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CSR Lab
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
CSR Lab Confindustria - Luiss
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
CSR Lab Confindustria - Luiss
Il documento intende offrire delle linee guida di rendicontazione della Responsabilità Sociale d’Impresa per le PMI ottenuto attraverso l’individuazione di opportuni KPI di sostenibilità.
INDICE
Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
KPI di Sostenibilità per le PMIResponsabilità sociale d’impresa per le Piccole e Medie Imprese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9
Guida alla compilazioneLe tavole di Rendicontazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10Gli Indicatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11
Bilancio di sostenibilitàScheda Impresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16Scheda Governance e Struttura Organizzativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 17Le Tavole di Rendicontazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 18
GlossarioPMI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24CSR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24Sostenibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24KPI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24
Realizzatori del progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 25
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
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Alla realizzazione degli indici di rendicontazione, oltre a Pietro Guindani e Marina Miglio-rato, hanno collaborato: Giuseppe Conte, Laura Deitinger, Denise De Pasquale, AntonellaSabrina Florio, Sabina Ratti, Fulvio Rossi, Lorenzo Sacconi, Giuseppe Schlitzer, Caterina Tor-cia. Ringrazio tutti per il fattivo impegno. Un ringraziamento particolare al prof. SebastianoMaffettone e ai suoi ricercatori, Valentina Gentile e Domenico Melidoro, per il contributoscientifico al Laboratorio CSR Confindustria Luiss. Infine, ma non ultimo, il mio riconosci-mento a Luigi Paparoni, direttore di Piccola Industria di Confindustria, e a Martina Mon-delli per il supporto costante e competente al Gruppo di lavoro CSR.
CSR Lab Confindustria - LUISS: Responsabilità Sociale d’Impresa nelle PMI
PREMESSAdi Alessandro LaterzaPresidente Commissione Cultura di Confindustria
La IX Settimana della Cultura d’Impresa rientra tra le celebrazioni del Centenario di Confindu-stria. In un momento di enorme difficoltà per il sistema Paese è sembrato, talvolta, che fossequasi fuori luogo ripercorrere la storia secolare dell’organizzazione degli industriali. Ma un’indicazione diversa è stata espressa dalla Presidente Emma Marcegaglia: e dunqueil Centenario è stato il filo rosso che ha tenuto insieme tutti i principali eventi del calenda-rio confederale, solo alcuni dei quali sono stati specificamente dedicati alla ricorrenza.Chiave di volta di questa scelta è stata l’idea che, nei fatti, la memoria di una storia cosìlunga ha senso se fa da sostegno a una visione del futuro; se diventa l’esca per una narra-zione del sistema industriale che ha gli occhi volti a nuove sfide e obiettivi e non solo a unpur glorioso passato. Ecco perché il principale evento della Settimana della Cultura - il con-vegno sul “Quinto elemento” presso la nostra sede centrale - presenta proposte e linee dilavoro che hanno il sapore dell’operatività e della proposta culturale più che della rievo-cazione storica o del brain storming. In questa cornice, la Commissione Cultura di Confin-dustria, grazie a una preziosa mentorship tra le grandi e le piccole imprese, offre uno deifrutti più maturi della propria attività: la griglia degli indicatori di sostenibilità per le PMI.
Espressione del Gruppo di Lavoro sulla CSR coordinato da Pietro Guindani e dell’impegnocompetente di Marina Migliorato, questo strumento di rendicontazione è stato elaboratocon il supporto del Laboratorio CSR Confindustria Luiss ed approvato dalla Giunta confede-rale. Con i crismi dell’ufficialità viene ora messo all’attenzione del Punto di Contatto Nazionaledell’OCSE sulla CSR, presso la Direzione Generale per la Politica Industriale e la Competitivitàdel MiSE, e della Commissione Europea. Ma cosa altrettanto, se non più, importante viene“adottato” dal Consiglio Centrale Piccola Industria e dal Presidente Vincenzo Boccia - che rin-grazio per la grande sensibilità e attenzione dimostrate - perché venga diffuso in tutto il no-stro sistema e possa esser base di un confronto con l’ABI in materia di rating bancario. Dopouna lunga e attenta elaborazione progettuale gli indicatori di sostenibilità, così come in ognibuona azienda, “vanno in produzione” e prendono il largo confrontandosi con la realtà quo-tidiana delle imprese. Con il supporto di Piccola Industria queste linee guida saranno inoltreimplementate attraverso strumenti operativi. In un’Italia vessata dalla crisi economica e po-litica, il nostro vuole essere un concreto messaggio di fiducia in ciò che gli imprenditori sono,possono e vogliono essere: produttori di ricchezza e occupazione, ma anche protagonisti -per ciò che loro compete - della vita collettiva a livello territoriale e nazionale. Per festeggiare,appunto, i cento anni di Confindustria con gli occhi volti a nuove sfide ed obiettivi.
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
INTRODUZIONEdi Pietro GuindaniCoordinatore Gruppo di Lavoro CSR - Commissione Cultura di Confindustria
Questo documento è stato elaborato dal Gruppo di Lavoro Corporate Social Responsibilitydella Commissione Cultura di Confindustria. Lo scopo del documento è di offrire uno stru-mento di rendicontazione della Responsabilità Sociale di Impresa per le PMI, ottenuto at-traverso l’individuazione di opportuni indicatori di sostenibilità.
Ci si domanderà perchè proporre degli indicatori di sostenibilità per le PMI. Vi sono almenotre argomenti a favore:• la Responsabilità Sociale è oggi a pieno titolo parte della cultura di impresa in quanto
elemento intrinseco alla gestione aziendale;• è convinzione comune, basata sull’esperienza anche recente, che la sostenibilità è fat-
tore critico di successo e premessa per conseguire risultati durevolmente positivi nelmedio e lungo termine;
• impegnarsi in un esercizio di rendicontazione di sostenibilità è utile per tutte le im-prese, indipendentemente dalle dimensioni, sia per innescare un confronto ed elabo-rare un indirizzo circa le priorità rilevanti, sia per comunicare a tutte le terze partiinteressate i risultati raggiunti lungo questo percorso.
Se in linea di principio proporre degli indicatori di sostenibilità per le PMI è raccomanda-bile, non necessariamente scontato è l’iter verso la loro adozione volontaria. Innanzi tuttooccorre definire una base metodologica che eviti di “reinventare la ruota”; non si sente lanecessità di un nuovo esercizio definitorio in un campo dove si è già affermata una prassia livello internazionale e si è accumulata molta esperienza in aziende di grandi dimensioni,anche in Italia. Per questo motivo la proposta della commissione Cultura di Confindustriaper le PMI è basata sul solido fondamento dello standard GRI-G3 che abbraccia tutte leprincipali dimensioni della Responsabilità Sociale. L’adozione dello standard internazio-nale è garanzia di qualità, ma – al tempo stesso – può comportare, nella sua adozione, unimpegno lungo ed oneroso, non facilmente sopportabile da parte delle PMI. Di conse-guenza, anche basandoci sulle competenze di grandi imprese, che hanno già collaudato ivantaggi e le difficoltà della rendicontazione della Responsabilità Sociale, il Gruppo di La-voro ha, con il supporto scientifico dell’Università Luiss Guido Carli, realizzato uno schemaarticolato e flessibile, adattato per tenere conto della “scala” dimensionale e gestionale spe-cifica delle PMI. Questo sforzo di adattamento non è privo di rischi metodologici, in quantocomporta una selezione, secondo una logica costi/benefici, delle variabili ritenute più ri-levanti. L’orientamento a promuovere la diffusione della cultura della Responsabilità So-
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
ciale e della sua rendicontazione ci hanno convinto ad accettare questo rischio, più chegiustificato a fronte dei benefici derivanti dalla potenziale adesione del numero più ampiopossibile di imprese.
L’approccio descritto porta a focalizzarsi su 5 aree di interesse prioritario:• la “perfomance” economica;• le persone ed i rapporti di lavoro;• la responsabilità verso i clienti;• l’ambiente;• la comunità ed il territorio.
Queste 5 aree sottendono i cinque gruppi, o stakeholders, che rappresentano le terze parti piùrilevanti, ovvero gli azionisti, le persone che lavorano nelle imprese, i clienti, i cittadini, le isti-tuzioni e gli altri organismi sociali rilevanti nel contesto in cui l’impresa opera. Rispetto a cia-scuno di tali gruppi di stakeholders vengono identificati e definiti parametri significativi dellanatura dei rapporti che si instaurano con le PMI. Il percorso di definizione di tali parametri èestremamente formativo per l’evoluzione della cultura di impresa: è tramite questo percorsodi selezione che l’impresa acquisisce in modo esplicito la consapevolezza della propria in-fluenza e del proprio impatto sul contesto nel quale opera, secondo le dimensioni che lesono proprie. Al fine di rendere tale esercizio ancora più efficace, la metodologia suggerita èquella dell’autovalutazione, per “forzare” – se cosi’ si può dire – un approccio che metta alcentro l’impresa e ne metta in luce tutti i punti di contatto e di scambio con gli stakeholders.
Un’ultima considerazione sugli ulteriori vantaggi ipotizzabili a favore delle PMI nell’adot-tare un sistema di rendicontazione della Responsabilità Sociale. Partiamo dal presuppostoche una scelta di questo tipo sia evidenza di una cultura di impresa matura e di una qua-lità talmente elevata da andare oltre i confini, sebbene importantissimi, di una buona ge-stione aziendale. Siamo dell’opinione che un’impresa che dimostri questo tipo di sensibilitàsia un’impresa che ambisce all’”eccellenza” sotto tutti i profili. Per questo motivo la Com-missione Cultura ha promosso i meriti di questo approccio presso l’Associazione BancariaItaliana – ABI, come uno strumento aggiuntivo utile a misurare la qualità del “management”di un’impresa e quindi – in ultima analisi - anche il merito di credito dell’impresa stessa, al-meno in una prospettiva di medio-lungo termine.
Se anche solo una parte di quanto qui proposto troverà attuazione nei prossimi anni, potremodire di avere positivamente contribuito all’affermazione di una cultura di impresa più respon-sabile e dunque più autorevole verso tutte le dimensioni della nostra società. Ne sarà valso losforzo di impegnare le energie e le risorse di tutti, a cominciare da quelle del Gruppo di LavoroCSR, che Marina Migliorato ha saputo cosi’ ben guidare nel formulare questa proposta.
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KPI DI SOSTENIBILITÀ PER LE PMI
RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Perché parlare di sostenibilità per le PMI?Essere sostenibili, per un’impresa di qualsiasi dimensione, significa acquisire un vantaggiocompetitivo e ritrovarsi nelle migliori condizioni per vincere le sfide del mercato, in un si-stema economico in continua evoluzione. In passato si rispondeva alla domanda di mer-cato in ottica di prodotto, poi si è passati ad affrontare il mercato in una prospettiva diservizi ai consumatori. Oggi le nuove esigenze del mercato impongono di abbracciare unalogica nuova, che tenga conto di una più ampia platea di interlocutori e di portatori di in-teressi, rispetto ai quali l’impresa deve porsi in una posizione di “ascolto e collaborazione”.La sostenibilità consente alle imprese di acquisire consapevolezza e quindi comunicare piùefficacemente gli sforzi che vengono fatti per dare risposte adeguate ai vari interlocutoriin campo economico, sociale e ambientale.
Perché degli indicatori di sostenibilità?Le imprese più piccole, pur agendo secondo i principi della responsabilità sociale, spessonon riescono a rendicontare e comunicare all’esterno questi comportamenti, poiché glistrumenti esistenti validi per le grandi imprese non sono immediatamente applicabili allaloro realtà. Proprio in risposta all’esigenza di rendicontare gli aspetti di responsabilità so-ciale e sostenibilità per le PMI e, al contempo, valorizzarli, si è elaborata una griglia di au-tovalutazione, articolata attraverso opportuni KPI (Key Performance Indicators) individuatiseguendo lo standard di rendicontazione internazionale GRI-G3 generalmente già adottatodalle imprese più grandi. Gli indici di sostenibilità che vengono proposti intendono infatti offrire alle PMI uno stru-mento per poter rendicontare e, quindi, far emergere e rendere riconoscibile il propriocomportamento: un “report di sostenibilità” di facile compilazione, da poter affiancare inmaniera volontaria al bilancio di esercizio al fine di rendere conto di quelle attività che ca-ratterizzano e creano ulteriore valore all’attività d’impresa.I KPI sono definiti come indici che monitorano l’andamento di un processo aziendale. Inparticolare i “KPI di sostenibilità” permettono di andare oltre la valutazione dell’azienda intermini di bilancio d’esercizio, introducendo parametri di rendicontazione sia qualitativiche quantitativi. Attraverso i KPI di sostenibilità si riesce a rendere conto del proprio operato in termini di ac-countability, sostenibilità e, più in generale, di come si opera verso tutti i soggetti portatoridi interessi legittimi (dipendenti, clienti, ambiente, fornitori, comunità).
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
GUIDA ALLA COMPILAZIONE
LE TAVOLE DI RENDICONTAZIONELe tavole di rendicontazione contengono gli indicatori per autovalutare la propria impresarelativamente a 5 aree di interesse. Gli indicatori, preceduti da due schede identificativedell’azienda, sono stati inseriti in una griglia, studiata per guidare alla comprensione dellaCSR attraverso una spiegazione analitica e la definizione dei metodi di misurazione sia qua-litativi che quantitativi che si devono utilizzare. La griglia recepisce anche la distinzione tramicro, piccole e medie imprese.
Le schedeIl Bilancio di sostenibilità inizia con la “Scheda Impresa” e la “Scheda Governance e Strut-tura Organizzativa”, che consentono di fornire informazioni di tipo anagrafico, una primaanalisi dell’adesione ai principi della CSR e una visione di insieme sulla qualità del mana-gement e sulla governance dell’impresa. Una serie di informazioni utili a introdurre ed in-tegrare gli altri indicatori di sostenibilità. Seguono le 5 sezioni ritenute fondamentali per una rendicontazione sostenibile, e nel det-taglio: 1. performance economica;
2. persone e rapporti di lavoro;
3. responsabilità verso i clienti;
4. ambiente;
5. comunità e territorio.
Al loro interno, in quanto area trasversale alle altre, ci sono anche indicatori relativi ai “Di-ritti Umani” (questa tipologia di indicatori è riconoscibile dalla dicitura DU).
Descrizione delle sezioni Ogni sezione è composta da 5 colonne:• Area di riferimento della tavola;
• Indicatori sui quali concentrare l’attenzione;
• Informazioni sia di carattere qualitativo che quantitativo, nelle quali descrivere leazioni sostenibili messe in atto ed evidenziare con numeri, dati e percentuali le attivitàrealizzate. Per ciascun indicatore si richiede infatti non solo lo sforzo di descrivere le mi-sure adottate ma anche quello di fornire anche una loro quantificazione (esempio “nu-mero di …, costi sostenuti annualmente…”, etc.).
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
• Applicabilità attraverso la quale viene suggerito se l’indicatore è applicabile o meno aseconda della classe dimensionale dell’impresa (micro, piccola, media).
FIGURA 1: ESEMPIO DI STRUTTURA DI UNA TAVOLA
Aree Indicatori Misurazione Qualitativa Misurazione Quantitativa Applicabilità
µ P M
GLI INDICATORI
1. Performance EconomicaIn questa sezione l’impresa dovrebbe esplicitare alcune informazioni rivolte a valutare lasua performance economica diretta e indiretta. Nel dettaglio:
PE1: distribuzione del valore aggiunto. Si richiedono dati riguardanti la remunerazionequali quella del personale dipendente, quella della pubblica amministrazione, le liberalitàesterne ecc.
PE2: ricerca e sviluppo. Si richiede di descrivere le attività sviluppate in ricerca e innova-zione tenendo in considerazione anche quelle realizzate in maniera implicita. In terminiquantitativi è richiesto di stimare gli investimenti realizzati negli ultimi 5 anni e le risorseumane impiegate in questo ambito.
PE3: rapporto con i fornitori. Si dovrebbe indicare la tipologia delle relazioni con i fornitori(ad esempio la durata del rapporto con i fornitori principali, la tempistica dei pagamenti,le caratteristiche della catena delle forniture, l’appartenenza ad una rete ecc.). In terminiquantitativi è richiesto di segnalare la collocazione geografica dei fornitori e la percentualedi spesa concentrata su quelli locali.
DU1: l’indicatore si riferisce alle clausole sul rispetto dei diritti umani presenti nei contratti coni fornitori e con qualsiasi altra impresa operante all’estero. La misurazione quantitativa richiededi indicare la percentuale e il numero di accordi che includono clausole sui diritti umani.
2. Persone e rapporti di lavoro
In questa area andrebbero esplicitate informazioni che descrivono il rapporto tra l’impresae i dipendenti con contratto di lavoro subordinato, i lavoratori in contratto di sommini-strazione, gli stagisti, i rapporti di lavoro autonomo riconducibili nella parasubordinazione(collaboratori a progetto).L’area comprende 5 indicatori.
LA1: l’indicatore riguarda le politiche occupazionali.
L’indicatore quantitativo richiede di specificare il numero dei dipendenti assunti a tempoindeterminato, dei parasubordinati (co.co.pro), degli stagisti nonché dei lavoratori in con-tratto di somministrazione e la loro distribuzione territoriale. Si dovrebbe evidenziare anchela “job creation” dell’impresa degli ultimi 2 anni.
L’indicatore qualitativo richiede di descrivere le politiche occupazionali e le condizioni di la-voro, anche con riferimento al CCNL applicato e agli eventuali contratti integrativi.
LA2: l’indicatore riguarda le politiche e le pratiche di salute e sicurezza sul lavoro e chiededi rendere conto di eventuali azioni ulteriori di miglioramento rispetto agli obblighi nor-mativi in materia. La misurazione quantitativa chiede di indicare: i costi sostenuti per la manutenzione e la re-visione delle apparecchiature in uso ulteriori rispetto a quelli derivanti dalla normativa vi-gente; gli investimenti e i costi sostenuti annualmente in attrezzature e dispositivi per lasicurezza, la prevenzione degli incidenti sul lavoro, e messa in sicurezza degli edifici e dellestrutture, ulteriori rispetto alle disposizioni della normativa vigente.
Si chiede, altresì, di riportare gli indicatori specifici previsti dagli eventuali Sistemi di Ge-stione per la Salute e la Sicurezza sui luoghi di lavoro.
LA3: l’indicatore si riferisce alle iniziative di informazione in materia di salute e sicurezza sullavoro.La misurazione qualitativa richiede la descrizione di eventuali iniziative di informazioneper la prevenzione anti infortunistica e sanitaria ulteriori rispetto a quelle previste dalle di-sposizioni di legge.La misurazione quantitativa richiede l’indicazione dei costi sostenuti annualmente per le ini-ziative di informazione sulla prevenzione anti infortunistica e sanitaria in materia di sicurezzae dei costi sostenuti annualmente per la formazione sugli eventuali Sistemi di Gestione.
LA4: l’indicatore si riferisce alla formazione e alla crescita professionale dei dipendenti.
La misurazione qualitativa chiede di descrivere gli eventuali corsi di formazione rivolti ai di-pendenti, i risultati formativi conseguiti in tema di crescita professionale degli stessi e la for-mazione sugli eventuali SGSL.
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La misurazione quantitativa chiede di specificare il numero di dipendenti che hanno fre-quentato corsi di formazione o aziendali o esterni promossi dall’impresa, i costi sostenutiper la formazione dei dipendenti e il numero di assunti con contratto di apprendistato.
DU2: l’indicatore si riferisce alle iniziative a favore della “non discriminazione”.La misurazione qualitativa richiede di descrivere: la presenza di categorie protette e di si-tuazioni di diversità, le azioni volontarie messe in atto dall’impresa a favore della “non di-scriminazione”.La misurazione quantitativa richiede di indicare: a) il numero delle donne in organico, specificando il numero di quelle che hanno ruoli di-rigenziali;b) il numero degli immigrati presenti in organico specificando il numero di quelli che hannoincarichi dirigenziali;c) il numero di dipendenti appartenenti a categorie protette o deboli;d) l’eventuale numero di azioni intraprese a favore della “non discriminazione”.
3. Responsabilità verso i clientiGli indicatori da esplicitare in questa sezione sono rivolti a far emergere la qualità e la sicurezzadei prodotti offerti, il rapporto con i clienti, la propria strategia comunicativa. Nel dettaglio:
RC1: l’indicatore riguarda la qualità nella produzione e richiede di descrivere le eventualicertificazioni di qualità ottenute e elencare eventuali premi o riconoscimenti sia di livellonazionale che internazionale. La parte quantitativa richiede di specificare: la percentuale diattività dell’impresa (rispetto al volume di affari) che si svolge nel territorio di origine; lastima del valore monetario dei premi e riconoscimenti ottenuti.
RC2: l’indicatore concerne le attività messe in pratica per informare i clienti su servizi/pro-dotti offerti e richiede di descrivere le modalità di informazione utilizzate, il livello di tra-sparenza, le eventuali azioni sull’etichettatura. La misurazione quantitativa richiede di spe-cificare la percentuale di prodotti e servizi offerti che sono soggetti a requisiti informativi ei costi sostenuti annualmente in materia di informazione su salute e sicurezza dei prodotti.
RC3: l’indicatore riguarda la qualità nel servizio offerto ai clienti e richiede di descrivere ilsistema di gestione di customer satisfaction e di indicare se esistono strutture di supportoinformativo (ad esempio un help desk o altri tipi di sportelli informativi). La misurazionequantitativa chiede di indicare i dati ricavati da eventuali indagini di customer satisfactione la percentuale di clienti fidelizzati nel medio termine.
RC4: l’indicatore riguarda le attività di marketing e comunicazione svolte. Si dovrebbero de-scrivere le politiche e le pratiche adottate in materia, specificando la loro coerenza con iprincipi della trasparenza nei confronti dei consumatori. La misurazione quantitativa chiededi indicare i costi sostenuti per il marketing e la pubblicità.
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4. AmbienteIn quest’area si dovrebbero esplicitare informazioni relative alla tutela dell’ambiente, neldettaglio.
A1: analisi delle materie prime utilizzate. Si richiede di indicare la filosofia degli approvvi-gionamenti e degli impatti di tipo ambientale della propria attività e, nella parte quantita-tiva, la percentuale dei materiali utilizzati che derivano da materiale riciclato.
A2: efficienza energetica e riduzione dei consumi. Si richiede di descrivere le misure at-tuate per ridurre il consumo di risorse primarie (energia, acqua, ecc.) o per aumentare il ri-corso all’energia rinnovabile (ad esempio se le possibili iniziative di Audit Energetico o gliinterventi in materia di mobilità sostenibile realizzati). Nella parte quantitativa si dovreb-bero indicare i costi sostenuti ogni anno per acquistare tecnologie ad alta efficienza ener-getica, la percentuale o il volume complessivo dell’acqua riciclata e riutilizzata, la stimadella riduzione dei consumi derivanti da azioni di efficienza energetica.
A3: emissioni inquinanti nell’aria e sversamenti. Si dovrebbero descrivere le azioni messein atto per il contenimento e la riduzione delle emissioni inquinanti e, al contempo, quan-tificare le percentuali della riduzione degli inquinanti ottenuta con gli investimenti realiz-zati nel corso degli ultimi anni.
A4: gestione e smaltimento dei rifiuti. La parte qualitativa chiede di descrivere le azionicompiute dall’impresa per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti prodotti. La misurazionequantitativa chiede invece, di specificare il volume della raccolta differenziata e di indicarei diversi rifiuti prodotti per tipologia e metodo di smaltimento.
A5: l’indicatore concerne le ulteriori azioni rivolte alla tutela ambientale. Si dovrebbe de-scrivere l’organizzazione aziendale a presidio della gestione ambientale (per esempio, ilconseguimento di certificazioni ambientali, le consulenze ambientali utilizzate) assiemealle altre eventuali iniziative rivolte al rispetto dell’ambiente (ad esempio, produzione outilizzo di prodotti a basso impatto energetico, uso di biocombustibili, azioni per ridurrel’impatto del trasporto dei prodotti e materiali utilizzati o per lo spostamento del perso-nale). Nella parte quantitativa si dovrebbe fornire una stima degli investimenti realizzatiper proteggere l’ambiente, il numero di persone/ore-uomo dedicate a queste attività o lapercentuale di utilizzo dei materiali riciclati.
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5. Comunità e territorioIn questa sezione vengono evidenziate le relazioni dell’impresa con la Pubblica Ammini-strazione e la comunità territoriale. Nel dettaglio:
CT1: iniziative di liberalità. Si dovrebbero descrivere le attività di carattere sociale, culturale,benefico e ricreativo nelle quali l’impresa è coinvolta e, nella sezione quantitativa, indicarei costi sostenuti per finanziare queste attività.
CT2: assunzione di personale locale. Si richiede di indicare le procedure utilizzate dall’im-presa per assumere tali lavoratori fornendo anche una quantificazione sul loro numerocomplessivo.
CT3: relazioni con la PA e con la comunità locale. Si dovrebbero descrivere le principali re-lazioni in corso con la Pubblica Amministrazione e gli enti locali (ad esempio, tipologia dicontributi pubblici ricevuti, partecipazione ad iniziative a favore della legalità, azioni di reterivolte all’attrazione di talenti, eventuali rapporti con Università o centri di ricerca, ecc).Nella sezione quantitativa si dovrebbe indicare il totale dei contributi pubblici ricevuti, deicrediti vantati nei confronti della PA e il numero di azioni di networking svolte.
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BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
SCHEDA IMPRESA
Ragione Sociale
Anni di attività
Classe dimensionale Micro (µ) da 1 a 9 Piccole (P) da 10 a 49 Medie (M) da 50 a 250
Settore di appartenenza o principali prodotti o servizi
Clienti (numero)
Percentuale fatturato export
(ed eventuali ripartizioni territoriali significative)
Standard di responsabilitàsociale d’impresa
Codice Etico Si /No
Certificazioni possedute
Ambiente Diritti Umani
Altre
Emas
Si dal
……..…….
No
ISO 14001
Si dal
……….….
No
SA8000
Si dal
……………
No
Relazione Soc. di revisione Bilancio
Si dal
………..….
No
ISO 9000
Si dal
………….
No
eventuali altre certificazioni possedute
………………………………………………………………………………….
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SCHEDA GOVERNANCE E STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Sistema diamministrazione e
controllo
Indicare, se presente, il sistema di amministrazione e controllo della società:
Sistema tradizionale
Sistema monistico
Sistema dualistico
Forma giuridica
Indicare a quale categoria di quelle sotto indicate appartiene l’impresa, specificando nel campo seguente la tipologia (es. Società di capitali: S.r.l.):
Società di persone ………………………………………………………………
Società di capitali ………………………………………………..………………
Società cooperativa ………………………………………………………………
Indicare se ci sono stati dei cambiamenti di forma giuridica della società negli scorsi 5 anni d’attività, specificando la natura del cambiamento (es. S.r.l.S.p.a.):
Assettoproprietario
Numero dei soci: …..
L’impresa ha una proprietà di tipo familiare? si no
L’impresa appartiene a un gruppo di imprese? si no
Organo di gestione
Indicare il numero di componenti: Indicare il numero di componenti con deleghe operative: Indicare se il presidente dell’organo di gestione ha anche deleghe operative:
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GLOSSARIO
PMILa definizione di Piccole e Medie Imprese alla quale si fa riferimento è la seguente: “La ca-tegoria delle micro-imprese, delle piccole imprese, e delle medie imprese (PMI) è costituitada imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 mi-lioni di Euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera il 43 milioni di Euro” (Racco-mandazione 2003/361/CE e decreto ministeriale del 18 aprile 2005).Rientrano nella categoria delle piccole imprese quelle che hanno meno di 50 dipendentie il fatturato annuo o il totale di bilancio annuo non supera i 10 milioni di Euro e nella ca-tegoria delle microimprese quelle con meno di 10 dipendenti e il cui fatturato annuo o to-tale di bilancio non supera i 2 milioni di Euro.
CSRNegli ultimi quaranta anni la CSR (Corporate Social Responsibility, Responsabilità socialed’impresa) è stata oggetto di numerosi studi e dibattiti internazionali, al punto che nonesiste una definizione univoca. Ciononostante, pur nella divergenza di opinioni riguardoestensione e ambiti, è possibile affermare che con l’espressione CSR si fa riferimento aduna serie di azioni volontarie promosse dalle imprese volte all’integrazione di questioni dinatura sociale ed ambientale nelle propria attività economica e nei propri rapporti con leparti interessate. Si fa qui riferimento alla definizione di CSR dell’Unione Europea. La pre-sente definizione di CSR è largamente accettata in Italia e nel contesto Europeo. A tale proposito si veda http://ec.europa.eu/enterprise/csr/index_en.htm#
SostenibilitàIl principio di sostenibilità, Profit, People, Planet, esprime la capacità dell’impresa di gestirenel medio lungo periodo il bilanciamento della propria responsabilità di agire nell’areaeconomica nei rapporti verso la società e le persone e nella tutela ambientale e la lotta aicambiamenti climatici. Sostenibilità si fonda su tre pilastri:• efficienza come capacità di adattarsi ai cambiamenti del contesto in cui si opera;• equità nella gestione e redistribuzione delle risorse nonché nel trattamento di tutti gli
stakeholder aziendali;• ecologia come vincolo imprescindibile per uno sviluppo sostenibile fondato sulla tutela
dell’ambiente e sullo sfruttamento responsabile delle risorse.
KPII KPI (Key Performance Indicators) sono indici che servono a monitorare l’andamento dideterminati processi aziendali.
24
CSR Lab Confindustria - LUISS: Responsabilità Sociale d’Impresa nelle PMI
REALIZZATORI DEL PROGETTO
Commissione Cultura di Confindustria – Gruppo di lavoro CSR
La Commissione Cultura di Confindustria pone tra i suoi obiettivi l’approfondimento intel-lettuale dei temi connessi alla cultura imprenditoriale e all’individuazione di proposte ope-rative su argomenti prioritari per uno sviluppo economico duraturo, maturo e responsabile. La Commissione Cultura si articola in tre aree tematiche: Cultura d’Impresa, CSR e Impresae Beni Culturali. Ciascuna ha come fine la riflessione sulle condizioni e le possibilità di unosviluppo economico responsabile del nostro paese. In particolare, il sottogruppo CSR hacome finalità la promozione della responsabilità sociale e della sostenibilità.
CSR Lab Confindustria luiss: Laboratorio sulla Responsabilità Sociale d’ImpresaIl laboratorio è stato costituito dalla Commissione Cultura di Confindustria e si avvale dellacollaborazione di esponenti del mondo dell’imprenditoria (Gruppo di lavoro CSR dellaCommissione Cultura Confindustria) ed esponenti del mondo della ricerca (Ricercatori dellaCenter for Ethics and Global Politics della LUISS Guido Carli).
Center for Ethics and Global Politics della LUISS Guido Carli
Il Center for Ethics and Global Politics CEGP ex CERSDU Centro di Ricerca e Studi sui DirittiUmani, è un centro di ricerca internazionale diretto dal Professor Sebastiano Maffettonenato nel 2009 nel dipartimento di Scienze Storiche Socio Politiche della LUISS Guido Carli.Il CEGP nasce con l’obiettivo di offrire la possibilità di studiare e conoscere alcune dellequestioni etico-politiche centrali della nostra era.
Commissione Cultura di Confindustria
Presidente: Alessando Laterza
Commissione Cultura di Confindustria - Gruppo di lavoro CSR
Coordinatore: Pietro Guindani (Vodafone)
Sottogruppo di lavoro CSR LAB Confindustria - LUISS
Responsabile: Marina Migliorato (ENEL)
Componenti:Giuseppe Conte (Università Firenze)Laura Deitinger (Assoknowledge)Denise De Pasquale (Gruppo de Pasquale)
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Indicatori di sostenibilità per le PMI
Antonella Sabrina Florio (Anima) Martina Mondelli (Confindustria)Sabina Ratti (ENI)Fulvio Rossi (Terna)Lorenzo Sacconi (Università degli studi di Trento - EconomEtica)Giuseppe Schlitzer (Federazione ABI – ANIA) Caterina Torcia (Vodafone)
Coordinatore Scientifico del CEGPSebastiano Maffettone (LUISS)
Team Scientifico Valentina Gentile (LUISS)Domenico Melidoro (LUISS)
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CSR Lab Confindustria - LUISS: Responsabilità Sociale d’Impresa nelle PMI
Finito di stampare nel novembre 2010Impaginazione: D.effe comunicazione - Roma
Stampa: Vamagrafica srl - Ariccia (RM)