e visite guidate, bilanciate

e ben ripartite tra le varie sezioni dello stesso indirizzo (garantire a tutti gli studenti una paritetica

offerta formativa extracurricolare/curricolare);

monitoraggio durante l’anno scolastico della progettazione nelle varie sezioni/classi;

formulazione delle proposte di sperimentazione al Dirigente Scolastico e al Collegio dei docenti.

3. Dipartimento degli Assi culturali e delle Aree disciplinari

Le aree individuate all’interno dei tre indirizzi, oltreché formalizzare e accogliere quanto di

competenza delle stesse viene definito in seno alle riunioni di indirizzo, espletano le seguenti

funzioni:

individuare le finalità e gli obiettivi cognitivi e logico-operativi comuni e che concorrono al

conseguimento delle abilità trasversali espresse nei principi educativi;

individuare gli aspetti che concorrono all’elaborazione del piano di lavoro dell’area di progetto;

definire il peso e i collegamenti tra le discipline dell’area stessa;

prevedere un raccordo tra aree affini (es. area letteraria del triennio e area linguistica) e aree di

biennio e triennio per definire e potenziare contenuti e obiettivi comuni;

proporre acquisti di materiale didattico per migliorare e aggiornare l’offerta formativa.

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4. Dipartimento di Disciplina

La programmazione per disciplina traccia le linee fondamentali relative alle singole discipline

secondo lo schema seguente:

definizione degli obiettivi

scansione dei contenuti

individuazione di griglie per verifiche scritte e orali

quantificazione del numero delle prove di verifica

individuazione di attività e progetti integrativi dell’attività didattica.

5. Consiglio di Classe

Gli insegnanti che compongono il Consiglio di classe delineano la programmazione educativa e

didattica e definiscono i percorsi formativi da seguire nel corso dell’anno scolastico con

l’individuazione delle ragioni, delle possibilità e delle modalità (tempi e strumenti) della loro

realizzazione.

Il Consiglio di classe individua:

la situazione di partenza della classe

le attività di recupero

gli obiettivi trasversali

le metodologie da attuare per raggiungere gli obiettivi

gli strumenti per la verifica formativa

gli strumenti per la verifica sommativa

i criteri di valutazione

6. Il docente

I diversi percorsi formativi prevedono al loro interno varie unità didattiche. Per le verifiche e le

valutazioni, ogni docente si attiene a quanto stabilito in seno al Collegio dei docenti.

Tenendo conto della programmazione di area e per disciplina, elabora il piano di lavoro

individuale e stipula con gli alunni il contratto formativo.

7. Il contratto formativo

Per quanto previsto dalle vigenti disposizioni di legge, fatte salve le prerogative della funzione

docente, il Consiglio di Classe promuove il Contratto Formativo.

Il Contratto Formativo è la dichiarazione, esplicitata in forma scritta, dell’operato della scuola.

Esso si stabilisce tra docente e studenti sulla base della programmazione disciplinare.

Sulla base del Contratto Formativo (elaborato in coerenza con gli obiettivi formativi definiti dagli

OO.CC.), e con riferimento allo Statuto delle Studentesse e degli Studenti approvato con D.P.R. n.

249/98 e con D.P.R. 235/2007 e alla Carta dei servizi approvata con D.P.C.M nel 1995,

lo studente ha il diritto di conoscere:

1. gli obiettivi del curricolo di studio;

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2. il percorso per raggiungerli;

3. le fasi del curricolo;

4. valutazione trasparente e tempestiva.

lo studente ha il dovere di garantire:

1. impegno e partecipazione responsabile alle attività didattiche, comprese le verifiche;

2. frequenza regolare delle lezioni.

il docente ha il diritto di:

1. avere garantita la propria libertà di insegnamento;

2. esigere il rispetto della propria funzione e ruolo da parte di genitori e alunni.

il docente ha il dovere di:

1. esplicitare la propria offerta formativa curricolare (programmazione disciplinare);

2. motivare, in itinere, il proprio intervento didattico;

3. esplicitare le strategie, gli strumenti di verifica, i criteri di valutazione.

il genitore ha il diritto/dovere di:

1. conoscere l’offerta formativa, come espressa nel P.O.F. della Scuola;

2. partecipare alle iniziative di incontro scuola-famiglia promosse dall’Istituto;

3. essere informato, nell’ambito degli incontri scuola-famiglia, dei risultati delle verifiche

disciplinari;

4. esprimere pareri e proposte nelle sedi proprie (consiglio di classe, consiglio di istituto) nel

rispetto delle competenze delle altre componenti scolastiche;

5. collaborare alle attività previste nel P.O.F. nei termini consentiti dall’attuale normativa.

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ORGANIGRAMMA FUNZIONALE NELL’AMBITO DIDATTICO-PROGETTUALE

CONSIGLIO D’ISTITUTO

DIRIGENTE

SCOLASTICO

GROTTAMMARE RIPATRANSONE

DIPARTIMENTO D’INDIRIZZO GEOMETRI

DIPARTIMENTO D’INDIRIZZO TECNICO PER IL TURISMO

DIPARTIMENTO D’INDIRIZZO LICEI: SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO

DIPARTIMENTO ASSI CULTURALI ED AREE DISCIPLINARI

DIPARTIMENTO ASSI CULTURALI ED AREE DISCIPLINARI

DIPARTIMENTO ASSI CULTURALI ED AREE DISCIPLINARI

DIPARTIMENTO DI DISCIPLINA DIPARTIMENTO DI DISCIPLINA

DIPARTIMENTO DI DISCIPLINA

PIANO DI LAVORO CONSIGLIO DI CLASSE

PIANO DI LAVORO INDIVIDUALE

PIANO DI LAVORO CONSIGLIO DI CLASSE

PIANO DI LAVORO INDIVIDUALE

PIANO DI LAVORO CONSIGLIO DI CLASSE

PIANO DI LAVORO INDIVIDUALE

COLLEGIO DOCENTI

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Capitolo terzo

Principi educativi

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Le singole discipline e le diverse aree disciplinari perseguono le seguenti abilità

comportamentali:

1. Porsi in relazione con gli altri in

modo corretto:

• riconoscere la positività degli altri • ascoltare gli altri con disponibilità ed

empatia • aiutare i compagni ed accettare di

essere aiutato • intervenire in classe per esprimere il

proprio pensiero • partecipare in modo consapevole alle

discussioni, al lavoro di gruppo e alle

assemblee • interagire in modo corretto col

personale della scuola

2. Rispettare le regole:

a) rispettare gli impegni

• essere puntuale nella esecuzione dei

compiti assegnati in ambito

scolastico sia per quanto riguarda il

lavoro individuale sia il lavoro di

gruppo • essere puntuale nei lavori

extrascolastici

b) rispettare leggi e regolamenti

• essere puntuale nell’entrare in classe

• essere puntuale nel giustificare:

assenze

ritardi

uscite anticipate

c) rispettare il patrimonio

• della classe

• degli spazi comuni, compresi

laboratori e palestre

3. Lavorare in gruppo:

• partecipare al lavoro in modo propositivo

• impegnarsi a portare a termine l’attività

rispettando il compito

• essere disponibile al confronto

• ascoltare, fare domande, esprimere il

proprio pensiero

• operare scelte

• rispettare le regole che il gruppo si è dato

(nell’intervenire, nell’usare gli strumenti,

nel rispettare i ruoli e i compiti ecc.)

4. Essere flessibili:

• non bloccarsi davanti a situazioni nuove

• accettare e discutere idee diverse dalle

proprie

• accettare critiche e ammettere i propri

errori

• accettare di affrontare i problemi da

angolazioni diverse

• accettare di operare con procedure diverse

nello svolgimento dell’attività

• ricoprire ruoli diversi adeguati a nuove

situazioni

• utilizzare tutti i tipi di risorse disponibili

(Personal computer, laboratori, biblioteca

ecc.)

5. Essere autonomi:

• sapersi muovere all’interno della scuola

• saper studiare in modo efficace

• saper usare correttamente il libro di testo

• saper prendere appunti

• saper rielaborare gli appunti presi in classe

• saper recuperare gli argomenti già trattati

rappresentandoli sotto forma di schema

• saper pianificare il proprio impegno

settimanale

• saper riflettere sul proprio metodo di

lavoro

• saper compiere scelte, valutando tutte le

variabili

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PARTE TERZA

LA PROGETTAZIONE

DIDATTICA

CURRICOLARE ED EXTRACURRICOLARE

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SEZIONE PRIMA

L’OFFERTA FORMATIVA

DELLA SCUOLA

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Capitolo primo

Il riordino del secondo ciclo

d’istruzione e formazione

(L. 53/03, DPR 89/2010, DPR 88/2010, DPR 87/2010)

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1. Il riordino del secondo ciclo d’istruzione e formazione

Il SECONDO CICLO è costituito dal sistema dei LICEI e dal Sistema di ISTRUZIONE e

FORMAZIONE PROFESSIONALE con PARI DIGNITA’ e con il FINE comune di promuovere

l’educazione alla convivenza civile, la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani

attraverso il sapere, il saper essere, il saper fare e l’agire e la riflessione critica su di essi, nonché

incrementare l’autonoma capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e

sociale curando anche l’acquisizione delle COMPETENZE, e l’ampliamento delle CONOSCENZE,

delle ABILITA’, delle CAPACITA’ e delle ATTITUDINI relative all’USO delle nuove

TECNOLOGIE e la padronanza di una LINGUA EUROPEA, oltre all’Italiano e all’Inglese.

• Apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

• Sviluppo dell’Alternanza Scuola Lavoro utile al raggiungimento del Diritto/Dovere

all’Istruzione e alla Formazione fino a 18 anni (D.D.I.F.).

• Semplificazione nei PASSAGGI tra i due sistemi educativi, Licei e Istruzione e formazione

professionale, con VALUTAZIONE e CERTIFICAZIONE dei CREDITI acquisiti.

• Riconoscimento CREDITI FORMATIVI SPORTIVI ovunque acquisiti.

• Tutti i TITOLI e le QUALIFICHE a carattere professionalizzante sono di competenza delle

Regioni e rilasciati esclusivamente dalle Istituzioni Scolastiche e formative del sistema

d’istruzione e formazione professionale.

All’interno di questo ciclo si realizza il DIRITTO-DOVERE ALL’ISTRUZIONE E ALLA

FORMAZIONE di cui al D.Lgs. 76/05.

Dall'anno scolastico 2010-2011 è entrata in vigore la riforma del secondo ciclo di istruzione che

riduce la frammentazione degli indirizzi nei licei e rimodula l'istruzione tecnica e professionale. Si

tratta del riordino del secondo grado dell'istruzione secondaria caratterizzata dai seguenti percorsi di

studio:

Nuovi Licei (DPR 89/2010)

Nuovi Istituti tecnici (DPR 88/2010)

Nuovi Istituti professionali (DPR 87/2010)

La Riforma riconosce alle scuole una maggiore autonomia consentendo loro di elaborare piani

formativi adatti alle richieste dell'utenza, pur nel rispetto del percorso di studi previsto a livello

nazionale.

LICEI

Il liceo dura cinque anni. Si articola in due bienni e in un quinto anno al termine del quale si

sostiene l'esame di Stato, propedeutico al proseguimento degli studi universitari. Sono previsti sei

percorsi, alcuni dei quali si articolano in indirizzi (il liceo artistico ne ha sei), oppure prevedono

un'opzione, cioè un piano di studi diverso rispetto a quello principale:

1. Liceo artistico - indirizzo Arti figurative, Architettura e ambiente, indirizzo Design,

Audiovisivo e multimediale, indirizzo Grafica, Scenografia.

2. Liceo classico

3. Liceo linguistico

4. liceo musicale e coreutico, con le sezioni Musicale e Coreutica

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81

5. Liceo scientifico – Liceo Sc. opzione scienze applicate – Liceo Sportivo

6. Liceo delle scienze umane e Liceo S.U. opzione economico-sociale

7.

ISTITUTI TECNICI

Tutti gli istituti tecnici hanno la durata di cinque anni e si articolano in due bienni e in un quinto

anno, al termine del quale si sostiene l'esame di Stato e si consegue il diploma di istruzione tecnica

propedeutico al proseguimento degli studi universitari. Gli Istituti tecnici si ripartiscono in due

settori: il settore Economico articolato in due indirizzi (indirizzo Amministrazione, Finanza e

marketing e indirizzo Turismo); il settore Tecnologico articolato in nove indirizzi (indirizzo

Meccanica, meccatronica ed energia, indirizzo Trasporti e logistica, indirizzo Elettronica ed

elettrotecnica, indirizzo Informatica e telecomunicazioni, indirizzo Grafica e comunicazione,

indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie, indirizzo Sistema moda, indirizzo Agraria,

agroalimentare e agroindustria, indirizzo Costruzioni, ambiente e territorio). Sono previste

articolazioni ed opzioni per corrispondere alle diverse esigenze produttive dello specifico territorio

di riferimento.

Biennio:finalità e obiettivi di tutti gli indirizzi

Considerato che la riforma della Secondaria Superiore nelle sue linee guida e indicazioni

richiede di “ Insegnare per sviluppare competenze”, per quanto riguarda il biennio iniziale, vengono

assunte, per la parte comune, le competenze incluse nell’impianto normativo riferibile all’obbligo di

istruzione. Tale quadro di riferimento sollecita la progettazione e l’attuazione progressiva di una

coerente pratica didattica.

La normativa relativa all’obbligo di istruzione elenca otto competenze chiave di cittadinanza e

quattro assi culturali a cui fare riferimento nell’impostare l’attività formativa del primo biennio.

La Raccomandazione europea definisce la “competenza chiave” come una combinazione di

conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Le competenze chiave sono quelle di cui tutti

hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale

e l'occupazione.

Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria:

• imparare ad imparare,

• progettare,

• comunicare,

• collaborare e partecipare,

• risolvere problemi,

• individuare collegamenti e relazioni,

• acquisire ed interpretare l'informazione,

• agire in modo autonomo e responsabile

Gli obiettivi trasversali del biennio si incardinano sulle competenze chiave di cittadinanza attiva

suindicate con la seguente declinazione:

• Imparare ad imparare: organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed

utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed

informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di

studio e di lavoro.

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• Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e

di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi significativi e realistici e le

relative priorità, valutando i vincoli e le possibilità esistenti, definendo strategie di azione e

verificando i risultati raggiunti.

• Comunicare

* comprendere messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di

complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico,

simbolico, ecc.) mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali);

* rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo,

emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e

diverse conoscenze disciplinari, mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali).

• Collaborare e partecipare: interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista,

valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità, contribuendo

all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento dei

diritti fondamentali degli altri.

• Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi,

individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati, proponendo soluzioni

utilizzando, secondo il tipo di problema, contenuti e metodi delle diverse discipline.

• Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita

sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni riconoscendo al contempo quelli altrui, le

opportunità comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.

• Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni

coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, anche appartenenti a

diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone la natura sistemica,

individuando analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura

probabilistica.

• Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente l'informazione

ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comunicativi, valutandone l’attendibilità e

l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.

Nuovo obbligo di istruzione

Il DM 139 del 2007, regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di

istruzione, esteso al biennio della scuola superiore, così recita:

“L’elevamento dell’obbligo di istruzione a dieci anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella

costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà

naturale e sociale.”

Il comma 1 dell’art. 2 del predetto regolamento fa riferimento esplicito a saperi e competenze,

articolati in conoscenze e abilità, con l’indicazione degli assi culturali di riferimento.

I saperi sono articolati in abilità/capacità e conoscenze, con riferimento al sistema di descrizione

previsto per l’adozione del Quadro europeo dei Titoli e delle Qualifiche (EQF).

L’EQF contiene le seguenti definizioni:

• “Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento.

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Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di

lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.

• “Abilità”: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine

compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico,

intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali,

strumenti).

• “Competenze”: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali,

sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o

personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia.

Gli assi culturali: competenze di base a conclusione del biennio

Dal momento che anche il biennio della scuola superiore è entrato a far parte dell’istruzione

obbligatoria è necessario puntare su un curricolo più flessibile, capace di rispondere alle esigenze di

crescita culturale dell’allievo. Per fare ciò occorre che il docente sposti l’attenzione dalla disciplina,

di cui è titolare, alla sua valenza formativa più generale, finalizzando il suo insegnamento allo

sviluppo di competenze.

Il concetto di “asse culturale” meglio esprime il modo con cui deve essere riorganizzato e offerto il

sapere per perseguire tale risultato.

Si parla di assi e non di aree perché un asse insiste più sulla verticalità dei saperi finalizzati

all’acquisizione di competenze.

È stato stabilito che gli assi culturali dell’istruzione, impartita nella scuola dell’obbligo fino a 16

anni, sono quattro: asse dei linguaggi, matematico, scientifico – tecnologico, storico – sociale.

ASSE dei LINGUAGGI

d argomentativi indispensabili per gestire

l’interazione comunicativa verbale in vari contesti

ingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi

letterario

ASSE MATEMATICO

e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche

sotto forma grafica

zare dati e interpretarli sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con

l’ausilio di rappresentazioni grafiche, usando consapevolmente gli strumenti di calcolo e le

potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo informatico

ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICO

riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità

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alla trasformazione di

energia a partire dall’esperienza

in cui vengono applicate

ASSE STORICO-SOCIALE

mpi storici in una dimensione diacronica

attraverso il confronto fra epoche e in una dimensione sincronica attraverso il confronto fra aree

geografiche e culturali

riconoscimento dei diritti garantiti dalla Costituzione, a tutela della persona, della collettività e

dell’ambiente

tessuto produttivo del proprio territorio.

Per la declinazione analitica delle competenze dei singoli assi culturali si rimanda al sito del

Ministero (Linee guida per il riordino dei Tecnici e Indicazioni nazionali per il riordino dei Licei).

Certificazione delle competenze

A partire dall’anno scolastico 2009/10 è stato adottato a livello nazionale un modello di

certificazione delle competenze di base e dei relativi livelli raggiunti dallo studente in relazione agli

assi culturali, con riferimento alle competenze chiave di cittadinanza.

La certificazione deve essere effettuata dai Consigli delle classi seconde, al termine degli scrutini

finali, in concomitanza con l’assolvimento dell’obbligo di istruzione nella scuola media superiore.

Passaggi tra scuole

La normativa relativa all’innalzamento dell’obbligo istruzione, ha tra le sue finalità quella di

assicurare iniziative di orientamento per combattere la dispersione e per garantire agli alunni scelte

confacenti al proprio progetto di vita.

La nostra scuola, per raggiungere tali obiettivi, prevede programmi e azioni formative che vanno

dall’accoglienza al riequilibrio culturale, al consolidamento della scelta.

Nel caso non si verifichi coerenza tra l’indirizzo frequentato, le potenzialità e le attitudini

individuali, lo studente viene messo nella condizione di inserirsi in un nuovo percorso formativo

attraverso specifiche iniziative di passaggio ad altro indirizzo (passerelle).

Secondo biennio e quinto anno Per quanto riguarda le finalità e gli obiettivi del secondo biennio e del quinto si rimanda al

paragrafo 2 (Licei) e al paragrafo 3 (Tecnici).

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2. I Licei

IL PROFILO CULTURALE, EDUCATIVO E PROFESSIONALE DEI LICEI

“I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una

comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale,

creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca

conoscenze, abilità e competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore,

all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, sia coerenti con le capacità e le scelte

personali”. (art. 2 comma 2 del regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale,

organizzativo e didattico dei licei…”).

Per raggiungere questi risultati occorre il concorso e la piena valorizzazione di tutti gli aspetti

del lavoro scolastico:

lo studio delle discipline in una prospettiva sistematica, storica e critica;

la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari;

l’esercizio di lettura, analisi, traduzione di testi letterari, filosofici, storici, scientifici,

saggistici e di interpretazione di opere d’arte;

l’uso costante del laboratorio per l’insegnamento delle discipline scientifiche;

la pratica dell’argomentazione e del confronto;

la cura di una modalità espositiva scritta ed orale corretta, pertinente, efficace e personale;

l’uso degli strumenti multimediali a supporto dello studio e della ricerca.

Si tratta di un elenco orientativo, volto a fissare alcuni punti fondamentali e imprescindibili che

solo la pratica didattica è in grado di integrare e sviluppare.

La progettazione delle istituzioni scolastiche, attraverso il confronto tra le componenti della

comunità educante, il territorio, le reti formali e informali, che trova il suo naturale sbocco nel

Piano dell’offerta formativa; la libertà dell’insegnante e la sua capacità di adottare metodologie

adeguate alle classi e ai singoli studenti sono decisive ai fini del successo formativo.

Il sistema dei licei consente allo studente di raggiungere risultati di apprendimento in parte comuni,

in parte specifici dei distinti percorsi. La cultura liceale consente di approfondire e sviluppare

conoscenze e abilità, maturare competenze e acquisire strumenti nelle aree: metodologica; logico

argomentativa; linguistica e comunicativa; storico-umanistica; scientifica; matematica e

tecnologica.

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PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE (PECUP) – RISULTATI DI APPRENDIMENTO (2.2. Allegato A-Licei)

COMUNI A TUTTI I PERCORSI LICEALI

A conclusione dei percorsi di ogni liceo gli studenti dovranno:

1. Area metodologica

Aver acquisito un metodo di studio autonomo e flessibile, che consenta di condurre ricerche e approfondimenti personali e di continuare in modo efficace

i successivi studi superiori, naturale prosecuzione dei percorsi liceali, e di potersi aggiornare lungo l’intero arco della propria vita.

Essere consapevoli della diversità dei metodi utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado valutare i criteri di affidabilità dei risultati in essi

raggiunti.

Saper compiere le necessarie interconnessioni tra i metodi e i contenuti delle singole discipline.

2. Area logico-argomentativa

Saper sostenere una propria tesi e saper ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui.

Acquisire l’abitudine a ragionare con rigore logico, ad identificare i problemi e a individuare possibili soluzioni.

Essere in grado di leggere e interpretare criticamente i contenuti delle diverse forme di comunicazione.

3. Area linguistica e comunicativa

Padroneggiare pienamente la lingua italiana e in particolare: o dominare la scrittura in tutti i suoi aspetti, da quelli elementari (ortografia e morfologia) a

quelli più avanzati (sintassi complessa, precisione e ricchezza del lessico, anche letterario e specialistico), modulando tali competenze a seconda dei diversi

contesti e scopi comunicativi; o saper leggere e comprendere testi complessi di diversa natura, cogliendo le implicazioni e le sfumature di significato

proprie di ciascuno di essi, in rapporto con la tipologia e il relativo contesto storico e culturale; o curare l’esposizione orale e saperla adeguare ai diversi

contesti.

Aver acquisito, in una lingua straniera moderna, strutture, modalità e competenze comunicative corrispondenti almeno al Livello B2 del Quadro Comune

Europeo di Riferimento.

Saper riconoscere i molteplici rapporti e stabilire raffronti tra la lingua italiana e altre lingue moderne e antiche.

Saper utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per studiare, fare ricerca, comunicare.

4. AREA STORICO-UMANISTICA

Conoscere i presupposti culturali e la natura delle istituzioni politiche, giuridiche, sociali ed economiche, con riferimento particolare all’Italia e all’Europa, e

comprendere i diritti e i doveri che caratterizzano l’essere cittadini.

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Conoscere, con riferimento agli avvenimenti, ai contesti geografici e ai personaggi più importanti, la storia d’Italia inserita nel contesto europeo e

internazionale, dall’antichità sino ai giorni nostri.

Utilizzare metodi (prospettiva spaziale, relazioni uomo-ambiente, sintesi regionale), concetti (territorio, regione, localizzazione, scala, diffusione spaziale,

mobilità, relazione, senso del luogo...) e strumenti (carte geografiche, sistemi informativi geografici, immagini, dati statistici, fonti soggettive) della

geografia per la lettura dei processi storici e per l’analisi della società contemporanea.

Conoscere gli aspetti fondamentali della cultura e della tradizione letteraria, artistica, filosofica, religiosa italiana ed europea attraverso lo studio delle

opere, degli autori e delle correnti di pensiero più significativi e acquisire gli strumenti necessari per confrontarli con altre tradizioni e culture.

Essere consapevoli del significato culturale del patrimonio archeologico, architettonico e artistico italiano, della sua importanza come fondamentale

risorsa economica, della necessità di preservarlo attraverso gli strumenti della tutela e della conservazione.

Collocare il pensiero scientifico, la storia delle sue scoperte e lo sviluppo delle invenzioni tecnologiche nell’ambito più vasto della storia delle idee.

Saper fruire delle espressioni creative delle arti e dei mezzi espressivi, compresi lo spettacolo, la musica, le arti visive.

Conoscere gli elementi essenziali e distintivi della cultura e della civiltà dei paesi di cui si studiano le lingue.

5. Area scientifica, matematica e tecnologica

Comprendere il linguaggio formale specifico della matematica, saper utilizzare le procedure tipiche del pensiero matematico, conoscere i contenuti

fondamentali delle teorie che sono alla base della descrizione matematica della realtà.

Possedere i contenuti fondamentali delle scienze fisiche e delle scienze naturali (chimica, biologia, scienze della terra, astronomia), padroneggiandone le

procedure e i metodi di indagine propri, anche per potersi orientare nel campo delle scienze applicate.

Essere in grado di utilizzare criticamente strumenti informatici e telematici nelle attività di studio e di approfondimento; comprendere la valenza

metodologica dell’informatica nella formalizzazione e modellizzazione dei processi complessi e nell’individuazione di procedimenti risolutivi.

Risultati di apprendimento dei distinti percorsi liceali Liceo scientifico

“Il percorso del liceo scientifico è indirizzato allo studio del nesso tra cultura scientifica e tradizione umanistica. Favorisce l’acquisizione delle

conoscenze e dei metodi propri della matematica, della fisica e delle scienze naturali. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le

conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per seguire lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica e per individuare le

interazioni tra le diverse forme del sapere, assicurando la padronanza dei linguaggi, delle tecniche e delle metodologie relative, anche attraverso

la pratica laboratoriale” (art. 8 comma 1).

Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, dovranno:

aver acquisito una formazione culturale equilibrata nei due versanti linguistico-storicofilosofico e scientifico; comprendere i nodi fondamentali dello

sviluppo del pensiero, anche in dimensione storica, e i nessi tra i metodi di conoscenza propri della matematica e delle scienze sperimentali e quelli propri

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dell’indagine di tipo umanistico;

saper cogliere i rapporti tra il pensiero scientifico e la riflessione filosofica;

comprendere le strutture portanti dei procedimenti argomentativi e dimostrativi della matematica, anche attraverso la padronanza del linguaggio logico

formale; usarle in particolare nell’individuare e risolvere problemi di varia natura;

saper utilizzare strumenti di calcolo e di rappresentazione per la modellizzazione e la risoluzione di problemi;

aver raggiunto una conoscenza sicura dei contenuti fondamentali delle scienze fisiche e naturali (chimica, biologia, scienze della terra, astronomia) e,

anche attraverso l’uso sistematico del laboratorio, una padronanza dei linguaggi specifici e dei metodi di indagine propri delle scienze sperimentali;

essere consapevoli delle ragioni che hanno prodotto lo sviluppo scientifico e tecnologico nel tempo, in relazione ai bisogni e alle domande di conoscenza

dei diversi contesti, con attenzione critica alle dimensioni tecnico-applicative ed etiche delle conquiste scientifiche, in particolare quelle più recenti;

saper cogliere la potenzialità delle applicazioni dei risultati scientifici nella vita quotidiana.

Opzione Scienze applicate

“Nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa, può essere attivata l’opzione “scienze applicate” che fornisce allo

studente competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura scientifico-tecnologica, con particolare riferimento alle scienze

matematiche, fisiche, chimiche, biologiche e all’informatica e alle loro applicazioni” (art. 8 comma 2),

Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, dovranno:

aver appreso concetti, principi e teorie scientifiche anche attraverso esemplificazioni operative di laboratorio;

elaborare l’analisi critica dei fenomeni considerati, la riflessione metodologica sulle procedure sperimentali e la ricerca di strategie atte a favorire la

scoperta scientifica;

analizzare le strutture logiche coinvolte ed i modelli utilizzati nella ricerca scientifica;

individuare le caratteristiche e l’apporto dei vari linguaggi (storico-naturali, simbolici, matematici, logici, formali, artificiali);

comprendere il ruolo della tecnologia come mediazione fra scienza e vita quotidiana;

saper utilizzare gli strumenti informatici in relazione all’analisi dei dati e alla modellizzazione di specifici problemi scientifici e individuare la funzione

dell’informatica nello sviluppo scientifico;

saper applicare i metodi delle scienze in diversi ambiti.

Liceo delle scienze umane

“Il percorso del liceo delle scienze umane è indirizzato allo studio delle teorie esplicative dei fenomeni collegati alla costruzione dell’identità

personale e delle relazioni umane e sociali. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le

competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei processi formativi. Assicura la padronanza dei linguaggi, delle metodologie e

delle tecniche di indagine nel campo delle scienze umane” (art.9 comma 1).

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Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, dovranno: aver acquisito le

conoscenze dei principali campi d’indagine delle scienze umane mediante gli apporti specifici e interdisciplinari della cultura pedagogica,

psicologica e socioantropologica;

aver raggiunto, attraverso la lettura e lo studio diretto di opere e di autori significativi del passato e contemporanei, la conoscenza delle principali tipologie

educative, relazionali e sociali proprie della cultura occidentale e il ruolo da esse svolto nella costruzione della civiltà europea;

saper identificare i modelli teorici e politici di convivenza, le loro ragioni storiche, filosofiche e sociali, e i rapporti che ne scaturiscono sul piano etico-civile

e pedagogicoeducativo;

saper confrontare teorie e strumenti necessari per comprendere la varietà della realtà sociale, con particolare attenzione ai fenomeni educativi e ai

processi formativi, ai luoghi e alle pratiche dell’educazione formale e non formale, ai servizi alla persona, al mondo del lavoro, ai fenomeni interculturali;

possedere gli strumenti necessari per utilizzare, in maniera consapevole e critica, le principali metodologie relazionali e comunicative, comprese quelle

relative alla media education.

Obiettivi e competenze disciplinari

Per ogni disciplina sono state redatte delle linee generali che comprendono una descrizione delle competenze attese alla fine del percorso;

seguono gli obiettivi specifici di apprendimento articolati per nuclei disciplinari relativi a ciascun biennio e al quinto anno.

METODOLOGIA

Le Indicazioni non dettano alcun modello didattico-pedagogico. Ciò significa favorire la sperimentazione e lo scambio di esperienze

metodologiche, valorizzare il ruolo dei docenti e delle autonomie scolastiche nella loro libera progettazione e negare diritto di cittadinanza, in

questo delicatissimo ambito, a qualunque tentativo di prescrittivismo. La libertà del docente dunque si esplica non solo nell’arricchimento di quanto

previsto nelle Indicazioni, in ragione dei percorsi che riterrà più proficuo mettere in particolare rilievo e della specificità dei singoli indirizzi liceali,

ma nella scelta delle strategie e delle metodologie più appropriate, la cui validità e testimoniata non dall’applicazione di qualsivoglia procedura, ma

dal successo educativo.

L’approfondimento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze attese per l’accesso ai relativi corsi di studio e per l’inserimento nel mondo

del lavoro può essere realizzato anche nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77,

nonché attraverso l’attivazione di moduli e di iniziative di studio-lavoro per progetti, di esperienze pratiche e di tirocinio.

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3. I Tecnici

IDENTITÀ ED ORGANIZZAZIONE DEGLI ISTITUTI TECNICI

“I percorsi degli Istituti tecnici hanno durata quinquennale e si concludono con il

conseguimento di diplomi di istruzione secondaria superiore in relazione ai settori e agli indirizzi di

cui agli articoli 3 e 4, con riferimento al profilo di cui all’articolo 1, comma 3, riguardante tutti i

percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione, nonché al profilo educativo, culturale e

professionale di cui all’allegato A) e ai profili di uscita con i rispettivi quadri orario relativi a

ciascun indirizzo di cui agli allegati B) e C), costituenti parte integrante del presente regolamento”.

(Regolamento).

“La declinazione dei risultati di apprendimento in competenze, abilità e conoscenze è

effettuata dalle istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, sulla base delle linee guida di cui

all’articolo 8,comma 3, anche in relazione alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del

Consiglio 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento

permanente (EQF), anche ai fini della mobilità delle persone sul territorio dell’Unione europea”.

(Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici)

IL PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE (PECUP)

Il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimento unitario il profilo educativo,

culturale e professionale definito dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, allegato A).

Esso è finalizzato a:

a) la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani, per trasformare la molteplicità dei

saperi in un sapere unitario, dotato di senso, ricco di motivazioni;

b) lo sviluppo dell’autonoma capacità di giudizio;

c) l’esercizio della responsabilità personale e sociale.

IDENTITÀ

I percorsi degli istituti tecnici, che si articolano in un’area di istruzione generale e in aree di

indirizzo, sono connotati da una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico in

linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento,

l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico, correlati a settori

fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese. Tale base ha l’obiettivo di far

acquisire agli studenti competenze trasversali in termini di

conoscenze teoriche e applicative spendibili in vari contesti di vita, di studio e di lavoro

abilità cognitive idonee

o per risolvere problemi,

o per comprendere e applicare le innovazioni che lo sviluppo della scienza e della tecnica

continuamente produce,

o sapersi gestire autonomamente in ambiti caratterizzati da innovazioni continue,

o assumere progressivamente anche responsabilità per la valutazione e il miglioramento

dei risultati ottenuti.

Per diventare vere “scuole dell’innovazione”, gli istituti tecnici sono chiamati ad operare scelte

orientate permanentemente al cambiamento e, allo stesso tempo, a favorire attitudini

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all’autoapprendimento, al lavoro di gruppo e alla formazione continua. Nei loro percorsi non può

mancare, quindi, una riflessione sulla scienza, le sue conquiste e i suoi limiti, la sua evoluzione

storica, il suo metodo in rapporto alle tecnologie. In sintesi, occorre valorizzare il metodo

scientifico e il sapere tecnologico, che abituano al rigore, all’onestà intellettuale, alla libertà di

pensiero, alla creatività, alla collaborazione, in quanto valori fondamentali per la costruzione di una

società aperta e democratica. Valori che, insieme ai principi ispiratori della Costituzione, stanno alla

base della convivenza civile.

Con METODOLOGIE INNOVATIVE incentrate su:

o ampio uso di tecnologie informatiche

o valorizzazione del metodo scientifico diffuso a tutte le discipline del curricolo

o esperienze in contesti applicativi

o analisi e soluzione di problemi ispirati a situazioni reali

o didattica di laboratorio

o lavoro per progetti

o didattiche “attive” per un collegamento organico con il mondo del lavoro e delle

professioni: stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.

I percorsi degli istituti tecnici sono definiti, infine, rispetto ai percorsi dei licei, in modo da

garantire uno “zoccolo comune”, caratterizzato da saperi e competenze riferiti soprattutto agli

insegnamenti di lingua e letteratura italiana, lingua inglese, matematica, storia e scienze, che

hanno già trovato un primo consolidamento degli aspetti comuni nelle indicazioni nazionali

riguardanti l’obbligo di istruzione (D.M. n.139/07).

(Linee Guida)

ISTRUZIONE TECNICA

SETTORE ECONOMICO

Indirizzo “Turismo”

L’indirizzo “Turismo” ha lo scopo di far acquisire allo studente, a conclusione del percorso

quinquennale, le competenze relative all’ambito turistico, oggi essenziale per la competitività del

sistema economico e produttivo del Paese e connotato dall’esigenza di dare valorizzazione integrata

e sostenibile al patrimonio culturale, artistico, artigianale, enogastronomico, paesaggistico.

L’ambito è caratterizzato da un mercato complesso perché estremamente mutevole e molto sensibile

alle variazioni dei fattori economici, ambientali, sociali che incidono sull’andamento dei flussi

turistici e dell’offerta ad essi connessa.

Tale complessità richiede percorsi formativi finalizzati al conseguimento di un’ampia gamma di

competenze tali da consentire allo studente di adottare stili e comportamenti funzionali alle

richieste provenienti dai diversi contesti e di “curvare” la propria professionalità secondo

l’andamento della domanda.

METODOLOGIE

Per sviluppare simili competenze occorre, pertanto, favorire apprendimenti metacognitivi mediante

il ricorso a METODOLOGIE ESPERIENZIALI E LA PRATICA DI ATTIVITÀ.

COMPETENZE delle discipline di indirizzo

• sviluppare capacità diffuse di vision, motivate dalla necessità di promuovere continue

innovazioni di processo e di prodotto;

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• promuovere competenze legate alla dimensione relazionale intesa sia negli aspetti di tecnicalità

(dalla pratica delle lingue straniere, all’utilizzo delle nuove tecnologie), sia negli aspetti

attitudinali (attitudine alla relazione, all’informazione, al servizio);

• stimolare sensibilità e interesse per l’intercultura, intesa sia come capacità di relazionarsi

efficacemente a soggetti provenienti da culture diverse, sia come capacità di comunicare ad essi

gli elementi più rilevanti della cultura di appartenenza.

• sviluppare educazione alla imprenditorialità

• sostenere i giovani nelle loro scelte di studio e professionali.

Le competenze imprenditoriali sono considerate motore di innovazione, competitività, crescita e la

loro acquisizione consente di far acquisire una visione orientata al cambiamento, all’iniziativa, alla

creatività, alla mobilità geografica e professionale, nonché all’assunzione di comportamenti

socialmente responsabili che mettono gli studenti in grado di organizzare il proprio futuro tenendo

conto dei processi in atto.

A queste finalità concorre la particolare impostazione data nel quinto anno all’attività didattica che

è tesa, in coerenza con quanto indicato nella L. 53/2003, ad approfondire e arricchire col metodo

dei casi e dell’area di progetto i contenuti affrontati nel precedente biennio. Lo svolgimento di

differenti casi aziendali riferiti a diverse tipologie di imprese e al tessuto economico locale, infatti,

consente non solo di favorire l’autonomia scolastica e il radicamento sul territorio, ma anche di

stimolare negli studenti autonomia elaborativa, capacità di ricerca, abitudine a produrre in gruppo,

uso di strumenti efficaci nel rappresentare e comunicare i risultati del proprio lavoro.

ISTITUTI TECNICI

SETTORE TECNOLOGICO

Indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio

L’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio del settore tecnologico comprende due articolazioni,

riferite alle aree più significative del sistema edilizio, urbanistico ed ambientale del Paese. Nelle due

articolazioni dell’indirizzo, i risultati di apprendimento sono stati definiti a partire dai processi

produttivi reali e dalle azioni distintive che il tecnico diplomato dovrà compiere nella prassi e

tengono conto della continua evoluzione che caratterizza l’intero settore, sia sul piano delle

metodologie di progettazione, organizzazione e realizzazione, sia nella scelta dei contenuti, delle

tecniche di intervento e dei materiali.

La metodologia di studio è centrata sulle problematiche tipiche dell’indirizzo e grazie

all’operatività che la contraddistingue facilita apprendimenti efficaci e duraturi nel tempo.

L’approccio centrato sul saper fare consente al diplomato di poter affrontare l’approfondimento

specialistico e le diverse problematiche professionali ed in seguito continuare a mantenere adeguate

le proprie competenze in relazione al prevedibile sviluppo del settore interessato da notevoli

aggiornamenti delle tecnologie impiantistiche ed energetiche. Lo studio di quest’ultime

approfondisce i contenuti tecnici specifici dell’indirizzo e sviluppa gli elementi metodologici e

organizzativi che, gradualmente nel quinquennio, orientano alla visione sistemica delle

problematiche legate ai vari generi dei processi costruttivi e all’interazione con l’ambiente.

Il corso, nel secondo biennio ed in particolare nel quinto anno, si propone di facilitare anche

l’acquisizione di competenze imprenditoriali, che attengono alla gestione dei progetti,

all’applicazione delle normative nazionali e comunitarie, particolarmente nel campo della sicurezza

e della salvaguardia dell’ambiente. Le discipline di indirizzo, pur parzialmente presenti fin dal

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primo biennio ove rivestono una funzione eminentemente orientativa, si sviluppano nei successivi

anni mirando a far acquisire all’allievo competenze professionali correlate a conoscenze e saperi di

tipo specialistico che possano sostenere gli studenti nelle loro ulteriori scelte professionali e di

studio.

L’indirizzo “Costruzioni, ambiente e territorio” integra competenze nel campo dei materiali,

delle macchine e dei dispositivi utilizzati nelle industrie delle costruzioni, nell’impiego degli

strumenti per il rilievo, nell’uso degli strumenti informatici per la rappresentazione grafica e per il

calcolo, nella valutazione tecnica ed economica dei beni privati e pubblici e nell’utilizzo ottimale

delle risorse ambientali. Approfondisce competenze grafiche e progettuali in campo edilizio,

nell’organizzazione del cantiere, nella gestione degli impianti e nel rilievo topografico.

Il quinto anno, dedicato all’approfondimento di specifiche tematiche settoriali, è finalizzato a

favorire le scelte dei giovani rispetto a un rapido inserimento nel mondo del lavoro o alle successive

opportunità di formazione: conseguimento di una specializzazione tecnica superiore, prosecuzione

degli studi a livello universitario.

Secondo biennio e il quinto anno dell’Istruzione Tecnica

Se nel primo biennio viene privilegiata l’area dell’istruzione generale con l’obiettivo di fornire

ai giovani una solida preparazione di base nei settori dei linguaggi, matematico, scientifico-

tecnologico e storico-sociale, nel secondo biennio (classe terza e quarta) e nel quinto anno lo

studente affronta in particolare lo studio delle materie tecniche della specializzazione scelta (le aree

di indirizzo con l’obiettivo di far acquisire agli studenti competenze spendibili in vari contesti di

vita, di lavoro e di studio sostenute da conoscenze e abilità idonee per risolvere problemi, sapersi

gestire autonomamente in ambiti caratterizzati da innovazioni continue, assumere progressivamente

anche responsabilità per la valutazione e il miglioramento dei risultati ottenuti.

Il secondo biennio e il quinto anno costituiscono articolazioni, all’interno di un complessivo

triennio nel quale, oltre all’area di istruzione generale comune a tutti i percorsi, i contenuti

scientifici, economico-giuridici e tecnici delle aree di indirizzo di cui agli Allegati B) e C) vengono

approfonditi e assumono connotazioni specifiche che consentono agli studenti di raggiungere, nel

quinto anno, una adeguata competenza professionale di settore, idonea anche per la prosecuzione

degli studi a livello di istruzione e formazione superiore con particolare riferimento all’esercizio

delle professioni tecniche.

Finalità secondo biennio e quinto anno dell’Istruzione Tecnica

In particolare, le Linee Guida del secondo biennio e del quinto anno auspicano una nuova

sistematica e intenzionale integrazione tra le “tre culture”: umanistica, scientifica e tecnologica.

Nel secondo biennio, gli aspetti scientifici, economico-giuridici, tecnologici e tecnici sviluppati

dalle discipline d’indirizzo assumono le connotazioni specifiche relative al settore di riferimento in

una “dimensione politecnica”. Le discipline, nell’interazione tra le loro peculiarità,

promuovono l’acquisizione progressiva delle abilità e competenze professionali. L’adozione di

metodologie condivise, l’evidenziazione del comune metodo scientifico di riferimento,

l’attenzione ai modelli e ai linguaggi specifici, il ricorso al ‘laboratorio’ come spazio elettivo per

condurre esperienze di individuazione e risoluzione di problemi, contribuiscono a far cogliere la

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concreta interdipendenza tra scienza, tecnologia e tecniche operative in un quadro unitario della

conoscenza. (Cfr. Regolamento art. 5, comma 2, lettera e).

Il quinto anno si caratterizza per essere il segmento del percorso formativo in cui si compie

l'affinamento della preparazione culturale, tecnica e professionale che fornisce allo studente gli

strumenti idonei ad affrontare le scelte per il proprio futuro di lavoro o di studio. In questo senso, lo

sviluppo delle competenze si realizza attraverso un collegamento forte con la realtà produttiva

del territorio, locale, nazionale o internazionale. In una prospettiva curricolare che vede il

secondo biennio e il quinto anno come un percorso unitario di costruzione e consolidamento delle

competenze di profilo, è possibile anticipare al secondo biennio alcuni risultati di apprendimento di

filiera solitamente riferiti alle quinte classi. Ciò permette di non sovraccaricare questo anno durante

il quale sarà possibile, invece, approfondire, anche mediante attività di alternanza scuola–lavoro,

tirocini, stage, nuclei tematici funzionali all’orientamento alle professioni o alla prosecuzione degli

studi preparando, al tempo stesso, adeguatamente gli studenti al superamento dell’esame di Stato.

Per quanto riguarda i risultati di apprendimento, il secondo biennio poggia su quanto

acquisito durante il primo biennio. Conseguito l’obbligo di istruzione, focalizza la sua attenzione

sullo sviluppo delle conoscenze e delle abilità che costituiscono il cuore della professionalità,

favorendo una loro acquisizione significativa, stabile e fruibile nell’affrontare situazioni e problemi,

sia disciplinari, sia più direttamente connessi con l’ambito tecnico e professionale. In questo,

l’apporto degli insegnamenti che il Regolamento include “nell’area di istruzione generale “deve

raccordarsi validamente ed efficacemente con l’apporto degli altri insegnamenti, al fine di

promuovere il profilo di un tecnico culturalmente e professionalmente altamente preparato.

Per alcuni indirizzi e articolazioni, infine, i risultati di apprendimento assumono a riferimento le

certificazioni europee e internazionali in modo da facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro e

delle professioni.

Il raccordo tra l’area di istruzione generale e l’area di indirizzo

L’Area di istruzione generale, più ampia nel primo biennio (560 ore annue), decresce nel

secondo biennio e nel quinto anno (495 ore annue), in quanto il consolidamento delle competenze

culturali è comunque assicurato dalle Aree di indirizzo[…].

I risultati di apprendimento dell’Area di istruzione generale, in continuità con quelli del

primo biennio, si correlano con le discipline di indirizzo in modo da fornire ai giovani una

preparazione complessiva in cui interagiscono conoscenze - teoriche e applicative - e abilità

cognitive e manuali - relative ai differenti settori ed indirizzi.

Le discipline che afferiscono all’Area di istruzione generale (Lingua e Letteratura Italiana,

Lingua Inglese, Storia, Matematica, Scienze motorie e sportive, Religione cattolica o attività

alternative) mirano non solo a consolidare e potenziare le competenze culturali generali, ma

anche ad assicurare lo sviluppo della dimensione teorico-culturale delle abilità e conoscenze

proprie delle discipline di indirizzo per consentirne – in linea con quanto indicato nel Quadro

europeo delle qualifiche dell’apprendimento permanente (EQF) - un loro utilizzo responsabile ed

autonomo “in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale”.

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Competenze delle discipline dell’area di istruzione generale

Le competenze linguistico- comunicative [Lingua e letteratura italiana, Lingua inglese],

comuni a tutti gli indirizzi, consentono allo studente di utilizzare il patrimonio lessicale ed

espressivo della lingua italiana ed i linguaggi settoriali delle lingue straniere secondo le varie

esigenze comunicative e favoriscono la comprensione critica della dimensione teorico-culturale

delle principali tematiche di tipo scientifico, tecnologico ed economico. Tali competenze sono

strumenti indispensabili per interagire nei contesti di vita e professionali, per concertare, per

negoziare, per acquisire capacità di lavorare in gruppo e in contesti operativi diversi, per risolvere

problemi, per proporre soluzioni, per sviluppare capacità direttive e di coordinamento e per valutare

le implicazioni dei flussi informativi rispetto all’efficacia dei processi economici e produttivi. Esse

costituiscono, inoltre, un utile raccordo con le competenze generali comuni a tutti i percorsi I.T.S. e

facilitano l’orientamento degli studenti nelle loro scelte future.

Nel quinto anno è previsto l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua inglese.

L’insegnamento è finalizzato, in particolare, a potenziare le conoscenze e abilità proprie della

disciplina da veicolare in lingua inglese attraverso la contemporanea acquisizione di diversi codici

linguistici. L’integrazione tra la lingua inglese e altra disciplina non linguistica, secondo il modello

Content and Language Integrated Learning (CLIL), a cui è riservata di seguito un’apposita

sezione, viene realizzata dal docente, con una didattica di tipo fortemente laboratoriale, attraverso lo

sviluppo di attività inerenti le conoscenze e le abilità delle discipline interessate, in rapporto

all’indirizzo di studio.

Le competenze storico-sociali [Storia] contribuiscono alla comprensione critica della

dimensione teorico-culturale dei saperi e delle conoscenze proprie della scienza e della tecnologia

attraverso lo sviluppo e l’approfondimento del rapporto fra le discipline delle Aree di indirizzo e la

Storia e consentono allo studente, tra l’altro, di collocare le scoperte scientifiche e le innovazioni

tecnologiche in una dimensione etica e storico-culturale; di riconoscere l’interdipendenza tra

fenomeni economici, sociali, istituzionali, culturali e la loro dimensione locale/globale; di essere

consapevole del valore sociale della propria attività, partecipando attivamente alla vita civile e

culturale .

Nel quinto anno, in particolare, le competenze storico-sociali rafforzano la cultura dello studente

con riferimento anche ai contesti professionali, consolidano l’attitudine a problematizzare, a

formulare domande e ipotesi interpretative, a dilatare il campo delle prospettive ad altri ambiti

disciplinari e a contesti locali e globali e, infine, a reperire le fonti per comprendere la vita dei

contesti produttivi e le loro relazioni in ambito nazionale, europeo e internazionale. L’approccio alla

Storia, quindi, non può che essere ’globale’, ossia imperniato sull’intreccio fra le variabili

ambientali, demografiche, tecnologiche, scientifiche, economiche, sociali, politiche, culturali.

Approfondimenti di storie ‘settoriali’ (es.: storia dell’ambiente, storia economica e sociale, storia

della scienza e della tecnologia) mettono in relazione le variabili privilegiate (es.: innovazioni

tecnologiche) con altre variabili (es.: scoperte scientifiche, forme di organizzazione del lavoro,

sistemi economici, modelli culturali) e con riferimento ad un contesto ‘globale’. Organici raccordi

tra le discipline delle Aree di indirizzo e la Storia possono essere sviluppati, inoltre, attraverso le

attività e gli insegnamenti relativi a “Cittadinanza e Costituzione” che consentono di superare la

separatezza disciplinare con la valorizzazione ed il potenziamento della dimensione civico-sociale

delle discipline stesse. Rispetto al primo biennio, l’insegnamento della Storia tende ad ampliare e

rafforzare l’acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza, con una particolare attenzione al

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dialogo interculturale e allo sviluppo di una responsabilità individuale e sociale. E questo è

sicuramente possibile attraverso lo studio della Carta costituzionale del nostro Paese. Nell’ultimo

anno, il profilo educativo dello studente deve essere completato con il potenziamento di saperi,

competenze, comportamenti relativi alla sensibilità ambientale, allo sviluppo sostenibile, alla

sicurezza nelle sue varie accezioni, al risparmio energetico, alla tutela e al rispetto del patrimonio

artistico e culturale.

Le competenze matematico-scientifiche [Matematica] contribuiscono alla comprensione

critica della dimensione teorico-culturale dei saperi e delle conoscenze proprie del pensiero

matematico e scientifico. Lo studio della Matematica permette di utilizzare linguaggi specifici per la

rappresentazione e soluzione di problemi scientifici, economici e tecnologici e stimola gli studenti a

individuare le interconnessioni tra i saperi in quanto permette di riconoscere i momenti significativi

nella storia del pensiero matematico. Il possesso degli strumenti matematici, statistici e del calcolo

delle probabilità consente una piena comprensione delle discipline scientifiche e l’operatività nel

campo delle scienze applicate. Sembra opportuno a questo riguardo sottolineare che le ultime

rilevazioni sugli apprendimenti e sulle competenze matematiche vedono gli studenti degli Istituti

Tecnici collocati allo stesso livello degli studenti dei Licei scientifici.

Si ricorda che nel secondo biennio degli indirizzi del settore tecnologico è presente la disciplina

“Complementi di matematica” che, con contenuti specifici per ogni indirizzo, integra

opportunamente la cultura matematica di base comune a tutti gli indirizzi. Tale disciplina

rappresenta un anello di congiunzione tra la cultura matematica generale e quella scientifica,

tecnologica e professionale di ogni indirizzo. Infatti, numerose applicazioni tecnologiche sarebbero

affrontate in maniera acritica e senza consapevolezza se non ci fossero alla base sicure conoscenze e

abilità provenienti dal campo scientifico sperimentale e matematico. E’ essenziale che la

programmazione delle attività didattiche di “Matematica” e di “Complementi di matematica” risulti

pienamente integrata con le discipline di indirizzo, in modo che gli studenti possano disporre di un

continuo ed efficace riferimento teorico durante le varie applicazioni professionali.

Per i risultati di apprendimento relativi al profilo educativo, culturale e professionale e delle singole

discipline espressi in termini di competenza si rimanda alle Linee Guida.

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PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE (PECUP) – Risultati di apprendimento (2.1. Allegato A-Istituti Tecnici)

COMUNI A TUTTI GLI INDIRIZZI

• Agire in base ad un sistema di valori coerenti con i principi della Costituzione, a partire dai quali saper valutare fatti e ispirare i propri comportamenti personali e sociali

• Utilizzare gli strumenti culturali e metodologici acquisiti per porsi con atteggiamento razionale e critico di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni e ai suoi problemi

• Padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici

• Riconoscere le linee essenziali della storia delle idee, della cultura, della letteratura, delle arti e orientarsi agevolmente fra testi e autori fondamentali, con riferimento sopratutto a tematiche di tipo scientifico, tecnologico

• ed economico • Operare collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di

lavoro • Utilizzare i linguaggi settoriali delle lingue straniere previste dai percorsi di studio per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro • Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali, per una loro corretta fruizione e valorizzazione • Individuare e comprendere le moderne forme di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti

tecnici della comunicazione in rete • Manifestare la consapevolezza dell’importanza che riveste la pratica dell’attività motorio-sportiva per il benessere individuale e collettivo e esercitarla in

modo efficace • Collocare le scoperte scientifiche e le innovazioni tecnologiche in una dimensione storico-culturale, nella consapevolezza della relatività e storicità dei

saperi • Utilizzare modelli appropriati per investigare su fenomeni e interpretare dati sperimentali • Riconoscere, nei diversi campi disciplinari studiati, i criteri scientifici di affidabilità delle conoscenze e delle conclusioni che vi afferiscono; • Utilizzare e valorizzare, in modo argomentato, il tessuto concettuale e i fondamentali strumenti della matematica per comprendere la realtà ed operare

nel campo delle scienze applicate • Utilizzare gli strumenti e le reti informatiche nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare • Padroneggiare l’uso di strumenti tecnologici con particolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e

del territorio • Utilizzare, in contesti di ricerca applicata, procedure e tecniche per trovare soluzioni innovative e migliorative, in relazione ai campi di propria competenza • Cogliere l’importanza dell’orientamento al risultato, del lavoro per obiettivi e della necessità di assumere responsabilità nel rispetto dell’etica e della

deontologia professionale • Saper interpretare il proprio autonomo ruolo nel lavoro di gruppo • Analizzare criticamente il contributo apportato dalla scienza e dalla tecnologia allo sviluppo dei saperi e dei valori di riferimento, al cambiamento delle

condizioni di vita e della fruizione culturale • Essere consapevole del valore sociale della propria attività, partecipando attivamente alla vita civile e culturale a livello locale, nazionale e comunitario

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RISULTATI DI APPRENDIMENTO DEGLI INSEGNAMENTI COMUNI AGLI INDIRIZZI DEL SETTORE ECONOMICO (AllegatoB)

A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato consegue i risultati di

apprendimento descritti nei punti 2.1 e 2.2 dell’AllegatoA), di seguito specificati in termini

di competenze.

RISULTATI DI APPRENDIMENTO DEGLI INSEGNAMENTI COMUNI AGLI INDIRIZZI DEL SETTORE TECNOLOGICO (Allegato C)

A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato consegue i risultati di

apprendimento descritti nei punti 2.1 e 2.3 dell’Allegato A), di seguito specificati in

termini di competenze.

Valutare fatti ed orientare i propri comportamenti in base ad un sistema di valori coerenti con i principi della Costituzione e con le carte internazionali dei diritti umani.

Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici.

Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro.

Utilizzare gli strumenti culturali e metodologici per porsi con atteggiamento razionale, critico e responsabile di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni, ai suoi problemi, anche ai fini dell’apprendimento permanente.

Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo.

Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali, per una loro corretta fruizione e valorizzazione.

Utilizzare e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete.

Padroneggiare la lingua inglese e, ove prevista, un’altra lingua comunitaria per scopi comunicativi e utilizzare i linguaggi settoriali relativi ai percorsi di studio, per interagire in diversi ambiti e contesti professionali, al livello B2 del quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER).

Valutare fatti ed orientare i propri comportamenti in base ad un sistema di valori coerenti con i principi della Costituzione e con le carte internazionali dei diritti umani.

Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici.

Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro.

Utilizzare gli strumenti culturali e metodologici per porsi con atteggiamento razionale, critico e responsabile di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni, ai suoi problemi, anche ai fini dell’apprendimento permanente.

Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture

demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo.

Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali, per una loro corretta fruizione e valorizzazione.

Utilizzare e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete.

Padroneggiare la lingua inglese e, ove prevista, un’altra lingua comunitaria per scopi comunicativi e utilizzare i linguaggi settoriali relativi ai percorsi di studio, per interagire in diversi ambiti e contesti professionali, al livello B2 del quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER).

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Riconoscere gli aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea e l’importanza che riveste la pratica dell’attività motorio-sportiva per il benessere individuale e collettivo. Utilizzare il linguaggio e i metodi propri della matematica per organizzare e valutare adeguatamente informazioni qualitative e quantitative.

Utilizzare le strategie del pensiero razionale negli aspetti dialettici e algoritmici per affrontare situazioni problematiche, elaborando opportune soluzioni.

Utilizzare i concetti e i modelli delle scienze sperimentali per investigare fenomeni sociali e naturali e per interpretare dati.

Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare.

Analizzare il valore, i limiti e i rischi delle varie soluzioni tecniche per la vita sociale e culturale con particolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e del territorio.

Correlare la conoscenza storica generale agli sviluppi delle scienze, delle tecnologie e delle tecniche negli specifici campi professionali di riferimento.

Identificare e applicare le metodologie e le tecniche della gestione per progetti.

Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo relative a situazioni professionali.

Individuare e utilizzare gli strumenti di comunicazione e di team working più appropriati per intervenire nei contesti organizzativi e professionali di riferimento.

Riconoscere gli aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea e l’importanza che riveste la pratica dell’attività motorio-sportiva per il benessere individuale e collettivo.

Utilizzare il linguaggio e i metodi propri della matematica per organizzare e valutare adeguatamente informazioni qualitative e quantitative.

Utilizzare le strategie del pensiero razionale negli aspetti dialettici e algoritmici per affrontare situazioni problematiche, elaborando opportune soluzioni.

Utilizzare i concetti e i modelli delle scienze sperimentali per investigare fenomeni sociali e naturali e per interpretare dati.

Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare.

Analizzare il valore, i limiti e i rischi delle varie soluzioni tecniche per la vita sociale e culturale con particolare attenzione alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e del territorio.

Utilizzare i principali concetti relativi all'economia e all'organizzazione dei processi produttivi e dei servizi.

Correlare la conoscenza storica generale agli sviluppi delle scienze, delle tecnologie e delle tecniche negli specifici campi professionali di riferimento.

Identificare e applicare le metodologie e le tecniche della gestione per progetti.

Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo relative a situazioni professionali.

Individuare e utilizzare gli strumenti di comunicazione e di team working più appropriati per intervenire nei contesti organizzativi e professionali di riferimento.

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INDIRIZZO TURISMO – Profilo (Allegato B 2) INDIRIZZO COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO –

Profilo (Allegato C 9)

Ha competenze per: • Riconoscere e interpretare le tendenze dei mercati locali, nazionali,

globali anche per coglierne le ripercussioni nel contesto turistico e i macrofenomeni socio-economici globali in termini generali e specifici dell’impresa turistica;

• Individuare e accedere alla normativa pubblicistica, civilistica, fiscale con particolare riferimento a quella del settore turistico.

• Riconoscere le peculiarità organizzative delle imprese turistiche e contribuire a cercare soluzioni funzionali alle diverse tipologie.

• Gestire il sistema delle rilevazioni aziendali con l’ausilio di programmi di contabilità integrata specifici per le aziende del settore Turistico.

• Analizzare l’immagine del territorio sia per riconoscere la specificità del suo patrimonio culturale sia per individuare strategie di sviluppo del turismo integrato e sostenibile.

• Contribuire a realizzare piani di marketing con riferimento a specifiche tipologie di imprese o prodotti turistici.

• Progettare, documentare e presentare servizi o prodotti turistici. • Individuare le caratteristiche del mercato del lavoro e collaborare alla

gestione del personale dell’impresa turistica. • Utilizzare il sistema delle comunicazioni e delle relazioni delle imprese

turistiche. • È in grado di: gestire servizi e/o prodotti turistici con particolare

attenzione alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico, culturale, artigianale, enogastronomico del territorio;

• collaborare a definire con i soggetti pubblici e privati l’immagine turistica del territorio e i piani di qualificazione per lo sviluppo dell’offerta integrata; utilizzare i sistemi informativi, disponibili a livello nazionale e internazionale, per proporre servizi turistici anche innovativi; promuovere il turismo integrato avvalendosi delle tecniche di comunicazione multimediale; intervenire nella gestione aziendale per gli aspetti organizzativi, amministrativi, contabili e commerciali.

• ha competenze nel campo dei materiali, delle macchine e dei dispositivi utilizzati nelle industrie delle costruzioni, nell'impiego degli strumenti per il rilievo, nell'uso dei mezzi informatici per la rappresentazione grafica e per il calcolo, nella valutazione tecnica ed economica dei beni privati e pubblici esistenti nel territorio e nell’utilizzo ottimale delle risorse ambientali;

• possiede competenze grafiche e progettuali in campo edilizio, nell’organizzazione del cantiere, nella gestione degli impianti e nel rilievo topografico;

• ha competenze nella stima di terreni, di fabbricati e delle altre componenti del territorio, nonché dei diritti reali che li riguardano, comprese le operazioni catastali;

• ha competenze relative all’amministrazione di immobili. • È in grado di: collaborare, nei contesti produttivi d’interesse, nella

progettazione, valutazione e realizzazione di organismi complessi, operare in autonomia nei casi di modesta entità; intervenire autonomamente nella gestione, nella manutenzione e nell’esercizio di organismi edilizi e nell’organizzazione di cantieri mobili, relativamente ai fabbricati;

• prevedere, nell’ambito dell’edilizia ecocompatibile, le soluzioni opportune per il risparmio energetico, nel rispetto delle normative sulla tutela dell’ambiente, e redigere la valutazione di impatto ambientale; pianificare ed organizzare le misure opportune in materia di salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro; collaborare nella pianificazione delle attività aziendali, relazionare e documentare le attività svolte.

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INDIRIZZO TURISMO – Competenze (risultati di apprendimento

descritti nel punto 2.2 dell’Allegato A, di seguito specificati in termini di competenze)

INDIRIZZO COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO -

Competenze (risultati di apprendimento descritti nel punto 2.3 dell’Allegato A), di

seguito specificati in termini di competenze

Riconoscere e interpretare: le tendenze dei mercati locali, nazionali, globali anche per coglierne le ripercussioni nel contesto turistico,

i macrofenomeni socio-economici globali in termini generali e specifici dell’impresa turistica,

i cambiamenti dei sistemi economici nella dimensione diacronica attraverso il confronto tra epoche e nella dimensione sincronica attraverso il confronto tra aree geografiche e culturali diverse.

Individuare e accedere alla normativa pubblicistica, civilistica, fiscale con particolare riferimento a quella del settore turistico.

Interpretare i sistemi aziendali nei loro modelli, processi di gestione e flussi informativi.

Riconoscere le peculiarità organizzative delle imprese turistiche e contribuire a cercare soluzioni funzionali alle diverse tipologie.

Gestire il sistema delle rilevazioni aziendali con l’ausilio di programmi di contabilità integrata specifici per le aziende del settore Turistico.

Analizzare l’immagine del territorio sia per riconoscere la specificità del suo patrimonio culturale sia per individuare strategie di sviluppo del turismo integrato e sostenibile.

Contribuire a realizzare piani di marketing con riferimento a specifiche tipologie di imprese o prodotti turistici.

Progettare, documentare e presentare servizi o prodotti turistici.

Individuare le caratteristiche del mercato del lavoro e collaborare alla gestione del personale dell’impresa turistica.

Utilizzare il sistema delle comunicazioni e delle relazioni delle imprese

turistiche.

• Selezionare i materiali da costruzione in rapporto al loro impiego e alle modalità di lavorazione.

• Rilevare il territorio, le aree libere e i manufatti, scegliendo le metodologie e le strumentazioni più adeguate ed elaborare i dati ottenuti.

• Applicare le metodologie della progettazione, valutazione e realizzazione di costruzioni e manufatti di modeste entità, in zone non sismiche, intervenendo anche nelle problematiche connesse al risparmio energetico nell’edilizia.

• Utilizzare gli strumenti idonei per la restituzione grafica di progetti e di rilievi.

• Tutelare, salvaguardare e valorizzare le risorse del territorio dell'ambiente.

• Compiere operazioni di estimo in ambito privato e pubblico, limitatamente all’edilizia e al territorio.

• Gestire la manutenzione ordinaria e l’esercizio di organismi edilizi.

• Organizzare e condurre i cantieri mobili nel rispetto delle normative sulla

sicurezza.

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METODOLOGIA E STRUMENTI FORMATIVI

Didattica laboratoriale .Anche nel secondo biennio e nel quinto anno gli strumenti

indispensabili per l’integrazione tra Area di istruzione generale e Aree di indirizzo sono costituiti

grazie alla didattica laboratoriale, come approccio ricorrente, dal laboratorio come strumento di

indagine e verifica, dalle esperienze di studio svolte in contesti reali e dalle attività di alternanza

scuola-lavoro: esse rappresentano di fatto i “luoghi” in cui conoscenze, abilità e competenze,

afferenti a discipline diverse possono essere agite in maniera integrata. In particolare, lo studente,

durante l’attività laboratoriale, applica linguaggi di carattere generale e specifico, raccoglie ed

elabora dati per mezzo di idonea strumentazione, costruisce, verifica e confuta modelli, affinandone

i processi di adeguamento alla realtà. Tale metodologia consente di cogliere l'interdipendenza tra

cultura professionale, tecnologie e dimensione operativa della conoscenza; di acquisire

concretamente saperi e competenze; di organizzare i concetti portanti in modo articolato, flessibile e

adeguato all'innovazione, al cambiamento, alle esigenze del mondo del lavoro.

Alternanza, tirocini e stage: Metodologie didattiche “attive” e di sviluppo di “organici

collegamenti” con il mondo del lavoro e delle professioni, compresi il volontariato ed il privato

sociale. Queste indicazioni valorizzano sia le consolidate esperienze di raccordo tra Scuola e mondo

del lavoro, elemento caratterizzante dell’Istruzione Tecnica sin dalle sue origini, sia i progetti di

alternanza scuola-lavoro realizzati con le modalità introdotte negli ordinamenti della scuola

secondaria superiore dalla legge n.53/2003 e dal successivo decreto legislativo n.77/2005.

Si tratta di metodologie didattiche basate su un progetto educativo a cui collaborano Scuola,

impresa ed altri soggetti operanti sul territorio che hanno registrato un crescente interesse da parte

delle istituzioni scolastiche, come si evince dagli annuali rapporti di monitoraggio pubblicati

dall’INDIRE (ANSAS): Ognuno di questi strumenti formativi presenta caratteristiche proprie. In

comune, le esperienze di stage, tirocinio e alternanza scuola-lavoro hanno la concezione delle

imprese come luogo di apprendimento e di formazione. L’organizzazione/impresa/ente che ospita lo

studente assume il ruolo di contesto di apprendimento complementare a quello dell’aula e del

laboratorio.

Stage e tirocini

Stage e tirocini, anche se spesso utilizzati come sinonimi, indicano in realtà due tipologie di

esperienze attraverso le quali gli studenti prendono contatto, prima della conclusione dell'esperienza

scolastica, con il mondo del lavoro. Possono avere finalità diverse (es. orientative, formative ecc.),

una durata variabile (dalla visita aziendale della durata di un giorno a stage di tre o quattro

settimane), una diversa collocazione all’interno del percorso formativo annuale (all’avvio dell’anno

scolastico, durante lo svolgimento o al termine delle lezioni, nelle pause didattiche, ecc.), o

pluriennale, con riferimento alla struttura del corso di studi (es. secondo biennio, quinto anno ecc.).

Lo stage, attivato preferibilmente sulla base di una convenzione tra istituzione scolastica ed

impresa, consiste nel trascorrere un certo periodo di tempo all’interno di una realtà lavorativa allo

scopo di verificare, integrare e rielaborare quanto appreso in aula e/o laboratorio.

Il tirocinio - che secondo la legge istitutiva n. 196/1997 si distingue in tirocinio formativo e

tirocinio di orientamento - è utilizzato generalmente come opportunità di inserimento temporaneo

nel mondo del lavoro ed è finalizzato all’acquisizione di nuove competenze e di una esperienza

pratica che favoriscono la crescita professionale e personale del tirocinante.

In ogni caso, la funzione principale degli stage e dei tirocini, propria della filiera tecnica e

professionale, è quella di agevolare le scelte formative e professionali degli studenti attraverso un

apprendimento fondato sull’esperienza, più o meno prolungata, in ambienti di lavoro esterni alla

scuola, che possono riferirsi ad una pluralità di contesti (imprese e studi professionali, enti pubblici,

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enti di ricerca, associazioni di volontariato ecc.), selezionate anche in relazione ai settori che

caratterizzano i vari indirizzi di studi e la dinamicità del mondo del lavoro.

Alternanza scuola-lavoro

L’alternanza scuola-lavoro, pur presentando alcune analogie con le esperienze di stage e tirocinio,

si differenzia da queste per le caratteristiche strutturali e per la più stretta relazione personale dello

studente con il contesto lavorativo.

Introdotta in Italia come una delle modalità di realizzazione dei percorsi di scuola secondaria di

secondo grado (art. 4 legge delega n.53/03), l’alternanza scuola-lavoro si configura quale

metodologia didattica innovativa del sistema dell’istruzione che consente agli studenti che hanno

compiuto il quindicesimo anno di età, di realizzare i propri percorsi formativi alternando periodi di

studio “in aula” e forme di apprendimento in contesti lavorativi. Si tratta, dunque, di una possibilità

attraverso la quale si attuano modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo

culturale ed educativo.

Con l’alternanza scuola-lavoro si riconosce, infatti, un valore formativo equivalente ai percorsi

realizzati in azienda e a quelli curricolari svolti nel contesto scolastico. Attraverso la metodologia

dell’alternanza, infatti, si permettono l’acquisizione, lo sviluppo e l’applicazione di competenze

specifiche previste dai profili educativi culturali e professionali dei diversi corsi di studio che la

scuola ha adottato nel Piano dell’Offerta Formativa.

Attraverso l’alternanza scuola-lavoro si concretizza il concetto di pluralità e complementarietà dei

diversi approcci nell’apprendimento. Il mondo della Scuola e quello dell’azienda/impresa non sono

più considerati come realtà separate bensì integrate tra loro, consapevoli che, per uno sviluppo

coerente e pieno della persona, è importante ampliare e diversificare i luoghi, le modalità ed i tempi

dell’apprendimento. “Pensare” e “fare” come processi complementari, integrabili e non alternativi.

Il modello dell’alternanza scuola-lavoro, inoltre, intende non solo superare l'idea di disgiunzione tra

momento formativo ed applicativo, ma si pone l’obiettivo più incisivo di accrescere la motivazione

allo studio e di guidare i giovani nella scoperta delle vocazioni personali, degli interessi e degli stili

di apprendimento individuali, arricchendo la formazione scolastica con l’acquisizione di

competenze maturate “sul campo”. Condizione che offre quel vantaggio competitivo (rispetto a

quanti circoscrivono la propria formazione al solo contesto teorico) che costituisce, esso stesso,

stimolo all’apprendimento e valore aggiunto alla formazione della persona.

L’alternanza scuola-lavoro, perciò, non costituisce un percorso “di recupero”, ma al contrario si

qualifica come strumento per rendere più flessibili i percorsi di istruzione, nella cornice del lifelong

learning.

I percorsi di alternanza scuola/lavoro possono prevedere l’utilizzo della metodologia dell’Impresa

Formativa Simulata.

Il percorso realizzato secondo la modalità dell'alternanza,che raccordala singola classe con la

specifica azienda, si realizza con il coinvolgimento di tutto il consiglio di classe, in un contesto di

laboratorio di simulazione organizzato con l'arredo tipico aziendale e con attrezzatura ad alta

tecnologia, promuove il passaggio degli studenti dal laboratorio di simulazione all'azienda reale

tutor.

L'Impresa Formativa Simulata consente agli studenti di operare nel laboratorio di simulazione della

scuola come se fossero in azienda. Ad ogni azienda simulata corrisponde una azienda reale, le

aziende simulate si costituiscono, comunicano e realizzano transazioni nella rete telematica,

rispettando la normativa nazionale di riferimento.

Nell'Impresa Formativa Simulata, a differenza del mondo reale non circolano né risorse finanziarie

né merci reali. Nell'Impresa Formativa Simulata l'attività è alimentata dalle transazioni commerciali

che avvengono nella rete connettendo fornitori ed acquirenti, la vita dell'IFS è scandita dagli stessi

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impegni delle imprese reali, in quanto bisogna rispettare gli obblighi di legge, le scadenze fiscali e

contabili.

Gli studenti operano in un contesto di apprendimento molto stimolante che promuove nei giovani

l'autonomia decisionale e la capacità di operare per obiettivi. Consente agli studenti di operare

nella scuola come se fossero in azienda, si tratta della creazione, all’interno della scuola, di una

azienda laboratorio.

I nuovi modelli organizzativi proposti dal riordino degli Istituti Tecnici, quali i Dipartimenti, il

Comitato Tecnico Scientifico e l’Ufficio Tecnico, possono svolgere un ruolo importante sia per

facilitare l’inserimento dei giovani in quei contesti operativi disponibili ad ospitare gli studenti, sia

per attivare efficacemente le procedure di alternanza, più complesse di quelle previste per gli stage

e i tirocini.

In questo specifico contesto educativo, assume particolare rilevanza la funzione tutoriale,

preordinata alla promozione delle competenze degli studenti e al raccordo tra l’istituzione

scolastica, il mondo del lavoro e il territorio.

Nell’alternanza la figura del tutor supporta e favorisce i processi di apprendimento dello studente. Il

tutor si connota come “facilitatore dell’apprendimento”; accoglie e sostiene lo studente nella

costruzione delle proprie conoscenze; lo affianca nelle situazioni reali e lo aiuta a ri-leggere

l’insieme delle esperienze per poterle comprendere nella loro naturale complessità. Lo aiuta,

dunque, a rivisitare il suo sapere e ad avere chiara valutazione delle tappe del proprio processo di

apprendimento.

Sotto il profilo organizzativo, l’alternanza condivide la maggior parte degli adempimenti previsti

per la pianificazione degli stage e dei tirocini. È evidente l’impegno richiesto ai Dirigenti scolastici

per la stipula di accordi, che possono coinvolgere anche reti di scuole, con i diversi soggetti del

mondo del lavoro operanti nel territorio. Accordi a valenza pluriennale, ovviamente, garantiscono

alla collaborazione maggiore stabilità e organicità. Ciò allo scopo di avvicinare sempre più i giovani

al lavoro e il lavoro ai giovani.

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Capitolo secondo

Istituto “L. Mercantini”- Ripatransone

Gli indirizzi di studio

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1. Percorsi formativi

LICEO DELLE SCIENZE UMANE (L.S.U.) Il Liceo Socio- psico-pedagogico, a partire dall’a. s. 2010/2011, confluisce nel Liceo delle

Scienze Umane ( L.S.U.) e nel Liceo delle Scienze Umane ( L.S.U.) opzione Economico-sociale.

QUADRO ORARIO SETTIMANALE L.S.U.

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI O DI PROSECUZIONE DEGLI STUDI

MONDO UNIVERSITÀ

Tutte le facoltà con particolare affinità:

o Laurea in Scienze dell’Educazione (indirizzo “Educatori professionali extra scolastici”)

o Corso di Laurea in Scienze della Formazione

o Laurea in Psicologia

o Specializzazione in Psicoterapia

o Laurea in Sociologia

o Laurea in Scienze politiche con indirizzo politico- sociale

o Laurea in Filosofia

o Laurea in Lettere

o Laurea in Lingua e letteratura straniera

o Laurea in Giurisprudenza

o Laurea in Scienze politiche

o Laurea in Economia

o Laurea in Medicina e Chirurgia

MONDO LAVORO

o Animatore professionale

o Educatore professionale

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o Mediatore sociale

o Mediatore interculturale

o Assistente sociale

o Psicologo

o Sociologo

o Professioni filosofico-umanistiche

o Professioni giuridico-economiche

o Professioni medico-sanitarie

LICEO SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO

MATERIE Anno di

frequenza

Italiano 4

Latino 2

Storia 3

Lingua straniera 3

Arte -

Storia dell’arte 2

Diritto ed economia -

Elem. Psic. Soc. Stati. -

Geografia -

Scienze della terra -

Filosofia 3

Legislazione sociale 3

Psicologia -

Pedagogia 3

Sociologia -

Matematica 3

Biologia 3

Fisica -

Chimica -

Metodologia della ricerca 2

Educazione fisica 2

Religione/Attività alternative 1

TOTALE 34

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FIGURE PROFESSIONALI DI RIFERIMENTO

Liceo-Socio-Psico-Pedagogico

IMPIEGATO

AMMINISTRATIVO

PUBBLICO E PRIVATO

Ha un profilo nazionale

Nessuna formazione aggiuntiva

ANIMATORE

PROFESSIONALE Non ha un profilo nazionale

La professionalizzazione terminale si consegue attraverso corsi brevi

postsecondari

EDUCATORE Ha un profilo nazionale solo per il settore sanitario (Decreto del Ministero

della Sanità 1984)

La professionalizzazione terminale si consegue:

- con corsi brevi postsecondari

- Laurea in Scienze dell’educazione(indirizzo “Educatori professionali

extrascolastici”)

MEDIATORE SOCIALE Non ha un profilo nazionale.

La professionalizzazione terminale si acquisisce in corsi brevi

postsecondari

MEDIATORE

INTERCULTURALE Non ha un profilo nazionale.

La professionalizzazione terminale si acquisisce in corsi brevi

postsecondari quali quelli di I.F.T.S.

ASSISTENTE SOCIALE Ha un profilo nazionale (Dpr 14/1987)

Formazione terminale presso scuole universitarie a fini speciali

INSEGNANTE di scuola di

base

(materna ed elementare)

Ha un profilo nazionale

La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando il corso di

Laurea in Scienze della formazione

PSICOLOGO Ha un profilo nazionale

Formazione terminale:

- Laurea in Psicologia

- Specializzazione in Psicoterapia

SOCIOLOGO Ha un profilo nazionale.

Formazione terminale:

- Laurea in Sociologia

- Laurea in Scienze politiche con indirizzo politico-sociale

PROFESSIONI

FILOSOFICO-

UMANISTICHE

Hanno profilo nazionale

Formazione terminale:

- Laurea in Filosofia

- Laurea in Lettere

- Laurea in Lingue e lett. Straniere

PROFESSIONI GIURIDICO-

ECONOMICHE Hanno profili nazionali

Formazione terminale:

- Laurea in Giurisprudenza

- Laurea in Scienze politiche

- Laurea in Economia

PROFESSIONI MEDICO-

SANITARIE Hanno profilo nazionale

Formazione terminale in:

- Scuole universitarie a fini speciali(puericultrice, ostetricia, podologia

etc.);

- Scuole professionali per infermieri;

- Lauree brevi;

- Laurea in Medicina e chirurgia

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LICEO SCIENTIFICO

OPZIONE SCIENZE APPLICATE

Il Liceo Scientifico-Tecnologico, a partire dall’a. s. 2010/2011, confluisce nel Liceo Scientifico

Opzione Scienze Applicate.

QUADRO ORARIO SETTIMANALE

Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate

1° Anno 2° Anno 3° Anno 4° Anno 5° Anno

Lingua e letteratura italiana 4 4 4 4 4

Lingua e cultura inglese 3 3 3 3 3

Storia e Geografia 3 3

Storia 2 2 2

Filosofia 2 2 2

Matematica 5 4 4 4 4

Informatica 2 2 2 2 2

Fisica 2 2 3 3 3

Scienze naturali* 3 4 5 5 5

Disegno e storia dell'arte 2 2 2 2 2

Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o Attività alternative 1 1 1 1 1

Totale ore 27 27 30 30 30

* Biologia, Chimica, Scienze della Terra

N.B. È previsto l’insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa

nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli

insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI O DI PROSECUZIONE DEGLI STUDI

MONDO UNIVERSITÀ

Tutte le facoltà con particolare affinità:

o Laurea in Ingegneria

o Laurea in Biologia

o Laurea in Chimica

o Laurea in Agraria

o Laurea in Matematica e Fisica

o Laurea in Farmacia e tecnologie farmaceutiche

o Laurea in Veterinaria

o Laurea in Medicina e Chirurgia

o Laurea in Geologia

MONDO LAVORO

o Tecnico di laboratorio, di ricerca e di controllo

o Tecnico chimico, biologico, veterinario

o Tecnico di laboratorio, di produzione e ricerca con processi biotecnologici

o Tecnico ospedaliero paramedico

o Divulgatore farmaceutico

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110

o Vigilanza, mantenimento e valorizzazione delle risorse naturali

o Informatica industriale

o Professioni medico-sanitarie

o Professioni medico-scientifiche

LICEO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO

MATERIE Anno di

frequenza

Italiano 4

Storia 3

Lingua Straniera 3

Diritto ed economia -

Scienze della terra 2

Filosofia 3

Matematica 4

Educazione fisica 2

Disegno -

Tecnologia e disegno -

Chimica e laboratorio 3

Fisica e laboratorio 4

Laboratorio Fisica/Chimica -

Biologia e laboratorio 2

Biologia -

Informatica e sistemi autom. 3

Geografia -

Religione/Att. alternative 1

TOTALE 34

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FIGURE PROFESSIONALI DI RIFERIMENTO

Liceo Scientifico-Tecnologico

IMPIEGATO AMMINISTRATIVO

PUBBLICO E PRIVATO

Ha profilo nazionale

Nessuna formazione aggiuntiva

TECNICO DI LABORATORIO DI

RICERCA, ANALISI, CONTROLLO

La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi postsecondari

- corsi di diploma universitario

TECNICO CHIMICO, BIOLOGICO,

VETERINARIO

La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi postsecondari

- corsi di diploma universitario

TECNICO DI LABORATORI DI

PRODUZIONE E RICERCA CON

PROCESSI BIOTECNOLOGICI

La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi postsecondari

- corsi di diploma universitario

TECNICO OSPEDALIERO PARAMEDICO La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi postsecondari

- corsi di diploma universitario

DISEGNATORE TECNICO La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi postsecondari

WEB MASTER La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

DIVULGATORE FARMACEUTICO La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

VIGILANZA, MANTENIMENTO E

VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE

NATURALI

La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

VIDEO TERMINALISTA La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

TECNICO GESTIONE RETI E DATI La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

TECNICO DI GRAFICA

COMPUTERIZZATA

La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

INFORMATICA INDUSTRIALE La professionalizzazione terminale si acquisisce frequentando

- corsi brevi di formazione

PROFESSIONI MEDICO-SANITARIE Formazione terminale:

- Laurea in Veterinaria

- Laurea in Medicina e chirurgia

PROFESSIONI TECNICO-SCIENTIFICHE Formazione terminale:

- Laurea in Ingegneria

- Laurea in Matematica e Fisica

- Laurea in Agraria

- Laurea in Biologia

- Laurea in Geologia

- Laurea in Architettura

- Laurea in Chimica

- Laurea in Farmacia

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Elementi specifici dei diplomi liceali

LICEO SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO

Il nucleo caratterizzante è quello delle discipline legate alle scienze psicologiche, della

comunicazione verbale, delle relazioni psico-sociali anche in ottica pedagogica. Il corso tende a

garantire una sicura preparazione di base su cui innestare percorsi professionalizzanti a sbocco

sociologico (servizi socio-sanitari, progettazione e gestazione, attività no-profit, etc.) e psico-

relazionale. Esso tende ad assicurare una solida formazione per la frequenza proficua di qualsiasi

facoltà universitaria.

Particolarmente coerenti i corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, in Lettere e

Filosofia, in Lingue, in Sociologia, in Psicologia, in Giurisprudenza, in Economia.

LICEO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO

Il nucleo caratterizzante è quello delle discipline scientifico-tecniche finalizzate a sviluppare

capacità di ricerca scientifica attraverso la valorizzazione della circolarità fra modelli, tecniche e

tecnologia.

Il corso tende a dare una sicura preparazione di base su cui innestare percorsi professionalizzanti

a sbocco tecnico-informatico, tecnico-chimico, tecnico-biologico, tecnico-sanitario, tecnico agro-

alimentare, disegnatore CAD; nel contempo mira ad assicurare una solida formazione per la

proficua frequenza delle facoltà universitarie.

Particolarmente coerenti i corsi di Laurea in: Ingegneria, Biologia, Chimica, Agraria,

Matematica e Fisica, Farmacia e Tecnologie farmaceutiche, Veterinaria, Medicina, Geologia.

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Capitolo terzo

Istituto “Pericle Fazzini” di Grottammare

Gli indirizzi di studio

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1. Percorsi formativi

ISTITUTO TECNICO-SETTORE TECNOLOGICO INDIRIZZO COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO

Il Tecnico per Geometri, a partire dall’a.s. 2010/2011, confluisce nell’Istituto Tecnico per il

Settore Tecnologico Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (C.A.T.)

QUADRO ORARIO COSTRUZIONI AMBIENTE E TERRITORIO (C.A.T.)

Discipline del piano di studi 1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno

Lingua e letteratura italiana 4 4 4 4 4

Lingua inglese 3 3 3 3 3

Storia, Cittadinanza e Costituzione 2 2 2 2 2

Matematica 4 4 3 3 3

Diritto ed Economia 2 2 - - -

Complementi di matematica - - 1 1 -

Tecnologie informatiche 3 - - - -

Tecnologie informatiche laboratorio - - - - -

Tecnologie e tecniche di rappresentazioni grafiche 3 3 - - -

Laboratorio di tecnologie e tecniche di rappr. grafiche - 1 - - -

Progettazione, costruzioni e impianti - - 7 6 7

Geopedologia, economia ed estimo - - 3 4 4

Topografia - - 4 4 4

Gestione del cantiere e sicurezza dell'ambiente di lav. - - 2 2 2

Scienze integrate (Chimica) 3 3 - - -

Laboratorio (Chimica) - 1 - - -

Scienze integrate (scienze della terra e biologia) 2 2 - - -

Scienze integrate (Fisica) 3 3 - - -

Laboratorio di fisica - 1 - - -

Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1

Totale ore settimanali 32 32 32 32 32

Nel triennio sono previste numerose ore di laboratorio in compresenza del docente tecnico-pratico.

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PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI O DI PROSECUZIONE AGLI STUDI

MONDO DEL LAVORO

Al termine degli studi, al Perito delle Costruzioni, Ambiente e Territorio, è consentito

l’esercizio di attività autonoma come libero professionista (geometra, agente immobiliare,

amministratore di condomini)

l’impiego in aziende private di rilevanza nazionale ed internazionale

( banche, assicurazioni, imprese edili e stradali, ditte che commercializzano materiale e

macchine per l’edilizia, assicurazioni, finanziarie, consorzi, studi tecnici, impiantistica di

alta tecnologia)

l’impiego pubblico presso gli uffici tecnici comunali, provinciali, regionali, uffici finanziari

(catasto, Registro, Imposte, Ipoteche), Aziende Sanitarie territoriali, Vigili del fuoco,

Consorzio idrico, Ferrovie, Autostrade, ENEL, Telecom, Italgas, ecc.

MONDO UNIVERSITARIO

Al termine degli studi, al Perito delle Costruzioni, Ambiente e Territorio, è consentito:

l’iscrizione a corsi regionali e/o provinciali, I.F.T.S., o di specializzazione post-diploma.

la prosecuzione degli studi presso tutti i corsi di laurea, in particolare:

- Scienze e Tecnologia per l’ambiente e la natura

- Urbanistica e Scienza della pianificazione territoriale e ambientale

- Architettura

- Ingegneria

- Geologia

- Fisica

- Tecnologia per la conservazione ed il restauro dei beni culturali

- Giurisprudenza

- Agraria

- Altro

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Percorso formativo per Geometri “Progetto 5”

Materie d’insegnamento/ Anno 5° Prove

Religione/Att. alternative 1 O

Lingua e lettere italiane 3 O.S.

Storia ed Ed. Civica 2 O.

Lingua straniera 2 O.S.

Matematica e informatica 2 O.S.

Fisica e Laboratorio - O.S.

Scienze naturali e Geografia - O.

Chimica e Laboratorio - O.S.

Dis.Tec. Metod. Di Prog. Edile 3 O.G.

Imp. Tec. Sull’Edil.e nel Ter. 3 O.S.G.

Geopedologia-Economia - O.

Estimo 4 O.S.

Contabilità-Estimo - O.S.

Costruzioni 4 O.S.G.

Topografia e Fotogrammetria 4 O.S.G.P

Elem. Di Diritto ed Economia 2 O.

Ed. Fisica 2 P.

Totale 32

Legenda:

O= orale S= scritto P= pratico G= grafico

La figura del Geometra si basa prevalentemente sul possesso di capacità grafico-progettuali

relative ai settori del rilievo, progettazione, costruzione e di concrete conoscenze inerenti

l’organizzazione e la gestione del territorio.

La formazione, integrata da idonee capacità linguistico-espressive e logico-matematiche, sarà

completata da conoscenze economiche, giuridiche ed amministrative e consentirà al diplomato

l’inserimento in situazioni di lavoro diversificate (interinale, temporaneo, Web ecc.) anche in

ambito europeo e la prosecuzione degli studi.

Coerentemente con queste finalità la figura del Geometra dovrà essere in grado di:

partecipare alla progettazione, realizzazione, conservazione, trasformazione e miglioramento di

opere civili di caratteristiche coerenti con le competenze professionali.

Operare nell’organizzazione, assistenza, gestione e direzione dei cantieri.

Organizzare e redigere computi metrici preventivi e consuntivi e tenere i regolamentari registri

di cantiere utilizzando i moderni strumenti informatici.

Effettuare rilievi utilizzando tecniche innovative con applicazioni relative alla rappresentazione

del territorio urbano ed extraurbano.

Operare interventi relativi alla gestione del territorio con una particolare attenzione alla tutela e

valorizzazione dell’ambiente

L’attività didattica sarà impostata in modo da consentire il raggiungimento di capacità operative

che lo mettano in grado di:

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Collaborare alla progettazione e realizzazione di impianti tecnologici anche in funzione del

risparmio energetico.

Collaborare a progettazioni urbanistiche ed elaborazioni di carte tematiche.

Partecipare ad interventi sul territorio per la realizzazione di infrastrutture, di opere di difesa e

salvaguardia, di interventi idraulici e di bonifica.

Valutare, anche sotto l’aspetto dell’impatto ambientale, immobili civili e interventi territoriali di

difesa dell’ambiente, effettuare accertamenti e stime catastali

Il curriculum di studi prevede inoltre la possibilità di:

proseguire gli studi in ambito universitario, accedendo a tutte le facoltà e ai diplomi universitari

completare la propria formazione con corsi post-diploma di formazione professionale.

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PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI O DI PROSECUZIONE DEGLI STUDI

TIPOLOGIA ATTIVITA’ FORMAZIONE AGGIUNTIVA ENTI – AZIENDE SETTORI

IMPIEGO PUBBLICO O A

PARTECIPAZIONE PUBBLICA

NESSUNA FORMAZIONE

AGGIUNTIVA ENTI

COMUNE PROVINCIA A.S.L. UFFICIO TECNICO ERARIALE (CATASTO) REGIONE:

UFFICIO DECENTRATO OPERE PUBBLICHE DIFESA DEL SUOLO (GENIO CIVILE )

SERVIZIO URBANISTICA E CARTOGRAFIA SERVIZIO TUTELA E RISANAMENTO

AMBIENTALE SERVIZIO EDILIZIA PUBBLICA SERVIZIO BILANCIO, DEMANIO e PATRIM. SERVIZIO ATTIVITA’ E BENI CULTURALI SERVIZIO LAVORI PUBBLICI SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE

SOVRINTENDENZA ARCHEOLOGICA SOVRINTENDENZA DEI BENI CULTURALI ED AMBIENTALI CONSORZIO DI BONIFICA NUCLEO DI INDUSTRIALIZZAZIONE CONSORZIO IDRICO A.N.A.S. FF.SS.

IMPIEGO IN AZIENDE PRIVATE

DI RILEVANZA NAZIONALE

NESSUNA FORMAZIONE

AGGIUNTIVA O BREVI

CORSI INTERNI ALLE

AZIENDE

AZIENDE TELECOM ENEL SOCIETA’ AUTOSTRADE ITALGAS ISTITUTI DI CREDITO ASSICURAZIONI

IMPIEGO IN AZIENDE PRIVATE

NESSUNA FORMAZIONE

AGGIUNTIVA O BREVI

CORSI INTERNI ALLE

AZIENDE

SETTORI COSTRUZIONI EDILI COMMERCIALIZZAZIONE DI

MATERIALI, MACCHINARI E COMPONENTI PER L’EDILIZIA

PROGETTAZIONE EDILIZIA (DIPENDENTE) FORMAZIONE CARTOGRAFICA DESIGNER DI ARREDAMENTI SMALTIMENTO RIFIUTI COSTRUZIONE IMPIANTI TECNOLOGICI MOVIMENTAZIONE TERRA COSTRUZIONI STRADALI ED IDRAULICHE INTERMEDIAZIONE IMMOBILIARE

(DIPENDENTE)

ATTIVITA’ AUTONOMA (LIBERO PROFESSIONISTA)

TIROCINIO PRESSO UN

INGEGNERE, ARCHITETTO

O GEOMETRA

PROFESSIONISTA

+ ESAME DI ABILITAZIONE

ALL’ESERCIZIO DELLA

PROFESSIONE

ESAME PRESSO LA

GEOMETRA

AGENTE DI INTERMEDIAZIONE IMMOBILIARE

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CAMERA DI COMMERCIO

PROSECUZIONE DEGLI STUDI

NESSUNA

FORMAZIONE

AGGIUNTIVA

CORSI REGIONALI E/O PROVINCIALI DI SPECIALIZZAZIONE POST-DIPLOMA UNIVERSITA’:

TUTTE LE FACOLTA’ UNIVERSITARIE CON PARTICOLARE ATTINENZA A: INGEGNERIA CIVILE, ARCHITETTURA, GEOLOGIA, GIURISPRUDENZA ECONOMIA E

COMMERCIO

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Percorso formativo dell’Indirizzo delle Scienze Architettonico-Ambientali e delle Costruzioni

Ai sensi degli artt. 8 e 12 del D.P.R. 275/99 e di quanto previsto dall’art. 3

del D.M. 234/00

MATERIE / anno di frequenza V

Educaz. Fisica 2

Religione/Attività alternative 1

Italiano 3

Storia e Storia dell’Arte 2

Inglese e Inglese tecnico 2

Matematica e Informatica 2

Fisica -

Scienze naturali e Geografia -

Chimica generale -

Chimica dei materiali -

Diritto ed Educazione civica -

Legisl. Tecnico-Urbanistica e Ambient. 2

Disegno tecn. comput.e Storia Architet. 3

Tecn. Costruz., Proget.comp. e St. Arch. 4

Ecologia -

Estimo, Geopedol. e Valutaz. Imp. Amb. 4

Impianti tecnici 3

Topografia di base -

Rilievo topografico, G.P.S., G.I.S. -

Fotogram,Prog.opere civili, ril. catastale 4

Costruzioni -

Costr. e Consolidamento strutturale -

Costr. e Organizzazione cantieri -

Totale ore settimanali 32

FINALITA' DEL CORSO

Obiettivo del nuovo Indirizzo delle Scienze Architettonico-Ambientali e delle Costruzioni è

quello di assicurare una solida formazione tecnico-scientifica nel campo dell’architettura e delle

costruzioni nonché nella gestione dell’ambiente e del territorio.

Il nuovo Corso nasce, infatti, sia dalla esigenza di soddisfare la crescente domanda, anche a

livello locale, di operatori specializzati nella gestione e valorizzazione del patrimonio artistico e

naturale del territorio, sia dalla collaborazione con le Facoltà marchigiane che già da tempo hanno

avviato corsi specifici.

Per questo motivo sono previste collaborazioni esterne con Università, Aziende, Studi tecnici,

Enti e Ordini professionali.

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Tale Indirizzo integra le materie dell’area tecnica con nuovi percorsi disciplinari volti a far

acquisire all’allievo competenze specifiche in ambiti quali il rilievo architettonico, la storia dell’arte

e dell’architettura, la gestione del territorio, la valutazione dell’impatto ambientale (V.I.A.), il

consolidamento strutturale e il recupero edilizio.

OFFERTA FORMATIVA

Il Corso prevede:

- l’integrazione dello studio di Storia dell’Arte;

- l’inserimento di Storia della Architettura nel corso di Disegno e progettazione;

- lo studio di Chimica dei materiali al terzo anno;

- lo studio di Costruzioni dal secondo al quinto anno con un particolare focus sul consolidamento

strutturale e sull’organizzazione dei cantieri;

- lo studio di Impianti tecnici con attenzione particolare al risparmio energetico e alle

infrastrutture territoriali;

- lo studio di Ecologia al secondo anno, Geopedologia, Estimo e V.I.A. al triennio, per acquisire

competenze sulle problematiche ambientali e del territorio;

- lo studio di Inglese e di Matematica fino al quinto anno;

- lo studio di Informatica con particolare riferimento al disegno computerizzato e ai programmi

CAD e 3D studio;

- lo studio di Diritto Costituzionale al biennio e di Legislazione edilizia, urbanistica ed

ambientale al triennio, al fine di fornire solide conoscenze giuridiche nel campo professionale.

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI O DI PROSECUZIONE DEGLI STUDI

Al termine degli studi si consegue il titolo di Geometra che consente:

- l’esercizio di attività autonoma come libero professionista;

- l’iscrizione a Corsi Regionali e/o Provinciali, I.F.T.S. e in generale di specializzazione post-

diploma;

- la prosecuzione degli studi presso tutti i Corsi di laurea ed in particolare Scienze e Tecnologie

per l’ambiente e la natura, Urbanistica e Scienze della pianificazione territoriale e ambientale,

Architettura e Ingegneria civile, Ingegneria, Geologia, Fisica, Tecnologie per la conservazione e il

restauro dei beni culturali, Giurisprudenza;

- l’impiego in aziende private nazionali e locali;

- l’impiego pubblico presso gli uffici tecnici del Comune, Provincia, Regione, banche e uffici

finanziari (Catasto, Registro, Imposte, Ipoteche).

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ISTITUTO TECNICO-SETTORE TECNOLOGICO INDIRIZZO TURISMO

Il Tecnico per il Turismo, a partire dall’a.s. 2010/2011, confluisce nell’ISTITUTO

TECNICO SETTORE ECONOMICO indirizzo TURISMO

Quadro orario Settore Economico Indirizzo Turismo

Discipline del piano di studi 1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno

Lingua e letteratura italiana 4 4 4 4 4

Lingua inglese 3 3 3 3 3

Seconda lingua straniera * 3 3 3 3 3

Terza lingua straniera * - - 3 3 3

Storia, Cittadinanza e Costituzione 2 2 2 2 2

Matematica ** 5 3 3 3 3

Informatica 2 2 - - -

Diritto ed Economia 2 2 - - -

Diritto - - 3 3 3

Geografia ** 2 2 - - -

Geografia turistica - - 2 2 2

Economia aziendale 2 2 - - -

Discipline turistiche e aziendali - - 4 4 4

Arte e territorio ** - 2 2 2 2

Scienze integrate (chimica) - 2 - - -

Scienze integrate (Scienze della Terra e Biologia) 2 2 - - -

Scienze integrate (Fisica) 2 - - - -

Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o attività alternative 1 1 1 1 1

Totale ore settimanali 32 32 32 32 32

* a scelta tra Francese, Tedesco e Spagnolo

** Gli organi collegiali hanno deliberato di modificare la distribuzione delle ore, anticipando

un’ora di matematica al I anno riducendo di un’ora geografia nel I e II anno e introducendo 2 ore di

Arte e Territorio nel II anno.

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI O DI PROSECUZIONE DEGLI STUDI

MONDO DEL LAVORO

Al termine degli studi al Tecnico per il Turismo è consentito:

l’impiego presso enti pubblici locali (comune, provincia, regione, comunità montane,

aziende di promozione turistica)

l’impiego nelle fondazioni private (musei, gallerie, centri espositivi)

l’inserimento nelle imprese private nei settori marketing, commerciale, ricerca e sviluppo,

amministrativo/contabile, trasporti, comunicazione, pubblicità e pubbliche relazioni

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la consulenza e l’interpretariato per l’organizzazione di congressi e fiere

la professione di hostess e steward, di addetto alle compagnie aeree, marittime e ferroviarie

operare come tecnico turistico in agenzie di viaggio, associazioni culturali e di promozione

turistica

MONDO UNIVERSITARIO

Le facoltà più affini al curricolo del Tecnico per il Turismo sono:

Lingue e letteratura italiana

Lingua e letteratura straniera

Economia per il turismo

Economia e commercio

Mercati e gestione d’impresa

Scienze politiche

Interpreti e traduttori

Giurisprudenza (con indirizzo internazionale)

Architettura

Dams

Arte e spettacolo

Scienza della comunicazione

Specializzazioni post-diploma

Corsi I.F.T.S.

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Percorso formativo del Tecnico per il Turismo

Discipline/ Anno di frequenza V

Religione/Attività alternative 1 s.o.

Italiano 4 s.o.

Storia 2 o.

Lingua straniera 1 a - b – c 3 s.o.

Lingua straniera 2 b – c 3 s.o.

Lingua straniera 3 d 3 s.o.

Arte e territorio 2 o.

Matematica e Informatica 3 s.o.

Laboratorio fisica/chimica o.p.

Scienze della natura e d. terra o.p.

Geografia del turismo 2 o.

Economia aziendale o.

Discipline turistiche e aziendali 4 s.o.

Diritto ed Economia o.

Diritto e Legislazione turistica 3 o.

Trattamento di testi e dati p.

Sc. motorie e sportive 2 p.

totale ore settimanali 32

numero discipline per anno 12

Legenda: O= orale S= scritto

P= pratico G= grafico

Note:

a. quella studiata nella scuola media b. una delle due lingue straniere quinquennali deve essere inglese c. di cui un'ora di co-presenza con Esperto di madrelingua in seconda, terza, quarta e quinta classe LIX/C d. di cui un'ora di co-presenza con Esperto di madrelingua nelle tre classi

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FINALITA' DELL’INDIRIZZO

Il Tecnico per il Turismo è un indirizzo di recente istituzione dell’I.I.S. “Fazzini –Mercantini”.

È nato nel 2000, con l’intento di formare figure professionali che possano soddisfare la sempre

crescente domanda di lavoro di un territorio a forte vocazione turistica. La scuola è ubicata, infatti,

nel Piceno, la prima provincia turistica delle Marche, ed è ai confini con San Benedetto del Tronto,

la prima città turistica della nostra regione e grande bacino d’utenza dell’istituto stesso.

Il percorso formativo vuole rispondere alla richiesta di figure sempre più in grado di sviluppare

appieno le potenzialità del settore turistico sia dal punto di vista dell’accoglienza che dell’offerta

con progetti specifici di valorizzazione delle risorse locali.

PROFILO PROFESSIONALE DEL DIPLOMATO

Il diplomato opera nel settore della produzione, commercializzazione ed effettuazione dei

servizi turistici, all'interno di aziende private e di Enti pubblici (Aziende di Promozione Turistica,

Assessorati al Turismo di Regioni e Provincie), ed ha come interlocutori:

gli utenti finali dei servizi stessi

i soggetti istituzionali

altri soggetti operanti nel settore (agenti di viaggio, pubblicazioni specializzate, mezzi di

comunicazione sociale)

altri fornitori di servizi connessi (ricettività, ristorazione, trasporti, Beni culturali)

Si occupa sia di turismo di accoglienza sia di turismo in uscita, in Italia ed all'estero, con particolare

riguardo ai Paesi Europei e del bacino mediterraneo.

a) Attività

Il diplomato, pertanto, svolge:

analisi di medio livello del mercato turistico;

individuazione di risorse turistiche da valorizzare;

pianificazione di medio livello per una corretta utilizzazione turistica del territorio;

programmazione e coordinamento attuativo di campagne stagionali di produzione per piccole e

medie aziende turistiche;

pubblicizzazione del prodotto turistico dell'azienda di appartenenza;

promozione sviluppo di forme di turismo sociale (giovani, terza età, …);

coordinamento e promozione di cooperative di giovani operatori per la valorizzazione di

particolari risorse naturali e culturali;

progettazione operativa di programmi di viaggio;

vendita del prodotto turistico dell'azienda di appartenenza ad altre aziende ed utenti singoli;

organizzazione di viaggi a domanda;

coordinamento dei servizi connessi (trasporti, ristorazione, attività ricreative e culturali, ecc.), in

raccordo operativo con i rispettivi fornitori;

coordinamento intermedio della segreteria dei congressi, nazionali ed internazionali;

coordinamento attività di animazione (villaggi turistici, crociere);

rapporti con altre organizzazioni turistiche, pubbliche e private, operanti in Italia;

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rapporti con altre organizzazioni turistiche, pubbliche e private, operanti all'estero.

b) Abilità operative

Nella quotidiana pratica del lavoro di ufficio, il diplomato è altresì in grado di:

svolgere conversazioni telefoniche in lingua straniera;

comunicare verbalmente e direttamente in lingua straniera;

redigere corrispondenza commerciale corrente in Italiano ed in altre lingue;

operare traduzioni scritte di contenuto turistico da ed in lingua straniera;

prendere appunti di conversazione in italiano ed in lingua straniera;

interagire con persone di altre nazionalità nell'ambito professionale di competenza, avendo

conoscenza e consapevolezza dei rispettivi codici culturali e utilizzandoli nel modo più

opportuno;

adattarsi con flessibilità e rapidità a situazioni nuove.

c) Atteggiamenti relazionali

Poiché il lavoro turistico presuppone per definizione il rapporto con altre persone, appartenenti a

contesti culturali spesso molto diversi fra loro, la sua formazione dovrà altresì porre il diplomato in

grado di:

comportarsi in modo corretto e disponibile nei confronti degli altri;

avere la capacità di coglierne problemi ed aspettative;

gestire con disinvoltura i rapporti interpersonali;

mettere in atto tecniche di comunicazione adeguate al contesto, all'interlocutore ed alla

situazione;

rispettare le opinioni altrui;

interagire con le persone senza pregiudizi o filtri di carattere affettivo o culturale.

d) Competenze professionali

Per assicurare tali funzioni e prestazioni il diplomato deve possedere:

competenze di marketing:

essere in grado di osservare il fenomeno turistico ed elaborare programmi di rivelazione della

domanda e delle aspettative dell'utenza, attuale o potenziale;

competenze di progettazione:

essere in grado di definire obiettivi di breve e medio periodo, individuare le risorse necessarie

allo scopo, valutare i diversi andamenti;

competenze di consulenza:

essere in grado di trattare con il pubblico, orientarne le scelte, assistere gli utenti durante

l'attività turistica (itinerari, attività ricreative e culturali, …);

competenze relazionali:

essere in grado di facilitare le relazioni interpersonali, sia nella fase di costruzione dell'offerta

che in quella di gestione operativa dei gruppi turistici (animazione culturale, ludico - espressiva,

etc.);

competenze di comunicazione:

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essere in grado di utilizzare le lingue straniere (produzione e comprensione scritta e orale), sia

nel rapporto diretto con l'utenza o con interlocutori professionali stranieri, sia a fini di studio,

documentazione ed aggiornamento professionale;

competenze di documentazione:

essere in grado di documentarsi e documentare gli altri, accedere a basi di informazione,

utilizzare il computer a fini di produzione, ricerca ed elaborazione dei dati.

e) Ambiti e tempi della formazione

Per arrivare al livello di competenza sopra descritto, il diplomato avrà acquisito all'interno del

corso di studi gli elementi di conoscenza ed il sistema di relazioni richiesti, anche se non tutti

necessariamente sviluppati fino al livello di compiuta terminalità.

Successivamente al completamento del periodo di studi superiori, egli potrà frequentare

eventuali corsi post-diploma per finalizzare in modo più accentuato la propria preparazione in

specifici settori operativi.

Anche in assenza di tali opportunità, il diplomato potrà inserirsi nel mondo del lavoro, per

accedere al quale egli è comunque in possesso delle conoscenze e delle abilità necessarie già alla

conclusione del quinquennio proposto.

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI DEL DIPLOMATO

-Tecnico per la promozione turistica in aziende turistiche Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico presso gli Assessorati al turismo regionali –provinciali e

comunali Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico turistico nelle agenzie di viaggio Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico per le agenzie produttrici di beni e servizi per l’estero Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico per guide turistiche Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico turistico per la valorizzazione e la conoscenza del territorio dal

punto di vista ambientale e storico-archeologico Nessuna formazione

aggiuntiva

-Coordinatore in attività di animazione in villaggi turistici e crociere Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico coordinatore delle organizzazioni di Congressi nazionali e

internazionali Nessuna formazione

aggiuntiva

-Tecnico consulente delle associazioni imprenditoriali operanti nel settore

del turismo e del commercio con l’estero Nessuna formazione

aggiuntiva

-Interprete presso tutti i settori dell’impiego pubblico e privato Nessuna formazione

aggiuntiva

-Professione di hostess e steward Con breve corso post-

diploma

Il diplomato Tecnico per il turismo ha accesso a tutti i corsi di laurea di primo livello e

specialistici tra cui, quelli più congeniali, risultano essere:

1) Lingua e letteratura straniera;

2) Economia per il turismo;

3) Giurisprudenza con Indirizzo internazionale.

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Capitolo quarto

Finalità, obiettivi cognitivi e

logico/operativi del triennio del vecchio

ordinamento

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1. Finalità e obiettivi del triennio del vecchio ordinamento

TRIENNIO DEI VECCHI ORDINAMENTI

a) Area linguistico-espressiva

FINALITÀ

Potenziare le capacità comunicative orali e scritte riferite sia ai testi propri dell’ambito

professionale, sia più in generale alla vita sociale ed alla maturazione personale.

Promuovere l’attitudine all’autoformazione permanente, attraverso la capacità di

apprendere in modo autonomo.

Agevolare una comprensione interculturale estesa ad aspetti complessi di altre civiltà e

culture per poterne apprezzare le differenze.

Affinare il gusto e la sensibilità e stimolare la curiosità verso espressioni culturali ed

artistiche.

Acquisire la disposizione a fruire del testo letterario a diversi livelli: informativo,

emotivo, cognitivo, estetico.

Acquisire la capacità di storicizzare un testo inserendolo in una rete di relazioni

orizzontali e verticali e l’attitudine a misurarsi con la complessità di tali relazioni.

Acquisire un orientamento storico generale.

Saper ricostruire la complessità del fatto storico attraverso l’individuazione di rapporti

tra particolare e generale, tra soggetti e contesti.

Consolidare l’attitudine a problematizzare ed effettuare collegamenti correlando le

conoscenze acquisite anche in altre aree disciplinari.

Acquisire la consapevolezza che lo studio del passato oltre a dare conoscenze di un

patrimonio comune è fondamento per la comprensione del presente e della sua

evoluzione.

OBIETTIVI

Gli obiettivi del triennio si pongono in linea di continuità con quelli del biennio soprattutto

riguardo l’ulteriore potenziamento delle abilità linguistiche ed espressive e si caratterizzano

per i livelli di maggiore complessità e di più ampia articolazione. Essi sono:

Comunicare in modo corretto, coerente, efficace utilizzando appropriati linguaggi.

Saper produrre testi di vario tipo.

Comprendere testi con la padronanza dei relativi linguaggi specialistici.

Acquisire selettivamente, raccogliere, ordinare informazioni da testi diversi.

Saper problematizzare e correlare le conoscenze acquisite.

Conoscere le linee generali dello sviluppo storico e storico-letterario.

Individuare e descrivere analogie e differenze, continuità e rottura tra i fenomeni.

b) Finalità generali dell’area tecnico-professionale

TRIENNIO

Fornire le capacità di effettuare scelte significative in situazioni complesse.

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Analizzare logicamente, astrarre ed orientarsi di fronte ad un problema mediante

l’utilizzazione di strumenti concettuali.

Acquisire una formazione equilibrata e sensibile ai grandi temi civili.

Acquisire nuovi codici linguistici e competenze nell’uso del linguaggio tecnico–

giuridico.

Acquisire capacità di inquadrare e interpretare specifiche problematiche professionali

dal punto di vista giuridico.

Sviluppare la comprensione delle interdipendenze di tutti i fenomeni, all’interno di un

quadro ambientale.

Sviluppare l’educazione ai principi dell’organizzazione del territorio.

Riconoscere, descrivere e rappresentare le caratteristiche fondamentali che definiscono

l’ambiente e non, dal punto di vista formale, costruttivo, storico ed estetico.

OBIETTIVI TRASVERSALI

Elaborare dati e rappresentarli in modo efficace al fine di favorire processi decisionali.

Documentare adeguatamente il proprio lavoro.

Comunicare efficacemente, utilizzando appropriati linguaggi tecnici.

Sviluppare le capacità per un approccio realistico ai problemi dell’area formativa.

Analizzare situazioni e rappresentarle con modelli funzionali ai problemi da risolvere.

Interpretare in modo sistematico strutture e dinamiche del contesto in cui si opera.

Effettuare scelte e prendere decisioni, ricercando ed assumendo le informazioni

opportune.

2. L’area di progetto

L’Area di Progetto è un progetto di ricerca che si sviluppa nel corso del triennio e si

conclude nel 5° anno con un documento (a stampa, multimediale etc.) individuale o di gruppo sulla

problematizzazione e valutazione critica di tematiche che coinvolgano in modo interdisciplinare le

conoscenze e le competenze acquisite. Esse vengono individuate dal Consiglio di Classe o

concordate dagli allievi con il docente coordinatore dell’attività. L'area di progetto è un'esperienza

di didattica attiva realizzata per sviluppare negli studenti capacità operative di scelta, organizzative

e relazionali.

Orizzonte culturale di riferimento

Partendo dalle precedenti finalità elaborate collegialmente e accogliendo l’invito ad

abbandonare il tradizionale ruolo di trasmettitori di cultura per assumere il ruolo di produttori

(almeno nell’Area di Progetto), su tutti i corsi si avvia un lavoro su un tema comune che unisce

docenti e alunni in una concreta collaborazione interdisciplinare.

Gli alunni, coordinati dai docenti delle discipline coinvolte nel progetto, si cimentano in una

autonoma attività di ricerca che metta in evidenza le loro capacità di problematizzare e esprimere

giudizi. Volendo seguire una metodologia di ricerca il più possibile scientifica e al riparo dalla

facile tentazione di assolutizzare tesi e di accoglierle acriticamente senza supporti verificabili, si è

elaborata come guida dei percorsi la seguente struttura:

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a) individuazione di un problema (che non è mera scelta di argomenti).

b) momento euristico nelle due forme di:

1. RICERCA SUL CAMPO progettata e realizzata dalla intera classe

2. RICERCA SUI TESTI per la realizzazione di percorsi di approfondimento individuali o di

gruppo.

La ricerca sul campo segue l’itinerario metodologico tradizionale.

La ricerca sui testi segue un percorso flessibile così articolato:

1. Presentazione del problema (sintetica rappresentazione del problema che l’alunno intende

affrontare)

2. Storicizzazione del problema (facoltativo)

3. Raccolta di dati (raccolta di frammenti di testi o di riviste introdotti da schede che mettano in

evidenza le tesi degli autori di riferimento e i percorsi scientifici seguiti per supportare le tesi)

4. Implicazioni metodologiche e didattiche (implicazioni pedagogiche)

5. Glossario (chiarimenti terminologici e prospettive teoriche di riferimento).

La precedente struttura vuole soltanto suggerire delle tappe da rispettare, ma il lavoro è

flessibile e deve soltanto caratterizzarsi per il riconoscimento di un problema, per la ricerca

bibliografica, per l’incontro personale con i testi che non forniscono necessariamente conclusioni,

ma semmai rilanciano problemi ulteriori.

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Capitolo quinto

Comportamenti comuni: indicazioni per

i Consigli di Classe

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Comportamenti comuni: indicazioni per i Consigli di Classe

Il Consiglio di Classe, definendo i comportamenti comuni da parte dei docenti, consente di

ottenere migliori risultati nel processo di apprendimento dell’allievo, in quanto il comportamento

del docente suscita sempre particolari esperienze socio/emotive, di significato promozionale o

ostacolante negli alunni.

I criteri di scelta delle metodologie non devono, tuttavia, prescindere da considerazioni relative

alla:

validità e specificità (in funzione di un corretto conseguimento degli obiettivi)

essenzialità (in funzione di apprendimento, teorico e pratico, concreto e finalizzato)

chiarezza (in funzione di un più facile apprendimento da parte di tutti)

significatività (in funzione dei reali bisogni degli studenti e delle reali esigenze conoscitive)

COMPORTAMENTI COMUNI:

1) Mantenere la massima trasparenza nella programmazione e nei criteri di valutazione (il

docente in sostanza deve rendere sempre partecipe la classe di quel che ogni alunno sta

facendo e di come venga valutato il proprio lavoro).

2) Favorire la partecipazione attiva degli alunni e incoraggiare la fiducia nelle proprie

possibilità, rispettando comunque la specificità individuale del modo di apprendere.

3) Non “demonizzare” l’errore, ma accettarlo e utilizzarlo per modificare i comportamenti

dell’allievo.

4) Creare un clima di affettività positiva.

5) Essere disponibili al dialogo.

6) Utilizzare metodologie e strumenti diversificati e funzionali agli obiettivi da raggiungere,

ad esempio:

a) Metodi:

Problem solving e discussione come punto di partenza dell’attività didattica

Gradualità dell’intervento educativo (percorsi modulari)

Analisi testuale

Processo induttivo e deduttivo

Ricerca e/o attività di laboratorio

Ricerca-azione

Sperimentazione pratica

Lavori individuali e di gruppo

Learning by doing

Cooperative learning

Peer education

Stage

Lezione dialogica e partecipativa

Attività di recupero e/o approfondimento

Interventi individualizzati

Alternanza Scuola/Lavoro

b) Mezzi e strumenti:

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Mezzi di comunicazione di massa

Sussidi audiovisivi e multimediali

Materiale scientifico e tecnico-pratico

Strumenti di laboratorio

Materiale cartaceo

Attrezzature specifiche

Laboratori ed aule speciali

7) Correggere gli elaborati scritti in tempi tali da favorire il processo di autovalutazione dello

studente.

8) Dare immediata comunicazione allo studente dell’esito della prova orale.

9) Esigere la puntuale esecuzione dei compiti.

10) Pretendere rispetto nei confronti delle persone che lavorano dentro la scuola, dell’ambiente

esterno e dei beni comuni.

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Capitolo sesto

La valutazione

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1. Momenti e tipi della valutazione

Iniziale verifica dei livelli di partenza

In itinere o intermedia valutazione formativa con funzione diagnostica

Finale valutazione sommativa

2. Gli elementi della valutazione

Gli elementi che concorrono in un giudizio di valutazione sono:

Elementi relativi all’apprendimento:

a) La qualità e la quantità delle conoscenze acquisite

b) La capacità di esporre quanto è stato appreso in modo corretto

c) Capacità di applicare le proprie conoscenze.

Elementi relativi agli aspetti relazionali:

a) Disponibilità dell’allievo.

b) Impegno dell’allievo.

c) Capacità di lavorare in gruppo.

d) Risposta agli stimoli.

Elementi riguardanti le caratteristiche degli allievi (extrascolastiche)

a) Fattori ambientali.

b) Condizioni socio-culturali.

c) Capacità e abilità legate ad esperienze non scolastiche.

Questi gruppi di elementi concorrono a determinare la qualità del giudizio di valutazione in

modo tutt’altro che uniforme e costante. Il contenuto della valutazione cambia a seconda del

prevalere nel giudizio di elementi appartenenti ad uno dei tre gruppi indicati.

Per evitare che insegnanti di diverse discipline, valutino in modi diversi, occorre che la

valutazione diventi attendibile e “oggettiva”, ossia occorre che i criteri di giudizio siano

esplicitamente descritti.

3. Valutazione formativa

La valutazione, tesa a confrontare i risultati previsti con quelli ottenuti, consente un

riadattamento ed un eventuale intervento sull’attività didattica e può avvalersi di diversi strumenti.

Le prove sono orali, scritte, pratiche e grafiche. L’insegnante decide in anticipo sia il metodo

per rilevare e valutare le risposte sia le conoscenze e le abilità che dovranno essere accertate.

Per l’interrogazione orale si ritiene che l’allievo ha superato la prova se:

si è espresso in modo chiaro e corretto e con una accettabile proprietà lessicale

ha dimostrato di possedere le nozioni essenziali dell’argomento-oggetto di verifica

ha realizzato sull’argomento oggetto di verifica un discorso organico e coerente

ha svolto approfondimenti di carattere professionale.

Per la verifica scritta si tiene conto dei seguenti elementi:

correttezza formale

chiarezza nell’esposizione del contenuto

ricchezza del contenuto

rispondenza tra proposte e svolgimento

organicità dello sviluppo dell’argomento

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originalità nella trattazione dell’argomento

Per la verifica pratico-grafica si tiene conto dei seguenti elementi:

conoscenza della strumentazione di uso corrente disponibile nei laboratori

uso corretto della strumentazione in funzione del tipo di esperienza da effettuare

rilevazione e registrazione esatte dei dati dell’esperienza

interpretazione dei dati e delle osservazioni rilevate.

Le prove strutturate, che mirano a verificare il raggiungimento di particolari obiettivi, si

articolano in singoli esperimenti che possono essere di vario tipo:

risposte a questionari

elaborazioni progettuali

risoluzione dei problemi con metodi matematici

esposizione di conoscenze in lingua italiana o in lingua straniera

prove pratiche di laboratorio.

4. Valutazione sommativa

La valutazione sommativa scaturisce come sintesi di una serie di controlli e misurazioni del

processo di apprendimento e di osservazioni generali sull’allievo, costituendo una sorta di bilancio

complessivo che ne evidenzia la crescita culturale e umana.

Il voto unico delle singole prove e di fine trimestre/pentamestre viene espresso in decimi e non è

soltanto la risultanza della media delle singole prove di verifica, ma esprime anche “la tendenza”

rispetto ai diversi obiettivi, i quali assumeranno un peso diverso a seconda delle prove in oggetto e

dell’alunno in esame.

La valutazione finale tiene conto delle varie prove effettuate, delle capacità intellettuali, delle

abilità produttive e critiche, nonché dell’impegno, della partecipazione, del metodo di studio e della

progressione formativa e culturale senza tuttavia prescindere dal raggiungimento degli obiettivi

minimi prefissati nell’ambito di ciascuna disciplina.

5. Gli strumenti della valutazione

Gli strumenti di valutazione devono avere alcune proprietà quali la misurazione oggettiva, ossia

indipendente dalla valutazione soggettiva dell’insegnante, e l’individuazione degli obiettivi specifici

che si vogliono misurare. Nell’ambito della prima riunione per discipline, sulla base della

programmazione di classe e curricolare, sono definite le griglie di misurazione/valutazione

(strumenti) in relazione agli obiettivi cognitivi indicati nel capitolo terzo di questa parte.

In generale, le prove saranno predisposte secondo le seguenti tipologie:

a) le prove non strutturate

Le interrogazioni e in generale tutte le verifiche tradizionali prevedono una misurazione

dipendente dall’insegnante. Queste verifiche, tuttavia, possono assumere una certa “oggettività”

mediante l’uso di una “griglia di correzione” con espressi i criteri da applicare nel momento della

valutazione.

b) le prove strutturate

Le prove strutturate stimolano gli allievi a fornire risposte più mirate e garantiscono un maggiore

livello di oggettività. Esse necessitano di una griglia che esprima i criteri di assegnazione dei punti.

6. I criteri di misurazione/valutazione degli apprendimenti

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CRITERI DI VALUTAZIONE BIENNIO-TRIENNIO

Griglia di corrispondenza livelli di misurazione/valutazione degli apprendimenti

Voto /10 CONOSCENZE

COMPETENZE CAPACITA’

1 Non espresse Non evidenziate Non attivate

2 Molto frammentarie Non riesce ad utilizzare le scarse

conoscenze

Non sa rielaborare

3 Frammentarie e

piuttosto lacunose

Non applica le conoscenze minime

anche se guidato. Si esprime in

modo scorretto ed improprio

Gravemente compromesse

dalla scarsità delle

informazioni

4 Lacunose e parziali Applica le conoscenze minime se

guidato. Si esprime in modo

improprio

Controllo poco razionale

delle proprie acquisizioni

5 Limitate e

superficiali

Applica le conoscenze con

imperfezione, si esprime in modo

impreciso, compie analisi parziali

Gestisce con difficoltà

situazioni semplici

6 Sufficienti rispetto

agli obiettivi minimi

ma non

approfondite

Applica le conoscenze senza

commettere errori sostanziali. Si

esprime in modo semplice ma

corretto. Sa individuare elementi di

base e li sa mettere in relazione

Rielabora

sufficientemente le

informazioni e gestisce

situazioni semplici.

7 Ha acquisito

contenuti sostanziali

con alcuni

riferimenti

interdisciplinari o

trasversali

Applica autonomamente le

conoscenze anche a problemi più

complessi ma con imperfezioni..

Espone in modo corretto e

linguisticamente appropriato.

Compie analisi coerenti.

Rielabora in modo corretto

le informazioni e sa gestire

le situazioni nuove.

8 Ha acquisito

contenuti sostanziali

con alcuni

approfondimenti

interdisciplinari o

trasversali

Applica autonomamente le

conoscenze anche a problemi più

complessi. Espone con proprietà

linguistica e compie analisi corrette

Rielabora in modo corretto

e significativo

9 Organiche,

articolate e con

approfondimenti

autonomi

Applica le conoscenze in modo

corretto ed autonomo anche a

problemi complessi. Espone in

modo fluido ed utilizza linguaggi

specifici. Compie analisi

approfondite ed individua

correlazioni precise

Rielabora in modo

corretto, critico ed esercita

un controllo intelligente

delle proprie acquisizioni

10 Organiche,

approfondite ed

ampie

Applica le conoscenze in modo

corretto ed autonomo, anche a

problemi complessi e trova da solo

soluzioni migliori. Espone in modo

fluido utilizzando un lessico ricco ed

appropriato

Sa rielaborare

correttamente ed

approfondire in modo

autonomo e critico

situazioni complesse con

originalità e creatività. Ha

attuato il processo di

interiorizzazione

7. I criteri di misurazione/valutazione del comportamento

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GRIGLIA DI CORRISPONDENZA LIVELLI DI MISURAZIONE/VALUTAZIONE DELLA CONDOTTA

BIENNIO E TRIENNIO

Il Collegio dei Docenti, nella seduta del 19/05/2009, ha deliberato la seguente tipizzazione del voto di condotta ai sensi

della Legge di conversione n. 169 del 30/10/2008, dell’O.M. 40 del 08/04/2009 e della Circolare n. 46 del 07/05/2009 VOTO INDICATORI DESCRITTORI

10 frequenza assidua alle lezioni e alle attività integrative, di recupero e/o potenziamento e alle iniziative

extracurricolari e/o extrascolastiche, nessun ritardo o uscita anticipata o rari ritardi e/o

uscite anticipate.

comportamento corretto, propositivo, collaborativo, costruttivo.

Rispetto esemplare ed interiorizzazione personale del Patto educativo e del Regolamento di

Istituto; comportamento che esprime piena coscienza dello status di alunno e consapevole

assunzione di proprie responsabilità nella vita della Scuola, con attivo esercizio del ruolo;

accurato rispetto per le persone e per le cose comuni; continuo perseguimento dei valori

democratici e costante cura della legalità nelle espressioni della componente studentesca;

ricerca di soluzioni praticabili e condivise nei problemi di convivenza, fattiva

collaborazione con le altre componenti scolastiche; vigile cura e difesa attiva degli attori

scolastici più deboli.

partecipazione interessata, responsabile, costruttiva, critica, creativa nel dialogo educativo; collaborativa

alla vita della comunità scolastica.

impegno notevole; cura, assiduità, completezza e autonomia nei lavori assegnati.

sanzioni Nessuna sanzione disciplinare

9 frequenza assidua alle lezioni e alle attività integrative, di recupero e/o potenziamento e alle iniziative

extracurricolari; nessun ritardo o uscita anticipata o rari ritardi e/o uscite anticipate

comportamento

corretto, responsabile.

Lodevole rispetto del Patto educativo e del Regolamento di Istituto; comportamento che

esprime marcata consapevolezza dello status di alunno e assunzione di proprie

responsabilità nella vita della Scuola, con attivo esercizio del ruolo; accurato rispetto per le

persone e per le cose comuni; costante perseguimento dei valori democratici e attenzione

alla legalità nelle espressioni della componente studentesca; fattiva collaborazione con le

altre componenti scolastiche nella soluzione dei problemi della Scuola; attenzione e cura

attiva degli attori scolastici più deboli.

partecipazione attenta, responsabile, collaborativa; interazione corretta ed equilibrata con compagni e

docenti.

impegno soddisfacente; diligente cura e completezza nei lavori assegnati, rispetto delle consegne.

sanzioni nessuna sanzione disciplinare

8 frequenza sporadiche assenze, rari ritardi e/o uscite anticipate

comportamento corretto, rispettoso delle regole, abbastanza responsabile; diligente rispetto del Patto

educativo e del Regolamento di Istituto; comportamento che esprime consapevolezza dello

status di alunno e attivo esercizio del proprio ruolo nella vita della comunità scolastica;

attento rispetto per le persone e per le cose comuni; perseguimento dei valori democratici e

rispetto della legalità nelle espressioni della componente studentesca; tendenza alla

collaborazione con le altre componenti scolastiche nella soluzione dei problemi della

Scuola; attenzione alle esigenze degli attori scolastici più deboli.

partecipazione attenta, recettiva, sollecitata; interazione corretta con compagni e docenti.

impegno diligente; consegna puntuale dei lavori assegnati.

sanzioni ammonizioni verbali +1 ammonizione scritta di grado lieve.

7 frequenza sporadiche assenze, qualche ritardo e/o uscita anticipata

comportamento corretto, rispettoso delle regole; adeguato rispetto del Patto educativo e del Regolamento di

Istituto; comportamento che esprime consapevolezza dello status di alunno e pratica

quotidiana di tutti i fondamentali doveri correlati; discreto rispetto per le persone e per le

cose comuni; adesione ai valori democratici e rispetto della legalità nelle espressioni della

componente studentesca; considerazione delle altre componenti scolastiche nella soluzione

dei problemi della Scuola; considerazione e rispetto delle esigenze degli attori scolastici più

deboli.

partecipazione recettiva, sollecitata; interazione abbastanza corretta con compagni e docenti.

impegno diligente ; consegna abbastanza puntuale dei lavori assegnati.

sanzioni ammonizioni verbali e scritte

6 frequenza frequenti/numerose assenze, ritardi e/o uscite anticipate (salvo casi certificati)

comportamento poco controllato, non sempre corretto; accettabile rispetto delle norme fondamentali del

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140

Patto educativo e del Regolamento di Istituto, ma con reiterata infrazione delle regole

‘ordinarie’ (ritardi sistematici, uscite dall’aula senza permesso; rinvii nella giustificazione

di assenze e ritardi; uso improprio degli spazi e delle strutture scolastiche); episodico

mancato rispetto della dignità della persona (offesa verbale non grave nei confronti di un

attore scolastico; bisticcio ‘banale’ tra alunni, con assenza di percosse); comportamento

che esprime labile consapevolezza dello status di alunno e/o episodico mancato rispetto dei

fondamentali doveri correlati; piccoli danneggiamenti, dovuti ad incuria e non miranti ad

attentare al normale svolgimento della vita scolastica; episodico atteggiamento di

prevaricazione e/o di ‘nonnismo’nei confronti dei compagni oppure di maleducata

insofferenza nei confronti di un operatore scolastico nel normale esercizio delle proprie

funzioni.

partecipazione selettiva, recettiva e/o passiva, dispersiva, qualche volta di disturbo e/o saltuaria.

impegno accettabile, selettivo, limitato.

sanzioni Ammonizioni verbali e scritte;

Provvedimento disciplinare secondo il D.P.R. 235/2007 e il Regolamento di Istituto

5 frequenza Irregolare; assenze strategiche, ritardi e uscite anticipate mirati e non adeguatamente

giustificati

comportamento Scorretto, con scarso rispetto delle regole, delle persone, delle cose e dell’ambiente.

Reiterata infrazione delle norme del Pec e del Regolamento di Istituto. Ruolo negativo

all’interno del gruppo-classe. Atteggiamento irresponsabile durante le attività didattiche

svolte al di fuori dell’Istituto.

Comportamenti recidivi che violano la dignità ed il rispetto della persona umana (violenza

privata, minaccia verbale grave, percosse, ingiurie e calunnie infamanti, reati di natura

sessuale) e/o che implicano pericolo per l’incolumità fisica degli attori scolastici (incendio,

allagamento, distribuzione di sostanze tossiche o stupefacenti); atti di grave violenza che

compromettono la civile convivenza (danneggiamenti vandalici, miranti ad attentare al

normale svolgimento della vita scolastica; aggressione fisica nei confronti di un operatore

scolastico nel normale esercizio delle proprie funzioni; atteggiamenti reiterati di

prevaricazione e/o di ‘bullismo’ nei confronti dei compagni con presenza di ricatti, minacce

gravi o taglieggiamenti); comportamenti di particolare gravità tali da determinare

apprensione a livello sociale (propaganda diretta all’esercizio dell’illegalità e dell’odio e/o

incitazione all’uso della violenza sulla base di motivazioni razziali, ideologiche o religiose).

partecipazione inadeguata al dialogo educativo, scarsa motivazione; grave e frequente atteggiamento di

disturbo per la classe e insensibilità ai richiami

impegno Non rispettoso dei tempi di consegna dei lavori e delle esercitazioni assegnati;

inadempiente nello svolgimento dei compiti.

sanzioni sospensioni di più giorni per infrazioni gravi reiterate.

Cfr. Parte I del Regolamento Interno art.1 commi f) e g):

f) sospensione con o senza obbligo di frequenza fino a 10 giorni per infrazioni gravi e

frequenti (es.: videoriprese a fini illeciti, offese gravi all’integrità fisica e morale della

persona, danneggiamenti ripetuti, etc. Provvedimento del Consiglio di Classe);

g) sospensione con o senza obbligo di frequenza fino a quindici giorni per infrazioni

molto gravi e ricorrenti (es.: uso di sostanze alcoliche o stupefacenti all’interno

dell’edificio, nel cortile, durante viaggi di istruzione o visite guidate, atti di nonnismo/

bullismo, etc. Provvedimento del Consiglio di Classe)

<5 frequenza scarsa, scarsa puntualità e scarso rispetto dell’orario scolastico

comportamento Atteggiamenti delinquenziali rilevanti sotto il profilo morale. Stesse tipologie descritte

nell’indicatore omologo del campo precedente, con l’aggravante della premeditazione,

della organizzazione in bande e/o della particolare natura delle vittime del comportamento

illecito (organizzazione e/o partecipazione a bande per condurre attività illegali all’interno

della scuola o direttamente finalizzate ad impedire il normale funzionamento della vita

scolastica; agguato di gruppo e/o aggressione premeditata di operatori scolastici; violenza

o sopraffazione di gruppo a danno di coetanei disabili o portatori di handicap).

partecipazione Inesistente; scarsa motivazione; grave e frequente atteggiamento di disturbo per la classe e

insensibilità ai richiami

impegno Scarso; Non rispettoso dei tempi di consegna dei lavori e delle esercitazioni assegnati;

inadempiente nello svolgimento dei compiti.

sanzioni Cfr. Parte I del Regolamento Interno art.1 comma h)

h) sospensione per più di quindici giorni quando siano stati commessi reati che violano la

dignità e il rispetto della persona umana o vi sia pericolo per l’incolumità delle persone o

quando la situazione di pericolo perdura (Provvedimento del C. d.I.)

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8. Criteri di valutazione negli scrutini finali

Criteri di ammissione alla classe successiva e all’esame conclusivo

Si è promossi con tutte le valutazioni positive.

Nessun voto può essere inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline

valutate con l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente; il voto di comportamento non può essere inferiore a sei decimi. Il voto di comportamento,

concorre, nello stesso modo dei voti relativi a ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate

con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente, alla determinazione della

media M dei voti conseguiti in sede di scrutinio finale di ciascun anno;

la frequenza deve essere di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato.

L’assiduità della frequenza (valutabile in relazione ai giorni di assenza, ai ritardi, alle uscite

anticipate) concorre alla valutazione della condotta. ATTENZIONE: non si possono superare 50

giorni di assenza (esattamente ¼ dell’orario annuale personalizzato) pena la non promozione

(art.14, comma 7 del D.P.R. 122/2009). Le istituzioni scolastiche possono stabilire motivate e

straordinarie deroghe al suddetto limite. Tale deroga è prevista per assenze documentate e

continuative, a condizione, comunque, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del consiglio

di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni interessati. Il mancato

conseguimento del limite minimo di frequenza, comprensivo delle deroghe riconosciute, comporta

l’esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva .

In presenza di valutazioni negative, il Collegio dei Docenti nella seduta del 4 ottobre 2013 ha

deliberato i criteri da seguire per lo svolgimento degli scrutini finali, allo scopo di assicurare

omogeneità nelle decisioni di competenza dei singoli Consigli di Classe.

Nei confronti degli studenti che presentino un’insufficienza non grave in una o più discipline,

comunque non tale da determinare una carenza nella preparazione complessiva, il Consiglio di

Classe, prima dell’approvazione dei voti, sulla base di parametri valutativi stabiliti preventivamente,

procede ad una valutazione che tenga conto:

a) della possibilità dello studente di raggiungere gli obiettivi formativi e di contenuto propri

delle discipline interessate nei tempi e con le modalità stabilite dal Consiglio di Classe per accertare

il superamento delle carenze formative riscontrate (debito formativo);

b) della possibilità di seguire proficuamente il programma di studi dell’anno scolastico

successivo.

il Collegio dei Docenti, pertanto, al fine di assicurare omogeneità alle decisioni di competenza

dei singoli Consigli di Classe, stabilisce il seguente “criterio generale”:

per le classi prime, seconde, terze e quarte il numero delle insufficienze (voti pari a

“quattro” e “cinque”) non deve essere superiore a tre.

In tal caso si delibera il rinvio della formulazione del giudizio finale; il Dirigente Scolastico

comunica alla famiglia, per iscritto, le motivazioni delle decisioni assunte dal Consiglio di Classe

secondo la normativa vigente.

Fattispecie diverse rispetto a quelle sopra descritte, verranno valutate dai singoli Consigli di Classe

secondo i seguenti sub-criteri:

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142

Gli studenti che presentino fattispecie quantitative e qualitative peggiorative rispetto a quelle

elencate non verranno promossi alle classi successive; in tal caso il Dirigente Scolastico

comunica per iscritto alla famiglia le motivazioni delle decisioni assunte dal Consiglio di

Classe secondo la normativa vigente;

Gli studenti che presentino fattispecie con insufficienze quantitativamente meno numerose, ma

più negative, verranno valutati in relazione ai parametri indicati nei precedenti punti a), b);

Gli studenti che presentino fattispecie quantitativamente più numerose, ma meno negative

(solo dei “cinque”, quindi delle incertezze recuperabili senza particolari difficoltà), verranno

valutati in relazione ai parametri indicati nei precedenti punti a), b);

per le classi quinte:

viene applicata la norma prevista dal Regolamento sulla valutazione degli alunni (DPR 122/2009)

in base alla quale per l’ammissione all’esame di stato occorre la sufficienza in ogni disciplina

oltre che nel comportamento. Si cita in merito la Circolare n. 85, 15 ottobre 2009: “Sono ammessi

agli esami di Stato gli alunni dell’ultima classe che, nello scrutinio finale, conseguono una

votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con

l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non

inferiore a sei decimi (art.6, comma 1, D.P.R. 22 giugno 2009, n.122).

Appare, altresì, opportuno precisare che il voto di comportamento concorre alla determinazione dei

crediti scolastici (articolo 4, comma 2, D.P.R. 22 giugno 2009, n.122 )”.

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143

TABELLA ATTUALMENTE IN ADOZIONE

VALUTAZIONE DEL CREDITO SCOLASTICO

I.I.S. “Fazzini Mercantini” Grottammare Studente _________________________

(sostituisce la tabella prevista dall'articolo 11, comma 2 del D.P.R. 23 luglio 1998, n. 323, così come modificata dal D.M. n. 42/2007)

CREDITO SCOLASTICO classe 5^ a.s. 2013-2014 Media dei valori Banda di

oscillaz.

Punt.

Min. banda di oscillaz.

Punt.

agg. per valori da

5 a 9

Tot. credito

scolastico attribuito VALORI FORMATIVI VALORI

9<M≤10 8-9 8 attività Ente ore a.s. CREDITI FORMATIVI

O

ESPERIENZE SCOLASTICHE

(partecipazione alle attività

scolastiche ed integrative,

Aree di progetto o

Alternanza scuola-Lavoro,

IRC o Attività alternative

all’IRC)

8<M≤9 7-8 7 attività Ente ore a.s. Non realizzati 0

7<M≤8 6-7 6 attività Ente ore a.s. Realizzati 1

6<M≤7 5-6 5 attività ore a.s. Realizzati 2

M=6 4-5 4 attività ore a.s. Realizzati 3

Valori 1- 4 Punti 0

Valori 5 - 9 Punti 1

DECIMI DI

VOTO (della media dei voti)

0,1 – 0,2 – 0,3 1 0,4 – 0,5 – 0,6 2 0,7 – 0,8 – 1,0 3

BANDA DI OSCILLAZIONE

Suff./Discreto 0

Media dei voti Valori da 1 a 4

= punti

Valori da 5 a 9

= punti Classe a = punti Buono 1

CONDOTTA Ottimo 2 Eccellente 3

TOTALE VALORI 9

………................

………................

………................

………....................................

NOTA - M rappresenta la media dei voti conseguiti in sede di scrutinio finale di ciascun anno scolastico. Al fini dell’ammissione alla classe successiva e dell’ammissione

all’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione, nessun voto può essere inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l'attribuzione di

un unico voto secondo l'ordinamento vigente. Sempre ai fini dell’ammissione alla classe successiva e dell’ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione,

il voto di comportamento non può essere inferiore a sei decimi. Il voto di comportamento, concorre, nello stesso modo dei voti relativi a ciascuna disciplina o gruppo di

discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente, alla determinazione della media M dei voti conseguiti in sede di scrutinio finale di

ciascun anno scolastico. Il credito scolastico, da attribuire nell'ambito delle bande di oscillazione indicate dalla precedente tabella, va espresso in numero intero e deve

tenere in considerazione, oltre la media M dei voti, anche l'assiduità della frequenza scolastica, l'interesse e l'impegno nella partecipazione al dialogo educativo e

alle attività complementari ed integrative ed eventuali crediti formativi. Il riconoscimento di eventuali crediti formativi non può in alcun modo comportare il

cambiamento della banda di oscillazione corrispondente alla media M dei voti.

CREDITO SCOLASTICO classe 3^ 4^ a.s. 2013-2014 Media dei valori Banda di

oscillaz.

Punt.

Min. banda di oscillaz.

Punt.

agg. per valori da

5 a 9

Tot. credito

scolastico attribuito VALORI FORMATIVI VALORI

9<M≤10 7-8 7 attività Ente ore a.s. CREDITI

FORMATIVI O

ESPERIENZE SCOLASTICHE

(partecipazione alle attività

scolastiche ed integrative,

Aree di progetto o

Alternanza scuola-Lavoro,

IRC o Attività alternative

all’IRC)

8<M≤9 6-7 6 attività Ente ore a.s. Non realizzati 0

7<M≤8 5-6 5 attività Ente ore a.s. Realizzati 1

6<M≤7 4-5 4 attività ore a.s. Realizzati 2

M=6 3-4 3 attività ore a.s. Realizzati 3

Valori 1- 4 Punti 0

Valori 5 - 9 Punti 1

DECIMI DI

VOTO (della media dei voti)

0,1 – 0,2 – 0,3 1 0,4 – 0,5 – 0,6 2 0,7 – 0,8 – 1,0 3

BANDA DI OSCILLAZIONE

Suff./Discreto 0

Media dei voti Valori da 1 a 4

= punti

Valori da 5 a 9

= punti Classe a = punti Buono 1

CONDOTTA Ottimo 2 Eccellente 3

TOTALE VALORI 9

………................

………................

………................

……….............................

.......

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9. I criteri per l’attribuzione del credito scolastico e del credito

formativo per le classi 3^, 4^ e 5^ con riferimento all’esame di

Stato.

Il credito scolastico esprime la valutazione del grado di preparazione complessiva raggiunta da

ciascun alunno nell’anno scolastico in corso con riguardo al profitto (media dei voti), all’assiduità

della frequenza scolastica, all’interesse e all’impegno nella partecipazione al dialogo educativo

e alle attività scolastiche complementari ed integrative e a eventuali crediti formativi

(esperienze extra-scolastiche).

Tabella del Credito Scolastico (sostituisce la tabella prevista dall'articolo 11, comma 2 del D.P.R. 23 luglio

1998, n. 323, così come modificata dal D.M. n. 42/2007)

CLASSI TERZE E QUARTE

Candidati interni

Media dei voti Credito scolastico (Punti)

Classe terza Classe quarta Classe quinta

M = 6 3-4 3-4 4-5

6 < M ≤ 7 4-5 4-5 5-6

7 < M ≤ 8 5-6 5-6 6-7

8 < M ≤ 9 6-7 6-7 7-8

9 < M ≤ 10 7-8 7-8 8-9

Criteri di attribuzione del punteggio

A seguito di delibera del Collegio dei docenti chi è promosso a giugno accede al credito

spettante; chi invece è rinviato alla sessione estiva per sospensione di giudizio rimane al minimo

della banda dentro cui si inserisce.

a) Crediti formativi

Il D.M. 24/02/2000 n. 49 individua le esperienze che danno luogo all’acquisizione di crediti

formativi disponendo che gli stessi:

a) siano acquisiti fuori dalla scuola di appartenenza;

b) siano riferibili a settori/ambiti della società civile e culturale, in particolare:

attività culturali

attività artistiche

attività ricreative

attività di formazione professionale

attività di lavoro

attività relative all’ambiente, volontariato, solidarietà, cooperazione e sport

c) siano attestati dagli enti/associazioni con la dichiarazione del versamento dei contributi

previdenziali e assicurativi, l’indicazione dell’esperienza in sintesi, della durata, del nominativo

dello studente e del periodo in cui l’attività/esperienza è stata svolta (allegato 3);

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d) siano attestati dall’autorità diplomatica/consolare per i crediti formativi acquisiti all’estero e, se

riferite al settore linguistico, siano rilasciate secondo le disposizioni di cui al DM 24/02/2000 n. 49

e C.M. n. 117 del 14/04/2000;

In merito a ulteriori criteri, il collegio dei docenti, indica i seguenti:

e) le esperienze lavorative devono riferirsi ad attività svolte per almeno trenta giorni in un a.s.

f) le attività, ad eccezione di quelle lavorative, devono avere una durata uguale o superiore alle 10

ore;

g) le esperienze devono riferirsi all’anno scolastico in corso o al precedente anno scolastico

qualora il periodo dell’attività sia compreso tra giugno e la fine di agosto.

In merito alle attività che danno luogo all’acquisizione di crediti formativi, il collegio dei

docenti, introduce nello specifico anche le seguenti esperienze:

attività extrascolastica di tirocinio, hostess, steward, promozione turistica

attività di marketing e accoglienza

b) Esperienze scolastiche (progetti/attività di ampliamento dell’offerta formativa)

In merito, il Collegio dei docenti ritiene valutabili le attività extracurricolari che:

a) siano deliberate e comprese nel P.O.F.;

b) siano state frequentate per almeno 2/3 della durata stabilita;

c) siano attestate dai docenti referenti dell’attività con apposito modulo (allegato 4).

VALUTAZIONE IRC (INSEGNAMENTO RELIGIONE CATTOLICA) E DELLE ATTIVITÀ

ALTERNATIVE:

Ai fini dell’attribuzione del credito scolastico nell’ambito della banda di oscillazione, il

Consiglio di Classe tiene conto anche della partecipazione all’IRC e alle attività alternative all’IRC

avviate dalla Scuola sulle tematiche già oggetto di delibera collegiale (invito alla lettura, etica e

diritti umani, approfondimento culturale/letterario in lingua inglese e francese, approfondimento

nelle aree di progetto). Nel caso in cui l’alunno scelga di assentarsi dalla scuola per partecipare ad

iniziative formative in ambito extra scolastico, potrà far valere tali attività come crediti formativi

qualora presentino i requisiti previsti dal D.M. 49/2000. Le Attività Alternative all’insegnamento

della Religione Cattolica istituite per il corrente anno scolastico sono le seguenti:

A) Attività didattiche e formative

Approfondimento culturale/letterario e conversazione in lingua:

1) inglese; 2) francese (riservato al TUR); 3) tedesca (riservato al TUR); 4) spagnola (riservato

al TUR)

danno accesso al credito scolastico;

B) Attività di studio e/o ricerca individuale assistita da un docente

1) Approfondimento nelle aree di progetto; 2) Attività di studio disciplinare

danno accesso al credito scolastico;

C) Libera attività di studio e/o ricerca: non dà accesso al credito scolastico;

D) Uscita dalla scuola: dà accesso al credito formativo solo nel caso sia utilizzata per partecipare

ad iniziative formative in ambito extrascolastico (debitamente attestate), con i requisiti previsti dal

D.M. n. 49 del 24-2-2000.

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Le attività svolte nell'ambito scolastico o extrascolastico si devono dichiarare e certificare in

Segreteria didattica, entro il 15 maggio 2014 (studenti delle classi quinte) o entro il 22 maggio

2014 (studenti delle classi terze e quarte).

ATTENZIONE: in sintesi, ai fini della valutazione del credito scolastico, sarà considerato un

numero massimo di tre esperienze (formative e/o extrascolastiche, di cui una è relativa all’IRC o

alla partecipazione ad un’attività alternativa all’IRC).

c) Assiduità della frequenza

L’assiduità della frequenza (valutabile in relazione ai giorni di assenza, ai ritardi, alle uscite

anticipate) concorre alla valutazione della condotta. ATTENZIONE: non si possono superare 50

giorni di assenza (esattamente ¼ dell’orario annuale personalizzato) pena la non promozione

(art.14, comma 7 del D.P.R. 122/2009). Le istituzioni scolastiche possono stabilire motivate e

straordinarie deroghe al suddetto limite. Tale deroga è prevista per assenze documentate e

continuative, a condizione, comunque, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del consiglio

di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni interessati. Il mancato

conseguimento del limite minimo di frequenza, comprensivo delle deroghe riconosciute, comporta

l’esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva.

Dalla tabella pubblicata sul sito (Albo istituto, circ. (Albo genitori/studenti, circ. n. 28/13) si

rileva il monte ore di ciascun alunno e il limite di assenze che non può essere superato.

10. Il numero delle verifiche

Ciascun docente deve proporre nel trimestre al minimo due prove scritte ed effettuare due

verifiche orali (di cui almeno una costituita da un colloquio), nel pentamestre al minimo tre

prove scritte e due verifiche orali (di cui almeno una costituita da un colloquio).

Il Consiglio di Classe, nell’ambito del contratto formativo, stabilisce altresì le regole per la

programmazione delle prove di verifica scritte, evitando la coincidenza delle stesse nel medesimo

giorno. Non sono ammesse prove scritte non programmate e/o senza preavviso di almeno sette

giorni e senza annotazione sul registro di classe. Gli studenti possono legittimamente rifiutarsi di

effettuare la prova non preannunciata. In relazione all’esame di Stato, per le classi del triennio, nelle

prove scritte dovrà essere inserita almeno una traccia prevista dalla normativa sui nuovi esami di

stato.

Le quinte classi, inoltre, potranno sostenere simulazioni, in orario curricolare, delle prove scritte

d’esame e, in orario extracurricolare, del colloquio pluridisciplinare.

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11. Valutazione periodica degli apprendimenti negli scrutini

intermedi formulata mediante un voto unico come nello scrutinio

finale (d.p.r. n.122 del 22 giugno 2009; artt. 2 e 3 del d.l. 1° settembre 2008, n.137, convertito con modificazioni

dalla legge n.169 del 30 ottobre 2008; C.M. n.94 del 18 ottobre 2011; C.M. n. 89 del 18/10/2012).

Fermo restando che il voto deve essere espressione di sintesi valutativa e fondarsi su una pluralità di

prove di verifica riconducibili a diverse tipologie, il Collegio docenti ha deliberato di valutare i

risultati del primo trimestre mediante un voto unico per le classi prime, seconde, terze e quarte nelle

seguenti discipline che hanno subito una drastica riduzione d’orario:

GROTTAMMARE INDIRIZZO MATERIA ANNO I BIENNIO: 1°;

ANNO II BIENNIO: 3°;

PROVA

CAT

MATEMATICA+COMPLEMENT

I

3°; 4° scritto-orale

CHIMICA 2° pratico-orale

SCIENZE MOTORIE 1°; 2° pratico-orale

TURISMO

INFORMATICA 1°; 2° pratico-scritto-

orale

FISICA 1° pratico-orale-

scritto

SCIENZE MOTORIE 1°; 2° 3°; 4° pratico-orale

RIPATRANSONE

INDIRIZZO MATERIA ANNO I BIENNIO: 1°;

ANNO II BIENNIO: 3°;

PROVA

LSU

STORIA DELL’ARTE 3°; 4° orale

LATINO 3°; 4° scritto-orale

MATEMATICA 3°; 4° scritto-orale

FISICA 3°; 4° pratico-scritto-

orale

SCIENZE NATURALI 1°; 2° 3°; 4° pratico-scritto-

orale

SCIENZE MOTORIE 1°; 2° 3°; 4° pratico-orale

LSS

FISICA 1°; 2° pratico-scritto-

orale

DISEGNO E STORIA

DELL’ARTE

1°; 2° 3°; 4° pratico-orale

INFORMATICA 1°; 2° 3°; 4° pratico-scritto-

orale

SCIENZE NATURALI 1°; 2° 3°; 4° pratico-scritto-

orale

SCIENZE MOTORIE 1°; 2° 3°; 4° pratico-orale

12. La valutazione interperiodale

Le modalità ed i criteri con i quali vengono comunicati i livelli di apprendimento nel corso del

pentamestre, tengono conto dei parametri/livelli contenuti nella scheda in allegato 5.

Il coordinatore di classe approfondirà, soprattutto in sede di prima valutazione interperiodale, i

casi più problematici che dovranno essere puntualmente descritti ai genitori con la massima

oggettività.

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ALLEGATI-COMUNICAZIONI ALLE FAMIGLIE-ATTESTATI

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Allegato 1 (fronte)

I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

Prot. n. / Grottammare, il

Ai Sigg. genitori dello studente

___________________________

classe _______ sez. ________

OGGETTO: Scrutini finali a.s. ; comunicazione di esito negativo.

Siamo spiacenti di comunicare che il Consiglio di Classe nell’ambito dello scrutinio finale, ha deliberato di

non ammettere vostro figlio/a alla classe successiva in relazione ai voti assegnati alle singole discipline

riportate nel seguente prospetto:

Disciplina Voto assegnato

()

Condotta

Religione/Att.alternative

Tale deliberazione è stata assunta tenuto conto dei criteri generali stabiliti dal collegio dei docenti e dalla

normativa vigente, con riferimento:

al criterio quantitativo (numero delle insufficienze) e qualitativo (misura delle insufficienze) (**)1

alla impossibilità dello studente di raggiungere obiettivi formativi e di contenuto propri delle discipline

interessate;

alla impossibilità di seguire proficuamente il programma di studi dell’anno scolastico successivo.

Il Dirigente Scolastico

Prof.ssa Rosanna Moretti

() I voti riportati sono stati deliberati dal consiglio di classe sulla base dei criteri di valutazione indicati nella griglia di corrispondenza, allegata a tergo, concernente i livelli di misurazione/valutazione delle conoscenze, competenze e capacità (**) I criteri generali di tipo quantitativo (numero delle insufficienze) e qualitativo (misura delle insufficienze) sono illustrati a tergo. (**) il criterio quantitativo e qualitativo è quello riportato a tergo.

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Allegato 2 (fronte)

I.I.S.

FAZZINI/MERCANTINI

Prot. n. / Grottammare, il

Ai Sigg. genitori dello studente

___________________________

classe _______ sez. ________

OGGETTO: Scrutini finali a.s. 20 /20 ; comunicazione della sospensione del giudizio finale

Si rende noto alle SS.LL. che il Consiglio di Classe, in sede di scrutinio di fine anno scolastico, ha deliberato

di procedere alla sospensione del giudizio finale in quanto l’allievo non ha raggiunto la sufficienza nelle

seguenti discipline:

Disciplina Voto reale

()

TIPO DI CARENZE ()

LIEVI CONSISTENTI

1.

2.

3.

4.

Tale deliberazione è stata assunta tenuto conto dei criteri generali stabiliti dal collegio dei docenti e

dalla normativa vigente, riportati nel retro.

Le discipline sopra indicate dovranno essere recuperate secondo le modalità e il calendario previsti

dalla scuola, che è tenuta ad organizzare interventi didattici e relative verifiche, finalizzati al recupero dei

debiti formativi.

A conclusione dei suddetti interventi didattici, il Consiglio di Classe, in sede di integrazione dello

scrutinio finale, procederà alla verifica dei risultati e alla formulazione del giudizio definitivo che, in caso di

esito positivo, comporta l’ammissione dell’alunno alla frequenza della classe successiva.

I genitori o coloro che ne esercitano la relativa potestà se non ritengono di avvalersi delle iniziative

di recupero organizzate dalla scuola, debbono comunicarlo alla scuola stessa, fermo restando l’obbligo per lo

studente di sottoporsi alle verifiche proposte al termine degli interventi didattici.

Il Dirigente Scolastico

() I voti riportati sono stati deliberati dal consiglio di classe sulla base dei criteri di valutazione indicati nella griglia di corrispondenza, allegata a tergo, concernente i livelli di misurazione/valutazione delle conoscenze, competenze e capacità

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Allegato 1- 2 (retro)

CRITERI DI VALUTAZIONE BIENNIO-TRIENNIO

Griglia di corrispondenza livelli di misurazione/valutazione degli apprendimenti

Voto /10 CONOSCENZE COMPETENZE CAPACITA’

1 Non espresse Non evidenziate Non attivate

2 Molto frammentarie Non riesce ad utilizzare le scarse conoscenze Non sa rielaborare

3 Frammentarie e piuttosto lacunose

Non applica le conoscenze minime anche se guidato. Si esprime in modo scorretto ed improprio

Gravemente compromesse dalla scarsità delle informazioni

4 Lacunose e parziali Applica le conoscenze minime se guidato. Si esprime in modo improprio

Controllo poco razionale delle proprie acquisizioni

5 Limitate e superficiali Applica le conoscenze con imperfezione, si esprime in modo impreciso, compie analisi parziali

Gestisce con difficoltà situazioni semplici

6 Sufficienti rispetto agli obiettivi minimi ma non approfondite

Applica le conoscenze senza commettere errori sostanziali. Si esprime in modo semplice ma corretto. Sa individuare elementi di base e li sa mettere in relazione

Rielabora sufficientemente le informazioni e gestisce situazioni semplici.

7 Ha acquisito contenuti sostanziali con alcuni riferimenti interdisciplinari o trasversali

Applica autonomamente le conoscenze anche a problemi più complessi ma con imperfezioni.. Espone in modo corretto e linguisticamente appropriato. Compie analisi coerenti.

Rielabora in modo corretto le informazioni e sa gestire le situazioni nuove.

8 Ha acquisito contenuti sostanziali con alcuni approfondimenti interdisciplinari o trasversali

Applica autonomamente le conoscenze anche a problemi più complessi. Espone con proprietà linguistica e compie analisi corrette

Rielabora in modo corretto e significativo

9 Organiche, articolate e con approfondimenti autonomi

Applica le conoscenze in modo corretto ed autonomo anche a problemi complessi. Espone in modo fluido ed utilizza linguaggi specifici. Compie analisi approfondite ed individua correlazioni precise

Rielabora in modo corretto, critico ed esercita un controllo intelligente delle proprie acquisizioni

10 Organiche, approfondite ed ampie

Applica le conoscenze in modo corretto ed autonomo, anche a problemi complessi e trova da solo soluzioni migliori. Espone in modo fluido utilizzando un lessico ricco ed appropriato

Sa rielaborare correttamente ed approfondire in modo autonomo e critico situazioni complesse con originalità e creatività. Ha attuato il processo di interiorizzazione

CRITERI DI VALUTAZIONE NEGLI SCRUTINI FINALI

Criteri di ammissione alla classe successiva e all’esame conclusivo:

• nessun voto può essere inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con

l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente;

• il voto di comportamento non può essere inferiore a sei decimi. Il voto di comportamento, concorre, nello

stesso modo dei voti relativi a ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto

secondo l’ordinamento vigente, alla determinazione della media M dei voti conseguiti in sede di scrutinio finale di

ciascun anno;

• la frequenza deve essere di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato.

ATTENZIONE: non si possono superare 50 giorni di assenza (esattamente ¼ dell’orario annuale personalizzato)

pena la non promozione (art.14, comma 7 del D.P.R. 122/2009). Le istituzioni scolastiche possono stabilire motivate e

straordinarie deroghe al suddetto limite. Tale deroga è prevista per assenze documentate e continuative, a condizione,

comunque, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del consiglio di classe, la possibilità di procedere alla

valutazione degli alunni interessati. Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza, comprensivo delle

deroghe riconosciute, comporta l’esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva .

Il Collegio dei Docenti nella seduta del 4 ottobre 2013 ha deliberato i criteri da seguire per lo svolgimento degli

scrutini finali allo scopo di assicurare omogeneità nelle decisioni di competenza dei singoli Consigli di Classe.

Nei confronti degli studenti che presentino un’insufficienza non grave in una o più discipline, comunque non tale

da determinare una carenza nella preparazione complessiva, il Consiglio di Classe, prima dell’approvazione dei voti,

sulla base di parametri valutativi stabiliti preventivamente, procede ad una valutazione che tenga conto:

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a) della possibilità dello studente di raggiungere gli obiettivi formativi e di contenuto propri delle discipline

interessate nei tempi e con le modalità stabilite dal Consiglio di Classe per accertare il superamento delle carenze

formative riscontrate (debito formativo);

b) della possibilità di seguire proficuamente il programma di studi dell’anno scolastico successivo;

Il Collegio dei Docenti, pertanto, al fine di assicurare omogeneità alle decisioni di competenza dei singoli Consigli

di Classe, stabilisce il seguente “criterio generale”:

• per le classi prime, seconde, terze e quarte il numero delle insufficienze non gravi (quattro e cinque) è pari a

tre.

In tal caso si delibera il rinvio della formulazione del giudizio finale; il Dirigente Scolastico comunica alla

famiglia, per iscritto, le motivazioni delle decisioni assunte dal Consiglio di Classe secondo la normativa vigente.

Fattispecie diverse rispetto a quelle sopra descritte, verranno valutate dai singoli Consigli di Classe secondo i

seguenti sub-criteri:

Gli studenti che presentino fattispecie quantitative e qualitative peggiorative rispetto a quelle elencate non

verranno promossi alle classi successive; in tal caso il Dirigente Scolastico comunica per iscritto alla famiglia le

motivazioni delle decisioni assunte dal Consiglio di Classe secondo la normativa vigente;

Gli studenti che presentino fattispecie con insufficienze quantitativamente meno numerose, ma più negative,

verranno valutati in relazione ai parametri indicati nei precedenti punti a) , b);

Gli studenti che presentino fattispecie quantitativamente più numerose, ma meno negative (solo dei “cinque”,

quindi delle incertezze recuperabili senza particolari difficoltà), verranno valutati in relazione ai parametri indicati nei

precedenti punti a) , b);

• per le classi quinte:

viene applicata la norma prevista dal Regolamento sulla valutazione degli alunni (DPR 122/2009) in base al quale

per l’ammissione all’esame di stato occorre la sufficienza in ogni disciplina oltre che nel comportamento. Si cita in

merito la Circolare n. 85, 15 ottobre 2009: “Sono ammessi agli esami di Stato gli alunni dell’ultima classe che, nello

scrutinio finale, conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline

valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a

sei decimi (art.6, comma 1, D.P.R. 22 giugno 2009, n.122).

Appare, altresì, opportuno precisare che il voto di comportamento concorre alla determinazione dei crediti

scolastici (articolo 4, comma 2, D.P.R. 22 giugno 2009, n.122 )”.

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Allegato 3

__________________________________________________

__________________________________________________

Ente/Associazione

Visti gli atti d’ufficio, si

A T T E S T A

Che il sig. _____________________________________ nato a ________________________ (__)

il ___ /____/ _____ ha frequentato il corso/attività/esperienza dal titolo/tema: “ ______________

______________________________________________________________________________”

svoltosi dal ___ /____/ ______ al ___ /____/ ______ per una durata complessiva di ore n. ____.

Il corsista ha personalmente e effettivamente seguito il corso/attività/esperienza per una durata di

ore n. ______.

Il corso/attività/esperienza ha sviluppato i seguenti contenuti:

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

___________________ , il _______________

Il Presidente/Responsabile

dell’Ente

_______________________

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Allegato 4

I.I.S.

FAZZINI/MERCANTINI

ATTESTATO AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA

a.s. 200_/200_

STUDENTE ____________________________________________CLASSE ______ SEZ.______

DENOMINAZIONE /TITOLO DEL CORSO / PROGETTO ______________________________

________________________________________________________________________________

CONTENUTO/ DESCRIZIONE SINTETICA ________________________________________

________________________________________________________________________________

RESPONSABILE DEL PROGETTO _________________________________________________

DOCENTE DEL CORSO Prof. _____________________________________________________

Corso tenuto dal ______________al_________________

Ore di lezione n. _________

Ore di presenza effettiva dello studente _______________________

Eventuale valutazione ai fini della partecipazione alle attività e al dialogo educativo:

sufficiente discreto buono ottimo

Grottammare, il __________________

Il docente del corso/resp. di progetto

_________________________________

N.B. Da rilasciare in duplice copia (entrambe firmate in originale): una copia deve essere consegnata allo

studente, l’altra alla segreteria didattica

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Allegato 5

I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe . . . . Sezione . . . . Indirizzo GEOMETRI (“Progetto Cinque”)

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternativa

Italiano

Storia ed Ed. Civica

Inglese

Matematica e Informatica

Fisica e Laboratorio

Sc. naturali e Geografia

Chimica e Laboratorio

Disegno Tecnico

Impianti tecnici

Geoped.-Econ-Estimo

Costruzioni

Topografia e Fotogram.

El. Diritto ed Ec.

Educazione fisica

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente ………………………..Classe PRIMA / SECONDA CAT Sezione …… Indirizzo COSTRUZIONI AMBIENTE TERRITORIO

Coordinatore di classe Prof………………………………..

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Lingua e Lett. italiana

Storia

Lingua Inglese

Matematica

Tecnologie informatiche

Sc. e Tecnologie applicate

Fisica

Sc. della Terra e Biologia

Chimica

Tecnologia e tecn. rappr.

El. Diritto ed Ec.

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe…………………………………………….Firma del genitore……………………………………………………… NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente

coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente……………………. Classe . .PRIMA /SECONDA ……….Sezione . . . . Indirizzo TURISMO

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Lingua e Lett. italiana

Storia

Lingua Str. 1

Lingua Str. 2

Informatica

Matematica

Arte e Territorio

Sc. Integr. (Fisica)

Sc. Integr. (Chimica)

Sc. della terra/Biologia

Geografia

Ec. Aziendale

Diritto ed Economia

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente……………………. Classe . .TERZA ……….Sezione . . . . Indirizzo TURISMO

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Lingua e Lett. italiana

Storia

Lingua Str. 1

Lingua Str. 2

Lingua Str. 3

Discipl. Tur. aziendali

Matematica

Arte e Territorio

Diritto e Legisl. turistica

Geografia Turistica

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe . . . . Sezione . . . . Indirizzo TURISTICO

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Italiano

Storia

Lingua Str. 1

Lingua Str. 2

Lingua Str. 3

Arte e territorio

Matematica e inform.

Laboratorio Fis./Chim.

Scienze. della nat.-terra

Geografia del Turismo

Ec. Aziend./Disc.tur.az.

Diritto e ec./Dir.leg.tur

Trattamento testi e dati

Educazione fisica

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Classe 3^ Sezione . . . . Indirizzo CAT

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav.

Insuff. (1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Relig./Att. alternative

Italiano

Storia

Inglese

Matematica

Complementi di Matematica

Prog., Costr., Impianti

Topografia

Geopedol., Economia, Estimo

Gestione del cantiere

Scienze motorie sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe 4^ Sezione . . . . Indirizzo GEOMETRI (Scienze Architettonico-Ambientali e delle Costruzioni)

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Relig./Attività Alternative

Italiano

Storia e Storia dell’Arte

Inglese e Inglese tecnico

Matematica e Informatica

Tecn. Costr., Prog. Comp.

Estimo/Geoped/VIA

Impianti Tecnici

Rilievo topografico,G.P.S.

Disegno tecnico comp.

Legislazione Tecn.Urban.

Educazione fisica

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe 5^ Sezione . . . . Indirizzo GEOMETRI (Scienze Architettonico-Ambientali e delle Costruzioni)

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Relig./Attività Alternative

Italiano

Storia e Storia dell’Arte

Inglese e Inglese tecnico

Matematica e Informatica

Tecn. Costr., Prog. Comp.

Estimo/Geoped/VIA

Impianti Tecnici

Fotogrammetria, ril.cat.

Disegno tecnico comp.

Legislazione Tecn.Urban.

Educazione fisica

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe PRIMA/SECONDA Sezione . . . . Indirizzo LICEO DELLE SCIENZE UMANE

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff. (1-2-3)

Insufficiente (4)

Mediocre (5)

Sufficiente (6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/att. alternative

Lingua e Lett. italiana

Lingua e cultura latina

Storia e Geografia

Lingua e cultura straniera

Matematica

Scienze umane

Scienze naturali

Diritto ed Economia

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre,

tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe TERZA Sezione . . . . Indirizzo LICEO DELLE SCIENZE UMANE

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/att. alternative

Lingua e Lett. italiana

Lingua e cultura latina

Storia

Lingua e cultura straniera

Matematica

Fisica

Scienze umane

Scienze naturali

Filosofia

Storia dell’Arte

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre,

tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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165

I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe … Sezione . . . . Indirizzo Liceo Socio-Psico-Pedagogico - Triennio

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff. (1-2-3)

Insufficiente (4)

Mediocre (5)

Sufficiente (6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Italiano

Latino

Storia

Lingua straniera

Storia dell’Arte

Filosofia

Legislazione sociale

Psicologia

Pedagogia

Sociologia

Matematica

Chimica/ Fisica/ Biologia

Metodologia della ricerca

Educazione fisica

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il

docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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166

I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe PRIMA/SECONDA Sezione . . . . Indirizzo LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Lingua e letterat. italiana

Lingua e cultura inglese

Storia e Geografia

Matematica

Informatica

Fisica

Scienze naturali

Disegno e St. dell’Arte

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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167

I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe TERZA Sezione . . . . Indirizzo LICEO SCIENTIFICO OPZIONE SCIENZE APPLICATE

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Lingua e letterat. italiana

Lingua e cultura inglese

Storia

Filosofia

Matematica

Informatica

Fisica

Scienze naturali

Disegno e St. dell’Arte

Sc. motorie e sportive

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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168

I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

COMUNICAZIONE SUI LIVELLI DI VALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

Studente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe …Sezione . . . . Indirizzo Liceo Scientifico-Tecnologico – Triennio

Coordinatore di classe Prof. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Materie

Livello di valutazione

(comunicazione pentamestre)

Debito Formativo

Trimestre

Grav. Insuff.

(1-2-3)

Insufficiente

(4)

Mediocre

(5)

Sufficiente

(6)

Discr./Buono

(7-8)

Ottimo/Eccellente

(9-10) Recuperato Non recuperato

Religione/Att. alternative

Italiano

Storia

Lingua straniera

Scienze della Terra

Filosofia

Matematica

Disegno

Chimica e Laboratorio

Fisica e Laboratorio

Biologia e Laboratorio

Informatica e sist. autom.

Educazione fisica

Data comunicazione: / / Firma del coordinatore di classe: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Firma del genitore: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

NB. I livelli di valutazione sopra indicati si riferiscono ad un limitato periodo di verifica degli apprendimenti; pertanto nel prosieguo dell’attività didattica, in fase di scrutini finali del pentamestre, tali livelli potrebbero non essere confermati. Il docente coordinatore di classe provvederà a firmare e trattenere una copia della presente “pagellina” di valutazione interperiodale.

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Capitolo settimo

Promozione del successo scolastico e

formativo, azioni di recupero e di

sostegno, prevenzione della dispersione

(D.M. 42/2007 art. 3, co. 8; D.M. 80/2007, O.M.92/2007, D.M. 139/2007)

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1. Il successo scolastico e formativo

Alla luce della normativa di riferimento si individuano le seguenti tappe/fasi finalizzate al

successo formativo dello studente.

La I fase di accertamento diagnostico della situazione di partenza che viene rilevata attraverso

numerosi test di ingresso e attraverso il monitoraggio degli obiettivi metacognitivi (frequenza,

comportamento, metodo di studio, interesse, impegno) è attuata nei primi due mesi di scuola.

In questo momento il Consiglio di classe DEVE:

motivare lo studente all’apprendimento attraverso l’analisi dei principali temi della cultura,

della società e della scienza contemporanee;

promuovere condizioni favorevoli per il pieno sviluppo delle potenzialità educative degli

studenti.

Tutti i docenti, in questa prima fase, sono impegnati a recuperare lo studente in difficoltà,

utilizzando sia metodologie più adeguate sia, ove possibile, un insegnamento individualizzato.

La consegna della pagella a gennaio (prima valutazione) contenente note sul profitto e sulle

tappe metacognitive diventa lo strumento più idoneo per il riorientamento.

La II fase, di ri-orientamento, si attuerà immediatamente dopo o contestualmente alla

consegna della pagella di gennaio.

In un colloquio prestabilito, il coordinatore della classe è deputato ad esaminare con il genitore

l’eventuale passaggio ad altre scuole o ai percorsi di istruzione e formazione professionale.

2. Obbligo scolastico e decreto n.139/2007 La scuola si confronta oggi con la richiesta da parte di una società complessa di corrispondere a

bisogni crescenti e nuovi con percorsi educativi e di apprendimento che, oltre a fondarsi sui valori

forti della tradizione, devono tener conto dei diritti di cittadinanza, come raccomandano la

Commissione e il Consiglio dell’UE, in riferimento ad otto competenze chiave.

I processi educativi di oggi non possono non tener conto dei richiami diretti e indiretti dell’UE,

delle sue istituzioni, della sua stessa realtà educativa, dell’art. 117 della Costituzione, di una serie di

variabili che riguardano la persona, la pluralità delle conoscenze, la varietà sempre crescente delle

competenze, l’assetto stesso della cultura, l’evoluzione delle professioni e del mercato del lavoro

locale e globale, l’esigenza di essere in grado di controllare e gestire tutti quei saperi avanzati

definiti di literacy e numeracy (il saper leggere, scrivere e far di conto di un tempo).

Per allineare il nostro sistema scolastico a quelli più avanzati dell’UE, l’obbligo di istruzione è

stato elevato da otto a dieci anni. In tale direzione, l’art. 1, comma 622 e 624 della Legge

Finanziaria 296/2006 e il conseguente Regolamento approvato con D.M. 139 del 22 agosto 2007,

costituiscono il quadro normativo di riferimento, in conformità con quanto sancito dall’art. 34 della

Costituzione sull’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione inferiore per almeno otto anni.

In sintesi, il Regolamento stabilisce che:

l’innalzamento dell’istruzione obbligatoria è elevato da otto a dieci anni;

l’adempimento dell’obbligo è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola

secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18mo anno

di età.

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Il Regolamento contiene tre allegati per la progettazione, la revisione e l’innovazione

metodologica e organizzativa della didattica dei bienni dell’istruzione secondaria superiore:

1. Documento tecnico

Definisce i livelli essenziali di saperi e di competenze che gli studenti devono conseguire,

come profilo di uscita, sia negli attuali percorsi di istruzione superiore sia nei corsi sperimentali di

istruzione e formazione professionale;

2. Documento dei quattro assi culturali

Gli insegnamenti dei diversi ordini dei bienni dovranno convergere su quattro assi culturali:

linguistico, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale.

3. Documento delle competenze - chiave per la cittadinanza attiva

Al compimento del 16mo anno, uno studente dovrà aver acquisito le seguenti competenze:

Imparare ad imparare

Progettare

Comunicare

Collaborare e partecipare

Agire in modo autonomo e responsabile

Risolvere i problemi

Individuare collegamenti e relazioni

Acquisire ed interpretare l’informazione

Dunque, la nuova prospettiva educativa è formulata sul concetto di competenza, collegata ai

saperi e agli assi culturali, nel superamento della dimensione settoriale dell’insegnamento.

3. Il diritto/dovere dell’alunno

Introdotto con L.53/2003, in particolare con il D. Lgs 76/05, il diritto/dovere all’istruzione e alla

formazione professionale si estende fino al diciottesimo anno di età e lo si espleta in diversi canali:

1) istruzione e formazione professionale con una qualifica di durata almeno triennale; 2) formazione

professionale regionale; 3) apprendistato di cui all’art. 48 del D. Lgs 276/03; 4) istruzione parentale.

DIRITTO-DOVERE all’Istruzione e alla Formazione (estratto da D. lgs. 76/05)

La Repubblica assicura il D.D.I.F. per almeno dodici anni o sino al conseguimento di una

QUALIFICA di durata almeno TRIENNALE entro il diciottesimo anno di età.

Il D.D.I.F. si realizza:

1. Nel sistema dell’ISTRUZIONE

2. Nel sistema della FORMAZIONE PROFESSIONALE

3. In APPRENDISTATO

4. In ISTRUZIONE PARENTALE

• Gratuità dei percorsi (primi 3 anni) da tassa scolastica o di frequenza

• GENITORI: Responsabili del dovere di adempimento del D.D.I.F.

• OBBLIGO DI VIGILANZA , sanzionabile, sull’adempimento del D.D.I.F. per:

A) SINDACO DEL COMUNE DI RESIDENZA

B) DIRIGENTE SCOLASTICO DEL SISTEMA D’ISTRUZIONE

C) RESPONSABILE DELLA STRUTTURA FORMATIVA

D) ENTE PROVINCIA (C.I.O.F. TERRITORIALE)

E) RESPONSABILE DEL CONTRATTO DI APPRENDISTATO

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4. Azioni di sostegno e di recupero dei debiti formativi ed attività

di approfondimento/ preparazione agli esami di Stato per le classi

quinte

4a. Piano delle attività di sostegno per lacune in itinere e corsi estivi di recupero (D.M.

80/2007 e O.M. 92/2007)

Al fine di prevenire l'insuccesso scolastico e di ridurre gli interventi di recupero, il Collegio dei

docenti ed i singoli Consigli di classe, in sede di programmazione educativa e didattica, hanno

deliberato lo svolgimento di attività di sostegno in orario pomeridiano durante tutto l’anno

scolastico, secondo quanto di seguito riportato, per gli studenti che hanno evidenziato carenze di

preparazione in una o più discipline.

Tali interventi verteranno, prioritariamente, sulle discipline scritte e/o di indirizzo,

compatibilmente con le esigenze e i vincoli di bilancio dell’istituto.

Nel quadro di un’offerta formativa qualificata e diversificata, volta a colmare le situazioni di

carenza che si vengono a determinare durante l’a. s., viene programmato un piano di sostegno e

recupero così articolato:

1) avvio corsi pomeridiani di recupero a classi aperte al termine degli scrutini del trimestre (inizio

corsi da metà gennaio): i docenti, nel periodo compreso tra il primo scrutinio e la prima decade di

marzo, effettueranno prove di verifica (scritte o orali) in orario curricolare o extracurricolare, per

rilevare il “risanamento” dei debiti riportati nella pagella del trimestre. Ogni docente provvederà a

riportare le valutazioni delle prove sul registro elettronico nell’apposita voce “recuperi”;

2) eventuale ulteriore integrazione di corsi di sostegno pomeridiani, a classi aperte, nella seconda

decade di aprile;

3) corsi di recupero al termine dello scrutinio del pentamestre: inizio corsi da metà giugno fino a

metà luglio solo sulle discipline di indirizzo per gli studenti che non hanno ottenuto la sufficienza in

una o più discipline (sospensione del giudizio).

Si effettueranno poi le verifiche finali dal 27 al 29 agosto 2014, sulla base delle quali si concluderà

lo scrutinio con il giudizio definitivo: promozione o non promozione.

I genitori potranno decidere se far seguire ai propri figli i corsi di recupero, sia quelli intermedi

che quelli estivi, oppure se avvalersi di altre modalità di recupero comunicandolo sempre alla

scuola. Anche in quest’ultimo caso, i docenti della classe mantengono la responsabilità didattica

nell’individuare la natura delle carenze, nell’indicare gli obiettivi del recupero e nel verificare

l’esito.

4b. Modalità di preparazione degli Esami di Stato

Simulazione di tutte le prove (I, II, III) e del colloquio pluridisciplinare.

L’approfondimento disciplinare per le classi quinte si svolgerà in orario extracurricolare,

relativamente alle aree disciplinari dei vari indirizzi secondo il piano finanziario stabilito nel

contratto d’Istituto.

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5. Il Servizio del Centro Informazione e Consulenza psicologica

(C.I.C.)

Nelle due sedi, quella di Grottammare e quella di Ripatransone, è funzionante il C.I.C. con 3 ore

settimanali per ogni sede; nell’ambito dell’iniziativa vengono erogate, nel rispetto assoluto

dell’anonimato, servizi di informazione e consulenza di natura prevalentemente psicologica. La

finalità del servizio è quella di sostenere/aiutare, gli studenti nella problematica fase

dell’adolescenza alla ricerca dell’identità personale. Gli esperti psicologi e/o medici sono forniti, in

convenzione, dall’A.S.U.R. zona 12 di S. Benedetto del Tr. Sono altresì previsti interventi nelle

classi sui temi della prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e/o su altri temi di

educazione alla salute coordinati dall’apposita commissione. Tali interventi saranno tenuti in orario

antimeridiano sulla base della disponibilità alla collaborazione da parte dei docenti interessati.

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SEZIONE SECONDA

L’AMPLIAMENTO

DELL’OFFERTA

FORMATIVA

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1. Macroarea dimensione Europa

La macro-area "DIMENSIONE EUROPA" dell'I.I.S. Fazzini-Mercantini si inserisce

nell'ambito delle iniziative comunitarie previste dai Programmi Europei, in particolare SOCRATES,

il cui fine è quello di realizzare la costruzione di uno spazio europeo dell'Educazione, orientato allo

sviluppo delle conoscenze. La nostra scuola infatti cerca di muoversi all’interno di “un’etica della

responsabilità”, ispirata ai quattro pilastri dell’Educazione della Commissione Delors:

imparare a conoscere

imparare a fare

imparare ad essere

imparare a vivere insieme

al fine di preparare i giovani alle sfide della società del futuro, una “società conoscitiva”, dominata

dai media informatici che, se non ben padroneggiati, rischiano di trasformarsi in “educatori

selvaggi”.

L'offerta formativa del nostro Istituto comprende diverse iniziative di scambio, partenariato e

contatto con studenti europei, aperte al maggior numero possibile di classi/docenti e finalizzate a

favorire l'avvicinamento a realtà culturali diverse dalla propria e l'acquisizione di modalità di lavoro

su progetto utilizzando la lingua straniera in modo veicolare.

Tutti gli scambi prevedono una fase di ospitalità e una fase di accoglienza reciproca. Progetti

di maggiore rilevanza:

Stages linguistici (per entrambe le sedi) in lingua inglese a Malta, francese a Nizza, tedesca a

Monaco e spagnola a Salamanca; sono previsti soggiorni linguistici di due settimane presso

famiglie selezionate, corsi di lingua al mattino e attività culturali e ricreative al pomeriggio. I corsi

di studio sono di circa 20 ore di lezione alla fine dei quali verrà rilasciato un attestato o una

certificazione linguistica.

Stage linguistico-culturale-artistico in Austria indetto dal Ministero della Cultura austriaco. Il

progetto coinvolge classi di diverse scuole italiane e prevede visite guidate ai principali luoghi di

interesse artistico, storico e culturale di Vienna con tutor di madrelingua tedesca. Agli alunni sarà

data ospitalità presso un ostello (sette giorni e sei pernottamenti); il vitto e l’alloggio saranno offerti

dall’Ente promotore. L’iniziativa è destinata alle classi seconde, terze/quarte;

Progetto E-twinning: l’attività di gemellaggio elettronico sarà svolta nelle lingue straniere

studiate.

“English 4 U” (per entrambe le sedi). L’Istituto “Fazzini-Mercantini”, per il sesto anno

consecutivo, ha vinto il progetto del bando “P.O.R. Marche” (Programma Operativo Regionale),

finanziato con fondi F.S.E. (Fondo Sociale Europeo). L’iniziativa, denominata “English 4 U”,

attivata in collaborazione con l’ITAS Mazzocchi di AP e l’I.I.S. Merloni-Milani di Fabriano come

soggetto capofila, prevede la partecipazione gratuita di alunni selezionati al Corso di formazione

della lingua inglese, finalizzata al conseguimento della certificazione linguistica europea “P.E.T-

livello B1”, e la possibilità di fare uno stage all’estero presso il Centre of English Studies di

Dublino (Irlanda). La frequenza minima prevista è del 75%. Il corso della durata di 80 ore sarà

articolato in 62 ore di teoria e pratica, 10 di FAD e 8 di Esame finale. Sono previsti 2 o 3 incontri

pomeridiani alla settimana (da Lunedì a Venerdì).

Progetto Leonardo (attività lavorative e di studio di tre settimane in Francia e/o paesi anglofoni):

partecipano alcuni ragazzi di quarta che partiranno scaglionati da aprile fino a maggio. Il progetto

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ha come obiettivo il coinvolgimento degli studenti in un processo permanente e capillare di

apprendimento, confronto e condivisione degli standard d'eccellenza formativa in un'ottica

d'innovazione del sistema nazionale. L'iniziativa si sviluppa in particolare in cinque diversi settori:

apprendistato, tirocini, obbligo formativo, formazione continua e permanente, formazione integrata

superiore. Strumento principe di attuazione di tale programma di diffusione dell'eccellenza

formativa sono le visite di studio, concepite quali azioni strutturate di apprendimento.

Partecipazione alla Conferenza sull’olio d’oliva a Baeza in Spagna;

Teatro in Lingua (mattutino);

Gemellaggio/Scambio con il Liceo francese “Hessel” di Epernay (Parigi);

Gemellaggio/Scambio con la Finlandia (prioritariamente per Ripatransone);

Gemellaggio/Scambio in lingua tedesca;

Gemellaggio/Scambio tecnico-culturale con una Scuola di Palermo (di durata biennale):

coinvolgerà le classi terze dei Geometri (CAT) con l’utilizzo delle nuove modalità didattico-

tecnologiche;

Gemellaggio con una Scuola Superiore italo-tedesca di Brunico.

L'offerta formativa del nostro Istituto comprende altresì la certificazione europea delle lingue

straniere (Delf, Cambridge, Goethe, Dele). La certificazione, istituita per iniziativa del Consiglio

d'Europa e della Comunità Europea e rilasciata da Enti convenzionati con il Ministero della

Pubblica Istruzione e le Università, permette di attestare le competenze dei cittadini europei nelle

lingue dell'Unione ed è riconosciuta in tutti i paesi membri. Gli studenti potranno quindi far valere

la certificazione conseguita nelle diverse lingue ( Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo) non solo

come credito formativo, ma anche ai fini del proseguimento degli studi e dell'inserimento nel

mondo del lavoro. L'iniziativa è rivolta a tutti gli studenti di tutti gli indirizzi che volessero misurare

la propria preparazione attraverso esami che certificano l'acquisizione di determinati livelli di

competenza.

2. Macroarea artistica

I progetti della macroarea artistica mirano a promuovere l’uso di linguaggi alternativi che

stimolano la creatività e favoriscono lo sviluppo armonioso della personalità degli studenti con

particolare attenzione agli interessi dei giovani e alle loro più marcate aspirazioni. Infatti le

iniziative di seguito indicate, in raccordo con qualificate agenzie del territorio, concorrono a

completare la formazione degli studenti in un contesto in continua evoluzione.

Corso di Teatro: è prevista la prosecuzione del corso di teatro con l’obiettivo di migliorare le

competenze comunicazionali, estetiche, psicologiche e pedagogiche.

Progetto FAI Apprendisti ciceroni. L’iniziativa si propone di sensibilizzare i giovani allo

straordinario patrimonio culturale e paesaggistico del proprio territorio. Le classi selezionate

saranno introdotte allo studio dell'opera proposta dalla Delegazione Fai dall’insegnante referente

che, in un'ottica interdisciplinare, approfondirà gli aspetti relativi alla storia, all’arte, alla letteratura,

alla natura, alla geografia. Le classi poi, sotto la guida della Delegazione, verificheranno sul campo

la propria preparazione e organizzazione per procedere, nella Giornata FAI di Primavera e/o in

giornate appositamente dedicate, all’illustrazione al pubblico dell'opera o del lavoro di ricerca

svolto.

È prevista la partecipazione in orario mattutino a spettacoli teatrali e a manifestazioni

artistiche ritenuti dai docenti interessanti e utili ai fini dell’azione didattica.

Progetto Arte Fazzini: incontro con le opere ed i luoghi d’arte.

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Macroarea delle scienze e delle nuove tecnologie I progetti della suddetta macroarea mirano a promuovere l’uso di linguaggi tecnico-scientifici e

a sviluppare competenze in linea con le raccomandazioni europee in materia di potenziamento del

“capitale umano”, vera ricchezza della nuova economia. Infatti, essi privilegiano l’ambito

tecnologico-scientifico in armonia con l’asse umanistico che gli indirizzi di studio del nostro Istituto

comunque garantiscono. Tali percorsi rivestono valenza orientativa in quanto finalizzata alla

prosecuzione degli studi o all’inserimento nel mondo del lavoro.

La necessità di promuovere un uso più diffuso delle nuove tecnologie nella normale attività delle

classi, reso possibile dalla dotazione informatica di cui la scuola dispone nelle due sedi dell’Istituto

(diversi laboratori scientifici, multimediali e informatici), si concretizza in un intervento a più livelli

con attività differenziate per ogni fascia di classe.

Biennio: le attività prevedono una sistematica diffusione delle conoscenze informatiche attraverso

un modulo programmato dal Consiglio di Classe all'interno dell'orario curricolare, che consenta agli

studenti di acquisire alcuni moduli della certificazione ECDL (Patente Europea del Computer).

Triennio: le attività, anche extracurricolari, riguardano la possibilità, per gli studenti, di accedere a

tutti i livelli della certificazione ECDL, di avere un accesso autonomo alle reti, di utilizzare

programmi per la presentazione dei percorsi individuali per l'Esame di Stato.

L’Istituto, nella sua dotazione strumentale, annovera l’antenna parabolica per la visione di

programmi stranieri, in videoconferenza e in rete nonché strumentazioni avanzate quali il G.P.S.

portatile per le rilevazioni topografiche.

Si inscrivono nell’ambito dell’area i progetti di Meteorologia, Sperimentare le Scienze, il corso

di Autocad 3D / Rendering, Stupirsi in Matematica - Mostra di Matematica fatta dai ragazzi, Ngg

- New Green Generation.

Significativi i progetti Cl@ssi 2.0 e Scuol@ 2.0 con cui la nostra Scuola presenterà la sua

candidatura nell’anno in corso per l’accesso alle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale.

Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un

numero limitato e controllabile di casi, come l’introduzione di strumenti tecnologici avanzati possa

cambiare i processi di insegnamento e apprendimento e l’organizzazione stessa del lavoro nelle

scuole. Inoltre, il progetto, attraverso un’analisi dei contenuti e dei materiali didattici prodotti dalle

Scuole 2.0 vuole arrivare ad identificare metodologie efficaci per la loro progettazione e il loro uso

(rif. Normativo: DPR 275/99 e, in particolare, art. 6).

Ulteriori obiettivi, alla conclusione del progetto, saranno quelli di confrontare le esperienze che

saranno messe in atto dalle diverse scuole, testarne la replicabilità e la sostenibilità attraverso azioni

di diffusione, valutare le competenze acquisite dagli allievi, anche rispetto ad altre metodologie e

percorsi educativi.

L’azione [email protected] prevede il coinvolgimento di un intero istituto scolastico puntando alla

trasformazione radicale di alcune dimensioni tradizionali del fare scuola. L’obiettivo è modificare

l’ambiente di apprendimento, ove per ambiente non si intende più esclusivamente l’aula ma

l’istituzionescolastica nella sua interezza.

Per gli studenti più meritevoli, è prevista la partecipazione a competizioni di profitto come le

Olimpiadi della Matematica, della Fisica, delle Scienze, della Chimica, di Autocad, come anche

il Progetto Iter, Progetto Cinque e ScienzAFirenze.

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3. Macroarea arricchimento culturale

I progetti di questa area mirano ad arricchire sensibilità e conoscenze, a promuovere il rispetto

dell’habitat sociale e culturale e la coscienza del contesto di complessità in cui ci si trova radicati.

In particolare, i viaggi d’istruzione e le visite guidate, che obbediscono ai criteri generali indicati

nella C.M. 291/92,

a) si configurano come complementari della didattica delle varie discipline

b) vengono proposti dai docenti nell’ambito dei consigli di classe e approvati dagli OO.CC.

c) sono organizzati dalle apposite commissioni.

Per l’anno scolastico 2013/14, anche al fine di non gravare eccessivamente sui bilanci delle

famiglie, per le classi 5^ si prevederà un viaggio d’istruzione in Italia o all’estero di max. 6 giorni e

1 /max 2 visite guidate. Per le classi 1^, 2^, 3^ e 4^ si prevederà un viaggio d’istruzione in Italia di

max. 2 o 3 giorni e una visita guidata; in alternativa 3 visite guidate. Dovranno comunque essere

privilegiate le mete economicamente più convenienti che consentono la più ampia partecipazione

degli studenti.

Per quello che riguarda la scelta dei docenti accompagnatori, nel caso di proposte/candidature

eccedenti quelle previste dalla norma (una ogni 15/18 studenti) dovranno essere seguiti i seguenti

criteri:

- criterio delle rotazioni dell’ incarico rispetto all’anno scolastico precedente;

- criterio dell’anzianità di servizio nell’istituzione scolastica (in caso di parità rispetto al 1°

criterio indicato).

Allo scopo di garantire il massimo dell’efficienza ed il rispetto del programma stabilito verrà

individuato un docente a cui sarà assegnato l’incarico di coordinatore del viaggio; in tale veste il

docente coordinatore stabilirà, in via permanente o di volta in volta in relazione al programma, la

composizione dei gruppi di studenti assegnati specificatamente alla vigilanza di ciascun docente. Al

rientro, lo stesso, sentiti gli altri docenti, provvederà a stilare la relazione finale sul Viaggio

d’Istruzione.

Il Dirigente Scolastico, nell’ipotesi di comportamenti contrari ai doveri sanciti dall’art. 3 dello

Statuto delle Studentesse e degli Studenti, potrà sanzionare lo studente/gli studenti con il divieto di

partecipare ai viaggi d’Istruzione/visite guidate/scambi culturali garantendo comunque

l’accoglienza/assistenza nell’Istituzione scolastica per tutto il periodo della gita.

Il Consiglio di Classe, allargato a tutte le componenti, nell’ipotesi di comportamenti ripetuti e

diffusi che non garantiscono il raggiungimento delle finalità previste dal viaggio d’istruzione, può

considerare inopportuna l’effettuazione dello stesso viaggio d’istruzione per l’intera classe. La

relativa delibera dovrà essere assunta entro i termini fissati dalle clausole contrattuali e comunque

entro 30 gg. dalla data fissata per il viaggio d’istruzione. Progetti di maggiore rilevanza:

Progetto mediazione civile e professionale per le nuove generazioni: nell’ambito

dell’iniziativa sarà organizzata, in collaborazione con l’Istituto Internazionale di mediazione e

arbitrato, il Punto giuridico e Punto Einaudi, una conferenza-dibattito finalizzata all’educazione alla

risoluzione dei conflitti e alla promozione del dialogo sociale;

Progetto Legge regionale modificativa ed integrativa della L.R.11/07/2006 n°9 sulle

strutture ricettive turistiche: l’iniziativa contempla attività di informazione/formazione e visite

alle sedi della Regione Marche e dell’Assessorato al Turismo di Rimini;

Progetto “Conosciamo le Istituzione”: promossa in sinergia dalla Presidenza del Consiglio

Provinciale, dalla Prefettura di Ascoli Piceno e dall'Ufficio Scolastico Regionale vuole avvicinare le

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giovani generazioni ai meccanismi della vita democratica e alle Istituzioni locali, visitando

direttamente i luoghi simbolo in cui si svolge la gestione amministrativa e l'azione di governo del

territorio: la Sala del Consiglio Provinciale e il Salone "De Carolis" della Prefettura;

Progetto partecipazione bando di concorso “Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza

attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima

guerra mondiale”: si può crescere e formarsi senza la consapevolezza del valore della memoria

storica, senza riflettere fuori dagli schemi “ufficiali” sul senso degli anniversari? Da qui

l’importanza di interrogare il passato attraverso documenti e fonti note, ma anche di scoprirne di

nuove, di andare alla ricerca dei “segni” del passato, materiali e immateriali, ancora presenti a volte

nelle case, nei paesi, nelle città, nella memoria orale, nei tanti luoghi del presente. Tra le novità

rilevanti di quest’anno la proposta alle scuole di produrre una ricerca documentata, sul tema del

patrimonio della memoria storica, che possa essere utilizzata dagli studenti delle classi di terza

media: saranno loro infatti i primi fruitori e i primi giudici nel concorso, un modo questo per

valorizzare il lavoro dei più “vecchi” e la responsabilità dei più giovani all’interno di un’idea di

“educazione tra pari”. Alla fine, un breve video o un breve documento radiofonico dovranno

racchiudere la sintesi più efficace dei risultati: in premio anche la possibilità di farli circolare nei

canali televisivi e nel mondo della comunicazione digitale;

Progetto “Il Quotidiano in classe”: grazie all’Osservatorio Permanente dei Giovani Editori,

ogni classe che aderisce al progetto fruisce gratuitamente una volta a settimana di 20 copie di due

testate diverse (di solito 10 del “Corriere della Sera”, 10 del “ Resto del Carlino”) e di 10 copie de

“il Sole 24 ore” se si tratta di una quarta o quinta classe;

Progetto Laboratorio Cinefazzini. Capire la storia e la letteratura con il cinema (classi quarte

e quinte). Attraverso la visione di sei film, si ripercorrono alcuni nodi tematici della storia e della

letteratura degli ultimi 150 anni;

Progetto quotidianoinclasse.it: proposto dagli stessi studenti, la redazione sarà coordinata dai

docenti delle classi coinvolte;

Attenti alla truffa, Progetto il sole 24 ore, L’impronta economica teens, Scuola d'impresa,

Partita doppia, Impresa in azione sono i progetti dell’area economico-aziendale finalizzati a

rafforzare le conoscenze utili per comprendere la complessità, i meccanismi e le prospettive

dell'economia imprenditoriale:

Attenti alla truffa informa i giovani su questa realtà: probabilmente, è impossibile elencare tutti i

tipi di raggiri che vengono propinati da personaggi senza scrupoli ai giovani in cerca di lavoro, ma

non è inutile individuare almeno quelli più diffusi.

Progetto il sole 24 ore in classe guida alla lettura dei quotidiani economici; i relativi concorsi

stimolano i ragazzi alla imprenditorialità.

L’impronta economica teens introduce i ragazzi alle tematiche economiche e finanziarie

avvicinandoli alla realtà sociale, professionale ed economica che li circonda. Si affrontano temi

quali l’imprenditorialità e la gestione del proprio futuro economico attraverso il risparmio e la

previdenza con un apprendimento di tipo esperienziale.

Scuola d'impresa attraverso un ciclo di lezioni pomeridiane con professori universitari, stimola i

ragazzi allo start up d'impresa con un percorso formativo finalizzato al progetto del “fare impresa”.

Il progetto Partita doppia rafforza le conoscenze teoriche e pratiche di questa tecnica, fornendo una

particolare competenza per la contabilità delle agenzie di viaggio, degli alberghi, dei tour operator e

del settore turistico in generale.

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Impresa in azione è un’attività strutturata con l’obiettivo di instillare negli alunni lo spirito

dell’imprenditorialità, della creatività e della capacità di innovare attraverso la ricerca delle proprie

attitudini suffragate da conoscenze e competenze desumibili dal percorso di studi e dal

coinvolgimento di numerosi esperti del settore comunicazione, marketing strategico advertising e

pubblicità.

Alcune classi come ogni anno saranno coinvolte nel Concorso Premio Riviera Delle Palme.

4. Macroarea Biblioteca

Il progetto “Biblioteca attiva come risorsa culturale e formativa” è promosso e gestito dalla

funzione Strumentale al P.O.F e dalla relativa Commissione.

Idea e tema centrale.

Da un’analisi dei bisogni, elaborata sulla base del questionario di valutazione del servizio scolastico

e delle riunioni di Dipartimento di Aree disciplinari, emerge la necessità di fornire ulteriori

strumenti culturali e promuovere iniziative e servizi che potenzino l’acquisizione di capacità

espressive e critiche che permettano agli studenti di orientarsi in una società sempre più complessa.

Il progetto Biblioteca si propone, dunque,come ulteriore strumento di promozione culturale al servizio

dell’offerta formativa dell’istituto.

Finalità.

Potenziare l’offerta formativa e supportare l’attività didattica attraverso una biblioteca attiva e

fruibile sempre più a servizio degli studenti e dei docenti;

organizzare la biblioteca scolastica quale centro di apprendimento e documentazione, di

promozione e diffusione del piacere della lettura, di educazione all’intercultura e alla cittadinanza

attiva.

Obiettivi e strategie.

1. Rendere fruibile il patrimonio librario e documentario della Scuola:

• dare seguito alla catalogazione informatica in Winiride, secondo il progetto di rilievo regionale,

che prevede la costituzione di una rete di biblioteche scolastiche (BNS);

• controllo, riordino dell’inventario, trascrizione su cartellini dell’eventuale catalogazione dei

testi, dopo che la stessa sia stata realizzata in Winiride;

• controllo dello spazio lettura in compresenza e sotto la guida del docente referente;

• carico e scarico del prestito, controllo e recupero dello stesso secondo il regolamento della

biblioteca;

• incrementare il prestito librario;

• eventuale aggiornamento del Regolamento.

2. Rendere la Biblioteca Scolastica parte integrante dei processi formativi della

Scuola:

• coinvolgere il Collegio Docenti, i Consigli di Classe e la F.S. all’Integrazione Scolastica nel

Progetto, la Commissione Pof;

a) Promuovere il piacere della lettura:

• fornire un prestito dei libri di narrativa non vincolato ad un compito didattico preciso;

• organizzare incontri con gli Autori, dibattiti, attività di animazione alla lettura;

• progettare una serie di letture guidate (per far gustare il libro, far cogliere significati profondi

che rispondono ai bisogni psicologici di identificazione e confronto del lettore con i personaggi del

libro);

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• predisporre laboratori di Scrittura Creativa;

• partecipare a concorsi e iniziative sulla Lettura e sulla Scrittura;

• predisporre un questionario per poter far fronte alle richieste ed alle esigenze dei ragazzi;

• ideare concorsi interni per premiare la classe, gli alunni, ecc. che hanno utilizzato maggiormente

la Biblioteca.

b) Sviluppare un apprendimento basato sulla ricerca:

• educare alla ricerca di informazioni tramite l’utilizzo di sistemi tradizionali (cartacei) e

tecnologicamente avanzati;

• consultazione dei cataloghi di Winiride, con l’aiuto del referente culturale o informatico;

• utilizzare le moderne tecnologie al fine di sperimentare un approccio alla conoscenza più

coinvolgente;

• creare percorsi individualizzati di apprendimento (attività di sostegno, di recupero, di

potenziamento);

• favorire l’Orientamento Scolastico;

• creare un laboratorio di recupero della lingua italiana per gli alunni stranieri;

c) Preparare gli alunni a muoversi all’interno di una realtà multietnica e

multiculturale:

• avviare i ragazzi ad una visione interculturale della realtà con l’offerta di strumenti di

conoscenza che fanno riferimento alle espressioni letterarie, artistiche e d’attualità dei diversi paesi;

• partecipare a mostre, convegni, animazioni sul tema della diversità;

• creare uno scambio culturale con altre scuole (europee) utilizzando la posta tradizionale ed

elettronica ( docenti L2 e L3);

• collaborare con le attività dell’area dell’Integrazione Scolastica per il progetto intercultura;

• organizzare la partecipazione agli incontri con autori stranieri nell’ambito del “Progetto

intercultura”;

3. cura dei rapporti con la BNS*:

• partecipare alle riunioni della Rete delle Biblioteche;

• informare i referenti culturali ed informatici su quanto deliberato;

• organizzare attività di animazione alla lettura, incontri di lettura di testi con autori o attori in

collaborazione con la Rete. * La scuola ha aderito ad un progetto di rilievo regionale che prevede la costituzione di una

“Rete di Biblioteche Scolastiche” (BNS) che, mediante la realizzazione di un catalogo on line

(OPAC), consenta la condivisione del patrimonio documentario disponibile. A tal fine dall’anno

scolastico 2007-2008 è stata avviata la catalogazione dei volumi in entrambe le sedi.

Verifica

Monitoraggio dei risultati di breve e medio termine sulla validità delle proposte e sull’efficacia delle

strategie adottate:

• riunioni periodiche di valutazione;

• studio e valutazione dei dati tramite questionari, griglie, test, etc.

Iniziative e servizi previsti a cura della Biblioteca per l’anno scolastico in corso:

Invito alla lettura

Visite guidate alle Biblioteche e agli Archivi Storici Comunali

Adesione a progetti.

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5. Macroarea delle attività sportive e ricreative

Le finalità dell’I.I.S. sono: 1) promuovere una serie di attività significative per lo sviluppo

psico-fisico degli studenti; 2) prevenire comportamenti di devianza; 3) riconoscere e valorizzare le

capacità proprie ed altrui; 4) rispettare le strutture pubbliche e private; 5) inserire nel mondo

agonistico studenti non inseriti in società sportive; 6) favorire l’apprendimento di alcune tecniche

dell’arbitraggio.

Nel piano dell’offerta formativa saranno operate le seguenti scelte: prosecuzione delle attività

dei Gruppi Sportivi secondo le nuove Linee Guida; costituzione di un Centro Sportivo Scolastico e

ripristino degli accordi di rete, adesione ai Campi Scuola Studenteschi e Trofeo in rete con le altre

scuole; adesione al progetto “Scuola aperta tutto l’anno” e al concorso “ Quotidiano in classe –

Gazzetta dello Sport”.

L’istituto partecipa ai campionati sportivi studenteschi nelle seguenti attività: corsa campestre;

atletica leggera; pallavolo; pallacanestro; calcio; calcio a 5; nuoto; orienteering; sono inoltre attivati

nelle due sedi associate di Grottammare e Ripatransone, tornei interni di pallavolo, calcio a 5,

pallacanestro e progetto “fuoriclasse cup” di calcio a 5.

Le nuove Linee - Guida per l’attività di Educazione Fisica e sportiva, diramate dal M.I.U.R.

in data 4/08/09, attribuiscono un ruolo di grande rilievo a tale attività nella crescita dei giovani, sia

per i valori che vengono veicolati sia per il ruolo trasversale da essa esercitato nell’ambito delle

“Educazioni”.

In queste linee l’attività fisica e motoria assume la valenza di modalità e strumento utile a

supportare lo sviluppo personale di ogni allievo contribuendo ad un processo di crescita nel quale

confluiscono i valori positivi dello sport e l’acquisizione di sani stili di vita non solo nei profili

comportamentali ma anche in quelli della salute dei giovani.

In coerenza con le indicazioni sopra descritte la nostra Scuola istituisce il “Centro Sportivo

Scolastico”, una struttura aperta a tutti gli alunni dell’Istituto, finalizzata all’organizzazione di

attività sportive scolastiche come l’atletica leggera, la pallavolo, la pallacanestro, il calcetto, il

badminton. L’iscrizione comporta un impegno serio e costante negli allenamenti che si terranno in

orario extra-scolastico; in particolare, per gli studenti del biennio implica la partecipazione ai

campionati studenteschi organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione mentre per quelli del

triennio il coinvolgimento in attività sportive in rete con gli Istituti Superiori del Distretto Scolastico

n. 16 (valide come credito formativo).

6. Macroarea dell’orientamento

Una delle finalità istituzionali della scuola secondaria è costituita dall’orientamento in ingresso e in

uscita. La commissione orientamento ha elaborato un piano di orientamento di tipo:

- scolastico; rivolto agli studenti dell’ultima classe della scuola secondaria di primo grado

- formativo; rivolto agli studenti della prima e seconda classe della scuola secondaria di secondo

grado

- universitario, del mondo della formazione professionale e del lavoro; rivolto alle classi quarte e

quinte della scuola secondaria di secondo grado.

a) Orientamento scolastico;

- i componenti della commissione, coadiuvati da altri colleghi, si recheranno nelle scuole medie

del bacino di utenza dell’I.I.S. Fazzini – Mercantini nei mesi antecedenti la data di scadenza delle

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iscrizioni, per illustrare ad alunni e genitori gli indirizzi, i profili professionali, gli aspetti didattici

ed organizzativi degli Istituti presenti nelle sedi di Grottammare e Ripatransone.

La scuola promuove gli indirizzi di studio attraverso una consistente campagna di

comunicazione che prevede l’utilizzo di diversi mass media. Per consentire la visita alle strutture la

scuola resterà aperta le domeniche 15 dicembre 2013, 12-19-26 gennaio, 2-9-16-23 febbraio

(mattino ore 10.00-13.00; pomeriggio ore 15.30-18.30).

L’I.I.S. Fazzini – Mercantini accoglierà classi di studenti delle scuole medie durante le normali

ore di lezione, qualora le stesse ne facciano richiesta, per consentire ai ragazzi di vivere una

giornata tipo nelle sedi di Grottammare e Ripatransone.

Si inserisce nell’ambito dell’Area l’iniziativa Ponte tra Scuola Media e Scuola Superiore •

“Sperimentare le Scienze” con apertura dei laboratori per dimostrazioni di esperimenti

scientifici;

Orientamento formativo;

- raggiungimento della continuità educativa tra la scuola di base e la scuola superiore mediante

un’attività di accoglienza nelle prime classi nel primo mese di scuola.

- attività di sostegno alla scelta operata e sviluppo della consapevolezza dei propri mezzi e delle

proprie capacità, in funzione anche di un eventuale riorientamento, nell’ambito del diritto-dovere

all’istruzione

- supporto didattico e informativo agli alunni delle seconde ad indirizzo turistico ai fini della

scelta della terza lingua curricolare.

b) orientamento universitario, del mondo della formazione professionale e del lavoro;

L’I.I.S. Fazzini-Mercantini, da ben oltre dodici anni si preoccupa di supportare gli alunni

dell’ultimo biennio superiore con attività a carattere informativo/consulenziale attraverso la

metodologia della ricerca-azione che li vede coinvolti in prima persona nel percorso autonomo di

ricerca degli opportuni strumenti/strategie ed informazioni che agevolano l’espressione delle

proprie attitudini ed inclinazioni. Nell’ambito delle iniziative per l’orientamento post diploma sono

previste diverse attività quali la partecipazione alle Giornate di formazione allo Studio e al lavoro

“Salone Orientamento Going”, visite a sedi universitarie, incontri in sede con ufficiali delle diverse

Armi e con esponenti del mondo della formazione professionale e del lavoro.

7. Macroarea dell’integrazione scolastica

Dovere istituzionale della scuola è formare tutti gli studenti e contribuire al conseguimento del

successo formativo, inteso non solo come conquista del titolo di studio, ma come pieno sviluppo

della personalità e soddisfacente integrazione sociale. Da ciò deriva la necessità di adeguare le

modalità di intervento alla diversità dei bisogni e dei prerequisiti individuali. In particolare, risulta

indispensabile l’impegno per la formazione degli alunni stranieri e degli alunni diversamente abili,

che non solo hanno il diritto allo studio, garantito dalla Costituzione, ma creano un’occasione di

arricchimento per il gruppo in cui sono inseriti, grazie alla possibilità di sperimentazione di nuovi

modi di comunicazione e di confronto con la diversità.

Obiettivi prioritari dell’Istituto sono pertanto il predisporre le condizioni dell’accoglienza

(incontri con la famiglia, trasmissione di materiali didattici con gli insegnanti della scuola media di

provenienza, visita dei locali della scuola, illustrazione delle attività didattiche in particolare degli

indirizzi caratterizzanti l’Istituto), la rimozione degli ostacoli e delle difficoltà socio-ambientali,

percorsi educativi mirati ed adeguate metodologie di insegnamento.

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Si ritiene inoltre fondamentale che l’azione educativa sia imperniata sulla costante interazione tra

tutti i componenti del gruppo tecnico (docenti del consiglio di classe, referenti UMEE, docenti

specializzati, assistente sociale del comune di provenienza e/o mediatori linguistici) e la famiglia,

cui comunque spetta sempre la responsabilità delle scelte operate nell’interesse dell’allievo.

La programmazione curricolare ed i progetti rivolti a tutti gli alunni (secondo le potenzialità e le

competenze acquisite) contenuti nel presente piano dell’offerta formativa hanno come obiettivo

l’autonomia personale e sociale, lo sviluppo delle capacità comunicative, e l’acquisizione di abilità

di base anche in funzione dell’inserimento dell’allievo nel mondo del lavoro dopo l’assolvimento

dell’obbligo scolastico. Sulla base dei principi dell’integrazione dettati anche dalla normativa

(art.14 del R.D. 4 maggio 1925, Costituzione, Dichiarazione dei diritti del fanciullo proclamata

dall’ONU, la L.40/98, precisamente all’art.36, .D.P.R. 394/nov. 1999) che delinea i diritti di

cittadinanza anche per i nuovi arrivati, la Scuola si muove per rendere attuativi tali principi:

integrare gli alunni/e significa non delegare l’attività educativa e didattica totalmente a

figure docenti specializzate: l’integrazione è compito di tutti i docenti che operano nella scuola e

che collegialmente contribuiscono a mantenere climi relazionali caratterizzati da apertura,

curiosità, rispetto reciproco, dialogo;

l’educazione interculturale non è una nuova disciplina né un’aggiunta alle varie discipline.

Una didattica che si chiama interculturale deve essere una didattica quotidiana, che vede l’intero

coinvolgimento di tutte le discipline e di tutti gli insegnanti nella costruzione di un

atteggiamento di rispetto e di accettazione della diversità, che superi la tolleranza positiva per

una integrazione vera e consapevole;

il team docenti promuove attività di piccolo gruppo, individuando modalità di

semplificazione o facilitazione linguistica per ogni disciplina, rilevando bisogni specifici

d’apprendimento e progettando, sulla base delle risorse interne ed esterne disponibili, percorsi di

facilitazione, modalità con le quali rendere più facile l’inserimento da attivare a livello

relazionale didattico.

Alcuni dei temi principali che da alcuni anni hanno assunto un ruolo strategico e debbono

diventare cardine delle nostre azioni:

a. l’integrazione degli alunni stranieri

b. l’integrazione degli alunni diversamente abili

c. l’integrazione degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (PDP)

d. la lotta alla dispersione

e. l’educazione alla cittadinanza

f. la garanzia di pari opportunità per tutti anche nel raggiungimento dell’eccellenza

g. la qualità e sicurezza delle strutture

Il Progetto integrazione scolastica annovera progetti personalizzati (PEI), progetti laboratoriali e

progetti didattici personalizzati per alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (PDP).

Si evidenziano nello specifico le finalità delle seguenti attività:

PROGETTI PERSONALIZZATI ALUNNI DIVERSAMENTI ABILI: finalizzato al

miglioramento dell’autonomia personale e sociale degli alunni diversamente abili attraverso

l’esplorazione a fondo delle caratteristiche e specificità di ciascuno. Condividendo progetti e

obiettivi tra famiglia, territorio e scuola, quest’ultima si propone di ricercare occasioni di crescita

costruttiva finalizzate all’acquisizione di competenze utili.

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ATTIVITA’ MOTORIA IN ACQUA PER ALUNNI PORTATORI DI HANDICAP: per il

miglioramento dell’autonomia personale e sociale degli alunni diversamente abili, in ambiente

extrafamiliare, non scolastico, attraverso l’attività in piscina.

LABORATORIO DI INFORMATICA: attività laboratoriale per alunni diversamente abili.

Attuazione di un laboratorio informatico per promuovere l’autonomia, facilitare l’apprendimento, la

scrittura, la comunicazione e il gioco.

LABORATORIO CREATIVO: per raggiungere, attraverso la creazione di semplici manufatti,

l’acquisizione dell’autonomia sul piano funzionale in un contesto stimolante, attraverso la

socializzazione e la collaborazione, il rispetto degli altri, il saper stare insieme, il condividere spazi

e materiali. Lo scopo è quello di sviluppare negli alunni abilità afferenti agli ambiti cognitivi,

percettivo-motori, relazionali, comunicativi, dell’autonomia, in funzione dello sviluppo di

competenze operative trasversali.

PROGETTO “AUTISMO E DINTORNI: dalle difficoltà alle potenzialità attraverso la

danzamovimentoterapia”.

ORIENTAMENTO IN INGRESSO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI:

Instaurare un atteggiamento di fiducia nei confronti dell’ambiente che li accoglie;

favorire un approccio alla didattica speciale attraverso una didattica attiva ed operativa nei

laboratori dell’istituto;

creare un ambiente favorevole alle relazioni interpersonali utilizzando il lavoro di gruppo e

sperimentando nuove tecnologie.

PROGETTO ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE ALUNNI STRANIERI: Organizzazione

attraverso il CPIA dei corsi di alfabetizzazione linguistica L2 e co-progettazione di corsi di

alfabetizzazione linguistica L2 e co-progettazione di interventi a sostegno dell’integrazione

interculturale.

8. Macroarea Alternanza Scuola/lavoro e rapporti con il mondo

del lavoro

I curricoli prevedono attività di stage, inteso come forma di tirocinio orientativo, volta ad offrire

allo studente sia elementi base di cultura e alfabetizzazione lavorativa, sia informazioni ed

esperienze che facilitino le sue scelte professionali e di ulteriori percorsi formativi.

L’esperienza dello stage, da condurre con modalità di stretta integrazione con il percorso

scolastico, è volta inoltre a fornire allo studente strumenti idonei ad una lettura consapevole e critica

di alcuni settori del mondo contemporaneo. Mentre in un’ottica professionalizzante, in particolare

negli indirizzi geometri e turistico, lo stage è un processo che, attraverso l’esperienza, sviluppa la

capacità di una persona di assumere un ruolo professionale, in una dimensione liceale, come quella

dell’Istituto Mercantini, lo stage ha essenzialmente una funzione formativa e di orientamento. Ciò

significa che non è necessariamente finalizzato all’apprendimento di operazioni o processi – e

dunque all’azione - ma è finalizzato ad incontrare pratiche professionali e contesti lavorativi

altrimenti sconosciuti. In questa prospettiva lo stage è prevalentemente osservativo, mette in campo

conoscenze curricolari, è finalizzato ad incontrare le pratiche professionali nel loro contesto, ad

avviare una riflessione sul senso del lavoro e a stimolare una adeguata immagine delle discipline e

delle professionalità ad esse legate.

L’esperienza di stage, già avviata da diversi anni nel nostro Istituto, sarà considerata

propedeutica per poter strutturare per il prossimo anno scolastico moduli di alternanza “formativa”.

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Al termine dell’anno scolastico, per gli studenti del triennio, l’Istituto organizza tirocini

formativi secondo quanto previsto dalla Legge 196/97. La finalità è quella di promuovere

un’esperienza di formazione nelle imprese da svolgersi in un’unica soluzione per almeno un mese,

con il fine di agevolare l’orientamento e le scelte professionali future.

La nuova metodologia d’insegnamento“Alternanza Scuola Lavoro”, introdotta sia negli

indirizzi liceali che in quelli tecnici, permette di coniugare il sapere teorico con quello pratico,

l’approccio speculativo e di ricerca dei licei con quello costruttivo e pragmatico dei tecnici. Diversi

sono i progetti nei quali gli studenti dei due ordini si trovano coinvolti in sperimentazioni curricolari

in rete con altri Istituti della zona, in sinergia con i Comuni del territorio, con la Provincia e in

collaborazione con le Facoltà Universitarie.

Si sottolinea in particolare i seguenti progetti:

Progetto “Orientare in tempo di crisi”: l’attività, che sarà svolta in collaborazione con i Comuni

dell’ex Distretto Scolastico ora Ambito Funzionale e con alcune Scuole Superiori del territorio, è

destinata alle classi del Biennio finale che saranno coinvolte tramite la metodologia dell’Alternanza

Scuola/Lavoro;

Progetto”A che tante facelle”: La Via Lattea tra Scienza, Storia e Arte: pensato per i licei

Tecnologico e Psico-Pedagogico, il progetto di Alternanza Scuola Lavoro consiste nella

organizzazione, preparazione, costruzione e realizzazione di un evento culturale, segnatamente una

mostra divulgativa, di ambito artistico-letterario e filosofico–scientifico, sotto la guida di

un’associazione culturale e con il sostegno dell’Amministrazione locale. Il progetto in Alternanza

Scuola/Lavoro permetterà agli studenti di iniziare a costruire un “evento” culturale, attraverso

un’esperienza di studio e di approfondimento, ma anche di interrogarsi su quali siano le ragioni che

spingono l’uomo ad inoltrarsi nella ricerca scientifica e filosofica;

Progetto “Turismo e territorio: una rete di sinergie per valorizzare le eccellenze”: utilizzando

trasversalmente le tematiche legate ai beni culturali presenti nell’area costiera, in particolare vuol

far acquisire agli alunni le conoscenze e le competenze per la progettazione di percorsi turistici sul

territorio (Classi interessate: interclasse 3^ A TUR. e 4^ A TUR);

Progetto “Introduzione all’imprenditorialità”: l’attività è stata strutturata con l’obiettivo di

instillare negli alunni lo spirito dell’imprenditorialità, della creatività e della capacità di innovare

attraverso la ricerca delle proprie attitudini suffragate da conoscenze e competenze desumibili dal

percorso di studi e dal coinvolgimento di numerosi esperti del settore comunicazione, marketing

strategico advertising e pubblicità (Classi interessate: 3^ B TUR e classe 4^ B TUR);

Progetto “Recupero e ripristino fabbricati e terreni abbandonati”: finalizzato allo sviluppo

delle competenze necessarie alla progettazione di fabbricati rurali con occhio sociologico sullo

spaccato di “vita agricola” e alla transizione da questa verso l’automazione delle tecnologie rurali e

all’implementazione di strutture laterizie moderne, il progetto sarà articolata in tre moduli affrontati

con la declinazione che segue: la classe 4° a cat si occuperà del “recupero di aree agricole e

marginali dei territori comunali”, la classe 4° b cat del “recupero e ristrutturazione dei fabbricati

rurali”, la classe 4° c cat del “recupero e ripristino di fabbricati abbandonati nei centri storici”.

9. Macroarea aggiornamento

L’istituto promuove attività di formazione sia per i docenti sia per il personale ATA sui temi

deliberati dal Collegio dei Docenti e individuati nel Piano delle Attività del Personale ATA,

nell’ottica dell’annuale Direttiva ministeriale.

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a.1. Aggiornamento personale docente

Sono incluse nel Piano di aggiornamento della scuola tutte le iniziative, anche quelle non ancora

conosciute, che siano promosse dall’Amministrazione scolastica e universitaria nelle sue diverse

articolazioni, nonché dagli enti/istituti convenzionati con il Ministero. È autorizzata la

partecipazione di tutti i docenti alle iniziative precedentemente indicate senza esonero dagli

obblighi di servizio e con esonero dalle lezioni.

È autorizzata altresì la partecipazione di tutti i docenti con esonero dagli obblighi di servizio nei

limiti di quanto previsto dalle vigenti disposizioni, a tutte le iniziative di aggiornamento, purché sia

possibile la sostituzione del docente e sia assicurata la ricaduta diretta nel processo

formativo/didattico riferito alla disciplina insegnata, la pertinenza con gli incarichi aggiuntivi e

particolari ricoperti dal docente, l’inerenza delle tematiche svolte alla funzione docente. Nello

specifico la fruizione dei permessi per l’aggiornamento avverrà con il criterio della rotazione, fatta

salva la coerenza con la disciplina insegnata e posto che gli Enti formativi siano accreditati secondo

la direttiva n.90, evitando la sovrapposizione di richieste nello stesso giorno.

a.2. Tematiche oggetto di aggiornamento di tutto il personale

Il Piano di aggiornamento della Scuola prevede attività formative sulle seguenti tematiche:

1. Privacy

2. Sicurezza

3. PUNTOEDU – ATA/SIDI

4. Software “Classeviva”

5. Software innovativi nell’ambito amministrativo/finanziario

6. Argomenti “professionalizzanti”, con corsi organizzati da enti istituzionali e/o accreditati e

suffragati dall’Ufficio Scolastico Regionale

7. Attività di formazione dei docenti di disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera,

secondo la metodologia Content and Language Integrated Learning (CLIL); corso di Inglese 2°

livello

8. Ogni altro argomento individuato tra le priorità di cui alla Direttiva n. 29/06, con particolare

riferimento alle problematiche connesse alla riforma dell’istruzione secondaria di secondo

grado, all’Esame di Stato e all’Obbligo Scolastico

9. Nuove metodologie didattiche quali l’Alternanza Scuola Lavoro, l’Impresa Formativa Simulata

e la Didattica per Progetti

10. Formazione specifica sulla pianificazione del lavoro del docente attraverso la predisposizione di

P.S.P. strutturati sulla base di Unità di Apprendimento.

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Riepilogo dei progetti e delle attività per l’a.s. 2013/2014

Ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, il Collegio dei docenti, in corrispondenza alle

macroaree suindicate, preventivamente esamina i progetti per il necessario coordinamento con le

attività curricolari e per l’eventuale adattamento alla programmazione didattico-educativa; il

Consiglio d’Istituto ne valuta la compatibilità finanziaria e la coerenza con le finalità formative

dell’attività scolastica.

Per quanto attiene ai criteri di individuazione dei docenti si indicano, in ordine prioritario:

a) docenti interni che abbiano dichiarato la propria disponibilità

b) esperti esterni che:

b1) siano in possesso di adeguati titoli di studio e/o cultura coerenti con le attività da

svolgere

b2) abbiano dimostrato elevate competenze in precedenti esperienze.

Pertanto per il corrente anno scolastico vengono deliberate le seguenti attività:

PRESENTAZIONE PROGETTI AL P.O.F. A.S. 2013/2014 DOCENTE PROGETTO

MACRO AREA: SCAMBI CULTURALI

CAPOROSSI GIUSEPPINA SCAMBIO CON LA FINLANDIA - CLASSI TERZE

BORSATTO PATRIZIA SCAMBIO CON PAESI DI LINGUA TEDESCA

SCAMBIO FRANCIA

CORNETTONE/TIRABASSI SCAMBIO TECNICO-CULTURALE CON PALERMO

MACRO AREA: STAGE E LINGUE

BORSATTO PATRIZIA STAGE LINGUISTICO - LINGUA TEDESCA AUSTRIA-GERMANIA

BORSATTO PATRIZIA STAGE ARTISTICO-CULTURALE a VIENNA

STAGE LINGUISTICO - LINGUA SPAGNOLA

STAGE LINGUISTICO - LINGUA INGLESE

STAGE LINGUISTICO - LINGUA FRANCESE in alternativa

GULLIVER - LEONARDO

PART.CONFERENZA INT.LE SULL'OLIO DI OLIVA (SPAGNA)

FOCAUD MARTINE CERTIFICAZIONE DELF

CAPOROSSI G./LAURENZI C. CERTIFICAZIONE PET

CERTIFICAZIONE DELE

BORSATTO PATRIZIA CERTIFICAZIONE GOETHE

ENGLISH FOR YOU

MACRO AREA: ARTISTICA

DOCENTI DI LINGUE TEATRO IN LINGUA

GRADASSI GLORIA APPRENDISTI CICERONI - PROGETTO FAI

LISTRANI ROSANNA CURRICULUM DELLA SCUOLA ATTIVITÀ TEATRALI

MACRO AREA: DELLE SCIENZE E DELLE TECNOLOGIE

DE ANGELIS NAZARIO OLIMPIADI DELLE SCIENZE NATURALI

DE ANGELIS NAZARIO OLIMPIADI DELLA CHIMICA

BARLOCCI ROBERTA OLIMPIADI DELLA MATEMATICA

TALAMONTI SANDRO OLIMPIADI DI DI FISICA

CORTINI RENZA

STUPIRSI IN MATEMATICA - MOSTRA DI MATEMATICA FATTA DAI RAGAZZI II

annualità

ALBANO LUCIA E.C.D.L. PATENTE EUROPEA DEL COMPUTER

FELICI MARA

SCIENZA FIRENZE 2014 ”Micro e Macro. Due approcci alla varietà dei fenomeni

naturali”

PROGETTO CINQUE

PROGETTO ITER

CORNETTONE FAUSTO AUTOCAD AVANZATO 3D+CORSO RENDERING

IANNETTI SIMONE PROGETTO METEOROLOGIA

MACRO AREA: ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO

PAZZI ANGELA ORIENTARE IN TEMPO DI CRISI

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IANNETTI, ALBANO,GRADASSI,

BUONFIGLI

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

(“RECUPERO AREE DEGRADATE O ABBANDONATE” 3 PROGETTI; “A CHE TANTE

FACELLE?” LA VIA LATTEA TRA SCIENZA, STORIA E ARTE; “TURISMO E

TERRITORIO: UNA RETE DI SINERGIE PER VALORIZZARE LE ECCELLENZE”;

“FARE IMPRESA”).

MACRO AREA: ARRICCHIMENTO CULTURALE

GIACOPETTI VALERIA PREMIO RIVIERA DELLE PALME - PARTECIPAZIONE CONCORSO PER LE SCUOLE

CAMAIONI P./ANNIBALI R. IL QUOTIDIANO IN CLASSE - GROTTAMMARE E RIPATRANSONE + 4 CONCORSI

DE JULIS FABRIZIO

MEDIAZIONE CIVILE E PROF.LE PER LE NUOVE GENERAZIONI:PROSPETTIVE

FUTURE E DI DIALOGO E CIVILTA' GIURIDIO - SOCIALE

DE JULIS FABRIZIO

LEGGE REGIONALE MODIFICATIVA E INTEGRATIVA DELLA L.R. 11/07/2006 N. 98

SULLE STRUTTURE RICETTIVE TURISTICHE

DE JULIS FABRIZIO CONOSCIAMO LE ISTITUZIONI

CAMAIONI PATRIZIA INVITO ALLA LETTURA

TIRABASSI ALESSANDRO

VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DELLA MEMORIA STORICA A 100

ANNI DALLA 1ª GUERRA MONDIALE

TROLI + LISTRANI + CAMAIONI CINEFAZZINI - CAPIRE LA LETTERATURA E LA STORIA CON IL CINEMA

TROLI GINO ARTEFAZZINI - INCONTRO CON LE OPERE E LUOGHI D’ARTE

SCUOLA D'IMPRESA

IMPRONTA ECONOMICA TEENS - PATTI CHIARI

BUONFIGLI ACHILLINA PROGETTO PARTITA DOPPIA

BUONFIGLI ACHILLINA IMPRESA IN AZIONE - PROGRAMMA DI EDUCAZIONE IMPRENDITORIALE

ATTENZIONE ALLA TRUFFA

PEER EDUCATION: PROMOZIONE DI SANI STILI DI VITA

PARLIAMOCI CHIARO - COOPERATIVA KOINEMA - AMBITO 21

POGGI F./SERGIACOMI R. TUTOR FRA PARI / PEER TUTORING

RONCAROLO ANTONELLA Associazioni/Enti formazione (Ludopatia, Ed. al consumo responsabile, Libero Bizzarri)

RONCAROLO ANTONELLA SUR-REALITY: BASTA APPARIRE?

GIACOPETTI/D’ANNESSA/D’APRILE DONACTION - CREATIVITY CONTEST

PREMIO GIORGIO GABER PER LE NUOVE GENERAZIONI - LIBERTÀ E

PARTECIPAZIONE

INCONTRO ENERGIA

MACRO AREA: BIBLIOTECA

CAMAIONI PATRIZIA BIBLIOTECA ATTIVA COME RISORSA CULTURALE E FORMATIVA

MACRO AREA: DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE E RICREATIVE E EDUCAZIONE ALLA SALUTE

PROGETTO “ULTIMATE FRIBEE”

CALVARESI ENRICO ATTIVITA' SPORTIVA SCOLASTICA - C.S.S.

SIMONETTI LINO LABORATORIO INVERNALE: CONOSCENZA DEGLI SPORT INVERNALI

CALVARESI ENRICO PROGETTO IN-FORMA … TI

DE JULIS/ ROSETTI COMUNIC@:NUOVI LINGUAGGI DI PREVENZIONE

ROSETTI ROSA PREVENZIONE DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

MACRO AREA: ORIENTAMENTO

DE ANGELIS NAZARIO SPERIMENTARE LE SCIENZE

CALVARESI E. - D'ANNESSA P. ORIENTAMENTO SCOLASTICO IN INGRESSO

“ORIENTAMENTO TRA PARI” – RETE INTERCULTURA

MACRO AREA: INTEGRAZIONE SCOLASTICA

BARTOLOMEI L./ROSETTI R. PROGETTI PERSONALIZZATI ALUNNI DIVERSAMENTI ABILI

BARTOLOMEI L./ROSETTI R. LABORATORIO DI INFORMATICA

BARTOLOMEI LIDIA LABORATORIO DI GRAFICA

BARTOLOMEI L./ROSETTI R. LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA

BARTOLOMEI L./ROSETTI R. LABORATORIO CREATIVO

BARTOLOMEI L./ROSETTI R.

AUTISMO E DINTORNI: DALLE DIFFICOLTA' ALLE POTENZIALITÀ ATTRAVERSO

LA DANZAMOVIMENTOTERAPIA

POGGI FILIPPO LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ

POGGI FILIPPO ATTIVITÀ MOTORIA IN ACQUA PER ALUNNI PORTATORI H

AREE DI PROGETTO

TASSONI M./ D'ANNESSA P. PROVE INVALSI

RISERVA PROGETTI

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Allegato 6

I.I.S. “Fazzini Mercantini” Via Salvo d'Acquisto 30 – 63013 Grottammare

QUESTIONARIO ANONIMO DI VALUTAZIONE DEI CORSI DI AMPLIAMENTO

DELL’OFFERTA FORMATIVA

Ti chiediamo, gentilmente, di collaborare con noi al continuo miglioramento dell’offerta formativa extracurricolare della scuola,

compilando il presente questionario anonimo

Attività: ______________________________

Esprimi una valutazione quantitativa/qualitativa di apprezzamento del corso che hai frequentato per quanto attiene alla:

1. Durata 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2. Organizzazione del calendario delle lezioni/incontri 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

3. Contenuti sviluppati/affrontati 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

4. Qualità dell’insegnamento del/i relatore/i 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

5. Interesse manifestato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

(Barrare il valore corrispondente sulla scala da 1 (minore apprezzamento) a 10 (massimo apprezzamento))

Attività: ______________________________

Esprimi una valutazione quantitativa/qualitativa di apprezzamento del corso che hai frequentato per quanto attiene alla:

1. Durata 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2. Organizzazione del calendario delle lezioni/incontri 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

3. Contenuti sviluppati/affrontati 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

4. Qualità dell’insegnamento del/i relatore/i 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

5. Interesse manifestato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

(Barrare il valore corrispondente sulla scala da 1 (minore apprezzamento) a 10 (massimo apprezzamento))

Attività: ______________________________

Esprimi una valutazione quantitativa/qualitativa di apprezzamento del corso che hai frequentato per quanto attiene alla:

1. Durata 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2. Organizzazione del calendario delle lezioni/incontri 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

3. Contenuti sviluppati/affrontati 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

4. Qualità dell’insegnamento del/i relatore/i 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

5. Interesse manifestato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

(Barrare il valore corrispondente sulla scala da 1 (minore apprezzamento) a 10 (massimo apprezzamento))

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PARTE QUARTA

IL MONITORAGGIO DEL

POF

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Capitolo unico

I criteri generali

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1. Monitoraggio della efficacia e della efficienza dei servizi

a) Criteri relativi alla valutazione complessiva del servizio scolastico ed in particolare del

P.O.F. :

1) efficienza

2) trasparenza

3) verificabilità

b) modalità per la valutazione:

monitoraggio su aspettative e grado di soddisfazione di studenti, genitori e docenti

c) strumenti per la valutazione:

questionario e/o Focus-Group per tutte le componenti

d) tempi per la valutazione:

al termine dell’anno scolastico

e) soggetti incaricati per la valutazione:

commissione autonomia/P.O.F

2. Gli strumenti

Sono i questionari e/o Focus-Group elaborati dall’apposita commissione P.O.F. e di seguito allegati.

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

QUESTIONARIO SULLA VALUTAZIONE DI QUALITA’ DEL SERVIZIO SCOLASTICO

COMPONENTE DOCENTI Premessa: lo scopo del questionario anonimo, rivolto ai coordinatori di classe, è quello di avere delle indicazioni da ciascuna

componente della scuola sull’efficacia e l’efficienza dei servizi proposti dalla scuola nell’a.s. 2013/2014 per attuare eventuali azioni

correttive e adottare nuove misure affinché la scuola risponda in modo sempre più adeguato alle esigenze di formazione degli

studenti.

1. Ritieni che si debbano confermare questi aspetti organizzativi anche per l’a.s. 2014-2015?

SI NO

1.a Numero dei consigli di classe ( 3 nel trimestre, 2 nel pentamestre - 3 per le classi 5^)

1.b Durata dei consigli di classe (30’o 45’ solo componente docenti, 30’ tutte le componenti, 30’ eventuale Gr. H)

1.c Eventuale adesione alla proposta di utilizzare i secondi 30’ alla presenza di tutti i genitori e studenti

1.d Modalità di ricevimento dei genitori nel pomeriggio

1.e Numero dei Collegi dei Docenti (n. 5 programmati)

1.f Numero e modalità delle riunioni per gruppi disciplinari e per classi parallele (1 per i test d’ingresso delle prime

e per la programmazione, 1 per la scelta dei libri)

1.g Attività di recupero gestita dal consiglio di classe

Se hai risposto NO, fai delle proposte di modifica relativamente ai punti precedenti:

1.a

1.b

1.c

1.d

1.e

1.f

1.g

2. Su quali dei seguenti aspetti ritieni si debba e si possa intervenire con più urgenza per migliorare l’offerta formativa della

scuola?

2.a Spazi e organizzazione degli spazi

2.b Risorse di laboratori, biblioteca, aule speciali, dotazioni multimediali

2.c Aggiornamento del personale docente

2.d Numero e spazio orario delle materie d’insegnamento (proposte di sperimentazione)

2.e Programmazione e progettazione del consiglio di classe

2.f Attività di accoglienza e continuità con la scuola media inferiore

2.g Attività di orientamento all’Università

2.h Collaborazione con Università e/o Enti esterni

2.i Organizzazione dei corsi pomeridiani

2.l Organizzazione delle gite e dei viaggi di istruzione

2.m Organizzazione e progettazione degli interventi del C.I.C.

Proposte:

2.a

2.b

2.c

2.d

2.e

2.f

2.g

2.h

2.i

2.l

2.m

3. In questo anno scolastico, i tuoi rapporti con i soggetti sotto indicati, sono stati:

Inesistenti Critici Formali Collaborativi

3.a Gli studenti

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3.b I colleghi docenti

3.c I colleghi di corso

3.d Il personale ATA

3.e Il personale di Segreteria

3.f Il Dirigente Scolastico

3.g Il Direttore Amministrativo

3.h I docenti Funzioni Obiettivo

3.i I collaboratori del Preside

Se hai risposto Formali, Critici o Inesistenti, spiega le difficoltà incontrate:

4. Secondo te, tra i docenti del tuo consiglio di classe, c’è:

SI NO

4.a Convergenza di metodologie didattiche

4.b Condivisione di criteri di valutazione

4.c Collegialità di programmazione

Se hai risposto NO, fai delle proposte di miglioramento:

4.a

4.b

4.c

5. Secondo te, tra i docenti della stessa disciplina, c’è:

SI NO

5.a Disponibilità a partecipare le esperienze didattiche ed a scambiarsi i materiali didattici prodotti

5.b Convergenza di metodologie didattiche

5.c Condivisione di criteri di valutazione

Se hai risposto NO, fai delle proposte di miglioramento:

5.a

5.b

5.c

6. Secondo te l’I.I.S. Fazzini/Mercantini sa trasmettere all’esterno un’immagine positiva?

SI NO

Se hai risposto NO, fai delle proposte per cambiare quest’immagine:

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

QUESTIONARIO SULLA VALUTAZIONE DI QUALITA’ DEL SERVIZIO SCOLASTICO

PERSONALE ATA

Premessa: lo scopo del questionario anonimo è quello di avere delle indicazioni da ciascuna componente della scuola sull’efficacia

e l’efficienza dei servizi proposti dalla scuola nell’a.s. 2013/2014 per attuare eventuali azioni correttive e adottare nuove misure

affinché la scuola risponda in modo sempre più adeguato alle esigenze di formazione degli studenti.

1. Ritieni sufficiente il personale ATA in servizio nella scuola?

SI NO

Se hai risposto NO, spiega perché:

2. Ritieni che i turni di servizio da te svolti siano?

Normali Accettabili Faticosi Inaccettabili

Se hai risposto Faticosi o Inaccettabili fai delle proposte per migliorare la situazione:

3. In questo anno scolastico, i tuoi rapporti con i soggetti sotto indicati, sono stati:

Positivi Problematici Negativi

3.a Gli studenti

3.b Il Dirigente Scolastico

3.c Il Direttore Amministrativo

3.d I docenti

Se hai risposto Problematici o Negativi, spiega perché ed in quali occasioni:

4. Nel tuo lavoro riesci a collaborare e a comunicare:

A Con tutti i colleghi

B Con pochi colleghi

C Con nessun collega

Se hai risposto C, spiega quali difficoltà hai incontrato:

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5. Quanto ritieni utili:

Moltissimo Molto Abbastanza Poco

5.a Maggiore flessibilità nella gestione del personale

5.b Equilibrio dei turni

Proposte:

6. Secondo quali criteri ritieni che quest’anno si debba ripartire il fondo incentivante dell’ Istituzione scolastica?

Per i Collaboratori Scolastici:

6.a Per intensità delle prestazioni (maggior numero di ambienti da pulire)

6.b Per la disponibilità e l’effettiva sostituzione del personale assente

6.c Per l’uso di macchine e/o strumentazioni tecnologiche ( es. fotocopiatrici)

6.d Per la reperibilità in caso di allarme

6.e Per i servizi esterni (posta, accompagnamento studenti da e per la palestra etc.)

6.f Per il lavori di “piccola manutenzione”

Per gli ass.ti amm.vi e tecnici:

6.a Intensità della prestazione per compiti aggiuntivi e/o complessità dei procedimenti amministrativo

contabili nell’ ambito dell’ orario di servizio ordinario

6.b Intensità della prestazione per compiti aggiuntivi e/o complessità dei procedimenti amministrativo

contabili nell’ ambito dell’ orario di servizio aggiuntivo straordinario

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

QUESTIONARIO SULLA VALUTAZIONE DI QUALITA’ DEL SERVIZIO SCOLASTICO

COMPONENTE STUDENTI Premessa: lo scopo del questionario anonimo, rivolto ai rappresentanti degli studenti nei Consigli di Classe, è quello di avere delle

indicazioni da ciascuna componente della scuola sull’efficacia e l’efficienza dei servizi proposti dalla scuola nell’a.s. 2013/2014 per

attuare eventuali azioni correttive e adottare nuove misure affinché la scuola risponda in modo sempre più adeguato alle esigenze di

formazione degli studenti.

1. Frequenti: Il Biennio Il Triennio

Se vuoi, puoi specificare la sez. _____

2. Conosci?

SI NO

2.a Il Regolamento d’Istituto

2.b Lo statuto delle Studentesse e degli Studenti

2.c La Programmazione del Consiglio di Classe

2.d Il sistema dei criteri di valutazione

2.e Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.)

3. Quanto ritieni utili:

Molto Abbastanza Poco

3.a Le attività di orientamento universitario

3.b Le attività del C.I.C

3.c Le assemblee di classe

3.d Le assemblee di Istituto

3.e Le attività didattiche collaterali (visite guidate, viaggi di istruzione,

scambi culturali, incontri con esperti, gare sportive, partecipazioni a

concorsi, ecc.)

4. Hanno costituito per te dei problemi:

Molto Abbastanza Poco

4.a Gli spazi della scuola

4.b La pulizia della scuola

4.c La consultazione della Biblioteca

4.d L’utilizzo dei computer, televisori, fotocopiatrici, ecc.

4.e I rapporti con gli insegnanti

4.f I rapporti con i compagni

4.g I rapporti con il personale ausiliario e di segreteria

4.h I rapporti con il Dirigente Scolastico

4.i La partecipazione al recupero extracurricolare

4.l La partecipazione alle attività pomeridiane della scuola

4.m La consultazione del medico e dello psicologo del C.I.C.

4.n La partecipazione a gare e gruppi sportivi

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5. Vieni volentieri a scuola?

Si No Abbastanza

6. L’orario delle lezioni è ben distribuito nell’arco della settimana?

Si No Abbastanza

7. I compiti vengono assegnanti in modo equilibrato nell’arco della settimana?

Si No Abbastanza

8. Le informazioni sui compiti da svolgere e sulle verifiche da sostenere sono chiare ed esaurienti?

Si No Abbastanza

Se no, in quale materia? __________________________________________________

9. Le prove di verifica scritte sono riconsegnate nei tempi previsti dal P.O.F?

Si No Abbastanza

Se no, in quale materia? __________________________________________________

10. Le valutazioni delle verifiche orali sono immediate e trasparenti?

Si No Abbastanza

Se no, in quale materia? __________________________________________________

11. I libri di testo costituiscono un valido strumento per la tua preparazione?

Si No Abbastanza

Se no, in quale materia? __________________________________________________

12. Le attività di recupero hanno diminuito le difficoltà che avevi?

Non avevo materie da recuperare Si No Abbastanza

Se no, per quale motivo? __________________________________________________

13. Senti l’esigenza di un approfondimento disciplinare individuale o per piccoli gruppi oltre l’orario di lezione?

Si No Abbastanza

14. Quando ne hai avuto necessità, hai trovato aiuto dagli insegnanti e dall’altro personale della scuola?

Si No Abbastanza

Se no, in quale occasione? __________________________________________________

15. Hai utilizzato i laboratori in misura soddisfacente?

Si No Abbastanza

Se no, per quale motivo? __________________________________________________

16. Quali delle tue aspettative si sono realizzate da quanto sei entrato all’I.I.S.? (puoi barrare più di una risposta):

16.a Trovare a scuola un clima rassicurante

16.b Conoscere più approfonditamente i contenuti disciplinari

16.c Acquisire un metodo di studio efficace ed autonomo

16.d Aumentare la consapevolezza nell’operare scelte (conoscere meglio se stesso)

16.e Avere un punto di riferimento negli insegnanti

16.f Stabilire nuove amicizie

17. Ritieni che sia utile realizzare periodicamente in questa scuola indagini con questo tipo di strumento?

Sì No Non so

Se hai risposto sì, indica i problemi più importanti da indagare:

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I.I.S. FAZZINI/MERCANTINI

QUESTIONARIO SULLA VALUTAZIONE DI QUALITA’ DEL SERVIZIO SCOLASTICO

COMPONENTE GENITORI

Premessa: lo scopo del questionario, rivolto ai Rappresentanti di genitori nei Consigli di Classe, è quello di valutare il Piano

dell’Offerta Formativa della scuola dell’a.s. 2013/2014 così come previsto dallo stesso Piano.

E’ uno strumento per consentire eventuali azioni correttive e l’adozione di nuove misure, affinché la scuola possa rispondere in

maniera adeguata alle esigenze di formazione dello studente.

1. Conosce?

Bene In parte Per niente

1.a La Carta dei Servizi

1.b Il regolamento d’Istituto

1.c La programmazione educativo-didattica

1.d Il sistema di valutazione degli alunni

1.e Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.)

2. Conosce i progetti dell’Autonomia? Si No

3. Ritiene che tali progetti abbiano migliorato l’offerta formativa della scuola? Si No

Se si, in quale misura? Poco Abbastanza Molto

4. Quale dei seguenti aspetti della scuola ritiene sia migliorato rispetto agli anni precedenti?

Quale è ancora da migliorare?

Migliorato Da migliorare

4.a Organizzazione dell’orario scolastico

4.b Utilizzo delle risorse della scuola

4.c Pulizia e funzionalità degli spazi della scuola

4.d Attività di recupero

4.e Organizzazione del calendario delle attività di recupero

4. f Rapporto scuola-famiglia (informazione)

4. g Immagine dell’I.I.S. all’esterno

5. E’ soddisfatto della situazione formativa raggiunta da suo figlio rispetto a quella di partenza?

Poco Abbastanza Molto

6. Proposte:

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PARTE QUINTA

GLI ALLEGATI

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Capitolo Primo

Il Regolamento di Istituto

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1. Il regolamento di istituto

IL CONSIGLIO D'ISTITUTO

VISTO l'art. 10, comma 3, lett. a) del T.U. 16/4/94, n. 297; VISTI gli artt. 8 e 9 del DPR 8/3/99, n. 275;

VISTO il D.I. 01/02/2001, n. 44;

VALUTATA l'opportunità di adottare un regolamento d'istituto adeguato ai principi del D.P.R. 249/98 e

D.P.R. 235/2007

EMANA

il seguente regolamento:

PREMESSA

Art. 1. Vita della comunità scolastica

1. La scuola è il luogo di formazione, di educazione e di istruzione mediante l'acquisizione delle conoscenze, delle competenze, delle abilità e dello sviluppo della coscienza critica.

2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione del cittadino, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, fatta a New York il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell'ordinamento italiano.

3. La democrazia trova riscontro anche nell’osservanza delle norme. L’autocontrollo e il massimo senso di responsabilità da parte di tutti sono espressione di vita democratica. Comprendere e rispettare i diritti e i doveri può significare migliore convivenza e clima più sereno. Lo Stato garantisce a tutti il diritto allo studio. L’offerta formativa dell’Istituto sarà tanto più efficace quanto più gli operatori e gli utenti saranno capaci di rispettare le norme che regolano il buon funzionamento dello stesso.

4. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnante - studente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione della identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva.

5. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.

CAPO I

DOCENTI

Art. 2 Doveri dei docenti

Presenza a scuola 1. I docenti che accolgono gli alunni devono trovarsi in classe almeno cinque minuti prima

dell'inizio delle lezioni. Registro personale 1. Il registro elettronico deve essere debitamente compilato in ogni sua parte. Per quanto concerne

l’argomento spiegato, la programmazione delle verifiche scritte, le presenze/assenze e le note disciplinari degli alunni, la sua compilazione deve essere immediata, ora per ora. La presenza in classe del docente deve essere registrata “seduta stante” selezionando l’icona “firma”; la presenza

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degli allievi va rilevata ad inizio lezioni e ad ogni ora successiva. Tutti i docenti, al termine della propria lezione in classe, devono disconnettersi dal proprio account. Il docente dell’ultima ora deve disconnettersi dal proprio account e cliccare su “arresta il sistema” per spegnere il computer.

Trasparenza e tempestività nella valutazione 2. Anche al fine di promuovere l’autovalutazione, lo studente ha diritto ad una valutazione

trasparente e tempestiva. Pertanto, il voto attribuito gli viene comunicato immediatamente, cioè subito dopo l’effettuazione di una prova orale e/o la correzione di una prova scritta, la cui riconsegna deve avvenire entro 20 giorni dal suo svolgimento. La registrazione del voto deve essere effettuata entro le 24 ore.

Annotazione delle presenze e assenze 1. Il docente della prima ora deve giustificare le assenze e riportare sul registro di classe l’avvenuta

giustificazione cliccando la voce “evento” accanto al nome dell’alunno, controllare la presenza/assenza

dei singoli alunni ed eventualmente cambiare lo status in caso di discordanza tra quanto rilevato dal

badge e l’effettiva presenza o meno in classe. Medesimo comportamento sarà assunto dai docenti delle

ore successive. Stessa procedura verrà eseguita in caso di ritardo in ingresso dal docente della prima o

seconda ora. I docenti controlleranno che il “ritardo breve” appaia nell’apposita sezione del registro

elettronico altrimenti, in caso di mancata timbratura, dovranno procedere alla registrazione manuale.

Gli alunni che arriveranno dopo le ore 8.10 per Grottammare e 8.30 per Ripatransone potranno essere

ammessi in classe dalla Vicepresidenza esclusivamente alla seconda ora di lezione e per non oltre

cinque volte dall’inizio del Pentamestre, dopodiché non saranno ammessi a scuola.

.

Se l'assenza per motivi di salute è superiore a cinque giorni, il docente deve acquisire la fotocopia della

certificazione medica da riporre in un’apposita busta (l’originale deve essere consegnato dall’alunno in

segreteria didattica). Il docente, qualora un alunno dopo tre giorni dal rientro continui ad essere

sprovvisto di giustificazione, segnalerà alla Dirigenza scolastica il nominativo.

RITARDI DEGLI ALUNNI

3. In caso di ritardo di un alunno occorre cambiare lo status, se discordante tra quanto rilevato dal badge e l’effettiva presenza in classe, registrare la giustificazione e ammetterlo in classe. Tutti gli allievi dovranno obbligatoriamente giustificare l’ingresso in ritardo presso l’ufficio di

Vicepresidenza: tali ritardi non potranno essere a superiori a dieci.

USCITE ANTICIPATE DEGLI ALUNNI

4. In caso di uscita anticipata dell’alunno, regolarmente autorizzata dalla Dirigenza scolastica o dal docente all’uopo delegato, il docente in servizio in quell’ora registrerà l’evento sul registro elettronico modificando lo status dell’alunno da “presente” ad “assente”.

COMUNICAZIONI DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

5. I docenti indicano sempre sul registro elettronico nella sezione “Agenda” le comunicazioni lette alla classe provenienti dalla Dirigenza scolastica.

ASSENZE MOMENTANEE

6. I docenti hanno cura di non lasciare mai, per nessun motivo, gli alunni da soli. Se un docente deve per pochi minuti allontanarsi dalla propria classe occorre che avvisi un collaboratore scolastico o un collega affinché vigili sulla classe e provveda a disconnettersi dal proprio account.

MOMENTO RICREATIVO DI SOCIALIZZAZIONE

7. Durante il momento ricreativo di socializzazione i docenti vigilano in corridoio in prossimità delle aule in cui hanno prestato servizio e collaborano con i colleghi delle altre classi.

8. Per gli spazi esterni la vigilanza durante il momento ricreativo di socializzazione è affidata ai

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collaboratori scolastici. 9. Il Dirigente Scolastico, con suo decreto, attribuisce al personale specifici compiti inerenti la

vigilanza durante il momento ricreativo di socializzazione.

USCITA DURANTE LE LEZIONI

10. Ad eccezione di particolari esigenze dettate da necessità di assistenza, durante le ore di lezione non è consentito fare uscire dalla classe più di un alunno per volta.

Termine lezioni 11. Al termine delle lezioni i docenti si accertano che i locali utilizzati vengano lasciati in ordine ed i

materiali siano riposti negli appositi spazi. 12. I docenti accompagnano la classe all'uscita. 13. I docenti devono prendere visione dei piani di sfollamento dei locali della scuola e devono

sensibilizzare gli alunni sulle tematiche della sicurezza. 14. È assolutamente vietato ostruire con mobili, arredi, anche solo temporaneamente, le vie di fuga e

le uscite di sicurezza. 15. Non è consentito, per ragioni di sicurezza, sistemare mobili bassi accanto a vetrate e finestre, sia

in aula che in qualunque altra zona dell'edificio scolastico accessibile agli alunni. 16. I docenti, ove accertino situazioni di pericolo, devono prontamente comunicarlo alla Dirigenza

scolastica. Segnalazione danni 17. Eventuali danni riscontrati devono essere segnalati alla Dirigenza scolastica. I danni

riscontrati vengono risarciti dal responsabile. 18. Accettando il principio della solidarietà nel risarcimento, nel caso in cui risulti

impossibile l’identificazione del/i diretto/i responsabile/i sarà la classe, come gruppo sociale, ad assumere l'onere del risarcimento, e ciò relativamente agli spazi occupati dalla classe, nella sua attività didattica.

19. Nel caso si accerti che la classe, operante per motivi didattici in spazi diversi dalla propria aula, risulti realmente estranea ai fatti, sarà la collettività studentesca ad assumersi l'onere del risarcimento.

20. Qualora il danneggiamento derivi da un uso incauto di spazi comuni fruiti da più classi/soggetti (corridoi, palestra, laboratori, biblioteca, ecc) e non ci siano responsabilità accertate, saranno le classi/soggetti, che insieme utilizzano o che hanno utilizzato quegli spazi, ad assumersi l'onere del risarcimento.

Comunicazioni alle famiglie 21. I docenti hanno facoltà di richiedere colloqui e/o approfondimenti telefonici con le famiglie

nell'ottica di un rapporto scuola/famiglia più trasparente e fattivo. 22. I docenti, tramite comunicazione che lo studente annota sul diario, devono avvisare le famiglie

circa lo svolgimento di attività didattiche diverse dalle curricolari. 23. Nei ricevimenti individuali e collettivi le valutazioni delle prove scritte e orali dovranno essere

comunicate alle famiglie. Nei ricevimenti collettivi potrà essere utilizzata una opportuna scheda che il genitore è tenuto a firmare per presa visione.

Comunicazioni interne 24. Ogni docente apporrà la propria firma per presa visione delle circolari, degli avvisi e delle

comunicazioni di servizio. In ogni caso le circolari, gli avvisi e le comunicazioni di servizio affissi all'albo della scuola o inseriti nel registro collocato negli appositi spazi si intendono regolarmente notificati.

Uso dei telefoni cellulari e della scuola 25. I docenti non possono utilizzare i telefoni cellulari durante l'orario di lavoro. Per informazioni

tempestive alle famiglie è disponibile il telefono della scuola. 26. I docenti non possono utilizzare i telefoni della scuola per motivi personali. In caso di motivo di

ufficio, la telefonata va annotata sull'apposito registro, indicando il numero composto, il destinatario, il nome della persona che effettua la telefonata e, sinteticamente, l'oggetto della telefonata.

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Divieto di fumare 27. È vietato fumare nella scuola. Il divieto di fumo è esteso negli spazi esterni di pertinenza

dell’Istituzione scolastica (cortili, ad es.) e alle sigarette elettroniche. Gli inadempienti saranno soggetti alle multe previste dalle norme vigenti.

CAPO II

PERSONALE AMMINISTRATIVO

Art. 3

Doveri del personale amministrativo

Presenza a scuola 1. Il personale amministrativo è tenuto al rispetto dell'orario di servizio. Della presenza in servizio

fa fede la registrazione con tesserino magnetico. Uso dei telefoni cellulari 2. Il personale amministrativo non può utilizzare i telefoni cellulari durante l'orario di lavoro.

Assenze degli studenti e comunicazioni 3. La segreteria didattica provvede a raccogliere le assenze degli studenti e a consegnare

mensilmente al coordinatore della classe l’elenco degli studenti con l’indicazione delle assenze. Su indicazione dello stesso coordinatore di classe invierà comunicazione scritta alle famiglie degli studenti che hanno fatto assenze superiori a cinque nell’arco di un mese.

Divieto di fumare 4. È vietato fumare nella scuola. Il divieto di fumo è esteso negli spazi esterni di pertinenza

dell’Istituzione scolastica (cortili, ad es.) e alle sigarette elettroniche. Gli inadempienti saranno soggetti alle multe previste dalle norme vigenti.

CAPO III

COLLABORATORI SCOLASTICI

Art. 4

Norme di comportamento e doveri dei collaboratori scolastici

Presenza a scuola 1. I collaboratori scolastici sono tenuti al rispetto dell'orario di servizio. Della presenza in servizio

fa fede la registrazione con tesserino magnetico. Comportamenti generali 2. I collaboratori scolastici:

devono vigilare all’ingresso e all'uscita degli alunni; devono vigilare nel cortile esterno durante il momento ricreativo di socializzazione; il

Dirigente Scolastico, con suo decreto, attribuisce ai collaboratori scolastici specifici compiti inerenti la vigilanza durante il momento ricreativo di socializzazione

sono facilmente reperibili da parte degli Insegnanti, per qualsiasi evenienza; collaborano al complessivo funzionamento didattico e formativo; comunicano immediatamente al Dirigente Scolastico o ai suoi Collaboratori l'eventuale

assenza dell'Insegnante dall'aula, per evitare che la classe resti incustodita; collaborano con gli insegnanti nella raccolta delle prenotazioni giornaliere delle colazioni; favoriscono l'integrazione degli alunni portatori di handicap;

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vigilano sulla sicurezza ed incolumità degli alunni, in particolare negli spostamenti e nelle uscite degli alunni per recarsi ai servizi o in altri locali;

possono svolgere, su accertata disponibilità, funzione di accompagnatore durante i viaggi e le visite d'istruzione;

riaccompagnano nelle loro classi gli alunni che, al di fuori del momento ricreativo di socializzazione e senza seri motivi, sostano nei corridoi o negli spazi esterni;

sorvegliano gli alunni in caso di uscita dalle classi, di ritardo, assenza o allontanamento momentaneo dell'insegnante;

impediscono, con le buone maniere, che alunni di altri corsi possano svolgere azioni di disturbo nel corridoio di propria pertinenza, riconducendoli con garbo e intelligenza alle loro classi;

non si allontanano dal posto di servizio, tranne che per motivi autorizzati dal Direttore S.G.A. o dal Dirigente Scolastico;

si terranno informati sugli orari di ricevimento dei genitori, collocati sempre in ore libere da insegnamento;

in ogni turno di lavoro devono accertare l'efficienza dei dispositivi di sicurezza, individuali e collettivi, e la possibilità di utilizzarli con facilità;

sorvegliano l'uscita delle classi, prima di dare inizio alle pulizie; ove accertino situazioni di disagio, di disorganizzazione o di pericolo, devono prontamente

comunicarlo in Segreteria; segnalano, sempre in segreteria, l'eventuale rottura di suppellettili, sedie o banchi prima di

procedere alla sostituzione; sono obbligati a prendere visione delle mappe di sfollamento dei locali e di controllare

quotidianamente la praticabilità ed efficienza delle vie di esodo Uscite anticipate degli alunni 3. Accolgono il genitore dell'alunno minorenne, che vuol richiedere l'autorizzazione all'uscita

anticipata. Il permesso di uscita, firmato dal Dirigente Scolastico o da un docente delegato, verrà portato dal collaboratore nella classe dell'alunno, dove il docente dell'ora provvederà alla registrazione dell’evento sul registro elettronico. Dopodiché l'alunno che ha richiesto di uscire anticipatamente potrà lasciare la scuola.

Comunicazioni della Dirigenza scolastica 4. Devono far apporre ai docenti la propria firma, per presa visione, sulle circolari, sugli avvisi e sulle

comunicazioni di servizio; in ogni caso le circolari, gli avvisi e le comunicazioni di servizio affissi all'albo della scuola o inseriti nel registro collocato negli appositi spazi si intendono regolarmente notificati.

Divieto di fumare 5. È vietato fumare nella scuola. Il divieto di fumo è esteso negli spazi esterni di pertinenza

dell’Istituzione scolastica (cortili, ad es.) e alle sigarette elettroniche. Gli inadempienti saranno soggetti alle multe previste dalle norme vigenti.

Uso dei telefoni cellulari 6. È vietato l’uso dei telefoni cellulari.

CAPO IV

ALUNNI

Art. 5 Norme di comportamento

Rispetto 1. Gli alunni sono tenuti ad avere nei confronti del Dirigente Scolastico, di tutto il personale e dei

compagni, lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi. 2. Gli alunni avranno il massimo rispetto per le attrezzature, l’arredo e le attrezzature didattiche.

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Qualsiasi danneggiamento comporta, da parte dei responsabili di eventuali danni, l’obbligo del risarcimento del danno provocato (v. Capo I, art. 4 commi 18, 19, 20).

Frequenza alle lezioni 3. Gli alunni sono tenuti a frequentare regolarmente le lezioni, a favorirne lo svolgimento e ad

assolvere assiduamente agli impegni di studio. La presenza a scuola è obbligatoria anche per tutte le attività organizzate e programmate dal consiglio di classe.

Ingresso a scuola 4. Gli alunni entrano a scuola alle ore 7:55 per la sede di Grottammare e alle ore 8:15 per la sede di

Ripatransone. L’ingresso nelle sedi dell’Istituto è informatizzato, pertanto gli alunni hanno il dovere di accedervi tramite l’utilizzo del badge. I badge sono strettamente personali ed eventuali anomalie o malfunzionamento degli stessi dovranno essere tempestivamente comunicati all’ufficio Didattica o alla Vice presidenza dell’Istituto. È consentito agli alunni l’ingresso alle ore 7.45 per la sede di Grottammare e alle ore 8:15 per la sede di Ripatransone, a condizione che essi mantengano un comportamento che non arrechi danno o pericolo né a persone né a cose. Qualora si manifestino situazioni di danno o pericolo tale agevolazione verrà revocata e comporterà comunque un risarcimento dei danni oltre che sanzioni per chi li ha provocati. La scuola, in ogni caso, non si assume alcuna responsabilità circa la vigilanza prima del loro ingresso.

Giustificazione delle assenze 5. Gli alunni maggiorenni hanno diritto all’auto-giustificazione delle assenze; i minori

devono presentare la giustificazione firmata dal genitore che ha depositato la firma. 6. Le assenze devono essere giustificate dai genitori tramite l'apposito libretto e devono essere

presentate al rientro in classe, all'inizio della prima ora di lezione all'insegnante che provvederà a controfirmare e a prenderne nota sul registro.

7. Il libretto delle giustificazioni dovrà essere ritirato da un genitore dell’alunno in Vicepresidenza previa apposizione della firma (propria, per gli alunni maggiorenni, o dei genitori, per i minorenni) sul libretto stesso e sull'apposito elenco,. Gli alunni maggiorenni potranno ritirare personalmente il libretto delle giustificazioni.

8. I genitori degli alunni minorenni sprovvisti per tre giorni consecutivi di giustificazione regolare verranno informati dal docente della 1^ora e provvederanno personalmente a giustificare l’assenza del figlio/a. Gli alunni maggiorenni hanno diritto all’auto-giustificazione delle assenze fermo restando l’invito ai genitori di recarsi a scuola ogni dieci episodi come indicato nel libretto personale.

9. Se l'assenza dovuta a malattia supera i cinque giorni occorre presentare una certificazione medica. 10. In caso di ripetute assenze, su segnalazione del coordinatore della classe, verrà inviata comunicazione alle

famiglie anche degli alunni maggiorenni utilizzando la Sezione “Agenda”-“Annotazioni” del registro elettronico.

Ritardi 11. Per la rilevazione automatica del proprio ingresso, gli studenti devono essere in possesso del badge personale e dovranno essere sempre muniti del libretto personale. Successivamente all’orario di ingresso, sul display delle apposite postazioni di rilevazione apparirà

la dicitura “ritardo” e in tal caso vi è l’obbligo di giustificare l’ingresso in ritardo presso l’ufficio

di Vicepresidenza.

Gli alunni che arriveranno dopo le ore 8.10 per Grottammare e 8.30 per Ripatransone potranno

essere ammessi in classe dalla Vicepresidenza esclusivamente alla seconda ora di lezione. Sono

consentiti, nell’anno scolastico, al massimo 10 ingressi con ritardo entro l’inizio della seconda ora

di lezione. Il quinto ritardo dovrà essere giustificato personalmente da un genitore salvo casi

debitamente documentati. Oltre ulteriori cinque ritardi (all’11° nell’anno) non è più possibile

entrare in aula. Accessi successivi alla 2^ ora saranno consentiti unicamente per gravi e straordinari

motivi, debitamente documentati, e con la presenza dei genitori. Dal 1° maggio p.v. non è più

consentito entrare in ritardo. Agli studenti che in modo reiterato arrivano in ritardo a scuola, verrà

inflitto un provvedimento disciplinare da parte del Dirigente Scolastico. Uscite anticipate 12. L’uscita degli studenti, anche maggiorenni, prima del termine delle lezioni (non prima delle ore

12.00), è consentita solo in circostanze eccezionali, per comprovati e comunque documentati

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motivi, gravi e straordinari, di norma, al cambio dell’ora previa valutazione delle motivazioni e successiva autorizzazione da parte del Dirigente Scolastico o del docente all’uopo delegato. Uno dei genitori o chi ne fa le veci dovrà presentarsi personalmente a Scuola motivando e documentando la richiesta di uscita anticipata. Per gli studenti maggiorenni la richiesta di uscita anticipata potrà essere presentata tramite fonogramma o fax da parte del genitore previo accertamento nei modi opportuni della sua identità. Il docente della classe annoterà l’orario di uscita sul registro elettronico dietro presentazione dell’autorizzazione concessa. Le autorizzazioni di cui al presente comma non verranno concesse, di norma, nel mese che precede gli scrutini intermedi (dicembre) e nell’ultimo mese di lezione (maggio).

13. Uscite degli studenti, anche maggiorenni, in tempi diversi dal cambio dell’ora sono consentite, previa valutazione della eccezionalità delle motivazioni e successiva autorizzazione da parte del Dirigente Scolastico o del docente all’uopo delegato, solo in presenza di uno dei genitori o di chi ne fa le veci.

Permessi per ritardi e uscite anticipate 14. Gli alunni che per problemi di trasporto non possono rispettare l’orario d’inizio e/o di fine delle lezioni

dovranno rivolgersi in Segreteria alunni per ritirare il modulo di richiesta di entrata ed uscita fuori orario. Esso verrà compilato dal genitore e consegnato in Segreteria-alunni perché venga annotato da parte della segreteria nel Registro di classe. Verranno prese in considerazione solo richieste con differenze di orario dovuta a mezzi di trasporto.

Uscite momentanee 15. Non è consentito agli alunni allontanarsi dall’aula senza il permesso dell’insegnante. Il docente, ad

eccezione di particolari esigenze dettate da necessità di assistenza, può autorizzare l’uscita solo a un alunno per volta; il rientro dovrà comunque avvenire con sollecitudine.

Cambio d’insegnante 16. Al cambio di insegnante gli alunni devono tenere un comportamento corretto ed educato. Nel

momento del cambio dell’insegnante non è permesso agli alunni uscire dall’aula o sostare nei corridoi.

Astensione collettiva dalle lezioni 17. In caso di astensione collettiva dalle lezioni, gli alunni devono presentare regolare giustificazione,

fatte salve le competenze del Dirigente Scolastico e degli organi collegiali previste dalla vigente normativa in materia. Gli alunni presenti comunque non devono essere privati del loro diritto a regolari lezioni, né devono in alcun modo risentire della particolare circostanza.

Spostamenti 18. Gli alunni possono recarsi in biblioteca, in palestra o negli spazi in cui si svolge l’attività di

educazione fisica, nei laboratori solo con l'autorizzazione e sotto il controllo di un insegnante che se ne assume la responsabilità. Nessun alunno è autorizzato a recarsi in questi luoghi da solo.

19. In occasione di uscite o per trasferimenti in biblioteca, in palestra o negli spazi in cui si svolge l’attività di educazione fisica, nei laboratori, gli alunni devono lasciare in ordine il materiale scolastico chiuso nelle borse. La scuola, in ogni caso, non si assume alcuna responsabilità per la custodia di detto materiale né per valori inopinatamente lasciati dagli alunni nelle aule.

Momento ricreativo di socializzazione 20. Durante il momento ricreativo di socializzazione, sia nella scuola che nel cortile, sono da

evitare tutti gli episodi che possono diventare pericolosi (ad es. spingersi, salire e scendere le scale, ecc...): gli alunni dovranno seguire le indicazioni degli insegnanti e dei collaboratori scolastici.

21. Fatta salva l’autorizzazione rilasciata dal Dirigente Scolastico o dal docente all’uopo delegato, è fatto divieto agli studenti di intrattenersi nel cortile con estranei all’Istituto.

Uso dei servizi igienici 22. I servizi vanno utilizzati in modo corretto e devono essere rispettate le più elementari norme di

igiene e pulizia. Episodi violenti 23. Saranno puniti con severità tutti gli episodi di violenza che dovessero verificarsi tra gli alunni

all'interno della scuola.

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Raccolta rifiuti 24. Nelle aule, nei corridoi e nel cortile sono presenti appositi contenitori per la raccolta differenziata

dei rifiuti: è necessario utilizzarli correttamente. Gli studenti che non utilizzano tali contenitori sono sottoposti a sanzioni disciplinari. Gli insegnanti ed i collaboratori scolastici segnaleranno in Presidenza i nominativi degli alunni o le classi che non rispettano queste regole.

25. Gli alunni sono tenuti a rispettare il lavoro altrui e a seguire le indicazioni dei collaboratori scolastici per la cura e l’igiene della propria classe.

Esonero dalle lezioni di Educazione Fisica 26. Gli alunni che, per motivi di salute, non possono esercitarsi nelle attività fisiche connesse

all’insegnamento di Educazione Fisica dovranno presentare al Dirigente Scolastico la domanda di esonero firmata dal genitore unita a certificato del medico di famiglia su modulo A.S.U.R. Non potranno comunque essere esentati dalla partecipazione alle lezioni; per essi i docenti predisporranno specifiche attività.

Attività sportiva 27. Per la pratica dell'attività sportiva integrativa, per la partecipazione ai Giochi della Gioventù e per

l'iscrizione ai corsi di nuoto, dovrà essere presentato un certificato di stato di buona salute. Per gare a livello provinciale o regionale o nazionale dovrà essere presentato un certificato rilasciato da un medico sportivo.

Esonero dalle lezioni di Religione e scelta delle alternative previste 28. Gli alunni che non intendono avvalersi dell’insegnamento della religione devono farne richiesta

compilando l’apposito spazio sul modulo di domanda di iscrizione scegliendo una delle opzioni previste

Ingresso di estranei 29. Fatta salva l’autorizzazione rilasciata dal Dirigente Scolastico o dal docente all’uopo delegato, è

fatto divieto agli alunni invitare estranei ed intrattenersi con loro nella scuola. Uso dei telefoni cellulari 30. È vietato l’uso dei telefoni cellulari di qualsiasi tipo (comprese le apparecchiature in grado di

inviare fotografie e immagini), nonché dispositivi a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere. È inoltre vietato l’uso di apparecchiature elettroniche portatili di tipo “palmare” o personal computer portatili di qualsiasi genere, in grado di collegarsi all’esterno degli edifici scolastici tramite connessioni “wireless”, comunemente diffusi nelle scuole, o alla normale rete telefonica con protocolli UMTS, GPRS o GSM o BLUETOOTH.

Divieto di fumare 31. È vietato fumare negli spazi interni ed esterni della scuola. Il divieto di fumo è esteso negli spazi

esterni di pertinenza dell’Istituzione scolastica (cortili, ad es.) e alle sigarette elettroniche. Gli inadempienti saranno soggetti alle multe previste dalle norme vigenti.

Divieto di utilizzo postazione pc in aula 32. È assolutamente vietato l’utilizzo della postazione pc installata in ogni aula da parte degli alunni

poiché destinata esclusivamente ai docenti per l’utilizzo del programma “CLASSEVIVA” (registro elettronico). Qualsiasi manomissione e/o danneggiamento della stessa verrà addebitata sia economicamente che disciplinarmente all’intera classe in caso di mancata individuazione dei responsabili. La manomissione della postazione equivale alla manomissione del registro di classe che è a tutti gli effetti un atto pubblico.

Sanzioni disciplinari 33. Le sanzioni disciplinari e gli organi competenti sono quelli previsti dalle norme vigenti.

Art. 6

Trasparenza nella didattica

Diritto 1. L'alunno ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola.

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Piano di Offerta Formativa 2. Il coordinatore del C.d.C.si farà carico di illustrare alla classe il POF e recepirà osservazioni e

suggerimenti che verranno posti all'analisi e alla discussione del consiglio di classe. I docenti esplicitano, nel contratto formativo, le metodologie didattiche che intendono seguire, le modalità di verifica e i criteri di valutazione.

Valutazione delle verifiche 3. La valutazione sarà sempre tempestiva e adeguatamente motivata nell'intento di attivare negli

alunni processi di autovalutazione che consentano di individuare i propri punti di forza e di debolezza e quindi migliorare il proprio rendimento.

4. Il voto si rende noto agli alunni, con le motivazioni, immediatamente, cioè al termine della verifica per le prove orali ed alla riconsegna dei compiti per le prove scritte. La riconsegna delle prove scritte avverrà entro 20 giorni dalla loro effettuazione.

5. Le valutazioni delle prove scritte e orali sono comunicate alle famiglie nel corso dei ricevimenti individuali e collettivi.

Numero delle verifiche 6. Il numero delle verifiche scritte e orali è stabilito dal Collegio dei Docenti e va inteso come il

numero minimo. Le prove scritte, raccolte, fascicolate a cura del docente saranno consegnate, subito dopo la loro discussione in classe, in Vicepresidenza dal Collaboratore vicario che provvederà, dopo la registrazione, a depositarle in Presidenza.

Art. 7

Assemblee studentesche

Diritto 1. Gli alunni hanno diritto di riunirsi in assemblea nei locali della scuola, secondo le modalità

previste dagli articoli 12,13 e 14 del D.lgs. 297/94 e secondo le tipologie individuate nella nota ministeriale prot. n. 4733/A3 del 26 novembre 2003.

Assemblea di Istituto 2. L’Assemblea di Istituto.

Non può essere richiesta il primo e l’ultimo mese di scuola. Per la convocazione dell’assemblea occorre presentare al Dirigente Scolastico almeno

cinque giorni prima la richiesta firmata dai rappresentanti d’Istituto o dalla maggioranza del Comitato studentesco o dal 10% degli studenti, con l’indicazione della data e dell’ordine del giorno contenente gli argomenti oggetto di discussione.

Le lezioni saranno sospese nelle ore di tale assemblea. Lo svolgimento verrà disciplinato da un regolamento approvato dall’assemblea e inviato al

Consiglio d’Istituto in visione. Tale assemblea è gestita dagli studenti nell’osservanza delle leggi e dei regolamenti, con

facoltà di intervento e di sospensione del Dirigente Scolastico o del docente delegato alla vigilanza.

Possono partecipare esperti esterni autorizzati dal Consiglio d’Istituto, previa domanda da inoltrarsi con congruo anticipo. La partecipazione degli esperti esterni è prevista al più per quattro assemblee.

Durante le ore di assemblea d’Istituto per ragioni di sicurezza, nessuno può allontanarsi dalla stessa; gli alunni che non intendono partecipare all’assemblea resteranno nelle loro classi per approfondimenti e studio individuale o di gruppo.

Nel caso di assemblee con la partecipazione di esperti esterni o richieste nella forma di seminario e/o lavoro di gruppo ai sensi della nota ministeriale prot. n. 4733/A3 del 26 novembre 2003, i rappresentanti di classe registreranno su appositi moduli la presenza degli alunni, la cui eventuale assenza dovrà essere giustificata secondo le ordinarie modalità previste nei precedenti articoli.

3. Nel caso di assemblee con la partecipazione di esperti esterni o richieste nella forma di seminario e/o lavoro di gruppo ai sensi della nota ministeriale prot. n. 4733/A3 del 26 novembre 2003, i docenti dovranno essere presenti a scuola secondo il loro orario di servizio.L’Assemblea di classe

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Non può essere richiesta il primo e l’ultimo mese di scuola. L’assemblea di classe coinvolge gli studenti di una classe. La sua frequenza è di una al mese in orario scolastico. La sua durata massima è di due ore. La richiesta va presentata almeno cinque giorni prima in Presidenza. Le richieste predisposte su apposito modulo dovranno preventivamente essere autorizzate e

vistate dai docenti nelle cui ore di lezione si svolgerà l’assemblea e autorizzata dal Dirigente Scolastico o suo delegato.

I docenti dell’ora in cui si svolge l’assemblea sono responsabili della vigilanza, nel caso di svolgimento non ordinato hanno potere di scioglimento dell’assemblea e debbono essere presenti nelle immediate vicinanze dell’aula in cui si svolge l’assemblea.

L'assemblea di classe non può essere tenuta sempre lo stesso giorno della settimana durante l'anno scolastico.

Verbalizzazione assemblee 4. Al termine dell’assemblea di Istituto e di classe i segretari incaricati provvederanno a stilare una

breve relazione sullo svolgimento dell’assemblea. Tale relazione sarà consegnata in Presidenza non oltre sette giorni dalla data dello svolgimento dell’assemblea in oggetto.

Altre riunioni 5. Potranno essere consentite altre riunioni degli alunni al pomeriggio, nei giorni di apertura della

scuola, anche con la presenza di esperti autorizzati dal Consiglio di Istituto e dagli insegnanti che hanno dato la loro disponibilità. La richiesta scritta va inoltrata in Presidenza con congruo anticipo.

CAPO V

GENITORI

Art. 8

Indicazioni

Indicazioni generali 1. Sarebbe opportuno che i genitori cerchino di:

stabilire rapporti corretti con gli Insegnanti, collaborando a costruire un clima di reciproca fiducia e di fattivo sostegno;

controllare, leggere e firmare tempestivamente le comunicazioni sul libretto personale o su altri supporti;

partecipare con regolarità alle riunioni previste; favorire la partecipazione dei figli a tutte le attività programmate dalla scuola; osservare le modalità di giustificazione delle assenze, dei ritardi e delle uscite anticipate; sostenere gli Insegnanti controllando l'esecuzione dei compiti a casa;

Incontri con i docenti 2. I genitori potranno colloquiare con gli insegnanti durante l’ora prevista settimanalmente. 3. Saranno programmati, uno per ogni suddivisione valutativa dell’anno scolastico, incontri

pomeridiani delle famiglie con gli insegnanti della scuola 4. La scuola, in casi urgenti o per segnalare situazioni particolari, invierà alle famiglie degli alunni

una comunicazione di convocazione telefonica, scritta o via web. Comunicazione sull’offerta formativa 5. All'inizio dell'anno scolastico il coordinatore del consiglio di classe illustra agli studenti ed alle

famiglie le opportunità offerte dal piano dell'offerta formativa, comprensivo di tutte le attività e iniziative didattiche e formative facoltative e/o opzionali.

6. Le attività didattiche aggiuntive facoltative saranno organizzate secondo i tempi e modalità che

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tengano conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti. Comunicazione scioperi 7. In caso di sciopero del personale la scuola avvertirà le famiglie con apposito comunicato agli

alunni e contestualmente via web con congruo anticipo. Non sempre sarà possibile garantire il normale svolgimento delle lezioni. Il servizio sarà riorganizzato alla luce della vigente normativa.

Diritto di Assemblea 8. I genitori degli alunni hanno diritto di riunirsi in Assemblea nei locali della scuola secondo le

modalità previste dagli articoli 12 e 15 del Testo Unico del 16 aprile 1994, n.297. 9. Le assemblee si svolgono fuori dall'orario delle lezioni. 10. L'Assemblea dei genitori può essere di classe, sezione, di plesso/scuola, dell'Istituzione

Scolastica. Assemblea di classe 11. L'Assemblea di classe è presieduta da un genitore eletto nel Consiglio di Classe. 12. È convocata dal Presidente con preavviso di almeno cinque giorni. La convocazione può essere

richiesta da un quinto delle famiglie degli alunni della classe. 13. Il Presidente richiede per scritto l'autorizzazione a tenere l'assemblea e provvede, anche tramite

gli insegnanti, a diramare gli avvisi di convocazione, contenenti l'ordine del giorno, alle famiglie.

14. L'Assemblea è valida qualunque sia il numero dei presenti. 15. Dei lavori dell'Assemblea viene redatto succinto verbale, a cura di uno dei componenti. Copia

del verbale viene inviata alla Presidenza. 16. Possono partecipare alle riunioni, con diritto di parola, il Dirigente Scolastico e gli insegnanti di

classe. Assemblea di Istituto 17. L'Assemblea di Istituto è presieduta da uno dei genitori presenti. 18. L'Assemblea è convocata su richiesta, ai sensi dell’art. 15, comma 4, del D.lgs. 297/94, con

preavviso di almeno sette giorni. 19. I richiedenti provvedono, anche tramite gli insegnanti, a diramare gli avvisi di convocazione,

contenenti l'ordine del giorno, alle famiglie. 20. L'Assemblea è valida qualunque sia il numero dei presenti. Dei lavori dell’Assemblea viene

redatto verbale a cura di uno dei partecipanti incaricato dal Presidente. 21. Copia del verbale viene consegnata alla Dirigenza scolastica. 22. Possono partecipare alle riunioni, con diritto di parola, il Dirigente Scolastico e i docenti. Accesso dei genitori nei locali scolastici 23. Non è consentita per nessun motivo la permanenza dei genitori nelle aule o nei corridoi all'inizio

delle attività didattiche. 24. L'ingresso dei genitori nella scuola, durante le attività didattiche, è consentito esclusivamente in

caso di uscita anticipata del figlio e in occasione dei ricevimenti individuali. 25. I genitori degli alunni possono accedere agli edifici scolastici in occasione degli incontri

pomeridiani scuola-famiglia.

CAPO VI

LABORATORI

Art. 9

Uso dei laboratori e aule speciali 1. I laboratori e le aule speciali sono assegnati dal D.S.G.A. all'inizio di ogni anno alla

responsabilità del personale tecnico e alla supervisone di docenti che svolgono funzioni di sub-consegnatari. Il personale tecnico ha il compito di:

mantenere una lista del materiale disponibile;

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tenere i registri del laboratorio; curare il calendario d'accesso allo stesso; svolgere interventi di manutenzione, ripristino, sostituzione di attrezzature; proporre l’acquisto di materiale necessario all’ammodernamento delle strutture.

2. Il docente responsabile di laboratorio concorda con i docenti che utilizzano i laboratori i tempi di utilizzo da parte delle classi e con il Dirigente Scolastico le modalità ed i criteri per l'utilizzo del laboratorio in attività extrascolastiche.

3. In caso di danni, manomissioni, furti alle attrezzature o ai locali il responsabile del laboratorio o il docente di turno, sono tenuti ad interrompere le attività se le condizioni di sicurezza lo richiedono e a segnalare la situazione tempestivamente alla Dirigenza scolastica per l'immediato ripristino delle condizioni di efficienza e al fine di individuare eventuali responsabili.

4. L'orario di utilizzo dei laboratori e aule speciali sarà affisso a cura dei docenti responsabili. 5. Le responsabilità inerenti all'uso dei laboratori e delle aule speciali, sia per quanto riguarda la

fase di preparazione delle attività sia per quella di realizzazione delle stesse con gli allievi, competono all'insegnante nei limiti della sua funzione di sorveglianza ed assistenza agli alunni.

6. I laboratori e le aule speciali devono essere lasciate in perfetto ordine. Al fine di un sicuro controllo del materiale, l'insegnante prenderà nota della postazione e degli strumenti assegnati allo studente o al gruppo di studenti, compilando un’apposita scheda.

7. L'insegnante avrà cura, all'inizio ed alla fine di ogni lezione, di verificare l'integrità di ogni singola postazione e di ogni singolo strumento utilizzato. L'insegnante, qualora alla fine della lezione dovesse rilevare danni che non erano presenti all'inizio, è tenuto a darne tempestiva comunicazione al Dirigente Scolastico, segnalando il responsabile.

8. Ogni laboratorio o aula speciale è dotata di registro dove ogni insegnante annota le esercitazioni svolte con la classe ed ogni evento inerente alle stesse.

9. Il materiale informatico è sottoposto alla normativa sui diritti d'autore, quindi gli utilizzatori delle strutture informatiche si assumono ogni responsabilità sulla riproduzione e/o duplicazione dello stesso.

Art. 10

Uso di macchine fotografiche, telecamere, portatili 1. I laboratori e le aule speciali sono assegnati dal Dirigente Scolastico all'inizio di ogni anno alla

responsabilità di un docente. 2. Tali attrezzature sono tenute all’interno di un armadio e sono utilizzabili dietro richiesta su

apposita scheda. 3. L'utilizzo esterno della strumentazione in oggetto è autorizzato dal Dirigente Scolastico dietro

richiesta che va segnalata nell'apposito registro, ove verranno riportati tutti i dati richiesti a cura del responsabile e firma del richiedente. Alla riconsegna dell'attrezzatura, l'incaricato provvederà alla rapida verifica di funzionalità degli strumenti, prima di deporli nell’armadio. Si riporterà inoltre sull'apposito registro la data dell'avvenuta riconsegna e le eventuali segnalazioni di danno.

Art. 11

Uso degli strumenti di scrittura e duplicazione 1. Le attrezzature dell'Istituto per la stampa e la riproduzione (fotocopiatrice, fax, ciclostile,

computer), oltre al primario uso didattico ed amministrativo, possono essere utilizzate da tutte le componenti scolastiche per attività di esclusivo interesse della scuola. É escluso l'utilizzo degli strumenti della scuola per scopi personali.

2. I docenti possono effettuare fotocopie utilizzando le schede consegnate dalla vicepresidenza nei limiti degli stanziamenti di bilancio fissati annualmente.

3. Le classi possono effettuare fotocopie utilizzando le schede consegnate dalla vicepresidenza nei limiti degli stanziamenti di bilancio fissati annualmente.

4. L'uso della fotocopiatrice è gratuito per il materiale didattico utilizzato dagli alunni e dagli insegnanti, nei limiti degli stanziamenti di bilancio fissati annualmente.

5. Il materiale cartaceo è sottoposto alla normativa sui diritti d'autore, quindi i richiedenti si assumono ogni responsabilità sulla riproduzione e/o duplicazione dello stesso.

6. Le fotocopie per uso personale potranno essere fatte acquistando ulteriori schede dall’apposito distributore automatico.

Art. 12

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Servizio bar 1. I distributori potranno essere utilizzati all’inizio delle lezioni dalle ore 7.50 alle 8.05 per la sede

di Grottammare e dalle ore 8.15 alle 8.30 per la sede di Ripatransone. 2. I distributori potranno essere utilizzati durante l’intervallo. 3. Negli altri orari i distributori dovranno rimanere inutilizzati, fatta eccezione per il distributore di

acqua minerale.

CAPO VII BIBLIOTECA

Art.13

1. (La Biblioteca)

La Biblioteca si costituisce quale insieme del patrimonio librario e dei servizi biblioteconomici, bibliografici e di documentazione. Il materiale librario inventariato, dislocato a Ripatransone e Grottammare, consta di circa 5322 volumi e di 430 libri di facile consumo. Dall’anno scolastico 2007-2008, è stata avviata la catalogazione dei testi in Winiride in entrambe le sedi, con la finalità anche di controllarne lo stato, riordinare e completare l’inventario. Ciò permette di procedere alla ricostruzione del patrimonio librario e della memoria storica degli istituti (soprattutto il Mercantini) e di aderire ad un progetto di rilievo regionale che prevede la costituzione di una “Rete di Biblioteche Scolastiche” (BNS). Mediante la realizzazione di un catalogo on line (OPAC), sarà resa possibile la condivisione del patrimonio librario e documentario disponibile e saranno attivati i servizi interbibliotecari di consultazione e prestito.

Parte I (Norme generali)

2. (Funzioni) 1. La Biblioteca ha la funzione di assicurare l’aggiornamento, la conservazione e la migliore fruizione

del patrimonio bibliografico, nonché lo sviluppo dei servizi bibliotecari e documentari, a supporto della didattica della Scuola.

2. I progetti proposti dall’I.I.S., afferenti alla Macroarea Biblioteca, concorrono a perseguire quindi le seguenti finalità:

a) acquisire, organizzare, catalogare e conservare il patrimonio librario e documentale; b) rendere disponibile il suddetto materiale e fornire un servizio di consultazione e prestito; c) aggiornare i referenti del servizio in relazione alle novità normative e sviluppi tecnologici

ed organizzativi; d) attivare rapporti di collaborazione interbibliotecaria al fine di potenziare lo scambio

dell’informazione, migliorare la politica degli acquisti, condividere la conoscenza e migliorare l’offerta dei servizi;

e) potenziare la capacità di ricerca guidata ed autonoma degli studenti, sviluppare e promuovere la passione per la lettura, supportare l’attività didattica degli insegnanti.

3. (Organi e Composizione della Commissione Biblioteca) 1. La Commissione Biblioteca è composta da 7 membri:

a) il Dirigente Scolastico; b) la F. S. preposta alla gestione del P.O.F.; c) un docente referente, esperto culturale, per ciascuna delle due sedi; d) un docente, esperto informatico, per ciascuna delle due sedi; e) un amministrativo.

4. (Funzioni e compiti della Commissione) 1. Il Dirigente Scolastico, o suo delegato, assume la funzione di Presidente della Commissione, con i

seguenti compiti: - convoca la Commissione; - formula l’ordine del giorno per l’adunanza della Commissione; - coordina le attività di indirizzo e controllo proprie della Commissione; - nomina, sentito il Collegio Docenti, un responsabile o più responsabili della biblioteca, con il

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compito di sovrintendere al suo funzionamento e verificare periodicamente la consistenza delle dotazioni, i registri per il prestito, l'aggiornamento della schedatura e del catalogo; - vigila sull’efficacia ed efficienza dei servizi erogati e propone eventuali modifiche; - irròga la sanzione, in caso di danneggiamento, dopo la valutazione dell’entità del danno da parte della Commissione; 2. La F. S., preposta alla gestione del P.O.F., assume la funzione di Vicepresidente della Commissione e di Segretario con i seguenti compiti: - verbalizza le riunioni; - organizza le attività della Biblioteca; - cura i rapporti con la “Rete di Biblioteche Scolastiche” (BNS); 3. Il docente referente, esperto culturale, per ciascuna delle due sedi, svolge le seguenti funzioni: - cura le attività di prestito, sistemando uno “scontrino”, a contrassegno del testo prelevato; - cura le attività di restituzione, ricolloccando in ordine i volumi; - attiva il recupero del patrimonio mancante con comunicazioni di sollecito all’utente inadempiente; - vigila nelle ore di apertura al pubblico sugli alunni eventualmente presenti in sala lettura; - promuove le attività della Biblioteca; - collabora con l’esperto informatico nell’opera di catalogazione per la riorganizzazione degli spazi (realizzazione di indicatori ed etichette) e risistemazione dei libri; 4. Il docente, esperto informatico, per ciascuna delle due sedi, svolge le seguenti funzioni: - cura la catalogazione informatica in Winiride; - partecipa alle riunioni della “Rete di Biblioteche Scolastiche” (BNS); - collabora col docente referente nell’organizzazione delle attività della Biblioteca; 5. Il soggetto amministrativo, per ciascuna delle due sedi, svolge le seguenti funzioni: - cura l’aggiornamento del materiale librario in entrata mediante registrazione informatica nell’elenco dei volumi di facile consumo; - collabora col docente referente nelle attività della Biblioteca; - supporta i docenti incaricati sia nelle operazioni di erogazione di prestito librario sia nelle attività di archiviazione e catalogazione.

5. (Riunioni della Commissione) 1. Le riunioni, indette dal Presidente, sono valide con la presenza della metà più uno dei membri. 2. La Commissione è convocata almeno due volte nell’anno scolastico, ovvero quando il Presidente lo

ritenga opportuno o su richiesta motivata dei componenti della stessa Commissione. 3. La Commissione può invitare alle proprie riunioni altre persone con finalità consultive, quando

necessario.

Parte II (Norme di gestione interna)

6. (Acquisizione di monografie, abbonamenti a periodici) 1. Il Collegio dei Docenti promuove l'aggiornamento del patrimonio librario, documentario, audiovisivo

ed informatico, secondo le esigenze didattiche e culturali dell'Istituzione, recependo i suggerimenti specifici espressi dai docenti e dalle altre componenti scolastiche per quanto di loro competenza.

2. Gli studenti, per il tramite dei docenti, possono proporre l'acquisto di materiale librario, audiovisivo e/o informatico.

3. Le richieste di acquisto vanno inoltrate alla Commissione acquisti.

Parte III (Norme per l’utilizzo della Biblioteca da parte del Pubblico)

7. (Ammissione alla Biblioteca) 1. La biblioteca è accessibile a tutte le componenti della scuola: docenti, studenti, genitori,

personale A.T.A. 8. (Norme generali per l’utente) 1. L’accesso alla Biblioteca e la fruizione dei suoi servizi devono avvenire con un comportamento

rispettoso degli altri e del patrimonio pubblico. 2. Gli utenti della Biblioteca sono tenuti a mantenerne l’ordine e ripristinare la configurazione degli

arredi. 3. Non possono essere date in prestito opere di consultazione, quali dizionari, enciclopedie, ecc. 4. Gli alunni possono recarsi in biblioteca solo con l'autorizzazione e sotto il controllo di un

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insegnante che se ne assume la responsabilità. 5. Alla Biblioteca della scuola si accede secondo un calendario settimanale prestabilito e

opportunamente pubblicizzato. 6. Il permesso di recarsi in biblioteca durante l'orario scolastico viene concesso dall'insegnante che

si trova in classe. La permanenza utile ed effettiva degli studenti in biblioteca, se l'insegnante lo ritiene opportuno, sarà documentata su un apposito modulo firmato dall’insegnante incaricato.

9. (Servizio di consultazione e di prestito) 1. I libri e le riviste prelevati per la consultazione possono essere portati fuori dalla Biblioteca

previo permesso accordato dal docente referente. 2. I libri possono essere dati in prestito per un periodo massimo di 20 giorni, prorogabili di altri 10

se nessun altro ha richiesto lo stesso materiale; il materiale audiovisivo può essere dato in prestito per non più di due giorni, compatibilmente con la programmazione dei docenti..

3. Per motivi di urgente e rapida consultazione, qualsiasi volume in prestito deve, su richiesta della Biblioteca, essere reso disponibile entro 48 ore; la Biblioteca può richiedere la restituzione immediata dei volumi prestati anche per motivi di riordino delle collocazioni, di ricognizione delle consistenze o simili.

4. I testi in consultazione o in prestito non vanno sottolineati né evidenziati o annotati. Devono essere riconsegnati nello stesso stato di assegnazione iniziale. All’atto del prelievo di un volume e della sua riconsegna, il lettore deve assicurarsi che l’incaricato prenda nota di eventuali danni presentati dal volume.

5. Il materiale concesso in prestito (di facile consumo) viene annotato nell'apposito registro cartaceo/elettronico.

6. In caso di mancata restituzione entro i limiti fissati, dopo un primo sollecito, all’utente sarà richiesta formalmente la restituzione. In caso di inottemperanza, l’utente viene escluso dal prestito-libri per un periodo di sei mesi o, in caso di recidiva, in via definitiva, con adozione delle misure previste dal comma 7. I costi relativi ai libri o altri materiali deteriorati, smarriti o comunque non restituiti, saranno sostenuti da chi ha causato il danno.

7. Il danneggiamento irreversibile dei libri, come la mancata restituzione, danno luogo a richiesta di risarcimento mediante sostituzione fisica o versamento di un importo pari al valore di mercato del libro.

8. In caso di danneggiamento di media gravità, il fruitore è tenuto a versare una somma pari almeno al 50% del valore commerciale del volume danneggiato.

9. Entro il 31 maggio, tutti i libri già in prestito devono essere restituiti. Gli studenti delle classi quinte possono tenere i libri indispensabili alla preparazione dell'Esame anche dopo il 31 maggio, purché, entro tale data, ne facciano richiesta esplicita. La restituzione dovrà avvenire entro il giorno prefissato per il colloquio dell’Esame di Stato.

10. Per il periodo estivo è attivato il prestito dietro richiesta. I testi, prenotati entro maggio, verranno consegnati nella prima settimana di giugno. La restituzione sarà effettuata all’inizio dell’anno scolastico successivo al personale della Biblioteca.

Parte IV

(Norme finali)

10. (Entrata in vigore) 1. Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio di Istituto, entra in vigore il giorno successivo alla

sua pubblicazione all’Albo Ufficiale della Scuola.

CAPO VIII

COMUNICAZIONI

Art. 14

Distribuzione materiale informativo e pubblicitario 1. Nessun tipo di materiale informativo o di pubblicità varia potrà essere distribuito nelle classi, o

comunque nell'area scolastica, senza la preventiva autorizzazione del Dirigente Scolastico. 2. È garantita la possibilità di scambio e di circolazione di ogni tipo di materiale utilizzabile nel

lavoro scolastico (giornali, ecc.) e di quello frutto del lavoro della scuola stessa e delle classi (giornalino, mostre, ricerche).

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3. È garantita la possibilità di informazione ai genitori da parte di Enti, Associazioni culturali, ecc. 4. La scuola non consentirà la circolazione di informazione pubblicitaria a scopo economico e

speculativo. 5. Il Dirigente Scolastico disciplinerà la circolazione del materiale. 6. Per gli alunni si prevede di:

distribuire tutto il materiale che riguarda il funzionamento e l'organizzazione della scuola; autorizzare la distribuzione del materiale relativo alle attività sul territorio a livello

Comunale e Comprensoriale, inviato da Enti istituzionali; autorizzare la distribuzione di materiale che si riferisca ad iniziative od attività sul territorio,

gestite da Enti, Società, Associazioni private che abbiano stipulato accordi di collaborazione con la scuola, purché l'iniziativa non persegua fini di lucro;

previo assenso mediante autorizzazione scritta rilasciata all’atto dell’iscrizione in segreteria, comunicare nominativi e voti finali degli studenti che hanno superato gli esami di Stato ad agenzie pubbliche o private che ne facciano richiesta, al fine di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro. Possono altresì essere comunicati nominativi e voti degli studenti per la partecipazione a concorsi.

CAPO IX

ACCESSO DEL PUBBLICO

Art. 15

Accesso di estranei ai locali scolastici 1. Qualora i docenti ritengano utile invitare in classe altre persone in funzione di "esperti" a

supporto dell'attività didattica chiederanno, di volta in volta, l'autorizzazione al Dirigente Scolastico. Gli "esperti" permarranno nei locali scolastici per il tempo strettamente necessario all'espletamento delle loro funzioni. In ogni caso la completa responsabilità didattica e di vigilanza della classe resta del docente.

2. Nessun'altra persona estranea e comunque non fornita di autorizzazione rilasciata dal Dirigente Scolastico o suo delegato può entrare nell'edificio scolastico dove si svolgono le attività didattiche.

3. Chiunque ha libero accesso, durante le ore di apertura della scuola, al locale dove si trova l'albo d'istituto per prendere visione degli atti esposti e può accedere all'Ufficio di Presidenza e di segreteria durante l'orario di apertura dei medesimi.

4. I tecnici che operano alle dipendenze della Amministrazione Provinciale possono accedere ai locali scolastici per l'espletamento delle loro funzioni.

5. I signori rappresentanti ed agenti commerciali devono qualificarsi esibendo tesserino di riconoscimento.

6. Dopo l’inizio delle lezioni, le porte della scuola saranno chiuse fatta eccezione della porta di accesso principale.

CAPO X

CIRCOLAZIONE MEZZI ALL'INTERNO DELL'AREA SCOLASTICA

Art. 16 Accesso e sosta 1. È consentito l'accesso con l’autovettura nel cortile dei plessi scolastici ai genitori o a chi ne fa le

veci di alunni portatori di handicap per un ingresso e un’uscita più agevoli e lontani dal flusso degli altri alunni.

2. L'accesso ed il parcheggio delle autovetture negli spazi recintati di pertinenza della scuola sono riservati agli insegnanti ed al personale A.T.A. Per motivi di sicurezza, l’accesso delle autovetture dei docenti e del personale A.T.A. all’interno è limitato alla sola area centrale; è vietato parcheggiare lungo l’area perimetrale dell’Istituto in quanto è da considerarsi via di fuga in caso di emergenza.

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3. I genitori degli alunni minorenni, e i maggiorenni per loro conto, per il parcheggio dei motorini devono inoltrare formale richiesta di autorizzazione alla Presidenza, su apposito modulo. In esso sono riportate le dichiarazioni di responsabilità e gli obblighi d'uso che i genitori, per i minorenni, devono sottoscrivere per ottenere l'autorizzazione.

4. Moto, motorini e biciclette devono essere sistemati in modo ordinato solo ed esclusivamente nelle aree destinate a raccogliere tali mezzi. È vietato parcheggiare moto e motorini sotto il portico.

5. I parcheggi di cui sopra sono incustoditi e pertanto la scuola, non potendo garantire la custodia dei mezzi di cui trattasi, non assume responsabilità di alcun genere per eventuali danni o furti a carico dei mezzi medesimi.

6. I mezzi devono procedere a passo d'uomo e con prudenza allorché transitano su aree interne di pertinenza della scuola.

7. In casi di emergenza, per comportamenti non prudenti o quando si ravvisano difficoltà di funzionamento e di uso degli spazi interessati, il Dirigente Scolastico può adottare i provvedimenti opportuni, anche di carattere restrittivo.

8. I veicoli degli operatori che devono effettuare interventi di manutenzione nella struttura scolastica ed i veicoli dei vari rifornitori sono autorizzati ad entrare nelle aree procedendo a passo d'uomo e con prudenza.

CAPO XI VIAGGI ED USCITE D'ISTRUZIONE

Art. 17

Schema di regolamento 1. La scuola considera i viaggi di istruzione, le visite guidate a musei, mostre, manifestazioni

culturali, di interesse didattico o professionale, lezioni con esperti e visite a enti istituzionali o amministrativi, la partecipazione ad attività teatrali e sportive, i soggiorni presso laboratori ambientali, la partecipazione a concorsi provinciali, regionali, nazionali, a campionati o gare sportive, a manifestazioni culturali o didattiche, i gemellaggi con scuole estere, gli stages e gli scambi culturali parte integrante e qualificante dell'offerta formativa e momento privilegiato di conoscenza, comunicazione e socializzazione.

2. Le attività sportive costituiscono parte integrante dell'attività didattica e verranno effettuate con la collaborazione di tutti i docenti.

3. II Consiglio di Classe, prima di esprimere il parere sui relativi progetti, li esamina, verificandone la coerenza con le attività previste dalla programmazione collegiale e l'effettiva possibilità di svolgimento anche sotto il profilo economico e, nell'ipotesi di valutazione positiva, indica gli accompagnatori.

4. È necessario 1 accompagnatore ogni 15/18 alunni; un accompagnatore ogni uno/due alunni in situazione di handicap secondo le occorrenze.

5. La funzione di accompagnatore può essere svolta anche dai collaboratori scolastici. 6. Nel designare gli accompagnatori i Consigli di classe provvederanno ad indicare sempre un

accompagnatore in più in ogni classe per subentro in caso di imprevisto. 7. È auspicabile che gli accompagnatori siano scelti all'interno dei Consiglio interessato o tra i

docenti che hanno insegnato alla classe negli anni precedenti. 8. Se l'insegnante accompagnatore presta servizio in altri plessi è tenuto a concordare con il

Dirigente Scolastico gli eventuali impegni. 9. Le attività approvate e programmate dai Consigli di Classe e dal Collegio dei Docenti rientrano

nel Piano delle Uscite e dei Viaggi Didattici della scuola predisposto dalle relative commissioni. 10. Le proposte devono essere approvate dai Consigli di classe almeno 60 giorni prima della data

dell'uscita o del viaggio, salvo casi eccezionali. 11. Si auspica la totale partecipazione della classe. Nessun alunno dovrà essere escluso dai viaggi di

istruzione o dalle visite guidate per ragioni di carattere economico 12. Coordinatori delle commissioni deputate all’organizzazione delle visite guidate, dei viaggi di

istruzione, degli stages, degli scambi culturali sono le funzioni strumentali al POF. 13. Per ogni uscita o viaggio deve essere individuato un docente coordinatore.

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14. II docente coordinatore presenta gli appositi moduli correttamente compilati con l’autorizzazione da parte delle famiglie e sottoscritti almeno 30 giorni prima della data dell'uscita o dei viaggio per dare modo alla Giunta Esecutiva di scegliere ed approvare i preventivi di spesa.

15. Qualora, eccezionalmente, si offrisse l'opportunità di una visita guidata (senza pernottamento) in occasione di mostre o di altre manifestazioni culturali con scadenza non prevedibile, si impone comunque di presentare tutta la documentazione necessaria non oltre il 10° giorno precedente la partenza prevista.

16. II Dirigente scolastico può provvedere su richiesta scritta e motivata ad un contributo (massimo il 50% di due quote di partecipazione).

17. Gli alunni dovranno versare la quota prevista entro e non oltre il 10° giorno prima della partenza.

18. A norma di legge non è consentita la gestione extra-bilancio, pertanto le quote di partecipazione dovranno essere versate sul c/c postale dell’Istituto dalle singole famiglie o dal docente coordinatore o da un genitore incaricato.

19. I docenti accompagnatori devono portare con sé un modello per la denuncia di infortunio e l'elenco dei numeri telefonici della scuola compreso il numero dei fax.

20. I docenti accompagnatori al rientro devono compilare il modello per l'indennità di missione, consegnarlo in segreteria (allegare le eventuali ricevute nominative dei pasti consumati per i quali si ha diritto a rimborso); il docente coordinatore relaziona, con una sintetica memoria scritta, al Consiglio di Classe e al Dirigente Scolastico.

21. In caso la quota di partecipazione sia particolarmente elevata si dovrà, attraverso un sondaggio riservato tra le famiglie, acquisire il parere favorevole dell'80%, almeno, degli alunni.

22. Eventuali deroghe al presente Regolamento possono essere autorizzate dal Consiglio di Istituto. 23. L'uscita o il viaggio costituiscono vera e propria attività complementare della scuola; quindi

vigono le stesse norme che regolano le attività didattiche.

CAPO XII PALESTRA

REGOLAMENTO INTERNO

Art. 18 Il Collegio dei Docenti, nella seduta dell’11-09-2007, e il Consiglio di Istituto, nella seduta del 26-09-2007, hanno deliberato l’integrazione al Regolamento di Istituto concernente le modalità di utilizzo della Palestra nel rispetto delle seguenti regole:

1. Il PERSONALE AUSILIARIO incaricato di aprire la palestra alle ore 7.45 registrerà la propria presenza nell’apposito “REGISTRO AD USO INTERNO”; effettuerà un controllo generale sullo stato della struttura PRIMA delle attività sportive anche attraverso il confronto con il REGISTRO DELLE SOCIETÀ ESTERNE che la utilizzeranno in orario extra scolastico; segnalerà alla Vicepresidenza eventuali danneggiamenti riscontrati; vigilerà sulle attrezzature e sugli alunni per tutto il tempo di utilizzo della palestra; consegnerà al docente di Educazione Fisica le attrezzature richieste; le riavrà alla fine del periodo assegnato dal docente e le riporrà nell’apposito magazzino. Alle ore 13.30 effettuerà le operazioni di CONTROLLO FINALE, di pulizia e di chiusura del locale alle ore 14.45.

2. Il PERSONALE DOCENTE preleverà gli studenti in classe, dopo aver fatto l’appello, firmato il

registro di classe che rimarrà in aula, e li accompagnerà in Palestra passando dalla PORTA N°24 che dà accesso al corridoio laterale per poi raggiungere gli spogliatoi; firmerà in maniera leggibile il REGISTRO INTERNO, segnalerà la classe, l’orario di permanenza nel luogo e i danni riscontrati alla fine dell’attività fisica. I docenti, in caso di incidente da parte di un alunno, hanno l’obbligo di comunicare tempestivamente l’accaduto all’Ufficio Didattica per l’espletamento della pratica INAIL. I docenti referenti del Gruppo Sportivo pomeridiano devono ugualmente segnalare la propria presenza, firmando il Registro interno ed avranno cura di vigilare sugli alunni ed effettuare il controllo finale con le dovute segnalazioni. Dovranno liberare la Palestra alle ore 16.50 dal lunedì al venerdì.

3. Gli STUDENTI avranno accesso alla palestra solo se muniti dell’idoneo abbigliamento (tuta obbligatoria) e delle opportune calzature al fine di evitare il danneggiamento del tappeto gommato. In caso di mancato rispetto di tali condizioni di igiene e sicurezza, gli alunni sosteranno in posizione

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visibile sulle gradinate ed avranno l’obbligo di giustificare la “dimenticanza del kit da palestra” il giorno seguente. Alla terza segnalazione, il docente chiamerà a colloquio la famiglia che dovrà opportunamente motivare il comportamento del proprio figlio. Se l’attività fisica si svolge a cavallo della ricreazione, gli studenti termineranno la pratica sportiva alle ore 11.25 circa, si recheranno negli spogliatoi per il cambio dell’abbigliamento quindi saliranno alla Réception per prelevare il cestino della colazione che consumeranno nella propria classe o nel piazzale retrostante l’Istituto. In tale lasso di tempo potranno far uso dei distributori di cibo e bevande. I danni prodotti con dolo, colpa grave o colpa lieve saranno imputati al/ai responsabile/i o, in mancanza, alla classe.

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CAPO XIII REGOLAMENTO

RETE INFORMATICA D'ISTITUTO

Art. 19

Norme generali 1. Ogni anno scolastico il Dirigente Scolastico individua un Responsabile in ogni plesso per la

Rete ed i laboratori d'informatica. 2. II personale che opera con la rete deve settimanalmente provvedere ad effettuare copie di

backup del lavoro svolto. Tali supporti dovranno essere custoditi in luogo sicuro. Il riutilizzo di supporti di memorizzazione per altri scopi deve prima prevedere la loro formattazione.

3. Gli allievi, gli esterni ed il personale non preposto non possono accedere, né fisicamente né informaticamente, ai siti in cui sono custoditi dati e/o informazioni sensibili.

4. Il calendario delle lezioni con utilizzo dei laboratori e delle postazioni di informatica deve essere stabilito dagli incaricati della stesura dell'orario all'inizio di ogni anno scolastico in coordinamento con il Responsabile.

5. L'accesso ai laboratori e/o alle postazioni di informatica in altri momenti deve essere autorizzato e concordato con la Dirigenza scolastica o con il Responsabile. I collaboratori scolastici riceveranno il calendario con le autorizzazioni.

6. I docenti che accompagnano gruppi di allievi devono stabilire per ognuno di loro la postazione che occuperà per tutto l'anno scolastico; i docenti compileranno lo schema-piantina e consegneranno copia al Responsabile.

7. Copia di tutti gli schemi-piantina sarà consegnato a cura del responsabile al Preside che conserverà nella cassaforte.

8. Quando si entra in laboratorio si deve accertare che tutto sia in ordine. Ove si riscontrassero malfunzionamenti o mancanze ci si dovrà riferire prontamente, senza manipolare alcunché, al Responsabile o alla Dirigenza scolastica.

9. Nei laboratori gli allievi dovranno compilare il modulo di postazione sul quale annoteranno data, orario di utilizzo, classe e nominativi.

10. La richiesta ed il conseguente spostamento di apparecchiature multimediali in altro laboratorio o in aula, se non previsto nel piano orario di utilizzo deve essere richiesto con congruo anticipo al Responsabile.

11. Gli allievi devono sistemare gli zaini in zona del laboratorio che non impedisca un regolare sfollamento e non si arrechi danno agli impianti, altrimenti devono lasciarli fuori in corridoio.

12. Non è possibile cambiare di posto le tastiere, le stampanti, i mouse, le casse o qualunque altra attrezzatura o stampato senza autorizzazione del Responsabile.

13. Il personale e gli allievi dovranno aver cura di rispettare le procedure corrette di accensione, di utilizzo e di spegnimento delle macchine. Gli allievi non devono mangiare o ingerire liquidi nei laboratori: le briciole possono causare malfunzionamenti nelle tastiera e/o nelle altre periferiche.

14. È possibile l'utilizzo di floppy-disk, CD o DVD personali solo previa autorizzazione del Responsabile.

15. L'uso delle stampanti va effettuato solo a conclusione del lavoro ed è subordinato a una preventiva anteprima di stampa per evitane spreco di carta e di inchiostro.

16. Prima di uscire dal laboratorio occorre accentarsi che le sedie siano al loro posto, che non vi siano cartacce o rifiuti e che tutte le apparecchiature elettriche siano spente.

17. Per motivi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria, i PC possono essere riformattati dai Responsabili senza alcun preavviso. Si consiglia pertanto di salvare i dati nei supporti di memoria in dotazione o nelle apposite cartelle di backup previste.

18. Periodicamente il Responsabile provvederà a coordinare l'aggiornamento del software antivirus e a verificare la consistenza dei firewall.

19. La violazione del presente Regolamento potrà comportare la temporanea o permanente sospensione dell'accesso ad internet e/o alle risorse informatiche.

Art. 20

Policy d'Istituto 1. Falsificazioni e imbrogli non sono comportamenti approvati dall'istituzione Scolastica. 2. È vietato cancellare o alterare file presenti in hard disk.

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3. Gli utenti possono utilizzare le postazioni dell'istituto per accedere in Internet solo per scopi didattici o collegati alle attività di lavoro degli uffici.

4. I software installati sono ad esclusivo uso didattico. Chiunque abbia bisogno di aggiornamenti o nuovi applicativi da acquistare deve farne richiesta al Responsabile tramite l'apposito modulo.

5. Non è possibile effettuare copie del software presente nelle postazioni salvo autorizzazione dei Responsabile e solo nel caso si tratti di freeware.

6. Non è possibile utilizzare e/o installare software diverso da quello di cui la scuola è regolarmente dotata di licenza di utilizzo (l'elenco del software di cui la scuola possiede licenza è a disposizione per la consultazione nei laboratori; in ogni caso ci si può riferire al Responsabile). Si richiama l'osservanza delle norme per il rispetto dei diritto d'autore e del copyright.

7. È vietato adottare comportamenti che possano interferire con la privacy e con la libertà di espressione.

8. È vietato leggere o consultare le tracce di navigazione di altri utenti. 9. Non si devono inviare ad alcuno fotografie personali, di amici o di compagni. 10. È vietato connettersi a siti proibiti. 11. II software reperibile sulla rete può essere coperto da brevetti e/o vincoli di utilizzo di varia

natura. Leggere sempre attentamente la documentazione di accompagnamento prima di utilizzarlo, modificarlo o redistribuirlo in qualunque modo e sotto qualunque forma.

12. È vietato tentare di alterare la propria identità di rete o tentare di impedire la propria identificazione.

13. È vietato utilizzare le postazioni per arrecare molestie. 14. Occorre rispettare le regole di buon comportamento in rete (netiquette). 15. In rete occorre sempre rispettare tutti i vincoli di legge. 16. Comportamenti palesemente scorretti da parte di un utente, quali violare la sicurezza di archivi e

computer della rete, violare la privacy di altri utenti della rete leggendo o intercettando la posta elettronica loro destinata, compromettere il funzionamento della rete e degli apparecchi che la costituiscono con programmi (virus, trojan horses, ecc.) costruiti appositamente, costituiscono dei veri e propri crimini elettronici e come tali sono punibili.

17. I docenti d'aula discuteranno con gli allievi della policy della scuola e degli eventuali problemi che possono verificarsi nell'applicazione delle regole relative all'uso di internet.

Art. 21

Account 1. Gli utenti che otterranno un account per l'ingresso nella rete d'Istituto dovranno prendere visione

del presente Regolamento e firmare in calce. 2. Gli allievi accederanno alla rete tramite un account di classe e dei diritti da esso gestiti a cura del

Responsabile. 3. II personale può acquisire il diritto all'accesso alla rete completo, locale o remoto, richiedendolo

al Responsabile previa autorizzazione del Dirigente Scolastico. 4. Per tutti gli account va indicata una data di presumibile scadenza al termine della quale l'account

verrà automaticamente disabilitato per motivi di sicurezza salvo proroga. 5. Verificata la disponibilità di prese per la connessione fisica e di indirizzi di rete, qualunque

dipendente dell'istituto può richiedere di connettere alla rete locale dell'Istituzione Scolastica altri calcolatori utili per le proprie attività didattiche. La connessione è possibile previa autorizzazione del Responsabile o del Dirigente Scolastico.

6. Per la connessione temporanea di macchine di visitatori è disponibile un apposito numero di rete, che verrà reso noto dal Responsabile previa autorizzazione del Dirigente Scolastico. Tali connessioni saranno annotate sull'apposito registro che riporterà anche gli eventuali collegamenti Internet.

7. Tutti i dipendenti, docenti, assistenti, collaboratori e allievi secondo disponibilità e previa autorizzazione del Dirigente Scolastico possono richiedere un account di mail, per la posta.

8. Chiedere un account comporta l'accettazione implicita delle norme d'uso per le macchine comuni, e delle norme previste nei commi precedenti.

Art. 22

Internet 1. II Responsabile coordina la configurazione del software di navigazione con limitazione ai siti

proibiti.

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2. È vietato alterare le opzioni del software di navigazione. 3. L'utilizzo di Internet è disciplinato tramite specifica prenotazione da parte degli allievi

interessati, il servizio è comunque da utilizzare per soli scopi didattici e di ricerca, da dettagliare e giustificare al momento della richiesta di prenotazione.

4. Gli allievi dovranno trascrivere su apposito registro i collegamenti ad INTERNET indicando data, orario e durata del collegamento, classe e nominativo.

5. L'Istituzione Scolastica possiede un sito web per il quale è stato nominato un Referente. È possibile richiedere la pubblicazione sul sito di rubriche o pagine: la richiesta verrà vagliata ed eventualmente autorizzata dal referente. La pubblicazione in rete di foto di allievi è da evitare. Se ciò non fosse possibile occorre acquisire la liberatoria da parte dei genitori e possibilmente sfocare, con gli appositi software di ritocco fotografico, i volti.

6. II referente del sito web dell'Istituzione assicura che il file delle Frequestly Asked Questions (FAQ) venga aggiornato a intervalli regolari quindicinali.

7. Il Responsabile provvede periodicamente a memorizzare su CD i log di navigazione e lo consegna al Dirigente Scolastico che lo conserva in cassaforte.

8. Gli allievi possono utilizzare i servizi di mail anche in orario extrascolastico dalle postazioni presenti nella Mediateca Scolastica.

9. I docenti possono utilizzare i servizi di mail anche in orario extrascolastico dalle postazioni presenti nell'aula docenti.

10. Nel caso di invii di mail a gruppi di destinatari si devono evitare liste di indirizzi nei campi "To:" o "Cc:" e si utilizza il campo "Bcc:".

11. Non aprire allegati provenienti da fonti non conosciute; non aprire allegati con estensione exe, com, bat; riferirsi sempre al docente d'aula o al Responsabile.

12. Prima di scaricare documenti o file da Internet chiedere al docente d'aula. 13. Chiedere sempre il permesso prima di iscriversi a qualche concorso o prima di riferire l'indirizzo

della scuola. 14. Riferire al Responsabile o al docente d'aula se qualcuno invia immagini che infastidiscono e non

rispondere. 15. Se qualcuno su internet chiede un incontro di persona, riferirlo al docente d'aula. Le persone che

si incontrano su internet sono degli estranei, e non sempre sono quello che dicono di essere. 16. Chiedere l'autorizzazione al Responsabile per sottoscrivere una newsletter o una chat room. 17. II docente d'aula curerà che gli allievi registrino gli accessi ad Internet, darà chiare indicazioni

su come devono utilizzare internet, la posta elettronica e le chat room, informerà che le loro navigazioni saranno monitorate.

Art. 23

Netiquette (Network etiquette) 1. Se si manda un messaggio, è bene che esso sia sintetico e descriva in modo chiaro e diretto il

problema. 2. II "Subject" del messaggio deve riflettere il contenuto del testo. 3. È buona norma includere la parola "lungo" alla voce "Subject" in modo che il ricevente possa

sapere in precedenza che ci vorrà tempo per leggere e rispondere a quel messaggio. Oltre le 100 righe è considerato "lungo".

4. Limitare la lunghezza delle righe a meno di 65 caratteri e inserire un ritorno del carrello (premendo Invio) alla fine di ogni riga.

5. È buona regola non inviare mai file superiori a 50 Kilobyte. In tal caso, considerare come alternativa il trasferimento di file o la riduzione a diversi file più piccoli da inviare come messaggi separati.

6. Se si risponde ad un messaggio, evidenziare i passaggi rilevanti dei messaggio originario, allo scopo di facilitarne la comprensione.

7. Si deve fare attenzione a non utilizzare espressioni gergali o acronimi se non si è certi che saranno comprese.

8. Se si vuole inviare un messaggio personale ad un gruppo, è il caso di chiedere preventiva autorizzazione.

9. Se si scopre che un messaggio personale è stato erroneamente recapitato ad una lista o gruppo, inviare un messaggio di scuse.

10. La rete è utilizzata come strumento di lavoro da molti degli utenti. Nessuno di costoro ha tempo per leggere messaggi inutili o frivoli o di carattere personale, e dunque non di interesse generale.

11. Nelle mail usare maiuscole e minuscole. SOLTANTO CON LE MAIUSCOLE E COME SE SI STESSE URLANDO.

12. Usare i simboli per dare enfasi. Ecco *cosa* intendo dire. Usare i trattini in basso per le

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sottolineature. Guerra e Pace_ è il mio libro preferito. 13. Usare le faccine sorridenti in sostituzione del tono di voce, ma farlo con parsimonia.:-) è un

esempio di faccina sorridente (guardare lateralmente). 14. Non è il caso di inviare messaggi d'ira ("flames") anche se si dovesse esser provocati. Se si

vogliono esprimere opinioni forti su un certo testo, è il caso di segnalarlo inserendo un FLAME ON/OFF. Ad esempio: FLAME ON: Quest'argomento occupa inutilmente banda di trasmissione. È illogico e senza costrutto. E il resto dei mondo è d'accordo con me. FLAME OFF.

15. Non pubblicare mai, senza l'esplicito permesso dell'autore, il contenuto di messaggi di posta elettronica.

16. Non pubblicare messaggi stupidi o che semplicemente prendono le parti dell'uno o dell'altro fra i contendenti in una discussione. Leggere sempre le FAQ (Frequently Asked Questions) relative all'argomento trattato prima di inviare nuove domande.

17. Non inviare tramite posta elettronica messaggi pubblicitari o comunicazioni che non siano stati sollecitati in modo esplicito.

18. Non essere intolleranti con chi commette errori sintattici o grammaticali. Chi scrive, è comunque tenuto a migliorare il proprio linguaggio in modo da risultare comprensibile alla collettività.

19. Non inviare mai lettere a catena via posta elettronica. Su Internet le lettere a catena sono vietate, pena la revoca dell'account.

20. In caso si riceva qualcosa di equivoco o illegale ci si rivolgerà al docente d'aula o al Responsabile.

Art. 24

Password 1. Tutti gli utenti devono cambiare le password ricevute e consegnarne copia in busta chiusa e

firmata al Responsabile. Tale busta sarà rinnovata ogni qualvolta l'utente la cambierà. 2. Le buste con tutte le password sono trasmesse al DS che le custodisce in cassaforte. 3. È opportuno cambiare la password almeno una volta ogni tre mesi. 4. Le password devono avere un minimo di 8 caratteri, cifre e lettere, possibilmente minuscole e

maiuscole (esempio di password sC52uOla). Sono da evitare la ripetizione di due parole brevi anche rovesciate (es. melapera, melaalem), le cifre all'inizio o in fondo alla password (es. nicola57), riferimenti espliciti alla propria persona, famiglia, scuola (es. giovanetti, smsvico3), l'utilizzo dello username come password o sequenze scontate e nomi comuni. Si suggerisce di utilizzare le iniziali di una frase che si possa ricordare facilmente (Diplomato nel 1970/71 al liceo Guarini di Ferrara = Dn 1 /7alGdF).

5. Gli utenti eviteranno di utilizzare la stessa password per servizi differenti. 6. Per ragioni di sicurezza, occorre assolutamente evitare di rendere nota a terzi la propria

password. Se ciò accadesse occorrerà cambiare immediatamente password. 7. Il Responsabile disabiliterà la funzione di memorizzazione delle password nei browser. 8. Il Responsabile attiverà le password sia su Windows che sullo screensaver avendo cura in

quest'ultimo caso che i tempi siano adeguati.

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Capitolo Secondo

Il Regolamento di disciplina

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1. Estratto dello Statuto delle studentesse e degli studenti

artt. 4-5 DPR 249/1998 così come modificati dal DPR 235/2007

Art. 1.

Modifiche all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998,

n. 249

1. L'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è sostituito

dal seguente: 1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell’articolo 3, al corretto svolgimento dei rapporti all’interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento, secondo i criteri di seguito indicati. 2. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica, nonché al recupero dello studente attraverso attività di natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica. 3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto. 4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità. 5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al principio di gradualità nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente, della gravità del comportamento e delle conseguenze che da esso derivano. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica.

6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica sono adottati dal consiglio di classe. Le sanzioni che comportano l’allontanamento superiore a quindici giorni e quelle che implicano l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di stato conclusivo del corso di studi sono adottate dal consiglio di istituto. 7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni. 8. Nei periodi di allontanamento deve essere previsto, per quanto possibile, un rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica. Nei periodi allontanamento superiori ai quindici giorni, in coordinamento con la famiglia e, ove necessario, anche con i servizi sociali e l’autorità giudiziaria, la scuola promuove un percorso di recupero educativo che miri all’inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile, nella comunità scolastica. 9. L’allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando siano stati commessi reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana o vi sia pericolo per l’incolumità delle persone. In tale caso, in deroga al limite generale previsto dal comma 7, la durata dell’allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo. Si applica per quanto possibile il disposto del comma 8. 9-bis. Con riferimento alle fattispecie di cui al comma 9, nei casi di recidiva, di atti di violenza grave, o comunque connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme sociale, ove non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello studente nella comunità durante l'anno scolastico, la sanzione è costituita dall'allontanamento dalla comunità scolastica con l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del corso di studi o, nei casi meno gravi, dal solo

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allontanamento fino al termine dell'anno scolastico. 9-ter. Le sanzioni disciplinari di cui al comma 6 e seguenti possono essere irrogate soltanto previa verifica della sussistenza di elementi concreti e precisi dai quali si desuma che l'infrazione disciplinare sia stata effettivamente commessa da parte dello studente incolpato. 10. Nei casi in cui l’autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d’anno, ad altra scuola. 11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d’esame sono inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.

Art. 2.

Modifiche all'articolo 5 del decreto del

Presidente della Repubblica 24 giugno 1998,

n. 249

1. L'articolo 5 del decreto del Presidente della

Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è sostituito

dal seguente:

"Art. 5 (Impugnazioni). - 1. Contro le sanzioni

disciplinari è ammesso ricorso, da parte di

chiunque vi abbia interesse, entro quindici

giorni dalla comunicazione della loro

irrogazione, ad un apposito organo di garanzia

interno alla scuola, istituito e disciplinato dai

regolamenti delle singole istituzioni scolastiche,

del quale fa parte almeno un rappresentante

eletto dagli studenti nella scuola secondaria

superiore e dai genitori nella scuola media, che

decide nel termine di dieci giorni. Tale

organo, di norma, è composto da un docente

designato dal consiglio di istituto e, nella

scuola secondaria superiore, da un

rappresentante eletto dagli studenti e da un

rappresentante eletto dai genitori, ovvero,

nella scuola secondaria di primo grado da

due rappresentanti eletti dai genitori, ed è

presieduto dal dirigente scolastico.

2. L'organo di garanzia di cui al comma 1

decide, su richiesta degli studenti della scuola

secondaria superiore o di chiunque vi abbia

interesse, anche sui conflitti che sorgano

all'interno della scuola in merito

all'applicazione del presente regolamento.

3. Il Direttore dell'ufficio scolastico

regionale, o un dirigente da questi delegato,

decide in via definitiva sui reclami proposti

dagli studenti della scuola secondaria superiore

o da chiunque vi abbia interesse, contro le

violazioni del presente regolamento, anche

contenute nei regolamenti degli istituti. La

decisione è assunta previo parere vincolante di

un organo di garanzia regionale composto per

la scuola secondaria superiore da due studenti

designati dal coordinamento regionale delle

consulte provinciali degli studenti, da tre

docenti e da un genitore designati nell'ambito

della comunità scolastica regionale, e

presieduto dal Direttore dell'ufficio

scolastico regionale o da un suo delegato. Per

la scuola media in luogo degli studenti sono

designati altri due genitori.

4. L'organo di garanzia regionale, nel

verificare la corretta applicazione della

normativa e dei regolamenti, svolge la sua

attività istruttoria esclusivamente sulla base

dell'esame della documentazione acquisita o

di eventuali memorie scritte prodotte da chi

propone il reclamo o dall'Amministrazione.

5. Il parere di cui al comma 4 è reso entro il

termine perentorio di trenta giorni. In caso

di decorrenza del termine senza che sia stato

comunicato il parere, o senza che l'organo di

cui al comma 3 abbia rappresentato esigenze

istruttorie, il direttore dell'ufficio scolastico

regionale può decidere indipendentemente

dall'acquisizione del parere. Si applica il

disposto di cui all'articolo 16, comma 4, della

legge 7 agosto 1990, n. 241.

6. Ciascun ufficio scolastico regionale

individua, con apposito atto, le modalità più

idonee di designazione delle componenti dei

docenti e dei genitori all'interno dell'organo

di garanzia regionale al fine di garantire un

funzionamento costante ed efficiente dello

stesso.

7. L'organo di garanzia di cui al comma 3

resta in carica per due anni scolastici.

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Art. 3.

Patto educativo di corresponsabilità e

giornata della scuola

1. Dopo l'articolo 5 del decreto del Presidente

della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è

inserito il seguente:

"Art. 5-bis (Patto educativo di

corresponsabilità).

1. Contestualmente all'iscrizione alla singola

istituzione scolastica, è richiesta la

sottoscrizione da parte dei genitori e degli

studenti di un Patto educativo di

corresponsabilità, finalizzato a definire in

maniera dettagliata e condivisa diritti e

doveri nel rapporto tra istituzione scolastica

autonoma, studenti e famiglie.

2. I singoli regolamenti di istituto

disciplinano le procedure di sottoscrizione

nonché di elaborazione e revisione condivisa,

del patto di cui al comma 1.

3. Nell'ambito delle prime due settimane di

inizio delle attività didattiche, ciascuna

istituzione scolastica pone in essere le

iniziative più idonee per le opportune attività

di accoglienza dei nuovi studenti, per la

presentazione e la condivisione dello statuto

delle studentesse e degli studenti, del piano

dell'offerta formativa, dei regolamenti di

istituto e del patto educativo di

corresponsabilità."

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2. Regolamento specifico d’Istituto

REGOLAMENTI INTERNI SULLE SANZIONI DISCIPLINARI E RISARCIMENTO DEI

DANNI CON TIPIZZAZIONE/CLASSIFICAZIONE DELLE FATTISPECIE SANZIONABILI

Nella considerazione che:

- la Scuola è una “comunità educante” il cui progetto educativo e formativo è finalizzato, oltreché

alla formazione culturale e professionale, anche al perseguimento di obiettivi tesi a promuovere la

cultura della legalità e l’esercizio attivo e responsabile della cittadinanza mediante il rispetto delle

regole contenute nelle carte fondamentali d’Istituto e dei principi sanciti dalla Costituzione;

- la Scuola è patrimonio della collettività, gli studenti sono tenuti a utilizzarne rispettosamente le

strutture, i macchinari, gli strumenti, i sussidi didattici, gli arredi e a comportarsi nella vita

scolastica in modo da non arrecare danni al bene pubblico (art.3 co.5 D.P.R. 249/1998 così come modificato dal D.P.R.

235/2007);

nella convinzione che:

“I provvedimenti disciplinari hanno finalità rieducativa e tendono al rafforzamento del senso di

responsabilità e al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica” (art.4 co.2 del

D.P.R. 235/2007);

il Consiglio di Istituto, in ottemperanza a quanto prescritto dallo Statuto delle Studentesse e degli

Studenti (artt.4-5 D.P.R. 249/1998 così come modificati dal D.P.R. 235/2007),

adotta il seguente

REGOLAMENTO INTERNO

PARTE I

SANZIONI DISCIPLINARI

6. Agli studenti, per episodi di scorrettezza comportamentale e di indisciplina, verrà inflitta, a

seconda della gravità e della reiterazione:

a) ammonizione verbale da parte del docente;

b) ammonizione scritta da parte del docente;

c) ammonizione scritta da parte del Dirigente Scolastico con comunicazione alla famiglia;

d) sospensione con obbligo di frequenza fino a cinque giorni (es.: uso del cellulare, lettore

MP3, danneggiamenti lievi a cose pubbliche...Provvedimento del C. di C.). Il Consiglio di

Classe potrà sanzionare lo studente con il divieto di partecipare ai viaggi d’istruzione

scolastica o visite guidate o scambi culturali garantendo comunque l’assistenza/accoglienza

nell’istituzione scolastica per tutto il periodo della gita;

e) allontanamento dalla comunità scolastica fino a cinque giorni di lezione (es.: uso reiterato

del cellulare, del lettore MP3...Provvedimento del Consiglio di Classe con individuazione di

un coordinatore che curi i rapporti scuola-famiglia);

f) sospensione con o senza obbligo di frequenza fino a 10 giorni per infrazioni gravi e

frequenti (es.: videoriprese illecite, offese all’integrità fisica e morale della persona,

danneggiamenti ripetuti, etc.. Provvedimento del Consiglio di Classe);

g) sospensione con o senza obbligo di frequenza fino a quindici giorni per infrazioni molto

gravi e ricorrenti (es.: uso di sostanze alcoliche o stupefacenti all’interno dell’edificio, nel

cortile, durante viaggi di istruzione o visite guidate, atti di nonnismo/ bullismo, etc..

Provvedimento del Consiglio di Classe);

h) sospensione per più di quindici giorni quando siano stati commessi reati che violano la

dignità e il rispetto della persona umana o vi sia pericolo per l’incolumità delle persone o

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quando la situazione di pericolo perdura. Durante l’allontanamento dalla comunità scolastica

è assicurato il coordinamento tra scuola, famiglia, servizi sociali, autorità giudiziaria.

2. In caso di assenze collettive, che riguardano almeno la metà della classe, è revocata la

concessione dell'assemblea di classe in orario curricolare. Rimane il diritto della classe di tenere

l'assemblea in orario pomeridiano.

3. Per quanto non espressamente contemplato nel presente regolamento, si applicano i

criteri/principi previsti dagli artt. 4 e 5 del D.P.R. 24.06.1998, n°249 (Statuto delle Studentesse e

degli Studenti) così come modificati dal D.P.R. 235/2007; in particolare si sottolinea l’importanza

educativa dell’art. 4, comma 5, di seguito riportato integralmente:

“Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al principio di gradualità

nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale

dello studente, della gravità del comportamento e delle conseguenze che da esso derivano. Allo studente è sempre

offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica.”

Contro le sanzioni disciplinari è ammesso ricorso, entro 15 gg. dalla comunicazione della loro

irrogazione, ad un apposito Organo di Garanzia presieduto dal Dirigente Scolastico e composto dal

docente incaricato di Funzione strumentale al POF area 1, dal docente membro della Giunta

Esecutiva, dal Presidente del Consiglio d’Istituto e dallo studente del Consiglio d’Istituto nominato

nella Giunta Esecutiva.

PARTE II

RISARCIMENTO DEL DANNO

Affermato il principio che:

gli studenti condividono il dovere civico e la responsabilità di rendere accogliente e mantenere

pulito e decoroso l’ambiente scolastico, avendone cura e rispetto come importante fattore di qualità,

si stabilisce che, in caso di contestazione di danno provocato al patrimonio scolastico, i danni vanno

risarciti secondo le seguenti modalità:

28. lo studente che venga riconosciuto responsabile del danneggiamento è tenuto a risarcire il

danno;

29. accettando il principio della solidarietà nel risarcimento, nel caso in cui risulti impossibile

l’identificazione del/i diretto/i responsabile/i sarà la classe, come gruppo sociale, ad

assumere l'onere del risarcimento, e ciò relativamente agli spazi occupati dalla classe,

nella sua attività didattica;

30. nel caso si accerti che la classe, operante per motivi didattici in spazi diversi dalla propria

aula, risulti realmente estranea ai fatti, sarà la collettività studentesca ad assumersi l'onere

del risarcimento, secondo le specificazioni indicate al punto 4);

qualora il danneggiamento derivi da un uso incauto di spazi comuni fruiti da più

classi/soggetti (corridoi, palestra, laboratori, biblioteca, ecc) e non ci siano responsabilità

accertate, saranno le classi/soggetti, che insieme utilizzano o che hanno utilizzato quegli

spazi, ad assumersi l'onere del risarcimento;

31. è compito del Dirigente Scolastico, coadiuvato dal DSGA, adottare le opportune e

necessarie iniziative per la stima dei danni causati con dolo e, sulla base della stima fatta,

comunicare per lettera agli studenti ed ai loro genitori la richiesta di risarcimento per la

quota spettante. Il Dirigente Scolastico relazionerà nel dettaglio al Consiglio di Istituto;

32. per la stima dei danni dovrà essere preso come riferimento il prezzo di mercato per la

fornitura di beni e servizi danneggiati o compromessi e/o il costo di ripristino dello stato

dei luoghi. Le somme derivate dal risarcimento saranno acquisite al bilancio della Scuola e

destinate alle necessarie riparazioni, sia mediante rimborso - anche parziale- delle spese

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sostenute dall'ente locale, sia - se è possibile – attraverso interventi diretti in economia.

Quando possibile, dietro autorizzazione del Dirigente Scolastico, gli studenti o i loro

genitori possono riparare il danno anche con svolgimento di lavori manuali come pulizia

dei locali o piccole riparazioni. Tali attività non possono svolgersi durante le ore di

lezione.

La scuola non è responsabile del denaro e degli oggetti personali portati all'interno

dell'edificio scolastico e lasciati incustoditi.

Ad integrazione del presente Regolamento, si individua la seguente

classificazione/tipizzazione esemplificativa del danno con la corrispettiva prestazione

pecuniaria di risarcimento dello stesso, stabilita col criterio sovraenunciato ossia sulla base del

valore di riacquisto o di ripristino.

TIPIZZAZIONE DEI DANNI

Tipologia di intervento Prestazione pecunaria

Arredo o dotazione ordinaria di beni

Sedia

Banco

Veneziana

Lavagna

Cattedra

Cartina geografica

€ 20,00

€ 35,00

€ 80,00

€ 200,00

€ 120,00

€ 15,00

Manutenzione delle strutture, degli impianti

e delle componenti impiantistiche

Tinteggiatura aula media

Tinteggiatura aula grande

Porta

€ 400

€ 600

€ 160

Accessori Valore di riacquisto

Dotazione personale

Libretto comunicazioni scuola/famiglia 1° gratuito; 2° € 10,00; 3° € 15,00

Badge entrata 1° gratuito; ulteriori € 5,00

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3. Patto educativo di corresponsabilità (per le classi prime)

Premesso che:

la Scuola è una “comunità educante” il cui progetto educativo e formativo vede coinvolti tutti

gli attori della comunità scolastica:

- gli studenti, centro e movente dell’esistenza dell’istituzione scuola;

- i genitori, titolari della responsabilità dell’intero progetto di crescita del giovane;

- la scuola stessa, intesa come organizzazione e corpo docente, che deve realizzare un progetto e

una proposta educativa da condividere con gli altri soggetti;

tutti concorrono con pari dignità e nella diversità dei ruoli al perseguimento di obiettivi comuni

quali la formazione culturale e professionale, umana e alla cittadinanza, la realizzazione del diritto

allo studio, lo sviluppo armonico ed equilibrato delle potenzialità e capacità dello studente, il

recupero delle situazioni di svantaggio;

la Scuola è una “comunità organizzata”, dotata di risorse umane e immateriali, tempi,

organismi, etc., che necessitano di interventi complessi di gestione, ottimizzazione, conservazione,

partecipazione e rispetto delle regole contenute nelle carte fondamentali d’Istituto e dei principi

sanciti dalla Costituzione, che costituiscono parte integrante del presente impegno congiunto di

corresponsabilità;

Visto l’art. 3 del D.P.R. 235/2007,

- il Dirigente Scolastico, prof.ssa Rosanna Moretti, in quanto legale rappresentante

dell’istituzione scolastica e responsabile gestionale,

- i genitori/affidatari dello studente ………………………………………………………..

- lo studente medesimo, iscritto al ……… anno dell’indirizzo ……………………………,

nella consapevolezza che l’interiorizzazione delle regole può avvenire purché se ne condividano i

contenuti, ci si impegni a rispettarle e a farle rispettare

sottoscrivono il seguente

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÀ “finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica

autonoma, studenti e famiglie” (art. 3 D.P.R. 235/2007):

art. 1

I diritti dello studente e dei genitori

I doveri della Scuola

1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche

attraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità

dell’apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un’adeguata informazione, la

possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.

2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello studente alla

riservatezza.

3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.

4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. Il dirigente scolastico e i

docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte

di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di

criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha, in particolare, diritto di conoscere gli

obiettivi e le fasi del curricolo di studio, il percorso per raggiungerli.

5. Lo studente ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione

che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento. Pertanto, il voto

attribuito si rende noto agli alunni, con le motivazioni, immediatamente, cioè al termine della verifica per le prove orali

ed alla riconsegna dei compiti per le prove scritte. La riconsegna delle prove scritte avverrà entro 20 giorni dalla loro

effettuazione.

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6. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull’organizzazione della scuola gli studenti, anche su loro

richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante una consultazione.

7. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività

aggiuntive facoltative e tra le curricolari integrative presenti nel P.O.F.Le attività didattiche curricolari ed

extracurricolari sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle

esigenze di vita degli studenti.

8. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla quale appartengono.

La scuola promuove e favorisce iniziative volte all’accoglienza e alla tutela della loro lingua e cultura e alla

realizzazione di attività interculturali.

9. I genitori hanno diritto di conoscere l’offerta formativa e a collaborare alle attività previste nel P.O.F. nei termini

consentiti dall’attuale normativa.

10. I genitori hanno diritto di partecipare alle iniziative di incontro scuola-famiglia promosse dall’Istituto e ad essere

informati, nell’ambito degli incontri scuola-famiglia, dei risultati delle verifiche disciplinari. Il colloquio con i docenti è

garantito sia in orario mattutino sia in orario pomeridiano con due ricevimenti annuali.

11. I genitori hanno diritto di essere tempestivamente informati in merito ad assenze e/o ritardi reiterati o a situazioni di

profitto insoddisfacente dei propri figli comunicate a seguito della prima valutazione periodale e della prima valutazione

interperiodale.

12. I genitori hanno diritto di esprimere pareri e proposte nelle sedi proprie (consiglio di classe, consiglio di istituto)

nel rispetto delle competenze delle altre componenti scolastiche.

13. La scuola, compatibilmente con le risorse disponibili, si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni

per assicurare:

un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità;

offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli

studenti e dalle loro associazioni;

iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la prevenzione e il recupero

della dispersione scolastica;

la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con bisogni

educativi speciali;

la disponibilità di un’adeguata strumentazione tecnologica;

servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica.

14. La scuola si impegna a prevenire e controllare fenomeni di bullismo, vandalismo, tentativi di diffusione di sostanze

stupefacenti, in collaborazione con le famiglie e le istituzioni territoriali.

15. La scuola si impegna a contattare la famiglia in caso di problemi relativi a frequenza, puntualità, profitto,

comportamento e a difendere la sicurezza dello studente attraverso un’adeguata sorveglianza.

16. La scuola garantisce e disciplina l’esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti e dei genitori, a

livello di classe, di corso e di istituto, nonché l’utilizzo di locali da parte degli studenti, dei genitori e delle associazioni

di cui fanno parte.

Il Dirigente Scolastico assume impegno affinché i diritti degli studenti e dei genitori richiamati nel presente patto siano

pienamente garantiti ed è a disposizione delle famiglie previo appuntamento.

art. 2

I doveri dello studente

1. Gli studenti devono essere consapevoli che l’ambiente scolastico è patrimonio proprio e della collettività, in quanto

tale essi sono tenuti a utilizzarne rispettosamente le strutture, i macchinari, gli strumenti, i sussidi didattici, gli arredi.

2. Essi condividono la responsabilità di rendere accogliente e mantenere pulito e decoroso, anche attraverso il proprio

abbigliamento, l’ambiente scolastico avendone cura e rispetto come importante fattore di qualità.

2. bis Gli studenti si impegnano al risarcimento dei danni causati ingiustamente a persone o beni di proprietà pubblica,

accettando il principio della solidarietà nel risarcimento, nel caso in cui risulti impossibile l’identificazione del diretto

responsabile.

3. Gli alunni, sempre e comunque, hanno l’obbligo di avere nei confronti di tutto il personale scolastico e dei

compagni lo stesso comportamento riguardoso e rispettoso che chiedono per se stessi. In particolare, devono essere

rispettosi della dignità e dei valori della persona nel linguaggio e negli atteggiamenti. Saranno puniti con severità tutti

gli episodi di violenza lesivi dell’integrità fisica e morale che dovessero verificarsi all'interno della scuola.

4. Gli studenti hanno l’obbligo della regolare frequenza, dell’assolvimento costante degli impegni di studio al fine di

favorire lo svolgimento proficuo delle lezioni e di contribuire al perseguimento del proprio e dell’altrui successo

scolastico e formativo.

5. Gli studenti sono tenuti alla puntualità, al rispetto degli orari d’entrata stabiliti rilevabili col badge, al rispetto delle

scadenze e dei tempi preventivati dai docenti per le verifiche e le valutazioni del processo di apprendimento. La

presenza a scuola è obbligatoria anche per tutte le attività organizzate e programmate dal consiglio di classe.

6. Gli alunni devono essere sempre provvisti di badge e di libretto personale, che viene consegnato alla famiglia per

le comunicazioni inviate dalla scuola; essi sono altresì tenuti a riportare alle famiglie le comunicazioni disposte dalla

scuola oltreché a restituire la ricevuta debitamente controfirmata dai genitori, secondo le modalità e i tempi indicati

dal Dirigente Scolastico in ciascuna comunicazione.

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7. Gli alunni assenti sono tenuti ad informarsi su tutto lo svolgimento dell’attività didattica nella giornata, o nelle

giornate, di assenza.

8. Al cambio dell’ora non è permesso uscire dall’aula o sostare nei corridoi. Le porte delle aule devono rimanere

aperte; mentre i docenti lasciano puntualmente la classe e con sollecitudine raggiungono l’aula della lezione successiva,

gli allievi devono osservare un comportamento educato e corretto.

9. Gli allievi non possono allontanarsi dall’aula senza il permesso del docente che può autorizzare l’uscita, fatte salve

particolari esigenze, di un alunno per volta. Comunque, il rientro deve avvenire in tempi rapidi.

10. Non è consentito uscire dall’Istituto senza autorizzazione.

11. Gli alunni possono recarsi in biblioteca, in palestra o negli spazi in cui si svolge l’attività di educazione fisica, nei

laboratori solo con l'autorizzazione e sotto il controllo di un insegnante che se ne assume la responsabilità. Nessun alunno è

autorizzato a recarsi in questi luoghi da solo.

12. In occasione di uscite o per trasferimenti in biblioteca, nei laboratori, in palestra o negli spazi in cui si svolge

l’attività di educazione fisica, gli alunni devono lasciare in ordine il materiale scolastico chiuso nelle borse. La scuola, in

ogni caso, non si assume alcuna responsabilità per la custodia di detto materiale né per valori inopinatamente lasciati dagli

alunni nelle aule.

13. Al termine di ogni lezione svolta in un laboratorio in cui sono utilizzati personal computer, gli studenti provvedono allo

spegnimento delle macchine da essi utilizzate.

14. Durante il momento ricreativo di socializzazione, sia nella scuola che nel cortile, sono da evitare tutti gli episodi

che possono diventare pericolosi (ad es. spingersi, salire e scendere le scale, etc.): gli alunni dovranno seguire le

indicazioni degli insegnanti e dei collaboratori scolastici.

15. Fatta salva l’autorizzazione rilasciata dal Dirigente Scolastico, è fatto divieto agli studenti di intrattenersi nel cortile

con coetanei non iscritti all’Istituto. 16. Fatta salva l’autorizzazione rilasciata dal Dirigente Scolastico, è fatto divieto agli alunni invitare estranei ed

intrattenersi con loro nella scuola.

17. È vietato l’uso dei telefoni cellulari o di altri dispositivi elettronici. Per informazioni tempestive alle famiglie è

disponibile un telefono pubblico. È altresì vietato avvalersi di strumenti elettronici che possono alterare l’esito delle

verifiche o che costituiscono elementi di disturbo e di distrazione ( lettori mp3, videogiochi, palmari non finalizzati allo

scopo didattico) o di violazione della privacy. La non osservanza del divieto comporta il sequestro momentaneo del

dispositivo e la riconsegna dello stesso al genitore. La reiterazione dell’infrazione determina la sospensione dalle

lezioni.

18. È vietato fumare negli spazi interni della scuola. Il divieto di fumo è esteso negli spazi esterni di pertinenza

dell’Istituzione scolastica (cortili, ad es.) e alle sigarette elettroniche. Gli inadempienti saranno soggetti alle multe

previste dalle norme vigenti.

19. È vietato introdurre a scuola oggetti o sostanze pericolosi o dannosi.

20. I servizi igienici vanno utilizzati in modo corretto e devono essere rispettate le più elementari norme di igiene e pulizia.

21. Nelle aule, nei corridoi e nel cortile sono presenti appositi contenitori per la raccolta dei rifiuti: è necessario utilizzarli

correttamente. Gli studenti che non utilizzano tali contenitori sono sottoposti a sanzioni disciplinari. Gli insegnanti ed i

collaboratori scolastici segnaleranno in Presidenza i nominativi degli alunni o le classi che non rispettano questa regola.

22. Gli alunni sono tenuti a rispettare il lavoro e a seguire le indicazioni dei collaboratori scolastici.

23. Gli studenti hanno il dovere di partecipare alla vita della scuola con spirito democratico, impegnandosi perché sia

tutelata la libertà di pensiero e bandita ogni forma di pregiudizio e di violenza. In particolare, hanno il dovere di

segnalare situazioni critiche, fenomeni di bullismo/vandalismo che si verificassero nelle classi o nella scuola, aiutare i

compagni in difficoltà, collaborare con i rappresentanti di classe, segnalare attraverso appositi moduli eventuali

disservizi o reclami, esprimere il proprio parere sulla scuola e gli eventuali suggerimenti anche attraverso la

compilazione di questionari di soddisfazione proposti dall’istituto.

art. 3

I doveri dei genitori

1. I genitori devono contribuire a creare un clima di reciproca fiducia e di fattivo sostegno, instaurando un dialogo

corretto e costruttivo con i docenti nel rispetto della loro libertà d’insegnamento e della loro competenza valutativa.

2. I genitori si impegnano a collaborare con la scuola nel far rispettare allo studente l’orario d’ingresso a scuola, nel

limitare le uscite anticipate, nel giustificare in modo plausibile le assenze, nell’assicurare la frequenza regolare.

3. I genitori devono tenersi aggiornati su impegni, scadenze, iniziative scolastiche, controllando costantemente il

libretto personale e le comunicazioni scuola-famiglia (circolari cartacee o su web), partecipando con regolarità alle

riunioni previste.

4. I genitori sono tenuti a verificare attraverso un contatto frequente con i docenti che lo studente segua gli impegni di

studio e le regole della scuola, prendendo parte attiva e responsabile ad essa.

5. I genitori hanno l’obbligo di intervenire, con coscienza e responsabilità, rispetto ad eventuali danni provocati dal

figlio a carico di persone, arredi, materiale didattico attraverso il risarcimento del danno e l’accettazione del principio di

solidarietà nel sostenere le spese necessarie per riparare i danni causati, quando l’autore del fatto dannoso non dovesse

essere identificato.

6. I genitori sono tenuti a segnalare situazioni critiche, fenomeni di bullismo/vandalismo che si verificassero nelle

classi o nella scuola.

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7. I genitori devono segnalare attraverso appositi moduli eventuali disservizi o reclami ed esprimere il proprio parere

sull’istituto e gli eventuali suggerimenti anche attraverso la compilazione di questionari di soddisfazione consegnati

dalla scuola.

art. 4

Disciplina

a) Infrazioni disciplinari

Costituiscono infrazioni disciplinari:

1. comportamenti difformi da quelli previsti nell’art. 2 del presente Patto;

2. comportamenti che ledono i diritti di libertà, integrità fisica e morale dei singoli; in particolare costituiscono

mancanze disciplinari molto gravi le varie forme di violenza, le intimidazioni, gli atti di bullismo che saranno puniti con

severità ed estremo rigore;

3. mancare di rispetto alle culture, alle confessioni religiose, ai principi etici e ai valori su cui si basa la convivenza

civile e democratica;

4. fornire notizie non veritiere su sé e su altri;

5. contraffare firme, cancellare o alterare atti, documenti ufficiali, file da hard disk dell’ Istituto;

6. arrecare danni a strutture, strumenti, arredi e deturpare l’ambiente scolastico;

7. il furto di oggetti di proprietà altrui o appartenenti al patrimonio scolastico;

8. introdurre a scuola oggetti o sostanze pericolosi o dannosi; in particolare costituiscono infrazioni disciplinari molto

gravi spacciare e consumare a scuola e in occasione di viaggi di istruzione e/o altre uscite didattiche sostanze

stupefacenti o alcolici;

9. far uso a scuola di strumenti per l’acquisizione di dati audio e video. La videoripresa, se non autorizzata, lede il

diritto alla riservatezza di chi viene ripreso e la diffusione delle immagini è passibile di sanzioni penali e pecuniarie che

vanno da un importo minimo di 3000 euro ad un massimo di 18000 euro; se si tratta di dati sensibili, la multa va da

5.000 a 30.000 euro;

10. l’inosservanza di disposizioni in materia di sicurezza e di norme organizzative.

b) Sanzioni disciplinari e corresponsabilità genitoriali

1. Le sanzioni disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al

ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica, nonché al recupero dello studente attraverso attività di

natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica.

2. La responsabilità disciplinare è personale. Prima di irrogare la sanzione, l’interessato deve essere invitato ad

esporre le proprie ragioni.

3. Le sanzioni sono temporanee, proporzionate all’infrazione, ispirate al principio di gradualità e alla riparazione del

danno.

4. Allo studente si può offrire la possibilità di convertire l’infrazione in attività a favore della comunità scolastica.

5. Il Consiglio di Classe adotta le sanzioni e i provvedimenti che prevedono l’allontanamento dalla comunità

scolastica.

6. Le sanzioni che comportano l'allontanamento superiore a quindici giorni e quelle che implicano l'esclusione dallo

scrutinio finale o la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del corso di studi sono adottate dal Consiglio di

Istituto.

7. Agli alunni che incorrono nelle mancanze disciplinari di cui all’art. 4 del presente Patto sono inflitte, a seconda

della gravità e della recidiva così come sono modulate dal Regolamento di Disciplina della scuola, le seguenti sanzioni

disciplinari:

a) ammonizione verbale;

b) ammonizione scritta;

c) ammonizione scritta con comunicazione alla famiglia;

d) sospensione dalle lezioni con obbligo di frequenza;

e) allontanamento dalla comunità scolastica fino a 15 giorni di lezione (adottata solo dal C. d. C.);

f) allontanamento dalla comunità scolastica per più di 15 giorni di lezione (adottate solo dal C. d. I.);

g) allontanamento dalla comunità scolastica fino al termine dell’anno scolastico (adottate solo dal C. d. I.);

h) esclusione dallo scrutinio finale o non ammissione all’Esame di Stato (adottate solo dal C. d. I.).

Le mancanze commesse durante le sessioni d’esame sono punite dalle rispettive commissioni.

Nei periodi di allontanamento, in coordinamento con la famiglia e, ove necessario con i servizi sociali e l’autorità

giudiziaria, la scuola promuove un percorso di recupero educativo, finalizzato alla responsabilizzazione e al reintegro,

ove possibile, nella comunità scolastica.

I genitori rispondono delle conseguenze pecuniarie connesse alle azioni dei loro figli. In particolare, gli studenti che

danneggiano la proprietà pubblica, l'edificio, gli arredi, i sistemi di sicurezza sono tenuti alla riparazione del danno

attraverso risarcimento pecuniario. In merito alla diffusione di immagini, nel caso di alunni minorenni la multa grava

sui genitori o su coloro che esercitano la potestà genitoriale.

art. 5

Procedura di composizione obbligatoria. Avvisi e reclami.

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In caso di parziale o totale inosservanza dei diritti-doveri previsti o implicati nel presente patto si attua la procedura di

composizione obbligatoria. La procedura di composizione obbligatoria comprende:

a. segnalazione di inadempienza, tramite “avviso”, se prodotta dalla scuola, “reclamo” se prodotta dallo studente o dal

genitore/affidatario; tanto gli avvisi che i reclami possono essere prodotti in forma orale che scritta;

b. accertamento; una volta prodotto l’avviso, ovvero il reclamo, ove la fattispecie segnalata non risulti di immediata

evidenza, il ricevente è obbligato a esperire ogni necessario accertamento o verifica circa le circostanze segnalate;

c. ripristino; sulla base degli accertamenti di cui alla precedente lettera “b”, il ricevente, in caso di riscontro positivo, è

obbligato ad intraprendere ogni opportuna iniziativa volta ad eliminare o ridurre la situazione di inadempienza e le

eventuali conseguenze;

d. informazione; il ricevente è obbligato ad informare l’emittente tanto sugli esiti degli accertamenti che sulle

eventuali misure di ripristino adottate.

art. 6

Impugnazioni. Organi di Garanzia

1. Contro le sanzioni disciplinari è ammesso ricorso, da parte di chiunque vi abbia interesse, entro quindici giorni

dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito Organo di Garanzia interno alla scuola, istituito e

disciplinato dal regolamento specifico di Istituto, che decide nel termine di dieci giorni. Nel caso in cui un componente

dell’Organo di Garanzia sia direttamente interessato, viene sostituito con provvedimento del Dirigente Scolastico da un

membro della stessa componente scelto all’interno del Consiglio d’Istituto.

2. L'organo di garanzia di cui al comma 1 decide, su richiesta anche sui conflitti che sorgano all'interno della scuola in

merito all'applicazione del presente regolamento.

3. Il Direttore dell'ufficio scolastico regionale, o un dirigente da questi delegato, decide in via definitiva sui reclami,

contro le violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti degli istituti. La decisione è assunta,

entro trenta giorni, previo parere vincolante di un organo di garanzia regionale composto da due studenti designati dal

coordinamento regionale delle consulte provinciali degli studenti, da tre docenti e da un genitore, designati nell'ambito

della comunità scolastica regionale, e presieduto dal Direttore dell'ufficio scolastico regionale o da un suo delegato.

Grottammare, ____________________

Letto, approvato, sottoscritto

Il Dirigente Scolastico

_____________________________________

I Genitori

il padre________________________________la madre _____________________________

Lo Studente _______________________________

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4. Patto educativo di corresponsabilità (per le classi intermedie)

Premesso che:

la Scuola è una “comunità educante” il cui progetto educativo e formativo vede coinvolti tutti

gli attori della comunità scolastica:

- gli studenti, centro e movente dell’esistenza dell’istituzione scuola;

- i genitori, titolari della responsabilità dell’intero progetto di crescita del giovane;

- la scuola stessa, intesa come organizzazione e corpo docente, che deve realizzare un progetto e

una proposta educativa da condividere con gli altri soggetti;

tutti concorrono con pari dignità e nella diversità dei ruoli al perseguimento di obiettivi comuni

quali la formazione culturale e professionale, umana e alla cittadinanza, la realizzazione del diritto

allo studio, lo sviluppo armonico ed equilibrato delle potenzialità e capacità dello studente, il

recupero delle situazioni di svantaggio;

la Scuola è una “comunità organizzata”, dotata di risorse umane e immateriali, tempi,

organismi, etc., che necessitano di interventi complessi di gestione, ottimizzazione, conservazione,

partecipazione e rispetto delle regole contenute nelle carte fondamentali d’Istituto e dei principi

sanciti dalla Costituzione, che costituiscono parte integrante del presente impegno congiunto di

corresponsabilità;

Visti:

il D.M. n. 5843/A3 del 16 ottobre 2006 “Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e

legalità”

i D.P.R. n.249 del 24/6/1998 e D.P.R. n.235 del 21/11/2007 “Regolamento recante lo Statuto

delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria”

il D.M. n.16 del 5 febbraio 2007 “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la

prevenzione del bullismo”

il D.M. n.30 del 15 marzo 2007 “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di

telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni

disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”,

il Dirigente Scolastico, prof.ssa Rosanna Moretti, in quanto legale rappresentante dell’istituzione

scolastica e responsabile gestionale,

i genitori/affidatari dello studente ______________________________________

lo studente medesimo, iscritto al _____ anno dell’indirizzo __________________,

nella consapevolezza che l’interiorizzazione delle regole può avvenire purché se ne condividano i

contenuti, ci si impegni a rispettarle e a farle rispettare,

sottoscrivono il seguente

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÀ

“finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra istituzione

scolastica autonoma, studenti e famiglie” (art. 3 D.P.R. 235/2007).

Fondamento del Pec è la consapevolezza che i diritti e i doveri sanciti hanno un’unica finalità

comune: realizzare con successo la formazione umana, culturale e professionale dello studente. Tale

finalità si raggiunge quando tutti i soggetti della comunità scolastica adempiono correttamente ai

loro doveri. In quest’ottica, pertanto, non solo l’Istituzione scolastica, che ha il compito di garantire

pari opportunità di accesso all’istruzione e alla formazione, ma anche gli studenti e i genitori

svolgono un ruolo fondamentale. Gli studenti, in quanto principali destinatari dell’azione educativa,

devono maturare la consapevolezza e assumersi la responsabilità delle proprie azioni e scelte; i

genitori, ai quali la legge attribuisce in primis il dovere di educare i propri figli, devono rafforzare la

convinzione che i loro doveri educativi e le connesse responsabilità non vengono meno per il solo

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fatto che il minore sia affidato alla vigilanza di altri (Culpa in vigilando dei docenti e Culpa in

educando del genitore).

ARTICOLO 1

LA SCUOLA SI IMPEGNA A:

1. realizzare i curricoli e le scelte progettuali, metodologiche e didattiche indicate nel piano

dell’offerta formativa (Pof); fornire una formazione culturale e professionale qualificata, aperta

alla pluralità delle idee, nel rispetto delle inclinazioni e dell’identità di ciascuno studente;

2. offrire un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona, garantendo un servizio

didattico di qualità in un clima educativo sereno, favorendo il processo di formazione di

ciascuno studente, nel rispetto dei suoi ritmi e tempi di apprendimento;

3. attivare iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio, al fine di

favorire il successo formativo e combattere la dispersione scolastica oltre a promuovere il

merito e incentivare le situazioni di eccellenza;

4. favorire la piena integrazione degli studenti con bisogni educativi speciali; promuovere

iniziative di accoglienza e integrazione degli studenti stranieri, tutelandone la lingua e la cultura,

anche attraverso la realizzazione di iniziative interculturali; stimolare riflessioni e attivare

percorsi volti al benessere e alla tutela della salute degli studenti;

5. garantire la massima trasparenza e tempestività nelle valutazioni e nelle comunicazioni

mantenendo un costante rapporto con le famiglie, anche attraverso strumenti tecnologicamente

avanzati, nel rispetto della privacy;

6. promuovere iniziative che favoriscano la partecipazione attiva e responsabile alla vita della

comunità scolastica;

7. garantire pari opportunità e medesimi livelli essenziali del servizio scolastico e delle prestazioni

concernenti i diritti civili e sociali degli studenti;

8. mettere a disposizione del territorio i luoghi per l’esercizio del diritto di riunione e di assemblea

degli studenti e dei genitori per favorire il confronto democratico;

ARTICOLO 2

LO STUDENTE SI IMPEGNA A:

1. prendere coscienza dei propri diritti-doveri rispettando la scuola intesa come insieme di persone,

ambienti e attrezzature;

2. rispettare la puntualità, gli orari d’entrata stabiliti rilevabili col badge;

3. essere sempre provvisti di badge e di libretto personale, che viene consegnato alla famiglia per

le comunicazioni inviate dalla scuola; riportare alle famiglie le comunicazioni disposte dalla scuola

oltreché restituire la ricevuta debitamente controfirmata dai genitori, secondo le modalità e i tempi

indicati dal Dirigente Scolastico in ciascuna comunicazione;

4. rispettare le modalità e i tempi programmati e concordati con i docenti per il perseguimento del

proprio successo scolastico e formativo, impegnandosi in modo responsabile nell’esecuzione dei

compiti richiesti;

5. informarsi su tutto lo svolgimento dell’attività didattica nella giornata, o nelle giornate, di

assenza;

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6. accettare, rispettare e aiutare gli altri, i compagni in difficoltà e i diversi da sé, impegnandosi a

comprendere le ragioni dei loro comportamenti e a segnalare situazioni critiche, eventuali fenomeni

di bullismo/vandalismo che si verificassero nelle classi o nella scuola;

7. osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza in tutte le attività promosse dalla scuola, in

orario scolastico ed extrascolastico;

8. osservare il divieto dell’uso dei telefoni cellulari o di altri dispositivi elettronici che possono

alterare l’esito delle verifiche o che costituiscono elementi di disturbo e distrazione ( lettori mp3,

videogiochi, palmari non finalizzati allo scopo didattico) o di violazione della privacy (si ricorda

che la non osservanza del divieto comporta il sequestro momentaneo del dispositivo e la riconsegna

dello stesso al genitore. La reiterazione dell’infrazione determina la sospensione dalle lezioni);

9. rispettare il divieto di fumare negli spazi interni della scuola e negli spazi esterni di pertinenza

dell’Istituzione scolastica (si ricorda che gli inadempienti saranno soggetti alle multe previste dalle

norme vigenti);

10. risarcire i danni causati ingiustamente a persone o beni di proprietà pubblica, accettando il

principio della solidarietà nel risarcimento, nel caso in cui risulti impossibile l’identificazione del

diretto responsabile.

ARTICOLO 3

LA FAMIGLIA SI IMPEGNA A:

1. valorizzare l’istituzione scolastica, instaurando un positivo clima di dialogo, di fiducia e di

fattivo sostegno con i docenti, nel rispetto della loro libertà d’insegnamento e della loro

competenza valutativa;

2. rispettare l’istituzione scolastica, favorendo un’assidua frequenza dei propri figli alle lezioni,

partecipando attivamente agli organismi collegiali e controllando quotidianamente le

comunicazioni provenienti dalla scuola;

3. intervenire, con coscienza e responsabilità, rispetto ad eventuali danni provocati dal proprio

figlio a carico di persone, arredi, materiale didattico attraverso il risarcimento del danno;

4. accettare il principio di solidarietà nel sostenere le spese necessarie per riparare i danni causati

quando l’autore del fatto dannoso non dovesse essere identificato e in presenza di omertà, di

tacito consenso o di tolleranza nei confronti dell’azione colpevole o intenzionale;

5. segnalare situazioni critiche, eventuali fenomeni di bullismo/vandalismo che si verificassero

nelle classi o nella scuola;

6. discutere, presentare e condividere con i propri figli il patto educativo sottoscritto con

l’Istituzione scolastica.

Letto, approvato, sottoscritto

Il Dirigente Scolastico _____________________________________

I Genitori:

il padre____________________________la madre _________________________

Lo Studente______________________________

Grottammare, ____________________

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Capitolo Terzo

Il diritto all’educazione/istruzione

per gli studenti con bisogni educativi

speciali (BES)

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1. Direttiva Ministeriale 27/12/2012: strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica

STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA Premessa

I principi che sono alla base del nostro modello di integrazione scolastica - assunto a punto di riferimento per

le politiche di inclusione in Europa e non solo - hanno contribuito a fare del sistema di istruzione italiano un

luogo di conoscenza, sviluppo e socializzazione per tutti, sottolineandone gli aspetti inclusivi piuttosto che

quelli selettivi.

Forte di questa esperienza, il nostro Paese è ora in grado, passati più di trent’anni dalla legge n.517 del 1977,

che diede avvio all’integrazione scolastica, di considerare le criticità emerse e di valutare, con maggiore

cognizione, la necessità di ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema.

Gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la

discriminante tradizionale - alunni con disabilità / alunni senza disabilità - non rispecchia pienamente la

complessa realtà delle nostre classi. Anzi, è opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il

quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione, che

certamente mantiene utilità per una serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo rischia di chiuderli in

una cornice ristretta. A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano culturale, del modello

diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua

totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del

contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno

prescindendo da preclusive tipizzazioni.

In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi

Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è

necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.

Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative

competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della

comunità educante.

In tale ottica, assumono un valore strategico i Centri Territoriali di Supporto, che rappresentano l’interfaccia

fra l’Amministrazione e le scuole e tra le scuole stesse in relazione ai Bisogni Educativi Speciali. Essi

pertanto integrano le proprie funzioni - come già chiarito dal D.M. 12 luglio 2011 per quanto concerne i

disturbi specifici di apprendimento - e collaborano con le altre risorse territoriali nella definizione di una rete

di supporto al processo di integrazione, con particolare riferimento, secondo la loro originaria vocazione, al

potenziamento del contesto scolastico mediante le nuove tecnologie, ma anche offrendo un ausilio ai docenti

secondo un modello cooperativo di intervento.

Considerato, pertanto, il ruolo che nel nuovo modello organizzativo dell’integrazione è dato ai Centri

Territoriali di Supporto, la presente direttiva definisce nella seconda parte le modalità di organizzazione degli

stessi, le loro funzioni, nonché la composizione del personale che vi opera.

Nella prima parte sono fornite indicazioni alle scuole per la presa in carico di alunni e studenti con Bisogni

Educativi Speciali.

1. Bisogni Educativi Speciali (BES)

L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di

deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di

ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici,

difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture

diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente.

Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei

Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi

sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio

socioeconomico, linguistico, culturale.

Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit del

linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine

nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite

può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico. Per molti di questi profili i

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relativi codici nosografici sono ricompresi nelle stesse categorie dei principali Manuali Diagnostici e, in

particolare, del manuale diagnostico ICD-10, che include la classificazione internazionale delle malattie e dei

problemi correlati, stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e utilizzata dai Servizi

Sociosanitari pubblici italiani.

Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non

venir certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle

misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno.

La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura

educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003,

nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di

tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall’insegnante per il sostegno.

1.2 Alunni con disturbi specifici

Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, che – per specifici problemi – possono

incontrare difficoltà a Scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente le loro potenzialità. Fra essi,

alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti

interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben strutturato di norme tese ad assicurare il loro

diritto allo studio.

Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto

ad usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di

competenze intellettive nella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche

nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o – più in generale- presenza di bassa intelligenza

verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, al contrario, nelle aree non verbali (come nel caso del

disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale o – più in generale - di bassa

intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste condizioni compromettano

sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono

compromettere il percorso scolastico (come per es. un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non

rientri nelle casistiche previste dalla legge 104).

Un approccio educativo, non meramente clinico – secondo quanto si è accennato in premessa – dovrebbe dar

modo di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella

prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di

carattere normativo.

Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi

per le iniziative da intraprendere con questi casi.

1.3 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività

Un discorso particolare si deve fare a proposito di alunni e studenti con problemi di controllo attentivo e/o

dell’attività, spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder),

corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e

dell’iperattività.

L’ADHD si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa

neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Si

è stimato che il disturbo, in forma grave tale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa

l’1% della popolazione scolastica, cioè quasi 80.000 alunni (fonte I.S.S).

Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo

oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento;

disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc.

Il percorso migliore per la presa in carico del bambino/ragazzo con ADHD si attua senz’altro quando è

presente una sinergia fra famiglia, scuola e clinica. Le informazioni fornite dagli insegnanti hanno una parte

importante per il completamento della diagnosi e la collaborazione della scuola è un anello fondamentale nel

processo riabilitativo.

In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie – richiede

l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi

ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di

disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo.

Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali le misure previste dalla

Legge 170 per alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento.

1.4 Funzionamento cognitivo limite

Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di

funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con altre espressioni (per es. disturbo

evolutivo specifico misto, codice F83) e specifiche differenziazioni - qualora non rientrino nelle previsioni

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delle leggi 104 o 170 - richiedono particolare considerazione. Si può stimare che questi casi si aggirino

intorno al 2,5% dell’intera popolazione scolastica, cioè circa 200.000 alunni.

Si tratta di bambini o ragazzi il cui QI globale (quoziente intellettivo) risponde a una misura che va dai 70

agli 85 punti e non presenta elementi di specificità. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori

neurobiologici ed è frequentemente in comorbilità con altri disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma

lieve di difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi scolastici più consoni

alle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale. Gli interventi educativi e didattici

hanno come sempre ed anche in questi casi un’importanza fondamentale.

1.5 Adozione di strategie di intervento per i BES

Dalle considerazioni sopra esposte si evidenzia, in particolare, la necessità di elaborare un percorso

individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la

redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con

BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di

documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.

Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione

clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico –

possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle

misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011), meglio

descritte nelle allegate Linee guida.

1.6 Formazione

Si è detto che vi è una sempre maggiore complessità nelle nostre classi, dove si intrecciano i temi della

disabilità, dei disturbi evolutivi specifici, con le problematiche del disagio sociale e dell’inclusione degli

alunni stranieri. Per questo è sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per

tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.

Al fine di corrispondere alle esigenze formative che emergono dai nuovi contesti della scuola italiana, alle

richieste di approfondimento e accrescimento delle competenze degli stessi docenti e dirigenti scolastici, il

MIUR ha sottoscritto un accordo quadro con le Università presso le quali sono attivati corsi di scienze della

formazione finalizzato all’attivazione di corsi di perfezionamento professionale e/o master rivolti al

personale della scuola.

A partire dall’anno accademico 2011/2012 sono stati attivati 35 corsi/master in “Didattica e psicopedagogia

dei disturbi specifici di apprendimento” in tutto il territorio nazionale.

A seguito dei positivi riscontri relativi alla suddetta azione, la Direzione generale per lo Studente,

l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione d’intesa con la Direzione Generale per il Personale

scolastico – con la quale ha sottoscritto un’apposita convenzione con alcune università italiane mirata alla

costituzione di una rete delle facoltà/dipartimenti di scienze della formazione – ha predisposto una ulteriore

offerta formativa che si attiverà sin dal corrente anno scolastico su alcune specifiche tematiche emergenti in

tema di disabilità, con corsi/master dedicati alla didattica e psicopedagogia per l’autismo, l’ADHD, le

disabilità intellettive e i funzionamenti intellettivi limite, l’educazione psicomotoria inclusiva e le disabilità

sensoriali.

L’attivazione dei percorsi di alta formazione dovrà contemperare l’esigenza di rispondere al fabbisogno

rilevato ed a requisiti di carattere tecnico-scientifico da parte delle università che si renderanno disponibili a

tenere i corsi.

2. Organizzazione territoriale per l’ottimale realizzazione dell’inclusione scolastica

2.1 I CTS - Centri Territoriali di Supporto: distribuzione sul territorio

I Centri Territoriali di Supporto (CTS) sono stati istituiti dagli Uffici Scolastici Regionali in accordo con il

MIUR mediante il Progetto “Nuove Tecnologie e Disabilità”. I Centri sono collocati presso scuole polo e la

loro sede coincide con quella dell’istituzione scolastica che li accoglie.

È pertanto facoltà degli Uffici Scolastici Regionali integrare o riorganizzare la rete regionale dei CTS,

secondo

eventuali nuove necessità emerse in ordine alla qualità e alla distribuzione del servizio.

Si ritiene, a questo riguardo, opportuna la presenza di un CTS almeno su un territorio corrispondente ad ogni

provincia della Regione, fatte salve le aree metropolitane che, per densità di popolazione, possono

necessitare di uno o più CTS dedicati.

Un’equa distribuzione sul territorio facilita il fatto che i CTS divengano punti di riferimento per le scuole e

coordinino le proprie attività con Province, Comuni, Municipi, Servizi Sanitari, Associazioni delle persone

con disabilità e dei loro familiari, Centri di ricerca, di formazione e di documentazione, anche istituiti dalle

predette associazioni, nel rispetto di strategie generali eventualmente definite a livello di Ufficio Scolastico

Regionale e di Ministero centrale. Il coordinamento con il territorio assicura infatti ai CTS una migliore

efficienza ed efficacia nella gestione delle risorse disponibili e aumenta la capacità complessiva del sistema

di offrire servizi adeguati. Sarà cura degli Uffici Scolastici Regionali operare il raccordo tra i CTS e i GLIR,

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oltre che raccordare i GLIP con i nuovi organismi previsti nella presente Direttiva.

Ad un livello territoriale meno esteso, che può coincidere ad esempio con il distretto socio-sanitario, è

risultato utile individuare altre scuole polo facenti parte di una rete per l’inclusione scolastica.

Tale esperienza è stata già sperimentata con successo in alcune regioni in cui ai CTS, di livello provinciale,

sono stati affiancati i CTI-Centri Territoriali per l’Inclusione, di livello distrettuale.

La creazione di una rete diffusa e ben strutturata tra tutte le scuole ed omogenea nella sua articolazione rende

concreta la possibilità per i docenti di avere punti di contatto e di riferimento per tutte le problematiche

inerenti i Bisogni Educativi Speciali.

A livello di singole scuole, è auspicabile una riflessione interna che, tenendo conto delle risorse presenti,

individui possibili modelli di relazione con la rete dei CTS e dei CTI, al fine di assicurare la massima

ricaduta possibile delle azioni di consulenza, formazione, monitoraggio e raccolta di buone pratiche,

perseguendo l’obiettivo di un sempre maggior coinvolgimento degli insegnanti curricolari, attraverso – ad

esempio – la costituzione di gruppi di lavoro per l’inclusione scolastica. Occorre in buona sostanza

pervenire ad un reale coinvolgimento dei Collegi dei Docenti e dei Consigli di Istituto che porti

all’adozione di una politica (nel senso di “policy”) interna delle scuole per l’inclusione, che assuma una

reale trasversalità e centralità rispetto al complesso dell’offerta formativa.

L’organizzazione territoriale per l’inclusione prevede quindi:

i GLH a livello di singola scuola, eventualmente affiancati da Gruppi di lavoro per l’Inclusione; i

GLH di rete o distrettuali,

i Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) a livello di distretto sociosanitario e

almeno un CTS a livello provinciale.

Al fine di consentire un’adeguata comunicazione, a livello regionale, delle funzioni, delle attività e della

collocazione geografica dei CTS, ogni Centro o rete di Centri predispone e aggiorna un proprio sito web, il

cui link sarà selezionabile anche dal portale dell’Ufficio Scolastico Regionale. Tali link sono inseriti nel

Portale MIUR dei Centri Territoriali di Supporto: www.istruzione.cts.it

Sul sito dei CTS si possono prevedere pagine web per ciascun CTI ed eventualmente uno spazio per i GLH

di rete per favorire lo scambio aggiornato e la conoscenza delle attività del territorio.

2.1.2 L’équipe di docenti specializzati (docenti curricolari e di sostegno)

Ferme restando la formazione e le competenze di carattere generale in merito all’inclusione, tanto dei docenti

per le attività di sostegno quanto per i docenti curricolari, possono essere necessari interventi di esperti che

offrano soluzioni rapide e concrete per determinate problematiche funzionali. Si fa riferimento anzitutto a

risorse interne ossia a docenti che nell’ambito della propria esperienza professionale e dei propri studi

abbiano maturato competenze su tematiche specifiche della disabilità o dei disturbi evolutivi specifici.

Possono pertanto fare capo ai CTS équipe di docenti specializzati - sia curricolari sia per il sostegno - che

offrono alle scuole, in ambito provinciale, supporto e consulenza specifica sulla didattica dell’inclusione. La

presenza di docenti curricolari nell’equipe, così come nei GLH di istituto e di rete costituisce un elemento

importante nell’ottica di una vera inclusione scolastica.

Può essere preso ad esempio di tale modello lo Sportello Provinciale Autismo attivato in alcuni CTS, che, in

collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, con i Centri Territoriali per l’Integrazione e le

Associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari, valorizzando la professionalità di un gruppo di

insegnanti esperti e formati, offre ai docenti di quella provincia una serie di servizi di consulenza – da

realizzarsi anche presso la scuola richiedente - per garantire l’efficacia dell’integrazione scolastica degli

alunni e degli studenti con autismo.

2.2. Funzioni dei Centri Territoriali di Supporto

L’effettiva capacità delle nuove tecnologie di raggiungere obiettivi di miglioramento nel processo di

apprendimento – insegnamento, sviluppo e socializzazione dipende da una serie di fattori strategici che

costituiscono alcune funzioni basilari dei Centri Territoriali di Supporto.

2.2.1 Informazione e formazione

I CTS informano i docenti, gli alunni, gli studenti e i loro genitori delle risorse tecnologiche disponibili, sia

gratuite sia commerciali. Per tale scopo, organizzano incontri di presentazione di nuovi ausili, ne danno

notizia sul sito web oppure direttamente agli insegnanti o alle famiglie che manifestino interesse alle novità

in materia.

I CTS organizzano iniziative di formazione sui temi dell’inclusione scolastica e sui BES, nonché nell’ambito

delle tecnologie per l’integrazione, rivolte al personale scolastico, agli alunni o alle loro famiglie, nei modi e

nei tempi che ritengano opportuni.

Al fine di una maggiore efficienza della spesa, i CTS organizzano le iniziative di formazione anche in rete

con altri Centri Territoriali di Supporto, in collaborazione con altri organismi.

I CTS valutano e propongono ai propri utenti soluzioni di software freeware a partire da quelli realizzati

mediante l’Azione 6 del Progetto “Nuove Tecnologie e Disabilità”

2.2.2 Consulenza

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Oltre ad una formazione generale sull’uso delle tecnologie per l’integrazione rivolta agli insegnanti, è

necessario, per realizzare a pieno le potenzialità offerte dalle tecnologie stesse, il contributo di un esperto che

individui quale sia l’ausilio più appropriato da acquisire, soprattutto per le situazioni più complesse. I CTS

offrono pertanto consulenza in tale ambito, coadiuvando le scuole nella scelta dell’ausilio e accompagnando

gli insegnanti nell’acquisizione di competenze o pratiche didattiche che ne rendano efficace l’uso.

La consulenza offerta dai Centri non riguarda solo l’individuazione dell’ausilio più appropriato per l’alunno,

ma anche le modalità didattiche da attuare per inserire il percorso di apprendimento dello studente che

utilizza le tecnologie per l’integrazione nel più ampio ambito delle attività di classe e le modalità di

collaborazione con la famiglia per facilitare le attività di studio a casa.

La consulenza si estende gradualmente a tutto l’ambito della disabilità e dei disturbi evolutivi specifici, non

soltanto alle tematiche connesse all’uso delle nuove tecnologie.

2.2.3 Gestione degli ausili e comodato d’uso

I CTS acquistano ausili adeguati alle esigenze territoriali per svolgere le azioni previste nei punti 2.1. e 2.2 e

per avviare il servizio di comodato d’uso dietro presentazione di un progetto da parte delle scuole. Grazie

alla loro dotazione, possono consentire, prima dell’acquisto definitivo da parte della scuola o della richiesta

dell’ausilio al CTS, di provare e di verificare l’efficacia, per un determinato alunno, dell’ausilio stesso.

Nel caso del comodato d’uso di ausilio di proprietà del CTS, questo deve seguire l’alunno anche se cambia

scuola nell’ambito della stessa provincia, soprattutto nel passaggio di ciclo. In alcune province, in accordo

con

gli Uffici Scolastici Regionali, alcuni CTS gestiscono l’acquisto degli ausili e la loro distribuzione agli

alunni

sul territorio di riferimento, anche assegnandoli in comodato d’uso.

I CTS possono definire accordi con le Ausilioteche e/o Centri Ausili presenti sul territorio al fine di una

condivisa gestione degli ausili in questione, sulla base dell’Accordo quadro con la rete nazionale dei centri di

consulenza sugli ausili.

2.2.4 Buone pratiche e attività di ricerca e sperimentazione

I CTS raccolgono le buone pratiche di inclusione realizzate dalle istituzioni scolastiche e, opportunamente

documentate, le condividono con le scuole del territorio di riferimento, sia mediante l’attività di

informazione, anche attraverso il sito internet, sia nella fase di formazione o consulenza. Promuovono inoltre

ogni iniziativa atta a stimolare la realizzazione di buone pratiche nelle scuole di riferimento, curandone la

validazione e la successiva diffusione.

I CTS sono inoltre Centri di attività di ricerca didattica e di sperimentazione di nuovi ausili, hardware o

software, da realizzare anche mediante la collaborazione con altre scuole o CTS, Università e Centri di

Ricerca e, in particolare, con l’ITD-CNR di Genova, sulla base di apposita convenzione.

2.2.5 Piano annuale di intervento

Per ogni anno scolastico, i CTS, autonomamente o in rete, definiscono il piano annuale di intervento relativo

ad acquisti e iniziative di formazione. Nel piano, quindi, sono indicati gli acquisti degli ausili necessari, nei

limiti delle risorse disponibili e a ciò destinate, su richiesta della scuola e assegnati tramite comodato d’uso.

È opportuno che l’ausilio da acquistare sia individuato da un esperto operatore del CTS, con l’eventuale

supporto – se necessario - di esperti esterni indipendenti. Periodicamente, insieme ai docenti dell’alunno, è

verificata l’efficacia dell’ausilio medesimo.

Sono pianificati anche gli interventi formativi, tenendo conto dei bisogni emergenti dal territorio e delle

strategie e priorità generali individuate dagli Uffici Scolastici Regionali e dal MIUR.

2.2.6 Risorse economiche

Ogni anno il CTS riceve i fondi dal MIUR per le azioni previste ai punti 2.2.1 e 2.2.2 (informazione e

formazione condotta direttamente dagli operatori e/o esperti), 2.2.3 (acquisti ausili) e per il funzionamento

del CTS (spese di missione, spese per attività di formazione/autoformazione degli operatori). Altre risorse

possono essere messe a disposizione dagli Uffici Scolastici Regionali.

2.2.7 Promozione di intese territoriali per l’inclusione

I CTS potranno farsi promotori, in rete con le Istituzioni scolastiche, di intese e accordi territoriali con i

servizi sociosanitari del territorio finalizzati all’elaborazione condivisa di procedure per l’integrazione dei

servizi in ambito scolastico, l’utilizzo concordato e condiviso di risorse professionali e/o finanziarie e l’avvio

di progetti finalizzati al miglioramento del livello di inclusività delle scuole e alla prevenzione/contrasto del

disagio in ambito scolastico

2.3 Regolamento dei CTS

Ogni CTS si dota di un proprio regolamento in linea con la presente direttiva.

2.4 Organizzazione interna dei CTS

2.4.1 Il Dirigente Scolastico

I CTS sono incardinati in istituzioni scolastiche, pertanto il Dirigente della scuola ha la responsabilità

amministrativa per quanto concerne la gestione e l’organizzazione del Centro. Coerentemente con il suo

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profilo professionale il Dirigente ha il compito - possibilmente previa formazione sulle risorse normative,

materiali ed umane in riferimento ai bisogni educativi speciali - di promuovere i rapporti del CTS con il

territorio e di garantirne il miglior funzionamento, l’efficienza e l’efficacia.

2.4.2 Gli Operatori. Équipe di docenti curricolari e di sostegno specializzati

In ogni CTS dovrebbero essere presenti tre operatori, di cui almeno uno specializzato sui Disturbi Specifici

di Apprendimento, come previsto dall’art. 8 del Decreto 5669/2011. Si porrà attenzione a che le competenze

sulle disabilità siano approfondite ed ampie, dalle disabilità intellettive a quelle sensoriali.

È opportuno individuare gli operatori fra i docenti curricolari e di sostegno, che possono garantire continuità

di servizio, almeno per tre anni consecutivi.

Gli operatori possono essere in servizio nelle scuole sede di CTS o in altre scuole, tuttavia anche in questo

secondo caso deve essere assicurato il regolare funzionamento della struttura.

Gli operatori sono tenuti a partecipare a momenti formativi in presenza (tale formazione viene riconosciuta a

tutti gli effetti come servizio) in occasione di eventi organizzati dagli stessi CTS o di iniziative a carattere

regionale e nazionale rilevanti in tema di inclusione, ma anche on line attraverso il portale nazionale di cui al

punto 2.4.6.

Inoltre, sempre nell’ottica di formare e dare strumenti operativi adeguati alle diverse problematiche nonché

di specializzare i docenti dell’équipe, gli USR provvedono a riservare un adeguato numero di posti per gli

operatori dei CTS nei corsi/master promossi dal MIUR.

Nel momento in cui un operatore formato ed esperto modifichi la sede di servizio e non possa pertanto

svolgere la propria attività nel CTS, verrà sostituito da un altro docente che sarà formato dagli operatori

presenti e da appositi corsi di formazione, anche in modalità e-learning, che saranno resi disponibili dal

MIUR e dagli Uffici Scolastici Regionali. La procedura per la sostituzione degli operatori avviene con le

stesse modalità della selezione del personale comandato. Si istituisce presso ogni Ufficio Scolastico

Regionale una commissione, all’interno della quale devono essere presenti alcuni operatori CTS.

2.4.3 Il Comitato Tecnico Scientifico

I CTS possono dotarsi di un Comitato Tecnico Scientifico al fine di definire le linee generali di intervento -

nel rispetto delle eventuali priorità assegnate a livello di Ministero e Ufficio Scolastico Regionale - e le

iniziative da realizzare sul territorio a breve e medio termine.

Il Comitato Tecnico Scientifico redige il Piano Annuale di Intervento di cui al punto 2.4.

Fanno parte del Comitato Tecnico Scientifico il Dirigente Scolastico, un rappresentante degli operatori del

CTS, un rappresentante designato dall’U.S.R., e, ove possibile, un rappresentante dei Servizi Sanitari. È

auspicabile che partecipino alle riunioni o facciano parte del Comitato anche i referenti CTI, i rappresentanti

degli Enti Locali, delle Associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari, nonché esperti in

specifiche tematiche connesse con le tecnologie per l’integrazione.

2.4.4 Referente regionale dei CTS

Per ogni regione gli operatori del CTS individuano un referente rappresentante dei CTS a livello regionale.

Tale rappresentante resta in carica due anni.

I referenti regionali dei CTS, in collaborazione con il referente per la Disabilità /DSA dell’Ufficio Scolastico

Regionale – possibilmente individuato tra personale dirigente e ispettivo - hanno compiti di raccordo,

consulenza e coordinamento delle attività, nonché hanno la funzione di proporre nuove iniziative da attuare a

livello regionale o da presentare al Coordinamento nazionale di cui al punto successivo.

2.4.5 Coordinamento nazionale dei CTS

Presso la Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione del

MIUR è costituito il Coordinamento nazionale dei CTS.

Lo scopo di tale organismo è garantire il migliore funzionamento della rete nazionale dei CTS. Esso ha

compiti di consulenza, programmazione e monitoraggio, nel rispetto delle prerogative dell’Amministrazione

centrale e degli Uffici Scolastici Regionali, comunque rappresentati nel Coordinamento stesso.

Fanno parte del Coordinamento nazionale:

- Un rappresentante del MIUR

- I referenti per la Disabilità/DSA degli Uffici Scolastici Regionali

- I referenti regionali CTS

- Un rappresentante del Ministero della Salute

- Un rappresentante del Ministero delle politiche sociali e del lavoro

- Eventuali rappresentanti della FISH e della FAND

- Docenti universitari o esperti nelle tecnologie per l’integrazione.

Il Coordinamento nazionale si rinnova ogni due anni.

Il Comitato tecnico è costituito dal rappresentante del MIUR, che lo presiede, e da una rappresentanza di 4

referenti CTS e 4 referenti per la disabilità/DSA degli Uffici Scolastici Regionali.

2.4.6 Portale

Viene predisposto un portale come ambiente di apprendimento–insegnamento e scambio di informazioni e

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consulenza.

All’interno del portale sono ricompresi i siti Handytecno ed Essediquadro, rispettivamente dedicati agli ausili

ed al servizio di documentazione dei software didattici.

È inoltre presente una mappa completa dei CTS e dei CTI, con eventuali siti ad essi collegati.

Una pagina web è dedicata alle Associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari, completa di

indirizzi e link ai vari siti, oltre ai link diretti alle sezioni del sito MIUR relative a disabilità e DSA.

Infine, sono previste le seguenti aree:

- formazione, con percorsi dedicati alle famiglie ed al personale della scuola, dove trovare video lezioni e

web conference oltre che materiale didattico in formato digitale;

- forum per scambi di informazioni tra operatori, famiglie, associazioni, operatori degli altri enti;

- News per le novità di tutto il territorio nazionale ed europeo, anche in collaborazione con la European

Agency for special needs education;

- un’Area Riservata per scambi di consulenze, confronti su problematiche, su modalità operative dove

trovarsi periodicamente.

Il portale rispetta i requisiti previsti dalla Legge n. 4/2004 sull’accessibilità dei siti web.

Roma, 27 dicembre 2012

IL MINISTRO f.to Francesco Profumo

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2. C. M. n. 8 del 6 marzo 2013 sul D. M. 27/12/2012

Oggetto: Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni

educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni

operative

Il 27 dicembre scorso è stata firmata dall’On.le Ministro l’unita Direttiva recante Strumenti

d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione

scolastica, che delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana al fine di realizzare

appieno il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà. La

Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla

certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la

comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: “svantaggio

sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà

derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture

diverse”.

La Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione

dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.

Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti

conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei

teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria

l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o

dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.

Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano

Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo

un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i

criteri di valutazione degli apprendimenti.

In questa nuova e più ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso

come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è

bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative

calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES,

privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in

maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didatticostrumentale.

La Direttiva ben chiarisce come la presa in carico dei BES debba essere al centro dell’attenzione

e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia.

È necessario che l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno

con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di classe - ovvero, nelle scuole primarie,

da tutti i componenti del team docenti - dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da

un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia. Nel caso in cui sia

necessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita

autorizzazione da parte della famiglia.

A titolo esemplificativo, sul sito del MIUR saranno pubblicati alcuni modelli di PDP (Cfr.

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dsa) .

Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti

motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni

pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.

Alunni con DSA e disturbi evolutivi specifici

Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura

privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie

pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010,

qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di

considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.

Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti

diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad

ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si

evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle

certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico

individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate

richiedono. Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi

agli esami di Stato, le certificazioni dovranno essere presentate entro il termine del 31 marzo, come

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previsto all’art.1 dell’Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni sulle certificazioni per i DSA

(R.A. n. 140 del 25 luglio 2012).

Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale

Si vuole inoltre richiamare ulteriormente l’attenzione su quell’area dei BES che interessa lo

svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La Direttiva, a tale proposito, ricorda che “ogni

alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per

motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è

necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Tali tipologie di BES dovranno

essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei

servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.

Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non

conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione

e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno - è parimenti

possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti

compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività

ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.), con le stesse modalità sopra

indicate.

In tal caso si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per

il tempo strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da

diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente

aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi

personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative.

In ogni caso, non si potrà accedere alla dispensa dalle prove scritte di lingua straniera se non in

presenza di uno specifico disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto dall’art. 6

del DM n. 5669 del 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee guida.

Si rammenta, infine, che, ai sensi dell’articolo 5 del DPR n. 89/2009, le 2 ore di insegnamento

della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate

anche per potenziare l'insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso

delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana, nel rispetto

dell'autonomia delle istituzioni scolastiche.

Eventuali disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle rilevazioni annuali

degli apprendimenti verranno fornite successivamente.

AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA

Per perseguire tale “politica per l’inclusione”, la Direttiva fornisce indicazioni alle istituzioni

scolastiche, che dovrebbero esplicitarsi, a livello di singole scuole, in alcune azioni strategiche di

seguito sintetizzate.

1. Fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2 della L. 104/92, i compiti del Gruppo di

lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si estendono alle problematiche relative a tutti i BES. A

tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento

presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, AEC, assistenti alla

comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di

coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di

convenzionamento con la scuola), in modo da assicurare all’interno del corpo docente il

trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di

rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi.

Tale Gruppo di lavoro assume la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione (in sigla

GLI) e svolge le seguenti funzioni:

rilevazione dei BES presenti nella scuola;

raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche in

funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con

azioni strategiche dell’Amministrazione;

focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di

gestione delle classi;

rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;

raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base

delle effettive esigenze, ai sensi dell’art. 1, c. 605, lettera b, della legge 296/2006, tradotte

in sede di definizione del PEI come stabilito dall'art. 10 comma 5 della Legge 30 luglio

2010 n. 122 ;

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elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES,

da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno).

A tale scopo, il Gruppo procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di

inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso e formulerà un’ipotesi globale di utilizzo funzionale

delle risorse specifiche, istituzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola

nell’anno successivo. Il Piano

sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici

degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e

alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di

competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche

intese sull'integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali. A seguito di ciò, gli

Uffici Scolastici regionali assegnano alle singole scuole globalmente le risorse di

sostegno secondo quanto stabilito dall’ art 19 comma 11 della Legge n. 111/2011.

Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola –

ovvero, secondo la previsione dell’art. 50 della L.35/2012, alle reti di scuole -, il Gruppo

provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico

procederà all’assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini “funzionali”.

A tal punto i singoli GLHO completeranno la redazione del PEI per gli alunni con

disabilità di ciascuna classe, tenendo conto di quanto indicato nelle Linee guida del 4

agosto 2009.

Inoltre il Gruppo di lavoro per l’inclusione costituisce l’interfaccia della rete dei CTS e

dei servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema

(formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.).

Dal punto di vista organizzativo, pur nel rispetto delle autonome scelte delle scuole, si suggerisce

che il gruppo svolga la propria attività riunendosi (per quanto riguarda le risorse specifiche

presenti: insegnanti per il sostegno, AEC, assistenti alla comunicazione, funzioni strumentali,

ecc.), con una cadenza - ove possibile - almeno mensile, nei tempi e nei modi che maggiormente

si confanno alla complessità interna della scuola, ossia in orario di servizio ovvero in orari

aggiuntivi o funzionali (come previsto dagli artt. 28 e 29 del CCNL 2006/2009), potendo far

rientrare la partecipazione alle attività del gruppo nei compensi già pattuiti per i docenti in sede di

contrattazione integrativa di istituto. Il Gruppo, coordinato dal Dirigente scolastico o da un suo

delegato, potrà avvalersi della consulenza e/o supervisione di esperti esterni o interni, anche

attraverso accordi con soggetti istituzionali o del privato sociale e, a seconda delle necessità (ad

esempio, in caso di istituto comprensivo od onnicomprensivo), articolarsi anche per gradi

scolastici.

All’inizio di ogni anno scolastico il Gruppo propone al Collegio dei Docenti una

programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce

nel Piano annuale per l’Inclusività; al termine dell’anno scolastico, il Collegio procede alla

verifica dei risultati raggiunti.

2. Nel P.O.F. della scuola occorre che trovino esplicitazione:

un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del

grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso

della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare,

della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle

relazioni tra docenti, alunni e famiglie;

criteri e procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti,

privilegiando, rispetto a una logica meramente quantitativa di distribuzione degli

organici, una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con

famiglie e servizi sociosanitari che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di

apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola;

l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello

territoriale.

3. La rilevazione, il monitoraggio e la valutazione del grado di inclusività della scuola sono

finalizzate ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la

trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi. Da tali azioni

si potranno inoltre desumere indicatori realistici sui quali fondare piani di miglioramento

organizzativo e culturale. A tal fine possono essere adottati sia strumenti strutturati reperibili in

rete [come l’”Index per l’inclusione” o il progetto “Quadis” (http://www.quadis.it/jm/)], sia

concordati a livello territoriale. Ci si potrà inoltre avvalere dell’approccio fondato sul modello

ICF dell’OMS e dei relativi concetti di barriere e facilitatori.

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AZIONI A LIVELLO TERRITORIALE

La direttiva affida un ruolo fondamentale ai CTS - Centri Territoriali di Supporto, quale

interfaccia fra l’Amministrazione e le scuole, e tra le scuole stesse nonché quale rete di supporto al

processo di integrazione, allo sviluppo professionale dei docenti e alla diffusione delle migliori

pratiche.

Le scuole dovranno poi impegnarsi a perseguire, anche attraverso le reti scolastiche, accordi e

intese con i servizi sociosanitari territoriali (ASL, Servizi sociali e scolastici comunali e provinciali,

enti del privato sociale e del volontariato, Prefetture, ecc.) finalizzati all’integrazione dei servizi “alla

persona” in ambito scolastico, con funzione preventiva e sussidiaria, in ottemperanza a quanto

previsto dalla Legge 328/2000. Tali accordi dovranno prevedere l’esplicitazione di procedure

condivise di accesso ai diversi servizi in relazione agli alunni con BES presenti nella scuola.

Si precisa inoltre che, fermi restando compiti e composizione dei GLIP di cui all’art. 15 commi 1,

3 e 4 della L. 104/92, le loro funzioni si estendono anche a tutti i BES, stante l’indicazione contenuta

nella stessa L. 104/92 secondo cui essi debbono occuparsi dell’integrazione scolastica degli alunni

con disabilità, “nonché per qualsiasi altra attività inerente all'integrazione degli alunni in difficoltà di

apprendimento.”

In ogni caso, i CTS dovranno strettamente collaborare con i GLIP ovvero con i GLIR, la cui

costituzione viene raccomandata nelle Linee guida del 4 agosto 2009.

CTI - Centri Territoriali per l’Inclusione

Il ruolo dei nuovi CTI (Centri Territoriali per l’Inclusione), che potranno essere individuati a

livello di rete territoriale - e che dovranno collegarsi o assorbire i preesistenti Centri Territoriali per

l’integrazione Scolastica degli alunni con disabilità, i Centri di Documentazione per l’integrazione

scolastica degli alunni con disabilità (CDH) ed i Centri Territoriali di Risorse per l’integrazione

scolastica degli alunni con disabilità (CTRH) - risulta strategico anche per creare i presupposti per

l’attuazione dell’art. 50 del DL 9.2.2012, n°5, così come modificato dalla Legge 4.4.2012, n° 35, là

dove si prevede (comma b) la “definizione, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico

dell'autonomia, funzionale all'ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e

ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno agli

alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico,

anche ai fini di una estensione del tempo scuola” e ancora (comma c) la “costituzione […] di reti

territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane,

strumentali e finanziarie” e ancora (comma d) la “definizione di un organico di rete per le finalità

di cui alla lettera c) nonché per l'integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, la

formazione permanente, la prevenzione dell'abbandono e il contrasto dell'insuccesso scolastico e

formativo e dei fenomeni di bullismo, specialmente per le aree di massima corrispondenza tra

povertà e dispersione scolastica” e infine (comma e) la “costituzione degli organici di cui alle

lettere b) e d) […] sulla base dei posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per

almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i

posti di sostegno, fatte salve le esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale.”

Laddove, per ragioni legate alla complessità territoriale, i CTI non potessero essere istituiti o

risultassero poco funzionali, le singole scuole cureranno, attraverso il Gruppo di Lavoro per

l’Inclusione, il contatto con i CTS di riferimento.

Si precisa che il gruppo di docenti operatori del CTS o anche del CTI dovrà essere in possesso

di specifiche competenze, al fine di poter supportare concretamente le scuole e i colleghi con

interventi di consulenza e di formazione mirata. È quindi richiesta una “specializzazione” – nel

senso di una approfondita competenza – nelle tematiche relative ai BES. Per quanto riguarda l’area

della disabilità, si tratterà in primis di docenti specializzati nelle attività di sostegno, ma anche di

docenti curricolari esperti nelle nuove tecnologie per l’inclusione. Per l’area dei disturbi evolutivi

specifici, potranno essere individuati docenti che abbiano frequentato master e/o corsi di

perfezionamento in “Didattica e psicopedagogia per i DSA”, ovvero che abbiano maturato

documentata e comprovata esperienza nel campo, a partire da incarichi assunti nel progetto NTD

(Nuove Tecnologie e Disabilità) attivato sin dal 2006. Anche in questo secondo caso è auspicabile

che il docente operatore dei CTS o dei CTI sia in possesso di adeguate competenze nel campo delle

nuove tecnologie, che potranno essere impiegate anche in progetti per il recupero dello svantaggio

linguistico e culturale ivi compresa l’attivazione di percorsi mirati.

Le istituzioni scolastiche che volessero istituire un CTI possono presentare la propria

candidatura direttamente all’Ufficio Scolastico regionale competente per territorio.

Nel rinviare all’unita Direttiva per una riflessione da portare anche all’interno del Collegio dei

Docenti o loro articolazioni, si invitano le SS.LL. a dare la massima diffusione alla presente

Circolare che viene pubblicata sul sito Internet del Ministero e sulla rete Intranet.

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Confidando nella sensibilità e nell’attenzione degli uffici dell’Amministrazione e di tutti coloro

cui la presente circolare è indirizzata, si ringrazia per la collaborazione.

IL CAPO DIPARTIMENTO

f.to Lucrezia Stellacci

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3. 27/06/2013. Nota Miur. Piano Annuale per l’Inclusività –

Direttiva 27/12/ 2012 e C.M. n. 8/2013

Oggetto: Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013

Come noto, la C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 prevede che il Gruppo di lavoro per l’inclusione di

ciascuna istituzione scolastica elabori una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a

tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico. A tale scopo, il Gruppo

procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica

operati nell’anno appena trascorso […].

Con la presente nota si ritiene opportuno ribadire - come chiarito nel corso della Conferenza di

Servizio tenutasi a Montecatini dal 7 al 9 giugno scorsi - che scopo del Piano annuale per

l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il

P.A.I. è parte integrante. Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento

burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza

dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione

alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente

la scuola “per tutti e per ciascuno”. Esso è prima di tutto un atto interno della scuola autonoma,

finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e

attivo di crescita e partecipazione.

In questa ottica di sviluppo e monitoraggio delle capacità inclusive della scuola – nel rispetto

delle prerogative dell’autonomia scolastica - il P.A.I. non va dunque interpretato come un “piano

formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad integrazione del P.O.F. (in questo caso

più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli inclusi”). Il P.A.I. non è

quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma è lo strumento per una

progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul

quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le

linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta 2

lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso

della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della

gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra

docenti, alunni e famiglie.

Tali complessi e delicati passaggi – proprio affinché l’elaborazione del P.A.I. non si risolva in

un processo compilativo, di natura meramente burocratica anziché pedagogica – richiedono un

percorso partecipato e condiviso da parte di tutte le componenti della comunità educante, facilitando

processi di riflessione e approfondimento, dando modo e tempo per approfondire i temi delle

didattiche inclusive, della gestione della classe, dei percorsi individualizzati, nella prospettiva di un

miglioramento della qualità dell’integrazione scolastica, il cui modello – è bene ricordarlo – è

assunto a punto di riferimento per le politiche inclusive in Europa e non solo.

In tal senso occorrerà - sia a livello di Amministrazione centrale che periferica – proseguire nel

percorso di accompagnamento già avviato, teso a promuovere specifiche azioni di formazione,

informazione e supporto per aiutare le istituzioni scolastiche a cimentarsi in questa nuova sfida,

valorizzando le esperienze delle scuole che già adesso hanno saputo organizzarsi rispettando le

scadenze indicate nella CM 8/13, affinché il P.A.I. possa entrare, in modo regolare, convinto ed

efficace nella prassi organizzativa delle nostre scuole come strumento per promuovere la vera

inclusione.

A tal fine, per questa prima fase di attuazione, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti

collegati con la chiusura del corrente anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale,

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nell’ambito della propria discrezionalità e sulla scorta delle esigenze emergenti nel proprio territorio

di competenza, definirà tempi e modi per la restituzione dei P.A.I. da parte delle Istituzioni

scolastiche, tenuto conto che, per le caratteristiche di complessità introdotte dalla Direttiva del 27

dicembre 2012, il prossimo anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare

procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.

Resta fermo che il P.A.I. non sostituisce le richieste di organico di sostegno delle scuole, che

dovranno avvenire secondo le modalità definite da ciascun Ambito Territoriale.

È inoltre intenzione della scrivente procedere a una raccolta delle migliori pratiche in ordine alla

definizione dei Piani in parola. A tal fine si richiede la collaborazione delle SS.LL. affinché

censiscano le proposte di P.A.I. realizzate nel loro territorio e trasmettendo copia delle rilevazioni,

unitamente ad una selezione delle buone pratiche, alla Direzione Generale per lo Studente, agli

indirizzi: [email protected] e [email protected]. Tale

raccolta costituirà uno strumento utile di riflessione e condivisione per le singole realtà scolastiche.

Confidando nella sensibilità e nell’attenzione degli uffici dell’Amministrazione, si resta a

disposizione per qualunque ulteriore chiarimento e si ringrazia per la consueta fattiva

collaborazione.

IL CAPO DIPARTIMENTO

f.to Lucrezia Stellacci

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4. Strumenti di intervento per alunni con BES a.s. 2013/14.

Chiarimenti del 22/11/2013

Oggetto: Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014.

Chiarimenti.

Facendo seguito alla nota prot. 1551 del 27 giugno 2013, si intendono qui fornire ulteriori

indicazioni e chiarimenti relativamente all’applicazione della Direttiva 27.12.2012 “Strumenti di

intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione” e

della successiva C.M. n. 8 del 6 marzo 2013, anche sulla base delle richieste pervenute dalle scuole

e delle esigenze rappresentate dal personale docente e dai dirigenti scolastici.

Resta fermo che il corrente anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e

monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative, con l’obiettivo comune di

migliorare sempre più la qualità dell’inclusione, che è un tratto distintivo della nostra tradizione

culturale e del sistema di istruzione italiano, in termini di accoglienza, solidarietà, equità,

valorizzazione delle diversità e delle potenzialità di ciascuno. Per tale fine, si ha fiducia nell’operato

delle istituzioni scolastiche, dei docenti tutti, dei dirigenti scolastici, del personale tecnico e

amministrativo, consapevoli del quotidiano impegno e del delicato compito che tutta la comunità

educante responsabilmente assume. Nei mesi scorsi sono state segnalate, osservate e raccolte tante

buone pratiche realizzate dalle scuole che l’Amministrazione intende rendere visibili affinché siano

condivise, fatte oggetto di riflessione e, ove possibile, diffuse. Esse testimoniano la vitalità di un

sistema scolastico in evoluzione, che però affonda le proprie radici in principi consolidati.

Giova forse ricordare che la personalizzazione degli apprendimenti, la valorizzazione delle

diversità, nella prospettiva dello sviluppo delle potenzialità di ciascuno sono principi costituzionali

del nostro ordinamento scolastico recepiti nel DPR 275/99, laddove è detto che «Nell'esercizio

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per l’Istruzione

dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche … possono adottare tutte le forme di flessibilità

che ritengono opportune e tra l'altro: l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto

del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo…» (art.4).

Ciò premesso, al fine di corrispondere alle richieste di chiarimenti pervenute dalle scuole in

relazione alla Direttiva ed alla Circolare sopra citate, e nel rispetto dell’esercizio dell’autonomia

scolastica, si comunica quanto segue.

Piano Didattico Personalizzato

Al riguardo si richiama l’attenzione sulla distinzione tra ordinarie difficoltà di

apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di apprendimento. Nella quotidiana esperienza didattica si

riscontrano momenti di difficoltà nel processo di apprendimento, che possono essere osservati per

periodi temporanei in ciascun alunno. È dato poi riscontrare difficoltà che hanno un carattere più

stabile o comunque, per le concause che le determinano, presentano un maggior grado di

complessità e richiedono notevole impegno affinché siano correttamente affrontate. Il disturbo di

apprendimento ha invece carattere permanente e base neurobiologica. La scuola può intervenire

nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la

convenienza; pertanto la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre

all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico

Personalizzato. La Direttiva ha voluto in primo luogo fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è

presente un disturbo clinicamente fondato, diagnosticabile ma non ricadente nelle previsioni della

Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010. In secondo luogo si sono volute ricomprendere

altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento, per le quali

dagli stessi insegnanti sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione

educativo-didattica.

In ultima analisi, al di là delle distinzioni sopra esposte, nel caso di difficoltà non meglio

specificate, soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team

docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà

comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali

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strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni

con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione

di particolari strategie didattiche.

Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che

però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è

autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo

cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.

E’ quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o dei team docenti individuare –

eventualmente anche sulla base di criteri generali stabiliti dal Collegio dei docenti – casi specifici

Al riguardo, si ritiene utile fornire una precisazione di carattere terminologico. Per “certificazione”

si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle

misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o

dalla Legge 170/2010 - le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono

disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento.

Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un

disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista

iscritto negli albi delle professioni sanitarie. Pertanto, le strutture pubbliche ( e quelle accreditate nel

caso della Legge 170), rilasciano “certificazioni” per alunni con disabilità e con DSA. Per disturbi

ed altre patologie non certificabili (disturbi del linguaggio, ritardo maturativo, ecc.), ma che hanno

un fondamento clinico, si parla di “diagnosi”.

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per l’Istruzione

per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati, formalizzati nel

Piano Didattico Personalizzato, la cui validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di

riferimento.

Alunni con cittadinanza non italiana

In particolare, per quanto concerne gli alunni con cittadinanza non italiana, è stato già

chiarito nella C.M. n. 8/2013 che essi necessitano anzitutto di interventi didattici relativi

all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano

Didattico Personalizzato. Si tratta soprattutto – ma non solo – di quegli alunni neo arrivati in Italia,

ultratredicenni, provenienti da Paesi di lingua non latina (stimati nel numero di circa 5.000, a fronte

di oltre 750.000 alunni di cittadinanza non italiana) ovvero ove siano chiamate in causa altre

problematiche. Non deve tuttavia costituire elemento discriminante (o addirittura discriminatorio) la

provenienza da altro Paese e la mancanza della cittadinanza italiana. Come detto, tali interventi

dovrebbero avere comunque natura transitoria.

È opportuno ribadire che, in ogni caso, tutte queste iniziative hanno lo scopo di offrire

maggiori opportunità formative attraverso la flessibilità dei percorsi, non certo di abbassare i livelli

di apprendimento. Il Piano Didattico Personalizzato va quindi inteso come uno strumento in più per

curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona, rimettendo alla

esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte didattiche, ai percorsi da

seguire ed alle modalità di valutazione.

In definitiva, la personalizzazione non è mera questione procedurale, che riduce la relazione

educativa a formule, acronimi, adempimenti burocratici; un corretto approccio, pertanto, si salda

con quanto deliberato in termini generali nel Piano dell’offerta formativa rispetto alle tematiche

dell’inclusione e del riconoscimento delle diversità, alla valorizzazione di ogni individuo nella

comunità educante, alla capacità della scuola stessa di “individuare” soluzioni adeguate ai diversi

problemi.

Piano annuale per l’inclusività

Il Piano annuale per l’inclusività deve essere inteso come un momento di riflessione di tutta

la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo ed il fondamento sul quale

sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, non

dunque come un ulteriore adempimento burocratico, ma quale integrazione del Piano dell’offerta

formativa, di cui è parte sostanziale (nota prot. 1551 del 27 giugno 2013).

Scopo del piano è anche quello di far emergere criticità e punti di forza, rilevando le

tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e

dei disturbi riscontrati, dando consapevolezza alla comunità scolastica - in forma di quadro sintetico

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- di quanto sia consistente e variegato lo spettro delle criticità all’interno della scuola. Tale

rilevazione sarà utile per orientare l’azione dell’Amministrazione a favore delle scuole che

presentino particolari situazioni di complessità e difficoltà.

Gruppo di lavoro per l’inclusività

Per quanto concerne le indicazioni relative alle modalità organizzative della scuola, alle

riunioni degli organi di istituto, ivi incluso il Gruppo di lavoro per l’inclusività (GLI) ed all’utilizzo

del Fondo di istituto, queste sono da intendersi come suggerimenti operativi, essendo dette

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per l’Istruzione

procedure rimesse alla autodeterminazione delle Istituzioni scolastiche, secondo quanto disposto

dalle norme di legge e contrattuali. In particolare, in relazione alle riunioni del Gruppo di lavoro per

l’inclusività ad inizio d’anno, le scuole definiranno tempi e modalità degli incontri anche sulla base

di un congruo periodo di osservazione degli alunni in ingresso, al fine di poter stabilire eventuali

necessità di interventi nell’ottica dell’inclusione.

Inoltre, in relazione ai compiti del Gruppo di lavoro per l’inclusività, che assume, secondo

quanto indicato nella C.M. 8/2013, funzioni di raccordo di tutte le risorse specifiche e di

coordinamento presenti nella scuola, si rammenta il rispetto delle norme che tutelano la privacy nei

confronti di tutti gli alunni con bisogni educativi speciali. In particolare, si precisa che nulla è

innovato per quanto concerne il Gruppo di lavoro previsto all’art. 12, co. 5 della Legge 104/92

(GLH operativo), in quanto lo stesso riguarda il singolo alunno con certificazione di disabilità ai fini

dell’integrazione scolastica.

A livello di Istituto, si precisa inoltre che le riunioni del Gruppo di lavoro per l’inclusività

possono tenersi anche per articolazioni funzionali ossia per gruppi convocati su tematiche

specifiche.

Sempre con riferimento al Gruppo di lavoro per l’inclusività, si anticipa che verranno

organizzati specifici incontri informativi per i referenti di istituto, al fine di dare corretta

interpretazione alle indicazioni fornite nella Circolare n. 8/2013.

Organizzazione territoriale per l’inclusione

Con riferimento a quanto espresso nella C.M. 8/2013 relativamente all’attuazione dell’art.

50 della Legge 35/2012, si ribadisce che il lavoro preliminare che verrà svolto in ambito territoriale,

nella creazione di una rete di scuole-polo per l’inclusione, “risulta strategico anche per creare i

presupposti per l’attuazione dell’art. 50 del D.L. 9.2.2012, n. 5, così come modificato dalla Legge

4.4.2012, n. 35”.

Per quanto concerne i rapporti tra i vari organismi per l'integrazione degli alunni con

disabilità, si informano le scuole che è in atto una riorganizzazione complessiva della rete dei Centri

Territoriali di Supporto (CTS) e dei Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI), a cura degli Uffici

scolastici regionali, per la ridefinizione di compiti e ruoli. Al riguardo, si precisa che nulla è

innovato per quanto riguarda i Gruppi di lavoro interistituzionali (GLIP), i cui compiti e la cui

composizione sono previsti da una norma primaria (art 15 legge n. 104/92). Con successiva nota –

nell’ottica dell’ottimizzazione e della funzionalità delle specifiche competenze - saranno

ulteriormente definiti i compiti dei CTS e dei CTI, fermo restando quanto disposto nel DM 12

luglio 2011 e nelle Linee guida per il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA.

Ulteriori approfondimenti saranno svolti in sede di conferenze regionali di servizio e

comunicati con successive note. Il percorso di sperimentazione e monitoraggio troverà adeguato

spazio nel portale online che sarà a breve reso disponibile.

Si ringrazia e si confida nello sperimentato spirito di collaborazione.

IL CAPO DIPARTIMENTO

f.to Luciano Chiappetta

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Capitolo Quarto

Il diritto allo studio degli alunni

diversamente abili

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1. Legge 05/02/1992 n. 104 (art. 12 – 13 – 15 – 16)

Articolo 12 - DIRITTO ALL'EDUCAZIONE E ALL'ISTRUZIONE PER I MINORI HANDICAPPATI (commi 5-6-

7-8)

5. All'individuazione dell'alunno come persona handicappata ed all'acquisizione della

documentazione risultante dalla diagnosi funzionale, fa seguito un profilo dinamico-funzionale ai

fini della formulazione di un piano educativo individualizzato, alla cui definizione provvedono

congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona handicappata, gli operatori delle

unità sanitarie locali e, per ciascun grado di scuola, personale insegnante specializzato della scuola,

con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico individuato secondo criteri

stabiliti dal Ministro della pubblica istruzione. Il profilo indica le caratteristiche fisiche, psichiche e

sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla

situazione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere

sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali

della persona handicappata.

6. Alla elaborazione del profilo dinamico-funzionale iniziale seguono, con il concorso degli

operatori delle unità sanitarie locali, della scuola e delle famiglie, verifiche per controllare gli effetti

dei diversi interventi e l'influenza esercitata dall'ambiente scolastico.

7. I compiti attribuiti alle unità sanitarie locali dai commi 5 e 6 sono svolti secondo le modalità

indicate con apposito atto di indirizzo e coordinamento emanato ai sensi dell'art. 5 , primo comma,

della legge 23 dicembre 1978, n. 833.

8. Il profilo dinamico-funzionale è aggiornato a conclusione della scuola materna, della scuola

elementare e della scuola media e durante il corso di istruzione secondaria superiore.

Articolo 13 - INTEGRAZIONE SCOLASTICA (commi 3-6)

3. Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando, ai sensi del decreto del Presidente della

Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 , e successive modificazioni, l'obbligo per gli enti locali di

fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o

sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l'assegnazione di docenti specializzati.

6. Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano,

partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di

competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti.

Articolo 15 - GRUPPI DI LAVORO PER L'INTEGRAZIONE SCOLASTICA (comma 2)

2. Presso ogni circolo didattico ed istituto di scuola secondaria di primo e secondo grado sono

costituiti gruppi di studio e di lavoro composti da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e

studenti con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal

piano educativo.

Articolo 16 - VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO E PROVE D'ESAME (commi 1-2-3-4)

1. Nella valutazione degli alunni handicappati da parte degli insegnanti è indicato, sulla base del

piano educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici,

quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti

programmatici di alcune discipline.

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2. Nella scuola dell'obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi di cui al comma

1, prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso

dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.

3. Nell'ambito della scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni handicappati sono consentite

prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza

di assistenti per l'autonomia e la comunicazione.

4. Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico

o allo svolgimento di esami anche universitari con l'uso degli ausili loro necessari.

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2. Decreto Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994

Pubblicato la prima volta nella G.U 6 aprile 1994, n. 79, il D.P.R. è stato ripubblicato, dopo la

registrazione alla Corte dei conti, sulla G.U. 15 aprile 1994, n. 87)

Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di

alunni portatori di handicap

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Vista la legge 5 febbraio 1992, n. 104, legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti

delle persone handicappate;

Visti gli articoli 12 e 13 della citata legge n. 104 del 1992, ed in particolare il comma 7 dell'art. 12

che autorizza il Ministro della sanità ad emanare un atto di indirizzo e coordinamento per

determinare le modalità con le quali le unità sanitarie e/o socio-sanitarie locali attuano i compiti

demandati dai commi 5 e 6 del citato art. 12;

Visto l'art. 5, primo comma, della legge 23 dicembre 1978, n. 833;

Sentito il Consiglio sanitario nazionale nella seduta del 6 luglio 1993 (parere n. 4/93);

Visto il parere favorevole reso dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e

le province autonome di Trento e di Bolzano, nella seduta del 20 gennaio 1994;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 17 febbraio 1994, su

proposta del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro per il coordinamento delle politiche

comunitarie e gli affari regionali;

Decreta:

E' approvato il seguente

"Atto di indirizzo e coordinamento delle attività delle regioni a statuto ordinario e speciale e delle

province autonome di Trento e di Bolzano, per disciplinare i compiti delle unità sanitarie e/o socio-

sanitarie locali in relazione alla predisposizione della diagnosi funzionale, del profilo dinamico

funzionale di cui ai commi 5 e 6 dell'art. 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 104"

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1. Attività delle regioni e delle province autonome.

1.1. Le regioni a statuto ordinario e speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano

provvedono a che le unità sanitarie e/o socio-sanitarie locali, nell'ambito dei servizi istituiti ai

sensi e per le finalità di cui all'art. 14, primo comma, lettera e), della legge 23 dicembre 1978,

n. 833, resi anche tramite strutture universitarie con le quali le regioni o le province stesse

abbiano stipulato specifici protocolli d'intesa ai sensi dell'art. 6, comma 1, del decreto

legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, ovvero avvalendosi delle strutture di cui all'art. 26 della

legge 23 dicembre 1978, n. 833, operanti secondo le modalità richiamate nell'art. 38 della

legge 5 febbraio 1992, n. 104, assicurino l'intervento medico cognitivo sull'alunno in

situazione di handicap, necessario per le finalità di cui agli articoli 12 e 13 della legge n. 104

del 1992, da articolarsi nella compilazione:

a) di una diagnosi funzionale del soggetto;

b) di un profilo dinamico funzionale dello stesso;

c) per quanto di competenza, di un piano educativo individualizzato, destinato allo stesso

alunno in situazione di handicap.

2. Individuazione dell'alunno come persona handicappata.

2.1. All'individuazione dell'alunno come persona handicappata, al fine di assicurare l'esercizio

del diritto all'educazione, all'istruzione e all'integrazione scolastica, di cui agli articoli 12 e

13 della legge n. 104 del 1992, provvede lo specialista, su segnalazione ai servizi di base,

anche da parte del competente capo d'istituto, ovvero lo psicologo esperto dell'età evolutiva,

in servizio presso le UU.SS.LL. o in regime di convenzione con le medesime, che

riferiscono alle direzioni sanitaria ed amministrativa, per i successivi adempimenti, entro il

termine di dieci giorni dalle segnalazioni.

3. Diagnosi funzionale.

3.1. Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale

dello stato psicofisico dell'alunno in situazione di handicap, al momento in cui accede alla

struttura sanitaria per conseguire gli interventi previsti dagli articoli 12 e 13 della legge n. 104

del 1992.

3.2. Alla diagnosi funzionale provvede l'unità multidisciplinare composta: dal medico specialista

nella patologia segnalata, dallo specialista in neuropsichiatria infantile, dal terapista della

riabilitazione, dagli operatori sociali in servizio presso la unità sanitaria locale o in regime di

convenzione con la medesima. La diagnosi funzionale deriva dall'acquisizione di elementi

clinici e psico-sociali. Gli elementi clinici si acquisiscono tramite la visita medica diretta

dell'alunno e l'acquisizione dell'eventuale documentazione medica preesistente. Gli elementi

psico-sociali si acquisiscono attraverso specifica relazione in cui siano ricompresi:

a) i dati anagrafici del soggetto;

b) i dati relativi alle caratteristiche del nucleo familiare (composizione, stato di salute dei

membri, tipo di lavoro svolto, contesto ambientale, ecc.).

3.3. La diagnosi funzionale, di cui al comma 2, si articola necessariamente nei seguenti

accertamenti:

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a) l'anamnesi fisiologica e patologica prossima e remota del soggetto, con particolare

riferimento alla nascita (in ospedale, a casa, ecc.), nonché alle fasi dello sviluppo neuro-

psicologico da zero a sedici anni ed inoltre alle vaccinazioni, alle malattie riferite e/o

repertate, agli eventuali periodi di ospedalizzazione, agli eventuali programmi terapeutici

in atto, agli eventuali interventi chirurgici, alle eventuali precedenti esperienze riabilitative;

b) diagnosi clinica, redatta dal medico specialista nella patologia segnalata (rispettivamente

neuropsichiatra infantile, otorinolaringoiatra, oculista, ecc.), come indicato nell'art. 3,

comma 2: la stessa fa riferimento all'eziologia ed esprime le conseguenze funzionali

dell'infermità indicando la previsione dell'evoluzione naturale.

3.4. La diagnosi funzionale, essendo finalizzata al recupero del soggetto portatore di handicap,

deve tenere particolarmente conto delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti aspetti:

a) cognitivo, esaminato nelle componenti: livello di sviluppo raggiunto e capacità di

integrazione delle competenze;

b) affettivo-relazionale, esaminato nelle componenti: livello di autostima e rapporto con gli

altri;

c) linguistico, esaminato nelle componenti: comprensione, produzione e linguaggi alternativi;

d) sensoriale, esaminato nella componente: tipo e grado di deficit con particolare riferimento

alla vista, all'udito e al tatto;

e) motorio-prassico, esaminato nelle componenti: motricità globale e motricità fine;

f) neuropsicologico, esaminato nelle componenti: memoria, attenzione e organizzazione

spazio temporale;

g) autonomia personale e sociale.

3.5. Degli accertamenti sopra indicati viene redatta una documentazione nella forma della scheda

riepilogativa del tipo che, in via indicativa, si riporta nell'allegato "A" al presente atto di

indirizzo e coordinamento. Nella predetta scheda riepilogativa viene, inoltre, riportata la

diagnosi funzionale redatta in forma conclusiva, da utilizzare per i successivi adempimenti.

4. Profilo dinamico funzionale.

4.1. Ai sensi dell'art. 12, comma 5, della legge n. 104 del 1992, il profilo dinamico funzionale è

atto successivo alla diagnosi funzionale e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di

inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l'alunno in situazione di handicap

dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni). Il profilo

dinamico funzionale viene redatto dall'unità multidisciplinare di cui all'art. 3, dai docenti

curriculari e dagli insegnanti specializzati della scuola, che riferiscono sulla base della diretta

osservazione ovvero in base all'esperienza maturata in situazioni analoghe, con la

collaborazione dei familiari dell'alunno.

4.2. Il profilo dinamico funzionale, sulla base dei dati riportati nella diagnosi funzionale, di cui

all'articolo precedente, descrive in modo analitico i possibili livelli di risposta dell'alunno in

situazione di handicap riferiti alle relazioni in atto e a quelle programmabili.

4.3. Il profilo dinamico funzionale comprende necessariamente:

a) la descrizione funzionale dell'alunno in relazione alle difficoltà che l'alunno dimostra di

incontrare in settori di attività;

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b) l'analisi dello sviluppo potenziale dell'alunno a breve e medio termine, desunto dall'esame

dei seguenti parametri:

b.1) cognitivo, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione al livello di sviluppo

raggiunto (normodotazione; ritardo lieve, medio, grave; disarmonia medio grave; fase di

sviluppo controllata; età mentale, ecc.) alle strategie utilizzate per la soluzione dei

compiti propri della fascia di età, allo stile cognitivo, alla capacità di usare, in modo

integrato, competenze diverse;

b.2) affettivo-relazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili rispetto all'area del sé, al

rapporto con gli altri, alle motivazioni dei rapporti e dell'atteggiamento rispetto

all'apprendimento scolastico, con i suoi diversi interlocutori;

b.3) comunicazionale, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alle modalità di

interazione, ai contenuti prevalenti, ai mezzi privilegiati;

b.4) linguistico, esaminato nelle potenzialità esprimibili in relazione alla comprensione del

linguaggio orale, alla produzione verbale, all'uso comunicativo del linguaggio verbale,

all'uso del pensiero verbale, all'uso di linguaggi alternativi o integrativi;

b.5) sensoriale, esaminato, soprattutto, in riferimento alle potenzialità riferibili alla

funzionalità visiva, uditiva e tattile;

b.6) motorio-prassico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili in ordine alla

motricità globale, alla motricità fine, alle prassie semplici e complesse e alle capacità di

programmazione motorie interiorizzate;

b.7) neuropsicologico, esaminato in riferimento alle potenzialità esprimibili riguardo alle

capacità mnesiche, alla capacità intellettiva e all'organizzazione spazio-temporale;

b.8) autonomia, esaminata con riferimento alle potenzialità esprimibili in relazione

all'autonomia della persona e all'autonomia sociale;

b.9) apprendimento, esaminato in relazione alle potenzialità esprimibili in relazione all'età

prescolare, scolare (lettura, scrittura, calcolo, lettura di messaggi, lettura di istruzioni

pratiche, ecc.).

4.4. In via orientativa, alla fine della seconda elementare, della quarta elementare, alla fine della

seconda media, alla fine del biennio superiore e del quarto anno della scuola superiore, il

personale di cui agli articoli precedenti traccia un bilancio diagnostico e prognostico

finalizzato a valutare la rispondenza del profilo dinamico funzionale alle indicazioni nello

stesso delineate e alla coerenza tra le successive valutazioni, fermo restando che il profilo

dinamico funzionale è aggiornato, come disposto dal comma 8 dell'art. 12 della legge n. 104

del 1992, a conclusione della scuola materna, della scuola elementare, della scuola media e

durante il corso di istruzione secondaria superiore.

4.5. Degli accertamenti sopra indicati, viene redatta dalla unità multidisciplinare della unità

sanitaria locale, in collaborazione con il personale insegnante e i familiari o gli esercenti la

potestà parentale una documentazione nella forma della scheda riepilogativa, del tipo che, in

via indicativa, si riporta nell'allegato "B" al presente atto di indirizzo e coordinamento. Nella

predetta scheda, sarà, inoltre, riportato il profilo dinamico funzionale redatto in forma

conclusiva, da utilizzare per i successivi adempimenti e relativo alle caratteristiche fisiche,

psichiche, sociali ed affettive dell'alunno.

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5. Piano educativo individualizzato.

5.1. Il Piano educativo individualizzato (indicato in seguito con il termine P.E.I.), è il documento

nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per

l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della

realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art.

12 della legge n. 104 del 1992.

5.2. Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori

sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curricolare e di sostegno

della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-

pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno.

5.3. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione

individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di

cui alla lettera a), comma 1, dell'art. 13 della legge n. 104 del 1992.

5.4. Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2, propongono, ciascuno in

base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati

derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, di cui ai precedenti

articoli 3 e 4, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione,

all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi

propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla

redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso,

alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno comunque disponibili.

6. Verifiche.

6.1. Con frequenza, preferibilmente, correlata all'ordinaria ripartizione dell'anno scolastico o, se

possibile, con frequenza trimestrale (entro ottobre-novembre, entro febbraio-marzo, entro

maggio-giugno), i soggetti indicati al comma 6 dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992,

verificano gli effetti dei diversi interventi disposti e l'influenza esercitata dall'ambiente

scolastico sull'alunno in situazione di handicap.

6.2. Le verifiche di cui al comma precedente sono finalizzate a che ogni intervento destinato

all'alunno in situazione di handicap sia correlato alle effettive potenzialità che l'alunno stesso

dimostri di possedere nei vari livelli di apprendimento e di prestazioni educativo-riabilitative,

nel rispetto della sua salute mentale.

6.3. Qualora vengano rilevate ulteriori difficoltà (momento di crisi specifica o situazioni

impreviste relative all'apprendimento) nel quadro comportamentale o di relazione o relativo

all'apprendimento del suddetto alunno, congiuntamente o da parte dei singoli soggetti di cui

al comma 1, possono essere effettuate verifiche straordinarie, al di fuori del termine indicato

dallo stesso comma 1. Gli esiti delle verifiche devono confluire nel P.E.I.

7. Vigilanza.

7.1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tramite i propri servizi, esercitano

la vigilanza sulle unità sanitarie e/o socio-sanitarie locali, perché diano la piena e qualificata

collaborazione agli operatori della scuola e alle famiglie, al fine di dare attuazione al diritto

all'educazione, all'istruzione e all'integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap,

previsti dagli articoli 12 e 13 della legge n. 104 del 1992.

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3 . D.P.C.M. del 23-02- 2006, n. 185

Nuove norme per gli alunni con handicap

La Legge Finanziaria per il 2003 (articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289) ha

previsto l'approvazione di un nuovo regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione

dell'alunno come soggetto in situazione di handicap. Il Regolamento è stato approvato con Decreto

del Presidente del Consiglio dei Ministri, 23 febbraio 2006, n. 185, pubblicato il 19 maggio 2006 in

Gazzetta Ufficiale.

Le novità:

L'accertamento è disposto dalle Aziende Asl su richiesta documentata dei genitori (o di chi ne

esercita la potesta parentale). L'accertamento è collegiale nel rispetto di quanto già previsto dalla

Legge 104/1992 (art. 12 e 13).

Gli accertamenti devono essere effettuati in tempi utili rispetto all'inizio dell'anno scolastico e

comunque non oltre trenta giorni dalla ricezione della richiesta.

Il verbale, sottoscritto dai componenti il collegio, deve riportare reca l'indicazione della patologia

stabilizzata o progressiva accertata con riferimento alle classificazioni internazionali

dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nonché la specificazione dell'eventuale carattere di

particolare gravità della medesima. Il verbale può recare anche termini di rivedibilità.

Questi accertamenti sono propedeutici alla redazione della diagnosi funzionale dell'alunno, cui

provvede l'unità multidisciplinare già attiva presso le Aziende Usl.

Successivamente il verbale di accertamento, con l'eventuale termine di rivedibilità ed il documento

relativo alla diagnosi funzionale, sono trasmessi ai genitori e da questi all'istituzione scolastica

presso cui l'alunno va iscritto, per poter consentire la tempestiva attivazione delle azioni di

sostegno.

Alla redazione del verbale e della diagnosi funzionale fa seguito la redazione del profilo dinamico

funzionale e del piano educativo individualizzato. In quest'ultimo devono essere formulate anche

le proposte relative alla individuazione delle risorse necessarie, ivi compresa l'indicazione del

numero delle ore di sostegno.

Per gli alunni con handicap di particolare gravità l'Ufficio Scolastico Regionale può disporre

l'attivazione di posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni previsto dalla normativa

vigente.

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 23 febbraio 2006, n. 185

"Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in

situazione di handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289."

(Pubblicato in Gazzetta Ufficiale 19 maggio 2006, n. 115)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

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Visto l'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, che prevede la definizione, con

decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di modalità e criteri per l'individuazione, da parte

delle Aziende Sanitarie Locali, dell'alunno come soggetto portatore di handicap;

Vista la legge 5 febbraio 1992, n. 104, legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti

delle persone handicappate;

Visti, in particolare, gli articoli 3, 12 e 13 della suddetta legge;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994, concernente l'atto di indirizzo

e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di

handicap;

Visto il decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 agosto

2001, n. 333;

Vista la legge 8 novembre 2000, n. 328, concernente la legge quadro per la realizzazione del

sistema integrato di interventi e servizi sociali;

Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni;

Acquisita l'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto

1997, n. 281, sancita nella seduta del 16 giugno 2005 ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5

giugno 2003, n. 131;

Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso nella Sezione consultiva per gli atti normativi

nell'adunanza del 29 agosto 2005;

Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del Senato della

Repubblica, espressi da entrambe le commissioni nelle rispettive sedute del 9 novembre 2005;

Sulla proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Ministro della salute;

Adotta

il seguente regolamento:

Art. 1. Finalità

1. Il presente decreto stabilisce le modalità e i criteri per l'individuazione dell'alunno in situazione di

handicap, a norma di quanto previsto dall'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n.

289.

Art. 2.

Modalità e criteri

1. Ai fini della individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap, le Aziende

Sanitarie dispongono, su richiesta documentata dei genitori o degli esercenti la potestà parentale o

la tutela dell'alunno medesimo, appositi accertamenti collegiali, nel rispetto di quanto previsto dagli

articoli 12 e 13 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

2. Gli accertamenti di cui al comma 1, da effettuarsi in tempi utili rispetto all'inizio dell'anno

scolastico e comunque non oltre trenta giorni dalla ricezione della richiesta, sono documentati

attraverso la redazione di un verbale di individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di

handicap ai sensi dell'articolo 3, comma 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive

modificazioni. Il verbale, sottoscritto dai componenti il collegio, reca l'indicazione della patologia

stabilizzata o progressiva accertata con riferimento alle classificazioni internazionali

dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nonché la specificazione dell'eventuale carattere di

particolare gravità della medesima, in presenza dei presupposti previsti dal comma 3 del predetto

articolo 3. Al fine di garantire la congruenza degli interventi cui gli accertamenti sono preordinati, il

verbale indica l'eventuale termine di rivedibilità dell'accertamento effettuato.

3. Gli accertamenti di cui ai commi precedenti sono propedeutici alla redazione della diagnosi

funzionale dell'alunno, cui provvede l'unità multidisciplinare, prevista dall'articolo 3, comma 2 del

decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994, anche secondo i criteri di classificazione

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di disabilità e salute previsti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il verbale di accertamento,

con l'eventuale termine di rivedibilità ed il documento relativo alla diagnosi funzionale, sono

trasmessi ai genitori o agli esercenti la potestà parentale o la tutela dell'alunno e da questi

all'istituzione scolastica presso cui l'alunno va iscritto, ai fini della tempestiva adozione dei

provvedimenti conseguenti.

Art. 3. Attivazione delle forme di integrazione e di sostegno

1. Alle attività di cui ai commi 1 e 3 del precedente articolo 2 fa seguito la redazione del profilo

dinamico funzionale e del piano educativo individualizzato previsti dall'articolo 12, comma 5, della

legge 5 febbraio 1992, n. 104, da definire entro il 30 luglio per gli effetti previsti dalla legge 20

agosto 2001, n. 333.

2. I soggetti di cui all'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio

1994, in sede di formulazione del piano educativo individualizzato, elaborano proposte relative alla

individuazione delle risorse necessarie, ivi compresa l'indicazione del numero delle ore di sostegno.

3. Gli Enti locali, gli Uffici Scolastici Regionali e le Direzioni Sanitarie delle Aziende Sanitarie, nel

quadro delle finalità della legislazione nazionale e regionale vigente in materia adottano accordi

finalizzati al coordinamento degli interventi di rispettiva competenza per garantire il rispetto dei

tempi previsti per la definizione dei provvedimenti relativi al funzionamento delle classi, ai sensi

del decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 agosto 2001,

n. 333. Gli accordi sono finalizzati anche all'organizzazione di sistematiche verifiche in ordine agli

interventi realizzati ed alla influenza esercitata dall'ambiente scolastico sull'alunno in situazione di

handicap, a norma dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994.

Art. 4.

Situazione di handicap di particolare gravità ed autorizzazione al funzionamento dei posti di

sostegno in deroga

1. L'autorizzazione all'attivazione di posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni, a

norma dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, è disposta dal dirigente

preposto all'Ufficio Scolastico Regionale sulla base della certificazione attestante la particolare

gravità di cui all'articolo 2, comma 2 del presente decreto.

Art. 5.

Disposizioni finali

1. Le disposizioni del presente decreto si applicano agli accertamenti da effettuarsi successivamente

alla sua entrata in vigore.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti

normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.

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4. Decreto Dirigenziale di Costituzione del Gruppo di Lavoro

d’Istituto (G L H) Decreto di Costituzione del Gruppo di lavoro d’Istituto (G.L.H)

art. 15 comma 2 Legge 05/02/1992 n. 104

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Visto l’art. 15 comma 2 della Legge 05/02/1992 n. 104 relativo alla Costituzione del Gruppo di

Lavoro d’Istituto (G.L.H) con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione

predisposte dal Piano Educativo Individualizzato (P.E.I) dei singoli alunni disabili;

Tenuto conto che la norma sopra citata prevede che il GLH sia composto da insegnanti, operatori

dei servizi, familiari e studenti;

Sentito il Consiglio d’Istituto ed il Collegio dei docenti

DECRETA

Art. 1 COMPOSIZIONE

Sono costituiti dalla data odierna tanti GLH quanti sono gli alunni disabili frequentanti l’Istituto

così composti:

Dirigente Scolastico o persona da questo delegata

Coordinatore di classe che accoglie l’alunno disabile

Insegnante di sostegno

Rappresentante dei servizi sociali del Comune di Grottammare e/o Ripatransone

Rappresentante dell’ASUR ZT12 territoriale dell’UMEE (Unità multidisciplinare Età

Evolutiva)

Rappresentanti studenti nei Consigli di classe

Rappresentanti dei genitori nel Consiglio di classe

Familiari dell’alunno disabile

Art. 2 COMPITI

Il GLH svolge i seguenti compiti:

a) presiede alla programmazione generale dell’integrazione scolastica nella scuola da

considerare parte integrante del POF;

b) collabora alle iniziative educative e di integrazione previste dal Piano Educativo

Individualizzato (PEI) dei singoli alunni disabili;

c) analizza la situazione complessiva dell’Istituto con riferimento alle strutture, alle risorse

umane e materiali, agli alunni in situazioni di disabilità;

d) cura i rapporti con gli Enti Locali/Istituzionali e con le associazioni delle persone disabili.

Art. 3 CONVOCAZIONE E FUNZIONAMENTO/DURATA

Il GLH è convocato dal Dirigente Scolastico nella fase iniziale ed al termine dell’anno scolastico e

comunque ogni volta che venga ritenuto necessario per lo svolgimento dei compiti Istituzionali.

All’atto della convocazione il Dirigente Scolastico specificherà i nominativi dei soggetti indicati

dall’art. 1.

Il gruppo di Lavoro è presieduto dal Dirigente Scolastico o da persona dallo stesso delegata.

Le modalità di funzionamento di tale gruppo, per quanto compatibili, sono quelle previste per gli

organi collegiali scolastici.

Il GLH ha durata permanente e può essere integrato e/o modificato con specifico atto del Dirigente

Scolastico.

Grottammare, il _________________

Il Dirigente Scolastico

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Capitolo Quinto

Il diritto allo studio degli alunni con

disturbi specifici di apprendimento

(DSA)

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1. Legge 8 ottobre 2010, n. 170. Nuove norme in materia di

disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. Il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito mediante molteplici iniziative promosse

dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell'ambito scolastico.

La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la

discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati "DSA".

LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170

Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.

Art. 1

Riconoscimento e definizione di dislessia,

disgrafia, disortografia e discalculia

1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali

disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di

capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono

costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.

2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con

una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero

nella correttezza e nella rapidità della lettura.

3. Ai fini della presente legge, si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si

manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.

4. Ai fini della presente legge, si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che

si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.

5. Ai fini della presente legge, si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta

con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri.

6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o

insieme.

7. Nell'interpretazione delle definizioni di cui ai commi da 2 a 5, si tiene conto dell'evoluzione

delle conoscenze scientifiche in materia.

Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione competente per materia, ai

sensi

dell'art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle disposizioni sulle promulgazione delle leggi,

sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della

Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la

lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e' operante il rinvio. Restano invariati il

valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

Art. 2

Finalità

1. La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalità:

a) garantire il diritto all'istruzione;

b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una

formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;

c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;

d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;

e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai

DSA;

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f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;

g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari

durante il percorso di istruzione e di formazione;

h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

Art. 3

Diagnosi

1. La diagnosi dei DSA e' effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal

Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola di

appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi

nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere,

nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la

medesima diagnosi sia

effettuata da specialisti o strutture accreditate.

2. Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano

persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.

3. E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare,

previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare

i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma

1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA.

Art. 4

Formazione nella scuola

1. Per gli anni 2010 e 2011, nell'ambito dei programmi di formazione del personale docente e

dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, e' assicurata

un'adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la

competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie

didattiche, metodologiche e valutative adeguate.

2. Per le finalità di cui al comma 1 e' autorizzata una spesa pari a un milione di euro per

ciascuno degli anni 2010 e 2011. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente utilizzo del

Fondo di

riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente iscritto nello stato

di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, come determinato, dalla Tabella C

allegata alla legge 23 dicembre 2009, n. 191.

Note all'art. 4:

- La legge 23 dicembre 2009, n. 191, (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e

pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2010) e' stata pubblicata nel supplemento ordinario alla

Gazzetta Ufficiale n. 302 del 30 dicembre 2009.

Art. 5

Misure educative e didattiche di supporto

1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi

e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi

universitari.

2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche, a valere sulle risorse specifiche e disponibili

a legislazione vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e

della ricerca, garantiscono:

a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro

scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo,

adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;

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b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le

tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini

della qualità dei concetti da apprendere;

c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la

comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove

risulti utile, la possibilità dell'esonero.

3. Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per

valutarne l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.

4. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione

scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli

esami di

Stato e di ammissione all'università nonché gli esami universitari.

Art. 6

Misure per i familiari

1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell'istruzione con DSA impegnati

nell'assistenza alle attività scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro

flessibili.

2. Le modalità di esercizio del diritto di cui al comma 1 sono determinate dai contratti collettivi

nazionali di lavoro dei comparti interessati e non devono comportare nuovi o maggiori oneri a

carico

della finanza pubblica.

Art. 7

Disposizioni di attuazione

1. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il

Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le

regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, si provvede, entro quattro mesi dalla data di

entrata in vigore della presente legge, ad emanare linee guida per la predisposizione di protocolli

regionali, da stipulare entro i successivi sei mesi, per le attività di identificazione precoce di cui

all'articolo 3, comma 3.

2. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, entro quattro mesi dalla data di

entrata in vigore della presente legge, con proprio decreto, individua le modalità di formazione dei

docenti e dei dirigenti di cui all'articolo 4, le misure educative e didattiche di supporto di cui

all'articolo 5, comma 2,

nonché le forme di verifica e di valutazione finalizzate ad attuare quanto previsto dall'articolo 5,

comma 4.

3. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, da adottare entro due

mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, e' istituito presso il Ministero

dell'istruzione, dell'università e della ricerca un Comitato tecnico-scientifico, composto da esperti di

comprovata competenza sui DSA. Il Comitato ha compiti istruttori in ordine alle funzioni che la

presente legge attribuisce al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Ai componenti

del Comitato non

spetta alcun compenso. Agli eventuali rimborsi di spese si provvede nel limite delle risorse allo

scopo disponibili a legislazione vigente iscritte nello stato di previsione del Ministero

dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Art. 8

Competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome

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1. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di

Trento e di Bolzano, in conformità ai rispettivi statuti e alle relative norme di attuazione nonché alle

disposizioni del titolo V della parte seconda della Costituzione.

2. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni a statuto speciale

e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono a dare attuazione alle disposizioni della

legge stessa.

Art. 9

Clausola di invarianza finanziaria

1. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 4, comma 2, dall'attuazione della presente legge non

devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti

normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla

osservare come legge dello Stato.

Data a Roma, addì 8 ottobre 2010

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Visto, il Guardasigilli: Alfano

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2. Decreto Ministeriale 12 luglio 2011 Decreto N. 5669

IL MINISTRO

VISTO l’articolo 34 della Costituzione;

VISTA la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante Nuove norme in materia

di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico;

VISTO il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, relativo al Testo

Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione;

VISTA la Legge 2 agosto 1999, n. 264, recante Norme in materia di

accessi ai corsi universitari;

VISTA la Legge 15 marzo 1997, n. 59, di delega al Governo per il

conferimento di funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti locali,

per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la

semplificazione amministrativa, e, in particolare, l’articolo 21;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275,

avente a oggetto Regolamento recante norme in materia di

autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art. 21 della

legge 15 marzo 1997, n. 59;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122,

avente a oggetto Regolamento recante coordinamento delle norme

vigenti per la valutazione degli alunni, e, in particolare, l’art. 10;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89,

sul riordino della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di

istruzione;

VISTI i decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010 n. 87, 15

marzo 2010 n. 88, e 15 marzo 2010 n. 89, sul riordino degli Istituti

Tecnici e Professionali e dei Licei;

VISTE le Indicazioni Nazionali allegate al Decreto legislativo 19 febbraio

2004, n. 59, e le Indicazioni per il curricolo di cui al Decreto

ministeriale del 31 luglio 2007;

VISTI il Decreto Interministeriale 7 ottobre 2010, n. 211, concernente gli

obiettivi specifici di apprendimento per i percorsi liceali, la

Direttiva 15 luglio 2010, n. 57, e la Direttiva 28 luglio 2010, n. 65,

per il passaggio al nuovo ordinamento degli Istituti Tecnici e

Professionali;

VISTO il Decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, avente a oggetto

Modifiche al regolamento recante norme concernenti l'autonomia

didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro

dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre

1999, n. 509;

VISTO il C.C.N.L. del personale docente, quadriennio giuridico 2006-09

e 1° biennio economico 2006-07, ed in particolare l’art. 27,

concernente il profilo professionale docente;

RITENUTO necessario ed urgente procedere all’emanazione del decreto di cui

all’art. 7, comma 2 della Legge 170/2010, al fine di dare attuazione, a

partire dall’anno scolastico 2011/2012, alle norme ivi previste;

TENUTO CONTO del lavoro istruttorio svolto dal Comitato tecnico scientifico di cui

all’art.7, comma 3, della Legge 8 ottobre 2010, n. 170;

DECRETA

Articolo 1

Finalità del decreto

1. Il presente decreto individua, ai sensi dell’art. 7, comma 2, della Legge 170/2010, le

modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure educative e didattiche

di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla

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scuola dell’infanzia, nonché le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto allo

studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (di

seguito “DSA”), delle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione e nelle

università.

Articolo 2

Individuazione di alunni e studenti con DSA

1. Ai fini di cui al precedente articolo, le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle

famiglie le eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti

nonostante l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile

disturbo specifico di apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi

dell’art. 3 della Legge 170/2010.

2. Al fine di garantire agli alunni e agli studenti con disturbi specifici di apprendimento di

usufruire delle misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della Legge

170/2010, gli Uffici Scolastici Regionali attivano tutte le necessarie iniziative e procedure per

favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle

strutture preposte.

3. La certificazione di DSA viene consegnata dalla famiglia ovvero dallo studente di

maggiore età alla scuola o all’università, che intraprendono le iniziative ad essa conseguenti.

Articolo 3

Linee guida

1. Gli Uffici Scolastici Regionali, le Istituzioni scolastiche e gli Atenei, per l’attuazione delle

disposizioni del presente decreto, tengono conto delle indicazioni contenute nelle allegate

Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di

apprendimento, che sono parte integrante del presente decreto.

Articolo 4

Misure educative e didattiche

1. Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee

guida, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo

formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica

individualizzata e personalizzata e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative.

2. I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi

comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo,

sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello studente con DSA,

adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino

anche le funzioni non coinvolte nel disturbo.

3. In un’ottica di prevenzione dei DSA, gli insegnanti adottano metodologie didattiche

adeguate allo sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo, tenendo conto, nel rispetto

della libertà d’insegnamento, delle osservazioni di carattere scientifico contenute al riguardo

nelle allegate Linee guida

4. Le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi,

curando particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente, con DSA delle

competenze per un efficiente utilizzo degli stessi.

5. L’adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e

di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello degli

obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati e personalizzati.

Articolo 5

Interventi didattici individualizzati e personalizzati

1. La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi

didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico

personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate.

Articolo 6

Forme di verifica e di valutazione

1. La valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni e degli studenti con DSA deve

essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici di cui ai precedenti articoli.

2. Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo

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studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto,

mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento

della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di

strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti

disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria.

3. Le Commissioni degli esami di Stato, al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione,

tengono in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, le modalità didattiche e le

forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e

personalizzati. Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, possono

riservare ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicurano,

altresì, l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adottano criteri valutativi attenti

soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte, anche con riferimento

alle prove nazionali INVALSI previste per gli esami di Stato, sia in fase di colloquio.

4. Le Istituzioni scolastiche attuano ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti

con DSA l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzano le modalità attraverso

cui il discente meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale,

nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune.

Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità

compatibili con le difficoltà connesse ai DSA.

5. Fatto salvo quanto definito nel comma precedente, si possono dispensare alunni e studenti

dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di

Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate:

- certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di

dispensa dalle prove scritte;

- richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o

dall’allievo se maggiorenne;

- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea

o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze

degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai percorsi di

studio in cui l’insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo linguistico,

istituto tecnico per il turismo, ecc.).

In sede di esami di Stato, conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, modalità e

contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – sono stabiliti dalle Commissioni,

sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe.

I candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione

alla scuola secondaria di secondo grado ovvero all’università.

6. Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con

altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono –

su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati

dall’insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato.

In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico

differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un

credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove

differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui

all'art.13 del D.P.R. n.323/1998.

7. In ambito universitario, gli Atenei assicurano agli studenti con DSA l’accoglienza, il

tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle

prassi adottate.

8. Per le prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale programmati a livello

nazionale o da parte delle università, sono previsti tempi aggiuntivi, ritenuti congrui in

relazione alla tipologia di prova e comunque non superiori al 30% in più rispetto a quelli

stabiliti per la generalità degli studenti, assicurando altresì l’uso degli strumenti compensativi

necessari in relazione al tipo di DSA.

9. La valutazione degli esami universitari di profitto è effettuata anche tenendo conto delle

indicazioni presenti nelle allegate Linee guida.

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Articolo 7

Interventi per la formazione

1. Le attività di formazione in servizio degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, di cui all’art. 4

della Legge 170/2010, riguardano in particolare i seguenti ambiti:

a) Legge 8 ottobre 2010, n. 170;

b) caratteristiche delle diverse tipologie di DSA;

c) principali strumenti per l’individuazione precoce del rischio di DSA;

d) strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;

e) gestione della classe in presenza di alunni con DSA;

f) forme adeguate di verifica e di valutazione;

g) indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui all’art. 4;

h) forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi in ambito

universitario, dell’alta formazione e dell’istruzione tecnica superiore;

i) esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche didattiche.

2. Il Ministero predispone appositi piani di formazione - le cui direttive sono riportate nelle

allegate Linee guida - anche in convenzione con università, enti di ricerca, società

scientifiche, associazioni e servizi sanitari territoriali. In particolare, gli Uffici Scolastici

Regionali, fatte salve le convenzioni e le intese già in atto, possono stipulare appositi accordi

con le facoltà di Scienze della Formazione, nell’ambito dell’Accordo quadro sottoscritto tra il

MIUR e la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, per

l’attivazione presso le stesse di corsi di perfezionamento o master in didattica e

psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento, rivolti a docenti e dirigenti scolastici

delle scuole di ogni ordine e grado.

3. In conformità alle norme sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, le medesime possono

attivare, in base alle necessità ed alle risorse, interventi formativi in materia.

Art. 8

Centri Territoriali di Supporto

1. Al fine di garantire l’attuazione delle disposizioni contenute nel presente decreto, le

Istituzioni scolastiche attivano tutte le necessarie iniziative e misure per assicurare il diritto

allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. In particolare, le istituzioni scolastiche

possono avvalersi del supporto tecnico-scientifico fornito dalla rete predisposta dal MIUR,

anche attraverso i Centri Territoriali di Supporto (CTS) istituiti con il progetto “Nuove

Tecnologie e Disabilità”. I CTS possono essere impiegati come centri di consulenza,

formazione, collegamento e monitoraggio ed essere interconnessi telematicamente. Gli

operatori dei Centri, opportunamente formati, possono a loro volta essere soggetti promotori

di azioni di formazione e aggiornamento.

Art. 9

Gruppo di lavoro nazionale

1. Con successivo decreto del Ministro è istituito un Gruppo di lavoro nazionale con il

compito di monitorare l’attuazione delle norme della Legge 170/2010 e delle disposizioni

contenute nel presente decreto, nonché con compiti di supporto tecnico all’attività di

coordinamento delle iniziative in materia di DSA. Il suddetto Gruppo di lavoro avrà anche

compiti consultivi e propositivi, con particolare riguardo:

- alla formulazione di eventuali proposte di revisione delle presenti disposizioni e delle

allegate Linee guida, sulla base dei progressi della ricerca scientifica, degli esiti dei

monitoraggi e dell’evoluzione normativa in materia;

- alla sperimentazione e innovazione metodologico-didattica e disciplinare.

2. Le funzioni di Presidente del Gruppo di lavoro nazionale sui DSA sono svolte dal Direttore

Generale per lo Studente, la Partecipazione, l’Integrazione e la Comunicazione o da un suo

delegato.

3. Le funzioni di Segreteria tecnica sono svolte dall’Ufficio settimo della Direzione Generale

sopracitata.

4. Ai membri del Gruppo di lavoro nazionale non spetta alcun compenso.

Art. 10

Disapplicazione di precedenti disposizioni in materia

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1. Con l'entrata in vigore del presente Decreto si intendono non più applicabili le disposizioni

impartite con la Circolare ministeriale n. 28 del 15 marzo 2007 e con la Nota ministeriale n. 4674

del 10 maggio 2007.

Roma, lì 12 luglio 2011

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3. Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti

con disturbi specifici di apprendimento

Premessa

La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia

come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e

agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate

affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo.

Per la peculiarità dei Disturbi Specifici di Apprendimento, la Legge apre, in via generale, un

ulteriore canale di tutela del diritto allo studio, rivolto specificamente agli alunni con DSA, diverso

da quello previsto dalla legge 104/1992. Infatti, il tipo di intervento per l'esercizio del diritto allo

studio previsto dalla Legge si focalizza sulla didattica individualizzata e personalizzata, sugli

strumenti compensativi, sulle misure dispensative e su adeguate forme di verifica e valutazione.

A questo riguardo, la promulgazione della legge 170/2010 riporta in primo piano un importante

fronte di riflessione culturale e professionale su ciò che oggi significa svolgere la funzione docente.

Le Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico sollecitano

ancora una volta la scuola -nel contesto di flessibilità e di autonomia avviato dalla legge 59/99 - a

porre al centro delle proprie attività e della propria cura la persona, sulla base dei principi sanciti

dalla legge 53/2003 e dai successivi decreti applicativi: "La definizione e la realizzazione delle

strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni

persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie

fasi di sviluppo e di formazione."

In tale contesto, si inserisce la legge 170/2010, rivolta ad alunni che necessitano, oltre ai prioritari

interventi di didattica individualizzata e personalizzata, anche di specifici strumenti e misure che

derogano da alcune prestazioni richieste dalla scuola. Per consentire, pertanto, agli alunni con DSA

di raggiungere gli obiettivi di apprendimento, devono essere riarticolate le modalità didattiche e le

strategie di insegnamento sulla base dei bisogni educativi specifici, in tutti gli ordini e gradi di

scuola.

Le Linee guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze

scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare

gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative. Esse indicano il livello essenziale

delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il diritto allo studio

degli alunni e degli studenti con DSA.

Il documento presenta la descrizione dei Disturbi Specifici di Apprendimento, amplia alcuni

concetti pedagogico-didattici ad essi connessi e illustra le modalità di valutazione per il diritto allo

studio degli alunni e degli studenti con DSA nelle istituzioni scolastiche e negli atenei. Un capitolo

è poi dedicato ai compiti e ai ruoli assunti dai diversi soggetti coinvolti nel processo di inclusione

degli alunni e degli studenti con DSA: uffici scolastici regionali, istituzioni scolastiche (dirigenti,

docenti, alunni e studenti), famiglie, atenei. L'ultimo, è dedicato alla formazione.

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Sul sito internet del MIUR, presso l'indirizzo web http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa, è

possibile visionare schede di approfondimento, costantemente aggiornate, relative alla dislessia, alla

disortografia e disgrafia, alla discalculia, alla documentazione degli interventi didattici attivati dalla

scuola (come per esempio il Piano Didattico Personalizzato) e alle varie questioni inerenti i DSA

che si porranno con l'evolvere della ricerca scientifica.

1. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell'apprendimento

scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all'età anagrafica. Sono coinvolte

in tali disturbi: l'abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell'abilità interessata dal

disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia

(scrittura), discalculia (calcolo).

Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso

tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un'atipia dello sviluppo, modificabili attraverso

interventi mirati.

Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere

gli obiettivi di apprendimento previsti. E' da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la

didattica), che gli alunni con DSA sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a compensare le

difficoltà incontrate a seguito del disturbo.

1.1 La dislessia

Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità

della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione

ricevuta.

Risultano più o meno deficitarie -a seconda del profilo del disturbo in base all'età -la lettura di

lettere, di parole e non-parole, di brani. In generale, l'aspetto evolutivo della dislessia può farlo

somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo. Tale considerazione è

utile per l'individuazione di eventuali segnali anticipatori, fin dalla scuola dell'infanzia.

1.2 La disgrafia e la disortografia

Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o disortografia, a seconda che interessi

rispettivamente la grafia o l'ortografia. La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici,

formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione; la

disortografia riguarda invece l'utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico in quanto tale.

La disgrafia si manifesta in una minore fluenza e qualità dell'aspetto grafico della scrittura, la

disortografia è all'origine di una minore correttezza del testo scritto; entrambi, naturalmente, sono in

rapporto all'età anagrafica dell'alunno.

In particolare, la disortografia si può definire come un disordine di codifica del testo scritto, che

viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di

scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto.

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1.3 La discalculia

La discalculia riguarda l'abilità di calcolo, sia nella componente dell'organizzazione della

cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del

calcolo.

Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell'abilità numerica: il subitizing

(o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la seriazione, la

comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a

mente.

Nell'ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure esecutive per lo più

implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l'incolonnamento, il recupero dei fatti

numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.

1.4 La comorbilità

Pur interessando abilità diverse, i disturbi sopra descritti possono coesistere in una stessa persona -

ciò che tecnicamente si definisce "comorbilità".

Ad esempio, il Disturbo del Calcolo può presentarsi in isolamento o in associazione (più

tipicamente) ad altri disturbi specifici.

La comorbilità può essere presente anche tra i DSA e altri disturbi di sviluppo (disturbi di

linguaggio, disturbi di coordinazione motoria, disturbi dell'attenzione) e tra i DSA e i disturbi

emotivi e del comportamento.

In questo caso, il disturbo risultante è superiore alla somma delle singole difficoltà, poiché ognuno

dei disturbi implicati nella comorbilità influenza negativamente lo sviluppo delle abilità

complessive.

2. OSSERVAZIONE IN CLASSE

I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una componente evolutiva che comporta la loro

manifestazione come ritardo e/o atipia del processo di sviluppo, definito sulla base dell'età

anagrafica e della media degli alunni o degli studenti presenti nella classe.

Alcune ricerche hanno inoltre evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e

altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una

didattica personalizzata efficace.

Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo nei

primi segmenti dell'istruzione -scuola dell'infanzia e scuola primaria -per il riconoscimento di un

potenziale disturbo specifico dell'apprendimento, ma anche in tutto il percorso scolastico, per

individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo

formativo.

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2.1 Osservazione delle prestazioni atipiche

Per individuare un alunno con un potenziale Disturbo Specifico di Apprendimento, non

necessariamente si deve ricorrere a strumenti appositi, ma può bastare, almeno in una prima fase,

far riferimento all'osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal

disturbo: lettura, scrittura, calcolo.

Ad esempio, per ciò che riguarda la scrittura, è possibile osservare la presenza di errori ricorrenti,

che possono apparire comuni ed essere frequenti in una fase di apprendimento o in una classe

precedente, ma che si presentano a lungo ed in modo non occasionale. Nei ragazzi più grandi è

possibile notare l'estrema difficoltà a controllare le regole ortografiche o la punteggiatura.

Per quanto concerne la lettura, possono essere indicativi il permanere di una lettura sillabica ben

oltre la metà della prima classe primaria; la tendenza a leggere la stessa parola in modi diversi nel

medesimo brano; il perdere frequentemente il segno o la riga.

Quando un docente osserva tali caratteristiche nelle prestazioni scolastiche di un alunno, predispone

specifiche attività di recupero e potenziamento. Se, anche a seguito di tali interventi, l'atipia

permane, sarà necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato, consigliandola di ricorrere ad

uno specialista per accertare la presenza o meno di un disturbo specifico di apprendimento.

È bene precisare che le ricerche in tale ambito rilevano che circa il 20% degli alunni (soprattutto nel

primo biennio della scuola primaria), manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai

Disturbi Specifici di Apprendimento. Di questo 20%, tuttavia, solo il tre o quattro per cento

presenteranno un DSA. Ciò vuol dire che una prestazione atipica solo in alcuni casi implica un

disturbo.

2.2 Osservazione degli stili di apprendimento

Gli individui apprendono in maniera diversa uno dall'altro secondo le modalità e le strategie con cui

ciascuno elabora le informazioni. Un insegnamento che tenga conto dello stile di apprendimento

dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici.

Ciò è significativo per l'argomento in questione, in quanto se la costruzione dell'attività didattica,

sulla base di un determinato stile di apprendimento, favorisce in generale tutti gli alunni, nel caso

invece di un alunno con DSA, fare riferimento nella prassi formativa agli stili di apprendimento e

alle diverse strategie che lo caratterizzano, diventa un elemento essenziale e dirimente per il suo

successo scolastico.

3. LA DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA. STRUMENTI

COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE.

La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano «l'uso di una didattica

individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano

conto anche di caratteristiche peculiari del soggetto, quali il bilinguismo, adottando una

metodologia e una strategia educativa adeguate».

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I termini individualizzata e personalizzata non sono da considerarsi sinonimi. In letteratura, la

discussione in merito è molto ampia e articolata. Ai fini di questo documento, è possibile

individuare alcune definizioni che, senza essere definitive, possono consentire di ragionare con un

vocabolario comune.

E' comunque preliminarmente opportuno osservare che la Legge 170/2010 insiste più volte sul tema

della didattica individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio,

con ciò lasciando intendere la centralità delle metodologie didattiche, e non solo degli strumenti

compensativi e delle misure dispensative, per il raggiungimento del successo formativo degli alunni

con DSA.

"Individualizzato" è l'intervento calibrato sul singolo, anziché sull'intera classe o sul piccolo

gruppo, che diviene "personalizzato" quando è rivolto ad un particolare discente.

Più in generale -contestualizzandola nella situazione didattica dell'insegnamento in classe l'azione

formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è

concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con

l'obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo,

comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni.

L'azione formativa personalizzata ha, in più, l'obiettivo di dare a ciascun alunno l'opportunità di

sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun

discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci

rivolgiamo.

Si possono quindi proporre le seguenti definizioni.

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l'alunno

per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell'ambito delle

strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate

nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di

flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente.

La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel

Decreto legislativo 59/2004, calibra l'offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed

unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe,

considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così,

l'accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue 'preferenze' e

del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica

personalizzata si sostanzia attraverso l'impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche,

tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l'uso dei mediatori

didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l'attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione

degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell'ottica di promuovere un apprendimento

significativo.

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La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per l'alunno e lo

studente con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di

apprendimento.

La Legge 170/2010 richiama inoltre le istituzioni scolastiche all'obbligo di garantire «l'introduzione

di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie

informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità

dei concetti da apprendere».

Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la

prestazione richiesta nell'abilità deficitaria.

Fra i più noti indichiamo:

- la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;

- il registratore, che consente all'alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;

- i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi

sufficientemente corretti senza l'affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli

errori;

- la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;

- altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Tali strumenti sollevano l'alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal

disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. L'utilizzo di tali

strumenti non è immediato e i docenti -anche sulla base delle indicazioni del referente di istituto

avranno cura di sostenerne l'uso da parte di alunni e studenti con DSA.

Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all'alunno o allo studente di non

svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che

non migliorano l'apprendimento. Per esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un

lungo brano, in quanto l'esercizio, per via del disturbo, non migliora la sua prestazione nella lettura.

D'altra parte, consentire all'alunno o allo studente con DSA di usufruire di maggior tempo per lo

svolgimento di una prova, o di poter svolgere la stessa su un contenuto comunque disciplinarmente

significativo ma ridotto, trova la sua ragion d'essere nel fatto che il disturbo li impegna per più

tempo dei propri compagni nella fase di decodifica degli items della prova. A questo riguardo, gli

studi disponibili in materia consigliano di stimare, tenendo conto degli indici di prestazione

dell'allievo, in che misura la specifica difficoltà lo penalizzi di fronte ai compagni e di calibrare di

conseguenza un tempo aggiuntivo o la riduzione del materiale di lavoro. In assenza di indici più

precisi, una quota del 30% in più appare un ragionevole tempo aggiuntivo.

L'adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi immotivatamente facilitati, che

non mirano al successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, dovrà essere sempre

valutata sulla base dell'effettiva incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale,

comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il percorso di apprendimento dell'alunno o

dello studente in questione.

3.1 Documentazione dei percorsi didattici

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Le attività di recupero individualizzato, le modalità didattiche personalizzate, nonché gli strumenti

compensativi e le misure dispensative dovranno essere dalle istituzioni scolastiche esplicitate e

formalizzate, al fine di assicurare uno strumento utile alla continuità didattica e alla condivisione

con la famiglia delle iniziative intraprese.

A questo riguardo, la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il

primo trimestre scolastico, un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato

per le discipline coinvolte dal disturbo: - dati anagrafici dell'alunno; - tipologia di disturbo; - attività didattiche individualizzate; - attività didattiche personalizzate; - strumenti compensativi utilizzati; - misure dispensative adottate; - forme di verifica e valutazione personalizzate.

Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la

famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo

studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici.

Sulla base di tale documentazione, nei limiti della normativa vigente, vengono predisposte le

modalità delle prove e delle verifiche in corso d'anno o a fine Ciclo.

Tale documentazione può acquisire la forma del Piano Didattico Personalizzato.

A titolo esemplificativo, vengono pubblicati sul sito del MIUR

(http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa) alcuni modelli di Piano Didattico Personalizzato.

Nella stessa pagina web dedicata ai DSA, potranno essere consultati ulteriori modelli, selezionati

sulla base delle migliori pratiche realizzate dalle scuole o elaborati in sede scientifica.

4. UNA DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo incremento in ambito clinico degli studi, delle

ricerche e delle attività scientifiche sul tema dei DSA. Consultando la bibliografia in argomento, si

rileva infatti una quantità preponderante di pubblicazioni nei settori della clinica e delle

neuroscienze, rispetto a quelli pedagogico-didattici. In tempi più recenti, anche per le dimensioni

che ha assunto il fenomeno nelle nostre scuole, oltre che per l'attenzione determinata dagli

interventi legislativi in materia, si è manifestato un sempre maggiore interesse per la messa a punto

e l'aggiornamento di metodologie didattiche a favore dei bambini con DSA.

Sulla base di una impostazione tuttora ritenuta valida, la didattica trae orientamento da

considerazioni di carattere psicopedagogico. A tale riguardo, può essere utile far riferimento a testi

redatti nell'ambito di studi e ricerche che si concentrano sul comportamento manifesto, sulla

fenomenologia dei DSA, senza tralasciare di indagare e di interpretare i modi interiori

dell'esperienza. In tale ambito, si cerca di indagare il mondo del bambino dislessico secondo la sua

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prospettiva, non come osservatori esterni. Si porta il lettore attraverso vari esempi a comprendere

come il bambino dislessico non riesce a mettersi da un punto di vista unitario, ciò che provoca una

corsa ai punti di riferimento, poiché ad ogni movimento verso il mondo sorge spontaneamente un

doppio significato. Un esempio è quello del turista che si trova in Inghilterra dove vi è un sistema di

guida diverso e dove si fa fatica a guadagnare nuovi punti di riferimento. E vi è l'esempio di un

Paese ancora più insolito dove la barriera del linguaggio è raddoppiata da quella dei significati.

Immaginiamo di trovarci in un posto con una lingua totalmente diversa o che non riusciamo a ben

comprendere: sentiamo sorgere un senso di profondo disagio perché manca "una comunicazione

completa, reale, intima". Ma riusciamo a tranquillizzarci perché il nostro soggiorno avrà termine e,

con il rientro a casa, potremo tornare ad esprimerci, a parlare in rapporto allo stesso quadro di

riferimento, a trovare uno scambio vero, uno scambio pieno. Pensiamo invece al disagio di questi

bambini che non possono tornare a casa, in un mondo dove devono rincorrere punti di

riferimento...che rimangono stranieri, soprattutto se noi siamo per loro stranieri, chiudendoci

nell'incomprensione.

Da tali indicazioni si può prendere spunto per trarre orientamento nella prassi pedagogico-didattica.

Gli insegnanti possono "riappropriarsi" di competenze educativo-didattiche anche nell'ambito dei

DSA, laddove lo spostamento del baricentro in ambito clinico aveva invece portato sempre più a

delegare a specialisti esterni funzioni proprie della professione docente o a mutuare la propria

attività sul modello degli interventi specialistici, sulla base della consapevolezza della complessità

del problema e delle sue implicazioni neurobiologiche.

Ora, la complessità del problema rimane attuale e la validità di un apporto specialistico, ovvero di

interventi diagnostici e terapeutici attuati da psicologi, logopedisti e neuropsichiatri in sinergia con

il personale della scuola non può che essere confermata; tuttavia - anche in considerazione della

presenza sempre più massiccia di alunni con DSA nelle classi - diviene sempre più necessario fare

appello alle competenze psicopedagogiche dei docenti 'curricolari' per affrontare il problema, che

non può più essere delegato tout court a specialisti esterni.

È appena il caso di ricordare che nel profilo professionale del docente sono ricomprese, oltre alle

competenze disciplinari, anche competenze psicopedagogiche (Cfr. art. 27 CCNL). Gli strumenti

metodologici per interventi di carattere didattico fanno parte, infatti, dello "strumentario" di base

che è patrimonio di conoscenza e di abilità di ciascun docente. Tuttavia, è pur vero che la

competenza psicopedagogica, in tal caso, deve poter essere aggiornata e approfondita.

È per questo che il MIUR già da anni promuove azioni di formazione sul territorio e, da ultimo, ha

sottoscritto un accordo quadro per l'alta formazione in ambito universitario sul tema dei DSA (si

veda il paragrafo 7, sulla formazione). Si tratta di percorsi comuni per quanto riguarda l'approccio

psicopedagogico, ma differenziati rispetto agli ordini e gradi di scuola. Vi sono infatti peculiarità

dell'azione didattica che vanno attentamente considerate.

In tal senso, la Scuola dell'Infanzia svolge un ruolo di assoluta importanza sia a livello preventivo,

sia nella promozione e nell'avvio di un corretto e armonioso sviluppo - del miglior sviluppo

possibile -del bambino in tutto il percorso scolare, e non solo. Occorre tuttavia porre attenzione a

non precorrere le tappe nell'insegnamento della letto-scrittura, anche sulla scia di dinamiche

innestate in ambiente familiare o indotte dall'uso di strumenti multimediali. La Scuola dell'Infanzia,

infatti, "esclude impostazioni scolasticistiche che tendono a precocizzare gli apprendimenti

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formali". Invece, coerentemente con gli orientamenti e le indicazioni che si sono succeduti negli

ultimi decenni, la Scuola dell'Infanzia ha il compito di "rafforzare l'identità personale, l'autonomia e

le competenze dei bambini", promuovendo la "maturazione dell'identità personale,... in una

prospettiva che ne integri tutti gli aspetti (biologici, psichici, motori, intellettuali, sociali, morali e

religiosi)", mirando a consolidare "le capacità sensoriali, percettive, motorie, sociali, linguistiche ed

intellettive del bambino".

Come è noto, la diagnosi di DSA può essere formulata con certezza alla fine della seconda classe

della scuola primaria. Dunque, il disturbo di apprendimento è conclamato quando già il bambino ha

superato il periodo di insegnamento della letto-scrittura e dei primi elementi del calcolo. Ma è

questo il periodo cruciale e più delicato tanto per il dislessico, che per il disgrafico, il disortografico

e il discalculico.

Se, ad esempio, in quella classe si è fatto ricorso a metodologie non adeguate, senza prestare la

giusta attenzione alle esigenze formative ed alle 'fragilità' di alcuni alunni, avremo non soltanto

perduto un'occasione preziosa per far sviluppare le migliori potenzialità di quel bambino, ma forse

avremo anche minato seriamente il suo percorso formativo.

Per questo assume importanza fondamentale che sin dalla scuola dell'Infanzia si possa prestare

attenzione a possibili DSA e porre in atto tutti gli interventi conseguenti, ossia - in primis - tutte le

strategie didattiche disponibili. Se poi l'osservazione pedagogica o il percorso clinico porteranno a

constatare che si è trattato di una mera difficoltà di apprendimento anziché di un disturbo, sarà

meglio per tutti. Si deve infatti sottolineare che le metodologie didattiche adatte per i bambini con

DSA sono valide per ogni bambino, e non viceversa.

4.1 Scuola dell'infanzia (omissis)

4.1.2 Area del calcolo (omissis)

4.2 Scuola primaria

4.2.1 Disturbo di lettura e di scrittura (omissis)

4.2.2. Area del calcolo (omissis)

4.3 Scuola secondaria di I e di II grado

La scuola secondaria richiede agli studenti la piena padronanza delle competenze strumentali

(lettura, scrittura e calcolo), l'adozione di un efficace metodo di studio e prerequisiti adeguati

all'apprendimento di saperi disciplinari sempre più complessi; elementi, questi, che possono mettere

in seria difficoltà l'alunno con DSA, inducendolo ad atteggiamenti demotivati e rinunciatari. Tali

difficoltà possono essere notevolmente contenute e superate individuando opportunamente le

strategie e gli strumenti compensativi nonché le misure dispensative.

4.3.1. Disturbo di lettura

Nel caso di studenti con dislessia, la scuola secondaria dovrà mirare a promuovere la capacità di

comprensione del testo.

La decodifica, ossia la decifrazione del testo, e la sua comprensione sono processi cognitivi

differenti e pertanto devono essere considerati separatamente nell'attività didattica. A questo

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riguardo possono risultare utili alcune strategie riguardanti le modalità della lettura. E' infatti

opportuno:

- insistere sul passaggio alla lettura silente piuttosto che a voce alta, in quanto la prima risulta

generalmente più veloce e più efficiente;

- insegnare allo studente modalità di lettura che, anche sulla base delle caratteristiche tipografiche e

dell'evidenziazione di parole chiave, consenta di cogliere il significato generale del testo, all'interno

del quale poi eventualmente avviare una lettura più analitica.

Per uno studente con dislessia, gli strumenti compensativi sono primariamente quelli che possono

trasformare un compito di lettura (reso difficoltoso dal disturbo) in un compito di ascolto. A tal fine

è necessario fare acquisire allo studente competenze adeguate nell'uso degli strumenti compensativi.

Si può fare qui riferimento:

- alla presenza di una persona che legga gli items dei test, le consegne dei compiti, le tracce dei temi

o i questionari con risposta a scelta multipla;

- alla sintesi vocale, con i relativi software, anche per la lettura di testi più ampi e per una maggiore

autonomia;

- all'utilizzo di libri o vocabolari digitali.

Studiare con la sintesi vocale è cosa diversa che studiare mediante la lettura diretta del libro di testo;

sarebbe pertanto utile che i docenti o l'eventuale referente per la dislessia acquisiscano competenze

in materia e che i materiali didattici prodotti dai docenti siano in formato digitale.

Si rammenta che l'Azione 6 del Progetto "Nuove Tecnologie e Disabilità" ha finanziato la

realizzazione di software di sintesi vocale scaricabili gratuitamente dal sito del MIUR.

Per lo studente dislessico è inoltre più appropriata la proposta di nuovi contenuti attraverso il canale

orale piuttosto che attraverso lo scritto, consentendo anche la registrazione delle lezioni.

Per facilitare l'apprendimento, soprattutto negli studenti con difficoltà linguistiche, può essere

opportuno semplificare il testo di studio, attraverso la riduzione della complessità lessicale e

sintattica.

Si raccomanda, inoltre, l'impiego di mappe concettuali, di schemi, e di altri mediatori didattici che

possono sia facilitare la comprensione sia supportare la memorizzazione e/o il recupero delle

informazioni. A questo riguardo, potrebbe essere utile che le scuole raccolgano e archivino tali

mediatori didattici, anche al fine di un loro più veloce e facile utilizzo.

In merito alle misure dispensative, lo studente con dislessia è dispensato:

- dalla lettura a voce alta in classe;

- dalla lettura autonoma di brani la cui lunghezza non sia compatibile con il suo livello di abilità;

- da tutte quelle attività ove la lettura è la prestazione valutata.

In fase di verifica e di valutazione, lo studente con dislessia può usufruire di tempi aggiuntivi per

l'espletamento delle prove o, in alternativa e comunque nell'ambito degli obiettivi disciplinari

previsti per la classe, di verifiche con minori richieste.

Nella valutazione delle prove orali e in ordine alle modalità di interrogazione si dovrà tenere conto

delle capacità lessicali ed espressive proprie dello studente.

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4.3.2. Disturbo di scrittura

In merito agli strumenti compensativi, gli studenti con disortografia o disgrafia possono avere

necessità di compiere una doppia lettura del testo che hanno scritto: la prima per l'autocorrezione

degli errori ortografici, la seconda per la correzione degli aspetti sintattici e di organizzazione

complessiva del testo. Di conseguenza, tali studenti avranno bisogno di maggior tempo nella

realizzazione dei compiti scritti. In via generale, comunque, la valutazione si soffermerà soprattutto

sul contenuto disciplinare piuttosto che sulla forma ortografica e sintattica.

Gli studenti in questione potranno inoltre avvalersi:

- di mappe o di schemi nell'attività di produzione per la costruzione del testo;

- del computer (con correttore ortografico e sintesi vocale per la rilettura) per velocizzare i tempi di

scrittura e ottenere testi più corretti;

- del registratore per prendere appunti.

Per quanto concerne le misure dispensative, oltre a tempi più lunghi per le verifiche scritte o a una

quantità minore di esercizi, gli alunni con disgrafia e disortografia sono dispensati dalla valutazione

della correttezza della scrittura e, anche sulla base della gravità del disturbo, possono accompagnare

o integrare la prova scritta con una prova orale attinente ai medesimi contenuti.

4.3.3. Area del calcolo

Riguardo alle difficoltà di apprendimento del calcolo e al loro superamento, non è raro imbattersi in

studenti che sono distanti dal livello di conoscenze atteso e che presentano un' impotenza appresa,

cioè un vero e proprio blocco ad apprendere sia in senso cognitivo che motivazionale.

Sebbene la ricerca non abbia ancora raggiunto dei risultati consolidati sulle strategie di

potenziamento dell'abilità di calcolo, si ritengono utili i seguenti principi guida:

- gestire, anche in contesti collettivi, almeno parte degli interventi in modo individualizzato;

- aiutare, in fase preliminare, l'alunno a superare l'impotenza guidandolo verso l' esperienza della

propria competenza;

- analizzare gli errori del singolo alunno per comprendere i processi cognitivi che sottendono all'

errore stesso con intervista del soggetto;

- pianificare in modo mirato il potenziamento dei processi cognitivi necessari.

In particolare, l'analisi dell'errore favorisce la gestione dell'insegnamento.

Tuttavia, l'unica classificazione degli errori consolidata nella letteratura scientifica al riguardo si

riferisce al calcolo algebrico:

- errori di recupero di fatti algebrici;

- errori di applicazione di formule;

- errori di applicazione di procedure;

- errori di scelta di strategie;

- errori visuospaziali;

- errori di comprensione semantica.

L'analisi dell'errore consente infatti di capire quale confusione cognitiva l'allievo abbia consolidato

in memoria e scegliere, dunque, la strategia didattica più efficace per l'eliminazione dell'errore e il

consolidamento della competenza. Riguardo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative,

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valgono i principi generali secondo cui la calcolatrice, la tabella pitagorica, il formulario

personalizzato, etc. sono di supporto ma non di potenziamento, in quanto riducono il carico ma non

aumentano le competenze.

4.4 Didattica per le lingue straniere

Poiché la trasparenza linguistica, ossia la corrispondenza fra come una lingua si scrive e come si

legge, influisce sul livello di difficoltà di apprendimento della lingua da parte degli studenti con

DSA, è opportuno che la scuola, in sede di orientamento o al momento di individuare quale lingua

straniera privilegiare, informi la famiglia sull'opportunità di scegliere -ove possibile -una lingua che

ha una trasparenza linguistica maggiore. Analogamente, i docenti di lingue straniere terranno conto,

nelle prestazioni attese e nelle modalità di insegnamento, del principio sopra indicato.

In sede di programmazione didattica si dovrà generalmente assegnare maggiore importanza allo

sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte. Poiché i tempi di lettura dell'alunno con DSA

sono più lunghi, è altresì possibile consegnare il testo scritto qualche giorno prima della lezione, in

modo che l'allievo possa concentrarsi a casa sulla decodifica superficiale, lavorando invece in classe

insieme ai compagni sulla comprensione dei contenuti.

In merito agli strumenti compensativi, con riguardo alla lettura, gli alunni e gli studenti con DSA

possono usufruire di audio-libri e di sintesi vocale con i programmi associati. La sintesi vocale può

essere utilizzata sia in corso d'anno che in sede di esame di Stato.

Relativamente alla scrittura, è possibile l'impiego di strumenti compensativi come il computer con

correttore automatico e con dizionario digitale. Anche tali strumenti compensativi possono essere

impiegati in corso d'anno e in sede di esame di Stato.

Per quanto concerne le misure dispensative, gli alunni e gli studenti con DSA possono usufruire:

- di tempi aggiuntivi;

- di una adeguata riduzione del carico di lavoro;

- in caso di disturbo grave e previa verifica della presenza delle condizioni previste all'Art. 6,

comma 5 del D.M. 12 luglio 2011, è possibile in corso d'anno dispensare l'alunno dalla valutazione

nelle prove scritte e, in sede di esame di Stato, prevedere una prova orale sostitutiva di quella

scritta, i cui contenuti e le cui modalità sono stabiliti dalla Commissione d'esame sulla base della

documentazione fornita dai Consigli di Classe.

Resta fermo che in presenza della dispensa dalla valutazione delle prove scritte, gli studenti con

DSA utilizzeranno comunque il supporto scritto in quanto utile all'apprendimento anche orale delle

lingue straniere, soprattutto in età adolescenziale.

In relazione alle forme di valutazione, per quanto riguarda la comprensione (orale o scritta), sarà

valorizzata la capacità di cogliere il senso generale del messaggio; in fase di produzione sarà dato

più rilievo all'efficacia comunicativa, ossia alla capacità di farsi comprendere in modo chiaro, anche

se non del tutto corretto grammaticalmente.

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Lo studio delle lingue straniere implica anche l'approfondimento dei caratteri culturali e sociali del

popolo che parla la lingua studiata e, con l'avanzare del percorso scolastico, anche degli aspetti

letterari. Poiché l'insegnamento di tali aspetti è condotto in lingua materna, saranno in questa sede

applicati gli strumenti compensativi e dispensativi impiegati per le altre materie.

Sulla base della gravità del disturbo, nella scuola secondaria i testi letterari in lingua straniera

assumono importanza minore per l'alunno con DSA: considerate le sue possibili difficoltà di

memorizzazione, risulta conveniente insistere sul potenziamento del lessico ad alta frequenza

piuttosto che focalizzarsi su parole più rare, o di registro colto, come quelle presenti nei testi

letterari.

Ai fini della corretta interpretazione delle disposizioni contenute nel decreto attuativo, pare

opportuno precisare che l' "esonero" riguarda l'insegnamento della lingua straniera nel suo

complesso, mentre la "dispensa" concerne unicamente le prestazioni in forma scritta.

5. LA DIMENSIONE RELAZIONALE

Il successo nell'apprendimento è l'immediato intervento da opporre alla tendenza degli alunni o

degli studenti con DSA a una scarsa percezione di autoefficacia e di autostima. La specificità

cognitiva degli alunni e degli studenti con DSA determina, inoltre, per le conseguenze del disturbo

sul piano scolastico, importanti fattori di rischio per quanto concerne la dispersione scolastica

dovuta, in questi casi, a ripetute esperienze negative e frustranti durante l'intero iter formativo.

Ogni reale apprendimento acquisito e ogni successo scolastico rinforzano negli alunni e negli

studenti con DSA la percezione propria di poter riuscire nei propri impegni nonostante le difficoltà

che impone il disturbo, con evidenti connessi esiti positivi sul tono psicologico complessivo.

Di contro, non realizzare le attività didattiche personalizzate e individualizzate, non utilizzare gli

strumenti compensativi, disapplicare le misure dispensative, collocano l'alunno e lo studente in

questione in uno stato di immediata inferiorità rispetto alle prestazioni richieste a scuola, e non per

assenza di "buona volontà", ma per una problematica che lo trascende oggettivamente: il disturbo

specifico di apprendimento.

Analogamente, dispensare l'alunno o lo studente con DSA da alcune prestazioni, oltre a non avere

rilevanza sul piano dell'apprendimento - come la lettura ad alta voce in classe - evita la frustrazione

collegata alla dimostrazione della propria difficoltà.

È necessario sottolineare la delicatezza delle problematiche psicologiche che s'innestano nell'alunno

o nello studente con DSA per l'utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative.

Infatti, ai compagni di classe gli strumenti compensativi e le misure dispensative possono risultare

incomprensibili facilitazioni. A questo riguardo, il coordinatore di classe, sentita la famiglia

interessata, può avviare adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni

dell'applicazione degli strumenti e delle misure citate, anche per evitare la stigmatizzazione e le

ricadute psicologiche negative.

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Resta ferma, infine, la necessità di creare un clima della classe accogliente, praticare una gestione

inclusiva della stessa, tenendo conto degli specifici bisogni educativi degli alunni e studenti con

DSA.

6. CHI FA CHE COSA

Con l'intento di semplificare e di riassumere le varie fasi, previste dalla Legge, che vedono

coinvolte la scuola, le famiglie e i servizi, si fornisce uno schema di sintesi.

Diagramma schematico dei passi previsti dalla legge 170/2010 per la gestione dei DSA

[omissis]

6.1 Gli Uffici Scolastici Regionali

Il ruolo strategico di coordinamento e di indirizzo della politica scolastica svolto dagli Uffici

Scolastici Regionali (USR) li chiama direttamente in causa nell'assumere impegni ed attivare

specifiche iniziative per garantire il diritto allo studio agli alunni con disturbi specifici di

apprendimento.

In un sistema educativo e formativo che investe sulla centralità dell'alunno, sul forte rapporto

scuola-famiglia e sull'interazione tra i soggetti - istituzionali e non - del territorio, numerose e

differenziate possono essere le iniziative e ampia la gamma degli interventi rientranti nelle politiche

a favore degli studenti.

Si ritiene di particolare importanza che l'USR incentivi e promuova la messa a sistema delle diverse

azioni attivate dalle singole istituzioni scolastiche, al fine di uniformare comportamenti e procedure

tali da assicurare uguali opportunità formative a ciascun alunno, in qualunque realtà scolastica. In

altri termini, le politiche dell'Ufficio Scolastico Regionale devono tendere a garantire che

l'attenzione e la cura educative non siano rimesse alla volontà dei singoli, ma riconducibili ad una

logica di sistema.

A tal fine, ferma restando l'autonomia di ogni singola realtà regionale, si indicano alcune azioni che

appare opportuno attivare:

- predisposizione di protocolli deontologici regionali per condividere le procedure e i

comportamenti da assumere nei confronti degli alunni con DSA (dalle strategie per individuare

precocemente i segnali di rischio alle modalità di accoglienza, alla predisposizione dei Piani

didattici personalizzati, al contratto formativo con la famiglia);

- costituzione di gruppi di coordinamento costituiti dai referenti provinciali per l'implementazione

delle linee di indirizzo emanate a livello regionale;

• stipula di accordi (convenzioni, protocolli, intese) con le associazioni maggiormente

rappresentative e con il SSN;

• organizzazione di attività di formazione diversificate, in base alle specifiche situazioni di contesto

e adeguate alle esperienze, competenze, pratiche pregresse presenti in ogni realtà, in modo da far

coincidere la risposta formativa all'effettiva domanda di supporto e conoscenza;

- potenziamento dei Centri Territoriali di Supporto per tecnologie e disabilità (CTS) soprattutto

incrementando le risorse (sussidi e strumenti tecnologici specifici per i DSA) e pubblicizzando

ulteriormente la loro funzione di punti dimostrativi.

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6.2 Il Dirigente scolastico

Il Dirigente scolastico, nella logica dell'autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, è il

garante delle opportunità formative offerte e dei servizi erogati ed è colui che attiva ogni possibile

iniziativa affinché il diritto allo studio di tutti e di ciascuno si realizzi.

Tale azione si concretizza anche mediante la promozione e la cura di una serie di iniziative da

attuarsi di concerto con le varie componenti scolastiche, atte a favorire il coordinamento dei vari

interventi rispetto alle norme di riferimento.

Sulla base dell'autonoma responsabilità nella gestione delle risorse umane della scuola, il Dirigente

scolastico potrà valutare l'opportunità di assegnare docenti curricolari con competenza nei DSA in

classi ove sono presenti alunni con tale tipologia di disturbi.

In particolare, il Dirigente:

- garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà territoriali;

- stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise

con Organi collegiali e famiglie, e precisamente:

• attiva interventi preventivi;

• trasmette alla famiglia apposita comunicazione;

• riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide con il

gruppo docente;

- promuove attività di formazione/aggiornamento per il conseguimento di competenze specifiche

diffuse;

- promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il

coordinamento delle azioni (tempi, modalità, finanziamenti);

- definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi

didattici individualizzati e personalizzati di alunni e studenti con DSA e ne coordina l'elaborazione

e le modalità di revisione, anche - se necessario - facendo riferimento ai già richiamati modelli

esemplificativi pubblicati sul sito del MIUR (http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa);

- gestisce le risorse umane e strumentali;

- promuove l'intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni e studenti con DSA,

favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di riconoscimento dell'impegno dei

docenti, come specificato al successivo paragrafo 6.5;

- attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire la riproduzione di

buone pratiche e procedure od apportare eventuali modifiche.

Per la realizzazione degli obiettivi previsti e programmati, il Dirigente scolastico potrà avvalersi

della collaborazione di un docente (referente o funzione strumentale) con compiti di informazione,

consulenza e coordinamento.

I Dirigenti scolastici potranno farsi promotori di iniziative rivolte alle famiglie di alunni e studenti

con DSA, promuovendo e organizzando, presso le istituzioni scolastiche -anche con l'ausilio

dell'Amministrazione centrale e degli UU.SS.RR. -seminari e brevi corsi informativi.

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297

6.3 Il Referente di Istituto

Le funzioni del "referente" sono, in sintesi, riferibili all'ambito della sensibilizzazione ed

approfondimento delle tematiche, nonché del supporto ai colleghi direttamente coinvolti

nell'applicazione didattica delle proposte.

Il referente che avrà acquisito una formazione adeguata e specifica sulle tematiche, a seguito di

corsi formalizzati o in base a percorsi di formazione personali e/o alla propria pratica

esperienziale/didattica, diventa punto di riferimento all'interno della scuola ed, in particolare,

assume, nei confronti del Collegio dei docenti, le seguenti funzioni:

- fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti;

- fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare

un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato;

- collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei problemi nella

classe con alunni con DSA;

- offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione;

- cura la dotazione bibliografica e di sussidi all'interno dell'Istituto;

- diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento;

- fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali poter fare

riferimento per le tematiche in oggetto;

- fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione di buone pratiche in

tema di DSA;

- funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori dei servizi sanitari,

EE.LL. ed agenzie formative accreditate nel territorio;

- informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA.

Il Referente d'Istituto avrà in ogni caso cura di promuovere lo sviluppo delle competenze dei

colleghi docenti, ponendo altresì attenzione a che non si determini alcun meccanismo di "delega" né

alcuna forma di deresponsabilizzazione, ma operando per sostenere la "presa in carico" dell'alunno

e dello studente con DSA da parte dell'insegnante di classe.

La nomina del referente di Istituto per la problematica connessa ai Disturbi Specifici di

Apprendimento non costituisce un formale obbligo istituzionale ma è demandata alla autonomia

progettuale delle singole scuole. Esse operano scelte mirate anche in ragione dei bisogni emergenti

nel proprio concreto contesto operativo, nella prospettiva di garantire a ciascun alunno le migliori

condizioni possibili, in termini didattici ed organizzativi, per il pieno successo formativo.

Laddove se ne ravvisi l'utilità, per la migliore funzionalità ed efficacia dell'azione formativa, la

nomina potrà essere anche formalizzata, così come avviene per numerose altre figure di sistema

(funzioni strumentali) di supporto alla progettualità scolastica.

6.4 I Docenti

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La eventuale presenza all'interno dell'Istituto scolastico di un docente esperto, con compiti di

referente, non deve sollevare il Collegio dei docenti ed i Consigli di classe interessati dall'impegno

educativo di condividere le scelte.

Risulta, infatti, indispensabile che sia l'intera comunità educante a possedere gli strumenti di

conoscenza e competenza, affinché tutti siano corresponsabili del progetto formativo elaborato e

realizzato per gli alunni con DSA.

In particolare, ogni docente, per sé e collegialmente:

- durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici cura con attenzione l'acquisizione dei

prerequisiti fondamentali e la stabilizzazione delle prime abilità relative alla scrittura, alla lettura e

al calcolo, ponendo contestualmente attenzione ai segnali di rischio in un'ottica di prevenzione ed ai

fini di una segnalazione;

- mette in atto strategie di recupero;

- segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi di recupero posti in

essere;

- prende visione della certificazione diagnostica rilasciata dagli organismi preposti;

- procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alla documentazione dei percorsi didattici

individualizzati e personalizzati previsti;

- attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;

- adotta misure dispensative;

- attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;

- realizza incontri di continuità con i colleghi del precedente e successivo ordine o grado di scuola

al fine di condividere i percorsi educativi e didattici effettuati dagli alunni, in particolare quelli con

DSA, e per non disperdere il lavoro svolto.

6.5 La Famiglia

La famiglia che si avvede per prima delle difficoltà del proprio figlio o della propria figlia, ne

informa la scuola, sollecitandola ad un periodo di osservazione.

Essa è altrimenti, in ogni caso, informata dalla scuola delle persistenti difficoltà del proprio figlio o

figlia.

La famiglia:

- provvede, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra -di libera scelta o della scuola -a far

valutare l'alunno o lo studente secondo le modalità previste dall'Art. 3 della Legge 170/2010;

- consegna alla scuola la diagnosi di cui all'art. 3 della Legge 170/2010;

- condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e

personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che preveda

l'autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe -nel rispetto della privacy e della

riservatezza del caso -ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute

idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili;

- sostiene la motivazione e l'impegno dell'alunno o studente nel lavoro scolastico e domestico;

- verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;

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- verifica che vengano portati a scuola i materiali richiesti;

- incoraggia l'acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella gestione dei tempi di

studio, dell'impegno scolastico e delle relazioni con i docenti;

- considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline.

Particolare importanza riveste, nel contesto finora analizzato, il rapporto con le famiglie degli

alunni con DSA. Esse, in particolare nel primo periodo di approccio dei figli con la scuola primaria,

sono poste di fronte a incertezza recata per lo più da difficoltà inattese, che rischiano di

compromettere il sereno svolgimento dell'iter scolastico da parte dei loro figli. Necessitano pertanto

di essere opportunamente guidate alla conoscenza del problema non solo in ordine ai possibili

sviluppi dell'esperienza scolastica, ma anche informate con professionalità e costanza sulle strategie

didattiche che di volta in volta la scuola progetta per un apprendimento quanto più possibile sereno

e inclusivo, sulle verifiche e sui risultati attesi e ottenuti, su possibili ricalibrature dei percorsi posti

in essere.

Sulla scorta di tali necessità, le istituzioni scolastiche cureranno di predisporre incontri con le

famiglie coinvolte a cadenza mensile o bimestrale, a seconda delle opportunità e delle singole

situazioni in esame, affinché l'operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e, ove necessario,

coordinato con l'azione educativa della famiglia stessa.

Dovendosi necessariamente prevedere un'intensificazione dell'impegno dei docenti, i Dirigenti

scolastici avranno cura di prevedere idonee modalità di riconoscimento di tali forme di flessibilità

professionale, da ricomprendere nelle materie di pertinenza della Contrattazione integrativa di

Istituto di cui all'art. 6, comma 2, lettera l) del vigente CCNL -Comparto Scuola.

6.6 Gli Studenti

Gli studenti e le studentesse, con le necessarie differenziazioni in relazione all'età, sono i primi

protagonisti di tutte le azioni che devono essere messe in campo qualora si presenti una situazione

di DSA. Essi, pertanto, hanno diritto:

- ad una chiara informazione riguardo alla diversa modalità di apprendimento ed alle strategie che

possono aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità;

- a ricevere una didattica individualizzata/personalizzata, nonché all'adozione di adeguati strumenti

compensativi e misure dispensative.

Hanno il dovere di porre adeguato impegno nel lavoro scolastico.

Ove l'età e la maturità lo consentano, suggeriscono ai docenti le strategie di apprendimento che

hanno maturato autonomamente.

6.7. Gli Atenei (omissis)

7. LA FORMAZIONE

La formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici è un elemento fondamentale per la corretta

applicazione della Legge 170/2010 e per il raggiungimento delle sue finalità. Al riguardo, si pone in

primo piano il tema della formazione in servizio.

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Un principio generale è che la competenza sui DSA dovrà permeare il corpo docente di ogni classe,

in modo che la gestione e la programmazione di passi significativi (per es. il PDP) non sia delegata

a qualcuno dei docenti, ma scaturisca da una partecipazione integrale del consiglio di classe.

A tal fine, gli Uffici Scolastici Regionali attivano gli interventi di formazione realizzando sinergie

con i servizi sanitari territoriali, le università, gli enti, gli istituti di ricerca e le agenzie di

formazione, individuando le esigenze formative specifiche, differenziate anche per ordini e gradi di

scuola e tenendo conto di priorità dettate anche dalle precedenti attività formative svolte sul

territorio.

Le istituzioni scolastiche, anche collegate in rete, possono organizzare opportuni percorsi di

formazione mirati allo sviluppo professionale di competenze specifiche in materia.

L'insegnante referente per i DSA può svolgere un ruolo importante di raccordo e di continuità

riguardo all'aggiornamento professionale per i colleghi.

7.1 I contenuti della formazione

Legge170/2010 e caratteristiche delle diverse tipologie di DSA.

La conoscenza della legge consente di avere consapevolezza del percorso completo di gestione dei

DSA all'interno della scuola; i vari momenti di tale percorso e i processi conseguenti devono essere

ben chiari al fine di assicurarne l'applicazione. La legge e le disposizioni attuative, contenute nel

DM 12 luglio 2011, riassumono e superano tutti i provvedimenti e note ministeriali

precedentemente emanati riguardo ai DSA.

Risulta inoltre opportuno conoscere le caratteristiche dei singoli disturbi di apprendimento, anche

da un punto di vista medico-sanitario e psicologico, sia perché tali caratteristiche giustificano gli

specifici interventi previsti dalla Legge, sia perché ciò consente di costruire un linguaggio comune

fra mondo scolastico e mondo dei servizi di diagnosi e di trattamento.

Principali strumenti che la scuola può utilizzare per l'individuazione precoce del rischio di DSA.

L'individuazione tempestiva permette la messa in atto di provvedimenti didattici, abilitativi e di

supporto che possono modificare notevolmente il percorso scolastico e il destino personale di alunni

e studenti con DSA. Il maggior interesse è rivolto alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria,

nelle quali è necessaria una maggior e più diffusa conoscenza degli indicatori di rischio e una

impostazione del lavoro didattico orientata alla prevenzione. L'attività di identificazione si deve

esplicare comunque in tutti gli ordini e gradi di scuola; infatti, sappiamo che tuttora molti ragazzi

con DSA sfuggono alla individuazione nei primi anni di scuola, mentre manifestano in maniera più

evidente le loro difficoltà allorché aumenta il carico di studio, cioè durante la scuola secondaria e

all'università.

Strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo.

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È necessario che i docenti acquisiscano chiare e complete conoscenze in merito agli strumenti

compensativi e alle misure dispensative, con riferimento alla disciplina di loro competenza, al fine

di effettuare scelte consapevoli ed appropriate.

Inoltre, gli insegnanti devono essere in grado di utilizzare le nuove tecnologie e realizzare una

integrazione tra queste e le metodologie didattiche per l'apprendimento, dato che le ricerche

dimostrano che ambienti didattici supportati dall'uso delle nuove tecnologie risultano maggiormente

efficaci.

Gestione della classe con alunni con DSA.

I docenti devono porre attenzione alle ricadute psicologiche delle scelte educative e didattiche,

ricordando che nell'apprendimento un ruolo di grande rilievo è rappresentato dagli aspetti emotivi,

motivazionali e relazionali. La formazione, in tale ambito, ha l'obiettivo di sviluppare competenze

per creare ambienti di apprendimento capaci di sviluppare autostima, stile di attribuzione positivo,

senso di autoefficacia negli alunni e negli studenti con DSA.

Forme adeguate di verifica e di valutazione.

La valutazione deve concretizzarsi in una prassi che espliciti concretamente le modalità di

differenziazione a seconda della disciplina e del tipo di compito, discriminando fra ciò che è

espressione diretta del disturbo e ciò che esprime l'impegno dell'allievo e le conoscenze

effettivamente acquisite.

Indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui all'art. 4.

La concreta applicazione delle misure didattiche e valutative personalizzate richiede un allenamento

pratico, da attuare già in fase di formazione mediante attività laboratoriali. È auspicabile che ogni

docente ne acquisisca la competenza, perlomeno per le discipline di propria pertinenza, onde evitare

meccanismi di delega.

Forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi.

È necessario che vengano superate le visioni semplicistiche dettate da pregiudizi datati per cui i

ragazzi con DSA sarebbero destinati a percorsi formativi di basso livello; la costruzione di nuovi

percorsi per orientare le scelte degli studenti con DSA non può che scaturire da un bilancio a livello

personale non solo delle aree di forza e di debolezza, ma anche della motivazione e delle scelte

personali e delle opportunità disponibili, mettendo in campo l'intuizione delle potenzialità

emergenti.

Esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche didattiche

La migliore efficacia formativa si raggiunge probabilmente con lo studio di casi concreti, dei

problemi e del percorso svolto, delle criticità verificatesi in corso e delle possibili soluzioni.

Attività di formazione specifiche devono essere rivolte anche ai dirigenti scolastici, mirate agli

aspetti di competenza : aspetti normativi, organizzativi e gestionali.

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7.2 Corso di perfezionamento e Master in "Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di

Apprendimento"

Il Ministero, in accordo con la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della

Formazione (CNPSF), promuove percorsi di alta formazione attraverso l'attivazione, presso le

Facoltà di Scienze della Formazione, di Corsi di Perfezionamento - o Master universitari -in

"Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento", rivolti a dirigenti scolastici

e a docenti delle scuole di ogni ordine e grado, a partire dall'A.A. 2011/2012.

Il Corso di Perfezionamento e Aggiornamento professionale, ex art. 6 comma 2 lettera c -L. 341/90

- o il Master -ha durata annuale, con relativa acquisizione di 60 CFU (Crediti Formativi

Universitari).

Al fine di realizzare un'offerta formativa flessibile, che si adatti ai diversi bisogni formativi del

personale della scuola, i corsi sono articolati in tre moduli, ciascuno equivalente a 20 CFU,

corrispondenti rispettivamente ad un livello 'base', 'intermedio' e 'avanzato', che possono essere

frequentati anche singolarmente.

L'articolazione generale, prevede almeno ¼ dei CFU dedicati a esperienze dirette, applicative delle

cognizioni teoriche apprese, svolte a scuola, con certificazione delle attività da parte del Dirigente

scolastico, o di tirocinio con tutor presso centri specializzati e scuole selezionate.

Le Facoltà erogano attività didattiche e formative utilizzando innovative metodologie e tecnologie

e-learning. Fino ad un massimo del 50%, l'attività didattica dei corsi può essere svolta per via

telematica.

È ammesso a frequentare i corsi di Perfezionamento il personale della scuola che ne faccia richiesta

secondo le modalità stabilite nelle singole convenzioni regionali, per un totale massimo di 100 posti

in ciascuna università. Le singole Facoltà di Scienze della Formazione riconoscono i percorsi di

studio universitari pregressi ovvero ulteriori esperienze formative, debitamente documentati

dall'interessato, nel rispetto della normativa vigente, nella struttura accademica preposta.

Al termine dei corsi è rilasciato ai frequentanti, secondo le modalità di legge, idonea attestazione

con indicazione dei crediti formativi riconoscibili in ambito universitario.

Per l'attivazione dei corsi presso le sedi universitarie, sono stipulate apposite convenzioni tra gli

Uffici Scolastici Regionali e le singole Università (32 su tutto il territorio nazionale) ed il costo dei

corsi è coperto, anche in quota parte, dal MIUR, attraverso gli Uffici Scolastici Regionali, in quanto

destinatari dei fondi ex lege 170/2010 per la formazione di docenti e dirigenti scolastici sui Disturbi

Specifici di Apprendimento. Tali fondi possono essere incrementati con altre risorse rese disponibili

dagli stessi Uffici Scolastici Regionali, dal MIUR o da altre Istituzioni o Enti.

Le singole università, nel predisporre il piano orario delle lezioni, tengono conto delle esigenze di

servizio del personale della scuola partecipante ai corsi.

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Per l'aggiornamento scientifico del piano strutturale e contenutistico dei corsi, è costituito, con

decreto ministeriale, un apposito Comitato Tecnico, con compiti di coordinamento e monitoraggio.

Al fine di valorizzare e documentare l'attività scientifica e didattica dei corsi universitari in

"Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento" nonché di promuovere con i

docenti responsabili degli insegnamenti eventuali programmi di ricerca, il Comitato Tecnico è

affiancato da un Comitato Scientifico, composto da docenti, esperti e studiosi provenienti dal

mondo della scuola, della ricerca e dell'università.

7.3 Il progetto "Nuove Tecnologie e Disabilità" e il progetto "A scuola di dislessia"

La proposta di perfezionamento e aggiornamento professionale in ambito universitario amplia la

formazione sui DSA attivata dal Ministero, a partire dall'anno 2005, e attuata dagli Uffici Scolastici

Regionali anche nell'ambito dell'azione 7 prevista dal Progetto interministeriale "Nuove Tecnologie

e Disabilità", cofinanziato dal Dipartimento per l'Innovazione Tecnologica della Presidenza del

Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Pubblica Istruzione, specificamente dedicata alla

dislessia.

È inoltre stato avviato un ulteriore piano nazionale di formazione previsto nell'ambito del progetto

"A scuola di dislessia" di cui al protocollo d'Intesa MIUR-AID-FTI, visionabile sul sito internet del

MIUR, nella pagina web dedicata ai DSA.

7.4 I CTS - Centri Territoriali di Supporto

I 96 Centri Territoriali di Supporto, dislocati su tutto il territorio nazionale, rappresentano strutture

di supporto istituite con le azioni 4 e 5 del progetto "Nuove Tecnologie e Disabilità".

Tali Centri sono collocati presso scuole polo, i cui recapiti sono reperibili sul sito internet del MIUR

all'indirizzo http://archivio.pubblica.istruzione.it/dgstudente/disabilita/ntd/azione4_5.shtml#cts. Vi

operano tre docenti, esperti sia nelle nuove tecnologie a favore delle disabilità e dei Disturbi

specifici di apprendimento sia su supporti software e hardware, oltre che sull'impiego di strumenti

compensativi.

Gli Uffici Scolastici Regionali possono adeguatamente promuovere e incentivare l'azione dei CTS a

favore delle scuole, al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni reali provenienti dal territorio. Il

Ministero stanzia annualmente fondi per il potenziamento ed il funzionamento di tali Centri, da

quest'anno con l'intento preciso di orientarne parte delle azioni proprio nell'ambito dei DSA.

Inoltre, possono essere incentivate forme di coordinamento fra i CTS su base regionale ed

interregionale per aggiornare modelli e metodologie didattiche utilizzate a favore degli studenti con

DSA, al fine di diffondere buone pratiche con elevati margini di efficacia.

Per tali finalità, è opportuno prevedere adeguate e cicliche forme di aggiornamento a favore degli

operatori che agiscono nei singoli Centri Territoriali di Supporto.

7.5 Supporto informativo alla formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici

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La conoscenza specifica sui DSA si può acquisire con una formazione protratta e approfondita, che

può avvalersi di molte modalità, ivi comprese quelle rese disponibili dalle nuove tecnologie e da

Internet. A tal fine, il Ministero attiva una specifica sezione del proprio sito Internet (all'interno

della pagina web più volte richiamata: http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa) per la

divulgazione di contributi scientifici, didattici, organizzativi, metodologici predisposti sia dal

mondo scientifico sia dagli Uffici Scolastici Regionali in relazione all'impegno di ricerca e di

elaborazione dei docenti e delle scuole. I materiali pubblicati possono supportare l'evoluzione

culturale generale in tema di DSA e sono liberamente fruibili.

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4. Modelli Di Piano Didattico Personalizzato

(previsti dal DM 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee Guida)

Format

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

SCUOLA SECONDARIA

ISTITUZIONE SCOLASTICA: ……………………………………………

ANNO SCOLASTICO: ………………………………………………

ALUNNO: ………………………………………………….

1. Dati generali

Nome e cognome

Data di nascita

Classe

Insegnante coordinatore della classe

Diagnosi medico-specialistica redatta in data…

da…

presso…

aggiornata in data…

da

presso…

Interventi pregressi e/o

contemporanei al percorso scolastico

effettuati da…

presso…

periodo e frequenza…..

modalità….

Scolarizzazione pregressa

Documentazione relativa alla scolarizzazione e alla

didattica nella scuola dell’infanzia e nella scuola

primaria

Rapporti scuola-famiglia

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2. FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ

DI LETTURA, SCRITTURA E CALCOLO

Lettura

Elementi desunti

dalla diagnosi

Elementi desunti

dall’osservazione in

classe

Velocità

Correttezza

Comprensione

Scrittura

Elementi desunti

dalla diagnosi

Elementi desunti

dall’osservazione in

classe

Grafia

Tipologia di errori

Produzione

Calcolo

Elementi desunti

dalla diagnosi

Elementi desunti

dall’osservazione in

classe

Mentale

Per iscritto

Altro

Eventuali disturbi nell'area motorio-prassica:

Ulteriori disturbi associati:

Bilinguismo o italiano L2:

Livello di autonomia:

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3. DIDATTICA PERSONALIZZATA

Strategie e metodi di insegnamento:

Discipline linguistico-espressive

Discipline logico-matematiche

Discipline storico-geografico-sociali

Altre

Misure dispensative/strumenti compensativi/tempi aggiuntivi:

Discipline linguistico-espressive

Discipline logico-matematiche

Discipline storico-geografico-sociali

Altre

Strategie e strumenti utilizzati dall'alunno nello studio:

Discipline linguistico-espressive

Discipline logico-matematiche

Discipline storico-geografico-sociali

Altre

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4. VALUTAZIONE (anche per esami conclusivi dei cicli)

L'alunno nella valutazione delle diverse discipline si avvarrà di:

Disciplina Misure dispensative Strumenti compensativi Tempi aggiuntivi

Italiano

Matematica

Lingue straniere

….

….

….

….

….

….

….

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STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE

Valorizzare nella didattica linguaggi comunicativi altri dal codice scritto (linguaggio

iconografico, parlato), utilizzando mediatori didattici quali immagini, disegni e riepiloghi a

voce

Utilizzare schemi e mappe concettuali

Insegnare l’uso di dispositivi extratestuali per lo studio (titolo, paragrafi, immagini)

Promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti tra le conoscenze e le discipline

Dividere gli obiettivi di un compito in “sotto obiettivi”

Offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio, per orientare l’alunno

nella discriminazione delle informazioni essenziali

Privilegiare l’apprendimento dall’esperienza e la didattica laboratoriale

Promuovere processi metacognitivi per sollecitare nell’alunno l’autocontrollo e

l’autovalutazione dei propri processi di apprendimento

Incentivare la didattica di piccolo gruppo e il tutoraggio tra pari

Promuovere l’apprendimento collaborativo

MISURE DISPENSATIVE

All’alunno con DSA è garantito l’essere dispensato da alcune prestazioni non essenziali ai fini dei

concetti da apprendere. Esse possono essere, a seconda della disciplina e del caso:

la lettura ad alta voce

la scrittura sotto dettatura

prendere appunti

copiare dalla lavagna

il rispetto della tempistica per la consegna dei compiti scritti

la quantità eccessiva dei compiti a casa

l’effettuazione di più prove valutative in tempi ravvicinati

lo studio mnemonico di formule, tabelle, definizioni

sostituzione della scrittura con linguaggio verbale e/o iconografico

STRUMENTI COMPENSATIVI

Altresì l’alunno con DSA può usufruire di strumenti compensativi che gli consentono di

compensare le carenze funzionali determinate dal disturbo. Aiutandolo nella parte automatica della

consegna, permettono all’alunno di concentrarsi sui compiti cognitivi oltre che avere importanti

ripercussioni sulla velocità e sulla correttezza. A seconda della disciplina e del caso, possono essere:

formulari, sintesi, schemi, mappe concettuali delle unità di apprendimento

tabella delle misure e delle formule geometriche

computer con programma di videoscrittura, correttore ortografico; stampante e scanner

calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante

registratore e risorse audio (sintesi vocale, audiolibri, libri digitali)

software didattici specifici

Computer con sintesi vocale

vocabolario multimediale

STRATEGIE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

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strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole–chiave, costruisce schemi, tabelle o

diagrammi)

modalità di affrontare il testo scritto (computer, schemi, correttore ortografico)

odalità di svolgimento del compito assegnato (è autonomo, necessita di azioni di

supporto)

riscrittura di testi con modalità grafica diversa

usa strategie per ricordare (uso immagini, colori, riquadrature)

STRUMENTI UTILIZZATI DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

strumenti informatici (libro digitale, programmi per realizzare grafici)

fotocopie adattate

utilizzo del PC per scrivere

registrazioni

testi con immagini

software didattici

altro

VALUTAZIONE (ANCHE PER ESAMI CONCLUSIVI DEI CICLI)2

Programmare e concordare con l’alunno le verifiche

Prevedere verifiche orali a compensazione di quelle scritte (soprattutto per la lingua

straniera)

Valutazioni più attente alle conoscenze e alle competenze di analisi, sintesi e collegamento

piuttosto che alla correttezza formale

Far usare strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali (mappe concettuali,

mappe cognitive)

Introdurre prove informatizzate

Programmare tempi più lunghi per l’esecuzione delle prove

Pianificare prove di valutazione formativa

2 Cfr. D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122 - Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli

alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169 - art. 10. Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA) 1. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la

verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle

specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame,

sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-

didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei.

2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della

differenziazione delle prove.

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5. Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali e

individuazione precoce dei casi sospetti DSA del 19/04/2013

L'articolo 3 della legge 8 ottobre 2010, n. 170 (1) attribuisce alla scuola il compito di svolgere

attività di individuazione precoce dei casi sospetti di Disturbo Specifico di Apprendimento (di

seguito "DSA"), distinguendoli da difficoltà di apprendimento di origine didattica o ambientale, e di

darne comunicazione alle famiglie per l'avvio di un percorso diagnostico presso i servizi sanitari

competenti.

L'iter previsto dalla legge si articola in tre fasi:

- individuazione degli alunni che presentano difficoltà significative di lettura, scrittura o calcolo;

- attivazione di percorsi didattici mirati al recupero di tali difficoltà;

- segnalazione dei soggetti "resistenti" all'intervento didattico.

In questo modo si evita di segnalare come DSA quell'ampia popolazione di alunni che presentano

difficoltà di apprendimento non legate ad un disturbo. Mentre le difficoltà di apprendimento

possono essere superate, il disturbo, avendo una base costituzionale, resiste ai trattamenti messi in

atto dall'insegnante e persiste nel tempo, pur potendo presentare notevoli cambiamenti.

Il DSA, per definizione, può essere riconosciuto con certezza solo quando un bambino entra nella

scuola primaria, quando cioè viene esposto ad un insegnamento sistematico della lemmi, della

scrittura e del calcolo. È tuttavia noto che l'apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo

si costruisce a partire dall'avvenuta maturazione e dall'integrità di molteplici competenze che sono

chiaramente riconoscibili sin dalla scuola dell'infanzia. Il riferimento all'identificazione precoce dei

DSA deve quindi intendersi come individuazione dei soggetti a rischio di DSA.

Le presenti Linee guida sono coerenti con le Raccomandazioni per la pratica clinica per i DSA

elaborate con il metodo della Consensus Conference e con quanto emerso dalla Consensus

Conference promossa dall'Istituto Superiore di Sanità, disponibile su Internet (2).

1. Interventi per l'individuazione del rischio e la prevenzione dei DSA nella scuola dell'infanzia

La comunità scientifica concorda nel considerare lo sviluppo atipico del linguaggio come indicatore

particolarmente attendibile per l'individuazione del rischio di DSA, assieme ad alcuni aspetti della

maturazione delle competenze percettive e grafiche.

Tuttavia, allo stato attuale delle conoscenze, nessun indicatore isolato è in grado di fornire una

previsione "certa" della futura comparsa di un DSA. L'uso di più indicatori simultaneamente

aumenta la probabilità di individuare i singoli soggetti che avranno difficoltà significative, ma non

garantisce che queste siano imputabili ad un DSA.

Il DSA è infatti un disturbo dimensionale dell'apprendimento, definito come una prestazione

inferiore ad un livello prestabilito: gli indicatori (atipie nello sviluppo delle competenze

linguistiche, percettive e grafiche) esprimono la maturazione lenta o atipica o la non efficienza di

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una abilità o del processo sottostante, ma non possono predire se la difficoltà di apprendimento sia

sostanzialmente risolvibile oppure mostrerà di essere un disturbo. Inoltre, lo sviluppo delle

competenze di ciascun bambino può subire rallentamenti ed accelerazioni poco prevedibili: una

situazione di "rischio" può quindi non costituire una caratteristica stabile nel tempo.

La rilevazione delle potenziali difficoltà di apprendimento può iniziare, quindi, con discreta

efficacia, soltanto nell'ultimo anno della scuola dell'infanzia. In tale contesto, particolare attenzione

andrà posta alle difficoltà che i bambini anticipatari (3) possono incontrare, che possono derivare

dalla necessità di ulteriori naturali tempi di maturazione e non da difficoltà di apprendimento né

tanto meno da disturbi.

Le difficoltà eventualmente emerse dalle attività di identificazione non debbono portare all'invio dei

bambini al servizio sanitario, ma ad un aumento dell'attenzione ed alla proposta di specifiche

attività educative e didattiche. Si sottolinea, al riguardo, che nella scuola dell'infanzia non è previsto

effettuare invii al servizio specialistico per un sospetto di DSA.

Un discorso a parte può essere fatto per quei bambini che presentano già un disturbo del linguaggio

conclamato o altri disturbi significativi, che possono o meno avere come evoluzione un DSA: in

questi casi i bambini dovranno essere avviati ad un percorso diagnostico e ad eventuale presa in

carico specialistica prima dell'ingresso nella scuola primaria.

L'attività di potenziamento, costruita sulla base degli indicatori utilizzati per la rilevazione del

rischio, è da attuarsi sull'intero gruppo di bambini e può costituire un contesto di osservazione

sistematica utile a identificare eventuali ulteriori ritardi di sviluppo nonché a realizzare un percorso

formativo-progettuale in continuità con il successivo ordine scolastico.

Per quanto riguarda il rischio di dislessia, gli indicatori più sensibili sono riferiti allo sviluppo del

linguaggio (capacità di comprensione e di espressione, alterazioni fonologiche significative,

capacità percettivo-uditive, competenze di manipolazione consapevole dei suoni all'interno delle

parole).

Per quanto riguarda il rischio di disturbi di scrittura, accanto agli indicatori linguistici già descritti

per la lettura, vanno considerati quelli legati alla maturazione delle competenze visuo-costruttive (4)

e di rappresentazione grafica.

Per quanto riguarda l'area del calcolo, gli indicatori di rischio sono riferiti alla difficoltà nella

rappresentazione delle quantità, nel loro confronto e manipolazione (aggiungere e sottrarre) e nella

capacità di astrazione della numerosità al di là del dato percettivo dell'oggetto o degli oggetti.

L'identificazione delle difficoltà di sviluppo può essere attuata attraverso lo strumento

dell'osservazione sistematica. In ogni caso, la realizzazione di percorsi formativo-progettuali per

l'intero gruppo di bambini, che va anteposta alla segnalazione alle famiglie per l'invio ai servizi

sanitari, deve comunque costituire materia di dialogo e di scambio educativo con le famiglie stesse,

al fine di individuare e di condividere i percorsi migliori per ciascun singolo bambino.

Nell'ambito della definizione dei protocolli regionali potranno anche essere individuate procedure

e/o strumenti di rilevazione di cui siano disponibili dati di riferimento attendibili. Ove possibile,

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sulla base di specifici accordi, alcuni strumenti di rilevazione di libero utilizzo (non protetti da

diritti d'autore) per l'individuazione precoce delle difficoltà, potranno essere messi a disposizione

delle istituzioni scolastiche mediante pubblicazione sui siti web degli Uffici Scolastici Regionali.

È importante sottolineare l'opportunità che l'attività di identificazione sia preceduta e accompagnata

dalla formazione degli insegnanti.

La condivisione con le famiglie del progetto di rilevazione - se condotta nei termini di un "sostegno

alla salute ed allo sviluppo dei bambini" - crea un terreno favorevole per una raccolta aggiuntiva di

dati e per un eventuale successivo avvio di un percorso diagnostico.

L'inserimento nel piano dell'offerta formativa del progetto di osservazione e di attività didattica

mirata alla prevenzione potrà costituire un elemento di qualità del servizio scolastico, nell'ottica di

favorire il successo formativo secondo le potenzialità di ciascuno.

È auspicabile lo sviluppo di data base informatizzati per la raccolta (in forma anonima) dei risultati

delle attività di individuazione precoce, al fine di fornire documentazione allo sviluppo della ricerca

scientifica e statistica e per monitorare l'efficacia degli strumenti utilizzati (compresi quelli per il

recupero delle difficoltà) in relazione agli esiti.

2. Interventi per il riconoscimento precoce dei DSA nella scuola primaria

Allo stato attuale delle conoscenze, si ritiene possibile una diagnosi certa di DSA solo al termine del

secondo anno di scolarizzazione. Tuttavia è possibile individuare, già nel corso del primo anno di

scuola primaria, indicatori di rischio per la successiva comparsa di un DSA. Al riguardo, si

sottolinea che l'acquisizione di alcune abilità di lettura/scrittura e di calcolo, all'avvio del percorso

scolare, può essere anche determinata dalle modalità di insegnamento adottate e dai tempi delle

proposte didattiche.

La rilevazione delle situazioni di rischio è indispensabile per avviare immediatamente un percorso

didattico mirato a piccoli gruppi o ai singoli bambini, al termine del quale - in assenza di risultati

significativi - sarà opportuno procedere ad una consultazione diagnostica.

Nella scuola primaria gli indicatori di DSA sono rilevabili preferibilmente attraverso l'osservazione

degli apprendimenti da parte degli insegnanti.

L'utilizzo di procedure di rilevazione dovrà sempre andare di pari passo con l'osservazione

sistematica degli apprendimenti, in particolare per consentire di valutare le ricadute degli interventi

di potenziamento attivati e decidere conseguentemente i passaggi successivi.

Come già sottolineato per la scuola dell'infanzia, le procedure di rilevazione dovrebbero essere

precedute e/o accompagnate dalla formazione degli insegnanti.

In considerazione di un possibile ritardo nella segnalazione e nella diagnosi, può essere opportuno

avviare (come misura provvisoria e a scopo di sensibilizzazione degli insegnanti e della

popolazione) un'attività di rilevazione simile a quelle sopra descritte anche per le classi successive.

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Gli insegnanti, sensibilizzati e formati al riconoscimento degli indicatori di un possibile DSA, dopo

aver attuato quanto di loro competenza attraverso strategie didattiche mirate, si attivano con le

famiglie per l'invio al SSN. Si rammenta che, secondo le indicazioni scientifiche, la diagnosi

riguardante dislessia e disortografia viene effettuata durante il secondo quadrimestre della seconda

classe della scuola primaria e al termine del terzo anno per quanto riguarda discalculia e disgrafia.

3. Protocolli di intesa per la realizzazione delle attività di individuazione precoce

I protocolli regionali definiscono, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni coinvolte, le modalità

di collaborazione tra gli Uffici Scolastici Regionali, le Istituzioni Scolastiche, le Regioni e gli enti

del Servizio Sanitario Regionale per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA.

I protocolli regionali possono altresì prevedere il coinvolgimento delle istituzioni scientifiche, degli

enti ed associazioni senza fini di lucro e del privato accreditato.

Nel protocollo d'intesa dovranno essere definiti:

- ruolo e competenze delle diverse istituzioni e professionalità coinvolte nelle attività di formazione

e nella realizzazione del progetto (individuazione precoce e interventi di potenziamento);

- le modalità e i tempi dell'attività di rilevazione, con l'eventuale indicazione di procedure e/o

strumenti riconosciuti efficaci;

- le modalità di collaborazione tra le scuole e i servizi sanitari, comprese le modalità di

comunicazione (in caso di avvio di un percorso diagnostico) dei dati rilevati nel corso delle attività

di individuazione precoce.

---

(1) Art. 3 comma 3 della legge n. 170 del 2010: «è compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia,

attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA

degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una

diagnosi di DSA».

(2) I testi della Consensus Conference, delle Linee guida, del Panel di aggiornamento e delle Linee guida dell'ISS sono reperibili sui

siti http://www.istuzione.it/web/istruzlone/dsa; www.snlgiss.it/cc_disturbi_speclfici_apprendimento.

(3) Si tratta dei bambini che entrano In anticipo nella scuola primaria, nati tra gennaio e aprile dell'anno scolastico di riferimento.

(4) Ci si riferisce a costruzione di strutture bi-tridimensionali quali puzzle, costruzioni con mattoncini in legno o plastica e/o ad

operazioni quali allacciare, abbottonare, ecc.

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Capitolo Sesto

Intercultura: strumenti specifici per

l’accoglienza e l’intervento didattico

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1. Protocollo di Accoglienza degli alunni stranieri

TUTTI INSIEME. Protocollo di Accoglienza per l’Inserimento degli Alunni Stranieri.

Commissione Ambito 21 Provincia Ap

Il documento è stato elaborato dalla commissione di lavoro costituita da Docenti degli Istituti che

hanno aderito alla rete della scuola Polo su un documento precedente già adottato dalle scuole di

Grottammare a seguito di un lavoro in parallelo tra la D.D. e l’I.C. di Grottammare

Oltre a consultare diversi siti di Centri Interculturali (in particolare il protocollo del Centro Come,

presentato anche dal dott. Bettinelli nell’incontro tenuto a Grottammare), scuole, enti, associazioni,

il contenuto del documento è stato mutuato dai seguenti testi:

Elisabetta Micciarelli (a cura di) “Nuovi Compagni di Banco” ed. Franco Angeli

Autori vari “AttivaMente” Fondazione Ismu.

LA COMMISSIONE INTERCULTURA

COMPOSIZIONE o Dirigente Scolastico

o Docenti: almeno 10/12 tra cui anche il docente di sostegno

o Mediatori linguistico-culturale, Assistente Amministrativo

o Figura operatore servizi sociali per famiglie già seguite

o Almeno uno studente negli Istituti superiori

o All’interno della Commissione viene nominata una sottocommissione

che accoglie materialmente alunno e genitori al primo ingresso e

prepara le prove per la conoscenza linguistica

COMPITI o Accoglie gli alunni neoarrivati:

- promuove un primo colloquio con la famiglia

(relazione scuola-famiglia)

- gestisce l’osservazione del bambino/ragazzo straniero

- rileva i bisogni

- propone l’assegnazione alla classe

o Monitorizza e verifica i progetti personalizzati in itinere

o Si attiva, periodicamente, per sensibilizzare le varie componenti

scolastiche alle difficoltà che le famiglie incontrano nel comprendere

l’organizzazione della scuola e dell’extrascuola

o Raccoglie materiali e documentazioni prodotti da enti o da altre scuole e

fa l’inventario dell’esistente

o Mantiene rapporti con le amministrazioni e i diversi referenti territoriali

o Pubblicizza le iniziative presenti sul territorio e individua nelle scuole

uno spazio di affissione per le proposte

o Propone e progetta iniziative interculturali di vario genere (teatri,

convegni…..)

o Individua possibili percorsi di progettualità interculturale

o Promuove percorsi formativi per i docenti e individua le modalità per la

trasferibilità delle esperienze

o Documenta percorsi e progetti

IL PROTOCOLLO D’ACCOGLIENZA

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E’ uno strumento di pianificazione,orientamento,condivisione che viene deliberato dal Collegio dei

docenti ed inserito nel Pof.

L’orientamento pedagogico dell’accoglienza si caratterizza per la centralità data alla persona, ai

suoi bisogni, alle sue modalità di apprendere, configurando in questo modo il passaggio dalla

centralità dell’istituzione e dell’insegnamento alla centralità della persona e dell’apprendimento.

Accogliere per integrare, intendendo l’integrazione in senso scolastico e sociale, come “un concetto

multidimensionale che ha a che fare con l’acquisizione di strumenti e capacità, ma anche con la

relazione, la ricchezza e l’intensità degli scambi con gli adulti e con i pari, a scuola e fuori dalla

scuola”(Favaro 2002) Ma l’integrazione può essere intesa anche in senso personale, soggettivo,

come “integrità rispetto alla possibilità di esprimere la propria storis, lingua, appartenenza, in un

processo dinamico di cambiamento e confronto” che se non induce nessuno a negare i propri

riferimenti identitari culturali e familiari, d’altra parte non appiattisce gli individui sulle rispettive

appartenenze e identità di gruppoi, ma semmai li aiuta a integrare in forme sempre nuove e

personalo le diverse componenti.

Sulla base della premessa, in estrema sintesi, il protocollo di accoglienza :

riconosce la specificità dei bisogni delle famiglie e dei minori stranieri: bisogni di accoglienza, di

valorizzazione, di promozione culturale e sociale, di appartenenza e partecipazione;

consente alla scuola di dare una risposta pedagogica progettuale e di superare una gestione dell’inserimento

degli alunni stranieri segnata dalla casualità, dalla discrezionalità e dalla frammentarietà degli

interventi.

definisce

o pratiche condivise di carattere amministrativo, educativo-didattico e sociale

o principi, azioni, risorse, ruoli, funzioni, modalità, strumenti

si propone di

o sostenere gli alunni neo-arrivati nella prima fase di adattamento al nuovo contesto

o favorire un clima di accoglienza scolastica e sociale che rimuova eventuali ostacoli alla

piena integrazione, con il coinvolgimento delle famiglie e delle risorse del territorio

o costruire un contesto favorevole all’incontro con altre culture e con le “storie” di ogni

bambino

LE TAPPE DEL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA

1. Iscrizione

2. Colloqui con la famiglia

3. Colloquio con l’alunno e somministrazione di prove per accertare abilità e competenze

4. Assegnazione della classe-scelta della sezione

5. Inserimento nella scuola

6. Inserimento nella classe

7. Monitoraggio dell’integrazione

La commissione formula proposte sull’inserimento, predispone gli specifici interventi di

facilitazione e prepara la sezione prescelta ad accogliere il nuovo arrivato.

Il tempo massimo che intercorre tra il momento dell’iscrizione e l’effettivo inserimento dell’alunno

nella classe non deve superare comunque il limite di tre o quattro giorni.

Anche per gli alunni arrivati in seguito ad adozioni internazionali saranno previste specifiche

procedure ed inserimenti guidati, in collaborazione con le famiglie adottive e con i servizi che

seguono l’adozione ( incontri con l’equipe incaricata dal tribunale dei minori, frequenza posticipata,

inserimento graduale, ecc.)

1. ISCRIZIONE

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L’iscrizione rappresenta il primo passo del percorso di accoglienza dell’alunno straniero e della sua

famiglia.

L’assistente amministrativo che si occupa dell’area degli alunni, quale componente della

commissione, sarà incaricato del ricevimento delle iscrizioni, e quindi, con abilità comunicative e

relazionali, aiuta l’interazione con i “nuovi utenti”.

All’atto dell’iscrizione si specificano i documenti e le informazioni da richiedere, inoltre si

consegnano ai genitori avvisi, moduli e note informative sul sistema scolastico, possibilmente in

versione bilingue.

Il primo incontro si conclude con la definizione di una data per un colloquio successivo fra i

genitori dell’alunno e un referente della commissione accoglienza/intercultura.

Gli uffici di segreteria

l’assistente amministrativo incaricato del ricevimento delle iscrizioni affina

progressivamente abilità comunicative e relazionali che aiutano l’interazione con i genitori

stranieri

iscrive i minori.Gli alunni privi di documentazione anagrafica e/o in posizione di irregolarità

vengono iscritti con riserva in attesa di regolarizzazione

I Documenti sono i seguenti:

Anagrafici:Certificato di nascita-Atto di nazionalità/cittadinanza

Sanitari:Documento attestante le vaccinazioni obbligatorie tradotto in italiano-Nel caso ne

siano sprovvisti gli alunni vanno ugualmente ammessi;sarà il capo d’istituto a rivolgersi alla

Asl di competenza

Scolastici.certificato attestante gli studi compiuti nel paese di origine o dichiarazione del

genitore attestante la classe e il tipo d’istituto frequentati

raccoglie la documentazione relativa alla scolarità pregressa

acquisisce l’opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica

fornisce ai genitori materiali in più lingue per una prima informazione sul sistema scolastico

italiano e in particolare sulla scuola di inserimento

contatta tempestivamente il referente o un componente della commissione intercultura per

concordare il primo colloquio con la famiglia, eventualmente accompagnata dal mediatore

culturale

Materiali multi-lingue

moduli di iscrizione bilingui

scheda di presentazione del sistema scolastico italiano

scheda di presentazione dell’Istituto

I materiali possono essere consegnati alla famiglia anche durante il primo colloquio

2. COLLOQUIO CON LA FAMIGLIA

La commissione sceglie al suo interno i membri che attiveranno il colloquio con la famiglia

(condotto come un’intervista di tipo “aperto”). Il colloquio deve essere un momento di incontro e di

scambio, nel quale si incoraggiano i genitori ad esprimere ansie, interrogativi e aspettative nei

confronti del percorso scolastico del figlio.

In questa fase si raccolgono informazioni sul nucleo familiare, sulla storia personale e scolastica

dell’alunno, sugli interessi, le abilità e le competenze possedute.

E’ opportuno evitare domande dirette che non rispettino la privacy della famiglia, ponendo grande

attenzione al clima instaurato. Dagli incontri previsti in questa fase potrà emergere una

significativa, per quanto iniziale, biografia scolastica e relazionale dell’alunno.

I docenti incaricati della commissione d’accoglienza

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effettuano tempestivamente un colloquio con la famiglia

raccolgono le possibili informazioni riguardanti la scolarità pregressa dell’alunno, la “storia”

familiare e la durata del progetto migratorio

compilano un’iniziale biografia scolastica e linguistica dell’alunno

concordano con la famiglia le modalità per un inserimento graduale

facilitano la conoscenza della scuola

richiedono, se necessario, l’intervento del mediatore linguistico culturale

sottolineano la necessità e il significato di una proficua collaborazione scuola-famiglia

esplorano la possibilità da parte della famiglia di fornire il materiale scolastico necessario e

la possibilità economica di sostenere spese che riguardano le uscite scolastiche

si pongono come mediatori tra la famiglia e la scuola per il tempo necessario all’inserimento

riportano alla Commissione le informazioni raccolte

3. COLLOQUIO CON L’ALUNNO E SOMMINISTRAZIONE DI PROVE PER

ACCERTARE ABILITÀ E COMPETENZE

Il colloquio, l’osservazione e le prove d’ingresso rappresentano il primo passo per conoscere le

esperienze scolastiche e familiari, le competenze linguistiche, i percorsi cognitivi e relazionali del

nuovo alunno.

Per il bambino straniero è un momento significativo di presa di contatto con la nuova realtà

scolastica: è allora importante creare un clima relazionale rassicurante in cui si senta realmente

accolto.

Il docente incaricato dalla commissione d’accoglienza

facilita la conoscenza della nova scuola;

articola un colloquio con l’alunno anche in presenza dei genitori e del mediatore culturale;

osserva l’alunno in situazione;

somministra le prove d’ingresso;

sintetizza i risultati delle prove.

Materiali

questionario bilingue rivolto agli alunni;

test di ingresso che non richiedano la conoscenza dell’italiano;

prove di accertamento del livello di conoscenza spontanea e non dell’italiano.

4. ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE E SCELTA DELLA SEZIONE I criteri di riferimento per l’assegnazione alla classe sono quelli previsti dall’art. 45 del DPR 394 del 31.08.99.

Art. 45

(Iscrizione scolastica)

I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente

dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i

cittadini italiani. Essi sono soggetti all'obbligo scolastico secondo le disposizioni vigenti in materia.

L'iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle

condizioni previsti per i minori italiani. Essa può essere richiesta in qualunque periodo dell'anno

scolastico. I minori stranieri privi di documentazione anagrafica ovvero in possesso di

documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con riserva. L'iscrizione con riserva non

pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e

grado. In mancanza di accertamenti negativi sull'identità dichiarata dell'alunno, il titolo viene

rilasciato all'interessato con i dati identificativi acquisiti al momento dell'iscrizione. I minori

stranieri soggetti all'obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all'età anagrafica,

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salvo che il collegio dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:

dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno, che può determinare l'iscrizione

ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all'età

anagrafica. Dell'accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell'alunno. Del corso

di studi eventualmente seguito dall'alunno nel Paese di provenienza. Del titolo di studio

eventualmente posseduto dall'alunno. Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione

degli alunni stranieri nelle classi: la ripartizione è effettuata evitando comunque la costituzione di

classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri. Il collegio dei docenti definisce, in

relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei

programmi di insegnamento, allo scopo possono essere, adottati specifici interventi individualizzati

o per gruppi di alunni, per facilitare l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile,

le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua

italiana può essere realizzata altresì mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla

base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per

l'arricchimento dell'offerta formativa. Il collegio dei docenti formula proposte in ordine ai criteri e

alle modalità per la comunicazione tra la scuola e le famiglie degli alunni stranieri. Ove necessario,

anche attraverso intese con l'ente locale, l'istituzione scolastica si avvale dell'opera di mediatori

culturali qualificati.

Allo scopo di realizzare l'istruzione o la formazione degli adulti stranieri il Consiglio di circolo e di

istituto promuovono intese con le associazioni straniere, le rappresentanze diplomatiche consolari

dei Paesi di provenienza, ovvero con le organizzazioni di volontariato iscritte nel Registro di cui

all'articolo 52 allo scopo di stipulare convenzioni e accordi per attivare progetti di accoglienza;

iniziative di educazione interculturale; azioni a tutela della cultura e della lingua di origine e lo

studio delle lingue straniere più diffuse a livello internazionale. Per le finalità di cui all'articolo 38,

comma 7, del testo unico, le istituzioni scolastiche organizzano iniziative di educazione

interculturale e provvedono all'istituzione, presso gli organismi deputati all'istruzione e alla

formazione in età adulta, di corsi di alfabetizzazione di scuola primaria e secondaria; di corsi di

lingua italiana; di percorsi di studio finalizzati al conseguimento del titolo della scuola dell'obbligo;

di corsi di studio per il conseguimento dei diploma di qualifica o del diploma di scuola secondaria

superiore; di corsi di istruzione e formazione del personale e tutte le altre iniziative di studio

previste dall'ordinamento vigente. A tal fine le istituzioni scolastiche possono stipulare convenzioni

ed accordi nei casi e con le modalità previste dalle disposizioni in vigore. Il Ministro della pubblica

istruzione, nell'emanazione della direttiva sulla formazione per l'aggiornamento in servizio del

personale ispettivo, direttiva e docente, detta, disposizioni per attivare i progetti nazionali e locali

sul tema dell'educazione interculturale. Dette iniziative tengono conto delle specifiche realtà nelle

quali vivono le istituzioni scolastiche e le comunità degli stranieri al fine di favorire la loro migliore

integrazione nella comunità locale

La commissione di accoglienza, quale articolazione del collegio docenti, è delegata all’inserimento

dell’alunno neo-arrivato in una classe/sezione, sulla base:

a. dell’ordinamento degli studi del paese di provenienza dell’alunno, che può determinare

l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella

corrispondente all’età anagrafica;

b. dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;

c. del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel paese di provenienza;

d. del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno.

Per la scelta della sezione saranno presi in considerazione i seguenti fattori:

numero degli allievi per classe

tipologia degli alunni portatori di handicap eventualmente presente in classe

distribuzione equilibrata degli alunni stranieri nelle classi

insegnamento di una lingua straniera già conosciuta dall’alunno neoarrivato

situazione globale della classe (clima relazionale, problematiche…)

valutazione dell’interclasse/consigli di classe/commissione accoglienza-intercultura

eventuali risorse (progetti attivati, compresenze…)

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La commissione di accoglienza fornisce i primi dati conoscitivi all’equipe docenti

(interclasse/consigli di classe) che accoglierà il bambino/ragazzo neo-arrivato sintetizzando le

informazioni raccolte sulla storia dell’alunno e i risultati delle prove somministrate.

5. INSERIMENTO NELLA SCUOLA

Nella scuola multietnica è necessario adottare una progettualità flessibile che, a partire dalla

conoscenza dei bisogni degli alunni stranieri raggiunga l’obiettivo dell’accoglienza per

l’integrazione.

La Commissione Intercultura, oltre a definire il Protocollo d’accoglienza, procederà con la

messa in atto di ulteriori dispositivi, quali la predisposizione di uno scaffale interculturale e di un

laboratorio di lingua2.

Lo scaffale interculturale

Lo scaffale interculturale raccoglie sistematicamente

- pubblicazioni e materiali editoriali, ma anche materiali “grigi” prodotti dalle scuole, inerenti

la realtà dei Paesi di provenienza degli alunni stranieri

- documenti informativi – bilingui sul funzionamento della scuola e avvisi di routine per

l’informazione ai genitori stranieri e la comunicazione scuola-famiglia

- i progetti, le esperienze di accoglienza, di integrazione, di educazione interculturale, i

percorsi di insegnamento/apprendimento della lingua italiana

- la normativa di riferimento

- libri di narrativa…del mondo

- ……..

A tutte le classi che hanno alunni immigrati al loro interno sarà fornito, su richiesta,una sorta di

pronto soccorso plurilingue’parole per l’accoglienza’(curato dal gruppo di lavoro

dell’Università Bicocca di Milano)

Il laboratorio linguistico

Il laboratorio costituisce un ambiente di apprendimento e integrazione, dove si svolgono le attività

di facilitazione e i percorsi specifici di apprendimento della lingua italiana.

Nel laboratorio trovano posto:

- I segni delle provenienze e delle appartenenze culturali: planisferi, carte geografiche,

immagini, fotografie di città e luoghi di origine, libri e scritte nelle lingue materne

- Le tracce dei percorsi e delle storie personali: immagini, fotografie, raccolte di storie e

“autobiografie” relative sia alla vita “prima” della venuta in Italia, sia al viaggio della

migrazione

- Gli strumenti del passaggio: scritte in italiano sugli oggetti, liste bilingui di parole, dizionari

illustrati, giochi, giochi linguistici

- Gli “angoli” strutturati o semistrutturati dove sia possibile svolgere giochi di ruolo e

simbolici

Il laboratorio nasce come supporto agli apprendimenti linguistici delle diverse attività che si

svolgono all’interno delle classi in cui sono inseriti i bambini. Gli ambiti nei quali opererà

riguardano:

1. La lingua della comunicazione

2. L’alfabetizzazione

3. La lingua dello studio

Si promuoverà un atteggiamento positivo nei confronti della lingua e della cultura italiana,

attraverso l’uso di una metodologia di tipo funzionale-comunicativo, la proposta di attività ludiche e

interattive, utili per stimolare fantasia e creatività. I bambini che, ad inizio anno scolastico,

prendono parte al laboratorio sono suddivisi in gruppi di 1° e 2° livello.

I gruppi vengono formati a seguito della valutazione delle competenze pregresse dei bambini. La

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formazione dei gruppi è flessibile e varierà, nel corso dell’anno, in base alle competenze

linguistiche raggiunte da ogni alunno ed alle eventuali priorità da perseguire.

Fermo restando che l'insegnamento dell'italiano come L2 rimane di competenza del docente, anche

nei laboratori, per alcune ore nella fase iniziale, è auspicabile la collaborazione col MLC per:

contribuire a risolvere le difficoltà comunicative durante la prima fase d'inserimento

fornire informazioni sui modelli educativi e scolastici del Paese d'origine

ricostruire la biografia e la storia linguistica del bambino e nella fase di progettazione e

realizzazione di alcune attività quali:

- predisposizione di materiale plurilingue che faciliti la comunicazione scuola-

famiglia;

- incontri con gli insegnanti riguardo la conoscenza dei sistemi scolastici dei Paesi di

loro appartenenza; i differenti ruoli dei vari soggetti educativi nei paesi d'origine dei

bambini; l'individuazione delle aspettative delle famiglie riguardo la nostra offerta

scolastica.

Il laboratorio linguistico sarà assegnato a uno o più insegnanti interni disponibili, competenti e con

una sensibilità e una propensione alla relazione empatica. Per le risorse interne innanzitutto si

quantificheranno le ore di compresenza, per poi ricorrere alle ore aggiuntive di insegnamento.

Le eventuali risorse esterne, assegnate dall’Ente Locale, saranno coordinate da un insegnante della

commissione intercultura designato dai membri della stessa. In ogni caso le risorse esterne saranno

tenute ad effettuare la programmazione con l’equipe almeno una volta al mese.

Tutti i docenti e i facilitatori linguistici effettueranno un incontro per verificare e programmare

l’azione di intervento individualizzato e di gruppo ogni sei settimane.

6. INSERIMENTO NELLA CLASSE

Gli insegnanti e gli alunni, della classe che riceve il nuovo arrivato, mettono in atto, in riferimento

ai differenti ruoli che espletano, dispositivi di accoglienza, di cui si esplicitano i più importanti.

I compiti dell’equipe

• Mantenere i rapporti con la Commissione di Accoglienza

• Favorire l’inserimento dell’alunno nella classe:

- informando i compagni del nuovo arrivo e creando un clima positivo di attesa

- progettando specifiche attività di benvenuto e conoscenza

- preparando un’aula visibilmente multiculturale (cartelli di benvenuto nella lingua d’origine carta

geografica con segnato il Paese di provenienza etc.)

- incaricando un alunno di svolgere attività di tutor (compagno di viaggio) dell’alunno straniero e

coinvolgendo eventualmente alunni della stessa provenienza già inseriti nella scuola

• Rilevare i bisogni specifici di apprendimento dell’alunno straniero elaborando un piano di studio

personalizzato

• Individuare ed applicare modalità di semplificazione dei contenuti e di facilitazione linguistica per

ogni disciplina, stabilendo i contenuti essenziali ed adattando ad essi le metodologie didattiche, la

verifica e la valutazione delle competenze acquisite

• Stabilire criteri, modalità e strumenti di valutazione periodica e di eventuale esame finale coerenti

con il piano di studi personalizzato

• Informare la famiglia del percorso formativo predisposto dalla scuola

• Programmare, in forma integrata, il lavoro con gli eventuali mediatori culturali e facilitatori

linguistici che seguono l’alunno straniero

• Valorizzare la cultura d’origine progettando, anche con il supporto esterno e coinvolgendo l’intera

comunità scolastica, percorsi/laboratori di educazione interculturale

• Stimolare, coinvolgendo anche gli altri compagni e i loro genitori, la partecipazione dell’alunno

straniero ad attività extra-scolastiche del Territorio

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In termini ancora più specifici…

Gli insegnanti

approfondiscono e rendono visibile, tutti gli elementi che connotano il cosiddetto “curricolo

implicito”. Nel percorso di inserimento nella classe accompagnano il nuovo alunno a transitare da

una cornice culturale ad un’altra, da un modo di fare lo scolaro ad un altro. Si tratta di un processo

in itinere, che trova i suoi fondamenti nella disponibilità a cogliere l’inconsueto, ciò che sembra

strano senza immediatamente valutarlo secondo i propri parametri, senza etichettarlo

negativamente.

In secondo luogo, l’insegnante assume comportamenti accoglienti finalizzati

all’apprendimento alla socializzazione…alcune indicazioni:

Il linguaggio dell’accoglienza

Come parlare…

Parlare più lentamente, ma senza esagerare

Articolare le parole in maniera chiara e non contrarle

Fare pause alla fine di ogni frase

Sottolineare con la voce le parole chiave

Come dare priorità ai contenuti della comunicazione:

fare riferimenti a oggetti e immagini, usare l’animazione e il linguaggio non verbale per

facilitare le spiegazioni

segnalare in maniera chiara e costante l’inizio e la fine delle attività, lo scopo e chi deve

parteciparvi in modo da far identificare chiaramente la routine

accettare errori e tentativi, eventualmente riformulando ed espandendo le frasi dell’alunno

i temi e gli argomenti della comunicazione riguardano il contesto o situazioni che abbiano

riferimenti al concreto

Come organizzare la comunicazione…

le nuove informazioni contenute in ogni comunicazione devono essere indotte

utilizzare le parole del vocabolario di base e di alta frequenza

ridurre l’uso di sinonimi e pronomi

semplificare la sintassi usando

- frasi più brevi, con poche coordinate e subordinate

- la struttura SVO, per quanto possibile

Inoltre l’insegnante accogliente, nel contesto della sua presenza in aula, riserva momenti specifici

all’alunno straniero, aiutandolo a comprendere l’oggetto della lezione, sostenendolo nel percorso

specifico di apprendimento dell’italiano, anche se partecipa ad attività che si svolgono fuori della

classe.

Infine l’insegnante costruisce o rafforza un clima relazionale accogliente e positivo, favorendo

l’accettazione reciproca, il sentirsi parte di un gruppo aperto a nuove esperienze , la consuetudine

ad accogliere tutti i nuovi arrivati, e ad accogliersi, scambiandosi conoscenze e informazioni.

Sul piano degli apprendimenti curricolari, il docente rilevati i bisogni specifici di apprendimento,

anche sulla base delle prove effettuate al momento dell’inserimento, individua, raccordandosi con

gli operatori del laboratorio linguistico, modalità di semplificazione (obiettivi uguali, ma

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semplificati, con ritmi individualizzati) e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, stabilendo

contenuti minimi ed adattando ad essi la verifica la valutazione.

I contenuti delle discipline curricolari, se necessario, dovranno essere opportunamente selezionati,

individuando i nuclei tematici irrinunciabilio,semplificati in modo da permettere il raggiungimento

almeno degli obiettivi minimi e tenendo conto di abilità e competenze essenziali già acquisite nella

precedente storia scolastica.

Gli alunni

Sono gli attori principali di un percorso di accoglienza e integrazione e vanno mobilitati come

risorse vere e proprie.

Alcuni suggerimenti:

suscitare curiosità sul nuovo compagno, sul luogo da cui giunge, sulle possibili ragioni del

suo arrivo, con l’obiettivo di porsi dal punto di vista del nuovo compagno.

far apprendere agli alunni autoctoni alcune parole di benvenuto e di base nella routine

scolastica nella lingua del bambini immigrato

giochi di cooperazione e solidarietà, finalizzati ad avere fiducia degli altri e a collaborare per

potersi divertire

raccolta dei giochi preferiti e preparazione di schede illustrative per spiegarli ai bambini

stranieri

raccolta di fiabe, ninne-nanne del mondo

giochi di decentramento cognitivo

7. MONITORAGGIO DELL’INTEGRAZIONE

L’integrazione è un processo che non avviene spontaneamente a prescindere da scelte intenzionali,

ma un percorso che richiede l’attenzione costante dei docenti.

Estrapoliamo, da un lavoro effettuato da alcuni colleghi di un’altra scuola, un elenco di

atteggiamenti e comportamenti da rilevare nelle classi come indicatori di integrazione:

Indicatori di integrazione sociale

Il bambino/ragazzo straniero non se ne sta sempre in disparte;

Viene cercato, interpellato per giocare, ricerca gli altri per i giochi con esito positivo;

Chiede aiuto ai compagni con esito positivo;

Gioca e litiga con i compagni;

Racconta ai compagni le proprie esperienze extrascolastiche;

Si vede con i compagni anche fuori della scuola;

Condivide con i compagni le trasgressioni “accettabili” a regole e norme esplicite o

implicite;

È riferimento per i compagni in quanto “esperto”, “competente” di alcuni specifici ambiti.

Indicatori di integrazione scolastica

Arriva sereno a scuola e non mostra comportamenti di fuga o di rifiuto;

Mostra interesse per l’attività scolastica (secondo le proprie preferenze e inclinazioni);

S’impegna nelle attività scolastiche.

Indicatori di integrazione culturale

In classe, se sollecitato, parla del proprio paese d’origine e/o di aspetti culturali relativi;

In classe spontaneamente parla del proprio paese d’origine e/o di aspetti culturali relativi;

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Partecipa a discussioni, conversazioni su usi, costumi, eventi significativi di diverse culture

a confronto;

Usa, se richiesto, la propria lingua senza vergogna.

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2. Progetto formativo complessivo: scheda di riepilogo

competenze disciplinari Scheda sintetica

Progetto Formativo Complessivo a cura del coordinatore del Consiglio di Classe

Cognome e nome .........

Anno scolastico........

Classe.....

Lingue conosciute.....

Livello di competenze in italiano L2(QCER):.............

OBIETTIVI / COMPETENZE DISCIPLINARI

P.E.I.

(Piano educativo personalizzato

Obiettivi minimi disciplinari

DISCIPLINE SI NO SI NO

Luogo......., Data..............

Per il Consiglio di classe

il Coordinatore prof. ____________

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3. P.E.I. (Piano individualizzato per discipline)

Piano individualizzato per disciplina

Cognome e nome…………………………………………………………………… Anno scolastico…………………..Classe………………..Data…………………… Lingue conosciute………………………………………………………….............. Livello di competenza in italiano L2 (QCER) …………………………………… Disciplina...............................................................

Prerequisiti disciplinari

Aspetti linguistici della disciplina (lessico, morfologia,

sintassi, simboli etc )

Obiettivi minimi e competenze

Nuclei fondanti (contenuti/parole chiave)

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INTERAZIONE SOCIO- CULTURALE

Rispetta le regole? SI

Ha un atteggiamento collaborativo? SI

E' isolato? SI

E' in inserito in gruppi di connazionali? SI

E' integrato nel gruppo- classe? SI

Rispetta le consegne? SI

Altro : ___________________________________________________________________ ____________________________________________________________________