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Simbolismi Storici dell’Architettura

Mariachiara MongelliFacoltà di ArchitetturaCorso di Laurea Magistrale in Progettazione architettonica

Federico PetronziFacoltà di Lettere e FilosofiaCorso di Laurea Magistrale in Storia e società

Il rapporto con l’altro

Il termine frontiera cosa vi fa venire in mente?

Qual è la differenza tra una frontiera “aperta”e una frontiera “chiusa”?

Un esempio di frontiera aperta

Slavi e Italiani in Venezia Giuliasotto l’Impero Austro-ungarico

Una frontiera aperta

• Impero multinazionale austro-ungarico

• Slavi e Italiani vivono insieme e si mescolano. Slavismo e italianitànell’area non sono concetti identitaridefinitivi e separatori.

Trieste: simbolo di apertura

• città multietnica e multiculturale per eccellenza

• principale porto dell’impero• città viva culturalmente ed economicamente• forte comunità ebraica

• dopo l’Unità d’Italia Trieste (e Trento) diverrà la terra irredenta da strappare agli austriaci

• Jugoslavia discorso più complicato: non è ancora uno stato, doppiaspinta per liberarsi dal dominio ottomano a sud e austro-ungarico anord guidata da Serbia, tensioni interetniche tra croati e sloveni da unaparte e serbi dall’altra

• presenza austriaca soprattutto di funzionari imperiali (a Trieste il 4%della popolazione, trascurabile nel resto della regione)

• primi del ‘900 unico contrasto etnico era quello Italo-Slavo

L’epoca dei nazionalismi (XIX-XX sec) rende sempre più precario l’equilibrio nella zona

Confinenaturale :basato sulle limitazioni geografiche (es. per l’Italia le Alpie i mari, o in altri casi fiumi, catene montuose …)

Confine nazionale:basato sul principiodi nazionalità eimpostato su basistrategiche (militari e/o economiche)

Cambia la concezione dei confini

Scoppio I guerra mondiale (1914-1918) accelera e condensa le spinte nazionalistiche

Trattato di pace e Dissoluzione Impero Asburgico (1 918)

• invece di risultare una grande e definitiva vittoria per entrambi i paesi ridurrà unafrontiera aperta ad una frontiera chiusa

•Trieste, l’Istria, la Venezia Giulia e parte della Dalmazia affidateall’Italia, Fiume (Rijeka) stato libero

• aumenta la tensionetra i due stati

• impossibile stabilireconfini etnicamenteomogenei

Cambia la concezione dei confini

La soluzione post I Guerra Mondialedetermina la creazione di confini instabili inquanto non vi è corrispondenza tra il confinenaturale e la coesione etnica

• numerosi attentati terroristici slavi, provocazioni qualitruppe slave schierate al confine e peggioramento dellecondizioni degli italiani in Jugoslavia

• cresce l’anti-slavismo nei territori di confine e la tensioneinteretnica

Ma cosa è un Confine?

Si può vivere senza confini?!

È giusto difendere la propria identità, ma a che prezzo?

I Nazionalismi per gran parte, specialmente in territori di confine, sono

costruzioni mentali, si nutrono di miti e di simboli .

La breve ed intensa storia del Narodni Dom , ovvero, la “Casa del Popolo”

Trieste

Un edificio pluri-funzionalenel centro di Trieste, nel quale si trovavano anche un teatro, una cassa di risparmio, un caffè e un albergo (Hotel Balkan)

Il Narodni Domera la sede delle organizzazioni degli sloveni triestini

Massimiliano Fabiani [1865-1962] • Nato in Austria-Ungheria a Cobidil San Gregorio

• Si laurea presso il Technische Hochschule di Vienna nel 1889

• In seguito al terremoto di Lubiana (1895)progetta importanti opere per la ricostruzionedella città

• Nel 1918 lascia Vienna per raggiungere Gorizia,in Jugoslavia, e collabora alla riprogettazionedella città devastata dalla guerra

• Nel 1929 si trasferisce nella città natale di SanDaniele del Carso di cui diviene podestà,aderendo al Fascismo

• 1931 - 1943: progetta opere monumentali per ilregime fascista italiano

Perché il concetto di appartenenza ha bisogno di un simbolo?

Quale è il sentimento che si scatena alla sua distruzione?

Narodni Dom

Alla vigilia della Prima guerra mondiale più di un 15% della popolazione di Trieste, circa 56 mila persone, era sloveno: una dinamica comunitàdalla crescente coscienza identitaria

Costruito nel 1904 era il centro dell'associazionismo della comunità slovena a Trieste. Il palazzo costituiva il segno tangibile della presenza slovena in città

• La costruzione del Narodni Dom triestino divenne il simbolo della forza numericae culturale della comunità slava a Trieste. Questa esperienza diede il via allacostruzione di analoghi centri aggregativi e poli culturali in altre città, parimentichiamate Narodni Dom. Un esempio emblematico è il caso del Narodni Dom di Pola.

• La sua distruzione per opera dei fascisti triestini a seguito degli incidenti diSpalato (dove la comunità italiana veniva continuamente vessata e umiliata edove erano accorse truppe nazionali serbe) e all’accoltellamento di un italiano(forse pretestuoso) durante un comizio, fecero sì che si scatenasse la reazioneitaliana

• Il giorno seguente la distruzione del Narodni Dom triestino fu appiccato l’incendio,seguendo lo stesso schema, al Narodni Dom di Pola (Dalmazia italiana)

L’incendio• La costruzione è stata incendiata nel 1920 a seguito dei cosiddetti “incidenti di

Spalato” cioè una serie di episodi violenti a carattere prevalentemente anti-italianoche si verificarono nella città dalmata di Spalato, fra il 1918 e il 1920. Fortunatamentela facciata si è salvata, ma trovare disegni di progetto o di rilievo è praticamenteimpossibile

• In Italia (soprattutto durante il fascismo, anche se come abbiamo visto l’antislavismonella zona era ben precedente alla Marcia su Roma) fu interpretata come simbolodella lotta contro il potere economico e culturale (il Narodni Dom era la sede dove siorganizzavano le congiure e le organizzazioni nazionalistiche slovene) straniero

• In Jugoslavia, che considerava quei territori propri al 100%, diventerà il più grandesimbolo di quella che veniva vista come una prepotenza, cioè l’assegnazione all’Italia,e della lotta contro l’imperialismo tricolore. Numerose immagini riportano manifestantislavi che mostrano la foto del Narodni Dom in fiamme

Perché portarvi fin qui?Semplice, per darvi una chiave di lettura su come la

Storiapossa esser letta attraverso i luoghi

che l’hanno generata e le Architetture

che ne sono diventate simbolo!