Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

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Dispensa di Digital Notes (P. I: 01614670493) e Denise Nicolini. Vietata la riproduzione e la vendita fuori del sito www.appuntiunipi.it Anatomia II Canale L-Z Prof: Ruffoli Autore: Denise

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Dispensa di Digital Notes (P. I: 01614670493) e Denise Nicolini. Vietata la riproduzione e la vendita fuori del sito www.appuntiunipi.it

Anatomia II

Canale L-Z

Prof: Ruffoli

Autore: Denise

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ANATOMIA 2

Prof. Ruffoli

Canale L-Z

1 MARZO 2010-03-01

ANATOMIA 2 Prof. Ruffoli

SVILUPPO DEL SISTEMA NERVOSO

VEDERE GOOGLE RUFFOLI, LA PRIMA VOCE

Ci sono i pomeriggi di lunedi dalle 14.30 alle 17.30

Domande esame:

• sistema nervoso periferico • Vascolare e base cranica • Sistema nervoso centrale • Organi di senso

Concetti embriologici:

origina dall’ectoderma, origina all’incirca 3 settimane, si forma doccia neurale, è importante perchè a volte ci sono difetti di chiusura.

Processo neurulazione:

parte dell’organogenesi nei vertebrati, inizia quando la notocorda induce lo strato di ectoderma a formare la placca, le pieghe e il tubo neurale. Questo ultimo si sviluppa nel snc.

Le diverse parti del tubo si formano tramite due differenti processi: neurulazione primaria e secondaria

La notocorda è una struttura negli embrioni, è flessibile e allungata negli embrioni è composta da cellule del mesoderma, nei vertebrati inferiori è permanente in quelli superiori è sostituito dalla colonna vertebrale, è presente sulla superficie ventrale del tubo neurale. Durante 3 settimana di vita fetale una banda longitudinale dell’ectoderma si ispessisce a formare la placca neurale. Poi la placca si incurva per fare solco neurale delimitato dalle pieghe neurali. Alla fine 3 settimane le pieghe fanno il tubo fondendosi tra loro a livello del futuro segmento cervicale del midollo spinale.

Tubo neurale ha 4 strati concentrici: uno ventricolare( zona ventricolare è la più vicina all’interno, sono cavità ventricolari perchè contengono liquido ma non tutte le cavità del snc hanno il liquido, in questa zona ventricolare ci sono cellule in mitosi progenitrici dei neuroni della microglia), una sub ventricolare( presenti pochi giorni nel midollo spinale, mesi nell’encefalo, neuroni e microglia del snc dà origine ai labbri rombici), una zona intermedia o mantellare ( dà origine a cellule di sostanza grigia del snc, neuroni che formeranno le lamine corticali che daranno origine alla corteccia cerebrale o cerebellare, detta mantellare perchè la

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corteccia è detta pallio ovvero mantello; ), zona marginale ( con poche cellule soprattutto assoni mielinizzati e non e microglia, zona più est).

Snc: in scatola cranica e midollo spinale si parla di snc; se è parte del snc nella scatola cranica è detta encefalo( contenuto nervoso della scatola cranica, parte del snc e non corrisponde con cervello; il cervello è parte del contenuto); midollo è nel canale vertebrale.

La cresta neurale è componente transitoria dell’ectoderma, è posta tra tubo e epiderma ( o tra i margini liberi delle pieghe). Le cellule della cresta sebbene siano pluripotenti esistono differenze: quelle della regione del tronco danno origine a melanociti e neuroni a cellule gliali del SN autonomo e quelle della regione cranica per derivati di origine mesenchimali( cartilagine osso tessuto connettivo). Le cellule della cresta migrano in tutto il corpo e si differenziano in diverse specie.

Neurulazione secondaria: tratto sacrale del midollo spinale si forma con processo leggermente diverso: tubo si è chiuso, si forma una cavità secondaria nell’ambito della massa cellulare a livello estremità caudale e tale processo e detto neurulazione secondaria. Il tubo si chiude non cm cerniera ma prima si chiude centralmente. Inizia la neurulazione secondaria con chiusura del neuro poro post durante stadio 12 ( 5 settimane) e termina alla stadio 17-20 ( 6-7 settimane); il Punto di chiusura corrisponde al futuro livello S 2. Durante questa fase si formano il tratto del midollo spinale caudale ad S2 e filum terminale( porzione caudale midollo spinale). Questo processo è specie specifico. Tubo neurale secondario si sviluppa per cavitazione della corda neurale lungo il suo asse centrale. Piccole cavità confluiscono a formare cavità più ampia, questo canale è continuo con il canale centrale del tubo neurale primario. La canalizzazione avviene cranio caudale. Questo processo è un processo di cavitazione in particolare della parte più distale del midollo spinale, è un processo diverso dalla neurulazione primaria.

Nel tubo neurale si formano due parti distinte:

Ectoderma in prossimità della superficie dorsale del tubo neurale e la notocorda vicina alla superficie ventrale producono molecole di segnale già nelle prime fasi dello sviluppo. L’organizzazione di queste cellule, lo spostamento di queste cellule non è a caso ma secondo meccanismi regolati finemente, ci sono gradienti molecolari e costringono le cellule di migrare in determinate parti. Gli opposti gradienti di concentrazione inducono nella parte ventrale e in quella dorsale del tubo neurale differenti modelli di sviluppo, nella 4° settimana compare il solco limitante: il solco che divide il tubo in parte anteriore e posteriore, è come se non ci volesse stare nessuno per le concentrazioni che portano in avanti o in dietro, cosi che il tubo diviso in 2 parti distinte, divide per tutta la loro lunghezza i futuri midollo spinale e tronco encefalico( fa seguito al midollo spinale) e scompare nell’adulto il solco. La sostanza grigia nella parte dorsale forma la lamina alare, quella ventrale forma la lamina basale. Da quella alare prendono origine le strutture correlate ai processi sensitivi da quella basale quelli correlati ai processi motori. Infatti nell’adulto la sostanza grigia nel midollo spinale può essere suddivisa in corna post e ant. Nello sviluppo la parte in dietro di natura sensitiva si accollano, si assottigliano e rimane un punto la cavità del tubo, è un sottile canalicolo, è la cavità centrale dell’ependima; la parte ventrale è lo sviluppo della parte midollare è quindi sostanza grigia per forza!!!!!

Il tubo neurale non è rettilineo: prima che i neuropori rostrale e caudale si chiudono, nella parte rostrale si formano rigonfiamenti detti: vescicole primarie; queste vescicole sono dette: pro encefalica ( è la prima), mesencefalica ( la seconda) e la rombo encefalica( ultima). Questi si sdoppiano nello sviluppo tranne la seconda, si formano quindi 5 vescicole secondarie!!!! Più precisamente dalla prima originano la vescicola telencefalica e diencefalica, dalla tele si formeranno gli emisferi cerebrali ( destro e sinistro) e dalla

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diencefalica il diencefalo; bisogna fermarsi qui per parlare dal cervello, se si va oltre a questa formazioni non si può dire cervello!!!!!!!! La mesencefalica è la parte più in alto del tronco encefalico, la prima parte del tronco encefalico dall’alto al basso, dalla romboencefalica si formano le vescicole secondarie metencefalica e mielencefalica, dalla metencefalica ha origine il ponte e il cervelletto e dalla mielencefalica il bulbo ( detto anche midollo allungato). Il tronco encefalico è la somma del mesencefalo metencefalo e mielencefalo.

Le flessure: tubo nn è rettilineo e le vescicole imponevano curvatura, durante sviluppo si hanno delle pieghe: esiste a livello mesencefalico la flessura cefalica o mesencefalica( qst persiste nell’adulto); flessura cervicale tra romboencefalo e midollo spinale, assente nell’adulto; flessura pontina tra metencefalo e mielencefalo, non persiste nell’adulto.

Analisi vescicole secondarie ( in senso caudo craniale):

non abbiamo lo stesso schema del midollo dove c’è parte ventrale e dorsale, siamo più in alto!!!! Parte dorsale tubo a livello ponte, anzi nel bulbo, non tende a fondersi ma ad aprirsi; sia a livello bulbare che pontino. C’è una parte aperta, le porzioni sensitive anzi di dare le corna post vanno lateralmente!!!!! Le parti motorie rimangono prossime alla linea mediana. Ancora più avanti nello sviluppo si tende a fare questa cosa!! Metencefalo: dà origine cervelletto e ponte; parte post del metencafalo dà il cervelletto e delimita cavità interna che è un ventricolo ( il quarto). In tutto i ventricoli sono 4 e le cavità all’interno del snc ci sono almeno 4 cavità. Dall’inizio del periodo 5-6 settimana la lamina cerebellare inizia proliferare intorno all’apertura e si fanno i labbri rombici( ispessimenti che si sviluppano dalle posizioni dorso lat della lamine alari), questi due labbri si fondono sulla linea mediana a formare la lamina cerebellare la quale copre il 4 ventricolo al di sotto del mesencefalo. Qua troviamo la scissura primaria: sarà espressione finale del punto di chiusura dei labbri rombici, primaria perchè è la prima che compare e rappresenta il punto di fusione. Il metencefalo a maggior ingrandimento è evidente lo stretto rapporto anatomico tra la lamina cerebellare ad il plesso corioideo presente sulla volta del 4 ventricolo. Il liquido a questo livello si fa in maniera particolare secondo parametri ben precisi che hanno a che fare poco con la pressione sanguigna.

ANATOMIA 2

Prof. Ruffoli

2 MARZO 2010-03-02

METENCEFALO

A maggior in gradimento è evidente lo stretto rapporto anatomico tra la lamina cerebellare ed il plesso corioideo presente sulla volta del 4 ventricolo.

LIBRI MARTIN O BAR, l’anastasi da usare solo per macro un po’ per periferico occhio e vascolarizzazione!!!!!!!

DIENCEFALO

Dal diencefalo si sviluppano il talamo l’ipotalamo il subtalamo e l’epitalamo. Struttura importante parte del sistema nervoso che si correla con neuroipofisi. Dalla vescicola diencefalica si sviluppa il diencefalo che è diviso nella 4 parti suddette. Crocevia tra totalità sistemi sensitivi e corteccia cerebrale il talamo, è

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l’interfaccia tra il sistema sensitivo e corteccia. Il SN integra i vari sistemi sensitivi, è una macchina plastica, se voglio portare informazioni sensitive( a parte vie olfattive) diretta alla corteccia non ci si va , si ferma nel talamo, è insieme di nuclei enorme!!! Integra queste informazioni e poi è lui che interagisce con corteccia che poi parla direttamente con talamo!!! Non si va direttamente nella corteccia, c’è un’interfaccia!! Altro elemento importante è il sub talamo e l’epitalamo; fa parte dell’ipotalamo l’epifisi, è una ghiandola endocrina importante: fa la melatonina che è importante nella minor o maggior quantità di luce, è prodotta di notte, non è che addormenta, regola i ritmi circadiani ed è regolata a sua volta da luce/ buio.

Neuroipofisi: origina da una estroflessione del pavimento del 3° ventricolo.

Adenoipofisi: estroflessione della volta della faringe primitiva ( tasca di rathke).

Insieme costituiscono l’ipofisi!!

TELENCEFALO

Dalla parte più rostrale del prosencefalo origina il telencefalo, che si accresce post e lat cosi da formare gli emisferi cerebrali, che saranno costituiti da sostanza grigia che li riveste sotto della quale c’è quella bianca e nell’ambito della bianca ci sono formazioni di sostanza grigia.

Nello sviluppo il diencefalo tende lentamente ad avvicinarsi e formano il terzo ventricolo.

Cavità interne che destino hanno degli emisferi cerebrali? Al termine sviluppo sono più ristrette, esiste comunicazione tra i ventricoli laterali, quelli degli emisferi cerebrali, e il terzo ventricolo, il liquido dei ventricoli è prodotto negli emisferi e l’assorbimento avviene all’esterno del snc. C’è una comunicazione tra questa cavità interna e l’esterno!!!! Produzione del liquido è continua, non gli importa della pressione sanguigna, continua a produrlo!!! Il liquido è ricambiato molto velocemente, moltissimo!!! Ha anche quindi una funzione trofica questo liquido!! Sennò non avrebbe senso ricambiarlo cosi tanto e disperdendo energia!!! Punto comunicazione importante: tra cavità del ventricolo laterale e il terzo ventricolo.

Ci sono due fori che permettono la comunicazione: fori interventricolari

Importanti questi fori: rappresentano la comunicazione!! Attraverso questo foro passa il plesso corioideo!! Nel 3° ventricolo il plesso corioideo è sul tetto!! Perchè lateralmente c’è il diencefalo, l’ipotalamo . . ., per il plesso ci deve essere solo la pia madre e il sangue!! Non può essere che sul tetto!!!

Con ulteriore sviluppo gli emisferi si accrescono andando a nascondere la superficie laterale del diencefalo, del mesencefalo e della parte rostrale del metencefalo. Proliferano verso davanti e indietro verso il basso. Corteccia è importante, si accresce molto e di spazio ne ha poco!! Ci devono essere per forza dei solchi, occupare meno spazio, è accrescimento forzato, tanto che è visibile solo un terzo della corteccia perchè il resto è nella profondità dei solchi. Iniziano quindi a presentare solchi e fessure.

Punti di riferimento per riconoscere parti della corteccia sono i solchi che aumentano di numero e di lunghezza. Non sono uguali per ogni individuo ma sono presenti comunque in tutti gli individui i solchi e cosi si riconoscono le varie aree.

ACCRESCIMENTO DEL MIDOLLO SPINALE

Colonna vertebrale e midollo spinale si accrescono con velocità diversa. La colonna ha velocità maggiore e questo significa che alla fine dello sviluppo c’è maggior sviluppo della colonna e minore del midollo. È una

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mancata discesa o comunque rallentata!!! La nascita del midollo è a livello di L3 poi risale a L2, ovvero la colonna si accresce e il midollo è più lento!! Per il prelievo del liquido si deve fare sotto L2 ovvero dove non c’è midollo spinale!! Sennò faccio danni se lo faccio prima!!

DIFETTI TUBO NEURALE

Molti difetti del midollo sn dati da chiusura anomala delle pieghe neurali tra la 3° e 4° settimana di gestazione.

Le anomalie che ne derivano possono coinvolgere meningi vertebre muscoli e cute.

ANAENCEFALIA: anomalia cefalica dovuta a difetto del tubo quando l’estremità craniale del tubo non si chiude correttamente, in genere tra il 23 e 26 giorno di gestazione ne consegue assenza della maggior parte dell’encefalo, del cranio e cute. I bambini con questa anomalia sono privi di proencefalo ovvero soprattutto degli emisferi cerebrali. Il resto dell’encefalo è spesso esposto, non rivestito da osso e cute.

Spina bifida: Il termine definisce i difetti del tubo che coinvolgono la regione spinale. Si tratta di una mancata fusione degli archi vertebrali che può interessare o meno il sottostante tessuto nervoso. Si ha quindi due processi spinosi!! Si distinguono due tipi diversi di spina bifida:

spina bifida occulta: difetto degli archi vertebrali che è ricoperto da cute senza interessamento del tessuto nervoso. Interessa la regione lombosacrale ( L4 o S1) ed è caratterizzata da un ciuffo di peli sulla cute sovrastante il difetto. Questo difetto colpisce il 10% di soggetti altrimenti normali. Difetto solo di chiusura!! Nn è un grave problema!!

Spina bifida cistica: anomalia in cui il tessuto nervoso e / o meningi protrudono attraverso un difetto di chiusura degli archi vertebrali e cute formando una struttura sacciforme. È presente a livello lombo sacrale. C’è protrusione piena di liquido.

In alcuni casi solo le meningi ,riempite di liquido, protrudono attraverso il difetto ( spina bifida con meningocele)

Spina bifida cistica può essere diagnosticata durante la gravidanza con ecografia e con determinazione dei livelli di alfa-fetoprotein ( AFP) nel sangue materno e nel liquido amniotico.

In altri casi anche il tessuto nervoso è presente nella protrusione sacciforme ( spina bifida con meningomielocele).

Talvolta le pieghe neurali non si sollevano nemmeno ma si presentano cm massa neurale appiattita ( spina bifida con mieloschisi o rachischisi), il tessuto nervoso è esposto senza fusione pieghe neurali. Idrocefalo accompagna quasi tutti i casi di spina bifida cistica.

Anatomia macroscopica del SNC

Midollo spinale: non va sotto corpo di L2. Inizia in corrispondenza del grande forame occipitale ovvero base cranica. Occupa la quasi totalità del canale vertebrale, la spazio dato dalla sovrapposizione vertebrale delimitato da archi e corpo vertebrale. Colonna non è rettilinea sul piano laterale: quindi il midollo segue le curve fisiologiche della colonna, ci sono meccanismi che preservano a livello spinale il contatto tra tessuto osseo e midollo. Stessa cosa vale per l’encefalo che non poggia direttamente sul piano osseo. C’è sempre un’intercapedine idraulica, struttura che impedisce il contatto diretto. In situazioni estreme i meccanismi si

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lacerano; il tessuto nervoso non è in contatto con il tessuto osseo, non poggia! I rapporti di vicinanza sono mediati da questa intercapedine, non poggia, è immerso dal liquido cefalorachidiano. Meningi delimitano il liquido che è intorno al midollo. Ma la meninge non è a contatto a livello spinale con l’osseo, a livello dell’encefalo si!! C’è tessuto adiposo molto fluido tra meningi e osso a livello spinale, per dare maggior mobilità e sicurezza. A livello encefalico il contenitore non può modificare la forma mentre a livello spinale si, non è deformabile scatola cranica. Midollo non ha diametro costante!! Non è uniforme, ci sono regioni più voluminose, una è nella porzione cervicale del midollo( rigonfiamento cervicale), a livello lombo sacrale c’è rigonfiamento lombare. Questi rigonfiamenti sono il significato di maggior presenza di fibre; perchè qua? In questi due livelli ci sono più fibre perchè serve innervare più cose ( per arto inferiore e per arto superiore)— maggior innervazione delle parti del nostro corpo!! Aumento di volume o di spessore delle fibre sono dati da: o c’è corpo cellulare che occupa più spazio e c’è una sinapsi oppure la somma delle 2.

Il midollo è da distinguere in vari segmenti o mielomeri: il midollo presenta porzione cervicale una seconda porzione più estesa toracica una lombare e alla fine la porzione sacrale. Quest’ultima si assottiglia facendo il cono midollare il cui apice non si estende sotto del corpo di L2.

ANATOMIA 2 3 MARZO 2010

Prof. Ruffoli

MACROSCOPICA

Midollo spinale nel segmento cervicale è diviso in 8 mielomeri(= vuol dire che da un mielomero nasce un nervo spinale), 12 a livello toracico, 5 a livello lombare, 5 a liv sacrale e 1 o 2 a livello coccigeo.

Il midollo è rivestito da pia madre aderisce intimamente al snc, anche dove non si vede visivamente, le parti nascoste. È un rivestimento partic la pia madre. Dà un aspetto particolare al midollo spinale : a livello spinale forma il lig ventri colato, servono qst lig per mantenere in sede il midollo nel movimento meccanico; il midollo spinale è rivest ulteriormente da altra meninge all’est ma nn cosi intimamente, qst è l’aracnoide; alla fine la più est di tutte che riveste tutto il snc è dura madre, connettivo molto resistente nn aderisce al piano osseo ( c’è lo spazio extra durale). Nello spazio extra durale c’è tessuto adiposo e plesso venoso vertebrale interno: è funzionalmente analogo ai seni venosi della dura madre (= che accoglie sangue fatto da pia madre).

Superficie esterna del midollo spinale:

dall’est non ha struttura omogenea ma c’è grande fessura e solchi. Partiamo dalla linea mediana: sulla linea mediana ha prof fessura che si estende per tutta la lunghezza midollo: fessura mediana anteriore, è fessura perkè si approfonda nel midollo per circa 1/3 del suo diametro; più lateralmente per tutta lunghezza midollo c’è solco a destra e a sinistra: solchi laterali ant. Sono importanti questi due solchi perchè vedo l’origine apparente di serie fibre nervose lungo il solco che altro non sono la radice anteriore del nervo spinale ( sono in realtà radicole che si uniscono per dare luogo alle radici anteriori del nervo spinale). Questa radice è di natura motoria. Sempre più latermente ci sono altri 2 solchi e sono i solchi lat post nella quale vedo origine apparente radicole post del nervo spinale che poi daranno origine alla radice posteriore del nervo spinale, questa radice però è di natura sensitiva. In corrispondenza radice post del nervo spinale c’è rigonfiamento che costituisce il ganglio spinale: sede cellule pseudo bipolari a T, e questa è un informazione per confermare ke sono radici sensitive. L’origine reale della radice anteriore è in corrispondenza del corno ant del midollo ant. Post non trovo una fessura mediana post ma c’è un solco mediano post: non si approfonda quanto fessura. I solchi e le fessure permettono di capire: vedo che nel

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midollo c’è sostanza bianca e grigia, se faccio una sezione trasversa del midollo vedo ke grossolanamente vedo sostanza grigia disposta ad H e sostanza bianca circostante: questo permette di distinguere tramite i solchi una serie di cordoni di sostanza bianca dall’alto al basso e viceversa dal centro alla periferia e viceversa, si possono distinguere i cordoni in: 2 anteriori 2 laterali e 2 post prendendo in riferimento i solchi.

Sost grigia:

questa H rivestita da sostanza bianca presenta 2 corna anteriori e due post e porzione trasversale che va da una parte all’altra detta commessura grigia. Nel corno anteriore ci sono i corpi cellulari dei moto neuroni: origine reale della radice ant.

Nel corno post ci sono strutture di natura sensitiva; si chiama commessura grigia perkè è di sostanza grigia commessura perkè vanno da una lato all’altro.

Macroscopicamente vedo nel midollo: radicole. I cordoni post di sostanza grigia: nella parte post del segmento cervicale fino alla prima metà del segmento toracico il cordone post è diviso in due fascicoli: questo si vede man mano che si sale, è un solco intermedio post. Ho cosi uno mediale più ristretto detto fascicolo gracile, uno lat o fascicolo cuneato. Questi due fascicoli nell’insieme fanno nel segmento cervicale e alto toracico il cordone post.

Perchè sono presenti solo qui??? A cosa servono???

Se seguo il gracile verso basso è presente per tutta lunghezza midollo spinale, proviene da segmento lombare e sacrale; quello laterale se vado in basso è solo qui. Infatti man mano che si va verso alto si aggiungono le fibre sensitive dell’arto superiore e della parte alta del torace a quelle provenienti da arto inferiore e parte bassa tronco.

Gracile: fibre sensitive provengono da arto inferiore e parte inferiore tronco

Cuneato: arto superiore e parte alta tronco

Sensibilità della testa non viene da midollo spinale, si parla della sensibilità da collo in giù!!!!

Questo è l’unico elemento di disposizione precisa in cui le parti più caudali sono disposti più medialmente e quelli più craniali lateralmente. In tutto il resto avviene precisamente il contrario!!!!!!! Questa è unica eccezione!!!!

Radici nervi spinali nei segmenti più craniali hanno foro intervertebrale vicino, su stesso livello: per uscire è necessario il foro per i normalissimi nervi spinali. Passo per il foro quindi, le fibre che escono si mischiano tra di loro per fare il nervo e sono nervi misti!! Nei primi segmento cervicale il foro è vicino, a causa della crescita della colonna più si va nei segmenti inferiori il foro è più lontano deve fare più strada per uscire!! Succede quindi che sotto L2 non c’è più midollo ma ci sono solo le radici dei nervi spinali anteriori e posteriori: questa è la CAUDA EQUINA: radici più caudali che escono al di sotto di L2.

ENCEFALO

nervi encefalici: originano dall’encefalo, quelli spinali dal midollo

prima porzione chee fa seguito midollo è detto tronco encefalico

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tronco costituito da: bulbo ponte e mesencefalo

il tronco è connesso al cervelletto.

Bulbo: dall’ avanti lat e poi indietro: nasce da grande forame occipitale e termina in corrispondenza solco detto bulbo pontino: punto repere importante perchè lungo il solco c’è origine apparente serie di nervi, si vede bene su faccia ventrale e lat del bulbo, non si vede dal dietro( per motivi ontogenetici). Sulla linea mediana c’è prosecuzione verso alto della fessura medio anteriore che termina nel solco bulbo pontino. Qua nella parte caudale bulbo c’è decussazione delle piramidi o incrociamento delle piramidi, rappresenta il tronco fibre che partono dal corpo cellulare gli assoni si incrociano poi terminano chissà dove ma non escono da snc ci sarà sinapsi con moto neurone che porterà l’informazione. Perdo motilità distale degli arti con lacerazione incrociamento. Lateralmente alla fessura in corrispondenza al cordone anteriore midollo ci sono 2 rigonfiamenti. Questa regione è detta piramide bulbare data da fascio cortico spinale che sta discendendo nel sottostante fascio cortico spinale. ancora più lat alla piramide c’è origine apparente del primo nervo encefalico ed è il 12° paio dei nervi encefalici in quanto è il primo ma dal basso ( nervo ipoglosso, per muscoli lingua)---è di natura motoria. Più lat vedo altro rilievo detto oliva bulbare, molto più prominente piramidi, siamo in corrispondenza solco laterale se ci fosse midollo. Qua sotto c’è gruppo di neuroni organizzati in nuclei diversi funzionalmente con ruoli analoghi e lo chiameremo complesso olivare inferiore. Ancora più indietro verso linea mediana vedo origine apparente serie di nervi encefalici: sono rispettivamente l’accessorio ( 11°), glossofaringeo(9°) e vago( 10°). Questi originano da solco detto dei nervi misti, questi tre escono da un foro. Faccia post non si vede: devo togliere il cervelletto e vedo una superficie romboidale piatta. Vediamo la parte inferiore che assomiglia al midollo: prosecuzione verso l’alto del gracile e cuneato terminano in due rispettivi tubercoli: tubercolo gracile e cuneato. Questi sono dati dai rispettivi nuclei gracile e cuneato che sono sotto, ci sono due raggruppamenti nucleari. Le fibre sensitive che entrano nel midollo fanno tappa, prima del talamo, in questa regione, fanno sinapsi con corpi cellulari che fanno i due nuclei. Parte superiore parte post bulbo: struttura a forma di rombo che prosegue nel ponte. Nn è sullo stesso piano, ma è affossato è detta fosse romboidale: questa parte ricorda insieme alla faccia post ponte costituisce una struttura romboidale della fossa romboidale ma che va conosciuta cm pavimento del 4 ventricolo: questa è un’evoluzione finale della cavità neuronale del tubo neuronale. Togliendo il cervelletto abbiamo tolto quindi la volta del 4 ventricolo. Quindi abbiamo sezionato il collegamento tra il tronco e cervelletto, ovvero abbiamo sezionato i peduncoli cerebellari: il cervelletto è collegato al tronco mediante 3 paia di peduncoli. Se fossero stai meno dovevo dire che è collegato con parte del tronco perchè il tronco è costituito da 3 parti e quindi 3 paia di peduncoli( inferiore = bulbare, medio = pontino, superiore = mesencefalico). Vedo in questa superficie rilievi in cui sotto ci sono nuclei.

Ponte: abbiamo già descritto la parete post. Anteriormente su linea mediana c’è doccia detta basilare, verticale al davanti della quale c’è arteria basilare, NN CI POGGIA!!!!!!!!!!! La doccia non è conseguenza dell’arteria. Lat troviamo la fascia del ponte e ancora più lateralmente ci sono i peduncoli cerebellari medi. Il confine con la fascia del ponte è il nervo trigemino ( 5° paio)-----questo nervo ha due origini, ha grossa componente sensitiva e una motoria ed è l’unico dei nervi encefalici ad avere una componente somatica per la testa. Altri nervi importanti il 6° 7° 8° originano: in corrispondenza del solco bulbopontino al di sopra piramide bulbare per il 6° ( nervo abducente, innerva uno dei 6 muscoli estrinseci dell’occhio ovvero il muscolo retto lat); 7° e 8° sempre in corrispondenza solco ma la parte terminale( rispettivamente n. facciale e vestibolo cocleare), proprio al di sopra dell’origine del glossofaringeo.

ANATOMIA 2

Prof. Ruffoli 8 MARZO 2010-03-08

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MESENCEFALO

Regione che va da ponte verso alto ci sono i peduncoli cerebrali. Tra i due peduncoli nel mezzo ventralmente: depressione dette fossa interpeduncolare e qui posso apprezzare origine apparente 3° paio nervi encefalici ( = nervo oculomotore). Il 4° paio( =trocleare) è unico nervo che ha origine apparente dorsalmente!!!!! In questa fossa ci sono forellini, è la sostanza perforata post, è nella profondità della fossa; da qui passano vasi profondi, centrali: sono vasi che originano da primo tratto della cerebrale post, è detto questo gruppo di arteriole peduncolo retro mammillare. Questo peduncolo si suddivide in più parti ma lo vedremo più avanti. Verso l’indietro vedo formazione costituita da 4 rilievi: è la faccia dorsale del mesencefalo!!! Questa formazione è lamina quadrigemina: costituito da 4 rilievi rotondeggianti, 2 superiori e 2 inferiori, detti tubercoli quadrig o collicoli superiore e inf. Sotto questi rilievi ci sono formazioni nervose, formazioni correlate rispettivamente alle vie visive (quelli superiori) e uditive ( quelli inferiori). Sotto il tubercolo quadrigolare inferiore c’è l’origine apparente del 4° paio nervi encefalici ( per muscolatura estrinseca dell’occhio, è il terzo nervo, questo nervo innerva l’obliquo superiore solamente, detto trocleare perchè questo muscolo innervato ha decorso particolare: si piega dentro anello fibroso che è una troclea). Tutti gli altri muscoli innervati da oculo motore e abducente!!! Questo nervo deve arrivare in cavità orbitaria, questo ovviamente ha decorso più lungo di tutti essendo post!!!!!

Tra i due peduncoli cerebellari superiore e inferiore ci sono dei veli tesi tra loro detti midollari, il velo inferiore è quella regione dove rimangono i presupposti in cui solo qua c’è la possibilità di sviluppo dei plessi coroidei ( nell’embriologia).

Sezione di mesencefalo: due piani di sezione = sezione fatta in corrispondenza di un segmento più caudale: vedo due peduncoli e un foro detto acquedotto mesencefalico o del silvio che rappresenta la cavità interna nel snc che appartiene al mesencefalo e mette in comunicazione il 3 al 4 ventricolo.

Del mesencefalo si parla distinguono in 3 parti: una post che spetta alla lamina quadrigolare ( chiamata anche tetto del mesencefalo), poi al davanti abbiamo il peduncolo cerebrale che però bisogna distinguere in 2 porzioni e il punto di riferimento per la divisione è la sostanza nera; si divide quindi in una parte anteriore detta piede del peduncolo cerebrale e corrisponde morfologicamente alla porzione di peduncolo che è al davanti della sostanza nera, ciò che sta dietro al piede fino a fermarsi in corrispondenza della lamina è detto tegmento o callotta del mesencefalo. Nella parte anteriore del bulbo( parte basilare) ci decorre fascio motorio raffinato per la motilità distale degli arti, anche nel ponte troviamo nuclei basilari, guarda caso tutto quello che è davanti si chiama basilare, infatti troviamo nel mesencefalo in piede; nel piede del mesencefalo decorrono fasci discendenti ke sono i più evoluti, nella callotta troviamo ad esempio il nucleo rosso, la sostanza nera ( importanti nuclei motori). Per quanto riguarda nuclei sensitivi intorno all’acquedotto c’è un raggruppamento di sostanza grigia detta periacqueduttale ( o il grigio), è importante perchè è l’area che controlla la sensibilità nei dolori.

CERVELLETTO

Il cervelletto è centro integrazione motoria: capacità di dare informazioni utili per movimento coordinato, preciso fluido. Ha aspetto particolare. È implicato anche nelle funzioni di ordine superiori: funzioni di elaborare situazione in quel momento e coordinare il giusto comportamento da adottare, valuta le azioni rispetto al contesto. Su superficie esterna c’è solco primario ed è punto di riferimento per dividere lobo post e anteriormente, è soprattutto nella parte superiore. Ha parti lat molto sviluppate, convesse che sono gli emisferi cerebellari, corrispondenza alle fosse cerebrali dell’occipitale. Porzione centrale, tra le due parti laterali, è detta verme, formazione impari mediana. Basta questo per la suddivisione del cervelletto. Punto

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più alto della volta 4° ventricolo: 4 ventricolo si immagina come tenda da campeggio e ha forma a base di rombo, parte impermeabile è pavimento del ventricolo, il piano non è liscio , poi la parte centrale si tira su, con questa parte che tiro su rendo reale la cavità, il velo sopra è il midollare superiore e quello sotto è quello inferiore . Parte centrale c’è verme e due emisferi laterali, nel verme troviamo anche lobo flocculonodulare: costituito da porzione centrale il nodulo e due laterali i flocculi; il nodulo è parte del verme e i flocculi parte degli emisferi. Si può suddividere cervelletto in più parti: in 3: suddiviso secondo criteri funzionali e filogenetico. Il primo è quello fondamentale!!!! Suddivisione in Archicerebello palo cerebello e neocerebello: per il criterio filogenetico. Classificazione per criterio funzionale: vestibolo cerebello spino cerebello pontocerebello. Nn sono da comparare le due suddivisioni, l’uno non corrisponde esattamente all’altro. Vestibolo: corrisponde al lobo flocculonodulare a grandi linee, però c’è anche parte piccola detta uvula che fa parte del verme e del vestibolo ( deputato all’equilibrio). Spino: gran parte verme ( senza il lobo flocc ovviamente) e delle regioni paravermiane, queste regioni sono quelle degli emisferi che sono in vicinanza del verme (prende lo spino informazioni per coordinazione motoria volontaria dal midollo). Gran parte emisferi fanno parte del ponto e corrisponde a grandi linee al neocerebello, ma non corrispondono!!!! Non sono sinonimi!!!!! Ponto perchè questa parte riceve informazioni da strutture che sono nel ponte, e questi nuclei sono quelli pontini: basilari del ponte. La gran parte del snc che non direttamente ma tramite i nuclei pontini invia informazioni al cervelletto è la corteccia cerebrale, nn comunica direttamente per questo non c’è un cerebre cerebello ma un pontocerbellare!!!!!!!!!

DIENCEFALO

Diviso in 4 parti. Superficialmente vedo: ipofisi, al diencefalo appartiene la neuroipofisi che ha origine nervosa, dietro l’infundibolo, parte della neuroipofisi, trovo i corpi mammillari che fanno parte dell’ipotalamo, importante perchè fanno parte del sistema circuitale nervoso importante che è alla base del mantenimento di tracce mnemoniche. Al davanti c’è una struttura a X che fa il 2 paio nervi ( vie ottiche a partire della retina fanno parte del diencefalo, è nervo ottico è di origine diene; il nervo ottico proviene da cavità orbitaria ha suo canale apposito per uscire ed entrare in cavità cranica. Si suddivide il nervo proprio per regione che attraversa). Chiasma ottico: formazione che fa seguito al nervo ottico, questo chiasma è l’incrociamento su linea mediana del 50% delle fibre del nervo ottico. A questo chiasma fanno seguito i due tratti ottici che vanno a finire ( sono fibre per metà di un nervo e metà dell’altro) al talamo( al corpo genicolato laterale). Quando si dice il 50% delle fibre si intende: si incrociano le fibre provenienti dalle metà nasali della retina, la retina la divido in due: una nasale e temporale. Con retina parte temporale vedo parte mediale, con quella nasale vede la parte laterale, in ciascun tratto ottico ricevo informazioni del campo visivo contro laterale. Ho una parte centrale bioculare quindi!!!!! Riduzione campo visivo laterale per compressione dell’ipofisi la parte adenoipofisi: comprime chiasma ottico, parte laterale deputata alla parte mediale della retina.

Al’epitalamo appartiene l’epifisi e strutture ad essa correlate .L’epifisi è fondamentale per produzione di melatonina indispensabile per la regolazione ritmi cardiali.

TELENCEFALO

Vedo rinencefalo: non è qualcosa di diverso del telencefalo, parte del telencefalo correlata con vie olfattive, primo paio nervi en ( nervo olfattivo di origine telencefalica). Disturbi olfattivi rappresentano talvolta i primi indizi di malattia neuro degenerativa. Delle vie olfattive vedo: struttura fatta a bulbo: bulbo olfattivo che è al di sopra della lamina cribrosa dell’etmoide, il nervo olfattivo è costituito da assoni dei neuroni olfattivi, questi neuroni sono nella mucosa olfattiva, questi neuroni hanno dendride specializzato e un ciuffo, è il neurone stesso che fa da recettore, è un’eccezione!!!!!! L’assone attraversa lamina cribrosa etmoide e fa

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sinapsi con cellule del bulbo olfattivo e da qui prosegue nel tratto olfattivo e si porta verso sostanza perforata ant. Il bulbo olfattivo fanno seguito il tratto olfattivo e si divide in stria olfattiva lat e una mediale, tra le due la sostanza nervosa appare forellata: è la sostanza perforata anteriore: anche attraverso questa passano dei vasi centrali. La sostanza perforata dà passaggio a vasi ke vengono da arteria cerebrale media e anteriore.

Superfici sono tre:

• laterale o convessa (in alto) • mediale( più vicina alla linea mediana) • inferiore

Margini: superiore separa faccia concessa da mediale è il più importante

Vedo serie di solchi e corteccia tra essi ke mi fa circonvoluzioni o giri

I solchi divisi in primari secondari terziari . . .

Quelli primari sono detti scissure.

Le scissure sono 5: centrale o di rolando, laterale o di silvio, parieto occipitale, calcarina, limbica.

Queste scissure permettono di poter separa e distinguono tra di loro i lobi nei quali deve essere suddiviso un emisfero cerebrale e/o poter localizzare aree funzionali ben precise.

ANATOMIA 2 Prof. Ruffoli

8 marzo 2010-03-08 POMERIGGIO

SCISSURE

Laterale o di silvio: si porta in prossimità della sostanza perforata anteriore, va in alto e lateralmente per andare a essere evidente sulla faccia convessa dove ha maggior espansione. Termina nell’ambito lobo parietale. Questa scissura mi distingue, mi separa lobo temporale che sta sotto dal parietale che sta sopra. Intorno a questa regione, nell’ambito frontale parietale e frontale, c’è regione Wernicke( legata al linguaggio). Frontale e parietale si può suddividere secondo scissura di rolando = è sulla faccia mediale del emisfero laterale sul margine superiore, va in basso e in avanti fino quasi a raggiungere scissura laterale, separa lobo frontale che è davanti al parietale che sta dietro. Altro elemento importante: circonvoluzione davanti a quest’ultima scissura è la circonvoluzione prerolandica o precentrale ( è l’area motoria primaria, nominata con il numero 4 di broadmann). Se vado dietro a questa scissura vado nella circonvoluzione posteriore centrale o post rolandica e corrisponde all’area somestesica primaria ( corrisponde all’area 3 -1- 2). Altra scissura è sulla faccia mediale dell’emisfero e poi va verso la faccia convessa: è la parieto occipitale, separa il lobo occipitale dal parietale. Altra scissura calcarina si sviluppa su faccia mediale lobo occipitale non separa lobo da un altro: è importante perchè in sua prossimità c’è corteccia per noi funzionalmente importante: si localizza area visiva primaria tra labbro superiore e inferiormente della scissura calcarina( area 17). Altra scissura è la limbica: delimita lobo limbico. Altro lobo che si aggiunge a questi 5 nominati è qll nascosto o dell’insula. La limbica si compone di tre solchi, 2 sulla faccia mediale e

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sono il solco sotto frontale e sotto parietale, uno e sulla faccia inferiore ed è il solco collaterale. Questa scissura delimita quella che è la corteccia che appartiene al lobo limbico. Solco sotto frontale: ha andamento curvilineo,segue il corpo calloso, insieme di sostanza bianca, è organo costituito da fibre che vanno da un lato all’altro, è un organo commessurale, importante per correlazioni funzionali destra e sinistra. Il decorso di questo solco, è parallelo al corpo calloso ma poi piega verso alto e raggiunge il margine superiore e lo fa sempre dopo che ha oltrepassato andando verso l’indietro la scissura centrale. Il solco collaterale separa il temporale e quello dell’insula.

LOBI

• Lobo frontale • Lobo parietale • Lobo occipitale • Lobo temporale, è laterale al solco collaterale

Rimane parte centrale tra tutti questi lobi: è il lobo limbico------si costituisce su faccia mediale da circonvoluzione del cingolo, tra solco sottofrontale, sottoparietale e corpo calloso, chiamata del cingolo perchè è la parte che sta sopra alla sostanza bianca del cingolo.

Lobo dell’insula: sulla faccia inferiore è costituito da circonvoluzione paraippocampica, parte che è più medialmente al solco collaterale. Per vederla devo divaricare la scissura del silvio e togliere tutto il contenuto. È nella profondità!!!

Corpo calloso: rostro del corpo calloso, porzione anteriore è il ginocchio del corpo calloso, tronco è la maggior parte più estesa, parte post è detta splenio. Ciascuna di queste regioni sono l’insieme di fibre di scambio, poste trasversalmente. Frontalmente è un lamina, ma invece è un ventaglio esteso di fibre.

BASE CRANICA

Come si suddivide la scatola cranica?

Fosse antariore, posteriore e media. Sono su tre piani diversi: è più in alto la fossa anteriore, la media della post.

Confine: fossa anteriore = confine post: piccolo rilievo : tubercolo del chiasma, troviamo poi i processi clinoidei anteriori, lateralmente il margine è margine post della piccola ala dello sfenoide. Dietro questa c’è la media: margine post è lamina quadrilatera o dorso della sella, lateralmente e indietro il margine post corrisponde al margine superiore e post della rocca petrosa ( o piramide del temporale).

Al di dietro di questo limite: fossa cranica post: si estende fino ai solchi che si trova su faccia interna del lobo occipitale che sono i due solchi trasversi. È quello che si chiamerà seno trasverso: c’è la dura madre che si inserisce e si sdoppia facendo uno dei seni della dura madre che è quello trasverso.

FOSSA CRANICA ANTERIORE: parto da linea mediana trovo: etmoide precisamente la crista galli e qua origina un setto di dura madre: la falce cerebrale, setto impari mediano che ha il margine aderente che parte da crista galli e segue volta cranica e termina sulla protuberanza occipitale est. Poi incontriamo lamina cribrosa passano gli assoni dei neuroni olfattivi, più indietro c’è solco del chiasmo ottico dove si localizza il chiasma ottico e poi ci sono i solchi del nervo ottico dai quali entrano i nervi e l’arteria oftalmica. Lateralmente alla lamina ci sono bozze orbitarie del frontale.

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FOSSA CRANICA MEDIA: margine a forma a clessidra, su linea mediana c’è sella turcica con fossa ipofisaria completata dorsalmente dalla lamina quadriangolare; lateralmente ci sono aperture: sotto piccola ala dello sfenoide c’è fessura orbitale superiore dal quale ci passano le vene oftalmiche, il terzo paio di nervi che innerva i muscoli elevatori della palpebra superiore e tre retti dei quatto muscoli dell’occhio. Passa il trocleare che innerva obliquo interno, il trigemino in particolare l’oftalmico, spetta sensibilità generale del contenuto cavità orbitaria,l’abducente per il muscolo retto laterale. Su apice rocca c’è impronta trigeminale, perchè qua si localizza il ganglio semilunare o trigeminale o di gasser, accolto dallo sdoppiamento della dura madre detto cavo di mekel. Un’altra apertura è il foro rotondo da quale esce da scatola cranica la branca mascellare del trigemino che va verso la fossa pterigopalatina. Poi deve uscire il mandibolare attraverso il foro ovale e va nella fossa infratemporale. Foro piccolo rotondo o spinoso e attraverso questo entrano formazioni nervose e vascolari: nervo ricorrente o spinoso, innerva gran parte delle meningi, entrano i vasi meningei medi. Troviamo l’ orificio interno dell’orifizio carotico: entra carotide interna. Seno cavernoso della dura madre è attraversato da formazioni nervose e vascolari è in corrispondenza della doccia carotidea. Troviamo il foro lacero anteriore in cui ci passano il nervo grande e piccolo petroso superficiale derivanti dal 7 e dal 9 paio dei nervi encefalici. Sulla parte laterale della rocca petrosa c’è parte che si assottiglia: c’è tegmen timpani corrispondenza alla volta della cassa del timpano. Orifizio accessorio dello iato facciale e iato del nervo facciale dove passano i due nervi petrosi. Eminenza arcuata si trova sulla parte superiore della rocca petrosa, data dal sottostante apparato vestibolare, costituito da queste formazioni: otricolo, tre canali semicircolari ( quello superiore si rende evidente con l’eminenza arcuata) e sacculo.

FOSSA CRANICA POSTERIORE: vedo il grande forame occipitale in cui passa il tronco encefalico, il n. accessorio, vasi, meningi,.. Sulla linea mediana c’è: il clivo ( tra il ponte e questo ultimo c’è lo spazio sub aracnoideo in parte). Più lateralmente trovo la parete posteriore della rocca petrosa in cui ci sono tre aperture:

1. Meato acustico interno, ci transita il 7° e 8° paio ( = vestibolo cocleare non è l’acustico o lo stato acustico perkè trasporta informazioni dall’orecchio interno ( dalla chiocciola) e dall’apparato stato cinetico; quindi oltre a componente statica c’è anche quello dinamica). Ci passa anche il 7° per l’esistenza del foro sottomastoideo ( tra il processo mastoideo e lo stiloideo). Ci passa anche l’a. labirintica in questo foro detta anche uditiva interna.

2. Il foro lacero post detto giugulare in cui ci passano tre nervi: il 9°, il 10°, 11° insieme alla vena giugulare interna ( dove nasce). Il solco trasverso si continua con il sigmoideo ( dove troverò un altro seno detto sigmoideo della da madre) che si porta al foro lacero post.

3. Un altro foro si trova sopra il processo condiloideo dell’occipitale ed è l’entrata per il canale dell’ipoglosso ( 12°), originato esattamente dietro la piramide bulbare, tra questa e l’oliva.

FONTANELLE

Mediane:

• Bregmatica ( o frontale) • Lombdoidea ( o occipitale)

Laterali:

• Sfenoidale ( o pterica; pterion: regione di incontro del parietale, frontale, temporale e sfenoide)

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• Mastoidea ( o asterica; asterion: punto di irradiazione delle suture lambdoidea, occipito-mastoidea

e parieto-mastoidea).

ANATOMIA 2 9 MARZO 2010 Prof. Ruffoli

MIDOLLO SPINALE

Sostanza grigia: forma ad H; troviamo due corna anteriori, 2 posteriori e una commessura centrale. a livello toracico se ne aggiunge un altro di corno. Corno post = natura sensitiva; corno anteriore = natura motoria.

Se faccio una sezione: a

livello toracico: c’è un corno intermedio, laterale. La sostanza bianca del midollo può essere divisa in due antimeri da un piano sagittale. Per ogni antimero la sostanza bianca è costituita da un cordone ant, uno laterale e uno post.

Radice anteriore dei nervi spinali = natura effettrice, motoria

Radice post dei nervi spinali = natura afferente, sensitiva ( è annesso infatti un ganglio)

La sostanza grigia fatta a d H è organizzata da nuclei ( o colonne) o lamine ( di Rexed).

Nuclei de SNC = raggruppamento di cell nel SN

Ganglio del SNC = raggruppamento al di fuori del sistema nervoso.

I nuclei han una funzione comune, interagiscono tra loro e spesso hanno collegamenti diretti verso la destinazione comune.

Più nuclei con correlazioni: COMPLESSO NUCLEARE

LAMINE DEL MIDOLLO: costituite da cellule sparse, da un singolo nucleo o da più di un nucleo; è qualcosa di diverso dal nucleo. Si tratta di neuroni simili dal punto di vista funzionale.

ORGANIZZAZIONE IN LAMINE DELLA SOSTANZA GRIGIA DEL MIDOLLO SPINALE ( SECONDO REXED)

Tipi diversi di fibre sensitive costituiscono la radice post. non sono omogenee queste fibre. Se hanno un maggior dimetro maggiore è la velocità di conduzione; maggiore è la mielinizzazione maggiore è la velocità di conduzione.

Ci sono fibre A ( mie linizzate) e non mie linizzate ( C). c’è quindi una differenza delle fibre nervose secondo diametro e grado di mielinizzazione. Vale la stessa cosa per le fibre motorie.

Velocità = diametro x 6 ( coefficiente)

La classificazione è in lettere o in numeri romani. Importante è il legame tra la morfologia e la qualità di sensibilità trasportata. Ad esempio per la postura o il movimento: veloce trasporto di informazioni.

LAMINA I ( zona marginale del Waldeyer)

Sede: apice - testa del corno posteriore

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Livelli: tutti i neuromeri

Struttura: cell sparse, attraversata da fasci di fibre longitudinali

Nuclei: nucleo postero marginale ( nucleo a funzione associativa)

Afferente: radici posteriori

Efferenze: fibre associative intersegmentali > cordone laterale ( il termine associativo indica dove vanno, collegamento di strutture poste sullo stesso lato)

LAMINA II ( o sostanza gelatinosa di Rolando)

Sede: testa del corno post

Livelli: tutti i neuromeri

Struttura: piccolo neuroni del II tipo di Golgi, molto addensati

Afferenze: radici post, collaterali di fibre del cordone post

Efferenze: lamine II-IV ( anche contro laterale) ( si va verso il corno post, gli altri raggruppamenti)

Ancora a livello di L1 si mantiene il corno laterale. A L2 il corno laterale nn c’è più.

LAMINA III

Sede: testa – collo del corno ant

Livelli: tutti i neuromeri

Struttura: neuroni più grandi e sparsi che nella lamina II

Nuclei: nucleo proprio ( o centro dorsale, proietta dalla lamina III a sé stessa e alla lamina IV, dà origine a parte del fascio spino talamico. Deve portare informazioni al talamo e poi è lui a portare l’informazione)

Afferenza: radici post; collaterali di fibre del cordone post

Efferenze: lamine III e IV ( anche contro laterale) fascio spino talamico ( partim) (assoni dei corpi cell vanno fino al talamo)

LAMINA IV

Sede: collo del corno ant

Livelli: tutti i neuromeri

Struttura : neuroni di dimensioni variabili, sparsi

Nuclei: nucleo centro dorsale ( o proprio; metà ventrale)

Afferenze: lamine II e III ; collaterali di fibre del cordone post; fibre della corteccia sensitiva

Efferenze: lamine III e IV ( anche contro laterale); fascio spino talamico ( parte maggiore)

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COMPORTAMENTO DELLE FIBRE AFFERENTI NELLE LAMINE DORSALI DEL MIDOLLO

Fibre con collaterali costituite dal cordone post, vanno nella sostanza grigia. La lamina I e I ricevono informazioni da fibre più a destar trasportano due sensibilità: termica e dolorifica.

LAMINA V ( si inizia a vedere la sensibilità viscerale)

Sede: collo – base del corno ant

Livelli: tutti i neuromeri

Struttura: parte mediale: neuroni di piccole e medie dimensioni, scarse fibre; parte laterale: neuroni di piccole e medie dimensioni ( neuroni viscerali – sensitivi)

Nuclei: nucleo reticolare ( C5 – L3)

Afferenze: radici post, fibre della corteccia sensitiva

Efferenze: fibre di associazione intersegmentale

Corno intermedio: ci sono i motoneuroni viscerali

LAMINA VI

Sede: base del corno post – massa intermedia

Livelli: rigonfiamento cervicale e lombare, neuromeri sacrali

Struttura: parte mediale: neuroni più addensati; parte laterale: neuroni più grandi e meno addensati

Nuclei: S1-S5, nuclei viscero effettrici parasimpatici ( antero laterale e postero mediale)

Afferenze: radici post; fascio tetto spinale e vestibolo spinali

Efferenze: fascio spino talamico ( partim), lamine VIII e IX; radici ant

4 dei 12 nervi encefalici hanno fibre parasimpatiche pregangliari per la muscolature della testa, del torace ma non organi dello scavo pelvico ( oculomotore, facciale, glossofaringeo e vago).

LAMINA VII ( parte 1)

Sede: massa intermedia ( tutti i neuromeri); corno laterale ( C8 –L2), corno anteriore, parte centrale (rigonfiamento)

Livelli: tutti i neuromeri

Tipi neuronali: neuroni del secondo tipo di Golgi, cellule di Renshaw, neuroni di associazione intersegmentale, neuroni di proiezione.

LAMINA VII ( parte 2)

Nuclei: nucleo ( colonne) dorsale ( di Clarke) ( C8-L3), nucleo intermedio mediale, nucleo intermedio laterale ( C8-L2) ( centri cilio-spinale, cardio-acceleratore, polmonare e splancnici---------per la muscolatura

Page 18: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

autonoma, ci sono i motoneuroni dell’ortosimpatico, non sono altrove! A livello dell’encefalo c’è solo parasimpatico. Fibre mieliniche costituiscono le radici anteriori del midollo)

Afferenze: radici post; fasci tetto-spinale, vestibolo spinali

Efferenze: fascio spino cerebellare dorsale ( diretto o di Fledrsig); fascio spino cerebellare ventrale 8 crociato o di Gowers), fascio spino talamico ( partim); lamine VIII-IX, radici ant.

LAMINA VIII

Sede : rigonfiamenti, parte mediale del corno anteriore, altri neuromeri: testa e base del corno anteriore

Livelli: tutti i neuromeri

Tipi di neuroni: neuroni funicolari di associazione, neuroni radicolari ( motoneuroni)

Afferenze: lamine VII e VI, fasci reticolo spinali e vestibolo spinali, fascicolo longitudinale mediale

Efferenze: motoneuroni contro laterali; radici ant

LAMINA IX

Sede: rigonfiamento: esterno nel corno ant ( processi mediale e laterale), altri neuromeri: testa e base del corno ant

Livelli: tutti i neuromeri

Afferenze: lamine VI-VIII; radici post; fasci cortico spinali

Efferenze: radici ant

Tipi neuronali: neuroni radicolari ( motoneuroni, ce ne sono di tre tipi)

LAMINA X

Sede: commessura grigia

Livelli: tutti i neuromeri

Struttura: neuroni molto radi (cell funicolari di associazione intersegmentale)

ANATOMIA 2 10 MARZO 2010 Prof. Ruffoli

Nel midollo spinale si distinguono vari tipi di neuroni.

Cellule radicolari ( corno ant): motoneuroni: somatici ( alfa e gamma) e viscerali ( orto-( lamina 7) e parasimpatico( segmenti più caudali S2 e S5)); cellule funicolari ( corno post): neuroni sensitivi somatici e neuroni sensitivi viscerali.

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Le cellule radicolari inviano prolungamento al di fuori del sistema nervoso centrale. Nel corno anteriore le cell radicolari somatiche hanno una ben precisa disposizione spaziale. Medialmente ci sono cellule di forma piramidale che innerveranno la muscolatura tronco e collo, più vado lateralmente c’è una rappresentazione somatotopica dei neuroni dei segmenti più distali ( parti prossimali degli arti, parte distale degli arti..), c’è anche suddivisione di tipo funzionale: muscolo estensore è ventralmente rispetto alla flessoria. Questi muscoli estensori sono nel corno anteriore ma davanti ai motoneuroni dei flessori. Nella sostanza grigia del midollo spinale sono presenti anche interneuroni: la maggior parte della popolazione cellulare all’interno del midollo: cellule accolte interamente all’interno del snc non è che entrano o escono, nascono e muoiono qua!! Questi possono dare origine a fibre che si dirigono verso strutture encefaliche facendo cosi parte di sist (o vie) ascendenti. Il ruolo di questi interneuroni è che possono fare parte di un arco riflesso, se interposti tra una cell gangliare ( sensitiva) e una cell radicolare ( effettrice).

Ma cosa sono i riflessi?

Definizione: evento involontario e stereotipato che ha luogo come risposta a stimoli di natura sensitiva che giungono al snc. Alcune caratteristiche generali dei riflessi: avvengono in maniera automatica, intervengono nella regolazione di attività sia somatiche che viscerali ( senza intervento corteccia, senza avere una coscienza, pensa al diametro pupillare, si dilata e restringe da solo senza un intervento nostro volontario), la loro esecuzione avviene nella maggior parte dei casi, ad elevata velocità, sono elaborati in massima parte da centri che si trovano a livello spinale o del tronco encefalico. Sulla base di qst prime considerazioni si può ipotizzare che i riflessi siano eventi che non possono essere modificati? No. Infatti anche se i riflessi sono precostituiti anatomicamente su base genetica, essi possono essere modificati, in termini di efficienza funzionale, grazie alla plasticità neuronale ( e.g., esperienza). Il percorso di uno stimolo afferente: recettore periferico---fibra nervosa sensitiva--- centro di integrazione ( organizzazione di neuroni che mettono insieme gli stimoli, gli integrano, fanno valutazione complessiva)---fibra nervosa efferente--- fibra muscolare.

IL FUSO NEURO MUSCOLARE:

è un propriocettore: si trovano nell’apparato locomotore ( muscoli, tendini, legamenti, articolazioni) e nell’apparato vestibolare dell’orecchio interno e ricevono stimoli riferiti al senso di posizione e di movimento ( lunghezza e tono muscolare, posizione e angolo delle articolazioni).

Gli esterocettori: si trovano prevalentemente sulla superficie del corpo e ricevono gli stimoli dall’ambiente est ( tattili, termici, dolorifici, pressori, vibratori). Comprendono anche recettori uditivi, visivi e gustativi.

Gli introcettori: si trovano nel viscere e rilevano livelli di PH e di ossigeno nelle arterie

Nel muscolo scheletrico sn presenti dei fasci muscolari avvolti da una guaina connettivale detti fusi neuromuscolari. La fibre di un muscolo si distinguono allora in fibre extrafusali e fibre intrafusali.

Le fibre extrafusali sono innervate da motoneuroni alfa. Le fibre intrafusali sono innervate da motoneuroni gamma.

Breve cenno sull’unita motoria: un’unità motoria è costituita da singolo motoneurone alfa e da tutte le fibre extrafusali da esso innervate. Le unità motorie rappresentano le unità funzionali fisiologiche del muscolo.

Le cellule di una unità motoria si contraggono in maniera sincrona.

Page 20: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Unità motoria e rapporto di innervazione: rapporto per unità motoria fibre per unità motoria = muscolo extraoculare 3:1, muscolo gastrocnemio 2000:1. Se il movimento deve essere più preciso ed accurato serviranno più neuroni!! Le fibre muscolari di un’unità motoria non sono raggruppate , ma sono sparse tra le fibre di altre motorie. La coordinazione dei movimenti richiede l’attivazione di diversi centri motori.

Anatomia del fuso neuromuscolare:

ogni fuso presenta 3-10 fibre muscolari intrafusali raccolte in una capsula connettivale; queste fibre hanno meno di un quarto delle dimensioni delle fibre extrafusali; esse non forniscono contributi significativi alla forza generata dalla contrazione. Ma allora qual è il loro ruolo funzionale? I fusi neuromuscolari rilevano la variazione della lunghezza del muscolo e la velocità con cui essa varia-----Recettore che ha potenzialità di fornire informazioni di tipo statico e dinamico perchè valuta lunghezza e la velocità con cui essa varia. Recettore deve lavorare in parallelo!!!!---se ne interpella uno ma che valga per tutti. La parte contrattile del fuso si trova alle estremità del fuso stesso, poichè solo in queste aree sono presenti filamenti di actina e miosina. Queste regioni sono innervate da motoneuroni gamma ( statici e dinamici). Si distinguono fibre intrafusali a sacco nucleare e a catena nucleare, la disposizione dei nuclei nella parte centrale è tale da dividere in due classi le fibre. Quelle a sacco nucleare si distinguono in statiche e dinamiche, quelle a catena sono solo di tipo statico. La regione centrale del fuso neuromuscolare: essendo priva di elementi contrattili serve come porzione recettoriale. Le fibre intrafusali sono avvolte da due tipi differenti di fibre afferenti che inviano informazioni sensitive verso il snc: Terminazioni sensitive primarie = sono fibre di tipo Ia ( A alfa), 12-20 micron di diametro,mielinizzate, sono dette fibre anulospirali ( si avvolgono a spirale intorno alle fibre di entrambi i tipi sia a sacco che a catena), innervano la parte centrale del fuso; terminazioni sensitive secondarie = sn fibre più sottili di tipo II ( A beta), 6-12 micron di diametro, sono dette fibre a fiorami, sono presenti alle estremità del fuso ( parte periferica, contrattile). Le prime innervano tutte le fibre intrafusali, sono stimolate sia dalla velocità che dall’entità dello stiramento ( i.e, variazione della lunghezza del muscolo)----vogliono sapere tutto; le seconde innervano le fibre a sacco nucleare statiche e a catena nucleare ( ricorda: sono solo statiche!), sono stimolate solo dall’entità dello stiramento.

Il fuso e la lunghezza del muscolo: allungamento muscolo rappresenta uno stimolo capace di provocare la stimolazione del fuso, questa condizione provoca deformazione fibre afferenti dando luogo alla loro attivazione. Ma il fuso scarica solo durante l’allungamento del muscolo? No! Il fuso scarica in maniera tonica. Durante allungamento del muscolo il fuso aumenta la scarica e durante l’accorciamento diminuisce la scarica.

Il riflesso miotatico ( o da stiramento):

è la contrazione di un muscolo sottoposto ad uno stiramento, un esempio è il riflesso patellare. Lo stiramento attiva i fusi del muscolo quadricipite inducendo scarica di potenziali di azione della fibre afferenti ( Ia). Queste fanno sinapsi eccitatorie ( glutammato) con i motoneuroni alfa, i quali determinano la contrazione del muscolo. Le fibre Ia eccitano soprattutto i motoneuroni del muscolo da cui esse provengono ( motoneuroni omonimi), ma anche i motoneuroni dei muscoli sinergici ( motoneuroni eteronimi).

ECCITAZIONE DEL MUSCOLO DI APPARTENZA E DEI MUSCOLI SINERGICI, MA I MUSCOLI ANTAGONISTI? Inibizione reciproca: una fibra Ia contrae sinapsi con un interneurone inibitorio ( IN-Ia( inibitorio di Ia della stessa fibra ); GLICINA)che è in contatto con motoneuroni alfa dei muscoli antagonisti. Questa modalità di

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inibizione è detta inibizione reciproca. Gli IN-Ia possono essere eccitati anche da comandi discendenti ( cortico spinali, vestibolo- spinali, rubro-spinali).

Il fuso neuromuscolare, i motoneuroni alfa e gamma:

quelli gamma possono modulare la sensibilità del fuso. È infatti importante ricordare che le fibre intrafusali ed extrafusali sono poste in parallelo in modo da agire in parallelo e che i motoneuroni gamma innervano le porzioni contrattili del fuso. Quando un muscolo si accorcia le fibre intrafusali si detendono ma allora i fusi cessano di scaricare? Se ciò avvenisse i fusi nn sarebbero più in grado di trasmettere informazioni sulla variazioni di lunghezza del muscolo nel momento in cui tale informazioni sarebbero fondamentali ( i.e., quando il muscolo che si contrae , si accorcia). Per assicurare che le informazioni sulle modificazioni sulla lunghezza del muscolo siano trasmesse, il snc interviene sulle fibre intrafusali tramite i motoneuroni gamma. La stimolazione dei motoneuroni gamma provoca la contrazione ( isometrica) delle fibre intrafusali. Ciò provoca un rapido incremento nella tensione della parte centrale ( sensitiva) del fuso , un incremento della scarica degli assoni Ia e II, restituendo la sensibilità al fuso. Questa è la COATTIVAZIONE ALFA-GAMMA.

Riflesso da stiramento muscolare e suo controllo per mezzo del circuito gamma: quando i motoneuroni determinano una contrazione, in conseguenza dell’impulso da parte di motoneuroni del tronco encefalico oppure di ordine volontario corticospinale, vengono attivati contemporaneamente sia i motoneuroni alfa sia i gamma. Tale coattivazione alfa-gamma assicura che la tensione dei fusi neuromuscolari si aggiusti immediatamente ( tramite innervazioni intrafusali del circuito gamma) rispetto alla tensione delle fibre muscolari extrafusali ( innervate tramite il circuito alfa).

Tuttavia:

• Sebbene i motoneuroni alfa e gamma siano generalmente coattivi il loro accoppiamento non è prefissato

• Il livello di attivazione dei motoneuroni gamma può infatti essere regolato a seconda del tipo di movimento

• Una forte attivazione gamma potrebbe esser utile in alcuni movimenti lenti, in cui la riafferenza può essere utilizzata per modificare la loro esecuzione o per contrastare la fatica

• L’attivazione separata dei motoneuroni gamma in condizioni patologiche provoca ipertono muscolare e spasticità.

Il snc può controllare il fuso?

• Il snc controlla attività funzionale del fuso neuromuscolare intervenendo sui motoneuroni gamma • L’allungamento passivo di un muscolo non deve essere necessariamente seguito dalla contrazione

del muscolo stesso • Può infatti essere necessario allungare un muscolo, ma evitare che esso si contragga ( es. flessione

di arto) • Questa possibilità si realizza tramite modulazione della contrazione delle fibre extrafusali tramite il

cosiddetto ‘circuito gamma’.

ANATOMIA2 15 MARZO 2010

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Prof. Ruffoli

ORGANO TENDINEO DEL GOLGI

Ha un ruolo importante nel controllo della tensione muscolare. È un recettore capsulato attraversato da fibre tendinee posto nella giunzione muscolo-tendinea, laddove le fibre extrafusali si continuano con le fibre tendinee. Ciascun organo è collegato con 10-15 fibre muscolari. È innervato da fibre mielinizzate che diventano mieliniche entrando nell’organo tendineo di tipo Ib ( 12-20 micron).

Quali sono le differenze tra fuso e organo tendineo?

Il primo caso è posto in parallelo rispetto alle fibre muscolari il secondo in serie. Il fuso rileva la lungh del muscolo e la velocità con cui essa varia, mentre l’organo tendineo è sensibile al grado di tensione del muscolo, che si riflette sull’organo tendineo stesso. L’organo tendineo non ha innervazione. Cm il fuso l’organo tendineo ha risposta sia dinamica che statica ha cioè una scarica tonica. Cm avviene la stimolazione?

Contrazione muscolo sottopone tendini a stiramento che viene trasmesso agli organi tendinei. La deformazione delle fibre dell’organo induce un aumento di pressione sulle terminazioni nervose e ne provoca la scarica.

Lo stimolo raggiunge il midollo dove viene trasmesso a interneuroni inibitori i quali agiscono sui motoneuroni alfa destinati allo stesso muscolo.

Ciò provoca diminuzione (fino alla cessazione) della contrazione.

Riflesso miotatico inverso: in altre parole la stimolazione dell’organo tendineo provoca la scarica delle fibre afferenti, che determina eccitazione di interneuroni inibitori che provoca inibizione del motoneuroni alfa. Ciò evita di sottoporre il muscolo ad una tensione eccessiva.

L’organo tendineo del golgi ha un importante ruolo nell’armonizzazione del movimento. Se una parte del muscolo si contrae in maniera eccessiva rispetto alle altre, l’organo interviene inducendone il rilassamento e diminuendo il suo effetto inibitorio su quelle parti di muscolatura contratte in misura inf. Ciò permette una maggior armonizzazione e fluidità nell’esecuzione del movimento che tenendo conto dell’organo viene attivato da tensioni minime possono manifestarsi già a livelli bassi di tensione muscolare.

Riflesso flessorio ( o da allontanamento): afferenze di natura dolorifica eccitano interneuroni eccitatori determina un’attivazione sinergica dei muscoli flessori. Queste fibre sono in grado di portarsi verso livelli superiore e inferiore del midollo per coordinare la contrazione muscolare. Muscoli sinergici agonisti vengono attivati insieme e al tempo stesso si ha inibizione dei muscoli estensori ( inibizione reciproca).

Riflesso estensorio crociato: in questo riflesso l’inattivazione sinergica dei muscoli ( es flessori) in un arto si accompagna all’attivazione degli antagonisti ( es estensori) dell’arto controlaterale.

Le afferenze cutanee partecipano ai riflessi flessori generalizzati: recezione di piazzamento ( placing reaction)= è un riflesso cutaneo specifico, consiste nel sollevamento del piede quando la cute del dorso del piede stesso viene stimolata durante la marcia. La reazione di piazzamento è una fase-dipendente, ovvero si realizza solo quando l’arto si trova nella fase di flessione del ciclo del cammino quando cioè l’arto non sta sostenendo il peso del corpo. Questo riflesso può essere utile per evitare ostacoli che il piede può incontrare quando viene avanzato.

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LA SENSIBILITA’ E I RECETTORI

Cosa si intende per sensibilità?

Percezione, cosciente e non cosciente delle modificazioni che si vengono a realizzare nell’ambiente est o nell’ambiente.

Componenti:

• stimolazione di un recettore sensitivo • Trasduzione dello stimolo • Generazione di impulso nervoso • Integrazione dello stimolo sensitivo

Diversi tipi di sensibilità:

• Sensibilità generale: somatica: tattile termica dolorifica vibratoria e propriocettiva; viscerale: fornisce informazioni provenienti dagli organi interni

• Sensibilità speciale: olfatto, gusto ,visione, udito, equilibrio.

Quali tipi di sensibilità conosciamo? Tattile, pressoria, dolorifica, termica, di posizione, vibratoria, discriminazione punto-punto, stereognostica, cinestetica, anemestica.

La percezione avviene tramite:

• recettori, • nervi periferici, • midollo, • vie nervose ascendendenti, • talamo, • proiezione talamo corticale, • corteccia somestetica ( o somato-sensitiva).

Cosa sono i recettori? Sono dei trasduttori di segnale, convertono varie forme di energia in potenziale di azione in cell nervose. La forma particolare di stimolo alla quale il recettore risulta essere più sensibile viene detta stimolo adeguato.

I recettori vengono classificati a seconda della loro sede di localizzazione: esterocettori, propriocettori e introcettori; si classificano anche in base al tipo di stimolo: meccanocettori ( rispondono a deformazioni meccaniche), termocettori ( rispondono a variazioni di temperatura), fotocettori ( rispondono alla luce), chemocettori ( rispondono alla presenza di determinate molecole).

Meccanorecettori:

recettori cutanei: pacini, ruffini, meissner, merkel,peritrichiali

cellule capellute: acustiche ( udito), vestibolari ( equilibrio)

propriocettori:

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fusi neuromuscolari

organi tendinei del golgi

recettori di stiramento nei visceri

termorecettori:

recettori del caldo

recettori del caldo intenso, recettori del freddo, recettori del freddo intenso

chemorecettori:

neuroni olfattivi: olfattivi primari, vomero nasali

cell gustative

recettori del prurito

altri ( recettori dei glomi carotidei ecc)

fotorecettori :

coni ( visione foto topica)

bastoncelli ( visone scotopica)

neuroni gangliari melanopsina+

Quali sono i recettori cutanei?

• Fibre nervose libere: dolore e termocezione • Fibre nervose capsulate: meccanorecettori = corpuscoli del pacini, di meissner, ruffini, recett di

merkel e recett del follicolo pilifero.

Campo recettivo di un recettore: ogni recett sensoriale ha un proprio campo recettivo, che è costituito dallo spazio recett entro cui si trova e del quale provvede alla trasduzione degli stimoli. Più ampio è il campo recettivo maggiore è la difficoltà a discriminare uno stimolo.

CAMPO RECETTIVO: il grado di estensione del campo recett definisce la possibilità di percepire due stimoli spazialmente vicini come due stimoli separati. Nel polpastrello le punte della due matite stimolano due zone di cute innervati da due neuroni diversi.

Si possono distinguere i recettori rispetto al loro adattamento allo stimolo:

• recettori a rapido adattamento ( rispondono all’inizio e alla fine dello stimolo): e.g., recett che rilevano la sensibilità pressoria, tattile, olfattiva

• recettori a lento adattamento ( rispondono per tutta la durata dello stimolo): e.g., recettori che rilevano la sensibilità dolorifica, il senso di posizione del corpo e la composizione chimica del sangue.

I recett hanno diverse velocità di adattamento agli stimoli.

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Inibizione laterale a feed back: in assenza di inibizione laterale la divergenza dei segnali dai recett degrada la localizzazione del segnale. In presenza di inibizione laterale il feedback inibitorio migliora la localizzazione del segnale a livello dei neuroni afferenti secondari.

In breve come il recettore provoca la depolarizzione della fibra nervosa:

l’applicazione di uno stimolo provoca l’aumento del potenziale del recettore e quando questo raggiunge il livello di soglia, viene generato il potenziamento d’azione nella fibra sensitiva che è in rapporto con il recettore. Un esempio è il corpus del pacini: applicazione di stimolo pressorio, deformazione del rivestimento est del corpus e della fibra nervosa presente nel corpus, apertura dei canali del Na, afflusso di Na all’interno della fibra nervosa, aumento delle cariche positive all’interno della fibra, potenziale generatore, questo depolarizza la fibra sensitiva al primo nodo di ranvier, quando viene raggiunto il livello di scarica viene prodotto il potenziale d’azione nella fibra.

Corpuscolo del meissner: descritta la prima volta nel 1872 da wagner e maissner, sono recettori capsulati e si trovano nelle papille dermiche; sono più numerosi nei polpastrelli delle dita nel palmo della mano pianta dei piedi labbra. Hanno una lunghezza di circa 150 micron e un diametro di 40-70 micron. La capsula consta di lamelle perineurali e fibre collagene. La parte più interna ( core) è data da cellule di schwann e da terminali nervosi. Sono connessi alla membrana basale dell’epidermide per mezzo di fibre collagene. All’interno della capsula entrano diverse fibre nervose mielinizzate. Sono recettori a rapido adattamento, FA-1. Rilevano solo le variazioni di pressione e quindi sn deputati alla recezione dei movimenti fini e alla percezione delle più piccole irregolarità della superficie di un oggetto.

Corpuscolo di vater-pacini:

descritti nel 1741 da lehman e vater. È presente nella profondità del sottocutaneo e nelle memb interossee. La sua lunghezza può variare da 0.5 a 2 mm e il suo diametro è circa 0.7 mm. La capsula è data da 20-70 strati che avvolgono numerose cellule di schwann ( core). All’interno del core è presente una fibra nervosa non mielinizzata. Il recettore ha quindi aspetto ovalare ed in sezione ricorda una cipolla. La capsula stratificata rende il corpus di pacini specificamente sensibile agli stimoli vibratori ad alta frequenza e praticamente insensibile alla pressione costante. Gli strati della capsula sono lisci e tra di essi è presente un fluido denso. Se la stimolazione pressoria viene mantenuta, gli strati scivolano uno sull’altro e trasferiscono l’energia della stimolo in modo tale che il terminale assonico cessa la sua deformazione e il potenziale recettore si esaurisce. È un recett a rapidissimo adattamento; FA-2.

Corpuscolo di merkel: merkel cell neutre complex o dischi di merkel. Sono cellule che derivano dalla cresta neurale e sono presenti nella strato basale dell’epidermide e formano dei contatti di tipo sinaptico con grosse fibre mieliniche. Le cellule di merkel e i terminali nervosi costituiscono il meccanocettore. È un recettore a lento adattamento e bassa soglia di inattivazione ( recettore SA 1 ) è presente sui polpastrelli mani labbra mucosa orale. Rileva le pressioni sulla cute che si mantengono nel tempo e svolge un ruolo importante nel determinare le caratteristiche spaziali delle sensazioni tattili ( lettura braille).

Corpuscolo del ruffini: descritti nel 1901 da angelo ruffini, hanno forma allungata sono capsulati e variano in lunghezza da 0.5 a 2 mm. Si trovano nella parte profonda del derma nelle mani, nella pianta del piede, nei ligamenti, nei tendini. Cellule connettive perineurali formano la capsula est ( 3-5 lamelle) delimita uno spazio ripieno di liquido tra la capsula ed il core interno. Il core interno è costituito da un fascio fibre collagene e da una grossa fibre nervosa mielinizzata che si arborizza. Una singola fibra nervosa innerva più corpuscoli. Sono recettori a lento adattamento ( SA 1). Rilevano grado di tensione cui è sottoposto il derma:

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la tensione provoca la deformazione del recettore, le fibre collagene comprimono e fibre nervose e si ha la generazione del potenziale.

Recettore del follicolo pilifero: fibre nervose che si dispongono intorno al follicolo pilifero. È un recettore a rapido adattamento. Lo stimolo è rappresentato dalla sollecitazione meccanica cui è sottoposto il pelo.

Termocettori: la temperatura viene rilevata da recettori per caldo, freddo e dolorifici ( solo per gradi estremi di caldo/freddo). I termocett hanno una diversa distribuzione nella varie parti del corpo: 165-25 spot/cm2 nelle labbra, 3-5 spot/cm2 nelle dita, <1 spot/cm2 nella cute del tronco.

Tipi di recett: recett per freddo( raffreddamento cutaneo (25°)), nocicettori/freddo intenso ( temperature inferiore a <5°), recett per caldo ( riscaldamento cutaneo(41°)),nocicettori / caldo intenso ( temperatura oltre 45°).

Recettori per il dolore: nocicettori, essenzialmente funzione protettiva, fibre nervose libere, due tipi di dolore: veloce e lento.

Recettori articolari:

presenti nell’ambito ed intorno alle capsule articolari delle articolazioni sinoviali.

Informazioni sulla posizione dei capi articolari sui movimenti che compiono le articolazione.

4 tipi diversi: 3 capsulati e uno no

Tipo 1:

capsulato, simile al corpuscolo di ruffini

lento adattamento; innervato da fibra 2 ( A beta)

strati superficiali delle capsule articolari

percezioni cosciente della posizione e del movimento dell’articolazione ( e.g.,m coxo femorale ginocchio)

tipo 2: lamellari, aciniforme

bassa soglia rapido adattamento; innervato da fibre 2 o 3

starti profondi della capsula articolare

sembra non forniscano informazione riflessa

tipo3: del tutto simili agli org tendinei

alta soglia, lento adattamento; fibre Ib

presenti nei ligamenti, assenti nelle capsule

servono in parte a prevenire stiramenti eccessivi a livello articolare ( inibizione riflessa dei muscoli adiacenti)

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tipo4:

terminazioni nervose libere, mieliniche tipo 3 e mieliniche tipo 4

capsula articolare

alta soglia, lento adattamento

risponde a movimenti articolari esagerati, sensibilità dolorifica articolare

ANATOMIA 2 16 MARZO 2010

SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

Nervo spinale è misto: composto da fibre sensitive ed effettrici ( prende origine dal corno anteriore midollo e sono assoni dei motoneuroni inferiori). Emette rami comunicanti bianchi e grigi , sono rami comunicanti con l’ortosimpatico. Questi rami sono solo a livello toracico, a livello lombare e cervicale ce ne è solo uno, solo qll grigio: a livello toracico ramo bianco rappresenta quello che esce e farà sinapsi. A livello spinale i rami comunicanti esistono ma bianchi e grigi solo a livello toracico, grigi e basta a livello cervicale e lombare.

Rami posteriori dei nervi spinali: sono funzionalmente misti: hanno destino cutaneo che muscolare. Si possono descrivere, a parte i primi tre, tutti insieme: sono misti a cui spetta l’innervazione della muscolatura paravertebrale e della cute sovrastante. I primi tre hanno nome proprio, sono questi: c1 è il sottoccipitale ( quasi esclusivamente di natura motoria, per la muscolatura profonda del collo), poi c’è il grande occipitale ( ramo post di c2) e il nervo terzo occipitale. Il nervo c2 e c3: per muscolatura profonda del collo ma anche cute post della testa e parte di quella del collo.

Rami anteriori dei nervi spinali: sono 8 cervicali 12 toracici 5 lombari 5 sacrali 1 o 2 coccigei. Questi rami tendono a fondersi l’uno con l’altro a fare reti nervose detti plessi ( ad eccezione di quelli toracici però). I toracici non si fondono tra loro, rimangono unici, separati, non danno luogo a plessi. Si formano solo a livello cervicale, sacrale e lombare. Il plesso cervicale si forma per l’unione dei rami anteriore dei primi 4 nervi cervicali. Si trova profondamente nel collo e c1 si anastomizza con c2 e cosi via costituendo tre anse anastomizzate. Si trova lateralmente nel fascio vascolo nervoso del collo, lateralmente ai mm lunghi del collo e della testa interposto tra lo scaleno anteriore e medio , medialmente e avanti al m splenio del collo all’elevatore della scapola e allo scaleno medio. Corrisponde al margine post del m sterno cleido mastoideo. Come vanno suddivisi i rami del plesso cervicale? Rami cutanei e quelli muscolari ( è improprio però perchè non si presta completamente questo termine per il nervo frenico).

Rami cutanei: il punto di riferimento è il margine post dello sterno cleido mastoideo:

1. N piccolo occipitale: innerva cute della regione mastoidea e parte della regione occipitale ( anastomosi col grande occipitale).

2. N grande auricolare: partecipa all’innervazione del padiglione auricolare alla cute della regione mastoidea ( anastomosi col n grande occipitale e col n auricolare post del n facciale).

3. N cutaneo del collo ( o cervicale trasverso): perfora la fascia cervicale e il platisma; innerva le regioni sovra e sotto ioidea, laterale del collo.

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4. Nn sovra clavicolari: spesso sn 2 o 3, innervano cute della regione sovra clavicolare e pettorale,

vanno fino al moncone della spalla.

Rami muscolari per:

• Mm intertrasversari • Mm prevertebrali • Mm scaleni • M elevatore della scapola • M romboide • M sterno cleido mastoideo • M trapezio

In questi muscoli in corsivo alcune fibre di natura propiocettiva vengono veicolate da fibre del plesso cervicale, l’innervazione di questi muscoli non spetta al plesso cervicale, sono della varianti, la componente efferente spetta all’accessorio; sono fibre sensitive di natura propiocettiva.

1. N cervicale discendente: origina da c2-c3, è la radice inferiore dell’ansa cervicale, si anastomizza con la radice superiore proveniente da c1.

2. Ansa cervicale: davanti al fascio vascolo nervoso del collo, muscoli sottoioidei e genioioidei. 3. Nervo frenico: misto, origina da c4, c3 – c5, è nel collo si trova al davanti e accolto nella fascia dello

scaleno anteriore, dietro all’omoioideo tra i vasi succlavi ( davanti all’arteria e dietro alla vena), nel torace, sia a destra che a sinistra: decorre sulla faccia laterale del pericardio, è satellite dei vasi pericardio frenici, pleura mediastinica; nel torace a destra è in rapporto con la vena anonima di destra e cava superiore e passa al davanti dell’ilo del polmone; nel torace a sinistra incrocia lateralmente l’arco aortico ed è al davanti dell’ilo polmonare. Fornisce: rami pericardici, rami pleurici ( pleura mediastinica), rami terminali ( sottopleurici e sotto peritoneali) per la pleura diaframmatica, il muscolo diaframma e parte del peritoneo, a anastomosi con simpatico ( plesso frenico, ganglio celiaco). Il diaframma non è innervato del tutto dal frenico, la parte che si inserisce sulle coste è innervata da rami intercostali.

PLESSO BRACHIALE

N.B. : quando si parla di ramo muscolare o nervo motorio non è la stessa cosa: dire che un nervo porta una fibra nervosa ed è un nervo motore o dire che è muscolare non è uguale!!! Nel primo caso dico stabilisco la funzionalità, con l’altro termine indico l’aspetto topografico. Un nervo muscolare puro esiste? No! Perchè dal muscolo vengono anche informazioni di natura propiocettiva! È meglio parlare di nervo a destino muscolare!!!!!

La formazione del plesso brachiale: rami anteriori da c5 a c7 e gran parte di t1. Siamo nella parte profonda del collo, tra scaleno anteriore e medio. Come si forma? Da questi rami anteriori: rami c5 e c6 si uniscono tra loro e costituiscono un tronco primario sup. Il ramo anteriore di c7 costituisce da solo il tronco primario medio, il ramo anteriore di c8 e gran parte di t1 formeranno il tronco primario inferiore; siamo in corrispondenza della regione sovra clavicolare. I rami anteriore si dividono a questo livello ciascun in un ramo anteriore e post. Tutti e tre i rami post si uniscono e costituiscono il tronco secondario post. I rami anteriori del tronco primario superiore e primario medio si fondono costituendo il tronco secondario laterale, il ramo anteriore del tronco primario inferiore da solo va a costituire il tronco secondario mediale. Dai tronchi secondari prendono origine tutti i rami che innervano l’arto superiore. Questa cosa è la maggior

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parte dei casi, molto spesso si possono avere variazioni. Ad esempio la paralisi di Erb: stiramento del plesso durante il parto, impotenza nei movimenti di flessione ed estensione del braccio.

I rapporti del plesso brachiale: siamo sotto al plesso cervicale.

I rami collaterali del plesso innervano i muscoli toracoappendicolari, o del cingolo scapolare.

Rami terminali del plesso brachiale: dal tronco secondario post : n ascellare e n radiale; dal tronco secondario laterale: n muscolo cutaneo, ramo che andrà a costituire la radice del n mediano; dal tronco secondario mediale: un ramo che costituirà il ramo mediale, che insieme al laterale precedente andrà a costituire insieme il n mediano, il n ulnare, n cutaneo mediale del braccio e n cutaneo mediale dell’avambraccio.

ANATOMIA 2 17 MARZO 2010-03-17

I RAMI TERMINALI DEL PLESSO BRACHIALE

Nervo ascellare: ramo terminale del plesso brachiale ke prende origine da tronco secondario post e per questo ha la sua origine anatomica in corrispondenza cavità ascellare, è un nervo misto perchè ha territorio di innervazione muscolare e sensitiva cutanea. Spetta innervazione muscolo deltoide, della cute sovrastante del deltoide stesso. Il nervo ascellare dalla sua origine in cavità ascellare esce andando post e attraversando il quadrilatero del Velpeau, satellite della arteria circonflessa post dell’omero e si distribuisce con sue fibre efferenti al muscolo piccolo rotondo e il deltoide, con rami cutanei si distribuisce alla cute del deltoide stesso ma emette anche un altro ramo cutaneo detto cutaneo laterale superiore del braccio.

Nervo radiale: nervo misto, innervazione del gruppo post del braccio, dell’avambraccio, gruppo laterale dell’avambraccio, cute post del braccio, dell’avambraccio e parte cute dorsale della mano. Origina in cavità ascellare come fa ad arrivare nella loggia post? Passa sotto al muscolo grande rotondo e si porta dorsalmente a decorrere nel braccio, nella loggia post del braccio, profondamente; è satellite dell’arteria profonda del braccio, e poi di qll collaterale radiale; segue l’andamento del solco del nervo radiale. Durante qst decorso il nervo radiale emette rami per innervazione gruppo post del braccio ma emette anche il nervo cutaneo laterale inferiore del braccio. Sempre nel braccio il nervo radiale stacca due rami cutanei detti post del braccio ma anche il nervo cutaneo post dell’avambraccio. Dobbiamo perforare ora il setto intermuscolare laterale, mi porto anteriormente, all’altezza della piega del gomito e qui si divide nei suoi due rami terminali: rami profondo e superficiale . Questi due rami sono rispettivamente: il profondo è quasi esclusivamente motore a destino muscolare, il superficiale è esclusivamente sensitivo. Con il ramo profondo si innerva gruppo post e laterale dell’avambraccio: quello laterale è innervato in parte da ramo profondo ma in parte anche dai rami collaterali del nervo radiale; il ramo profondo innerva l’estensore radiale breve del carpo solo!! Il ramo profondo quindi dopo aver dato il contributo all’estensore breve del carpo si fa profondo, attraversando il muscolo supinatore; più precisamente il ramo profondo si fa profondo per portarsi nella loggia post dell’avambraccio attraversando l’arcata di Frohse: loggia delimitata dal supinatore, in questa arcata il ramo può essere compresso, perchè è importante ricordarsi di questa arcata. Il ramo profondo è quasi esclusivamente muscolare, quindi con componente sensitiva innerva la membrana interossea, l’articolazione del polso: il ramo profondo stacca il nervo interosseo post. Il ramo superficiale non è sottocutaneo, ma rispetto ad un altro ramo è più superficiale; quindi questo decorre tra i muscoli laterali dell’avambraccio, più precisamente coperto dal brachio radiale. Satellite dell’a radiale, coperto dal brachio radiale. Arrivato all’altezza della tabacchiera anatomica ruota e si porta dorsalmente sul

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dorso della mano; si porta lateralmente e si distribuisce al dorso della mano con rami cutanei che hanno come territorio di distribuzione la parte laterale del dorso della mano, dorso del 1°, 2°, 3°, ( a volte anche il 4°) dito ( NO FALANGI DISTALI).

Nervo muscolo cutaneo: è un nervo misto. È destinato ad innervare la muscolatura anteriore del braccio e la cute laterale dell’avambraccio. Dalla cavità ascellare deve andare nella loggia anteriore del braccio: attraversa il coracobrachiale. Fornisce l’innervazione solo ai muscoli anteriori del braccio. Quando arriva all’avambraccio, all’altezza della piega del gomito,a questo punto si chiama nervo cutaneo laterale dell’avambraccio ( ha perso tutta la componente muscolare). Si distribuisce alla cute sopra il gruppo laterale muscolare dell’avambraccio.

Nervo mediano: è un nervo misto, origina in cavità ascellare per l’unione di due rami:

1. Ramo posto lateralmente che si stacca dal tronco secondario laterale 2. Ramo mediale che si stacca dal tronco secondario mediale

Si forma una forcella detta del nervo mediano. Siamo in cavità ascellare in rapporto con l’arteria ascellare che è al davanti. È responsabile dell’innervazione della maggior parte dei muscoli anteriori dell’avambraccio; per l’innervazione cutanea: parte del polso della mano e prime 3 dita ( a volte 4). Decorso: usciti dalla cavità ascellare, abbandona l’a ascellare e va nel braccio nella loggia anteriore. Precisamente al davanti del setto intermuscolare laterale. Decorre satellite all’a brachiale: prima le si pone lateralmente, più in basso il nervo va al di sopra dell’arteria fino a esserle medialmente all’altezza della piega del gomito. Dà rami per le arterie, non innerva né muscoli né cute nel braccio; verso la piega del gomito il nervo passa tra il capo ulnare e quello omerale del pronatore rotondo; qua decorre nella loggia anteriore del’avambraccio tra il piano superficiale e profondo, tra il flessore superficiale e il profondo delle dita. Innerva: non tutti i muscoli anteriori dell’avambraccio, non innerva i muscoli più mediali, innervati dal nervo ulnare. Innerva tutti i muscoli anteriori dell’avambraccio a parte il flessore ulnare del carpo e la porzione mediale del flessore profondo delle dita. Fornisce un ramo sensitivo: il nervo interosseo anteriore per l’innervazione della membrana interossea e contribuisce all’innervazione dell’articolazione del polso, passa sotto il ligamento del carpo ma prima di questo ha emesso un ramo palmare , che innerva la cute palmare laterale ( in corrispondenza dell’eminenza tenar). Nella mano si divide nei suoi rami terminali:

1. Rami muscolari ( per i muscoli dell’eminenza tenar) 2. Rami cutanei

Il mediano con i rami muscolari innerva la quasi totalità della muscolatura dell’eminenza tenar, ma non innerva l’adduttore del pollice e del carpo profondo e il flessore breve ( innervati dall’ulnare). In più innervano anche il primo e secondo lombricale. Per i rami cutanei si innerva: la faccia palmare delle dita. Quindi per ciascun dito ci sono 4 nervi sensitivi: 2 palmari ( per il 1°, 2°, 3° dito a volte anche il 4° ) e 2 dorsali.

SNDROME DEL TUNNEL DEL CARPALE

Sensazione di formicolio a livello delle falangi distali delle dita, le prime tre falangi sono del nervo mediano ( tutta la falange distale innerva questo nervo, soprattutto il secondo e il terzo sono solo del nervo mediano). Abbiamo un indebolimento della muscolatura dell’eminenza tenar, basta vedere come si stringe il pungo osservando il secondo e il terzo dito. Il nervo mediano può presentare variazioni nel suo decorso nel tunnel del carpale. Per esempio: non tutti i rami passano nel tunnel del carpale.

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Nervo ulnare: è misto, innerva una parte piccola della muscolature anteriore dell’avambraccio, la cute della mano e parte della muscolatura intrinseca della mano. Decorso: anche questo nervo decorre al davanti del setto intermuscolare mediale , satellite della brachiale. A differenza del mediano però nel braccio attraversa il setto intermuscolare mediale per andare nella loggia posteriore,a circa a metà del braccio. Passa in quel tunnel tra olecrano e epitroclea coperto dal setto fibroso. Importante per l’articolazione del gomito. Il passaggio del nervo ulnare nella loggia posteriore è un punto importante perché può essere un punto di compressione, perché questo punto è l’arcata di Struthers ( arcata muscolare tra tricipite e muscolatura posteriore). È un punto di compressione, non è una semplice perforazione del setto intermuscolare. Attraversata questa arcata, il nervo nell’avambraccio decorre nella parte mediale della loggia anteriore. Decorre coperto dal muscolo flessore ulnare del carpo e flessore profondo delle dita e sono quelli infatti che innerva. Si porta più in basso e in vicinanza dell’articolazione del polso stacca un ramo dorsale che innerva la parte mediale del dorso della mano e parte del 4° e 5° dito. L’ulnare si pone lateralmente all’osso pisiforme per raggiungere la mano. Nella mano emette un ramo superficiale che innerva la cute dell’eminenza ipotenar, rami laterale e mediale per il 5° e 4° dito ( o solo mediano). Con i rami profondi che si staccano dal dorso della mano fornisce l’innervazione per i muscoli intrinseci non innervati dal mediano---muscoli ipotenar, muscoli tenar, 3° e 4° lombricale e tutti gli interossei. Segno di Froment: paziente deve tirare un foglio, se gli interossei non sono innervati bene si deve aiutare con il pollice.

ANATOMIA 2 22 MARZO 2010

DATE ADO: 13-20-21 maggio alle 14.30 in aula vitali

N ulnare nella mano: passaggio laterale per osso pisiforme, è coperto da setto connettivale: il passaggio a questo livello si dice meglio che passa nel canale del guyon. Il 4° dito innervato in prevalenza su faccia palmare da ulnare, meno prevalenza nella parte dorsale: su faccia dorsale c’è nervo radiale. In parte mediana però della parte palmare arriva il mediano. N ulnare ha territorio vasto nella muscolatura intrinseca mano.

Possono esistere anastomosi tra mediano e ulnare: mescolanza di fibre tra uno e l’altro: ad esempio anastomosi di berrettini, di martin-gruber, di marinacci e di cannieu-riche; è una variante!

NERVI INTERCOSTALI

Sono i rami anteriori dei nervi spinali toracici, non sono i nervi toracici!!!! Decorso simile alle arterie intercostali. Sono 12 per ciascun lato. Sono i rami anteriori dei 12 nervi toracici ad eccezione del primo nervo intercostale che rappresenta solo una piccola parte del ramo anteriore del primo nervo toracico. Decorrono ciascun nel corrispondente spazio intercostale tra i muscoli intercostali esterno e interno, tranne il 12 nervo intercostale che decorre al di sotto della 12 costa e che perciò è detto più esattamente nervo sottocostale. I primi 6 arrivano fino all’estremità anteriore dei corrispondenti spazi intercostali fino a ridosso dello sterno. I successivi 6 continuano oltre i loro spazi intercostali nello spessore della parete dell’addome dove proseguono in avanti tre il m trasverso e il m obliquo interno dell’addome per raggiungere il retto dell’addome. Emettono :

Page 32: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Rami cutanei laterali per la cute della parete laterale del torace e della parete laterale dell’addome.

Il ramo cutaneo laterale del 2° intercostale è detto anche nervo intercosto-brachiale perchè abbandona la cavità toracica e attraversa l’ascella fino a raggiungere la faccia mediale del braccio.

• Rami cutanei anteriori per cute della parete anteriore del torace e della parete anteriore dell’addome

• Rami muscolari per i muscoli intrinseci della gabbia toracica e per quanto riguarda gli ultimi 6 anche per partecipare all’innervazione dei muscoli della parete anterolaterale dell’addome.

PLESSO LOMBARE

Si costituisce di lato alla porzione lombare della colonna vertebrale nello spessore del muscolo grande psoas, per anastomosi dei rami anteriori da L1 fino a gran parte di L4.

Ramo anteriore del primo nervo lombare:

nervo ileo-ipogastrico

nervo ileo inguinale

1° ansa anastomotica del plesso lombare che si unisce al ramo anteriore del 2° nervo lombare

Ramo anteriore del 2° nervo lombare:

n genito femorale

n cutaneo laterale della coscia

2° ansa anastomotica del plesso lombare, dalla ql ha origine la radice sup del n otturatore e la radice superiore per il nervo femorale

Ramo anteriore del 3° nervo lombare:

radice media del n otturatore

radice media del n femorale

3° ansa anastomotica del plesso lombare che si unisce al ramo anteriore del 4° nervo lombare

Ramo anteriore del 4° nervo lombare:

radice inferiore del n femorale

radice inferiore del n otturatore

tronco lombo sacrale che entra nella formazione del plesso sacrale

i nervi del plesso lombare sono come i precedenti rami ant dei nervi spinali, in rapporto con i gangli del simpatico tramite rami comunicanti ke possono essere doppi o tripli e provenienti sia direttamente dai nervi che dalle anse anastomotiche. I rami comunicanti dei primi due nervi lombari sono bianchi e grigi mentre quelli del 3° e del 4° cono esclusivamente grigi. Il plesso lombare presenta:

Page 33: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Rami collaterali brevi per i muscoli intertrasversali laterali, quadrato dei lombi, grande e piccolo

psoas • Rami collaterali lunghi che si possono suddividere in: rami addominali ( n ileo ipogastrico, n ileo

inguinale e genitofemorale), rami femorali ( n cutaneo laterale della coscia) • Due rami terminali: il nervo otturatore e il nervo femorale.

NERVO ILEO IPOGASTRICO:

margine laterale del muscolo grande psoas decorre davanti del muscolo quadrato dei lombi poi si trova nella faccia mediale del muscolo trasverso dell’addome poi si porta tra m trasverso e obliquo int e poi tra i due obliqui si può anastomizzare con il n ileo inguinale termina nel muscolo retto dell’addome e nel muscolo piramidale è di natura mista perchè fornisce rami cutanei per la cute laterale e anteriore dell’addome Innerva i muscoli larghi dell’addome, il muscolo retto dell’addome e il muscolo piramidale Ramo genitale che attraversa e si comporta cm qll del n ileo inguinale, distribuendosi alla cute dei

genitali esterni, è esclusivamente sensitivo, non innerva il muscolo cremastere ma è innervato qst ultimo del genito femorale

NERVO ILEO-INGUINALE:

Andamento e con rapporti simili a quelli del n ileo ipogastrico Il corrispondenza spina iliaca anteriore superiore si divide in due rami, addominale e genitale. Il ramo addominale procede tra i muscoli addominali fino al m retto, rami cutanei per la cute della

parete dell’addome, rami muscolari ai muscoli obliqui esterno ed interno e trasverso dell’addome Il ramo genitale seguendo il cordone spermatico ( o legamento rotondo nella donna), percorre il

canale inguinale e fornisce rami cutanei per la cute della regione pubica e della piega dell’inguine

NERVO GENITO-FEMORALE

Faccia anteriore del muscolo grande psoas Decorre parallelamente l’arteria iliaca comune e poi iliaca esterna Due rami terminali: genitale, si immette e innerva il m cremastere e la cute dello scroto ( o il grande

labbro) e la cute della parte supero mediale della coscia presso il legamento inguinale; femorale ( o n lombo inguinale), laterale, costeggia l’a iliaca esterna, attraversa la lacuna dei vasi; perfora la fascia cribrosa nel triangolo dello scarpa e innerva la cute della parte antero superiore della coscia.

Il nervo cutaneo laterale innerva la cute laterale della coscia, anche un po’ la regione post

NERVO OTTURATORE:

origina da L4-L3 e ansa tra L2-L3, quindi con tre radici, è nervo misto: innerva gran parte muscoli mediali della coscia non tutti, innerva anche gran parte della cute mediale della coscia, importante perchè innerva articolazione coxo femorale. Si esce dalla cavità addominale per andare dalla coscia e ci sono tre motivi per andare alla coscia: o per andare alla loggia ant tramite lig inguinale, o alla loggia

Page 34: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

mediale tramite canale otturatorio, o post tramite grande forame ischiatico. Lui passa per il forame otturatorio. Emette poi un ramo collaterale per otturatore esterno, esce dal canale otturatorio con i vasi omonimi e si divide nei suoi due rami terminali:

Ramo anteriore che discende nella parte mediale della coscia tra adduttore lungo( avanti) e adduttore breve ( dietro), che innerva oltre al gracile; innerva la cute della metà inferiore della faccia mediale della coscia e dell’articolazione del ginocchio

Il ramo post, che discende tra adduttore breve e gli adduttori minimo e grande che innerva; dà rami per articolazione dell’anca e per la parte post dell’articolazione del ginocchio.

ANATOMIA 2 23 MARZO 2010

PLESSO PUDENDO

• Ramo principale : S3 • Contributi da S2 e S4 • In rapporto col muscolo piriforme • È separato dall’ampolla rettale tramite il cavo retto vescicale o retto uterino • Rami collaterali: viscerali: per gli organi della piccola pelvi e sono i nervi vescicali inferiori e i nervi

emorroidali medi e vaginali; muscolari e sono il nervo del m elevatore dell’ano, nervo del m ischio coccigeo; misti e riconosciamo il nervo emorroidale inferiore ( per la cute del perineo e dell’orificio anale e per il muscolo sfintere esterno dell’ano); cutanei e riconosciamo il nervo inferiore mediale della natica.

Ramo terminale: nervo pudendo: passa sotto al m piriforme e tra i ligamenti sacro tuberoso e sacro spinoso, e a livello della tuberosità ischiatica si divide in:

1. nervo del perineo: ramo superf ( cute del perineo, dello scroto e grandi labbra), con anastomosi con il n emorroidale inf e ramo perineale del n cutaneo post della coscia; ramo profondo ( mm trasverso superf del perineo, ischio cavernoso e bulbo cavernoso, e corpo cavernoso dell’uretra).

2. Nervo dorsale del pene( o clitoride): cute e corpi cavernosi.

LA SENSIBILITA’ SOMATICA

La sensibilità somestetica può essere suddivisa in :

esterocettiva: stimoli provenienti dalla cute e dalle mucose ( sensibilità tattile, termica, dolorifica).

propriocettiva: stimoli dai muscoli, dai legamenti o dalle articolazioni.

Ma anche in:

epicritica:

Page 35: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

discriminazione tattile punto-punto riconoscimento di un segno o una lettera disegnata sulla cute ( grafestesia) possibilità di riconoscere la forma e le caratteristiche fisiche di un oggetto ( stereognosia)

protopatica:

sensibilità grossolana e nn discriminativa tattile e pressoria cutanea la sensibilità termica la sensibilità dolorifica

principali vie ascendenti dal midollo spinale: SISTEMA DEI CORDONI POSTERIORI

SISTEMA ANTEROLATERALE

SISTEMA DEI CORDONI POSTERIORI:

sinonimi:

• sistema dorso mediale • sistema del lemnisco

forme di sensibilità trasmesse :

tattile altamente discriminativa ( per localizzazione e valutazione dell’intensità dello stimolo), vibratoria,, pressoria fine, propriocettiva.

Comprende:

cordoni dorsali della sostanza grigia spinale ( fascicoli gracile e cuneato) nuclei gracile e cuneato nucleo Z ( di Pompeiano e Brodar) lemnisco mediale nucleo ventrale posteriore del talamo capsula interna ( braccio posteriore) corteccia somestetica primaria

SISTEMA ANTEROLATERALE

Sinonimi:

• sistema spinotalamico • Sistema del lemnisco spinale

Forme di sensibilità trasmesse:

dolorifica, termica, tattile e di pressione non discriminative, solletico, prurito, sessuale.

Comprende:

corno dorsale della sostanza grigia spinale

Page 36: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

commessura bianca ventrale spinale es. fascio spinotalamico, fasci spinoreticolari … lemnisco spinale ( = fibre spinotalamiche nel tronco encefalico) nucleo ventrale posteriore del talamo ( e altri n talamici: intralaminari; del gruppo posteriore) capsula interna ( braccio posteriore) corteccia somestetica primaria

SISTEMA DEI CORDONI POSTERIORI

Assoni si portano a costituire facendosi ascendenti i cordoni posteriori.

Nel cordone post le fibre si dispongono in maniera ordinata: fibre che entrano provenienti da segmenti più caudali occuperanno nel sistema dei cordoni post sono i più mediali, e più si sale più questo si troveranno più lateralmente rispetto alla precedenti; le porzioni più craniali del nostro corpo ad eccezione della testa sono poste più lateralmente.

Segregazione della fibre secondo le modalità di funzione: pressione, vibrazione, movimento, posizione, tetto( dalla superficie alla profondità).

Il fascicolo gracile ed è il fascicolo cuneato terminano nel bulbo, rispettivamente nel nucleo gracile e nel nucleo cuneato.

La via prosegue con le fibre arciformi interne ( crociate) e il lemnisco mediale. Il decorso del lemnisco mediale nel tronco encefalico: in ciascuna delle tre parti del tronco encefalico si distinguono:

• tegmento ( o callotta): la parte più dorsale filogeneticamente meno recente • piede ( o porzione basilare): la parte più ventrale filogeneticamente più recente.

Il lemnisco mediale nel tronco encefalico: le fibre arcuate interne si portano medialmente e quindi contro lateralmente, avviene un incrociamento dopo la stazione sinaptica a livello del bulbo. Nel percorso sta ruotando il lemnisco: più lateralmente ci sono le porzioni craniali e più medialmente quelle dell’arto inferiore, se questa disposizione non cambia salta qualcosa! La disposizione è tale ke c’è una rotazione, non c’è solo un incrociamento ma anche rotazione.

TRIGONO DEI LEMNISCHI: tre lemnsichi

Porzioni più caudali che sono più mediali sono le più ventrali per la rotazione.

TALAMO

Solco ipotalamico: Andamento sinuoso va dal foro interventricolare di Morrow e va indietro fino all’apertura superiore dell’acquedotto mesencefalico.

Nel talamo c’è la presenza di sostanza bianca. È costituito da un insieme si numerosi nuclei ( tra 50 e 80). All’interno già macroscopicamente si vede la lamina midollare interna ( fibre di sostanza bianca). Questa è importante per permettere la suddivisione di nuclei in più gruppi.

Il lemnisco mediale termina nel nucleo ventrale posterolaterale ( VPL). Qua arrivano informazioni di natura somestesica dal corpo mediate da C1 fino a S3-S4. È compito suo il trasferimento delle informazioni. Le

Page 37: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

informazioni di natura somestesica del territorio che spetta al trigemino dove vanno? Vanno al nucleo ventrale postero mediale ( VPM).

Quindi si può suddividere il nucleo ventrale posteriore in mediale( da trigemino) e laterale( afferenze spinali). Il talamo ha collegamenti reciproci anatomici e funzionali con parti numerose del SNC. I neuroni talamici del nucleo ventrale postero laterale inviano assoni alla corteccia che costituisce parte del braccio posteriore della capsula interna. Cosa è la capsula interna? Rappresenta la parte della sostanza bianca telencefalica ed è suddivisibile in più parti. La sostanza bianca sottoencefalica ha diversi nomi!

Centro semiovale: sostanza bianca sotto immediatamente la corteccia.

Più vado in profondità la sostanza bianca prende il nome di corona radiata, si organizza in gruppi. Più profondamente ancora è interposta a nuclei grigi ed è chiamata sistema delle capsule. Le capsule sono 3: interna, esterna e estrema.

Suddivisione della capsula interna:

• braccio anteriore: interposto tra la testa del nucleo caudato e il nucleo lenticolare • braccio posteriore: interposto tra talamo e nucleo lenticolare • ginocchio: porzione che collega i due bracci • porzione retro lenticolare della capsula interna: dietro al nucleo lenticolare, sono vie visive

soprattutto • porzione sottolenticolare

ANATOMIA 2 24 MARZO 2010-03-24

LE RADIAZIONI TALAMICHE

Sono la parte della capsula interna e rappresentano le connessioni reciproche tra il talamo e la corteccia cerebrale. Sono dette anche peduncoli talamici. Sono in posizione mediale rispetto alle vie corticofughe che discendono verso il tronco encefalico e il midollo spinale.

Il peduncolo talamico anteriore ( o frontale) abbandona il braccio anteriore della capsula interna e interconnette il talamo ( nuclei anteriore e mediale) con la corteccia prefrontale e con il giro del cingolo.

Il peduncolo talamico superiore ( o medio) abbandona il braccio posteriore della capsula interna e interconnette il talamo ( nuclei della parte centrale) con le cortecce pre e post centrali ( davanti alla scissura centrale del rolando e dietro) e aree adiacenti dei lobi frontale e parietale.

Il peduncolo talamico posteriore ( o occipitale) abbandona i braccio posteriore e forma una connessione reciproca tra il talamo ( pulvinar ( nucleo talamico) e corpo genicolato laterale( nucleo talamico), i.e proiezione genicolo-calcarina) e le cortecce parietale posteriore e occipitale.

I nuclei talamici citati sono importanti perchè ricevono ed elaborano informazioni di natura visiva.

Page 38: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Da retina porto informazioni: grazie al corpo genicolato.

Stabilisce cosa è importante da vedere e cosa è meno importante, si fa una scelta, si fa una valutazione se qst è importante o meno, è quello che fa il sistema nervoso.

Il peduncolo talamico inferiore ( o temporale) è costituito da fibre ke collegano il talamo ( parte posteriore e corpo genicolato mediale) con la corteccia temporale inferiore ( giro temporale trasverso di Heschi)----importante per vie uditive. Le informazioni uditive vengono portante a questo livello!!!

Gli assoni dei neuroni del VPL dopo aver formato parte del braccio posteriore della capsula interna e della corona radiata, terminano nel 4° strato della corteccia del lobo parietale presente nella circonvoluzione postcentrale e nella parte posteriore del lobulo paracentrale sulla faccia mediale dell’emisfero cerebrale.

La corteccia è fatta da strati, la neurocortex è fatta da 6 strati, che variano tra di loro e si numerano dall’esterno all’interno. Il punto di ingresso della corteccia è il 4° strato, popolato da cellule granulo. Nelle cortecce troveremo due tipi di cellule ( sia cerebrale che quella cerebellare), cellule granulo è sempre una cellule che riceve stimolo, non può essere sensitiva!! Si portano a loro informazioni. Poi ci sono cellule a forma piramidale, anche molto grosse. I motoneuroni alfa infatti erano a forma piramidale, ad esempio!!! Informazione elaborata da cellule granulo escono tramite qll piramidali!!

Lobulo paracentrale = scissura centrale inizia su faccia mediale, c’è corteccia che va un po’ davanti e un po’ dietro, è un lobulo che sta intorno alla scissura centrale. Questa piccola parte di corteccia( parte post del lobulo) controlla le informazioni da bacino in giù.

Area motoria primaria: nella circonvoluzione precentrale e nella parte anteriore del lobulo paracentrale.

La corteccia somestetica si suddivide in:

• corteccia somestetica S1( area 3,1,2), • corteccia somestetica secondaria ( S2), • corteccia parietale posteriore, è una corteccia associativa ( area 5 e 7).

Le fibre afferenti si dispongono in maniera ordinata sia nel talamo sia nell’ambito dell’area corticale di riferimento.

Nel nucleo talamico:

parte centrale ( core) riceve la sensibilità cutanea ( 3b,1 : sottoporzioni in cui si suddivide la corteccia somestetica, ci dice dove vanno le informazioni, dove sono proiettate);

Porzione periferica ( shell) riceve la sensibilità profonda ( 3a,2).

Nell’area somestetica primaria ( 4° strato):

Le fibre afferenti provenienti dai fusi neuromuscolari attivano i neuroni dell’area 3a ( parte più rostrale dell’area 3 e più profonda);

Le fibre afferenti di origine cutanea stimolano l’area 3b ( caudale rispetto alla 3a) e l’area1; I recettori articolari attivano l’area 2.

RAPPRESENTAZIONE SOMATOTOPICA A LIVELLO CORTICALE

Page 39: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Nella corteccia somestetica primaria ho 4 rappresentazioni perchè la suddivido in 4 parti (c’è la 3 a 3 b la 1 e la 2) !!!

Tre concetti sull’organizzazione funzionale della corteccia cerebrale:

1. Organizzazione gerarchica : organizzazione in una serie di livelli, i.e.: a. primaria>secondaria> associativa; ---pensa alle allucinazioni: ricevono gli stimoli la regione

associativa ma in realtà non c’è l’immagine. Quando si vede un oggetto la corteccia chiede se l’ha già vista cosa si ha provato in quel momento in cui l’ho vista per la prima volta

b. incremento progressivo del dettaglio. 2. Segregazione funzionale: la corteccia è organizzata in aree diverse, ciascuna della quale è destinata

ad una funzione differente. 3. Elaborazione in parallelo: l’analisi simultanea di un segnale in modalità diverse tramite percorsi,

distinti e paralleli, di un network neuronale: determina ad esempio la coerenza su argomentazioni, se un discorso è coerente o meno.

Anche la corteccia somesteica è organizzata in maniera gerarchica:

1. I neuroni del VPL proiettano a tutte le parti di S1; 2. Le aree 3a e 3b proiettano alle aree 1 e 2; 3. Tutte proiettano all’area S2 e alla corteccia parietale posteriore ( 5,7).

Rappresentazione corticali di ordine superiore:

le informazioni somestetiche vengono trasmesse dall’area somestesica primaria a regioni corticali di ‘ordine superiore’. Una di queste aree è appunto l’area somestetica secondaria ( o S2, adiacente alla S1). Quest’area invia informazioni a strutture limbiche, importanti per l’apprendimento tattile e la memoria ( e.g., l’amigdala e l’ippocampo).

Anche i neuroni di aree motorie del lobo frontale ricevono informazioni tattili dalla corteccia parietale anteriore. Questi neuroni inviano proiezione in feedback a varie aree corticali somestesiche ( integrazione sensitivo-motoria). È importante ricordare che il sistema somestesico invia numerose fibre discendenti ( talamo, tronco encefalico, midollo spinale), più di quante siano qll ascendenti. Sembra che queste siano importanti per la modulazione del flusso si informazioni sensitive a livello talamico e del tronco encefalico.

Sensibilità propriocettiva dell’arto inferiore non è trasmessa nel sistema dei cordoni posteriori, decorre nei cordoni laterali!

Gli assoni del nucleo dorsale del Clarke non decorrono nei cordoni post ma laterali, ricevono informazioni dall’arto inferiore e parte inferiore del tronco e vanno al cervelletto e costituiscono il fascio spino cerebellare dorsale. Questo fascio che sale nel cordone laterale quando è a livello bulbare in prossimità del nucleo gracile emette un collaterale prima di andare al cervelletto e fa sinapsi con gruppo di neuroni, piccolo, presenta qua ed è detto nucleo Z di pompeiano e brodar; questo raggruppamento nucleare sono emessi assoni che si incrociano su linea mediana e si vanno ad aggiungere al lemnisco mediale-----ora so dove arriva la sensibilità propriocettiva cosciente dell’arto inferiore.

Le sensibilità per la gran parte della testa fa riferimento al nervo trigemino.

IL NERVO TRIGEMINO

Page 40: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

I nuclei:

nucleo mesencefalico nucleo pontino ( o principale) nucleo spinale: pars oralis, pars interpolarsi, pars caudalis

Trasportano informazioni di tipo somestesica e anke epicritica e protopatica: quelli principali e spinali; quello spinale trasporta soprattutto di tipo protopatica. Informazioni soprattutto quelli di natura epicritica provenienti da distretti innervati da trigemino sono veicolati dai suoi nuclei soprattutto pontino e parte dello spinale, per quella propiocettiva per quello mesencefalico.

ANATOMIA 19 APRILE 2010

NUCLEI DEL TRIGEMINO

Nucleo mesencefalico

Nucleo pontino ( o principale)

Nucleo spinale:

• Pars oralis • Pars interpolaris • Pars caudalis

La struttura e la funzione del nucleo sensoriale principale del nervo trigemino negli aspetti discriminativi del tatto sono molto simili ai nuclei gracile e cuneato mediale.

L’intero nucleo principale sensoriale, incrociandosi, costituisce il lemnisco mediale come il lemnisco trigeminale.

Qual è la posizione del lemnisco mediale e quella del lemnisco trigeminale?

Lemnisco trigeminale termina nel nucleo ventrale postero mediale.

Unlike other primary afferents, the muscle spindle afferents from jaw muscles, which enter the brain stern in the trigeminal nerve, arise from cells located within the central nervous system. These cells costiutute the mesencephalic nucleus of the trigeminal nerve, located alongside the central grey matter of the mesenc.

The main branches of these neurons are the Ia afferents from masticatory muscles. They exit the brain stern, togheter with the axons of the motoneurons innervating the masticatory muscles, into the portio minor of trigeminal nerve, which joins the mandibular division of trigeminal nerve.

IL TALAMO

Page 41: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

È la parte più voluminosa del diencefalo, è un complesso nucleare di forma ovoidale, è detto anke talamo dorsale. Ricevere informazioni dal tronco encefalico, dal cervelletto, dai nuclei della base, dalla corteccia cerebrale. Invia informazioni alla corteccia cerebrale.

Il punto di contatto nn è punto commessurale, nn tutti ce l’hanno è presente nel 70% delle persone, è sostanza grigia.

È complesso nucleare, è suddivisibile in 50 – 80 nuclei diversi, costituito da 10^7 neuroni.

Il talamo e la sostanza bianca degli emisferi cerebrali :

peduncolo talamico anteriore( o frontale): nuclei anteriore e mediale con la corteccia prefrontale e orbito frontale e con il giro del cingolo.

Peduncolo talamico superiore ( o medio). Nuclei della parte centrale con la corteccia pre e post centrali e aree adiacenti dei lobi frontale e parietale.

Peduncolo talamico posteriore ( o occipitale): pulvinare e corpo genicolato laterale con le cortecce parietale posteriore e occipitale.

Peduncolo talamico inferiore ( o temporale): corpo genicolato mediale con al corteccia temporale inferiore.

Il talamo e la sostanza bianca: le lamine midollari = la lamina midollare esterna, separa i nuclei talamici ( talamo dorsale) dal nucleo reticolare del talamo ( talamo ventrale). La sostanza bianca ke si interpone è la lamina midollare: sono due una esterna( esterna al talamo dorsale, si interpone tra il nucleo reticolare ke è il più laterale e tra tutti gli altri nuclei talamici), ke separa i nuclei talamici, e una interna.

Quella interna: anteriormente e verso l’alto si scompone in due lamine cosi da assumere nelle sezioni orizzontali una forma a Y, si trova tra i nuclei talamici. Andando verso l’avanti si scompone, si biforca. Quindi i nuclei si dividono in anteriori, ke sn tra la biforcazione della Y, laterali e posteriori; secondo la posizione della lamina interna.

La lamina midollare:

• nella biforcazione sono compresi i nuclei anteriori, • i nuclei laterali e mediali si definiscono tali rispetto alla lamina midollare interna, • i nuclei laterali vengono distinti in ventrali e dorsali.

Inoltre vi sono:

• i nuclei intralaminari nello spessore della lamina midollare interna • il nucleo reticolare posto lungo la superficie laterale del talamo. • I nuclei della linea mediana del talamo posti sulla superficie mediale dello stesso ( i.e. del talamo).

Talamo e le altre parti del SNC:

• I nuclei talamici elaborano, integrano e ritrasmettono informazioni per i sistemi sensitivi, motori, motivazionali e limbico;

• I nuclei talamici sono importanti anke per il trasferimento di informazioni da una parte all’altra della corteccia cerebrale;

Page 42: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• L’attività del talamo è regolata da vie ascendenti dalla corteccia cerebrale e dal nucleo talamico

reticolare.

Il talamo è correlato csi strettamente con la corteccia cerebrale tanto da poter essere considerato come lo strato più profondo della corteccia cerebrale.

I nuclei talamici si possono distinguere in 2 gruppi: nuclei di ritrasmissione( o di Relè, o di primo ordine) e nuclei associativi.

Nuclei di Relè:

• First order relè • Inviano input da vie sensitive dal cervelletto dai nuclei della base alla corteccia per la prima volta • Ricevono dal VI strato della corteccia cerebrale, input “modulaton” ke possono modificare il • pattern di trasmissione, ma nn alterare in modo significativo le sue caratteristiche essenziali.

Strati corteccia cerebrale della neurocortex, sono 6 strati:

molecolare: ampio campo sinaptico, ci sn tante sinapsi

granulare esterno

piramidale esterno: cell proiettive

granulare interno

piramidale interno

polimorfo

I nuclei di Relè ricevono informazioni dal sesto strato della corteccia, sn informazioni di tipo modulatorio,possono modificare il pattern di informazioni ma nn possono alterare in modo significativo.

Nuclei reticolare è GABAergico.

I nuclei associativi:

• sono detti anke nuclei higher order relays, • non ricevono input dalle principali vie ascendenti o da sedi extratalamiche ( es. cervelletto o nuclei

della base), • ricevono input dal V strato della corteccia cerebrale o ritrasmettono indietro l’informazione ad

altre aree corticali, ricevono anke input modulatori dal VI strato della corteccia cerebrale; • questi nuclei sono considerati importanti per i segnali di modulazione trasmessi bidirezionalmente

tra parti diverse della corteccia cerebrale.

Si ritiene ke un neurone talamico riceva più input modulatori ke input driver e ke i primi possano attivare i più lenti recettori metabotropici, mentre gli input driver attivino i più rapidi recettori inotropici.

Nuclei di Relè ( o di ritrasmissione):

sensitivi = rappresentano l’ultima stazione sinaptica delle proiezione ascendenti dirette verso le aree sensitive neocorticali. Ad esempio il n ventrale posteriore, corpi genicolati laterale e mediale

Page 43: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

motori = sono interposti funzionalmente tra il cervelletto, i nuclei della base e le aree motorie e premotorie. Ad esempio il n ventrale anteriore e ventrale laterale.

Nuclei associativi: hanno cospicui collegamenti reciproci con aree associative neocorticali. Sono importanti il nucleo dorsale mediale ( corteccia prefrontale) e nucleo laterale posteriore + pulvinar ( aree visive associative)

Nuclei limbici: proiezioni alla corteccia del cingolo, entorinale e subiculare. Sono importanti il nucleo dorsale mediale, complesso nucleare anteriore e nucleo laterale dorsale.

ANATOMIA 2 19 APRILE 2010 POMERIGGIO

In base alle loro connessioni corticali, i nuclei talamici possono essere organizzati in due gruppi funzionali:

nuclei specifici = ricevono informazioni da particolari regioni sottocorticali ed hanno connessioni reciproche con aree ben definite della corteccia cerebrale ( es. nuclei correlati alle aree sensitivo motorie).

nuclei non specifici ( o proiezione diffusa) = ricevono stimoli dalla formazione reticolare, dal proencefalo basale, da altri nuclei talamici proiettano ad ampie zone di corteccia cerebrale e allo striato ( es. nuclei intralaminari, della linea mediana; anche il n reticolare, sebbene non proietti direttamente alla corteccia).

Nell’ambito dei nuclei talamici si possono distinguere:

neuroni proiettivi: originano da nuclei associativi e di relay e si portano nel IV strato della corteccia cerebrale ; inviano collaterali al nucleo reticolare del talamo,

interneuroni: terminano nell’ambito dello stesso nucleo talamico---posso usarli come concetto di inibizione laterale.

Il talamo presenta essenzialmente due mediatori: il glutammato è il mediatore dei neuroni talamo-corticali, ma anche dei neuroni cortico-talamici, cosi come delle principali afferenze ( es. cerebellari e lemniscali).

Il GABA è il mediatore dei collegamenti talamo-talamici e delle afferenze provenienti dai nuclei della base ( globus pallidus e substanzia nigra)..

Circuiti cortico-talamo-corticali

Connessioni tra i nuclei talamici e la corteccia cerebrale:

vedere talamo su wikipedia di shermann .

NUCLEI TALAMICI

Gruppo anteriore:

Page 44: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• nucleo antero ventrale ( nucleo principale), nucleo antero-dorsale, nucleo antero mediale, • importanti componenti integrate nel sistema limbico ( circuito di Papez), • hanno collegamenti reciproci con:

o corpi mammillari ( fascio mammillotalamico) o formazione dell’ippocampo ( via fornice) o circonvoluzione del cingolo o corteccia prefrontale

gruppo mediale:

nucleo mediale-dorsale

• interposto tra la lamina midollare interna ed il t ventricolo • nel processo evolutivo, la dimensione si correla con quella del lobo frontale • afferenze principali

o amigdala, sistema olfattivo, ipotalamo o collegamenti con i nuclei intralaminari della linea mediana e con il nucleo posteriore

laterale • efferenze principali

o corteccia prefrontale o proiezione al pallido ventrale ( nucleus accumbens septi), che tramite questa via, si collega

alla corteccia prefrontale • collegamenti reciproci con i campi oculari frontali ( area 8) • riceve numerose afferenze dolorifiche spino-talamico e trigemino - talamiche • è considerato sia nucleo di relay sia nucleo associativo • integra stimoli somatici e viscerali • insieme alla corteccia prefrontale è coinvolto nel comportamento affettivo ed emozionale

gruppo ventrale:

• nucleo ventrale anteriore • nuceo laterale • nucleo ventrale posteriore • corpi genicolati, laterale e mediale ( metatalamo)

gruppo ventrale:

nucleo ventrale anteriore:

di relay correlato con il sistema motore

suddiviso in due parti:

parvi cellulare ( input da GPi: segmento interno del globus pallido)

magni cellulare ( input da SNpr: sostanza nera pars reticulata).

Qst nucleo ha un collegamento bidirezionale con la corteccia prefrontale e del cingolo, con l’area 8 ( campi oculari frontali) in particolare con la parte magnicell, con l’area 6 ( SMA e PMA) in particolare con l’area parvicell; la parte pc riceve input da GPi e la parte mc riceve input da SNpr.

Page 45: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Il nucleo ventrale laterale ( nVL):

collegamenti tra i nuclei della base e cervelletto e corteccia cerebrale.

Riceve input da: emisfero cerebellare contro laterale ( vie dentato talamiche), SNpr, GPi; manda efferenze a: area 4 e PMA, SMA ( quindi all’area primaria motoria e premotoria).

Nucleo ventrale posteriore:

• n. ventrale post mediale ( VPM) • n. ventrale post laterale ( VPL) • n. ventrale posteriore inferiore ( VPI) • n. ventro mediale posteriore ( VMpo)

I nuclei VPL e VPM:

• sn nuclei di Relay per la sensibilità somestesica • afferenze: lemnisco mediale, via spinotalamica, lemnisco trigeminale e in più afferenze vestibolari

Il nucleo VPM:

• afferenze gustative, che invia alla corteccia opercolare dell’insula e orbito frontale

Il nucleo VPI:

• afferenze vestibolari

Il nucleo VMpo:

• post mediale rispetto a VPM • neuroni calbindina positivi • struttura tipica dei neuroni di Relay • afferenze spinotalamiche e trigeminotalamiche della lamina I e proietta alla corteccia insulare

(dorsale post). • nocicezione e termocezione

CORPO GENICOLATO MEDIALE

• è organizzato in lamine e rappresenta un complesso nucleare di 3 nuclei: ventrale, dorsale e mediale ( o magnicellulare)

• nucleo intercalato nella via uditiva • riceve dal collicolo inf, afferenze ordinate in maniera tono topica • proietta alla corteccia uditiva primaria ( area 41) fibre organizzate tono topica,mente ( alte

frequenze medialmente e basse frequenze lateralmente) • riceve inoltre afferenze dal collicolo sup ed invia fibre alla corteccia uditiva associativa del planum

temporale e del giro temporale superiore ( area 42) • infine riceve input anche dal lemnisco mediale e dalla via spinotalamica e proietta alla corteccia in

maniera simile aii nuclei intralaminari.

CORPO GENICOLATO LATERALE

Page 46: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• riceve afferenze da entrambe le retine • è organizzato in 6 lamine • tramite la via genicolo calcarina ( radiazione ottica) ha connessioni reciproche con la corteccia visiva

primaria ( area 17) • svolge due ruoli fondamentali: trasmissione precisa delle informazioni visive della retina alla

corteccia visiva primaria e modulazione e regolazione del flusso delle informazioni visive stesse. Qst implica il coinvolgimento di proiezioni cortico genicolate dall’area 17 al CGL. Queste vengono modulate da circuiti feed forward e feedback che processano le informazioni visive e ne regolano il flusso. Tali connessioni sono considerate importanti nella regolazione del livello di attenzione visiva.

GRUPPO POSTERIORE

• si tratta di un complesso nucleare: nucleo post talamico ( PTh) e nucleo ventrale mediale ( VM) • • nell’isiem rriceve afferenze da diversi sistemi sensiitvi • nell’insieme riceve afferenze da diversi sistemi sensitivi:

o spinotalamico o trigeminotalamico o lemnisco mediale o collicoli sup ed inf o vie reticolari ascendenti

• i neuroni sono polimodali e rispondono a stimoli tattili, dolorifici, vestibolari e uditivi. • I nuclei di qst gruppo proiettano all’area somestesica secondaria posta dietro l’insula e all’adiacente

corteccia dell’insula. Si ritiene che abbiano un ruolo nella percezione degli stimoli nocicettivi.

GRUPPO LATERALE

• È posto dorsalmente al gruppo ventrale • È formato dal n. laterale dorsale , dal n. laterale post e dal pulvinar • Sn nuclei di tipo associativo • Collegati reciprocamente con corteccia associativa dei lobi parietale, occipitale e temporale.

Il nucleo laterale dorsale:

• Come il gruppo ant, è correlato al sistema limbico • Ha collegamenti reciproci con il giro del cingolo e il giro paraippocampico; riceve input dall’area

settale • Sembra abbia un ruolo nelle manifestazioni emozionali espresse tramite il sistema limbico

Pulvinar:

• Collegamento reciproco con area 17, 18, 19. • Efferenze verso la corteccia associativa temporale inf e i FEF ( campi oculari frontali) • Principali afferenze sottocorticali: collicolo sup e area pretettale • Il complesso pulvinar interviene in maniera massiva nella trasmissione di informazioni efferenti da

un’area corticale ad un’altra e gioca un ruolo cruciale nella comunicazione cortico corticale e nelle funzioni corticali di ordine superiore

Page 47: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Il pulvinar ha un imp ruolo nella rilevanza visiva, ovvero nella capacità di poter discriminare ciò che

è rilevante dal punto di vista visivo da ciò che non lo è • È stato dimostrato anche nell’uomo che, dopo la perdita della corteccia striata, fibre

extragenicolate provenienti dal collicolo sup tramite il pulvinar e dirette alla corteccia associativa visiva permettono una residua discriminazione visiva

ANATOMIA 2 20 APRILE 2010

NUCLEI DEL TALAMO

Principali collegamenti e funzioni:

Gruppo intralaminare:

• strutturalmente e funzionalmente rappresentano estensioni rostrali della formazione reticolare nel diencefalo

• le afferenze provengono da formazione reticolare, SN, collicolo superiore, area pretettale e sistema spinotalamico, nuclei cerebellari, GPi

• proiezioni verso lo striato ( caudato e putamen) e verso ampie regioni corticali ( striati superficiali)

Tutti i nuclei intralaminari hanno collegamenti reciproci con la corteccia cerebrale:

corteccia prefrontale, corteccia entorinale, giro del cingolo, aree motorie ( 4 e 6), aree somestetiche, aree visive associative.

• Ricevono fibre dalla lamina VII e VIII del grigio spinale e dal n trigeminale spinale. o Rappresentano la stazione talamica del sistema paleo-spinotalamico o Il neo-spinotalamico origina dalle lamine I e IV e con la rispettiva componente trigeminale

proietta al VP • Altre afferenze da parti della formazione reticolare, locus coeruleus (NA), n dorsale del rafe ( 5-HT--

-serotonina),nn tegmentali peduncolo pontino e laterodorsale ( ACh --- acetilcolina). Il locus coeruleus è la più grande fonte di noradrenalina. Gli ormoni tra parentesi sono i neurotrasmettitori.

• Queste proiezioni sono coinvolte nelle attività cerebrali quali il sono, la veglia, lo stato di attenzione e di attivazione-eccitazione.

• Hanno diversi ruoli funzionali • Coinvolti nello stato di attenzione il quale integra il senso di consapevolezza • Le connessioni con le aree somestesiche indicano un ruolo nella integrazione sensitivo-motoria. Il

SNC ha capacità di integrare le informazioni di natura motoria da qll sensitiva---sistema nervoso centrale per esprimere l’ attività motoria in realtà presta più attenzione agli stimoli sensitivi anzi che altri.

Sono definiti anche nuclei aspecifici ( o a proiezione diffusa)

Page 48: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Invece di ricevere come i n di relay cospicue afferenze di una regione particolare ricevono input

da molte e differenti parti del SNC • Le loro afferenze non hanno la precisione topografica di quelle dei n di relay • Hanno collegamenti a differenza dei n di relay con ampie porzioni del n reticolare talamico

Gruppo della linea mediana

• Costituiscono una sottile benda nucleare a ridosso del terzo ventricolo ( periventricolari) • Nell’uomo sono piccoli e difficili da delimitare • Insieme agli intralaminri sono considerati nuclei a proiezione diffusa • Sono collegati von lo striato ventrale, ma più cospicua,ente con la corteccia ( parte anteriore del

cingolo, entoriale e subiculum) • Altre afferenze da parti della formazione reticolare, locus coeruleus( NA), n dorsale del rafe ( 5-HT),

n tegmentale laterodorsale ( ACh) • Sono considerati molto simili agli intarlaminari per la forte analogia dei collegamenti e dei ruoli

funzionali ( funzioni viscerali limbiche)

NUCLEO RETICOLARE TALAMICO

• È una sottile lamina posta medialmente al braccio post della capsula interna • Si trova rostralmente e lateralmente agli altri nuclei talamici separato da essi tramite la lamina

midollare esterna • Afferenze: collaterali eccitatorie di fibre talamo corticali e cortico talamiche ( striato VI) che

attraversano il nucleo stesso • Efferenze: neuroni GABA- ergici che proiettano ai n talamici in maniera topografica • Si realizza così un circuito a feed back negativo • NON proietta alla corteccia cerebrale • Ha proiezioni cosi altamente specifiche e organizzate topograficamente che si ritiene che ciascun

nucleo talamico abbia un proprio settore nel n reticolare • Funzione principale>>modulare l’attività degli altri nuclei talamici. Tramite le afferenze che riceve il

n reticolare è in grado di campionare il grado di attività neuronale cortico talamica e talamo corticale Il nucleo reticolare inibisce direttamente i neuroni che proiettano alla corteccia mentre consente una certa eccitazione inibendo gli interneuroni inibitori.

• Electrophysiological studies have demonstrates the existence of at least seven sectors: 5 sensory ( auditory, gustatory, somatosensory, visceral and visual), one motor and one limbic.

• Ct Axons are much more numerous by far then TC axons by a magnitude of about 10, meaning that, in the TRN, the number of CT synapses is much greater than that ok TC synapses.

• Layer VI, CT neurons are more effective in generating larger excitatory synaptic conductances in TRN than in TC neurons

• The thalamo-reticulo-thalamic circuits allow the TRN to shape thalamic activities through lateral and feedback, GABA-dependent, inhibition mechanisms.

Page 49: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• A seguito di stimolo pre talamico un neurone talamico ( TC1) eccita tramite un collaterale una

cellula del n reticolare( TRN2). Si ottiene una inibizione laterale • Il neurone verosimilmente inibisce un neurone vicino( TRN1) tramite sinapsi dendro dendritiche

GABA-ergiche ke possono cosi disinibire un neurone talamico. Si ottiene una disinibizione a feed back.

• The TRN controls neuronal activities in a focused manner within nearly all talamic nuclei, and it is bombarded by all the functionally related cortical areas and talamic nuclei. Assuming TRN as the searchlight operator functional data suggest that the operator is probably driven by layer VI CT inputs. Tha thalamus has long been considered as a gateway to the cerebral cortex and the TRN as the guardian of that gateway. From a pathologic viewpoint, the TRN should be considered as one key structure in cognitive deficits, which include those associated with schizophrenia.

• Vedi D. Pinault / Brain research reviews 46 ( 2004) 1-31

AROUSAL

• È lo stato di attivazione corticale ( o veglia corticale)----è qlc di dinamico, può aumentare, diminuire

• Corrisponde l’intensità dell’attivazione fisiologica e comportamentale dell’organismo o Quando l’organismo deve effettuare una prestazione deve attivarsi cioè mettere in

moto una serie di processi caratteristici dello stato di arousal • Quali sono questi meccanismi?

o Aumento della vigilanza e dell’attenzione ( attivazione del sistema nervoso centrale) o I muscoli si preparano allo sforzo ( attivazione del sistema muscolo scheletrico) o Cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo ( sistema vegetativo simpatico)

• Il suo contrario è il coma

Vie modulatorie extratalamiche per la corteccia cerebrale

Vie 5HT-ergiche--------nuclei del rafe ( mesencefalo e parte rostrale)----sonno, controllo del dolore

Vie NA - ergiche--------locus coeruleus--------------------------------------------eccitazione, attenzione, vigilanza

Vie DA- ergiche---------area tegmentale ventrale-------------------------------corteccia motoria

Vie ACh - ergiche-------nucleo basale di Meynert-------------------------------corteccia cerebrale

Vie GABA - ergiche-----proencefalo basale---------------------------------------ippocampo

BLOOD SUPPLY OF THE THALAMUS

Individual variability:

1. Tuberothalamic a. ( from posterior commun. a.) anteroventral-medial nu. 2. Paramedian vessels ( from basilar artery) ventrolateral nuclei 3. Inferolateral artery( from posterior cerebral a.) ventrolateral nuclei 4. Posterior chorioid a. ( from posterior cerebral a.) anterior nuclei

Page 50: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

ANATOMIA 2 21 APRILE 2010

SISTEMA ANTERO LATERALE

Sistema spinotalamico

Sistema del lemnisco spinale

Forme di sensibilità trasmesse:

dolorifica, termica----in eccesso si trasforma in dolorifica, tattile e di pressione non discriminative, solletico, prurito, sessuale. Tutte sono selettive a parte di quella tattile.

Comprende:

• corno dorsale della sostanza grigia spinale, • commessura bianca ventrale spinale---in questo sistema ho un incrocio sulla linea mediana quindi, • es. fascio spinotalamico, fasci spino reticolari ……----- ci sono fasci che hanno cm loro terminazione

finale il talamo…., • Lemnisco spinale ( = fibre spinotalamiche nel tronco encefalico), • Nucleo ventrale posteriore del talamo ( e altri n talamici: intralaminari; del gruppo posteriore), • Capsula interna, • Corteccia somestesica primaria.

Nei sistema dei cordoni post non c’erano sinapsi significative, si andava direttamente fino al bulbo; qua ci sono sinapsi già a livello del midollo spinale.

Le fibre che entrano nel midollo spinale decorrono verso l’alto e verso il basso nel fascicolo longitudinale di Lissauer. Si caratterizza quest’ultimo per il decorso longitudinale, fascicolo per l’insieme di fibre, che sono sostanza bianca. Qst fibre entrano nel midollo spinale e appena entrate nel midollo si dividono prima di entrare nella sostanza grigia per salire per qualche mielomero verso l’alto e stessa cosa verso il basso.

Il fascicolo è un piccolo fascio posto dorsalmente all’estremità del corno posteriore del midollo spinale, in corrispondenza dell’ingresso della radici posteriori dei nervi spinali. È formato da assoni ke trasportano sensibilità dolorifica e termica e ke si portano in alto e in basso per uno o due segmenti spinali. La maggior parte degli assono arrivano nella sostanza gelatinosa di Rolando ( lamina II), dove sinaptono con neuroni di 2° ordine. Le fibre si incrociano nella commessura anteriore e si fanno ascendenti nel contesto del cordone anteriore e del cordone laterale.

Anche le fibre del sistema anterolaterale si dispongono in maniera ordinata, ma la disposizione ricorda quella che prevede che le informazioni delle parti più distali sono più lateralmente, quelle più craniali sono più medialmente.

Il sistema anterolaterale nel tronco encefalico: il lemnisco spinale

Il sistema anterolaterale decorre nel bulbo, si trova subito al di dietro dell’oliva bulbare; a livello del ponte decorre lateralmente alle fibre che costituiscono il lemnisco mediale. Ancora più cranialmente nel ponte è

Page 51: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

ancora più lateralmente. Nel mesencefalo il lemnisco spinale è laterale a quello trigeminale e a quello laterale. Questa zona proprio per la vicinanza dei lemnischi è detta trigono dei lemnischi.

I neuroni talamici del nucleo ventrale postero-laterale inviano assoni diretti alla corteccia e che costituiscono parte del braccio post della capsula interna, è più precisamente si posizionano nella parte posteriore e medialmente alle fibre corticotalamiche che stanno discendendo. Inoltre le fibre più mediali vengono dalle parti più craniali e qll più laterali dalle parti più caudali.

LE VIE DELLA SENSIBILITA’ DOLORIFICA

Le vie anatomiche della sensibilità dolorifica

Definizione: il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno ( secondo la definizione della IASP ( International association for the study of pain-1986) e OMS).

Il dolore quindi non è una semplice “percezione”, ma una “esperienza sensoriale” complessa, vale a dire una “emozione”. L’esperienza dolore è associata al concetto di danno tessutale, che può essere in atto ( nel dolore associato alla nocicezione) o potenziale. Qst ultimo riguarda il danno possibile ma non ancora in atto ( del quale la nocicezione è l’evento in grado di farlo evitare), sia quello ipotetico che, in realtà, non c’è e non ci sarà, per lo meno dove è avvenuto il dolore. Quindi nocicezione permette di evitare il danno, è un sistema di protezione.

Ma esiste il dolore non associato alla nocicezione, cioè il dolore non nocicettivo? Si, quando il danno non è nel tessuto dove è avvertito il dolore, ma nel dispositivo di segnalazione e di elaborazione della nocicezione in emozione dolorosa ( es. dolore neuropatico). Quindi, i termini “nocicezione” e “dolore” non sono sinonimi e il termine dolore non indica una situazione clinica unitaria.

I recettori periferici della sensibilità dolorifica:

nocicettori = devono rilevare l’eventualità di una situazione che può portare il danno: cute, mucose, tessuto connettivo di visceri, legamenti e capsule articolari, periostio, muscoli, tendini. Si tratta di terminazioni nervose libere. Sono i prolungamenti periferici dei neuroni pseudo unipolari ( cd. neuroni afferenti di primo ordine) presenti nel ganglio annesso alla radice posteriore del nervo spinale. Sono fibre di calibro sottile, con scarsa guaina mielinica ( fibre A -delta) o sprovviste di guaina mielinica ( fibre C). Hanno campi recettoriali di estensione molto variabile ( da puntiforme a diversi millimetri).

I nocicettori sono fibre A -delta e fibre C. I tipi diversi di fibre presentano significative differenze nel diametro e nella velocità della conduzione della stimolo. Ci sono quindi nocicettori diversi per sensibilità diverse. Le fibre C non hanno un compito unico ma trasportano diverse sensibilità.

Mediatori chimici periferici del dolore e dell’iperalgesia = istamina, bradichinina, prostaglandine, potassio(K+). Può essere nel caso di danno tissutale, viscerale e liberazione da apre di cellule( come l’istamina). Alcuni sono rilasciati dalle cellule danneggiate come istamina, serotonina, acetilcolina; oppure sintetiz tramite enzimi localmente, come la bradichinina e la prostaglandine; oppure rilasciati da nocicettori stessi come la sostanza P e la CGRP.

Page 52: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

ANATOMIA 26 APRILE 2010

NOCICETTORI DIVERSI PER SENSIBILITA’ DIVERSE

Si possono distinguere nocicettori:

• A- delta di tipo 1: meccanocettori, unimodali • A- delta di tipo 2: meccano-termocettori ( per T> 45° C e < 15° C e per stimoli meccanici molto

intensi) • Fibre C: recettori polimodali

Quali implicazioni cliniche?

In condizioni fisiologiche i nocicettori sono coinvolti nella produzione del dolore tissutale ( nocicettivo), vale a dire del “dolore normale, fisiologico”.

In condizioni patologiche, i nocicettori sono responsabili di un particolare tipo di dolore neuropatico, dell’iperalgesia primaria e di allodinia.

I FANS( farmaci antinfiammatori non steroidei) agiscono a livello dei nocicettori cosi cm gli anestetici locali quando sono somministrarti o per infiltrazione locale.

La fibra nervosa cm raggiunge il SNC?

Nel midollo spinale l’assone della cui partono cellula gangliare costituisce la radice post del n spinale. Nel tronco encefalico alcuni nervi cranici( V, VII, IX e X paio) possiedono gangli sensitivi da assoni diretti a strutture centrali.

GANGLI SENSITIVI DI NERVI CRANICI:

• ganglio semilunare per il n trigemino • ganglio petroso per il n glossofaringeo • ganglio genicolato per il n faciale • ganglio superiore per il n vago

Il nucleo spinale del V paio:

• o nucleo trigeminale spinale, è la parte caudale del nucleo sensitivo del n trigemino • si estende dal ponte fino ai primi segmenti del midollo spinale • riceve sensibilità dolorifica e termica e in parte anche tattile dal V, VII,IX e X paio • invia fibre al talamo contro laterale

Per quanto riguarda la sensibilità dolorifica dei visceri, le fibre sensitive provenienti dai visceri raggiungono il SNC seguendo il decorso dei nervi del sistema nervoso autonomo. I visceri hanno muscolatura liscia e c’è bisogno di una innervazione del SNA, c’è possibilità di regolare la funzionalità e motilità del viscere e queste stesse fibre portano con sé fibre di natura sensitiva.

Page 53: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

GIUNZIONE TRA IL PRIMO E SECONDO NEURONE: DORSAL ROOT ENTRY ZONE ( DREZ)

È il punto di ingresso della via sensitiva

Significato funzionale della DREZ: la DREZ è la regione dove avviene la trasmissione sinaptica tra il primo e il secondo neurone e la modulazione delle afferenze nocicettive----non è solo una semplice sinapsi, si modula il dolore!! La DREZ a livello spinale è rappresentata dal corno dorsale della sostanza grigia del midollo spinale. La DREZ a livello del tronco encefalico è il nucleo spinale del trigemino.

Nella DREZ del tronco encefalico convergono le afferenze centrali del V, VII, IX e X nervo cranico:

• le afferenze somatiche del V,VII,IX e X nervo cranico entrano a fare parte del fascio spinale del n trigemino

• questo termina nel nucleo spinale del n trigemino

la sua parte più caudale è detta anche pars caudale ( le altre sono le “interpolare” e la “orale”), riceve le afferenze dolorifiche e può essere considerata cm la prosecuzione craniale del corno dorsale del midollo spinale ( “medullary dorsal horn”). Nel midollo spinale il fascio spinale del V corrisponde al fascicolo dorso laterale di Lissauer.

COMPORTAMENTO DELLA FIBRA AFFERENTE NEL MIDOLLO SPINALE

Le fibre afferenti primarie:

• costituiscono la parte ventro laterale della radice post • sono la parte del fascicolo dorso laterale di Lissauer • nel corno dorsale sinaptano con i neuroni deputati alla trasmissione e alla modulazione degli

stimoli, nocicettivi e non ( “ gate control theory”)

nel corno post si distinguono differenti tipi di neuronI:

• neuroni nocicettori specifici • neuroni ad ampio spettro dinamico • neuroni non nocicettivi

“AFFERENT PAIN PATHWAYS A NEUROANATOMICAL REVIEW” DI TATIANA F.ALMESIDA, SUELY ROIZENBLATT, SERGIO TUFIK.

Esistono diversi tipi di neuroni nel corno posteriore

Neuroni SN ( specific nociceptive), che rispondono solo a stimoli nocicettivi ( fibre A delta e C) e sono nelle lamine I, II, V, VI; hanno campi recettivi puntiformi e sono coinvolti nella codifica della localizzazione e della qualità fisica dello stimolo

Neuroni WDR ( wide dynamic range), che rispondono a stimoli nocivi e non ( fibre A delta e C) e sono nelle lamine I, II, IV-VI e X, hanno campi recettivi varabili per tipo di stimolo e sono fondamentali nei meccanismi di soppressione del dolore ( gate control theory)

Neuroni non nocicettivi ( n-noc), ke rispondono a stimoli meccanici termici e propriocettivi, trasportati da fibre A delta e A beta e sono nelle lamine I II e IV.

Page 54: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

I neuroni nocicettivi del corno dorsale comprendono neuroni nocicettivi specifici che rispondono solo a stimoli con intensità nel range della nocicezione e neuroni ad ampio spettro dinamico che si attivano in modo incrementale sia per stimoli non nocicettivi sia per stimoli nocicettivi.

VIA ASCENDENTI NOCICETTIVE DEL MIDOLLO SPINALE

In senso filogenetico i fasci ascendenti possono essere distinti in:

gruppo meno recente:

• f. paleo spinotalamico • f. spino reticolare • f. spino mesencefalico • f. spinoparabrachiale • f. spino ipotalamico

gruppo più recente:

• f. neo-spinotalamico • f. spino cervicale di Mourin • f. post-sinaptico del corno dorsale: componente ridotta dolorifica. Negli animali qst via è molto più

evidente.

FASCIO SPINOTALAMICO

origina da neuroni WDR,SN e N-NOC sensibilità dolorifica, termica, prurito e tattile lamina I, ma anche II, IV-VI, VIII e X i neuroni SN ricevono input da fibre A delta per stimoli meccanici e termici ad alta soglia si possono distinguere

una via neo spino talamica ( o spinotalamica ventrale) nucleo ventrale post; sensibilità dolorifica discriminativa;

via paleo spinotalamica ( o spinotalamica dorsale) nuclei mediali e intralaminari; aspetti affettivi del dolore

Nel sistema anterolaterale si distinguono due diverse vie per il dolore.

Caratteristiche delle due tipologie di dolore:

dolore rapido: pungente dolore lento: urente

gruppo III ( A-delta) gruppo IV (c)

latenza breve insorgenza lenta

ben localizzato diffuso

breve durata lunga durata

poco emozionale emozionale

non bloccato dalla morfina bloccato dalla morfina

Page 55: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

fascio neo-spinotalamico fascio paleo-spinotalamico

Le fibre dolorifiche hanno caratteristiche morfologiche e funzionali differenti.

VIA POST-SINAPTICA DEL CORDONE POSTERIORE:

origina da neuroni WCR, SN lamina III e IV rappresenta una via afferente per la sensibilità viscerale

nel cancro, il controllo del dolore viscerale tramite mielotomia ( = sezione delle fibre bianche) limitata alla linea mediana

lesione di questa vie risulta essere più efficace rispetto all’interruzione della via anterolaterale è considerata coinvolta nelle componenti sensitive-discriminative e motivazionali- affettive del dolore.

FASCIO SPINO CERVICALE DI MOURIN

• poco sviluppato nell’uomo ( ben presente nel gatto: corrisponde al nostro spino cervicale sia l’omologo del fascio neo spino talamico nell’uomo)

• nell’uomo è incerta l’origine ( lamina III e IV e il nucleo proprio) • neuroni WDR, N-NOC, SN • fascio sale nella parte dorsale del cordone laterale omolaterale per raggiungere il nucleo cervicale

laterale a livello di C1-C2 e il nucleo del tratto solitario • la via prosegue controlateralmente nel quadrante antero laterale del midollo per raggiungere il

nucleo ventrale postero laterale del talamo • le funzioni correlate a questo fascio riguardano le caratteristiche epicritiche, motivazionali –

affettive e autonome del dolore

FASCIO SPINORETICOLARE

• origina soprattutto da neuroni WDR,SN e meno da N-NOC • soprattutto lamine V,VII e VIII ma anke I e X • il fascio decussa e sale nella parte anterolaterale della sostanza bianca • alcune fibre poi raggiungono i nuclei intralaminari e l’ipotalamo • contribuisce ai meccanismi di attenzione e di arousal • ruolo nell’affettività e nelle risposte neurovegetative al dolore • importante per la modulazione delle vie nocicettive tramite l’attivazione di strutture del tronco

encefalico responsabili della soppressione discendente del dolore

FASCIO SPINO MESENCEFALICO

• origina da neuroni WDR, N-NOC e SN • stessa origine del fascio spinotalamico, lamine I,II,IV-VI,X • proietta al collicolo superiore ( fascio spino tettale) e al grigio periacqueduttale • proiezione al grigio periacqueduttale proviene da neuroni WDR e SN e si distingue in 2 parti

funzionalmente distinte: o eccitatoria, quella dorsale rispetto al solco limitante o inibitoria, quella ventrale rispetto al solco limitante o ciò indica un’attività di autoregolazione

Page 56: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• la stimolazione della regione innervata dal fascio, oltre alla modulazione del dolore per via

discendente, provoca in presenza di stimoli nocivi comportamenti avversivi e risposte motorie visive di tipo diversivo, oltre a risposte cardiovascolari autonome, motivazionali e affettive

altri fasci ke dal midollo spinale inviano informazioni nocicettive a strutture limbiche:

fascio spinoparabrachiale

fascio spino ipotalamico

FASCIO SPINOPARABRACHIALE

• il nucleo parabrachiale riceve afferenze nocicettive dirette da neuroni SN della lamina I e II • e afferenze indirette da collaterali del fascio spino mesencefalico e dallo spino reticolare, dal nucleo

del parasimpatico sacrale • coinvolto nella trasmissione del dolore viscerale dovuto a processi infiammatori e stimoli termici

nocicettivi • proietta al talamo e a strutture limbiche ( via spino parabrachiale amigdaloidea) e all’ipotalamo (

via spino parabrachiale ipotalamica). • Sono stati descritti anke fasci diretti ke dal midollo spinale vanno all’amigdala, al nucleo lenticolare,

al nucleo accumbens septi e corteccia limbica. Vengono considerati da alcuni autori come vie spino limbiche.

FASCIO SPINO IPOTALAMICO

• Origina da lamine I, V, X • Neuroni WDR, SN e N-NOC • Stimoli nocivi e non da muscoli, tendini, articolazioni, cute e visceri • Proietta ai centri di controllo sovra spinali del sistema nervoso autonomo responsabile

dell’attivazione di risposte cardiovascolari ed endocrine • All’ipotalamo arrivano informazioni di natura nocicettiva anke dalla via trigemino ipotalamica e

reticolo ipotalamica • Integrazione con il SNA avviene tramite afferenze al nucleo motore dorsale del vago e ai neuroni

pregangliari del nucleo intermedio laterale del midollo • Contribuisce alle risposte autonome neuroendocrine , motivazionali – affettive e di allerta

La sensibilità dolorifica di gran parte della testa compete al trigemino.

Esiste la possibilità di modulare il dolore?

• A livello spinale----LA TEORIA DEL CANCELLO Il dolore è modulato in diversi modi ed a diversi livelli, attraverso meccanismi di gating (dall'inglese gate=cancello): ci sono "cancelli" del dolore che si aprono e si chiudono; un cancello importante si trova nella sostanza gelatinosa. Le fibre che entrano nel corno posteriore del midollo spinale e formano il fascicolo gracile ed il fascicolo cuneato, danno dei rami collaterali che prendono contatto con un interneurone. Da questo interneurone, parte un collaterale che va sulla terminazione della fibra e che trasporta la sensibilità dolorifica verso la cellula del nucleo proprio; un altro collaterale invece va direttamente sulla cellula del nucleo proprio. Quando gli impulsi passano nel fascicolo gracile o cuneato, i collaterali di queste fibre, agendo sull'interneurone, bloccano la possibilità della fibra del dolore di eccitare il nucleo del

Page 57: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

corno posteriore del midollo spinale (od il nucleo della radice discendente del trigemino). Quindi la sensibilità dolorifica non può più passare, in quanto gli impulsi delle vie ascendenti impediscono che la fibra del dolore ecciti la fibra del nucleo proprio o quello della radice discendente del V. Questo tipo di "cancello" è usato dai fisioterapisti: quando eseguono la stimolazione transcutanea, ponendo degli elettrodi ai lati della colonna vertebrale, essi stimolano le fibre della sensibilità tattile epicritica, in modo tale che venga bloccato il passaggio della sensibilità dolorifica al livello del nucleo. Nella medicina alternativa vi sono altri metodi per la regolazione del dolore, come nell'agopuntura, che utilizzano meccanismi simili.

• Tramite vie discendenti----- o La sensibilità al dolore varia tra gli individui e dipende dalle circostanze ( e.g. stress) o La PAG riceve afferenze dolorifiche tramite il fascio spino mesencefalico e afferenze dalla

corteccia e dall’ipotalamo e può quindi intervenire nella modulazione del dolore o La PAG proietta al nucleo magno del rafe ( serotoninergico, della FR) che, a sua volta,

proietta al midollo spinale o La stimolazione della PAG può migliorare il dolore intrattabile; può provocare una anelgesia

cosi profonda da poter permettere un intervento chirurgico.

ANATOMIA 2 26 APRILE 2010 POMERIGGIO

Prof. Ruffoli

Esistono anche altri sistemi proiettivi dal midollo spinale che inviano informazioni nocicettivi al tronco encefalico e ai centri sup.

FASCIO SPINOCERVICALE

• Poco più sviluppato nell’uomo ( ben presente nel gatto: corrisponde al nostro spino cervicale e l’omologo del fascio neo spinotalamico nell’uomo)

• Nell’uomo è incerta l’origine ( lamina III e IV i.e. il nucleo proprio) • Neuroni WDR, N-NOC, SN • Fascio sale nella parte dorsale del cordone laterale omolaterale per raggiungere il nucleo cervicale

laterale a livello di C1-C2 ( e il nucleo del tratto solitario) • La via prosegue controlateralmente nel quadrante anterolaterale del midollo per raggiungere il

nucleo ventrale post lat del talamo • Le funzioni correlate a qst fascio riguardano le caratt epicritiche, motivazionali- affettive e

autonome del dolore)

ANATOMIA 27 APRILE 2010 Prof.ssa Lenzi

Page 58: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

SISTEMA SIMPATICO

MANCA IL PRIMO PEZZO

Le fibre postgangliari arrivano poi in prossimità del viscere e arrivano agli adipociti ai mastociti melanofori ai gangli viscerali e alle placche motrici.

Nella via efferente viscerale si distingue un neurone pregangliare e uno postgangliare. I neuroni postgangliari sono più numerosi e uno pregangliare può formare una sinapsi con 15-20 neuroni postgangliari------si ha cosi un’ampia diffusione di molte risposte viscerali.

Innervazione sensitiva viscerale: neuroni pseudo unipolari dei gangli encefalici e spinali. Il prolungamento periferico ( centrifugo) del loro neurite decorre senza interrompersi in sinapsi attraverso gangli e plessi del sistema nervoso viscerale e lungo alcuni nervi cranici e spinali. Il prolungamento centrale ( centripeto) del neurite accompagna le fibre afferenti somatiche nelle radici post dei nervi spinali e in alcuni nervi cranici sino al sistema nervoso periferico. Terminano nel nucleo reticolare del tegmento, nel tetto del mesencefalo, nel talamo e nell’ipotalamo.

Il sistema nervoso viscerale si suddivide in: parasimpatico, simpatico( ortosimpatico) e enterico. Le fibre efferenti pregangliari del parasimpatico abbandonando il SNC decorrendo in alcuni nervi cranici e spinali sacrali e costituiscono le sezione efferente encefalo sacrale. Le fibre efferenti pregangliari del simpatico emergono dal nevrasse con i nervi spinali toracici e lombari superiori e costituiscono la sezione efferente toracolombare. I neuroni postgangliari del parasimpatico hanno sede periferica, localizzati in gangli situati vicino all’organo da innervare o nel parenchima dell’organo. I neuroni postgangliari del simpatico hanno sede nei gangli del simpatico o in plessi situati più perifericamente ma sempre più vicini al midollo spinale, a eccezione di alcuni neuroni che innervano i visceri pelvici.

I gangli dell’ortosimpatico sono in prossimità del midollo, la lunghezza della fibra pregangliare sarà breve!!!

Il parasimpatico e l’ortosimpatico si pensava che differisce sotto il profilo fisiologico-----le risposte parasimpatiche sono localizzate, quelle dell’ortosimpatico diffuse ( scarica di massa). Tuttavia anche se in circostanze di paura o di rabbia si ha un’attivazione generalizzata del simpatico anche tale sistema agisce in modi circoscritto. Si è sempre ritenuto che parasimpatico e simpatico fossero antagonisti, le reazioni opposte date dai 2 sistemi sono più l’eccezione che la regola. Nel cuore hanno azione antagonista: il parasimpatico riduce frequenze, l’ortosimpatico dà un aumento della frequenza.

Reazioni opposte si hanno su:

pacemaker del cuore tessuto erettile degli organi genitali su alcune ghiandole dell’apparato digerente sulle cellule beta del pancreas vescica urinaria bronchi colon

Page 59: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Dove c’è un effetto reciproco può essere dovuto:

• i 2 sistemi lavorano sinergicamente • esercitano la loro influenza sotto condizioni funzionali diverse

Vari tessuti sono innervati da solo uno dei due sistemi. I tessuti innervati da entrambi sono:

cuore vescica apparato respiratorio apparato gastrointestinale alcuni vasi sanguigni ( tessuto erettile degli organi genitali, ghiandole salivari e della mucosa orale,

vasi sanguigni intracranici).

La trasmissione dei segnali dai neuroni pregangliari a quelli postgangliari e dai neuroni postgangliari alle cellule effettrici è di tipo chimico. Tutti i neuroni parasimpatici postgangliari sono potenzialmente colinergici perchè contengono l’enzima colina acetiltrasferasi ( ChAt). Tuttavia non tutti i neuroni postgangliari parasimpatici sembra che utilizzino l’acetilcolina come neurotrasmettitore. I principali effetti di alcuni sistemi parasimpatici sembra che siano mediati da cotrasmettitori come l’ossido nitrico e il polipeptide intestinale vasoattivo ( VIP), che si sintetizza negli stessi organi. La maggior parte dei neuroni simpatici sono adrenergici e usano noradrenalina o adrenalina come neurotrasmettitori, alcuni neuroni postgangliari simpatici sono colinergici.

Tuttavia si suppone che la maggior parte delle fibre nervose rilasci più di un neurotrasmettitore.

CODIFICA CHIMICA: stabilisce quale combinazioni di neurotrasmettitori vi possono essere.

Nervi sensitivi motori:

fibre afferenti primarie sono sensitive motorie perchè svolgono funzioni motorie anzichè sensitive dopo un riflesso rilasciano trasmettitori a livello della loro terminazione periferica. La regolazione esercitata da nervi sensitivo motori è un importante caratteristica del controllo viscerale nell’intestino, nei polmoni, nel cuore, in gangli e vasi sanguigni.

NEUROMODULAZIONE

Agenti liberati localmente possono agire:

a livello presinaptico modulano la quantità di neurotrasmettitore rilasciato

a livello postsinaptico modulano la durata e l’intensità di azione di neurotrasmettitore.

La neuromodulazione può avvenire:

auto inibizione: un trasmettitore modifica il suo stesso rilascio, inibendo il rilascio di cotrasmettitore

diafonia: un neurotrasmettitore può influenzare terminazioni giustapposte sinergismo: 2 trasmettitori possono indurre lo stesso effetto postsinaptico, rinforzo contrapposizione di azioni: un trasmettitore induce effetti contrapposti su cellule effettrici diverse effetti trofici: un trasmettitore può influenzare l’espressione di un altro o di un recettore, agendo

sulla trascrizione dei geni

Page 60: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

persistenza dell’effetto: un trasmettitore influenza l’attività di un enzima di degradazione

VARICOSITA’ DI UN NEURONE EFFETTORE

Simpatico in vicinanza di muscolatura liscia

L’azione della fibra nervosa simpatica dà luogo a molteplici ramificazioni simili ad un filo di perle

Ogni perla corrisponde ad un bottone simpatico che si pone in rapporto con le varie cellule effettrici

Dai bottoni sinaptici viene rilasciata noradrenalina che va ad agire su specifici recettori localizzati sulla membrana delle cellule effettrici muscolari, che sono fasci di cellule muscolari.

RECETT ADRENERGICI ED EFFETTI DEL SISTEMA ORTOSIMPATICO

Recettori alfa: diffusi nella maggior parte dei tessuti. Sulle cellule muscolari lisce provocano costrizione dei vasi e chiusura degli sfinteri alfa 2 giunzioni neuromuscolari e neuroghiandolari

Recettori beta: sulle cellule muscolari striate del cuore (beta1) sulle cellule muscolari lisce delle vie respiratorie e vasi della muscolatura scheletrica ( beta 2) sul fegato provocano aumento delle funzioni metaboliche di cuore e fegato, dilatazione dei vasi sanguigni dei muscoli scheletrici, dilatazione delle vie aree, beta 3 nelle cellule adipose.

N.B. fibre simpatiche colinergiche: terminano in corrispondenza di ghiandole sudoripare o di vasi sanguigni dei muscoli scheletrici stimolano la produzione di sudore e promuovono il flusso sanguigno alla muscolatura scheletrica.

RECETTORI COLINERGICI ED EFFETTI DEL SISTEMA PARASIMPATICO

Recettori nicotinici: Sulle giunzioni neuromuscolari del sistema nervoso autonomo provocano contrazione della fibrocellula muscolare liscia

Recettori muscarinici: sulla giunzioni neuroeffettrici parasimpatiche ( e in poche ortosimpatiche) provocano risposte che possono essere sia eccitatorie che inibitorie di maggior durata rispetto a quelle prodotte stimolando i recettori nicotinici, giunzioni neuromuscolari e neuro ghiandolari.

N.B. i recettori nicotinici si trovano anche sulle cellule gangliari sia dell’ ortosimpatico che del parasimpatico e la loro stimolazione produce sempre eccitazione del neurone gangliare

N.B. i recettori muscarinici prendono tale nome perchè si legano alla muscarina, un veleno che si trova nei funghi ed i nicotinici perchè si legano alla nicotina.

PARASIMPATICO ENCEFALICO

I corpi cellulari dei neuroni pregangliari parasimpatici sono situati nell’encefalo:

• nucleo accessorio di edinger e westphall---in prossimità del piano mediano vicino al nucleo motore somatico dell’oculomotore, regione pretettale del mesencefalo

• nucleo lacrimatorio dello yagida • nuclei superiori e inferiori salivatori---il sup all’estremità caudale del nucleo somatomotore del

facciale in posizione dorso mediale, rispettivamente nel ponte e nel bulbo • nucleo dorsale motore del vago.---per localizzazione nuclei vedi pagina 264

Page 61: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Le fibre pregangliari proiettano attraverso i nervi cranici:

OCULOMOTORE ( III)

FACIALE E NERVO INTERMEDIO ( VII)

GLOSSOFARINGEO ( IX)

Questi tre: vanno ai gangli parasimpatici associati con la muscolatura liscia intraoculare e le ghiandole della testa----------terminano le fibre pregangliari in un ganglio parasimpatico di norma annesso a un ramo del nervo trigemino, qll postgangliari seguono il percorso dei rami del trigemino. Caso a sé è il vago in cui le fibre pregangliari terminano in gangli situati vicino o nello spessore do organi.

VAGO:va ai gangli associati con gli organi bersaglio in cavità toracica e addominale

NERVI SPLACNICI PELVICI e I RAMI ANT DEL 2° 3° 4° NERVO SACRALE: si portano direttamente ai gangli pelvici associati con gli organi pelvici.

PARASIMPATICO ENCEFALICO

Le fibre pregangliari decorrono nei 4 nervi cranici:

• OCULOMOTORE ( III) • FACIALE ( VII) • GLOSSOFARINGEO ( IX) • VAGO e ACCESSORIO ( X)

E si interrompono in 4 gangli :

• GANGLIO CILIARE • GANGLIO PTERIGOPALATINO • GANGLIO SOTTOMANDIBOLARE • GANGLIO OTICO

OCULOMOTORE (III), motore

Componente motrice somatica (per : m retto superiore, mediale e inferiore e obliquo inferiore dell’occhio, elevatore della palpebra).

Fibre pregangliari: per m sfintere della pupilla e m ciliare 95%

Origine reale: colletto del mesencefalo ( componente motrice somatica nei n somatomotori del n oculomotore; fibre pregangliari del n viscero effettore e n di edinger e w )

Origine apparente: faccia anteriore del mesencefalo ( solco dell’oculomotore)

Nucleo di e e w –neuroni pregangliari----fibre pregangliari entrano nell’oculomotore che va verso l’occhio---poi l’oculomotore si divide in un ramo superiore e inferiore---queste fibre pregangliari vanno nel ramo inferiore ---tramite un ramo breve raggiungono il ganglio ciliare e si inarcano con i neuroni del ganglio—

Page 62: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

partono fibre postgangliari e costituiscono dei nervi detti ciliari brevi e raggiungono il muscolo che deve essere innervato dalla fibra simpatica.

A livello della pupilla, del muscolo che fa si che si dilata arrivano anche fibre ortosimpatiche: queste fibre vanno al muscolo dilatatore della pupilla sono fibre postgangliari perchè l’incontro con il ganglio è avvenuto arrivato al midollo spinale. Raggiungono questo muscolo tramite o un braccio lungo che va direttamente oppure anche loro entrano nel ganglio ciliare ma non si interrompono, sfruttano i rami ciliari brevi per raggiungere il muscolo dilatatore della pupilla.

FACIALE ( VII) misto:

NERVO FACIALE PROPRIAMENTO DETTO

NERVO INTERMEDIO

Il nervo faciale possiede una radice motoria che appartiene al n faciale propriamente detto,e una radice in parte motoria e in parte sensitiva che è il n intermedio.

Le fibre pregangliari nascono dal nucleo dello yagida. Anche l’intermedio è veicolante delle fibre pregangliari oltre al faciale. Il n faciale ha una radice motoria e una in parte motoria e in parte sensitiva. Il n intermedio contiene le fibre parasimpatiche eccitatorie. Le fibre parasimpatiche percorrono il nervo intermedio e vanno ad incontrare dei gangli per poi sinaptare, il quale poi raggiungere le ghiandole della lingua, la ghiandola lacrimale, la sottomandibolare e la sottolinguale.

Nucleo salivatorio superiore: localizzato nel midollo allungato, parte la fibra pregangliare che si inserisce all’interno del n intermedio, da qui passa nel facciale propriamente detto---corda del timpano---passano nel n linguale------ganglio sottomandibolare e sottolinguale se esiste----sinapsi e si va alla ghiandola sottomandibolare e sottolinguale.

N intermedio è la strada per le fibre che nascono dallo yagida e dal nucleo salivatorio superiore.

Ci sono questi due nuclei da qui partono le fibre pregangliari che devono andare agli organi bersaglio.

Le altre fibre che devono raggiungere la ghiandola lacrimale partono dal nucleo dello yagida------questo nucleo è localizzato nel ponte : c’è sempre l’intermedio: quindi contiene le fibre sia per ghiandola lacrimale che per la sottomandibolare e sottoliguale. Dal n intermedio si passa al grande petroso superficiale all’interno di un canale e viene detto nervo del canale vidiano---va poi al ganglio pterigopalatino o sfeno palatino----poi al n zigomatico –n lacrimale e si arriva alla ghiandola lacrimale.

ANATOMIA 28 APRILE 2010 Prof. Lenzi

SISTEMA SIMPATICO

LA RADICE ORTOSIMP DELLE DUE GHIANDOLE SALIVARI

Ganglio cervicale sup-----plesso dell’arteria faciale----ganglio sottoman----vasi sanguigni delle gh sottoman e sottoling

Page 63: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

A liv delle 2 gh arriva anke compon ortosimp ke ha le fibre postg ke passano a liv del ganglio sottoman ma nn si interrompono per arrivare ai vasi sang.

GLOSSOFARINGEO ( IX),misto

Fibre preg parasimpatiche eccito secretrici: innervaz gh parotide e gh geniene e labiali

Origine reale: fibre motrici: somatiche nucleo ambiguo ( mid allungato)

Fibre preg paras: nucleo salivatorio inf ( mid allungato, area cinerea del pavimento del IV ventricolo)

Dal Nucleo salivat inf---partono fibre preg ke entrano a fare parte del n glossof---passano nel n timpanico di j—prendono la via del n piccolo petroso superf----vanno nel ganglio otico sinaptano con fibre postg e qst vanno nel n auricolo temporale per innervare la parotide.

Fibre paras per le gh salivari della guancia e delle labbra e per qll del terzo post della lingua: le fibre arrivano al ganglio otico per mezzo del piccolo petroso superf, le fibre postg decorrono nel nervo buccinatore ke le distribuisce alle gh della guancia. Altre fibre decorrono nel nervo glossof ke le distribuisce alla cell gangliari site nella lingua.

RADICE ORTOS DELLA PAROTIDE

Ganglio cervic sup----plesso dell’arteria meningea media(= PLESSI KE LE FIBRE ORTOSIMP FANNO INTORNO AI VASI)—ganglio otico—insieme con le fibre parasim passano nel n auricolo temporale—vasi sang della parotide.

Qst gangli nn hanno nessuna funz per l’innervazione, nn si interrompono, ci passano dirett perkè si sono già interrotte nel ganglio cervicale sup.

VAGO ( X NERVO ENCEF) , misto

Fibre motrici somatiche: m della laringe e faringe

Origine reale: fibre motrici somatiche: nucleo ambiguo ( mid allungato parte inf)

Fibre preg: originano nel nucleo motore dorsale del vago( mid allungato, ala cinerea)

Entrano nella compagine del vago e da qui si portano ai vari organi e si interrompono in gangli in prossimità degli organi o nella compagine dell’organo stesso.

Le fibre preg vanno efferenti preg ke originano del nucleo dorsale motore del vago decorrono nel tronco del nervo e nei suoi rami per raggiung polmoni cuore esofago stomaco intestino.

80% delle fibre vengono dal nucleo dorsale, le altre dal nucleo ambiguo.

PLESSO CARDIACO

Si arriva con il vago al cuore dove c’è ganglio cardiaco detto di Scarpa e wrisberg, localizz davanti a polmone e dietro arco aortico, in prossimità del lig di Botallo. Ci sn però altri gangli sparsi nel connettivo sotto l’epicardio sulle facce degli atri. Le fibre preg vanno anke ai:

• fascio atrioven

Page 64: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Al nodo del seno • Al nodo atrioven

I rami più sottili delle coronarie sono innervati dal vago ,i maggiori prevalentemente dal simpatico. I rami vagali vanno anke ai polmoni ( plessi polmonari) ke sn poi per la trachea e bronchi alle gh e musc liscia, e danno costriz e secrez gh. Anke qui c’è conness sinapt ke avviene in gangli nella compagine dell’organo

PLESSO GASTRICO: impari, si estende al davanti dell’aorta tra a celiaca e a mesenterica sup.

Lo stomaco: vago di sx ----plesso gastrico ant

Vago di dx---plesso gast post

Nervo vago di dx dà rami celiaci ke vanno al ganglio celiaco dx detto semilunare( concavità sup e ant), qst ganglio è un ganglio di pertinenza dell’ortos però riceve anke rami paras: qst rami sn del vago di dx e basta. Con il n grande splacnico di dx e i rami celiaci si forma l’ansa memorabile di wrisberg.

I rami intestinali hanno interruzione sinaptica nel plesso mieterico ( di auerbach) e nel plesso sottomuscoso ( di meissner)

I rami intestinali inducono:

• secrezione delle gh intestinali • contrazione della musc liscia • rilassamento sfintere ileo cecale

PARASIMPATICO SACRALE

Consiste di tre popolazioni di neuroni connessi simpaticamente:

• Neuroni pregan nel midollo spinale sacrale ( SII-SIV) • Neuroni del sist enterico( neuroni del plesso mio enterico) • Neuroni post gan nei gangli splancnici pelvici

PARASIMP SACRALE

I rami anteriori del 2° 3° 4° nervo sacrale forniscono rami viscerali ke si portano dirett ai visceri pelvici unendosi con i rami dei plessi pelvici simpatici

I gangli sn nella parete degli organi

Azione:

• vescica contrazione della muscolatura, • rilasciamento dello sfintere interno • Organi genitali esterni vasodilatazione • Tuba uterina e utero vasodilatazione • Intestino: colon disc, pelvico e retto

ORGANIZZ DEL SISTEMA NERVOSO SIMP

Page 65: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Gangli paravertebrali---porzione cervicale a livello processi trasversi, nella porzione toracica in prossimità corpo vertebrale, e parte sacrale sono al davanti del corpo vertebrale

Gangli prevertebrali

Fibra preg è breve rispetto a qll del paras, le fibre postg hanno lungh maggiore perkè devono arrivare all’organo

Fibre preg: sono a liv lamina 7 del corno laterale e formano la lamina intermedio laterale,sono mieliniche, entra nella radice motoria del n spinale e da qui deve andare al ganglio ke è qll dell’ortosimp. Entra nel ganglio e qui poi sinapta oppure fa altre cose. Poi deve rientrare nel n spinale da cui è uscita.

Entrano nella radice ant del nervo spinale------possono andare nel ganglio subito che sta li vicino e quindi escono dalla radice ant, e uscendo formano una ramo comunicante bianco perkè sono mieliniche. Arrivate nel ganglio sinaptano con cell postg localizzate nel ganglio e da qui possono rientrare a livello del n spinale. Ci deve essere una connessione quindi: è il ramo comunicante grigio perkè è cost da fibre amieliniche.

Qst fibre preg possono fare altre cose oltre a qst: possono terminare nel ganglio corrisp, sinaptano con i neuroni del ganglio; possono attraversare il ganglio senza interrompersi e ascendere a un ganglio più in alto o discendere in un ganglio più in basso; possono emergere dal tronco del simpatico e partecipare alla formazione di un plesso ---nn si interrompono ma formano un plesso e terminano in cell gangliari a livello di gangli localizz fuori dai gangli paraverteb, ma ad esempio preverteb ( al davanti della colonna).

i gangli parav formano una catena su entrambi i lati della colonna vert vanno dalla base del cranio al sacro formando la catena del simpatico.

I gangli prever sono 4 di cui impari e pari:

ganglio celiaco-----pari

renoaortico---pari

mesenterico inf e sup---impari

le fibre dette prima possono sinaptare con qst gangli!!!!

ORGANIZZ DEL SISTEMA ORTOSIMP

I neuroni postg si distribuiscono agli organi effettori secondo diverse vie:

• con un n spinale ( ramo comunic grigio) • possono portarsi in ramo periferico del ganglio e da qui al viscere • possono portarsi alla parete dei vasi vicini al tronco del simp per innervarli o per seguire il loro

decorso sino al territorio di distribuz del vaso, quindi uscire dal tronco e seguire i vasi, entrano x es nell’avventizia e percorrono tutto il vaso.

• possono ascendere o discendere nel tronco simp e lo possono abbandonare come descritto nei punti precedenti. Molte fibre si distribuiscono lungo arterie e condotto cm plessi per effettori distanti

I gangli parav cervicali si distinguono in:

Page 66: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• ganglio cervic sup • ganglio cervic medio • ganglio cervic inf o stellato

dalla catena toracica da T1 a T10

dalla catena lombare

parte sacrale

GANGLI CERVICALI SUP

Sono la fusione di più gangli e sn a liv della 2° 3° verteb cervic. Da qst gangli cerv parte la porz ortosip per le strutt all’int del cranio. Si forma il n carotico int dalle fibre postg ke forma il plesso carotico int intorno alla carotide int. Da qui si parte con fibre ke vanno ai gangli pterigopalatino e ciliare.

I rami del ganglio cerv sup si ramificano a liv carotide comune. I rami si disting in lat, mediale e ant.

I laterali: sn per i primi 4 nervi spinali cervic e per alcuni nervi cranici

I mediali sn i laringofaringei e il cardiaco

GANGLIO CERVICALE MEDIO

All’altezza della 6° verteb cervic, è la fusione del 5 e 6 segm cervic, fornisce rami per il 5 e 6 n cervicale. Fornisce rami tiroidei e un ramo cardiaco.

GANGLIO CERVICALE INF

Si può fondere con il primo toracico, si ha forma stellata e per qst è detto stellato. Qst ganglio è localizzato tra 7° vert cervicale e la prima costa, sta all’apice del polmone. Da qst partono rami per 7 e 8 nervo cervicale e primo toracico, rami cardiaci, rami ke entrano nel vago, rami per a succlavia e tutte le sue diramazioni. Inoltre partono fibre per l’a vertebrale —si segue la vertebrale.

PARTE TORACIA DEL SIMP

Data da fusione di 11 gangli e corrispondono a qll dei nervi toracici per circa il 70 %. Da qst parte toracica si staccano rami per i vasi e visceri. Si ha di interessante il fatto ke si forma il n grande spanc e piccolo e minimo. Ma cm si formano? Da fibre preg ke si uniscono per poi andare a terminare a liv del ganglio aortico renale, surrene, celiaco per qnt riguarda il grande ke si forma da T5 a T10----- qst fibre escono dai gangli ma sn sempre fibre preg. Il piccolo invece sono sempre fibre preg da t10 a t11 e arrivano al ganglio aortico renale dove sinap e partono le fibre postg. A volte è presente il minimo ke nasce dal ganglio t12.

PARTE LOMBARE

I nervi splacnici si sono formati a livello toracico quindi si fanno addomin e passano il diaframma a livello del pilastro intermedio e laterale, insieme al v azygos, emiazygos, al tronco del simpatico e qui incontrano i gangli preverte dove sinaptano con le fibre postg. A livello lombare la catena è data da 4-5 gangli e le fibre di qst gangli penetrano nei rispettivi nervi lombari. Abbiamo però a liv del plesso mesenterico inf, parte un altro plesso = plesso ipogast sup ke innerva gli organi dello scavo pelvico, mentre l’ipogast inf farà parte del

Page 67: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

plesso sacrale. I rami ant dei nervi spinali adiacenti si anastomizzano a gruppi fra di loro, ne deriva una rete nervosa: plesso nervoso.

Rami vascolari: per i collaterali dell’aorta, iliache comuni, int ed est

PARTE PELVICA DEL SIMPATICO

Ci sn 4 gangli sacrali( ai lati del sacro e sn retro peritoneali) e uno coccigeo ( sta davanti del sacro). Da qui si forma un plesso detto ipogastrico inf ke è la continuazione anastomotica nervosa del plesso ipog sup. Qll inf è detto anke pelvico. Vanno sia per i vasi ma anche per i visceri. Da qst plesso pelvico ci sn altri rami ke escono dal plesso ke accompagnano l’ipogast facendo plessi secondari ke si ritrovano a livello del retto come plesso emorroidale medio a liv vescicale a liv utero vaginale e a liv prostatico.

Nella midollare del surrene arriva la fibre pregang direttamente ke va a scaricare alle cell per secrezione adrenalina o noradrenalina .

ANATOMIA 2 Prof. Ruffoli 3 MAGGIO 2010

IL TRONCO ENCEFALICO E LA FORMAZIONE RETICOLARE

Perchè è importante il tronco encefalico?

• È la sede di passaggio delle vie ascendenti e discendenti, dirette verso o provenienti dal midollo spinale, dal proencefalo, dal cervelletto.

• Ha un ruolo importante nello stato di coscienza nel ciclo sonno veglia e nel controllo cardiovascolare e respiratorio

• È la sede in cui numerosi nervi cranici hanno i loro nuclei, sensitivi e motori.

Nel tronco encefalico si distinguono tre parti:

1. Porzione basilare: nel mesencefalo è il cd. piede del peduncolo cerebrale. Nel ponte è la faccia del ponte. Nel bulbo corrisponde alle piramidi bulbari. Sono presenti fibre: cortico spinali, corticobulbari, corticoreticolari, corticopontine, pontocerebellari.

2. Tegmento ( o callotta): lemnisco mediale, lemnisco spinale, lemnisco trigeminale, fascicolo longitudinale mediale, vie acustiche, nuclei correlati con il cervelletto ( ad esempio il nucleo rosso), nuclei ed emergenze di 10 nervi encefalici ( i.e. l’equivalente della sostanza grigia spinale), fascio tegmentale ed equivalente ai fasci spino spinali del midollo spinale.

3. Tetto: lamina quadrigemina, collicolo superiore ( vie ottiche riflesse), collicolo inferiore ( vie uditive), tela e plesso corioidei del IV, area pretettale ( riflesso pupillare), emergenza del nervo trocleare.

Ma per qnt riguarda la sostanza grigia presente nel tegmento del tronco encefalico, è possibile fare una sintesi? Si, nell’ambito del tegmento del tronco encefalico si può dire ke la sostanza grigia è rappresentata:

• da nuclei di nervi encefalici

Page 68: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• da nuclei che appartengono specificamente al tronco encefalico ( es. complesso olivare inferiore) • da nuclei che appartengono alla cd. formazione reticolare

IL SISTEMA RETICOLARE ATTIVATORE ASCENDENTE

Questa formazione viene scoperta dal Prof Moruzzi, ha scoperto un dispositivo che attivava in maniera aspecifica la corteccia cerebrale.

Animale con lesione lemniscale: quando viene risvegliato da uno stimolo sensitivo, l’animale si comporta in maniera diversa rispetto a quello integro: l’animale integro orienta la sua attenzione verso la parte del corpo da cui proviene lo stimolo, l’animale lesionato non lo fa, la formazione reticolare induce un’attivazione aspecifica generalizzata dalla corteccia cerebrale.

La formazione reticolare:

• rappresenta la parte centrale del tegmento del tronco encefalico • è la parte filogeneticamente più antica tra quelle ad essa circostanti • è costiuita da molti nuclei e da una fitta rete di fibre ascendenti e discendenti • non comprende: i nuclei dei n encefalici, lunghi fasci ke attraversano il tronco encefalico e i più

cospicui raggruppamenti di sostanza grigia.

i neuroni dei nuclei reticolari hanno tutti prolungamenti insolitamente lunghi che permettono di ricevere e integrare input sinaptici dalla maggior parte dei sistemi che proiettano al tronco encefalico o lo attraversano. La formazione reticolare partecipa alla regolazione di varie funzioni, compresi il ciclo sonno veglia, la percezione del dolore, il controllo dei movimenti e la regolazione delle attività viscerali.

Le parti della formazione reticolare differiscono una dall’altra per architettura cellulare, per connessioni e funzioni fisiologiche. Si possono distinguere tre zone in senso longitudinale:

• una zona mediana e paramediana: nuclei del rafe • una zona mediale: magni cellulare, ad esempio area tegmentale mediale • una zona laterale: parvi cellulare, ad esempio area tegmentale laterale

Nella zona mediale ( o area tegmentale mediale; parte magni cellulare della FR) sono presenti:

• il nucleo reticolare pontino, orale e caudale • il nucleo gigantocellulare • la formazione reticolare pontina paramediana

Nella zona laterale ( o area tagmentale laterale; parte parvicellualre della FR) sono presenti:

• il nucleo parabrachaile • il locus coeruleus • il nucleo di Koelliker - Fuse • il nucleo peduncolo pontino.

Le parti della FR differiscono una dall’altra per architettura cellulare, per connessioni e funzioni fisiologiche. Si possono distinguere diversi tipi di gruppi neuronali in base al tipi di neurotrasmettitori:

monoaminergici:

Page 69: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• serotoninergici • noradrenergici • dopoaminergici

NUCLEI SEROTONINERGICI:

nuclei del rafe

si distinguono in 2 gruppi tra loro separati:

• nel mesencefalo e nella parte rostrale, • nella parte caudale del ponte e nel bulbo.

Gli effetti funzionali dei neuroni 5-HT del rafe dipendono del tipo di recettore presente nei neuroni postsinaptici. L’effetto può infatti essere di tipo inibitorio o di tipo eccitatorio, a seconda del recettore stimolato.

Principali collegamenti dei nuclei del rafe:

nuclei bulbari del rafe: il nucleo magno del rafe, il nucleo pallido del rafe, il nucleo oscuro del rafe.

Afferenze: dal midollo spinale, dai nuclei gracile e cuneato, dai nuclei sensitivi del trigemino e dalla sostanza grigia periacqueduttale.

Efferenze: nuclei cerebellari, corno ventrale e dorsale ( lamina I e II) del MS, nucleo motore del VII, nucleo spinale del V, neuroni pregangliari del tronco encefalico del MS ( nucleo intermedio laterale), nuclei olivari accessori ( parte del complesso olivare inferiore, sono in corrispondenza dell’oliva bulbare e proiettano informazioni somestesiche al cervelletto).

Nuclei della parte rostrale del ponte e del mesencefalo: il nucleo dorsale del rafe il nucleo del rafe il nucleo centrale superiore il nucleo pontino del rafe, il nucleo tegmentale dorsale, il nucleo lineare.

Afferenze: corteccia prefrontale, strutture limbiche ( formazione dell’ippocampo, ipotalamo nucleo interpeduncolare, area tegmentale ventrale), nucleo del tratto solitario.

Efferenze: gran parte del SNC: al proencefalo basale, cervelletto, nuclei NE- ergici del tronco encefalico ( es. locus coeruleus).

NUCLEI DEL RAFE

Quali i ruoli funzionali principali?

• Tramite le afferenze dal midollo spinale e le afferenze verso il talamo, trasportano sensibilità dolorifica scarsamente discriminativa, che persiste anche dopo interruzione del fascio spinotalamico.

• I neuroni 5HT-ergici del rafe ( es. nucleo magno) proiettano al corno dorsale del midollo spinale e al nucleo spinale del nervo trigemino e intervengono ella modulazione della percezione del dolore.

• I nuclei del rafe, inoltre, prendono parte al controllo dell’umore, del comportamento emozionale, dell’attività sessuale e dell’assunzione del cibo.

• Infatti, disturbi della trasmissione serotoninergica sono implicati nelle patologie depressive.

Page 70: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Nuclei del rafe e dolore: l’elettrostimolazione del PAG ( che proietta al nucleo magno del rafe del bulbo) provoca la perdita della capacità di avvertire dolore da una sede di lesione o di malattia. L’anelgesia determinata da una stimolazione di pochi minuti può durare diverse ore. A livello sinaptico nel PAG nei nuclei del rafe e nella sostanza gelatinosa del corno dorsale della sostanza grigia spinale vengono liberate encefaline, le quali hanno un’azione analgesica simili a qll della morfina e delle sostanze oppiacee. L’analgesia per stimolazione del PAG e per azione di farmaci oppiacei, necessita dell’integrità del fascio rafespinale, che decorre nel cordone laterale del midollo spinale. Antagonisti della morfina ( es. naloxone) prevengono l’anelgesia indotta della stimolazione del nucleo del rafe magno e del PAG. le endorfine ( oppioidi endogeni) sn presenti in diverse parti dell’encefalo e nell’ipofisi. Si pensa che gli oppiacei producano il loro effetto farmacologico imitando le funzioni delle endorfine.

I nuclei del rafe e il sonno. Questo sistema è coinvolto nel sonno. Il livello di attività dei neuroni serotoninergici è alto nella veglia e declina nel corso del sonno ( ha un picco paradossale alla fine della fase REM). La distruzione di questi nuclei provoca insonnia.

Schema dei principali collegamenti dei nuclei del rafe:

corteccia prefrontale-------

sistema limbico------

altra parti della FR-----

sostanza grigia periacqueduttale-----

tutte queste sono afferenze dei nuclei del rafe nel mesencefalo e nel ponte

---corteccia cerebrale e grigio sottocorticale

---sistema limbico

----cervelletto

Tutte queste sono efferenze dei nuclei del rafe nel mesencefalo e ponte

Tronco encefalico e ,midollo spinale ( nuclei della via somestesica)-----

Sostanza grigia periacqueduttale-----

Tutte qst vanno ai nuclei del rafe nel bulbo

---Neuroni pregangliari del SNA

---Cervelletto

Queste sono efferenze dei nuclei del rafe nel bulbo

Page 71: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Ogni neurone noradrenergico possiede un assone non mielinizzato fornito di numerose e lunghe diramazioni che si dirigono a numerose regioni del sistema nervoso centrale.

Il più voluminoso è il locus coeruleus:

si trova tra ponte e mesencefalo, rostralmente e lateralmente ai nuclei motori del nervo faciale e del nervo trigemino.

Oltre al locus c nella parte laterale della formazione reticolare del bulbo del ponte e del mesencefalo sono presenti altri piccoli gruppi di neuroni NE ergici. Inviano assono soprattutto al tronco encefalico e al midollo spinale, piuttosto che al talamo al cervelletto e alla corteccia cerebrale. Con le loro connessioni al nucleo intermediolaterale con i centri autonomi del tronco encefalico con il nucleo paraventricolare dell’ipotalamo sono coinvolti in molte funzioni viscerali ( es. controllo cardiorespiratorio) e nella secrezione ormonale tramite ipotalamo.

Qual è il ruolo funzionale dei nuclei NE ergici? Il locus c per le sue connessioni con nuclei di ritrasmissione sensitivi appare coinvolto nei meccanismi di regolazione degli impulsi sensitivi e nel controllo del dolore.

La NE rilasciata dal locus c e dagli altri nuclei noradrenergici agisce probabilmente cm modulatore sinaptico, con effetti generalmente eccitatori sui riflessi spinali e sulla stato di vigilanza, tali da incrementare la reattività corticale e la rapidità di elaborazione degli impulsi lungo le vie sensitivo motorie e rendendole più efficienti. Le funzioni del locus c e dell’area tegmentale ventrale dipendono dal tipo di recettori adrenergici presente sui neuroni post sinpatici. Infatti, dove sono presenti recettori beta adrenergici si ha inattivazione.

Neocortex ( compresa la corteccia prefrontale)----

Nucleo preposito dell’ipoglosso---

Midollo spinale e nuclei dei nervi encefalici----

Nuclei reticolari del gruppo centrale----

Sono afferenze del locus coeruleus

----cervelletto

---nuclei colinergici del proencefalo basale

----ippocampo, amigdala, talamo,nuclei abenulari

----ipotalamo

-----midollo spinale e nuclei dei nervi encefalici

Sono efferenze del loceu coeruleus

Per quanto riguarda i neuroni NE ergici laterali riceve informazioni da ipotalamo, sostanza grigia periacqueduttale e nuclei reticolari del gruppo centrale; proiettano ai neuroni pregangliari del SNA e nucleo motore dorsale del vago.

Page 72: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

NEURONI DOPAMINAREGICI

Neuroni DA ergici si trovano nel mesencefalo nella sub stantia nigra pars compacta e nella vicina area tegmentale ventrale. I loro assoni proiettano rostralmente e vengono ricordati cm via:

• Mesostriatale ( verso lo striato, parte di nuclei della base, è nella profondità degli emisferi cerebrali)

• mesolimbica • mesocorticale

Mesostriatale: si porta dalla SN pc allo strato. Ha una grande importanza nei meccanismi di controllo delle funzioni motorie. La malattia di Parkinson è dovuta ad una riduzione o perdita delle proiezioni verso lo striato a seguito di un danno della SNpc.

Mesolimbica: origina dalla VTA ( arre tegmentale ventrale). Si porta verso strutture limbiche, quali:

• nucleo accumbens septi • amigdala • aree settali • lo striato ventrale

proietta a strutture del sistema limbico. Il ruolo esatto del sistema mesolinbico è ancora da definire. Molti dati sperimentali indicano che durante il comportamento motivale si ha rilascio di dopamina in strutture del sistema limbico. Quindi sembra che il sistema dopaminergico mesolimbico giochi un ruolo importante nel motivare i comportamenti compreso quello alimentare e nella genesi della gratificazione.

Mesocorticale: origina alla VTA, si porta verso la corteccia prefrontale e la circonvoluzione del cingolo. Queste 2 ultime vie sembrano essere implicate nella schizofrenia. Questo potrebbe essere correlata ad una eccessiva attività dei neuroni DA ergici. Il sistema mesocorticale proietta alla corteccia prefrontale. Va ricordato che la corteccia prefrontale è una corteccia di rodine superiore. il ruolo fondamentale:

• programmazione delle attività motorie • mantenimento dell’attenzione • valutazione delle conseguenze delle proprie azioni • comportamento sociale

si ritiene che la riduzione dell’attività del sistema mesocorticale incida su queste funzioni causando: difficoltà nella programmazione motoria, scarsa iniziativa con affievolimento della sfera affettiva, comportamento sociale inadeguato.

NUCLEI COLINERGICI

Il nucleo peduncolo pontino: si estende dalla porzione rostrale del ponte a quella caudale del mesencefalo. Esiste anche un nucleo più piccolo che è localizzato nelle vicinanze, il nucleo tegmentale latero dorsale; sono anche detti nuclei peribrachiali. I nuclei colinergici ricevono afferenze dal pallido e dalla pars reticolata della sostanza nera( SN pr, GABA ergiche) e proiettano caudalmente al gruppo centrale dei nuclei reticolari e rostralmente al nucleo subtalamico e al pallido.

Page 73: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Ruolo funzionale: i nuclei Ach ergici della FR pare siano coinvolti nelle funzioni motorie stereotipate ( es. la deambulazione), e nel controllo dello stato di coscienza e di veglia, in maniera simile a quelle ipotizzate per il gruppo centrale.

Ach in altre parti del SNC:

altri nuclei colinergici sono presenti nel proencefalo basale:

• nucleo basale di Meynert • nucleo della banderella diagonale del Broca • nucleo settale mediale

proiettano alla corteccia e all’ippocampo. Gli effetti dell’Ach sono eccitatori e si ritiene che siano importanti nei processi attentivi nella memoria e nell’apprendimento. Il blocco centrale dell’Ach provoca delirio e perdita della memoria. I sistemi colinergici del proencefalo basale sono danneggiati nella malattia di Alzheimer.

ANATOMIA 2 4 MAGGIO 2010 prof. Ruffoli

AREA RETICOLARE PARVICELLULARE

Dove si trova?

Nel bulbo e nel ponte, lateralmente al nucleo gigatocellulare e ai nuclei reticolari pontini e medialmente ai nuclei trigeminali spinali e pontino.

Afferenze: dai nuclei trigeminali spinale e pontino e dalla corteccia cerebrale

Efferenze: ai nuclei motori dei nervi ipoglosso, faciale e trigemino, connessioni ke fanno pensare ad un loro interessamento nei riflessi legati all’alimentazione, piuttosto ke agli stati di coscienza o di veglia.

All’interno dell’area reticolare parvi cellulare del midollo allungato è presente il ”centro espiatorio”, la cui stimolazione può provocare anke un accelerazione del battito cardiaco e aumento della pressione arteriosa.

AREA PARABRACHIALE

Nuclei parabrachiali mediale e laterale e il nucleo di Kolliker –Fuse; si trovano rostralmente all’area reticolare parvi cellulare nella parte laterale della formazione reticolare della porzione caudale del mesencefalo. Le fibre afferenti provengono:

dal nucleo del tratto solitario, dalla corteccia dell’insula e della parte circostante del lobo parietale. Le fibre efferenti proiettano:

rostralmente all’ipotalamo, all’area preottica, ai nuclei intralaminari del talamo e all’amigdala.

Qual è il ruolo funzionale?

Page 74: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

In molti mammiferi, anche se probabilmente non nei primati, i nuclei parabrachiali fanno parte della via nervosa per la sensibilità gustativa. Ha la funzione di ritrasmissione intercalato lungo le vie nervose ascendenti della sensibilità viscerale. Il nucleo di Kolliker-Fuse corrisponde come estensione al “centro pneumotassico”, individuato dai fisiologi quale regione regolatrice del ritmo respiratorio.

LA FORMAZIONE RETICOLARE NELLE FUNZIONI MOTORIE SOMATICHE

Nuclei precerebellari — proietteranno al cervelletto

• Il nucleo reticolare laterale------è un complesso nucleare, inizia rostralmente alle piramidi bulbari presenta neuroni AChE positivi

• Il nucleo reticolare paramediano • Il nucleo pontino reticolotegmentale

Funzioni:

• ricevono informazioni dalle aree 4(area motoria primaria), 6( area premotoria), 8( campi oculari frontali) della corteccia cerebrale, dai nuclei vestibolari e dai fasci spino reticolari;

• queste informazioni vengono poi proiettate al cervelletto; • le connessioni con il cervelletto sono reciproche; • il cervelletto tramite queste informazioni può controllare e monitorare la postura e i movimenti; • ciò permette al cervelletto di intervenire nella modulazione della postura a seconda delle necessità.

La formazione reticolare:

nella zona mediale ( o area tegmentale mediale; parte magnicell della FR) sn presenti:

nucleo reticolare pontino, orale e caudale

nucleo gigantocellulare

formazione reticolare pontina paramediana

SCHEMA DELLE FUNZIONI MOTORIE DELLA FR :

Fibre spino-reticolari-------

Nuclei vestibolari------

Cervelletto------

Tubercolo quadrigemino superiore( centro correlato alle vie visive)------

Corteccia cerebrale( in generale)------

Nucleo rosso(fondamentale per attività motoria)-------

Nuclei della base------

Qst formazioni vanno ai nuclei mediali (magnicellulari) della formazione reticolare.

Page 75: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

2 fasci originano dai nuclei mediali (magni cellulari) della formazione reticolare: uno eccitatorio, fascio reticolo-spinale pontino, e uno inibitorio, fascio reticolo-spinale bulbare. Qst due fasci vanno alla muscolatura del tronco dei cingolo e della parte prossimale degli arti.

LA FORMAZIONE RETCIOALRE NELLE FUNZIONI MOTORIE SOMATICHE

Le connessioni reticolo bulbari influenzano i nuclei motori dei nervi encefalici I fasci reticolo spinali sono importanti vie nervose discendenti che partecipano al controllo dei

movimenti assieme al fascio cortico-spinale e il fascio vestibolo-spinale( imp per mantenimento della stazione retta)

Il fascio reticolo spinale pontino origina nei nuclei reticolari caudale e orale del pinte discende nel cordone anteriore del midollo spinale

Il fascio reticolo spinale bulbare origina dai nuclei reticolari gigantocellulari di entrambi i lati discende nel cordone anteriore e laterale.

Alcune fibre non crociate di entrambi i fasci prima di terminare si decussano nella commessura bianca anteriore del midollo spinale

I fasci reticolo spinali proiettano sia omo- che bilateralmente alla sostanza grigia spinale per sinaptare nel midollo spinale con interneuroni tramite i quali esercitano un’attività modulatrice indiretta sui motoneuroni spinali DOMANDA: OLTRE AI FASCI RETCIOO SPINALI BULAPRE E PONTINO ESISTONO ALTROI FACSI DISCENDENTI KE ORIGINANO NELLA FROMAZIONE reticolare correlati con le funzioni motorie? Il fascio rafe spinale:

assoni ke dal nucleo magno del rafe discendono nella parte post del cordone lat per terminare nel corno post del midollo spinale

è una via 5HT –ergica coinvolto nell’inibizione della trasmissione della sensibilità nocicettiva le proiezioni refe spinali possono modulare anke l’attività dei moto neuroni ke vengono resi

più eccitabili dalla serotonina farmaci ke bloccano l’azione della serotonina sono stati usati in ambito clinico per alleviare

la condizione di spasticità ke segue al danno della vie discendente motoria principale.

NUCLEI ETEROGENEI DEI TRONCO ENCEFALICO

IL nucleo interpeduncolare

Si trova sulla linea mediana ventralem alla sost grigia periacq vicino alla parete della aprte più rostarle della fossa inetrpedunc.

L’are apostrema: si trova nella aprte caudale del pavimento del 4° ventricolo tra il trigono del vago e il margine del ventricolo; è riccamente vascolarizz da una rete di capillari di grande diametro( sinusoidi); manca della barriera ematoencefalica.

Collegamenti: afferenze viscerali dal midollo spinale, e possiede connessioni reciproche con il nucleo del tratto solitario: è una regione chemocettrice per le sost emetiche tipo l’apomorfina e la digoxina; ha un ruolo nella fisiologia del vomito.

I neclei pei ipoglossi:

tre gruppi neuronali piuttosto voluminosi ke si trovano nella parte caudale del bulbo:

Page 76: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Nucleo intercalato ( tra il nucleo dell’ipoglosso e il nucleo dorsale del vago)

Nucleo di Roller ( ventralm rispetto al nucleo dell’ipoglosso)

Nucleo preposito dell’ipoglosso ( p in continuità con la formazione pontina paramediana)

Collegamenti: afferenze da molteplici sorgenti, tra cui: la corteccia cerebrale, i nuclei vestibolari, nuclei oculomotori accessori, la formazione reticolare pontina paramediana; fibre efferenti si portano principalmente: nuclei dei nervi encefalici III,IV e VI ( tramite il fascicolo longitudinale mediale).

Ql è il ruolo funzionale?

Prendono parte ai complessi circuiti per i movimenti degli occhi. Lesioni del nucleo proposito dell’ipoglosso alterano la capacità di mantenere lo sguardo fermo sul punto di fissazione anke se i movimenti coniugati degli occhi sn pienamente conservati.

I nuclei oculomotori accessori:

nucleo interstiziale di Cajal( invia assoni caudalmente cm fascio interstiziospinale; qst via nervosa secondaria contribuisce alla coordinazione visivo motoria. Il nucleo è più coinvolto nel mantenimento dello sguardo verticale e nella coordinazione occhio-testa piuttosto ke nella generazione dei movimenti oculari)

nucleo interstiziale rostrale del fascicolo longitudinale mediale( è parte del circuito necessario per i movimenti verticali degli occhi, contiene neuroni premotori essenziali per la generazione dei movimenti saccadici verticali).

nucleo di Darkschewitsch( si trova nel grigio periacq a livello della commessura post. Nei primati riceve afferenze dai campi oculari frontali, dalla’era parietale post e dal nucleo globoso. Dà origine al fascio tegmentale mediale, ke occupa la parte ventrale del fascicolo longit mediale e termina nel compl olivare post)

nucleo della commessura posteriore( sulla base di osservazioni cliniche si ritiene ke qst nucleo sia coinvolto nella generazione di rotazione del bulbo oculare verso l’alto, sebbene debba ancora esserne del tutto chiarito il ruolo. Lesioni di qst nucleo provoca retrazione della palpebra sup.)

sono situati tra il mesencefalo e il diencefalo, vicino all’estremità rostrale dell’acquedotto cerebrale. Le connessioni specifiche e le funzioni dei singolo nucleo sono scarsamente conosciute: sono implicati nel movimento degli occhi.

LA FORMAZIONE RETICOLARE: I CENTRI RESPIRATORI

Nel bulbo: gruppo respiratorio dorsale ( DRG), gruppo respiratorio ventrale ( VRG)

Nel ponte: centro pneumotassico , centro apneustico

Gruppo respiratorio dorsale: si trova nella parte dorsale del bulbo, riceve informazioni da chemocettori, meccanocettori, propriocettori e centro apneustico. Contiene i motoneuroni superiori della inspirazione; controlla il diaframma, gli intercostali esterni ed i neuroni VRG.

Gruppo respiratorio ventrale: si trova nella parte ventrale del bulbo; contiene neuroni sia inspiratori che espiratori: neuroni ispiratori = diaframma ed intercostali est; neuroni espiratori = muscoli intercostali

Page 77: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

interni e muscoli addominali. Quiescente durante la normale respirazione, diviene attivo durante l’esercizio fisico.

Centro pneumotassico: agisce come “switch off” per i neuroni della inspirazione, la sua stimolazione causa rapidamente la fine della inspirazione. Causa alta frequenza respiratoria, causa una riduzione del volume respiratorio.

Centro apneustico: disturbo del ritmo respiratorio caratterizzato da arresto protratto dopo una fase inspiratoria e da una successione di atti respiratori dispnoici; si verifica negli stati di depressione del centro respiratorio e nelle emorragie endocraniche che coinvolgono il bulbo e il ponte. È una struttura poco definita ( parte bassa del ponte), la sua stimolazione causa apneusi. Integra gli impulsi inibitori per la inspirazione che provengono da: centro pneumotassico e nervo vago( Hering-Breuer); proietta al DRG.

Neuroni reticolari superficiali del bulbo: l’area reticolare superficiale ventrale del bulbo ha un ruolo nella regolazione dell’attività respiratoria e cardiovascolare. Questi neuroni sono sensibili anche a variazioni di PH e CO2 del LCR. Le fibre afferenti: dal nucleo del tratto solitario ( per informazioni dai barocettori e chemocettori dei seni aortici o dai chemocettori dei glomi carotidei e aortico). Le fibre efferenti: all’ipotalamo e ai neuroni pregangliari del SNA nel bulbo e nel midollo spinale. Esistono inoltre connessioni con i motoneuroni che innervano i muscoli respiratori.

ANATOMIA 2 5 MAGGIO 2010 Prof. Ruffoli

LA CORTECCIA CEREBRALE

Lo stato di sostanza grigia che riveste l’intera superficie dell’emisfero cerebrale. Estensione totale: 2200cm2 circa

Circa 1/3in superficie

Circa 2/3 nascosta nei solchi spessore 1.5mm(VI) -4.5 mm( MI)

Spessore maggiore sulla sommità di una circonvoluzione

La corteccia cerebrale presenta una struttura variabile

L’aspetto laminare è un importante caratteristica della struttura corticale

Neo cortex:--------------------------------------------------------ISOCORTEX

• La maggior parte della corteccia, filogeneticamente più recente

Paleocortex---------------------------------------------------------------------------------------

• Riveste parte della faccia inferiore del telencefalo ( rinencefalo) ALLOCORTEX

Archicortex----------------------------------------------------------------------------------------

Page 78: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Riveste l’ippocampo, una componente del sistema limbico

Tipi di cellule:

cellule piramidali

• Azione eccitatoria ( glutammato) • Cellule piramidali giganti di Betz • Cellule fusiformi: cellule piramidali modificate

Cellule granulo ( stellate)

• Interneuroni • La maggior parte sono ad azione inibitoria ( GABA) prevalente----cellule dei cornetti, cellule a

doppio pennacchio, cellule a candeliere, cellule bipolari, cellule neurogliformi, cellule orizzontali di Retzius-Cajal, cellule di Martinotti

NEOCORTEX

Viene anche detta isocore. Ci saranno una mescolanza di cellule: una prevalenza dei due tipi e in più c’è un regione associativa. Presenta sempre sei starti cellulari. La maggior parte dei neuroni è costituita dalle cellule piramidali ( da 10 fino 100 micron), sono i principali neuroni efferenti cm mediatore hanno il glutammato; il resto sono cellule non –piramidali ( meno di 10 micron):cellule granulo, emergono all’interno della corteccia e sono interneuroni, sono tutti di natura inibitoria ( GABA) ad eccezione delle cellule che rinviano afferenze dal talamo ( glutammato).

• Nelle neocortex si distinguono sei strati orizzontali. • Gli starti si differenziano per tipo densità, e disposizione delle cellule • Dalla superficie verso la profondità si distinguono:

1. Strato molecolare ( o plessiforme): contiene poco cellule e una ricca rete nervosa costituita da fibre appartenenti a cellule di altri strati.

2. Strato granulare esterno: piccolo neuroni fittamente stipati 3. Staro piramidale esterno: soprattutto cellule piramidali, molte cellule granulo e cellule di

Martinotti 4. Strato granulare interno: soprattutto cellule stellate fittamente stipate 5. Strato piramidale interno: cellule piramidali di medie e grandi dimensioni mischiate con cellule

granulo 6. Strato multiforme (o polimorfo): formato da diversi tipi cellulari

Corteccia omotipica: implica che con il termine di isocortex omotipica rappresento una corteccia a 6 strati nella quale c’è possibilità di distinguere in maniera evidente gli strati che vengono rappresentati in maniera uniforme.

Page 79: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Il primo strato nell’encefalo dell’adulto rappresenta soprattutto un ampio campo sinaptico

Il quarto strato rappresenta la sede di attivo delle afferenze provenienti dal talamo.

Gli starti secondo, terzo, quinto e sesto sono gli strati della corteccia da cui partono le efferenze che possono essere distinte in :

• fibre associative ( n. cortico-corticali; starti secondo e terzo)---collegano tra di loro aree presenti nello stesso emisfero

• fibre commissurali ( corteccia contro laterale, strati secondo e terzo) • fibre proiettive ( es. verso il midollo spinale,quinto strato, e verso il talamo, sesto strato)----esco

dalla corteccia

Variazioni della citoarchitettura:

i sei starti non sono omogenei ovunque.

Iso cortex omotipica: tutti i sei strati di cellule sono rappresentati in modo omogeneo---aree associative!!!!!

Isocore etero tipica: quando ci sono degli strati che prevalgono sugli altri. Quindi l’area sensitiva primaria è isocore etero tipica granulare. In aree sensitive primarie ( VI area visiva primaria (17), SI area somestasica primaria (3), AI area uditiva primaria (41)) lo strato 4 presenta molti interneuroni e gli starti 3 e 5 sono poco sviluppati:

• granulare

nelle aree motorie ( primaria MI ( 4) e premotoria PM(6)) gli strati dal 2 al 6 presentano molte cellule piramidali e scarse cellule non piramidali:

• granulare

PALEOCORTEX

Tre strati :

1. Corteccia olfattiva 2. Corteccia piriforme 3. Corteccia entorinale ( iuxtallocortex)----corrisponde a grandi linee alla circonv paraippocampica, si

trova medialmente al solco orinale. È una corteccia polimodale.

ARCHICORTEX

Corno di Ammone:

strato delle cellule polimorfe

Strato delle cellule piramidali

Strato midollare

Page 80: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

Giro dentato:

strato delle cellule polimorfe

Strato delle cellule granulo

Strato molecolare

Sotto l’ependima c’è la sostanza bianca, sotto c’è sostanza grigia e qua è archicortex. Vedi immagine!!!!

Due parti sempre a tre strati separate e diverse nello strato intermedio: una dove prevalgono cellule granulo: giro dentato; devo portare le informazioni.

Il corno di Ammone: sempre tre strati, funzione di efferenza e non può essere granulo ma una celle che deve essere efferente: cellule piramidale nello strato intermedio. Acronimo: CA.

Aspetti morfo funzionali:

le spine dendritiche delle cellule piramidali sono sede di contatti sinaptici si modificano come risultato di apprendimento non sono esclusive delle cellule piramidali corticali si trovano anche nelle cellule di Purkinje e su

neuroni striatali.

ORGANIZZAZIONE COLONNARE DELLA CORTECCIA CEREBRALE

Oltre alla organizzazione laminare, la corteccia cerebrale presenta anche un’organizzazione colonnare

Le colonne sono di 50-500 micron di ampiezza Le cellule di una colonna rispondono con la stessa latenza allo stesso tipo di stimolo condotto da un

assone di un singolo neurone talamico I dendriti apicali delle cellule piramidali decorrono verticalmente e sinaptano con cellule

intracorticali L’organizzazione colonnare inizia nella vita fetale e si incrementa nella vita post natale Questa può essere seriamente compromessa in caso di carenza di quantità e varietà di stimoli

durante il primo anno di vita

FIBRE CORTICALI AFFERENTI

Dalla corteccia

1. Fibre associative ( dall’emisfero omolaterale) 2. Fibre commissurali ( dall’emisfero contro laterale)

Di natura eccitatoria ( glutammato o aspartato)

NB: gli starti secondo, terzo, quinto e sesto sono gli strati della corteccia da cui partono le efferenze cje possono essere distinte in :

fibre associative (n. cortico corticali, strato 2 e 3)

Page 81: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

fibre commissurali ( corteccia contro laterale, starti 2 e 3)

Da strutt sottocorticali:

• Dal talamo ( >4,<6), eccitatorie; o Complesso ventrobasale per stimoli provenienti da recett tattili articolari e muscolari o Nuclei ventrale ant e ventrale laterale, per stimoli provenienti dal cervelletto e dai nuclei

della base o Nuclei intralaminari

• Da altre sedi: nucleo laterale di Meynett( fibre colinergiche,+), area tegmentale ventrale ( fibre dopami), nuclei del rafe ( fibre serotoninergiche,-), locus c ( fibre noradrenergiche,-)

FIBRE CORTICALI EFFERENTI

Per la corteccia

Fibre associative ( per l’emisfero omolaterale). Le cell di Betz inviano brevi collaterali ke inibiscono regioni corticali adiacenti rendendo più focalizzato il segnale eccitatorio

Fibre commissurali per l’emisfero controlaterale

Per le strutt sottocorticali:

(Fibre proiettive):

• Cortico striate • Cortico rubre • Cortico pontine • Cortico reticolari • Cortico bulbari • Cortico tettali • Cortico spinali • Cortico talamiche • Cortico olivari

ANATOMIA 2 10 MAGGIO 2010

SISTEMI MOTORI

Lobo frontale-aree motorie

corteccia motoria------corteccia motoria premotoria------area premotoria, area motoria supplementare,area - motoria del cingolo ( qst aree sn indispensabili per l’organizzazione del movimento)

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-

Corteccia motoria primaria-----area motoria primaria

Le aree premotorie si attivano anke qnd il movimento nn è compiuto, anke se immagino di fare un movimento e nn lo faccio alcune aree premotorie per quei distretti motori qll si attivano e il movimento nn l’ho fatto. Al di là dell’esecuzione del movimento un’attività di area motoria esiste!!!nn è necess il movimento per l’attivazione!!!

Nel lobo frontale posso vedere area motoria primaria ke corrisp all’area 4 e la vedo sia su faccia convessa ke su qll mediale( Cm per la 3 1 2 anke per la 4 c’è rappresentazione somatotopica sulla faccia mediale; faccia emdiale e laterale sn vascolarizz da due arterie diverse quindi deficit motorio su parte med o lat dipende da due arterie diverse); vedo inoltre area premotoria e corrisponde all’area 6; corteccia motoria supplementare ke si attiva qnd io attivo qnd immagino di fare un movimento, è meno sviluppata su faccia convessa e più sviluppata su faccia laterale( qst ultime 2 sono imp per organizz del movimento); campi oculari frontali e sono le aree motorie imp per generazione movimenti oculari e corrisp area 8; area motoria del linguaggio e corrisp area 44 e 45 ( area di Broca) è imp perkè il suo ruolo nn è tanto qll di innervare i muscoli della fonazione della laringe, nn porta in realtà gli assoni a quei nuclei ke innervano qst muscoli ma qst area coordina i movimenti in modo tale ke il passaggio dell’aria nella laringe porti alla fonazione ( Una delezione di qst area nn comporta una deinnervazione dei muscoli coinvolti nel linguaggio ma nn ci sarà più la capacità di coordinazione, qst area è correlata a un’area: qll psichica del linguaggio o del wernick ed è capace di capire il linguaggio scritto e parlato, interpreta, si dà contenuto alle parole. Le aree del linguaggio si dice ke siano lateralizzate, c’è un emisfero dominante e in generale qll di sinistra( anke per i mancini anke se meno prevalente)). Area del W danneggiata: conservo la possibilità di pronunciare correttamente le parole ma senza fare un periodo con significato, senza capire qll ke dico o leggo, si è afasico. Posso avere un deficit, una afasia anke se le due aree sono sane? Si, per interruzione delle vie associative ke portano informazioni a qst aree!!! Le 2 aree nell’emisfero nn dominante mi danno la prosodia: capacità di colorire un discorso. Nel lobo frontale trovo anke in conclusione l’area motoria del cingolo: area chiamata in causa anke con i nuclei della base e con il cervelletto, correlata con sistema limbico.

Neuroni specchio: si attivano nel lobo forntale, sn stati trovati nella scimmia e si attivano qnd animale vede persona compiere un movimento ke anke lui sa fare, si ha attivazione di aree frontali ke parietali( tipo motorio e sensitivo). Qst concetto si incasella bene con l’attivazione anke qnd nn c’è movimento ed è un’ultima scoperta.

Il primo sistema a cui si va dopo qst aree è il fascio cortico-spinale perkè stiamo parlando di un corpo cell nella corteccia e il suo assone ke va a fare sinapsi con motoneurone in un det livello del midollo spionale a raggiungere il mielomero corrispondente. Quindi dopo qst fascio si va al midollo spinale quindi ( motoneuroni inf e interneuroni------servono per inibire msucolat antagonista o passa controlat e modulare la parte controlat).

Altro sist è tronco encefalico: ci si dovrà fermare qnd innervo i nuclei motori dei vari nervi encefalici. Di certo nn vado nel midollo. Però c’è da aggiungere ke: c’è tanta musc da controllare finemente, ci sono fasci infatti reticolo spinali, vestibolo spinali, rubro spinale ( es. necessità di mantenere retta la testa e fare vincere la forza del collo a qll della gravità) ke vanno nel midollo. C’è quindi un passaggio al tronco encefalico per controllare anke muscolatura innervata dal midollo ( ad es imp i fasci rubro spinali per i movimenti del polso).

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Per l’espressione del movimento c’è però un sistema di regolazione: rallentare il braccio ke si avvicina per prendere qlc, sapere qnd devo fermare il movimento, è una coordinazione!!!

Ci sono strutt a monte dell’espressione del movimento, strutt ke hanno influenza sulle aree motorie:

Corteccia prefrontale: fase di critica , scegliere qnd è momento opportuno e il progetto motorio più adeguato

Corteccia del cingolo: imp nel working memory( memoria esecutiva, organizz il lavoro) e temporal planning ( pianificaz temporale, sapere ke devo fare prima o dopo).

Lobo parietale: trasformazione sensitivo-motoria---sapere equilibrare il movimento: ad es avere un uovo in una mano e un registratore nell’altra, si ha un’informazione sensitiva data dall’esperienza e a seconda di ciò ke ci si aspetta si calibra il movimento.

Elem imp è stabilire con ql velocità avvicinarsi o allontanarsi, tutti i movimenti vanno coordinati. La coord chiama il cervelletto ( ke riceve informaz da corteccia mot primaria e riceve altre afferenze, ma è ovvio perkè deve sapere per la coordin dove è il braccio ad es; poi passa la palla al talamo ( al VL) ke va alla corteccia, ovvero proietta le informaz alla corteccia tramite il nucleo talamico VL)e i nuclei della base ke hanno ruolo fondam nella coord al pari del cervelletto. I due sist devono la orare insieme!!!

Anke qst nuclei della base prendono informaz dalla corteccia motoria e loro cosa fanno? In maniera diversa dal cervell danno contrib alla coordinaz e anke loro poi come il cervelletto proiettano alla corteccia a anke loro nn dirett ma attraverso un nucleo talamico: il VA.

Le vie discendenti motorie sono:

• fascio corticosponale • fascio corticobulbare • fascio coritcopontino • fasci vestibolo spinali • fasci reticolo spinali • fascio rubrospinale • fascio tetto spinale

FASCIO CORTICOSPINALE

Motoneurone sup ( nn è inf perkè il motoneu inf è qll ke parte dal corno ant del midollo, qll sup parte dalla corteccia e va chissà dove)

Qst fibre che costituiscono il fascio originano dalla area motoria primaria: in corrispondenza del giro precentrale e parte ant del lobulo paracentrale ( area motoria primaria va anche su faccia mediale, lobo paracentrale è parte di corteccia che è in parte davanti e parte indietro alla scissura centrale; è ovvio che oltre alla circonvoluzione precentrale prendo il lobulo paracent),corrisponde area 4 di Brodmann ( solo il 30% del fascio e si attivano con bassa doglia di eccitazione). È una corteccia etero tipica agranulare e grande prevalenza delle cellule piramidale. In qst corteccia nel 5° strato ci sono 30000 cell ( il 3% del fascio) di cellule giganti di Betz.

Il 30 % delle fibre vengono anche dall’area premotoria e area motoria supplementare: corrispondono all’area 6 di B, 30% del fascio, davanti all’area 4. È una corteccia etero tipica granulare. Ci sn fibre per area

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4, per fascio corticospinale e cortico bulbare, per la formazione reticolare. Queste aree sono importanti nella pianificazione del movimento.

Il restante 40% prende origine da aree: aree 3,1,2 di B: area somestesica primaria S1, giro postcentrale e parte post del giro paracentrale; aree 5 e 7 di B: lobulo parietale superiore; area motoria della circonvoluzione del cingolo.

Stazioni in cui il fascio giunge, si transita ma non ci si ferma:

• corona radiata • capsula interna , braccio post • piede del peduncolo cerebrale,3/5 intermedi • ponte, parte ventrale ( o basale) • piramidi bulbari, decussazione • fascio corticospinale laterale e anteriore • sostanza grigia spinale, lamine V-IX di Rexed

Oltre al fascio corticospinale nel braccio posteriore della capsula interna decorrono:

fibre per:

• il nucleo rosso • il complesso olivare inferiore • la formazione reticolare • i nuclei pontini

oltre a fibre:

• telamo- corticali • cortico- talamiche • cortico- striate

La gran parte braccio post della capsula interna è vascolarizzata da a coroidea anteriore, oltre a vascolarizzare i plessi corioidei, ma non è questo l’importante: è che vascolarizza il braccio post.

A livello mesencefalico, il fascio corticospinale decorre nei 3/5 intermedi del piede.

ANATOMIA 10 MAGGIO 2010 Prof. Ruffoli pomeriggio

Nel bulbo, il fascio corticospinale subisce un incrociamento parziale. Studi condotti nella scimmia hanno documentato che:

• il 75% circa del fascio si incrocia a livello della decussazione delle piramidi • un ulteriore contingente (ca. 15%) si incrociano a livello spinale • il restante 10% circa rimane non crociato

dopo essersi parzialmente incrociato a livello delle piramidi bulbari, il fascio corticospinale decorre:

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• nel cordone anteriore dello stesso lato • e nel cordone laterale del lato opposto

in 1709 domenico mistichelli da pisa mostrò la decussazione delle piramidi per la prima volta.

Vedi: “development and malformations of the human pyramidal tract. Variations in the adult human pyramidal tracts” di Donkelaar, Lammens, Wesseling ( 2004) pag. 1429-1442.

Dopo essersi parzialmente incrociato a livello delle piramidi bulbari, il fascio corticospinale decorre nel cordone anteriore dello stesso lato e nel cordone laterale del lato opposto.

La via laterale, costituita dai tratti corticospinale e rubrospinale, controlla i movimenti volontari della muscolatura distale. La via ventromediale, formata dai tratti reticolo spinale, vestibolo spinale e tetto spinale, controlla i muscoli posturali. Perchè si incrocia il fascio?? Quale vantaggio mi offre?? Se vedo le corna anteriori del midollo vedo che trovo i motoneuroni del tronco e del collo più medialmente, sempre più lateralmente trovo la distribuzione prima prossimale e poi sempre più distale. Non c’è solo disposizione ben precisa topografica non solo per le parti del corpo, ma anche per la funzione dei muscoli: ovvero più ventralmente gli estensori e più dorsalmente i flessori.

Alcuni dei interneuroni di natura inibitoria sono importanti e sono detti: cellule del Renshaw: hanno azione inibitoria di natura glicinergico e fa sinapsi sulla stesso motoneurone da cui è partito l’input; se non fosse cosi il motoneurone cederebbe. Può avere anche effetto inibitorio su cellule antagoniste, c’è una regolazione interna per cui agisce anche su altri circuiti. Queste cellule sono eccitate da molti motoneuroni antidromico, dove la maggior parte degli assoni originano da motoneuroni sinergici e a loro volta le cell del R fanno sinapsi con molti neuroni.

CENNI SULLO SVILUPPO DELLA CORTECCIA CEREBRALE CORTICO-SPINALE

Lo sviluppo della corteccia cerebrale può essere diviso in 3 periodi grossolanamente:

periodo precoce, embrionale; uno intermedio o fetale o della migrazione; uno stadio tardivo o perinatale.

Il primo strato corticale che si sviluppa è il preplacca( PP) o strato plessiforme primordiale.

Durante la formazione della placca corticale la preplacca si divide in zona marginale futuro primo strato al di sopra e in una sottoplacca( SP) al di sotto.

Da qst placca corticale prendono origine dall’interno all’est gli starti 2 - 6: prima il 6( che diventerà il vero strato plessiforme) poi fino al secondo. Quindi il 5° strato è uno dei primi starti, perchè è uno dei primi che si formano gli altri vengono dopo.

Come può migrare questo fascio corticospinale? Le prime proiezioni corticofughe originano nel primo stadio embrionale, quindi il fascio cortico spinale deriva da una corteccia piuttosto immatura. Dopo aver raggiunto la decussazione delle piramidi alla fine del periodo embrionale, si istaura un periodo di attesa piuttosto lungo. La decussazione delle piramidi avviene durante 17° settimana della vita gestazionale. Per es. quando si nasce non si ha motilità distale che si ha nell’adulto, il fascio deve essere mielinizzato: inizia verso 2°-3° trimestre ma bisogna aspettare i 2-3 anni per la conclusione. I sistemi filogeneticamente più antichi cm i reticolo spinali esistono in molte specie animali e i sistemi più recenti sono rappresentati da altri dispositivi e dal fascio corticospinale. Le cose più recenti vengono dopo perkè gli animali più antichi nn hanno bisogno di una finezza della motilità distale.

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CENNI SU ALCUNI MECCANISMI MOLECOLARI

C’è bisogno di una guida che porta lo sviluppo nella direzione giusta, c’è bisogno di sistemi che attirano nella direzione giusta. Ci sono delle molecole, recett che impediscono il passaggio in certe zone o territori.

I recettori cambiano a seconda dei meccanismi e i richiami sono seguiti solo c’è complementarietà. Anche se non sono tutti complementari in ogni caso segue il richiamo. Gli incrociamenti non sono dati dal caso, ci sn varie molecole che regolano il passaggio. C’è una molecola efrina B3 che è una barriera su linea mediana ke evita il rincrociamento del fascio.

L e fibre del fascio corticospinale sono distribuite in maniera ordinata, secondo un criterio somatotopico, non soltanto a livello corticale.

ANATOMIA 2 11 MAGGIO 2010 Prof. Ruffoli

LE MENINGI

Guaina connettivale che avvolga il sistema nervoso, che aderisca più o meno intimamente. Il snc non deve essere a contatto con nessun batterio e virus, deve vivere il ambiente sterile. Si deve fare quindi un sistema che circondi il snc e che permetta di circondato il snc con liquido che non ha solo il compito meccanico, idraulico: ha un turn over molto rapido per creare sistema chiuso con l’esterno. Se ho perdita LIQUORREA ( = di liquor) ho secrezione da naso, dovuta a trauma cerebrale; è liquido cefalorachidiano. Se il sistema è chiuso e turn over è rapido ha anche funzione trofica.

Le meningi encefaliche e spinali sono le stesse ma cambia il contatto con parete stessa.

In ordine sono dall’est all’interno: dura madre, aracnoide, pia madre; sono un tutto uno la parte encefalica e spinale ( punto di divisione è il grande forame dell’occipitale, divisione non reale).

A livello encefalo le superfici ossee dopo lo sviluppo non sono modificabili; le dura madre si fondono con il periostio, aderisce tenacemente. A livello spinale non avviene: si trovano plessi venosi vertebrali interni( plessi venosi) e tessuto adiposo

Perchè c’è questa differenza?? A livello encefalico il contenitore non è deformabile, la colonna vertebrale si: quand cambio posizione della colonna il midollo non deve entrare in contatto con la superficie ossea: ho quindi cuscinetto ulteriore!!!!

Tra dura madre e aracnoide c’è spazio virtuale detto subdurale sia a livello encefalico che spinale. Quello extra durale è virtuale a livello encefalico e reale a livello spinale.

Lo spazio tra aracnoide e pia madre è reale sempre, ad ogni livello e qua c’è il liquido cerebro rachidiano: è importante anche perchè decorrono i grossi vasi arteriosi.

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Il sn è rivestito tutto da pia madre e quest’ultima è vascolarizzata. I plessi coroidei sono specializzazioni venose che producono il liquido. Si deve creare però un liquido che sia trofico.

LA DURA MADRE

Arteria meningea media: passa per foro piccolo rotondo, è importante perchè decorre su squama temporale, la parte più sottile e un trauma a questo livello e rompe l’arteria ho un ematoma extra durale.

A livello encefalico: la dura madre presenta dei setti : sono importanti perchè rappresentano in alcune zone la sede dove si riconoscono i seni venosi della dura madre e sono detti. Uno è sagittale ed è detto falce cerebrale: ha aspetto a falce, ristretta in avanti e più larga indietro; la falce ha un margine aderente e uno libero, quello aderente va da crista galli sagittalmente indietro fino protuberanza occipitale esterna e a livello di questo margine è presenta il seno sagittale superiore----ha una parete diversa dalla vena il seno venoso, è uno spazio con sangue venoso della dura madre e nella sua costituzione entra solo la dura madre sdoppiandosi. Il margine libero della falce si parte da crista galli, si va dietro con decorso concavo verso il basso, al di sotto c’è il corpo calloso. La base di questo setto poggia su altro setto detto tentorio del cervelletto: tra cervelletto e faccia inferiore degli emisferi c’è questo setto che ricalca il profilo del cervelletto, è fatto a tenda per questo è detto tentorio. In corrispondenza del margine libero c’è seno sagittale inferiore, in corrispondenza della base della falce e quindi nel punto di contatto tra i due setti c’è seno retto. Il margine libero parte da processo clinoideo anteriore di un lato va indietro e si porta nel processo clinoideo anteriore dell’altro lato. Fa un foro dive passa il tronco encefalico. Il margine aderente si inserisce sul margine posteriore della rocca petrosa e prosegue dietro in corrispondenza del solco trasverso. Lungo margine libero non ci sono seni, lungo margine aderente ci sono due seni: in corrispondenza del margine post della rocca petrosa è detto seno petroso superiore e quello che è in corrispondenza del solco trasverso è detto seno trasverso. C’è anche un setto detto falce cerebellare ke va da protub occipitale interna fino a margine post del grande forame occipitale. I seni venosi sono sdoppiamenti connett e quindi nn sono deformabili e nn ci sono valvole: è possibile l’inversione del flusso in alcuni casi.

L’ARACNOIDE

Nn segue i solchi, passa a ponte. Ci sono zone dove l’aracnoide delimita grossi spazi? Ricordiamo che lo spazio tra l’aracnoide e la pia è il sub aracnoideo, qui c’è il liquido e ci decorrono i grossi vasi. Ci sono quindi degli spazi sub aracnoidei cosi grandi da poter raccogliere grosse quantità di liquido? Si, quando non segue i solchi, troviamo degli spazi con delle trabecole connettivali----per qst è detta aracnoide, per il ricordo delle zampe di ragno. Ci sn qst spazi sub aracnoidei cosi ampi detti cisterne: c’è la cisterna magna, la cerebello midollare, chiasmatica ma soprattutto qll lombare ( dove si fa li prelievo , è ovvio che deve essere in uno spaio sub aracnoideo). Questo liquido va sia prodotto che riassorbito, il punto di riassorbimento è rappresentato da granulazioni aracnoidali: strutture adibite al riassorbimento del liquido. Queste strutture sono delle sporgenze a livello della parete dell’aracnoide, sporgono queste strutture a livello del seno sagittale superiore: l’aracnoide attraversa la dura madre e sporge nel seno. Il riassorbimento è passivo!!

PIA MADRE

Rende lucido l’aspetto dell’encefalo, aderisce intimamente, segue i solchi, nn passa a ponte

GLI SPAZI MENINGEI

Lo spazio sottudurale come qll epidurale è virtuale a livello encefalico.

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Spazio sub aracnoideo: è reale e c’è il liquido.

Pia madre è a contatto diretto, intimo con parete e segue la profondità dei solchi.

Questi spazi cosa rappresentano? Quando si ha emorragia si ha raccolta di sangue in questi spazi: può essere fuori dalla dura: extradurali e non c’è contatto sangue- tessuto nervoso, può essere sotto durale o sub aracnoideo.

A livello spinale:

I plessi venosi vertebrali interni sono il corrispettivo funzionale dei seni venosi della dura madre a livello spinale.

La pia madre aderisce intimamente e contribuisce a mantenere il midollo spinale; si formano i lega reticolati = dipendenze della pia madre. Tra un foro interverte e l’altro c’è un ligamento ke nn è altro ke pia madre.

CAVITA’INTERNE :

canale ependima—midollo spinale

4° ventricolo---bulbo ponte

3° ventricolo—diencefalo

Ventricolo laterali---telencefalo

Acquedotto mesencefalico--mesencefalo

Il ventricolo laterale si suddivide in : corno frontale (o anteriore), cella media, corno inferiore (o temporale), corno posteriore o occipitale.

Tutte queste cavità comunicano tra loro. Come si esce? Qual è il punto di uscita dal SNC e raggiungere lo spazio subaracnoideo? In corrispondenza. Nel ventricoli laterale i plessi coroidei sono solo nel corno inferiore e nella cella media( sono in continuità). I plessi coroidei sono in tutti i ventricoli ed esclusivamente nei ventricoli. il plesso coroideo del ventricolo laterale è in continuità con quello del terzo ventricolo attraverso il foro interventricolare. Il foro interventricolare del Monro è delimitato: in avanti dalle colonne del fornice e dietro dal talamo.

Nelle scansioni: bianco = liquido, parte scura del tessuto nervoso.

ANATOMIA 2 12 MAGGIO 2010 Prof. Ruffoli

Terzo ventricolo: corrisponde alla parete mediale del diencefalo. È ristretto, il pavimento è poco più che un margine, ha una maggiore estensione verso l’alto. La parete superiore è costituito dalla tela coroidea che è

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estremamente sottile. Il plesso coroideo ke spetta la terzo ventricolo e che è in continuità con quello del ventricolo laterale si collocherà sulla volta in corrispondenza della tela coroidea. Tra i capillari e l’ependima se c’è sostanza nervosa in mezzo e nn c’è contatto diretto tra le due strutture non ci può essere plessi coroidei, ma la produzione del liquidi nn è esclusiva dei plessi: spetta per la maggior parte dei plessi ma l’atra parte non è prodotta dai plessi. Dal terzo ventricolo verso il basso attraversiamo il acquedotto mesencefalico, è molto sottile questo canale ed è ovvio che non ci sono plessi qui!

Quarto ventricolo: il pavimento è la fossa romboidale, spetta in parte al ponte e in parte al bulbo queste cavità. La volta è importante perchè in una sua parte ci saranno i plessi coroidei. Nella parte inferiore della volta del 4° ventricolo detta velo midollare, qui il tessuto nervoso non si interpone tra la pia e l’ependima. In basso riconosciamo l’area postrema, presenza del trigono del vago, dell’ipoglosso. Tridimensionalmente queste cavità come è fatta? Come una tenda del campeggio. Nel 4° ventricolo c’è e solamente qua c’è la possibilità di passare dalle cavità interne allo spazio sub aracnoideo: la possibilità c’è nelle parti laterali, che vanno sempre più restringendosi e sono dette recessi e terminano con due aperture: i forami laterali. In basso l’apertura mediana è il forame del Magendie : ho tre possibilità di uscita quindi dalle cavità interne! Se chiudo una di queste aperture: non succede nulla; se ne chiudo due: nn succede nulla ne basta anche uno per permettere il passaggio del liquido. Più pericolose sono le occlusioni a livello dell’acquedotto e dei forami interventricolari perchè non c’è possibilità di uscita negli altri ventricoli. Quando tolgo il cervelletto dal tronco lo posso fare solo se seziono i peduncoli cerebellari, non posso garantire la copertura completa del 4° ventricolo con solo i peduncoli ( che sono dei fasci di fibre): posso pensare ke ci deve essere una struttura ke sia tra un peduncolo e l’altro che completi la copertura: tra di loro infatti c’è una lamina, un velo detto velo midollare superiore: è vero quindi che esiste però un velo midollare inferiore( teso tra i peduncoli inferiori). Se vedo ancora più inferiormente di quest’ultimo vedo che la copertura della parte finale è la tela coroidea(parte inferiore del velo midollare inferiore): quindi i plessi sono presenti in questo punto. Devono essere qua perchè più vado in basso tra l’ependima e la pia madre non rimane più la sostanza bianca, scompare, e non posso essere i plessi che qua.

PLESSO COROIDEO

Pia madre che riveste intimamente e va nelle profondità del SN, porta con sé i vasi sanguigni ( ovviamente i capillari). Il capillare è fenestrato, sotto c’è la pia che è a contatto con l’epitelio coroideo ( ependima a contatto con il vaso). Tutto questo è il plesso coroideo.

Come è prodotto il liquido? Si può pensare di passare tra cell endoteliali. Sotto c’è membrana basale e pia madre. Success si deve passare tra cell è l’altra ma dalla sviluppo so che ci saranno gap junction e quindi non potrò fare parte del liquido. La produzione del liquido non è filtrazione, ma produzione attiva e già questo fa pensare che la funzione non è solo meccanica del liquido! Il turn over è di circa 3 volte nelle 24 ore.

Cellula dell’ependima: Cellula con microvilli, con molti mitocondri e questo fa pensare proprio a una produzione attiva.

Caratteristiche del liquido: Il liquido ha una velocità di formazione 500 ml/giorno; contenuto medio: 130ml; aspetto è limpido e incolore, ad “acqua di rocca”. Se c’è sangue c’è una emorragia, se è giallastro c’è stata emorragia. Confronto sangue- liquido: alto livello- basso livello; molte cell - no cell( perchè sennò sono qll del sangue ed è indice di emorragia); liquido è più ricco di cloro, meno di calcio e meno di glucosio( può aumentare in casi di diabete mellito, encefalite; può diminuire in caso di meningite).

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Caso peggiore: ostruzione acquedotto = ho un idrocefalo: aumento di pressione interna e quindi ho un accrescimento delle cavità, aumento della pressione all’interno delle cavità interna, i plessi sono svincolati dal parametro della pressione, l’importante è che passi il sangue. Se ho ostruzione nei plessi avviene un accumulo perchè non c’è un compenso della pressione essendo un parametro non essenziale nei plessi. L’intervento è un shunt: fare un passaggio nel pavimento del terzo ventricolo. La pulsabilità dei grossi vasi mi determina il procedere del liquido: infatti si vedrà che il 3° ventricolo pulsa in caso di ostruzione data dal liquido per la presenza sotto dei grossi vasi.

CERVELLETTO

Il cervelletto occupa la fossa cranica posteriore, è situato posteriormente al tronco encefalico e partecipa alla costituzione della volta del 4° ventricolo. Il tentorio del cervelletto separa il cervelletto dai lobi occipitali dell’encefalo.

Suddivisioni del cervelletto: verme, regioni paravermiali ( parte emisferi cerebellari), parti laterali dette emisferi cerebellari la cui ragione prossima al verme sono dette regioni paravermiane, lobulo flocculonodulare: porzione dei flocculi + parte centrale detto nodulo, solco primario ( distinguo lobo anteriore e posteriore), le tonsille cerebellari ( stretta vicinanza di questo con tronco e sono parte del cervelletto che comprimono il pavimento del 4° ventricolo quando tolgo il liquido ad una persona, ecco perche quando si fa un prelievo a livello lombare si deve raccomandare alla persone che stia a riposo nel letto senza che si muova almeno per 24 ore per dare il tempo di produrre il liquido). Il cervelletto può essere suddiviso secondo un criterio funzionale in :

• vestibolo cerebello = da punto di vista corticale è dato da lobo flocculo nodulare e uvula ( entrambi parte del verme)

• spino cerebello = da un punto di vista corticale è gran parte del verme e le regioni paravermiali • pontocerebello = da un punto di vista corticale è piccola parte del verme ( posteriore) ma

soprattutto gran parte degli emisferi cerebellari ( perchè non ci sono le regioni paravermiali)

i peduncoli sono le connessioni tra cervelletto e tronco: rappresentano fibre nervose mielinizzate che vengono da quasi tutte le parti del SN al cervelletto ma sono anche fibre efferenti. Fibre efferenti sono solo in qll superiore e inferiore, le afferenze sono in tutti e tre.

Corteccia cerebellare e sostanza bianca: sezione del cervelletto assomiglia all’arbor vitae. Immersa nella sostanza bianca, è presente sostanza grigia che si organizza a costituire delle strutture nucleari ben definite, sono 4 per ciascun lato. In senso medio – laterale sono :

• del tetto ( o del fastigio) • globoso • emboliforme • dentato ----per l’aspetto seghettato, nell’aspetto macroscopico è del tutto simile al nucleo

principale del complesso olivare inferiore.

Alcune specie animali hanno un nucleo al posto del globoso e dell’emboliforme detto interposito.

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ANATOMIA 2 17 MAGGIO 2010

CORTECCIA DEL CERVELLETTO

La superf del cervelletto è caratterizzata dalla presenza di lamine e lamelle. Nn posso parlare di circonvoluzioni, l’aspetto è più lamellare rispetto alla corteccia celebrale. Ciascuna lamina si divide in più lamelle. Vedo la presenza per la colorazione nn omogenea: parte più chiara e parte più scura, ke sta sotto: sn entrambe sostanza grigia. Nella profondità c’è sostanza bianca con un colore intermedio tra i due strati menzionati.

La corteccia di divide in tre strati:

Esterno = strato molecolare: cellule stellate, cellule dei canestri-----ci sono tante sinapsi

Intermedio = strato delle cellule di Purkinje: cellule di Purkinje------solo i corpi cell di qst cell ci sono!!!

Interno = strato delle cellule granulo: cellule granulo, cellule di golgi -----nn dire cellule dei granuli, ma si dice granulo!!!! Ci sono molte cellule granulo, in numero trascurabile le cellule di golgi.

Queste cellule sono i 5 tipi principali che costituiscono la corteccia cerebellare. Ci sono anche però altri 3 tipi di cellule con una certe importanza.

Strato molecolare è più chiaro, per le poche cellule presenti, è un ampio campo sinaptico: pochi nuclei, molte fibre!!! Sotto c’è ricca cellularità sono le cellule granulo, più scure, e quelle del golgi, più chiare. Lungo la linea di confine tra i due strati: ci sono corpi cellule enormi, sono quelle del Purkinje.

I dendriti delle cell del Purkinje presentano un’ampia arborizzazione disposta in senso perpendicolare rispetto all’asse longitudinale della lamella, hanno una disposizione a grande ventaglio appiattito che si dispone totalmente nello strato molecolare. È un’arborizzazione su due piani, gli manca un po’ di profondità. L’assone è nello strato delle cellule granulo.

SCHEMA SEMPLIFICATO DELLA CORTECCIA CEREBELLARE

Le afferenze che arrivano al cervelletto provengono in parte da complesso olivare inferiore ( presente a livello del bulbo, si presenta cm oliva bulbare): non si tratta di un nucleo olivare inferiore, ma è un complesso di nuclei, è il complesso olivare inf. Proietta al cervelletto le informazioni, queste proiezioni olivo cerebellari costituiscono le fibre rampicanti, queste ultime costituiscono il peduncolo cerebellare inferiore. Sono fibre di natura eccitatoria ( aspartato o glutammato), si arrampicano sul dendrite della cell del Purkinje, l’aspetto è come se fosse una vite ( queste cellule hanno recettori per glutammato, sia metabotropici che ionotropici, e recettori GABA ergici). Nn solo il complesso olivare proietta al cervelletto, molte altre strutture proiettano al cervelletto: midollo spinale, nuclei pontini, nuclei vestibolari e nuclei della formazione reticolare. Rappresentano queste fibre le fibre muscoidi = sono fibre che afferiscono al cervelletto e che non provengono dal complesso olivare. Queste fibre non necessariamente entrerà per forza nel peduncolo inferiore: può essere il medio, il superiore per esempio. È un gruppo eterogeneo di fibre che vanno al cervelletto, ma sono tutte di natura eccitatoria su cellule granulo ( ci sono recettori AMPA, NMDA,GABA)!! Nn vanno sulle cellule del P come le altre fibre. La cell granulo emette un suo assone che attraversa lo strato delle cellule granulo e quelle del P fino ad andare allo strato molecolare dove di divide a T, costituendo le fibre parallele, sono parallele allo strato longitudinale della lamella. La fibra

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parallela è di natura eccitatoria sulle cell del P: c’è sinapsi con più cell del P, sinapsi di natura eccitatoria. Questa fibra parallela ha sinapsi eccitatoria glutammato ergica con centinaia cell del P, ma contrae sinapsi glutammato ergica con qualcosa d’altro: cellule dei canestri e cellule stellate: sono cellule di natura inibitoria. Queste cellule sono da definirsi interneuroni di natura inibitoria. La cellula stellata ha una sinapsi di natura inibitoria GABA ergica nei confronti del dendrite della cellula del P. La cellula dei canestri è fortemente inibitoria rispetto alla precedente e fa sinapsi con l’assone della cellula del P: queste cellule fa sinapsi sul cono di emergenza dell’assone ed è molto più potente cm tipologia di inibizione. La cellula del Golgi che è nello strato delle cellule granulo ha un dendrite molto lungo che va nello strato molecolare; anche esse sono eccitate da fibre parallele ( AMPA, NDA, GABA). Queste sono cellule inibitorie GABA ergiche e vanno con il loro assone alle cellule granulo. Ci sono tre tipi di feed back.

Dalle cell del P dove si va? La cell del P è GABA ergica, è di natura inibitoria, è l’unico elemento proiettivo della corteccia cerebellare. Prende informazioni e le ridà ai nuclei cerebellari attraverso le cell del P soltanto, unico elemento di uscita!!!

Ci sono 5 tipi principali di cell, ma ne esistono altri 3 tipi: cellule di Bergmann, cellule di Lugano, cellule a spazzola ( o unipolari). Sono queste cellule o gliali( le prime) o altri interneuroni di natura inibitoria ( le ultime due).

Cell di Bergmann =

Nel cervelletto maturo:

• sono dei tipici astrociti ed hanno aspetto unipolare • hanno il pirenoforo in stretta vicinanza di quello delle cell del P • formano una guaina gliale intorno al pirenoforo e alle sinapsi delle cell del P • si ramificano nello strato molecolare fino alla superficie piale, interponendosi tra le fila delle cellule

del P • ci sono circa 8 per ogni cellula di P • probabilmente la sua funzione è di riassorbire, eliminare il mediatore sinaptico

Durante lo sviluppo guidano ( scaffold) la migrazione dei pirenofori delle cell granulo e dei dendriti delle cell di P.

Nel cervelletto maturo:

sono stati visti nello strato molecolare trasportatori di glutammato: GLAST ( glutamate – aspartate transporter), EAAT ( excitatory amino acid transporter), GLT ( glutamate transporter). Bisogna mantenere basse le concentrazioni extracellulari. Bisogna prevenire l’eccessiva attivazione dei recett post sinaptici.

Le cell di B esprimono GLAST e GTL-1

GLAST rimuove la maggior parte del glutammato rilasciato dalle fibre rampicanti e parallele presente nello spazio sinaptico.

GTL-1 ha un ruolo simile ma di minor rilievo rispetto a GLAST.

EAAT4 rimuove la modesta quantità di glutammato che non subiscono l’uptake dei trasportatori gliali, contribuendo a prevenire lo spill-over del trasmettitore nelle sinapsi vicine; questi trasportatori sono nelle cell del P.

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Un’espressione di GLAST insufficiente comporta un incremento della concentrazione extracellulare di glutammato che può provocare neuro degenerazione. La delezione genica di entrambi i trasportatori ostacola la formazione dei folia (= le lamelle) e provoca la morte degli animali mutanti.

Ma ora che ci fa le cell di B del glutammato? Il glutammato viene convertito tramite glutamina sintetasi in glutamina, la quale viene rilasciata nello spazio intercellulare. La glutamina viene poi captata dai neuroni e convertita dall’enzima glutaminasi in glutammato e riutilizzato.

Cellule a spazzola unipolari:

l’unico elemento di natura eccitatoria si dice ke sia rappresentato dalle cellule granulo. Ma nn è proprio cosi però!! C’è un interneurone ke è eccitatorio: sn le cell a spazzola.

• Esprimono recettori NMDA, kainate, AMPA e mGlutR1 e mGluR2/3. • Si trovano nello strato delle cell granulo del vestibolo cerebellare. • Hanno un solo dendrite con estremità sfrangiata ( brush) • Il dendrite forma sinapsi giganti di natura eccitatoria con le terminazioni ( rosette) delle fibre

muscoidi ( GLUT, ACh) • Gli assoni sinaptano sia con cell granulo, sia con altre cell a spazzola • Possono essere considerate come un componente intermedio che amplifica gli effetti eccitatori

delle fibre muscoidi sulle cell granulo.

Cellule di Lugano:

• interneurone inibitorio ( GABA e glicina) di aspetto fusiforme • nello strato dei granuli subito a ridosso delle cell di P • Assoni estesi anke per 2mm • Sinapsi con le cell del Golgi • Sembrano cell del Golgi, ma non hanno recett per glutammato le cell di Lugano • Sono sensibili alla serotonina

RISSUNTO DEL CIRCUITO NEURONALE DELLA CORTECCIA CEREBELLARE

• I neuroni eccitatori hanno il glutammato come mediatore chimico • I neuroni inibitori hanno il GABA come mediatore chimico • Le vie afferenti alla corteccia cerebellare eccitano le cell del P direttamente tramite le fibre

rampicanti ( aspartato) e indirettamente tramite le fibre muscoidi ( glutammato) • Le cell del Golgi inibiscono le cell granulo • Le cell dei canestri e stellate inibiscono le cell di P • Cell del P può avere collaterali inibitorie verso cell del Golgi, canestri e stellate • Le vie efferenti dalla corteccia originano dalle cell di P

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ANATOMIA 2 17 MAGGIO 2010 pomeriggio

LE FIBRE EFFERENTI

Vie efferenti da corteccia sn costituite da cell del P, i quali si portano ai NUCLEI CEREBELLARI. Qst forniscono la principale via di uscita degli impulsi dal cervelletto verso:

• Nucleo rosso • Talamo • Nuclei vestibolari • Formazione reticolare

Dal cervelletto:

le efferenze cerebellari originano dalle cell di P e dai nuclei cerebellari ( attenzione: qua si parla di cervelletto, nn di corteccia!).

cellule di P hanno un’azione inibitoria e hanno come destinazione i nuclei cerebellari e vestibolari;

nuclei cerebellari: hanno sia un’azione eccitatoria, e hanno come destinazione il nucleo rosso, il talamo ( corteccia cerebrale), i nuclei vestibolari, la formazione reticolare, sia un’azione inibitoria, e hanno come destinazione il nucleo olivare inferiore contro laterale.

Ora precisiamo secondo la divisione funzionale del cervelletto, nn basta più dire nuclei cerebellari.

Corteccia cerebellare------nuclei cerebellari----------destinazioni

Regione del verme nucleo del tetto nuclei vestibolari e FR, talamo ( corteccia cerebrale)

Regione paravermiana nucleo globoso e nucleo emboli forme nucleo rosso, talamo ( corteccia cerebrale)

Porzione laterale degli emisferi e il flocculo nucleo dentato nucleo rosso, talamo ( corteccia cerebrale)

LE FIBRE AFFERENTI

da chi il cervelletto prende informazioni necessarie per poi dare informazioni per la coordinazione del movimento?

Due sono le vie afferenti alle cell di P ed entrambe sono eccitatorie.

Le fibre muscoidi si comportano diversamente da qll rampicanti: le prime hanno una divergenza notevolissima ( diffusione enorme), le seconde hanno una divergenza minima.

Le fibre rampicanti:

• divergenza minima • ogni fibra rampicante forma circa 300 sinapsi su una cell di P • ogni cell di P riceve una sola fibra rampicante • una fibra rampicante sinapta con circa 10 cellule di P

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Originano dal complesso ( nucleare) olivare inferiore, costituito dai nuclei olivari accessori, dorsale e mediale ( sono detti anche paraolive) e dal nucleo olivare principale.

Costituiscono queste strutture la via olivo cerebellare. Sono crociate e arrivano al cervelletto tramite il peduncolo cerebellare inferiore, distribuendosi a tutte le parti della corteccia.

Dal nucleo olivare principale, le fibre si portano al ponto-cerebello ed al nucleo dentato. Le afferenze al cervelletto , in questo caso le rampicanti,vanno alla corteccia, ora si sa con sicurezza!! Il nucleo olivare principale riceve afferenze ipsilaterali dalla corteccia cerebrale sensitivo-motoria e dal nucleo rosso.

Quindi il nucleo cerebellare riceve informazioni eccitatorie da parte delle fibre rampicanti, ma poi anche GABA ergiche dalle cell di P, è un gioco raffinato di carica-scarica.

Dai nuclei olivari accessori ( mediale e dorsale), le fibre si portano allo spino-cerebello ed al vestibolo-cerebello, oltre che al nucleo interposito e del fastigio. Questi nuclei ricevono fibre provenienti dal corno posteriore contro laterale di tutti i segmenti del midollo spinale ( via spino-olivare). Questi nuclei partecipano alla costituzione di un circuito con la corteccia ed i nuclei cerebellari.

Le fibre rampicanti durante il tragitto per raggiungere la cellula di P nella corteccia cerebellare emettono rami collaterali che contraggono sinapsi di natura eccitatoria con i nuclei cerebellari. Tale caratteristica è propria anche delle fibre muscoidi.

Si ritiene che il complesso olivare inferiore possa aver un ruolo nei meccanismi cerebellari di apprendimento motorio. Il cervelletto è quella entità che coordina il movimento e più mi alleno più il movimento sarà perfetto: esempio palla da basket e canestro, più sarò allenata a lanciare più ho possibilità di fare canestro. Mi informa il modello migliore di movimento da fare: ad esempio aprire la porta, quanto devo allungare il braccio.

CENNI SU RECETT POST SINAPTICI

I recettori ionotropici per l’acido glutammico ( iGluR)

• diffusissimi nel SNC: più dell’80% delle sinapsi eccitatorie è glutammatergica • presenti anche negli organi di senso • sono differenziati in molti tipi • tutti però sono canali cationici ( sempre eccitatori)

esistono due sottofamiglie di iGluR;

• i recettori NMDA cosi detti perchè attivati dall’acido N metil D aspartico. Sono in genere permeabili al Ca2+

• i recettori non-NMDA, insensibili all’NMDA. Sono in genere impermeabili al Ca2+

tra qst si distinguono due gruppi: quello dei recett attivati dall’AMPA ( a-amino-3-idrossi-5-metil-isossazol-propionic acid) e qll dei recett attivati dall’acido cainico.

Nella stessa sinapsi ( eccitatoria) possono essere contemporaneamente presenti ambedue i tipi di iGluR; si dice allora ke essi sono “co-localizzati”.

I recettori-canale NMDA: sono dei veri canali cationici, generalmente permeabili al Ca2+

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NB: l’ingresso di Ca2+ attraverso i recettori NMDA può mettere in azione nel citosol una serie di processi Ca-dipendenti, tra cui modificazioni “ a lungo termine” ( LTP ed LTD) dell’attività sinaptica ( plasticità).

I recettori-canale non-NMDA:

• sono permeabili sia al Na+ ke al K+, ma in genere non al Ca2+ • generano un EPSP relativamente breve ( durata 1-10msec).

I NMDA presentano una notevole voltaggio dipendenza: unici tra tutti i recettori ionotropici.

In che consiste questa voltaggio dipendenza? È un blocco voltaggio-dipendente da parte del Mg2+ extracellulare. Cioè? In condizioni di riposo ogni canale è ostruito da uno ione Mg2+ extracellulare e, anche se il recettore viene attivato dal glutammato ed il canale passa nello stato aperto, esso non conduce alcuna corrente ( a causa del tappo). Il recettore può produrre un EPSP nella membrana post sinaptica solo quando i tappi voltaggio dipendenti vengono espulsi per repulsione elettrostatica; ma ciò richiede che la membrana venga depolarizzata. E allora come si può depolarizzare la membrana? Quando le cellule la sinapsi hanno ambedue i tipi di iGluR, la depolarizzazione che permette di rimuovere il blocco da Mg2+ dei recettori NMDA viene prodotta, quando avviene il rilascio di glutammato, dall’attivazione primaria dei recettori non-NMDA. Quindi: per piccola depolarizzazione della membrana postsinaptica, il contributo dei recettori NMDA al PPS complessivo sarà nullo. Questo contributo diverrà significativo ( e vi sarà un ingresso di Ca2+) solo se la depolarizzazione ( generalmente prodotta dall’attivazione dei recettori non-NMDA) sarà sufficiente ad espellere gli ioni Mg2+.

LE FIBRE MUSCOIDI

Tutte le fibre che afferiscono al cervelletto e che non originano dal complesso olivare inferiore sono definite muscoidi. Proiettano sia al ponto, che al vestibolo che allo spino cerebello.

Fasci afferenti------ informazioni-------origine del fascio-------destinazione

Vestibolo cerebellare --vestibolari( posizione e movimento testa)-- ganglio vestibolare e nuclei vestibolari---vestibolocerebello

Spino cerebello---propiocezione nn cosciente---nucleo dorsale del Clarke, nucleo cuneato accessorio---spinocerebello

Corticopontocerebello---della corteccia cerebrale---corteccia cerebrale, nuclei pontini---pontocerebello

Fibre muscoidi: nn contraggono sinapsi dirette con cell di P, fanno sinapsi con cell granulo e ogni fibra sinapta con 500-600 cell di P. Sono di natura eccitatoria.

Fibra parallele: assoni delle cell granulo che si portano nello strato molecolare della corteccia e formano le fibre parallele ( 4-6 mm). Queste sinaptano con le spine dendritiche di 300-500 cell di P. Ogni cell di P può ricevere fino a 200000 fibre parallele.

GLOMERULO CEREBELLARE

Complesso sinaptico costituito da:

• terminali assonici di una cell di Golgi • terminali dendritici di una cell granulo

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• terminale assonico di una fibra muscoide

Si crea inibizione a feed back.

RUOLO FUNZIONALE DEGLI INTERNEURONI

Quando le fibre parallele eccitano una fila di cellule di P si realizza intorno a esse un alone di inibizione dovuto all’azione delle cellule dei canestri e delle cellule stellate. Tale fenomeno è definito inibizione laterale. Oltre all’inibizione laterale esiste l’inibizione feed forward e l’inibizione feed back.

LE FIBRE MUSCOIDI

Dal midollo spinale, dal tronco e dalla corteccia cerebrale

Dal midollo spinale ( e dal bulbo):

x via diretta:

• fascio spino cerebellare dorsale • fascio cuneo cerebellare • fascio spino cerebellare ventrale • fascio spino cerebellare rostrale

x via indiretta:

• dai nuclei accessori del complesso olivare inferiore • dai nuclei precerebellari della FR

nel cordone laterale decorrono il fascio spino cerebellare dorsale e ventrale.

Fascio spino cerebellare dorsale: trasporta la propriocezione non cosciente proveniente dai recettori dei muscoli e delle articolazioni dell’arto inferiore e della metà inferiore del tronco.

Fascio cuneo cerebellare: trasporta la propriocezione non cosciente proveniente dai recettori dei muscoli e delle articolazioni dell’arto superiore e della metà superiore del tronco.

Fasci spino cerebellari ventrale e rostrale: crociati, originano da neuroni del corno anteriore; trasportano al cervelletto informazioni di natura somestesica e una copia dell’ordine motorio in uscita dal midollo spinale tramite i motoneuroni.

Dal tronco encefalico:

• fibre vestibolo cerebellari, per stimoli provenienti dall’apparato vestibolare • fibre dai nuclei dei nervi encefalici, per stimoli provenienti soprattutto dal trigemino • fibre tetto cerebellari, per stimoli di natura visiva e uditiva • fibre ponto cerebellari, per impulsi dalla corteccia cerebrale • fibre reticolo cerebellari

Dalla corteccia cerebrale:

via cortico ponto cerebellare, origina dalla corteccia cerebrale.

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ANATOMIA 2 18 MAGGIO 2010

DALLA CORTECCIA CEREBRALE

Via cortico ponto cerebellare: origina dalla corteccia cerebrale, decorre nel braccio posteriore della capsula interna. Occupa il quinto laterale e il quinto mediale del piede del peduncolo cerebrale. Termina sinaptando con i nuclei basilari del ponte. La via prosegue facendosi crociata, verso il cervelletto decorrendo nel peduncolo cerebellare medio. ( VEDI SITO RUFFOLI, IL PRIMO LINK , CI SONO FIGURE DELL’ATLANTE DEL MARTIN).

LE FIBRE EFFERENTI

Il cervelletto è funzionalmente correlato a centri motori situati nel tronco encefalico, è un centro di integrazione motoria.

Una struttura correlata è il nucleo rosso: via cerebello rubra ( peduncolo superiore), si finisce al nucleo rosso e da qui prende origine il fascio rubro spinale.

Altra struttura importante correlata a funzioni motorie è la FR: c’è via cerebello reticolare che va da cervelletto alla FR, ( si esce o da peduncolo o peduncolo superiore e inferiore), più precisamente vado ai nuclei pontino e gigantocellulare da dove originano i fasci reticolo spinali.

Altra struttura sono i nuclei vestibolari: c’è una via cerebello vestibolare, si esce dal peduncolo inferiore e da qui originano i fasci vestibolari.

Il cervelletto e il nucleo rosso: il fascio menzionato origina dalla parte magnicellulare del nucleo; insieme al fascio corticospinale crociato ( o laterale) fa parte dei cosiddetti sistemi laterali destinati alla innervazione della muscolatura distale degli arti.

I fasci vestibolo spinali e reticolo spinali: insieme al fascio cortico spinale diretto ( o anteriore), costituiscono i cosiddetti sistemi mediali destinati alla innervazione della muscolatura del tronco dei cingoli e della parte prossimale degli arti. Il fascio vestibolo spinale mediale costituisce parte del fascicolo longitudinale mediale.

Il cervelletto proietta anche alla corteccia cerebrale: vie efferenti dai nuclei cerebellari proiettano anche alle aree motorie della corteccia cerebrale. Queste fibre decorrono nel peduncolo cerebellare superiore e si incrociano nel mesencefalo. Fascio spino cerebellare rostrale andava da stesso lato, il ventrale si correla funzionalmente ad esso: entrambi portano informaz di natura somestesica. Se prendo fascio ventrale e lo devo correlare al rostrale: si entra tramite peduncolo superiore ma qua c’è incrociamento!!! Quindi vuol dire che esiste un altro incrociamento a livello spinale!!! Sennò si correla con il fascio del lato opposto!!!! Quindi c è un doppio incrociamento. Hanno una stazione talamica nella parte posteriore del nucleo ventrale laterale. Nuclei ventrali anteriori e laterale: per proiezione da cervelletto( laterale) e nuclei della base( anteriore) alla corteccia cerebrale. I nuclei cerebellari proiettano alle varie aree motorie della corteccia secondo un criterio anatomo - funzionale ben delineato:

nucleo del tetto: è posto medialmente, si correla con area motoria primaria per coordinare l’attività motoria, la muscolatura innervata è quella del tronco e dei cingoli. Se mi sposto lateralmente trovo i nuclei globoso ed emboliforme e si correla alla corteccia motoria primaria per la muscolatura distale degli arti. C’è però una corteccia ke serve per pianificazione del movimento: corteccia premotoria!! La parte più laterale

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cioè il nucleo dentato è il più voluminoso e proietta alla corteccia premotoria per infatti la pianificazione dei movimenti. Il cervelletto entra in gioco nn solo per il movimento in sé, per la semplice esecuzione, ma dà il suo contributo per l’organizzazione del movimento. I flocculi contribuiscono a regolare soprattutto l’attività oculare: qualitativamente infatti è la più raffinata di motilità.

La corteccia cerebellare ha un’organizzazione somatotopica: il verme riceve impulsi provenienti dalla testa dal collo e dal tronco; le regioni paravermiali ricevono impulsi dagli arti. Nell’ambito di ciascuna di queste parti del cervelletto, gli impulsi che provengono da una specifica regione del corpo vengono rappresentati in più sedi.----è una SOMATOTOPIA FRAZIONATA.

AFFERENZE AMINERGICHE AL CERVELLETTO

I sistemi aminergici proiettano al cervelletto:

• Raggiungono tutti e tre gli starti della corteccia cerebellare • Fibre noradrenergiche: dal locus coeruleus arrivano tramite il peduncolo cerebellare superiore e

sinaptano i nuclei, e tutte le cellule della corteccia. • Fibre dopaminergiche: dalla sub stantia nigra e dal tegmento ventrale mesencefalico, si portano ai

nuclei globoso, emboli forme e dentato, alle cellule di P e allo strato delle cellule granulo. • Fibre serotoninergiche: dai nuclei del rafe del tronco encefalico si portano a tutti i nuclei e alla

corteccia.

I NEUROPEPTIDI E IL CERVELLETTO

Ci sono altri elementi ke hanno un’influenza nemmeno minima sull’ azione del cervelletto.

“ FUNCTIONAL ROLES OF NEUROPEPTIDES IN CEREBELLAR CIRCUITS” di M.Ito In tutto il cervelletto , CRF è contenuto in fibre rampicanti e la sua liberazione spontanea è necessaria per LTD, meccanismo di apprendimento motorio. Tenuto conto che il motore di apprendimento richiede un impegno stressante per correggere gli errori nelle prove ripetute CRF nelle fibre rampicanti può implicare che la via olivo cerebellare fa parte di un sistema che agisce per far fronte allo stress.

Ad esempio: orexina, TRH

Fibre muscoidi = alcuni neuropept hanno un ruolo qui: le fibre convogliono le informazioni per mandarle al cervelletto

Fibre rampicanti = convoglia errore che induce riorganizzazione adattiva di fibre muscoidi, cellule granulo e cellule di p ( cioè l’apprendimento)

Fibre monaminergiche = contengono serotonina, noradrenalina, istamina . .. .convogliono segnali modulatori i quali stabiliscono i livelli di attivazione

CRF ( o CRH---ormone liberante corticotropina) ha azione su cellule di P e cellule granulo, e queste ultime hanno un recettore.

Nel circuito cerebellare: l’attivazione congiunta di fibre parallele e rampicanti provoca attenuazione persistente della trasmissione sinaptica dalle fibre parallele alle cellule di P---questo fenomeno è detto LTD ( long term depression), è considerato un meccanismo cellulare per apprendimento motorio. Quindi ci sono prove che indicano che è richiesto il CRF per l’induzione di LTD.

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Orexina: ci sono recettori in locus coerules, ma anche nel flocculo. La funzione dell’orexina ha ruolo nell’assicurare circolazione sanguigna per mantenimento stabile di arousal e stato di allerta in situazioni di stress; è importante anche nella reazione fight or flight composta di complessi movimenti e associati a risposta cardiovascolari. Se tolgo orexina c’è attenuazione della paura in cui la pressione arteriosa media aumenta in risposta a stimoli condizionati e poi narcolessia. Ha un ruolo importante anche nel flocculo l’orexina.

SCHEMI RIASSUNTIVI:

vestibolo cerebello: rappresenta il lobo flocculo nodulare e parte uvola e da un punto di vista di nuclei è quello del fastigio. Proietta a questi sistemi il complesso olivare inferiore, poi ho anche afferenze stato cinetiche di natura vestibolare ( nuclei vestibolari e ganglio vestibolare). I nuclei vestibolari ricevono informazioni dall’apparato statocinetico tramite il ganglio vestibolare, però ci sono afferenze dirette dal ganglio vestibolare senza passare dai nuclei vestibolari alla corteccia cerebellare. I nuclei vestibolari proiettano alla corteccia e al nucleo del fastigio. C’è anche componente da parte dei nuclei pontini e tramite questi ultimi insieme al collicolo superiore afferenze visive da corteccia striata. La corteccia proietta al nucleo vestibolare laterale e anche al nucleo del fastigio. Il nucleo del fastigio proietta al nucleo vestibolare. Da questo ultimo nucleo vestibolare parte il fascio vestibolo spinale laterale. C’è anche una proiezione da parte del nucleo del fastigio che da parte del nucleo vestibolare laterale al nucleo vestibolare mediale. Da quest’ultimo parte il fascio vestibolo spinale mediale. Dal nucleo parte il fascicolo longitudinale mediale che va ai nuclei 3,4 e6.

Spino cerebello: rappresenta il verme e le ragioni paravermiali. Le afferenze sono: f.spinocerebellare dorsale, spino cerebellare ventrale, cuneo cerebellare e spino cerebellare rostrale; poi f. trigemino cerebellare ( dal nucleo trigeminale spinale ( interpolare e orale)), poi nuclei precerebellari che appartengono alla FR ( nn. reticolari, laterale e paramediano), poi complesso olivare inferiore. Dal punto di vista di nuclei trovo quelli del fastigio e interposito. Proietto: dal fastigio = alla Fr, al nucleo vestibolare laterale e al nucleo ventrolaterale del talamo ( e da qui parte il fascio vestibolo spinale laterale); dall’interposito al nucleo rosso ( parte magnicell), da qui si va al fascio rubrospinale, e al nucleo ventrolaterale del talamo dal ql si va alla corteccia MI e da qui al fascio corticospinale.

Pontocerebello: rappresenta la corteccia della parte laterale degli emisferi e da un punto di vista di nuclei il nucleo dentato. Arrivano alla corteccia i nuclei pontini ai quali arrivano informazioni dalle aree motorie e aree somestesiche. I nuclei pontini vanno anche al nucleo dentato. Dal nucleo dentato si va al nucleo ventrolaterale del talamo. Da qui si va alla corteccia MI e premotoria; da qst ultima parte il fascio corticospinale. Il nucleo dentato proietta anche ad altri nuclei talamici e da qui si va alle aree prefrontale, parietale posteriore, temporale superiore, del cingolo, paraippocampico. Dal nucleo dentato proietta anche al nucleo rosso ( parte parvi cellulare), da qui proietta al complesso olivare inferiore ( al nucleo principale). Dal complesso olivare inferiore si ricomincia, si è formato un circuito: si torma alla corteccia e al nucleo dentato.

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ANATOMIA 2 19 MAGGIO 2010

Alcuni segni di disturbo cerebellare: atassia, dismetria, decomposizione del movimento, adiadococinesia ( incapacità di fare movimenti coordinati velocemente), ipotonia ( minor tono muscolare), tremore (a riposo, nn è controllato; tutti hanno un tremore ma è veloce invece chi ha questo problema il tremore è più lento è cm un movimento), disordini della motilità oculare, disartria (incapacità di articolare bene i movimenti nel parlare), disturbi della capacità di pianificazione e di astrazione della memoria , disturbi della cognitività spaziale, disturbi affettivi.

NUCLEI DELLA BASE

Danno contributo GABA ergico. È come se frenassero sempre l’attività, è sempre una proiezione al tronco encefalico GABA ergica. In condizioni di stress nn c’è una perfetta coordinazione dei movimenti. Più si richiede maggior precisione più il movimento sarà impreciso, più ci sarà errore in una persone con problemi cerebellari. I nuclei della base esercitano verso talamo un’azione inibitoria, il mediatore chimico è il GABA. Talamo dà glutammato che è la sommatoria tra quello che richiede il cervelletto e quello dei nuclei della base.

• Sono un insieme di nuclei sottocorticali • Influenzano i movimenti operando sulle vie discendenti in maniera simile al cervelletto • Possono causare una compromissione delle facoltà intellettive ( non riguarda solo attività motoria • ma possono allora interagire con la corteccia!!!)----- malattia del Parkinson si può accompagnare a

demenza? Si, non necessariamente ma si, proprio per questo motivo. • Sono stati correlati anche con gli stati emozionali e con alcuni aspetti della tossicodipendenza e

della patologia psichiatrica.

I nuclei sono:

• Nucleo caudato • Nucleo lenticolare = putamen + globus pallidus------detto lenticolare per aspetto di una lente, anzi

più che altro assomiglia a una noce del Brasile, più ampio lateralmente e si assottiglia medialmente.

Neo striato = striato = nucleo caudato + putamen----parte dei nuclei filogeneticamente più recenti, separazione tra le due formazioni è più evidente nella nostra specie anke se rimangono dei ponti cellulari tra i due. In altri animali sono fuse insieme le due formazioni, sono un tutt’uno da un punto di vista funzionale.

Paleo striato = pallido = globus pallidus------porzione filogeneticamente meno recente.

Si divide il lenticolare in putamen ( parte più lat), più medialmente c’è globus pallidus. Quest’ultimo è suddiviso in due parti: un segmento esterno ( più vicino al putamen) e uno interno. Embriologicamente sono parti diverse il caudato il globus e il putamen, per questo riconosco il neo e il paleo striato.

Componenti dei nuclei della base:

• striato: o nucleo caudato o putamen

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o nucleo accumbens septi

• globus pallidus o segmento interno e segmento esterno

• sostanza nera o pars reticolata e pars compacta

• nucleo subtalamico

Claustro: sostanza grigia lateralmente alla capsula esterna, tra l’esterna e l’estrema.

Capsula estrema: sostanza bianca tra claustro e corteccia.

Fibre di sostanza bianca ke fa comunicare lo striato con il pallido per essere strutture divise anche funzionalmente. Ci sono lamine di sostanza bianca tra il segmento esterno e interno e putamen sono dette midollari, detta cosi perchè sta dentro il nucleo. Lamina midollare interna: tra i due segmenti ( esterno e interno); lamina midollare est: tra segmento est e putamen. La capsula esterna è tra il putamen e tutto il resto!!! Ma è diverso dalla lamina midollare esterna.

Sezioni verticali:

Mi aspetto dalla figura l’assotigliamento del nucleo caudato per passaggio tra testa e corpo, poi mi aspetto la comparsa del talamo.

Sezioni orizzontali:

vedo testa del caudato e il talamo ( si vede per non la perfetta orizzontalità del piano)

vedo braccio anteriore e posteriore, nuclei anteriori e mediali, complesso laterale, globus pallidus,claustro e le varie sostanze bianche.

I nuclei della base possono essere suddivisi in base ai loro collegamenti in:

• nuclei afferenti----questo è lo striato, il punto afferente è lo striato!!!!!! o nucleo caudato o putamen o nucleo accumbens

• nuclei efferenti o segmento interno del globus pallidus o pallido ventrale-----nucleo del sistema limbico ventralmente alla commessura anteriore (

fasci commessurali che collegano la porzione anteriore dei lobi temporali contro laterali e di sistemi olfattivi)

o pars reticolata della sostanza nera • nuclei intrinseci----riceve informazioni da altri nuclei afferenti e le manda ad alti nuclei della base.

o segmento esterno del globus pallidus o nucleo subtalamico o pars compacta della sostanza nera

Gli impulsi ke pervengono ai nuclei della base percorrono in maniera sequenziale: i nuclei afferenti ( lo striato), i nuclei intrinseci, i nuclei efferenti, il talamo, raggiungendo infine alcune parti del lobo frontale.

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Nuclei afferenti: ricevono impulsi da regioni encefaliche diverse e proiettano a loro volta ai nuclei intrinseci ed ai nuclei efferenti. Sono due circuiti!!!! Se voglio uscire dal circuito dei nuclei della base posso fare un circuito diretto( afferente - efferente) oppure afferente - intrinseco - efferente

Nuclei efferenti proiettano a regioni del diencefalo, del tronco encefalico e ad alcuni nuclei talamici ( ventrolaterale, ventrale anteriore e mediale dorsale) che, a loro volta, inviano fibre ad aree del lobo frontale. Proiettano anche al collicolo superiore ( che controlla i movimenti saccadici degli occhi) e al nucleo peduncolo pontino ( coinvolto nella regolazione dello stato di vigilanza, nel controllo degli arti e del tronco durante la deambulazione).

Nuclei intriseci:

• hanno collegamenti strettamente limitati ai nuclei della base • la pars compacta della sostanza nera ( proietta allo striato) ( l’area tegmentale ( posta nella

parte rostrale del mesencefalo) non posso metterla qua perchè proietta anche a altre cose e non rispecchia la definizione di intrinseco)

• il segmento est del pallido proietta al nucleo subtalamico, che poi invia fibre ai segmenti interni ed est del pallido, alla pars reticolata della sostanza nera ed al pallido ventrale.

CIRCUITI DEI NUCLEI DELLA BASE

Si distinguono 4 circuiti funzionali fondamentali:

1. motorio scheletrico 2. oculomotore 3. della corteccia prefrontale 4. limbico

il braccio anteriore della capsula interna divide testa del nucleo caudato e putamen; questo braccio contiene fibre dirette alla corteccia associativa prefrontale e alle aree premotorie e assoni che vengono da queste aree. Il braccio post separa il putamen e il GP dal talamo e dal corpo e dalla coda del nucleo caudato, inoltre separa il GPi dalla sostanza nera. Lamina midollare est: separa il putamen dal segmento esterno del GP ; quello interno separa i due segmenti del GP. L’area tegmentale ventrale si trova dorsomedialmente alla sostanza nigra, i suoi assoni vanno al lobo frontale e allo striato tramite il fascicolo pro encefalico mediano.

ANATOMIA 2 ADO 21 MAGGIO 2010 pomeriggio

CAROTIDE INTERNA

La carotide interna si distribuisce alla maggior parte dell’emisfero cerebrale, all’occhio attraverso l’a oftalmica e ai suoi annessi; inoltre fornisce rami per la fronte e il naso. La carotide interna prende origine a livello di C4 ke corrisponde all’altezza della cartilagine tiroidea. Prende origine dalla biforcazione della carotide comune. A questo livello si trova una dilatazione detto SENO CAROTICO in cui si anke la

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localizzazione del GLOMO CAROTICO. Una volta formata la carotide interna sale verso l’alto rettilinea fino alla base del cranio dove vi penetra attraverso il canale carotico, ke è localizzato nella rocca petrosa del temporale. Alla sua origine è in posizione abbastanza superficiale del collo e fa parte del fascio vascolo nervoso del collo. Poi decorre in posizione più mediana e profonda passando medialmente al ventre post del muscolo digastrico. Quando è in questa posizione posteriormente contrae rapporto con il muscolo lungo della testa. Medialmente ha rapporto con la parete della faringe e anteriormente è completamente ricoperta dal muscolo sternocleidomastoideo. Una volta entrata nella scatola cranica decorre lungo il solco carotico ke è localizzato al lato del corpo dello sfenoide. Dopo di che entra nel seno cavernoso formando all’interno di questo seno una curvatura ke prende il nome di sifone carotideo. Esce da questo seno cavernoso ed emette i suoi rami terminali. L’arteria quindi si può suddividere in varie porzioni: segmento cervicale ke è qll ke scorre nel collo, segmento petroso ke rappresenta la parte ke passa nella rocca petrosa del temporale, segmento intracavernoso ke rappresenta il segmento all’interno del seno cavernoso in cui si ha il sifone carotideo,segmento cerebrale. Il primo tratto non emette rami, il secondo emette il ramo carotico timpanico ke rappresenta un esile ramo ke entra nel cavo del timpano anastomizzandosi con l’a mascellare, e il ramo pterigoideo. Il terzo tratto emette rami cavernosi diretti al ganglio del trigemino e per la parete del seno stesso. A questo livello emette dei rami ipofisari superiori ed inferiori diretti all’ipofisi e rami meningei per la fossa cranica anteriore. Il tratto cerebrale emette i rami terminali. A livello della sostanza perforata ant si divide a T per dare la cerebrale ant e media. La cerebrale anteriore è responsabile della vascolarizzazione della maggior parte della faccia mediale dell’emisfero cerebrale, i suoi territori di irrorazione si portano per oltre un centimetro al di sopra del margine superiore dell’emisfero della faccia mediale. Irrora la parte mediale della faccia inferiore del lobo frontale. Origina in corrispondenza dell’estremità mediale della scissura laterale a livello dei processi clinoidei. Da questo punto si porta in avanti passando al di sotto del nervo ottico e va verso l’inizio della scissura interemisferica. Dopo poco incontra e si unisce alla contro laterale tramite la comunicante anteriore. Da questo punto decorre nella fessura interemisferica contornando il ginocchio del corpo calloso e decorrendo su questa formazione fino alla splenio dove incontrerà i rami della cerebrale posteriore. La cerebrale anteriore emette nel suo decorso dei rami centrali e dei rami corticali. I rami centrali sono delle arterie dette arterie striate anteriori. Queste attraversano la sostanza perforata anteriore e vanno ad irrorare il tratto ottico il rostro del corpo calloso il setto pellucido la parte anteriore del putamen e la testa del nucleo caudato. L’arteria ricorrente è ramo voluminoso facente parte di qst arterie striate anteriori, ed è un ramo centrale ke va nelle strutture centrali. I rami corticali prendono il nome in base al territorio ke irrorano non appena l’arteria raggiunge la faccia mediale dell’emisfero emette l’arteria orbito frontale mediale. Qst arteria vascolarizza la parte orbitaria del lobo frontale il giro retto e la circonvoluzione orbitaria mediale. Poi emette l’arteria fronto polare, è emessa subito dopo aver oltrepassato il ginocchio del corpo calloso, qst si divide e va alla circonvoluzione frontale interna, poi emette l’arteria calloso marginale. Qst arteria vascolarizza la maggior parte della faccia mediale dell’emisfero e si divide in frontale anteriore, media e frontale posteriore. Con i suoi rami più corticali andrà ad irrorare parte della superficie dell’emisfero laterale. La cerebrale anteriore termina con arteria pericallosa anteriore ke portandosi fino alla fessura perieto occipitale si va ad anastomizzare con la pericallosa posteriore ( vascolarizza lo splenio del corpo calloso) della cerebrale posteriore. L’arteria comunicante posteriore è un breve vaso di connessione delle sue cerebrali posteriori ed emette qlc ramo antero mediale ke va al chiasma ottico alla lamina terminale all’ipotalamo al fornice e alla circonvoluzione del cingolo.

L’arteria cerebrale media è la più voluminosa delle tre arterie cerebrali, raggiunge i 4 mm di diametro e vascolarizza la parte laterale della faccia orbito frontale e a livello corticale irrora il lobo parietale. Inoltre qst è l’arteria ke vascolarizza l’insula. Origina al di fuori dell’angolo esterno del chiasma ottico. Si porta

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lateralmente e si approfonda fino al lobo dell’insula. Subito dopo la sua origine anch’ essa emette dei vasi centrali detti arterie lenticolo striate e lenticolo talamiche. Le prime vanno al nucleo lenticolare terminando nel nucleo caudato. Le seconde arrivano al talamo e sono quelle più esterne. Qst rami centrali hanno diversi nomi. I rami corticali sono: ramo orbito frontale laterale, rami frontali , la parietale ascendente e inferiore e temporali ( ant media e post). I rami frontali sono: il frontale ascendente, l’arteria precentrale (o prerolandica) e arteria centrale (o rolandica). Termina con l’arteria del giro del cingolo.

L’arteria cerebrale media irrora: area motoria primaria del Broca e di wernick.

Come ultimo vaso si ricorda la coroidea anteriore: ramo terminale della carotide interna, segue il tratto ottico gira intorno al peduncolo e si porta verso i plessi corioidei dei ventricoli laterali, lungo il suo decorso emette rami per l’ippocampo, le arteria perforanti per il tratto ottico, rami peduncolari e rami profondi per il braccio post della capsula interna e infine rami per il sistema limbico.

ANATOMIA 2 24 MAGGIO 2010

CURCUITI DEI NUCLEI DELLA BASE

Si distinguono 4 circuiti funzionali fondamentali:

1. Motorio scheletrico 2. Oculomotore 3. Della corteccia prefrontale 4. Limbico

Il circuito motorio scheletrico, oculomotore e della corteccia prefrontale iniziano in aree della corteccia cerebrale somestesica, motoria e associativa; passano attraverso il nucleo caudato ed il putamen. I nuclei efferenti di questi circuiti sono: il segmento interno del globus pallidus, la pars reticolata della sostanza nera. Questi proiettano ai nuclei del talamo ( ventrale laterale, ventrale anteriore e mediale dorsale). Il segmento interno proietta anche al nucleo peduncolo pontino che ha un ruolo importante nello stato di vigilanza e nella locomozione. Proietta al talamo attraverso due vie: l’ansa lenticolare ed il fascicolo lenticolare.

CIRCUITO MOTORIO SCHELETRICO

È importante per il controllo della muscolatura della faccia, degli arti e del tronco. Gli stimoli originano dall’area somestesica primaria e dalle aree motorie frontali e vengono proiettati verso le aree motorie frontali. Esistono vari collegamenti che attraversano parti differenti del globus pallidus per terminare in aree premotorie e motorie distinte.

CIRCUITO OCULOMOTORE

Ha un ruolo importante nel controllo dei movimenti saccadici degli occhi; gli impulsi più significativi provengono dal campo oculare frontale ( area 8), importante per la genesi dei movimenti rapidi coniugati degli occhi attraverso proiezioni verso il tronco encefalico. Gli impulsi originano anche dalla corteccia associativa parietale posteriore, la quale elabora le informazioni visive per il controllo della velocità e della

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direzione dei movimenti oculari. L’efferenza di questo circuito è diretta ai centri frontali per il controllo del movimento oculare.

CIRCUITO DELLA CORTECCIA PREFRONTALE

Ha un ruolo nell’apprendimento e nelle funzioni esecutive, come la programmazione delle strategie di comportamento. Riceve stimoli da diverse aree associative e proietta alla corteccia prefrontale dorsolaterale. La corteccia prefrontale: funzioni cognitive e nel più alto livello di organizzazione dei comportamenti finalizzati, ma presenta collegamenti con le aree premotorie, le quali sono implicate nella pianificazione dei movimenti.

CIRCUITO LIMBICO

È connesso con le motivazioni del comportamento e con le emozioni. Il termine limbico deriva dal sistema limbico, il sistema encefalico che comprende le principali strutture per gli stati emozionali. La corteccia associativa limbica e la formazione dell’ippocampo forniscono il maggior contributo afferente al circuito limbico. Il circuito limbico comprende:

• Lo striato ventrale ( nucleo accumbens e porzioni ventro mediali del nucleo caudato e del putamen)

• Il pallido ventrale ( come nucleo efferente).

Il nucleo talamico del circuito limbico è il nucleo dorsale mediale. La corteccia associativa limbica, situata nella parte anteriore della circonvoluzione del cingolo, rappresenta la principale destinazione degli impulsi efferenti del circuito limbico.

CORTECCIA CHE RICEVE IMPULSI DAI CIRCUITI DEI NUCLEI DELLA BASE

Per il circuito motorio scheletrico: le aree motorie supplementari, la corteccia premotoria e la corteccia motoria primaria.

Per il circuito oculomotore: i campi oculari frontali

Per il circuito della corteccia prefrontale: la corteccia associativa prefrontale

Per il circuito limbico: la parte anteriore della circonvoluzione del cingolo e le circonvoluzioni orbito frontali

LO STRIATO E I MEDIUM SPINY NEURONS ( MSN)

Sono neuroni GABA ergici che costituiscono circa il 75% del totale dei neuroni striatali. Sono gli elementi proiettivi della striato. Hanno un’ampia arborizzazione dendritica che può integrare input provenienti da diverse strutture corticali, talamiche e del tronco encefalico. Un neurone piramidale corticale sinapta con un solo MSN ma un MSN può ricevere input da centinaia di neuroni. MSN ricevono afferenze da neuroni DA ergici della SNpc e da circuiti locali. L’integrazione degli stimoli afferenti è fondamentale perché ciò permette la regolazione del movimento e consente la sommazione degli stimoli sottosoglia.

Lo striato ha un’organizzazione a mosaico.

Striosomi: 10-20% della massa totale striatale; un’elevata espressione di recettore D1; alti livelli di sostanza P, tirosina idrossilasi positivi; modesta attività ACh-esterasica.

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Matrice: elevata espressione di recettore D2; elevata per somatostatina; elevata attività ACh-esterasica.

Esiste una dicotomia anatomica tra MSN D1 e D2 che conduce a una differenza della loro intrinseca eccitabilità. Questi risultati hanno una implicazione di base sulla connettività dei due principali tipi di MSN e della loro integrazione di informazioni sinaptiche. D1 ha molti dendriti primari; la densità di spine ( il principale sito di sinapsi glutammatergica in MSN ) è simile in MSN D1 e D2, MSN D1 sono meno eccitabili che MSN D2 per ampio range di punti di sviluppo.

LA VIA DIRETTA, INDIRETTA E IPERDIRETTA

Vie nervose del circuito motore:

vie diretta: di natura eccitatoria, facilita il movimento

vie indiretta: di natura inibitoria, inibisce il movimento

via diretta = dalla corteccia andiamo nel caudato e putamen, poi nel globus pallidus e da qui andiamo o al talamo ke proietterà alla corteccia o agli altri sistemi.

CORTECCIA----glutammato---------STRIATO----GABA ergici-----------GPi-SNpr----GABA ergici----------VA/VL TALAMO. Si va direttamente da VA/VL talamo alla corteccia tramite glutammato.

Via nervosa indiretta = si va dal putamen e caudato, poi globus pallidus est, poi nucleo subtalamico, poi globus pallidus interno e pars reticolata e poi si torna al talamo

CORTECCIA-----glutammato----STRIATO----GABA ergici-------GPe----------GABA ergici--------NST-----glutammato----------GPi-SNpr-----GABA ergici--------VA/VL TALAMO. Poi si va direttamente alla corteccia con glutammato. Però la produzione di GABA da parte di GPe è poca ed è meno inibito il NST e quindi produce più GLU ed eccita maggiormente GPi ke produce più GABA e ho un’inibizione più forte sul talamo ke produce meno, a sua volta, glutammato.

E il ruolo della sostanza nera pars compacta?

La pars reticolata è adiacente al piede del peduncolo cerebrale e presenta neuroni GABA ergici. Proietta al talamo, al nucleo peduncolo pontino e la collicolo superiore ( con ruolo nella locomozione e nei movimenti oculari). La pars compacta è costituita da neuroni dopaminergici, proietta verso lo striato tramite il fascio nigrostriatale; nel mesencefalo altri neuroni dopaminergici si trovano nell’area tegmentale ventrale, la quale proietta al lobo frontale ed allo striato tramite il fascicolo pro encefalico mediale. La sostanza nera pars compacta esercita su queste vie un effetto: eccitatorio sulla via diretta e inibitorio sulla vie indiretta —il bilancio alla fine è complessivamente eccitatorio.

La via (striato) nigro striatale: gli assoni nigro striatali terminano direttamente sui MSN, che si distinguono in:

MSN presenti negli striosomi:

• Contengono GABA e sostanza P • Proietta al GPi e alla SN pr • E costituiscono parte della via diretta • Esprimono recettori del tipo D1

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MSN presenti nella matrice:

• Contengono GABA ed encefalina • Proiettano al GPe • E costituiscono parte del circuito indiretto • Esprimono recettori del tipo D2

E quindi? Da studi fisiologici risulta che l’effetto principale dell’attivazione dei recettori D1 è di tipo eccitatorio, mentre quello dei recettori D2 è inibitorio. Ciò significa che il rilascio di dopamina nello striato avrebbe un effetto eccitatorio sui MSN che proietta al Gpi ed inibitorio sui MSN che proiettano al GPe. Qst secondo effetto provocherebbe un’aumentata inibizione dei neuroni del NST e, a causa di questa ridotta attività di quest’ultimi, una conseguente ridotta eccitazione dei neuroni del GPi. Quindi, anke se gli effetti sinaptici sono diversi, gli input dopaminergici dei circuiti diretto e indiretto producono lo stesso effetto: riduzione dell’inibizione dei neuroni talamo- corticali e, infine, facilitazione dei movimenti iniziati nella corteccia motoria.

ANATOMIA 2 24 MAGGIO 2010 POMERIGGIO

LA VIA IPERDIRETTA

CORTECCIA-------NST---glutammato-----GPi-SNpr---GABA ergici-----VA/VL TALAMO.

Dal talamo si va poi alla corteccia tramite glutammato. Elemento importante è ke nn si passa per lo striato!!!!!!

Nasce cm via da aree di natura motoria e arriva direttamente al NST, è un collegamento corticale diretto, alternativo, ai nuclei della base. NST riceve proiezioni organizzate in maniera somatotopica.

La corteccia può proiettare direttamente al NST di natura eccitatoria ( glutammatergica) e da NST si va ai GPi/SNr. La stimolazione corticale provoca nei neuroni del pallido un’iniziale eccitazione, di latenza breve, seguita poi da una inibizione e infine da una eccitazione tardiva. La stimolazione corticale provoca nel NST una eccitazione precoce, di breve latenza che precede quella del pallido. Il blocco della trasmissione GLUT-ergica nel NST sopprimeva l’eccitazione iniziale dei neuroni del pallido. Il tempo con cui lo stimole corticale raggiunge il GPi dipende dalla via seguita.

Via iperdiretta: 5-8 ms

Via diretta: circa 20 ms

Via indiretta: 30 ms

Striato - GPi: <20 ms

GPi – talamo : circa 2.5 ms

Talamo – corteccia: circa 4 ms

Come si vede c’è rallentamento tra striato e pallido!!!!

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Il possibile ruolo funzionale della via iperdiretta: qnd movimento volontario sta per iniziare ( è la corteccia decide qnd partire!!!!!) il segnale è trasmesso simultaneamente dalla corteccia motoria al GPi attraverso via iperdiretta, un altro stimolo tramite via diretta va al GPi per inibire una specifica popolazione di neuroni del pallido. Si inibisce il talamo e tramite qst la corteccia, si rallenta la corteccia. Inibizione del pallido si traduce in una eccitazione del talamo. Terzo segnale passa per via indiretta arriva al GPi per attivare neuroni li presenti, sopprimendo i loro segnali. Via indiretta è come se ripulisse tutto qll ke ci sta intorno, impone al GP di produrre più GABA e mette in silenzio il talamo.

Parte stimolo: inibizione al pallido, dopo con via diretta ( 20 ms, quindi viene dopo)e ho una disinibizione del pallido. Poi via indiretta e si arriva ad una nuova inibizione. È come se il movimento avesse bisogno di un attimo di silenzio prima di partire tramite via iperdiretta.

Vedi su google the subthalamic nucleus parte 2: modelling and simulation

DISORDINI DEL MOVIMENTO

Ipercinetici:

• Emiballismo • Corea di Huntington

Ipocinetici

• Malattia di Parkinson • Da farmaci ( MPTP)

MALATTIA DI PARKINSON

Perdita dei neuroni dopaminergici nella SNpc. Ci sono 4 segni principali: bradicinesia ( movimento lento, tempo lento), acinesia ( difficoltà ad iniziare movimento), rigidità, tremore ( a riposo, non intenzionale).

Tremore involontario con diminuita forza musc e leggera ipotonia musc in parti nn in movimento, nn in azione anke se sono innervate, con propensione a porre il tronco in avanti leggermente e con il passo a piccola corsa. I sensi e intelletto possono essere anke non danneggiati nei casi più gravi abbiamo anke demenza e perdita di memoria. Perdita dei neuroni della sostanza nera. Un aspetto caratteristico della malattia è la presenza nei neuroni di inclusioni dette corpi di Lewy, costituiti principalmente da aggregati di alpha-synucleina. Ci sn dei neuroni inattaccabili da qst patologia e sono quelli con assoni molto brevi, protetti anke neuroni con lungo assone mielinizzato. Qll attaccati hanno assone lungo e rapporto funzionale molto ampio e nn mie linizzato, qst sono predisposti. Nella malattia di P nn è solo la sost nera ad essere coinvolta. Ci sono delle dimostrazione come la malattia parta da SN autonomo e si trasferisce al midollo allungato, al ponte, al tegmento, al mesencefalo; inoltre c’è una progressione dall’alto verso il basso. La malattia di P non è solo una serie di disturbi di natura motoria:

• Disturbi neuropsichiatrici ( e.g., depressione, deficit di attenzione, demenza, attacchi di panico) • Disturbi sensitivi ( e.g., parestesie, parosmie) • Disturbi del sonno ( e.g., insonnia, sonnolenza diurna, disturbi della fase REM) • Disturbi del sistema nervoso autonomo

o Cardio-vascolari ( e.g., ipotensione ortostatica) o Gastro-intestinali ( e.g., stipsi, disfagia)

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Genito- urinari ( e.g., ipotestosteronismo)

IL SISTEMA LIMBICO

Principali componenti:

corteccia limbica

o Circonvoluzione paraippocampica o Circonvoluzione del cingolo o Corteccia orbito frontale mediale o Polo temporale o Parte anteriore dell’insula

Formazione dell’ippocampo

o Giro dentato o Corno di Ammone

o Subiculum ( corteccia cerebrale che è interposta tra neocortex e archicortex, è una zona di

transizione)

Amigdala

Corteccia olfattiva

Diencefalo

o Ipotalamo o Talamo

Nucleo anteriore Nucleo dorsale mediale Lamina midollare interna

o Abenula

Nuclei della base

o Striato ventrale—parti ventromediali del nucleo caudato putamen e nucleo accumbens o Nucleo accumbens septi o Caudato ventrale e putamen o Pallido ventrale

Proencefalo basale

Nuclei settali------sono nella parte rostrale degli emisferi cerebrali

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ANATOMIA 2 25 MAGGIO 2010

Circuiti interni all’archicortex. Come punto di ingresso alla sostanza grigia dell’archicortex si ha la corteccia entorinale in corrispondenza della circonvoluzione paraippocampica a cui arrivano informazioni di natura associativa da molte zone del sistema nervoso centrale. Nel giro dentato abbiamo lo strato intermedio costituito dalle cellule granulo mentre nel corno di Ammone abbiamo nello strato intermedio le cellule piramidali, dunque l’elemento di questa corteccia che riceve le afferenze è il giro dentato mentre l’elemento proiettivo è il corno di Ammone. Le proiezioni nella corteccia entorinale arrivano alla formazione dell’ ippocampo tramite due vie: una molto breve, la via perforante in cui la cellula granulo del giro dentato riceve le informazioni dalla corteccia entorinale e a sua volta le proietta alle cellule piramidali CA3 del corno di Ammone che a loro volta proiettano a cellule CA1 che a loro volta possono riproiettare con collaterali alla corteccia entorinale tramite il subiculum per rientrare nel circuito della corteccia entorinale (si formano circuiti interni). Gli assoni proiettivi vanno a costituire la formazione del fornice nelle sue costituenti. Tale percorso è accompagnato dalla via più lunga dell’alveus (che si ritrova sotto l‘ependima del pavimento del ventricolo laterale nel corno inferiore), che proietta sempre alle cellule piramidali CA1 del corno di Ammone continua come la via perforante). Le afferenze alla sostanza grigia della formazione dell’ippocampo arrivano dalla corteccia entorinale che è un’area associativa polimodale, altre afferenze provengono dalla sostanza bianca del cingolo (al di sotto della corteccia omonima), dalla corteccia orbitale (fascicolo uncinato, dall’amigdala, dalle aree settali (a cui arriviamo tramite il fornice precommissurale), dall’ipotalamo sempre tramite il fornice, dall’ippocampo contro laterale (visto che è presente la commessura del fornice). I collegamenti della formazione dell’ippocampo nella maggior parte dei casi sono reciproche, le efferenze infatti sono dirette alla corteccia entorinale, e tramite il fornice precommissurale ai nuclei settali (anche preottici), tramite il fornice postcommissurale ai nuclei talamici anteriori, ai corpi mammillari, alla formazione reticolare mesencefalica, all’ippocampo contro laterale. Esiste una proiezione che dai corpi mammillari si proietta ai nuclei talamici anteriori (tramite il fascio mammillo talamico) che a loro volta proiettano alla corteccia cerebrale del lobo limbico che a sua volta proietta alla corteccia entorinale che a sua volta proietta all‘ippocampo e così si forma un circuito chiuso che continua con le sopracitate vie perforante o via dell‘alveus che prende il nome di circuito del Papez. Una lesione dei corpi mammillare ed una parte dei nuclei anteriore comporta la sindrome di Korsakoff ed il paziente non può più acquisire tracce memoniche, il paziente non può più avere ricordi dunque ci fa capire come tale circuito sia fondamentale per il mantenimento delle tracce mnemoniche. L’amigdala È un insieme di nuclei(si parla di complesso amigdaloideo) che differiscono dal punto di vista morfologico, istochimico e funzionale, localizzati nella parte rostrale del lobo temporale. E’ una struttura importante per le esperienze emozionali. Tale complesso si può suddividere in tre grossi gruppi nucleari: gruppo cortico mediale, un gruppo baso laterale ed un gruppo centrale. I nuclei basolaterali sono la parte più voluminosa dell’amigdala e si ritiene che siano questi a dare significati emozionali agli stimoli sensitivi che riceviamo, poiché all’amigdala arrivano tutti i sistemi sensitivi, ricevono infatti informazioni dalle aree sensitive di ordine superiore dei lobi temporale e dell’insula e dalle aree associative della corteccia. Queste informazioni arrivano tramite il cingolo e la corteccia entorinale. Tali nuclei inviano fibre direttamente verso la corteccia limbica

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associativa e la corteccia prefrontale, allla formazione dell’ippocampo. Inviano anche proiezioni corticali indirette che, tramite la via amigdalofuga ventrale, raggiungono il nucleo dorsale mediale e il nucleo basale di Meynert (colinergico), i quali proiettano diffusamente verso la corteccia cerebrale ed infine inviano proiezioni anche ai nuclei centrali dell’amigdala. I nuclei centrali dell’amigdala mediano le risposte emozionali agendo direttamente sul SNA. Ricevono afferenze: dai nuclei basolaterali, sensitive viscerali dal nucleo del tratto solitario e dal nucleo parabrachiale. Inviano fibre tramite la via amigdalofuga ventrale al nucleo motore dorsale del vago, ad altri nuclei parasimpatici del tronco encefalico, alla formazione reticolare. I nuclei corticomediali sono collegati reciprocamente con formazioni olfattive, sembrano coinvolti nei comportamenti legati a stimoli olfattivi. L’amigdala dunque tramite i nuclei centrali proietta ai centri autonomi del tronco encefalico e dell’ipotalamo, tramite i nuclei basolaterali ha collegamenti reciprocamente con la corteccia cerebrale, tramite i nuclei corticomediali ha invece collegamenti reciprocamente con formazioni olfattive. Per capire come l’amigdala influenzi le reazioni a determinati stimoli visivi prendiamo un uomo che cammina in un sentiero del bosco, sul quale è presente un serpente. Gli stimoli visivi vengono dapprima elaborati dal talamo che trasmette informazioni approssimativamente direttamente all’amigdala. Questa rapida trasmissione permette al cervello di prepararsi a reagire al possibile pericolo. Nel frattempo anche la corteccia visiva riceve informazioni dal talamo e, con una superiore raffinatezza percettiva e un maggiore impegno di tempo, determina che la forma sinuosa sul sentiero è proprio un serpente. Questa informazione viene trasmessa all’amigdala e provoca l’aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna e la costrizione dei muscoli. Se viceversa la corteccia avesse determinato che l’oggetto non era un serpente, il messaggio trasmesso all’amigdala avrebbe soppresso la reazione di paura. L’ippocampo a sua volta riceve informazioni dalla corteccia e prova ad associare l’informazione sensitiva ricevuta a stimoli positivi o negativi con cui è precedentemente venuto in contatto influenzando così la risposta dell’amigdala. La sindrome di Kluver-Bucy, in cui abbiamo un danno, una lesione simmetrica dell’amigdala e delle sue connessioni corticali (quindi a livello dei lobi temporali) comporta disturbi che comprendono cambiamenti comportamentali agnosia visiva (non si riconosce la forma degli oggetti), ipersessualità (non si riconosce un essere della tua stessa specie dello stesso sesso e del sesso opposto, e indirizzata anche verso oggetto inanimato). Si ha inoltre una iperoralità (si esplorano gli oggetti con la bocca proprio come i bambini), una iperfagia, la tendenza a reagire a qualsiasi stimolo visivo (poiché non sa discernere stimoli dannosi da stimoli tranquilli), deficit di memoria. L’area tegmentale ventrale e la sostanza nera mandano proiezioni dopaminergiche tramite il fascio proencefalico mediale alla circonvoluzione del cingolo,all’amigdala, alla formazione dell’ippocampo e al nucleo accumbens septi (schizofrenia se ho livelli di dopamina alti). Le proiezioni serotoninergiche arrivano dai nuclei del rafe, dorsale e mediano tramite il fascio proencefalico mediale all’amigdala, alla formazione dell’’ippocampo, striato, corteccia (bassi livelli di serotonina portano alla depressione)

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Le proiezioni noradrenergiche arrivano dal locus coeruleus tramite il fascio proencefalico mediale all’amigdala, alla formazione dell’ippocampo e alla corteccia (bassi livello di noradrenalina portano a disturbi dell’umore). ABBIAMO COSì VISTO I SISTEMI MONAMINERGICI Adesso guardiamo il sistema colinergico LE proiezioni colinergiche arrivano dal proencefalo basale (nuclei della base, nucleo settale mediale, nucleo della benderella diagonale di Broca) tramite il fornice all’amigdala e alla formazione dell’ippocampo (una mancanza di neuroni colinergici del proencefalo basale portano al morbo di Alzheimer). ANATOMIA 2 25 MAGGIO 2010

CIRCUITO NEURONALE NELL’IPPOCAMPO

Le proiezioni della corteccia entorinale ( parte della porzione mediale del lobo temporale,è nella circonvoluzione paraippocampica) arrivano all’ippocampo tramite due vie. Una molto breve detta perforante perkè attraversa le strutture al davanti: assoni di qst cell piramidali della corteccia entorinale fanno sinapsi con cell granulo del giro dentato, la cell granulo riceve informazioni. Adesso lei dovrà proiettare verso le piramidali del corno di Ammone. L’altra via è qll dell’alveus: qst assoni fanno un giro più lungo, vanno dalla corteccia entorinale fino alle cellule CA3 direttamente; proietta sempre alle cell del corno di Ammone. La corteccia entorinale raccoglie informazioni che provengono da altre parti della corteccia limbica e da altre aree associative.

Con via perforante: si entra nel giro dentato in cui ci sono cell granulo; proietta alla cell CA3 che a loro volta con collaterali proiettano alla cell CA1. Le CA1 a loro volta possono proiettare alla corteccia entorinale tramite subiculum per compiere un circuito.

Proietta anche direttamente alle cell CA3 tramite Alveus.

Le afferenze all’ippocampo: le informazioni sono portate dalla corteccia entorinale, cingolo ( sostanza bianca dopo aver asportato la sostanza grigia, non è la corteccia; il cingolo è l’insieme della sostanza bianca al di sotto della corteccia del cingolo), corteccia orbitale ( fascicolo uncinato), amigdala; aree settali ( fornice), ipotalamo ( fornice), ippocampo contro laterale.

Le efferenze dell’ippocampo: corteccia entorinale ( la maggior parte dei collegamenti sono reciproci), fornice precommissurale ( nuclei settali situati nella parte rostrale del proencefalo, preottici, striato ventrale), fornice postcommissurale ( nucleo talamico anteriore, corpi mammillari, formazione reticolare mesencefalica, ippocampo contro laterale).

Esiste una proiezione che dai corpi mammillari si proietta ai nuclei talamici anteriori tramite il fascio mammillo talamico, che a loro volta proiettano alla corteccia cerebrale del lobo limbico che a sua volta proietta alla corteccia entorinale, da qui si va all’ippocampo e cosi si forma un circuito chiuso che continua con le vie perforante e dell’alveus. Qst circuito chiuso è detto circuito di Papez.

AMIGDALA

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È un insieme di nuclei che differiscono dal punto di vista morfologico, istochimica e funzionale, localizzati nella parte rostrale nel lobo temporale. È una struttura importante per le esperienze emozionali. Qnd il sistema nervoso è in contatto con qlc cosa( profumo, rumore . . .), in maniera velocissima si associa a quello stimolo una reazione. Qst reazioni nn sono pensate, sono automatiche. Si distinguono tre gruppi nucleari: nella parte dorso mediale: il gruppo corticomediale; nella parte ventrolaterale: il gruppo basolaterale e il gruppo centrale.

NUCLEI BASOLATERALI:

• Sono la parte più estesa dell’amigdala • Si ritiene conferiscano un significato emozionale agli stimoli • Ricevono informazioni dalle aree sensitive di ordine superiore dei lobi temporale e dell’insula e

dalle aree associative della corteccia • Inviano fibre:

o Direttamente verso la corteccia limbica associativa e la corteccia prefrontale, alla formazione dell’ippocampo

o Inviano anche proiezioni corticali indirette che, tramite, la via amigdalofuga ventrale, raggiungono il nucleo dorsale mediale e basale di Meynert ( colinergici), i quali proiettano diffusamente verso la corteccia cerebrale.

o Ai nuclei centrali dell’amigdala

I NUCLEI CENTRALI

• Mediano le risposte emozionali agiscono sul SNA • Ricevono afferenze

o Dai nuclei basolaterali o Sensitive viscerali dal nucleo del tratto solitario e dal nucleo parabrachiale

• Inviano fibre tramite la via amigdalofuga ventrale o Al nucleo motore dorsale del vago o Ad altri nuclei parasimpatici del tronco encefalico o Alla formazione reticolare

I NUCLEI CORTICOMEDIALI

• Sono collegati reciprocamente con formazioni olfattive • Sembrano coinvolti nei comportamenti legati a stimoli olfattivi

Due vie portano informazioni dall’amigdala: una è la via amigdalo fuga e l’altra è della stria terminale.

Nuclei centrali: proiettano ai centri autonomi del tronco encefalico e dell’ipotalamo

Nuclei basolaterali: collegati reciprocamente con la corteccia cerebrale

Nuclei corticomediali: collegati reciprocamente con formazioni olfattive

La corteccia proietta all’amigdala in particolare al nucleo basolaterale. All’amigdala ci va però anke il talamo. L’amigdala riceve qst stimolo e stabilisce ke tipo di atteggiamento devo avere o meno. Nel frattempo la corteccia proietta lo stimolo all’ippocampo ke ha rapporti reciproci con l’amigdala. Quando l’amigdala riceve informazioni talamiche, manda queste informazioni all’ippocampo per vedere a ke

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corrisponde qst stimolo, qst stimolo non è definito però, perkè non è passato ancora dalla corteccia. Ippocampo risponde e l’amigdala determina il tipo di atteggiamento ke si deve adottare.

Prendo un animale faccio sentire due suoni, ad uno associo una scarica elettrica. Qnd sente qst suono aumenta pressione e frequenza cardiaca. Qnd tolgo la corteccia uditiva nn ha più la capacità di discriminare i suoni, ha paura con entrambi i suoni. Quindi nn è la corteccia ke mi aumenta o meno la sensazione di paura, ma è il talamo. Cruciale è il ruolo del talamo!! Se lo tolgo, l’animale nn ha nessun comportamento legato alla paura, è indifferente agli stimoli di paura.

Sindrome Kluver - Bucy: il primo studiava le crisi uncinate sn crisi epilettiche a carico dell’uncus, aveva una scimmia intrattabile e gli tolgono un lobo temporale per vedere ke succede in ql rimasto. Entrambi fanno qst manovra ma il secondo tolse tutti e due: l’animale era cambiato caratterialmente, era mansueto; qst perkè era stato tolto il dispositivo, anzi entrambi i dispositivi. Danno isolato simmetrico dell’amigdala ( entrambe le due amigdale) e sue connessioni corticali a seguito di trattamento per cancro, il paziente ha cm disturbo amniosia visiva, cambiamento di comportamento, ipersessualità ( con disturbi visivi non si distingue il sesso diverso e non si distinguono gli oggetti inanimati), iperoralità ( porta alla bocca gli oggetti, esplorazione la consistenza dell’oggetto; lo fanno i bambini ke devono costruire sist neuronali potenti), nn reazione a ogni stimolo visivo, deficit della memoria.

Le aree settali: importanti nei comport emozionali, aggressivi, sessuali.

Proiezioni dopaminergiche = area tegmentale ventrale è la principale fonte di dopamina nel tronco encefalico insieme alla pars compacta della sostanza nera. Area tegmentale ventrale manda informazioni tramite fascio pro encefalico mediale e si va alla circonvoluzione del cingolo, all’amigdala all’ippocampo e al nucleo accumbens septi. Se esalto qst dispositivo con molta dopamina posso avere la schizofrenia

Proiezioni serotoninergiche = nuclei del rafe, dorsale e mediale; proiettano alla corteccia. Serotonina tira su tono dell’umore. Con fascio pro encefalico mediale si va all’amigdala, all’ippocampo e allo striato. Ecco perkè con bassi livelli di serotonina non c’è reazione emotiva diversa con stimoli diversi.

Proiezioni noredrenergiche = locus coeruleus. Con fascio proencefalico mediale si va all’amigdala, all’ippocampo. Bassi livelli c’è disturbo ormonale.

Proiezioni colinergiche = nucleo basale, nucleo settale mediale, nucleo della banderella diagonale di Broca ( è tutto proencefalo basale). Tramite fornice si va all’amigdala e all’ippocampo. Le Ca1 sono cell particolari e molto sensibili all’ipossia e nell’alzheimer c’è lesione particolare di qst cell. Ma i realtà un primo segno di qst malattia è la perdita di neuroni colinergici del proencef basale, è un danno colinergico.

Esiste un’ estensione dell’amigdala: fa parte di dispositivo più esteso del proencefalo basale.

Approfondimento: Il sistema limbico ha ruolo importante nel comportamento adattativo razionale e sono i più plastici e modificabili nel corso della loro vita. Loro vulnerabilità è conosciuta in molte malattie psichiatriche a e neurologiche e il loro coinvolgimento nei comportamenti come nelle malattie mentali è indiscutibile.

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ANATOMIA 26 MAGGIO 2010 Prof. Natale

NERVI CRANICI ( o ENCEFALICI)

Qnt sono? 12 paia, numerati in senso cranio caudale.

Differenza importante nella costituzione del nervo rispetto a qll spinali: gli spinali sn in genere misti: c’è parte sensitiva e motoria più o meno equivalente. Inoltre nn ci sono qst due sole componenti ma ogni componente è doppia: somatica e viscerale. I nervi encefalici: alcuni di qst sono misti ma altri sono solo sensitivi o motori.

I primi due ( olfattivo e ottico) sono solo sensitivi. Questi però nn hanno proprio origine dal tronco encefalico, tanto ke alcuni autori nn li considerano dei veri e proprio nervi ma sono considerati un tratto nervoso. Gli altri hanno origini diverse: nn sono cosi in successione, regolare come i nervi spinali.

Il terzo è solo motore, ed è sia somatico ke viscero effettore.---oculomotore

La componente neurovegetativa di qst nervi è parasimpatica e mai ortosimpatica, ke viene solo dal midollo.

Il trocleare è solo motore; l’abducente pure; oculomotore, trocleare e abducente sono per l’occhio!!!!

Il trigemino è il nervo più grosso tra i nervi cranici ed è nervo misto ma esclusivamente somatico; qst componenti inoltre nn sono equivalenti tra loro, infatti è prevalentemente sensitivo.

Il faciale è misto ed è sia somatico ke viscerale.

Lo stato acustico è solo sensitivo e ha doppia componente.

Il vago è misto e ha doppia componente, la componente viscero effettrice è importante tanto ke qnd si parla di parasimpatico ci si riferisce al vago.

Il glossofaringeo è misto.

L’accessorio è motore somatico e anche l’ipoglosso.

GANGLI SENSITIVI CEREBRO-SPINALI

1. Gangli branchiali: • Ganglio semilunare di Gasser ( V) • Ganglio genicolato ( VII) • Ganglio petroso di Andersch ( IX) • Ganglio nodoso o plessiforme ( X) 2. Gangli spinali • Ganglio superiore di Ehrenritter ( IX) • Ganglio giugulare ( X) • Gangli spinali ( nervi spinali)

Come si vede gli ultimi due nervi hanno doppia componente gangliare sensitiva e qst nn sorprende in qnt sono vicini ai nervi spinali.

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NERVO TRIGEMINO ( V PAIO)

Detto anke trigemello, è il più grosso, ha anke esteso territorio di innervazione. Ha la caratteristica di dividersi in tre rami principali : mascellare, mandibolare e oftalmico. È un nervo misto somatico e prevalentemente sensitivo. Componente sensitiva e motoria si distribuisce alla periferia. Qst componente doppia nn si vede nei tre rami di divisione perkè in realtà componente motoria segue il mandibolare; le altre due sono nervi puramente sensitivi. Ha un ganglio di natura branchiale ed è detto semilunare di Gasser, è voluminoso come ganglio. In corrispondenza del ganglio originano le tre branche di ramificazione in successione oftalmico mascellare e mandibolare. Ognuno di qst tre rami emerge attraverso delle aperture del cranio, la suddivisione avviene nel cranio e quindi nn c’è l’emergenza del trigemino ma tre emergenze separate per i tre rami. Innerva tutta la parte anteriore, è responsabile quasi di tutta la sensibilità della testa. La sensibilità del trigemino nn si limita a qst distretto perkè qst nervo serve anke alla sensibilità delle cavità a partire dalle meningi. E nn solo: per cavità nasali, orale, quindi le muscose ke tappezzano qst cavità, anke i seni paranasali. C’è componente motoria anke: il nucleo somatomotore è detto nucleo masticatore cioè innerva i musc masticatori, nn si limita però a qst 4 muscoli. La terza branca del trigemino innerva il primo arco branchiale e quindi innerva tutti i muscoli ke derivano da qst arco.

Origine apparente: in prossimità dell’origine del peduncolo cerebellare medio e qua si vedono già distinte le due componenti: sensitiva per essere più grande è più laterale, più medialmente e un po’ più in alto c’è componente motoria. Raggiunge poi fossa cranica media portandosi sotto al seno petroso arrivando al ganglio. Qua in prossimità si distaccano le tre branche. Qst ganglio è in prossimità dell’apice del temporale, qst ha una fossetta ke è qll del ganglio semilunare, accoglie proprio qst ganglio; è in rapporto quindi con il foro lacero anteriore. Siamo anke in prossimità della carotide interna ke decorre qua nel seno cavernoso. È accolto anke in uno sdoppiamento della dura madre ke crea un cavo detto di Meckel. Oltre al ganglio qst cavo presenta anke la cisterna trigeminale.

Oftalmico è il primo e nasce anke in una posizione più in alto; più si continua la successione più si scende come posizione.

Componente motoria: qnd qst componente raggiunge il ganglio ci passa sotto e nn si confonde con il ganglio, segue per intero la componete del terzo ramo, emergendo con esso.

NERVO OFTALMICO

Si divide in tre rami: in senso medio laterale sono il nervo naso ciliare, frontale e lacrimale. Come dice il nome sono destinati a tutta la cavità orbitaria e si divide in corrip dell’apertura ke gli permette di entrare all’int della cavità, è la fessura orbitaria superiore. quindi nn è il nervo per intero ke emerge ma entra già diviso. A liv della fessura orb sup c’è anke formazione tendinea, un anello tendineo dei muscoli destinati al bulbo oculare detto anello tendineo comune di Zinn. Il ramo frontale e lacrimale passano al di fuori dell’anello, nella parte più laterale; l’altro invece lo attraversa.

Prima della divisione, prima di entrare in cavità, il nervo stacca un ramo ricorrente detto del tentorio del cervelletto o nervo ricorrente meningeo di Arnold e dà sensibilità di quel distretto. Poi si divide nelle tre ramificazioni. Qst nervi seguono tutta parte sup della cavità, decorrono sulla volta della cavità, tra la volta e parte sup del bulbo ottico.

Il nervo naso ciliare: stacca rami collaterali:radice lunga del ganglio ciliare, i nervi ciliari lunghi e il nervo etmoidale post; i rami terminali sono: nervo infratrocleare e nervo etmoidale anteriore ke a sua volta si divide in rami nasali interni ( mediale e laterale) e rami nasali est.

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Il nervo frontale: nn stacca rami collaterali termina dirett con : nervo sopratroclare, il ramo frontale e sovra orbitario.

Il nervo lacrimale: è il più laterale, qst nervo è puramente sensitivo come gli altri ma ogni tanto ci sono fibre particolari come ortosimpatico e parasimpatico. Il nervo trigemino è somatico quindi cm è possibile ke ha componente parasimpatica e anke ortosimpatica? Il nervo trigemino si fa carico di distribuire in periferia fibre nn sue, se li ritrova perkè le prende in prestito da altri nervi, vengono cedute perkè?

Qst nervo ha una grossa distribuzione e altri nn ce l’hanno qst possibilità, quindi usano qst nervo come un passaggio.

Il nervo naso ciliare ha un ramo con fibre con componente ortosimpatica perkè? Qst componente deriva da un ganglio ortosimpatico: il ganglio cervicale superiore, è un ganglio nella regione del collo e la fibra pregangliare ortosimp è una fibra reale ke deriva da centro cilio spinale dalla parte più alta del midollo. La fibra postgangliare penetra all’int del cranio e deve andare perkè nel cranio nn c’è componente viscero effett ortosimp, sfrutta la carotide interna per entrare all’int costituendo il plesso carotideo, poi alcune fibre abbandonano il plesso e vanno nel ganglio semilunare per andare poi nella branca naso ciliare. Qst componente va al muscolo dilatatore della pupilla. Se il trigemino è usato da altri nervi è anke vero il contrario: sfrutta una formazione per portare sue fibre a destinazione e sfrutta strutt parasimpatica, è il ganglio ciliare ke appartiene del terzo paio dei nervi encefalici. Infatti c’è nucleo somatomotore dell’oculomotore ma anke un nucleo viscerale ke è il nucleo di Edinger – Westphal ke ha cell parasimpatiche. Qst fibre sfruttano la parte inf del nucleo poi c’è anastomosi nervosa ke permette alla componente parasimp di raggiungere il nucleo suo e origina fibra post parasim. Da qst ganglio ciliare si presenta l’origine dei nervi ciliari brevi e tramite qst le compon postgan parasim raggiungono musc ciliare e lo sfintere della pupilla. Il secondo permette il contrario di qll dell’ortosimpatico.

La cornea è fittamente innervata dal trigemino, è molto sensibile.

Anke l’ortosimpatico ne approfitta: dal ganglio cervicale sup parte radice simp ke va al ganglio ciliare le fibre postgan passano indisturbate nel ganglio e sempre tramite nervi ciliare brevi vanno ai vasi per la regolazione. -------radice simpatica del ganglio ciliare.

Il nervo lacrimale ha componente parasimpatica: qst componente è dovuta ad anastomosi ke il nervo contrae con il nervo zigomatico. Qst ultimo è in realtà un ramo del mascellare.-------fibre postgang dal ganglio sfenopalatino per la gh lacrimale.

Punti trigger = Punti in cui emergono grossi contingenti di innervazione trigeminale, sono importanti per la patologia: la sintomatologia di qst nervo è la nervralgia del trigemino---dolori insopportabili, nn c’è causa conosciuta.

Il mascellare è all’int della scatola cranica e deve emergere e lo fa attraverso il foro rotondo e qnd esce si trova nella fossa pterigopalatina e qua si divide e dà i suoi rami, poi prosegue con un ramo detto nervo infraorbitario ke entra anke lui nella cavità orbita tramite fessura orbitaria inferiore. Qst nervo decorre nel solco infraorbitario, entra nel canale. Da qst canale si staccano canalicoli per i nervi alveolari sup ant. Si distribuisce alla cute della faccia e della mucosa delle cavità nasali e cavità orale. È annesso il ganglio sfenopalatino, da cui partono fibre per la gh lacrimale e le gh della mucosa nasale e del palato. Il nevo riceve inoltre anche fibre postgangliari simpatiche. Il nervo mascellare stacca durante il suo decorso: il nervo meningeo medio, il nervo zigomatico, i nervi sfenopalatino.

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Il nervo meningeo medio: si stacca prima ke il nervo si impegni nel foro rotondo, è per la dura madre encefalica nella fossa cranica media.

Nervo zigomatico: si stacca qnd il nervo è uscito dal foro rotondo , segue in avanti la parete laterale della cavità orbitaria dividendosi in due rami: zigomatico temporale e zigomatico facciale. Il primo invia al nervo lacrimale fibre postgangliari per la gh lacrimale; successivamente entra nella fossa temporale e si distribuisce alla cute della parte ant della regione. Il secondo raggiunge la faccia innervando la cute dello zigomo.

Nervi sfenopalatini: si staccano in corrispondenza della fossa infratemporale e raggiungono il ganglio sfenopalatino. In qst nervi decorrono fibre sensitive somatiche e fibre sensitive viscerali; qst ultime originano dal ganglio sfenopalatino come fibre postgangliari che o risalgono e si collegano al n lacrimale come già detto prima oppure proseguono nei nervi nasali e palatini per le gh intramurali delle mucose.

Nervo mandibolare

È la più voluminosa, è misto perkè contiene fibre sia motrici somatiche che sensitive somatiche. La componente motrice deriva dal nucleo motore del ponte o nucleo masticatorio e innerva i muscoli che derivano dal primo arco branchiale. La componente sensitiva ha origine dal ganglio semilunare e dal nucleo mesencefalico: la prima è per la cute della parte inferiore della faccia e parte della mucosa buccale, denti dell’arcata inf e rispettiva gengiva, cute di buona parte della regione temporale e parte del padiglione auricolare con la membrana del timpano. La seconda invece è per i musc masticatori da cui raccoglie informazioni propriocettive. A qst nervo sn annessi i gangli parasimpatici otico, sottomandibolare e sottolinguale: fibre per parotide e alle altre due gh salivatorie maggiori e alle gh intramurali della lingua e guancia. Attraversa il foro ovale e si trova nella fossa infratemporale e qua si divide in due tronchi anterolaterale e posteromediale che sono i due rami terminali. Un ramo collaterale è il nervo spinoso che rientra nel cranio tramite il foro spinoso e si distribuisce alla dura madre encefalica a livello della fossa cranica media. Il tronco anterolaterale: prevalentemente fibre motrici, si divide nei nervi masseterino, temporali profondi, pterigoideo esterno e buccinatorio ( unico ramo con componente prevalentemente sensitiva). Il tronco posteromediale: continua verso il basso il decorso del n mandibolare, si divide nel nervo alveolare inf e nervo linguale, emette come ramo collaterale il nervo auricolotemporale, pterigoideo nt, del muscolo tensore del velo palatino e del muscolo tensore del timpano.

Le fibre postgangliari del ganglio otico seguono il nervo auricolotemporale per andare alla parotide e alle gh salivari minori tramite i rami periferici del n mandibolare. Originano dal ganglio anche fibre parasimpatiche vasodilatatrici che seguono il n mandibolare per andare nei distretti da esso innervati.

ANATOMIA 2 ADO 27 MAGGIO 2010 POMERIGGIO

Seni dura madre convogliano sangue refluo nel seno sigmoideo ke a livello giugulare va a formare la vena giugulare interna. Nn è unico punto in cui sangue refluo esce da scatola cranica ma è il principale. I seni sono formati da tonica interna endoteliare e uno strato più int detto tonaca fibrosa ke va a sostituire la tonaca muscolare e l’avventizia. Mancano le fibre muscolari. In qst sist venoso mancano la valvole pertanto

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la circolazione può andare in tutte e due le direzioni. In genere il sangue va da regione dove la pressione è maggiore verso qll dove la pressione è minore. I seni venosi possono avere una forma circolare o prismatica triangolare. Possono avere strutt semplice oppure si possono anastomizzare tra loro e formare strutt più complessa detta plessiforme. Troviamo all’interno di qst seni venosi talvolta delle fibre collagene ke possono essere più o meno spesse perkè si estendono da una parete all’altra del seno venoso. Qst fibre connettivali sono dette briglie o corde del Willis, fanno un reticolo all’int del seno venoso. Il seno venoso ke presenta il maggior numero di briglie è qll cavernoso. Talvolta sopratt con aumentare dell’età di lato ai seni venosi troviamo dei diverticoli ke possono avere una forma ovalare o sferoidale. Qst cavità connesse al seno venoso sono dette laghi sanguigni di Trolard, qst si dispongono lateralm ai seni e con l’età aumentano di volume. Ce ne sono molti nel seno sagittale superiore. Qui sboccano le vene emissarie e le vene diploiche. I laghi spesso si estendono talmente tanto ke possono erodere il cranio e sporgere sulla sua superficie esterna. Spesso nei laghi sanguigni sboccano le granulazioni aracnoidali del Pacchioni. Si distinguono i seni della volta e della base. I primi sono : il seno sagitt sup, inf, retto, i seni trasversi, sigmoidali e occipitale post. I secondi: cavernosi, seno petroso sup e inf, coronario detto anke circolare o intracavernoso ant e post, sfenoparietale, occipitale trasverso o plesso basilare, seno petro occipitale. L’unico ke nn è in cavità cranica è lo sfenoccipitale.

Seni della volta:

seno sagittale superiore: impari, decorre sul margine convesso e aderente della falce cerebrale. Si estende dalla apofisi crista galli dell’etmoide fino alla protub occipit interna. La base è accolta nella doccia longitud mediana. Forma triangolare, con base sup e apice verso la falce cerebrale. Ai lati ci sono i vasi sanguigni. Il suo diametro aumenta da avanti a indietro. A livello della protub occip int, qst seno può terminare o come una ramo impari o talvolta si può biforcare in due rami ke possono avere un diametro differente. Durante il suo decorso riceve vene meningee diploiche, la vena emissaria del Santorini, le vene orbitarie e le grandi vene anastomotiche di Trolard e di Lambert.

Vena di Trolard: nasce nel seno petroso superiore poi attraversa la fossa cranica media si dirige verso il solco laterale e qui diventa superficiale, si porta in alto verso la fessura post centrale e va a terminare nel seno sagittale superiore più posteriormente.

Vena di Lambert: origina da seno trasverso poi diventa superficiale, decorre nella circonvoluzione laterale dell’encefalo e può sboccare o nella vena di Trolard oppure nel seno sagittale superiore posteriormente alla vena di Trolard.

Seno sagittale inferiore: decorre nei due terzi posteriori del margine concavo della falce cerebrale. Qst seno termina al davanti del seno retto, ha una piccola dimensione rispetto al superiore e talvolta può essere assente. Aumenta di diametro da avanti all’indietro e riceve vene del cuneo e del corpo calloso.

Seno retto: impari, si trova su margine aderente della falce cerebrale, inoltre si trova su linea mediana del tentorio del cervelletto. Si estende tra il seno sagittale inferiore e la confluente dei seni. Come il seno sagittale sup può terminare come rami impari oppure può biforcarsi in due rami di calibro differente. Riceve il sangue refluo delle vene profonde di Galeno e sangue delle vene basilari.

Seni trasversi: si continuano nel seno sigmoidale, è pari, ha la forma di ferro cavallo e terminano nel forame giugulare e a qst livello si forma le due vene giugulari interne. Qst seni nascono lat alla confluente dei seni, sono accolti nei solchi trasversi. I solchi trasversi separano le fosse cerebrali dalle fosse cerebellari ke circondano il tentorio del cervelletto. Giunti a livello delle ossa temporali si piegano in avanti e in basso e

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proseguono nei seni sigmoidei ke terminano nel forame giugulare. Seni trasversi e sigmoidei ricevono durante il suo decorso le vene cerebrali post e ant, seni petrosi sup in particolar modo arriva nel seno trasverso nel punto in cui diventa sigmoideo, seni trasversi, vena mastoidea e infine a livello del seno sigmoideo qnd qst diventa vena giugulare interna riceve il seno petroso inferiore.

Il seno sigmoideo riceve anke il seno occipitale post, il ql origina dalla confluenza dei seni scende lungo la falce cerebellare, circonda post il grande forame occipitale e sbocca nel seno sigmoideo. È considerato il seno occipitale post come la porta di un arco composta dal seno trasverso e dal seno sigmoideo. Talvolta nasce come seno impari a livello della confluenza dei seni e poi si biforca più in basso e a volte nasce come due rami separati subito a partire dalla confluenza dei seni. Riceve la vena diploica, vene cerebellari e plesso rachideo post del grande forame occipitale.

Confluenza dei seni: molti ricercatori hanno visto ke la confluenza dei seni presenta molteplici variazioni. Si trova al davanti della protub occipitale interna riceve sangue da seno sagitt sup da seni trasversi e seno retto.

Talvolta il seno retto e il sagitt sup nn terminano come singolo ramo: dove nn sono rami impari spesso i due rami del seno sagitt sup si fondono con i due rami dei seni retti e poiché hanno diametro diverso succede ke il seno sagitt sup in genere raccoglie sangue ke va a defluire nel seno trasverso destro, talvolta il sangue ke arriva da seno retto si dirige verso seno trasverso di sinistra.

ANATOMIA 2 31 MAGGIO 2010 Prof. Natale

Il nervo mascellare stacca il nervo meningeo medio ( sensitivo), lo zigomatico ( sensitivo parasimpatico) ke a sua volta stacca lo zigomatico - temporale e lo zigomatico - facciale, i nervi sfeno palatini ( sensitivi, parasimpatici) e i nervi alveolari supero posteriori ( sensitivi). Dai nervi sfeno palatini si staccano i nervi nasali postero superiori ( sensitivi, parasimpatici, ortosimpatici) e i nervi palatini ( maggiori e minori) ( sensitivi, somatomotori, parasimpatici, ortosimpatici).

Ganglio sfeno palatino ( di meckel): dal ganglio di gasser provengono le fibre sensitive. Dal mascellare origina lo zigomatico ke poi si divide, qst nervo ha componente sensitiva ma anke parasimpatica. Componente parasimp proviene: i nervi ke portano qst fibre sono i nervi sfeno palatini ( ramificazione ke collega mascellare al ganglio). Le fibre provengono dal ganglio, ovviamente come fibre postgangliare. La componente pregangliare: spetta al facciale, e il nucleo viscero effettore del nervo è nucleo lacrimatorio. Qst fibre pregangliari si impegnano in un ramo del faciale : grande petroso superficiale veicola qst fibre parasimpatiche. Qst ultimo nervo a un certo punto si unisce al nervo petroso profondo ( qst due nervi decorrono in solchi sulla rocca petrosa) e origina il nervo vidiano. Il nero vidiano decorre nel canale pterigoideo o vidiano nello sfenoide. Dopo ke qst nervo ha attraversato il processo pterigoideo nel canale omonimo si trova nella fossa pterigopalatina dove c’è il ganglio infatti!!! Qst fibre pregangliari parasimp del faciale terminano perkè qst è proprio il ganglio parasimpatico. La fibra postgangliare prende in parte la via dei nervi sfenopalatini, tramite qst via le fibre raggiungono il mascellare. Dopo breve abbandonano il mascellare per prendere la via dello zigomatico. A un certo punto lo zigomat presenta un tratto anastomotico e qst fibre prende qst anastomosi; infatti lo zigomatico nn ha più componente parasimp ma

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solo sensitiva. Qst anastomosi è contratta con nervo lacrimale. Il nervo lacrimale è la 3° ramificazione dell’oftalmico ke è sensitivo e ha fibre parasimpatiche. Il lacrimale ha le sue, inoltre, fibre sensitive provenienti dal ganglio del Gasser, qst nervo si distribuisce parte laterale della cavità orbitaria, raggiunge la ghiandola lacrimale accolta nella fossa lacrimale ke è nella parte più laterale della cavità orbitale. Le fibre parasimpatiche sono responsabili della produzione delle lacrime da parte della ghiandola, infatti il nucleo effettore è detto lacrimale. I nervi sfenopalatini collegano il mascellare al ganglio. I canali palatini maggiori e minori danno il passaggio ai nervi palatini, si aprono nel palato; i nervi palatini anteriori, medio e posteriore. Dal palatino ant si staccano i nervi nasali post inf ( innervazione post inf della mucosa nasale), mentre i nervi nasali post sup derivano direttamente dal ganglio di Meckel ( essi sono dotati di fibre parasimpatiche ma anke sensitive ke gli derivano dal trigemino) e si dividono a loro volta in mediali e laterali e i nervi nasali danno origine al nervo naso palatino ke attraversa il canale incisivo per innervare anke la mucosa palatina. Dal ganglio del facciale hanno fibre parasimpatiche ke prendono anke la via per andare a innervare le gh palatine e nasali ( nel nervo palatino medio, post e ant). Il nervo petroso profondo è un nervo viscerale puramente ma ortosimpatico, contiene fibre post gangliari ( ganglio è il cervicale superiore). Quindi il vidiano contiene fibre parasimp ma anke ortosimp le quali raggiungono il ganglio parasimp dove nn si interrompono e approfittando delle ramificazioni, vanno alle ghiandole in senso inibitorio però!!!

C’è da aggiungere però ke oltre a queste 3 componenti ( sensitiva, ortosimpatica e para simpatica) c’è anke la componente somatomotoria ke nn è qll trigeminale. È sempre del facciale qst componente!! Il facciale è misto come nervo: comp viscero effettrice e somatomotoria. Qst ultima comp prende la via del petroso superficiale, quindi del vidiano ( ke risulta avere tre componenti), confluisce poi nel ganglio dove nn succede nulla e prende la via del nervo palatino posteriore ( o dei nervi palatini post, possono essere di più di uno). Destinata qst componente alla muscolatura del palato. Ecco perkè va solo nel palatino post!!!! Anteriormente c’è palato duro!!!

Il nucleo lacrimatorio: dà fibre alla gh lacrimale, a qll nasali e alle palatine.

Il nervo infraorbitario si impegna nella fessura orbitaria inf, segue pavimento della cavità orbitaria, percorre prima un solco ke poi diventa canale ke si apre su faccia ant del mascellare in corrispondenza del foro infraorbitario per innervare la cute di qst regione. Prima di fare ciò si staccano dei canalicoli ossei detti alveolari sup ant, percorsi dai nervi omonimi per sensibilità dei denti sup ant. I nervi alveolari innervano anke la mucosa respiratoria del seno mascellare. Quasi tutta la superficie muscosa del palato duro è innervata da palatino maggiore, piccola parte in avanti è innervata dal nervo naso palatino ke esce da forame incisivo.

Rimane la terza branca del trigemino: è l’unica ke è mista = nervo mandibolare. Qst nervo emerge da base cranica attraverso un forame nello sfenoide detto foro ovale e quando questo nervo emerge ci troviamo nella fossa infratemporale. Qst nervo emerge più lat di tutti. Si distinguono due tronchi nervosi: uno ant e uno post. C’è da aggiungere però ke prima della divisone nei due tronchi qst nervo appena emerso da base cranica emette nervo ricorrente, cioè torna indietro per andare dentro cranio sfruttando un foro limitato: il foro spinoso; infatti il nervo prende qst nome ed è solo sensitivo, per sensibilità delle meningi.

Dal tronco posteriore troviamo nervi con sensibilità speciale.

Il tronco ant stacca: nervo temporo buccinatore, il temporale profondo medio ( motore), il temporo - masseterino e lo pterigoideo est ( motore). Dal primo si staccano a loro volta: nel nervo temporale

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profondo ant ( motore) e il nervo buccinatore ( o buccale, sensitivo, parasimp) e dal terzo: nervo temporale profondo post( motore) e il masseterino( motore).

Il nervo temporale profondo ant è solo motore e va ad una parte del musc temporale; il buccinatore è destinato alla guancia, la zona dove è presente il muscolo buccinatore, ma nn è diretto al muscolo buccinatore!!! Il temporale profondo medio contribuisce all’innervazione del muscolo temporale. Il temporo masseterino innerva il muscolo temporale; sono detti profondo qst nervi perkè decorrono profondamente al muscolo!! Il masseterino innerva il muscolo masseterino. Lo pterigoideo esterno innerva il muscolo pterigoideo esterno.

Il tronco post comprende: il nervo auricolo temporale ( sensitivo, parasimp), nervo linguale ( sensitivo, gustativo, parasimp; nn va alla muscolatura della lingua ma alla sensibilità della lingua, per le ghiandole e per il gusto), il nervo alveolare inferiore il quale si impegna nel foro mandibolare sulla faccia interna della mandibola e percorre il canale. Prima però qst nervo stacca il nervo milo ioideo e digastrico( motore, decorre sotto muscolo miloioideo e incontra anke inserzione del ventre anteriore del digastrico servendolo; serve per moticità dei due muscoli) e i nervi dentali infero post ( sensitivi). Qst ultimi staccano a loro volta il nervo mentale ( sensitivo, si apre all’est per la cute del mento, è un punto di trigger) e il nervo incisivo o dentali infero ant ( sensitivo). Dal tronco post si staccano anke: il nervo pterigoideo interno ( motore), il nervo del muscolo tensore del velo palatino ( motore) e il nervo del muscolo tensore del timpano (motore).

Ganglio otico: ganglio parasimpatico e il nervo in questione è il glossofaringeo. Il nervo mandibolare stacca il temporo buccinatore ke si divide a sua volta. Il temporale profondo ant contiene solo compon somatomotoria, il resto ( il buccinatore ovvero) è sensitivo e parasimpatico: qst ultima compon arriva tramite anastomosi con il gaglio otico in cui fibre postgang arrivano alla gh geniene e labiali. Qst fibre vengono dal nervo glossofaringeo, il nucleo in questione è il salivatorio inf . Le fibre dal glosso faringeo seguono il timpanico ke cambia nome e diventa il piccolo petroso superf. Qst ultimo raggiunge ganglio otico a cui porta le fibre. Le fibre postgan prendono il nervo mandibolare, il temporo buccinatorio e poi solo la ramificazione buccale per andare alle gh già dette per stimolare la produzione.

C’è un anastomosi tra ganglio otico e il nervo auricolo temporale per le fibre parasimp ke devono andare alla gh parotide.

C’è da spiegare la componente parasimp del linguale: altri gangli parasimp intervengono e sono due: sottomandibolare e sottolinguale. Partiamo dal nervo linguale, la componente sensitiva somatica porta le sensibilità generale delle lingua e parte dal nucleo del Gasser, però il linguale riceve anastomosi ke le comporta le fibre aggiuntive: anastomosi con corda del timpano, è un nervo del facciale!!! Qst componente fa capo al nucleo salivatorio sup. il linguale porta qst fibre ke sono però pregangliari perkè il ganglio è più a valle. Le fibre pregangliari abbandonano il nervo linguale tramite tronchi inasto ke vanno ai rispettivi gangli. Originano le fibre postg ke vanno all’organo ( le due gh ) tramite tronchi propri ke contengono solo fibre parasimp postgan, sono eccitosecretrici per secrezione delle gh! Quindi il linguale le porta fino ad un certo tratto, nn le porta destinazione. Il ganglio sottolinguale può mancare e si fa carico il ganglio sotto mandibolare a servire tutte e due le ghiandole.

La comp gustativa arriva sempre dalla corda del timpano, è sempre il facciale ke presenta qst fibre ke vanno da un ganglio sensitivo del faciale: il ganglio genicolato ke contiene anke cell pseudo unipolari a T della sensibilità gustativa. Il linguale se le porta fino alla lingua. Qst componente nn è per tutta la lingua ma solo una parte: altri nervi portano la componente gustativa!!

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ANATOMIA 2 1 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

COMPONENTI FUNZIONALI DEI NERVI CRANICI

Efferenti:

• Somatiche generali: motoneuroni alfa e gamma per muscoli di derivazione somitica ( estrinseci dell’occhio e della lingua)

• Viscerali speciali: per la muscolatura di derivazione branchiale • Viscerali generale: neuroni pre - gangliari del SNA

Afferenti:

• Viscerali generali: es. parete dei vasi e tubo digerente • Somatiche generali: cute, articolazioni e muscoli • Viscerali speciali: gusto ( tre nervi hanno questa sensibilità) • Somatiche speciali: udito

Per ricordare facilmente la disposizione dei nuclei dei nervi encefalici è utile ricordare alcuni elementi dello sviluppo.

Il solco limitante si interpone tra:

• Le formazioni della lamina alare ora in posizione laterale • La formazione della lamina basale ora in posizione mediale

L’innervazione della muscolatura branchiale in breve:

primo arco branchiale

nervo mandibolare ( V): muscolatura masticatoria, ventre anteriore del m digastrico, m miloiodeo, m tensore del timpano e m tensore del velo palatino ( o del palato).

secondo arco branchiale

nervo faciale ( VII): muscolatura mimica, ventre post del m digastrico, m stilo ioideo, m stapedio

terzo arco branchiale

nervo glossofaringeo ( IX): muscolo stilofaringeo

quarto arco branchiale

nervo vago ( X) ( nn. laringei, superiore e inferiore): muscoli della laringe e della faringe ( eccetto il m stilo faringeo), muscoli del palato molle

IL NERVO GLOSSOFARINGEO

Origine apparente: solco dietro oliva bulbare: solco dei nervi misti.

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Componenti:

efferente viscerale speciale: queste fibre provengono dal nucleo ambiguo--------musc branchiale

efferente viscerale generale: queste fibre provengono dal nucleo salivatorio inferiore------fibre pregangliari

afferente viscerale generale: vanno al ganglio inferiore ( o petroso----sotto il foro giugulare), nucleo del tratto solitario---sensibilità visceri

afferente viscerale speciale: vanno al ganglio inferiore ( o petroso), nucleo del tratto solitario---gusto

afferente somatica generale: vanno al ganglio inferiore ( o petroso), nucleo spinale del V paio.—sensibilità somatica

IL NUCLEO SPINALE DEL TRIGEMINO:

il nervo glossofaringeo al pari del VII e del X non ha un proprio nucleo sensitivo somatico. Tutti e tre i nervi fanno riferimento al nucleo spinale del nervo trigemino, il solo nervo che possiede un nucleo sensitivo somatico generale. Ma allora le informazioni sensitive riferite ai visceri delle prime vie aeree e digerenti dove vanno? Al nucleo spinale del V perchè la sensibilità di questi organi nei quali è presente muscolatura striata di origine branchiale è sostanzialmente di tipo somatico.

IL NUCLEO DEL TRATTO SOLITARIO:

nella parte rostrale: sensibilità gustativa ( VII,IX,X)

nella parte caudale: sensibilità viscerale generale.

Ruolo importante in attività riflesse a carico dei sistemi respiratorio, cardiovascolare, digerente, urinario.

Componente efferente viscerale speciale:

dal nucleo ambiguo ( riceve informazioni bilateralmente, il nucleo ambiguo riguarda i muscoli della laringe e non solo lo stilo faringeo)

per il muscolo stilo faringeo ( 3° arco branchiale)

N.B. se ho una lesione nella parte sup del facciale ho una forza di movimenti inferiore, un deficit, se è nella parte sotto ho paralisi.

Componente efferente viscerale generale:

il decorso di queste fibre che sono originate da nucleo salivatorio inferiore che è nucleo di tipo parasimpatico: sono fibre pregangliari, esco da foro lacero anteriore e devo fare percorso lungo: sono uscite e devono rientrare nella cassa del timpano, devono uscire poi da qui attraverso un’apertura superiore. Quando esco dalla parete superiore della cassa del timpano, detta tegmen timpani, mi ritrovo su parte superiore della rocca petrosa. Queste fibre entrano nel ganglio otico e qua terminano. Queste fibre quando attraversano la cassa del timpano hanno anche fibre di natura sensitiva per mucosa della cassa del timpano. Queste fibre costituiscono il ramo detto nervo piccolo petroso superficiale ma il nome viene dato solo quando esce da cassa del timpano, prima si chiama nervo timpanico di Jacobson: questa parte iniziale

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ha la componente sensitiva per la cassa del timpano. Il glossofaringeo innerverà non solo la cassa del timpano ma anche la tuba uditiva e la faringe ( ecco perchè quando ho mal di gola ho anche mal di orecchio).

Questa componente è eccito secretoria e vasomotoria per la ghiandola parotide e per le ghiandole geniene e labiali. Quasta componente costituisce: nervo timpanico di Jacobson dove stacca rami per la mucosa della regione ( plesso timpanico), prosegue fuoriuscendo da cassa del timpano e diventa nervo piccolo petroso superficiale. Esco da cavità cranica e raggiungo ganglio otico e da qui si accompagna nel decorso al nervo auricolo temporale.

Componente afferente viscerale generale:

parte da ganglio inferiore e termina nel nucleo del tratto solitario. Le afferenze arrivano da due strutture: seno carotico e glomo carotico ( rispettivamente barocettore e chemocettore) attraverso il nervo di Hering ( trasporta informazioni da queste due formazioni). Il nucleo del tratto solitario ha un ruolo importante in attività riflesse cardiovascolari.

Componente afferente viscerale speciale:

dal ganglio inferiore ( o petroso) al nucleo del tratto solitario: la sensibilità gustativa dai calici gustativi delle papille gustative circumvallate e foliate. Nn si deve dire quale parte della lingua innerva ( ad esempio i due terzi anteriori della lingua), ma si deve dire quali calici innerva.

Componente afferente somatica generale:

dal ganglio inferiore al nucleo spinale del V paio. Sensibilità dolorifica e termica per il 3° posteriore della lingua, tonsille, palato molle, parte superiore della faringe, orecchio medio ( è compresa la tuba uditiva).

SCHEMA RIASSUNTIVO:

branchial motor:

nucleo ambiguo-------esce tramite forame giugulare------muscolo stilofaringeo

viscero motor:

nucleo salivatorio inferiore----forame giugulare-----canalicolo timpanico inferiore-----orificio accessorio dello iato del faciale---forame lacero anteriore-------ganglio otico------ghiandola parotide, ghiandole geniene e labiali

sensitiva viscerale:

glomo carotico e seno carotico--------forame giugulare-----ganglio inferiore------forame giugulare---tratto del nucleo solitario

sensitiva generale:

terzo posteriore della lingua, cassa del timpano, parte faringe, orecchio esterno-----forame giugulare----ganglio inferiore superiore-----forame giugulare----nucleo spinale del trigemino

sensibilità speciale:

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papille circumvallate e foliate---forame giugulare-----ganglio inferiore ----- forame giugulare ----nucleo solitario

RAMI DI DIVISIONE

Nervo timpanico----mucosa dell’orecchio medio

Ramo carotideo----seno e glomo carotico

Nervo piccolo petroso superficiale----parotide e salivari minori

Rami faringei---sensitivi per la mucosa

Ramo muscolare---muscolo stilo faringeo

Rami tonsillari---tonsilla, palato molle , parti dell’istmo delle fauci

Rami linguali---sensibilità somatica del terzo posteriore della lingua e calici gustativi delle papille circumvallate e foliate.

ANATOMIA 2 7 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

IL NERVO VAGO

Nucleo ambiguo------efferente viscerale speciale

Nucleo motore dorsale------efferente viscerale generale

Afferente viscerale generale--------ganglio inferiori, nucleo del tratto solitario

Afferente viscerale speciale-----ganglio inferiore, nucleo del tratto solitario

Afferente somatica generale------ganglio superiore, nucleo spinale del 5° paio

I NUCLEI

Siamo dietro l’oliva bulbare e usciamo, insieme al 9° e 11° paio, attraverso il foro giugulare dalla scatola cranica. Sul pavimento del 4° ventricolo ci sono diversi rilievi, uno di qst è l’ala cinerrea ( o trigono vagale), ke corrisponde all’estremo rostrale del nucleo motore dorsale del vago e del nucleo del tratto solitario.

Vedi “the central neurons system “ di Brodal su google books

Componente efferente viscerale speciale:

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nucleo ambiguo = per la muscolatura branchiale ( 4° arco), quindi muscolatura faringea ( eccetto lo stilo faringeo-9° paio), muscolatura striata dell’esofago ( 1/5 craniale), muscolatura del palato molle ( eccetto il tensore-5° paio), muscoli della laringe.

I muscoli faringei costrittori sn costituiti da strato esterno e interno, qst distinzione è dimostrata secondo diverse actine ( molto più lente o molto più veloci); si è notato la presenza in qst muscoli uno strato interno più lento e uno esterno più veloce; il primo è importante per respirazione e fonazione, il secondo per la deglutizione ( movimenti quindi rapidi). La disfagia presente in soggetti anziani e in pazienti IPD potrebbe essere dovuta ad uno shift nella composizione delle fibre muscolari.

Componente efferente viscerale generale:

nucleo dorsale del vago = fibre parasimpatiche pregangliari. Serve il parasimpatico vagale per controllare secrezione faringe e laringe ( eccito secretorie), per il cuore ( rallentamento frequenza cardiaca), fibre eccitomotorie ed eccito secretorie per l’apparato digerente dell’esofago fino alla flessura colica di sinistra, per i visceri dell’apparato respiratorio a partire dalla trachea, per le vie urinarie fino alla scavo pelvico (tutto qll ke è in cavità addominale quindi!).

Componente afferente somatica generale:

dal ganglio superiore ( o giugulare) al nucleo trigeminale spinale ( porzione caudale del nucleo):

per padiglione auricolare, per il condotto uditivo esterno, per la membrana del timpano.

Componente afferente viscerale generale:

dal ganglio inferiore ( o nodoso) al nucleo del tratto solitario: dai glomi aortici e barocettori atriali e dell’arco aortico ( riflesso di Bambridge: aumento della FC per distensione dell’atri destro), inoltre arrivano informazioni anke dai visceri del torace e dell’addome ( le afferenze tracheali, laringee e polmonari svolgono un ruolo importante nel controllo del ritmo respiratorio ( riflesso di Hering-Brauer)). La sensibilità dolorifica della faringe, laringe ed esofago raggiunge il nucleo trigeminale spinale.

Componente afferente viscerale speciale:

dal ganglio inferiore ( o nodoso) al nucleo del tratto solitario ( porzione rostrale): recettori gustativi dell’epiglottide e della laringe.

Rami:

Nella fossa giugulare:

• Ramo meningeo • Ramo auricolare

Nel collo sono diversi rami:

• ramo faringeo ke costituisce il plesso faringeo • ramo per il glomo carotideo • nervo laringeo • nervo laringeo ricorrente ( a destra) • rami cardiaci superiore e inferiore che costituiscono il plesso cardiaco

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Qnd c’è compressione legato al laringeo superiore il paziente ha voce rauca, ke risente del fatto ke è compromessa funzionalità del cricotiroideo. Solo qst muscolo è innervato dal laringeo superiore, tutti gli altri sono innervati dal laringeo inferiore.

Laringeo sup entra con ramo interno e qll esterno va in basso. Il ricorrente ha rapporto di vicinanza stretta con a tiroidea inferiore.

Nel torace:

rami cardiaci che contribuiscono al plesso cardiaco

nervo laringeo ricorrente ( a sinistra)

rami polmonari ( anteriori ( che costituirà plesso polmonare anteriore) e post ( che costituirà il plesso polmonare post))

rami esofagei ( che costituiranno plesso esofageo anteriore: tronco vagale anteriore; plesso esofageo post : tronco vagale post); dopo ramificazione all’esofago costituisce il plesso vagale ant e post (il vago di sinistra per qll ant e di destra per qll post); si formano dei tronchi, nn si può più parlare di sinistro e destro perkè si sono mescolati i due!!!!

Nell’addome:

• rami gastrici: si forma a qst livello plesso gastrico anteriore ( perkè è il tronco vagale anteriore), è in corrispondenza piccola curvatura ke si distribuisce su faccia anterosuperiore dello stomaco; il tronco vagale post dà un plesso gastrico posteriore per la faccia postero inferiore

• rami celiaci ke daranno il plesso celiaco • rami epatici ke daranno il plesso epatico • rami renali ke daranno il plesso ranale

Le fibre del nervo vago entrate nel plesso celiaco si mescolano con le fibre del simpatico e si distribuiscono seguendo i vasi.

NERVO ACCESSORIO

Qst nervo viene descritto come se fosse originato una parte ( la maggiore, detta parte spinale) da un nucleo spinale e una piccola parte dal nucleo ambiguo ( detta parte craniale) . noi però lo descriviamo come un unico nervo ke nn ha a ke fare con il nucleo ambiguo, ha un suo nucleo ke va da C1 a C5, ha origine spinale. Questo nucleo è una parte del corno ventrale della parte sup del midollo cervicale, dalla decussazione a circa C4-C5 e nn della colonna branchiale. Innerva il muscolo sternocleidomastoideo e il muscolo trapezio ke si sviluppano dai somiti e nn dagli archi branchiali.

Possibili anastomosi con i primi mielomeri cervicali. Sono presenti gangli sensitivi.

Ha organizzazione somatotopica cranio caudale, nei neuroni craniali di qst nucleo proietta allo sternocleidomastoideo mentre la metà caudale del nucleo innerva il trapezio. La radice spinale dell’accessorio è il solo nervo motore per lo sternocleidomastoideo mentre l’innervazione del trapezio è molto più complicata: 1/3 superiore dall’accessorio, 2/3 inferiori dal plesso cervicale.

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NERVO IPOGLOSSOzione

È uni dei più prossimi alla linea mediana, innerva musc di origine somitica; infatti i più prossimi alla linea mediana sono nervi per la musc di origine somitica!!! Il fascio cortico bulbare è crociato: discende si incrocia prima di andare al nucleo dell’ipoglosso e qui termina. Si porta poi il nervo ipoglosso alla musc delle lingua e la innerva. Alcuni autori dicono ke al nucleo dell’ipoglosso arrivano due fasci cortico bulbari bilateralmente ( e non dicono dell’incrocio). Soltanto il genioglosso riceve informazioni controlaterali, tutti gli altri possono riceve informazioni bilaterali. Rapporti con carotide interna, poi si interpone tra musc ioglosso e miloioideo e scompare in qst interstizio ( non si deve confondere con il linguale in quanto qst ha un ganglio associato), decorre satellite della vena linguale. Tutta musc intrinseca e estrinseca della lingua è dell’ipoglosso. Possono esistere anastomosi con il nervo linguale.

NERVO OLFATTIVO

Il sistema olfattivo: ha origine dall’epitelio olfattivo, una zona di circa 2,5 cm2 della volta delle adiacenti pareti della cavità nasale di ciascun lato. Ciascuna zone di epitelio olfattivo è costituita da circa 25 milioni di cellule recettoriali, rappresentati da neuroni bipolari. Ci sono estroflessioni ke non sono ciglia ma è il dendrite del neurone ke fa esso stesso da recettore. Nell’epitelio olfattivo sono anke presenti terminazioni sensitive del nervo trigemino, responsabili delle sensazioni nocicettive evocate da sostanze irritanti ( es. ammoniaca concentrata). Sono cell neuronali particolari in qnt hanno un turn over rapido.

Recettore olfattivo:

Un singolo neurone sensitivo olfattivo primario possiede un solo tipo di recettore olfattivo o piccolo numero di differenti recettori;il dendrite del neurone olfattivo primario è la struttura chemosensibile; la parte della cellula che proietta al sistema nervoso centrale è rappresentata da un assone non mie linizzato, che è il più piccolo per diametro nell’intero SNC.

Oltre ai neuroni olfattivi, l’epitelio olfattivo presenta altri due tipi di cell: cellule di sostegno ke sono cell di tipo gliale e cell basali elementi staminali che possono differenziarsi in neuroni olfattivi primari, qnd qst vanno incontro a morte cell.

Gli assoni dei recettori olfattivi si raccolgono in una serie di circa 20 piccoli fasci – filamenti olfattivi- passano attraverso gli orifici della lamina cribrosa dell’osso etmoide per terminare nel bulbo olfattivo. Nell’insieme i filamenti olfattivi costituiscono il primi nervo cranico, il nervo olfattivo.

Le cell olfattive fanno sinapsi nel bulbo olfattivo con tre tipi di neuroni:

• le cellule mitrali e le cellule capellute ( o glomerulari) ke rappresentano i neuroni proiettivi del bulbo olfattivo ( tratto olfattivo)

• le cellule periglomerulari che sono interneuroni.

Gli assoni dei recett olfattivi e i dendriti delle cell mitrali, delle cell capellute e delle cell periglomerulari costituiscono un’unità morfologica della glomerulo. Nel glomerulo alcuni elementi presinaptici e postsinaptici appaiono avvolti da una guaina gliale. Qst guaina garantisce la specificità di azione limitando la dispersione del neurotrasmettitore rilasciato dal terminale presinaptico.

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Gli assoni delle cell mitrali e delle cell capellute procedono causalmente nel peduncolo olfattivo, dado luogo a collaterali dirette alle cell del nucleo olfattivo anteriore, disposte lungo il loro percorso. Il nucleo olfattivo anteriore proietta ad entrambi i bulbi olfattivi.

Il tratto olfattivo si suddivide a formare il trigono olfattivo. I due lati di qst triangolo sono costituiti dalle strie olfattive mediale e laterale e la sua base si confonde con la sostanza perforata anteriore. La stria olfattiva decorre lungo il margine laterale della sostanza perforata anteriore, ricoperta da un sottile strato di sostanza grigia definito circonvoluzione olfattiva laterale. Qnd essa raggiunge la parte posteriore della sostanza perforata anteriore si porta verso la superficie del lobo temporale e scompare in vicinanza dell’uncus. Lungo qst percorso con le sue fibre terminano in due modi:

1. nella corteccia olfattiva primaria: circonvoluzione olfattiva e da una piccola porzione dell’uncus ed è suddicìvisa in due porzioni: corteccia ( pre-) piriforme: cirocnvuluzione olfattiva lat insieme con parte della regione olfattiva dell’uncus, corteccia preiamigdaloidea, la rimanente parte della regione olfattiva dell’uncus

2. in una porzione dell’amigdala.

Qst strutt proiettano a loro volta al resto dell’amigdala ed alla corteccia di associazione olfattiva, ke occupa la parte ant della circonv paraippocampica, corrisp all’area 28 di B e comunemente definita corteccia entorinale. Le cortecce ( pre-) piriforme , paramigdaloidea ed entorinale sono talvolta definite area piriforme o lobo piriforme.

SINTESI:

il bulbo olfattivo proietta a diverse aree dell’emisfero cerebrale:

• al nucleo ofattivo ant, ke modula le informaz provenienti dal bulbo olfattivo • al tubercolo olf ( i corrisp della sost perforata ant) e all’amigdala ( nn. corticomediali), ke sono imp

per gli effetti emozionali, endocrini e viscerali determinati dagli odori • alla corteccia piriforme ( che proietta dirett a indipend -tramite il nucleo dorso mediale- alla

corteccia orbito frontale) e alla corteccia periamigdaloidea, ke probabilmente soni imp per a percezione olfattiva

• alla corteccia entorinale rostrale, ke svolge un ruolo imp nella memoria olfattiva.

ANATOMIA 2 8 GIUGNO 2010 Prof. Lenzi

CAVITA’ ORBITARIA

È formata dall’osso frontale, dal mascellare, dallo zigomatico, dallo sfenoide, dal lacrimale, dall’etmoide e dal palatino. Gli assi delle 2 orbite verso l’interno e il basso formano un angolo aperto in avanti di circa 45°.

• Fossetta trocleare ( sul tetto) • Fossa del sacco lacrimale ( parete mediale)

Page 132: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

• Fessura orbitaria inferiore ( pavimento) • Fessura orbitaria superiore ( tra tetto e parete laterale dell’orbita) per passaggio dei tre rami del

nervo oftalmico, trocleare, abducente e oculomotore • Foro ottico ( apice) per il passaggio del nervo ottico e dall’a oftalmica

Corpo adiposo: riempie gli spazi presenti tra gli organi contenuti nella cavità orbitaria e la periorbita ( periostio che riveste le pareti della cavità orbitaria).

Bulbo oculare corpo adiposo e muscoli sono rivestiti da capsula denominata di Tenone detta anke fascia del bubo. Qst fascia del bulbo si porta dalla guaina data dalle meningi ke rivestono il nervo ottico fino a zona denominata orlo sclerocorneale ( punto pass da sclera a cornea). Qst capsula aderisce al bulbo solo nella porz ant e a liv del n ottico infatti ant qst caspula nn c’è ma ci sono le strutture annesse al bulbo oculare ( c’è necessità dell’occhio per pass di luce senza deviarla, se ci fossa la capsula ant nn passerebbero i raggi). A liv dell’equatore dà attacco ai tendini dei muscoli, bulbo paragonato a arancia, cm una sfera. C’ è poi spazio tra fascia e sclera ke è cost da un tess connettivo lasso trasecolare, è spazio linfatico dove c’è liquido necess affinchè nn ci siano attriti per movim bulbo oculare. La capsula fa si ke sia aderente il bulbo ai muscoli ma permette anke i movim del bulbo. Per qnt riguarda musc estrinseca dell’occhio ci si riferisce sopratt ai musc retti e obliqui, si aggiunge anke l’elevatore della palpebra sup. I retti sono: sup, lat, inf e mediale. Gli obliqui sono sup e inf. Qst musc sono imp perkè contrazione consente un movim congiunto degli occhi per avere visione congiunta. Qst musc sono innervati dai nervi oculomotore, trocleare ( obliquo sup) e abducente (retto laterale). Qst musc si inseriscono a liv dell’equatore, o ant all’equatore o post; nascono tutti da polo post ( dall’apice cavità) per mezzo anello fibroso detto tendineo dello Zin ( o tendine comune anulare) che costituisce il punto di origine della porz tendinea di tutti qst muscoli. A liv di qst anello ci passa l’a oftalmica. Vi sono strutt accessorie all’occhio ke hanno la funz di protezione dell’occhio : sopraciglio, trattiene il sudore ma anke conferisce ombra all’occhio; palpebre ke si uniscono ai margini lat e mediale dell’occhio e sulle due palpebre ci sono due parti: una parte munita di ciglia e una ke è senza ciglio. Qst ultima ha la papilla lacrimale ke funge da inizio dei condotti lacrimali, qst ultimi si riversano nel sacco lacrimale. Le ciglia hanno funz di protezione, sn più sviluppate su parte sup e sono riccamente innervate( riflesso di ammiccamento). Si ha poi la congiuntiva ke riveste la parte int delle palpebre e parte est del bulbo oculare, evita il disseccamento delle membrane. Si ha poi la caruncola, è un piccolo rilievo su margine di incontro delle due palpebre ed è il residuo della memb nictitante, presenta gh sebacee e sudoripare, è cost dal passaggio della congiuntiva bulbare. Poi si ha apparato lacrimale dato da gh ( gh lacrimale, piccole gh lacrimali intorno all’occhio), dotto naso lacrimale. Imp è secreto delle gh perkè serve per lubrificare, nutrire, idratare parte est dell’occhio.

La congiuntiva è membrana assimilabile a mucosa ke riveste faccia int palpebre ( congiuntiva palpebrale) e la superf ant del bulbo oculare ( congiuntiva bulbare). Le zone di riflessione sono dette fornici congiuntivali. Per la sua forma è detta anke sacco congiuntivale. Riveste tutto il bulbo tranne la cornea. Cost da epitelio di rivestimento ke è pavimentoso composto a liv della cong bulbare, diventa batiprismatico composto a liv delle palpebre fornice. A liv palpebre e fornice ci sono cell calciformi. C’è una lamina propria, uno strato sottocongiuntivale, connettivo fibrillare lasso per la mobilità; c’è a presenza di gh lacrimali accessorie.

Corpo adiposo: nn subisce modificazioni nn viene perso; è di tipo primario.

Bulbo oculare: peso circa 7 grammi; dato da due segm di sfera giustapposti: un emisfera più grande ( raggio curvat magg) e una emisfera più piccola ke corrisp alla cornea. Qst bulbo presenta degli assi ke sono 3 anke se però asse ottico e anatomico si fanno coincidere per convenzione.

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Asse anatomico: passa tra polo ant e post; ha direz di 24 mm

Asse ottico: parte da centro della superficie ant della cornea e arriva fino ad un leggera depressione a liv del polo post detta fovea centralis ( zona di retina, a 5 cm dall’asse post)

Asse visivo: segue ogg qnd si fissa l’oggetto, le onde luminose passano per qst asse, va da punto incontro tra asse anat e ottico ( punto nodale) fino a raggiungere la fovea centralis.

Come ogni sfera qst ha meridiani, delle linee, ke possono essere orizzontali e verticali: il meridiano ke passa a metà della sfera è detto equatore. Qst linee dividono sfera in 4 quadranti ( 2 sup e 2 inf, ke si dividono in mediali e lat).

Costituzione: Tonaca fibrosa + tonaca vascolare + tonaca nervosa. A qst tonache si aggiungono il cristallino, camera ant e post, camera vitrale, umore acqueo e corpo vitreo.

La tonaca fibrosa è costituta da sclera e cornea appartenente all’apparato diottrico. La sclera è qll bianca.

La tonaca vascolare è data da coroide, corpo ciliare e iride ( presenta un foro all’int ke è la pupilla). Tra cornea e iride c’è spazio detta camera ant: faccia post cornea guarda in qst spazio. La camera è riempita da umore acqueo.

La tonaca nervosa è data retina visiva e cieca, il punto di pass è l’ora serrata.

Tra cristallino e la camera ant c’è spazio detto camera post ke comunica con camera ant. Le due camere sono riempite di umor acqueo.

I raggi luminosi passano nella cornea, vanno nello spazio con umor, passano per cristallino e arrivano a incidere a livello della fovea: tutto qst per nn deviare i raggi.

Apparato diottrico: corpo vitreo, cristallino e umor.

SCLERA

È opaca, biancastra, costituita da un tess connettivo fibroso ke è denso e presenta anke fibre elastiche. Qst fibre si intrecciano e fanno vari strati. Ha lo spessore di circa 2 mm, costituisce la grande maggioranza del bulbo: rappresenta i 5/6 del bulbo oculare. Dà inserz ai tendini musc estrinseci. A liv faccia est è a contatto con la congiuntiva, invece internamente prende contatto con tonaca vascolare, in particolare con la coroide. Prende contatto ant con un’altra parte della tonaca vascolare ke costituisce il corpo ciliare e anke con iride. Qst contatto è intermediato da tess connet lasso trasecolato lacunoso per il pass di vasi e nervi (spazio pericoroideo). Devono passare i vasi per la vascolar e anke i nervi per sensibilità del bulbo. Post si apprezza una zona dove vi è l’uscita fibre nervo ottico. Il n ottico è spostato nn corrisp al polo post della sfera. A qst liv si parla di lamina cribrosa della sfera --- per passaggio fibre per cost del nervo. Ci sono tanti fori intorno nervo ottico per i vasi ciliari post e anke i nervi ke sono di pertinenza del nervo oftalmico. In prossimità equatore abbiamo 4 vene ( 2 sup e 2 inf) denominate vene vorticose ( andamento a cavaturacciolo, a spirale, sono cosi per movimento). In avanti sono presenti fori ciliari ant per i vasi ciliari ant, infatti da a oftalmica partono arterie dette arterie ciliari ant e post ke a loro volta si distinguono in arterie ciliari post brevi e lunghe. Il passaggio tra sclera e cornea è detto orlo sclerocorneale o limbus: qst orlo nn è esattam perpendic al bulbo ma è leggerm obliquo; qst obliquità consente ke nn si abbiano variazioni di spessore a qst livello tra sclera e cornea infatti la sclera sormonta per breve tratto faccia ant

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della cornea, qst pass della sclera nn fa variare lo spessore perkè la cornea a qst liv è meno spessa: nn c’è diff di spessore nell’orlo!!

CORNEA

Parte ant del bulbo, mezzo diottrico e risulta essere un sento di tutto bulbo. Ant è a contatto con ambiente est, deve essere protetta per qst ci sn le palpebre e congiuntiva. Post c’è camera ant con umor ke la nutre. La cornea è sviluppata sopratt orizzontalmente, il raggio di curvatura della faccia ant è mag di qll della faccia post ( è concava post), inoltre nn ha uno spess uniforme perkè al centro è di 0,8 mm rispetto ai lati dove è di circa 1,1 mm. È cost da varie strutt ke sono: epitelio corneale ( ke sta verso l’est), memb limitante est di Bowman, il suo spessore per maggior parte è cost da stroma corneale, memb limitante int di Descemet e infine endotelio.

L’epit corneale ha grande analogia con epitelio dell’epidermide perkè è all’est la cornea, deve essere epit resistente; è epitelio pavimentoso pluristrat e nn cheratiniz ( sennò nn si avrebbe pass di raggi luminosi). Qst epit ha cell superf, da uno o più strati di cell intermedie ke vengono dette alari e poi cell basali. A livello dell’orlo l’epitelio si continua con epitelio della congiuntiva bulbare ke poi risale o discende a ripiegarsi nei fornici per rivestire l’int delle palpebre.

Le cell superf hanno su loro superf apicale delle piccole fossette ed è qll a contatto con secreto lacrimale. Il secreto è costituito da tre fasi diverse: una lipidica ke si stratifica su superficie di qst cell una acquosa e una di tipo mucosa. La prima fase serve per protezione della cornea, la seconda ha sostanze ke umidificano cornea e la terza aderisce su fossette rendendole idrofobiche.

Le cell intermedie hanno prolungamenti ke sono uniti tra loro da desmosomi.

Le cell basali sn le cell di rimpiazzo.

La membrana limitante est è costituita da fibre collagene ke sono disposte casualmente e sono immerse in una matrice amorfa cementante.

Lo stroma è dato da lamelle ( circa 50) ke sono disposte in modo particolare. Ogni lamella ha spessore di circa 10 micron, qst lamelle sono date da fibre vicine tra loro disposte in modo ortogonale, nn si intrecciano, si incrociano. Qst fibre ke costituiscono la lamella sono immerse in una matrice mucopolisaccaride costituita da acido ialuronsolforico prevalentemente, ke ha la capacità di trattenere acqua. Qst matrice ha lo stesso indice di rifrazione delle fibre cosi ke qst lamelle sono perfettam trasparenti, nn c’è cambiamento di colorazione. Tra le varie lamelle vi sono anke cell simili ai fibroblasti ke sono cell fisse dette corneali ma si possono anke trovare leucociti migranti.

La memb limit int formata da fibre sottili di collagene, è molto resistente, rifrangente fornisce contenzione alla cornea. Sotto qst memb c’è endotelio ke guarda verso camera ant, sono cell epiteliari piatte di forma poligonale però sono cell discontinue, nn sn intimamente unite le une alle altre perkè deve avvenire lo scambio tra umor e cornea ( qst ultima nn ha vascolarizz e nutrimento è dato da umor. Infatti i vasi sang sono soltanto a liv del limbus).

SISTEMA TRABECOLARE SCLERO CORNEALE

A liv dell’orlo vi sono lacune, trabecole dette trabecole o spazi del Fontana ke comunicano con camera ant, sono imp perkè costituiscono la via di drenaggio dell’umor acqueo perkè deve essere mantenuta la pressione endooculare. Da qui si passa nel seno venoso della sclera o canale di Schiemm; qui viene

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riassorbito. Drenato nelle vene acquae ( al loro int hanno umor) e poi nelle vene episclerali quindi nelle vene ciliari ant e poi nella vena oftalmica. L’umor è cost da acido ascorbico, glucosio, cataboliti e acqua. L’acido ascorb è imp per ossidazione dei raggi UV. Il glucosio è l’elem di nutrimento principale.

COROIDE

Qst zona della tonaca vascolare è presente nei 2/3 post del bulbo e in avanti è presente fino al punto di pass tra retina visiva e cieca detto ora serrata. Ha due versanti int e est: qll est è aderente alla sclera e vi aderisce per mezzo della lamina sovra coroidea, internamente è a contatto con retina visiva. Post è forata per passaggio del n ottico. È formata da una lamina sovra coroidea ke si appoggia sulla sclera, è di natura connettivale con cell a forma stellata e contengono il pigmento di melanina. Qst presenza di melanina è imp perkè costituisce la camera oscura dell’occhio in modo ke nn si abbiano fenomeni di rifrazione, in modo tale ke i raggi vadano tutti nella fovea centralis e nn si disperdano all’int del bulbo. Le cell più superf formano la lamina fusca ( zone scura!). La lamina oltre a qst cell ha trabecole ke hanno andamento casuale, si incrociano in tutte le direzioni delimitano gli spazi linfatici ke costituiscono uno spazio detto spazio coroideo dello Schwalbe. Un alto strato della coroidea più interno è la lamina vascolosa formata da arterie ke sono le ciliari post brevi perkè le lunghe vanno alla retina, ci sono vene ke drenano verso le vene vorticose. Gli altri strati più int sono la lamina corio capillare e la lamina vitrea. La prima è estremamente ricca di capillari ke derivano da a ciliari post brevi e anke da vene ke vanno nelle vorticose. La lamina vitrea di Brunch è formata da lamina basale delle cell retiniche, poi c’è strato intermedio ( dato da 2 strati di fibre collagene e uno di fibre elastiche) e poi la memb basale fenestrata dei capillari ( è imp ke siano fenestrati per passare il nutrimento alle cell retiniche).

CORPO CILIARE

È un ispessimento della tonaca vascolare ke aumenta la superficie. Si trova interposto tra la coroidea e l’iride, inizia in corrisp dell’ora serrata. Si divide in 2 parti: una parte è post, è la più piana è detta parte piana del corpo ciliare o orbicolo ciliare. Ha strutt simile a qll della coroidea e viene chiamata parte piana però ci possono essere pieghe dette orbicolari. L’altra parte ke è ant detta corona ciliare ha processi detti ciliari ( circa 70-80), tra un processo e l’altro ci sono dei solchi detti vallecole. Su qst solchi si possono spingere le pieghe orbicolari. Nelle vallecole ci sono le fibre zonulari ke vanno ad inserirsi a livello del cristallino.

ANATOMIA 2 9 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

IPOTALAMO

Topografia:

• si estende dal mesencefalo alle regioni basali del telencefalo • Rappresenta la parte ventrale del diencefalo • Si trova intorno alla metà inferiore del terzo ventricolo • Si trova sotto al talamo

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Limiti:

• È delimitato caudalmente dal mesencefalo • Rostralmente dalla lamina terminale, dalla commessura anteriore e dal chiasma ottico • Lateralmente si trovano i tratti ottici, le capsule interne ed il sub talamo

Si distinguono tre parti in senso medio- laterale: periventricolare ( immediatamente vicina alla parete del ventricolo), mediale e laterale. Dall’avanti all’indietro riconosco:

Ragione chiasmatica: anteriormente

Regione tuberale: centralmente

Regione mammillare: posteriormente

Aspetti generali:

• l’ipotalamo interviene in molte attività legate a ritmi circadiani, è coinvolto in complessi meccanismi omeostatici e attività neuroendocrine, cosi come in molti comportamenti stereotipati

• l’ipotalamo deve quindi rispondere necessariamente a molti differenti segnali, alcuni di quali generati internamente e altri esternamente

• l’ipotalamo è collegato anatomicamente con numerose parti del SNC, tra cui la RF e parti del sistema limbico ( es. amigdala, regione del setto, bulbi olfattivi) e corteccia cerebrale

Cenni funzionali:

l’ipotalamo risponde a:

• luce: la lice del giorno e il fotoperiodo sono fondamentali per la generazione dei ritmi circadiani e stagionali

• stimoli olfattivi • corticosteroidi • informazioni provenienti in particolare dal cuore, dallo stomaco e dall’apparato riproduttivo • sistema nervoso autonomo • agenti vescicolari per via ematica: es. grelina, leptina, angiotensina, ormoni ipofisari, citochine,

livelli ematici del glucosio • stimoli termici.

alcuni ormoni prodotti dall’ipotalamo

Alcuni ormoni prodotti dall’ipotalamo:

• corticotropin-relasing hormone ( CRH) • gonadotropin-releasing hormone ( GnRH) • growth hormone re leasing hormone (GHRH) • somatostatina • TRH • ADH • Ipocretina

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CONNESSIONI AFFERENTI E EFFERENTI

• L’ipotalamo è un importante centro di integrazione per funzioni somatiche vegetative ed endocrine • L’ipotalamo laterale è in connessione reciproca con aree mesencefaliche de sistema limbico • Informazioni afferenti dall’interno e dall’esterno del corpo arrivano all’ipotalamo laterale

attraverso le vie spino bulbo reticolari, le quali proiettano all’ipotalamo tramite il talamo e le aree limbiche mesencefaliche

• L’ipotalamo mediale è collegato in modo reciproco con l’ipotalamo laterale e riceve poche vie afferenti dirette da zone non ipotalamiche

• Particolari neuroni dell’ipotalamo mediale rilevano importanti parametri quali la temperatura del sangue, la concentrazione plasmatica dei soluti la concentrazione degli ormoni

• Le efferenze dell’ipotalamo mediale con l’ipofisi sono di tipo nervoso per la neuroipofisi e di tipo umorale per l’adenoipofisi

I meccanismi di servocontrollo semplici del sistema cardiovascolare sono nella parte inferiore del tronco encefalico. Le vie efferenti provengono da barocettori, chemocettori e meccanocettori degli atri e dei ventricoli, mentre le vie efferenti son costituite da assoni ortosimpatici e parasimpatici. I meccanismi di regolazione bulbare sono sotto il controllo della parte superiore del tronco encefalico e soprattutto dell’ipotalamo. Esistono connessioni tra l’ipotalamo e i centri circolatori bulbari e proiezioni dirette dell’ipotalamo si neuroni pregangliari. Quindi il controllo dell’ipotalamo sull’apparato cardiovascolare si esplica in tutte le funzioni vegetative la cui regolazione è troppo complessa per il semplice meccanismo di servocontrollo. Le risposte più frequentemente evocate della stimolazione dell’ipotalamo anteriore ( area preottica e nucleo anteriore)------rallentamento del ritmo cardiaco, vasodilatazione, abbassamento della pressione arteriosa, salvazione, aumento della peristalsi gastrointestinale, contrazione della vescica urinaria e sudorazione. Qst effetti vengono mediti a livello periferico da neuroni colinergici tra cui quelli del sistema parasimpatico. Le risposte simpatiche noradrenergiche evocate dalla stimolazione della regione in cui si trovano i NUCLEI POSTERIORE E LATERALE----accelerazione del ritmo cardiaco, aumento della pressione arteriosa, arresto della peristalsi gastrointestinale, dilatazione delle pupille e iperglicemia.

REGOLAZIONE DELLA TEMPERATURA

I neuroni termosensibili dell’ipotalamo anteriore rispondono ad un aumento della temperatura del sangue e attivano i meccanismi che promuovono la perdita di calore, come la vasodilatazione cutanea e la sudorazione. Una lesione dell’ipotalamo anteriore può perciò determinare ipertermia. I neuroni dell’ipotalamo posteriore rispondono ad un abbassamento della temperatura ematica, scatenando risposte come la vasocostrizione e i brividi per la conservazione e la produzione di calore. La distruzione bilaterale centro della sazietà del nucleo ventromediale ( ipotalamo posteriore) ( “centro di sazietà”) produce negli animali insaziabilità e aumento ponderale. La distruzione dell’ipotalamo laterale nella regione tuberale ( “centro della fame”) produce negli animali un’anoressia che può giungere fino alla morte per inedia nel corso di poche settimane dall’intervento. Le aree dell’ipotalamo per questi tipi di comportamento presentano tuttavia una notevole sovrapposizione.

L’IPOTALAMO E L’ASSUNZIONE DEL CIBO

Il controllo dell’assunzione de cibo consiste in una complessa rete di segnali che raccolgono informazioni dalla periferia ( tessuto adiposo, intestino, stomaco). Diversi segnali periferici che afferiscono al SNC influenzano e regolano l’assunzione di cibo.

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• AD e NA-------recett alfa2-adrenergici----PVN----stimolazione dell’assunzione di cibo e carboidrati • AD E NA--------recett beta1-adrenergici---PFH ( periferical hipotalamus) - - -- riduzione

dell’assunzione di cibo e proteine

AMFETAMINA stimola qst ultima via descritta!!!!

• DA - - -- - recett D1-D2----PFH----riduzione dell’assunzione di cibo ( proteine) • 5-HT-------5-HT2a, 5-HT1b-------VMN----riduzione assunzione cibo ( carboidrati) • GH-----GH-R----- NPY -- -stimolazione assunzione cibo

GRELINA: proteina prodotta dallo stomaco, potente segnalatore di fame

LEPTINA stimolata da adipociti--------short form: LRa,c,d; long form: LRb-----inibizione NPVe AgRP(VMN)---riduzione assunzione cibo

Food intake-----distensione gastrica ----rilascio CCK----CCKa----NTS------inibizione NPY, AgRp-----inibizione assunzione di cibo.

Ossitocina: importante nella fiducia e nei rapporti interpersonali; imp nn solo nell’allattamento o nella contrazione uterine ma anke nei rapporti sociali, nella ricerca di feeling. Alcuni studi dimostrano ke l’ossitocina facilita relazioni sociali e il sentimento nei comportamenti umani. Rafforza effetto ansiolitico del supporto sociale ( parlare in pubblico ad esempio), implicata nelle cure materne, attaccamento materno fetale.

ANATOMIA 2 9 GIUGNO 2010 Prof. Lenzi

Corpo ciliare

Cost da faccia est ke si giustappone alla sclera e parte int ke prospetta verso la camera interna. La facca int è cost da epitelio ke è suddivisibile in 2 parti: epit est pigmentato ke si adagia su stroma corpo ciliare e epit int nn pigmentato. Qst faccia int costituisce la retina ciliare. A qst liv c’è produz umor e si presenta con sollevamenti per aumentare la superf di secrezione. L’epit int nn pigmentato è in rapporto con camera post, ha citoplasma chiaro. Epit est pigmentato, pieno di pigmento prevalen melanina e per qst nn si apprezzano nemmeno i nuclei, il citoplasma nn è chiaro; è amb scuro per evitare rifrazione luce.

Umor è uno dei 4 mezzi diottrici dell’occhio, passa nella camera post e da qui nell’ant; il liquido e povero di prot per nn avere interferenze, è liq assimilabile all’acqua, è leggerm alcalino, ha indice di rifrazione di 1,33. È riassorbito a liv canale dello Schlemm. Ha funz trofica per il cristallino e cornea. Ha una composizione simile ma nn uguale a qll del plasma per la povertà di proteine. Il flusso è determinato dalla differenza di pressione dei liq presenti all’int dell’occhio ( 20mmHg) e il canale di S (12mmHg). Esiste una barriera emato – acquea: fondamentali sono le giunzioni serrate tra le cell nn pigmentate dell’epitelio ciliare. Passa da camera ant a livello delle trabecole ke si hanno tra cornea e sclera, passa nel canale di S e da qui in vene. In qst assorbimento partecipa faccia sup dell’iride: presenta depressioni dette cripte.

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Fibre zonulari: vanno ad inserirsi a liv equatore del cristallino, cost apparati sospensore del cristallino: qst deve modificare forma per poter attuare la visione nn sfuocata. Qst fibre sono interess per composizione diversa dal collagene: sono digerite da elastasi ma nn della collage nasi. Si portano alla corona ciliare e dalla parte ant dell’orbicolo ciliare verso l’equatore del cristallino. Sono disposte radialm intorno al cristallino, lo tengono in sede e trasmettono le forze capaci di distenderlo.

Muscolo ciliare: localizz all’int del corpo ciliare ed è cost da musc liscia ke si orienta in modo diverso: infatti ci sono fibre denominate meridiane ( o meridionali) e delle fibre dette circolari. Le prime sono esterne, partono da sclera e vanno al connettivo dei processi ciliari o dell’orbicolo ( fino quindi al corpo ciliare); qst fibre cost il 90% del musc ciliare e prendono il nome di muscolo di Brucke. Le seconde sono più interne e cost il musc di Muller, si sviluppano più tardi alla nascita ( secondo –terzo anno di vita), fondamentali per l’accomodazione, innervato da fibre parasimpatiche postgangliari ( nn. ciliari brevi) provenienti dal ganglio ciliare, il ql riceve fibre pregangliari dal nucleo di Edinger Westphal tramite l’oculomotore.

IRIDE

Struttura interposta tra camera ant e qll post. È parte della tonaca vascolare. L’iride deve avere un foro perkè la luce deve passare: la pupilla. Qst struttura presenta una faccia ant, una post, un margine pupillare ke circonda orifizio pupilare e margine ciliare in rapporto con corpo ciliare, vicino all’orlo sclero. Faccia post: verso camera post e qll ant verso camera ant.

La faccia ant: colore variabile, di aspetto irregolare ( cripte), la zona di passaggio tra la faccia ant e la cornea corrisponde alla parte periferica della camera ant ed è detta angolo irido-corneale. La faccia post è completam a contatto con la parte iridea della retina cieca e ciò le conferisce un caratteristico aspetto scuro. L’iride è cost da varie parti ke andando da avanti a indietro è cost da epitelio ( singolo strato di cell piatte ke continuano con qll della cornea nell’angolo); stroma cost da connett lasso con fibrociti con capacita fagocitica, fibre collagene, cell ke contengono melanina e macrofagi; in prossimità dal margine pupillare c’è la presenza di fibrocell musc lisce ke cost il musc sfintere della pupilla ( è quindi ant centrale e ha forma circolare); poi c’è epit pigmentato ( parte int della retina cieca, è la continuazione della parte ciliare, formato da due strati: l’int guarda verso camera post molto pigmentato, l’esterno ha cell mioepiteliari ke vanno a costituire il musc dilatatore della pupilla. Qst musc è post e disposto radialmente!)

Muscolo sfintere della pupilla: Innervato da neuroni pregang provenienti da nucleo di E-W; arrivano al ganglio ciliare e tramite i nervi ciliari brevi arrivano al musc sfintere della pupilla ( stessa cosa vista precedentem); sono fibre parasimp.

Musc dilatatore della pupilla: ha innervaz ortosimp, quindi fibre ke vengono da segm spinali a liv di T1-T2 arrivano al ganglio cervicale sup, sinaptano e da qui partono le fibre postgan accompagnando la carotide e cost il plesso carotideo int. Entrano in cavità orb tramite il n. oftalmico e da qui arrivano al ganglio ciliare ma nn sinaptano; sfruttano il n oftalmico per arrivare in prossimità dell’occhio e tramite nervo naso ciliare raggiungono il musc tramite o rami lunghi oppure attraversano il ganglio ciliare e sfruttano i nervi ciliari brevi per arrivare la muscolo.

CRISTALLINO

È una strutt ke cost un mezzo diottrico dell’occhio, ha forma di lente biconvessa. Ha raggio di curvatura sulla faccia ant di 10mm, mentre la faccia post ha raggio si 6 mm. La faccia ant subisce maggior modificazione durante l’accomodazione, è in rapporto con la camera post dell’occhio con l’iride e con la

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pupilla. La faccia post è più convessa di qll ant, poggia sulla fossa ialoidea del corpo vitreo. Lungo l’equatore si inseriscono le fibre cost la zonula ciliare dello Zin.

È cost da una capsula ke lo circonda, è una memb basale molto spessa di circa 11-18 micron, al di sotto della capsula c’è l’epit del cristallino. Qst cell sono alte, cubiche ke diventano cilindriche verso l’equatore, a un certo punto si trasf dando luogo alle fibre del cristallino ( cell dell’epit modificate e cost la mag parte del cristallino). Qst fibre sono disposte su diversi strati e possono essere classificate come fondamentali qll dello strato più superf ( strato corticale), intermedie ( strato di transizione) e centrali( più sottili e più corte delle altre) ke presentano ancora il nucleo durante qst modifica le cell dell’epit si trasf e perdono il nucleo, alcune nn lo perdono e sono le fibre centrali. Tra le fibre nn c’è matrice extracell, ma sono immerse in prot dette cristalline ( prot specif del cristallino) e rappresentano il 90% circa di tutte le prot del cristallino e qst prot aumentano l’indice di rifrazione del cristallino. Il potere di rifraz del cristallino cambia da periferia a centro perkè varia la concentrazione delle prot cristalline. Periferia: 1.38; centro: 1.5. Cristallino unico mezzo diottrico in cui il suo potere diottrico può variare. Perkè? A seconda della posizione dell’oggetto. Finkè oggetto è molto lontano fino a una dist di 5m si induce uno spostamento dell’immagine sulla retina di 60 micron, l’immagine è cmq ancora all’int dei segmenti est dei recett retinici e l’accomodazione nn è necessaria; per distanze minori qst invece è indispensabile, qua nn è più all’int!! Con l‘età il cristallino perde qst plasticità e la persona deve mettere per vedere bene l’oggetto lontano e mettere gli occhiali!!

Accomodazione: modificazione del cristallino necessaria per la messa a fuoco di un oggetto vicino; il muscolo ciliare si contrae; diminuisce il grado di tensione dell’apparato sospensore del cristallino; aumenta il grado di convessità; aumenta indice dei rifrazione del cristallino; viene coinvolta la corteccia visiva.

Muscolo ciliare rilasciato: cristallino appiattito: potere diottrico minimo ( 20 diottrie)

Muscolo ciliare contratto: cristallino sferico: potere diottrico massimo ( 34 diottrie).

L’accomodaz del cristallino si accompagna a convergenza degli occhi e diminuzione del diametro pupillare----tutt qst si trova nel riflesso di accomodazione.

CORPO VITREO

È un mezzo diottrico e occupa la camera vitrale. Aderisce alla retina visiva specialm in corrisp dell’ora serrata. Si discosta leggerm della retina ciliare; al davanti presenta la fossa ialoidea su cui poggia la faccia post del cristallino. Ha un indice di rifrazione di 1.334. è una massa gelatinosa, incolore, amorfa e trasparente come il vetro, formata per metà circa di acqua. Nel corpo vitreo si possono distinguere:

• Una fase liquida, formata da acido ialuronico ed acqua • Una fase solida formata da una sottile rete di fibre collagene ( in periferia)

Alla periferia sono presenti cell ( ialociti) deputati alla produzione di acido ialuronico e fibre collagene.

Dalla papilla del nervo ottico fino alla faccia post del cristallino si estende il canale ialoideo ( di Cloquet), residuo di un’arteria ( la ialoidea) presente solo durante la vita embrionale.

APPARATO LACRIMALE

La secrezione delle ghiandole lacrimali ( tubuloalveoari) contiene lisozima e anticorpi. Le lacrime prodotte dalle gh lacrimali mantengono umida la superf est del bulbo oculare e vengono raccolte nel lago lacrimale

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nell’angolo mediale dell’occhio. Il secreto lacrimale viene poi drenato attraverso punti lacrimali ( due piccole aperture).

RETINA

È la tonaca nervosa del bulbo oculare. È la più int delle tre. Aderisce alla tonaca vascolare fino al margine pupillare. L’ora serrata è linea di confine in corrisp della ql la retina modifica la sua struttura.

La retina ( sia visiva ke cieca) è formata da due foglietti: est e int. Il primo è qll pigmentato ed è a contatto con strato int della tonaca vascolare. È cost da un unico strato di cell. Il secondo detto retina propriam detta, aderisce allo strato est solo in corrisp dell’ora serrata e della papilla ottica, nelle altre zone è presente uno spazio virtuale. Entrambi i foglietti derivano dalla vescicola ottica ma da parti diverse: tra le due c’è spazio virtuale a livello dell’ora serrata e della papilla ottica.

L’epit pigm è cost da singolo strato di cell ke contengono melanina, impedisce riflessione raggi luminosi; media scambi tra fotorecett e corio capillare. Nn è presente a liv della papilla ottica e si prosegue a liv della retina ciliare e iridea. Qst epit è imp perkè contiene la vitamina A precursore dei pigm fotosensibili. Protegge i fotorecett perkè è scuro, protegge da sovraesposizione alla radiaz luminosa.

Le cell epiteliari presentano sottili espansioni ke si insinuano tra le cell dei fotorecettori. Gli apici dei bastoncelli vengono esfoliati in continuazione e fagocitati dalle cell epiteliari. Il distacco della retina avviene tra le retina propriamente detta e l’epit pigm, mancanza di complessi giunzionali ( origine embriologica diversa dalla vescicola ottica, foglietto est: epit pigm, foglietto int: retina propri detta).

Strutt della retina: la retina visiva ha molti strati di cell nervose, di cui:

1. Strato dei fotorecett 2. Strato delle cell bipolari 3. Strato delle cell gangliari

Due zone della retina hanno delle caratt peculiari:

• La papilla del nervo ottico, caratt dell’assenza di fotorecett • La macula lutea, caratt dalla presenza esclusiva di coni: si trova circa 1mm lateralmente al polo post

del bulbo; formata dalla fovea. Nel vivente è di colorito rosso brunastro. Ha la forma leggerm ellittica, presenta al centro una depressione detta fovea centralis.

La luce che colpisce la retina prima di raggiungere lo strato dei fotorecett deve attraversare tutti gli starti di cell retiniche. Nella fovea, invece, gli starti di neuroni sovrastanti sono spostati lateralm e la luce può colpire dirett i fotorecett. Per qst a liv della fovea la visione è più nitida.

FOTORECETTORI

Il segm est contiene il pigmento fotosensibile: per i bastoncelli è la rodopsina, per i coni sono diverse le sost fotosens e sono iodopsine, con diversa sensibilità per le radiaz dello spettro.

Bastoncelli: sono molti ( circa 100 milioni), più sensibili alla luce, attivati da luci molto basse, sono i recett del crepuscolo. Qst perkè hanno bassa soglia di attivazione ( luci dell’ordine di 2-3 fotoni). Si adattano alla oscurità e sinaptano con le cell bipolari per mezzo della sferula. Qst bastoncelli se abbiamo intensità lumin elevata si sovra saturano e nn funz più, nn hanno capacità di costruire immagini di buona qualità e sn

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incapaci di percepire i colori. La popolazione dei bastoncelli occupa tutta la retina, eccetto ke nella fovea, risulta massima all’estrema periferia della retina nervosa. La porzione est cilindrica del bastoncello detta segm esterno è connessa al segm interno da un ciglio difettivo. Nel segm est sono presenti numerosi dischi, cost da introflessioni della memb cell il pigm fotosensibile ( rodopsina) è incorporato nella memb come prot transmemb. La rodopsina reagisce alla luce cambiando conformaz e ciò produce un segnale ke si propaga fino alla sferula, dove avviene il rilascio sinaptico e di neurotrasmettitore.

Coni: hanno maggior soglia di eccitazione, consentono visione distinta, sono a liv della fovea, sinaptano con cell bipolari e si distinguono in tre tipi perkè contengono pigm sensibili alla luce blu, verde e rossa ( coni S, M, L). il segm più est dei coni è più largo di qll dei bastoncelli, contiene dischi di memb impilati l’uno sull’altro ke mantengono la loro continuità con la memb plasm. I coni variano nelle diverse posizioni della retina: nella fovea sono sottili e lunghi, cosi ve ne possono stare i numero maggiore. La loro lungh diminuisce gradualmente verso la periferia. Sono disposti in un’unica fila.

Pigmento fotosens: la rodopsina e la rodopsina sono considerate prot fotosens, assorbono l’energia lum e inducono la risp eccitatoria. Contengono:

l’11-cis-retinale, molecola org derivata dalla vit A

un supporto prot ( opsina) inattivo in assenza di luce.

Entrano in collisine con o stimolo luminoso, l’11 cis retinale acquista energia e ruota su se stesso trasformandosi in un suo isomero, detto retinale tutto - trans si separa dall’opsina ke a sua volta cambia conformazione.

ANATOMIA 2 14 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

LA VIA VISIVA

L’ipotalamo è imp perkè al nucleo soprachiasmatico arrivano informazioni dalla retina, qst stimolo luminoso è imp perkè deve raggiungere l’epifisi per la regolazione della secrezione della melanina.

Collicolo superiore è fondamentale per orientamento testa e occhi, è interposto tra campi oculari frontali e nuclei dei nervi encefalici.

Esistono coni e bastoncelli in contatto con cell bipolari ke fanno sinapsi con cell gangliari.

Imp è rapporto tra segm esterno dei coni e bastoncelli, deputato alla trasduzione del segnale, e epitelio pigmentato----è fondamentale perkè c’è un rapporto di avvolgimento, il segm est prolifera dal basso all’alto; l’epitelio fagocita parti più distali del segm esterno, le parti in esaurimento funzionale; poi siccome è interposto tra segm esterni fa da camera oscura quindi nn c’è rifrazione; in più è imp per il trofismo dello strato dei fotorecett della retina: riceve trofismo per diffusione perkè evidentemente qst parte nn deve avere vasi sanguigni ( l’umor dà il trofismo prodotto dalla ratina cieca, infatti la coroidea terminava nel punto in cui dalla retina visiva si passava alla cieca; la retina ha doppio trofismo). Lo strato più est della retina è qll dei fotorecett. Quarta funzione dell’epitelio è il turn over del pigmento.

Quali sn alcune delle caratteristiche funz dei fotorecett?

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Tre tipi di coni esistono, mentre esiste un solo tipo di bastoncello. Le tre tipologie di coni sono denominate RGB: coni rossi ( lung d’onda lunga, circa 700-750nm), verdi e blu ( lungh d’onda breve, circa 250 nm).

I due tipi principali di recett hanno diversa capacità di adattamento alla condizione di scarsa illuminazione. Di fronte al’oscurità reagiscono diversamente, con velocità diverse. Entrambi devono adattarsi alle nuove condiz di luminosità: i coni si adattano facilmente e velocemente alle nuove condizioni, hanno alta sensibilità; in condiz di scarsa luminosità però il cono nn lavora. Dopo 15-20 minuti, invece, il bastoncello si adatta alla scarsa luminosità, lavora ancora, gli basta poca luce per dare informazioni. Perkè i bastoncelli sn più sensibili dei coni in condizioni di scarsa luminosità? C’è rapporto diverso tra coni e bastoncelli e le rispettive cell gangliari. Le cell gangliari ricevono gli impulsi dalle cell bipolari; gli assoni formano il nervo ottico e fanno sinapsi nel talamo ( corpo genicolato laterale) , nel tubercolo quadrigemino superiore e nell’ipotalamo. La cell gangliari si devono occupare nn di un bastoncello ma di più di uno da una parte e dall’altra di un solo cono: quindi comporta minor precisione ma è più facile raggiungere un potenziale d’azione ke raggiunga lo stato di soglia!! Quindi i bastoncelli hanno maggiore sommazione spaziale rispetto ai coni!!!!

Esistono tipi diversi di cell gangliari =

il campo recettivo ha forma circolare ed ha un’organizzazione opposta tra centro e periferia. Si distinguono infatti 2 tipi diversi di cellule:

• centro - on: eccita ( depolarizzata) quando la luce è diretta ai coni nel centro del campo recettivo e inibita quando la luce colpisce la periferia;

• centro - off: inibita quando la luce è diretta alla periferia del campo recettivo e eccitata quando la luce è diretta al centro.

Esistono due tipi di cell gangliari:

Cellule M ( magno): <10%, corpi cell voluminosi, campo recett ampio, risp fasiche, proiettano agli strati magnicell del corpo genicolato lat; sensibili alle caratteristiche generali dello stimolo e del suo movimento;

cellule P ( parvo): 80-90% corpi cell di piccole dimensioni, risp toniche, sensibilità ai colori ( opponenza rosso-verde e blu - gialli), proiettano agli strati parvicell del corpo genicolato laterale; sensibilità per i dettagli dello stimolo.

Qst due classificazioni sono sovrapponibili, ovvero ci sono cell M sia on ke off, lo stesso per le cell P.

Le informazioni ke vengono dalla retina, dalle cell gangliari precisamente, sn imp perkè andranno a parti dell’ipotalamo ke sn il nucleo sovra chiasmatico, per regolazione ritmi circadiani. Ci sono cell gangliari con melanopsina. Nella retina ci sono cellule gangliari con melanopsina ke trasferiscono informazioni attraverso il fascio retino sovra chiasmatico ke vanno al nucleo sovrachiasmatico. Qst ultimo è correlato al nucleo paraventricolare ke proietta a liv midollo spinale ( colonna intermedio laterale, quindi fibre pregangliare di natura ortosimp). Da qst colonna vanno al ganglio cervicale superiore, rientrano in scatola cranica e fanno sinapsi nell’epifisi e adesso l’epifisi può modulare una maggiore o minore quantità di melatonina. Si dice quindi ke qst circuito regoli i ritmi circadiani, ma nn il sonno-veglia!!!!!! Infatti nn è lo stesso sonno dormire con la luce o meno, perkè alla retina se c’è luce qst ci arriva!!! Letargo: parametri molto rallentati, metabolismo rallentato per sopravvivere e arrivare al periodo di risveglio; stessa cosa per noi, si deve mantenere i ritmi circadiani!!!

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Me nella retina la distribuzione dei fotorecettori è omogenea?NO!!!!

Macula lutea: nel cadavere appare giallastra ecco perkè lutea, nel vivente però è rossa-brunastra, perkè? Qua la retina è più sottile, si vede la corio capillare ke è sotto, per trasparenza. Ma cosa cambia da essere vivi o morti? La circolazione del sangue.

I coni e bastoncelli nn sono uniformemente distribuiti nella retina. Se aumenta le pressione endocranica aumenta pressione intorno al n ottico; il nervo ottico qnd emerge è rivestito da meningi e tra le meningi c’è liquido cefalo rachidiano. Il drenaggio venoso viene cosi ostacolato, a carico del bulbo oculare: qst è il caso dell’edema della papilla del nervo ottico.

La retina diminuisce di spessore: qst livello è la fovea centralis; la macula lutea corrisponde alla fovea centralis, il nome cambia perkè il termine macula lo uso dopo una valutazione con lo strumento. Qst assottigliamento della retina avviene sopratt a carico di tutte cell ke nn sono fotorecett. La porzione centrale della fovea è chiamata foveola( piccola fossetta). Nella fovea ho sopratt coni, quindi funzionalmente parlando la fovea corrisponde al punto di massima discriminazione visiva. Nella foveola la popolazione cellulare è rappresentata esclusivamente da coni, quindi qlc bastoncello saranno nella fovea ma nn nella foveola!!! Le cell sottostanti della foveola ke nn sono fotorecett e potrebbero intralciare il raggio luminoso, si spostano lateralmente per nn ostacolare il segmento esterno del fotorecett. La foveola è il punto più alto di discriminazione visiva, quindi dove c’è max discriminazione ho bisogno di coni più sottili rispetto a qll extrafoveali!!!! Quindi i coni della fovea e sopratt della foveola sono più sottili: più ce ne ho più ho max discriminazione!!!! A liv della fovea ci sono in pratica solo coni, basta ke mi sposto un pochino anke di un grado e sono fuori dalla fovea la quantità di coni diminuiscono tantissimo!! Ci sono perkè cmq vedo i colori ma nn ho la capacità discriminativa. I bastoncelli invece tendono progress ad aumentare sopratt sono nelle zone periferiche. Di notte per avere una migliore visione dovrei vedere con la zone periferica della retina!!! Rapporto tra coni foveali e cellule gangliari: 1:1; la situazione migliore! A livello della foveola c’è riduzione strati, solo coni sottili e tanti, il rapporto 1:1 con cell gangliari.

ANATOMIA 2 16 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

ORECCCHIO

MARTELLO

Testa: nel recesso epitimpanico

Processo laterale: spinge leggermente la membrana del timpano. Alla sua base si inserisono le pieghe tempano malleolari.

Processo anteriore incrocia il solco malleolare dell’osso timpanico. Si porta verso la fessura petrotimpanica.

Esistono vari legamenti:

• Superiore ( o sospensore), verso il tegmen timpani • Laterale, dal limite tra testa e collo verso la parete laterale

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• Anteriore: dal processo anetriore fino alla spina dello sfenoide attraverso la fessura petrotimpanica

( di Glaser), è un residuo embrionale.

INCUDINE

Corpo: nel recesso epitimpanico, faccetta articolare semilunare per la testa del martello

Processo ( o ramo) breve: orizzontale e superiore, dà attacco al ligamento dell’incudine

Processo lung: termina con il processo lenticolare per articolazione con la staffa

Legamenti:

• Superiore: verso il tegmen timpani • Posteriore: dall’estremità del ramo breve alla parete post ( fossa dell’incudine)

STAFFA

La base si articola con la finetsra ovale in modo da permettere piccoli movimenti per trasmettere il suono. Deve essere mobile per amplificare il gioco di leva esercitato dalla catena degli ossicini. Tra la base e la finestra ovale c’è un ligamento anulare proprio per qst scopo.

MUSCOLI DELLA CASSA DEL TIMPANO

Muscolo tensore del timpano ( o del martello): deriva dal primo aco branchiale, origina da parete sup della porzione cartilaginea della tuba uditiva, si inserisce sul manico del martello sotto al processo ant.

Muscolo della staffa ( o stapedio): deriva dal secondo arco branchiale, origina nell’eminenza piramidale e si inserisce sul margine post della test della staffa. Irrigidisce il sistema e consente una riduzione della trasmissione del suono: mette per traverso la staffa.

Le ossa sono rivestite per lo più da epitelio pavimentoso semplice ( mucosa) con qlc cell calciforme mucipara.

TUBA UDITIVA

Nella cassa del timpano è contenuta aria e la pressione int deve essere la stessa. La tuba uditiva si porta in bassa e medialmente verso la rinofaringe. Ci sono due porzioni:

• Porzione ossea: laterale, lunga 12mm, è formata dal semicanale tubarico presente nella parte inf dell’osso temporale

• Porzione fibro cartilaginea: mediale, lunga 24mm, inizia nell’rifizio faringeo ed il suo scheletro costituisce un supporto incmpleto alla tuba stessa: cartilaginea: lamina che costituisce la parte postero mediale della tuba; forma a doccia rivolta verso il basso ( volta della tuba). Qst è rappresentata in maniera non smmetrica: qll mediale è maggiore delle due lamine. Fibrosa: costituisce la parte antero laterale della tuba; si estende da un margine all’latro della lamina cartilaginea così da doccia si forma un canale , forma il pavimento della tuba.

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La tuba è rivestita da epitelio respiratorio. I muscoli che agiscono sull’apertura : tensore del velo palatino, elevatore del velo palatino ( rispettivamente n vago e n mandibolare). Nel bambino la tuba è più corta e mano inclinata ed è sottoposta maggiormente a infezioni.

ORECCHIO INTERNO

Il labirinto osseo è costituito da una parte centrale ( vestibolo) e dalla coclea costituita da 3 giri incompleti, poi ci sono i canali semicircolari ossei. Il vestibolo accoglie lo sbocco di tutti i canali. Ciascuno dei tre canali semicircolari è posto su un piano ortogonale rispetto agli altri; qst dispositivi valutano le accelerazioni angolari della testa. Sono accoppiati funzionalmente. Presentano una porzione più dilatata ( ampolla/ braccio ampollare) e una più lunga, ma con calibro uniforme ( braccio semplice). I due canali semicircolari hanno il braccio semplice in comune; per cui all’interno del vestibolo ci sono 5 sbocchi e non 6. Il canale semicircolare sup determina la prominenza arcuata e serve alla percezione di equilibrio.

Canali semicircolari:

superiore: anteriore

posteriore: inferiore

laterale: orizzontale

c’è anche un labirinto membranoso oltre che osseo; qst labirinto contiene la perilinfa. L’apparato vestibolare è costituito dai canali semicircolari membranosi; le stesse strutture ossee sono riferite anche al reticolo membranoso.

Utricolo e sacculo: dilatazione di strutture del labirinto membranoso. Qst sono situati nel recesso ellittico ( utricolo) e nel recesso sferico ( sacculo). Fanno parte dell’apparato vestibolare e rilevano l’accelerazione lineare e il senso di posizione ( componente vestibolo-cocleare). I canali semicircolari membranosi ricalcano la forma di qll ossei della testa che attraverso il canale otricolo-sacculato è in collegamento con il sacculo. Qst ultimo tramite il dotto reuniente è in collegamento con il condotto cocleare, porzione membranosa della chiocciola. Il condotto…….. sbocca in fossa cranica post ed è in comunicazione con il sacco linfatico. Sul fondo della fossa ellittica e sferica c’è una parete cribrosa che dà passaggio a fibre nervose che terminano al ganglio vestibolare dello Scarpa. Il meato acustico interno è una via di passaggio di fibre nervose di neuroni del ganglio spirale del Corti ( vie uditive) e del ganglio vestibolare dello Scarpa ( vie vestibolari). Il ganglio dello Scarpa è all’interno del canaletto uditivo int.

Utricolo: senso di posizione della testa e accelerazione lineare della testa. La parte recettoriale come qll della chiocciola è detta cellula capelluta, che è abbastanza allungata ed è detta stereo ciglia e servono a rilevare spostamenti di sostanza liquida o gelatinosa in cui sono immerse: a seconda del lato verso il quale si flettono inducono iper- o depolarizzazione.sono disposte a scala. Esiste anche la chilo ciglia dell’ultimo stereo ciglio; modificato, fa da guida agli altr nella crescita; l’actina è abbondante nello stereo ciglio per conferire na certa rigidità. Le stereo ciglia sono collegate tra loro da glicoproteine . l’estremità di uno stereo ciglio è legata alla parete del ciglio adiacente ( tip link). Il punto dove si inserisce il ciglio è imbutiforme…… l’apice dello stereo ciglio è immerso in una sostanza gelatinosa ( macula otolitica) più cristalli di carbonato di calcio che aumentano la massa della cupola gelatinosa ( otoliti). Con la deflessione verso il chilociglio si ha depolarizzazione ; se è verso lo stereociglio più corto allora si ha iperpolarizzazione. La cell capelluta è attraversata da……in una direzione, ma provando gli stimoli da tutte le direzion, le stereo ciglia sono diposte in maniera diversa le une dalle altre per garantire che lo stimolo sia percepito. Le cellule capellute sono

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tutte polarizzate verso la …….linea immaginaria in cui tutte le chilocglia sono poste vicine le une alle altre. La … per accogliere tutti gli stimoli è curvilinea a S, cosicchè ci saranno sempre cell che si depolarizzano e cell che si iperpolarizzano. L’otricolo soprattutto accelera le reazioni orizzontali diverse, il sacculo nvece accelera le reazioni verticali soprattutto. Tramite il … link la deflessione provoca l’apertura di un …., il canale del Ca che consente fisicamente la depolarizzazione della cell. Il punto di appoggio sullo stereo ciglio più alto è mobile e può essere spostato da glicoproteine in modo da risultare più alto in base alla necessità di spostamento della cell.

Sacclo: risp a stimoli verticali. La macula è disposta in senso verticale a differenza dell’otricolo a anche qui c’è la strida, ma l’iperpolarizzazione avviene nel verso positivo lontano dalla strida, questo non comporta niente dal punto di vista funzionale.

Canali semicircolari: stesse cell capellute. Rilevano il senso dinamico del moviemto della testa. Il braccio semplice occupa una parte di quello osseo e la parte rimanente è …… in un liquido simile al cefalorachidiano extracell ( perilinfa). L’endolinfa è presente all’int del braccio membranoso. L’elemento recettoriale, cioè la cresta ampollare, è situato nel braccio ampollare. La cresta è una piega della mucosa del rivestimento interno disposta ortogonalmente rispetto all’asse del canale semicircolare. La cresta è costituita da cell capellute. Non cambia il tipo di stimolo, ma la direzione dello stimolo, quindi il recettore è lo stesso per tutto l’apparato vestibolare. Qui però lo stereo ciglio è rivestito solo da una cupola gelatinosa e nn ci sono gli ….. che infatti servono a rilevare la posizione, utile per il sacculo e l’otricolo. Le accelerazioni angolri sono rilevate contemporaneamente da tutti i canali semicircolari, cosicchè possono essere rilevati stimoli da tutte le dimensioni, perché la cresta da sola nn è sufficiente visto che è posta su un unico piano e nn è …. Cme la strida. Ecco perkè i canali semicircolari sono ortogonali l’uno con l’altro proprio per garamnte la percezione di tutti gli stimoli. Il canale lat però nn è orizzontale come si dice: è aperto di 30° in avanti. Allora se si inclina di 30° verso iil bsso la esat il canale diventa orizzontale . quindi i canali semicircolari lat sono accoppiati tra loro. Il canale sup è perpendicolare alla piramide del temporale e il canale inf è parallelo alla piramide. Gli orizzontali sono accoppiati e l’… di un lato è accoppiato cn il post dell’altro lato ( sono poste sullo stesso piano).

ANATOMIA 2 21 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

LA CHIOCCIOLA

Nella parete vestibolare ci sono due aperture: la finestra ovale e la finestra rotonda che è coperta da membrana secondaria del timpano.

Partiamo da staffa, siamo in corrisp finestra ovale: vedo ke in avanti parte canale detto scala vestibolare, qst scala più va in avanti si assottiglia sempre più e alla fine alla sua estremità c’è foro, un’apertura detta elicotrema; se torno indietro da qst apertura mi trovo la scala timpanica ke ha comportamento uguale alla precendente; qnd qst ultima termina mi trovo in corrispondenza della finestra rotonda. Se mi affaccio alla finestra vedo il vestibolo e quindi sono nella scala vestibolare. Se vedo la cassa del timpano allora sono nella scala timpanica. Il canale è a spirale, fa 3 giri di cui distinguiamo: un giro basale, uno medio e uno apicale ( ¾ di giro). Se prendo qst struttura e considero solo la parte ossea senza considerare la parte membranosa ( quindi la chiocciola ossea) vedo: avvolgimento in giri intorno a asse centrale detto modiolo ke nn è una strutt piena ma sn presenti numerosi canali attraversati da fibre nervose probabilmente, l’asse

Page 148: Anatomia 2 (Denise) Appuntiunipi

centrale del modiolo è detto columella, la strutt ossea è detta lamina di contorno, lamina spirale ( setto osseo) è setto incompleto ke divide le due scale, c’è poi qlc di membranoso ke corrisponde al tratteggio dello schema e qst strutt è imp per modulazione dei suoni se nn considero solo la parte ossea; quindi qst significa ke le due scale comunicano, ma in condizioni normali no perkè c’è una divisione membranosa.

E la parte membranosa? Parto da lamina spirale ossea, c’è poi una porzione tratteggiata nello schema ke è qlc di membranoso già precedentemente detto: corrisponde alla membrana basilare ; al di sopra ci sono diverse struttura ovvero l’organo del corti e le cell capellute. Nell’ambito della scala vestibolare c’è una membrana ( si inserisce su lamina di contorno) detta vestibolare del Reisner, con qst membrana c’è altra divisione ovvero identifico il canale cocleare( tra qst ultima membrana e qll basilare) e qui dentro c’è endolinfa. Qst endolinfa è assimilabile a liquido intracellulare. Qst liquido è separato dalla perilinfa ke è presente nelle due scale. Se comprimo liquido compreso nella scala vestibolare e qst compressione si propaga sulla membrana di R. e quindi sull’endolinfa; quindi anke all’organo del corti e anke su memb basilare ke si deformerà quindi. Qst impulso sarà trasmesso al liquido della scala timpanica e poi su membrana secondaria del timpano.

Stria vascolare: deputata a produzione e riassorbimento dell’endolinfa; è la parete esterna del condotto cocleare.

Parte memb, lateralmente, di natura connettivale ke si unisce alla memb basilare: ligamento spirale ( collega il periostio al condotto concleare).

Divisione condotto cocleare e scala timpanica: memb basilare, ligamento spirale e lamina spirale ossea.

Su memb basilare poggia l’organo del corti ke nn la occupa totalmente!

Sopra lamina spirale ossea vediamo ke medialmente c’è il lembo spirale: su qst lembo origina la membrana tectoria: poggia su gran parte delle cell capellute.

Lamina spirale ossea come è fatta? La lamina spirale ossea ha un canalicolo, uno spazio occupato da fibre nervose detto canale di Rosenthal. Qst canalicolo è alla base della lamina spirale ossea. In qst canale è presente il ganglio spirale del Corti. E da qui partono canalicoli percorsi da assoni ke poi usciranno dal tractus spiralis foraminosus.

L’ORGANO SPIRALE DEL CORTI

Se si deforma la memb del R, si trasferisce l’impulso su condotto cocl e quindi endolinfa, sotto la memb del R c’è la memb tectoria e al disotto ci sono le cell sempre in contatto con memb tectoria. Qnd arriva impulso sonoro ke si trasferisce da perilinfa, si impone un trasferimento alla memb basilare, qst ultimo spostamento è trasferito per l’incomprimibilità dei liquidi alla scala timpanica.

L’organo del corti poggia sulla memb basilare (più precisamente sulla sua pars tecta, esiste una porzione più laterale detta pars pectinata su cui nn poggia nulla). Sono presenti:

• cellule di sostegno: o pilastri del corti ( interni ed esterni) o cellule di Deiters ------ rapporto specifico e particolare con cell capellute o cellule di Hensen o cellule di Claudius

• cellule sensoriali:

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o cellule capellute interne o cellule capellute esterne ---sono di più perkè sono disposte su tre file.

• galleria del Corti ----si crea tramite rapporto tra i due tipi di pilastri ( interni ed esterni); qui dentro è presente un’endolinfa modificata detta cortilinfa

• spazi del Nuel ----nn sono artefatti. Sn tra cell capellute e cell del Deiters

Cosa serve la pars pectinata? Perkè non ci poggia niente? Probabilmente qst parte offre la possibilità di riceve stimoli di frequenza diversa.

Le cell capellute esterne sono sempre in contatto diretto con la memb tectoria, qll interne entrano in rapporto solo in una certa fase di trasmissione dei suoni.

I pilastri interni ed esterni sn in rapporto tra loro e fanno la galleria del corti. Su tre file ci sono le cell capell est e sono in rapporto con cell del Deiters. Il rapporto tra qst ultime due sembra sia minimale, in realtà la cell del D accoglie il fondo della cell capelluta ma nn si limita a qst: la cell del D fa dei processi falangi formi ke si pongono intorno alla porzione apicale della cell capelluta. Qst rapporto finale è imp per evitare il contatto tra cell capellute.

Le cellule sensoriali: si suddividono in cell capellute interne ed est. Qll est hanno rapporto imp per cell del D. Le cell capellute interne sono disposte su un’unica fila, stereocilia disposte a U o V; le cell capellute est sono disposte su tre file, stereocilia disposte a W. Nella chiocciola dell’uomo: cell capellute int: circa 3500; cell capellute est: circa 12000.

Le stereocilia e il loro rapporto con memb tectoria: si vede ke il rapporto tra stereocilia e memb è costante per cell capellute est, ma nn lo è per qll int.

ANATOMIA 2 22 GIUGNO 2010 Prof. Ruffoli

VASCOLARIZZAZIONE DEL SNC

Arteria vertebrale:

da qui originano le arterie vertebro midollari, ma sono staccate anke da arterie più basse. Rapporto con atlante: in particolare con l’arco post, c’è solco arteria vertebrale ke a volte può essere un vero e proprio canale. Lateralm c’è giugulare int, davanti ho il fascio vascolo nervoso del collo. Punto di riferimento per aggredire arteria vertebrale dal dietro: triangolo sotto occipitale si delimita grazie a presenza di tre muscoli: retto post del collo, obliquo sup e inf; punto dove posso trovare arteria vertebrale. Si entra dentro scatola cranica e prima di fare poligono di Willis si porta lateralmente al midollo allungato e poi medialmente e ventralmente in corrisp del solco bulbo pontino. Durante prime fasi di sviluppo la basilare è doppia e poi tende ad accollarsi e divenire un unico ramo. Durante prime fasi di sviluppo il sangue della cerebrale post nn deriva da basilare ma deriva da carotide int, solo qst porta sangue dentro. Durante accrescimento cambia la situazione: arriva dalla basilare il sangue! È imp perkè paziente può avere un problema vascolare, come un’ostruzione e può avere deficit del territorio occluso ma può darsi ke la persona abbia circuito diverso, ha conservato la vascolarizzazione a carico di qlc altro. Le arterie vertebrale

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staccano tra i suoi rami due arterie spinali ant ke si fondono costituendo unico rami detto tronco spinale ant e decorre in corrisp fessura mediana ant. Le spinali post decorrono lungo i solchi laterali post, nn si fondono qst però!!! Atro ramo imp è arteria cerebellare inferiore post, vascolarizza faccia inf del cervelletto, fornisce i rami coroidei del 4° ventricolo, responsabile della vascolarizzazione dei peduncoli cerebellari inf. Le arterie cerebellari sono: inf ant, inf post e sup. Sindrome di Wallenberg: disturbi cerebellari ecc . . . C’è arteria di Adamkiewitz staccata intorno a T10-T11, è costante e ha territorio di vascolarizzazione ant del midollo spinale molto vasto, una sua ostruzione è molto grave, vascolarizza i 2/3 ant del midollo spinale.

Arteria basilare:

vaso breve, ma molto importante. Origina da solco bulbo pontino, si divide a T in corrisp dell’emergenza del terzo paio di nervi encefalici. I suoi rami sono: vasi ke originano da concavità detti paramediani perkè vicini alla linea mediana e definiti vasi al ponte, imp perkè vascolarizzano i nuclei basilari del ponte, sono imp perkè un suo danneggiamento oltre a dare danni ai nuclei può dare problemi alle loro fibre ke cost il peduncolo cerebellare medio; rami circonflessi brevi si distribuiscono alla fascia del ponte; rami circonflessi lunghi, come la cerebellare inf ant ke vascolarizza gran parte del cervelletto in particolare il lobo flocculo nodulare; i rami ke vascolarizza i peduncoli cerebellari medi sono le circonflesse brevi, a diff degli altri peduncoli vascolarizzati dalle cerebellari ( qll sup dalla cerebellare sup!); un altro ramo è a. uditiva interna e la cerebellare sup ke passa sotto l’origine del 3° paio.

Arteria cerebrale post:

La cerebrale post giro intorno al peduncolo cerebrale, va indietro e termina con a. carcarina ke è imp per vascolarizzazione area 17. I suoi rami sono: il tratto precomunicante è imp per l’origine peduncolo retro mammillare, qst peduncolo attraversa la sost perforata post, è un peduncolo imp per vascolarizzazione dei corpi mammillari quindi vascolarizzazione dell’ipotalamo, più precisamente la parte post; altro peduncolo vascolare importante ke si stacca dalla cerebrale post è il peduncolo talamo genicolato, vascolariz gran parte del talamo, c’è sindrome talamica su base vascolare, disturbo e compromissione nuclei di Relay, ecc.. Alto ramo è l’arteria quadrigemina per la lamina quadrigemina ( parte post del mesencefalo quindi), altri rami per vascolariz sup del cervelletto tra cui la cerebellare sup. I territori dell’a cerebrale post sono la faccia inf degli emisferi cerebrali, funzionalmente le aree visive associative, quindi faccia inf lobo temporale e tutto l’occipitale.

Qnd si parla di vasi corticali si intende la vascolarizzazione anke della sostanza bianca immediatamente sotto la corteccia.

Arteria carotide interna:

origina a livello di C4. Ricorda il seno carotico, la biforcazione. Entra nel canale carotico scavato nel temporale, all’interno di qst stacca la carotide timpanica per vascolarizzazione completa orecchio int. Decorre nella doccia carotica scavata nello sfenoide. Si suddivide in un segmento: cervicale, petroso e intracavernoso, superato il seno cavernoso si trova nello spazio sub aracnoideo dove decorrono tutti i grossi vasi. I rami sono: cerebrale ant, coroidea ant (gran parte del braccio post della capsula interna, vascolarizza i plessi coroidei del corno inf, scorre sotto al tratto ottico e lo vascolariz, vascolariz gran parte del corpo genicolato mediale, vascolariz l’archicortex), ramo comunicante, arterie ipofisarie, arteria cerebrale media ( decorre in profondità nella scissura laterale del Silvio e vascolariz il lobo del’insula).

Il poligono del Willis:

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costituito dietro da cerebrale post, davanti rami provenienti da carotide interna più precisamente ramo comunicante ant ( mette in rapporto le due arterie cerebrali ant)davanti e ramo comunicante post dietro. Si delimita un esagono. Varianti: comunicanti post assenti, una sola comunicante post, manca il segmento precomunicante della cerebrale ant, cerebrale post è mantenuta come nel feto, . . .

SCHEMA DEI PLESSI COROIDEI:

Plesso coroideo del corno inf: a. coroidea ant

Plesso coroideo della cella media: a coroidea post lat ( ramo cerebrale post)

Plesso del terzo: arteria coroidea post mediale ( ramo cerebrale post)

Plesso del quarto: arteria cerebellare inf post

Arterie striate sono staccate dalla cerebrale ant per parte del braccio ant della capsula int e lobo caudato.

La cerebrale ant vascolarizza la maggior parte del corpo calloso attraverso rami profondi staccati durante il suo decorso in prossimità del corpo calloso. Solo lo splenio nn è vascolarizzato: è vascolariz dall’arteria pericallosa, ramo dell’a. cerebrale post.

La cerebrale media scorre a ridosso del lobo dell’insula, continua sulla superf convessa dell’emisfero cerebrale termina come a. del giro angolare o sovra marginale. Il territorio di distribuzione è la quasi totalità della faccia convessa, esclusa zona a ridosso del margine superiore e corteccia occipitale ke spettano alla a. cerebrale ant. La cerebrale media e ant vascolarizzano anke la faccia orbitaria del lobo frontale rispettivamente la porzione laterale tramite l’a. orbito frontale laterale e la porzione mediale tramite l’a. orbito frontale mediale, qst ultimo territorio corrisponde esattamente al territorio del rinencefalo.

Attraversano la sostanza perforata ant e si fanno profonde. La cerebrale media stacca le lenticolo striate e le lenticolo talamiche.

ANATOMIA 2 14 GIUGNO 2010

La retina è divisa in 2 parti: visiva e cieca. La retina cieca, in corrispondenza dei processi ciliari, produce umor acqueo per il trofismo del cristallino e della cornea (il leucoma è una patologia che porta a cecità in caso di mancato riassorbimento dell'umor). La retina visiva è, invece, necessaria per percepire gli stimoli visivi e presenta, infatti, i fotorecettori: i coni (3 tipi, per i colori) ed i bastoncelli aggiunti ad altre cellule per rilevare gli stimoli luminosi. Talvolta si parla del fenomeno della vista cieca: il nostro nervo ottico riceve molti più stimoli rispetto a ciò che noi “vediamo”. Osserviamo una persona cieca poiché ha perso la corteccia visiva primaria bilateralmente ma ha sviluppato la capacità di una “vista cieca” (black sight): la persona sa percorrere il corridoio pieno di ostacoli anche se gli dicono che è vuoto; cammina incredibilmente in maniera quasi naturale ed evita ogni tipo di ostacolo.

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Non è vero che io non posso avere risposte se non ho la corteccia primaria. Questa persona non si rende conto però di avere un campo visivo. In presenza di una luce puntata su una parte di retina, anche se siamo in presenza di una persona che ha perso la vista, l'occhio risponde con una diminuzione del diametro pupillare (non è uno stimolo legato alla corteccia). I pazienti percepiscono la presenza di uno stimolo luminoso o lo spostamento di un oggetto anche se non lo vedono. Il pulvinar è il nucleo del talamo implicato nella vista (si parla di “sapienza visiva”). Noi abbiamo la percezione del fatto che parimenti ad altri sistemi ciò che noi vediamo in questo momento è solo una parte di ciò che arriva al SNC dalla retina. La via visiva o via ottica è la più semplice e rappresenta la destinazione principale delle informazioni che provengono dalla retina (senza specificità da un cono o bastoncello, le informazioni non vengono solo da questi, ma anche da un’altra popolazione di cellule responsabili della trasmissione degli impulsi visivi, le cellule gangliari). Nucleo genicolato laterale, è il nucleo talamico di riferimento, da qui parte la via genicolo-calcarina verso la corteccia striata. Noi però sappiamo che l'ipotalamo è importante poiché ad alcuni suoi nuclei (sovrachiasmatico in particolare) arrivano info dalla retina per vedere quale sia il percorso dell'impulso luminoso condizionando una parte di encefalo, l'epifisi, per farle produrre la melatonina. Un’altra via comprende l’area pretettale per i riflessi di contrazione della pupilla (è implicato il parasimpatico con il nucleo di Edinger-Westfal annesso al III paio). Poi è fondamentale il collicolo superiore per l'orientamento della testa e degli occhi; è inclusa anche la FR, grande elemento che controlla gran parte della muscolatura sia scheletrica che quella delle risposte neurovegetative. Consolidiamo ora alcuni concetti sulla retina, compresi coni e bastoncelli. Si sa che la retina possiede coni e bastoncelli in contatto sinaptico con le cellule bipolari a loro volta in sinapsi con le cellule gangliari; da qui inizia la via visiva vera e propria. (non occorre sapere tutti gli strati della retina ma le funzioni principali delle cellule sì). Della struttura dei coni e bastoncelli è importante sapere il rapporto del segmento esterno implicato con la trasmissione dell'impulso luminoso. Se l'impulso va prima o dopo rispetto alla retina devo accomodare la forma del cristallino affinché l'impulso torni sul cono o bastoncello in quanto solo questi sono in grado di trasmettere l'impulso. Al di là del segmento esterno che è profondo c'è l'Epitelio Pigmentato con 4 funzioni principali:

1. Avvolge il segmento esterno che prolifera dal basso verso l'altro con le suo pieghe di citoplasma, le cellule all'apice della piega sono le più vecchie e devono essere rimosse. L'epitelio fagocita le porzioni più apicali di tali creste;

2. Separa un segmento esterno dall'altro, forma come una camera oscura per indirizzare correttamente l'impulso luminoso;

3. Trofismo per diffusione dello strato dei fotorecettori della retina (evidentemente ci sarà una parte anatomica in rapporto con la retina visiva che non deve avere attorno vasi: il cristallino, interviene l'umor acqueo prodotto dalla retina cieca). L'epitelio pigmentato ha posizione strategica, è in rapporto con i segmenti esterni dei fotorecettori e alle spalle c'è la Lamina di Brooke che fa da membrana basale e poi la coriocapillare (della tonaca vascolare, appartiene alla corioidea che termina in corrispondenza della ora serrata e corrisponde esattamente al punto in cui la retina visiva diventa cieca quindi la funzione della corioidea finisce quando finisce la retina visiva. Si ha la possibilità del passaggio del plasma mediante l'epitelio pigmentato, assorbito per riutilizzarlo come trofismo per i segmenti esterni dei fotorecettori che non possono essere vascolarizzati. Lo strato più profondo è quello dei fotorecettori, è il più esterno della retina. C’è quindi necessità della doppia vascolarizzazione.

4. Vedi dopo Sappiamo che i fotorecettori hanno pigmenti che vengono attivati (es. rodopsina dei coni) Esistono 3 tipi di coni spesso chiamati L, M o S in riferimento alla lunghezza d'onda a cui sono sensibili. Meglio però utilizzare il sistema dell'RGB (red, green, blue) (700-750 nm lunghezza dei rossi, 450 nm o meno

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per i verdi). Posseggono caratteristiche diverse importanti, una diversa capacità di adattamento alla diminuzione della quantità di luce. I 2 tipi di recettori (coni e bastoncelli) reagiscono con velocità diverse al calo di luce: i coni lo fanno abbastanza presto, hanno alta sensibilità in presenza di poca luce non lavorano hanno bisogno di una certa quantità di luce (si vede l'immagine ma non i colori). I bastoncelli invece sono meno sofisticati nella visione ma per un attimo non ti fanno vedere più nulla sebbene anche con piccole quantità di luce continuino a scaricare. Dopo 20-25 min il bastoncello si è totalmente adattato e ti dà la possibilità di vedere bene di nuovo anche i dettagli. Quindi rapporto completamente diverso per la soglia di attivazione dei fotorecettori. Quando c'è troppa luce, la pupilla si restringe invece. Si ha una “retina invertita”, lo strato dei fotorecettori non è la prima fila ma è nella parte più profonda o meglio più esterna, lo stimolo luminoso deve attraversare diversi starti di retina. Così i fotorecettori sono posti in contatto con l'epitelio pigmentato, la cui quarta funzione (4.) è la rigenerazione di un pigmento fotosensibile; è una fonte inesauribile, permette turn-over. In caso di danno a questo livello, la retina va incontro a lesione permanente. C’è un diverso rapporto anatomico tra coni e bastoncelli e le rispettive cellule gangliari. → Quando una cellula si occupa di più fotorecettori, questo cosa comporta? È più facile raggiungere il potenziale d'azione mediante la somma degli stimoli sottosoglia. Ad es. in caso sia necessario un valore di 10 come soglia di eccitazione, se c'è rapporto di 1:1 (come in un cono) o la luce fornisce già di per sé 10 o non c’è scarica; se le cellule gangliari ricevono invece da 5 fotorecettori che ricevono ciascuno 2, anche se ciascuno stimolo è sottosoglia la sommatoria dà 10 e quindi si ha la scarica. Chiaramente la discriminazione, la precisione sarà minore. Campo recettivo Il rapporto delle cellule gangliari non è marginale, è importante la sommazione rispetto al potenziale ma altro elemento fondamentale è che esistono delle cellule gangliari che hanno organizzazione opposta tra centro e periferia: – cellule gangliari a centro on: possiedono 2 cerchi concentrici, viene depolarizzata quando la luce è diretta ai coni nel centro ed inibita quando la luce colpisce la periferia del campo recettivo – cellule gangliari a centro off: la cellula risulta essere inibita quando la luce è diretta al centro del campo e depolarizzata quando la luce arriva in periferia. Quando arriva uno stimolo luminoso ci saranno quindi alcune cellule che si eccitano ed altre no. Esistono 2 tipi di cellule gangliari: – M magno: sono la minoranza, sono cellule con grandi corpi, campo recettivo ampio, risposte fasiche, proiettano agli stati magnicellulari del corpo genicolato laterale. Sono sensibili alle caratteristiche generali dello stimolo e del suo movimento. Elaborano lo stimolo che vediamo e ci trasmettono la sensazione di movimento dello stimolo. – P parvo: sono la maggior parte, sono piccole dimensioni, con risposte toniche, sono sensibili ai colori (hanno una opponenza ai colori, verde-rosso e giallo-blu). Proiettano agli strati parvicellulari del corpo genicolato laterale. Permette la percezione dei dettagli dell'oggetto. Quindi le cellule gangliari sono fortemente differenziate, non sono semplicemente un filo elettrico che si attacca ai coni e i bastoncelli e trasmette quel che riceve. Si devono far arrivare le informazioni dall'interno della retina (dalle cellule gangliari) a quelle parti dell'ipotalamo che sappiamo essere il nucleo soprachiasmatico per la regolazione dei ritmi circadiani. Ci sono infatti cellule gangliari che contengono metanoxina, correlata con la sensibilità alla luce esterna, che saranno implicate nei ritmi circadiani trasferendo le info tramite il fascio retino-sovrachiasmatico. Il nucleo sovrachiasmatico è correlato con il nucleo paraventricolare che proietta a livello del midollo spinale (colonna intermedia laterale, fibre pregangliari di natura ortosimpatica), vi si fuoriesce con fibre pregangliari verso il ganglio cervicale superiore che rientrano nella scatola cranica per sinaptare nell'epifisi la quale modula in base agli stimoli una maggiore o minore produzione di melatonina (più alta durante la fase di oscurità). Non bisogna dire che sono regolati qui i ritmi sonno veglia! Non induce sonno ma regola i ritmi circadiani. Si può dormire in alcune situazioni di luce ma non è la stessa cosa per la mia epifisi che essere di notte (se si vogliono mantenere ritmi circadiani devo impedire alla mia retina di ricevere luce, es. persone che usano la mascherina per dormire).

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La distribuzione dei recettori non è omogenea. Se Analizzo il fondo dell'occhio con l'oftalmoscopio si vedono il disco ottico chiaro che rappresenta l'emergenza del n. ottico, i rami dell'a. oftalmica che penetrano il n. ottico (a. centrale della retina), la macula lutea di colore rossobrunastra zona in cui la retina è più sottile (inoltre cambia di colore se siamo vivi o morti, diventa biancastra) è costituita quindi da una struttura che contiene sangue: si vede infatti che è la corio capillare, per trasparenza. Il n. ottico è di origine diencefalica ed è circondato quindi in parte dalle meningi; nello spazio tra le meningi c'è liquido cefalorachidiano. In casi di ipertensione endocranica aumenta la pressione attorno al n ottico. Dalla cavità orbitaria alla cavità cranica entrano le vv. oftalmiche, questo drenaggio venoso in caso di aumento della pressione endocranica viene impedito. Si parla di edema della papilla (o papilledema) ed indica un aumento della pressione endocranica. Lateralmente osservo che la retina diminuisce di spessore: è la fovea centralis che corrisponde alla macula lutea (solo che la macula si vede con l'oftalmoscopio, la fovea in sezione). La fovea centralis (in cui sono presenti soprattutto coni, corrisponde al punto di massima discriminazione visiva) vedo che questo assottigliamento avviene sopra a carico di tutte le cellule che non siano fotorecettori: nell'ambito di essa quindi le altre cellule si spostano verso la periferia, al centro si trova quella che viene detta foveola in cui la popolazione cellulare è rappresentata esclusivamente da coni mentre le altre cellule si pongono lateralmente in modo che il raggio luminoso possa direttamente colpire il cono senza “intralci”. Che tipi di cono si trovano nella fovea e nella foveola? Tutti e 3, la fovea per noi rappresenta funzionalmente il punto di massima discriminazione visiva e la foveola è il punto massimo di questa espressione; quindi dove ho la massima discriminazione, ho bisogno di avere il massimo numero possibile di coni che sono più sottili rispetto a quelli extrafoveali in modo da potervene entrare di più. Esiste un punto cieco fisiologico. Spostandosi dalla fovea anche solo di un grado la popolazione dei coni diminuisce tantissimo ma non scompaiono, anche se quella capacità discriminativa massima non ce l'ho più. I bastoncelli allontanandosi dalla fovea tendono invece progressivamente ad aumentare.(se guardo una stella non molto luminosa in cielo non la vedo se la fisso con il centro dell'occhio poiché non trasmette abbastanza luce per eccitare i coni ma con la “coda dell'occhio” dove è maggiore la presenza di bastoncelli che si eccitano a minor soglia e hanno rapporto con le cellule gangliari che permette la sommazione sì). Nella fovea i coni hanno un rapporto con le cellule gangliari di 1:1 in modo che quella cellula gangliare scarichi con la migliore rappresentazione (è un po' come l'homunculus, dove sono più recettori e con un rapporto quanto più piccolo possibile con la fibra nervosa, maggiore sarà la precisione di rappresentazione a livello corticale). Quindi in una visione ciò che vedo fissando un oggetto davanti a me viene rappresentato nella fovea. È fondamentale ricordare il trofismo della retina. Lo strato più esterno, quello dei fotorecettori, più a ridosso dell’epitelio pigmentato della retina, non è vascolarizzato, ma raggiunge il trofismo grazie al rapporto che riceve dalla coriocapillare, che riceve il sangue dalle arterie ciliari posteriori brevi. L’arteria oftalmica è importante per la vascolarizzazione del bulbo oculare. L’arteria oftalmica è uno dei rami della arteria carotide interna (unico ramo che accompagna il nervo ottico nel foro ottico). In cavità orbitaria fornisce numerosi rami. L’arteria centrale della retina è un ramo dell’oftalmica, che passa sopra il nervo ottico e ad 1,5 cm dopo il suo ingresso in cavità orbitaria emette tale ramo. Tale arteria passa all’interno del nervo ottico, vascolarizzandolo (ci saranno anche vasa nervorum da altri rami, che possono essere compromessi in pazienti con diabete scompensato [fasi di iperglicemia prolungate e non controllate]). Entra a livello della papilla del nervo ottico. I rami che derivano da questa arteria vascolarizzano la retina visiva, ma non lo strato dei fotorecettori, bensì gli strati più profondi. Se ci fossero vasi a livello della fovea e della foveola, i raggi visivi sarebbero ostacolati. Le arterie ciliari posteriori brevi si portano in avanti, circondano il nervo ottico, attraversano la sclera e si distribuiscono. Le arterie ciliari posteriori lunghe si accompagnano l’una con l’altra per raggiungere in avanti il corpo ciliare.

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Decorrono in superficie senza occuparsi della retina e giungono al corpo ciliare. A questo livello e a livello del corpo ciliare, ho i processi ciliari, specializzazioni vascolari, che ricevono sangue proprio dalle arterie ciliari posteriori lunghe e dalle arterie ciliari anteriori. Esistono, dunque, anche le arterie ciliari anteriori, che non sono però rami dell’arteria oftalmica, ma delle arterie muscolari (i muscoli si inseriscono a livello dell’equatore). Via visiva Un raggio luminoso attraversa una lente biconvessa, che è il cristallino. Come tale, un impulso luminoso viene rovesciato e ribaltato: il sopra diventa sotto e la destra diventa sinistra. La retina è una frazione di sfera. La retina è divisibile in due emiretine, una nasale ed una temporale, ed in quadranti, superiori ed inferiori. Non scambiamo campi visivi con campi retinici. Osservando un’immagine con la parte superiore del campo visivo, finisce sulla parte inferiore della retina. Le informazioni che giungono dal campo visivo superiore giungerà ai campi retinici inferiori, mentre le informazioni che giungono dal campo visivo sinistro giungono ai campi retinici destri. Noi possediamo una visione binoculare. La visione binoculare ci permette di stabilire con buona approssimazione la distanza cui si trova l’oggetto fissato. Questo chiaramente diminuisce l’ampiezza del campo visivo. Noi possediamo una parte di campo visivo che è binoculare, mentre ci sono due parti di spettanza di un singolo occhio. Il nervo ottico è divisibile in quattro parti (parte intrabulbare, parte intracorticale, parte intracanalicolare e parte intracranica). Quando il nervo ottico si porta indietro, si divide e, in corrispondenza del solco del chiasma ottico, si ha un parziale incrociamento (50%) delle fibre che lo formano. Noi sappiamo che le fibre provenienti dai quadranti nasali (superiore ed inferiore) si incrociano sulla linea mediana e si portano controlateralmente, mentre le fibre provenienti dai quadranti temporali proseguono non incrociandosi. Al di dietro del chiasma ottico, è presente il tratto ottico, continuazione della via, costituito per metà da fibre provenienti dai quadranti retinici temporali ipsilaterali e per metà da fibre provenienti dai quadranti retinici nasali eterolaterali. Un adenoma ipofisario (tumore benigno dell’ipofisi anteriore) può comprimere il chiasma ottico ed interferire con la trasmissione degli impulsi provenienti dai campi nasali: il paziente non vedeva più, ad esempio, gli spigoli delle porte e gli oggetti posti lateralmente. Il tratto ottico di un lato trasporta, dunque, le informazioni di un campo visivo controlaterale. Il tratto ottico giunge al talamo. Il corpo genicolato laterale costituisce il nucleo di ritrasmissione della via visiva. Appartiene al talamo dorsale. È costituito da una struttura molto organizzata di sei lamine separate. In queste lamine posso osservare cellule parvicellulari e cellule magnicellulari. Gli strati parvicellulari vanno dal 3 al 6, mentre gli strati magnicellulari sono 1 e 2. Alle cellule parvicellulari giungono le cellule retiniche P, mentre a quelle magnicellulari giungono le cellule retiniche M. Nel talamo esiste una rappresentazione somatotopica. Anche in questo caso, esiste una rappresentazione fine per il corpo genicolato laterale. C’è una laminazione. Gli strati 2, 3 e 5 (per ricordarsi questo: 2+3=5!) ricevono informazioni dal campo retinico omolaterale, mentre gli strati 1, 4 e 6 ricevono informazioni dal campo retinico eterolaterale. Bisogna, quindi, ricordare che il corpo genicolato non è un ammasso di cellule.

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La radiazione ottica è costituita dalla porzione retrolenticolare e sottolenticolare della capsula interna e costituisce la proiezione genicolocalcarina o talamocalcarina. Tale proiezione raggiunge la corteccia calcarina (area VI, area 17) senza stazioni sinaptiche. Questa proiezione nella porzione sottolenticolare è chiamata ansa di Meyer. L’area visiva primaria si trova sul labbro superiore ed inferiore della scissura calcarina. La porzione retrolenticolare si porta al labbro superiore e la porzione sottolenticolare al labbro inferiore. La rappresentazione molto organizzata vista sulla retina si ritrova nella corteccia. La macula, che ha una rappresentazione molto fine (rapporto 1:1), sarà grandemente rappresentata sulla corteccia. Si tratta di una rappresentazione retinotopica. Un terzo della corteccia VI riceve informazioni da pochissima parte della retina (classicamente descrivendo il corno posteriore, si nota un rilievo detto calcar avis, dato dalla particolare profondità della scissura calcarina: è molto rappresentata). I campi retinici inferiori, sia nasali che temporali, vengono trasportati alla corteccia del labbro inferiore e, quindi, percorrono l’ansa del Meyer. I campi retinici superiori vengono trasportati al labbro superiori e, quindi, vanno a costituire la porzione retrolenticolare. Quindi, il campo visivo superiore va al labbro inferiore, mentre il campo visivo inferiore va al labbro superiore.

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Se taglio il nervo ottico di destra, il paziente perde il campo visivo di destra. Se taglio il chiasma ottico, il paziente mantiene un campo visivo centrale (perdi le porzioni nasali!). Se taglio il tratto ottico, il paziente perde il campo visivo controlaterale. Un deficit parziale superiore della radiazione sottolenticolare, il deficit riguarderà il campo visivo superiore. La corteccia VI è correlata con aree associative ed anche con aree psichiche del linguaggio, come l’area di Wernicke. Sono state ultimamente studiate aree superiori per la comprensione della forma degli oggetti e del movimento degli oggetti nel campo visivo. Se non ci fossero, sarebbe come guardare i fotogrammi di un libro: l’elaborazione veloce di queste aree permettono, dunque, la comprensione del movimento. La proiezione sulla via dorsale verso porzioni del lobo temporale e parietale corrisponde alla via del dove (where pathway): giunti all’area VI, questa via si porta a regioni del lobo parietale per informazioni su dove si trovi e come si muova un oggetto nel campo visivo. Esiste anche una via ventrale per il riconoscimento dell’oggetto ed è la via del cosa (what pathway), che corre verso il lobo temporale. L’area V5 o MT ha un ruolo nella percezione del movimento. L’area V5 si ritrova in corrispondenza della circonvoluzione temporale superiore, in prossimità dell’area del Wernicke. La signora L.M. di anni 42 presenta nella RMN una lesione dell’area V5 e non riesce ad elaborare l’informazione visiva in chiave di movimento e percepisce il movimento come una serie di fotogrammi. Sebbene, dunque, non avesse la perdita completa di visione, descriveva il movimento come spostamenti episodici degli oggetti. Vedeva la caraffa ed il bicchiere, ma non l’acqua che stava riempiendo il bicchiere. Accomodazione Noi stiamo vedendo tutto quello che fissiamo come messo a fuoco. Il SN, istante per istante, mette a fuoco tutto ciò che vede: questo è il riflesso di accomodazione. Noi vediamo a fuoco, perché il raggio luminoso

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finisce sul segmento esterno dei fotorecettori. Ci deve essere la garanzia che il raggio luminoso non converga né troppo prima né troppo dopo. Noi abbiamo una struttura su cui possiamo incidere per cambiare l’indice di rifrazione, cioè il cristallino. Indici di rifrazione dei mezzi diottrici:

- Cornea 1.38 - Umor acqueo 1.33 - Cristallino 1.40 - Umor vitreo 1.34

Intorno al cristallino, esiste la cristalloide, che diminuisce la sua elasticità con l’età. Agendo su di esso, posso modificare l’indice di rifrazione del cristallino. Ho la necessità di far convergere l’informazione visiva sempre sul segmento esterno. Gli oggetti posti a più infinito (distanza > 5 m) non hanno bisogno di accomodazione del cristallino per essere visti. Se guardo qualcosa di vicino, ho bisogno di una lente più convessa per aumentare l’indice di rifrazione. Innanzitutto, la faccia anteriore è meno convessa della posteriore, la quale poggia sulla fossa ialoidea. In complesso, la forma è quasi ellittica. In corrispondenza dell’equatore del cristallino, c’è l’apparato sospensore del cristallino o dello Zinn. Con l’estremità opposta, si lega alle vallecole del corpo ciliare, dove è presente il muscolo ciliare. In questo modo si può agire sul cristallino, aumentandone la convessità. Attenzione: non si modifica la forma generale, ma si modifica maggiormente la faccia anteriore, dato che la posteriore è già più convessa. Nell’anziano il raggio di accomodazione si riduce. Tutto si gioca sulle capacità elastiche della cristalloide. Quando si mette a fuoco un oggetto sotto i 5 m, si contrae il muscolo ciliare. Se il muscolo ciliare si contrae, si ha una diminuzione della tensione dell’apparato sospensore del cristallino, il cristallino aumenta la sua convessità (se rilasciato da tutto e posto in fisiologica, infatti, assume forma sferica), il raggio di curvatura diminuisce e l’indice di rifrazione aumenta. Quindi, il cristallino è l’unico dei mezzi diottrici dell’occhio del quale può essere modificato l’indice di rifrazione. Cambia l’indice di rifrazione passivamente, non attivamente. È il muscolo ciliare che si modifica e che modifica l’indice di rifrazione del cristallino. L’immagine arriva alla corteccia visiva non a fuoco e, quindi, si mettono in atto tutte le modificazioni per far sì che l’immagine sia messa a fuoco (molto velocemente: non abbiamo mai percezione di immagini non messe a fuoco).