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STEFANO BENEMEGLIO

SIMBOLI E SIMBOLISMI NELL'IPNOSI DINAMICA

E NELL'AUTOCONTROLLO

CID CNV

Istituto di Psicologia Analogica e di Ipnosi Dinamica®

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INDICE Prefazione 7

PARTE PRIMA CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE PRELIMINARI

Cap. I Ipnosi ... cos'è ?

1 Alcune informazioni storiche sull'ipnosi 13 2 Comparazione tra ipnosi tradizionale e Ipnosi Dinamica 20 3 Ipnotizzabilità 23 4 Suggestione 28 5 La tecnica induttiva 32 6 L'ipnotizzatore 47 7 Interpretazioni del fenomeno ipnotico 50

Cap. II La comunicazione umana

1 Introduzione 62 2 La comunicazione inconscia 66 3 La funzione emotiva della comunicazione 87 4 La Comunicazione Non Verbale 92 5 Canali di Comunicazione Non Verbale 98

PARTE SECONDA

TEORIA E METODOLOGIA DELLA IPNOSI DINAMICA

Cap. III La comunicazione nell'Ipnosi Dinamica 1 La Comunicazione Integrale 102 2 Gratificazioni e Penalizzazioni 107 3 Indice di tolleranza 115 4 Stato di Tensione Ansiosa e di Tensione Emozionale 117 5 Il Potenziale Ipnotico 123

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Cap. IV Simboli e Simbolismi nell'Ipnosi Dinamica 1 Come nasce un Simbolo 135 2 Simboli e Simbolismi 148 3 Introduzione al Simbolismo Tipologico: Spada, Cerchio, Triangolo 159 4 Dinamica dei Simboli 166 5 L'espressione comunicativa dei Simboli 173

Cap. V Il Simbolismo Comunicazionale nell'Ipnosi Dinamica 1 Introduzione 177

2 Il Simbolismo Logico 184 3 Il Simbolismo Analogico 191 4 Sistema visivo per l'identificazione del "Segnale" 196

Cap. VI Dinamica delle gestualità

1 Il Simbolismo Monovalente Logico e Analogico 207 2 I Segnali Analogici Monovalenti 210 3 Il Simbolismo Logico (da esprimere secondo lo Stimolatore Penalizzante del soggetto) 220 4 Il Simbolismo Polivalente Logico ed Analogico 229 5 I Segnali Analogici Polivalenti 234 6 Test sulla Spada - il Cerchio - il Triangolo per conoscere se stessi e gli altri 240 7 Test Analogico del Simbolismo 245

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PARTE TERZA TECNICA DELL'IPNOSI DINAMICA

Cap. VII La metodologia operativa dell'Ipnosi Dinamica

1 Fasi generali 264 2 Fase di Posizione Ortostatica 266 3 Fase di Indagine Psicologica 270 4 Fase Induttiva Subliminale 272 Fase Induttiva e Verifiche Analogiche Subliminali 273 Mantenimento della posizione ortostatica 280

Vari sistemi per bloccare gli scarichi di tensione del soggetto 283

II Ribaltamento Ipnotico 286 Atti Comunicativi della C.N.V. 287 Atti Comunicativi Induttori espressi dall'operatore 310 5 Fase di Passaggio da Flash Subliminale a Flash Ipnotico 318 La Verifica Analogica Terminale 322 6 Fase di Pilotaggio 326 Verifica Logica e Pilotaggio Ipnotico 327 7 Fase di deipnotizzazione 333

GLOSSARIO 347 NOTE 362

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Prefazione L'Ipnosi affascina la gente da moltissimi anni. Per lungo tempo si è pensato che l'ipnosi fosse un fenomeno esoterico, quasi magico nel quale l'ipnotizzatore/individuo dalla forte personalità facesse subire al soggetto una sorta di incantesimo. A causa soprattutto del modo in cui la trance ipnotica è stata descritta nella narrativa e presentata in esibizioni da palcoscenico, la maggior parte della gente è indotta, ancor oggi, ad associare tale fenomeno alla perdita di coscienza ed al totale controllo da parte dell'ipnotizzatore sul comportamento del soggetto ipnotizzato. Per lungo tempo si è anche pensato che una persona in trance ipnotica si trovasse in uno stato fisiologico peculiare. Un soggetto in ipnosi può, ad esempio, assumere una posizione assolutamente rigida e, come se il suo corpo fosse di marmo, può rimanere disteso con il capo appoggiato sulla spalliera di una sedia e con i piedi su quella di un'altra (fenomenologia catalettica); sembrerebbe così che il controllo sul tono muscolare sia abbastanza diverso da quello dello stato di veglia. Tuttavia, negli ultimi decenni, accurati rilievi fisiologici effettuati su persone ipnotizzate hanno indicato che non vi è alcun indice fisiologico obiettivo idoneo a differenziare lo stato ipnotico da quello non ipnotico: la respirazione, l'attività cerebrale (EEG), la frequenza cardiaca, la resistenza elettrica cutanea, la risposta elettrodermale (GSR), sembrano essere tipici del normale stato di veglia. È pur vero però che una persona in ipnosi può essere indotta a porre in atto comportamenti insoliti o comunque abbastanza diversi dal "normale". Che cosa è accaduto? E da che cosa è

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determinata quella particolare alterazione dello stato di coscienza che tali comportamenti sembrano implicare? Secondo l'Autore la causa è da ricercarsi nella possibilità che un soggetto può avere di percepire ed interpretare proiettivamente quei "messaggi analogici" che, espressi dall'operatore tramite i canali della comunicazione non verbale, attivano nel soggetto dei dinamismi psicoenergetici, ossia un accumulo di microtensioni, tale da innestargli l'esigenza di attuare un comporta mento gratificante nei confronti della fonte di stimolazione (operatore) e scaricare così la tensione energetica eccedente. Ma, attraverso la sola comunicazione verbale, non è possibile tarare perfettamente una stimolazione in rapporto alla esigenza emotiva o analogica del soggetto, in quanto l'operatore potrebbe risultare troppo penalizzante o troppo gratificante, produrre una tensione esagerata oppure insufficiente. L'utilizzazione della comunicazione non verbale permette invece all'operatore di calibrare perfettamente una stimolazione microtensionale, in modo da farla diventare una emozione per il soggetto e quindi una fonte di energia che questi successivamente "scaricherà" nella fase di Pilotaggio con la realizzazione della fenomenologia ipnotica richiesta. Quel che contraddistingue l'Ipnosi Dinamica consiste proprio nell'uso di MODELLI INTERATTIVI ANALOGICI, ossia nell'uso dei linguaggi emotivi: la Comunicazione Non Verbale ed il Simbolismo Comunicazionale; un particolare sistema di comunicazione per creare delle microtensioni pilotabili per il raggiungimento degli obiettivi prefissati (fenomenologici / comportamentali). Il processo ipnotico è quindi un rapporto interattivo attuabile mediante due comunicazioni diverse: la Comunicazione Analogica o di tipo non verbale e la Comunicazione Logica o di

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tipo verbale, mediante cioè quella che viene definita "Comunicazione Integrale". Nel momento in cui si entra in contatto con il mondo esterno si subiscono degli stimoli; questi originano la messa in moto di energie pulsionali nei confronti dell'oggetto che li ha prodotti. L'iter psicologico che l'individuo compie per dar sfogo a queste pulsioni è quello di far proprio l'oggetto che le ha sollecitate (fonte di stimolazione) e successivamente di destabilizzare, di annullare il potenziale di coinvolgimento che l'oggetto detiene. Nel rapporto ipnotico è l'operatore ad originare gli, stimoli ai quali il soggetto risponde; nel momento in cui tali stimoli si incontrano con le esigenze emotive del soggetto è possibile riscontrare che il processo ipnotico è stato innestato. L'operatore si pone nei confronti del soggetto come fonte di stimolazione atta a sollecitare proiezioni simboliche con conseguente desiderio di riapropriazione e introiezione; il consumo della componente emozionale, l'annullamento del "Potenziale ipnotico" dell'operatore avviene nel momento in cui il soggetto pone in atto quanto richiesto, I tests di suggestione ipnotica, i ripetuti inviti al rilassamento psicofisico rivolti al soggetto da ipnotizzare, in braccio che diventa sempre più leggero ed altre forme di suggestione verbale hanno rappresentato per più di un secolo, tranne eccezioni, la base dei procedimenti ipnotici tradizionali in cui l'operatore utilizza la comunicazione verbale sin dai primi momenti della fase induttiva. Al contrario, nella fase induttiva della Ipnosi Dinamica, è previsto che l'operatore escluda la parola ed invii stimolazioni subliminali definite "Atti Comunicativi", utilizzando i canali espressivi della C.N.V. (Prossemica, Cinesica, Paralinguistica, Digitale); sono tali stimolazioni a determinare quel l'evento emotivo che viene indicato con il termine "Flash ipnotico".

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Gli Atti Comunicativi (Segni, Gesti e Simbolismi) sono di tipo prevalentemente emozionale, non hanno un significato logico ma analogico e vengono recepiti unicamente per processi di tipo associativo e non razionale; tali processi sono intimamente connessi, a livello di percezione non razionale, a due parametri di riferimento: quello delle "Penalizzazioni" (amplificazione della tensione emotiva) a livello analogico e quello delle "Gratificazioni" (riduzione della tensione emotiva) a livello logico. L'operatore esprimendo gli Atti Comunicativi Non Verbali stabilisce, sul la base degli "Atti Analogici" o di scarico tensionale, quali di essi siano da considerarsi gratificanti e quali penalizzanti per un determinato soggetto, individuandone così il codice metacomunicazionale. La velocità di azione determina un Flash ipnotico immediato proprio per la impossibilità da parte dell'Io Razionale di qualificare immediatamente la penalizzazione, ossia la sorgente delle tensioni emotive; le tecniche induttive "Dinamiche" richiedono dunque delle comunicazione subliminali che non devono essere razionalizzate, pena la perdita della loro efficacia. Se nell'ipnosi tradizionale si colloca il soggetto in uno stato di quiete emotiva e si tenta di produrre l'incontro fra stimolo e pulsione, nell'Ipnosi Dinamica l'operatore, mediante gli Atti Comunicativi Non Verbali, deve produrre nel soggetto delle microtensioni per entrare in comunicazione diretta con la sua istanza emotiva. Allorché il particolare rapporto comunicativo si è instaurato, le ulteriori comunicazioni trasmesse al soggetto (dato che si trova nello stato di maggiore ricettività) lo mettono in grado di applicare automaticamente esperienze ed apprendimenti, associazioni e condizionamenti; le capacità di ascolto, di rispondenza e lo stesso agire del soggetto risultano notevolmente perfezionati. Lo stato ipnotico è dunque ritenuto stato di massima ricettività rivolta ai

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contenuti analogici della comunicazione; una ricettività tale da consentire al soggetto la trasformazione degli Atti Comunicativi ricevuti in una realtà soggettiva vera e propria. Applicando un metodo di comunicazione atipico, particolare, lo stato di tensione sopraggiunge subito. La produzione di stimolazioni microtensionali ha un obiettivo ben definito: far nascere una pulsione all'interno della struttura mentale del soggetto grazie alla distonia tra energia accumulata e possibilità di scarico tensionale; il soggetto sarà spinto dal suo stesso inconscio, ossia da una sua esigenza analogica, a gratificare l'operatore attuando le fenomenologie ipnotiche richieste. La decisione comportamentale non è consapevole o di ordine razionale, ma automatica, istintiva, essenzialmente emotiva: il soggetto avverte solo l'esigenza di fare ciò che la fonte di stimolazione richiede; in altri termini si tratta di rendere un "Servizio Analogico" al soggetto in cambio di un servizio logico che questi attuerà naturalmente nei confronti dell'operatore. Concludendo, sembra dunque possibile che le molteplici conclusioni teoriche, qualche volta polemiche e radicalizzate, circa l'ipnosi possano essere invece conciliabili all'interno di un quadro interpretativo più vasto, dove il fenomeno ipnotico sembra perdere quei connotati di evento isolato o di mistero, che per lungo tempo lo hanno caratterizzato, per integrarsi nella psicologia generale. La teoria dell'Ipnosi Dinamica sembra rappresentare un contributo significativo circa tale possibilità. L'Autore, col presente lavoro, si propone di dimostrare come l'evento ipnotico non possa prescindere dal più ampio con testo comunicazionale in cui un particolare "sistema interattivo analogico" influenza qualsiasi tipo di relazione umana. L'Ipnosi Dinamica è essenzialmente comunicazione; le complesse manifestazioni psicologiche e neurofisiologiche che accompagnano nel soggetto la ricezione di

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stimoli ipnotici sono soltanto fenomeni che possono verificarsi o meno, a seconda delle finalità che l'operatore si propone e della sua specifica comunicazione, senza che per questo si possa negare o misconoscere l'essenza del fenomeno ipnotico che risiede soprattutto nel particolare rapporto di relazione tra operatore e soggetto.

G. Ruffo

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PARTE PRIMA CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE PRELIMINARI

CAP. I

IPNOSI . . . COS' È ?

1. Alcune informazioni storiche sull'ipnosi. Le prime tracce della pratica ipnotica risalgono ad epoche remotissime. A parte i numerosi ritrovamenti di crani umani preistorici con chiari segni di interventi chirurgici, che potrebbero far pensare ad una qualche forma di popoli antichissimi che si servivano dell'ipnosi per ottenere responsi e vaticini. I Sacerdoti caldei, attraverso la "imposizione delle mani", provocavano uno stato di sonno profondo in fanciulle giovani e bellissime le quali, in questo alterato stato di coscienza, erano in grado di predire il futuro. Altrettanto dicasi di altri popoli quali i Medi, i Persiani, gli Egizi, gli Atzechi, i Maya, gli Zapotechi. Sembra che sotto il regno di Amenofi IV, in Egitto, venissero fatte due volte l'anno offerte votive al dio Aton sotto forma di sacrificio di giovani fanciulle; esse accettavano di donare la vita considerando quest'atto un grande privilegio. Anche queste giovani donne "cadevano in un profondo sonno ipnotico" durante il quale acquisivano capacità profetiche e davano Vaticini; dopo di ciò, per mano del sacerdote, venivano sacrificate al dio, passando in perfetta beatitudine dal sonno ipnotico alla morte, senza avvertire alcun dolore o timore. In India, patria delle discipline yoga, l'ipnosi e l'autoipnosi si praticavano sin dai tempi anteriori alla nascita di Cristo; anche gli Ebrei usavano l'ipnosi per provocare nei soggetti

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capacità profetiche e persino la Bibbia presenta in più parti la frase "Dio impose la Sua mano ed egli profetizzò". Lo svizzero Paracelso (1493-1541) il cui vero nome era Teofrasto Bombast, mette in rapporto la forza della calamita con quella emanata dalle mani, alla quale darà il nome di "magnetismo animale" che sarà più tardi ripreso da Mesmer. L'alchimista Cornelio Agrippa (1486-1535), nella sua opera "La filosofia occulta", parla di "occhi che incantavano e soggiogavano". Verso la metà del 700 appare la misteriosa figura di Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro, mago, illusionista, guaritore e soprattutto ipnotizzatore espertissimo, capace di produrre nei suoi soggetti stati di sonnambulismo profondo con straordinari fenomeni di chiaroveggenza, talvolta accompagnati da crisi convulsive. Cagliostro fu arrestato a Roma nel 1789 e, sotto l'accusa di eresia, fu condannato dal tribunale nella Santa Sede1. Ma la nascita dell'ipnosi, quale fenomeno oggetto della ricerca scientifica ed origine della moderna psicoterapia, coincide con una celebre e discussa figura di guaritore del XVIII sec., Franz Anton Mesmer, medico nato a Itzmang in Germania nel 1734 ed affermatosi a Vienna intorno al 1770. Partendo dal magnetismo minerale e sulle orme già tracciate da Paracelso, Mesmer mette in rapporto le capacità terapeutiche della calamita con quelle che sprigionerebbero le mani2; e ripropone il termine di "magnetismo animale" o "mesmerismo"; Mesmer acquista in Vienna una larghissima popolarità grazie alle numerose e sorprendenti guarigioni ottenute; questi successi provocano, però, reazioni ostili sia da parte della scienza ufficiale che del clero per cui è costretto a lasciare Vienna e, nel 1778, si trasferisce a Parigi dove continua la sua opera. La sua notorietà si accresce e ormai i suoi pazienti sono

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troppo numerosi per poter essere trattati individualmente; Mesmer adotta quindi il metodo della famosa "tinozza", contenente acqua magnetizzata e limitata di ferro: attorno ad essa si radunavano i pazienti, mentre il suono di un pianoforte diffondeva nell'ambiente un'atmosfera suggestiva. Mesmer, in abiti sontuosi, si aggirava per la sala, toccando i malati con una bacchetta, fissandoli negli occhi ed imponendo, quando necessario, le mani. Generalmente, i pazienti cadevano in una trance convulsiva, in seguito alla quale sopravveniva la guarigione3. Anche a Parigi, nonostante le innumerevoli guarigioni ottenute, (o più probabilmente proprio per questo), Mesmer incontrò l'opposizione della medicina ufficiale: nel 1784 fù istituita da Luigi XVI una commissione di inchiesta, la Societé Royale di Médicine, la quale stabilì che le guarigioni ottenute da Mesmer erano da attribuirsi alla sola immaginazione dei pazienti; condannò per tanto il magnetismo animale definendolo non solo privo di qualsiasi efficacia ma anche dannoso per la moralità pubblica. Queste conclusioni non furono però unanimi, infatti uno dei componenti della commissione, il botanico Laurent De Jussieu, si rifiutò di sottoscriverle; Mesmer, amareggiato da tali: contrasti, si ritira a Mespurg, sul lago di Costanza, dove muore nel 1815. Questo discusso personaggio, ebbe sostenitori e detrattori, suscitò consensi e critiche; a lui comunque spetta il merito di essere stato il primo ad affrontare con spirito scientifico, ed in un epoca ricca di superstizioni, in cui ancora si mandavano al rogo le presunte streghe, fenomeni che fino al allora erano stati confusi con le pratiche magiche. Tuttavia il suo contributo allo studio dell'ipnosi fu limitato dal fatto di avere attribuito i fenomeni ottenuti a cause esclusivamente fisiche o fisiologiche (magnetismo minerale prima ed animale

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poi), trascurando del tutto la componente psicologica ed emozionale. Fu un suo allievo, il marchese De Puységur (1751-1825), ad approfondire questo importante aspetto dell'ipnosi, nei suoi studi sul sonnambulismo provocato artificialmente. Nei primi anni dell'800 l'Abate Faria4, sostenne che il magnetismo è un fenomeno legato alla volontà nel magnetizzatore di produrre suggestione. Nel 1831 l'Accademia di Francia ammise l'indubbia azione del magnetismo e ne consigliò lo studio come parte della psicologia; per contro, verso la metà del secolo, Pio IX, in una enciclica, lo condannò come forma di superstizione. Nel 1846 James Braid, medico scozzese, sostenne che il sonno artificiale non è il prodotto di una sorta di fluido emanato dalle mani del magnetizzatore, ma è un fenomeno puramente neurologico, basato sulla impressione della suggestione sui centri nervosi; egli addusse a prova della sua tesi il fatto di essere in grado di ottenere gli stessi risultati facendo fissare lungamente al soggetto un oggetto brillante. Fu appunto Braid a coniare i termini "ipnosi" e "ipnotismo" derivati dal vocabolo greco "hipnos" (sonno). Negli stessi anni due chirurghi inglesi, Ellioston (1791-1868) in Inghilterra ed Esdaile (1808-1859) in India, eseguirono numerosi interventi chirurgici in ipnoanestesia. Anche il medico francese Henry Azam mise in luce la possibilità di utilizzare l'ipnosi come anestesia negli interventi chirurgici. Charles Richet, nel 1975, in opposizione all'opinione di alcuni studiosi che consideravano lo stato ipnotico alla stregua di una simulazione, asserì che il sonno ipnotico è uno stato fisiologico normale in cui spesso l'intelligenza viene esaltata. Il neurologo Jean Martin Charcot nell'Ospedale della Salpétriér, condusse a cavallo degli anni 1878-1882,

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importanti studi, per altro non esenti da errori anche grossolani, sull'isteria ed il sonno ipnotico: egli sostenne che l'ipnosi è una condizione patologica inducibile esclusivamente in soggetti isterici, e che le donne si possono ipnotizzare più facilmente degli uomini e che sia i fenomeni ipnotici che le manifestazioni isteriche possono essere influenzati dalle calamite e dai metalli in genere. Egli accettò la tesi "neurologica" di Braid, secondo cui lo stato ipnotico si può indurre facendo ricorso a mezzi puramente meccanici, ma ne trascurò le successive importanti scoperte sull'influenza delle aspettative e della suggestionabilità propria del soggetto. Secondo Charcot l'ipnosi si manifesta sotto forma di tre possibili stati, distinti e successivi: catalessi, latargia e sonnambulismo indotto; questa tesi si dimostrò in seguito parzialmente errata, pur rimanendo, tuttavia, il primo tentativo di suddividere il fenomeno in fasi distinte e caratterizzate da manifestazioni di crescente potenza. Alla scuola parigina di Charcot, la Salpètrière, orientata in senso organicistico, si contrappose in quei anni la scuola di Nancy di cui furono principali esponenti i professori Hyppolyte Bernheim5 e Ambroise-Auguste Liébeault. Secondo la Scuola di Nancy la suggestione verbale poteva avere notevole efficacia terapeutica in un gran numero di casi, tuttavia sebbene riconoscesse che le suggestioni vengono particolarmente rafforzate dallo stato ipnotico del paziente non le riteneva essenziali ai fini terapeutici6. Pierre Janet, allievo di Charcot, utilizzò l'ipnosi come strumento di ricerca psicologica in senso lato: egli considerò lo stato ipnotico indotto artificialmente come una condizione di "dissociazione" per cui una parte della mente funziona indipendentemente dal resto; è quindi possibile far sì che il paziente, sotto ipnosi, ricordi i fatti e circostanze per lo più di

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natura traumatica e dolorosa, di cui non è cosciente in stato di veglia. Sigmund Freud, la cui notorietà non richiede commenti, studiò l'ipnosi sia alla Salpètrière, sotto la guida di Charcot in collaborazione con Janet, sia a Nancy con Bernheim. Freud, inizialmente, si servì dell'ipnosi per la cura dell'isteria, tuttavia, prendendo atto che la suscettibilità all'ipnosi variava molto da un individuo all'altro, che in particolare i sofferenti di vere e proprie malattie mentali risultavano per lo più non ipnotizzabili con le tecniche del tempo, e considerando in oltre la presunta componente erotica nel rapporto ipnotico, egli fu indotto ad abbandonare l'ipnosi ed a sviluppare tecniche alternative psicoanalitiche7 nelle quali il terapeuta si limita ad ascoltare ed interpretare quanto il paziente afferma. L'abbandono della tecnica ipnotica da parte di Freud determinò il suo temporaneo declino nel mondo occidentale8. Infatti soltanto verso la fine della Seconda Guerra Mondiale ha inizio un rinnovato interesse per l'ipnosi e per le sue applicazioni cliniche, grazie a ricercatori e clinici tra cui Chark Hull, Ernest Hilgard, Martin Orne ed altri, fino ad arrivare al nostro secolo con uno dei maggiori ipnologi e psicoterapeuti, Milton H. Erickson. Da questa rapida e necessariamente incompleta rassegna emergono i diversi e contrastanti punti di vista dai quali è stata considerata l'ipnosi nel corso di vari secoli e dai quali la nostra concezione e le nostre tecniche si differenziano, a loro volta, per molteplici aspetti. L'IPNOSI DINAMICA è essenzialmente "comunicazione": le complesse manifestazioni psicologiche e neurofisiologiche che accompagnano, nel soggetto, la ricezione di stimoli ipnotici sono soltanto fenomeni che possono verificarsi o meno, a seconda delle finalità che l'operatore si propone e della sua specifica

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comunicazione, senza che per questo si possa negare o disconoscere l'essenza del fenomeno ipnotico che si essenzializza soprattutto nel particolare "rapporto di relazione" tra operatore e soggetto.

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2. Comparazione tra Ipnosi tradizionale e Ipnosi Dinamica. Nell'ipnosi tradizionale le stimolazioni che vengono inviate dall'operatore a scopo induttivo seguono il canale della comunicazione verbale logica, ossia si utilizza, per indurre il soggetto in ipnosi, la parola. Nell'ipnosi dinamica l'operatore invia stimolazioni non verbali, ossia segni, gesti, suoni, espressioni comunicative, privi di contenuti logici e in formativi, ma a forte contenuto emotivo. Nell'ipnosi tradizionale si parla generalmente di test di suggestionabilità atti a produrre l'evento ipnotico, come: "il tuo braccio diventa sempre più pesante, gli occhi si chiudono, la mano diventa sempre più pesante, tu cadi un sonno profondo, sempre più profondo..." etc. In qualunque manuale vengono presentati numerosi test di questo genere, ad esempio il metodo della fissazione dell'indice dell'ipnotista, che si basa sull'induzione del senso di fatica causato dalla protratta fissazione, il metodo delle mani incrociate, che consiste nell'invitare il soggetto ad intrecciare le dita delle mani e stringerle il più possibile, dicendo che verrà un momento in cui non gli sarà più possibile staccarle, o ancora il metodo del barcollamento, che consiste nel porre il soggetto sull'attenti con lo sguardo fisso al soffitto; l'operatore si pone dietro di lui e, poggiandogli le mani sulle spalle, gli comunica che sentirà una forza che lo attrarrà indietro, lo invita inoltre a non resistere. I metodi di Kline, invece, consistono nel chiedere al soggetto sveglio, con gli occhi aperti, di visualizzare mentalmente e in tempi successivi una casa, una albero, una persona, un animale. Continuando l'allenamento alla formazione di immagini nello stato di veglia (cosa che provoca anche una

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certa stanchezza) si invita il soggetto a visualizzare se stesso come davanti ad uno specchio, comodamente seduto finché gli occhi della sua immagine si stancheranno e si chiuderanno; allo stesso modo anche lui, quando avrà visto la sua immagine rilassata e addormentata, si rilasserà e si addormenterà. Questi metodi di comunicazione verbale, pur riuscendo a porre i soggetti in stato ipnotico, hanno dei limiti in quanto si rivolgono all'Io razionale del soggetto, il quale può decidere se accettare o respingere questa stimolazione. In un certo senso tutto il procedimento viene formalizzato al momento in cui il soggetto raggiunge lo stato di sonno, ovviamente sonno atipico, non fisiologico e quindi da distinguersi dal sonno notturno. Al contrario secondo i concetti dell'Ipnosi Dinamica questo sonno ipnotico non è altro che una delle tante fenomenologie che possono essere provocate, più o meno importanti, rispetto agli obiettivi che si possono prefissare. L'ipnosi viene allora ad essere considerata non come sinonimo di sonno, ma di "coinvolgimento emozionale"; la comunicazione è lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi prefissati che possono essere di tipo fenomenologico o comportamentale. Mentre nelle tecniche ipnotiche più comunemente usate l'operatore esprime le stimolazioni nei confronti del soggetto mediante un tipo di comunicazione verbale, l'Ipnosi Dinamica si avvale di stimolazioni espresse tramite atti comunicativi non verbali quali segni, gesti ed altro. Esprimendo sinteticamente il concetto di CNV9 si possono definire atti comunicativi non verbali quei messaggi che non presentano contenuti logici precisi, ossia non con tengono, nei loro enunciati, delle informazioni ma stimolano nel soggetto delle proiezioni affinché sia il soggetto stesso a creare l'informazione, in base alle sue proiezioni.

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Più precisamente gli atti comunicativi utilizzati nell'Ipnosi Dinamica sono costituiti da "contatti digitali" (toccamenti del corpo del soggetto in conformità al simbolismo a cui appartiene la sua tipologia psicologica), "Paralinguistica" (gestione della tonalità, intensità della voce, delle pause, dei suoni vocali o strumentali), "Cinesica" (gestione dello sguardo, dei movimenti, del comportamento), "Espressione di gesti con contenuti analogici specifici" (gesti caratterizzati da contenuti simbolici idonei per la tipologia del soggetto), "Prossemica" (gestione degli spazi) da utilizzare nel momento stesso in cui si inizia una induzione ipnotica10. L'Ipnosi Dinamica utilizza inoltre i concetti di "Gratificazione" e "Penalizzazione": la prima corrisponde ad una diminuzione di tensione emotiva, la seconda corrisponde ad un aumento di tensione emotiva11.

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3. Ipnotizzabilità Una delle questioni principali riguardanti l'ipnosi è quella a proposito dell'ipnotizzabilità: se esistono soggetti più ipnotizzabili di altri, se ve ne sono di non ipnotizzabili etc. e, nel caso vi siano delle differenze si tratta di esaminare a quali cause siano da imputare. In linea di massima esiste un certo disaccordo fra i principali esponenti di queste teorie: alcuni, come vedremo, si trovano concettualmente vicini all'Ipnosi Dinamica, altri esattamente all'opposto fino a negare del tutto la ipnotizzabilità e gli stessi fenomeni ipnotici. Come abbiamo visto l'ipnosi, nella teoria dell'Ipnosi Dinamica, è sinonimo di coinvolgimento emozionale del soggetto: qualunque persona in grado di essere coinvolta emotivamente, nel senso più ampio del termine, è potenzialmente ipnotizzabile. Lo stato di trance varierà di profondità, da soggetto a soggetto, in funzione delle tecniche dell'operatore e delle sue capacità innate, ma tale stato può essere indotto, con maggiore o minore difficoltà, in chiunque. Charcot, ad esempio, non la pensava in questo modo12; a tal proposito Pavesi infatti scrisse "Egli (Charcot), pur non usando personalmente l'ipnosi e lavorando solo su poche pazienti isteriche era arrivato alla conclusione che potevano essere ipnotizzati soltanto gli isterici (primo grosso errore perché non è raro che questi siano i peggiori soggetti)...".13

Anche H. Ey sembra essere di questo avviso quando scrive: "... le condizioni della suggestionabilità dipendono naturalmente dalle nevrosi stesse, in particolare dalla sua struttura isterica"14. A questa opinione, che vede strettamente legate ipnosi e isteria, si oppongono in molti, e non solo ultimamente. Già nel

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1887, quando Charcot diffondeva le sue idee a questo riguardo, Béaunis affermava che "il sonnambulismo artificiale si ottiene con la più grande facilità in un gran numero di soggetti fra i quali l'isteria non può essere invocata: bambini, vecchi, uomini di ogni costituzione e carattere"15. E più avanti affermerà addirittura che isteria e nervosismo sono condizioni contrarie. H. L. Shaw afferma che la presenza di disturbi nevrotici non facilità né ostacola la suscettibilità ipnotica16. L. Chertok, affrontando il problema dell'ipnotizzabilità, afferma che esistono soggetti facilmente ipnotizzabili, altri meno, alcuni per niente; afferma ancora che alcuni soggetti possono venire ipnotizzati soltanto da' certi operatori e non da altri, ma Chertok non formula ipotesi atte a spiegare quest'ultima affermazione. Egli distingue solo i casi di rifiuto volontario e di casi di non suscettibilità all'ipnosi, e sostiene che tutti i refrattari con i quali era venuto in contatto risultavano essere socialmente disadattati, soffrivano di psicosomatosi e presentavano una personalità narcisistica; i buoni soggetti, al contrario, erano tutti adattati socialmente ed avevano un buon contatto con la realtà. Riguardo al problema degli isterici Chertok ritiene che i nevrotici in generale siano meno ipnotizzabili delle persone normali, che gli isterici gravi siano refrattari e che quelli meno patologici siano invece dei buoni soggetti. Questo, secondo lui, perché il sintomo isterico è legato alle emozioni riguardanti personaggi del passato, e di conseguenza questi malati rifiutano nuovi rapporti transferali con l'ipnotizzatore: è come se si rifiutassero di riconsiderare il problema e di rinunciare ai loro benefici secondari17. Questo perché alcuni soggetti refrattari all'ipnosi individuale sono ipnotizzabili in

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gruppo, "giocando questo un ruolo protettore contro le paure inconsce di questi malati18". Anche Granone ritiene che "generalmente le persone psichicamente normali sono più facilmente ipnotizzabili di molti nevrotici, specie degli ossessivi, degli ansiosi, degli isterici vari”. Ciò contrariamente a quanto pensano alcuni che ritengono ipnotizzabili sono gli isterici19. Un giudizio completamente opposto è formulato da Pavesi che dice: "Noi troviamo suggestionabilità sia in persone normali che anormali e vediamo che questa è più forte nei nevrotici e negli isterici, meno forte negli individui normali, quasi nulla negli psicopatici. Però non bisogna dedurre che persone molto suggestionabili debbano essere necessariamente dei neurotici o degli isterici e neppure che persone non suggestionabili debbano essere degli schizo-

frenici"20. Come già detto, non c'è completo accordo su vari punti ed uno è proprio quello relativo al rapporto ipnosi isteria. Tutto sommato l'affermazione che più si avvicina al concetto dell'Ipnosi Dinamica è quella di Pavesi che scrive: "Si può dire con certezza che praticamente non c'è soggetto che sia refrattario all'ipnosi; ciascuna persona normale ha la potenzialità di sviluppare una trance profonda. Tutto sta nel trovare la via giusta per poter sfruttare questo potenziale"21. Altre variabili che sono state prese in considerazione sono l'età, il sesso e le condizioni fisiche. Béaunis riguardo al sesso dichiara di non aver rilevato differenze apprezzabili22. Per Shaw, invece, le adolescenti sono più suggestionabili dei maschi. Ottimi soggetti sono anche le donne incinte; queste, secondo lui, a causa di una maggiore instabilità emotiva di

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origine ormonale e per una maggiore motivazione dovuta alla preoccupazione del parto. Inoltre, se un soggetto è emotivamente simile al genitore dell'altro sesso, risulta più ipnotizzabile; anche nel caso in cui il soggetto sia emotivamente simile al genitore dello stesso sesso si ottiene lo stesso risultato, a patto però che questi sia un buon soggetto. Curiosa e per quanto ci risulta, mai rilevata da nessun altro autore, è la correlazione negativa fra ipnotizzabilità ed attività fisica competitiva: in pratica, quindi, gli atleti appaiono, nell'insieme, meno suscettibili all'ipnosi23. E ancora secondo Pavesi "la suscettibilità all'ipnosi è più alta all'età di sette - otto anni, rimane alta fino a circa venti anni, diminuisce poi durante la maturità per aumentare di nuovo nell'età senile. Essa è maggiore per le donne e le ragazze che per gli uomini i ragazzi, è maggiore per individui di più alta intelligenza che in quelli di bassa intelligenza24. Appare quindi chiaro il disaccordo tra i vari autori circa il concetto di ipnotizzabilità. Proponiamo quindi due punti di vista abbastanza emblematici di questa situazione: uno, molto distante dal punto di vista dell'ipnosi dinamica, è di B. Disertori che dichiara di essere riuscito solo una volta a indurre trance profonda, e ritiene che occorrono dati personali particolari e poco diffusi per ipnotizzare; l'altro è di Weitzenhoffer il quale afferma che "... il successo nel produrre qualunque profondità di trance dipende in gran parte dalla scelta di una tecnica appropriata a ciascun soggetto e dal tempo impiegato nell'intero processo26. A completamento di questa esposizione riportiamo alcune statistiche di ipnotizzabilità presentate da vari autori in epoche diverse. - Per Béaunis la percentuale si aggira intorno al 52,8%.27

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- Per Bramwell tutti sono ipnotizzabili fino ad un certo punto nel 10/12% si può ottenere trance profonda28.

- Secondo Ferenczi esiste una differenza individuale enorme riguardo alla riuscita, che va dal 10% all'80/90% ed anche 96%29.

- Pavesi calcola che circa il 90% dei soggetti sia ipnotizzabile30.

Secondo il nostro Istituto, invece, tutti gli individui sono ipnotizzabili: se alcuni non sono sensibili alle "tecniche dirette"31 della Ipnosi Dinamica, ove l'evento viene denunciato ed il soggetto ne è consapevole ancor prima della pratica ipnotica, sicuramente non saranno indifferenti alle sottili tecniche della Comunicazione Integrale del metodo indiretto,32 ove l'operatore non è costretto a denunciare l'evento ipnotico, ma lo produce con un semplice dialogo senza che il soggetto sia inizialmente consapevole dell'obiettivo dell'operatore. (Beneglio, S., 1986).

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4. Suggestione Uno degli argomenti su cui l'Ipnosi Dinamica getta la luce di una nuova e diversa interpretazione è quello riguardante il reale effetto della suggestione nella fase induttiva di un processo ipnotico. La suggestione, infatti, se viene considerata utile (o in alcuni casi in dispensabile) per pilotare un soggetto in stato di trance ipnotica o per aumentare la profondità della trance stessa e per ottenere le manifestazioni richieste, può invece non essere utilizzata per indurre il soggetto in trance: con la Comunicazione non Verbale, infatti, si può ipnotizzare senza servirsi di alcuna suggestione. Questo fatto pone, fra l'altro, in discussione la misura del contributo della suggestione anche nelle metodologie che la utilizzano e la considerano fondamentale appoggiandosi, quasi completamente su di essa per ottenere il risultato voluto. Spesso, infatti, pur concentrandosi sulle suggestioni, l'ipnotizzatore si serve inconsapevolmente di tecniche completamente diverse33. Ma a differenza di alcuni sostenitori della suggestione quale unica ed assoluta causa dell'induzione ipnotica, qualche autore, pur non partendo dalle ipotesi di base della Ipnosi Dinamica, si è reso conto che esistono altri fattori importanti nel determinare lo stato ipnotico. Si tratta essenzialmente di intuizioni isolate, di osservazioni e considerazioni sparse all'interno di descrizioni sperimentali o riflessioni; esse vengono comunque da autorevoli esperti che, pur non formalizzando esplicitamente il concetto, come ha fatto il nostro Istituto, si sono molto avvicinati alle nostre concezioni e sono giunti alle stesse nostre conclusioni.

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Lo stato di trance viene ottenuto tramite micro stimolazioni emotive indotte attraverso i canali di CNV, e la suggestione non trova alcun posto in questo procedimento che si dimostra rapido ed efficace. Vediamo ora che cosa si intende per suggestione. N. Perotti definisce la suggestione "Processo inconscio di natura affettiva determinato da un distacco dalla realtà obiettiva"34. Pavesi afferma che "la suggestione è un processo mentale che risulta dall'accettazione non critica e dalla realizzazione, in atto o in credenza, di idee che sorgono nella mente, come effetto di parole, attitudini o atti di una altra persona"35. Viene qui gettato un ponte fra la suggestione verbale e l'effetto di "atti o attitudini" che contribuirebbero a creare lo stato di trance. Bernheim però non era di questo avviso. Infatti, come riporta il Granone nel suo trattato, egli gettò il ridicolo sulle manipolazioni eseguite da Bernheim, facendo risalire tutti gli effetti alla pura e semplice suggestione verbale. Più precisamente affermò: "Le manovre non sono niente, la fede è tutto e la fede, cioè la credenza, è propria dello spirito umano. È l'immaginazione che fa miracoli"36. Per Bernheim "la suggestione rappresenta l'atto per cui un'idea è introdotta nel cervello ed in virtù di esso accettata. Tutto ciò che entra per le orecchie nello spirito, tutto ciò che con o senza esame preliminare è accettato per se stesso, tutto ciò che permane, tutto ciò che è creduto, costituisce una suggestione per mezzo dell'udito. Lo stato ipnotico non è che uno stato di suggestionabilità esaltata"37. Se fosse vero quanto affermato da Bernheim, chiunque, senza servirsi di una tecnica appropriata, dovrebbe essere in grado di ipnotizzare qualunque persona; ma questo non

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corrisponde alla realtà. Inoltre è da considerarsi superficiale una visione della mente umana tanto debole ed in balia di ogni suggestione che le si presenti attraverso l'udito, dimenticando, tra l’altro, l'influenza che hanno gli altri organi di senso.

Interessante è anche l'opinione di Babinski, un discepolo di Charcot secondo cui non è l'ipnotismo che crea o esalta la suggestionabilità, anzi esso ne è la conseguenza, la manifestazione. Questo studioso aveva una considerazione tale dei fenomeni ipnotici da arrivare a dire che l'ipnotismo "nella maggior parte dei casi si ridurrebbe a simulazione, e negli altri a inganno reciproco del soggetto attivo e del soggetto passivo”38. In risposta alle teorie che magnificavano la suggestione e la investivano di ogni potere si levarono molte voci. Una delle più efficaci è quella di Grasset,39 secondo cui i sintomi dell'ipnotismo non derivano affatto da una suggestione diretta, dato che in ipnosi vi sono dei fenomeni indipendenti da ogni suggestione; questi fenomeni, definiti "fissi" da Grasset, non sono per nulla costanti in ogni caso, nè uguali per ogni soggetto. Fra questi un primo gruppo si osserva unicamente tra i soggetti isterici; l'isterismo li fa nascere e fa imprimere in essi una forma particolare. Poi vi sono degli altri sintomi somatici fissi: fenomeni sensitivi, circolatori, respiratori. Infine vi sono sintomi psichici, indipendenti da ogni suggestione, fra cui la memoria e lo stato intellettivo del soggetto. Durante l'ipnosi il soggetto ricorda tutto del suo passato e durante la veglia può non ricordare nulla dello stato ipnotico indotto in lui; perciò, conclude, se la suggestione ha una grande importanza nel l'ipnotismo, essa non è affatto tutto, nè tutto può sostituire.

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L'autore che meglio intravede la suggestione come un fenomeno agente a posteriori è Granone che scrive: "di fatto sono due i fattori che permettono l'istaurarsi della suggestione e del suo pieno esplicarsi: la vivacità delle emozioni ed il difetto dei poteri di critica, difetto da intendersi non come costituzionale ma come condizione raggiungibile anche da persone intelligentissime e molto sensibili"40. Si fa strada qui l'idea che la suggestione non sia la fautrice dello stato di trance. Questo è deducibile dal fatto che per "instaurarsi" ed "esplicarsi" necessita di due condizioni: il coinvolgimento emozionale ed il difetto di critica che si viene a produrre insieme ad un generale senso di stordimento ottenibile solo attraverso l'impostazione dei flash subliminali. Questo autore ritiene difficilmente accettabile il concetto di ipnosi unicamente come conseguenza della suggestione mentale pura, intesa come fenomeno privo di contenuto emotivo. Al contrario egli sostiene che il carattere energetico della suggestione ed il suo potere inibitorio sulle facoltà superiori siano proprio dovuti alla componente emotiva, e che la suggestione sia tanto più inibente sulle funzioni corticali quanto più carica di contenuto affettivo41. Altro autore che ritiene che i veri strumenti per praticare l'induzione siano emotivi è Watkins42. La sua concezione, nonostante si presenti sotto un aspetto particolare, richiama fondamentalmente quella della Ipnosi Dinamica quando afferma che, secondo lui, l'induzione si ottiene attraverso la stimolazione dell'amore e della paura: il primo sostenuto da metodi dolci e carezzevoli, la seconda da metodi bruschi e autoritari.

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5. La tecnica induttiva Sarà abbastanza semplice seguire, a questo punto, sotto un aspetto tecnico l'analisi di alcune delle metodologie più comunemente adottate; verranno citate le tecniche dell'Ipnosi Dinamica come comparazione per interpretare alcuni procedimenti induttivi tra i più famosi ed utilizzati, nella misura in cui sarà reso possibile dalle descrizioni riportate. Si è volutamente lasciato maggiore spazio all'analisi della tecnica di Bernheim, così come da lui stesso riportata, per due motivi: il primo è che si tratta di una tecnica che è stata, ed è ancora oggi, usata da moltissimi terapeuti43; il secondo motivo è che proprio Bernheim, che si era mostrato avverso alle manipolazioni, e leggendo, come abbiamo visto, la suggestione ad unica spiegazione dell'induzione ipnotica, si servì inconsapevolmente di parecchi accorgimenti indicati dalla metodologia della Ipnosi Dinamica. Si cercherà di evidenziare il suddetto rapporto via via che lo descriveremo. Citando Béaunis, che nel suo manuale,a compendio della descrizione della tecnica da lui usata, dichiara: "Quando su un soggetto voglio fare una suggestione nello stato di veglia, cerco innanzitutto di colpire fortemente la sua attenzione. Gli dico, per esempio -Guardami bene ed ascoltami bene-. Imprimo nel suo sistema nervoso uno choc inaspettato; io arresto, per così dire, in quale modo poco importa, con il gesto, con lo sguardo, con la parola imperativa, il corso dei pensieri e l'evoluzione dell'attività nervosa"44. Sembrerebbe esserci qui una vaga intuizione dell'azione delle micropenalizzazioni tensionali ottenute, sembra senza rendersene conto, tramite CNV "...in che modo! Poco

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importa, gesto, sguardo, parola interattiva...". Importava mol-to invece ma, come molti altri autori prima e dopo di lui, non se ne rese conto. Béaunis inoltre aveva già rilevato gli effetti della prossemica ma non era riuscito ad analizzarli ed identificarli come meccanismo a sè classificandoli invece come risultato dell'immaginazione del soggetto o come un fatto di abitudine. "I passi a distanza (qualche centimetro) possono, in certi soggetti ma non in tutti, determinare il sonno ipnotico. In alcuni soggetti questi passi riescono meglio degli altri mezzi... è una questione di abitudine o il risultato dell'immaginazione del soggetto. Così M.lle V. che era abituata ad essere addormentata con dei passi non si addormentava che difficilmente con la fissazione dello sguardo"45. Béaunis fù colpito altre volte dagli effetti della cinesica e della prossemica; ad un certo punto si chiese se era possibile addormentare qualcuno a sua insaputa. Egli riprovò, facendo dei passi dietro ad alcuni soggetti senza che se ne accorgessero, e a tal proposito afferma di essere riuscito ad indurre il sonno artificiale; per conferma chiese poi al soggetto ipnotizzato se si fosse accorto dei suoi movimenti e benché questi rispondesse negativamente egli si rifiutò di considerarlo un fatto probante46. In realtà è difficile che una persona non percepisca un'altra persona a pochi centimetri di distanza. Ciò non esclude che questi soggetti "si addormentassero"; evidentemente erano particolarmente sensibili all'effetto di micropenalizzazioni indotte in questo modo, tanto da risultare sufficienti per l'induzione della trance. È interessante notare come alcuni ipnotisti del passato47 utilizzassero una tecnica di approfondimento della trance usata in casi particolari anche a fini induttivi, definita

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"fascinazione" e consistente nell'ordinare al soggetto di appoggiarsi all'operatore "petto a petto"48 con le braccia rilasciate lungo i fianchi49 e tenendo le palme delle mani a contatto dell'operatore, guardandolo contemporaneamente in modo fisso negli occhi. Risulta evidente come sia stato lo stato di tensione, indotto attraverso particolari stimolazioni con la CNV, a portare il soggetto in trance. Nel suo manuale del 1884 Bernheim50 descrive la tecnica da lui impiegata "Guardatemi bene e non pensate che a dormire. State per sentire una pesantezza alle palpebre, una stanchezza nei vostri occhi; sbattete le palpebre, gli occhi si inumidiscono; la vista diventa confusa, gli occhi si chiudono. Alcuni soggetti chiudono gli occhi e dormono immediatamente; con altri ripeto, accentuo ancora, aggiungo il gesto, poco importa la natura del gesto. Io pongo due dita della mano destra davanti agli occhi della persona e la invito a fissarmi, o passo più volte le mani dall'alto in basso davanti ai suoi occhi, o ancora la impegno a fissare i miei occhi e cerco allo stesso tempo di concentrare tutta la sua attenzione sull'idea del sonno. Io dico: le vostre palpebre si chiudono, voi non potete aprirle. Voi provate la pesantezza nelle braccia, nelle gambe, non vedete più niente, il sonno viene, e con tono imperioso aggiungo: dormite! Spesso questa parola provoca il dondolamento, gli occhi si chiudono, il malato dorme". La descrizione continua ma, per una breve analisi, questa parte è sufficiente. Intanto notiamo subito che Bernheim inizia dicendo al soggetto "guardatemi bene e non pensate che a dormire. State per sentire una pesantezza alle palpebre ...". Si inizia quindi con quello che a livello logico è un invito, ma che viene espresso come un comando; ciò è evidente nell'uso

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dell'imperativo "guardatemi e non pensate che... ". Già questo fatto può essere percepito da alcuni soggetti penalizzante al livello analogico ossia a livello subliminale, come a dire al di sotto della soglia di consapevolezza. Questa impostazione definisce e sottolinea, inoltre, il ruolo comportamentale adottato "up-down", competitivo o complementare, dalle persone coinvolte nel processo ipnotico. Ancora dobbiamo considerare penalizzante la predizione di fenomeni fisiologici come la pesantezza delle palpebre e la stanchezza degli occhi, fenomeni sempre sperimentati dal soggetto come indipendenti dalla volontà, non solo sua, ma soprattutto altrui. Queste fenomenologie provocano, nelle esperienze del soggetto, due effetti favorevoli al processo ipnotico: da una parte provocano tensione, ossia aumento dello stato emotivo; dall'altra causano un parziale riconoscimento del potenziale ipnotico dell'operatore a livello razionale. Dice ancora Bernheim "lo ripeto, accentuo maggiormente, aggiungo il gesto -poco importa la natura del gesto-. Io pongo due dita della mano destra davanti agli occhi e li invito a fissarmi". Introduce allora intuitivamente la cinesica ("aggiungo il gesto, pongo due dita davanti agli occhi") e la prossemica. È in errore Bernheim però quando afferma "...poco importa la natura del gesto": recenti scoperte dell'Ipnosi Dinamica hanno infatti accertato che alcuni gesti risultano di per sè penalizzanti, altri meno, altri invece gratificanti, sempre nel senso che favoriscono un aumento o una diminuzione della tensione emotiva nel soggetto. In particolare, come nel nostro caso, un movimento cinesico della mano davanti al viso, portata dall'alto verso il basso, risulta gratificante, mentre è penalizzante, ossia creante tensione, portata dal basso verso

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l'alto. È il simbolismo che si esprime con il gesto a definire l'atto "gratificante" o "penalizzante". (Benemeglio S., 1986)51

Di conseguenza quando più avanti aggiunge "...o con le due mani passo più volte dall'alto in basso davanti ai suoi occhi..." si serve inconsapevolmente della cinesica come canale di CNV,52 ottenendo il risultato (utile o meno in quel momento) di ridurre in parte lo stato di tensione procurato nei confronti del soggetto fino a quel momento. Per rendersi maggiormente conto dell'effettivo potere comunicativo di questo gesto è sufficiente riflettere su come talvolta viene usato -sempre istintivamente e a volte in modi diversi- per accompagnare specifiche parole (ad.es. "calma, calma") per tranquillizzare e quindi ridurre la tensione in persone sovraeccitate. In questo caso qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una convenzione culturale, ma tale punto di vista implicherebbe comunque la necessità, da un lato di spiegare come e perché tale convenzione si sia formata proprio in questo modo, dall'altro di spiegare la strana corrispondenza degli effetti durante l'induzione ipnotica secondo la tecnica dell'Ipnosi Dinamica in cui non vengono pronunciate suggestioni di rilassamento. Tornando alla metodologia impiegata da Bernheim notiamo che, a conclusione della induzione, egli pronuncia un imperioso "dormite!". Viene dunque inserito un cambiamento di tonalità in un senso di maggior comando e di annullamento della "volontà" del soggetto. Questa variazione di tonalità rientra nel canale non verbale della paralinguistica; tale variazione viene inoltre associata alla digitale in caso di resistenze da parte del soggetto: "…nel giro di due o tre minuti tutto al più io mantengo le palpebre chiuse, o meglio, stendo le palpebre lentamente e dolcemente sui globi oculari,

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.chiudendoli progressivamente sempre di più, imitando quello che si produce quando il sonno viene naturalmente; termino mantenendole chiuse, sempre continuando la suggestione...". Noi crediamo che far chiudere gli occhi ad una persona favorisce il di stacco dalla realtà e quindi il processo ipnotico. La tecnica dell'Ipnosi Dinamica pone la chiusura degli occhi come condizione preliminare53, insieme alla posizione ortostatica54. Anche Bernheim utilizzava tale modalità, senza però rendersi conto dell'effetto che questa azione produce sull'emotività del soggetto55, soprattutto nell'atmosfera molto particolare che si istaura durante una seduta ipnotica. Aggiunge più avanti: "Spesso in persone apparentemente refrattarie sono riuscito, mantenendo a lungo la chiusura degli occhi, imponendo il silenzio e l'immobilità (quindi in pratica bloccando ogni scarico di tensione) parlando continuamente e ripetendo le medesime formule...". Nei casi più difficili dunque non ha fatto altro che penalizzare il soggetto tramite i quattro canali di CNV e bloccare ogni scarico di tensione prodotta imponendo, come dice lui stesso, il silenzio e l'immobilità, come diciamo noi una posizione ortostatica. Una interpretazione di questo tipo rende senz'altro più comprensibile il processo ipnotico nei suoi meccanismi e concilia due tecniche diametralmente opposte (una tendente all'induzione di tensione, l'altra al rilassamento tramite suggestione) raggiungenti però l'identico risultato56. L'indubbio vantaggio che si ottiene utilizzando la tecnica in questo senso consiste nel fatto che diventa enormemente più facile, e per chiunque, ottenere uno stato ipnotico che verrebbe altrimenti raggiunto di riflesso. Un indicazione sull'importanza di questa tesi viene data da Chertok57 il quale, commentando le più moderne tecniche di

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induzione che utilizzano la fissazione di oggetti, consiglia ad eventuali neofiti di ricorrere, in caso di insuccesso, ai consigli di Bernheim sull'uso della cinesica e della prossemica58. Chertok inoltre afferma che i metodi oggi usati, se vengono confrontati con quelli descritti da Bernheim, presentano l'unica differenza di far minor ricorso ad un atteggiamento autoritario; sono quindi meno penalizzanti, aggiunge sorpreso che, secondo questo autore, la durata della fase induttiva non sembrava dover superare i dieci minuti, mentre oggi Brenman e Gill valutano che, per indurre un ipnosi profonda in un soggetto non nevrotico, occorrono parecchie sedute della durata di cinquanta minuti o addirittura di un ora e mezza. Lo stesso Erickson in un suo scritto del 1939 arrivò ad affermare che in certi casi il successo è ottenuto dopo parecchie sedute che possono protrarsi per tre o quattro ore59. È curioso notare come, riguardo a questa interessante differenza non vergano formulate ipotesi, ma considerando l'aspetto offerto dall'Ipnosi Dinamica, se ne comprenderà il motivo. Il confronto può ora continuare considerando l'ipnosi attraverso la "fascinazione" o attraverso lo sguardo, oggi molto poco impiegato. A tal proposito vengono generalmente distinte due forme: una vuole essere non autoritaria60, segue le stesse indicazioni della fissazione dell'oggetto con l'unica differenza che, in questo caso, è lo sguardo dell'operatore che deve essere fissato61; l'altra forma viene riconosciuta come più autoritaria e viene impiegata, secondo Wolberg62 da ipnotizzatori di music-hall e talvolta in medicina per alcuni casi di alcolismo e tossicomania. "Per praticare l'affascinazione sotto questa ultima forma il medico deve porsi di fronte al paziente a circa trenta cm da lui (quindi a distanza già inferiore rispetto a quella "neutra" di

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cinquanta cm.). Egli lo deve dominare (rapporto up-down) e se il soggetto si trova ad essere più alto e grande dell'operatore, costui lo farà sedere, mentre egli resterà in piedi. Poi lo prenderà per le spalle (digitale) lo dondolerà lentamente in avanti e indietro (variazioni continue di prossemica) tenendo gli occhi fissi sulla radice del naso del soggetto. Proporrà allora una serie di suggestioni: -guardami negli occhi (comando), il vostro sguardo diventa pesante ... le vostre palpebre sono pesanti come il piombo, state per dormire, dormire- e più avanti -le vostre palpebre sono incollate, voi non potrete aprirle prima che io ve lo ordini-"63. È quasi incredibile che si sia pensato sempre che le uniche forze induttrici dello stato ipnotico potessero essere lo sguardo e le parole, o meglio il loro significato a livello logico, il loro potere suggestivo, la prevaricazione nei confronti del debole e indifeso da parte del "gigante cattivo". Una ipotesi in questo senso sembrerebbe non tener conto, tra l’altro, del l'avvertimento dato da Chertok il quali afferma "...un altro rischio è che nel corso dell'operazione l'ipnotizzatore divenga egli stesso ipnotizzato"64. Se non avvertiamo l'idea che siamo atti comunicativi della prossemica e della digitale a provocare gli stimoli emotivi e che l'induzione ipnotica sia dovuta alla variazione degli stati di tensione65, diventa difficile spiegare, in un caso come questo, perché un ipnotizzatore resti ipnotizzato e da chi, da che cosa: al suo soggetto è possibile perché costui non parla e non produce suggestioni nell'operatore. Bisognerebbe allora ipotizzare che lo sguardo fisso di una persona, (presumibilmente un paziente, o comunque qualcuno al di fuori dell'ambiente terapeutico e privo di ogni esperienza in fatto di ipnosi) sia sufficiente per ribaltare una situazione così complessa e in gran parte predeterminata

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dalla precedente accettazione dei rispettivi ruoli. Bisognerebbe ipotizzare anche che un mesmeriano che applica come tecnica induttiva i "passi magnetici" su un soggetto, privo di ogni cognizione tecnica sia capace di autoindursi a sua insaputa. Ancora si potrebbe credere che la forza della suggestione sia così potente da agire sulla stessa persona che la produce, e che è perfettamente a conoscenza delle tecniche induttive che sta utilizzando. Tali ipotesi riteniamo siano da considerarsi inaccettabili! La tecnica proposta da Erickson nel 1927, è conosciuta, come "metodo di lievitazione della mano", così come è descritta da Wolberg66, sembra invece utilizzare poco o niente la CNV67, ma certamente utilizza l'altro modello interattivo analogico, ossia il simbolismo comunicazionale. Il braccio che si solleva e diviene "rigido e duro" richiama per analogia il simbolismo della "Spada" o sia della potenza e dell'erezione68. In ogni caso, come vedremo, il risultato delle suggestioni indotte è quello di produrre tensione e non rilassamento (come invece sembrerebbero indicare le solite raccomandazioni di mettersi comodi, rilassati, etc.). In pratica la tecnica consiste nel far concentrare il soggetto sulle minime sensazioni corporee che si provano normalmente ma alle quali non facciamo mai attenzione; gli si suggeriscono anticipatamente le varie possibilità di sensazioni ma senza alcuna suggestione. Sarà il caso che farà abbinare le parole dell'operatore, poco alla volta, con le sensazioni che il soggetto sperimenterà forzatamente in quanto tutti i suoi sensi e la sua concentrazione saranno tesi alla percezione di ogni minimo cambiamento fisiologico. Si tratta, in conclusione, di ottenere che il soggetto risponda alle suggestioni dell'operatore come se anche queste appartenessero alla propria esperienza. Quindi si cerca di

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fargli associare le sue sensazioni alle parole pronunciate in modo che le parole e gli ordini pronunciati dall'ipnotizzatore risveglino, più tardi, delle reazioni sensoriali o motrici non gestite consapevolmente. Nel caso in cui il paziente opponesse una resistenza più o meno cosciente, come un leggero movimento della mano o delle dita, l'ipnotizzatore lo segnalerà invitando il soggetto a ricomporre la posizione ortostatica, annullando così il movimento. Per quanto riguarda frasi del tipo "si rilassi!" non è difficile valutare che l'effetto che realmente si produce è esattamente il contrario; lo starsene seduti, completamente concentrati su se stessi, con qualcuno che predice ogni più piccola sensazione -la quale avverandosi crea notevole sorpresa e, talvolta, apprensione nei soggetti maggiormente emotivi- può essere tutt'altro che rilassante. Inoltre, come già evidenziato in precedenza, non appena il soggetto percepisce una più o meno relazione casuale fra la sua esperienza e i suggerimenti dell'operatore, inevitabilmente a quest'ultimo viene immediatamente riconosciuto un "quid" di potenziale ipnotico; tale riconoscimento ha l'effetto di aumentare di molto lo stato di tensione ed il coinvolgimento emozionale del soggetto. Erickson si è servito di tecniche molto raffinate fra cui alcune abbastanza simili a quelle dell'Ipnosi Dinamica. Riportiamo, a titolo di esempio, un esperimento molto interessante durante il quale Erickson ipnotizzò un'infermiera messicana che non era mai stata ipnotizzata prima, che non conosceva nè l'inglese, nè lui come ipnologo, nè lo scopo della sua presenza in quel momento ad una riunione di medici. Tutto il processo si svolse senza una parola, in occasione di una conferenza sull'ipnosi, ed i comandi furono dati soltanto analogicamente, quindi tramite le tecniche di CNV: Erickson

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si avvicinò all'infermiera (prossemica), le strinse la mano (digitale), poi senza lasciare la mano smise di sorridere e si limitò a guardarla fisso negli occhi (fascinazione). Continuò lasciandole andare impercettibilmente la mano, tanto che questa rimase sospesa per aria (suggerimento analogico di postura; in seguito la fece sollevare sempre toccandola; egli chiuse gli occhi e lei lo imitò (es. di verifica positiva). Successivamente produsse altri effetti di catalessi della gamba, allucinazioni visive, etc69. È interessante notare come il processo induttivo sia stato completamente analogico e basato esclusivamente sulla CNV e sul simbolismo comunicazionale; metodi tanto efficaci da produrre catalessi, allucinazioni positive e negative e totale amnesia al termine dell'esperimento, con enorme facilità. Ancora una volta però tutto il processo è accertato con un dato di fatto, senza cercare di capire i meccanismi che lo hanno permesso e senza dedurne delle costanti. Tutto viene, ancora una volta, attribuito alle eccezionali capacità (peraltro indiscutibili) dell'operatore, e classificato con l'impropria e superficiale definizione di "metodo non verbale della pantomima". Oltre ad essere molto affascinante, un esperimento di questo tipo, viene a mettere in discussione un concetto diffuso fra alcuni esperti di questo settore che riguarda la collaborazione, attiva o meno, del soggetto, ritenuta indispensabile per la riuscita del processo. Ad esempio Shaw, nel suo manuale70, afferma che è decisiva la piena collaborazione del paziente, senza la quale il processo è impossibile a meno che non si somministrino farmaci. Dello stesso avviso sembra essere Pavesi che ritiene importante il rendere partecipe di questo fatto il soggetto stesso, rassicurandolo e cercando di ottenere da lui la massima

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partecipazione attiva, considerata determinante e senza la quale non si arriverebbe a nulla. Si deve insistere quindi sul fatto che il soggetto non sarà un automa inerte nelle mani dell'operatore, ma un indispensabile collaboratore71. Un atteggiamento basato su questa concezione oltre a non corrispondere a completa verità, risulta eccessivo ed inutile, a meno che non ci si trovi di fronte ad un soggetto particolarmente timoroso. Può essere addirittura controproducente in casi normali, in quanto l'operatore si pone non in posizione "neutra" (sempre consigliabile in partenza con qualunque soggetto) ma addirittura in posizione "down", sminuendo in tal modo il proprio operato. Il soggetto può restare persino deluso, anziché rassicurato, da un atteggiamento così debole e, invece di acquistare maggiore fiducia in se stesso, può perderla nei confronti del procedimento. Sembra molto più professionale e produttivo un atteggiamento scelto sulla base della valutazione, anche approssimativa, del tipo di personalità del soggetto, come proposto da Granone che non rifiuta totalmente un atteggiamento decisamente autoritario o addirittura "possessivo", in quanto questo si dimostra di gran lunga più efficace41. Arons consiglia di suddividere la fase induttiva in tre stadi: nel primo si descrivono i sintomi che il soggetto sta per sperimentare, nel secondo si danno le suggestioni di questi sintomi usando il tempo presente come se realmente stessero accadendo, nel terzo stadio si varia il tono e l'enfasi delle suggestioni facendole diventare via via più pressanti, fino ad arrivare ad un tono decisamente imperativo73. Come si vede, la descrizione della metodologia non è eccessivamente particolareggiata: non si descrivono infatti la posizione operatore-soggetto, i gesti del primo, i suoi

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movimenti, etc.. L'unico punto da cui si deduce l'attenzione rivolta alla CNV è in riferimento all'effetto di una approssimativa paralinguistica: quando si comincia un'induzione sarebbe bene ricordarsi che non sono solo le suggestioni che stiamo per dare ad avere importanza, ma anche l'espressione vocale che andiamo ad usare. Così l'inflessione, la modulazione, il cambio del ritmo, l'uso di un tono unico, la variazione di volume della voce possono avere una grande influenza su quello che noi diciamo"74. Anche in questo autore dunque si è fatta strada l'intuizione dell'importanza della Comunicazione non Verbale implicata nelle suggestioni che vengono date a livello logico; non appare però nemmeno qui una comprensione chiara della misura di questa importanza. Questo fatto conduce l'autore a prendere semplicemente atto della realtà di questo fenomeno, senza poterlo razionalizzare e trasmettere didatticamente: "Purtroppo non ci sono regole in questo campo e ciascuno deve imparare, attraverso la propria esperienza, come fare uso di questi fattori"75. Pavesi, dal canto suo, aggiunge che se questo metodo non porta a nulla si possono accompagnare le parole con movimenti delle mani: "Se anche in questo modo rimangono gli occhi aperti, l'operatore può portare la mano ad una quindicina di cm. dal viso del paziente e muovendola verso l'alto e verso il basso comincia a dire "-Segua la mia mano su e giù, e le verrà tanto sonno..". In caso di ulteriore fallimento Pavesi confessa che non resta che dire: "Chiuda gli occhi, per favore". Al medesimo tempo si fa una leggera pressione sulle palpebre"76. Una volta ancora vediamo come un autore che parte affidandosi completamente alla suggestione, quando questa risulti essere insufficiente, si trova ad inserire la cinesica, la

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prossemica e, alla fine la digitale anche se lo fa in un contesto logico (chiudere gli occhi) e con una motivazione logica. Chi si è reso conto più chiaramente dell'importanza degli atti comunicativi e del loro contributo in termini operativi è Granone: "Un linguaggio può riuscire più o meno suggestivo non solo per il suo contenuto e per il suo nesso logico, ma anche per l'espressione mimica e le pause che l'accompagnano, cioè per quella parte non strettamente verbale del discorso". E più avanti aggiunge: "Un errata intonazione di voce può ostacolare un'induzione di trance o il suo approfondimento". Granone sottolinea inoltre l'importanza del fatto che l'operatore deve sempre tenere presente che nel rapporto ipnotico (ma anche in molti altri tipi di relazione) il soggetto percepisce molto di più di quello che viene espresso al livello logico: "Di fatto è l'atteggiamento mentale dell'operatore il grande segreto di ogni riuscita suggestione ipnotica... è proprio per questo atteggiamento mentale che tra l'ipnotista ed il suo soggetto si istaura una specie di comunicazione extraverbale che non è meno importante, agli effetti induttivi e terapeutici, di quella verbale"77. La stessa intuizione ed osservazione sperimentale porta Granone a considerare seriamente e più tecnicamente gli effetti della cinesica e della digitale, rispetto ad altri studiosi di tecniche ipnotiche. Egli rivaluta quelli che vengono normalmente chiamati "passi”78, molto in uso fra i primi ipnotisti e screditati, invece, da Bernheim che, come abbiamo visto, li considerava manipolazioni inutili. Granone invece li definisce "...degli sfioramenti che l'ipnotista fa con la mano sul viso e sugli arti del paziente per realizzare particolari suggestioni"; secondo lui il "passo" ha la funzione di attirare

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di più l'attenzione del soggetto alla regione in cui si vuole causare analgesia, catalessi, o altro fenomeno ipnotico. Come si può notare, l'interpretazione su esposta è abbastanza diversa e si riferisce soprattutto ad un mezzo o un tramite, e non ad un vero e proprio stimolo induttivo di CNV; è comunque una testimonianza a favore dell'utilità e varietà della CNV, parte integrante della fase induttiva secondo la teoria dell'Ipnosi Dinamica.

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6. L'ipnotizzatore Una questione abbastanza importante nell'ambito dell'ipnosi è quella che concerne la personalità dell'ipnotizzatore; o meglio se tutti siano potenziali ipnotizzatori o se invece occorrano delle particolari doti per riuscire in questo campo. Vi sono autori che ritengono determinante il tipo di personalità dell'operatore il quale deve presentare tratti ben precisi, senza i quali non sarebbe possibile raggiungere alcun risultato concreto. Ey, ad esempio, afferma: "Le condizioni del valore suggestionante del l'atto terapeutico dipendono evidentemente dal personaggio dell'ipnotizzatore"79. Secondo Bernheim costui dovrebbe essere "calmo, senza sofferenze, diffidare della sua immaginazione, poiché il soggetto percepisce tutte le angosce dell'ipnotizzatore"80. Sandor Ferenczi, invece, sembra dare maggiore importanza all'aspetto esteriore, sociale, dell'ipnotizzatore che, secondo lui, dovrebbe essere "prestante, godere di prestigio sociale e, se è possibile, avere la barba nera"81. Per Shilder questo personaggio dovrebbe essenzialmente "... essere mosso da un desiderio inconscio di potenza magica e di dominazione libidinale del paziente"82. Pavesi sembra avere una concezione meno teatrale, ritenendo non indispensabile, ma solo di grande importanza, il possesso di alcune qualità fondamentali: "Sebbene tutti i fenomeni ipnotici siano di carattere soggettivo, e non certo dipendenti da magici poteri dell'ipnotista, tuttavia la sua personalità ha una grande importanza, sia sull'induzione di trance ipnotica che sull'esito della cura stessa; ... bisogna prima di tutto che abbia un buon senso di adattamento e possegga una notevole confidenza nella propria abilità”83.

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La sua concezione è forse meglio sintetizzata nella lapidaria, ma quanto mai significativa, dice: "L"ipnotismo è una scienza, ma la sua pratica è un'arte". Una visione forse più aderente alla realtà è quella presentata da Granone che ritiene essenziale soprattutto una buona preparazione ed una sincera e profonda fede in quello che si fa; egli consiglia di scegliere con cura la parola chiave della suggestione e ripeterla in noi finche la sentiamo vibrare intensamente nel suo significato e nella sua essenza. Soltanto allora pronunciarla parecchie volte al soggetto, con quel calore e quella intensità per cui la voce può acquistare il tono suggestivo necessario. Qualora il terapeuta non avesse fiducia in se stesso deve costruirsela con la pratica costante dell'affermazione e dell'autosuggestione84. Appare evidente che il denominatore comune alle varie concezioni si sostanzia nell'importanza riferita alla personalità dell'operatore, alla sua esperienza e, non da ultimo, a quella "incisività nei rapporti umani", che, sin dall'inizio deve essere insita in lui. Tuttavia, anche in questo caso, ci sembra che non venga dato che un consiglio molto generale, in luogo di una precisa indicazione su come creare quella particolare atmosfera interattiva che si instaura durante un rapporto ipnotico; sotto questo aspetto quindi si è aggiunto ben poco alle indicazioni che dava Bernheim ricordando come le tecniche induttive si imparano alla lunga con l'esperienza e sotto una buona guida, come si imparano l'oftalmoscopia, l'auscultazione ed altri tecnicismi medici. Il nostro Istituto di Ipnosi Dinamica e Comunicazione non Verbale afferma molto chiaramente che l'ipnotizzatore è come un professore di violino: può divenire un solista oppure suonare in un'orchestra. Con ciò intendiamo che la tecnica induttiva dell'Ipnosi Dinamica permette a tutti di ipnotizzare,

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in quanto questo metodo, prescindendo da particolari caratteristiche della personalità dell'operatore che, se sussistono, non possono far altro che raffinare l'induzione, tutti sono in grado di poterlo apprendere ed applicare con la certezza e la sicurezza che gli si competono, senza incorrere in ostacoli di identificazioni negative da parte del soggetto da ipnotizzare.

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7. Interpretazione del fenomeno ipnotico Sono state fornite molteplici interpretazioni e spiegazioni riguardo al fenomeno "ipnosi" e naturalmente ognuna rispecchia l'atteggiamento e l'indirizzo generale di coloro che le hanno formulate. Esiste dunque una gamma di ipotesi -relative alla natura dell'ipnosi- che, pur comportando una visione parcellizzata di questo fenomeno, risultano comunque utili per un'analisi della complessa realtà ipnotica. Secondo le teorie psicoanalitiche la Trance è considerata come una forma di "Transfert" mediante il quale viene riattivato un peculiare rapporto edipico in cui il soggetto ipnotizzato vive la figura dell'ipnotizzatore come figura genitoriale85. Freud stesso dava importanza all'aspetto di sottomissione nella relazione ipnotica, paragonata al processo di innamoramento: l'ipnotista (oggetto d'amore) diviene Ideale dell'Io del soggetto. Secondo l'A. l'ipnosi implicherebbe una sorta di legame erotico consistente nell'abbandono amoroso totale con esclusione di ogni soddisfazione sessuale: il soggetto troverebbe così, nello stato ipnotico, una gratificazione dei suoi desideri spirituali. Secondo altri psicoanalisti (Sandor Ferenczi, Jones Ernest) l'ipnotizzato, esaltando l'immagine dell'operatore, vive con considerevole affievolimento della critica e del senso di realtà; ne deriverebbero inconsapevolezza del processo, attaccamento affettivo nei confronti dell'ipnotizzatore, realizzazione acritica delle idee suggerite. Certok ipotizza che la situazione ipnotica comporti per l'ipnotizzato una gratificazione dei suoi desideri istintuali86. Tale posizione è in qualche modo analoga a quella dell'Ipnosi Dinamica per cui l'inconscio del soggetto risponde

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positivamente alle richieste dell'operatore in cambio del coinvolgimento emozionale che questi gli procura attraverso l'induzione delle micropenalizzazioni (servizio analogico). Appare evidente come l'esistenza di fattori motivazionali profondi esclude la possibilità di spiegare il fenomeno ipnotico in base alla sola suggestione. Secondo la teoria dell'Ipnosi Dinamica la suggestione rappresenta non la causa prima, determinante e motrice dello stato di trance, ma una conseguenza, un prodotto del basilare meccanismo che aziona tutto il processo: il "coinvolgimento emozionale"; ciò che può variare consiste nella difficoltà di ottenerlo e nel grado di profondità ottenuta. Secondo Brenman M. Gill M. e Knight R. invece la profondità della trance può costituire un meccanismo di difesa: il soggetto entra in uno stadio profondo, non tanto per mettersi in una posizione di gratificazione libidinale, quanto per camuffare la sua aggressività esagerando la sua sottomissione (Granone F., 1976)87. In seguito Gill e Brenman, mutarono la loro posizione ed affermarono l'inadeguatezza di quelle spiegazioni analitiche dell'ipnosi, che si muovevano intorno al concetto di masochismo (relazione operatore-soggetto) e di transfert (riattivazione del complesso edipico), escludendo i processi psico-motori: al di là del contesto relazionale e motivazionale esistono fattori di manipolazione fisica e di restrizione della attività motrice, non sempre consecutivi al transfert. Secondo gli A.A. l'ipnosi sarebbe quindi una "regressione adattiva al servizio dell'Io": il soggetto ipnotizzato sottoporrebbe un sottosistema del suo lo al controllo temporaneo dell'ipnotista, essendo in grado di riottenere su di sè tale controllo e di riacquisire il normale stato di veglia88.

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Secondo loro, quindi, lo stato ipnotico è una regressione psicologica indotta che, sulla base di un rapporto interpersonale di tipo regressivo, sbocca in uno stato relativamente stabile comprendente un sottosistema dell'Io con diversi gradi di controllo delle sue funzioni; in questo modo l'lo non viene eliminato ma risulta modificato da un processo regressivo particolare. Aggiungono inoltre che tale processo regressivo ha luogo, più o meno, in tutte le psicoterapie, in cui si ha un contatto con il paziente; quando si utilizza la ipnosi questo fenomeno si dilata e si può osservare più nettamente89. Un altro autore che si serve del concetto di transfert è Sacerdote, di New York:90 egli utilizza una tecnica basata unicamente sulla posizione catalettica del braccio e della mano, provocata sollevandoli con la sua mano messa "a piatto" sotto il polso; dopo uno o due minuti, senza spiegare nulla, comincia a togliere impercettibilmente le dita da sotto il polso del soggetto, pronto a riapplicarle a sostegno se il braccio scende. L'A. spiega la particolarità di tale induzione attribuendola essenzialmente al transfert instauratosi ancor prima che una induzione formale abbia avuto inizio. Una interpretazione di questo tipo vede dunque l'operatore come un semplice catalizzatore, la cui funzione è solo quella di stimolare un transfert, vero artefice di tutto il processo. Per Landauer l'ipnosi è un caso particolare di transfert e per Kline il transfert è un caso particolare di ipnosi91. Riguardo al tansfert nel processo ipnotico, questi psicoanalisti ribadiscono due concetti: 1. Il transfert è la ripetizione, nei confronti dell'analista, di

atteggiamenti emotivi inconsci acquisiti dal paziente nel corso della sua infanzia e rivolti a persone a lui molto vicine, particolarmente ai genitori. La relazione affettiva,

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sia di tipo amorevole (transfert positivo) che di tipo ostile (transfert negativo), deriva quindi da entrambi i genitori o dagli educatori e non dalle attuali condizioni di vita. Non solo un atteggiamento affettivo, ma tutto un modo l'agire viene "trasferito" da circostanze infantili ad alcune presenti al momento.

2. Transfert significa anche il ripristinarsi di condizioni in cui certe funzioni svolte essenzialmente dall'Io e dal Super lo, ritornano, come nelle prime fasi di sviluppo, ad essere esercitate nel mondo esterno da una persona reale; il transfert così si sviluppa e si effettua su piani regressivi.

Tale impostazione psicologica dell'ipnosi porta, secondo gli A.A., a due importanti conclusioni: la prima è che le classiche "scale" calcolate in base alle risposte a suggestioni sperimentali non trovano altra spiegazione che in diverse gratificazioni di Transfert; la seconda è che, una volta stabilita l'equazione ipnosi=transfert, viene di conseguenza statuito il concetto di "normalità dell'ipnosi", dato che tutti possono trovarsi, in certi momenti, in stato ipnotico ed in condizioni di ipersuggestionabilità92. Questa concezione si avvicina, per alcuni aspetti, alla visione formulata della nostra Scuola. Tutti possiedono una emotività nella cui struttura è implicita la disponibilità alla stimolazione, e che è disposta a cedere, in cambio di questo coinvolgimento, a qualunque stimolazione: tutto dipende dal la misura del potenziale ipnotico che l'operatore riesce ad acquisire; la difficoltà, talora insormontabile, ad indurre in stato ipnotico, deriverebbe quindi: - Dalla inadeguatezza delle stimolazioni logiche ed

analogiche (parole e gesti impiegati per provocare il coinvolgimento emozionale).

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- Dalle sproporzionate difese preposte ad evitare tale coinvolgimento, ad esempio per timore di perdere il controllo o altri eventi eccessivamente penalizzati per il soggetto in quella particolare situazione (soggetti a bassissimo o altissimo indice di tolleranza)93.

Ciò significa che, in un altro momento e/o con un altro operatore, un momentaneo fallimento della induzione ipnotica potrebbe invece risolversi con pieno successo. Un altro paradigma teoretico è quello che spiega l'ipnosi come una manifestazione neurofisiologica. Per oltre un secolo si è fatto riferimento alla analogia -rilevata per la prima volta dal Marchese di Puységur- tra la trance ed il sonno e successivamente smentita da recenti indagini elettrofisiologiche (Enastrom D.R., 1976; De Benedittis G., Sironi V.A., 1985)94-95. La scuola pavloviana parla, ad esempio, di uno stato ipnotico in sè, quale stato di sonno parziale: lo stato ipnotico sarebbe comprensivo di tre fasi: - Fase di pareggiamento, in cui tutti gli eccitanti forti e

deboli agiscono nella stessa maniera.- Fase paradossale, in cui l'eccitante forte provoca una

reazione debole o nulla e l'eccitante debole una reazione forte.

- Fase ultra-paradossale, in cui una reazione può essere ottenuta con uno stimolo negativo, cioè con uno stimolo al quale le cellule cerebrali non reagiscono nello stato di veglia.

Lo stato ipnotico sarebbe quindi causato da una inibizione corticale diffusa, associata ad una eccitazione focale di una singola area celebrale; lo stato di trance dipenderebbe perciò proprio dal grado di bilancimento tra i meccanismi inibitori e facilitatori (Pavlov, 1849-1936)96.

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Più recentemente è stata proposta una interpretazione filogenetica della ipnosi. Secondo Reyher l'induzione ipnotica comporterebbe una disinibizione delle strutture filogeneticamente più antiche, come il Sistema limbico, rispetto al controllo neocorticale (Reyher, 1977)97; l'operatore ipnotico assumerebbe così la funzione di analizzatore e integratore dell'input sensoriale del soggetto ipnotico che vive le suggestioni alla stregua di percezioni e azioni spontanee. Evaldo Cavallaro98 afferma che è soprattutto la capacità immaginativa cioè la possibilità di creare nuove strutture a partire dalla memoria, che permette all'uomo di distinguere la percezione reale dalla illusione, l'evento reale della allucinazione onirica. L'ipnosi rappresenta, pertanto, la possibilità di attivare nel bel mezzo del giorno il pensiero notturno, e di inserire in una struttura, saldamente ancorata alle percezioni reali, un vero e proprio sistema allucinatorio. Un altro paradigma teorico dell'ipnosi è quello neuropsicologico basato sulle scoperte riguardanti l'asimmetria strutturale e funzionale degli emisferi cerebrali. Il concetto di "dominanza cerebrale" -con cui si intende il ruolo predominante di un emisfero sull'altro rispetto ad una determinante funzione- è stato recentemente sostituito da quello di "specializzazione complementare" (Teuber H.L., 1974)99 nel senso di una dominanza relativa. In grandi linee si può ritenere che l'emisfero sinistro sia, nei soggetti destrimani100, specializzato nei compiti analitico-verbali (operazioni linguistiche, matematiche, formulazione di concetti); mentre quello destro sia specializzato nei compiti visuo-spaziali (coordinamento motorio nello spazio, creatività artistica e scientifica, comprensione della tonalità musicale, performance che richiedono una "simultanea percezione del

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tutto" (Ornstein R.I. 1978)101. E ancora: l'emisfero sinistro analizza l'informazione verbale e la elabora in modo analitico, secondo un procedimento "in-serie" delle singole parti (Galin D., 1976)102 mentre quello destro analizza l'informazione visuo-spaziale e la elabora in modo sintetico, gestaltico e simultaneo, secondo un procedimento in parallelo. È interessante notare come le funzioni dell'emisfero sinistro siano equiparabili a quelli che, nella terminologia psicoanalitica, vengono definiti "Processi Secondari" (Jerre Levy,1985) e le funzioni dell'emisfero desto siano coincidenti con i "Processi Primari"103 -basti pensare al linguaggio extra-verbale, a quello metaforico, ai giochi di parole etc.- Galin fa inoltre notare come l'emisfero destro non sia del tutto avulso dal pensiero logico dal momento che interviene per comprendere i legami delle diverse parti di un racconto, per afferrare il significato delle metafore e per individuare il tema centrale di una storia o coglierne la morale (Gardner H., 1982). L'emisfero destro, fra l'altro, non è propriamente "muto": comprende parole familiari o di uso comune e possiede una, sia pur limitata, sintassi104. Roger Sperry, in uno studio su pazienti che avevano subito la resezione del corpo calloso, ha scoperto che questi soggetti: non solo non avevano perso del tutto la capacità di comprensione del materiale linguistico ma -nonostante i messaggi fossero inviati solo all'emisfero destro- possedevano un “vocabolario" da studente di scuola media e un'abilità grammaticale di un bambino di cinque anni; il che -commenta Gardner- è tutt'altro che poco (Gardner H., 1982). In un esperimento di Sperry105 ad una donna commissurotomizzata venne mostrato al tachitoscopio un'immagine proiettata solo all'occhio sinistro -e perciò solo

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all'emisfero controlaterale, il destro-. L'immagine era la fotografia di un nudo, la donna a quel punto ridacchiò; tuttavia, quando le venne chiesto per che cosa ridesse, rispose: "Oh, dottor Sperry, che bel congegno che ha!", ma non aveva idea di che cosa avesse visto. Sulla base di quanto esposto appaiono significative le analogie tra gli aspetti fenomenologici soggettivi e oggettivi della trance ipnotica e le funzioni dell'emisfero destro. Paul Watzlawick ha individuato alcune proprietà comunicazionali dell'emisfero destro utili per determinare il cambiamento nelle persone; cambiamento che, per l'A., consiste nel modificare l'immagine del mondo del paziente (Watzlawick, 1977)106. Bisogna allora dialogare con i soggetti usando le peculiarità espressive proprie del "cervello destro", quelle che fanno capo alle "forme linguistiche immaginose" ad esempio il linguaggio evocativo, la poesia etc. Watzlawick individua altre modalità espressive che fanno uso di questo linguaggio nelle condensazioni linguistiche, nel motto di spirito, nelle allitterazioni, nelle forme retoriche come la metafora, la sineddoche, gli aforismi, i chiasmi, famoso è quello pronunciato da Lacan poco prima di morire: "Je suis un père severe qui persévère"107. D'altra parte lo stesso Freud, parlando del motto, fa rilevare come questo venga strutturato secondo gli stessi principi che sottostanno alla formazione dei sogni: " ...... alla formazione dei sogni ci rimandano anche le tecniche del motto concettuale (lo spostamento, il ragionamento erroneo, il controsenso, la figurazione indiretta, la figurazione mediante il contrario) che ricompaiono tutte quante nella tecnica del lavoro onirico. Non è possibile però equiparare del tutto la tecnica del motto al processo di formazione dei sogni, ad esempio nel motto

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manca la regressione a forme di pensiero più primitive; in compenso avviene che un pensiero preconscio sprofondi nell'inconscio e che qui subisca un'elaborazione per poi tornare come motto alla coscienza" (Freud, 1905). Watzlawick nel descrivere queste forme espressive, si sorprende che Freud, pur avendole indicate come modalità di estrinsecazione dell'inconscio, non abbia capito che possono essere usate anche in senso inverso e cioè, per "comunicare con l'inconscio" (Watzlawick, op. cit.). Lo studioso che per primo ha teorizzato ed applicato queste tecniche -come la tecnica della confusione, la pantomima, il linguaggio metaforico, analogico- per fini induttivi è stato uno dei maggiori ipnologi di tutti i tempi: Milton H. Erickson il quale, per indurre alla trance ipnotica, si serviva del linguaggio verbale o extraverbale. Possiamo vedere anche come queste tecniche siano ampiamente usate in pubblicità; basti pensare al noto headline: "Y 10: piace alla gente che piace" (Panorama, 1-5-1988); oppure "Nuove BMW serie 5: il suo fascino cresce con il passare del vento" (Panorama, 10-4-1988);108 o ancora alla pagina pubblicitaria dove c'è una foto con due Y 10: una a sinistra bianca e l'altra a destra, nera. Nell'headline c'è scritto: "Nuova Y 10 Fila: vi piace più rossa o azzurra?"109. Chi potrebbe affermare che frasi di questo tipo siano messaggi logici e quindi diretti all'istanza logica di un individuo? Appare evidente come questa sia una comunicazione rivolta all'inconscio, all'istanza emotiva. Vincenzo Caprioli bene evidenzia il concetto di Comunicazione nell'Ipnosi:110 "Nella nostra ottica l'ipnosi, quindi la suggestione è un processo diverso nella sua essenza l'ipnosi è principalmente, per noi una modalità di accesso al sistema simbolico di un interlocutore, talora

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diretta, direttissima.... tanto da poter esprimere una grande potenza entro spazi temporali esigui ed anche attraverso l'esclusivo codice non verbale, senza quindi alcun accanimento nei confronti del soggetto..." e "...Per parlare in termini generali dei possibili strumenti di induzione ipnotica non si può prescindere dallo studio che etologi, antropologi, psicologi e linguisti strutturali hanno svolto sulla Comunicazione Non Verbale". Evaldo Cavallaro afferma: "L'ipnosi rappresenta infatti, innanzitutto, una forma di relazione interpersonale e quindi di comunicazione psichica in cui l'operatore ha il potere di proporre (non certo di imporre) al soggetto uno schema della realtà che, da questi, verrà elaborata in maniera più o meno acritica a seconda della profondità della trance ..." (Cavallaio E., op. cit.). Per Wolberg l'ipnosi è sempre una risposta a bisogni e desideri che hanno una grande importanza per l'individuo; questi bisogni cambierebbero, inoltre, con l'approfondirsi della trance. Secondo l'A. la capacità dell'individuo di provare cambiamenti vegetativi non è certo peculiare della sola ipnosi, dal momento che anche durante i disturbi emotivi il bisogno di sottrarsi alla ansietà può provocare l'elaborazione di vari sintomi il cui sviluppo è al di fuori dell'orbita della normale volontà. Inoltre molti soggetti, mentre mostrano che potrebbero resistere alle suggestioni, non hanno alcun desiderio di farlo, provocando in loro, tale esperienza, un senso di sicurezza e di piacere (Wolberg, 1948)111. È notevole, per quest'ultima affermazione, la somiglianza con la concezione dell'Ipnosi Dinamica che vede nel processo ipnotico un coinvolgimento emozionale nel quale il soggetto si trova perfettamente a suo agio anche se, talvolta -perché

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lo stato alterato di coscienza gli fa vivere delle emozioni sotto un aspetto assolutamente insolito e piacevole- tale processo può comportare situazioni apparentemente scomode o imbarazzanti. Vi è però una differenza nelle due concezioni in quanto Wolberg ipotizza che il piacere provato dal soggetto non sia di natura puramente emozionale ma dipende dall'esperienza di regressione generalizzata, conseguente ad una inibizione corticale, e dalla identificazione dell'ipnotista con la figura genitoriale (Wolber L.R., op. cit.), mentre secondo la teoria dell'Ipnosi Dinamica, il piacere è di natura emozionale e non vi è alcuna "identificazione prefissata" dell'ipnotista, nè con il genitore, nè con altre figure significative; il soggetto è completamente libero nelle sue proiezioni ed identificandosi che possono variare di volta in volta. Sulla base di quanto esposto si può osservare che i vari autori, pur proponendo suggestive interpretazioni del fenomeno ipnotico, non forniscono alcun nuovo contributo su come raggiungere lo stato di trance, limitandosi ad analizzarlo come un fenomeno scontato. Da molti autori, infatti, si leva la raccomandazione di comunicare con soggetti "particolarmente disponibili e suggestionabili" al fine di limitare al massimo la probabilità di insuccessi che si rivelerebbero deleteri per l'entusiasmo e la sicurezza dell'operatore, al punto da indurlo a desistere definitivamente. E questo avviene tanto più facilmente quanto meno l'operatore può basarsi su precise indicazioni metodologiche, e quanto più viene spinto a credere di dover trovare in sè stesso la forza e la decisione necessarie.

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Al contrario, l'Ipnosi Dinamica elabora la sua teoria partendo dai più primitivi elementi costitutivi del fenomeno ipnotico: gli Atti Comunicativi Analogici. Da ciò derivano, secondo noi alcuni aspetti molto importanti: migliorare la comprensione dell'ipnosi significativa aumentare la fiducia verso un mezzo terapeutico molto spesso poco considerato quanto non esplicitamente rifiutato a causa della oscurità di alcuni suoi punti; inoltre, migliorando la possibilità di trasmissioni didattiche, si diminuisce il rischio di fallimento iniziale da parte di coloro che iniziano a servirsi di queste tecniche. Risulta pertanto importante ogni più piccolo contributo teso a spogliare le fenomenologie ipnotiche da comportamenti magici o da riferimenti alle personali doti dell'operatore, al fine di sfruttare lucidamente tutte le possibilità reali. Solo affrontando il problema dell'ipnosi come un insieme di meccanismi ai quali siamo quotidianamente esposti e che, quotidianamente -anche se inconsapevolmente- mettiamo in atto nei confronti degli altri, è possibile restituirla alla sua vera dimensione. Al di là, quindi, di un tecnicismo che raduna tutti questi meccanismi e se ne serve per creare una precisa metodologia, è nostra opinione che non vada perso di vista l'interesse espressamente psicologico e comunicativo rivestito da tali fenomeni. L'ipnosi in sè diverrebbe allora di interesse secondario e si presenterebbe come un mezzo, o meglio come un punto di partenza, per esaminare il complesso sistema della Comunicazione umana. Tale chiarezza di vedute riguardo a quelli che sono i fondamentali procedimenti per indurre in ipnosi ha permesso di formalizzare molto chiaramente le tecniche da un punto di vista pratico.

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CAP. II LA COMUNICAZIONE UMANA

1. Introduzione Il linguaggio è una funzione complessa e tipicamente umana per mezzo della quale l'uomo, con l'uso dei simboli mimici, gestuali, verbali, grafici ed altro, comunica con gli altri. In genere, però, per "comunicazione" siamo abituati ad intendere la parola ed i messaggi logici, gli enunciati verbali e i contenuti di questi messaggi. Se, ad esempio, nostro figlio per psicodipendenza o perché frequenta "cattive amicizie" soffre d'ansia o "è nervoso", noi cercheremo di fargli capire con tutti i mezzi a nostra disposizione che sta sbagliando; faremo appello a tutta la nostra forza di comunicabilità e ci metteremo a parlare con lui in maniera logica, come ci hanno sempre insegnato, nella speranza che comprenda le nostre ragioni e convinti che lui ci potrà capire. Ma non è certo questo il modo con cui si possono risolvere i problemi: la comunicazione logica, indirizzata appunto ai recettori logici dell'individuo, è sempre in stato di inferiorità rispetto all'inconscio. Agendo in questa maniera "logica" non faremo altro che cercare di stimolare il nostro figlio la sua istanza logica e razionale, trascurandone quella emotiva ma, se questo gli fosse sufficiente, non si lamenterebbe del problema che lo assilla perché lo avrebbe già risolto. Chi usa esclusivamente la comunicazione logica (verbale) si colloca nel ruolo passivo di colui che attende l'evento positivo in modo casuale; con la comunicazione verbale (logica) si trasmette un'informazione, con la comunicazione non verbale (analogica) si definisce il rapporto emotivo tra gli interlocutori, in altre parole si interagisce.

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Nel momento in cui ci lamentiamo di un problema vuol dire che la nostra parte logica non riesce a risolverlo e cerca aiuto da altre parti; nessuno è in grado di indicare soluzioni agli altri, perché gli altri sanno perfettamente come risolvere il loro problema ma non hanno la forza per farlo. La ragione? Perché hanno paura, perché scatta l'ansia e vogliono soffrire il meno possibile, perché le difficoltà economiche, per esempio, non permettono loro di cambiare quel posto di lavoro o perché la paura impedisce di chiedere l'aumento di stipendio al direttore. Le motivazioni logiche per fare o non fare una determinata cosa sono innumerevoli. Cosa ci spinge, ad esempio, a sposarci? E quanti motivi logici avremmo per non farlo? Centinaia ... non abbiamo un posto fisso oppure il denaro per un viaggio di nozze in India o per acquistare un appartamento di otto stanze più tripli servizi. Eppure, nonostante questo, se lo facciamo vuol dire che siamo "innamorati" ed ecco che la nostra parte emotiva ha il sopravvento su quella logica. Se una persona deve risolvere il proprio problema saltando quei due metri dal crepaccio che lo porteranno in salvo e l'inconscio è interessato a farlo, sarà lui a dargli l'energia per spiccare il balzo, fornendogli la possibilità di intervenire. Altrimenti, pur sapendo che cosa deve fare, non avrà mai la forza per farlo; le sue gambe rimarranno paralizzate. Si troverà nella condizione del treno sul binario morto, in attesa che qualcuno riattivi quella corrente elettrica che fornirà l'energia per muoversi. Comunicare vuol dire quindi informare, ma tale identità è molto limitativa in quanto esclude tutto ciò che determina, nell'indíviduo, l'accoglimento di una informazione ossia l'aspetto di relazione emotiva. Se il nostro in conscio fa orecchie da mercante e non vuol sentire, noi potremmo usare

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soltanto la nostra parte logica e normalmente saremmo in errore: non si agisce mai di sola logica; solo un computer è in grado di assumere un'informazione esclusivamente per i suoi aspetti di contenuti logici e non emotivi. Noi dobbiamo imparare a conoscere il nostro inconscio, ad avere la possibilità, attraverso di esso, di metterci in contatto con l'inconscio altrui. A questo punto la Comunicazione Integrale diventa lo strumento che ci permetterà di migliorare noi stessi nei rapporti con gli altri, che ci insegnerà ad esprimere in modo più chiaro quelle che sono le nostre esigenze e, soprattutto, di interagire, di intervenire, ma anche di guarire o di risolvere i nostri o gli altrui problemi. Ci hanno sempre insegnato che quando si ha bisogno di qualcosa è sufficiente esprimersi in modo chiaro per poter raggiungere l'obiettivo prefissato. Fin da quando cominciano a nascere le prime relazioni al di fuori dell'ambiente familiare se, ad esempio, Roberta ci interessa noi ci prepariamo a puntino le frase che le diremo, la nostra dichiarazione d'amore nell'atto del corteggiamento. Facciamo appello a tutto il nostro coraggio e a tutta la forza di comunicabilità e, con la logica che ci contraddistingue, riusciamo per sino ad appartarci e a rivelarle tutto il nostro amore. Ma ecco che, nonostante la chiarezza del nostro messaggio, Roberta si ritrae compostamente e, pur senza scarnirci o beffarci crudelmente, ci risponde "garbatamente" di no. Che cosa è accaduto, allora? E' accaduto che con la sola comunicazione verbale non si può ottenere ciò che si desidera, perché in tal modo si può soltanto esprimere logicamente una propria esigenza che non è necessariamente l'esigenza dell'altro. Esprimere una propria esigenza vuol dire, in partenza, avere difficoltà a soddisfarla: la parte logica diventa minoritaria nei

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confronti di quella emotiva; l'inconscio invece, spingendo ad esprimere un problema di un'altra persona, lo tratterà alla sua maniera amplificandolo, appagandosi di questa amplificazione, ingigantendo molto di più il problema stesso. In definitiva, se il tuo problema era quello di essere timido, dopo due ore di dialogo, ti renderai conto di essere ancora più timido. In questa situazione, fino a quando non si era a conoscenza delle tecniche di CNV, la soluzione del problema era affidata al caso, all'imprevisto, al colpo di scena: Roberta non attendeva altro che la tua dichiarazione d'amore e ti apre le braccia dicendoti di "sì", come in una favola dove puntualmente arriva il principe azzurro a dare il bacio che toglierà dal letargo mortale. Ebbene: vogliamo continuare a "sperare che sia la volta buona" o desideriamo gestire, secondo metodologia, noi stessi e gli altri? Per fare ciò occorre impadronirsi del "linguaggio dell'inconscio": lo strumento è la Comunicazione non Verbale ed il Simbolismo Comunicazionale di tipo logico e di tipo analogico1.

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2. La comunicazione inconscia Freud, pur senza affermarlo esplicitamente, non solo dimostra che al di sotto di atti sintomatici si può presentare un significato di cui il soggetto non è consapevole, ma che un commento sull'atto può non essere compreso consciamente da chi lo ha eseguito ma viene, in ogni caso, capito in modo in conscio. Freud fa l'esempio di un medico, non edotto sulle scoperte della psicoanalisi, il quale ad un pranzo gli parla del fatto che, prima di finire gli studi, aveva avuto l'incarico di segretario presso il ministro plepotenziario straordinario del Cile. In seguito il ministro era stato trasferito ed egli non si era presentato al successore; nel dire ciò il medico fa cadere un pezzo di torta che stava per portare alla bocca. A quel punto Freud, avendo intuito il senso di quel gesto, dice: "Ma allora lei si lasciò sfuggire un buon boccone?", dimostrando in tal modo di aver arguito l'analogia tra il pezzo di dolce caduto e la perdita del posto. L'interlocutore però non rileva il duplice significato delle parole di Freud, "sfogandosi con un esauriente narrazione della sua goffaggine per cui perse quel posto ben retribuito" (Freud, 1901). Risulta evidente perciò che quella di Freud era una comunicazione diretta non all'istanza logica ma a quella emotiva, inconscia dell'interlocutore che ha risposto in modo altrettanto inconscio. L'aspetto intenzionale di atti in apparenza casuali come quelli descritti è particolarmente evidente nell'ambito dell'attività sessuale. Freud fa l'esempio di una situazione in cui sia lui che una giovane da cui si sentiva attratto volevano porgere una sedia

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ad un vecchio e Freud, dato che la giovane aveva afferrato la sedia prima di lui, aveva cinto, nel tentativo di prendere a sua volta la sedia, la vita della ragazza; manifestando così il suo desiderio nei confronti di lei (Freud, 1901). Un'altro esempio di significato sessuale di un atto del genere è il togliersi e il rimettersi l'anello2. Freud, sempre in relazione al significato del gesto "sfilarsi l'anello" riporta un atteggiamento di Eleonora Duse la quale, durante la rappresentazione di un dramma, per mostrare l'intenzione di fare un adulterio, si levava e si rimetteva la fede di fronte al seduttore; comportamento che Freud commenta così: "Adesso è matura per l'altro" (Freud, 1901). Il fondatore della psicoanalisi precisa anche che "le azioni eseguite non intenzionalmente devono per forza diventare fonte di malintesi nei rapporti fra le persone. Chi, infatti, mette in atto il gesto non è consapevole del suo significato e spesso non si accorge nemmeno di averlo fatto. L'interlocutore o chi subisce l'azione rileva un'intenzione dietro quell'atto e può rinfacciarla al suo esecutore; quest'ultimo però, del tutto inconsapevole delle proprie motivazioni, può non accettare le deduzioni del partner" (Freud 1901). Non a caso Argyle fà notare come la comunicazione non verbale dia luogo a fraintendimenti, "ove comunicazioni vere e proprie sono prese per segni e viceversa, (Argyle, op. cit). Ma con Freud specifichiamo che se è vero che alcuni comportamenti possono essere realmente privi di intenzione, altri sono invece segni, solo che il loro significato è sconosciuto all'emittente. Freud sottolinea, inoltre, che non solo comportamenti come quelli descritti possono rilevare intenzioni inconsce, ma anche alcune particolari modalità di espressione sia nel parlare che nello scrivere. La negazione

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delle implicazioni o del senso delle proprie parole può, ad esempio, divenire una modalità di espressione dell'inconscio; la negazione, scrive Freud, è "Il corrispondente cosciente della rimozione, infatti il soggetto che dica frasi del tipo -Ora lei penserà che io voglia dirle qualcosa di offensivo ma in realtà non ho questa intenzione- oppure -Lei domanda chi possa essere questa persona del sogno. Non è mia madre-intende proprio ciò che nega, solo che il contenuto della negazione o il suo correlato affettivo non viene accettato e riconosciuto" ( Freud, 1925). Anche Matte Blanco manifesta un'opinione simile a quella di Freud sul linguaggio, asserisce infatti che: "C'è qualcosa che ci sembra interessante e che possiamo cogliere se consideriamo il contenuto stesso del linguaggio:... il suo significato principale è attraversato da una quantità di significati trasversali e obliqui" (Matte Blanco, 1968). L'A. mette inoltre in evidenza come nella pratica analitica si sia abituati a individuare delle irruzioni dell'inconscio non solo negli atti mancati ma anche in certe formule di espressione linguistica. Matte Blanco fà altre interessanti considerazioni sulla comunicazione inconscia: precisa che tutte le nostre azioni sono, non solo comunicabilità e quindi comportamenti potenzialmente comunicativi, ma comunicazione vera e propria diretta non verso una persona reale ma verso un'immagine (Matte Blanco, 1968). Riteniamo approfondire il punto di vista di questo autore in quanto la sua concezione rappresenta un passo avanti nello studio della comunicazione inconscia:3 la CNV, afferma l'autore è essenzialmente comunicazione di emozioni; infatti il "sentire" costituisce la base fondamentale dell'inconscio. Ma a chi è rivolta questa comunicazione? Blanco afferma che "le reazioni umane hanno sempre a che fare con la relazione

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emozionale con altre persone... sono reazioni a qualche azione o atteggiamento di un'altra persona". Tuttavia l'A. si chiede se queste reazioni siano sempre rivolte all'altro; risponde in modo affermativo: "Qualsiasi attività psichica o fisica, anche la proiezione, la rimozione, l'introiezione, etc. sono indirizzate verso qualcuno. La differenza sta nel fatto che alle volte questo qualcuno è un individuo (è, ad esempio, il caso dei lapsus, degli atti sintomatici) mentre, in altre occasioni, si tratta di una comunicazione effettiva nei confronti di un'immagine o "simbolo". Nell'attività inconscia si ama, si odia e si teme una data persona (...) in quanto rappresenta una data figura (...). Nella relazione inconscia di una persona con un'altra, l'altra non esiste come individuo ma esiste solo in quanto rappresenta un'immagine e in un altro saggio specifica che "l'inconscio (...) è incapace di vedere la sua individualità" . Dire che una persona rappresenta un simbolo, infatti, è una considerazione logica perché, valutando ciò secondo l'ottica dell'inconscio, la cosa esterna e l'immagine psichica sono la stessa cosa; così "un professore o un superiore, non solo rassomiglia al padre, ma per l'inconscio è il padre" (Matte Blanco, 1968). Interessanti osservazioni sulla comunicazione inconscia sono state fatte da un altro psicoanalista, David H. Maland. L'A. rileva come in presenza di un'altra persona e quando si verbalizzano i propri pensieri (ma anche la semplice associazione mentale) questo assume il carattere di comunicazione; una comunicazione, peraltro, che viene formulata secondo i principi di funzionamento inconscio. Il messaggio, scrive, "risulta dissimulato". La dissimulazione viene attuata parlando di situazioni che hanno delle analogie con le circostanze attuali. L'autore porta come esempio una

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situazione in cui uno studente di biologia e una ragazza erano andati a fare una passeggiata in campagna; ad un certo punto lei disse che lì dove erano era molto bello, poi, senza motivo, raccontò che la sua cagna era andata via di casa per settimane e dopo vi era tornata, aspettava dei cuccioli (Malan, 1979). Come possiamo notare, queste comunicazioni presentano analogie con gli atti mancati e, come questi, non sono appariscenti e non hanno effetti di gran rilevanza; rilevano inoltre intenzioni che il soggetto non intende comunicare. Ora, se riprendiamo l'esempio di Freud sul medico che era segretario presso il ministro plenipotenziario del Cile, appare evidente come nel dia logo sul pezzo di torta caduto (perdita del posto di lavoro) sia presente la seconda caratteristica che Malan elenca come tipica di questo genere di comunicazioni e cioè la relazione di un argomento espresso con le emozioni legate alla situazione (in questo caso il rammarico per la perdita dell'occupazione). Possiamo fare anche un'altra osservazione: Malan asserisce che tali comunicazioni possono servire a commentare la reazione tra le due persone. Ma non abbiamo detto la stessa cosa per la comunicazione analogica? In effetti, dall'esempio riportato e da altri che l'autore presenta nel suo scritto (Malan, op. cit.), sembra che molte di queste comunicazioni siano in realtà "metacomunicazioni"4 non effettuate però in modo astratto ma sottoforma di racconti; il che li rende senz'altro più vicini alle modalità espressive del registro analogico rappresentando, tra l'altro, intenzioni o considerazioni che vengono espresse in modo peculiare, cioè in maniera figurata. Come a dire che esse vengono rese sotto forma di immagini e sottostanno, al principio di "raffigurabilità"5.

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Simili alle concezioni di Malan sono le teorie di un altro studioso inglese, Robert Langs. L'A. fà rilevare come, sia nel contesto della cura psicoanalitica sia nelle comuni relazioni umane, si realizzano due modalità di comunicazione: messaggi che hanno un contenuto simile a quello di "aspetto di notizia e di comando" (della scuola di Palo Alto) e messaggi che costituiscono una reazione a stimoli fortemente emotivi e che vengono espressi attraverso un sistema in codice e sono perciò subliminali. Affinché si producano tali messaggi è necessaria una elaborazione inconscia degli stimoli; tale elaborazione conduce a risposte di compromesso -assimilabili ai sintomi o ai sogni- che portano a mascherare l'originario stimolo che le ha determinate (Langs, 1986). Tuttavia, sia gli uni che gli altri, trovano il proprio veicolo nella comunicazione verbale e, per di più, nello stesso messaggio; in altre parole è come dire che si tratta di comunicazioni che possiedono un contenuto latente e un contenuto manifesto6. I messaggi manifesti vengono prodotti seguendo le regole del processo secondario -espresso attraverso il linguaggio e i principi della logica- e sono comunicazioni univoche, matrici di un singolo significato, mentre i messaggi in codice sono plurivoci; inoltre i contenuti manifesti sono orientati alla realtà invece gli aspetti latenti sono espressione dell'inconscio (Langs, 1985). Ma il fatto che i messaggi manifesti siano espressione dell'adeguamento al principio di realtà e i messaggi in codice espressione del principio di piacere non significa che i primi siano adattivi, e al contrario, i secondi non lo siano e che siano, invece, frutto di fantasie; proprio perchè i processi inconsci agiscono in base al principio che "La realtà di pensiero è equiparata alla realtà esterna", indipendentemente

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perciò dalle qualità sensoriali (Freud, 1911). Langs precisa anzi che "inconsciamente tendiamo molto più a percepire che a fantasticare" (Langs 1985); inoltre l'A. fà notare come anche i messaggi in codice siano in realtà adattivi e rispondano a stimoli provenienti dall'esterno: "Il processo di codificazione inconscio rappresenta un meccanismo fondamentale per far fronte alla realtà. Tuttavia, perchè siano realmente funzionali all'adattamento, è necessario che giungano alla coscienza e che il loro significato venga accertato" (Langs, 1986). La considerazione. che queste espressioni inconsce prendano forma da uno stimolo esterno non significa però che in una comunicazione in codice non siano contenute fantasie o esperienze passate, ma che queste ruotano attorno allo stimolo che le ha evocate (Langs 1986). Freud, pur sottolineando che il sogno è appagamento di desideri e che sottostà al principio di piacere, in un passo de “L'interpretazione dei sogni7" racconta della lettera di un amico la cui moglie aveva sognato di avere delle macchie di latte sulla camicetta; Freud afferma, tal proposito, che si tratta di un annuncio di gravidanza. In altre parole questa è una percezione inconscia corretta e non solo una soddisfazione allucinatoria. Possiamo perciò riconoscere in Freud alcune conclusioni che anticipano le osservazioni di Langs, come la considerazione che l'inconscio possa percepire -come nel caso della donna incinta-. Tornando alla teoria di Langs, quindi, va messo in risalto come i messaggi in codice rimandino a esperienze realmente concepite e relative alla realtà esterna; in particolare essi costituiscono delle reazioni a quelle percezioni minacciose da cui il Sistema Conscio si difende esclusivamente con la consapevolezza.

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Si tratta infatti di "Impressioni valide" ad elevato contenuto emotivo (Langs, 1985) non di proiezioni8; i messaggi in codice sono la conseguenza della percezione di quelle che Langs chiama "immagini crude" cioè di situazioni fortemente angoscianti; la sensazione di dispiacere, tuttavia, non si produce in tutta la sua intensità, in sua vece si produce "un segnale di angoscia che passa inosservato alla coscienza" (Langs, 1988). Tale segnale determina l'innalzarsi di difese comunicative le quali operano un mascheramento del significato di quelle percezioni spostandole su una situazione analogica, ma meno terrificante (Langs, 1985). Ma cos'è per Langs una percezione pericolosa? È ogni impressione che sia in contraddizione con una posizione sostenuta sul piano della coscienza. Perchè si realizzi un messaggio in codice non basta che si verifichi una percezione minacciosa ma è necessario che tale percezione generi un conflitto emotivo; tale conflitto si sviluppa attorno ad uno stimolo a cui il soggetto reagisce o in modo diretto, riguardo alle sue implicazioni palesi, o in modo mascherato e in codice, riguardo alle sue implicazioni latenti (Langs, 1985). I contenuti delle comunicazioni in codice non sono coscienti, seguono in fatti la sorte di quelli che Freud definisce "i pensieri latenti con un determinato carattere dinamico" (Freud, 1912). Sono pensieri che "si mantengono lontani dalla coscienza malgrado la loro intensità e capacità di diventare operanti"; e ancora: "Ogni atto psichico inizia come abbiamo constatato e può procedere (...) fino alla coscienza; questo a seconda che esso incontri o meno la resistenza. La distinzione tra attività preconscia e inconscia non è mai primaria ma si instaura soltanto dopo che è entrata in gioco la difesa" (Freud, 1912).

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Le percezioni inconsce trovano, infatti, sbarrato l'accesso alla coscienza; le difese poste a controllo di questa condizione sono il Diniego, la Scissione, la Diversione o l'iperidealizzazione (Langs, 1985)9. Non tutti i messaggi manifesti sono portatori di significati latenti; ad esempio, all'interno di una situazione psicoterapeutica, non lo sono i riferimenti rivolti al terapeuta o al sinonimo con il terapeuta (Langs, 1985). Il materiale maggiormente efficace per trasportare i contenuti inconsci, -e che quindi indica che, molto probabilmente, ci si trova di fronte ad un messaggio in codice- sono racconti, immagini, ricordi, sogni che non si riferiscono esplicitamente alla relazione in atto o, se è in corso un rapporto psicoterapico, alla situazione terapeutica (Trombi, 1987). Oltre a queste modalità di manifestazione ce ne sono altre che indicano che con molta probabilità si è in presenza di un messaggio in codice; tra questi possiamo inquadrare messaggi non realistici e incompleti, poco logici e discrepanti. Langs fà l'esempio di un dipendente che, in seguito all'annuncio del suo direttore di licenziarlo, replica raccontando un fatto di cronaca in cui un omosessuale ha ucciso il suo amante, e aggiunge che, probabilmente, tale omosessuale sarà condannato alla sedia elettrica. Una siffatta narrazione, osserva Langs, non è altro che una messa in codice del modo in cui il dipendente elabora il trattamento ricevuto10, sottolineando inoltre una modalità di espressione identica a quella indicata da Malan riguardo alla comunicazione inconscia. Un'altro indice dell'esistenza di una comunicazione inconscia è presente nei messaggi contradditori e cioè nelle sequenze comunicative in cui uno dei messaggi è incongruente rispetto agli altri; un messaggio in codice è, inoltre, probabilmente

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insito nelle comunicazioni in cui le intenzioni comunicative sono discordanti con l'effettivo tenore dei messaggi formulati. Anche i lapsus, i comportamenti incongruenti con le intenzioni consce, gli errori percettivi, i fraintendimenti del senso del comportamento altrui o le dimenticanze, sono indicati da Langs come indici di una comunicazione in codice (Langs, 1986)11. L'A. ravvisa anche nei sintomi, nell'angoscia, nelle fobie, nell'ossessioni e nei disturbi psicosomatici, indici certi di un messaggio latente. Infine, i messaggi in codice possono essere presenti anche nelle comunicazione quotidiane più banali; ad esempio molto spesso gli autoriferimenti non sono altro che un modo traslato di evidenziare delle cose che si attribuiscono in realtà ad altri. E ancora particolari situazioni possono suscitare la produzione di messaggi codificati: sono genericamente tutte le situazioni di forte stress o di valenza intensamente emotiva. Anche situazioni romantiche o erotiche o contesti che si rivelano pericolosi o frustanti; anche ambienti collegati con la creatività e l'immaginazione, come cinema o teatri o situazioni bizzarre, possono stimolare la produzione dei messaggi in codice (Langs, 1976). La tecnica interpretativa deve comunque partire dallo stimolo che ha generato il messaggio in codice. Lo stesso Freud faceva ricorso, alcune volte, ai residui diurni e, quindi, agli stimoli responsabili del sogno -stimoli in quanto legati alle rappresentazioni pulsionali- per decifrare il senso del sogno (Langs, 1985). Il messaggio, in ogni caso, non sarà una semplice espressione mascherata dell'angoscia che genera una certa percezione ma è modellato dalle esigenze e dai conflitti individuali (Langs, 1988).

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Ora, come fare per intendere il senso di queste comunicazioni, e soprattutto, come stabilire se l'interpretazione è valida? Lo stimolo è sempre il significato di queste comunicazioni, per cui se la persona appare turbata e produce comunicazioni in codice bisogna ricercare nei comportamenti o nelle espressioni la "molla" che ha indotto questo tipo di elaborazione o, altrimenti, in "eventi traumatici recenti" (Langs, 1986). Tuttavia l'interpretazione del messaggio non consiste in una semplice traduzione letterale. Infatti, le situazioni scelte inconsciamente dal soggetto contengono implicazioni che possono anche non comparire nel contenuto manifesto, ma che hanno comunque una grande importanza: se, ad esempio, il soggetto parla di una situazione vissuta con il partner, esprime anche percezioni e/o desideri sessuali e affetti suscitati in realtà dalla relazione attuale; non sarà così se il messaggio manifesto avrà ad esempio come personaggio un droghiere (Langs, 1985). I soggetti alle volte possono anche menzionare di sfuggita lo stimolo a livello logico; bisogna però ricordare che gli stimoli oltre che esterni possono anche essere interni e, in genere, questi si combinano con quelli provenienti dall'esterno (Langs, 1986). Lo stesso Freud indicava nello stimolo -residuo diurno- il punto di partenza per l'analisi dei sogni e rimarcava il principio per cui la fonte del sogno doveva ricercarsi il materiale recente, alle volte indifferente, ma investito, per spostamento da contenuti psichicamente significativi (Freud, 1899). Uno stimolo del genere non è una semplice "molla" ma, a sua volta, è un messaggio in codice e va interpretato come una reazione ad un altro stimolo (Langs, 1986).

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Osserviamo ora quali sono le modalità di conferma delle interpretazioni. Un modo di convalida dei messaggi in codice è fare, in base al contenuto crudo delle comunicazioni precedenti, una previsione sulle tematiche che verranno espresse successivamente; se tali previsioni troveranno conferma negli argomenti successivi, la verifica sarà positiva (Langs, 1986). Un'altra maniera di stabilire la validità delle proprie inferenze è la presentazione, da parte dell'emittente, di "derivati" che riportino in Misura sempre più evidente il significato crudo (Langs, 1986). Possiamo riconoscere il valore di un'interpretazione anche in una serie di comunicazioni in cui sia possibile riscontrare una sorta di "comune denominatore", allorché, cioè, si ravvisino diversi messaggi convergenti verso un unico tema (Langs, 1986). Infine, particolarmente importante, è la modalità di messaggio in codice sulla base dello stimolo identificato; verificando poi se l'interlocutore risponde con un "messaggio eccezionale" che intensifichi le implicazioni con tenute nel messaggio originario (Langs, 1986). Vale la pena, a questo punto, di ricordare che Freud in riferimento alla convalida delle costruzioni scrive che "una conferma valida" (...) è quella dell'analizzato che risponde con una associazione contenente qualcosa di simile o di analogo al contenuto di una costruzione (Freud, 1937). È possibile anche presentare il messaggio crudo all'emittente: il rifiuto di questi nel riconoscere l'appropriatezza dell'interpretazione non corrisponde però ad una sua confutazione, infatti le difese che hanno determinato la realizzazione del messaggio in una forma diretta possono impedire il riconoscimento del senso della propria

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comunicazione. Langs fà l'esempio di una donna che propone ad un collega di lavoro di venire a pranzo da lei; questi, invece di rispondere direttamente, le chiede se ha spedito la lettera che lui gli aveva dettato precedentemente, intendendo comunicare con ciò che la donna doveva limitarsi al proprio ruolo di segretaria. La donna, al quel punto, decodifica il messaggio e glielo ripropone spogliato dell"'apparenza"12; ma il collega risponde che non erano quelle le sue intenzioni. Questo esempio ci riporta alla questione della misura in cui uno "smascheramento" di un messaggio in codice venga accettato dall'emittente. Langs, a tal proposito, specifica che l'accettazione del significato mascherato di una comunicazione è tanto maggiore quanto minore è l'angoscia che tale significato suscita. La convalida più sicura è, secondo Langs, la comparsa, in seguito ad una risposta in codice, di un ulteriore messaggio che veicoli un senso latente: una situazione del genere avviene quando il soggetto ricorda qualcosa che aveva dimenticato, quindi rimosso (Langs, 1986). Individui diversi, precisa l'A., hanno un diverso grado di accettazione del significato dei propri messaggi in codice; per cui, in relazione alla capacità di riconoscersi nel senso dei messaggi in codice, si possono collocare gli individui lungo un continuum che vede ai poli opposti destinatari sinceri e destinatari bugiardi: il primo tipo di soggetti rileva caratteristiche che si possono riassumere nell'apertura mentale, nell'alta tolleranza delle frustrazioni e delle tensioni; il rovescio della medaglia fà però di questi individui soggetti particolarmente sensibili e, proprio per il notevole contatto con le proprie realtà profonde, indifesi di fronte a stimoli particolarmente traumatici. I destinatari bugiardi, invece,

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tendono a rinnegare il senso delle comunicazioni in codice; sono individui egoisti e ipocriti. Alla stregua di riceventi sinceri e riceventi bugiardi Langs identifica anche negli emittenti queste inclinazioni: gli emittenti sinceri producono, in relazione ad avvenimenti stressanti, dei messaggi in codice; gli e mittenti bugiardi, invece, non lasciano trasparire, nelle proprie comunicazioni alcun messaggio in codice. Questo perchè, mentre i primi elaborano gli stimoli -il frutto dell'elaborazione è proprio il messaggio in codice- i secondi li rimuovono (Langs, 1986). Queste classificazioni sono simili alla distinzione tra "individui tendenti alla rimozione" e "individui con reazioni di sensibilizzazione" di fronte a stimoli ansiogeni: i primi tendono ad evitare la consapevolezza o il ricordo di esperienze penalizzanti, mentre i secondi ne hanno chiara coscienza o memoria. Tornando ora al concetto dei messaggi in codice va ribadito che le comunicazioni di questo genere si producono in forma mascherata; come i sogni, quindi, i contenuti, "crudi" subiscono un processo di camuffamento che ne occulta il significato originale. Questo processo, a detta di Langs, consta di due modalità di decodificazione: lo Spostamento e la Simbolizzazione o uso di Rappresentazioni. Lo Spostamento, che abbiamo già esaminato parlando del sogno, porta a sottrarre al loro contesto le percezioni minacciose e a trasferirle su una situazione che abbia dei tempi o un ambiente che rinvii alla situazione originaria. Langs fà l'esempio di una percezione conflittuale in cui un insegnante sia preso a simbolo del terapeuta: i commenti indirizzati al primo sono da intendersi come riferimenti nei confronti del terapeuta; questo per il fatto che sia il terapeuta

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sia l'insegnante rivestono un ruolo di autorità nei confronti dell'individuo. Alle volte il contenuto manifesto dei messaggi mostrerà una relazione diretta con il contesto di origine, e le sole modifiche verranno apportate ai personaggi e alla ambientazione: in tal caso si sarà fatto uso esclusivo dello Spostamento. Più spesso, però, interviene un altro processo: l'Uso di Rappresentazioni. Attraverso questa modalità espressiva le immagini crude non sono soltanto trasportate su una "scena" diversa ma subiscono anche una trasformazione che le rende immagini innocue; il significato minaccioso viene allora sostituito da qualcosa che, almeno all'apparenza, risulta indifferente. Langs parla poi anche di altri meccanismi che intervengono nella elaborazione delle immagini in codice: la Condensazione, la Condizione di Raffigurabilità che porta ad esprimere il materiale associativo in codice sotto forma di narrazioni, infine, non ultima, l'Elaborazione Secondaria che fornisce coerenza e consequenzialità ai racconti manifesti (Langs, 1985). Langs e Malan, abbiamo visto, ipotizzano così l'esistenza di una comunicazione subliminale cioè di una comunicazione che non viene percepita coscientemente nè dal destinatario nè dall'emittente, e che tuttavia provoca degli effetti rivelanti. Riguardo all'esistenza di una percezione subliminale, pietra angolare della teoria di Langs, c'è un valido esperimento di Lazarus e Mc Cleary consistente nella proiezione subliminale di dieci sillabe senza senso a dieci soggetti; successivamente le sillabe erano associate a scariche elettriche in modo da indurre una risposta galvanica della pelle. In un terzo momento le sillabe abbinate alla scarica elettrica e quelle della prima fase dell'esperimento venivano nuovamente

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proiettate, ma in modo che potessero essere percepite; in seguito i soggetti, in un self report che accennava anche in modo vago alle sillabe cui era associato lo scock elettrico, facevano rilevare, in corrispondenza di queste, un aumento nella condizione elettrica della pelle, pur non riconoscendo coscientemente gli stimoli (Lazarus e Mc Cleary, 1951). Questo esperimento prova dunque che si realizza una percezione inconscia; tuttavia, di per sè, non dimostra nessuna delle ipotesi psicoanalitiche. Howard Shevrin, usando il tachitoscopio per proiettare per brevissimi i stanti - 1/100 di secondo- delle immagini, e registrando le variazioni di potenziali evocati dall'encefalo, con un elettroencefalogramma, dimostrò che la percezione inconscia degli stimoli dava reazioni -e quindi potenziali evocati- più intensi se i vetrini inseriti nel tachitoscopio raffiguravano un'ape invece che una figura geometrica. Questa differenza proverebbe, secondo lo sperimentatore, l'esistenza di una capacità di elaborare e interpretare le immagini già al livello inconscio; livello in cui avverrebbe una selezione degli stimoli in base ai bisogni, interessi individuali e caratteristiche dello stimolo (Shevrin, 1982). Le conclusioni e i risultati di Shevrin avvalorerebbero, allora, le concezioni di Langs secondo cui avviene una discriminazione percettiva al livello inconscio. A supporto delle tesi psicoanalitiche è anche un esperimento riportato da Freud ne "L'interpretazione dei sogni"13 ..K. Schrotter nel 1912 aveva prodotto dei sogni in soggetti ipnotizzati suggerendo che avessero contenuto sessuale e specificando, inoltre, di sognare un rapporto sessuale normale o uno anormale. I soggetti raccontavano poi di aver fatto sogni in cui il materiale sessuale compariva in forma simbolica; ad esempio, una donna a cui era stato detto di

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avere un rapporto sessuale con una sua amica sognò di avere una borsa da viaggio in mano, su cui c'era un'etichetta con scritto "solo per signore". Freud riporta inoltre un altro esperimento i cui risultati sono paralleli a quelli ottenuti da Schrotter: in una ricerca Betlheim S. e Hartmann H. raccontarono a individui sofferenti della psicosi di Korsakoff alcune storie dal contenuto fortemente sessuale; dopo di che chiesero loro di ripeterle: i soggetti operarono una trasformazione dei contenuti scabrosi dei racconti in simbolismi simili a quelli onirici (Freud, 1899). Uno dei maggiori studiosi della stimolazione subliminale è Charles Fischer che si è basato, nella sua attività di ricerca, su gli esperimenti condotti da Poetzl. Questi, con l'uso del tachitoscopio, mostrava per brevi istanti delle immagini che non erano perciò percepite a livello cosciente ma che comparivano, tuttavia, nel contenuto manifesto dei sogni e dei soggetti. Fischer ha utilizzato la proiezione tachitoscopica per riprodurre e approfondire gli studi di Poetzl (Fischer, 1954); l'A. in un articolo spiega di aver proiettato in un tachitoscopio, per un tempo di 1/100 di secondo, delle immagini che per tre situazioni sperimentali rappresentavano un paesaggio del deserto dello Utath in cui le rocce sembrano fatte a forma di statue, mentre in una quarta si trattava della proiezione di un vetrino raffigurante la Torre di Londra:i soggetti avevano poi sognato questi elementi in modo pressoché inalterato nei primi due esperimenti, in maniera fortemente deformata negli altri due. Un altro studio sperimentale che, al contrario delle prime situazioni, faceva uso di stimoli verbali, provava nei risultati come il sogno non creasse parole nuove (Fischer, 1954). In un altro esperimento Fischer effettuò una proiezione al tachitoscopio con un tempo di esposizione dell'immagine di

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1/25 di secondo; in seguito i soggetti venivano sollecitati a disegnare prima ciò che potevano ricollegare allo stimolo visivo, poi ciò che veniva loro in mente: i risultati mostravano come i soggetti disegnassero, nel secondo caso, in modo quasi identico, le immagini non percepite al livello conscio (Fischer, 1956). In successivi esperimenti Fischer riuscì a dimostrare il prodursi della Condensazione e la comparsa coatta degli elementi percepiti al livello preconscio (Fischer,1956). A. Garma fà notare come questi esperimenti mostrino appunto che la percezione, prima di diventare cosciente, è inconscia (Garma, 1970). Ulteriori esperimenti di Fischer provano come la percezione preconscia sia attribuibile non solo al vetrino proiettato col tachitoscopio ma anche all'ambiente circostante il quale, peraltro, in tali esperimenti fungeva da sorta di residuo diurno e, nei disegni richiesti ai soggetti assumeva significati carichi di implicazioni inconsce (Fischer, 1956). Interessanti sono anche gli studi di L. H. Silverman che ha effettuato numerosi esperimenti sulla verifica delle ipotesi psicoanalitiche. Il concetto di stimolazione subliminale è stato definito da Silverman "attivazione psicodinamica subliminale” (M. Conte, intervista a L. H. Silverman, 1984). Silverman afferma, ricalcando in parte le idee di Langs, che la stimolazione inconscia non passa attraverso l'lo, come si potrebbe pensare, e non elude quindi le difese, ma semmai le attiva; quelle che vengono eluse sono invece le capacità adattive. Un soggetto a cui sia fornito uno stimolo disturbate che rientri nella consapevolezza, precisa Silverman, può reagirvi con le proprie capacità adattive; se lo stimolo, però, è subliminale non si possono mettere in atto delle reazioni compatibili con

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l'adattamento ma possono essere erette delle difese patologiche (Conte, 1984). In queste asserzioni è possibile riconoscere, come preannunciato, alcune delle formulazioni di Langs; abbiamo visto, infatti, che le comunicazioni in codice diano luogo a reazioni come l'appiattimento della comunicazione o delle risposte, in maniera altrettanto in codice. Questo in conseguenza dell'erezione di difese percettive (Langs, 1985). Silverman ha condotto interessanti esperimenti sull'effetto che stimoli subliminali possono produrre sul comportamento. Uno degli studi più eclatanti è rappresentato da un esperimento in cui veniva proiettato al tachitoscopio, ad una velocità di 4 ms., la frase "lo e mamma siamo tutt'uno". I primi soggetti a cui venne inviato tale messaggio erano pazienti schizofrenici: questi individui dopo la proiezione mostravano, anche se per un periodo limitato, una remissione dei sintomi; al contrario, un messaggio aggressivo come "distruggere la mamma" determinava, negli stessi soggetti, un aggravamento delle patologie. E infine, stimoli apparentemente equivalenti come "mamma mi nutre bene" o "mamma è sempre con me" non producevano cambiamenti rilevabili. Questi risultati, secondo Silverman, proverebbero che la fantasia di fusione con la madre ha un effetto terapeutico con gli schizofrenici (Adams, op. cit.). Altri esperimenti simili sono stati effettuati da Silverman usando, al posto del messaggio "lo e mamma siamo tutt'uno" altri messaggi mirati a verificare le ipotesi psicoanalitiche sulle diverse patologie14. Un altro esperimento intendeva stabilire se la mancanza di successo fosse da attribuire ad una concezione inconscia del successo come rivalsa sul padre: a questo fine veniva organizzato tra i soggetti un torneo di tiro a segni con le freccette; ad alcuni soggetti, poi,

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veniva proiettato al tachitoscopio il messaggio "battere babbo va bene" accompagnato da un'immagine in cui un vecchio guardava con benevolenza un giovane; ad altri, invece, era stato proiettato un messaggio con la frase "battere babbo è male" completata dalla figura del vecchio che, questa volta, guardava con uno sguardo di rimprovero un giovane. I risultati furono rispondenti alle attese: i soggetti della prima condizione sperimentale -"battere babbo va bene"- ebbero un miglioramento nei punteggi; i soggetti del secondo gruppo, al contrario, mostrarono un sensibile peggioramento; successivamente si verificò che anche il messaggio "mamma e io siamo tutt'uno" producesse delle influenze sul rendimento nel torneo. Si stabilì, in effetti, che anche questo messaggio determinava un'apprezzabile miglioramento nei punteggi. I risultati di questo secondo esperimento e di altri in cui fu usato lo stesso stimolo indusse Silverman a postulare che il bisogno di identificarsi con qualcosa di benevolo e di comprensivo fosse un desiderio molto comune, intenso, rapido, e non solo in individui affetti da patologie psichiche (Adams, op. cit.). Un famoso studio sugli effetti della comunicazione non verbale mostra che anche uno stimolo vistoso può non essere notato. In un esperimento15 vennero presentati due poster con la foto della stessa ragazza: l'unica differenza era che in una la ragazza aveva le pupille normali, nella seconda le pupille erano state artificialmente ingrandite; alla richiesta dello sperimentatore su quale poster preferissero i soggetti, risultò che la foto manipolata riceveva un consenso di gran lunga maggiore rispetto alla foto originale16.

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Per quanto lo stimolo fosse particolarmente vistoso -un poster- i soggetti non avevano comunque identificato il motivo della preferenza. Probabilmente il fatto che la nostra cultura curi poco la conoscenza del linguaggio del corpo fa si che molti comportamenti non verbali passino inosservati, pur producendo, comunque, una reazione nei riceventi e pur essendo, in realtà, dotati di un significato, anche se questo non è percepito al livello cosciente.

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3. La funzione emotiva delle comunicazione Per funzione emotiva della comunicazione si intende il ruolo fondamentale che lo stimolo emotivo ricopre nella comunicazione. In tutti gli individui l'esigenza profonda di comunicare nasce sempre dalla necessità di ricercare e ricevere stimoli emotivi; una stimolazione (induzione) è tale se crea uno stato emotivo. Lo stato emotivo si riconosce tale se crea una reazione nel comportamento, ossia un "modo di comportamento positivo o negativo" in funzione della richiesta. Il comportamento espresso dall'interlocutore, a seguito di una stimolazione, rappresenterà per l'operatore una verifica sul grado del servizio emotivo reso. La reazione emotiva prodotta dall'interlocutore è direttamente proporzionale al grado di stimolazione esterna ricevuta; è, pertanto, possibile valutare il grado quantitativo di stimolazione emessa, verificando il grado di reazione prodotta o, più semplicemente, verificando il tipo di comportamento logico ed analogico (emotivo) dell'individuo ché ha ricevuto lo stimolo. Nella comunicazione interpersonale le fonti di stimolazione possono essere verbali e non verbali, possono scaturire dai contenuti logici di un messaggio ma anche da gesti, comportamenti, toccamenti, sguardi, tonalità di voce ed altro. Le risposte verbali del tipo "sì" e "no" e il comportamento complementare o competitivo espresso dall'interlocutore al termine di ogni enunciato comunicativo rappresentano per l'operatore una verifica del tipo e grado del servizio emotivo reso. La comunicazione non verbale è lo strumento che permette di agire e in teragire e di impostare immediatamente il rapporto emotivo con l'interlocutore. Quando noi comunichiamo con gli

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altri siamo portati a dirigere la nostra attenzione sui contenuti logici della conversazione ossia sull'informazione; in questo caso la possibilità di coinvolgimento o di seduzione è lasciata al caso o al contenuto della stessa informazione. Diamo per scontato delle informazioni che noi diamo, che i loro contenuti logici, possano già avere i presupposti per una seduzione. Naturalmente, nel momento in cui noi comunichiamo, non solo esprimiamo dei contenuti logici, ma gesticoliamo inconsapevolmente emettendo così dei segnali di comunicazione non verbale. Questo avviene perchè tale tipo di comunicazione è prerogativa della sfera emotiva dell'individuo, del suo inconscio; anche se la nostra parte logica pone espressamente attenzione ai contenuti del dialogo, istintivamente emerge la comunicazione non verbale. Tutto ciò è accaduto fino ad oggi in tutti i nostri rapporti relazionali. Dobbiamo parlare, quindi, di "Comunicazione Integrale": essa si compone di comunicazione verbale (parola) di comunicazione non verbale (segni, gesti e simbolismi che, inconsapevolmente, noi esprimiamo e riceviamo durante il dialogo con l'interlocutore). Esistono centinaia di volumi riguardanti il linguaggio logico sulla comunicazione non verbale, che analizzano gli atti umani sotto l'aspetto antropologico; nessuno tuttavia ha mai analizzato la possibilità di comunicare con gli altri utilizzando intenzionalmente la "comunicazione non verbale". Noi tutti parliamo e gesticoliamo ma nessuno si è mai posto il problema di cosa significhi realmente; noi, istintivamente, muoviamo il braccio non pensando che questo movimento influenzerà automaticamente il tipo di interazione con il nostro interlocutore. Non a caso una persona può apparire antipatica o simpatica, al di là dei contenuti logici di quello

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che sta dicendo. Ci troviamo a dire spesso: "Io non comprendo perchè quel signore non dice nulla di drammatico eppure mi è antipatico". Ciò avviene perchè, per esempio, egli ci parla ad una distanza di trenta centimetri quando invece noi siamo abituati, con il nostro interlocutore, ad una distanza di cinquanta centimetri; è accaduto che tale differenza di distanza ha creato tensione e questo ci ha fatto provare fastidio. Questa persona viene registrata "antipatica" anche se non andiamo ad analizzare questo fatto, avvertiremo comunque qualcosa di speciale, di disturbante. Il nostro comportamento, quindi, può far nascere un rapporto di simpatia e fiducia nel nostro interlocutore, anche e soltanto con i gesti e i segni che inconsciamente gli comunichiamo; infatti abbiamo attori che hanno successo per la loro signorilità, altri per il loro aspetto fisico, altri ancora per la simpatia, pur esagerando magari in comportamenti "eccessivi". La comunicazione non verbale, quindi, ha origine in noi, da quando l'uomo ha incominciato a mettersi in comunicazione con altri uomini. All'inizio della vita, quando la parola non esisteva ancora, il "gesto" e il "segno" determinavano la vita stessa dell'uomo. Ogni giorno, senza rendercene conto, noi usiamo la Comunicazione non verbale, così come la utilizza la pubblicità per indurci ad acquistare quel determinato prodotto, attraverso l'immagine e tutti quei meccanismi psicologici di desiderio racchiusi nello stesso annuncio pubblicitario. Possiamo affermare, quindi, che la Comunicazione non Verbale è uno strumento per interagire con la sfera emozionale del nostro interlocutore; l'accettazione, di un

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prodotto ben pubblicizzato non è determinato dalla comunicazione logica ma dalla comunicazione analogica o subliminale: noi acquistiamo sempre, in un certo senso, a "scatola chiusa" poiché di motivi logici per non acquistare un prodotto potrebbero essercene a decine. La Comunicazione non Verbale è la storia del pescatore che riesce a comunicare col suo pesciolino attraverso l'esca. Avete mai notato che fra i dieci pescatori sulla riva del fiume nove non pescano niente ed uno soltanto riesce a riempire il cestino di pesce? Quel pescatore ha trovato il metodo la “giusta esca" per mettersi in contatto con le varie specie di pesce. Conoscere la Comunicazione non Verbale significa saper usare sempre la giusta esca, momento per momento, per poter determinare la giusta emozione nei riguardi del nostro interlocutore, per poter quindi mettersi in contatto con il suo inconscio. In definitiva possiamo dire che la conoscenza approfondita della CNV permette di identificare immediatamente quale stimolo fornire all'interlocutore in quel determinato momento, in base alle sue reali necessità. Il nostro inconscio è costantemente alla ricerca di servizi emotivi e gratificherà la fonte di stimolazione che è in grado di produrre tali servizi: non è la fonte di stimolazione che "aggancia" l'inconscio, ma è l'inconscio ad agganciare la fonte di stimolazione, quella naturalmente "perfetta per le sue esigenze". Da ciò si deduce che non esistono soggetti non ipnotizzabili ma tecniche induttive non idonee per quei soggetti; il tecnico della ipnosi Dinamica fà variare, di volta in volta, il suo modo di essere, in un costante dinamismo, secondo l'esigenza emotiva del soggetto.

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Tutta la nostra vita è una continua lotta tra desiderio (inconscio) e possesso (conscio) ma è l'inconscio a detenere il potere sulle nostre azioni; fra desiderio e possesso ci saranno sempre delle divergenze. Ma è proprio questa continua lotta, questa differenza (distonia) che produce energia psichica, tensioni emotive, coinvolgimenti: la distonia esistente tra quanto si desidera e quanto si possiede crea il servizio analogico al nostro inconscio17. Per capirci meglio se noi aumentiamo la distonia già esistente tra il desiderio e il posseduto creeremo un accumulo di tensione, quella che serve alla nostra mente. Per esempio dopo un anno di lavoro desideriamo un periodo di ferie: si è sviluppato in noi il desiderio della vacanza; poi accade che dopo un pò ci stanchiamo anche delle ferie e vogliamo tornare a casa. Che cosa è accaduto? È accaduto che una volta raggiunto l'equilibrio fra quanto avevamo desiderato e quanto abbiamo posseduto, avvertiamo la necessità di ricevere altri stimoli, ossia altri servizi analogici, quelli che le vacanze non possono più darci.

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4. La Comunicazione Non Verbale Tutti gli individui, nel comunicare con l'ambiente, utilizzano diversi sistemi emotivi, quello della PAROLA e quello delle EMOZIONI. Questi due sistemi di comunicazione sono la Comunicazione Verbale (CV) e la Comunicazione non Verbale (CNV). La Comunicazione Verbale nel dialogo quotidiano viene espressa tramite un sistema convenzionale che prende corpo con la parola; tutti gli individui sono consapevoli di questo strumento di comunicazione e lo adoperano per soddisfare le esigenze comunicative ed informative della vita quotidiana. La Comunicazione non Verbale si esprime tramite un sistema particolare di gesti, segni e simbolismi, sia in casi di stimolo che di risposta emotiva, ma la CNV viene quasi sempre usata inconsapevolmente dagli individui. L'esigenza primaria di comunicare e di esprimere una emozione trae origine dallo stato di tensione presente in un dato momento dall'individuo; tutti gli individui usano istintivamente la CNV per scaricare tensione automaticamente e per comunicare emozioni. Il comportamento dell'individuo ha la funzione di soddisfare la sua esigenza interiore di vivere delle tensioni emotive; le tensioni emotive nascono sempre dal confronto tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, tra ciò che abbiamo e ciò che vorremmo avere: tale confronto sarà costante per tutta la vita. Con l'evoluzione dell'uomo i sistemi di comunicazione si sono raffinati sempre di più, integrando così la fase mimico-emozionale con la fase semiologica in cui l'informazione e i contenuti logici di una comunicazione, elaborati attraverso la parola, acquistano un valore socio-convenzionale univoco di

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comunicazione; dall'istintualità espressiva si passa così ad una codificazione logica riconosciuta dal gruppo etnico che l'ha formata. Questa evoluzione ha comunque permesso al sistema mimico-emozionale di permanere in attività più di quanto possiamo immaginare, pur variando il proprio ruolo originario che da strumento di comunicazione diviene strumento di espressione emotiva. L'attenzione esclusiva dell'interlocutore su ciò che il trasmittente esprime con la parola, ha permesso ai sistemi istintivi di scarico tensionale di essere sempre attivati durante i vari momenti del rapporto interpersonale. I recettori emotivi dell'individuo non ricoprono solo un ruolo ricevente ma stimolano anche la trasmissione; chi è a conoscenza del loro funzionamento può caricare di tensione l'interlocutore utilizzando un sistema mimico-emozionale composto da atteggiamenti, gesti, suoni, variazioni di postura, simili a quelli espressi istintivamente dall'altro per scaricare la propria tensione. La Comunicazione Verbale è indirizzata ai recettori logici dell'interlocutore, mentre la Comunicazione non Verbale ed il Simbolismo Comunicazionale sono indirizzati ai suoi recettori emozionali; queste ultime modalità espressive costituiscono, in sintesi, un filo diretto con l'inconscio del soggetto durante un procedimento ipnotico, e con quello dell'interlocutore durante un comune dialogo. Non è possibile, attraverso la sola parola, tarare perfettamente una stimolazione emotiva in rapporto alla esigenza inconscia o analogica del soggetto in quanto l'operatore potrebbe risultare o troppo penalizzante o troppo gratificante, ossia potrebbe produrre una tensione esagerata oppure insufficiente.

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L'uso consapevole della CNV permette all'operatore di calibrare una stimolazione micro-tensionale, in modo da farla divenire una emozione per il soggetto e quindi una fonte di energia, che questi dovrà poi calibrare con la realizzazione della richiesta fenomenologica ipnotica. L'applicazione della CNV e del Simbolismo Comunicazionale, nel campo dell'ipnosi e della comunicazione, non è stata adottata consapevolmente da nessuna Scuola al di fuori della nostra. Nessuno ha mai pensato che fosse possibile utilizzare questo sistema di comunicazione per creare delle microtensioni dell'interlocutore e pilotarne il comportamento per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, quali fenomenologie ed aspetti comportamentali. In altre parole si tratta di rendere un servizio analogico al soggetto o interlocutore, in cambio di un servizio logico che questi renderà, con piacere, all'operatore. La stimolazione della tensione emotiva attraverso gli atti comunicativi della CNV ha una finalità ben precisa: far nascere nell'interlocutore l'esigenza profonda di gratificare la fonte di stimolazione, ossia l'operatore ipnotico. La decisione comportamentale non è consapevole ma automatica, istintiva, analogica, favorevole alle richieste dell'operatore; il soggetto avverte solo l'esigenza di fare con piacere ciò che la fonte di stimolazione richiede. Spesso, più che di esigenza, si può parlare di un sincero desiderio, di un vero e proprio atto d'amore. Nell'Ipnosi Dinamica un sistema mimico-emozionale di CNV permette all'operatore di attivare nel soggetto dei dinamismi ipnotici, cioè dei carichi energetici che rappresentano la causa scatenante, all'interno del soggetto, di ciò che definiamo "stato ipnotico"18.

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La chiave di Salomone che determina un processo ipnotico non consiste nell'espressione verbale: "Ora tu cadrai in un sonno profondo!", ma nell'utilizzo della CNV e del Simbolismo Comunicazionale quali strumenti operativi in grado di creare, nel profondo del soggetto, l'esigenza o il desiderio di gratificare l'operatore ponendo in atto quanto da questi richiesto (Fase di Pilotaggio)19. Noi abbiamo trovato nei sistemi di CNV lo strumento che permette di pilotare la componente micro-tensionale dell'interlocutore sino al raggiungimento dell'obiettivo prefissato che può essere di ordine ipnotico o comportamentale20. Occorre, a questo punto, tener presente alcuni concetti -che saranno trattati in seguito e che anticipiamo per sommi capi-: esiste per ciascun individuo una specie di zona franca denominata "Indice di Tolleranza" entro il cui ambito è possibile stimolare delle micro-stimolazioni senza che l'lo razionale se ne preoccupi, in quanto non viene sostanzialmente turbato l'equilibrio;21 naturalmente la tensione energetica avvertita dal soggetto non deve assolutamente superare tale indice di tolleranza, pena il cortocircuito ossia l'interruzione del rapporto ipnotico e relazionale da parte del soggetto, o quanto meno l'attivazione di un comportamento consecutivo come unica possibilità individuale e autonoma di scarico di tensione. In sintesi: il linguaggio delle emozioni diviene comunicazione in quanto i recettori analogici dell'individuo sono sensibili ai gesti ed ai comportamenti della CNV, espressa dall'operatore, influenzando notevolmente il rapporto interpersonale. L'operatore della Comunicazione Integrale, utilizzando il canale logico, invia le stimolazioni della CNV, definite ad "Atti

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Comunicativi"22 e produce nel soggetto delle micro-tensioni che determinano un surplus energetico nei soggetto; tale surplus energetico costringe il soggetto a porre in atto un comportamento favorevole alla propria esigenza di scarico energetico. Il comportamento del soggetto potrà unicamente essere quello di gratificare l'operatore, perchè solo in questo l'operatore sospenderà gli atti comunicativi di CNV e la conseguente produzione di micro-tensioni. Esistono nell'Ipnosi Dinamica stimolazioni complete composte da atti comunicativi e da contenuti, e stimolazioni incomplete, composte solo da atti comunicativi i quali sollecitano in modo particolare le modalità del soggetto a cui sono rivolti. Questa modalità si scarica soltanto attraverso l'identificazione soggettiva di quell'atto comunicativo, e questo può avvenire solo attribuendo dei contenuti. Ad esempio una frase in cui si esprime la richiesta -Per corte sia, mi puoi aprire la porta?- E' un messaggio completo in cui sussistono un contenuto logico e degli atti comunicativi; questi ultimi sono costituiti dal modo in cui si esprime tale richiesta al proprio interlocutore, dalla gestualità con cui la si accompagna, dalla tonalità della voce. La tecnica dell'Ipnosi Dinamica riserva particolare attenzione a questo fattore in quanto, a secondo di come viene pronunciato, uno stesso messaggio può variare di significato, non tanto come azione, che resta sempre quel la di aprire la porta, ma in quanto si va a definire la natura del rapporto che si desidera avere con il proprio interlocutore; una stessa frase, espressa in modi diversi, può assumere significati di informazione, richiesta, minaccia o comando. Questa teoria prevede che colui che si esprime attraverso questi diversi modi tende a porsi automaticamente nei primi due casi in posizione definita "down" (sotto), e negli altri due

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in posizione "up" (sopra). Tale divisione diviene molto utile all'operatore in fase induttiva, in quanto è previsto che egli debba riuscire a porsi in posizione "esattamente complementare alle esigenze emotive del soggetto" pena l'inutilità di ogni tentativo di ipnotizzare il soggetto; naturalmente non è detto che questi accetti sempre la posizione "up" dell'operatore e, se l'operatore non è pronto ad adattare il suo ruolo alle esigenze del soggetto, possono venirsi a creare situazioni competitive. Di conseguenza, se gli sforzi dell'ipnologo tradizionale sono a volti a tranquillizzare, rassicurare il soggetto sulle buone intenzioni di chi lo ipnotizza, sul fatto che non si farà nulla contro la sua volontà e così via, tale impostazione non rientra tra le indicazioni dell'Ipnosi Dinamica che considera esclusivamente sotto l'aspetto up-down la relazione operatore-soggetto, (Benemeglio S., 1986).

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5. Canali di Comunicazione Non Verbale Nella Ipnosi Dinamica l'operatore trasmette consapevolmente delle stimolazioni subliminali di tipo non verbale (durante la fase induttiva); riservandoci, in seguito, di entrare dettagliatamente nelle procedure induttive, occorre ora definire meglio ed esemplificare la Comunicazione non Ver-bale. Spesso ci siamo trovati a parlare con persone per le quali avvertivamo antipatia o simpatia, senza saper riconoscere razionalmente la causa di questo diverso rapporto empatico. Evidentemente gli atti comunicativi della persona che ci è risultata simpatica si sono innescati perfettamente sulle nostre esigenze analogiche, mentre gli atti comunicativi della persona antipatica ci hanno creato tensioni eccessive e sono stati perciò da noi registrati come penalizzanti. Ora vediamo quali siano questi atti comunicativi analogici che ci per mettono di comunicare, in modo analogico e subliminale, con la sfera emotiva dell'interlocutore. I canali di Comunicazione non Verbale che l'operatore ipnotico può utilizzare sono i seguenti:

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Prossemica: essa consiste nella gestione degli spazi comunicativi durante il dialogo con un ricevente o durante il procedimento ipnotico. La prossemica si basa su avvicinamenti o allontanamenti dell'operatore nei confronti del soggetto. Tutti noi siamo a conoscenza, per cultura antropologica, che lo spazio, o meglio la distanza col nostro interlocutore durante un qualsiasi rapporto interpersonale, determina in noi uno stato di tensione o di rilassamento, in funzione della sua entità e del tipo di rapporto in atto. Es: Provate ad avvicinarvi ad una distanza di 20 cm. dal vostro capoufficio o direttore mentre esponete un problema o semplicemente dialogate con lui, osserverete che indietreggerà immediatamente ristabilendo uno spazio di circa 50 cm. dalla vostra persona. Poi, provate con la vostra partner o il vostro partner; questa volta cercate di mantenere tra di voi una distanza di 50 cm. circa. Osserverete che, di lì a poco, sarà il vostro partner o la vostra partner ad avvicinarsi a voi, ad una distanza di circa 30 cm. Tutto questo vuol dire che l'abile gestione degli spazi fisici comunicativi può permettere all'operatore di creare stati di micro-tensione, pilotabili nel soggetto che si sottopone ad un test di Ipnosi Dinamica ed in chiunque imposti con lui un rapporto dialogico. L'operatore verrà registrato dal soggetto gratificante o penalizzante, in rapporto alla distanza comunicazionale impostata ed alla fase specifica del rapporto in atto. Cinesica: questo canale non verbale viene utilizzato attraverso l'uso dei gesti, dei movimenti delle braccia o degli arti inferiori, senza variare la di stanza tra noi e il nostro interlocutore. Anche la cinesica permette all'operatore di

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creare stati di tensione nell'interlocutore o nel soggetto che si sottopone al test di ipnosi. Naturalmente per la cinesica, come del resto per la prossemica e la digitale, è utile una classificazione dei movimenti possibili in diverse categorie. I "passi magnetici", per esempio, sono atti comunicativi della Cinesica. Paralinguistica: è largamente utilizzata nei procedimenti di induzione ipnotica e consiste nell'emissione di suoni vocali o strumentali indirizzati direttamente all'inconscio del soggetto che si è sottoposto al procedimento ipnotico. Tali suoni infatti sono espressioni prive di contenuti logici. Pensate ad un indigeno di una tribù africana che tenta di dirvi qualcosa attraverso i suoni vocali che emette, oppure provate ad immaginare di dover comunicare con una persona escludendo parole di senso compiuto e facendo uso solo di suoni. I suoni strumentali possono essere emessi battendo con le vostre dita su una superficie che possa vibrare (tamburellando su un tavolo, su un mobile ecc.) o utilizzando veri e propri strumenti musicali. Nella fase ipnotica-sperimentale si possono anche utilizzare strumenti elettronici come sintetizzatori ed altri. La paralinguistica consiste quindi nella gestione dei suoni strumentali e vocali privi di una codifica logica in comune col ricevente. Pensate ai suoni che vengono uditi entrando nella "casa della paura" o all'interno del "drago" al luna park della vostra città, o anche a quegli strani suoni che udite durante la notte in casa vostra: l'armadio che scricchiola, un rumore di passi ecc. Digitale: essa si esprime attraverso toccamenti effettuati con le mani, dall'operatore, su varie parti del corpo del soggetto.

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La digitale non ha alcun aggancio con teorie relative al magnetismo, ma la si utilizza semplicemente effettuando su alcune parti del viso, delle mani e del tronco del soggetto delle digitopressioni più o meno accentuate. Il toccamento di una parte del corpo del soggetto produce delle microtensioni intense; l'operatore va ad occupare lo spazio comunicativo appartenente al soggetto in un modo più suggestivo di quanto non avvenga con la prossemica, rendendo l'atto comunicativo più rapido e con contenuti emozionali più penetranti.

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PARTE SECONDA TEORIA E METODOLOGIA DELLA IPNOSI DINAMICA

CAP. III

LA COMUNICAZIONE NELL° IPNOSI DINAMICA 1. La Comunicazione Integrale

Il principio informatore, dal quale parte il presente saggio e dal quale traggono origine le nostre tecniche, si può così sintetizzare: Ipnosi Dinamica è sinonimo di Comunicazione Integrale tra operatore e soggetto. Una comunicazione integrale è composta da una parte logica (C.V.) e da una parte analogica (C.N.V.).

Certamente la comunicazione emotiva non è conforme al comune concetto di comunicazione. Per noi occidentali comunicare vuol dire trasmettere un messaggio (trasferimento di dati da una persona trasmittente ad una persona ricevente). Per trasmettere un messaggio si usa generalmente la parola. La cultura occidentale ci dice di esprimere il messaggio il più chiaramente possibile, se vogliamo avere il massimo delle

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probabilità di ottenere che il nostro interlocutore ponga in atto quanto da noi richiesto: non vi è nulla di più inesatto. La capacità di persuasione, le cause scatenanti che costringono piacevolmente un interlocutore ad accettare ciò che noi proponiamo, sono considerati elementi non controllabili; si ammette solo che esistano persone particolarmente abili nel toccare le "corde giuste" di un interlocutore. Si parla di carisma senza sapere che cosa sia e come si ottenga; si lascia completamente al caso ed all'istinto tutto ciò che, nella comunicazione umana, serve per convincere. Esprimere un messaggio il più chiaramente possibile, secondo la nostra cultura, significa fare attenzione alla tonalità della voce, alla sintassi, alla grammatica ed agli argomenti. La parola è stata sempre considerata come unico veicolo per comunicare; così il politico comunica alla massa, il religioso ai suoi fedeli, il papà al figlio, il professore all'allievo, il fidanzato alla fidanzata, lo psicoterapeuta al paziente ed il paziente allo psicoterapeuta. Tutto questo ha portato a fondere in un unico blocco atto comunicativo e contenuto, modi di espressione e messaggi, interpretazioni del mondo logico razionale ed interpretazioni del mondo analogico irrazionale. La cultura occidentale non ci ha mai permesso di comprendere cosa sono le emozioni, come comunica l'inconscio, quale linguaggio specifico utilizza, come è possibile comunicare con l'inconscio del nostro interlocutore, con le sue emozioni e con la sua anima. Questo tipo di cultura ha spinto chi crede nell'inconscio a pensare che sia possibile comunicare con la parte più profonda del proprio essere nello stesso modo in cui si parla

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al capo-ufficio, all'amico; ma nel mettere in atto questo tipo di comunicazione logica, inevitabilmente senza risposta, non ottiene altro che illusioni. L'inconscio, o parte emotiva di noi stessi, non può comprendere la parola, ossia il tipo di linguaggio con cui ci si rivolge a lui; al contempo, i disagi e le preoccupazioni aumentano perchè i problemi non hanno soluzioni, le aspettative non danno successo. Il presente saggio di Ipnosi Dinamica tende a far, conoscere la realtà analogica, ossia del profondo, nella sua intima essenza. L'operatore deve rendere un servizio analogico all'inconscio del soggetto che si sottopone al test, se vuole ottenere, in breve tempo, le fenomelogie ipnotiche. Nella Ipnosi Dinamica i concetti di Ipnosi e Comunicazione sono strettamente legati. IPNOTIZZARE Secondo le tecniche della Ipnosi

Dinamica vuol dire comunicare con l'inconscio degli individui, utilizzando un linguaggio non verbale che di norma non si è in grado di gestire consapevolmente se non ci si qualifica.

IPNOSI DINAMICA È il modo di gestire efficacemente la parola e le emozioni. La Comunicazione Integrale è composta dalla C.N.V. (Comunicazione non Verbale), cardine del procedimento ipnotico induttivo e dalla C.V. (Comunicazione Verbale), strumento importante nella fase ipnotica di pilotaggio.

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Tale aspetto della comunicazione umana analogica, "non razionale", ci permette di muoverci con estrema disinvoltura e determinazione; cosa che non potrebbe accadere se noi non avessimo prima identificato questa ambivalenza del messaggio comunicativo di tipo analogico (si-no, bene-male, buono-cattivo). La tecnica ci permette di raggiungere una efficienza nella comunicazione non verbale (C.N.V.) talmente alta da permetterci di entrare in contatto reale con il nostro inconscio, e se necessario, con l'inconscio dei nostri interlocutori durante un evento comunicativo o un procedimento ipnotico; un'efficienza tale da permetterci di porre il soggetto in uno stato assolutamente anomalo, nel quale di norma non viene a trovarsi, vale a dire in una condizione che nella vita di tutti i giorni si verifica in maniera eccezionale e non in maniera sistematica. Questo particolare stato non si identifica in specifiche fenomelogie, ma è soprattutto uno stato di ricettività emotiva massima; ricettività ottenuta grazie alla C.N.V. ed al Simbolismo Comunicazionale. Tale stato consente al soggetto di trasformare gli atti comunicativi non verbali ricevuti in una realtà soggettiva vera e propria, ossia in vere e proprie informazioni. In sintesi: l'Ipnosi Dinamica è un metodo Integrale di comunicazione che permette ad un individuo (operatore) di stimolare in breve tempo in altro individuo (soggetto) l'esigenza di porre in atto le fenomelogie richieste durante il procedimento ipnotico. Il comportamento gratificante del soggetto, nei confronti dell'operatore, nasce da una esigenza istintiva di ridurre la tensione prodottagli dal l'operatore. Tale esigenza diventa tanto pressante nel soggetto al punto da produrre fenomeni quali analgesia, catalessi degli arti ed altre fenomelogie anche più spettacolari; investendo, in alcuni casi,

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anche la sfera neurofisiologica oltre a quella psicologica del soggetto.

Gli effetti della Ipnosi Dinamica sono basati sull'uso di atti comunicativi di C.N.V. privi di significato razionale e logico ma carichi di significati analogici e simbolici; questi atti vengono recepiti unicamente per processi di tipo associativo non razionale, stimolando i dinamismi psichici dell'inconscio. I processi associativi si basano essenzialmente sul fatto che, a livello di percezione non razionale, esiste un doppio binario sul quale ci si muove: il doppio binario delle GRATIFICAZIONI e delle PENALIZZAZIONI.

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2. Gratificazioni e Penalizzazioni. Le favole che ci venivano raccomandate dai nostri genitori durante l'infanzia, erano impregnate di gratificazioni e di penalizzazioni. Tanto per citarne alcune: vi ricordate la fata di Pinocchio che gratificava e penalizzava il bambino-burattino a seconda del suo comportamento buono o cattivo; oppure Cappuccetto Rosso che, in relazione alla propria obbedienza, veniva dalla sorte gratificata o penalizzata? Il nostro papà, la nostra mamma, i professori, se ben ricordate, ci gratificavano se ci si comportava secondo il programma definito e ci penalizzavano se questo non avveniva. Le gratificazioni e le penalizzazioni non si fermano all'età infantile e adolescenziale; anche ora che siamo adulti riceviamo e trasmettiamo al prossimo, a seconda dei casi, gratificazioni o penalizzazioni. Analizzando questo fondamentale aspetto della comunicazione in profondità, possiamo rilevare che le gratificazioni ricevute ci recano piacere, mentre le penalizzazioni dispiacere. GRATIFICAZIONE Riduzione della tensione con

sensazione di piacere. PENALIZZAZIONE Aumento della tensione con

sensazione non piacevole se il grado di tensione supera gli indici di tolleranza.

In qualsiasi messaggio noi distinguiamo l'atto comunicativo dai contenuti logici; possiamo aggiungere che un atto comunicativo è penalizzante se produce aumento di tensione in chi lo riceve e gratificante se produce una riduzione della tensione.

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Es.: immaginate che lo stato di tensione del soggetto sia simile ad una colonnina di mercurio di un termometro: se la temperatura sale è una penalizzazione per il soggetto, se scende è una gratificazione. Analogamente, ai fini ipnotici, qualsiasi aumento di tensione che il soggetto avverte, a seguito di atti comunicativi dell'operatore, viene definito penalizzante, mentre una stimolazione che provochi riduzione della tensione viene definita gratificante. "GLI ATTI STIMOLANTI VENGONO CLASSIFICATI, NELL'IPNOSI DINAMICA, GRATIFICANTI O PENALIZZANTI IN RAPPORTO ALLA VARIAZIONE DELLO STATO DI TENSIONE CHE ESSI STESSI PRODUCONO NEL SOGGETTO". L'accumulo eccessivo di tensione crea nel soggetto la necessità di adottare uno specifico comportamento nei confronti della fonte di stimolazione riconosciuta tale, al fine di calibrare la tensione subita. L'operatore è in grado di pilotare il comportamento del soggetto in stato ipnotico tramite la gestione della sua tensione emotiva. Come il carico tensionale, anche lo scarico, quindi può essere pilotato da un operatore, nei procedimenti di Ipnosi Dinamica, e dall'allievo stesso dei procedimenti di Autoipnosi.1

Esistono scarichi di tensione naturali, definiti atti analogici in quanto l'lo razionale dell'individuo non ne prende atto consapevolmente, diversi pruriti al viso, ed esistono scarichi pilotati, ossia impostati razionalmente come esempio movimenti di dita, di mani, di gambe. L'operatore durante i procedimenti induttivi, deve bloccare i tentativi di scarico tensionale che il soggetto pone in atto durante le stimolazioni induttive; così facendo l'operatore determina nel soggetto i presupposti base per un accumulo di tensione che

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verrà successivamente pilotato dallo stesso operatore con le richieste fenomenologiche. Tutto questo avviene tramite l'invito fatto al soggetto, di mantenere una POSIZIONE ORTOSTATICA, ossia immobile senza nessun tipo di movimento durante la fase induttiva: il soggetto deve stare in piedi, in una posizione di semi-rigidità muscolare e rimanere immobile ad occhi chiusi2. Regole fondamentali di un procedimento di Ipnosi Dinamica sono le seguenti. - PRODURRE NEL SOGGETTO UN ACCUMULO DI MICRO-

TENSIONI, UTILIZZANDO ATTI CO MUNICATIVI PENALIZZANTI ED IMPONENDOGLI UNA POSIZIONE ORTOSTATICA DURANTE LA FASE INDUTTIVA, PER EVITARGLI QUALSIASI FORMA DI SCARICO DI TENSIONE.

- CALIBRARE IL GRADO TENSIONALE PRODOTTO

ALTERNANDO ATTI COMUNICATIVI DI TIPO PENALIZZANTE CON ATTI DI TIPO GRATIFICANTE, PER NON SUPERARE L'IN DICE DI TOLLERANZA DEL SOGGETTO

A questo punto è importante analizzare come l'inconscio si mette in contatto con l'ambiente. L'uomo per mettersi in contatto con l'ambiente usa ovviamente una comunicazione verbale (lavoro, casa, ecc.): l'inconscio invece per mettersi in contatto con l'ambiente deve usare un mezzo di comunicazione preciso che riesce a percepire ed a tradurre.

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L'inconscio si mette in comunicazione tramite la TENSIONE PSICHICA che avverte e che, per taluni può trasformarsi in una sensazione di disagio, per altri in una sensazione piacevole. Quindi, riassumendo: l'analogico si pone in contatto con l'ambiente tramite la tensione psichica che riesce a ricevere; questa può essere creata da un contesto penalizzante (lavoro, scuola, amore) o da una persona (operatore ipnotico). Detto questo andiamo a descrivere come è possibile creare o sfruttare delle tensioni psichiche già esistenti nell'uomo, ricordando che: ciò che differenzia, a livello emotivo, una situazione ipnotica da un normale dialogo tra due persone è il saper creare nell'interlocutore una tensione emozionale molto elevata in un tempo brevissimo. La fase induttiva consiste quindi nel passaggio da uno stato normale di veglia ad uno stato di veglia leggermente alterato: alcune volte, si può assumere un atteggiamento mentale, simile a quello che si potrebbe riscontrare in una fase induttiva di trance ipnotica. Quante volte, infatti, durante la vostra esistenza, siete stati da qualcuno che, vedendovi lo sguardo fisso su di un oggetto o in una direzione, e contemporaneamente a questo la vostra attenzione concentrata nel ... nulla, vi ha "ripreso" con la frase: "sveglia, ti sei fissato?" Ma nonostante ciò avete continuato per alcuni secondi a rimanere immobili. Ebbene: il particolare stato mentale che si è vissuto in quel momento è molto simile ad uno stato crepuscolare di Autoipnosi, assimilabile a quel lo che può avvertire il soggetto durante la fase induttiva dell'esperimento ipnotico. Quindi l'induzione ipnotica sta a rappresentare il punto di contatto tra una realtà oggettiva, vissuta attraverso il mondo esterno, ed una realtà soggettiva che viene ad essere creata sperimentalmente da un altro essere umano. Certamente la

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comunicazione ipnotica che si deve venire a creare in questa realtà presenta alcune differenze rispetto ad una comunicazione normale, verbale o non verbale, tra due individui. Se dovessimo metterle a confronto potremo dire che: la più evidente differenza sta nel fatto che: a. nel rapporto ipnotico, viene definito automaticamente il ruolo

comporta mentale dei due "interlocutori": Up (sopra) per l'operatore, il quale "dovrà condurre il gioco" e Down (sotto) per il soggetto che dovrà attenersi alle regole comportamentali definite dall'altro. In una normale comunicazione tra due persone, libere di dialogare tra loro, esse possono parlare e muoversi liberamente, dondolare, gesticolare mantenendo comunque la validità della loro comunicazione. Nell'impasse ipnotico invece il soggetto non è libero di parlare e di muoversi poiché innanzitutto, deve attenersi al "comandi dell'operatore" dato che con il moto potrebbe scaricare la tensione che invece l'operatore deve caricare in lui. Quindi si viene ad imporre una posizione fissa definita "posizione ortostatica" che il soggetto deve mantenere durante la fase induttiva.

b. La comunicazione ipnotica viene solo in una direzione: dall'operatore al soggetto che potrà muoversi o parlare solo ed unicamente dietro "suggerimenti dell'operatore".

c. In una comunicazione normale certamente potranno essere inserite alcune parole o frasi penalizzanti, accompagnate o meno da una C.N.V. istintiva, ma comunque contenuta e che potrà creare delle piccole tensioni in uno o ambedue gli interlocutori ma che potranno scaricarsi in brevissimo tempo.

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Nella fase induttiva dell'Ipnosi Dinamica, la Comunicazione non Verbale ed il Simbolismo Comunicazionale vengono ad assumere un ruolo primario ed anzi unico. Per produrre le tensioni emotive la C.V. non comparirà affatto sino alla fase di pilotaggio. Comunicare con l'inconscio vuol dire produrre su sè stessi o su altri delle tensioni che si trasformeranno automaticamente in istinti di desiderio: è necessario quindi, a questo punto, chiarire il concetto di tensione che bisogna trasmettere all'inconscio del soggetto, durante la induzione ipnotica. Nell'ambito dell'esperimento ipnotico esistono due tipi di tensione psichica: T.P.A. (tensione psichica ansiosa): la tensione viene prodotta

in eccesso dall'operatore ed il soggetto avverte un senso di disagio, di eccessiva ansia e tenta di uscire fuori dalla situazione ipnotica.

T.P.E. (tensione psichica emozionale): si produce una tensione che il soggetto, può sopportare e che anzi avverte in senso piacevole. Per esempio quel tipo di tensione che lo spettatore avverte durante la proiezione di un film denso di situazioni emozionanti, oppure lo stato di tensione piacevole che si può provare prima di intraprendere un gioco oppure durante il gioco stesso.

I concetti di T.P.A. e T.P.E. trovano tuttavia una loro spiegazione più dettagliata se si va a considerare l'indice di tolleranza dell'individuo; ciascun uomo possiede un indice di tolleranza delle tensioni psichiche: questo varia a seconda dei soggetti, del loro sesso, dell'età e di altri fattori3,

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Ce lo possiamo figurare come una scala da zero a cento, ove l'indice di tolleranza occupa un valore numerico che varia da uomo a uomo. Prendiamo in esame un soggetto che possiede un indice di tolleranza delle tensioni psichiche di un valore pari a 60: in una scala da zero a cento questa persona riesce a sopportare abbastanza comodamente delle tensioni psichiche fino ad un valore di sessanta. Ciò vuol dire che se un ambiente o un operatore ipnotico crea in questa persona una tensione psichica inferiore a questo valore, egli sarà capace di contenerla poiché risulterà inferiore al suo indice di tolleranza, inoltre questa tensione verrà registrata come una tensione psichica emozionale; se la tensione psichica è invece superiore a questo valore egli avvertirà una tensione psichica ansiosa. Ora prendiamo in considerazione un individuo che presenta un'indice di tensione psichica standard pari a 40: vale ovviamente lo stesso ragionamento di prima e cioè, al di sotto di questo valore egli registrerà delle T.P.E. superiori alle T.P.A. Nel momento in cui l'operatore andrà ad ipnotizzare questi due soggetti creando uno stato di tensione pari, ad esempio, al valore di 50 accadrà che: il primo soggetto recepirà lo stato emozionale come T.P.E., il secondo come T.P.A. Questo stesso concetto, espresso nell'ambito dell'ipnosi, può essere applicato alla vita di tutti i giorni: ci sono infatti alcune situazioni che riescono ad emozionare gli individui al punto tale da far provar loro sentimenti di insufficienza, ad esempio durante una riunione, durante i primi approcci con l'altro sesso, mentre parlano di un congresso, etc; le stesse identiche situazioni sono invece affrontate con migliore apprensione da altri individui definiti "più sicuri" dei precedenti.

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In realtà ambedue le categorie di persone si trovano ad affrontare, a parità di situazioni o ambiente, gli stessi valori di tensione psichica: esse posseggono invece diversi indici di tolleranza che agli uni permettono di "contenere" nell'ambito delle T.P.E. le stimolazioni mantenendo la padronanza delle proprie reazioni, agli altri, quelli definiti "più insicuri" o "più timidi", faranno recepire una T.P.A.: questi ultimi, sicuramente, "non renderanno al meglio nelle loro prestazioni, poiché saranno impegnati a contenere il più possibile queste tensioni in eccedenza. Tale concetto è molto importante poiché se, durante la fase induttiva, l'operatore andrà a "caricare" una eccedenza di tensioni nel soggetto, ne supererà automaticamente l'indice di tolleranza e se non avrà ancora acquisito il potenziale ipnotico sufficiente, il soggetto avvertirà delle Tensioni Psichiche Ansiose e, molto probabilmente, sentirà l'esigenza di annullare l'esperimento (il che significa, il più delle volte, abbassare le braccia e uscire dall'impasse ipnotico); se invece l'operatore è talmente accorto da saper calibrare le tensioni psichiche che genera, al punto tale di avvicinarsi all'indice di tolleranza del soggetto senza oltrepassarlo, questi avvertirà delle tensioni Psichiche Emotive e l'esperimento potrà procedere nel passaggio alla fase di pilotaggio4.

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3. Indice di Tolleranza.

L'indice di tolleranza è una zona franca, in cui l'io razionale del soggetto non applica alcun controllo e nessun meccanismo di difesa nei confronti delle stimolazioni emotive provate dall'operatore. L'operatore, nella fase induttiva di Ipnosi Dinamica approfitta di questa zona franca per divenire una vera e propria fonte di stimolazione riconosciuta dall'inconscio del soggetto a tutti gli effetti. FONTE STIMOLANTE L'operatore ipnotico si definisce tale finché il grado di tensione prodotto nel soggetto risulta essere contenuto entro il suo indice di tolleranza. SIMBOLO STIMOLANTE L'operatore si definisce tale quando il grado di tensione prodotto nel soggetto supera l'indice di tolleranza e la fonte stimolante viene identificata positiva dal suo lo Razionale (passaggio da flash subliminale a flash ipnotico). L'operatore nel ruolo di fonte stimolante non corre nessun pericolo di essere ostacolato prima di aver acquisito un buon potenziale ipnotico. Tale garanzia è legata al fatto che l'azione induttiva analogica dell'operatore si esercita entro la zona di tolleranza. Durante il permanere nella zona di tolleranza, l'operatore ha una ridotta influenza; di conseguenza non è possibile richiedere fenomenologie ipnotiche in quanto l'Io Razionale del soggetto disconosce il potenziale ipnotico all'operatore fin quando non è costretto ad identificarlo razionalmente.

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L'io razionale del soggetto è costretto a riconoscere ed a convivere solo con stimoli stimolanti che hanno un grado di potenziale ipnotico; solo in questa particolare fase il soggetto può porsi competitivo a qualsiasi richiesta dell'operatore se quest'ultimo dovesse essere riconosciuto simbolo negativo. "La fase induttiva subliminale" permette all'operatore di divenire una fonte di stimolazione riconosciuta dall'inconscio del soggetto ed acquisire così quel potenziale necessario ad affrontare la successiva fase. "La fase di pilotaggio da flash subliminale a flash ipnotico" permette all'operatore di essere identificato dall'Io Razionale del soggetto come simbolo stimolante. "La fase di pilotaggio" permette all'operatore di calibrare il proprio potenziale ipnotico in rapporto agli obiettivi fenomenologici e comportamentali prefissati. Il soggetto deve assumere, durante la fase subliminale, un ruolo esclusivamente ricettivo, egli deve divenire un accumulatore di micro-tensioni perchè solo così è possibile rendere il prezioso servizio analogico al suo inconscio. La posizione ortostatica, il blocco di ogni movimento di qualsiasi natura, le palpebre abbassate per tutta la durata dell'esperimento, i denti non serrati, il divieto di parlare o assentire, rappresentano per l'operatore le modalità comportamentali da imporre al soggetto onde garantirsi l'esito positivo di un procedimento ipnotico.

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4. Stato di Tensione Ansiosa e di Tensione Emozionale. È necessario a questo punto chiarire il concetto di tensione, se vogliamo comunicare con l'inconscio del soggetto. Tutti quanti noi durante i rapporti quotidiani viviamo delle tensioni, il nostro lo Razionale è abituato a classificare dette tensioni in rapporto a molteplici variabili. Nell'ottica dell'inconscio lo stato di tensione è unico, o meglio, per lui non esiste distinzione tra sofferenza e piacere: una tensione di tipo ansioso risulta per l'inconscio piacevole quanto una emozione, perchè gli rende comunque un servizio analogico. Così non è per il nostro lo Razionale, il quale effettua una netta e precisa distinzione tra stato di tensione ansioso (di sofferenza) e stato di tensione emozionale (di piacere); la comparazione effettuata dall'Io Razionale per definire piacevole o spiacevole una tensione è relativa a come viene identificata la fonte di stimolazione, ossia positiva o negativa. L'identificazione positiva o negativa dell'operatore è in rapporto al grado di servizio analogico reso all'inconscio: se l'Io Razionale del soggetto identifica negativamente la fonte stimolante registrerà di conseguenza di tipo ansiogena la tensione avvertita. In funzione al servizio analogico reso, l'operatore acquisisce il potenziale ipnotico: "il potenziale ipnotico è direttamente proporzionale al servizio analogico reso". Nel glossario avevamo definito la "tensione" come uno stato ansioso, ora usiamo il termine tensione anche per descrivere gli stati emozionali. In effetti la "tensione", nella comune accezione, è uno stato ansioso, ma a noi interessa mettere in evidenza, quali siano le strette analogie tra le due identificazioni, quella logica e quella analogica.

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Per l'inconscio è positivo qualsiasi stato di tensione positiva o negativa, emozionale o ansiosa, di piacere o di sofferenza: è opera dell'io Razionale del soggetto definirla positiva o negativa. Nel momento in cui l'lo Razionale dell'individuo identifica in modo negativo la fonte o la causa scatenante la tensione, non esita a definire di sofferenza o ansiogena detta tensione. Quando l'operatore, nel procedimento induttivo, produce una tensione nel soggetto superiore alla sua esigenza di assorbimento, questi reagisce cercando la fuga dall'ambiente o dalla situazione ove ritiene essere presente la causa negativa; si hanno quindi dei tentativi di "Cortocircuito" e, se è possibile, delle vere e proprie interruzioni del rapporto comunicativo in atto. Lo stato di tensione ansiosa è pertanto sinonimo di sofferenza per il nostro lo logico e razionale. L'operatore, durante un procedimento ipnotico e soprattutto nella fase induttiva, deve inviare stimolazioni commisurate al potenziale ipnotico che l'inconscio del soggetto gli riconosce; tale riconoscimento è costantemente suscettibile di variazioni durante il procedimento ipnotico. Nel momento in cui l'operatore produce stimolazioni aventi contenuto tensionale superiore al potenziale ipnotico attribuitogli dall'Io Razionale del soggetto, si crea un evento critico. Il soggetto può adottare due soluzioni per ovviare alla situazione: riconoscere all'operatore un maggior potenziale ipnotico o "cortocircuitarlo" ed interrompere così il rapporto ipnotico. La decisione del soggetto sarà influenzata dalle successive stimolazioni o "atti comunicativi" che l'operatore decide di inviare. Nel momento in cui nel rapporto ipnotico si produce una fase critica, l'operatore deve immediatamente gratificare il soggetto trasmettendo atti comunicativi gratificanti, cioè riducenti tensione; in tal modo l'lo logico del soggetto avverte l'operatore disponibile a calibrare il servizio analogico secondo le sue esigenze5.

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Se l'operatore continua ad inviare atti comunicativi penalizzanti, anche immediatamente dopo la fase critica, il soggetto non registrerà positivamente la disponibilità dell'operatore, pertanto si potrà competitivo. Tale mancata attribuzione equivale alla variazione del modo in cui l'operatore è registrato, da positivo a negativo, ed ha come conseguenza per il soggetto l'accumulo ansioso. Ricordiamo che il soggetto, a livello inconscio, ha sempre bisogno di energia e quindi di stimolazioni energetiche tensionali: se dipendesse solo dall'inconscio del soggetto, il potenziale ipnotico dell'operatore sarebbe immediatamente elevatissimo senza nessun problema di tarature: per ovvi motivi di difesa è l'lo Razionale del soggetto a riconoscere il valore ottimale del potenziale ipnotico dell'operatore e, se ritiene pericoloso che questo aumenti, blocca immediatamente il processo. La tensione emozionale è uno stato tensionale piacevole non eccedente il potenziale ipnotico riconosciuto alla fonte stimolante; essa insorge quando il soggetto identifica positivamente la fonte producente tensione: la reazione dell'individuo a questo tipo di tensione consiste nel desiderio di gratificare le richieste della fonte di stimolazione, divenuta ormai simbolo a tutti gli effetti. Nel momento stesso in cui il soggetto riconosce logicamente il potenziale ipnotico dell'operatore, avverte l'esigenza di destabilizzarlo, ma ciò gli sarà possibile solo attraverso la realizzazione delle fenomenologie richieste, dato che, a seguito della posizione ortostatica imposta all'inizio dell'esperimento ipnotico, nessuna altra forma di scarico tensionale gli è concessa. Il soggetto procede all'annullamento del potenziale ipnotico dell'operatore con la realizzazione delle fenomenologie ipnotiche richieste dall'operatore.

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Riteniamo importante rilevare che è interesse del soggetto porre in atto quanto richiesto, dato che solo così può destabilizzare il potenziale dell'operatore e quindi lo stesso rapporto ipnotico. L'operatore, durante un procedimento ipnotico, deve produrre nel soggetto una tensione emozionale, ossia non superiore all'indice di tolleranza, come pure non superiore al potenziale ipnotico acquisito in quel preciso momento. La tensione ansiosa è un accumulo di energia tensionale che non può seguire il suo iter naturale; l'lo dell'individuo ne blocca lo scarico verso bersagli che, pur riconosciuti validi a livello inconscio, non lo sono a livello razionale. In altri termini, lo stato di tensione ansiosa nasce in quanto l'Io Razionale non riconosce la fonte idonea a ricevere ulteriore potenziale ipnotico (operatore troppo penalizzante). A seguito di ciò l'individuo si sottrae al rapporto, dimenticando spesso che comunque deve sempre annullare il potenziale ipnotico già acquisito dall'operatore6. "Cortocircuitare" in un rapporto ipnotico, vuol dire interrompere il rapporto diretto con l'operatore o con la persona che rappresenta, nella vita quotidiana, un simbolo. Erroneamente ogni individuo ritiene che il cortocircuito, l'interruzione drastica del rapporto diretto con la persona-simbolo, possa rappresentare il più efficace sistema di difesa. In verità, nella vita quotidiana, l'esperienza ci insegna che il simbolo sopravvive nella mente e continua ad inviare stimolazioni analogiche, rendendo così costante l'aumento del proprio potenziale ipnotico; potenziale che l'individuo alla fine dovrà riconoscere, volente o nolente, alla persona che oggettivizza tale simbolo. Tutto ciò avviene senza che questo muova un dito, perchè parte di un automatismo mentale. Tale processo è denominato "Infertizzazione" ed avviene automaticamente grazie ai continui pensieri che hanno per

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oggetto la fonte stimolante. Il soggetto si infertizza da solo, si produce automaticamente le stimolazioni penalizzanti che aumentano il potenziale del simbolo che vorrebbe combattere e sconfiggere7. Il meccanismo di difesa ritenuto dall'individuo più efficace in realtà rappresenta “la difesa dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia per non vedere" interrompendo così, in modo illusorio, un rapporto difficile. Premesso ciò, appare evidente che il cortocircuito effettuato dal soggetto in realtà è uno strumento operativo del suo inconscio, tendente a mantenere attiva l'azione stimolante del simbolo o dell'operatore e non certamente ad annullare gli effetti; per ottenere ciò: è necessario destabilizzare il simbolo con l'azione e non con la rinuncia al rapporto diretto. "L'impossibilità e la incapacità, ritenuta tale dal soggetto, di mette-re in atto i meccanismi psicologici della destabilizzazione (che rappresentano il processo di annullamento di un simbolo definito negativo), espongono il soggetto ad un continuo stato ansioso." Lo stato di tensione emozionale, invece, si realizza proprio perchè l'Io Razionale dell'individuo permette lo scarico energetico verso il bersaglio più gradito all'inconscio; in entrambi i casi (Tensione Ansiosa o Emozionale) l'Io Razionale non ha un potere decisionale autonomo in merito, ma la sua presa di posizione è in rapporto al potenziale ipnotico acquisito dalla fonte stimolante. Se la tensione prodotta è superiore all'esigenza contingente del soggetto, questi registra negativa la tensione subita e, di conseguenza, avverirà l'impulso di penalizzare l'operatore non attuando le richieste fenomenologiche. Se la tensione prodotta, invece, non è superiore al potenziale ipnotico riconosciuto dall'Io Razionale del soggetto alla fonte

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stimolante, il soggetto avverte uno stato di tensione emozionale, piacevole, e, di conseguenza avvertirà l'impulso di gratificare l'operatore ponendo in atto quanto richiesto o sollecitato. È curioso anche rilevare come sia più facile destabilizzare un simbolo positivo che uno negativo; l'lo Razionale, rilevando uno stato di tensione negativa, tende più a cortocircuitare che a gestire la destabilizzazione: così facendo impedisce ai reali sistemi di difesa di attivarsi8. GRAFICO COMPARATIVO DELLE TENSIONI PSICHICHE IN UN NORMALE DIALOGO E IN UN PROCEDIMENTO IPNOTICO.

(A) T.P.E. in un contesto ipnotico

tensione psichica (B) T.P.E. in un normale dialogo

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5. Il Potenziale Ipnotico. Il potere di influenza dell'operatore ipnotico si definisce Potenziale Ipnotico. Un operatore che ipnotizza un soggetto diviene, per tale soggetto, una fonte stimolante con potenziale ipnotico. Il potenziale ipnotico di un operatore è direttamente proporzionale allo stato di tensione che detto operatore è in grado di produrre nel soggetto senza superarne gli indici di tolleranza. Il potenziale è una grandezza variabile in rapporto alla distonia conflittuale tra desiderato e posseduto che il soggetto accusa, in quel particolare momento, nei confronti della fonte stimolante o dell'oggetto di desiderio.

Se la tensione viene sollecitata dall'operatore, sarà l'operatore ad acquisire un potenziale ipnotico nei confronti del soggetto. Se invece la tensione viene sollecitata da un oggetto di desiderio qualsiasi, sarà quest'ultimo ad acquisire il potenziale ipnotico. Se la tensione è stata sollecitata dall'Io Razionale del soggetto in Autoipnosi, sarà il suo lo Razionale ad avere potenziale ipnotico nei confronti del proprio inconscio.

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In sintesi, la fonte che crea tensione acquisisce il potenziale ipnotico relativo: il potenziale ipnotico ha un influenza notevole sui dinamismi mentali del soggetto; il potenziale ipnotico crea una rivoluzione ed un successivo nuovo equilibrio energetico. Il potenziale ipnotico acquisito dal simbolo-operatore crea una rivoluzione radicale nel soggetto nel momento in cui supera il potenziale ipnotico del forte simbolo preesistente all'interno della struttura mentale del soggetto. È un pò come il cambio di un Re: la destabilizzazione di un Re ad opera di un suddito che, via via, ha acquisito sempre più potenziale ipnotico, sino a poter detronizzare il Re che fino a quel momento si alimentava grazie alle azioni sue e di altri sudditi. Il potenziale ipnotico permette all'operatore di provocare nel soggetto un ribaltamento completo nel modo di recepire un atto comunicativo espresso, una richiesta fenomenologica ipnotica, un'azione comportamentale sollecitata. Il ribaltamento rappresenta una variazione della reattività del soggetto, della connotazione da spiacevole a piacevole nel compiere l'atto o la scelta che viene richiesta dall'operatore; ciò indipendentemente dal giudizio positivo o negativo che il senso comune o il soggetto stesso, in altre situazioni, potevano attribuire all'atto. II ribaltamento rappresenta, quindi, la variazione identificativa dell'atto richiesto dall'operatore. Ogni individuo nel fare l'azione richiesta registra una sollecitazione pari alla tensione energetica (ansiosa-emozionale) avvertita; ogni sollecitazione dell'operatore effettuata con la C.N.V. (nella fase induttiva) o con la C.V. (nella fase di pilotaggio) può assumere il ruolo di una richiesta gratificante o penalizzante. Grazie al potenziale ipnotico acquisito, l'operatore può ottenere la fenomenologia richiesta: il soggetto registrerà gratificante compiere le azioni comportamentali o vivere le fenomenologie

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richieste. La realizzazione di queste gli permetterà di destabilizzare il potenziale ipnotico dell'operatore e quindi il simbolo che egli rappresenta, dato che, raggiungendo l'obiettivo precostituito, l'operatore non avrà alcun interesse a proseguire la fase induttiva. Il soggetto, una volta riconosciuto simbolo l'operatore, ha tutto l'interesse gratificare le sue richieste fenomenologiche, pertanto quest'ultimo deve porre l'attenzione esclusivamente al rendere il servizio analogico idoneo per acquisire il potenziale ipnotico. 9

Sarà lo stesso servizio analogico, una volta reso, a far scattare quel famoso ribaltamento percettivo, per cui il soggetto registra gratificante compiere quelle azioni che prima avrebbero causato il cortocircuito del rapporto. I procedimenti ipnotici sono possibili proprio in funzione della necessità dei simboli precostituiti del soggetto di trovare all'esterno dei bersagli che possono innescare il dinamismo tensionale necessario alla loro sopravvivenza10. (Benemeglio S., 1978). Precisiamo che l'Io Razionale riconosce il simbolo operatore, o meglio il suo potenziale ipnotico, solo quando ritiene di non poterlo disconoscere. Immaginate una stanza con una unica via di uscita rappresentata da una porta. Stanza = Io Analogico o Non lo. Porta = Io Razionale, con potere di apertura o chiusura

dell'ambiente, condizionato alle esigenze dei più influenti simboli precostituiti e a danno di quelli in evoluzione.

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L'energia prodottasi all'interno della stanza (stato di tensione nel soggetto) cerca di uscire per raggiungere il bersaglio naturale di scarico (operatore), questo è possibile solo se l'lo Razionale apre la porta. "L'apertura della porta" è condizionata dal modo in cui l'operatore si presenta al soggetto, o meglio all'Io razionale del soggetto in quel preciso momento (fase critica). Se l'operatore viene registrato penalizzante in quel preciso momento, l'lo Razionale del soggetto chiude la porta e non gli permette di acquisire un maggior potenziale ipnotico. Se l'operatore viene registrato gratificante, la porta si apre permettendo la sua piena investitura emozionale, con il conseguente aumento del potenziale ipnotico riconosciutogli dal soggetto. Giunti a questo punto nasce spontanea la domanda di come possa l'operatore, in un procedimento ipnotico, rendersi conto se la porta dell'Io Razionale del soggetto è aperta o chiusa. La risposta va ricercata nel comportamento del soggetto durante la fase di "passaggio da flash subliminale a flash ipnotico": durante questa fase l'operatore imposta la"verifica analogica terminale" cioè inserisce la parola tra i propri atti comunicativi, controllando che il soggetto non deglutisca. In caso affermativo la verifica risulta negativa, quindi la porta dell'Io Razionale, è ancora chiusa; nel caso in cui, durante l'inserimento della C.V., il soggetto non deglutisca, la verifica risulta positiva, quindi la porta gli è aperta; ciò vuol dire che il servizio analogico è stato perfettamente reso durante la fase induttiva. Nella fase di pilotaggio la "verifica logica positiva" è rapportata alla realizzazione o meno della fenomenologia ipnotica richiesta verbalmente dall'operatore.

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Nella Ipnosi Dinamica esistono tre tipi di verifiche: - le verifiche subliminali (durante la fase induttiva); - la verifica analogica terminale (durante il passaggio da flash

subliminale a flasch ipnotico); - le verifiche logiche (durante la fase di pilotaggio). Da tutto ciò appare evidente come sia fondamentalmente, ai fini ipnotici, creare ben calibrate micro-tensioni nel soggetto, utilizzando gli atti comunicativi della C.N.V.; ma è altrettanto importante che l'lo Razionale del soggetto accetti l'operatore e non ponga in atto i meccanismi di difesa (porta chiusa). Precisiamo che l'accettazione da parte dell'Io Razionale del soggetto non avviene per una analisi logica della situazione contingente, ma semplicemente sulla base del perfetto servizio analogico reso durante la fase induttiva, cioè dell'intensità tensionale prodotta in rapporto alla necessità inconscia contingente. In prossimità di una fase critica (verifica), l'operatore deve inviare "Atti Comunicativi Gratificanti" per rassicurare l'lo Razionale del soggetto ed indurlo così ad aprire la porta. L'lo Razionale di solito non è indulgente verso i nuovi simboli nascenti (vedi operatore nella fase induttiva), in taluni casi può avvenire che il soggetto necessita di forti accumuli di tensione prima che il suo lo Razionale identifichi l'operatore come simboli e gli attribuisca quindi un potenziale ipnotico. I soggetti con simili esigenze vengono definiti "Atipici", in quanto i simboli precostituiti all'interno della loro struttura mentale necessitano un'alimentatore tensionale enorme in rapporto alla media. Per tale motivo, gli atti comunicativi espressi dall'operatore devono essere numerosi o particolarmente efficaci per poter

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mettere in azione, nel soggetto, i meccanismi di "Identificazione" dell'Io Razionale (apertura porta) e determinare il riconoscimento del proprio potenziale. L'istanza dell'inconscio o "Non lo" è preposta, attraverso i meccanismi base della "Proiezione" e dell'Incorporazione", alla produzione automatica di energia tensionale "Infertizzazione”, tendente a caricare il desiderio. Per attivare i procedimenti di Infertizzazione, è necessario che il Non lo del soggetto subisca stimolazioni tali da interessare anche l'istanza razionale, attribuirà alla fonte di stimolazione il valore di simbolo e su questo saranno impostati i dinamismi autonomi che prescindono dalla presenza o dal l'azione di un operatore e che garantiscono quindi, in ogni caso, la sopravvivenza dell'inconscio. L'istanza dell'Io Razionale è preposta, tramite i meccanismi di base del la "Identificazione" e della "Destabilizzazione"; all'annullamento del potenziale ipnotico del simbolo-operatore (Introiezione). L'operatore stimola nel soggetto il meccanismi di base della Identificazione ogni qualvolta superi positivamente la fase critica di verifica e si presenti come simboli; acquisendo sempre più potenziale ipnotico, solleciterà l'esigenza di essere "Destabilizzato". Ciò potrà avvenire tramite l'investitura di potenziale ipnotico dell'operatore ogni qualvolta il soggetto lo gratifica. Il Cortocircuito del rapporto ipnotico da parte del soggetto non è una destabilizzazione di potenziale ipnotico, ma semplicemente una interruzione del rapporto diretto. Quando parliamo di lo Razionale, intendiamo riferirci sempre all'istanza dell'individuo preposta alla Identificazione ed alla Destabilizzazione di un simbolo; pertanto il termine non sta ad indicare il potere decisionale, di analisi o di ragionamento dell'individuo, ma esattamente e soltanto una sua istanza mentale.

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Il potere decisionale, la "ratio" di un individuo, le sue argomentazioni, sono delle semplici sintesi operative della istanza mentale razionale, sintesi definibili anche come variabili di una Costante rappresentata dalle fondamentali esigenze dei Simboli Egemoni e della modalità operativa dei meccanismi psicologici di base11; la costante di ogni individuo è la ricerca di fonti di stimolazione, nell'ambiente che lo circonda, atte a favorire la produzione di energia psichica di cui necessita. In altri termini, possiamo affermare che il fenomeno ipnotico è un evento naturale che permette la creazione di un simbolo, al pari di altri rapporti di relazione che, periodicamente, si impostano nella vita quotidiana. La differenza risiede unicamente nelle originali richieste che il simbolo operatore formula al soggetto, rispetto al tipo di comportamento ed ai modi naturali di richiesta che un simbolo, divenuto tale, esprime nella vita quotidiana. Nel procedimento ipnotico l'operatore si pone al servizio della costante energetica, creando nel soggetto delle micro-tensioni (fase induttiva) sino a quando ogni posizione competitiva (di rifiuto) si sia trasformata in ruolo complementare (di accettazione). La realizzazione della fenomenologia richiesta implica l'adozione di un ruolo complementare da parte del soggetto. L'operatore deve entrare in comunicazione, nei procedimenti ipnotici, con entrambe le fondamentali istanza dell'Io del soggetto:

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La seconda classe condiziona la prima, imponendo un ruolo complementare o competitivo nei confronti della fonte di stimolazione. Pertanto gli attori che entrano nella scena ipnotica sono i seguenti: L'lo Razionale o Conscio con le sue esigenze di identificare prima e destabilizzare poi i simboli che hanno superato il potenziale subliminale, e che ha quindi dovuto riconoscere. Il non lo o Inconscio con l'esigenza di creare continuamente simboli che possono stimolarlo e provvedere così alla alimentazione energetica dei suoi simboli precostituiti. L'Operatore Ipnotico che deve soddisfare le esigenze analogiche del non lo del soggetto senza che scattino le difese dell'Io Razionale, per acquisire un potenziale ipnotico sufficiente a raggiungere l'obiettivo imposto (fenomenologie ipnotiche). Introiettare l'operatore:vuol dire privarlo del suo potere stimolante.

Tale necessità viene soddisfatta attivando nei confronti del simbolo o fonte di stimolazione i meccanismi di: IDENTIFICAZIONE “Tu detieni un potenziale ipnotico nei miei confronti e pertanto sei”.

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DESTABILIZZAZIONE “Io ti gratifico nelle tue richieste per poter così far cadere il tuo interesse a stimola re il mio non io, con l’in via di altre stimolazioni analogiche”. L'esigenza che il soggetto avverte di Introiettare l'operatore, riconosciuto simbolo permette di concludere positivamente un procedimento ipnotico con la realizzazione di tutte le fenomenologie richieste, prima del raggiungimento dello stato di equilibrio (Annullamento della Tensione) da parte del soggetto. Il Non lo, per contro, ha il compito di mantenere sempre attivo, ai fini energetici, il potenziale del bersaglio emozionale che il simbolo-operatore rappresenta; la tensione verrà successivamente prodotta dallo stesso Non lo del soggetto, attraverso i meccanismi autonomi di Infertizzazione. Ribadiamo che il processo autonomo di Infertizzazione determina un incremento dello stato pensionale del soggetto. Perchè si inneschi detto processo è necessaria la presenza di un simbolo (Operatore nella fase di Pilotaggio). "Con un granello di sabbia la mente umana può creare un isola ed anche un continente":

Per soddisfare tale necessità occorre che vengano prima attivati nei confronti di un operatore i meccanismi di infertizzazione:

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PROIEZIONE “Sento il tuo fascino” INCORPORAZIONE “Sento il tuo potere” Cardine di tutta la nostra pratica ipnotica è la profonda coscienza che le necessità di alimentazione energetica degli altri simboli precostituiti12 creano, e creeranno sempre, ampie possibilità di divenire simbolo, fruendo di tutti i vantaggi che ciò comporta; inoltre che non è necessario adottare complicate strategie quando si sia capaci di rendere con tempismo il servizio analogico. Gli Atti Comunicativi della C.N.V. permettono all'operatore, durante la fase ipnotica induttiva, di attivare e fortificare il processo di Infertizzazione nel soggetto, facendosi conseguentemente riconoscere nel ruolo di "Bersaglio analogico”

prima e di "Simboli" poi. Queste antitetiche esigenze delle due classi mentali apparentemente si combattono, ma in realtà risultano perfettamente complementari ai fini della sopravvivenza della "Mente". Esse permettono all'individuo di vivere delle tensioni; queste tensioni energetiche scaturiscono dalla duplicità contrastante, ma vengono fortificate dalla resistenza che il bersaglio-simbolo oppone alla propria Destabilizzazione. Vogliamo affermare che lo stato di tensione energetico scaturisce dalla distonia tra quanto è stato proiettato e successivamente incorporato dall'individuo a livello analogico (livello del Non lo), con quanto è stato Identificato e destabilizzato a livello dell'Io Razionale. La distonia di sintesi tra l'Io Razionale e il Non lo determina il flusso energetico originario: più è consistente il desiderio (Non lo)

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rispetto al possesso (Io Razionale) e più tensione energetica si crea. Cerchiamo di essere più chiari! Lo stato di tensione energetico si produce nell'individuo dalla distonia tra desiderio dell'oggetto rispetto a quanto si ritiene di possederlo; se l'individuo riesce a possedere l'oggetto per quanto lo desidera, la pulsione si spegne in quanto il valore tensionale è zero. Il desiderio può raggiungere diversi livelli di intensità e, rispetto a tale livello, l'oggetto che si desidera può essere posseduto integralmente, parzialmente, oppure non posseduto affatto. Se viene posseduto integralmente si annulla la distonia relativa e con esso il simbolo che l'oggetto rappresenta per l'individuo. Accettiamo per un at timo l'ipotesi di poter valutare gli indici di desiderio e di possesso, ossia quanto desiderio riteniamo di poter soddisfare nei confronti dei un oggetto X, con un comune termometro che ci indichi il valore energetico di ciascun indice (desiderio-possesso). Ora, identifichiamo pure tale simbolo in un oggetto materiale, per esempio un'automobile. Utilizzando per analogia il parametro termometrico, potremmo rilevare che il nostro desiderio di possedere l'auto sia di 80°, mentre il possesso, o meglio il godimento di tale bene, di 20° (poniamo il caso che l'auto ci venga prestata da un amico per tempi limitati e non è quindi totale il godimento del bene). Analizziamo ora il tutto secondo i parametri della nostra mente! Sul desiderio di grado 80° nulla da aggiungere, tale è il desiderio soggettivo che abbiamo. Il godimento di tale bene è di 20°; questo vuol dire che possediamo solo parzialmente l'auto, infatti, in base all'esempio espresso, l'uso o il godimento ci viene concesso da altri e per un tempo limitato, ossia per vincoli indipendenti dalla nostra volontà, non possiamo utilizzarla come desiderio (per 80°), ma solo per 20°.13

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In questo caso sussiste una netta discordanza tra desiderato e goduto (o posseduto), una distonia esattamente di 60°; tutto questo ci indica che lo stato di tensione emozionale da noi vissuto per l'auto è di gradi 60°. Schematizzando abbiamo: Grado 80° = Desiderio dell'oggetto. Grado 20° = Godimento o possesso dell'oggetto. Grado 60° = Stato di tensione relativo al simbolo auto ("Energia

scaturita dalla distonia tra quanto desiderato e quanto posseduto").

In altre parole il simbolo auto rende all'inconscio un servizio analogico di grado 60°. Questa energia tensionale va ad alimentare simboli precostituiti all'interno dell'individuo che ha scelto tale bene come propria fonte di stimolazione. Da ciò si deduce che: Lo stato di tensione energetico è direttamente proporzionale alla distonia esistente tra il desiderio ed il posseduto (rispetto all'oggetto desiderato). Lo stato di tensione energetico può essere registrato dall'individuo che lo esperisce come stato di tensione ansioso (eccessiva produzione energetica) o stato di tensione emozionale (produzione energetica ottimale).

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CAP. IV SIMBOLI E SIMBOLISMI NELL’IPNOSI DINAMICA

1. Come nasce un Simbolo

Una fonte di stimolazíone è inizialmente un "Recettore" o "Referente". Di viene "Bersaglio analogico" o "Fonte di stimolazione" quando inconsciamente è riconosciuta come oggetto stimolante. Quando, poi, la stimolazione raggiunge un certo grado di intensità, viene identificata consapevolmente; a quel punto assurge al rango di "Simbolo" (Benemeglio et. al., 1985)1

Alla base di questo processo vi è la proprietà o capacità dell'oggetto stimolante di accrescere il desiderio preesistente, evocando attraverso la Comunicazione analogica Simboli Precostituiti nella mente dell'individuo (Benemeglio, 1985).

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I Simboli Precostítuiti più importanti, puntualizza Benemeglio, sono il PADRE, la MADRE, e il SENSO DI IMPOTENZA per non aver posseduto l'oggetto della disputa2, quest'ultimo simbolo precostituito prende il nome di Ego in quanto rappresenta l'origine dell'egocentrismo umano, ossia del processo identificativo dell'uomo nella consapevolezza di se stesso. (Benemeglio et. al., 1985). I meccanismi psichici che portano alla realizzazione del processo descritto - e che in tale processo si presentano in fasi successive - sono quattro: l'Incorporazione, la Proiezione, l'Identificazione e la Destabilizzazione (Benemeglio et. al., 1985). L'Incorporazione: Benemeglio riconduce tale meccanismo all'originaria pulsione orale - ma precisa "non si limita unicamente alla fase o all'attività orale" (Benemeglio, 1979) consiste nell'internazione dell'oggetto stimolante (Benemeglio et. al., 1985). Freud riconosce nell'Incorporazione, nell'incorporare in sè o divorare, una specie di amore compatibile con l'abolizione dell'esistenza separata dell'oggetto (.... ), (Freud, 1915). Inoltre scrive "Il succhiare (.... ) implica il fare del seno materno il primo oggetto della pulsione sessuale. Non sò come darvi un'idea di quanto sia importante questo primo oggetto per un successivo reinvestimento di oggetto, dei profondi effetti che produce nelle sue trasformazioni e sostituzioni fin nelle zone più remote del la nostra vita psichica" (Freud, 1915-17). Durante la fase d'Incorporazione, secondo Benemeglio, il bersaglio "si crea" un proprio spazio nella mente dell'individuo, producendo in questa, proprio in funzione delle stimolazioni prodotte, un "vaso" di tensione essenzializzato da una distanza psichica tra Desiderio e Possesso, definita "Distonia" (Benemeglio et. al., 1985).

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Le stimolazioni, abbiamo detto, "rievocano" i simboli precostituiti (Benemeglio, 1985). Già Freud, peraltro, esprimeva un concetto simile, quando affermava che l'uomo sceglie la propria compagna in riferimento al modello materno (Freud, 1910). Queste ultime considerazioni ci permettono di introdurre il concetto di Proiezione. La Proiezione: si configura, per Benemeglio, come quel processo che comporta il trasporto dei Simboli Precostituiti sul bersaglio analogico o sul simbolo neocostituito (Benemeglio et. al., 1985). Nella teoria psichicoanalitica possiamo riconoscere un antecedente di questa concezione non tanto nella Proiezione -che Freud identifica come una percezione interna che viene repressa e quindi deformata, per poi apparire alla coscienza sotto forma di percezione esterna (Freud, 1919)-, quanto nel fenomeno del transfert e in particolare nella primitiva concezione del fenomeno. Freud spiega che i modelli di vita sessuale dell'essere umano vengono forgiati nell'infanzia. Solo una parte di questi modelli subisce un evoluzione; l'altra rimane inconscia e immutata. Tuttavia, l'individuo poi si rapporta agli altri con "rappresentazioni libidiche anticipatorie", le quali inglobano in sè entrambe le componenti libidiche: quella maturata e quella rimasta inconscia e inalterata. Questo avviene anche nel corso del rapporto analitico, in cui il paziente può non solo investire l'analista dell'imago paterna, ma anche di quella materna o fraterna o di altre (Freud, 1914). Questo investimento comporta non solo il recupero di emozioni dimenticate, ma anche la replica di atteggiamenti rivolti originariamente verso l'oggetto originario. Freud fà notare come "l'analizzato (.... ) riproduca quegli elementi (che ha rimosso) non

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sotto forma di ricordi ma sotto forma di azioni; li ripete, ovviamente, senza rendersene conto. Ad esempio: (.... ) non dice di ricordare d'essere stato caparbio e diffidente verso l'autorità dei genitori, ma si comporta in questo stesso modo verso il medico" (Freud, 1914). Nell'ambito del rapporto analitico il transfert viene generalmente riconosciuto, mentre nella vita comune passa inosservato (Freud, 1912). Inoltre, in questo contesto, la riedizione di sentimenti "perduti" e l'attribuzione all'analista delle figure trasferite non è fondata su alcun rapporto reale (Freud, 1909): mentre, nella vita di ogni giorno, è basata su un'assonanza analogica. Un esempio di tale meccanismo è fornito dal comportamento di una paziente di Freud. Questa donna racconta di essere rimasta ferita dal modo di fare di un certo giovane - che l'aveva spesso guardata con ammirazione - quando quest'ultimo, un giorno, le aveva guardato sdegnosamente i piedi. Questo fatto, in funzione della traslazione, scrive Freud, le aveva rievocato - senza che lei ne fosse consapevole - un episodio in cui lei, da bambine, aveva tentato di imitare il fratello nella minzione, orinandosi invece sui piedi e suscitando, così, l'ilarità di questi. Il fratello, poi, per lungo tempo, le aveva guardato con disprezzo le scarpe per ricordarle l'incidente (Freud, 1913). Benemeglio osserva che è soprattutto la Comunicazione Analogica a sollecitare la proiezione dei simboli Precostituiti (Benemeglio et. al., 1985). Le Proiezioni sono seguite, poi da altre Incorporazioni e queste da altre Proiezioni. Incorporazioni e Proiezioni, quindi, producono un dinamismo psichico che, se raggiunge una certa intensità, consente il riconoscimento logico della fonte di stimolazione, cioè, l'identificazione del simbolo (Benemeglio et. al., 1986).

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L'Identificazione: Per Identificazione Freud intende l'atto e la risultanza dell'identificarsi con un'altra persona. Ad esempio, dice Freud, il maschietto si identifica con il padre. Tuttavia, tale identificazione non è totale; bensì parziale: "(....) si appropria soltanto di un aspetto della persona che è oggetto di identificazione" (Freud, 1921). L'identificazione ha poi, molta rilevanza nei fenomeni isterici e nella melanconia (Freud, 1921). Il concetto di Identificazione di Benemeglio ha, invece, una valenza proiettiva -nella terminologia di Lande- e cioè, si riferisce ad un riconoscimento qualitativo e quantitativo del simbolo (Benemeglio, 1979).3

La Destabilizzazione: l'ultimo processo conseguente all'identificazione della fonte stimolante, è il suo possesso, o meglio, il tentativo di possesso. Tale meccanismo viene indicato, appunto, come Destabilizzazione. (Benemeglio et.al., 1985). In riferimento ai meccanismi sopra descritti vedere lo schema illustrativo A. Schema illustrativo A.

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Caratteristiche del Simbolo. Il Simbolo è quindi una fonte di stimolazione riconosciuta tale; esso è essenzializzato da una "Distonia" i cui poli sono rappresentati, da una parte del "DESIDERIO" e, dall'altra, dalla consapevolezza del suo mancato "POSSESSO integrale" (Benemeglio et. al., 1985). I simboli sono quindi delle distonie energetiche che hanno delle complesse interazioni; queste relazioni intrasimboliche essenzializzano, secondo I'A. la vera e propria Comunicazione Analogica (Benemeglio et. al., 1985). Un simbolo è definito da Benemeglio anche "vincolo", in considerazione del fatto che queste strutture mentali inibiscono il loro possesso da parte del soggetto. Un simbolo può essere una qualsiasi cosa: il patner, una sigaretta, un'ideologia, l'automobile, la timidezza etc., ossia tutto ciò che appartiene alle "ATTRIBUZIONI" oppure alle AUTOATTRIBUZIONI". Le prime sono "cose o persone che vincolano", le seconde, invece, sono "definizioni vincolanti del proprio essere", prevalentemente negative; ciò non implica, però, che siano necessariamente vissute come fonti di sofferenza, lo diventano solo quando superano l'indice di tolleranza del soggetto. Allora l'Io le rifiuta come proprie e il vincolo autoattributivo diviene un problema (Benemeglio, 1986)4. Ogni simbolo di cui si compone la struttura mentale ha una "FUNZIONE ENERGETICA" e una "FUNZIONE ESPLETATIVA"; la funzione energetica consiste nello stimolare energia necessaria a rifornire il simbolo stesso, la Funzione Espletativa è invece essenzializzata dal comportamento dell'individuo nei confronti di un simbolo per appagare le esigenze di desiderio e di possesso nei confronti del simbolo stesso. Si può affermare che la funzione energetica crea nell'individuo "l'esigenza", la funzione espletativa "appaga l'esigenza".

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I Simboli sono ordinati in senso gerarchico; più precisamente si riuniscono in raggruppamenti di tre a tre. Un raggruppamento prende il nome di "TRIADE SIMBOLICA" dove un Simbolo ricopre il ruolo di “STIMOLANTE"; quella immediatamente superiore riveste la funzione di "ALIMENTATORE" e il terzo rappresenta l'"EGEMONE" della Triade; questi tre simboli sono in un rapporto per cui il primo stimola il secondo ad alimentare il terzo. Benemeglio precisa che se il ruolo di Stimolante è di pertinenza di un vincolo attributivo, allora l'Alimentatore sarà un'Autoattribuzione; al contrario, se lo Stimolante è un Autoattribuzione, l'Alimentatore sarà un vincolo Attributivo:5 ad esempio "non riesco a conquistare Roberta (Simbolo Attributivo) perchè sono timido (Simbolo Autoattributivo)"; L'Autoattribuzione segue sempre l'Attribuzione e viceversa. Avendo descritto l'aspetto interattivo del Simbolo -cioè il suo rapporto con gli altri simboli all'interno della Triade Simbolica- ne analizziamo ora l'aspetto interno: il Simbolo al suo interno non è unitario; esso può infatti essere scomposto in diverse strutture. Il Simbolo ha un aspetto tridimensionale; costituendosi di una "DIMENSIONE di CONDENSAZIONE", di una "DIMENSIONE di SINTESI" e di una "DIMENSIONE NUCLEARE"; tale suddivisione prende il nome di "SEGMENTAZIONE SIMBOLICA". La Dimensione di Condensazione rappresenta l'integrità del simbolo; la sua unità così come è vissuto dalla persona -ad esempio il simbolo Roberta- e viene indicato come 1 in quanto il Simbolo viene identificato sotto un aspetto unitario. La Dimensione di Sintesi comporta la scissione del Simbolo nella pulsione che stimola nell'individuo: pulsione di desiderio e pulsione di possesso -ad esempio il desiderio nei confronti di Roberta e, al contempo, l'esigenza di possesso nei confronti della stessa Roberta (Simbolo di Condensazione) cioè il Simbolo, a questo livello, viene vissuto per se stesso e, al con tempo, per ciò

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a cui associativamente rimanda. Tale dimensione è nota come 2, perchè due sono le qualità pulsionali: desiderio e possesso. La Dimensione Nucleare consiste nella divisione del Simbolo secondo i dinamismi-base che si attivano nell'individuo: l'Incorporazione, la Proiezione, la Identificazione e la Destabilizzazione. Il livello Nucleare è chiamato convenzionalmente 4 perchè quattro sono, appunto, i dinamismi psicologici di base dell'individuo. Il 4-2-1- del Simbolo palesa anche la sua formazione; inoltre questi livelli, all'interno dei Simboli, hanno le funzioni rispettivamente di Egemone, Alimentatore e Stimolante (Benemeglio, 1985)6. Schema illustrativo B

L'1, il 2 e il 4 sono stati anche definiti rispettivamente "IMMAGINE REALE", "DINAMISMO ENERGETICO" e "IMMAGINE IDEALE". L'Immagine Reale 1 è la constatazione obiettiva di come è il simbolo, l'Immagine Ideale 4 è l'immagine idealizzata del simbolo

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e il Dinamismo Energetico 2 è il tenore energetico che scaturisce dal contrasto tra le due immagini, reale e ideale. II Desiderio alimenta l'Immagine Ideale, mentre il Possesso alimenta l'Immagine Reale. Tutto ciò che consente una maggiore aderenza alla realtà rafforza l'immagine reale del simbolo; tutto ciò che l'allontana risalta il desiderio e quindi l'immagine ideale. Benemeglio fà l'esempio di una moto che si desidera: se vediamo il depliant della moto viene caricata l'Immagine Ideale 4, se invece andiamo dal Concessionario, valutiamo e proviamo la moto carichiamo l'immagine reale 1 (Benemeglio, 1986)7. Possiamo ora approfondire la spiegazione del processo attraverso il quale si crea un Simbolo. Una fonte di stimolazione esterna, spiega Benemeglio, diviene inizialmente un Simbolo Nucleare quando, attraverso delle sollecitazioni di carattere non verbale, determina un dinamismo tra il livello delle Proiezioni e quello delle Incorporazioni e tra quello delle identificazioni e delle Introiezioni. Successivamente passa alla dimensione di sintesi e si qualifica perciò come Simbolo di Sintesi, in tal caso l'individuo avverte le prime sensazioni di desiderio e di possesso. A questo punto, tuttavia, il Simbolo non è ancora in 1 ossia non è ancora identificato consapevolmente dall'individuo. Nel momento in cui le stimolazioni e il dinamismo prodotto raggiungono una certa intensità, la fonte assurge al rango di Simbolo (Benemeglio, 1985); l'individuo identifica nell'unità condensativa il Simbolo, dando così un significato al significante emotivo: un oggetto che "condensi" le pulsioni di desiderio e di possesso. Può succedere anche il processo inverso: un simbolo che era riconosciuto in 1 può perdere questa posizione a rendersi rimosso.

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Non solo le Attribuzioni simboliche possono essere rimosse -come si potrebbe pensare- ma anche le Autoattribuzioni (Benemeglio, 1985). Per quanto concerne le dinamiche dal punto di vista del movimento energetico, si verifica che il primo e il secondo dinamismo analogico o inconscio (l'Incorporazione e la Proiezione), nelle loro interazioni, vanno a caricare il Desiderio o Infertizzazione nella Dimensione di Sintesi; mentre il primo ed il secondo dinamismo logico (l'Identificazione e la Introiezione), nelle loro interazioni, vanno a caricare il Possesso o Destabilizzazione nella Dimensione di Sintesi. (Vedi schema illustrativo C). Schema illustrativo C

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A loro volta Desiderio e Possesso produrranno una distonia che alimenta, nella Dimensione di Condensazione, quello che è definito il Potenziale Ipnotico del Simbolo (Benemeglio, 1985). Le tre dimensioni di un Simbolo hanno diverse modalità di comunicare: la Dimensione Nucleare comunica solo con la C.N.V., la Dimensione di Sintesi comunica attraverso il Simbolismo8 e la Dimensione di Condensazione attraverso la Comunicazione Verbale o, con aspetti non verbali decodificati culturalmente. Detto altrimenti la comunicazione a livello di 4 e di 2 è subliminale o extraliminale, mentre la comunicazione a livello di dimensione di condensazione è intenzionale e consapevole (Benemeglio, 1985). I concetti di 4, 2 e 1, sono particolarmente efficaci nel descrivere i rapporti fra le Triadi; schematicamente possiamo raffigurare queste relazioni nel seguente modo: 4 - 2 - 1 Simbolo A 4 - 2 - 1 Simbolo B 4 - 2 – 1 Simbolo C Il simbolo A è l'Egemone, il simbolo B l'Alimentatore e il simbolo C è lo stimolante: l'1 di C stimola il 2 di B ad alimentare il 4 di A. Punti distonici e simboli - base Tutti i vincoli o simboli appartengono, secondo Benemeglio, a un'area esperenziale che l'A. definisce "PUNTO DISTONICO". I punti distonici sono cinque: la Famiglia di origine, la Famiglia acquisita, i Rapporti affettivi e sessuali, l'Autorealizzazione e i Disturbi del comportamento. I Simboli più potenti appartengono ai Punti Distonici della Famiglia d'origine e dei Rapporti affettivi e

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sessuali (Benemeglio et. al., 1985). Padre, Madre ed Ego di questi simboli vengono chiamati anche Matrici-Duplicatori per il fatto che costituiscono una sorta di "calchi" per i Simboli successivi o neocostituiti, definiti "SIMBOLI DI RIFERIMENTO". (Vedi Schema illustrativo D). Schema illustrativo D

I CINQUE PUNTI DISTONICI sono gli ambiti possibili entro i quali vengono vissute le maggiori distonie tra desiderio e posseduto e sono: - Rapporti con la famiglia di origine - Rapporti con la famiglia acquisita - Rapporti affettivi e sessuali - Autorealizzazione (hobbies, lavoro) - Disturbi del comportamento

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La maggiore distonia che l'operatore deve individuare nel soggetto ai fini di un procedimento ipnotico, è localizzata in uno dei tre punti distonici ipnotici sotto elencati: - DISTONIE DELL'AFFETTIVITÀ (Carenza di affettività) - DISTONIE SESSUALI (Carenza di rapporti sessuali) - DISTONIE DEL COMPORTAMENTO (Disturbi psicofisici)

Visibili o riscontrabili a carattere: - ESTETICO - COMPORTAMENTALE - FUNZIONALE

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2. Simboli e Simbolismi Il SIMBOLO è una fonte di stimolazione che fà scaturire nel soggetto un carico di tensione emotiva. Tale energia si produce stimolando un turbamento presente nell'individuo nella dimensione di Sintesi; tutti i turbamenti si compongono di un desiderio non interamente appagato o di un appagamento non interamente desiderato. La Distonia di un simbolo rappresenta il grado di coinvolgimento dell'individuo nei confronti del simbolo stesso. Un simbolo è tale sino a quando non è stato privato del proprio potenziale di stimolazione energetico o coinvolgimento (distonia); questo potenziale di stimolazione energetica o "Potenziale ipnotico del Simbolo" è pari al suo grado di distonia che l'individuo avverte tra l'immagine ideale e reale, tra la pulsione di desiderio e quella di possesso. La fonte di stimolazione definita tecnicamente "SIMBOLO FUNZIONALE" è uno strumento che permette alla struttura mentale dell'individuo di alimentarsi sul piano energetico, perchè amplifica la distonia preesistente di un simbolo; in altri termini amplifica un turbamento già presente nell'individuo. Il potenziale ipnotico di un Simbolo è rappresentato dal grado di coinvolgimento emotivo che, in funzione della intensità distonica con cui si presenta, provoca nell'individuo. L'annullamento di tale distonia annulla la potenza stessa del Simbolo in quanto non sussiste più il Turbamento relativo. Esempi di Simboli nella vita quotidiana secondo il grado di Turbamento prodotto dalla distonia tra come realmente si presentano a noi (immagine reale) e come noi vorremo che fossero (immagine ideale):

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1. La nostra moglie o il nostro marito. 2. La nostra amante o il nostro amante. 3. Le nostre idee ossessive se non ci permettono di essere

come desideriamo per avere ciò che vogliamo. 4. La nostra sigaretta se vogliamo smettere di fumare

(desiderio) e, al contempo, prendiamo atto di non riuscirci (possesso).

5. L'operatore ipnotico, al termine della fase induttiva, se ha acquisito il potenziale ipnotico necessario, rendendo il servizio emotivo al Simbolo Egemone.

Un simbolo può essere registrato o gratificante o penalizzante, così come gratificante o penalizzante può risultare ciascun Atto Comunicativo analogico espresso dall'operatore ipnotico nei confronti del soggetto. L'operatore ipnotico può, attraverso gli Atti Comunicativi della C.N.V., amplificare o ridurre la distonia del turbamento preesistente all'interno del soggetto, rendendo così il prezioso servizio al Simbolo Egemone al fine di acquistare il potenziale ipnotico e farsi riconoscere Simbolo. L'operatore riconosciuto simbolo dall'Io Razionale del soggetto può iniziare la fase di pilotaggio, mirante a condurre il soggetto verso gli obiettivi prefissati che possono essere di natura fenomenologica ipnotica o di natura comportamentale. Un simbolo per essere tale deve coinvolgere, interessare emotivamente, acquisire un buon potenziale ipnotico, o di coinvolgimento emotivo. Una Fonte di stimolazione per essere tale deve stimolare un simbolo già esistente nel soggetto e più precisamente il turbamento che tale simbolo procura all'individuo in base alla distonia esistente tra la sua immagine ideale e la sua immagine reale.

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Preso atto di quanto detto è necessario distinguere il Simbolo dal termine SIMBOLISMO che indica la modalità di espressione del Simbolo nei suoi rapporti di relazione con altri simboli e con il mondo esterno. Per dare un'idea della varietà dei fenomeni compresi nella parola Simbolismo possiamo citare come esempio i sistemi espressivi adottati negli atti cerimoniali religiosi o nelle pratiche fideistiche, negli amuleti, nei talismani. Il Simbolismo è l'espressione comunicativa dell'ambiente nei confronti di un simbolo e di questo nei confronti dell'ambiente ed ancora di un simbolo nei confronti di altri simboli. SIMBOLO = ELEMENTO RAPPRESENTATIVO SIMBOLISMO = ESPRESSIONE COMUNICATIVA SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE = ESPRESSIONE SIMBOLICA GESTUALE O VERBALE USATA A FINI STIMOLANTI. La Fonte di stimolazione rappresentata dall'operatore in un procedimento ipnotico non deve far altro che rendere il servizio al Simbolo Egemone del soggetto, pur non conoscendolo, per poter acquisire il potenziale ipnotico che necessita alla fenomenologia ipnotica. Per stimolare l'energia al servizio del Simbolo Egemone, l'operatore dell'Ipnosi Dinamica si serve di tre strumenti di comunicazione:

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1. la Comunicazione Non Verbale per stimolare, con il dinamismo prossemico, cinesico, digitale, paralinguistico, durante la fase induttiva;

2. la Comunicazione Verbale per informare il soggetto sul tipo

di fenomenologia richiesta al termine della fase induttiva; 3. il Simbolismo Comunicazionale per stimolare il soggetto

con i referenti analogici del Simbolismo Comunicazionale10.

Il potenziale ipnotico riconosciuto alla Fonte di stimolazione, ossia all'operatore, sarà pari al grado di alimentazione prodotta a favore del Simbolo Egemone, e quindi direttamente proporzionale allo stimolo prodotto nei confronti del Simbolo Alimentatore, (turbamento). Il Turbamento preesistente nel soggetto -che prende il nome di Simbolo Alimentatore- può essere espresso sia tramite gli enunciati verbali come problema, vincolo, impedimento a fare o a non fare qualcosa, sia tramite la gestualità con il Segno simbolico, sia con entrambi. All'operatore ipnotico interessa il Segno simbolico e non l'enunciato verbale, dato che la sua azione induttiva è analogica e non logica ed egli utilizza i linguaggi emotivi e non logici della comunicazione. Il Simbolo Alimentatore espresso con la parola e con il gesto del soggetto è sempre il suo simbolo conflittuale, (il problema) quindi la fonte di alimentazione dell'individuo, il suo turbamento. La costante delle problematiche che l'individuo può vivere ed al contempo manifestare analogicamente con il Segno, o logicamente con la parola, si può raggruppare in due possibili

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eventi, indipendentemente da chi o da che cosa rappresenta oggettivamente il turbamento.

1. Si desidera, ma non si possiede abbastanza ciò che si desidera.

2. Si possiede ma non si desidera abbastanza ciò che si

possiede. Il Simbolismo Comunicazionale può essere, quindi, espresso logicamente ed analogicamente; sussistono pertanto sia referenti logici del simbolismo che referenti analogici. I simboli sono in continuo dinamismo, in continua trasformazione: alcuni simboli muoiono altri ne nascono; ciò che ieri desideravamo fortemente, oggi non ci interessa più, qualcosa d'altro colpisce il nostro interesse e ci crea un nuovo coinvolgimento; e la dinamica evolutiva di un simbolo riguarda certamente ogni momento, ogni attimo della vita. La mente umana registra la realtà, sul piano della coscienza, soltanto quando un cambiamento è già avvenuto totalmente; un simbolo non fà più parte della nostra realtà solo se cessa di esistere totalmente e viene sostituito da un altro simbolo, i sistemi di alimentazione energetica non possono bloccarsi. Un operatore della Ipnosi Dinamica ha l'esatta visione della realtà e pertanto possiede la lente d'ingrandimento con cui osservare anche le piccole realtà soggettive di un individuo. I Simboli/Vincoli definiti anche problemi o turbamenti dell'individuo, in rapporto alla loro struttura, si possono dividere in due mega-classi: simboli o problemi di tipo autoattributivo e simboli o problemi di tipo attributivo.

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AUTOATTRIBUZIONI SIMBOLI DELL'ESSERE Oggettivazioni simboliche IO SONO interne all'individuo ATTRIBUZIONI SIMBOLI DELL'AVERE Oggettivazioni simboliche IO HO esterne all'individuo I SIMBOLI AUTOATTRIBUTIVI sono definizioni negative o positive del proprio essere. Es. IO SONO TIMIDO, IO SONO INSICURO, IO SONO IMPOTENTE, IO SONO SFORTUNATO, IO SONO DEBOLE, IO SONO CODARDO, IO SONO CATTIVO, IO SONO BUONO, IO SONO NELL'IMPOSSIBILITÀ DI ACQUISTARE, IO SONO UN TIPO RIFLESSIVO, IO SONO FORTE, ecc. I SIMBOLI ATTRIBUTIVI sono tutti vincoli alimentatori che l'individuo si cerca nel mondo esterno, qualsiasi definizione del proprio avere è quindi una ATTRIBUZIONE. Es. L'AUTOMOBILE, IL PADRE, LA CASA, IL LAVORO, LA PATRIA, LA MOGLIE, IL FIGLIO, LE SPESE, LO STIPENDIO, LA MISERIA, LA FORTUNA, LA RICCHEZZA, IO HO L'INSICUREZZA, IO HO PAURA, IO HO IL DENARO, ecc. II verbo essere o avere che precede o può precedere la denominazione del vincolo definisce se il vincolo è attributivo o autoattributivo, ciò è importante per scegliere il ruolo ottimale che l'operatore deve adottare una volta che l'interlocutore lo ha riconosciuto simbolo.

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I VINCOLI A FARE O A NON FARE SI COMPONGONO ESCLUSIVAMENTE DI SIMBOLI ATTRIBUTIVI O AUTOATTRIBUTIVI IN RAPPONTO COMUNQUE INTERDIPENDENTE. I Simboli Autoattributivi vengono espressi usando generalmente il VERBO ESSERE; si potranno pertanto usare le medesime espressioni per definire simboli facenti parte di una o dell'altra mega-classe, la distinzione è in base al verbo che viene utilizzato nell'enunciato ed al verbo che può, per logica, essere utilizzato. Esempi: IO SONO INSICURO PER L'ACQUISTO - SIMBOLO AUTOATTRIBUTIVO IO HO MIA MOGLIE CHE NON VUOLE - SIMBOLO ATTRIBUTIVO oppure MIA MOGLIE NON VUOLE - SIMBOLO ATTRIBUTIVO Come abbiamo già detto i simboli per sopravvivere necessitano di alimentazione, pertanto provvedono ad organizzarsi in "Triadi Simboliche" per sfruttare l'energia che nasce dal loro stesso rapporto. La Triade Simbolica è un agglomerato di simboli in comunicazione tra loro per far fronte alle esigenze energetiche. Ogni triade simbolica si compone di tre simboli:

1. UN SIMBOLO EGEMONE Definito anche con il termine funzione, rappresenta il simbolo che riceve il servizio analogico dell'azione della fonte di stimolazione. Non

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viene denunciato o espresso nella comunicazione. Elemento non manifestato che fa lamentare la persona che denuncia il suo problema/turbamento.

2. UN SIMBOLO ALIMENTATORE Definito anche con il

termine Vincolo/problema che viene sempre denunciato dall'interlocutore o verbalmente o tramite il Simbolismo. L'individuo fà del suo problema l'oggetto della sua comunicazione; qualsiasi argomento esprima durante il dialogo è un Simbolo Alimentatore. Qualsiasi Segno che l'individuo esprime rappresenta il Simbolismo del suo Alimentatore.

3. UNA FONTE DI STIMOLAZIONE Tutto ciò che stimola

l'Alimentatore, definito Turbamento o problema, occupata le ruolo. L'operatore che stimola nel soggetto, con segni, gesti, parole, argomenti, il suo turbamento/problema.

Il Simbolo Egemone è il re della triade, questo simbolo è subliminale, ossia non viene denunciato dall'interlocutore. L'interlocutore denuncia sempre il Simbolo Alimentatore sia con la parola (vincolo/problema) sia con il segno (referente analogico del simbolismo). TRIADE SIMBOLICA SIMBOLO A SIMBOLO EGEMONE SIMBOLO B SIMBOLO ALIMENTATORE SIMBOLO C FONTE STIMOLANTE Il Simbolo Egemone si alimenta dal rapporto relazionale tra la Fonte stimolante ed il Simbolo Alimentatore; come a dire che il

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Simbolo Egemone è l'imperatore che mangia, il Simbolo Alimentatore è il cibo ed il Simbolo Stimolante è il cuoco che "cucina" il cibo. Ora, poniamo il caso che Francesco ha un Simbolo Egemone che si alimenta dall'insicurezza: Se non c'è una Fonte di stimolazione che amplifica l'insicurezza di Francesco, il suo Simbolo Egemone non può nutrirsi. Come dire che il Simbolo Alimentatore è un frigorifero colmo di cibo, ma il Simbolo Egemone, che ne determina il possesso, non può nutrirsi del cibo contenuto se non trova una fonte di stimolazione che permetta l"apertura" del frigorifero. Il Simbolo Egemone cerca sempre un simbolo stimolante che possa aprire la porta del simbolo alimentatore per potersi così nutrire di energia. La Fonte di stimolazione, quindi, non deve fare altro che "rendere il servizio" al Simbolo Egemone per poter acquisire il potenziale di persuasione o di affascinazione che le necessita. Per stimolare l'energia al servizio del Simbolo Egemone, la Fonte di stimolazione può utilizzare i contenuti logici informativi del discorso ossia la C.V. ed i modelli interattivi logici definiti anche i linguaggi emotivi dell'inconscio, ossia: - LA COMUNICAZIONE NON VERBALE - IL SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE Il potenziale di influenza riconosciuto alla fonte di stimolazione sarà pari al grado di alimentazione prodotta a favore del simbolo egemone e, quindi, direttamente proporzionale allo stimolo prodotto nei confronti del simbolo alimentatore. Il simbolo alimentatore è un turbamento presente nell'individuo che si può manifestare nella veste logica di problema/vincolo chiaramente denunciato dalla persona tramite l'enunciato verbale,

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oppure si può manifestare nel la veste analogica: la persona cioè esprime il referente analogico simbolico del proprio problema/vincolo con il segno gestuale, mentre parla con i propri interlocutori. Il simbolo alimentatore espresso con la parola o con il segno è sempre il simbolo conflittuale del soggetto ossia il problema e quindi la fonte della sua alimentazione. La costante delle problematiche che l'individuo può vivere si può raggruppare in due possibili eventi:

1. SI DESIDERA MA NON SI POSSIEDE ABBASTANZA CIÓ CHE SI DESIDERA (distonia conflittuale dell'Essere).

2. SI POSSIEDE MA NON SI DESIDERA ABBASTANZA

CIÓ CHE SI POSSIEDE (distonia conflittuale dell'Avere). Pertanto, il turbamento che l'individuo vive nei confronti del problema si può manifestare sotto uno di questi due aspetti: - IO SONO X - IO HO X Dove X indica il SIMBOLO ALIMENTATORE del PROBLEMA È molto importante definire il verbo che l'interlocutore esprime per denunciare il suo problema. L'operatore, una volta divenuto Simbolo, grazie alla fase induttiva ipnotica, saprà come comportarsi o come dovrà gestire la propria disponibilità al rapporto con il soggetto.

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Se l'interlocutore esprime il problema/vincolo con il verbo essere, vuol dire che il suo simbolo egemone predilige simboli che oppongono delle resistenze ad essere posseduti, mentre se l'interlocutore esprime il problema vincolo con il verbo avere vuol dire che il suo simbolo egemone predilige simboli che non oppongono delle resistenze ad essere posseduti, ossia che aiutano a soddisfare il senso del possesso. Poiché è necessario che il lavoro della fase induttiva -tendente a creare un simbolo nella figura dell'operatore- possa essere soddisfacente, è necessario comportarsi nel modo ottimale secondo le esigenze dell'inconscio dell'interlocutore. Se l'interlocutore nel denunciare il problema (vincolo) utilizza:

1. IL VERBO ESSERE significa che il suo inconscio predilige referenti simbolici che creano vincolo al possesso. Tutti coloro che creano vincoli al senso del possesso sono fonti stimolanti che possono coinvolgere la persona distonica dell'Essere, anche dopo l'esperimento ipnotico.

2. IL VERBO AVERE significa che predilige referenti

simbolici che creano vincoli al desiderio lasciandosi possedere senza enormi difficoltà. Tutti coloro che si rendono disponibili sono fonti stimolanti che possono coinvolgere la persona distonica dell'Avere con il loro particolare comportamento, anche dopo l'esperimento ipnotico.

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3. Introduzione al Simbolismo Tipologico: Spada, Cerchio, Triangolo. Il segno gestuale è stato da sempre una espressione mimica gestuale dei popoli, ma nessuno ha studiato ed analizzato in profondità questa importante espressione comunicativa degli individui. I referenti analogici di base del simbolismo comunicazionale sono tre: la Spada, il Cerchio, il Triangolo e da tali referenti derivano tutti gli altri simbolismi di riferimento, ossia qualsiasi tipo di gesto, comportamento ed espressione comunicativa che, per analogia, si riferisce ad uno dei tre referenti analogici di base. Indichiamo di seguito i segni che corrispondono ai referenti analogici di base. Referenti analogici di base:

5 / 6 La Spada Il Cerchio Il Triangolo Il Simbolismo Comunicazionale viene dagli individui espresso non solo con il segno ed il gesto e con la parola, ma anche con il comportamento. L'espressione simbolica gestuale o verbale si basa sul fatto che ognuno di noi, parlando o anche tacendo, comunica costantemente con gli altri attraverso segni e gesti (gestualità,

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grattamenti del corpo e del volto, etc.) e rivela immancabilmente, in tempo reale, il "Simbolo" a cui appartiene; esprime, nel giro di pochi minuti, se egli appartiene al simbolo della SPADA, del CERCHIO, o del TRIANGOLO. Ma perchè proprio Spada, Cerchio o Triangolo? Da che cosa derivano e che cosa vogliono rappresentare questi tre simboli nei quali si può riconoscere tutta l'umanità? Insomma, per intenderci, si può finalmente dire: "Dimmi come gesticoli e ti dirò chi sei". Cosa mi rispondereste se io affermassi che tutto ciò che ci circonda è racchiuso in cerchi, in triangoli é in aste (spada)? Quale sarebbe la vostra risposta al fatto che il nostro stesso essere, riferito alle forme del corpo umano e alle forze che lo dominano, è racchiuso in questi tre simboli: Spada, Cerchio e Triangolo? Vi siete mai fermati un attimo a pensare alla forma degli astri? Certamente si! Gli astri sono di forma circolare. Oppure, riconoscete i triangoli magici che hanno dominato la vita dell'uomo fin dai primordi? Il corpo dell'uomo fisico si potrebbe tranquillamente rappresentare, e ci piace rappresentarlo, con i nostri tre simboli: Cerchio, Triangolo e Spada.

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Il Cerchio rappresenta la massa ossea del capo umano, dov'è accumulato il massimo della sostanza solida, come non troviamo in nessuna altra parte dell'organismo. Ma, di forma circolare sono anche le vertebre che formano la nostra colonna vertebrale, come circolari sono le nostre cellule. Il Triangolo potrebbe rappresentare il nostro tronco, dove sono racchiusi gli organi diretti dal cervello. I nostri arti, braccia e gambe potrebbero rappresentare il simbolo Spada. Badate bene, questa è solo un'ipotesi plausibile dei tre simboli che organizzano tutta la nostra vita. Basti pensare alle indicazioni stradali moderne, ai divieti, agli obblighi, ai semafori, alle strisce per terra, per renderci conto che siamo circondati continuamente da cerchi, triangoli e aste (spada). La Spada, il Cerchio e il Triangolo, dunque, sono in noi e attorno a noi. Anche l'esoterismo, per esempio, si basa sul Triangolo, il Cerchio e la Spada. E ancora, la religione ci indica il cerchio con l'aureola

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del Santo, ci dà il Triangolo (Trinità) come immagine d'Iddio, sotto certi aspetti. La scienza egiziana si basava sul Triangolo, sul Cerchio e la stessa filosofia si basa sul Triangolo, sul Cerchio e sulla Spada. Non sappiamo rispondere con esattezza alla domanda: "Perchè è così?” Avremmo forse scoperto il segreto della vita. Sta di fatto che questi simbolismi funzionano nella vita di tutti i giorni, e lo potremo verificare in qualsiasi momento in cui ci appresteremo, in seguito, ad effettuare un esperimento usando le tecniche della Ipnosi Dinamica, utilizzabili, non solo durante un processo induttivo ipnotico, ma anche durante i dialoghi con i nostri interlocutori. Ma, che cosa vogliono rappresentare questi tre simboli? Essi si riferiscono esattamente al comportamento umano e all'eterno Turbamento (Turbamento Base) che vive l'individuo o che, più precisamente, ha vissuto nella sua infanzia. Questo "turbamento antico" ci accompagnerà fino alla morte e si manifesterà sempre, inconsciamente, nel nostro vivere quotidiano attraverso, appunto, il nostro inconscio, che si esprime mediante il segno, il gesto e il comportamento. Imparare a decifrare questi messaggi inconsci vuol dire leggere nell'interlocutore come in un libro aperto. Cosa dareste in cambio per sapere ciò che profondamente una persona pensa di voi? Cosa fareste mai per conoscere e modificare le leve emotive del vostro partner, al punto da registrarne, a tempo reale, i sentimenti, i suoi timori e le sue aspettative? Ecco perchè noi dobbiamo diventare profondi conoscitori dei tre "Simboli" che guidano la nostra vita e quella degli altri. Le tecniche che impareremo addentrandoci nella lettura di questo libro ci permetteranno di sapere immediatamente "di che simbolo è" il nostro interlocutore (Spada, Cerchio o Triangolo) e, registrando le posizioni, i gesti, i segnali che egli inconsciamente

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ci invia, potremo impostare dialoghi o semplici stimoli emozionali, in grado di pilotare il comportamento di chi ci sta davanti verso gli obiettivi prefissati. Dato per scontato, quindi, che ognuno di noi è estremamente sensibile ai tre simboli: Spada, Cerchio e Triangolo11, (ognuno di noi sarà sensibile soltanto a due di questi tre simboli) e sapendo che questi tre simboli si riferiscono al Turbamento-Base vissuto dall'individuo nella sua infanzia nel senso che è stato proprio questo turbamento genetico a determinare, fra questi tre simboli, i due ai quali sarà sensibile andiamo a vedere come si definiscono i simboli stessi dell'individuo, come si può capire cioè se una persona "è del simbolo Spada, del Cerchio o del Triangolo" e qual è la sua sensibilità rispetto ad un altro di questi simboli. Cominciamo col dire che la Spada (asta) rappresenta il "simbolo Padre". Con ciò si intende che il "simbolo padre" può nella vita (quel padre di quella persona, di quel ragazzo etc.) ricoprire un ruolo Triangolo e non un ruolo Spada, nel senso che non è un padre paterno, ma un padre materno. Il dato di certo del simbolo Triangolo è che esso rappresenta il "simbolo materno", mentre il Cerchio riguarda noi stessi o l'identificazione del nostro essere, il nostro egocentrismo, il nostro comportamento egocentrico. Quali sono le caratteristiche di questi tre simboli? Lo vedremo in seguito, ma intanto sappiate che l'individuo Spada, per esempio, tocca oggetti o persone con la punta delle dita, come fà il cacciavite con la vite, ama appoggiare il volto alla mano tenendo l'indice all'altezza della tempia e il resto delle dita chiuse. È un tipo deciso, ha molto senso critico e non di rado è pure un pò presuntuoso. Ama parlare tirandosi la manica della giacca o della camicia sul braccio, tirando su i calzini, accarezzandosi il collo o toccando la cravatta.

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La persona che appartiene al simbolo Cerchio tocca oggetti e persone stringendo e serrando, come fa il dado con la vite, usa accostare la punta dell'indice a quella del pollice, come si fa, più o meno, nel gesto che accompagna la risposta di O.K., Okay (Va bene). Sollevando un oggetto, atteggia le mani a tenaglia. Può aiutare il prossimo, però si limita a consigliare un'eventuale soluzione dei problemi, senza farsene carico. La persona che appartiene al Simbolo Triangolo tende ad avvolgere sollevando l'accendino tenendolo stretto nella mano, oppure, a tavola lo si sorprende mentre accarezza il bicchiere. Un temperamento protettivo, avvolgente, tende ad aiutare il prossimo intervenendo personalmente, si preoccupa dei pericoli a cui l'interlocutore può andare incontro. Le caratteristiche su esposte sono soltanto alcuni accenni sull'argomento che verrà, in seguito, dettagliatamente descritto. Inoltre, come si definiscono questi simbolismi? Automaticamente, nel momento in cui noi andiamo a rilevare il nostro Turbamento Base e cioè la causa dei nostri problemi. È qui che bisogna fare molta attenzione. Se un giorno qualcuno mi avesse detto che la causa di tutti i miei problemi era mia madre, mi sarei anche potuto offendere a morte. Avrei detto che la mia mamma non mi ha mai creato problemi, anzi, lei è sempre stata molto affettuosa con me, avvolgente, preoccupata dei miei problemi, che addirittura era lei a cercare di risolvermeli, che si angustiava perfino del fatto che io non mi mettessi la maglietta pesante, ed ogni volta che uscito di casa controllava che la maglietta ci fosse. Solo più tardi mi accorsi che inconsciamente, avevo imparato a non tollerare la maglietta sulla carne; essa mi procurava un turbamento, non l'avrei più portata per tutta la mia vita. Se qualcun'altro mi avesse accennato al fatto che la causa di tutti i miei problemi era stato proprio mio padre, avrei risposto,

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incollerito, che non era affatto così, che lui evidenziava sempre i miei limiti, spronandomi a fare di più, che diceva sempre che io avevo la "testa quadrata", che avrei dovuto applicarmi di più nello studio, specialmente nella matematica, di cui lui aveva padronanza assoluta, che avrei dovuto imparare le equazioni e le derivate. Solo più tardi mi ero accorto che, nonostante tutto, odiavo la matematica e che ancora adesso, per fare una moltiplicazione di due cifre, mi occorre la calcolatrice. Se un malcapitato mi avesse detto che, invece, sono stato proprio io la causa di tutti i miei problemi, gli avrei gridato che lui della psicologia umana non capiva proprio un "tubo". Ho scoperto più tardi, invece, che attribuire a se stessi la causa dei propri problemi, vuol dire che non si è come vorremmo essere o non si riesce ad avere quello che si desidera; ho scoperto, infine, che attribuire la causa dei propri problemi ad entrambi i genitori, vuol dire in verità, attribuirli ancora a sè stessi.

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4. Dinamica dei Simboli Chiunque o qualsiasi cosa, anche Francesco, da anonima fonte di stimolazione può divenire fonte di alimentazione e successivamente simbolo per l'inconscio di Roberta, suo oggetto d'amore. Il simbolo Francesco nasce come fonte di stimolazione subliminale e so lo quando verrà riconosciuto logicamente da Roberta diverrà simbolo a tutti gli effetti. Un simbolo rimane tale fino a quando non verrà privato del proprio potenziale di seduzione, definito anche potenziale di affascinazione o di stimolazione energetica. Pertanto, all'interno del simbolo, deve sempre sussistere una "Distonia" tra desiderato e posseduto, pena l'annullamento del simbolo: l'assenza di tale distonia determina la morte del simbolo stesso. Il potenziale di seduzione che Roberta riconoscerà a Francesco è determinato dalla conflittualità vissuta da Roberta tra il desiderio di Francesco e la sua pulsione di possesso. Per analogia, il sasso gettato nel lago rappresenta la stimolazione, il lago è il simbolo trattato conflittualmente, l'acqua sollevata nell'impatto del sasso con la massa liquida è il grado di tensione prodotto con la stimolazione, la qualità di acqua che bagna il terreno circostante simboleggia il potenziale che Roberta riconosce a Francesco. Quanti simboli esistono nella nostra vita? Infiniti! Ogni simbolo ha un nucleo di base analogico, ma per essere riconosciuto deve essere identificato in un referente logico che lo possa rappresentare, come un pensiero, una cosa o una persona. Alcuni simboli oggettivi nella vita quotidiana sono, per esempio l'obiezione di Roberta ad uscire con Francesco, nostra moglie o nostro marito, la nostra amante o il nostro amante, un'idea

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ossessiva che ci condiziona, la nostra sigaretta, una sintomatologia o un disturbo del comportamento, (ansia, angoscia, tensione, stress e altri). Un simbolo può essere registrato gratificante o penalizzante così come gratificante o penalizzante può risultare ciascun atto comunicativo analogico espresso da Francesco nei confronti di Roberta. Francesco potrà, attraverso gli atti comunicativi verbali e non verbali, amplificare o ridurre la conflittualità e quindi la tensione energetica all'interno di Roberta. Solo quando Francesco sarà riconosciuto simbolo da Roberta potrà iniziare la sua fase di pilotaggio, mirante a condurre Roberta verso gli obiettivi prefissati. La fonte di stimolazione, nel nostro caso Francesco, per essere tale deve stimolare un'aspettativa frustata già esistente in Roberta, un turbamento che potrebbe, ad esempio, essere rappresentato dal desiderio di essere soddisfatta di sè contro alcuni limiti; il turbamento di avere qualcuno o qualcosa che, per diversi motivi, si fa negare. Francesco, come fonte di stimolazione, renderà il servizio analogico a Roberta ponendo in relazione conflittuale il desiderio ed il senso di possesso che Roberta vive nei confronti del simbolo Francesco. Sappiamo che ciò può avvenire attraverso la parola, il dialogo, o attraverso il segno (simbolismo) che Francesco esprime mentre parla con Roberta. ATTENZIONE però! Un simbolo, nel nostro caso Francesco, può essere destabilizzato nel momento in cui Roberta non ne subisce più gli stimoli che la coinvolgevano, così non esiste più distonia tra desiderio e possesso (tanto era il desiderio, tanto è stato compensato con il senso del possesso).

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Ecco la necessità da parte di Francesco di stimolare emotivamente Roberta, di tenerla continuamente in tensione, poiché i simboli sono in continuo dinamismo, in continua trasformazione. Per questa dipendenza con le fonti di stimolazioni, i simboli non sono autosufficienti e per poter sopravvivere hanno bisogno di associarsi con altri simboli, proprio come noi, nella vita, abbiamo bisogno di datori di lavoro e di operai, della scuola che ci formi, e di tante altre cose. Questo grappolo di simboli convivono assieme all'interno di un sistema, la "Triade Simbolica" dove, abbiamo detto, ciascuno di questi simboli ha un ruolo ben preciso. Se un soggetto ha per stimolatore il simbolo del triangolo, io che sono il suo operatore ipnotico, con la mia gestualità, gli esprimo il simbolo triangolo e automaticamente stimolo il suo turbamento o, se preferite, il suo alimentatore cerchio il quale fà scattare una scintilla di energia a favore del suo simbolo egemone che è la spada. Come potete constatare, la triade di cui abbiamo parlato ha funzionato perfettamente. Al soggetto, tuttavia, potrei presentare un segno gestuale che rappresenta un cerchio e un triangolo insieme, ma potrei anche stimolarlo solo con triangolo, perchè dentro me sussiste già l'alimentatore, ossia il cibo, che automaticamente va a produrre energia a favore del simbolo egemone (spada). Per fare un esempio, per andare in tensione non è necessario che Roberta mi dica di no. Il fatto stesso di essere davanti ad una bella ragazza potrebbe mandarmi già in tensione, perchè automaticamente il ricettore di questa bella ragazza si mette in relazione col mio turbamento e la Triade Simbolica si imposta automaticamente.

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La bella ragazza quindi, può dire: "No, non vengo al cinema con te", ma può anche dire nulla, poiché io già penso che non verrà mai. Sarò proprio io a porre in relazione l'alimentatore con lo stimolatore e quindi produrre energia a favore del simbolo egemone. Tanto per essere più precisi, sarà proprio il simbolo egemone, che mi farà pensare "No! Roberta non verrà mai con me". In sintesi io, operatore, uso l'alimentatore per mettermi in diretto rapporto nei confronti di Roberta. Se, per esempio, io allungo il braccio per toccarle il gomito le comunico contemporaneamente due simboli: il braccio che si allunga (spada) ed il toccamento, che può essere a cerchio o a triangolo (simbolismi monovalenti e polivalenti)12. Mettiamo il caso che io allunghi il braccio e tocchi il gomito di Roberta a tenaglia (il toccamento a tenaglia esprime il simbolismo cerchio) esprimo un messaggio polivalente, ossia esprimo l'alimentatore e lo stimolatore. Dando per scontato che lo stimolatore questa volta sia il cerchio, automaticamente sarà Roberta a porlo in relazione col proprio alimentatore/turbamento Spada e alimentatore di energia tensionale, in questo caso il simbolo egemone Triangolo. All'interno del nostro essere, come abbiamo visto, esiste un turbamento precostituito (alimentatore) rappresentato dal simbolo a cui noi attribuiamo la causa dei nostri problemi. Ma noi non ci lamentiamo mai del nostro "Turbamento Base", ci angustiamo invece, del nostro "Turbamento relativo": è proprio il turbamento relativo il nostro problema, la nostra fonte stimolante precostituita. Noi diciamo: "Io sono ansioso" e proprio in quel momento esprimiamo il nostro turbamento relativo. Alla domanda: A chi attribuisci la causa della tua ansia: “mamma, papà o te stesso", la risposta indicherà il turbamento base.

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Mentre il turbamento base, quindi, può essere: madre, padre o sè stesso, il turbamento relativo è sempre il problema da risolvere in quel momento. Tale problema, come abbiamo già accennato, può essere espresso in tanti modi: la persona può usare il verbo Essere o il verbo Avere, può dire: "sono ansioso" oppure: "ho l'ansia"; in base alla sua Distonia. Il turbamento relativo non solo ci indica il problema ma, attraverso il modo in cui viene espresso -ossia quale verbo istintivamente utilizza- ci mette al corrente anche della qualità del turbamento relativo. Cosa vuol dire "Distonia dell'Essere? Il soggetto con una distonia dell'Essere, emotivamente, predilige amplificare il desiderio delle cose, in modo maggioritario rispetto al senso del possesso, oppure al soddisfacimento o all'appagamento. Preferisce "desiderare più che possedere l'oggetto d'amore"; in realtà, esiste una gradualità, ma certamente il desiderio deve essere maggiore del possibile possesso dell'oggetto o della persona desiderata. Se la distonia dell'Essere arriva a possedere o ad avere un senso del possesso di grado maggiore rispetto all’esigenza del desiderio, automaticamente il simbolo viene destabilizzato, ossia non ha più nessun potenziale. Possedere, per la distonia dell'essere, vuol dire detronizzare e distruggere il simbolo. Chi afferma: "Io sono ansioso" deve desiderare più di quanto riesce ad ottenere. La distonia dell'Avere, naturalmente, è esattamente il contrario: preferisce il senso del possesso egemone, rispetto al desiderio. La distonia dell'Avere cioè, destabilizzerà il simbolo se desidera, più di quanto possiede. Tutto ciò se il simbolo, la fonte di stimolazione, vuol rimanere simbolo nei confronti di questa persona; permanere simbolo vuol

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dire mantenere la propria "affascinazione" il proprio "carisma", la propria "influenza" nei confronti di questa persona. Soffermiamoci un attimo anche sul "senso del possesso". Mentre per l'automobile, il possesso è istituzionalizzato nel momento in cui andiamo a pagare l'auto e ci viene consegnata, nei rapporti umani il senso del possesso nei confronti di una persona è solo una "sensazione", la sensazione di possedere Roberta. Francesco ha il senso del possesso nei confronti di Roberta nel momento in cui lei si comporta come lui desidera e non farà mai nulla contro di lui, perchè la "possiede". Ad esempio è sicuro che non lo tradirà mai. Non ha importanza se poi lo fà: è il senso di sicurezza che conta. Vale a dire che è l'aspetto comportamentale di Roberta che dà il senso del possesso -la sicurezza- a Francesco. Quindi il senso del possesso è un discorso soggettivo? Proprio così! Bisogna però tener presente il tipo di distonia a cui il soggetto appartiene. Ammettiamo che Francesco, -avendo destabilizzato Roberta che ormai lo demotiva, non gli crea il pathos di prima- voglia farsi destabilizzare da Roberta, deve adottare un comportamento idoneo a tale scopo. Come si de ve comportare Francesco? Quando Roberta telefona, le deve attaccare il telefono e dire che non vuole più sentire?. Ma se Roberta è una distonia dell'Essere, vincolandole il senso del possesso, non farebbe altro che caricare in lei il desiderio, per cui Roberta si innamorerà sempre di più di Francesco. Non appena Francesco abbasserà la cornetta del telefono, Roberta gli farà quattro telefonate di seguito, con aggressiva rivendicazione.

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Se invece Roberta è una distonia dell'Avere per amarlo deve possedere più di quanto desidera l'oggetto d'amore, mentre la destabilizza se il desiderio è maggiore del senso del possesso. È chiaro che accadrebbe esattamente il contrario attaccando il telefono ad una Roberta della tipologia Avere: in tal caso destabilizzerebbe Francesco immediatamente e non telefonerebbe più. Se Roberta è una distonia dell'Avere, quando Francesco le dice di non volerla più sentire, attuerà seduta stante i meccanismi psicologici destabilizzanti nei confronti di Francesco. Ma se Francesco è un operatore a conoscenza dei simbolismi, sa che Roberta è una distonia dell'Avere che teme il vincolo al possesso e lo teme al punto da provocare un cortocircuito tale da chiudere il rapporto nel momento in cui tale vincolo viene attivato.

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5. L'espressione comunicativa dei Simboli. La condotta globale dell'individuo Spada sarà improntata all'accusa, alla critica, alla colpevolizzazione13, il soggetto Triangolo adotta, invece, un comportamento comprensivo, protettivo, materno; l'individuo Cerchio è, infine, costrittivo, prescrittivo, impositivo (Benemeglio, 1988). I simboli trovano manifestazione, oltre che nel comportamento complessivo anche nel simbolismo cinesico: possono, cioè, essere riconosciuti in base al profilo iconico degli atti gestuali (Benemeglio, 1988). Abbiamo detto che l'individuo si riconosce nel proprio alimentatore e, abitualmente, nota Benemeglio, esprime con il simbolismi questa sua identificazione. L'identificazione, precisa l'Autore avviene nei confronti del simbolo conflittuale; così, un individuo che abbia come Alimentatore la Spada, manifesterà un rapporto conflittuale con l'autorità e, in genere con il padre. Il soggetto con alimentatore Triangolo, ha vissuto una conflittualità materna, e l'individuo con Alimentatore cerchio, invece, ha un conflitto con Sè stesso (Benemeglio, 1988). Parlando di soggetto "conflittuale Spada" abbiamo sottolineato che la conflittualità è vissuta con l'autorità. Questo perchè, come ha messo in risalto Freud, anche una donna può avere un carattere mascolino, a causa del desiderio di possedere un pene (Freud, 1915). Desiderio che si è prodotto in conseguenza del rifiuto, da parte della bambina, della presa atto di essere "castrata". Cosa che si conduce alla affermazione della propria mascolinità e alla fantasia di essere un maschio (Freud, 1931). Lo stesso bambino, attribuisce a tutti gli esseri umani il pene, comprese le donne, e questa convinzione può persistere a lungo. Particolarmente imperitura è questa legata all'attribuzione del

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pene alla madre; tale rappresentazione, per altro, può anche "fissarsi" (Freud, 1908). Cosa che accade, ad esempio, nel feticismo. Perversione in cui l'uomo non riesce ad accettare l'idea dell'assenza del pene nella donna e si costruisce così un feticcio a forma "fallica", come il piede di una donna (Freud, 1915-17). La sessualità di questi individui, riconosce Freud, può anche rimanere pressoché normale e il feticismo può evidenziarsi sono in maniera allusiva (Freud, 1928). Tornando all'espressione comunicativa dei simboli, Benemeglio fà notare che il soggetto può esprimere non solo un "SEGNALE MONOVALENTE", ma che un "SEGNALE POLIVALENTE". In altre parole, esprime, in certe circostanze, sia l'Alimentatore, che lo Stimolatore. Questo accade, precisa Benemeglio, quando l'interlocutore viene riconosciuto, inconsciamente dal simbolo egemone, come fonte di stimolazione positiva. Può essere sufficiente però che, affinchè sia espresso un segno polivalente, venga riconosciuto fonte stimolante anche un solo atto estrinsecato dal patner comunicativo (Benemeglio, 1988). Gli atti o gesti iconici siano o no monovalenti, lo ricordiamo, sono ravvisabili in quei movimenti gestuali che presentano un rapporto di similitudine con il referente analogico cui rimandano (Benemeglio, 1988). Così, un segno spada è ravvisabile nel dito puntato14. Le mani giunte e aperte a descrivere un cerchio o il gesto dell'OK, attuato inconsapevolmente sono indici di un simbolismo Cerchio (Benemeglio, 1988)15. Il Simbolismo Triangolo è individuabile nel gesto di unire le dita lasciandole aperte a "rombo" oppure nel gesto in cui si uniscono indice e pollice, con le altre dita piegate e vicine

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all'indice. Gesto che indubbiamente richiama il comune emblema, usato per definire il sesso femminile. Ekman e Friesen (op. cit.) asseriscono che "la mancanza di consapevolezza" dell'esecuzione di un emblema da parte dell'esecutore non mette in dubbio l'emblematica del gesto. Per Benemeglio, invece, il riferimento simbolico di un gesto precede e trascende il suo utilizzo come emblema (Benemeglio et. al., 1985). Non sempre, avverte l'autore, un oggetto che, in funzione di una similitudine nella forma, rinvii ad una data referenza, esprime proprio quel simbolismo: ad esempio, se è vero che la collana richiama il triangolo, se la donna che la indossa la stringe in alto e la tende, indica spada16. Ora, per introdurre il discorso sui Segnali Polivalenti, dobbiamo prima accennare all'espressione digitale del simbolismo. Il toccamento spada, spiega Benemeglio, è un contatto effettuato con la punta delle dita e, in particolare, con il dito indice. Il toccamento triangolo, per contro, è un toccamento avvolgente, a guaina, fatto a mano aperta, con il pollice parallelo alle altre dita. Infine, il modo di toccare del Cerchio è a "tenaglia". Il cerchio stringe e, nel toccare, oppone il pollice alle altre dita. I Segnali Polivalenti coinvolgono sia la digitale che la cinesica. Abbiamo detto che nell'Atto Polivalente viene indicato non solo l'Alimentatore, ma anche lo Stimolatore. Ma come distinguerli? Benemeglio ravvisa l'Alimentatore nel segno costante; lo Stimolante nel segno variabile, indicando come "costante", la parte immobile - un dito, un bicchiere, ecc. - e come "variabile", la parte in movimento - una mano che carezza o un dito che

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penetra, ad esempio, nel toccamento della cravatta, questa rappresenta la costante e và perciò identificata come alimentatore; la qualità del contatto indicherà, invece, quale sia lo stimolante che, ovviamente, non può che essere triangolo o Cerchio17. (Il primo sarà indicato da un movimento a carezza; il secondo, ad esempio, dall'atto di stingere il nodo) (Benemeglio, 1988). Un esempio di Segno Polivalente possiamo riprenderlo da uno scritto breve di Freud: parlando del cerimoniale eseguito da una paziente ossessiva all'atto di andare a letto, Freud riferisce che questo consisteva nel mettere uno dei cuscini in diagonale rispetto agli altri, in modo da formare un rombo - che abbiamo visto è presente anche nei gesti che Benemeglio indica come simbolismi di Triangolo - e nel poggiare poi la testa sulla diagonale maggiore di tale rombo. Freud specifica che il cuscino era un simbolismo della vagina, mentre la testa simboleggiava il membro maschile (Freud, 1916). Gli Atti Iconici Polivalenti vengono distinti da Benemeglio in:

1. MONOVIMENTI DEITTICI: essenzializzati da toccamenti che riguardano elementi del proprio abbigliamento, oggetti esterni. Il toccamento avviene con modalità triangolo, cerchio o spada, a seconda del Simbolo Alimentatore del soggetto.

2. GESTUALITÁ PICTOGRAFE: toccamenti relativi al contatto con parti del proprio corpo o del corpo altrui, sempre con caratteristiche spada, triangolo o cerchio.

3. GESTI IDEOGRAFICI: segnali che suggeriscono in modo ideografico i simboli "concettuali" (Benemeglio, 1988)18.

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CAPITOLO V IL SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE

NELL' IPNOSI DINAMICA 1. Introduzione. La comunicazione verbale (come trasmissione di un'informazione) è lo strumento di comunicazione che investe direttamente la classe dell'Io logico. Di per sè la C.V. non ha una capacità induttiva passibile di raffinate tarature. La quantità tensionale che la C.V. può produrre nel ricevente durante un procedimento ipnotico è di pertinenza esclusiva del modo in cui viene espressa e dagli eventuali contenuti emotivi che è in grado di sollecitare in un tempo estremamente rapido. L'esclusivo enunciato verbale, i test di suggestionabilità espressi con le parole nelle tecniche dell'ipnosi tradizionale, non hanno un potenziale di stimolazioni facilmente calibrabile, ma lo hanno le componenti analogiche su cui poggiano e che si riconducono, per analogia, alle stimolazioni non verbali (C.N.V.) ed alle libere associazioni scaturenti dai risvolti simbolici dell'enunciato stesso (Simbolismo Comunicazionale). Ogni enunciato può avere contenuti simbolici ed è proprio l'uso pilotato del Simbolismo Comunicazionale, durante la formulazione delle richieste fenomenologiche, ad esercitare un forte potere stimolante sul soggetto. L'operatore si potrà avvalere di questo valido strumento analogico con lo scegliere determinate parole da inserire opportunamente nelle richieste fenomenologiche o con lo scegliere determinati segni e gesti da esprimere contemporaneamente alla richiesta verbale.

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Il Simbolismo Comunicazionale1 è assai efficace nella fase di indagine psicologica, prima dell'esperimento ipnotico vero e proprio, in quanto stimola automaticamente per analogia i vincoli preesistenti nell'individuo, ossia i suoi problemi, i suoi limiti, i suoi turbamenti. Il simbolismo è l'espressione comunicativa del gesto e della parola. Se il simbolo è una condensazione rappresentativa di un elemento, il simbolismo ne è l'espressione comunicativa. Esprimere contenuti simbolici, tramite il gesto e la parola durante il dialogo professionale, costituirà, per l'operatore, una chiave d'accesso diretto all'emotività dell'interlocutore. Alcuni esempi di frasi che contengono contenuti simbolici potranno chiarire meglio quanto asserito. Riferimenti logici del simbolismo comunicazionale espressi in ipotetici enunciati di suggestione ipnotica sono: - Lascia che ti entri il piacevole caldo ... - Lasciati penetrare da questa voce ... - Ora hai la sensazione che il tuo braccio diventi grosso, molto

grosso e rigido ... - Tu ora immagini di fare un lungo discorso ... - Sei venuto a casa e trovi tuo padre ... - È inutile che rimani indifferente alle stimolazioni dell'ambiente,

apriti alle nuove idee ... - Avvolgi te stesso nell'ala protettiva ... I vincoli Attributivi ossia esterni all'individuo sono simboli, rappresentati da cose o persone, ai quali l'individuo dà un particolare valore emotivo vincolante (es. padre, madre, moglie, amico, auto, ragazza, ecc.).

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Essi hanno un referente logico esterno al Se del soggetto e rappresentano fonti di alimentazione tensionale al pari dell'altra categoria di simboli che sono le autoattribuzioni del proprio essere. I vincoli Autoattributivi vengono espressi dall'interlocutore con il verbo essere, mentre i vincoli attributivi con il verso avere. Esempio: - “In questo momento sono senza denaro". Tale frase denuncia

un vincolo autoattributivo; - "In questo momento non ho denaro". Tale frase denuncia un

vincolo attributivo. Il Simbolismo Comunicazionale logico (parole) o Analogico (segno e gesto) stimola direttamente, per analogia e senza rischio alcuno, i vincoli attributivi o autoattributivi esistenti nel soggetto che si sottopone in un procedimento ipnotico; l'azione è subliminale e permette all'operatore di aumentare il proprio potenziale ipnotico rendendo al soggetto un servizio analogico sempre più tarato rispetto alle sue esigenze energetiche. Il Simbolismo Comunicazionale può riferirsi: a vincoli esistenti in uno dei cinque punti distonici base di seguito elencati: 1) Famiglia di origine 2) Famiglia acquisita 3) Rapporti affettivi e sessuali 4) Autorealizzazione (Hobbyes, lavoro, ideali, ecc.) 5) Disturbi del comportamento Ciascuno dei cinque punti distonici può contenere un vincolo attributivo o autoattributivo.

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Nei corsi di formazione professionale viene compiuta una indagine profonda su questi cinque raggruppamenti base; per ora è sufficiente sapere che il Simbolismo Comunicazionale rappresenta lo strumento in grado di amplificare durante il dialogo, in forma appunto simbolica, le conflittualità preesitenti nell'individuo in uno o più punti conflittuali sopra menzionati risulta importante definire se l'interlocutore esprime il vincolo/problema usando il verbo Essere o Avere, ossia se esprime un vincolo Attributivo o Autoattributivo. Il Simbolo Comunicazionale può essere espresso come abbiamo già descritto con le parole o con i gesti, sia dall'interlocutore che lo esprime istintivamente, sia dall'operatore che imposta dei veri e propri Atti Comunicativi simbolici. Il Simbolismo espresso con la parola (C.V.) contenuto nelle fasi di dialogo prima del test ipnotico, viene denominato REFERENTE LOGICO, mentre il Simbolismo espresso con i gesti ed con altri canali di CNV, durante la fase induttiva, prende il nome di REFERENTE ANALOGICO2.

I Referenti Analogici di base del Simbolismo Comunicazionale sono tre: la Spada, il Cerchio ed il Triangolo e da tali referenti derivano tutti gli altri simbolismi di riferimento, ossia qualsiasi tipo di gesto, comportamento ed espressione comunicativa che per analogia si riferisce ad uno dei tre referenti analogici di base.

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LA SPADA

REFERENTE ANALOGICO NEL SEGNO GESTUALE

5 SIMBOLO SPADA Simbolismo di tipo penetrativo, incisivo, dirompente, offensivo, limitativo. La natura relazionale della spada tende ad evidenziare i limiti del suo interlocutore in tono accusatorio senza possibilità risolutiva. Spesso il comportamento spada colpevolizza. REFERENTE LOGICO DA ESPRIMERE CON LA PAROLA Tutti i sinonimi e contrari della spada trasformati in sostantivi maschili: lungo, corto, duro, morbido, rigido, floscio, grosso, piccolo, grande, incisivo, penetrante, entrante, uscente, venuto, -arrivato, potente, debole ecc. SEGNO Tutto ciò che ha forma di asta ad esempio segno di rimprovero con il dito. COMPORTAMENTO Colpevolizzante accusatorio assenza di soluzioni. GESTO Toccamento a punta penetrante, incisivo ad urto. Esempio di una madre che adotta il ruolo comportamentale Spada con il figlio. "Con te, figlio, non c'è nulla da fare". "Hai la testa quadrata e per tanto sei un fallito, qualsiasi cosa intendi fare avrà esito negativo". Risulta sottintesa la denuncia di assenza di possibile cambiamento del lo stato negativo.

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IL TRIANGOLO

REFERENTE ANALOGICO NEL SEGNO GESTUALE

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SIMBOLO TRIANGOLO Simbolismo del comportamento materno ideale protettivo, avvolgente, sempre pronto a segnalare il pericolo o evidenza il problema o i limiti del suo interlocutore proteggendolo con la propria persona. Il triangolo si presenta lui stesso come soluzione del problema. REFERENTE LOGICO DA ESPRIMERE CON LA PAROLA Tutti i sinonimi e contrari del simbolo che lo rappresenta: larga, stretta, profonda, dilatata, elastica, bagnata, umida, rossa, nera, estesa, spaziosa, vasta, abbondante, copiosa ecc. SEGNO Tutto ciò che ha forma atta a avvolgere. Vedi il segno delle femministe. COMPORTAMENTO Protettivo, avvolgente, offre soluzioni. GESTO Toccamento avvolgente, accarezzevole, massaggio con il palmo della mano. Esempio di una madre che adotta il ruolo comportamentale Triangolo con il figlio: "Non ti preoccupare se hai la testa quadrata, ti difendo io, dimmi chi ti dice che hai la testa quadrata, sono pronta a rimproverarlo, tu nel frattempo rimani in casa protetto da me". Risulta sottointesa la volontà di aiuto personale da parte del soggetto che adotta un comportamento triangolo.

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CERCHIO

REFERENTE ANALOGICO NEL SEGNO GESTUALE

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SIMBOLO CERCHIO Simbolismo di tipo risolutorio, prescrittivo, di divieto o di obbligo, indicativo. Il comportamento cerchio cerca soluzioni da suggerire oltre che ad evidenziare i limiti del suo interlocutore. Il cerchio non aiuta personalmente, ma indirizza l'interlocutore verso una possibile soluzione esterna. REFERENTI LOGICI DA ESPRIMERE CON LA PAROLA Tutti i sinonimi del cerchio: largo, stretto, profondo, nero, elastico, dietro, sensibile, umido, socco, bagnato, ampio, esteso, spazioso, vasto, comodo, ecc. SEGNO Tutto ciò che ha forma circolare vedi segno dell'OK. COMPORTAMENTO Indicativo, prescrittivi, suggerisce, soluzioni. GESTO Toccamento a tenaglia, a stringere con i polpastrelli. Esempio di una madre che adotta il ruolo comportamentale Cerchio con il figlio: "Hai proprio una testa quadrata, perchè non fai qualcosa, perchè non tenti di risolvere il problema con qualcuno che possa aiutarti, io ti suggerisco di parlarne con ...". Risulta sottointesa l'assenza di aiuto personale da parte del soggetto che adotta il comportamento cerchio, ma si evidenza il carattere indicativo della possibile soluzione.

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2. Il Simbolismo Logico. Il simbolismo comunicazionale si può esprimere con il segno, con il comportamento e con la parola. Tutti i simbolismi comunicazionali si riferiscono a tre referenze di base: il Cerchio, la Spada, il Triangolo. Ribadiamo che il Cerchio è come segno tutto ciò che ha una forma circo lare (anello); il comportamento cerchio tende ad amplificare il problema dell'interlocutore suggerendo soluzioni che non impegnano la persona stessa che le ha suggerite. La Spada come segno è tutto ciò che è atto a penetrare, che ha come forma l'asta (chiave, coltello, dito); il comportamento Spada degli individui tende ad amplificare il problema dell'interlocutore colpevolizzandolo, senza suggerirgli nessuna soluzione, facendogli intuire che non sussiste soluzione. Tutto ciò che è atto ad avvolgere (guaina), a proteggere (guanto) e ad indicare il pericolo (triangolo) rappresentano il referente analogico del Triangolo; il comportamento triangolo tende a proteggere dal pericolo il proprio interlocutore e ad offrire soluzioni impegnandosi personalmente. Esponiamo di seguito alcuni esempi di simbolismo comunicazionale logico, che possono essere espressi dall'operatore nel formulare la richiesta fenomenologica ipnotica monovalente e polivalente, mentre rimandiamo il lettore ai messaggi iconici ed alle verifiche analogiche della C.N.V. avanti descritte per i referenti analogici del simbolismo comunicazionale. ABISSO La profondità oscura, cadere nell'abisso, cadere in basso. Simbolismo di base "cerchio". Es.:ora tu immagini di cadere in un abisso mentre i tuoi occhi diventano sempre più pesanti.

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ANELLO Simbolo del referente cerchio, mentre il dito che lo porta è simbolo Spada. BASTONE Es.: hai in mano un bastone e dovrai difendere la casa. BOCCA La bocca è un referente cerchio se il soggetto si limita a contenere, triangolo se attiva la suzione in modo avvolgente di ciò che entra. Es.: dito in bocca. BRACCIA Referente Spada. Es.: le tue braccia diventano sempre più rigide e si sollevano in avanti. BUCO Referente Cerchio. Es.: davanti a te, in terra vedi un buco che si allarga sempre più. DENTE Simbolo di forza aggressiva di incisività; simbolo spada. Es.: i tuoi denti sono forti, incisivi, penetranti, sono uniti a difenderti........ FARO simbolo di referente Spada. Es.: il faro è davanti a te e ti indica la rotta, de vi raggiungerlo, rema, rema più forte. FINESTRA simbolo di referente triangolo o cerchio in funzione della sua forma. E.: la finestra è aperta e tu devi renderla ancora più aperta per entrare a casa.

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FONTE simboleggia acqua. Referente Triangolo, cannello della fonte simbolo Spada, pozzo d'acqua simbolo Cerchio. Es.: bevi alla fonte e ti bagni tutto. FORESTA simbolo del grembo materno, referente Triangolo. Es.: avvolti nella foresta. FULMINE referente Spada. Es.: il fulmine come una Spada toglie il ramo dell'al bero. CAPPELLO simbolo referente del Cerchio. Es.: il cappello è stretto e ti tira sempre di più la fronte e tu cadi in uno stato ipnotico sempre più profondo. CAVERNA referente al Triangolo. Es.: la caverna è umida e tu scivoli dentro, dormi, dormi. CHIAVE referente della Spada. Es.: la chiave deve essere inserita nella toppa ma la tua mano trema. CIGNO referente Spada in fase di elevazione o sublimazione. Es.: tu accarezzi il collo del cigno e cadi in uno stato via via sempre più profondo. CODA referente della Spada. Es.: la coda sbatte forte e tu senti i colpi del tuo stomaco, sul tuo torace.

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COLLO referente della Spada. Es.: il collo diventa lungo lungo più è lungo più i tuoi piedi sono bloccati. COLTELLO referente della Spada. CORONA referente del Cerchio. LANCIA referente della Spada. LINGUA referente della Spada. NASO referente della Spada. OMBRELLO referente della Spada. PESCE referente della Spada. PIEDE referente della Spada. POLLICE referente della Spada. PORTA referente del Triangolo. SCASSINATORE lo scassinatore così come il brigante, l'assassino, il criminale ecc. simboleggia la temuta irruzione dell'inconscio sulla coscienza; in senso freudiano simbolizza anche l'oggetto da cui inconsciamente si teme o si desidera essere posseduti. Jung sostiene nell'operat "La Libido, Simboli e Trasformazioni" che quello dello scassinatore, del brigante e dell'assassino è un tema che ricorre frequentemente nei sogni.

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L'arma omicida può essere una lancia, una spada un pugnale, una rivoltella, un cannone, un idrante, un innaffiatoio (tutti referenti della spada) e l'atto può consistere in uno scasso, di un qualcosa che può riferirsi ad un simbolismo del cerchio o del triangolo. SCETTRO referente della spada. SERPENTE referente della spada. L'operatore utilizza il simbolo logico espresso con la parola, nella fase di pilotaggio nel preciso momento in cui deve formulare le prime richieste fenomenologiche usando naturalmente gli enunciati verbali. Importante rilevare che l'operatore ipnotico non è tenuto a definire il problema conflittuale vissuto dall'interlocutore, ma a stimolare con il gesto, con il comportamento e con la parola simbolica tutto ciò che suscita tensione emotiva o ansiogena nel soggetto; tensione facilmente rilevabile a tempo reale dagli Atti Analogici espressi dal soggetto subito dopo l'enunciato simbolico gestuale, comportamentale, verbale espresso dal tecnico. I referenti logici sono usati nell'Ipnosi Dinamica durante la fase di pilotaggio esattamente nel momento in cui l'operatore esprime le prime richieste fenomenologiche. Gli enunciati verbali devono contenere parole, sinonimi e contrari che per analogia sono facenti parte del referente analogico di base del soggetto che riveste il ruolo stimolatore. Pertanto se il soggetto risulterà appartenente alla tipologia psicologica che ha spada come stimolatore sarà necessario esprimere le richieste fenomenologiche inserendo tutte le possibili parole che per analogia si riferiscono alla spada; di contro se il soggetto ha come stimolatore il segno cerchio occorre inserire

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nelle richieste fenomenologiche i referenti logici che per analogia si riferiscono al cerchio; la medesima cosa deve essere attuata se il soggetto ha come stimolatore triangolo. ESEMPI: SOGGETTO CHE HA STIMOLATORE SPADA - "Ora il tuo corpo diverrà duro e rigido" - "Ora il tuo braccio si tenderà sempre di più e si solleverà

sempre di più". - "La tua gamba diviene sempre più debole e si piega sempre di

più in basso". - "Immagina di avere in mano un bastoncino piccolo, piccolo ma

talmente pesante da non permetterti di sollevarlo". - “Avvertirai una forza che ti spinge sempre più in avanti come se

un lungo cordone legato al tuo braccio....". - “Immagina di trovarti su un palo lungo, molto lungo e scivoli in

basso sempre di più per quanto è lungo il palo". SOGGETTO CHE HA STIMOLATORE CERCHIO - "Ora il tuo corpo diverrà sempre più largo e pesante". - "Ti affacci in un pozzo, esso è largo e profondo e ti spinge nel

suo interno". - "Ora avverti una forza che ti spinge indietro il pavimento è

molto umido si scivola non puoi resistere". - "Ora ti trovi in una piazza circolare spaziosa, ampia. La strada

sta dietro di te, sei sensibile al suo richiamo, devi andare indietro anche se le tue gambe sono deboli".

- "Il braccio destro compie da questo momento dei movimenti circolari e ti va indietro sempre più ...".

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- "Immagina di avere in mano un palloncino secco, nero, elastico che si allarga sempre di più".

SOGGETTO CHE HA COME STIMOLATORE TRIANGOLO - "La tua mano si allarga sempre di più, non puoi farne a meno di

bagnarla perchè è secca molto secca". - "Una grotta profonda, umida ti attrae e sempre di più vuole che

tu possa entrare dentro di lei, tu non puoi farne a meno". - "I tuoi occhi lacrimano sempre di più, si bagnano, avverti una

sensazione strana, ti viene voglia di piangere". - "La stanza ove ti trovi diviene larga sempre di più ed inizia a

girare, di viene profonda, si dilata e ti avvolge". - "Le tue gambe diventano elastiche, deboli, non puoi più

sorreggerti, cadi, cadi lentamente in terra". Il Simbolismo Comunicazionale ha un compito specifico di stimolo emotivo nei confronti dell'individuo, esso assolve all'aspetto quantitativo dell'energia nelle tre fasi in cui viene espresso il segno, il gesto e il comporta mento3.

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3. Il Simbolismo Analogico I segni espressi con il gesto o toccando oggetti o parti del corpo mentre si parla con altri, vengono indicati come Referenti Analogici del simbolismo. Anche il tipo di comportamento viene inserito nei referenti analogici del simbolismo. Pertanto possiamo avere come Referenti Analogici: I SEGNI SPADA CERCHIO TRIANGOLO IL COMPORTAMENTO PATERNO EGOCENTRICO MATERNO Ciascun segno è un simbolismo, ossia una espressione comunicativa nei confronti di un Simbolo Base o una espressione comunicativa di un simbolo base nei confronti di una fonte di stimolazione esterna. Sussiste, pertanto, un simbolismo per il simbolo alimentatore, definito anche turbamento base, un simbolismo per lo stimolatore penalizzante gradito all'inconscio perchè crea tensione, ed un simbolismo per lo stimolatore gratificante, gradito alla classe logica perchè riduce la tensione. I referenti analogici di base sono la spada, il cerchio ed il triangolo Ciascun di questi segni è collegato con il simbolo alimentatore nel seguente modo: IL SIMBOLO PATERNO ha come simbolismo ideale la SPADA IL SIMBOLO MATERNO ha come simbolismo ideale il TRIANGOLO IL SIMBOLISMO SE STESSO ha come simbolismo ideale il CERCHIO.

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I tipi psicologici4, quindi, in funzione del proprio Alimentatore o simbolo causa dei propri problemi possono essere classificati in: CONFLITTUALI SPADA tutti coloro che attribuiscono al padre la causa dei loro problemi. CONFLITTUALI TRIANGOLO tutti coloro che attribuiscono al la madre la causa dei loro problemi. CONFLITTUALI CERCHIO tutti coloro che attribuiscono a se stessi la causa dei loro problemi. La Distonia ESSERE o AVERE indica all'operatore se il segno stimolatore penalizzante risulta essere Omologo o Eterologo.

Ricordiamo che la distonia ESSERE ha il segno relativo allo stimolatore creante tensione, gradito all'inconscio, di qualità omologa rispetto al turbamento base; quindi, rispetto al segno dell'alimentatore.

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Da tutto ciò si deduce che il tecnico dell'Ipnosi Dinamica, grazie al simbolismo gestuale e verbale, è un grado di definire: durante un normalissimo dialogo con il proprio soggetto prima del test ipnotico o nella fase di indagine psicologica durante il test ipnotico. - il segno Alimentatore del soggetto ed il corrispondente simbolo

base (padre, madre, se stesso). - il segno Stimolatore Penalizzante, ossia gradito all'inconscio,

dato che amplifica la tensione emotiva nel soggetto. - il segno Stimolatore Gratificante, ossia gradito all'istanza logica,

dato che riduce la tensione emotiva nel soggetto. È sufficiente quindi notare i segni che il soggetto o l'interlocutore esprime durante il dialogo, per definire la tipologia psicologica a cui appartiene e formulare durante la fase induttiva il segno simbolico spada, cerchio, triangolo relativo al suo stimolatore penalizzante, al fine di ottenere in brevissimo tempo lo stato ipnotico. La persona conflittuale MADRE/TRIANGOLO esprime durante il dialogo: - Referenti analogici

con le mani il segno triangolo, con la gestualità toccherà l'operatore in modo avvolgente/carezza.

- Referenti logici

inserirà negli enunciati verbali parole tipo: calda, fredda, stretta, larga, umida, profonda.

Es.: "questa estate è veramente umida".

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- Referenti comportamentali adotterà istintivamente il comportamento triangolo con i propri interlocutori;

comportamento di tipo protettivo avvolgente dona soluzioni; tutto ciò che risulta estraneo alle sue soluzioni è male (è errato).

La persona conflittuale PADRE/SPADA esprime durante il dialogo: - Referenti analogici

con le mani il segno spada, con la gestualità toccherà l'operatore in modo penetrante a punta.

- Referenti logici

inserirà negli enunciati verbali parole tipo: piccolo, grande, corto, lungo rigido, morbido, incisivo, debole.

Es.: "questo inverno è lungo e rigido". - Referenti comportamentali

adotterà istintivamente il comportamento spada con il proprio interlocutore;

comportamento di tipo incisivo dirompente limitativo offensivo; non offre e ne indica nessuna soluzione. La persona conflittuale SE STESSO-A/CERCHIO esprime durante il dialogo: - Referenti Analogici

con le mani il segno dell'OK (cerchio), con la gestualità toccherà l'operatore in modo tenaglia,cerchio che si stringe.

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- Referenti logici

inserirà negli enunciati verbali parole tipo: largo, stretto, profondo, nero, elastico, dietro, sensibile, ampio;

- Referenti comportamentali

adotterà istintivamente il comportamento cerchio con i propri interlocutori;

comportamento di tipo indicativo prescrittivi; suggerisce soluzioni ma non partecipa personalmente all'attuazione di detta soluzione.

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4. Sistema visivo per l'identificazione del "Segnale". Come può l'operatore rendersi conto del segnale che deve emettere con il segno stimolante? L'operatore prega il soggetto di osservare, in piedi, in una posizione immobile con lo sguardo fisso, i segnali che esprimerà con le mani. Successivamente l'operatore emetterà, tempi diversi, i due segnali che ritiene possano essere lo Stimolatore Penalizzante e Gratificante del soggetto,5 controllando al contempo le richieste subliminali che l'interlocutore esprimerà con la CNV: segnali che sono classificati come "Verifiche di gradimento o di rifiuto” a quel segno6. Se il segno espresso dall'operatore stimola nel soggetto un atto di rifiuto, esso appartiene alle verifiche analogiche di esito negativo, ciò vuol dire che quel segnale è lo stimolatore della classe logica dell'individuo, pertanto deve essere "trattato" dall'operatore solo come segno gratificante, ossia riducente tensione, ma non per produrre in lui un evento ipnotico. Ricordiamo che l'operatore, durante la fase induttiva, deve produrre tensione energetica per cui deve, in prevalenza, utilizzare il segnale penalizzante, ossia il segnale creante tensione emotiva preesistente nel soggetto7. Una volta identificato il segno stimolante penalizzante, ossia gradito dal. l'inconscio, l'operatore utilizzerà la C.N.V. -tramite la prossemica, cinesica, paralinguistica, digitale- per produrre il grado quantitativo di tensione necessaria ad alimentare il simbolo egemone. Il simbolismo nei suoi referenti logici ed analogici determina la qualità energetica, mentre il dinamismo espressivo della C.N.V. determina la quantità energetica.

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Le stimolazioni verranno prodotte tramite: - Il dinamismo del segno, usando la gestualità e gli altri canali di

C.N.V. - Enunciati verbali, ossia i referenti logici del simbolismo che per

analogia si ricollegano al referente base stimolatore, usando i sinonimi ed i contrari del segno.

- L'adozione, una volta definito lo stimolatore penalizzante dell'interlocutore, e di un comportamento relativo al suo referente stimolatore, ossia il comportamento Spada, Cerchio o Triangolo.

Ogni volta che l'operatore esprime un segno, ossia un referente analogico, si pone in comunicazione con un simbolo esistente all'interno della struttura psicologica del soggetto e ogni volta che l'individuo esprime un segno, un simbolo interno, tenta di porsi in comunicazione con il mondo esterno. Giunti a questo punto è necessario individuare i simboli che comunicano tramite il simbolismo con il mondo esterno. Tali simboli o recettori prendono il nome di Simbolismi-Base. Essi rappresentano i simboli fondamentali dell'individuo dai quali si dipartono tutti gli innumerevoli simboli di riferimento classificati nei cinque Punti distonici: (famiglia d'origine, famiglia acquisita, rapporti affettivi e sessuali, autorealizzazioni, hobbyes, lavoro, di-sturbi del comportamento). I Simboli-Base sono tre e a ciascuno corrisponde il rispettivo Simbolismo: PADRE - SPADA MADRE - TRIANGOLO SE STESSO - CERCHIO

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In funzione del tipo verbo Essere o avere che precede la denuncia del problema, della negazione all'acquisto, dei vincoli, degli impedimenti, etc. l'operatore è quindi in grado di definire il simbolo Egemone ed il simbolo Stimolatore della classe inconscia dell'individuo; mentre il simbolo Alimentatore è sempre la causa del problema, ossia il Simbolo-Base a cui si attribuisce la responsabilità della nascita del problema, del vincolo, dell'impedimento. Ricordiamo che il simbolo stimolatore della classe inconscia dell'individuo è al contempo simbolo egemone della classe logica come lo stimolatore della classe logica è egemone della classe inconscia. Pertanto, all'interno della Triade Simbolica sussiste un Alimentatore, comune alle due classi, e due Stimolatori: uno creante tensione, quindi, positivo per l'inconscio e, l'altro riducente tensione, quindi, positivo per la classe logica dell'individuo. Chiameremo, quindi Penalizzante lo stimolatore dell'inconscio e Gratificante lo stimolatore della classe logica. Se l'individuo esprime "lo sono" indica che lo stimolatore creante tensione, ossia penalizzante, risulta essere il simbolo omologo al simbolo causa dei problemi, ossia omologo al suo alimentatore. Se l'individuo esprime "lo ho", indica che lo stimolatore creante tensione risulta essere il simbolo eterologo al simbolo causa di problemi, ossia eterologo al suo alimentatore.

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Il simbolo Omologo all'alimentatore è un simbolismo corrispondente, analogo. Pertanto:

Il simbolo Eterologo al simbolo alimentatore causa dei problemi risulta essere un simbolo disuguale, dissimile, discorde, opposto, contrario.

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Pertanto sussistono tre tipologie psicologiche e per ogni tipologia due strutture: la distonia essere e la distonia avere. Poiché per il conflittuale se stesso occorre distinguere il sesso di appartenenza, ecco che le tipologie diventano quattro. 4 TIPOLOGIE PER 2 STRUTTURE = 8 COMBINAZIONI DI ACCESSO ALLA EMOTIVITÀ UMANA8. Appare così evidente se il soggetto risulta essere una Distonia dell'Essere, il simbolo Stimolatore creante tensione sarà Omologo al suo simbolo Alimentatore ed il simbolo Stimolatore riducente tensione sarà Eterologo al suo Alimentatore. Se il soggetto risulta essere una Distonia dell'Avere, il simbolo stimolatore creante tensione sarà Eterologo al suo alimentatore ed il simbolo stimolatore riducente tensione sarà Omologo sempre al simbolo alimentatore. Possiamo, quindi, trovarci di fronte a soggetti facenti parte della distonia essere o avere ed, al contrario, essere conflittuali Padre o Madre o Sè stessi. Rispondendo alle seguenti domande, anche il lettore potrà scoprire a quale tipologia appartiene. Se dovessi denunciare un tuo problema ti viene più naturale esprimere il verbo essere o avere. Esempio: Io sono insicuro lo ho l'insicurezza lo sono ............. Io ho ................... In funzione del verbo denunciato hai individuato la tua appartenenza alla distonia dell'essere o dell'avere ed, al contempo, hai individuato se il tuo simbolo stimolatore penalizzante risulta essere omologo al turbamento base. Ora

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rispondi alla seguente domanda: tra mamma, papà, te stesso, a chi di questi tre simboli sei portato ad attribuire preferibilmente la causa dei tuoi problemi? (Trascrivi una X nella casella esatta). 1) mamma 2) papà 3) te stesso

Nel caso attribuisci al primo simbolo la causa dei tuoi problemi sei un conflittuale madre, al secondo, un conflittuale padre, al terzo un conflittuale te stesso. Così facendo hai anche definito il simbolo del tuo turbamento base ed al contempo puoi definire il tuo simbolo stimolatore penalizzante omologo o eterologo in funzione al verbo essere o avere precedentemente espresso per definire il tuo piccolo o grande problema. Pertanto tu appartieni alla seguente tipologia: ESSERE AVERE (indicare con X) Sei un conflittuale .......................... (trascrivere il simbolo

padre, madre, se stesso causa dei tuoi problemi).

Il tuo recettore stimolatore penalizzante indica che ti può coinvolgere su tutti coloro che si presentano a te come simbolismo. (segnare con una X il tuo simbolo stimolatore penalizzante gradito al tuo inconscio per vivere delle emozioni). PADRE MADRE TE STESSO

----------- ----------------- ----------------- SPADA TRIANGOLO CERCHIO

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II tuo recettore stimolatore gratificante indica che puoi tranquillamente controllare emotivamente tutti coloro che si presentato a te come: (segnare con una X il tuo simbolo stimolatore penalizzante gradito al tuo inconscio per vivere delle emozioni). PADRE MADRE TE STESSO

----------- ----------------- ----------------- SPADA TRIANGOLO CERCHIO Se avete indicato il padre come causa dei vostri problemi, voi siete una Spada nel comportamento con gli altri, ossia siete paterni, accusatori e tendete a colpevolizzare. Allo stesso momento esprimete spada con i segni e i gesti. Se avete indicato Madre come causa dei vostri problemi, voi siete un Triangolo nel comportamento con gli altri, ossia siete protettivi, materni avvolgete e tendete a tutelare personalmente gli altri. Nello stesso momento esprimete Triangolo col segno e col gesto. Se avete indicato Voi Stessi come causa dei vostri problemi, voi siete un Cerchio nel comportamento con gli altri, ossia tendete ad indicare sempre possibili soluzioni senza proteggere, ma dimostrate, suggerite, consigliate. Nello stesso tempo esprimete Cerchio con il dito e col gesto. Definito il simbolismo a cui appartenete, andiamo ad analizzare a quale simbolismo siete più sensibili o deboli e scoprirete così lo "Stimolatore se greto dei vostri sensi e delle vostre emozioni". Ebbene, se siete un Triangolo Conflittuale Madre della distonia dell'Essere, il vostro stimolatore è Cerchio, pertanto siete sensibili alle persone che sono Cerchio con voi nel comportamento e nei

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gesti, fate molta attenzione quindi a chi vi indica delle possibili soluzioni, a chi tende ad aiutarvi indicandovi ciò che occorre fare, e tende a darvi continuamente, consigli. Questa è la persona, per esempio, che vi può fare innamorare perdutamente, la persona che è fonte delle vostre emozioni. Se siete Triangolo Conflittuale Madre della Distonia dell'Avere, il vostro stimolatore è Spada, pertanto siete sensibili alle persone che sono Spada come voi nel comportamento e nei gesti. Fate molta attenzione quindi a chi vi accusa, a chi vi colpevolizza. Questa è la persona che può affascinarvi e crearvi forte emotività. Se siete Spada Conflittuale Padre della Distonia dell'Essere, il vostro stimolatore è Cerchio. Pertanto siete sensibili alle persone che sono Cerchio come voi nel comportamento e nei gesti. Fate molta attenzione a chi vi indica delle soluzioni, a chi tende ad aiutarvi indicandovi ciò che si deve e non si deve fare e a chi vi dà continuamente dei consigli. Se siete Spada Conflittuale Padre della Distonia dell'Avere, il vostro stimolatore è Triangolo. Siete sensibili, pertanto, alle persona che sono Triangolo, fate molta attenzione a chi tende a proteggervi, ad avvolgervi fino a soffocarvi, a chi dice: "Ci penso io". Se siete Cerchio Conflittuale Se Stesso della Distonia dell'Essere, il vostro stimolatore è Triangolo. Siete pertanto sensibili alle persone che sono Triangolo con voi. Se siete Cerchio Conflittuale Se Stesso della Distonia dell'Avere, il vostro stimolatore è Spada. Siete quindi sensibili alle persone che sono Spada come voi e fate attenzione a chi vi accusa e vi colpevolizza.

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Schema illustrativo E

Schema illustrativo F

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Schema illustrativo G

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SINTESI Le possibili conflittualità degli individuo sono quattro dato che per la conflittualità se stesso va definito il sesso di appartenenza del soggetto: conflittualità PADRE conflittualità MADRE conflittualità SE STESSO conflittualità SE STESSA Ogni conflittualità si compone di due possibili distonie: - distonia ESSERE - distonia AVERE Quattro conflittualità X 2 distonie = 8 combinazioni simboliche.

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CAP. VI DINAMICA DELLA GESTUALITÀ

1. Il Simbolismo Monovalente Logico e Analogico. Il soggetto esprime un solo segnale indicando il suo Alimentatore Quando l'interlocutore esprime un solo segnale, dei tre referentí simbolici di base, esprime il simbolo alimentatore nel suo referente analogico (segno). Sarà cura dell'operatore individuare il referente analogico (segno) che ricopre nel soggetto il ruolo di stimolatore penalizzante e per deduzione il referente analogico (segno) che ricopre il ruolo di stimolatore gratificante. I referenti sono tre. Se il segno espresso dall'interlocutore è monovalente, tale segno risulta essere il suo alimentatore e lo stimolatore penalizzante e gratificante viene dedotto dall'operatore fra i due segni non espressi. Se il segno espresso dall'interlocutore risulta essere polivalente, ciò indica l'alimentatore e lo stimolatore penalizzante, mentre lo stimolatore gratificante deve essere dedotto dall'operatore nel terzo segno non espresso. L'individuo viene classificato appartenente ad una specifica conflittualità simbolica in funzione: - DEL SEGNO SPADA-CERCHIO-TRIANGOLO CHE ESPRIME

COME ALIMENTATORE DURANTE IL DIALOGO. - DEI REFERENTI LOGICI CHE ESPRIME CON LE PAROLE

CHE COMPONGONO I PROPRI ENUNCIATI VERBALI. - DEL TIPO DI COMPORTAMENTO CHE IL SOGGETTO

MANIFESTA NEL RAPPORTO INTERATTIVO CON L'OPERATORE.

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Riportiamo di nuovo lo schema delle possibili triadi simboliche in rapporto al segno relativo al simbolo alimentatore denunciato dall'interlocutore:

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L'individuo stesso si identifica nel proprio Alimentatore; il suo comportamento con gli altri, i suoi gesti o segni monovalenti, avranno le caratteristiche del suo segno Alimentatore. IL SIMBOLO ANALOGICO MONOVALENTE NELL'IPNOSI DINAMICA Il soggetto o interlocutore quando esprime un solo segnale denuncia il suo alimentatore. Il segno alimentatore rappresenterà la conflittualità vissuta con uno dei tre simboli.

PADRE MADRE TE STESSO ----------- ----------------- ----------------- SPADA TRIANGOLO CERCHIO

Poichè la persona si identifica sempre con il segno simbolico conflittuale, la conflittualità denunciata dal soggetto indica all'operatore non solo il simbolo causa del problema, ma anche il simbolo ed il simbolismo che ritiene il soggetto di essere. Infatti il soggetto si comporta conforme al suo simbolo alimentatore.

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2. I Segnali Analogici Monovalenti

SIMBOLISMO SPADA

Agitare la mano unendo il pollice e medio irrigidendo l'indice. Tenere il braccio in avanti a pugno chiuso o mano aperta. Il simbolismo espresso indica il referente Spada; l'interlocutore esprime in tal modo il suo Simbolo Alimentatore e quindi la sua conflittualità. L'operatore cercherà gli stimolatori penalizzanti e gratificanti negli altri 2 segnali: il cerchio, il triangolo, in rapporto alla distonia di appartenenza del soggetto.

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SOGGETTO CONFLITTUALE SPADA DELLA DISTONIA DELL'ESSERE L’OPERATORE ESPRIME CERCHIO

SOGGETTO CONFLITTUALE SPADA DELLA DISTONIA DELL'AVERE L’OPERATORE ESPRIME TRIANGOLO

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SIMBOLISMO CERCHIO

Agitare la mano usando pollice e indice. Segnale noto come segno emblematico dell'OK. II simbolismo espresso indica il referente cerchio. L'interlocutore esprime in tal modo il suo Simbolismo Alimentatore. Gli stimolatori gratificanti e penalizzanti potranno essere Spada o Triangolo. L'operatore esprime in tempi diversi i due segnali controllando il momento in cui il soggetto esprime la verifica analogica positiva. Collegando l'atto analogico con l'atto comunicativo precedentemente espresso, L’operatore avrà in tempo reale l'identificazione del segnale che l'interlocutore ricopre il ruolo di stimolatore penalizzante. A tal fine l'operatore esprime il segnale Spada e controlla, tramite le verifiche analogiche, se il soggetto gradisce o rifiuta il segnale. Se ottiene una risposta di verifica analogica negativa l'operatore sostituisce il segno spada con il segno triangolo perchè questo segno sarà gradito all'inconscio e quindi rappresenterà lo Stimolatore Penalizzante.

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SOGGETTO CONFLITTUALE CERCHIO DELLA DISTONIA DELL'ESSERE, OPERATORE ESPRIME SPADA SE IL SOGGETTO È DI SESSO MASCHILE

SOGGETTO CONFLITTUALE CERCHIO DELLA DISTONIA DELL'ESSERE. OPERATORE ESPRIME TRIANGOLO SE IL SOGGETTO È DI SESSO FEMMINILE

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SOGGETTO CONFLITTUALE CERCHIO DELLA DISTONIA DELL'AVERE, OPERATORE ESPRIME TRIANGOLO SE IL SOGGETTO È DI SESSO MASCHILE

SOGGETTO CONFLITTUALE CERCHIO DELLA DISTONIA DELL'AVERE, OPERATORE ESPRIME SPADA SE IL SOGGETTO È DI SESSO FEMMINILE

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SIMBOLISMO TRIANGOLO

Tenere mani giunte e dita aperte o divaricate le mani tenendo unite le punte delle dita di una mano e dell'altra. Il simbolismo espresso indica il referente Triangolo. L'interlocutore esprime in tal modo il suo Simbolismo Alimentatore. L'operatore di contro esprimerà in tempi diversi gli altri due segnali, ossia il Cerchio e la Spada per verificare il segno stimolatore penalizzante gradito all'inconscio del soggetto (verifica analogica di esito positivo). L'operatore esprime il segno e controlla gli atti analogici che il soggetto esprime a tempo reale subito dopo al segno espresso dall'operatore.

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SOGGETTO CONFLITTUALE TRIANGOLO DELLA DISTONIA DELL'ESSERE, OPERATORE ESPRIME CERCHIO

SOGGETTO CONFLITTUALE TRIANGOLO DELLA DISTONIA DELL'AVERE, OPERATORE ESPRIME SPADA

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Facciamo alcuni esempi: Il soggetto esprime un atto di verifica analogica positiva dopo il segno espresso dall'operatore: ad esempio un bacio analogico dopo l'espressione gestuale della Spada espressa dall'operatore: vuol dire che il segno Spada risulta essere per quel soggetto il referente stimolatore penalizzante gradito al suo inconscio. Per deduzione è il segno cerchio lo stimolatore gratificante della sua classe logica. Il soggetto esprime un atto di verifica analogica negativa sul segnale spada espresso dall'operatore come stimolante: poniamo il caso che il soggetto subito dopo il segnale espresso dell'operatore, effettui un passo indietro (verifica analogica negativa). Ciò vuol dire che l'inconscio del soggetto rifiuta il segno Spada come stimolatore penalizzante, pertanto l'operatore provvederà a sostituirlo immediatamente con il segno Cerchio o Triangolo se non ha ancora evidenziato l'alimentatore del soggetto. Se, invece, il soggetto ha espresso l'alimentatore con il segnale monovalente, lo stimolatore penalizzante non potrà essere altro che uno degli altri due segnali, pertanto l'operatore ne prende atto e ricerca negli altri due segnali il referente che, per il soggetto, ricopre il ruolo naturale di stimolatore. Praticamente può avvenire che:

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- Il soggetto esprime Triangolo, indicando così all'operatore il Simbolo Alimentatore; l'operatore di contro esprime cerchio e controlla gli atti analogici che, a tempo reale, il soggetto esprime sul cerchio.

- Se le verifiche risultano positive, ossia l'atto espresso dall'interlocutore è classificato tra gli atti di verifica analogica positiva, il Cerchio risulterà il simbolo stimolatore gradito all'inconscio e, quindi, l'operatore passerà alla fase induttiva rendendo il servizio emotivo all'interlocutore, esprimendo diverse volte il simbolismo Cerchio con il gesto, con le parole, con il comportamento.

- Se le verifiche risultano negative, ossia il segno cerchio espresso dall'operatore comporta un atto di verifica negativa dall'interlocutore, il Cerchio dovrà essere sostituito dal segnale ancora non espresso, ossia la Spada.

- L'operatore esprime il segno Spada .e prenderà atto delle successive verifiche il gradimento dell'inconscio o del simbolo egemone dell'interlocutore. Il segno Spada in tal caso risulterà lo stimolatore penalizzante gradito al l'inconscio dell'interlocutore e, quindi, l'operatore procederà con la fase induttiva a rendere il servizio emotivo al suo interlocutore con la C.N.V., usando sempre il giusto referente stimolatore di tipo penalizzante:

a. nei gesti espressi durante il dialogo

Se il segno stimolatore penalizzante risulta essere, per esempio, cerchio l'operatore esprimerà il segno del cerchio più volte durante il dialogo. Ciò vale anche per il triangolo e per la Spada nel caso in cui uno di questi due segnali, e non il Cerchio, risulti lo stimolatore penalizzante per il soggetto.

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b. nelle parole e negli enunciati verbali Se il segno stimolatore penalizzante risulta essere, per esempio, Cerchio l'operatore esprimerà parole, durante gli argomenti trattati con il proprio interlocutore, che per SINONIMI o CONTRARI possono per analogia riferirsi al Cerchio. Ciò vale anche per il triangolo o per la Spada.

c. nel comportamento nei confronti dell'interlocutore

Se il segno stimolatore penalizzante gradito all'inconscio risulta essere, per esempio, Cerchio, l'operatore si comporterà da Cerchio con l'interlocu-

tore, ossia si presenterà prescrittivo, risolutivo indicando i divieti e gli obblighi necessari dopo aver evidenziato i limiti/vincoli dell'interlocutore.

Se il segno stimolatore risulta essere, per esempio, triangolo, l'operatore si comporterà da Triangolo, ossia oltre ad evidenziare i limiti/vincoli al l'interlocutore si farà identificare da questi protettivo, materno ideale, avvolgente, precisando che lui stesso è in grado di proteggerlo ed aiutarlo. Se il segno stimolatore risulta essere Spada l'operatore si comporterà da Spada, ossia oltre ad evidenziare i limiti/vincoli all'interlocutore, si farà identificare da questi incisivo, dirompente, offensivo, indicativo con tono accusatorio, senza dare spazio a possibili soluzioni o interventi efficaci a risolvere i limiti/vincoli dell'interlocutore dato che nessuna soluzione è possibile in quanto non vi sono speranze al cambiamento.

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3. il Simbolismo Logico (da esprimere secondo lo Stimolatore Penalizzante del soggetto). SOGGETTO CON STIMOLATORE SPADA AGGETTIVI: Lungo: detto di lavoro, di discorso, di tempo, di orario, di

caffé, di curriculum, di studio, - lungo la strada, lungo queste direttive - ecc.

Corto: di mente, d'orecchi; detto di tratto, di percorso, ecc. Breve: detto di tratto, di racconto, di studio, di discorso, di

intervento di lavoro, ecc. Piccolo: detto di problema, di lavoro, ecc. Grosso: detto di colpo, di affare, di guadagno, di impegno,

di lavoro, di dispiacere, di sforzo, di apporto, di sbaglio, di libro, di autore, di budget, di incarico, di capitale, di smacco, di interesse, di favore, di quantitativo, - grosso modo, grosso passo avanti, grande e grosso, pezzo grosso - ecc.

Grande: detto di lavoro, impegno, di studio, di autore, di scrittore, di uomo, di politico, di studioso, ecc.

Gonfio: detto di cuore, di lacrime, di orgoglio, ecc. Rigido: detto di temperamento, di carattere, di tempo, di

inverno, di orario, di comportamento, di principi, di metodo, - sinonimo di severo - ecc.

Duro: detto di lavoro, di impiego, - sin. di difficile, sin. di severo, fare il duro, duro da sopportare, da ammettere, da decifrare, da riconoscere, duro dire certe cose, osso duro - ecc.

Tenero: detto di cuore, di carattere, ecc. Morbido: detto di carattere, di provvedimento, ecc.

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Fiasco: detto di discorso, di impegno, di interesse, di morale, ecc.

Flessibile: detto di tempo, di orario, ecc. Malleabile: detto nel senso di gestibile. Estensibile: nel senso di qualcosa che si può estendere a

qualcos'altro. Allungabile: detto di sforzo, di impegno, ecc. Penetrante: detto di discorso, di sguardo, di odore, ecc. Introduttivo: detto di paragrafo, di lavoro, di capitolo, di discorso,

ecc. SOSTANTIVI: Membro: di un partito, di un parlamento, di una commissione,

di una equazione, di una società. Organo: di stampa, di partito, strumento musicale. Affare: nel senso di attività redditizia, di stato, di cuore, -

un affare serio, un bell'affare - ecc. Introduzione: detto di discorso, di un libro, a una conferenza, -

nel senso dell'uso che si comincia a fare di una cosa: "l'introduzione della stampa, alla storia, ecc."

Dimensioni: di un lavoro, di uno studio, -sia, di condizione (surreali, internazionali).

Penetrazione: psichica, in una materia, di un discorso, ecc. VERBI: Penetrare: un mistero, nell'intimo degli interlocutori, in

profondità nelle cose, ecc. Introdurre: un discorso, qualcuno in un certo ambiente, nuovi

modelli o nuovi modi di vedere le cose, qualcuno alla psicologia, ecc.

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Insinuare: qualcosa, un sospetto, ecc. Mettere dentro: il seme delle discordia, un timore, qualcosa

nel discorso, in un affare, un sospetto, ecc. Cacciare dentro; in un brutto guaio, in una brutta storia, ecc. Entrare: in una dimensione operativa, in azione, in gioco, in

ballo, in società, in una compagnia, nell'ordine di idee, in scena, in contatto, in argomento, in tema, in discussione, in discorso - non c'entrare, far entrare (per forza qualcosa nel discorso, in un ambiente, in un giro, in un circolo), entrare tutto .... sommato a, - ecc.

Inserire: una clausola, una postilla, in un ambiente, ecc. Mettere (metterlo): in discussione, in una brutta posizione -

Mettere mano a qualcosa, mettere a nudo, mettere in bocca, parole, ecc.

Tirare fuori: un segreto, qualcosa da dire o da fare, un grosso talento, ecc.

Estrarre: Qualcosa dal proprio bagaglio tecnico, i termini più significativi di un discorso.

Maneggiare: con disinvoltura uno strumento, uno stile, un idioma, il denaro, grossi capitali, ecc.

Manipolare: dati, soggetti, informazioni, ecc. Tenere in mano (o in pugno): qualcuno, il comando, il grosso

dell'industria, ecc. Prendere in mano: il comando, un problema, ecc. Prendere (prenderlo): in parola, in considerazione, sul serio,

dietro consiglio e sim., davanti ai fatti e sim., in giro, un comando, un incarico, un oggetto, con le mani nel sacco, sul fatto, in fallo, seriamente, con circospezione, con molto tatto, un impegno, un abbaglio, di mira, per uno scherzo, ecc.

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Ricevere: un ordine, un comando, un consiglio, un individuo in casa, ecc.

Avere (averlo): grosso modo accennato e sim., tenuto nascosto, in mano (un individuo), tenuto sempre dentro (detto di odio, di sentimento di amore, di segreto), brevemente discusso e sim., dato per scontato, ecc.

Tirare: in basso, su il morale, su un ragazzo (nel senso di allevarlo), a lucido, ecc.

Andare sù: di giri, di quotazione dei titoli, ecc. Introdurre: il cuore, l'animo, ecc. Ingrossare: il bagaglio di conoscenze, - diventare grosso: detto

di fiume, di capitale, ecc. Allungare: il periodo di vacanza, detto di orario, di tempo, di

racconto, di tragitto, ecc. Andare giù: di corda, di morale, ecc. Andare giù: di quotazione in borsa, di valore, ecc. Andare sù e giù: con il treno, da un posto all'altro, ecc. Andare dentro e fuori: (sia dentro.... che fuori), in ufficio, da un

palazzo, da casa, ecc. Venire: addosso, dentro, all'interno. Riversare: odio, astio, rancore, ecc. Versare: denaro, ecc. Inghiottire o ingoiare: bocconi amari, ingiurie, umiliazioni e sim. lo

spero, ma ....., schizzo, seme. Fluido: detto di discorso, di eloquio, di modo di parlare. Pastoso: detto di tono di voce. Caldo: detto di tono di voce. Denso: di significati, ecc.

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SOGGETTO CON STIMOLATORE TRIANGOLO AGGETTIVI: Larga: detto di vidione, di apertura mentale o verso gli altri

e sim., di idee, di maniche, di maggioranza, di fascia di pubblico, di approvazione, ecc.

Stretta: detto di visione, di apertura, di maggioranza, di amicizia, di parentela, - stretta di idee - di convinzione, ecc:

Calda: detto di voce, di personalità, di modalità di comportamento, di persona, di pietanza, di affettività, di vivanda tenerla calda in testa, ecc.

Intatta: detto di somma, di confezione, di dignità, di rettitudine, ecc.

Sensibile: detto di persona, di personalità, di natura (carattere), di bilancia, di macchina, ecc.

Aperta: detto di problematica, di questione, di vertenza, di causa, di visione, aperta verso gli altri, verso certi problemi, di idee ecc.

Copiosa: di somma devoluta in beneficenza, di elargizione, ecc.

Profonda: detto di apertura, di visione, di amicizia, di concezione, di voce, di esperienza, di galleria, di grotta, di ferita, di umiltà, di ignoranza, di vocazione, di personalità, di verità, di inquietudine, di erudizione, di conoscenza, di sofferenza, di intensità, di bontà, di disponibilità, di fiducia, di concezione, o di idea, di antipatia, di opinione, di convinzione di incomprensione, di civiltà, di saggezza, di intelligenza, di cultura, ecc.

Umida: detto di aria e sim.

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Tenerla stretta: detto di visione, di opinione, di idea, ecc. Allargarla: detto di conoscenza, di cultura, di visione, di

applicazione di qualche cosa, di dimensione operativa e sim., di scoperta, di innovazione, di cerchia di amici, ecc.

Spalancarla: detto di bocca, di finestra, di porta, ecc. Dilatarla: detto di mente, di teoria, ecc.

Mollarla: detto di presa, di sberla, di fune o corda, ecc. Riempirla: di gioia, ecc.

Averla: detto di personalità, di modalità di comportamento, di visione, ecc.

Bagnata: detto di gomma, di vestaglia e sim., ecc. Rossa: detto di mantella, diventare rossa (arrossire), ecc. Elastica: detto di mente, di visione, ecc. Nera: detto di visione, di prospettiva, di sfortuna, ecc. SOSTANTIVI: Apertura: mentale, verso gli altri o verso certi problemi e sim.

(proposte, questioni, tematiche, argomenti, problematiche, ecc.).

Interno: della casa, all'interno di sè. Crepa: rottura, disarmonia. Spaccatura: tra due sezioni di un partito, di un gruppo, in un

società e sim. Ferita: d'amore. Nido: nel senso di casa, di delinquenti. Tana: di ladri.

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VERBI: Darla: detto di fiducia, di versione, di interpretazione, di

licenza, di notizia, di attenzione, di risposta, a intendere, a bere, vinta, ecc.

Aprirla: detto di bocca, di serie di conferenza, di precessione, di sottoscrizione, ecc.

Stringerla: detto di visione di amicizia. SOGGETTO CON STIMOLATORE CERCHIO AGGETTIVI: Largo: detto di consenso, di Cerchio di clientela, di

margine di miglioramento, di sviluppo, di consumo, ecc.

Elastico: detto di ingegno, di modo di vedere le cose, di orizzonte culturale, ecc.

Aperto: detto di conto, - nel senso di individuo disponibile -, ecc.

Ampio: detto di orizzonte culturale, di stile (nel senso di ampolloso), di abito, di vestito, di pantalone, ecc.

Profondo: detto di odio, di rancore, di sentimento, di amore, di timore di sonno, di tono di voce, di risentimento, ecc.

Posteriore: detto di fatto, di scritto, di apertura verso qualcosa, ecc.

Nero: detto di umore, ecc. Scivoloso: detto di terreno, pavimento, fondo stradale,

corridoio, ecc.

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SOSTANTIVI, AVVERBI E PREP.: Dietro: prenderlo dietro consiglio, suggerimento, ordine,

parere, venire dietro (nel senso di dopo, al seguito). Interno: di sè, nel suo interno, all'interno del gruppo, della

cerchia, ecc. Canale: di sbocco, diplomatico, di scolo, gerarchico, di

informazione, ecc. Foro: nel senso di tribunale (ecclesiastico, competente,

ecc.). Buco: di memoria, della chiave, in una teoria, ecc. Sforzo: sottoporsi a uno S., muscolare, di mente, di

volontà, senza S., bello S., che S., ecc. Cerchio: di amicizie, di clientela, di conoscenze ecc. VERBI: Darlo: detto di aiuto, di appoggio, di schiaffo, di colpo. Aprirlo: detto di conto, di cuore, di animo, ecc. Allargarlo: detto di orizzonte (culturale, politico, scientifico,

ecc.) di campo di interessi, di raggio d'azione, di obiettivo, ecc.

Dilatarlo: detto di campo di interessi, di tempo, di orizzonte, ecc.

Stringerlo: detto di patto, di assedio, di vestito, di rapporto, ecc.

Restringerlo: detto di obiettivo, di campo di interessi, di studio, ecc.

Farlo: sapere, dire, ammettere, fare, rilevare, riconoscere, sentire, conoscere, studiare, capire, vedere, prendere ("me l'hanno fatto .....vedere), ecc.

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Trattenere: qualcuno, il X%, dal fare una data cosa, un momento qualcuno in un posto, ecc.

Sforzarsi: di ricordare qualcosa, di capire, a fare qualcosa, ecc.

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4. Il Simbolismo Polivalente Logico ed Analogico Il soggetto può esprimere alcune volte un simbolismo polivalente, ossia un gesto che si compone di due segnali: l'Alimentatore e lo Stimolatore Penalizzante. Potenzialmente qualsiasi cosa, persona, idea, servizio, prodotto o semplicemente un segno, un gesto, un suono, un toccamento, può, da anonima fonte di stimolazione, divenire fonte di stimolazione riconosciuta a tutti gli effetti; è il riconoscimento quindi a decretare l'investitura a fonte di stimolazione. Tale riconoscimento non avviene però da parte dell'istanza logica dell'individuo, ma dal suo inconscio o meglio dal suo Simbolo Egemone. Ricordiamo che il riconoscimento della istanza logica dell'individuo promuove la fonte di stimolazione a SIMBOLO, ma per divenire simbolo la fonte di stimolazione deve essere prima riconosciuta tale dall'inconscio. Per chiarire il concetto sopra descritto indichiamo con il termine RECETTORE lo stimolo neutro, che dovrà divenire prima FONTE DI RECETTORE grazie al riconoscimento dell'istanza logica dell'individuo.

RECETTORE O REFERENTE INCONSCIO

SIMBOLO EGEMONE FONTE DI STIMOLAZIONE

ISTANZA LOGICA SIMBOLO

Quando il recettore stimolante viene riconosciuto fonte di stimolazione dell'istanza inconscia o meglio del simbolo

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egemone, l'individuo anziché esprimere un solo segnale ne esprime due contemporaneamente. In altri termini alla fonte di stimolazione riconosciuta tale, l'individuo esprime il referente alimentatore ed il referente stimolatore evitando, così, all'operatore la ricerca del referente stimolante. Precisiamo che l'Atto Iconico polivalente viene dall'interlocutore espresso a riconoscimento della fonte stimolante, ciò vuol dire che per ottenere l'atto iconico polivalente non occorre necessariamente che l'operatore sia riconosciuto fonte stimolante, ma è sufficiente che un atto espresso dall'operatore, a causa dell'intensa emotività che suscita nel soggetto, sia riconosciuto fonte stimolante. Quindi, anche un argomento di particolare intensità emotiva per l'interlocutore può creare l'espressione gestuale del segno polivalente. Per l'operatore che identifica l'atto iconico polivalente, ossia l'espressione dell'alimentatore e dello stimolatore, nasce comunque un problema, definire quale dei due segnali è l'alimentatore e quale lo stimolatore. La soluzione del problema è semplice: - IL REFERENTE COSTANTE È L'ALIMENTATORE - IL REFERENTE VARIABILE È LO STIMOLATORE Poniamo come esempio che l'atto iconico polivalente venga espresso dal l'interlocutore prendendo in mano un accendino. I referenti o segnali che possono essere espressi risultano: - SPADA = ACCENDINO - CERCHIO = SE L'ACCENDINO VIENE TOCCATO CON DUE

DITA A TENAGLIA

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- TRIANGOLO = SE L'ACCENDINO VIENE TOCCATO IN MODO AVVOLGENTE CON LA MANO E LE DITA, STRINGENDO A GUAINA L'ACCENDINO.

Riportiamo alcuni esempi: - Il referente Spada è la costante, quindi l'alimentatore, in quanto

l'accendino nella sua forma tradizionale non può essere altro che un referente Spada.

I referenti variabili, ossia gli stimolatori graditi all'inconscio ed alla istanza logica, non possono essere che Cerchio e Triangolo.

Pertanto la Spada è il segno alimentatore. Nel parlare con l'operatore, l'interlocutore si tocca la manica

della giacca o della camicia o il braccio stesso. Se l'interlocutore si tocca il braccio la costante è un referente

Spada per cui rappresenta l'alimentatore, mentre il modo del toccamento del braccio, avvolgente o in modo pensile a tenaglia, è il referente variabile, per cui lo stimolatore può essere nel primo caso Triangolo e nel secondo Cerchio.

L'interlocutore mentre parla con l'operatore tocca i bordi del posacenere sito sul tavolo.

Il posacenere se ha una forma circolare rappresenta il Cerchio, ed essendo la costante evidenzia l'alimentatore, il modo in cui viene toccato il posacenere evidenzia lo stimolatore che può essere Spada se l'oggetto viene toccato con le punte delle dita, Triangolo se l'oggetto viene dall'interlocutore avvolto o accarezzato dolcemente.

- L'interlocutore mentre parla con l'operatore si tocca la cravatta. La cravatta è la costante e, quindi, l'alimentatore non può

essere altro che Spada.

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La variabile è il modo in cui la cravatta viene toccata -ed evidenzia lo stimolatore.

Il toccamento può avvenire a Cerchio, se il soggetto tocca con le dita a tenaglia il nodo della cravatta, oppure a Triangolo, se il soggetto tocca in modo avvolgente con la mano la cravatta quasi ad accarezzarla dall'alto in basso o dal basso in alto.

Come si può notare dai diversi esempi descritti l'atto iconico polivalente può essere espresso toccando una parte del proprio corpo o toccando oggetti o cose esterne all'individuo.

Ricordiamo che l'atto iconico polivalente indica all'operatore lo stimolatore e l'alimentatore, al contempo il segnale polivalente sta a significare che l'operatore si è guadagnato l'accesso e quindi è autorizzato dall'inconscio o dal simbolo egemone dell'interlocutore a trattare stimolatore ed alimentatore insieme per rendere un servizio analogico più consistente di quello reso esprimendo il solo segnale stimolatore penalizzante, come avviene normalmente.

Ribadiamo che subito dopo aver reso il servizio analogico all'inconscio e ottenuto il comportamento desiderato nell'interlocutore, bisogna gratificare la sua istanza logica esprimendo con il gesto, con le parole e con il comportamento il segno dello stimolatore gratificante e la classe logica.

Ricordiamo che lo stimolatore gratificante è gradito dall'istanza logica del soggetto ed al contempo è rifiutato dal suo inconscio; mentre lo stimolatore penalizzante è gradito dall'istanza inconscia del soggetto ed al contempo è rifiutato dalla sua istanza logica e razionale.

Quando il soggetto esprime un segnale polivalente, esprime contemporaneamente due segnali:

- segnale della costante: indica all'operatore l'alimentatore del soggetto, ossia il simbolismo del suo turbamento.

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- il segnale della variabile espresso con le mani che toccano l'oggetto; indicano all'operatore lo stimolatore penalizzante del soggetto.

- lo stimolatore gratificante del soggetto viene dedotto in quanto è il terzo segnale non espresso.

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5. I Segnali Analogici Polivalenti Il segnale polivalente espresso dal soggetto/interlocutore prende il nome di indicatore, perchè "indica" all'operatore i simbolismi di accesso all'emotività del soggetto. Il segnale polivalente espresso dall'operatore prende il nome di induttore perchè "induce" una tensione emotiva nel soggetto. Facciamo alcuni esempi di segnali polivalenti espressi dal soggetto istintivamente durante un dialogo preliminare con l'operatore prima che questi dia inizio alla fase induttiva.

Il soggetto si tocca il polso con le dita dell'altra mano Costante/alimentatore: spada-braccio Variabile/stimolatore: cerchio- modo di toccamento del braccio con il pollice retroverso alle altre dita. Il soggetto risulta essere un conflittuale padre con stimolatore penalizzante Cerchio. Il suo stimolatore gratificante sarà il segnale triangolo non espresso.

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L'operatore, durante la fase induttiva ipnotica esprimerà con i gesti, i suoi toccamenti, con le parole e con il comportamento il simbolo cerchio. Ricordiamo al lettore che la chiave di accesso alla emotività del soggetto è composta sempre dall'alimentatore e dallo stimolatore penalizzante. Lo stimolatore Gratificante nella fase induttiva viene, dall'operatore usato solo per ridurre la tensione al soggetto, quando risulta troppo tensionale l'emotività prodotta al soggetto con i due segni dell'accesso.

Il soggetto si tocca l'avambraccio con le dita dell'altra mano. Costante/stimolatore: triangolo Modo di toccamento del braccio con il pollice non retroverso alle altre dita. Il soggetto risulta essere un conflittuale padre con stimolatore penalizzante triangolo. Il suo stimolatore gratificante sarà il segnale Cerchio non espresso.

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L'operatore durante la fase induttiva ipnotica esprimerà con i suoi gesti, con i suoi segni, con le sue parole, con il comportamento il simbolismo triangolo.

Il soggetto si tocca la cravatta in modo avvolgente. Costante/alimentatore: spada Variabile/modo di toccarsi: triangolo Il soggetto risulta essere un conflittuale padre con stimolatore penalizzante triangolo. Lo stimolatore gratificante risulta cerchio.

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Il soggetto si tocca la cravatta a tenaglia stringendo il nodo. Costante/alimentatore: spada Variabile/modo di toccarsi: cerchio Il soggetto risulta un conflittuale padre con stimolatore penalizzante cerchio. Il suo stimolatore gratificante risulta essere triangolo.

Il soggetto si tocca il braccio con la l'altra mano.

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Preghiamo il lettore di definire la tipologia psicologica del soggetto. Costante/alimentatore ……………......... Variabile/modo di toccarsi ……………… Risulta essere una conflittuale padre - madre - se stessa Il suo stimolatore penalizzante è ............ II suo stimolatore gratificante è............... Soluzione: alimentatore = spada stimolatore = cerchio stimolatore gratificante = triangolo Il soggetto risulta essere una conflittuale padre.

Controllare le posizioni delle dita del soggetto nella figura e definire Stimolatore spada

gratificante cerchio

triangolo

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Stimolatore spada

penalizzante cerchio

triangolo

alimentatore e spada conflittualità padre

triangolo madre

cerchio se stessa

soluzione = conflittuale padre stimolatore penalizzante: triangolo stimolatore gratificante: cerchio.

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6. Test sulla Spada - il Cerchio - il Triangolo per conoscere se stessi e gli altri Tutti gli individui, quando pensano, quando parlano con gli altri inviano dei segni, formano dei gesti e dimostrano un particolare comportamento. Tali sistemi espressivi prendono il nome "simbolismo della comunicazione umana". Noi vi insegniamo in questo test a scoprire il vostro simbolismo ed il simbolismo degli altri. Comprenderete così le vostre esigenze emotive più nascoste e le esigenze emotive degli altri, il simbolismo del vostro partner, del vostro capo. Inizierete, così, ad usarlo durante i dialoghi esercitandovi, potrete così rendervi personalmente conto dell'enorme capacità penetrativa e coinvolgerete del carisma che riuscirete ad acquisire nei confronti del vostro interlocutore, indipendentemente da qualsiasi ruolo sociale che ricopre, potrete ribaltare da negativa a positiva qualsiasi natura di rapporto, qualsiasi comportamento e soddisfare così le vostre ambizioni e le vostre esigenze rendendo semplicemente un ottimale servizio analogico al vostro interlocutore che ve ne sarà grato e riconoscente gratificando le vostre successive richieste di tipo personale o professionale. Per scoprire il simbolismo della comunicazione umana non è necessaria una particolare istruzione, un talento speciale, ma dovrete limitarvi a seguire sistematicamente il test che vi sottoponiamo. Iniziamo con l'abbinare il segno al simbolismo. I segni sono universalmente tre:

LA SPADA IL CERCHIO IL TRIANGOLO

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A ciascun segno sono abbinati i comportamenti ed i gesti che gli individui esprimono inconsapevolmente. Ogni segno si contraddistingue dagli altri, nella forma e nelle specifiche attribuzioni. IL SIMBOLISMO NEL COMPORTAMENTO UMANO I comportamenti che gli individui adottano sono di tre tipi: - comportamento SPADA - comportamento TRIANGOLO - comportamento CERCHIO Abbinate ad ogni segno il comportamento corrispondente secondo il vostro pensiero. Noi vi indichiamo tre possibili comportamenti. Ricordate che due sono esatti ed uno errato. Indicate con una X le due soluzioni esatte secondo voi e comparate le vostre deduzioni istintive con la soluzione. Il comportamento accusa SPADA protegge Colpevolizza Il comportamento indica soluzioni CERCHIO accusa aiuta ma non protegge Il comportamento protegge TRIANGOLO avvolge Colpevolizza

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SOLUZIONE Il comportamento SPADA: accusa e colpevolizza. Il comportamento CERCHIO: indica soluzioni e aiuta senza proteggere. Il comportamento TRIANGOLO: protegge ed avvolge. IL GESTO NEL SIMBOLISMO Anche il gesto può indicare SPADA - CERCHIO - TRIANGOLO. Riportiamo tre espressioni gestuali simboliche, invitandovi ad indicare con una X il segno corrispondente. 1) A questo gesto corrisponde il simbolismo

SPADA

CERCHIO

TRIANGOLO

2) A questo gesto corrisponde il simbolismo

SPADA

CERCHIO

TRIANGOLO

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3) A questo gesto corrisponde il simbolismo

SPADA

CERCHIO

TRIANGOLO SOLUZIONE 1): risposta esatta CERCHIO 2): risposta esatta SPADA, 3): risposta esatta TRIANGOLO. LA GESTUALITÀ NEL SIMBOLO Anche il toccamento di oggetti o persone esprime un simbolismo: A) TOCCARE IL BRACCIO DELL’INTERLOCUTORE O UN ACCENDINO IN MODO AVVOLGENTE

INDICA SPADA CERCHIO TRIANGOLO

B) STRINGERE IL BRACCIO DELL’INTERLOCUTORE O UN ACCENDINO A TENAGLIA

INDICA SPADA CERCHIO TRIANGOLO

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C)TOCCARE UNA PERSONA O UN ACCENDINO CON LA PUNTA DELLE DITA

INDICA SPADA CERCHIO TRIANGOLO

SOLUZIONE A: risposta esatta TRIANGOLO B: risposta esatta CERCHIO C: risposta esatta SPADA IL SIMBOLISMO DELL'INDIVIDUO Definito il simbolismo nel segno, nel comportamento, nel gesto, passiamo ad individuare il vostro simbolismo ed il simbolismo del vostro capo o della vostra persona cara. Per definire il simbolismo dell'individuo sussistono due sistemi: Sistema A Definire il tipo psicologico conflittuale padre, sè stesso e la distonia essere o avere a cui appartiene. Estrapolata la tipologia si passa ad abbinare il segno all'alimentatore ed in funzione della distonia di appartenenza di definisce lo stimolatore penalizzante e lo stimolatore gratificante. Sistema B Tramite i segni gestuali monovalenti e polivalenti che si esprimono istintivamente durante il dialogo si identifica il segno dell'alimentatore ed il segno dello stimolatore penalizzante. Per deduzione si definisce anche il terzo segnale, ossia lo stimolatore gratificante.

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7. Test Analogico del Simbolismo SISTEMA A Tra mamma, papà e voi stessi a chi di questi tre simboli attribuite prevalentemente la causa dei vostri grandi e piccoli problemi? Indicate con una X la risposta esatta.

MAMMA PAPÀ SE STESSI SOLUZIONE Se avete indicato il padre come causa dei vostri problemi, voi siete un conflittuale spada nel comportamento con gli altri, ossia siete accusatori e tendete a colpevolizzare il prossimo. Se avete indicato madre come causa dei vostri problemi, voi siete un conflittuale triangolo, esprimete con il gesto il segnale monovalente-triangolo e siete triangolo nel comportamento con gli altri, ossia siete protettivi, avvolgenti e tendete a tutelare personalmente gli altri. Se avete indicato voi stessi come causa dei vostri problemi, voi siete un conflittuale cerchio. Esprimete con il gesto il segnale monovalente cerchio e siete cerchio nel comportamento con gli altri, ossia tendete ad indicare sempre possibili soluzioni senza proteggere personalmente suggerite, consigliate. I VOSTRI STIMOLATORI, PENALIZZANTI E GRATIFICANTI Definito il simbolismo conflittuale a cui appartenete, ora andiamo ad analizzare quale simbolismo è lo stimolatore penalizzante, ossia vi può coinvolgere emotivamente, con cui siete deboli e sensibili e quale simbolismo è lo stimolatore gratificante con cui siete forti e sicuri, certi di poterlo gestire senza problemi.

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Se siete un triangolo conflittuale madre della distonia dell'essere, indipendentemente dal sesso a cui appartenete, il vostro stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio è il cerchio, mentre il vostro stimolatore gratificante gradito alla vostra istanza logica è la spada. Tutto ciò indica che siete sensibili alle persone che adottano o sono cerchio con voi nel comportamento e che usano la gestualità cerchio mentre parlano con voi. Di contro, siete tranquilli e sicuri con le persone che adottano o sono spada con voi nel comportamento e nella gestualità. Fate molta attenzione, quindi a chi vi indica spesso delle possibili soluzioni, a chi tende ad aiutarvi, indicandovi ciò che occorre fare, a chi tende a darvi costantemente consigli. Questa è la persona che vi può fortemente coinvolgere. Se siete un triangolo conflittuale madre della distonia dell'avere, indipendentemente dal sesso a cui appartenete, il vostro stimolatore penalizzante gradito alla vostra istanza logica è il cerchio. Tutto ciò indica che siete sensibili alle persone che sono spada con voi nel comportamento e nella gestualità, mentre vi sentite sicuri e tranquilli con le persone che adottano o sono cerchio con voi nel comportamento e nelle gestualità. Fate molta attenzione, quindi, a chi vi accusa, a chi vi colpevolizza. Queste sono le persone che vi possono fortemente coinvolgere creandovi delle forti emotività nella vita privata e nella vita professionale. Se siete una spada conflittuale padre della distonia dell'essere, indipendentemente dal sesso a cui appartenere, il vostro stimolatore penalizzante, ossia al vostro inconscio è il cerchio. Pertanto, siete sensibili alle persone che sono cerchio con voi nel comportamento e nei gesti.

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Di contro il vostro stimolatore gratificante, ossia gradito alla vostra istanza logica, è il triangolo. Fate molta attenzione a chi vi indica spesso delle soluzioni, a chi tende ad aiutarvi suggerendovi o indicandovi sempre ciò che si deve fare. Questa è la persona che vi può coinvolgere emotivamente nei rapporti privati e nei rapporti professionali. Se siete una spada conflittuale padre della distonia dell'avere, indipendentemente dal sesso a cui appartenete, il vostro stimolatore penalizzante, ossia gradito al vostro inconscio, è il triangolo. Pertanto siete sensibili alle persone che adottano o sono triangolo con voi, nel comportamento e nel gesto. Di contro lo stimolatore gratificante alla vostra istanza logica è il cerchio. Fate molta attenzione, quindi, a chi tende a proteggervi, a chi tende ad avvolgervi indicandovi sempre un pericolo, a chi vi dice "ci penso io". Questa è la persona che vi può creare delle forti emotività nella vita privata e nella vita professionale. Se siete un cerchio conflittuale se stesso della distonia dell'essere e siete di sesso maschile il vostro stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio è la spada. Pertanto, siete sensibili alle persone che adottano o sono spada con voi nel comportamento e nella gestualità. Di contro, il vostro stimolatore gratificante per la vostra istanza logica è il triangolo. Fate molta attenzione a chi vi colpevolizza, vi accusa senza indicarvi nessuna soluzione ai problemi. Tale persona è in grado di coinvolgervi fortemente sia nella vita privata che nella vita professionale.

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Se siete un cerchio conflittuale se stesso della distonia dell'avere e siete di sesso maschile il vostro stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio è il triangolo; Pertanto la persona che può coinvolgervi adotta o è il triangolo nel comportamento e nella gestualità, mentre il vostro stimolatore gratificante è la spada. Fate molta attenzione, quindi, a chi vi vuole proteggere a tutti i costi, indicandovi i pericoli a cui andate incontro. Tale persona è in grado di coinvolgervi fortemente sia nella vita privata sia nella vita professionale. Se siete cerchio conflittuale se stessa della distonia dell’essere e siete di sesso femminile il vostro stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio è il triangolo, pertanto siete sensibili alle persone che adottano o sono facenti parte del simbolismo. Il vostro stimolatore gratificante per la vostra istanza logica è il segno spada nel comportamento e nella gestualità. Fate molta attenzione, quindi, a chi tende a proteggervi, a difendervi, a darvi aiuto, appoggio, favori, assistenza, riparo, salvaguardia, tutela. Queste persone vi possono fortemente coinvolgere sia nei rapporti professionali e sia nei rapporti privati. Di contro, ostentate sicurezza e tranquilla gestione del rapporto con il segno Spada. Se siete un cerchio conflittuale se stessa della distonia dell'avere e siete di sesso femminile, il vostro stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio è la spada. Pertanto, siete sensibili alle persone che adottano o sono spada nel comportamento e nella gestualità. Il vostro stimolatore gratificante gradito alla vostra istanza logica è il triangolo. Pertanto vi sentirete sicure e protette e potrete gestire razionalmente e tranquillamente il rapporto con le persone che

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adottano o sono triangolo con voi e persone che utilizzano le gestualità triangolo. Fate molta attenzione, quindi, a chi tende a darvi sempre delle colpe, delle accuse, a chi vi imputa sempre come causa dei vostri stessi problemi. SISTEMA B Utilizzando il sistema B per identificare i segni e la tipologia dell'interlocutore non necessita partite dai simboli padre, madre, se stesso e dalla distonia essere o avere per scoprire il segno conflittuale e gli stimolatori penalizzanti e gratificanti dell'interlocutore, ma, viceversa, si parte dai segni che l'interlocutore esprime durante il dialogo per definire la tipologia psicologica di appartenenza, ossia il tipo di conflittualità padre, madre, o sè stesso e la distonia essere o avere di appartenenza. Occorre, quindi, fare attenzione ai segnali monovalenti e polivalenti che l'interlocutore esprime, agli atti analogici di scarico tensionale ed alle verifiche analogiche gratificanti e penalizzanti che il suo inconscio esprime durante il dialogo. L'operatore è a conoscenza che il segnale monovalente indica l'alimentatore, ossia la conflittualità di chi lo esprime, vale a dire il suo turbamento base o il suo alimentatore, mentre il segnale polivalente composto contemporaneamente da due segni, esprime l'alimentatore e lo stimolatore penalizzante, ossia gradito all'inconscio: per deduzione l'operatore identifica nel terzo segnale lo stimolatore gratificante all'istanza logica dell'individuo. L'operatore è consapevole del fatto che se vuole acquistare del potenziale di affascinazione deve utilizzare il segno ed il comportamento che si riferisce allo stimolatore gratificante solo nel caso in cui la tensione emotiva prodotta nell'interlocutore è superiore ai suoi indici di tolleranza o al potenziale di seduzione acquisito in quel momento dall'operatore.

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Indichiamo, di seguito, uno schema riepilogativo affinché l'operatore possa tranquillamente adottare il sistema B di rilevazione dei segnali, sistema estremamente valido nei rapporti professionali ove risulta estremamente atipico nella relazione comunicativa usare il sistema A. SCHEMA DI SINTESI DEL SEGNO PER DISTONIA Il soggetto esprime un segnale polivalente (una mano sopra l'altra).

Indicare se trattasi di Conflittuale padre, Conflittuale madre, Conflittuale se stesso. Indicare la sua distonia Essere Avere. Indicare il suo alimentatore tra spada-cerchio-triangolo. Indicare il suo stimolatore penalizzante tra spada-cerchio triangolo. Indicare il suo stimolatore gratificante tra spada-cerchio-triangolo. Indicare il segno induttore penalizzante tra spada-cerchio-triangolo. Soluzione - Conflittuale padre/spada

Induttore penalizzante: triangolo Distonia avere.

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I tre soggetti esprimono diversi segnali iconici.

A B C

- Il soggetto A tocca a cerchio il suo braccio indicando così il segno polivalente cerchio (con le dita) ed il segno spada con il braccio. - Il soggetto B tocca il nodo della sua cravatta a tenaglia - cravatta simbolismo spada, il modo di toccamento cerchio. - Il soggetto C accarezza la cravatta con la mano sinistra esprimendo il segnale monovalente triangolo. Il lettore tenga sempre presente che gli individui se non sono dei tecnici del simbolismo comunicazionale esprimono istintivamente, nel comportamento o nella gestualità, il segno conflittuale a cui loro stessi appartengono. Pertanto la persona che può coinvolgervi deve appartenere come simbolismo alimentatore al vostro stimolatore. Se ciò non corrisponde nè come stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio e nè come stimolatore gratificante gradito alla vostra istanza logica, la persona non vi interesserà affatto, anzi la ignorerete completamente.

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Se voi non siete dei tecnici del simbolismo comunicazionale che possono variare, secondo metodo, il proprio naturale segno in funzione delle esigenze dell'interlocutore, voi potrete istintivamente coinvolgere una persona che ha come stimolatore penalizzante: il simbolismo a cui voi appartenete naturalmente esprimendo il segno facente parte del vostro alimentatore.

Figura n° 1

Il soggetto esprime in modo evidente il simbolismo triangolo. Il gesto accarezzevole è spesso espresso anche in modo avvolgente. Pertanto accarezzandosi la caviglia il soggetto è una conflittuale madre-alimentatore per cui il suo stimolatore penalizzante sarà cerchio se il soggetto è un distonico dell'essere (segno omologo all'alimentatore); lo stimolatore penalizzante sarà spada se il soggetto è un distonico dell'avere (segno eterologo all'alimentatore).

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Figura n° 2

Il soggetto esprime in modo evidente il simbolismo monovalente spada con il dito della mano sinistra. Il soggetto risulta essere quindi, un conflittuale padre, segno alimentatore spada. Pertanto i segni relativi allo stimolatore gratificante altro non potranno essere che triangolo o cerchio. Se il soggetto è una distonia dell'essere, lo stimolatore penalizzante sarà il segno omologo all'alimentatore quindi il cerchio. Se il soggetto è una distonia avere, lo stimolatore penalizzante sarà il segno eterologo all'alimentatore, per cui triangolo. Durante il test induttivo, l'operatore potrà rendersi conto, tramite dei segnali espressi dal soggetto (verifiche di gradimento o di rifiuto), quale sarà il suo stimolatore penalizzante.

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Figura n° 3

Il soggetto esprime in modo evidente il simbolismo triangolo tramite le mani che avvolgono il viso. Pertanto il triangolo è il suo alimentatore ed il soggetto è un conflittuale madre, ossia attribuisce al simbolo precostituito materno la causa dei suoi problemi. Per quanto riguarda lo stimolatore penalizzante fare riferimento a quanto detto alla figura n°2.

A B

Nelle figure A. e B. si può notare la differenza della posizione del posizione del pollice rispetto alle altre dita della mano.

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Il soggetto si tocca l'altro braccio, nella figura A. il pollice non è opposto rispetto la posizione delle altre dita della mano per cui il segno espresso è il triangolo, nella figura B. il pollice risulta retroverso per cui il segno è cerchio.

Figura n° 4

Il soggetto esprime in modo evidente il simbolismo cerchio toccandosi con la mano il bordo della manica. Fare attenzione a non confondere un toccamento cerchio da un toccamento triangolo di tipo avvolgente.

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Ciò che permette di evidenziare la differenza è la posizione del pollice della mano:

A B

- se il pollice è retroverso rispetto alle altre dita della stessa mano il gesto è cerchio. (B)

- se il pollice è unito alle altre dita il segno è triangolo. (A)

A B

Figura n° 5

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Il soggetto esprime triangolo accarezzandosi il viso per cui è conflittuale madre ed il suo alimentatore è triangolo. (A) Dicasi lo stesso per l'altra figura "accarezzamento collo". (B) Per identificare il suo stimolatore penalizzante, vale quanto detto nelle precedenti figure, ove risulta soggetto conflittuale triangolo. L'operatore invece, adotterà la posizione della mano che accarezzerà il viso, solo nel caso in cui deve esprimere tale segno all'interlocutore che risulta avere come stimolatore penalizzante il triangolo.

Figura n° 6

Il soggetto esprime triangolo toccandosi le ginocchia in modo avvolgente. Fare attenzione nel distinguere il toccamento a triangolo da quello a cerchio: ogni toccamento con i polpastrelli della mano risulta essere un toccamento a cerchio, ogni toccamento in cui si evidenziano le dita della mano che toccando lungo i loro bordi, risulta essere un toccamento a triangolo.

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Figura n° 7

Soggetti conflittuali spada, ciò è evidenziato dal tocca mento del loro viso con le loro dita a spada. Pertanto trattasi di soggetti conflittuali padre e per la ricerca del loro stimolatore penalizzante attenersi a quanto descritto nelle precedenti figure.

Figura n° 8

Il soggetto si tocca il viso con i polpastrelli delle dita per cui esprime il segno cerchio.

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Pertanto è un conflittuale se stesso. Se trattasi di una distonia dell'avere, il suo stimolatore penalizzante sarà triangolo. Se trattasi di una distonia dell'essere, il suo stimolatore penalizzante sarà spada, in quanto omologo al sesso di appartenenza. Essendo il soggetto un alimentatore cerchio, occorre distinguere il sesso di appartenenza per la definizione del segnali stimolatore omologo o eterologo. Il test di indagine permetterà all'operatore di scoprire il simbolismo penalizzante del soggetto, simbolismo che diverrà per tutta la fase induttiva l'elemento di riferimento per ogni toccamento del soggetto, per ogni segno espresso con le mani, per ogni parola e per il comportamento dell'operatore nei confronti del soggetto.

Figura n° 9

Soggetti che evidenziano il segno alimentatore cerchio, per cui risultano essere conflittuali se stessi. In tutti e due i casi il pollice è retroverso rispetto le altre dita della mano. Per la ricerca dello stimolatore penalizzante attenersi a quanto detto nelle precedenti figure.

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A B

Figura n° 10

Il soggetto può toccare il foglio di lettura in due modi: A. con i polpastrelli delle dita B. con la zona perimetrale delle dita Nel caso A. il soggetto evidenzia il cerchio, per cui risulta un conflittuale se stesso. Nel caso B. il soggetto evidenzia il triangolo per cui risulta un conflittuale madre. Per la ricerca dello stimolatore penalizzante vale quanto già detto nelle precedenti figure.

Figura n°11

Il soggetto esprime con le mani il tipico "segno delle femministe".

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Trattasi quindi, di una espressione triangolo di un conflittuale madre. Per lo stimolatore penalizzante considerare che la distonia dell'essere ha come segno creante tensione emotiva il cerchio e la spada come riducente tensione, mentre la distonia dell'avere ha spada come stimolatore penalizzante e cerchio come stimolatore gratificante. Durante il test di indagine in ipnosi dinamica l'operatore pone il soggetto in posizione ortostatica ad occhi aperti e lo invita ad osservare i segni cerchio e spada, segni che l'operatore esprimerà in tempi diversi, per identificare il suo stimolatore penalizzante.

Figura n°12

Il soggetto tocca ripetuta mente le pieghe della gonna. L'operatore deve valutare se il toccamento avviene con i polpastrelli delle dita o con la zona perimetrale del le dita medesime (falange). Nel primo caso il segno che il soggetto evidenzia è il cerchio per cui trattasi di una conflittuale se stessa. Nel secondo caso il segno che il soggetto evidenzia è triangolo per cui tratta si di una conflittuale madre. Per la ricerca dello stimolatore penalizzante seguire quanto descritto nelle precedenti figure.

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Soggetto Operatore

Riportiamo un'altra espressione di un soggetto conflittuale madre-triangolo, dal tipico segno a triangolo cosiddetto "delle mani intrecciate" espresse dal soggetto. L'operatore, avendo individuato che trattasi di una distonia avere, stimolata dalla spada, esprime l'asta con il dito, durante il dialogo.

Figura n° 13

Il soggetto esprime il simbolismo cerchio per cui risulta essere un conflittuale se stesso.

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Fare attenzione alla posizione del pollice. Nella foto il pollice è assente per cui si intende imposizione retroversa. Pertanto il segno espresso con le dita non può essere altro che cerchio. Se la foto evidenziava il polli ce nello stesso verso delle altre dita il segno espresso dal soggetto sarebbe stato triangolo. Per la ricerca dello stimolatore penalizzante attenersi a quanto descritto nelle precedenti figure.

Figura n° 14 Il soggetto tocca la sedia a cerchio per cui trattasi di un conflittuale se stesso. Fate attenzione al sesso di appartenenza per definire lo stimolatore penalizzante secondo quanto descritto nelle precedenti figure.

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PARTE TERZA TECNICA DELLA IPNOSI DINAMICA

CAP. VII

LA METODOLOGIA OPERATIVA DELL’IPNOSI DINAMICA 1. Fasi generali Abbiamo detto che l'Ipnosi Dinamica è, nella metodologia, oltre che nel l'interpretazione degli eventi, totalmente diversa da quella definita "storica" (metodo induttivo che utilizza la parola). Illustreremo ora la metodologia operativa dell'Ipnosi Dinamica. Per effettuare un esperimento di ipnosi, secondo le tecniche della Ipnosi Dinamica, si passa attraverso sei fasi: 1) FASE DI POSIZIONE ORTOSTATICA

Blocco degli scarichi tensionali ad eccezione della deglutizione salivare.

2) FASE DI INDAGINE PSICOLOGICA

L'operatore esprime tre segnali: spada, cerchio, triangolo, In tempi diversi, mentre il soggetto, in posizione ortostatica, visualizza i segnali.

3) FASE INDUTTIVA SUBLIMINALE

L'operatore esprime la C.N.V. ed il Simbolismo secondo la chiave simbolica di accesso emotivo del soggetto scoperta durante la fase di indagine psicologica.

4) FASE DEL PASSAGGIO DA FLASH SUBLIMINALE A

FLASH IPNOTICO CON VERIFICA ANALOGICA TERMINALE

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Inserimento della C.V. nel rapporto ipnotico. L'operatore esprime alcune parole per verificare il potenziale acquisito nella fase induttiva.

5) FASE DI PILOTAGGIO

Richiesta fenomenologica o comportamentale. L'operatore chiede le prime fenomenologie ipnotiche.

6) FASE DI DEIPNOTIZZAZIONE

L'operatore attiva nel soggetto la fase di deipnotizzazione esprimendo il segno dello stimolatore gratificante e le frasi di chiusura del rapporto ipnotico.

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2. Fase di Posizione Ortostatica Al soggetto viene richiesto di mantenersi immobile, in piedi, ad occhi chiusi e senza parlare nè assentire. Come già detto in precedenza, il procedimento ipnotico della Ipnosi Dinamica si basa su un accumulo di tensione nel soggetto o, più precisamente, accumulo di micro-tensioni; quindi è necessario che nel soggetto siano bloccate tutte le possibili forme di "SCARICO TENSIONALE". La posizione ortostatica che il soggetto deve assumere, prima che abbia inizio la fase induttiva, è estremamente importante quale condizione di accumulo tensionale. Ogni micro-movimento di qualsiasi parte del corpo deve essere bloccato, occorre sia lasciata libera di manifestarsi solo la deglutizione salivare, ai fini della verifica terminale analogica. Anche gli occhi debbono rimanere chiusi per evitare scarichi di tensione; a meno che non si tratti di una variazione di postura imposta dall'operatore. Gli scarichi di tensione che il soggetto attua durante la fase induttiva, sono generalmente riconducibili ai seguenti comportamenti cinesici: 1) movimento dei piedi. 2) Micro - movimento improvviso delle dita. 3) Apertura degli occhi e sguardo rivolto all'ambiente

circostante. 4) Accellerazione del ritmo respiratorio. 5) Dondolio del tronco. 6) Spostamento del baricentro corporeo su una solo gamba. 7) Deglutazione salivare; tale scarico di tensione è lasciato

libero in funzione di quanto detto precedentemente.

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8) Interventi verbali, durante il test, per chiedere spiegazioni, esprimere commenti, semplicemente per assentire.

9) Sorriso, riso, o anche solo una leggera contrazione del labbro superiore, quasi a schernire l'azione dell'operatore.

10) Diverse forme di tic muscolare, particolarmente frequenti nella zona del viso.

11) Forme di scarico psico - somatico (sudorazione, rossore, tachicardia, tremori ecc.).

12) Labbra e denti serrati. 13) Irrigidimento degli arti inferiori e superiori. 14) Contrazione sopraccigliare. 15) Contrazione ritmica delle palpebre. L'operatore deve porre la massima attenzione affinché il soggetto mantenga la posizione ortostatica durante tutta la fase induttiva ad eccezione delle variazioni di postura che lui stesso imposterà direttamente durante le verifiche subliminali. Il blocco di eventuali scarichi di tensione (toccamenti sulle parti del corpo interessate), limitando l'invito verbale ai soli casi di assoluta necessità. Occorre informarsi su eventuali disturbi fisici del soggetto, quali, ad esempio, l'impossibilità di piegare il capo all'indietro, l'eventuale sofferenza conseguente all'innalzamento delle braccia .... ecc., al fine di evitare la richiesta di posture dolorose impossibili a mantenersi che pregiudicherebbero la riuscita dell'esperimento. La richiesta di assumere la posizione ortostatica deve essere formulata verbalmente o, ancora meglio, impostata direttamente dall'operatore sul soggetto toccandone le diverse parti del corpo, quelle analogicamente indicate quali possibili strumenti di scarico motorio.

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Sarà cura dell'operatore chiedere al soggetto di mantenersi rilassato, tranquillo e di non contrarre muscoli, in particolare della mascella, evitando di serrare le labbra e tenendo anzi la bocca semiaperta. La posizione preferenziale da far assumere al soggetto è: in piedi (in alternativa seduto o sdraiato) e comunque con appoggio su entrambe le gambe; l'appoggio su una gamba sola permette scarichi di tensione tramite l'impercettibile e ripetuta flessione dell'altra. Le braccia devono essere tenute preferibilmente distese lungo i fianchi. Bisogna controllare che l'immobilità del soggetto sia effettiva, ossia non sussistano micro-scarichi di tensione motori. I muscoli devono essere rilassati, perchè la loro contrazione è di per sè uno scarico tensionale. È bene controllare in particolare le ginocchia, i piedi, le dita dei piedi e delle mani, le mascelle. Le mascelle serrate indicano nel soggetto una resistenza attiva alle induzioni; se la quantità di micro-tensione creata con gli atti comunicativi del la C.N.V. è inferiore al grado di micro-tensione scaricata dal soggetto, serrando la mascella, e spesso i denti, si vanifica lo sforzo induttivo subliminale. Se il soggetto non mantiene la posizione ortostatica ma apre gli occhi o si mette a ridere, significa che i suoi indici di tolleranza sono molto bassi e che l'operatore con i suoi atti comunicativi li ha superati. A questo punto è necessario riprendere da capo la fase induttiva subliminale, reimpostando nel soggetto la posizione ortostatica, se è possibile senza inserire la C.V.; in caso di insuccesso si può scambiare qualche battuta col soggetto quindi ricominciare da capo l'esperimento. Lo scarico di tensione attraverso il riso può essere bloccato con la ripetizione speculare, ridendo cioè dell'allegria del soggetto: la ripetizione speculare delle espressioni sonore vanifica il tentativo

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di scarico e determina un arco riflesso; più il soggetto tenta istintivamente di scaricare e più si carica automaticamente di tensione. ATTENZIONE! La posizione ortostatica è un elemento chiave per la produzione delle micro-tensioni in fase induttiva subliminale. Nei soggetti con tendenza a somatizzare, il carico tensionale prodotto con la C.N.V. può incrementare il sistema di scarico somatico: tachicardia, ritmo respiratorio accellerato, spasmi allo stomaco, ipersudorazione, rafforzamento di eventuali tic nervosi, tremori .... ecc.... Tali sistemi naturali o alterati di scarico tensionale, presenti nel soggetto, possono vanificare l'effetto degli atti comunicativi espressi con la C.N.V., portando a valori prossimi allo zero l'accumulo tensionale pilotabile. L'operatore nel momento in cui avverte, per esempio, una sostenuta accellerazione dei ritmi biologici, è opportuno sospenda gli atti comunicativi penalizzanti e li sostituisca con atti comunicativi gratificanti, riducendo così il carico tensionale entro la capacità di contenimento. Se ciò non risulterà sufficiente, inviterà il soggetto a effettuare alcuni movimenti: passi in avanti o in dietro, movimenti delle braccia e del corpo; in sintesi bloccherà la posizione ortostatica per permettere al soggetto di scaricare col sistema motorio (cinesica). Quando il soggetto avrà ridotto lo scarico somatico a livelli accettabili, l'operatore imposterà di nuovo la posizione ortostatica nel soggetto e riprenderà la fase induttiva subliminale secondo metodo.

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3. Fase di Indagine Psicologica L'operatore ha impostato la posizione ortostatica, ha invitato il soggetto ad aprire di nuovo gli occhi ed osservare i tre segni che, in tempi diversi, esprime con le mani o con altre parti del corpo. L'operatore, mentre invia uno dei tre segni simbolici (spada-cerchio-triangolo) controlla la reazione emotiva del soggetto tramite la C.N.V. che viene espressa: - VERIFICHE POSITIVE (DI GRADIMENTO) - VERIFICHE NEGATIVE (DI RIFIUTO) ed individua così il segno alimentatore e quello stimolatore penalizzante, scoprendo così la combinazione di accesso all'emotività del soggetto, spesso è possibile individuare nel soggetto la sua combinazione di accesso emotivo prima della fase di indagine psicologica e ancora prima del test ipnotico: basta fare attenzione ai segni gestuali che il soggetto esprime stando al suo posto. Le verifiche subliminali di gradimento sono rappresentate da: - LIEVI SPOSTAMENTI DEL CORPO IN AVANTI - MORDICCHIAMENTO DELLE LABBRA - LINGUINO - BACIO ANALOGICO Le verifiche subliminali di rifiuto sono rappresentate da: - LIEVI SPOSTAMENTI DEL CORPO IN DIETRO - SEGNO DI SMORFIA CON LE LABBRA - RASCHIAMENTO

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Ricordiamo al lettore che le risposte analogiche di C.N.V. che il soggetto esprime sui tre segni simbolici (spada-cerchio-triangolo) rappresentati gestualmente dall'operatore con le proprie dita davanti agli occhi aperti del soggetto, possono essere: - DI GRADIMENTO PER IL SEGNO CHE RAPPRESENTA IL

SUO STIMOLATORE PENALIZZANTE - DI RIFIUTO PER IL SEGNO CHE RAPPRESENTA IL SUO ALIMENTATORE

- NESSUNA RISPOSTA ANALOGICA PER IL SEGNO CHE

RAPPRESENTA IL SUO STIMOLATORE GRATIFICANTE.

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4. Fase Induttiva Subliminale La fase induttiva subliminale comprende l'invio di atti comunicativi non verbali e la impostazione dei test di verifica analogica. - INVIO ATTI COMUNICATIVI DELLA C.N.V. - EFFETTUAZIONE DEI TESTS DI VERIFICA ANALOGICA Questa fase permette all'operatore di acquisire il potenziale ipnotico subliminale e divenire bersaglio analogico per il NON IO del soggetto. Le stimolazioni che l'operatore deve esprimere sono gli ATTI COMUNICATIVI della C.N.V. Ad ogni set di atti comunicativi espressi deve far seguito una verifica analogica, mirante a definire l'orientamento comportamentale del soggetto (gratificante o penalizzante) nei confronti dell'operatore. Essa è costituita da una variazione di postura impostata direttamente sul soggetto al termine dell'invio del set di sollecitazioni analogiche (ATTI COMUNICATIVI). Se tali variazioni di postura (sollevamento delle braccia, inclinazione del tronco ....) sono mantenute dal soggetto, anche dopo l'impostazione materiale da parte dell'operatore, la verifica analogica è positiva e l'operatore potrà esprimere un altro set di ATTI COMUNICATIVI. Se la verifica è negativa (il soggetto ritorna ad assumere la posizione originaria), l'operatore dovrà riformulare il set di atti comunicativi precedentemente espressi, conferendo a questi dei contenuti più penalizzanti o meno penalizzanti a seconda dei casi.

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Fase Induttiva e Verifiche Analogiche Subliminali L'operatore utilizza la fase induttiva per acquisire potenziale subliminale, egli opera nella zona franca dell'indice di tolleranza del soggetto, divenendo così un bersaglio analogico per il suo inconscio. Come già sappiamo, l'induzione ipnotica si ottiene attraverso gli ATTI COMUNICATIVI della C.N.V., (Segni e Gesti del Simbolismo) vale a dire attraverso stimolazioni analogiche che alimentano la componente tensionale del soggetto, senza che questo se ne avveda in tempo utile per poter contrapporre i propri meccanismi di difesa. Abbiamo già visto, anche in precedenza, che la C.N.V. comprende quattro canali fondamentali: Prossemica, Cinesica, Paralinguistica, Digitale. Durante la fase induttiva subliminale l'operatore non deve utilizzare la C.V., a meno che, per motivi contingenti, non lo ritenga indispensabile, per esempio nel caso in cui il soggetto non mantenga la posizione ortostatica malgrado sia stato precedentemente informato della sua importanza. La fase induttiva deve necessariamente avanzare di pari passo con le verifiche analogiche; sono proprio queste ultime ad indicare all'operatore se la sua azione ipnotica procede sui binari del successo o dell'insuccesso. La fase induttiva subliminale termina quando l'operatore è riuscito a provocare nel soggetto una tensione di valore pari all'indice di tolleranza. Dopo aver reso il Servizio Analogico nella quantità richiesta dal simbolo egemone. L'obiettivo si considera raggiunto quando risulta avvenuto il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico. Se il soggetto gratifica analogicamente l'operatore con la realizzazione positiva del test di verifica analogica terminale, significa che l'indice di tolleranza è stato felicemente rispettato e superato dal potenziale ipnotico dell'operatore.

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Qualora questo non avvenga, l'operatore dovrà riprendere la fase induttiva con altri atti comunicativi, successivi test di verifica subliminale, per aumentare la tensione del soggetto sino a raggiungere il valore del suo indice di tolleranza. Il passaggio flash subliminale a flash ipnotico indica quindi che la fase induttiva è terminata; essa sarà eventualmente ripresa durante la fase di pilotaggio nel caso sia necessario tarare il potenziale ipnotico acquisito in rapporto all'obiettivo da raggiungere. Giunti a questo punto è necessario parlare delle verifiche analogiche, le quali permettono all'operatore di verificare il potenziale subliminale acquisito durante la fase induttiva. Nella fase induttiva, contemporaneamente all'invio di atti comunicativi di C.N.V. ed al blocco degli scarichi di tensione, l'operatore deve quantificare il potenziale ipnotico subliminale raggiunto in quel preciso momento. Le verifiche subliminali si realizzano attraverso variazioni di postura imposte al soggetto successivamente alla posizione ortostatica che lo stesso ha assunto all'inizio del test ipnotico. Se il soggetto mantiene tali posture, l'esito della verifica si deve considerare positivo, in quanto ciò significa che l'operatore ha acquisito il potenziale subliminale sufficiente alla neutralizzazione del fastidio e della fatica che la cosa comporta. Diverse posture richiedono un diverso potenziale subliminale, quindi un diverso servizio analogico; sarà compito dell'operatore saper esprimere quegli atti comunicativi capaci di determinarle quello idoneo. Il soggetto deve mantenere le posture imposte, passivamente, senza competitività nè collaborazione. In entrambi i casi si avrebbe infatti l'effetto subliminale, ossia al si sotto della soglia consapevole dell'Io.

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Le cose possono essere meglio chiarite con un esempio: supponiamo che l'operatore, ad un certo punto della fase induttiva, richieda al soggetto di tenere sollevato il braccio destro (in pratica l'operatore prende il braccio del soggetto e lo solleva ad una determinata altezza). A questo punto abbiamo tre possibilità: A) L'operatore si accorge che il soggetto collabora, aiutandolo

nel movimento; in tal caso l'operatore riabbasserà il braccio e penalizzerà il soggetto con atti di C.N.V. (farà cioè capire al soggetto che non è soddisfatto del suo comportamento).

B) Il soggetto, competitivo, abbassa il braccio.

L'operatore in tal caso mostra soddisfazione, battendo magari due colpetti amichevoli sul dorso della mano destra del soggetto, quasi che questi avesse fatto esattamente ciò che gli era stato chiesto di fare.

C) Il soggetto alza il braccio passivamente e lo tiene sollevato;

perchè la verifica analogica dia esito positivo, è sempre necessario che l'operatore abbia acquisito un pur minimo potenziale ipnotico subliminale.

È bene quindi non affrettare la richiesta di tali verifiche e tarare le richieste in base al potenziale ipnotico subliminale che si ritiene di aver acquisito esaminando gli scarichi di tensione del soggetto. Esempio di verifiche richiedenti, in genere, un minimo potenziale ipnotico subliminale: - lieve piegamento o comunque variazione della posizione di

un dito; - lieve rotazione di un polso;

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- lieve allontanamento di un braccio dal corpo lieve torsione del busto; - lieve variazione dell'inclinazione del corpo rispetto alla

posizione iniziale; - lieve torsione del corpo; - lieve inclinazione (in avanti o all'indietro) del corpo; Sul soggetto già invitato a porsi in piedi e con le braccia in posizione naturale di riposo, l'operatore può impostare verifiche analogiche di crescente contenuto penalizzante: - flessione del gomito in modo che tra braccio ed avambraccio

si formi un angolo acuto, poi retto, infine ottuso; - piegamento delle braccia in modo tale che le dita delle mani

appoggino sulla fronte (tipica posizione assunta da un soggetto ipnotizzato);

Il minimo potenziale ipnotico necessario per ottenere le varie flessioni del gomito, deve essere via via aumentato con l'impostazione di posizioni sempre più difficoltose: - variazione della posizione del tronco che, da eretto, viene

flesso in avanti e indietro, poi ancora a sinistra e a destra. - rotazione del corpo in avanti, all'indietro, successivamente a

sinistra e poi a destra. - divaricazione delle dita o ripiegamento su se stesse - flessione delle ginocchia in avanti mantenendo sempre la

schiena rigida, la flessione da lieve può essere via via incrementata fino al limite di tolleranza.

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Il grado progressivo di difficoltà delle varie posizioni imposte indica, se queste sono mantenute, il valore del potenziale ipnotico subliminale acquisito fino a quel momento dall'operatore. Nel momento in cui l'operatore inserisce la C.V. (singole parole o frasi), il soggetto può avvertire una penalizzazione (aumento di tensione) o al contrario una gratificazione (riduzione della tensione). Se il potenziale ipnotico dell'operatore ha superato l'indice di tolleranza del soggetto, verrà registrato come gratificante l'inserimento delle parole tra le modalità comunicative. Se invece si effettua il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico prima di aver acquisito il potenziale necessario (superamento dell'indice di tolleranza), il soggetto avvertirà un aumento della tensione nel momento in cui l'operatore inizierà a parlare, pertanto registrerà l'inserimento della C.V. come atto comunicativo penalizzante. Dato che tutte le sue possibilità di scarico tensionale sono ormai bloccate, grazie alle verifiche analogiche subliminali effettuate precedentemente il soggetto non può compiere automaticamente alcuna variazione di postura (braccia, mani, capo, gambe, tronco); non gli rimane quindi che scaricare la tensione provocata dall'inserimento della C.V. deglutendo la saliva secreta in eccesso dalle sue ghiandole salivari. Tutti sappiamo che qualsiasi persona, nel momento in cui avverte, inaspettatamente un rumore sconosciuto reagisce con un sussulto. Facciamo ora l'ipotesi che l'individuo non sia in grado di scaricare in tal modo la tensione prodotta dal rumore, perchè strettamente legato ad un palo, nè che possa effettuare alcun altro movimento e per di più sia costretto a tenere gli occhi chiusi, avvertendo un rumore improvviso, il nostro individuo subirà un repentino

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aumento di tensione a cui farà seguito una abbondante salivazione con conseguente necessità di deglutire. Durante il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico, l'operatore porrà il capo del soggetto sull'indice proprio per poter rendersi visivamente ed immediatamente conto di una eventuale deglutizione. Come già detto, se la deglutizione salivare non avviene e il soggetto permane nella posizione ipnotica senza effettuare alcun movimento, l'operatore ha la certezza di poter chiedere le prime fenomenologie ipnotiche (blocco dei piedi, irrigidimento degli arti inferiori, piegamento repentino delle gambe, ecc.) In caso contrario dovrà riprendere le penalizzazioni sino a coprire l'indice di tolleranza del soggetto. Di questa particolare fase occorre tener presente due aspetti fondamentali: l'operatore, nel momento in cui inserisce la C.V. nel rapporto ipnotico, non deve richiedere immediatamente una fenomenologia ipnotica, ma unicamente verificare se il suo inserimento viene registrato penalizzante o gratificante dal soggetto. Pertanto è opportuno adottare frasi o parole che non contengono esplicite richieste, ma espressioni del tipo: "ora .... in questo momento tu ascolti la mia voce e avverti la mia persona vicino a te", o altre locuzioni di natura similare. Solo quando sarà sicuro di essere registrato gratificante (mancata deglutizione salivare), l'operatore formulerà le prime richieste fenomenologiche, quelle più facilmente realizzabili. Durante la verifica analogica terminale è necessario che l'operatore si collochi avanti al soggetto, ad una distanza neutra di circa un metro, per non influenzare con eventuali atti o gesti inconsapevoli prodotti casualmente, la risposta analogica del soggetto, falsando in tal modo l'esito della verifica stessa.

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Può accadere che il soggetto deglutisca saliva non perchè l'operatore abbia iniziato a parlare, ma perchè suoi atti comunicativi involontari sono stati registrati penalizzanti. Durante l'impostazione delle varie posture, l'operatore può valutare un eventuale atteggiamento negativo di competitività, stimando il grado di resistenza fisica opposta alla pressione da lui esercitata. Nel caso del sollevamento di un braccio del soggetto la collaborazione si avverte in base ad una eccessiva leggerezza del braccio stesso. Se il braccio risultasse assai più leggero di quanto la sua massa non faccia prevedere, ciò vuol dire che il soggetto collabora eccessivamente, falsando il risultato, apparentemente positivo, della verifica analogica. Se il braccio risultasse irrigidito o molto pesante, ciò vuol dire che il soggetto è fortemente competitivo nei confronti dell'operatore e/o nei confronti del procedimento ipnotico. Quanto detto vale anche per il tronco, la testa e per qualsiasi altra parte del corpo sollecitata ad una variazione di assetto. Prima e durante il procedimento l'operatore deve evitare: - L'atteggiamento competitivo nel soggetto che si appresta a

subire l'esperimento ipnotico. - Un carico tensionale di questi superiore ai suoi indici di

tolleranza. - Una relazione negativa dell'ambiente e l'inevitabile influenza

sfavorevole nei confronti suoi (timore dell'insuccesso, tensione ..) e del soggetto (legame di complicità con l'ambiente, sicurezza eccessiva e sarcasmo).

Nella fase induttiva l'operatore esegue in un primo tempo (due, tre minuti) due operazioni contemporaneamente:

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1) INVIO ATTI COMUNICATIVI CON I QUATTRO CANALI DELLA C.N.V. In questa fase devono essere individuati ed espressi gli atti comunicativi più penalizzanti per ogni canale, ovviamente opportunamente tarati con atti gratificanti per non superare l'indice di tolleranza.

2) BLOCCO DI EVENTUALI SCARICHI DI TENSIONE NEL RISPETTO DELLA POSIZIONE ORTOSTATICA. Terminata questa primissima fase tendente ad analizzare il comportamento analogico del soggetto nei confronti delle induzioni subliminali della C.N.V. l'operatore passa ad approfondire la fase induttiva a mezzo sempre degli strumenti sopraesposti e integrati dalle verifiche subliminali.

Mantenimento della posizione ortostatica Nella vita normale, qualunque essere sottoposto a stati di tensione tende, grazie ai propri naturali meccanismi di difesa, ad evitare tale condizione. Lo scarico della tensione accumulata avviene, per lo più, col movimento. Qualunque gesto o movimento, qualunque atto è uno scarico di tensione, si può scaricare tensione anche durante un normalissimo dialogo, muovendosi, grattandosi, toccando gli oggetti circostanti ecc. È interessante notare che la maggior parte dei movimenti o gesti tendenti a scaricare tensione, vengono eseguiti istintivamente e non si ha nemmeno il sospetto che questi possono essere in relazione con stimolazioni ricevute o che nascono da un precedente coinvolgimento emozionale. Tipico esempio è l'improvviso grattarsi sul viso mentre si ascolta qualcuno, l'lo razionale non codifica che si è ricevuta una stimolazione, la quale ha prodotto un carico tensionale e quasi

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simultaneamente un prurito, ma semplicemente prende atto del prurito. Precisiamo che il grattamento è solo una delle tante modalità di scarico naturale, anche la variazione del ritmo respiratorio, i semplici movimenti di un dito, l'assentire emettendo dei suoni vocali, le somatizzazioni, sono tutte forme di scarico tensionale. Nella fase induttiva subliminale dell'Ipnosi Dinamica, l'operatore deve assolutamente porre la massima attenzione a questi tipi di scarico. Servendosi della comunicazione subliminale, l'Ipnosi Dinamica raggiunge il massimo della potenza penetrativa rispetto a qualsiasi altro metodo induttivo che faccia uso della parola (comuni test di suggestionabilità). L'operazione di blocco degli scarichi tensionali del soggetto, per tutta la fase induttiva, rimane senz'altro l'elemento più delicato e importante. Infatti l'invio di atti comunicativi ancorché espressi da un operatore esperto, se non perfettamente tarati possono produrre con frequenza nel soggetto movimenti di scarico. Di qui la grande importanza del far mantenere la posizione ortostatica. L'operatore può tuttavia pretendere una posizione non rigidamente statica, se ritiene di ridurre l'accumulo tensionale prodotto o l'eccessiva attivazione di scarichi somatici, evitando così il pericolo di un cortocircuito a seguito di un brusco superamento dell'indice di tolleranza. L'esperienza ci consiglia di utilizzare un "ruolo morbido" durante la fase induttiva, soprattutto se si è allievi alle prime esperienze. Vi è tutta una serie di movimenti analogici che il soggetto generalmente compie, pur ritenendo di continuare ad essere nella posizione ortostatica richiesta.

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L'operatore, se utilizza un ruolo morbido, lascerà attivate alcune piccole forme di scarico tensionale quali: - ONDEGGIAMENTI del corpo appena percettibili, lievi

movimenti delle dita e delle palpebre, pur rimanendo il soggetto ad occhi chiusi.

- CONTRAZIONI MUSCOLARI del viso, delle braccia, delle gambe, dei piedi.

In questi casi occorre fare attenzione che tali forme di irrigidimento non possano impedire l'impostazione delle verifiche subliminali. Ruolo morbido o intransigente, resta sempre al soggetto la possibilità di scaricare la tensione eccedente deglutendo saliva. L'operatore non bloccherà mai tale scarico di tensione. Anzi il perfetto metodo induttivo ha come unico sistema di controllo proprio la deglutazione salivare. La parte più delicata della fase induttiva subliminale è quella iniziale, in cui l'operatore non può ancora ricorrere ad atti fortemente penalizzanti e dovrà costruirsi con molta gradualità il proprio potenziale. Tornando ora alle varie forme di scarico tensionale di cui si è detto sopra, lo scopo dell'operatore è quello di bloccarle, o con la posizione ortostatica, o con la ripetizione speculare, o con leggeri toccamenti delle zone corporee interessate. Se l'operatore avrà adottato il ruolo morbido, lascerà libere di esprimersi alcune forme di scarico, provvedendo in ogni caso a non bloccare la deglutizione salivare. La scelta degli atti di stimolazione sarà molto semplice: atti penalizzanti quelli che avranno causato la deglutizione nel soggetto, gratificanti gli altri.

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Ricordiamo ancora che è l'atto penalizzante a consentire l'acquisizione di potenziale, quello gratificante ha solo funzioni di "taratura". Vari sistemi per bloccare gli scarichi di tensione del soggetto Dato che qualunque movimento è uno scarico di tensione, l'operatore dovrà cercare di tenere sotto controllo, con lo sguardo, tutto il corpo del soggetto (sguardo periferico), evitando di fissare un punto preciso. Tuttavia, se la posizione statica è ben impostata e accettata dal soggetto, che evita quindi di ridere o sorridere, di tenere gli occhi semiaperti, ecc.., gli scarichi più frequenti rimangono: - movimenti delle palpebre (senza apertura degli occhi) - movimenti delle labbra (generalmente atteggiate a sorriso) - movimento all'interno della bocca e/o della mascella - piccoli movimenti delle dita - contrazioni muscolari - forme di scarico neurofisiologiche Il blocco di questi tipi di scarico può essere ottenuto dall'operatore toccando con le proprie dita la parte del corpo in movimento. Se il semplice toccamento non è sufficiente a bloccare lo scarico, si può ricorrere ad artefici di vario genere; nel caso di movimenti delle labbra o della bocca si potrà inserire fra le labbra stesse un foglietto di carta, per sostenere il quale il soggetto sarà costretto a bloccare il movimento. I movimenti delle dita e delle mani vengono facilmente annullati in una seconda fase, quando si riesce a porre il soggetto con le braccia alzate per effettuare le prime verifiche subliminali. Può anche capitare che non si riesca a bloccare questa forma di scarico.

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In tal caso è preferibilmente ricorrere alla C.V., chiedendo senz'altro al soggetto di non effettuare determinati movimenti in quanto ciò non stà nei patti e non è contemplato dalla posizione statica. Naturalmente, dopo l'inserimento della C.V., la fase induttiva dovrà essere ripresa dall'inizio. La contrazione muscolare è uno scarico di tensione più difficilmente identificabile del precedente, ma di più semplice eliminazione. Anche senza ricorrere alla C.V., è sufficiente infatti variare la posizione del corpo del soggetto, o di parte del corpo, per eliminare la contrazione. Anche senza ricorrere alla C.V., è sufficiente infatti variare la posizione del corpo del soggetto, o di parte del corpo, per eliminare la contrazione. La cosa migliore è comunque il cercar di evitare tali forme di scarico già al momento della impostazione della posizione statica. Nel caso frequente di mascellazione (contrazione del muscolo della mascella), si potrà abbassare la mascella stessa sino a che le labbra stiano socchiuse. Nel caso di contrazione dei muscoli delle gambe (ginocchia spinte fortemente all'indietro), l'operatore, dopo essersi portato dietro al soggetto ed avere annullato quasi del tutto la prossemica, attuerrà una lieve flessione delle proprie ginocchia per sospingere in fuori quelle del soggetto ed annullare così ogni contrazione. Le forme neurofisiologiche di scarico sono senz'altro le più difficili, sia da identificare che da bloccare. Le più comuni sono: - la respirazione accelerata; se ne può tentare il blocco con la

ripetizione speculare: l'operatore con lo stesso ritmo e intensità del soggetto.

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- tachicardia; la si può generalmente ridurre invitando il soggetto a respirare più profondamente ed inviando atti comunicativi gratificanti.

- ipersudorazione; anche qui occorre ricorrere alle gratificazioni, in modo da diminuire la tensione del soggetto fino ad eliminare la necessità di scarico; verificare poi se, con successive penalizzazioni, l'inconscio del soggetto non devia verso forme di scarico diverse.

L'esperienza tuttavia ci insegna che è anche possibile ovviare agli scarichi neurofisiologici, perché questi non risultino eccessivamente attivati, producendo atti comunicativi penalizzanti di contenuto tensionale superiore alle possibilità di scarico. Denominiamo "iper" tale modalità induttiva. Per ridurre qualunque altra forma di scarico, l'operatore dovrà comportar si in modo analogo a quanto è stato detto precedentemente; fin che è possibile naturalmente, si cercherà il non - mantenimento della posizione ortostatica da parte del soggetto, con risate, risatine, colpi di tosse, raschiamenti, aper tura degli occhi, movimenti delle gambe, ecc. L'operatore dovrà, volta per volta, decidere sulla opportunità e possibilità di applicare la ripetizione speculare, di effettuare toccamenti con le dita e con il corpo sulle zone fisiche che evidenziano lo scarico oppure ricorrere all'invito verbale. Classico è il caso del soggetto che ride e dell'operatore che gli "ride sopra"; in tale situazione l'operatore dovrà essere ben sicuro di poter sopportare una eventuale reazione nei confronti dell'ambiente, che sarebbe penalizzante per lui stesso e favorevole per il soggetto.

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Il Ribaltamento Ipnotico Eccoci finalmente giunti al più importante argomento tecnico di tutta l'IPNOSI DINAMICA: "l'uso degli ATTI COMUNICATIVI". Il momento nel quale esprimerli, la loro taratura, la scelta del tipo di espressione analogica e delle opportune modalità espressive, rappresentano gli aspetti più delicati di un procedimento ipnotico. Abbiamo più volte affermato che un ATTO COMUNICATIVO DI C.N.V. può essere GRATIFICANTE o PENALIZZANTE in base all'effetto tensionale che produce sul soggetto. PENALIZZANTE - AMPLIFICA LO STATO TENSIONALE GRATIFICANTE - RIDUCE LO STATO TENSIONALE Si è già detto della necessità di alternare, durante la fase induttiva, atti comunicativi penalizzanti ad atti comunicativi gratificanti, ma è bene ricordare che non esistono atti penalizzanti ritenuti tali in senso assoluto da tutti gli individui; così come non esistono atti comunicativi gratificanti in senso assoluto. È il soggetto che, in base alla sua esperienza emozionale di vita vissuta, colloca un atto comunicativo nella classe penalizzante o gratificante. All'inizio della fase induttiva l'operatore invierà una serie innumerevole di atti comunicativi ed, in rapporto alla deglutizione salivare del soggetto, estrapolerà dal parco atti espressi quelli efficaci. Dobbiamo ancora far osservare che, non solo l'atto penalizzante per un soggetto può essere gratificante per un altro, ma lo stesso soggetto può reagire diversamente alle stimolazioni in rapporto al potenziale ipnotico acquisito via via dall'operatore. Tale fenomeno viene definito "RIBALTAMENTO IPNOTICO".

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Il RIBALTAMENTO IPNOTICO consiste nella variazione del modo in cui un atto comunicativo già ricevuto viene registrato (da penalizzante a gratificante e viceversa). Un flash induttivo perfettamente realizzato determina il ribaltamento ipnotico dell'atto comunicativo precedentemente espresso, così come il flash ipnotico determina ad un certo punto nel soggetto il piacere di effettuare le fenomenologie tipiche. Tale piacere è spesso talmente intenso al punto che l'operatore può tranquillamente ottenere comportamenti assurdi o ridicoli, come avviene nelle sale di teatro (soggetto che abbia ....) senza che questi avverta un benché minimo disagio. Possiamo senza dubbio affermare che il ribaltamento ipnotico è il vero obiettivo tecnico che l'operatore deve conseguire. Ritornando agli Atti Comunicativi della C.N.V., diciamo subito che non è possibile giungere ad una completa elencazione di tutti quelli possibili che sono evidentemente infiniti; tenteremo comunque di classificarli secondo criteri operativi, dando quelle indicazioni guida che la pratica ormai ventennale ci ha segnato. Atti Comunicativi della C.N.V. Analizzeremo, per ogni canale di C.N.V., quali Atti Comunicativi esprimere durante Test Analogico.

CINESICA

La Cinesica è il canale di C.N.V. che riguarda l'utilizzo dei gesti a fini espressivi. Nell'uso comune si suole definire il gesto come un movimento rapido, generalmente di breve durata e di una sola parte del corpo dell'individuo, tale movimento può essere classificato come espressivo o come induttivo.

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Se il gesto viene espresso consapevolmente da un individuo (operatore) nei confronti dei un altro individuo (soggetto), lo definiamo "Atto Comunicativo" ed assume il carattere induttivo. Se il gesto è espresso inconsapevolmente avremo un "Atto Analogico", prodotto per scaricare della tensione accumulata da pensieri che insorgono spontanei, da stimoli casualmente prodotti dall'ambiente e espressi da un preciso interlocutore. Il gesto con significato di “Atto Analogico" ossia di reazione emotiva, è lo sfogo di una energia tensionale che si sprigiona dell'individuo a partire da meccanismi trasformatori di forze che sono i centri nervosi. L'innervazione dei vari distretti anatomici permette la sua trasformazione in contrazioni muscolari e pertanto in movimenti. Questo tipo di gesto viene classificato come espressivo. UN ATTO ANALOGICO GESTUALE ASSUME LA FUNZIONE DI ATTO COMUNICATIVO SE IL TRASMITTENTE È CONSAPEVOLE DELL'EFFETTO TENSIONALE CHE DETTO ATTO PUÒ DETERMINARE NEL RICEVENTE (VALORE ENERGETICO DELLA MICRO TENSIONE PRODUCIBILE). L'operatore non deve porre attenzione al significato etnologico del gesto ma solo alla componente energetico-tensionale che tali gesti posseggono nei confronti del soggetto. Lo schema seguente illustra le modalità attraverso le quali vengono connessi sul piano temporale e causale i veri aspetti del meccanismo generale di scarico delle tensioni.

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Nel metodo diretto la cinesica viene utilizzata dall'operatore: 1) per compiere "Atti Magnetici" su qualsiasi parte del corpo del

soggetto; 2) per introdurre la digitale, dato che non è possibile sfiorare con

la mano, per esempio, la fronte del soggetto senza inviare contestualmente degli stimoli analogici con la cinesica (avvicinamento della mano alla zona ove verrà attuata la digitopressione);

3) per impostare le verifiche analogiche subliminali (piegamento

delle braccia, del tronco e delle gambe del soggetto).

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I movimenti cinesici espressi nella fase induttiva dall'operatore possono essere classificati a seconda della: 1) DURATA (movimento lento, rapido, ripetuto); 2) INTENSITÀ (maggiori o minori contenuti penetrativi ed

emozionali legati alla mimica); 3) SPAZIALITÀ (più vicino o più lontano dal corpo del soggetto). ATTI CINESICI GRATIFICANTI E PENALIZZANTI Un atto comunicativo cinesico è penalizzante quando sollecita tensione nel soggetto, è gratificante quando riduce la tensione già esistente nel soggetto. La Cinesica ai fini induttivi rappresenta un valido strumento di taratura dei contenuti tesionali espressi con la prossemica (gestione dello spazio comunicativo); pertanto ad ogni variazione penalizzante della prossemica (es.: passo in avanti verso il soggetto) generalmente deve far fronte un atto cinesico gratificante. Pensate che la cinesica serva come grammatura (gratificante-penalizzante) da aggiungere, sul piatto della bilancia, all'atto comunicativo della prossemica, per ottenere il giusto equilibrio tra stimolo ed esigenze analogiche del soggetto. Ritornando all'analisi esclusiva di atti comunicativi cinesici penalizzanti, occorre ricordare che la durata dell'atto, la sua intensità mimica, le conseguenti variazioni di spazialità tra gli attori dell'interazione, sono tutti elementi operativi che influenzano il contenuto emozionale dell'atto comunicativo, rendendolo più o meno penalizzante per il soggetto. Gli atti comunicativi della cinesica, nel procedimento ipnotico, possono essere espressi dall'operatore con gli arti superiori,

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inferiori e, in alcuni casi, con l'avvicinamento del tronco verso il soggetto, mantenendo però lo stesso rapporto prossemico (piedi dell'operatore fissi al suolo ed alla distanza dal soggetto precedentemente impostata). Se l'operatore utilizza le braccia e le mani, occorre tener presente che gli atti cinesici compiuti in senso ascendente davanti al viso del soggetto sono penalizzanti, mentre quelli compiuti in senso discendente sono gratificanti. L'operatore deve saper valutare con sicurezza i canoni identificativi analogici di ogni atto comunicativo o sollecitazione tensionale; è necessario quindi aver analizzato a fondo e ben assimilato i concetti di gratificazione e di penalizzazione, illustrati nel paragrafo relativo. Possiamo aggiungere che l'operatore, man mano si esprime attraverso gli atti comunicativi, deve costantemente verificare l'andamento dell'induzione attraverso: - Il positivo procedere di ogni verifica subliminale, ciò significa

che la taratura degli atti comunicativi espressi è stata perfetta.

- L'attenta osservazione della deglutizione salivare del

soggetto anche durante la fase induttiva; se il soggetto deglutisce vuol dire che ha accusato un atto penalizzante, pertanto l'intento è stato raggiunto. Se il soggetto non deglutisce ed al contempo non ha eseguito alcun altro atto di scarico (variazione o micro-variazione autonoma del suo stato, vuol dire che l'operatore ha poco o per nulla penalizzato, può quindi esser necessario riformulare in modo diverso gli atti comunicativi.

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Ricordiamo che durante il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico il soggetto, al contrario, non deve deglutire. Bisogna considerare che nella fase induttiva ipnotica la cinesica è meno utilizzabile che nella DIPNOSI o metodo indiretto, in quanto il soggetto ad occhi chiusi non sempre, dai giochi luci-ombre e dai movimenti d'aria, può cogliere il significato analogico del gesto. ATTI CINESICI ESPRIMIBILI DURANTE IL TEST ANALOGICO - Vari movimenti rapidi e decisi delle braccia, del tronco, delle

mani, delle ginocchia, entro spazi prossimi al soggetto e diretti verso di lui. È importante la loro intensità ed il loro numero nell'unità di tempo; ottimale è una distanza di circa 30 cm. dal viso del soggetto e dalle zone del corpo soggette a stimoli sessuali, quali il bacino, il torace, la schiena, le cosce, il pube, la testa.

Tecnica da "pranoterapeuta" (passi magnetici) - Movimenti lenti ad una distanza di 20/30 cm. dal corpo del

soggetto, partendo dalla testa e scendendo sino ai piedi. I passi si eseguono seguendo quattro immaginarie linee verticali:

ANTERIORE POSTERIORE SUL FIANCO DESTRO SUL FIANCO SINISTRO - Avvicinamento rapido o lento della testa dell'operatore sino

ad una distanza di 20/30 cm. dal viso e dal corpo del soggetto, scendendo lentamente sino all'altezza della vita.

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- Movimenti rotatori del dito sin quasi a sfiorare le labbra del soggetto.

- Movimenti rotatori della mano dell'operatore sui seni

(soggetto femminile), ad una distanza di 20/30 cm. - Movimenti rotatori della mano all'altezza dei fianchi. Ogni qualvolta il soggetto deglutisce, l'operatore avrà preso atto di aver sollecitato un'area penalizzante; in rapporto a questo dato potrà definire il carattere distonico del soggetto. Proseguirà poi la fase induttiva inviando altri atti comunicativi sulle zone attivate e integrando la cinesica con gli altri canali di C.N.V. Occorre precisare che gli atti cinesici registrati penalizzanti nelle zone del viso e della testa denotano nel soggetto una distonia affettiva; gli atti cinesici registrati penalizzanti nelle varie parti del tronco e degli arti, sino alle ginocchia, denotano una distonia sessuale. Le distonie comportamentali, di ordine estetico o funzionale, spesso sono evidenti esteriormente anche prima del test analogico. L'operatore, facilitato nel suo compito di diagnosi, si comporterà come sempre, sollecitando le zone in cui si esprimono le distonie.

PROSSEMICA

Il canale di C.N.V. della Prossemica consiste nella gestione delle variazioni degli spazi e quindi della distanza comunicativa, distanza definita in funzione della posizione dei piedi tra operatore e soggetto.

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L'operatore esprime quindi un atto comunicativo prossemico nel momento in cui riduce o aumenta la distanza della propria massa corporea da quella del soggetto. Naturalmente prossemica e cinesica vanno a braccetto, in quanto il concetto di distanza interrelazionale è recepito inconsciamente in rapporto alla possibilità di due attori di carezzarsi, colpirsi, sorreggersi e sfiorarsi vicendevolmente. Lo sguardo dell'operatore, la percezione del suo calore corporeo, le variazioni della luce ambientale, il fatto di mantenere o meno le palpebre abbassate, sono altrettanti elementi che concorrono alla definizione soggettiva dello spazio comunicativo, ossia del modo in cui questo è percepito. All'inizio di un procedimento ipnotico diretto, la distanza neutra (non creante tensioni) tra operatore e soggetto è generalmente di circa un metro; qualsiasi variazione in meno è registrata dal soggetto come penalizzante, mentre qualsiasi variazione in più viene registrata come gratificante. La posizione normale è faccia a faccia, qualora i due attori si trovino seduti; di fronte l'uno all'altro, ma non necessariamente incrociando lo sguardo, se l'esperimento avviene mentre entrambi mantengono la posizione eretta. Dopo aver pregato il soggetto, all'inizio dell'esperimento, di assumere una posizione ortostatica e di mantenerla durante tutto l'esperimento, l’operatore gli si pone ad una distanza di circa un metro e inizia la fase induttiva utilizzando preferibilmente la posizione eretta per sè come per il soggetto.

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Una volta ottenuta la posizione statica sul soggetto, l'operatore passa alla fase induttiva, iniziando l'invio di atti comunicativi penalizzanti con la C.N.V. ed imponendo contemporaneamente le necessarie verifiche analogiche per valutare l'andamento tensionale nel soggetto e gli avvenuti flashes subliminali. La componente tensionale di un atto comunicativo prossemico scaturisce non solo dalla avvenuta variazione della distanza comunicativa, ma anche dalla maggiore o minore rapidità con cui l'operatore effettuerà una nuova variazione spaziale. In sintesi le variazioni di distanza, il modo più o meno repentino in cui avvengono e le pause tra di loro, costituiscono le variabili operative tendenti a sollecitare una unica costante: LO STATO DI TENSIONE SUL SOGGETTO SOTTOPOSTO A DETTE STIMOLAZIONI. LE VARIE POSIZIONI RECIPROCHE FACCIA A FACCIA: operatore e soggetto sono seduti uno di fronte all'altro. La possibilità contingente di esprimere atti comunicativi esclude il canale della prossemica, in quanto l'operatore si colloca in una posizione non modificabile, se non in un atto che suggerisce analogicamente l'interruzione momentanea del rapporto.

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È un approccio operativo limitante per le espressioni analogiche dell'operatore. Si consiglia di rimanere in piedi, anche nel caso in cui si ritenga opportuno lasciare seduto il soggetto.

POSIZIONE FRONTALE: operatore e soggetto sono in piedi uno di fronte all'altro. La possibilità per l'operatore di esprimere atti comunicativi è estesa a qualsiasi canale della C.N.V., senza limitazione alcuna.

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FIANCO A FIANCO: l'operatore si colloca lateralmente al soggetto. Tale posizione può intervenire durante la fase induttiva come variazione repentina dell'opposizione frontale.

PETTO CONTRO SCHIENA: l'operatore si pone dietro al soggetto guardando in direzione della sua schiena. SCHIENA A SCHIENA: l'operatore si pone dietro il soggetto, arrivando a toccare la sua schiena con la propria. PETTO CONTRO FIANCO: l'operatore si pone di fianco al soggetto, sino a toccare con il proprio torace il fianco del soggetto. La posizione preferenziale è la posizione frontale (in piedi) o, in caso di necessità, soggetto seduto e operatore in piedi.

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Le altre posizioni possono essere assunte quali variazioni, in più o in meno, della distanza tra operatore e soggetto. Esse possono assumere diversi significati nella mente del soggetto ed è a questi che va collegato l'eventuale flash prodotto, ciò non di meno sarà l'effetto tensionale la loro sola misura. Ad ogni verifica analogica positiva, corrisponde un nuovo assetto plastico del soggetto; quando l'operatore avrà mutato completamente la posizione statica originale del soggetto in quella da lui costruita con le successive verifiche analogiche (braccia, mani, piede, tronco, testa, gambe, ginocchia leggermente piegate in avanti, labbra e denti non serrati, blocco di qualsiasi tic nervoso, respirazione normale,corpo in generale flessibile e docile all'impostazione delle varie posture), passerà ad impostare la verifica analogica terminale inserendo la C.V. Solo a questo punto sarà in grado di ottenere le prime fenomenologie ipnotiche. ALCUNI ATTI PROSSEMICI ESPRIMIBILI DURANTE IL TEST ANALOGICO • Avvicinamento graduale al soggetto sino ad annullare

completamente le distanze corporee. Avvicinamento ripetuto, di volta in volta, secondo le varie modalità sopra enunciate.

• Rapidi movimenti di avvicinamento e di allontanamento entro distanze non superiori ai due metri. Può essere importante produrre con i piedi un rumore di passi che accentui la sensazione dell'avvicinamento o dell'allontanamento, come pure emettere suoni di paralinguistica vocale contestualmente agli spostamenti.

• Rotazione attorno al soggetto con ripetute inversioni del senso di marcia; è una procedura che crea disorientamento.

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Naturalmente ai fini della individuazione dei punti distonici ipnotici, l'operatore si avvale contemporaneamente di più canali di C.N.V., al fine di rendere l'atto comunicativo più stimolante ed efficace. La prossemica fine a se stessa è già uno stimolo abbastanza intenso, ma per evidenziare un punto distonico ipnotico è preferibile abbinarla con la cinesica (gestualità a di stanza ravvicinata), meglio ancora se rafforzata ulteriormente con la digita le (toccamenti sulle parti del corpo di libero accesso).

CINESICA Il canale di C.N.V. deniminato Digitale riguarda la gestione dei toccamenti che l'operatore effettua con le mani su varie parti del corpo del soggetto. Contrariamente a quanto avviene col metodo indiretto della DIPNOSI, la stimolazione digitale, nel contesto ipnotico usuale, può essere adottata sin dalle prime fasi dell'esperimento e ciò grazie alla partecipazione consapevole del soggetto. Spesso la digitale è espressione terminale di un atto comunicativo iniziato con la variazione della distanza fisica (prossemica) e proseguito poi con l'avvicinamento delle mani (cinesica). Naturalmente l'allievo nella fase induttiva e soprattutto durante il test analogico, non deve sempre esprimere il ciclo completo, ossia prossemica, cinesica e digitale, perchè può essere registrato dal soggetto in modo estremamente penalizzante e

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ALCUNE FORME DI CONTATTO DIGITALE ESPRIMIBILI DURANTE IL TEST ANALOGICO Toccamenti in varie parti del corpo, ponendo particolare attenzione alle zone erogene; si opera dapprima su zone estremamente periferiche e successivamente più prossime. Lo stesso dicasi per le zone interessate a manifestazioni sintomatologiche di disturbi comportamentali. Toccamenti rapidi e decisi possono evidenziare distonie sessuali. Contatti dolci e carezzevoli possono evidenziare distonie affettive. Lievi massaggi su varie parti del corpo, soprattutto viso, tempie, guance, labbra, mani. Anche i toccamenti lievi e carezzevoli, all'inizio della fase induttiva, saranno con ogni probabilità registrati come penalizzanti; solo dopo il raggiungimento, da parte dell'operatore, di un adeguato potenziale ipnotico subliminale, le carezze risulteranno gratificanti in alternativa ad altri toccamenti più decisi e penalizzanti. Al fine di identificare i punti distonici ipnotici vale quanto detto in precedenza.

PARALINGUISTICA La paralinguistica è il canale di C.N.V. preposto alla gestione dei suoni (vocali o prodotti con strumenti propri ed impropri) senza significato logico. Si parla di gestione nel caso che questi suoni siano espressi intenzionalmente e secondo metodologia dall'operatore durante un procedimento ipnotico, ai fini di sollecitare lo stato tensionale di un soggetto.

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Ripetiamo che i suoni ipnotici non devono avere nessun significato; si può quindi ricorrere a qualunque tipo di verso o rumore, esprimere parole senza senso o parlare in una lingua sconosciuta al soggetto. Nei casi in cui questi suoni siano emessi istintivamente e senza alcuna finalità strategica, si:deve parlare di ATTI ANALOGICI di scarico tensionale. Il "raschiamento" della gola è per esempio un atto analogico. Anche per questo canale della C.N.V., come del resto per tutti gli altri, vanno ben distinti gli ATTI COMUNICATIVI dagli ATTI ANALOGICI. ATTI COMUNICATIVI sono espressi consapevolmente e

secondo metodologia dell'operatore della IPNOSI DINAMICA) hanno finalità induttive (ATTI INDUTTIVI).

ATTI ANALOGICI rappresentano le naturali modalità di

scarico tensionale analogico comuni a tutti gli individui, per esempio il raschiare o il tossire senza precise necessità fisiologiche; essi assolvono ad esigenze comunicative inconsce (ATTI ESPRESSIVI).

I suoni della Paralinguistica da usare in una fase induttiva si distinguono in suoni vocali ed in suoni strumentali. Fanno parte della paralinguistica anche la tonalità ed il timbro della voce e soprattutto le loro variazioni durante l'espressione verbale.

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L'operatore ipnotico deve porre attenzione massima alla propria voce, soprattutto durante la fase di pilotaggio, durante le richieste fenomenologiche. Nel metodo indiretto DIPNOSI; durante il Corso, l'allievo impara anche a riconoscere i suoni classificati tra gli ATTI ANALOGICI ESPRESSIVI della PARALINGUISTICA. Sono suoni che l'individuo emette istintivamente durante un normale rapporto dialogico per scaricare la tensione prodotta dai contenuti emozionali della C.V. e vengono utilizzati a scopo diagnostico o di verifica dal tecnico della DIPNOSI durante un comune dialogo. L'utilizzo dei suoni vocali paralinguistici nella tecnica induttiva dinamica si basa sulla loro natura emozionale, vale a dire sulla loro natura emozionale, vale a dire sul significato che essi hanno acquisito durante la fase della prima infanzia ed anche prima, nell'intimo rapporto corporeo tra madre e figlio. L'attenzione del lattante ed ancor prima del feto è focalizzata sul suono quale elemento principe di comunicazione con l'ambiente circostante e quale fattore di variabilità sensoriale più intenso. È la madre stessa ad impostare il codice analogico che il figlio farà proprio per tutta la vita. Le percezioni acustiche registrate dal bambino diventano per la prima volta un repertorio di segni, e successivamente di simboli, per lo scambio di informazioni col mondo esterno. I suoni registrati si impregnano così di contenuti emozionali che conservano tale valore per tutta la vita dell'individuo. Durante la crescita questi suoni vengono sostituiti dal linguaggio verbale nei rapporti col mondo esterno; tuttavia l'inconscio ne rimane perennemente influenzato emozionalmente, anche se l'io adulto, sentendone di simili non registra, salvo eccezioni, alcun effetto tensionale all'interno del proprio essere.

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Secondo alcuni studiosi della materia, ciò dipende dal fatto che, durante la prima infanzia e nell'intimo rapporto tra madre e figlio, ogni suono naturale che la mamma emette ha per il figlio un grande valore emozionale; i suoni acuti vengono registrati generalmente come penalizzanti, i suoni dolci come gratificanti. Tale codice comunicativo con la crescita viene, sul piano logico, sostituito via via dalla C.V. (comunicazione verbale); sul piano analogico permane invece anche quando l'individuo è adulto. Sulla base delle iniziali codifiche, nella prima fase dell'infanzia e nelle successive fasi di crescita, i suoni diventano per il bambino, il fanciullo e infine l'adulto, un ricchissimo repertorio di codificazioni per l'interscambio di informazioni con il mondo esterno. Questo strumento di comunicazione con l'apprendimento del linguaggio e la formazione culturale viene, sul piano logico, sostituito via via dalla C.V. Sul piano analogico permane in attività anche quando l'inconscio è adulto, e conserva anzi tutta la sua potenza emozionale e penetrativa già propria della prima infanzia. Al di là delle interpretazioni una cosa è certa: i suoni vocali e strumentali, emessi dall'operatore durante un procedimento ipnotico, si impregnano di contenuti emozionali che producono nel soggetto le più potenti microtensioni della C.N.V. L'influenza emozionale dei suoni si subisce anche quando, ormai adulto, l'individuo ha sostituito l'espressione comunicativa primaria con il linguaggio; a livello inconscio permane l'influenza emozionale di questi suoni, anche se l'io adulto spesso non registra alcuna variazione tensionale all'interno del proprio essere (stimolazioni subliminali che non superano l'indice di tolleranza).

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La percezione acustica di suoni non verbali è associata, in tutti gli individui, al bisogno di affetto, di aiuto ed alla fase di assoluta dipendenza della prima infanzia. L'uso della paralinguistica nella fase induttiva ipnotica si identifica in un comportamento comunicativo regressivo, la cui essenza è la riproduzione, a mezzo dell'apparto vocale o di strumenti diversi, di suoni codificati inconsciamente dal ricevente in una lontana epoca della vita. Durante la formulazione dei suoni paralinguistici, l'operatore deve individuare il tipo di effetto emozionale prodotto nel soggetto durante l'ascolto, per poterne così pilotare la modulazione tensionale in rapporto all'esigenza del momento. Se il soggetto deve essere penalizzato, occorre riprodurre i suoni che lui ha già registrato come creanti tensione (suoni acuti, secchi, di rimprovero...), se dovrà essere gratificato occorre rinviare suoni diversi (dolci, rassicuranti, armoniosi, profondi ... ). Il modello paralinguistico operativo che l'operatore deve seguire si può così sintetizzare: 1) Emettere suoni vocali e/o strumentali di diversa natura nella

fase induttiva iniziale. 2) Registrare la decodificazione che istintivamente il soggetto

attribuisce ai suoni uditi. Che un suono venga registrato come penalizzante del soggetto, l'operatore lo potrà rilevare dal fatto che egli deglutisca e durante o immediatamente dopo l'emissione del suono stesso.

3) Utilizzare vari suoni, sia tra quelli che si pensa possono esser

codificati come penalizzanti, ossia creanti tensione, sia tra quelli che si ritiene possono esser codificati come gratificanti, ossia riducenti la tensione.

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4) Scegliere tra i suoni emessi e codificati dal soggetto come

gratificanti o penalizzanti, un suono specifico per ciascuna delle due classi e dotato di particolare efficacia.

5) Emettere ripetutamente uno dei due suoni estrapolati ogni

qualvolta lo si ritenga opportuno. Il suono gratificante naturalmente sarà emesso dall'operatore in conseguenza dell'ESITO POSITIVO DI UN TEST DI VERIFICA ANALOGICA O LOGICA e qualora appaia l'esigenza di ridurre una eccessiva tensione del soggetto. Il suono penalizzante verrà emesso in conseguenza dell'ESITO NEGATIVO DI UN TEST DI VERIFICA ANALOGICA O LOGICA e qualora emerga l'esigenza di aumentare la componente tensionale nel soggetto.

In sintesi l'operatore dovrà emettere il suono accertato come: GRATIFICANTE ogni qualvolta l'operatore ritenga di dover gratificare analogicamente il soggetto, per aver perfettamente mantenuto la rotta ipnotica (verifiche analogiche perfettamente effettuate, fenomeni ipnotici realizzati) o in quanto il suo livello di tensione ha raggiunto livelli troppo elevati. PENALIZZANTE ogni qualvolta l'operatore ritenga di dover penalizzare analogicamente il soggetto, per non aver mantenuto la rotta ipnotica (verifiche analogiche con esito negativo, fenomeni ipnotici non realizzati) o in quanto abbia effettuato scarichi di tensione ripetuti e mostri un sensibile abbassamento della capacità di contenimento tensionale. Il pilotaggio ipnotico si essenzializza proprio con successivi "colpi di timone” realizzati attraverso l'uso dei suoni gratificanti e penalizzanti in funzione del mantenimento di una rotta ipnotica da parte del soggetto.

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Nel momento in cui l'operatore comunica analogicamente con il soggetto, utilizzando esclusivamente due suoni con diversa codificazione (suono gratificante, suono penalizzante), ed al contempo ha la certezza che il soggetto subisca un pilotaggio analogico attraverso detti suoni, egli ha impostato un codice metacomunicazionale con il soggetto (pilotaggio subliminale del comportamento del soggetto). Il codice metacomunicazionale è da considerarsi un importante strumento operativo nel procedimento ipnotico della IPNOSI DINAMICA (Metodo Diretto). Il codice metacomunicazionale rappresenta per l'operatore della IPNOSI DINAMICA e per il tecnico della DIPNOSI, un filo di comunicazione diretta con l'inconscio del soggetto e del suo semplice interlocutore. Il codice M/C permette di influenzare notevolmente il potere decisionale del soggetto o dell'interlocutore su quanto l'operatore o il tecnico della DIPNOSI chiede in termini fenomenologici e comportamentali. L'operatore deve avere un ricco repertorio di suoni a disposizione per il test analogico, all'inizio della fase induttiva. Egli deve creare e utilizzare poi il CODICE di metacomunicazione, o, se preferite, "LA BASE RITMICA" costituita da un suono gratificante e da un suono penalizzante; essa potrà essere utilizzata durante tutto il procedimento ipnotico, sino alla fase di deipnotizzazione. Durante il test analogico l'operatore potrà dare sfogo alla propria creatività, emettendo suoni vocali o strumentali con tutte le variazioni possibili; sempre però con riferimento alle risposte analogiche del soggetto, cioè ai suoi scarichi di tensione ed in particolar modo alla deglutizione salivare. Fra gli atti di paralinguistica, l'operatore potrà facilmente notare quali sono quelli che creano maggior tensione, pur se tollerati il

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più penalizzante andrà usato, in seguito, nel CODICE di metacomunicazione. La stessa cosa vale per il suono registrato più gratificante in senso assoluto dal soggetto. Spesso espressioni del viso, soprattutto delle labbra in dicano all'operatore il suono registrato come più gratificante dal soggetto. ALCUNI SUONI VOCALI O STRUMENTALI ESPRIMIBILI DURANTE IL TEST ANALOGICO. SUONI GENERALMENTE REGISTRATI PENALIZZANTI: - suoni e versi acuti, di rimprovero, secchi (distonia affettività); - suono respiratorio emesso col naso (sniffare); - respiro a mantice (profonde inspirazioni ed espirazioni,

utilizzando lo stesso metodo che utilizza il medium nel momento che si appresta ad effettuare la trance-medianica);

- raschiamento della gola (con tono di rimprovero); - risatina ironica o violento riso comunemente definiti del tipo

"satanico"; - suono prodotto dal piegamento di fogli di carta; - suoni di lamento; - tambureggiamento con le dita su un piano nelle vicinanze del

soggetto, effettuando variazioni del ritmo; - qualsiasi suono vocale seguito da attimi di silenzio e di

immobilità assoluta dell'operatore; È sempre penalizzante un suono ripetuto a lungo o un suono che si prolunga per molto tempo, è penalizzante anche un suono che diventa man mano più acuto e più forte come quello prodotto da una fonte sonora che si avvicina velocemente all'orecchio dell'operatore.

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Nel caso si intenda penalizzare parlando o emettendo suoni con la bocca molto vicino all'orecchio o al viso del soggetto, sarà bene schermare la sorgente del suono con la mano o altro; in tal modo il suono risulterà al soggetto più misterioso e si eviterà un possibile cortocircuito. Per quanto riguarda le parole, si ripete che conta molto il tono con cui sono pronunciate. Comunque sono in genere più fastidiose (penalizzanti) le vocali "e" ed "i", le consonanti dure e sibilanti ("s", "t", "z", ecc.), mentre sono più dolci le vocali "a" e "o" e le consonanti come "m", "b", "l".... Per il canale della paralinguistica, il test analogico sulle distonie ipnotiche può essere impostato nel seguente modo. I suoni dolci e carezzevoli, armoniosi e rassicuranti, le nenie, i suoni casalinghi, stimolano la distonia dell'affettività; i suoni genericamente acuti stimolano la distonia della sessualità. Le distonie comportamentali, di cui fanno parte i disturbi del comportamento, sono stimolate con suoni di paralinguistica che richiamano il disturbo stesso. Intendiamo dire che gli stessi suoni ambientali, suoni del corpo o di altro genere, che rappresentano nella vita quotidiana o l'innesco o un motivo di amplificazione della sintomatologia, per l'operatore sono il materiale sonoro necessario per interagire nella distonia comportamentale. Es: suoni relativi ad un rapporto sessuale per chi ha problemi di erezione o di frigidità; suoni di ambiente affollato per un soggetto timido ed ansioso. Atti Comunicativi Induttori espressi dall'operatore L'operatore ha la possibilità di esprimere come induttore penalizzante o gratificante nei confronti del soggetto un segno monovalente o un segno polivalente.

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- Il segno monovalente induttore penalizzante corrisponde allo stimolatore penalizzante del soggetto ossia al suo segno creante tensione emotiva.

- Il segno polivalente induttore penalizzante corrisponde allo stimolatore penalizzante del soggetto espresso insieme al suo alimentatore.

- Il segno monovalente induttore gratificante corrisponde allo stimolatore gratificante del soggetto ossia al suo segno riducente tensione emotiva.

- Il segno polivalente induttore gratificante corrisponde allo stimolatore gratificante del soggetto espresso insieme al suo alimentatore.

Ricordiamo che l'uso del segno penalizzante del soggetto è utile all'operatore per coinvolgerlo e persuadere, mentre il segno gratificante è utile al l'operatore per calibrare nel soggetto il livello emotivo prodottogli a causa dell'uso troppo prolungato del segno penalizzante. L'operatore può trovarsi di fronte soggetti aventi come stimolatore penalizzante uno dei tre segni base, pertanto dovrà scoprire, dai segnali monovalenti espressi dal soggetto o interlocutore durante un dialogo, quale dei tre segni risulta essere lo stimolatore penalizzante per quel soggetto e quale il suo alimentatore. Una volta identificato lo stimolatore penalizzante e l'alimentatore l'operatore dedurrà il terzo segno mancante, lo stimolatore gratificante. Nel momento in cui l'operatore avrà dedotto lo stimolatore penalizzante del soggetto, ogni suo atto induttivo, ogni segno che esprimerà, il comportamento che adotterà nei confronti di quel soggetto sarà conforme al suo stimo latore penalizzante. Riportiamo di seguito alcuni esempi di atti induttivi secondo lo stimolatore penalizzante del soggetto.

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IL SOGGETTO RISULTA AVERE COME STIMOLATORE PENALIZZANTE SPADA L'operatore nel saluto e nei toccamenti rispetta il simbolismo spada. Il simbolismo spada è un toccamento a urto. Il saluto deve avvenire tendendo la mano rigida a spada dando la in modo incisivo senza stringere ma curando il movimento penetrativo all'interno della mano dell'interlocutore.

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L’operatore esprime il segno spada con il gesto dato che il soggetto ha il simbolismo spada come stimolatore penalizzante. Tutti i segni ed i toccamenti del corpo del soggetto devono essere espressi in base al referente SPADA.

Con oggetti

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I toccamenti digitali in qualsiasi parte del corpo del soggetto devono avvenire con il dito del l'operatore rigido a spada, deve essere solo la punta delle dita a toccare l'interlocutore. Anche l'inserimento eventuale del braccio per effettuare la posizione classica "a braccetto" che spesso come espressione di amicizia viene espressa tra due interlocutori deve avvenire a spada ma in modo penetrativo tra il braccio ed il fianco del soggetto. L'operatore esprime il segno spada toccandosi una parte del viso.

L'operatore esprime il segno spada offrendo la sua mano tesa e rigida.

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Anche il semplice segno potrà essere espresso con il simbolismo SPADA. Con la mano.

Con il movimento consapevole del piedino.

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IL SOGGETTO RISULTA AVERE COME STIMOLATORE PENALIZZANTE CERCHIO. L'operatore nel saluto e nei toccamenti rispetta il simbolismo cerchio. Il referente cerchio, è un toccamento a tenaglia stringe ai bordi senza avvolgere, pertanto la mano nel salutare l'interlocutore dovrà essere a tenaglia, ossia l'operatore dovrà stringere la mano dell'interlocutore senza avvolgerla.

Anche i toccamenti digitali in qualsiasi parte del corpo dovranno rispettare il simbolismo cerchio, esempio, l'operatore tocca il braccio del proprio interlocutore stringendolo più o meno dolcemente a cerchio, ossia a tenaglia. Così dicasi per il toccamento spalla e per tutti gli altri toccamenti. Tutti i toccamenti devono essere espressi in base al referente CERCHIO.

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IL SOGGETTO RISULTA AVERE COME STIMOLATORE PENALIZZANTE TRIANGOLO L'operatore nel saluto e nei toccamenti rispetta il simbolismo triangolo. Il referente triangolo è un toccamento avvolgente protettivo a guaina. Il saluto deve avvenire avvolgendo completamente a guaina la mano dell'interlocutore, possibilmente aiutandosi anche con l'altra mano per avvolgere più marcatamente la mano dell'interlocutore.

Anche i toccamenti nelle diverse parti del corpo dell'interlocutore devono avvenire in modo avvolgente, pertanto il toccamento del braccio dell'interlocutore avverrà avvolgendo completamente con tutte le dita, così la spalla, la carezza dietro alla spalla dell’interlocutore avverrà in modo avvolgente "a massaggio" con il palmo della mano completamente aperto. Tutti i toccamenti devono essere espressi in base al referente TRIANGOLO.

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5. Fase di Passaggio da Flash Subliminale a Flash Ipnotico Momento estremamente delicato del procedimento ipnotico, in cui il soggetto si appresta a identificare, sul piano logico, il simbolo che l'operatore viene a rappresentare. L'operatore in questa fase si avvale di una verifica analogica terminale(es. deglutizione salivare). Inserisce la parola nel rapporto comunicativo con il soggetto e controlla: se il soggetto deglutisce saliva la verifica è di esito negativo per cui l'operatore riprende la fase induttiva subliminale e rende un maggior servizio analogico all'inconscio del soggetto, dopo di che riformulerà di nuovo la fase di passaggio da flash subliminale a flash ipnotico, inserirà di nuovo la parola e verificherà se il soggetto deglutisce saliva, se non deglutisce saliva l'esito sarà positivo per cui l'operatore passerà a richiedere le prime fenomenologie ipnotiche.

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In Ipnosi Dinamica indichiamo con il termine "flash" ogni singolo micro procedimento ipnotico, ossia l'avvenuto esito positivo di una serie di azioni, poste in atto dall'operatore e dal soggetto in armonia tra loro, e determinanti un ciclo ipnotico perfettamente realizzato al livello logico e a livello analogico. Ogni flash racchiude una fase completa induttiva che inizia dall'invio delle stimolazioni analogiche e termina con la verifica subliminale o ipnotica con esito positivo. Il soggetto è sotto flash nel momento in cui riconosce nell'operatore un bersaglio analogico o un simbolo. Il riconoscimento quale bersaglio analogico avviene da parte del Non IO del soggetto, mentre il riconoscimento quale simbolo avviene da parte del suo lo Razionale. Dato che il procedimento si compone di tanti micro-procedimenti, possiamo affermare che a ciascuno di questi corrisponde un flash. Nella Fase Induttiva l'operatore viene riconosciuto bersaglio dal NON IO del soggetto, ma solo dopo il riconoscimento anche razionale l'operatore diviene simbolo (fase di pilotaggio, constatazione da parte del soggetto dei vincoli impostigli dall'operatore esito positivo delle prime verifiche logiche). Precisiamo che ogni micro procedimento ipnotico o flash comprende una serie di atti comunicativi con la verifica subliminale relativa. Facciamo un esempio: l'operatore, dopo una serie di atti comunicativi decide di attuare una verifica analogica ponendo il braccio del soggetto nella posizione "angolo retto"; nel momento in cui il soggetto gratifica l'operatore mantenendo il braccio in tale posizione, è avvenuta la realizzazione di un micro-procedimento ipnotico e il soggetto ha subito un flash subliminale. Come già abbiamo detto un procedimento ipnotico si compone di tanti micro-procedimenti, un micro-procedimento ipnotico si può considerare tale quando la relativa verifica analogica ha avuto esito positivo (FLASHES SUBLIMINALI).

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Quanto detto si riferisce anche alle richieste fenomenologiche espresse con la C.V. (FLASHES IPNOTICI). In sintesi ogni flash subliminale o ipnotico rappresenta un ciclo perfettamente realizzato di un particolare dinamismo ipnotico o di una serie di dinamismi ipnotici appartenenti alla medesima classe operativa. Un procedimento ipnotico è composto da molteplici dinamismi subliminali (VERIFICHE ANALOGICHE POSITIVE AL DI SOTTO DELLA SOGLIA COSCIENTE DEL SOGGETTO) e da molteplici dinamismi 'ipnotici (VERIFICHE LOGICHE POSITIVE OLTRE LA SOGLIA COSCIENTE DEL SOGGETTO). I flashes subliminali si producono durante la fase induttiva, i flash ipnotici durante quella di pilotaggio. Quando parliamo di passaggio da flash subliminale e flash ipnotico intendiamo indicare il momento in cui l'operatore supera il confine tra un sistema di comunicazione (analogica, C.N.V.) ed un altro (logica, C.V.). Il momento più critico di un procedimento ipnotico è quello in cui l'operatore, attraverso la "verifica analogica terminale", può rendersi conto di aver portato felicemente a termine la fase induttiva. Questo presuppone che solo gratificando l'operatore, il soggetto potrà scaricare la tensione emotiva accumulata e liberarsene, cioè, in senso lato, "amandolo". Come conseguenza egli deve inoltre prendere atto del potenziale ipnotico fino a questo momento acquisito dall'operatore attraverso la C.N.V. Questo riconoscimento da parte del soggetto è quello che in pratica determina il flash ipnotico, ed avviene nel momento in cui l'operatore richiede la prima verifica logica, di fronte alla quale l'lo Razionale del soggetto non può fare a meno di entrare in azione.

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Chiedere la verifica significa che l'operatore pone delle richieste precise, alle quali il soggetto può rispondere positivamente, mettendole in atto, o negativamente, rifiutandosi di farlo. In base a queste risposte l'operatore valuta se ha acquisito un potenziale ipnotico sufficiente, o se deve continuare ancora nella fase induttiva subliminale. Questo è, sinteticamente, il metodo con cui si arriva alle fenomenologie ipnotiche vere e proprie, che non sono altro che richieste più complesse, partendo dalle verifiche iniziali. Il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico può essere evidenziato dal semplice irrigidimento di un braccio, da una catalessi totale, come da uno stato di analgesia parziale o completa. Questo punto della teoria ne comporta un altro, definito come "ribaltamento del codice"; ciò che viene registrato penalizzante dal soggetto, nella fase induttiva, in seguito al flash ipnotico, viene ad essere registrato come gratificante. II ribaltamento viene spiegato come la conseguenza del fatto che, attraverso l'esecuzione delle richieste, il soggetto scarica la tensione accumulata durante la fase induttiva; tutto ciò inoltre va considerato tenendo conto del particolare stato di coscienza caratteristico della trance ipnotica. Anche in questo caso spero sia di aiuto un esempio. Citiamo il caso del soggetto a cui viene ordinato di "fare il cagnolino", manifestazione ipnotica utilizzata essenzialmente a livello di ipnosi da palcoscenico. Per lo spettatore che assiste ad un evento di questo tipo il vissuto sarà di estremo imbarazzo, immaginandosi nella stessa situazione, questo perchè chi assiste non è "flashato", non a sufficienza, almeno.

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Secondo l'Ipnosi Dinamica invece, la persona che vive direttamente questa esperienza, ne riporterebbe una impressione affatto sgradevole. Oltre a scaricare tensione, il soggetto attiva i processi di destabilizzazione che fanno parte del circuito del dinamismo di equilibrio della struttura mentale. Le manifestazioni ipnotiche avvengono in seguito all'esigenze che il soggetto avverte di destabilizzare l'operatore e ciò può effettuarsi solo scaricando la tensione attraverso l'esecuzione dei comportamenti richiesti. A volte può capitare ad un operatore che usi questa tecnica di trovarsi di fronte a soggetti che per vari motivi (traumi psicologici o impedimenti di ordine fisico), pur essendo in stato di trance ipnotica, rifiutano di mettere in atto le manifestazioni richieste. Se si concludesse l'esperimento a questo punto, tali soggetti continuerebbero ad avvertire per parecchio tempo un forte stato di tensione. Coloro i quali invece, completano il ciclo, cioè attuano le richieste, risulta che si scarichino completamente e per un lungo periodo, anche di tensioni personali precedenti, sentendosi in forza e rilassati. La Verifica Analogica Terminale Come abbiamo già detto, la verifica analogica terminale viene sollecitata dall'operatore inserendo la C.V.: l'operatore deve iniziare a parlare senza esprimere immediatamente una verifica logica, ossia senza affrettarsi a chiedere una prima fenomenologia ipnotica. Egli deve solo iniziare a parlare, può dire qualsiasi cosa, l'importante è non chiedere alcuna fenomenologia ipnotica (appesantimento degli arti, analgesia, catalessi, ecc.). Nella pratica, l'operatore deve esprimere frasi del tipo:

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"ORA. ORA, DA QUESTO MOMENTO TU TI TROVI NELLA POSIZIONE OTTIMALE PER RICEVERE IL MIO MESSAGGIO IPNOTICO" - "TU ASCOLTI LA MIA VOCE" - "ORA TU SEI PRONTO A RECEPIRE QUANTO TI DIRÓ", ecc. ecc. Durante la formulazione di dette frasi l'operatore deve osservare con la massima attenzione per rendersi conto se il soggetto deglutisce saliva; se ciò avviene vuol dire che il soggetto ha registrato tensione all'atto dell'inserimento della C.V. nel rapporto ipnotico. L'operatore ne deduce di NON AVER ANCORA acquisito il potenziale subliminale necessario ad effettuare felicemente il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico. In questo caso è necessario riprendere la fase induttiva, produrre altri flashes analogici attraverso atti comunicativi penalizzanti e conseguenti verifiche analogiche; successivamente l'operatore riformulerà la verifica terminale. Se il soggetto non deglutisce saliva durante l’espressione verbale o subito dopo, l’operatore può passare direttamente alla prima verifica logica, ossia alla prima richiesta fenomenologica. Superata questa, proporrà altre richieste fenomenologiche via via più complesse sino al raggiungimento dell'obiettivo prefissato. Sarà cura dell'operatore riprendere la fase induttiva, durante le verifiche logiche, ogniqualvolta riceva penalizzazioni dal soggetto, ossia non ottenga la fenomenologia richiesta.

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FASI IPNOTICHE

1° 2° 3° 4° 5° 6°

POSIZIONE

STATICA

TEST DI INDAGINE

PSICOLOGICA

FASE

INDUTTIVA

SUBLIMINALE

PASSAGGIO

DA FLASH

SUBLIMINALE

A FLASH

IPNOTICO

FASE DI

PILOTAGGIO

DEIPNOTIZ-

ZAZIONE

IDENTIFICAZIONE

DEL SEGNO

STIMOLATORE

PENALIZZANTE E

ALIMENTATORE

DEL SOGGETTO

VERIFICHE

ANALOGICHE

SUBLIMINALI

VERIFICA

ANALOGICA

TERMINALE

VERIFICHE

LOGICHE

Come verifica terminale analogica utilizziamo la deglutizione salivare da parte del soggetto, in quanto tale scarico di tensione analogico viene di proposito mantenuto attivo. Al contrario, tutti gli altri possibili scarichi sono stati bloccati dalla posizione statica o dalle verifiche analogiche; ciò non significa tuttavia che non sia possibile operare altrimenti e focalizzare la propria attenzione su altri tipo di "scarico-spia". Se il soggetto penalizza l'operatore non realizzando la prima fenomenologia ipnotica richiesta, malgrado non abbia deglutito durante la verifica terminale, ciò indica che l'operatore non ha effettivamente bloccato o ribaltato tutti i potenziali scarichi di tensione nel soggetto ad esclusione di uno. L'operatore deve osservare attentamente che l'immobilità del soggetto permanga nel momento in cui viene inserita la C.V., facendo al contempo attenzione alla propria distanza e posizione nei suoi confronti.

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Di solito le prime richieste fenomenologiche che devono essere fatte, quando si introduce la verifica analogica terminale, sono: - Fenomeni di analgesia o anestesia parziale o localizzata - Blocco dei piedi o irrigidimento di un braccio - Blocco delle palpebre in precedenza abbassate Questa scelta è opportuna in quanto non occorre un eccessivo potenzia le ipnotico per il loro ottenimento.

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6. Fase di Pilotaggio Anche la fase di pilotaggio, come la fase induttiva, comprende due momenti: la richiesta formale da parte dell'operatore, espressa questa volta con la C.V. la conseguente verifica che la fenomenologia si sia realizzata. Il tipo di comportamento adottato dal soggetto a seguito della richiesta dell'operatore, rappresenta una verifica logica, in quanto passibile di analoga interpretazione da parte di entrambi. L'avvenuta fenomenologia o il rifiuto ad attuarla, indica all'operatore il ruolo comportamentale adottato dal soggetto, penalizzante o gratificante, e di conseguenza, la necessità o meno di inviare ulteriori atti comunicativi analogici per aumentare il proprio potenziale ipnotico. Ciò deve avvenire sino al raggiungimento del valore ottimale per la realizzazione di quanto richiesto. Precisiamo che ogni fenomenologia eseguita dal soggetto attiva di nuovo, automaticamente, la identificazione da parte del suo lo Razionale del nuovo potenziale ipnotico acquisito dall'operatore, proprio mediante la presa atto dell'avvenuta fenomenologia. La verifica logica positiva quindi non ha valore solo per l'operatore, che prende atto di aver acquisito il potenziale ipnotico relativo, ma anche per il soggetto che, nel prendere atto a sua volta, va automaticamente ad accrescere ulteriormente il potenziale ipnotico dell'operatore.

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Verifica Logica e Pilotaggio Ipnotico La fase di pilotaggio ha la finalità del permettere all'operatore di raggiungere l'obiettivo prefissato. OBIETTIVO TECNICO ACQUSIZIONE DEL POTENZIALE

IPNOTICO SUFFICIENTE OBIETTIVO PREFISSATO REALIZZAZIONE DA PARTE DEL

SOGGETTO DI FENOMENOLO-GIE IPNOTICHE O DI EVENTI COMPORTAMENTALI CHE RISPONDONO A PRECISE ESIGENZE

Di solito, in un procedimento diretto d'ipnosi, l'obiettivo è quasi sempre espressamente fenomenologico, quindi il suo raggiungimento indica anche il termine della fase di pilotaggio. La fase di pilotaggio si avvale di un sistema di comunicazione integrale composta da atti comunicativi della CNV (già adottati nella fase Induttiva), della C.V. (di esclusiva pertinenza della fase di pilotaggio), di verifiche logiche. L'operatore in fase di pilotaggio deve utilizzare la C.V. per impostare le verifiche logiche, la C.N.V. per penalizzare il soggetto qualora il potenziale ipnotico non sia sufficiente a terminare la fenomenologia richiesta. La richiesta fenomenologica deve essere formulata con voce chiara e tono di comando, senza permettere al soggetto di cogliere nella propria paralinguistica segni di indecisione o di insicurezza. La richiesta deve necessariamente contenere un vincolo, una sollecitazione a superare tale vincolo e un successivo rinforzo del vincolo.

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Es. "Ora i tuoi piedi sono bloccati al suolo (VINCOLO), prova a camminare (SOLLECITAZIONE)! Vedi ...., non riesci; avanti prova! Vedi ..., sei bloccato (RINFORZO)." Vincolo e sollecitazione devono essere la costante in ogni formulazione di richiesta fenomenologica. Il rinforzo deve essere espresso solo qualora l'operatore abbia già preso atto dell'efficacia del vincolo. Volendo esaminare nel suo complesso la richiesta fenomenologica, possiamo affermare che il potenziale ipnotico acquisito dall'operatore attiva o rinforza il vincolo che lui stesso esprime; la sollecitazione verbale a superare questo vincolo rappresenta semplicemente un invito indirizzato ai recettori logici del soggetto al fine di consentirgli la verifica logica del vincolo e, di conseguenza, del potenziale ipnotico acquisito dall'operatore. Il rinforzo mira semplicemente ad amplificare la potenza del vincolo (invito alla competitività nei confronti dell'operatore, amplificazione della distonia tra l'esigenza dell'operatore, amplificazione della distonia tra l'esigenza di infertizzazione, tra il possesso e il desiderio, tra il desiderio e il posseduto).

FASE DI PILOTAGGIO SCHEMA N°1

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IMPOSTAZIONE DELLA VERIFICA LOGICA SCHEMA N°2

II primo schema include la possibilità di una ripresa della fase induttiva, mentre il secondo la realizzazione di una fenomenologia ipnotica seguita dalla richiesta di altre verifiche logiche. L'esito positivo della verifica logica determina nel soggetto il riconoscimento di un maggior potenziale ipnotico all'operatore. In realtà il tutto è un procedimento ad arco riflesso in cui il soggetto trasforma il vincolo subito in nuovo potenziale ipnotico riconosciuto all'operatore; questi sarà successivamente in grado di esprimere un vincolo ancora più potente.

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ARCO RIFLESSO

ITER OPERATIVO

La verifica logica positiva indica la presa atto del vincolo e il conseguente nuovo potenziale ipnotico riconosciuto all'operatore da parte del soggetto. La verifica logica negativa indica il non riconoscimento del vincolo e quindi il non riconoscimento del nuovo potenziale ipnotico all'operatore. L'operatore, una volta innescato positivamente l'arco riflessivo durante la fase di pilotaggio, può non aver più l'esigenza di attivare di nuovo la fase induttiva, in quanto i vincoli stessi riconosciuti dal soggetto esercitano su questi un'azione subliminale (autoipnotica) sufficiente a far si che gli venga attribuito, automaticamente, un potenziale ipnotico di volta in volta maggiore.

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Ogni suggestione verbale, dalla levitazione del braccio, alla catalessi, al blocco delle gambe ...... contiene sempre un vincolo più o meno esplicito all'atto della sua enunciazione. Non ci si era mai resi conto che l'attribuire l'evento a qualcosa di involontario equivalesse a dire: "Tu non puoi fare a meno di ..." IL VINCOLO ACCETTATO DAL SOGGETTO SOSTITUISCE STRUMENTALMENTE GLI ATTI COMUNICATIVI CHE SI SAREBBERO DOVUTI ESPRIMERE, ATTIVANDO DI NUOVO LA FASE INDUTTIVA, NEL CASO IN CUI LA VERIFICA LOGICA AVESSE DATO ESITO NEGATIVO. Il vincolo contenuto in una richiesta fenomenologica rappresenta il contenuto analogico di una C.V., in quanto risulta essere fonte di stimolazione tensionale per il ricevente. Si tratta di un ATTO LOGICO con CONTENUTI ANALOGICI PENALIZZANTI; questi influenzano il potenziale decisionale del soggetto in merito alla scelta contemporaneamente (gratificante o penalizzante) sollecitata, ed al contempo influenzano il potere decisionale del soggetto in merito a tutte le successive richieste fenomenologiche che l'operatore esprimerà. Il vincolo può essere esplicitamente definito dall'operatore o implicitamente contenuto nella sua richiesta fenomenologica. Riteniamo opportuno suggerire all'allievo-operatore di evidenziare sempre il vincolo con la parola, onde evitare dubbi nel ricevente sulla causa reale che determina l'impedimento a fare o non fare. ESEMPI: - "Sentirai le tue palpebre incollate al punto che non potrai aprire gli occhi” - "I tuoi piedi sono bloccati al punto che non potrai effettuare neppure un passo in avanti" - "II tuo braccio destro è rigido, talmente rigido che non riuscirai a piegarlo".

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Fondamentalmente comunque è la "taratura" del proprio potenziale in rapporto all'obiettivo terminale, e la profonda coscienza che ogni procedimento ipnotico possa essere portato a termine con successo grazie ad una puntuale e costante applicazione degli strumenti analitici e operativi da noi individuati.

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7. Fase di deipnotizzazione Nella fase di deipnotizzazione l'operatore permette al soggetto di scaricare la tensione residua tramite la realizzazione di altre fenomenologie ipnotiche, quindi si blocca la posizione ortostatica, invita il soggetto ad aprire gli occhi ed effettuare dei passi in avanti, invia infine suggestioni di benessere e di rilassamento. Non dimenticando di esprimere nel segno, nel gesto, nella parola e nel comportamento lo stimolatore gratificante del soggetto per ridurre eventuali accumuli di tensioni emotive. Sintesi delle fasi di Ipnosi Dinamica

FASI DEL PROCEDIMENTO IPNOTICO DIRETTO 1) FASE DI POSIZIONE ORTOSTATICA 2) TEST TIPO DI COMUNICAZIONE NON VERBALE 3) FASE INDUTTIVA SUBLIMINALE ATTI COMUNICATIVI VERIFICHE SUBLIMINALI 4) PASSAGGIO DA FLASH SUBLIMINALE A FLASH IPNOTICO 5) PILOTAGGIO

COMUNICAZIONE VERBALE VERIFICHE LOGICHE

6) DEIPNOTIZZAZIONE

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N° 1

FASE DI POSIZIONE ORTOSTATICA IL SOGGETTO INVITATO A PORSI IN UNA POSIZIONE ERETTA – SUPINA – SEDUTA OVE NEL MANTANIMENTO DELLA POSIZIONE PRESCELTA NON POSSA SOPRAGGIUNGERE NESSUN MOVIMENTO VOLONTARIO DEL SOGGETTO SE NON AZIONATO DALL’OPERATORE

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N° 2

CONTROLLO DELLA POSIZIONE STATICA LE MANI IMMOBILI E COSÍ LE BRACCIA

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N° 3

CONTROLLO DELLA POSIZIONE STATICA LE GAMBE IMMOBILI ASSIEME AI PIEDI

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N° 4

FASE DI INDAGINE PSICOLOGICA

L'OPERATORE INVIA LE PRIME STIMOLAZIONI DI SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE DOPO AVER INVITATO. IL SOGGETTO AD APRIRE DI NUOVO GLI OCCHI ESPRIME CON LE MANI IL SIMBOLISMO SPADA - CERCHIO - TRIANGOLO PER SCOPRIRE LO STIMOLATORE PENALIZZANTE E L'ALIMENTATORE DEL SOGGETTO

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N° 5

L'OPERATORE INVITA IL SOGGETTO A RICHIUDERE DI NUOVO GLI OCCHI E UTILIZZA LA PROSSEMICA PER INVIARE I PRIMI ATTI COMUNICATIVI DEL SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE

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N° 6

L’OPERATORE ALZA IL MENTO

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N° 7

VERIFICA SUBLIMINALE L'OPERATORE VARIA LE POSIZIONI DELLE BRACCIA E DEL TRONCO DEL SOGGETTO E VALUTA SE QUEST'ULTIMO PERMANE NELLA POSIZIONE NUOVA, IN MODO ISTINTIVO.

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N° 8

REALIZZAZIONE DI ALCUNE VERIFICHE SUBLIMINALI.

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N° 9

L'OPERATORE DURANTE LA FASE INDUTTIVA ESPRIME GLI ATTI DI CNV CON LA PROSSEMICA - CINESICA - PARALINGUISTICA - DIGITALE E CONTROLLA LA DEGLUTIZIONE SALIVARE DEL SOGGETTO SE IL SOGGETTO DEGLUTISCE, LA VERIFICA È POSITIVA, SE INVECE NON DEGLUTISCE, LA VERIFICA È NEGATIVA. NEL PRIMO CASO L'OPERATORE HA PRODOTTO DEI CARICHI TENSIONALI OTTIMALI, NELLA FASE INDUTTIVA SUBLIMINALE CON LA CNV RENDENDO IL SERVIZIO ANALOGICO, NEL SECONDO CASO L'OPERATORE NON HA PRODOTTO CARICHI TENSIONALI SUFFICIENTI CON LA CNV PER CUI NON È STATO RESO IL SERVIZIO ANALOGICO OTTIMALE.

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N° 10

IL PASSAGGIO DA FLASH SUBLIMINALE A IPNOTICO L'OPERATORE SI PONE ALLA DISTANZA NEUTRA DI CIRCA 70 CM. DAL SOGGETTO ED INIZIA A INTRODURRE LA PAROLA OSSIA LA C.V. NEL RAPPORTO CON IL SOGGETTO

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N° 11

VERIFICA DELLA DEGLUTIZIONE DURANTE IL PASSAGGIO DA FLASH SUBLIMINALE A FLASH IPNOTICO. SE IL SOGGETTO DEGLUTISCE QUANDO L'OPERATORE ESPRIME DEGLI ENUNCIATI VERBALI LA VERIFICA RISULTERÀ NEGATIVA. L'OPERATORE DEVE RIPRENDERE LA FASE INDUTTIVA IN QUANTO NON HA RESO UN SERVIZIO ANALOGICO SODDISFACENTE AL SOGGETTO. SE IL SOGGETTO NON DEGLUTISCE SALIVA LA VERIFICA È POSITIVA, L'OPERATORE PASSA, ALLA FASE DI PILOTAGGIO CON LE RICHIESTE FENOMENOLOGICHE PRECISIAMO AL LETTORE CHE LA DEGLUTIZIONE SALIVARE NELLA FASE INDUTTIVA RAPPRESENTA UNA VERIFICA POSI TIVA MENTRE LA DEGLUTIZIONE SALIVARE NELLA FASE DI PASSAGGIO TRA FLASH SUBLIMINALE E FLASH IPNOTICO È UNA VERIFICA NEGATIVA.

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N° 12

L'OPERATORE SUPERATA LA FASE DI PASSAGGIO DAL FLASH SUBLIMINALE A FLASH IPNOTICO PASSA ALLA FASE DI PILOTAGGIO RICHIEDENDO LE PRIME FENOMENOLOGIE IPNOTICHE.

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N° 13

CATALESSI UNA FENOMENOLOGIA IPNOTICA DELLA FASE DI PILOTAGGIO

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GLOSSARIO ANALOGICO: Termine che indica qualsiasi dinamismo pro dotto a livello dei simboli precostituiti o costituiti dall'inconscio nel suo insieme; indica al contempo qualsiasi risposta stimolata dai recettori del Non lo. ANONIMA FONTE DI STIMOLAZIONE: Operatore che inizia a rendere il servizio analogico nella fase induttiva subliminale, altrettanto dicasi per una fonte stimolante priva di volontà cosciente. ATTI ANALOGICI: Suoni, toccamenti, gesti, variazioni di postura, movimenti di diversa natura espressi istintivamente dall'interlocutore durante un dialogo o dal soggetto durante un procedimento ipnotico. ATTI ANALOGICI DI VERIFICA SUBLIMINALE: Espressioni gratificanti o penalizzanti rivolte ai contenuti del discorso fatto dall'operatore o indirizzate verso l'operatore stesso. ATTI ANALOGICI DI SCARICO TENSIONALE: Espressioni di scarico tensionale essenzializzate nell'individuo da pruriti, con diversa localizzazione, per lo più concentrati sul corpo. ATTI COMUNICATIVI: Argomenti, inferenze del discorso, suoni, (verbali e non verbali) gesti, toccamenti, variazioni di postura, movimenti di diversa natura gestiti dall'operatore consapevolmente con finalità induttive durante un normale dialogo, o durante un procedimento ipnotico.

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ATTI ICONICI: Espressioni analogiche con contenuti simbolici, tali da suggerire all'operatore elementi utili a rendere un servizio analogico sempre più rafforzato e potente nei confronti dei SIMBOLI EGEMONI. ATTO COMUNICATIVO GRATIFICANTE: Dal punto di vista dell'operatore, è un proprio atto non verbale o verbale che mostra l'effetto del ridurre la tensione nell'interlocutore. Considerato l'aspetto puramente analogico della risposta del soggetto, è un atto operativo al quale fa riscontro l' accettazione del servizio analogico; questa seconda visuale è quella pragmaticamente più utile nella DIPNOSI(R)

ATTO COMUNICATIVO PENALIZZANTE: Tutto come sopra, ma la risposta ad esso associata è, a seconda della visuale, l'aumento di tensione nel soggetto o il rifiuto del servizio analogico. AUTOCONTROLLO ANALOGICO: Specifico modello interattivo analogico applicato su sè stessi. BERSAGLIO: Fonte di stimolazione, riconosciuta quindi dai simboli egemoni del soggetto ma non dal suo lo Razionale. COMPETITIVO: Ruolo nel quale si pone il soggetto quando determina verifiche analogiche e logiche negative; questo termine qualifica la natura della relazione sulla base delle segmentazioni comunicative.

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COMPLEMENTARE: Ruolo nel quale si pone il soggetto quando consente verifiche analogiche e logiche positive. Come sopra la sua funzione qualificatrice della natura della relazione interpersonale. COMUNICAZIONE ANALOGICA: Modello interattivo che utilizza, in fase di stimolazione, la conflittualità per DISTONIA tra nucleo logico e nucleo analogico all'interno del medesimo simbolo; quella per CONTRAPPOSIZIONE tra due diverse classi di simboli; quella per ANTITESI tra due simboli appartenenti alla medesima classe. COMUNICAZIONE INTEGRALE: Insieme dei modelli interattivi che vengono utilizzati consapevolmente dall'operatore ed istintivamente dall'interlocutore; comprende la CNV, il Simbolismo Comunicazionale, la Comunicazione Analogica oltre alla CV (usate nei procedimenti induttivi della DIPNOSI(R). COMUNICAZIONE NON VERBALE: Modello interattivo analogico che utilizza, in fase di alimentazione e rispetto a valori semantici, in quattro canali della C.N.V.: prossemica, cinesica, paralinguistica, digitale. DESTABILIZZAZIONE: Meccanismo psicologico di base dell'Io razionale, preposto all'annullamento del potenzia le ipnotico di un Simbolo già identificato. Il simbolo destabilizzato perde la sua identità esterna. DIPNOSI(R): Aspetto PARAGMATICO nell'utilizzo di nostri modelli interattivi logici e analogici durante dialoghi professionali o privati.

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DISTONIA: Conflittualità funzionale esistente tra due elementi strutturalmente contrapposti. A livello dei meccanismi psicologici, la distonia che noi avvertiamo è quella tra desiderio e possesso, tra la presa atto di quanto si desidera ed il quanto si sente già di possedere l'oggetto desiderato. Essa si riferisce, in specifico modo, alla conflittualità esistente all'interno dello stesso simbolo. DISTONIA DELL'INDIVIDUO: Termine che identifica la carenza di alimentazione energetica per uno dei "punti distonici" dell'essere o dell'avere; l'identificazione del tipo di carenza prioritario, permette all'operatore di individuare la classe dei simboli alimentatori che egli dovrà stimolare per rendere il servizio analogico ai simboli egemoni. EMOZIONI: Stato eccitatorio di intensità variabile, superiore all'indice di tolleranza dell'io ma inferiore al potenziale ipnotico contingente della fonte di stimolazione. EMPATIA: Condizione di due elementi che si riconoscono all'interno del medesimo sistema o classe simbolica. FASE INDUTTIVA: Fase nella quale viene preparata e successivamente realizzata la creazione del simbolooperatore; in essa si acquisisce dapprima un potenziale subliminale (non riconosciuto dal l'lo

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Razionale del soggetto), successivamente un potenziale ipnotico vero e proprio. FASE INDUTTIVA ANALOGICA: In essa l'operatore, durante il dialogo, utilizza il MODELLO della Comunicazione Analogica e pone in contrapposizione, antitesi e distonia gli elementi simbolici denunciati dall'interlocutore; DA FONTE STIMOLANTE di viene SIMBOLO STIMOLANTE riconosciuto dal - l'lo Razionale dell'interlocutore. FASE INDUTTIVA SUBLIMINALE: L'operatore, durante un dialogo, valuta gli atti analogici espressi dall'interlocutore e su questi tara i contenuti tensionali del la propria CNV e dell'argomento toccato; dopo aver reso i primi servizi analogici, passa al ruolo di fonte stimolante riconosciuta dai simboli egemoni. FASE DI PILOTAGGIO: Quinta fase del procedimento ipnotico secondo le tecniche della IPNOSI DINAMICA. FLASH IPNOTICO: La fase di pilotaggio si compone di diversi dinamismi induttivi, ciascuno attivabile indipendentemente dagli altri ma al contempo in rapporto con essi. Il termine "flash ipnotico" indica l'attivazione di un dinamismo induttivo vissuto consapevolmente dal soggetto, quale ed esempio la realizzazione di una richiesta fenomenologica. Esso è sempre accompagnato da un incremento del potenziale ipnotico dell'operatore.

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FLASH SUBLIMINALE: La fase induttiva si compone di dinamismi subliminali, ciascuno attivabile indipendentemente dagli altri ma al contempo in rapporto con essi. Il termine "flash subliminale" indica l'attivazione, nel soggetto, di un dinamismo subliminale, quale ad esempio la realizzazione di una verifica analogica. Esso è sempre accompagnato da un incremento del potenziale subliminale dell'operatore. FONTE DI STIMOLAZIONE: Operatore già riconosciuto dai SIMBOLI EGEMONI ma non da parte dell'Io Razionale dell'interlocutore. FUNZIONE ENERGETICA: Statuaria necessità di energia psichica da parte dei simboli. FUNZIONE ESPLETATIVA: Statutaria necessità di ogni simbolo di possedere e, in seguito, destabilizzare la propria fonte di stimolazione. GRIGLIA PSICOLOGICA: Complesso dei simboli precostituiti e costi tuiti nella struttura mentale dell'individuo. IDENTIFICAZIONE: Meccanismo psicologico di base dell'Io Razionale preposto al riconoscimento logico delle fonti di stimolazione. IMPOSTAZIONE DELLA POSIZIONE ORTOSTATICA: Momento iniziale del processo ipnotico, secondo le tecniche della Ipnosi Dinamica. In esso l'operatore invita il soggetto a porsi

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immobile ed in posizione eretta, per non scaricare le micro-tensioni prodotte successiva mente, durante la fase induttiva. INCORPORAZIONE: Meccanismo psicologico di base del Non lo, preposto all'assunzione all'interno del proprio sè del simbolo formatosi a seguito del la proiezione. In questa fase tuttavia il simbolo incorporato mantiene la propria identità. INDICE DI TOLLERANZA: Valore soggettivo indicante l'entità del servizio analogico che il Non lo del soggetto ritiene di poter assorbire dalla fonte di stimolazione, senza che vengano attivati i meccanismi di difesa dell'Io Razionale. Nella fase induttiva iniziale, l'indice di tolleranza del soggetto è predeterminato e costituisce una caratteristica personale; successivamente diviene direttamente proporzionale al potenziale ipnotico che l'operatore ha già acquisito con i modelli analogici e con le richieste fenomenologiche e comportamentali. INFERTIZZAZIONE: Meccanismo psicologico del Non lo indicante il concetto di sintesi distonica tra proiezione e incorporazione. L'esigenza di infertizzarsi, pure definita esigenza di desiderare, scaturisce dalla sommatoria algebrica tra quanto proiettato e quanto incorporato. Infertizzarsi vuole anche dire caricarsi automaticamente di desiderio attraverso pensieri, riflessioni o esposizioni che concernano l'oggetto del desiderio o la causa scatenante di un problema (comunque simboli).

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INTROIEZIONE: Meccanismo psicologico dell'Io Razionale indicante il concetto di sintesi distonica tra identificazione e destabilizzazione. L'esigenza di introiettare, pure definitita come esigenza del possesso, scaturisce dalla sommatoria algebrica tra quanto identificato e quanto destabilizzato. IO RAZIONALE: (IO LOGICO) Termine che indica, nel loro insieme, i meccanismi psicologici di base e di sintesi preposti alla difesa dei simboli egemoni, si tratta di una delle due classi topiche della Mente. MICRO-TENSIONE: Dato eccitatorio di intensità tale da non - superare l'indice di tolleranza dell'Io o il potenziale ipnotico della fonte di stimolazione. MODELLO INTERATTIVO: Sistema di comunicazione adottato nei rapporti interpersonali; si può anche definire come la relazione che permette ad una fonte trasmittente di mettersi in contatto con una fonte ricevente ed interagire con essa. MODELLO INTERATTIVO ANALOGICO (CNV-SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE E COMUNICAZIONE ANALOGICA): È un sistema di comunicazione che si avvale di stimoli subliminali, espressi con i tre tipi di sottomodelli esplicitati in parentesi.

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MODELLO INTERATTIVO LOGICO: È regolato da propri sotto-modelli interattivi classificati come logici; si avvale di stimoli prodotti con la C.V. quale strumento operativo. NON IO: (IO ANALOGICO) Termine che indica, nel loro insieme, i meccanismi psicologici di base e di sintesi preposti a garantire l'alimentatore energetico dell'essere. Questo concetto racchiude in sè l'Es. ed il Super lo freudiano, si tratta di una delle classi tipiche della Mente. PASSAGGIO DA FLASH SUBLIMINALE A FLASH IPNOTICO: Quinta fase del processo ipnotico secondo le tecniche della Ipnosi Dinamica, in cui l'operatore, attraverso la verifica analogica terminale della deglutizione salivare, riconosce la presa atto da parte del soggetto del proprio potenziale. PENALIZZARE SUL PIANO LOGICO: Tecnicamente, aumentare il livello tensionale dell'interlocutore. GRATIFICARE SUL PIANO LOGICO: Tecnicamente, ridurre il livello tensionale dell'interlocutore. PENALIZZARE SUL PIANO ANALOGICO: Tecnicamente, non rendere il servizio analogico ai SIMBOLI dell'interlocutore. GRATIFICARE SUL PIANO ANALOGICO: Tecnicamente, rendere il servizio analogico ai SIMBOLI dell'interlocutore.

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POTENZIALE IPNOTICO: Parametro che misura la capacità dell'operatore di agire con successo sul soggetto durante le richieste fenomenologiche. POTENZIALE SUBLIMINALE: Parametro che misura la capacità di agire sul soggetto, nella fase induttiva, senza però che sia avvenuto il riconoscimento, da parte del soggetto, di tale capacità. PROIEZIONE: Meccanismo psicologico di base del Non lo preposto all'investitura libidica o energetica della fonte di stimolazione. PUNTI DISTONICI COMPORTAMENTALI: Termine indicante la griglia dei cinque punti distonici preesistenti in ogni interlocutore. Questi debbono essere "serviti" analogicamente con le tecniche induttive indirette della DIPNOSI(R). PUNTI DISTONICI IPNOTICI: Termine che identifica la griglia dei tre punti distonici preesistenti in ogni soggetto ed evidenziati durante il test analogico. Il punto distonico maggiormente evidente per metterà all'operatore di calibrare,e orientare i successivi atti comunicativi al servizio analogico dei simboli più potenti. RECETTORI ANALOGICI: Dimensione efferente ed afferente dei simboli precostituiti e costituiti dell'inconscio nel loro insieme. Spesso intendiamo genericamente con tale termine la sfera emotiva di un interlocutore.

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RECETTORI LOGICI: Dimensione efferente ed afferente dei sistemi logici e comparativi della classe razionale. R.E.P. (RAPPORTO EMPATICO POSITIVO): Condizione di due interlocutori che si riconoscono nel medesimo problema o nella medesima situazione distonica. RIPETIZIONE SPECULARE: (ECO POSTURALE) Termini che indicano la riproduzione, da parte dell'operatore, dei gesti, delle espressioni, dei suoni e degIi atteggiamenti del soggetto. SERVIZIO ANALOGICO: Soddisfacimento delle esigenze di alimentazione energetica dei simboli egemoni del soggetto. La produzione di energia psichica è a favore dei simboli egemoni, ma viene generalmente attuata tramite la stimolazione dei simboli alimentatori. SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE: Modello interattivo analogico che utilizza, in fase di stimolazione e rispetto a valori semantici, parole aventi indirettamente o direttamente un significato simbolico appartenente alla sfera affettiva o sessuale degli individui. SIMBOLO: Unità di compensazione energetica che acquisisce una propria individualità e una sua precisa definizione. Un simbolo ha esigenze energetiche ed esigenze espletative; può avere o meno un referente oggettuale, sia esso cosa o persona.

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SIMBOLO ALIMENTATORE: Simbolo che subisce le stimolazioni; Tener gia psichica che si produce dalla sua diretta interazione con l'ambiente viene assorbita dal simbolo egemone relativo. SIMBOLO ANALOGICO: Nucleo energetico del simbolo, che assolve cioè alla funzione energetica. SIMBOLO COMMUTATORE: Simbolo oggettivizzato utile a "commutare" messaggi logici in opportuni messaggi analogici che alimentano i simboli egemoni. Viene utilizzato nei procedimenti dell'autocontrollo e la sua funzione intrapsichica è analoga a quella del simbolo alimentatore. SIMBOLI COSTITUITI: Simboli che si formano nella struttura inconscia dell'individuo dall'età infantile in poi. Essi posseggono potenziale inferiore a quelli precostituiti e devono assolvere alla alimentazione energetica di questi, oltre che sopperire alle proprie necessità energetiche attraverso altri simboli gerarchicamente inferiori. SIMBOLO EGEMONE: Simbolo che sta a capo di una triade simbolica. Un simbolo egemone è in diretto rapporto con il simbolo ALIMENTATORE e con IL SIMBOLO STIMOLANTE. Il simbolo egemone è sempre subliminale, ossia non denunciato; nel momento in cui venisse denunciato, diverrebbe a sua volta simbolo alimentatore di un nuovo simbolo EGEMONE appartenente alla triade superiore.

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SIMBOLO FUNZIONALE: Simbolo avente funzione di alimentatore nei confronti di un simbolo di potenza superiore. Nel momento in cui venisse a decadere il servizio energetico che esso rende al simbolo superiore, cessa di esistere. Tutti i simboli, ad eccezione della triade dominante, sono funzionali rispetto ad altri. SIMBOLISMO LOGICO: Nucleo logico del simbolo, che assolve cioè alla funzione espletativa. SIMBOLO PATOLOGICO: Autoattribuzione negativa e limitante dall'essere. In base al suo potenziale ipnotico è in grado di influenzare più o meno pesantemente il comportamento dell'individuo. SIMBOLO POTENZIALE: Fonte di stimolazione potenzialmente valida ad assumere il ruolo di bersaglio e, successivamente, quello di simbolo. SIMBOLO PRECOSTITUITO: Potente simbolo del Non lo preesistente rispetto ad un intervento operativo esterno. Un simbolo precostituito può avere una cor rispondenza oggettiva esterna all'individuo, come può non averla. Ad esempio, il simbolo "padre" precostituito può sussistere nella struttura mentale indipendentemente dall'esistenza vivente di un "oggetto" padre che lo rappresenta; in questo caso il simbolo precostituito è analogico. I simboli precostituiti sono il padre, la madre e la prima autoattribuzione negativa, creatasi in seguito a difficoltà nel possedere per quanto si è desiderato il primo e più importante simbolo oggetto.

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SIMBOLO STIMOLANTE: Fonte di stimolazione riconosciuta non solo dai simboli egemoni ma anche dall'Io Razionale del soggetto. Esso quindi detiene un potenziale ipnotico e può essere sia una persona che una entità astratta. SINTO: Simbolo oggettivizzato o fonte di stimolazione esterna in grado di coinvolgere e rendere quindi un servizio analogico. SINTOPATOLOGIA: Simbolo negativo, vincolante, che genera spesso ansia, sofferenza o disturbi del comportamento; ciò a causa del suo elevato potenziale ipnotico e della sua intrinseca capacità stimolante, può essere un simbolo patologico o una sinto. STIMOLAZIONE ANALOGICA: Atto comunicativo espresso dall'operatore utilizzando uno dei tre modelli analogici di comunicazione. TENSIONE: Stato eccitatorio di intensità variabile, ma certamente superiore al potenziale ipnotico della fonte di stimolazione o dell'indice di tolleranza dell'Io. TEST ANALOGICO INDUTTIVO: Individuazione di quegli atti comunicativi della CNV registrati dal soggetto maggiormente penalizzanti o gratificanti sul piano analogico; è utile per valutare se sia la distonia dell'ESSERE o quella dell'AVERE a de tenere sull'interlocutore maggior potenziale.

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TRIADE SIMBOLICA: Agglomerato di tre simboli, generatosi per consentire l'alimentazione energetica del simbolo capo. La triade simbolica si compone di un capo definito SIMBOLO EGEMONE, dal simbolo oggetto della stimolazione e definito SIMBOLO ALIMENTATORE, dal simbolo che stimola definito SIMBOLO STIMOLANTE. VERIFICA ANALOGICA TERMINALE: Unica verifica subliminale della quinta fase ipnotica, la mancata deglutizione, a seguito dell'inserimento della C.V., ne indica l 'esito positivo. VERIFICA LOGICA: L'operatore e il soggetto prendono atto del l'esito (positivo o negativo) di una richiesta fenomenologica impostata. VERIFICHE SUBLIMINALI: Parametri analogici che permettono all'operatore di valutare il grado del potenziale subliminale acquisito durante la fase induttiva.

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NOTE CAP I 1 Secondo alcuni autori: Cagliostro e Balsamo sarebbero due persone

ben distinte e colui che morì nella foresta papale di San Leo nel 1795, non sarebbe stato il Conte di Cagliostro bensì Giuseppe Balsamo.

2 Mesmer riteneva che un "fluido vitale" fosse presente nell'universo e che l'organismo umano poteva essere influenzato magneticamente da un altro organismo.

3 Vedi metodo catartico adottato successivamente. 4 Personaggio citato da Dumas nella sua opera "Il Conte di Montecristo". 5 Bernheim sottolineò il ruolo della suggestione in ipnosi considerata

come un fenomeno fisiologico contro la concezione di "condizione patologica" sostenuta da Charcot.

6 Tale posizione era in netto contrasto con le accertate possibilità dell'ipnosi in quanto tale, come ad es. l'eliminazione del dolore, che non richiede specifiche suggestioni verbali per realizzarsi.

7 In particolare la tecnica delle libere associazioni e quella della analisi dei sogni.

8 In Unione Sovietica invece Pavlov, alla luce delle teorie sui riflessi condizionati, proseguì le ricerche e le applicazioni cliniche della ipnosi.

9 Con tale sigla viene indicata la Comunicazione Non Verbale. 10 Per fare un esempio riferito alla prossemica, la distanza di circa 50 cm

da una persona può essere considerata una posizione neutra ma qualunque variazione di spazio, in più o in meno, verrà registrata dal soggetto come atto comunicativo avente l'effetto di aumentare o diminuire lo stato emozionale.

11 Sia la gratificazione che la penalizzazione servono per calibrare i dinamismi che provocano il coinvolgimento emotivo nel soggetto e, di conseguenza il suo stato ipnotico.

12 Charcot vincolava il fenomeno ipnotico alla natura isterica del soggetto. 13 P. Pavesi, op. cit, pag.23.

14 L. Chertok, ''L'hypnose. Les problèmes theoriques et pratiques", intr. a Parigi, Masson,1961. 15 H. Béaunis, op. cit., pag. 10.

16 H. L. Shaw, “Manuale pratico di ipnosi” Bologna, 1979. 17 L. Chertok, op. cit., pag. 36. 18 L. Chertok, op. cit., pag. 37. 19 F. Granone,; "L'Ipnotismo” in Trattato di Ipnosi (Sofrologia) 1° e 3° Ed.,

Boringhieri, Torino, 1976. 20 P. Pavesi op. cit. , pag. 27. 21 P. Pavesi op. cit., pag. 108.

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22 H. Bèaunis, op. cit., pag. 10. 23 H. L. Shaw, op. cit., pag. 19. 24 P. Pavesi, op. cit., pag. 30. 25 B. Disertori, “Trattato delle nevrosi" Boringhieri, 1965. 26 A. M. Weitzenhoffer “General Techniques of Hypnotism“ Grune e

Struttan, N.Y., 1957. 27 H. Béaunis op. cit., pag. 12 28 Bramwell “Hypnotism, its History, Pratrice and Theory" N.Y., 1956. 29 S. Ferenczi, cit. da L. Chertok, pag. 38. 30 P. Pavesi, opera cit., pag. 26. 31 Vedi "Ipnosi Dinamica", parte terza cap. VII. 32 Benemeglio S. "Corso di Ipnosi Dinamica" (Metodo Indiretto). Ed.

Sede 1988. 33 Vedi "Ipnosi Dinamica" parte prima cap. I, par. 5. 34 N. Perrotti "La psicoanalisi e la medicina psicosomatica" medicina

psicosomatica, vol. 1, 1956. 35 P. Pavesi, op. cit, pag. 26. 36 F. Granone, op, cit, pag. 42. 37 H. Bernheim "Hypnotisme, suggestion, psychothérapie" pag. 76, Doin,

Parigi 1903. 38 F. Granone, pag. 44. 39 J. Grasset "L'Hypnotisme et la suggestion" Parigi 1916. 40 F. Granone, op. cit., pag. 312. 41 F. Granone, op. cit., pag. 312. 42 J. G. Watkins "Elementary principles of trance induction" in M. K. (a

cura di) Introductive lectures in Medical Hypnotism, N.Y. 1958 43 Tale tecnica risulta essere, anche se con qualche piccola variazione,

molto valida ed ancora attuale. 44 H. Béaunis, op. cit. pag.230. 45 H. Béaunis, op. cit. pag. 30. 46 H. Béaunis, op. cit. pagg. 31-32. 47 Vedi Brèmaud, D'Hont, Lapponi. 48 In tal modo si viene a creare un forte flash, dovuto al contatto,

prossemico e digitale. 49 In una posizione tranquillamente "aperta" e senza possibilità di difesa. 50 H. Bernheim "De la suggestion dans l'état hypnotique et dans l'état de

veille" pag 4, Doin Parigi 1884. 51 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap.V, par. 1. 52 BenemeglioS. "Ipnosi Dinamica" parte prima cap.II, par. 1. 53 Benemegl io S. “ Ipnosi Dinamica” parte terza cap.VII , par. l .

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54 Benemegl io S.” Ipnosi Dinamica" parte terza cap. I I par. 2. 55 Oppure Bernheim, accorgendosene, non lo rese mai noto. 56 Avendo individuato il vero obiettivo da raggiungere: lo stato di tensione

e non il rilassamento! 57 La metodologia di Chertok lascia pochissimo spazio alle penalizzazioni

"casuali". 58 L. Chertok, opera citata, pag. 85. 59 L. Chertok, opera citata, pag. 86. 60 Tale forma viene usata prevalentemente da alcuni autori russi e

tedeschi. 61 Tale differenza è più importante di quanto possa sembrare poiché non

è possibile che vi sia lo stesso potere comunicativo nello sguardo, seppur allenato e neutro di un operatore, o in un semplice oggetto, Dato che, però, il "fattore comunicazionale" non viene neppure considerato, il processo viene ritenuto uguale.

62 L. R. Wolberg "Medical Hypnosis" N. Y. 1948. 63 L. Chettok, op. cit., pagg. 87-88. 64 E. Speer "Der Arzt der Persoenlikeit" cit. da L. Chertok, pag. 88. 65 Da tali stati anche l'operatore, non conoscendo gli stimoli di CNV, in

particolari casi può venire coinvolto ipnoticamente a sua volta. 66 L. R. Wolberg, "Medical Hypnosis" N.Y. 1948. 67 Questo è quanto si può dedurre da un testo e non dall'osservazione

diretta. 68 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda cap. IV, par. 3. 69 F. Granone, op. cit., pagg. 123,124,125. 70 H. L. Shaw, op. cit., pag. 27. 71 P. Pavesi, op. cit., pagg. 87-88. 72 F. Granone op. cit., pag. 98. 73 P. Pavesi, op. cit., pagg. 85-86. 74 P. Pavesi, op. cit., pag. 86. 75 P. Pavesi, op. cit., pag. 86. 76 P. Pavesi, op. cit., pag. 91. 77 F. Granone, op. cit., pagg. 98-99-100. 78 F. Granone, op. cit., pag. 110. 79 L. Chertok, op. cit., pag. 1. 80 L. Chertok, op. cit., pag. 37. 81 S. Ferenczi "introiection and transference" in First contribution to

Psychoanalysis, 1952. 82 L. Chertok, op. cit., pag. 38. 83 P. Pavesi, op. cit., pagg. 76-77.

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84 F. Granone, op. cit., pag. 100. 85 Ferenczi S. "Introjiection and Transference in "First Contributions to

Psycoanalisis", Hogarth, London, 1952. 86 Chertok L. "L'ipnosi" Ed. Mediterranee, 1971 pp. 20-23-25. 87 Granone, F. op. cit. pagg. 48-49. 88 Gill M., Brerman M.: “Hypnosis and Related Wiley e Sons”, New York,

1959. 89 Chertok L., op. cit., pagg. 25-26. 90 Granone F., op. cit. pag. 121. 91 M.V. "Freud e Ipnosi" Piccin, Padova, 1976. 92 Granone F., op. cit. pagg. 49-50. 93 Benemeglio S., "Ipnosi Dinamica" parte seconda cap. III, par. 3. 94 Engstrom D.R.: Hypnotic susceptibility, E.E.G. alpha and self-

regulation. In "Conscionsness and self-regulation. Advances in research. Vol. 1°". G.E. Schwartz e D. Schapiro Eds. pp. 173221, wiley e Sons, New York, 1976.

95 De Benedittis G., Sironi V.A.: Depth E.E.G. Recordings in Epileptic Patiens During Hypnotic and Non-Hypnotic States. In "Modern trend in Hypnosis" D. Waxman, P.C. Misra, M. Gibson e M.A. Basker Eds; pp. 149-159, Plenum Press, New York, 1985.

96 Pavlov I. "I riflessi condizionati" Boringhieri, Torino, 1966. 97 Reyher J.: clinical and Experimental Hypnosis: Implications for theory

and Methodology, Annals New York Academy of Sciences, pp. 71-84, 1977.

98 Cavallaro E. "Ipnosi, una induzione psicofisiologica". 99 Teuber H.L.: Why two brains. In “The Neurosciences third Study

Program” F.O. Schmitt e F.G. Worden Eds. pp. 71-74, M.I.T. Press, Canbridge, Mass, 1974.

100 Nei soggetti mancini il linguaggio è invece localizzato nell'emisfero destro. 101 Ornstein R.E.: “The mind field” Pocket Books, New York, 1978.

102 Galin D.: the two modes of conscicusness and the two halves of the brain. In "Symposium on Conscicusness e Ch. tart Eds, pp. 26-52, the Viking Press, New York, 1976.

103 Cit. da Miller: "Alla ricerca dell'inconscio" in "Psicologia”. 104 Cit. da Gardner H. in "I motti di Spirito e il Cervello diviso" in

"Psicologia Contemporanea" p. 52-58, 1982. 105 Sperry R.W., Gazzaniga M.S., Bogen J.E. Interhemispheric

relationships: the neocortical commissures: syndrome of hemisphere

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deconnection. In "Handbook of Clinical Neurology" Vol.4. P.J. Vínken e G.W. Bruyn Eds, North Holland - Elsevier Publ., Amsterdam, 1969.

106 Watzlawick P., “Pragmatica della Comunicazione umana", Astrolabio. 107 Cit. da Filippini E. in "Il Bambino davanti allo specchio" in

"Psicoanalisi" -Duemila,-, supplemento a "La Repubblica" del 17-12-88, p. 79

108 Gioco di parole basato sull'assonanza fra tempo e vento per suggerire il messaggio che le prestazioni della BMW migliorano con l'aumentare della velocità, ma in modo efficace.

109 Lasciando interdetto il lettore per poi specificare sul copy che si fa riferimento agli interni delle due Y 10 della foto (Panorama, 17-4-88).

110 Caprioli V. e Conti O. 'Teoria e prassi della nuova Ipnosi" La Goliardica Pavese, 1988.

111 Wolberg L. R. "Medical Hypnosis" N.Y., 1948.

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NOTE CAP II 1 Benemeglio S., "Ipnosi Dinamica" parte seconda paragrafi 2-3. 2 Quasi ottanta anni dopo, Julius Fast (1977) riprenderà,

parlando del comportamento sessuale, il significato di tale gesto.

3 Matte Blanco conferisce infatti molto valore alla comunicazione non verbale nell'espressione dell'inconscio. "Comunicazione non verbale e i suoi rapporti con la Comunicazione Verbale" in Rivista di Psicologia. 1, 1968, pp. 3-34.

4 Nell'accezione originale della Scuola di Palo Alto. 5 Tale principio porta a trasporre nel segno -tipica forma di

espressione analogica- i pensieri in forme visive. Malan D.H. "Psicoterapia in Pratica" Caffela, Bologna, 1981.

6 Lo stesso Langs riconosce di aver preso come parametro, per studiare la comunicazione umana, "L'interpretazione dei sogni" di Freud."La Comunicazione inconscia nella vita quotidiana. Astrolabio - Ubaldini Roma, 1988.

7 Freud. 1899 8 Per Freud costituiscono quegli eccitamenti interni che provocano

un eccessivo aumento del dispiacere, che ... sono trattati come se non agissero dall'interno ma dall'esterno (Freud, 1920).

9 Per il significato di queste difese, cfr. R. Langs, 1985, pag. 62-69. 10 Tale elaborazione è da riferirsi all'attribuzione, da parte del

dipendente alla omosessualità latente che il dirigente prova nei suoi confronti.

11 Lo stesso Freud indicava queste manifestazioni come espressione dell'inconscio (Freud, 1901).

12 La Costruzione differisce dall'Interpretazione per il fatto che la seconda è relativa ad un'elaborazione di un unico elemento -un segno, un lapsus, etc.,- mentre la Costruzione è riferita alla "ricostruzione" di un brano di vita rimosso (Freud, op. cit., p.545).

13 Freud, "L'Interpretazione dei sogni" in Opere, 1899, Vol. E. p.352, Boringhieri, Torino, 1970.

14 Ad esempio a soggetti balbuzienti è stato somministrato il messaggio defecare.

15 Cit. da Morris Desmond "L'uomo e i suoi gesti" p.204, Mondadori, Milano, 1977, 2c, ed. 1981.

16 Nel caso delle pupille dilatate, Morris (1977) nota che si tratta di un segnale che esprime interesse e attenzione.

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17 Vedi "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap. III, par. 4. 18 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte

seconda cap. III, par. 5. 19 Benemeglio S. 'Ipnosi Dinamica" parte

terza, cap.VII par. 7. 20 Benemeglio S. Corso di Dipnosi" (Metodo Indiretto), cap. I, pag. 25,

1986. 21 Benemeglio 5. 'Ipnosi Dinamica'' parte seconda, cap. III, par. 3. 22 Per atti comunicativi si intendono le stimolazioni emotive espresse

dall'operatore nella fase induttiva per creare delle micro-tensioni nel soggetto. (Benemeglio S., 1985).

23 Beneneglio S. "Corso di Dipnosi" (Metodo Indiretto), pag. 222; Ed. Sede.

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NOTE CAP III 1 Per approfondire il metodo autoipnotico della Ipnosi Dinamica è necessario

richiedere al Cid-Cnv. il materiale didattico sull'Autoipnosi, che comprende, oltre alla dispensa,un set di musicassette il cui ascolto deve avvenire secondo ben precise fasi e in stretto rapporto con il precedente della lettura dei test.

2 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte terza, cap.VII, par.2. 3 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap.III, par.3. 4 L'operatore si accorgerà di questo limite di tolleranza delle tensioni psichiche

tramite le verifiche analogiche che effettuerà sul soggetto mentre lo induce con gli atti stimolanti della CNV.

5 Definiamo "Servizio Analogico" il lavoro dell'operatore atto a soddisfare le esigenze di stimolazioni energetiche tensionali del soggetto.

6 Non annullando il potenziale ipnotico acquisito dell'operatore il soggetto si trova a vivere un prolungato stato ansioso.

7 Il tutto può essere rapportato alla frase-tipo dell'innamorato, che dopo un periodo di lontananza più o meno forzata dall'oggetto dei propri sentimenti, ammette di essere più innamorato di prima.

8 In un procedimento ipnotico il cortocircuito può realmente costituire un valido sistema di difesa, solo se l'operatore non ha fatto in tempo ad acquisire un potenziale ipnotico ottimale; nei rapporti con i simboli della vita quotidiana, invece il cortocircuito è sempre negativo.

9 Occorre concentrarsi. solo sulle tecniche induttive e porre le.€enomenologie ipnotiche in secondo piano, dato che esse scaturiscono direttamente dalla perfetta riuscita della fase induttiva.

10 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica", Sugarco Edizioni, Milano, 1979. 11 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap.IV. 12 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap.III, par.6. 13 Occorre saper valutare il possesso in termini di uso, godimento e non in

termini di proprietà; il Non lo infatti non riconosce la proprietà formale, nè il negoziato di acquisto di un bene. Per posseduto intendiamo riferirci quando al consumo o riduzione del potenziale ipnotico del_ l'oggetto desiderato nei confronti del quale l'individuo è coinvolto.

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NOTE CAP IV 1 Benemeglio S. "Il Simbolismo Comunicazionale" e "Il Simbolismo

Comunicazionale Logico" Ed. Se de, 1989. 2 Un simbolismo espresso con la parola, tuttavia, è sempre collegato ad un

referente analogico di base il quale rappresenta la radice dei diversi simbolismi derivati.

3 Vedere schema illustrativo E. 4 Vedere schema illustrativo F. 5 Definiamo penalizzante il segno che crea tensione e alimenta il Simbolo

Egemone nell'Inconscio; mentre definivamo. gratificante il segno che riduce la tensione e alimenta il Simbolo Egemone della classe logica dell'individuo.

6 I segnali di verifica analogica di esito positivo o di esito negativo sono dettagliatamente i_1 lustrati in: Benemeglio S. "La vendita analogica" Ed. Sede, 1988;

7 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte terza, cap. VII, par.4. 8 Vedere schema G.

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