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Carlo RicciE-MAIL c.ricci@psico.uniba.it

INTERVENTI COGNITIVO COMPORTAMENTALI IN INTERVENTI COGNITIVO COMPORTAMENTALI IN DISTURBI DEL COMPORTAMENTODISTURBI DEL COMPORTAMENTOINTERVENTI COGNITIVO COMPORTAMENTALI IN INTERVENTI COGNITIVO COMPORTAMENTALI IN DISTURBI DEL COMPORTAMENTODISTURBI DEL COMPORTAMENTO

I disturbi del comportamento nelle disabilità intelletiveI disturbi del comportamento nelle disabilità intelletive

I comportamenti problema gravi rappresentano uno degli aspetti clinici più rappresentativi nelle condizioni di disabilità gravi (Hastings 2002)

Sono a rischio di abuso da parte degli operatori (Rush et al. 1986)

I disturbi del comportamento nelle disabilità intellettiveI disturbi del comportamento nelle disabilità intellettive

Sono il principale motivo di allontanamento dall’ambiente familiare (Sherman 1988)

Possono presentare autolesionismo grave e gli operatori tendono ad evitarlo (Hastings e Remington 1994)

I disturbi del comportamento nelle disabilità intellettiveI disturbi del comportamento nelle disabilità intellettive

Le persone che presentano tali problematiche sono valutate socialmente in modo molto negativo (Jones et Al. 1990)

I disturbi del comportamento nelle disabilita: una definizioneI disturbi del comportamento nelle disabilita: una definizione

Comportamenti di intensità, frequenza o durata tali da mettere in pericolo la sicurezza fisica della persona o degli altri, o comportamenti che limitano seriamente l’accesso della persona a setting, attività, servizi ed esperienze comuni (Gavidia-Payne e Hudson 2003)

I disturbi del comportamento nelle disabilità: incidenzaI disturbi del comportamento nelle disabilità: incidenza

In uno studio epidemiologico nel Nuovo Galles del Sud risulta che nella popolazione di persone con disabilità cognitive di età compresa tra i 4 e i 18 anni il 40,7% manifesta problemi di comportamento (Einfeld e Tonge 1996)

I disturbi del comportamento nelle disabilità gravi: incidenzaI disturbi del comportamento nelle disabilità gravi: incidenza

Nelle disabilità gravi la percentuale di problemi di comportamento multipli raggiunge il 44% (Emerson e Bromley 1995)

II disturbi del comportamento nelle disabilità gravi: incidenzaII disturbi del comportamento nelle disabilità gravi: incidenza

Alcuni studi riferiscono che i comportamenti distruttivi sono più frequenti nel gruppo di età 12/17 anni, e meno nel gruppo di età 5/11. L’autostimolazione è più frequente tra i 0/4 anni. (Gavidia-Paine e Hudson 2003)

II disturbi del comportamento nelle disabilità: perchéII disturbi del comportamento nelle disabilità: perché

Contigenze esterne ed interne (Hastings 2002)Comportamento governato da regoleFattori predittivi: 1. ritardo linguistico

2. stereotipie

3. bassi livelli di contatto sociale

I disturbi del comportamento: la funzione comunicativaI disturbi del comportamento: la funzione comunicativa

ogni comportamento problema implica uno scopo. Occorre, quindi, domandarsi sempre perché la persona manifesta comportamenti problematici?

I disturbi del comportamento comunicano un bisognoI disturbi del comportamento comunicano un bisogno

Ottenere stimolazione interna Ottenere attenzione Ottenere attività e/o oggetti Evitare stimolazioni interne Evitare attenzione Evitare attività

I sistemi di valutazione (assessment) dei disturbi del comportamento

I sistemi di valutazione (assessment) dei disturbi del comportamento

Identificare le caratteristiche del comportamento problema non quelle della persona che lo manifesta

Scegliere l’intervento in funzione della diagnosi

I sistemi di valutazione (assessment) dei disturbi del comportamento

I sistemi di valutazione (assessment) dei disturbi del comportamento

valutare le caratteristiche del comportamento problema in relazione alle variabili ambientali e di contesto

Individuare la categoria diagnostica (Cipani 2000)

Le categorie diagnosticheLe categorie diagnostiche

Condurre un assessment sul comportamento e sulle variabili di contesto

Individuare la categoria diagnostica(Cipani 2000)

Identificare (assessment) i comportamenti alternativiIdentificare (assessment) i comportamenti alternativi

Funzione diretta Funzione mediata socialmente

L’Analisi FunzionaleL’Analisi Funzionale

L’Analisi Funzionale Clinica L’Analisi Funzionale del Comportamento L’Analisi Funzionale Sperimentale del

Comportamento (Martin 2001)

L’Analisi Funzionale del Comportamento L’Analisi Funzionale del Comportamento

Registrazione dell’episodio Target Trascrizione nella griglia ABC

(Antecedente – Comportamento – Conseguente)

Individuazioni delle variabili funzionali

L’Analisi Funzionale del ComportamentoL’Analisi Funzionale del Comportamento

A B C

ANALISI FUNZIONALE(A) ANTECEDENTI (B) COMPORTAMENTO(C) CONSEGUENZE

1. Individuazione dell'oggetto di analisi2. Osservazione (e registrazione) dell'episodio comportamentale che si vuole sottoporre ad analisi funzionale

4. Individuazione dei comportamenti emessi dal soggetto5. Individuazione degli stimoli antecedenti (elicitanti) il comportamento (o con funzione di prompting)6. Individuazione delle conseguenze prodotte dall'emissione del comportamento.

I passi dell'analisi funzionale del comportamento:

3. Elaborazione della scheda per l'analisi

Utilizzando il modulo sottostante si proceda nel collocare le azioni di Giuseppe nella colonna B e quelli della madre nelle giuste colonne A e/o C.

AANTECEDENTI

BCOMPORTAMENTO

CCONSEGUENTI

ANALISI FUNZIONALE

Giuseppe sta sfogliando velocemente una rivista, mentre sta facendo questo, vedendo una pagina semi-strappata, dice alla madre (presente nella stanza) : "Mamma lo scotch". La madre esce dalla stanza. Giuseppe si alza in piedi e grida: "Mamma, mamma, lo scotch ". La madre, ora in un'altra stanza grida: "Non c'è lo scotch, non mi seccare!". Giuseppe si avvia verso la porta dell'altra stanza e dice urlando: "No! No!, Lo scotch, lo scotch, mamma!". La madre si chiude a chiave nella stanza da letto e urla: "Non ne posso più con te". Giuseppe si dirige verso la porta della stanza da letto, afferra la maniglia, la muove con forza e grida: "No! No! Sei un incosciente, ti ammazzo. No!". La madre apre la porta e dà lo scotch a Giuseppe, il quale di corsa rientra nella stanza per incollare la pagina della rivista.

Esercitazione

ANALISI FUNZIONALE

A. La madre, del tutto inconsapevolmente, è come se stesse mettendo in pratica dei precisi programmi di apprendimento. Ne indichi almeno tre:

B. Assumendo che questo tipo di episodi sono quotidiani e si protraggono da molto tempo dia una breve descrizione dei comportamenti passati di Giuseppe.

C. Nella stessa prospettiva faccia una previsione per il futuro.Cosa dovrebbe accadere se non si interviene adeguatamente in questa situazione?

D. Perché la madre si è comportata in quel modo? Conduca l’analisi funzionale del comportamento della madre e argomenti una risposta.

Si risponda ai seguenti quesiti:Esercitazione (continua)

E. Quali suggerimenti darebbe alla madre?

TECNICHE BASATE SUL RINFORZO

• ESTINZIONE: (1) la eliminazione del Sr+ o Sr- dalla contingenza provoca l’indebolimento della R; (2) la erogazione del Sr+ o Sr- sganciato dalla contingenza provoca il medesimo effetto.

• PROGRAMMI DI RINFORZO: a rapporto, ad intervallo entrambe le tipologie possono essere definite in modalità fissa o variabile

PROGRAMMI DI RINFORZO

• A RAPPORTO FISSO• SR=1 (CONTINUO)• SR=2• SR=5• SR=N• A RAPPORTO

VARIABILE• SR=2,5,6,9,12

• AD INTERVALLO• SR=t(x) FISSO• SR=t(x) VARIABILE