Carlo e Giani Stuparich due volontari triestini nel 1915_Stringher_Udine_elio varutti

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Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Bonaldo Stringher” Udine Anno scolastico 2013-2014 Carlo e Giani Stuparich, due volontari triestini nella Prima guerra mondiale

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Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Bonaldo Stringher” Udine

Anno scolastico 2013-2014

Carlo e Giani Stuparich, due volontari triestini nella

Prima guerra mondiale

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Corriere della Sera

29 giugno 1914

L’ARCIDUCA EREDITARIO D’AUSTRIA E LA MOGLIE UCCISI DA UN GIOVANE STUDENTE BOSNIACO A SERAJEVO

Il 28 giugno 1914, a Serajevo, l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, e sua moglie Sofia furono uccisi dal nazionalista serbo Gavrilo Princip. L'assassinio minò l’assetto delle potenze europee, già in grave crisi, e il fragilissimo rapporto dell’Austria con la Russia, grande protettrice della Serbia, diventando la miccia che avrebbe fatto divampare la prima guerra mondiale. Il 28 luglio infatti l’Austria-Ungheria, con l’appoggio dell’alleato tedesco, dichiarò guerra alla Serbia. Saranno quattro lunghi anni con quasi nove milioni di morti……

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Nel 1915 Giani e Carlo Stuparich, in compagnia di un loro amico, Scipio Slataper, partono come volontari per combattere a fianco degli italiani nella Prima guerra mondiale.

I due fratelli triestini vengono fatti prigionieri dagli austriaci; Carlo viene ucciso, mentre Giani riesce a fuggire.

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L’ITALIA DICHIARA GUERRA ALL’AUSTRIA-UNGHERIA

Guerra! La parola formidabile tuona da un capo all'altro dell'Italia e si avventa alla frontiera orientale, dove i cannoni la ripeteranno agli echi delle terre che aspettano la liberazione: guerra! È l'ultima guerra dell'indipendenza. Avevamo finito col credere che il libro del Risorgimento fosse ormai pieno e chiuso e consegnato al passato. Ed ecco che si riapre sotto questo cielo di primavera fatidica ed ecco che il generoso sangue italiano, il sangue non mai vano di Palestro e di Novara, di San Martino e di Custoza, si prepara a tracciarvi in linee indelebili il compimento del nostro destino. L'ultimo capitolo del Risorgimento! Il circolo sacro sta per congiungersi e l'Europa d'oggi rassomiglia singolarmente, in tanta mutazione di vicende e di pensieri, all'Europa del 1848. passava allora fra i popoli l'anelito d'una libertà fondata sui diritti delle nazioni, e il sangue scorreva: passa oggi fra i popoli, dopo quasi settant'anni…..…

Corriere della Sera, 24 maggio 1915

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La Patria del Friuli, lunedì 24 maggio 1915.Da oltre confine. Una nuova dolorosa lista di italiani irredenti arrestati

Gli ultimi profughi hanno portato notizia di nuovi dolorosi arresti di notabilità italiane nella Venezia Giulia.A Dignano fu arrestato il noto negoziante sig. Giuseppe Ferro, il cassiere comunale sig. Francesco Davanzo, lo studente ginnasiale Matteo Benuzzi, il farmacista Guglielmo Manzin.Tra gli arrestati di Dignano vi è anche il dott. Giovanni Della Zonca, ex procuratore di stato……..

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Il diario di Stuparich inizia il 2 giugno 1915 con la partenza

dei volontari da Roma per raggiungere Monfalcone, il

fronte sul Carso, e si conclude l’8 agosto a Udine

quando, dopo 2 mesi di dura esperienza di guerra, Giani e

Carlo raggiungono le retrovie e Udine.

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Dal Diario di Stuparich: «Quota 121 - Monfalcone. 30 giugno 1915, si sta svolgendo la prima battaglia dell’Isonzo, iniziata il 23 giugno».

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Giornale di Udine, Martedì 20 luglio 1915.La nostra risoluta azione sull’altipiano del Carso. Più ordini di trincee presi d’assalto ed espugnati. Abbiamo fatto 2000 prigionieri tra i quali 30 ufficiali.A firma del generale Cadorna: «Lungo la frontiera dell’Isonzo l’offensiva che le nostre truppe con lenta ma aspra diuturna lotta vi svolgono da tempo ha ieri conseguito sensibili successi».

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Il soldato Novelli, milanese

• Dopo ore di bombardamento l’intensità sembra diminuire; Stuparich incontra il compagno Novelli che arriva, dopo due giorni (2 luglio), dal fondo della valle, piena di cadaveri.

• La sua faccia sembra invecchiata di qualche anno ed è più eloquente delle sue parole smozzicate in dialetto milanese, racconta loro della sua battaglia contro gli austriaci, di come ha rotto la sua baionetta per aiutarsi a risalire la valle per raggiungerli e del desiderio di tornare a casa.

»Dal Diario di Stuparich

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Nel libro “La guerra del 15” Giani Stuparich, il 18 luglio, si trova nella rocca di Monfalcone durante la seconda battaglia dell’Isonzo. Racconta com’era la vita nelle trincee, orari molto difficili, tensione continua, igiene scarsa, pericolo generale.

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Il momento del rancioAl rientro in trincea la stanchezza è talmente forte che ci si addormenta senza sentire i cannoni sparare. Il mattino torna un po’ di sole in mezzo alla nebbia.Il momento del rancio è scandito dai bombardamenti. Il monte Cussich è il più colpito, ma dopo poco riiniziano a sparare contro le trincee. I nemici conoscono la posizione dei ripari, visto come cercano di colpire ogni parte, diversi compagni vengono feriti.Finalmente, verso sera, gli spari cessano; si raccolgono i molti e ultimi feriti. Il cielo lontano viene mischiato dalla luce verde e rossa dei razzi. >> Dal Diario di Stuparich

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Le parole migliori per presentare il libro “Guerra del 15” sono quelle dello stesso autore che dice di aver scritto: “… annotazioni fatte sul momento, di giorno in giorno, anzi d’ora in ora, da un semplice gregario, che riproduceva soggettivamente, sotto la prima impressione, tutto ciò che udiva o vedeva o sentiva dal suo umile posto, senza controllo, senza possibilità da appurare la verità storica di certi fatti o la giustezza di certi apprezzamenti”.

Quindi questo Diario non può, né vuol essere un documento storico, ma semplicemente un documento psicologico e personale di quei primi mesi di guerra.

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Giani Stuparich (Trieste, 4 aprile 1891 – Roma, 7 aprile 1961) è uno scrittore dei più raffinati del Novecento. Nato a Trieste, dove frequenta il liceo-ginnasio insieme al fratello Carlo, studia a Praga, a Berlino e a Firenze, dove consegue la laurea in lettere e filosofia. Allo scoppio della guerra nel 1915 si arruola come volontario insieme al fratello Carlo e all'amico Scipio Slataper. Combatte prima sul Carso presso Monfalcone e poi sul Monte Cengio. Ferito due volte, viene fatto prigioniero, e internato in successione in cinque campi di concentramento austriaci.Insegna come professore di italiano al liceo Dante Alighieri dal 1921 al 1941. Durante il fascismo rifiuta la tessera del partito e non prende parte ad alcuna manifestazione. Nel 1944 viene internato insieme alla moglie e alla madre nella Risiera di San Sabba, a seguito di una delazione, e viene rilasciato dopo una settimana per l'intervento del vescovo Antonio Santin e del prefetto di Trieste….. (Biografia di Giani Stuparich)

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La tragica esperienza della guerra (ottiene la medaglia d’oro al valor militare), la costante presenza della morte, tutte le impressioni rapide e profonde dei combattenti rivivono ne “I Colloqui con mio fratello” (1925) e nel commosso diario “Guerra del 15” (1931). Giani Stuparich non potrà mai allontanare da sé quel tempo: tutta la sua opera, dai racconti pubblicati fra il 1929 e il 1932, all’ultimo romanzo “Simone” del 1953, ripropone in vario modo gli stessi temi presentati nel diario.L’opera più valida di Stuparich, l’ ”Isola”, uscita nel 1942, è anche quella meno dolente e tormentata, ma la Seconda guerra mondiale, e le sue conseguenze, restituiscono con maggior profondità a Giani Stuparich – che come ebreo fu anche perseguitato – il sentimento di una fatale ingiustizia che si accanisce su Trieste e sulla sua gente.

(Biografia di Giani Stuparich)

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Nel dopoguerra l'impegno di Giani, continua con la fondazione del Circolo della Cultura e delle Arti e con una produzione narrativa profondamente segnata dalla perdita dell'Istria, la terra del padre. Nelle sue opere letterarie si riflettono le sue delusioni: la condizione di "disperata umiliazione" che lo indussero a farsi testimone della tradizione istriana e di un'italianità ormai dissolta nell'esodo avvenuto dopo il 1945, dando un tono alla sua esistenza e ai suoi scritti venati di dolorosa memoria e di irriducibile rimpianto. (Biografia di Giani Stuparich)

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Dedica «cordiale ricordo» del 1954 di Giani Stuparich a Enrico e Miranda Conighi, di Fiume, sul libro “Notte sul porto”, edito nel 1942, ma con racconti riferiti a Trieste irredenta.

Collezione: E. Varutti, Udine

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Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher” Udine

Laboratorio di Storia, Progetto «Il Secolo breve in Friuli Venezia Giulia», cofinanziato dalla Fondazione CRUP. Hanno collaborato alla realizzazione di questo prodotto gli allievi della classe:

5 ^ D Ristorazione: Francesca Breda, Sara Cumin, Sabrina De Monte, Manuel Giovitto, Kristen Mason, Angelica Mori. Anno scolastico 2013-2014

Coordinamento didattico: professoresse Carla Maffeo (Italiano e Storia), Cinzia Lodolo (Sostegno).Dirigente scolastico: Anna Maria Zilli. Networking: prof. Elio Varutti, Economia e Gestione dell’Azienda Ristorativa; ottobre 2014.