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ALLEGATO A
PROGRAMMA TRIENNALE DI
SVILUPPO E SOSTEGNO
ALL’UNIVERSITA’, ALLA RICERCA,
ALL’INNOVAZIONE E AL
TRASFERIMENTO TECNOLOGICO
2012/2014
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Indice
1. Introduzione
2. Analisi di contesto
2.2 Quadro normativo e strategico di riferimento a) Il contesto europeo e nazionale b) La legge regionale n. 2/2007 c) I documenti strategici di riferimento
2.3 Contesto socio‐economico regionale a) Elementi strutturali del sistema b) Andamento della Liguria negli ultimi cinque anni c) Innovazione, ricerca e formazione
La ricerca in Liguria L’innovazione in Liguria La formazione in Liguria
2.4 Il sistema della ricerca 2.5 Osservazioni di sintesi e analisi SWOT
3. Interventi realizzati e lezioni apprese
3.1 Sviluppare le risorse umane e l’offerta di ricerca a) Sostenere l’alta formazione in Liguria
MASTER DOTTORATI VOUCHER ASSEGNI DI RICERCA
b) Supportare la visibilità e l’accesso alle strutture didattiche e della ricerca: obiettivo migliore qualità della didattica e della ricerca considerate prioritarie dalla Regione c) Sostenere i progetti di ricerca, le reti e le connessioni Università‐Imprese: aumentare la capacità dei centri di ricerca e delle imprese di partecipare a progetti di ricerca nazionali e internazionali d) Sostegno allo sviluppo dell’innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese (Poli di innovazione e Distretti tecnologici)
Distretto ligure tecnologie del mare Centro biotecnologie avanzate Parco Tecnologico della Val Bormida Poli di ricerca ed innovazione
3.2 Potenziare la domanda delle imprese e delle istituzioni a) Sostegno alla ricerca industriale b) Sostegno allo sviluppo precompetitivo c) Sostegno a start up ed a spin off
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3.3 Sviluppare e rafforzare la Governance a) Strumenti per la governance: strumenti, procedure e competenze per la governance del sistema b) Promuovere e sostenere la costituzione di reti e consorzi per sviluppare le attività interregionali e transnazionali c) Sostenere la diffusione della cultura scientifica
3.4 Lezioni apprese
4. Strategia e priorità 2012‐2014
4.1 Obiettivo generale 1. Sostenere la transizione verso un sistema economico regionale basato sulla conoscenza al fine di migliorare competitività, occupazione e qualità della vita
4.2 Obiettivi strategici 1. Consolidare e rafforzare il sistema regionale della ricerca 2. Far fronte alle grandi sfide per rafforzare la competitività del sistema economico‐produttivo e favorire la crescita sostenibile 3 Sostenere e potenziare la qualità del capitale umano 4. Promuovere e sostenere le attività innovative delle imprese 5 Promuovere e sostenere la collaborazione nel sistema della ricerca e nel sistema produttivo 6 Rafforzare la governance del sistema regionale della ricerca
4.3 Azioni
5. Risorse finanziarie
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1. Introduzione L’innovazione e la ricerca sono al centro della crescita economica dei territori; è attraverso le politiche per la promozione della ricerca, dell’innovazione e per le tecnologie dell’informazione e comunicazione che si può accrescere la competitività e recuperare il distacco da realtà più avanzate. L’Unione Europea, a partire da almeno gli anni novanta, ha assunto un’importante funzione di indirizzo e coordinamento nelle politiche di sostegno dello sviluppo al fine di porre rimedio al gap di produttività riscontrabile nel vecchio continente nei confronti degli altri competitor globali e alla bassa specializzazione nei settori ad elevato contenuto di conoscenza. L’asse portante dei nuovi indirizzi comunitari, finora rappresentato dalla “Strategia di Lisbona”, è ora diventato “Europa 2020”, che fa perno sulle tre priorità della crescita intelligente, mirata allo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione, della crescita sostenibile, volta a promuovere un utilizzo efficiente delle risorse, e della crescita inclusiva, finalizzata alla tutela della coesione sociale e territoriale.
Anche e soprattutto in un momento di grave crisi economica e finanziaria, investire in ricerca e innovazione è la condizione per avere territori attrezzati quando si manifesteranno le condizioni della ripresa. Inoltre la crisi fa emergere la necessità di nuove tecnologie, sostenibili dal punto di vista ambientale, a minor consumo di materie prime e di energie, a minor congestione sociale e urbana.
La Regione attraverso il Programma Triennale di Sviluppo e Sostegno all’Università, alla Ricerca, all’Innovazione e al Trasferimento Tecnologico 2012‐2014 intende, da un lato, consolidare e valorizzare i risultati positivi conseguiti nel precedente periodo di programmazione, dall’altro, esplorare nuove iniziative di ricerca e innovazione che incrocino i bisogni industriali ed al contempo consentano di far emergere nicchie di eccellenza che abbiano la caratteristica di valorizzare specifiche vocazioni del territorio e di creare opportunità di sviluppo ed occupazionali. Per raggiungere a pieno tali obiettivi è necessario sviluppare una governance regionale che, pur nel rispetto dei singoli nodi della rete di ricerca ligure, possa favorire ogni possibile collaborazione e la messa a sistema dei competenze, servizi, opportunità anche nella prospettiva di costruire un sistema che possa essere il perno della futura programmazione dei fondi strutturali.
2. Analisi di contesto
2.2 Quadro normativo e strategico di riferimento
a) Il contesto europeo e nazionale
Sin dalla sua fondazione l’Unione Europea ha attribuito al settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico carattere di priorità. Già nel trattato CECA (1951) la Commissione si impegnava a sostenere la ricerca nei settori industriali portanti, al fine di promuovere la competitività del tessuto economico europeo, e a definire le priorità di intervento in programmi quinquennali. Nel tempo, le risoluzioni del Consiglio hanno posto l’accento sulla necessità di un coordinamento tra le politiche nazionali per l’innovazione e la ricerca scientifica e sull’opportunità di una politica europea comune in questo settore. L’Atto Unico Europeo (1987) ha fornito la base giuridica per questa politica comune, inserendo nel Trattato CE il Titolo XVII “Ricerca e Sviluppo tecnologico” che definisce, tra l’altro, l’iter procedurale per l’adozione dei Programmi Quadro.
Nonostante i successi del modello di sviluppo industriale quantitativo adottato a partire dal secondo dopoguerra, l’avvento della globalizzazione e i nuovi equilibri economici internazionali che ne sono seguiti hanno messo in crisi l’economia europea. La strategia per il superamento di questa crisi è stata indicata dal Consiglio Europeo Straordinario di Lisbona (2000): utilizzare la conoscenza come fattore di produzione per fare dell’Europa l’economia più dinamica e competitiva del mondo entro il 2010. La Strategia di Lisbona ha
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individuato nella sfida tecnologica aperta dallo sviluppo dell’ICT un potenziale importante per l’occupazione europea e ha posto l’obiettivo di costruire una società basata sulla conoscenza, al fine di rendere il modello economico e sociale europeo più competitivo, più sostenibile e più coeso. In quest’ottica, l’Unione Europea ha chiesto ai governi nazionali e regionali di agire con flessibilità, di adottare una visione sistemica evitando la compartimentazione delle politiche, di porre un’attenzione specifica al tema della formazione e alla costituzione di cluster e reti d’impresa e di collaborare al fine di sfruttare al massimo la dimensione europea. La strategia di Lisbona ha introdotto lo strumento delle Piattaforme Tecnologiche Europee (ETP) e lo Spazio Europeo della Ricerca (ERA).
A cinque anni dal lancio della Strategia di Lisbona la valutazione intermedia della stessa, affidata ad un gruppo altamente qualificato di esperti, ha delineato però una situazione poco soddisfacente: i progressi ottenuti apparivano limitati, specie in ambito occupazionale. La Commissione ha deciso allora di semplificare gli obiettivi della strategia e di rafforzare la concentrazione delle risorse sugli interventi nazionali di maggiore urgenza. Numerosi strumenti programmatici sono stati individuati per l’implementazione di questa rinnovata Strategia di Lisbona (VII Programma Quadro per la ricerca, Programma Quadro per la competitività e l'innovazione, Istituto Europeo di Tecnologia, Iniziative Tecnologiche Congiunte). Sono inoltre stati indicati gli ambiti prioritari d’intervento: alta formazione, mobilità dei ricercatori, protezione dei diritti di proprietà intellettuale, mercati tecnologici in espansione e governance del sistema della ricerca.
Nel 2010 la Strategia di Lisbona ha concluso il suo ciclo. Molti sono stati gli interventi messi in campo nel settore della ricerca e dell’innovazione, ma altrettanto numerose sono state le occasioni di revisione e correzione della strategia, non ultima la crisi economica che ha colpito l’Europa a partire dal 2008. Nel marzo 2010 la Commissione Europea ha varato la nuova strategia di sviluppo dell’Unione Europa 2020, che, avvalendosi delle valutazioni relative alla programmazione attuata nel decennio precedente, mira a rilanciare l'economia dell'UE nel prossimo decennio, rispondendo alle sfide poste dalla fase di trasformazione che l’Europa sta attualmente vivendo. In particolare, due tendenze agiscono sul contesto europeo: da un lato la crisi economica, dall’altra le rapide trasformazioni globali riguardanti l’ambiente, l’invecchiamento della popolazione ed il fenomeno della globalizzazione.
La nuova strategia si focalizza quindi su tre priorità interdipendenti: A. crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione; B. crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse; C. crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la
coesione sociale e territoriale.
In termini quantitativi, l'Unione ha posto cinque ambiziosi obiettivi da raggiungere entro il 2020. All’obiettivo del 3% del Pil investito in ricerca e sviluppo, già fissato dal Consiglio di Barcellona nel 2002 e ripreso dalla Strategia di Lisbona, si affiancano altri quattro obiettivi complementari:
raggiungere gli obiettivi 20/20/20 in materia di clima ed energia: ridurre le emissioni di carbonio al 20% (e al 30% se le condizioni lo permettono), aumentare del 20% la quota di energie rinnovabili e aumentare l'efficienza energetica del 20%;
portare al 75% il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni;
ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10% e portare al 40% il tasso dei giovani laureati;
ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà.
La Commissione ha sin da principio evidenziato il ruolo fondamentale delle istituzioni nazionali, regionali e locali nella definizione e nell’attuazione delle politiche connesse alla strategia, sulla base del principio di sussidiarietà. Secondo la Commissione “il successo della nuova strategia dipenderà fortemente dalla capacità delle istituzioni dell'Unione Europea, degli Stati membri e delle Regioni di spiegare chiaramente perché le riforme sono necessarie (e inevitabili per mantenere la nostra qualità di vita e garantire i nostri
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modelli sociali), a quali traguardi vogliono giungere l'Europa e i suoi Stati membri entro il 2020 e quale contributo essi si aspettano dai cittadini, dalle imprese e dalle loro organizzazioni rappresentative”.1
Per questo ogni Stato membro ha adottato per ciascuno dei settori interessati dalla strategia i propri obiettivi nazionali. In particolare, la strategia Europa 2020 ha previsto l’elaborazione da parte degli Stati membri di un programma nazionale di riforma, che individuasse gli aspetti critici e gli orientamenti di massima in materia di politica economica nell’ambito del raggiungimento degli obiettivi della strategia comunitaria. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Programma Nazionale di Riforma per l’Italia a novembre del 2010. In questo documento, che fa parte del più ampio Documento di Economia e Finanza 2011, l’Italia delinea il suo contributo al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e individua alcuni traguardi quantitativi specifici:
tasso di occupazione: 67‐69%;
spesa per ricerca sul PIL: 1,53%;
istruzione terziaria o equivalente: 26‐27%;
abbandoni scolastici: 15‐16%;
efficienza energetica: 13,4%;
energie rinnovabili: 17%;
emissioni di gas serra (UE): 20%;
povertà: 2.2 milioni di poveri in meno. La definizione di strategie pluriennali di innovazione è al centro delle più recenti politiche europee volte a promuovere l’uso efficiente, efficace e sinergico degli investimenti pubblici. In particolare, la Commissione europea intende incentivare l’elaborazione di strategie di specializzazione intelligente (Smart Specialisation), come presupposto necessario per l’utilizzo dei fondi strutturali (FESR e FEASR) da parte dei governi nazionali e regionali e come strumento per sostenere l’incremento degli investimenti pubblici e privati nel settore della ricerca e innovazione. Il concetto di Smart Specialisation prevede di sostenere investimenti concentrati su priorità chiave a livello nazionale e regionale, individuate attraverso un approccio bottom‐up, che coinvolga tutti i soggetti del mondo dell’innovazione (governi, università, imprese etc.) al fine di definire le aree di specializzazione futura dell’economia locale. A questo scopo, l’Unione Europea ha recentemente sviluppato la Smart Specialisation Platform2, una piattaforma informatica finalizzata a dare supporto alle regioni UE nella definizione delle proprie strategie innovative, attraverso attività di formazione e di collaborazione tra i soggetti coinvolti ed esperti del settore. A livello attuativo, la Strategia Europa 2020 prevede sette Iniziative Faro da mettere in atto a livello europeo e nazionale per dare slancio all’attuazione della nuova strategia.
1. “Unione dell'innovazione”, per sostenere la produzione di prodotti e servizi innovativi, in particolare di quelli connessi ai cambiamenti climatici, all'efficienza energetica, alla salute e all'invecchiamento della popolazione;
2. “Youth on the move”, per migliorare soprattutto l'efficienza dei sistemi d'istruzione, l'apprendimento informale, la mobilità degli studenti e dei ricercatori, ma anche l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro;
3. “Agenda europea del digitale”, per favorire la creazione di un mercato unico del digitale, caratterizzato da un elevato livello di sicurezza e da un quadro giuridico chiaro. Inoltre Internet ad alta e altissima velocità dovrà essere accessibile a tutta la popolazione;
4. “Per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse”, per promuovere la gestione sostenibile delle risorse e ridurre le emissioni di carbonio, sostenendo la competitività dell'economia europea e la sua sicurezza energetica;
1 Comunicazione della Commissione “Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, COM(2010) 2020, p.30. 2 Sito ufficiale della S3Platform: http://ipts.jrc.ec.europa.eu/activities/research-and-innovation/s3platform.cfm
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5. “Per una politica industriale per l'era della globalizzazione”, per aiutare le imprese del settore a superare la crisi economica, a inserirsi nel commercio mondiale e ad adottare metodi di produzione più rispettosi dell'ambiente;
6. “Agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro”, che dovrebbe permettere di migliorare l'occupazione e la sostenibilità dei sistemi sociali. L'obiettivo è soprattutto quello di incoraggiare strategie di flessicurezza, la formazione di lavoratori e studenti, ma anche la parità tra donne e uomini e l'occupazione dei lavoratori più anziani;
7. “Piattaforma europea contro la povertà”, per rafforzare la cooperazione tra i paesi dell'UE e fare seguito al metodo di coordinamento aperto in materia di esclusione e di protezione sociale. L'obiettivo della piattaforma deve essere la coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione europea e l'inclusione sociale delle persone che vivono in povertà.
Un altro passo nel rinnovamento della strategia europea di sviluppo è stato compiuto con la pubblicazione, a febbraio 2011, del Libro Verde “Trasformare le sfide in opportunità: verso un quadro strategico comune per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione dell’Unione Europea”, che ha stimolato un’ampia consultazione pubblica coinvolgendo tutti gli attori operanti nel campo della ricerca. Nel richiamare le sfide già individuate dalla Strategia Europa 2020 (invecchiamento della popolazione, cambiamenti climatici e globalizzazione), il Libro Verde evidenzia la necessità di un maggiore coordinamento tra ricerca e innovazione, di una più intensa mobilitazione dei capitali privati e della valorizzazione della scala europea per le azioni in materia di ricerca e sviluppo. Inoltre, il documento auspica il superamento di alcuni punti critici rilevati nella precedente programmazione, quali l’eccessiva complessità degli obiettivi e degli strumenti e lo scarso coinvolgimento dei diversi stakeholders. Infine, il Libro Verde identifica, tra i temi particolarmente rilevanti per la futura politica dell’innovazione in Europa, quello del rapporto tra innovazione e sfide sociali e quello dell’innovazione per la competitività economica.
I risultati della consultazione pubblica sono successivamente confluiti, insieme al lavoro di numerose Direzioni Generali e ai documenti di posizione presentati dai diversi Stati membri3, nella discussione sul futuro quadro finanziario pluriennale europeo per il periodo 2014‐2020: in tema di ricerca e innovazione, la proposta della Commissione Europea ha ripreso infatti il tema del Quadro Strategico Comune presentato nel Libro Verde, rinominandolo Horizon 2020. Il quadro strategico Horizon 2020 dovrebbe accorpare l’VIII Programma Quadro, il futuro CIP e l’operato dell’EIT. La proposta finanziaria formulata dalla Commissione Europea prevede di assegnare al programma un budget di circa 80 miliardi di euro in sette anni e individua tre ambiti tematici prioritari:
Eccellenza nelle scienze di base (infrastrutture di ricerca, azioni Marie Curie)
Incidenza sulle sfide sociali (cambiamenti demografici, sicurezza alimentare, trasporti sicuri, ecologici e integrati…)
Creazione di una leadership industriale e incremento della competitività (ICT, nanotecnologie, ricerca spaziale, biotecnologie industriali…)4
Un altro elemento imprescindibile nella definizione della politica europea per la ricerca è lo Spazio Europeo della Ricerca (SER), che intende favorire il coordinamento delle politiche nazionali, la mobilità dei ricercatori e la libera concorrenza interna sul fronte dell’innovazione. Proposta nel gennaio del 2000 dalla Commissione Europea e lanciata dal Consiglio Europeo di Lisbona nel marzo del 2000, la creazione di uno Spazio Europeo della Ricerca ha ricevuto un nuovo impulso nel 2007 con la pubblicazione del Libro Verde
3 La posizione italiana sul finanziamento del Quadro Strategico Comune (QSC) Europeo per la ricerca e l’innovazione è disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca: http://www.ricercainternazionale.miur.it/notizie/2011/la-posizione-italiana-al-futuro-programma-quadro-strategico-comune-per-la-ricerca-e-l%E2%80%99innovazione.aspx 4 Per un approfondimento sulle singole tematiche e sulla loro declinazione nell’ambito di Horizon 2020 si vedano i rapporti relativi ai workshop tematici realizzati nei mesi di giugno e luglio 2011: http://ec.europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm?pg=workshops
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“Nuove prospettive per lo Spazio Europeo della Ricerca”, che definisce i tratti fondamentali che dovrebbero caratterizzarlo:
un flusso adeguato di ricercatori competenti, con livelli elevati di mobilità tra istituzioni, discipline, settori e paesi;
infrastrutture di ricerca di livello mondiale, integrate, collegate in rete e accessibili alle equipe di ricerca di tutta l'Europa e del mondo, in particolare grazie ad infrastrutture elettroniche di comunicazione di nuova generazione;
organismi di ricerca di eccellente livello impegnati in vere e proprie partnership e cooperazioni pubblico‐privato, che comprendono anche comunità di ricerca virtuali, specializzate soprattutto in settori interdisciplinari che attraggono una massa critica di risorse umane e finanziarie;
una vera condivisione delle conoscenze, in particolare tra la ricerca pubblica e il settore industriale, ma anche con il pubblico in senso ampio;
programmi e priorità di ricerca adeguatamente coordinati, che prevedono un volume considerevole di investimenti nella ricerca pubblica, programmati congiuntamente a livello europeo e pertanto caratterizzati da priorità comuni, un'attuazione coordinata e una valutazione congiunta;
un'ampia apertura del SER al mondo, con particolare accento sui paesi vicini e una forte determinazione ad affrontare le sfide mondiali con i partner dell'Europa.
Dal 2008 sono in corso iniziative di partenariato proposte dalla Commissione per incrementare la cooperazione all’interno del SER in cinque settori: le carriere dei ricercatori (condizioni di lavoro e mobilità); la progettazione e la gestione congiunte di programmi di ricerca; la creazione di infrastrutture di ricerca di livello mondiale; il trasferimento delle conoscenze e della cooperazione tra la ricerca pubblica e l'industria; la cooperazione internazionale in materia di scienza e tecnologia. Inoltre, nell’agosto del 2011, la Commissione ha annunciato l’istituzione del Comitato del SER a decorrere dal 1° marzo 2012, che avrà il compito di orientare la Commissione Europea in merito a questioni inerenti lo Spazio Europeo della Ricerca. Per quanto riguarda il livello normativo nazionale sono già stati evidenziati gli obiettivi posti di recente dal Programma Nazionale di Riforma (PNR), di diretta derivazione rispetto alla strategia comunitaria Europa 2020. In particolare, il ramo attuativo del PNR è il Programma Nazionale della Ricerca 2011‐2013, documento programmatico elaborato su base triennale dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), che definisce gli obiettivi e le modalità di attuazione della politica nazionale in materia di ricerca scientifica. Gli interventi adottati da tutte le pubbliche amministrazioni e attinenti anche solo parzialmente al settore della ricerca devono essere predisposti in coerenza con il Programma Nazionale della Ricerca.
Il Programma Nazionale della Ricerca 2011‐2013 è il risultato di un’ampia consultazione che ha coinvolto, oltre ai rappresentanti della comunità scientifica e del tessuto economico nazionale, anche le Amministrazioni competenti per materia, la Conferenza Stato Regioni e l’Osservatorio sulle politiche regionali per la ricerca e l’innovazione.
La strategia generale mira a fronteggiare alcuni tra i maggiori problemi italiani in ambito di ricerca e sviluppo, in particolare la scarsa tradizione di collaborazione tra i soggetti della ricerca pubblica e le imprese e il rischio di frammentazione degli interventi a causa della molteplicità dei centri decisionali del settore.
In termini più specifici il Programma individua alcuni principi‐guida, sulla base dei quali orientare in seguito le specifiche misure di intervento. Essi sono: crescita della competitività in alcuni ambiti tecnologici prioritari; qualità della ricerca e sinergia tra ricerca pubblica e ricerca privata; crescita degli investimenti in R&S; valorizzazione del capitale umano; realizzazione di un sistema nazionale integrato di raccolta e analisi dei dati del settore; promozione del trasferimento tecnologico; rafforzamento della collaborazione tra ricerca pubblica e imprese; sostegno alla nascita e allo sviluppo di nuove imprese high tech;
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promozione delle infrastrutture per la ricerca; introduzione di metodologie per la valutazione delle azioni a sostegno della R&S.
In particolare, rispetto al primo principio, il MIUR individua gli ambiti tecnologici prioritari in coerenza con il programma “Industria 2015” del Ministero dello Sviluppo Economico, che per primo ha definito le linee strategiche di intervento per la competitività del sistema produttivo italiano. Tali ambiti sono l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, le nuove tecnologie per il Made in Italy, per le scienze della vita e per i beni e le attività culturali.
Inoltre, il tema della governance rimane fondamentale e si configura come obiettivo trasversale a tutto il Programma Nazionale della Ricerca; in particolare esso è declinato in termini di miglioramento nella definizione delle competenze e coordinamento più efficace degli interventi tra i diversi livelli territoriali. Rispetto a tale obiettivo, il MIUR propone di assumere un ruolo di coordinamento e di valutazione al fine di garantire l’efficienza del sistema, attraverso la creazione di una segreteria tecnica centrale per il Coordinamento della Ricerca Italiana (CRI). Inoltre, il Programma intende promuovere una semplificazione della normativa di settore e dei procedimenti amministrativi, per ottimizzare l’allocazione delle risorse in materia di R&S.
Le azioni individuate dal Programma si sviluppano attraverso le risorse del Fondo per gli Investimenti nella Ricerca Scientifica e Tecnologica (FIRST), istituito dalla legge 296/2006 e nel quale confluiscono le risorse precedentemente assegnate al MIUR attraverso fondi diversi (PRIN, FAR, FIRB, FAS). Inoltre, alcune categorie di azioni prevedono espressamente la compartecipazione delle istituzioni locali e delle Regioni.
Le azioni sono raggruppate sulla base dell’arco temporale previsto per la loro realizzazione o del ruolo funzionale che assumono all’interno della strategia complessiva. In particolare si evidenziano: interventi di medio ‐ lungo periodo; interventi di breve‐medio periodo; strumenti funzionali all’integrazione degli interventi in ambito nazionale e internazionale; strumenti per il rilancio del capitale umano; interventi infrastrutturali; azioni specifiche per il Mezzogiorno; strategie per la ricerca in ambito internazionale; riforme strutturali dell’Università; interventi relativi ai Centri di Ricerca non universitari.
In coerenza con le linee programmatiche e con le azioni, il MIUR ha poi individuato 14 “Progetti Bandiera”, attraverso un processo di valutazione globale svolto nell’ambito della preparazione del Programma. Essi saranno avviati nell’ambito della programmazione 2011‐2013 tramite l’attività degli enti pubblici di ricerca, principalmente con il sostegno di risorse finanziarie nazionali.
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AZIONI PREVISTE DAL PNR 2011‐2013 INTERVENTI DI MEDIO‐LUNGO PERIODO AZIONE 1. Sostenere la creatività e l’eccellenza in tutti i campi del sapere Prevede il sostegno a progetti di Ricerca fondamentale di base, liberi, finalizzati allo sviluppo di nuova conoscenza, con impatto sul lungo periodo. AZIONE 2. Ricerca di base orientata alle tecnologie abilitanti Stimola processi di interazione tra Università, Enti di Ricerca, Ministeri, Industria e Regioni. Le call di progetto si rivolgono alla Ricerca di base, finalizzata allo sviluppo di tecnologie pervasive a impatto multisettoriale, in grado di produrre risultati nel medio e lungo periodo. INTERVENTI DI BREVE‐MEDIO PERIODO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE Questi interventi vengono proposti e svolti con il coordinamento congiunto tra le Amministrazioni interessate, nazionali e regionali. AZIONE 3. Ricerca per lo sviluppo di settori industriali innovativi Riguarda interventi diretti a grandi progetti che prevedono lo sviluppo di singole e specifiche aree prioritarie. L’obiettivo include anche lo sviluppo di strumenti per l’incubazione di nuove imprese high‐tech, da localizzare in modo particolare presso i distretti ad alta tecnologia o Centri di Ricerca e Sviluppo regionali con valenza internazionale. Deve essere dimostrato l’interesse industriale all’esecuzione del progetto e l’impatto economico‐occupazionale dei risultati. AZIONE 4. Progetti integrati di Ricerca a sostegno dell’industria Tali progetti prevedono attività di Ricerca fondamentale, di Ricerca industriale, di sviluppo sperimentale, di formazione, con prevalenza delle attività di Ricerca industriale, finalizzati alla messa a punto di ben specificati prodotti e servizi, con impatto nel medio ‐ breve periodo. Vengono considerati anche progetti per creare strumenti che accrescano la propensione alla Ricerca delle piccole e medie imprese (assunzione di personale di ricerca, assegnazione di commesse di ricerca, trasferimento temporaneo di personale di Ricerca pubblico presso soggetti industriali etc.) AZIONE 5. Sostegno alla creazione di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico Il PNR favorisce la nascita di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico, quale risultato di un processo di spin‐off dal mondo della Ricerca pubblica, così come delle “reti di imprese”. STRUMENTI ORGANIZZATIVI E OPERATIVI FUNZIONALI ALL’ INTEGRAZIONE DEGLI INTERVENTI DELLA
RICERCA IN AMBITO NAZIONALE E INTERNAZIONALE AZIONE 6. Sostegno alle piattaforme tecnologiche nazionali In Italia sono stati costituiti i corrispettivi nazionali delle piattaforme tecnologiche europee. Questa azione prevede il riconoscimento da parte del MIUR delle piattaforme nazionali e il loro coinvolgimento nelle azioni di programmazione e valutazione delle azioni di ricerca. AZIONE 7. Distretti ad alta tecnologia Il MIUR ha avviato un’azione di analisi e valutazione dei distretti italiani e delle altre strutture consimili, con l’obiettivo di potenziarne l’efficacia e valutare l’opportunità di promuovere interventi di riorganizzazione, necessaria a giustificarne un riconoscimento formale e/o la continuità operativa di quelli esistenti. AZIONE 8. Poli di eccellenza nazionale I poli di eccellenza raggruppano e collegano competenze/strutture, gestite da una pluralità di Istituzioni, sono coordinati da un consorzio di imprese, Università, Enti di Ricerca e altri soggetti pubblici o privati attivi in un particolare settore e territorio. Essi vengono riconosciuti e valutati in relazione ai risultati prodotti nell’ambito di una competizione di livello internazionale: pubblicazioni, brevetti, spin‐off, collaborazioni e reti internazionali acquisite, personale di qualità internazionale attratto. Le risorse ad essi destinate possono provenire, come nel caso dei distretti, da strumenti nazionali e regionali coordinati nell’ambito di accordi specifici.
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STRUMENTI PER IL RILANCIO DEL CAPITALE UMANO DEDICATO ALLA RICERCA AZIONE 9. Interventi finalizzati all’attrazione e qualificazione di giovani nel settore della Ricerca scientifica e tecnologica AZIONE 10. Scuole internazionali di dottorato Viene stimolata la fondazione di scuole internazionali di dottorato con un fondo diretto al reclutamento internazionale di dottorandi, incentivando gli Atenei e gli Enti di Ricerca virtuosi all’internazionalizzazione di procedure e contenuti delle scuole di neo‐fondazione. AZIONE 11. Riorientamento e recupero. Il PNR introduce progetti di riorientamento e recupero di competitività di strutture di Ricerca industriale. I progetti devono dimostrare le ricadute economico‐occupazionali delle conoscenze acquisibili. I progetti devono prevedere la compartecipazione di Istituzioni locali e delle Regioni. AZIONE 12. Sostegno ai post‐dottorati Il PNR dedica una misura al sostegno di sperimentazioni su larga scala tendenti all’introduzione nel Sistema nazionale di Ricerca pubblica di forme di assunzione di post‐dottorati. I progetti devono prevedere la compartecipazione di Istituzioni locali, anche private, e delle Regioni. INFRASTRUTTURE AZIONE 13. Infrastrutture La realizzazione di grandi infrastrutture di ricerca di eccellenza mondiale è uno dei cinque assi strategici per la strutturazione e lo sviluppo dello Spazio Europeo della Ricerca. Le infrastrutture di Ricerca rappresentano un mezzo per promuovere la cooperazione su scala paneuropea e per offrire alle comunità scientifiche un efficiente accesso a metodi e tecnologie avanzati. La realizzazione di questa azione si avvarrà anche di risorse comunitarie messe a disposizione dal VII Programma Quadro e dalla BEI attraverso il meccanismo RSFF, nonché degli strumenti normativi ERIC e dell’ESFRI (European Strategy Forum for Research Infrastructures). MEZZOGIORNO E PIANO SUD AZIONE 14. PON per le Regioni Convergenza Il PON Ricerca e Competitività è ritenuto coerente con gli obiettivi generali e specifici del PNR. In particolare, il PON determina nelle Regioni Convergenza condizioni ottimali per la valorizzazione e l’attrattività di investimenti in Ricerca e Sviluppo. La gestione del PON, attraverso Accordi di Programma Quadro con le Regioni, anticipa e prefigura le auspicate modalità di interazione e complementarietà tra Amministrazione centrale ed Enti regionali. AZIONE 15. Estensione dei progetti PON alle altre Regioni del Mezzogiorno e al Nord. STRATEGIE PER LA RICERCA IN AMBITO INTERNAZIONALE AZIONE 16. Migliorare il Sistema della Ricerca Italiana attraverso l’internazionalizzazione L’azione ha come obiettivo di migliorare le performance della Ricerca italiana attraverso l’internazionalizzazione, massimizzando lo sfruttamento degli strumenti di collaborazione in ambito UE, per la piena realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca anche perseguendo altri tipi d’impegno a livello internazionale basati su accordi bilaterali e multilaterali. UNIVERSITÀ AZIONE 17. Università Le innovazioni normative del sistema universitario e degli Enti Pubblici di Ricerca sono premesse irrinunciabili per il processo di implementazione del PNR e della messa in atto delle sue azioni. La riforma organizzativa e funzionale del sistema universitario prevede tra l’altro una maggiore autonomia/responsabilità finanziaria, scientifica e didattica, criteri più meritocratici per il reclutamento del personale, federazioni tra atenei per migliorare l’efficienza delle attività di ricerca e didattica.
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ENTI DI RICERCA NON UNIVERSITARI AZIONE 18. Enti di Ricerca Per gli Enti vigilati dal MIUR, il PNR promuove interventi in parte specifici e in parte comuni all’Università.
b) La legge regionale n. 2/2007
A livello regionale, le materie “ricerca e innovazione” sono state sistematizzate dal punto di vista normativo con l’approvazione della legge n.2 del 16 gennaio 2007 “Promozione, sviluppo, valorizzazione della ricerca, dell’innovazione e delle attività universitarie e di alta formazione”. L’obiettivo fondamentale della norma è quello di dotare la Regione di un quadro organico di riferimento per la declinazione di obiettivi, strumenti e azioni nel campo della ricerca e dell’innovazione, nella consapevolezza dell’importanza imprescindibile che questo settore riveste in una società che mira a fondare le proprie basi sempre più sulla conoscenza. Le azioni regionali si prevede siano indirizzate al rafforzamento del sistema regionale della ricerca e allo sviluppo della collaborazione tra l’Università, i centri di ricerca e i Distretti tecnologici, al fine di valorizzare le esperienze e le conoscenze presenti sul territorio e di attrarre nuove iniziative, anche in un’ottica di internazionalizzazione della Liguria. Inoltre, la legge regionale promuove interventi finalizzati a favorire lo sviluppo economico e l'innalzamento della qualità e competitività delle imprese liguri sui mercati nazionali ed internazionali attraverso il collegamento tra mondo della ricerca e tessuto produttivo regionale, ponendo un’attenzione particolare alle attività di ricerca industriale e di trasferimento tecnologico, soprattutto presso le piccole e medie imprese, e allo sviluppo di iniziative in settori strategici quali quelli dell’energia, dell’ambiente, dei trasporti e della sanità. Nell’ambito della promozione dell’alta formazione e dell’istruzione secondaria e superiore, la legge individua i seguenti indirizzi: valorizzazione e sviluppo dell’Università di Genova e degli istituti di ricerca e di alta formazione
operanti sul territorio regionale; attivazione di percorsi di alta formazione da parte dell’Università di Genova e degli istituti
competenti, anche con riferimento alle risorse umane da dedicare ai processi di innovazione; azioni di raccordo tra l’Università di Genova, il sistema produttivo, finanziario e terziario avanzato; diffusione dell’offerta formativa dell’Università di Genova e dei Centri e istituti di istruzione
superiore e alta formazione operanti in Liguria a livello nazionale ed internazionale; diritto allo studio universitario e superiore attraverso interventi ed azioni definite nella normativa
regionale di settore; investimenti e innovazioni sulla quantità e qualità dei servizi e per lo sviluppo della didattica
frontale e a distanza. In particolare, la legge regionale individua anche alcune tipologie di intervento utili al raggiungimento degli obiettivi di cui sopra: sostegno ai corsi di master universitari di I e II livello, di specializzazione e di dottorati di ricerca,
anche mediante l’istituzione di borse di studio; istituzione di assegni di ricerca e forme di sostegno di attività post – dottorali; finanziamento di interventi integrativi per l’adeguamento delle strutture universitarie e delle
istituzioni di ricerca e delle loro articolazioni sul territorio, nonché per progetti finalizzati; promozione di azioni di sostegno per giovani ricercatori e per il reclutamento di studiosi, italiani e
stranieri, di chiara fama; partecipazione ad accordi di programma ed altre iniziative co‐finanziate dall’Unione Europea o da
altri soggetti pubblici e privati. Rispetto al tema dello sviluppo di processi di innovazione e del rafforzamento della competitività del sistema economico‐produttivo ligure, la legge regionale individua invece i seguenti orientamenti:
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finanziamento o cofinanziamento di programmi di ricerca di Università, enti e strutture di ricerca pubbliche e private, favorendo l’attivazione di progetti integrati e sostenendo ove possibile i progetti proposti da giovani ricercatori;
formazione e radicamento nella regione di risorse umane ad alto valore aggiunto dedicate ad azioni innovative;
formazione di consorzi, associazioni tra imprese, società consortili e fondazioni, con finalità di ricerca, anche mediante convenzioni o partecipazioni;
sviluppo di sistemi informativi in grado di connettere le strutture sanitarie sul territorio; trasferimento della ricerca a favore delle piccole e medie imprese per accrescerne il patrimonio
tecnologico e migliorare la qualità dei prodotti e processi produttivi; diffusione e valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica per incentivare la
creazione di imprese e lo sviluppo di attività ad alto contenuto innovativo; attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo; innovazione tecnologica, produttiva, commerciale, organizzativa e gestionale delle imprese; sviluppo di servizi di finanza innovativa e accesso al finanziamento dell’innovazione tecnologica con
capitali privati; organizzazione di eventi di comunicazione per valorizzare e diffondere i risultati dei progetti e degli
interventi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione; iniziative di collegamento tra scienza e società.
Inoltre, per favorire l’accesso delle piccole imprese alle iniziative di ricerca e innovazione e alle relative agevolazioni per la creazione d’impresa e per il trasferimento tecnologico, la legge regionale promuove la costituzione di apposite piattaforme per l’innovazione tecnologica organizzate su basi tematiche. Le piattaforme tecnologiche rappresentano uno strumento di raccordo tra le esigenze provenienti dalle piccole imprese e il sistema regionale della ricerca e dell’innovazione per l’individuazione di progetti, mirati al perseguimento di obiettivi di sviluppo, che possano anche godere delle agevolazioni previste dalla presente legge. A livello di strumenti programmatici specifici, la legge regionale prevede la predisposizione di un programma triennale di sviluppo e sostegno all’Università, alla ricerca ed all’innovazione, che definisca gli indirizzi strategici e gli obiettivi operativi di medio termine per il loro conseguimento, nonché i settori di interesse prioritario. Inoltre, la legge istituisce l’Osservatorio regionale sul sistema della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione, che ha il compito di acquisire e mantenere aggiornate informazioni, documentazione e dati statistici sulle attività di ricerca, innovazione e alta formazione regionali.
c) I documenti strategici di riferimento
Nell’ambito del quadro programmatico, l’UE ha evidenziato l’importanza di fare convergere le strategie di livello comunitario con le strategie di programmazione a livello nazionale, per ottenere una maggiore concentrazione degli investimenti verso obiettivi condivisi e per aumentare l’efficacia degli investimenti stessi. A tal fine, l'Italia ha presentato all'Unione Europea il proprio Quadro Strategico Nazionale (QSN), con l'obiettivo di individuare gli orientamenti per l’assegnazione delle risorse fornite dalla politica di coesione. Lo Stato italiano, inoltre ha esteso lo stesso principio al livello regionale, chiedendo alle Regioni di contribuire alla stesura del QSN attraverso la produzione di Documenti Strategici Regionali (DSR) e la successiva predisposizione degli strumenti necessari ad attuare una “programmazione unitaria” attraverso programmi operativi autonomi, ma coerenti tra loro e confrontabili. Pertanto i progetti finanziati affrontano aspetti inerenti le tematiche riconosciute dal Documento Unitario di Programmazione della Regione Liguria (DUP, approvato con D.g.r. 608 del 30 maggio 2008), strumento attuativo del DSR ligure. Il DUP garantisce un approccio unitario alla politica regionale, collegando gli specifici Programmi operativi regionali (POR) attivati per ciascun Fondo comunitario con il Programma relativo all’utilizzo del Fondo Statale per le aree sottoutilizzate – FAS, assicurandone la complementarietà,
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evidenziandone l’interconnessione e individuando il “contributo” che ogni Programma apporta al perseguimento delle linee strategiche regionali, nel quadro di un disegno politico‐programmatico unitario ed organico.
Il documento esplicita chiaramente le priorità della programmazione e favorisce la convergenza di temi e progetti su obiettivi ben precisi, quali:
- ricerca e innovazione; - ampliamento e rafforzamento della struttura produttiva e internazionalizzazione; - accessibilità e mobilità sostenibile; - miglioramento della qualità ambientale e territoriale; - tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali; - modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione e crescita dell’occupazione; - sviluppo delle comunità locali e inclusione sociale; - rafforzamento della PA.
Per quanto riguarda il tema della ricerca ed innovazione, identificato come strumento prioritario per rafforzare la competitività del sistema, si identificano i seguenti obiettivi:
1. Favorire la nascita di relazioni stabili tra il sistema della ricerca pubblica e privata, l'Università e le imprese;
2. Promuovere partnership internazionali per accrescere il trasferimento nei settori dell'innovazione e il trasferimento tecnologico;
3. Implementare lo sviluppo di servizi avanzati per i cittadini e le imprese e favorire l'accesso alle TIC a sostegno della competitività.
Si riportano di seguito alcune informazioni sui principali programmi di attuazione della politica regionale:
POR FESR Competitività
Il Programma Operativo Regione Liguria è stato approvato con Decisione della Commissione Europea n. C(2007) 5905 del 27 novembre 2007. In accordo con gli indirizzi espressi a livello comunitario e condivisi dagli Stati membri, che richiedono di focalizzarsi su poche priorità, il POR è stato articolato su quattro assi di intervento, oltre all’asse “Assistenza tecnica”: Asse 1. Innovazione e competitività
Politica di coesione Programmazione Europea
2007‐2013
Quadro Strategico Nazionale (QSN)
Documento Strategico Regionale (DSR)
Documento Unitario di Programmazione (DUP)
POR FESR POR FSE POR FAS
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Asse 2. Energia Asse 3. Sviluppo urbano Asse 4. Valorizzazione delle risorse culturali e naturali Il POR Competitività, in coerenza con la strategia settoriale sull’Innovazione che trova riferimento nella legge regionale n. 2 del 2007, si concentra sull’impresa come oggetto dell’innovazione e sulla valenza strategica di un collegamento strutturato e continuo tra domanda e offerta di ricerca e tecnologia, innovazione e mercato. In particolare il primo asse “Innovazione e competitività” (con una dotazione di 301 Milioni € pari ad oltre il 56% del Programma che vanta risorse per 530 Milioni € ‐ ivi compresa la quota a carico degli EE.LL. per gli interventi infrastrutturali) ha come obiettivo la promozione dell’innovazione del tessuto produttivo ligure e lo stimolo all’imprenditorialità, favorendo nel contempo la nascita di un sistema in cui siano coinvolte imprese, centri di ricerca e istituzioni politiche, attivando in tal modo un circolo virtuoso che consenta di raggiungere un più elevato e più durevole livello di conoscenza e accrescimento del livello tecnologico di tutto il sistema produttivo, come fattori di competitività. Nello specifico l’Asse supporta: - la creazione di piattaforme tecnologiche, laboratori di ricerca e centri di competenza; - la creazione di poli localizzativi di ricerca, produzione e innovazione, dotati di infrastrutture tecnologicamente avanzate e specializzate;
- la nascita di imprese derivanti da spin off accademico e industriale e ad elevato contenuto tecnologico;
- i progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale realizzati da PMI; - i progetti di innovazione tecnologica, produttiva, commerciale, organizzativa, e gestionale delle PMI.
POR FSE Occupazione
Il programma Operativo è stato approvato con Decisione della Commissione Europea C (2007) 5474 del 7 novembre 2007. Le risorse complessivamente disponibili ammontano a 395.073.052 €; il Programma operativo si pone gli obiettivi generali di: - accrescere l'adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori, al fine di migliorare l'anticipazione e la gestione positiva dei cambiamenti economici
- migliorare l'accesso all'occupazione e l'inserimento sostenibile nel mercato del lavoro per le persone in cerca di lavoro e per quelle inattive, prevenire la disoccupazione, in particolare la disoccupazione di lunga durata e la disoccupazione giovanile, incoraggiare l'invecchiamento attivo e prolungare la vita lavorativa e accrescere la partecipazione al mercato del lavoro
- potenziare l'inclusione sociale delle persone svantaggiate ai fini della loro integrazione sostenibile nel mondo del lavoro e combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro
- potenziare il capitale umano attraverso interventi volti alla valorizzazione delle competenze e capacità possedute dalle persone per favorire la loro crescita individuale, l'inserimento e l'avanzamento lavorativo e lo sviluppo dell’economia regionale;
- promuovere partenariati, patti e iniziative tramite la creazione di reti di soggetti interessati, quali parti sociali e organizzazioni non governative, a livello transnazionale, nazionale, regionale e locale, al fine di promuovere riforme nei settori dell'occupazione e dell'integrazione nel mercato del lavoro.
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Le linee d’intervento sono ricondotte ai seguenti Assi prioritari: a) Adattabilità (risorse pari al 22% del totale: 86.916 €) b) Occupabilità (risorse pari al 34% del totale: 134.324.838 €) c) Inclusione sociale (risorse pari al 16% del totale: 63.211.688 €) d) Capitale umano (risorse pari al20% del totale: 79.014.611 €) e) Transnazionalità e interregionalità (risorse pari al 4% del totale: 15.802.922 €) f) Assistenza Tecnica (risorse pari al 4% del totale: 15.802.922 €).
Il programma ha avuto avvio con l’approvazione da parte della Giunta regionale (delibera N.1178 del 12 ottobre 2007) delle Disposizioni attuative alle province (Organismi intermedi) e la contestuale assegnazione delle risorse finanziarie per un importo corrispondente a circa il 40% delle risorse della prima annualità del PO dando operatività agli assi Occupabilità, Adattabilità ed Inclusione sociale. Il POR Occupazione affronta i temi della competitività, dell’alta formazione, della ricerca e dell’innovazione tecnologica, puntando in particolare sulla valorizzazione del capitale umano che opera nel campo della ricerca nella sua funzione di connessione tra mondo dell’Università, della ricerca e delle imprese e di valorizzazione delle punte di eccellenza presenti in Liguria. Tale Programma Operativo prevede un rafforzamento e una maggiore apertura ad ambiti extraregionali dell’offerta di ricerca, innovazione e alta formazione, con un rafforzamento e razionalizzazione della domanda insieme ad un ripensamento del ruolo della domanda pubblica e al sostegno delle iniziative di alta formazione che possano favorire sia la mobilità dei ricercatori tra le imprese, l’Università e Centri di ricerca, sia la mobilità internazionale, nonché la costruzione di reti. Tra le attività di ricerca e innovazione promosse dal POR Occupazione sono comprese: - attività che incidono sulle componenti di processo, procedimento o procedura, sviluppando nuovi indirizzi, approcci, metodi o strumenti migliorativi di quelli in uso, con rilievo allo scouting tecnologico e organizzativo e alla formazione di figure atte a favorire l’introduzione nelle imprese dell’innovazione;
- attività di alta formazione mirate alla creazione o al rafforzamento di reti di ricerca internazionali e al sostegno ai progetti di ricerca di giovani ricercatori;
- attività sperimentali per il potenziamento dell’offerta di alta formazione (assegni e dottorati di ricerca, ricercatori a tempo determinato) dell’Università nei settori prioritari per l’economia regionale e in relazione a progetti di ricerca congiunti tra Università e imprese;
- azioni che mirano, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie, a realizzare prodotti e servizi nuovi, relativamente agli obiettivi, ai contenuti, all’organizzazione, alla metodologia, o alla loro fruibilità.
Programma Attuativo FAS
A completamento dei programmi comunitari e ad integrazione degli interventi attivati con risorse proprie, la Regione ha definito il proprio Programma Attuativo Regionale FAS, approvato con deliberazione n.608 del 30.5.2008. La dotazione complessiva del PAR FAS per il periodo di programmazione interessato (2007‐2013) è 288,507 milioni di euro, essendo la dotazione iniziale di 342,064 milioni di euro ridotta con due successive deliberazioni: CIPE 1/2009 (con cui si è passati a 320,563 milioni di euro) e CIPE dell’11.01.2011 (con cui si è passati alla dotazione attuale).
Gli investimenti proposti sono finalizzati al finanziamento di programmi/progetti inquadrati nei tre obiettivi strategici identificati dal Documento Strategico Regionale (DSR), approvato il 13 luglio 2007, specificati nelle rispettive linee di azione:
1. Competitività del sistema economico Linee di azione: o ricerca e innovazione o accessibilità e mobilità sostenibile
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2. Competitività del sistema ambiente e territorio Linee di azione: o miglioramento della qualità ambientale e territoriale o tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali 3. Sviluppo del capitale umano Linea di azione: o modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione e crescita dell'occupazione
Le risorse FAS vengono destinate al rafforzamento della strategia delineata nei Programmi Operativi "Competitività" e "Occupazione", con particolare riguardo alle dotazioni infrastrutturali, per il rafforzamento tematico o territoriale delle azioni definite da tali Programmi. Tali risorse sono destinate a interventi addizionali rispetto a quelli previsti dalle ordinarie fonti di finanziamento regionali. In particolare, per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione, gli interventi sono costituiti da progetti strategici regionali, già condivisi con il territorio, dei quali alcuni già strutturati in Accordi di Programma tra la Regione e i soggetti attuatori. Essi rafforzano le azioni promosse dall’Asse 1 del POR Competitività e una serie di azioni dedicate del POR Occupazione, promuovendo meccanismi virtuosi di cooperazione finalizzati al consolidamento dello sviluppo tecnologico e imprenditoriale, con particolare attenzione alla tematica dei distretti. In particolare gli interventi riguardano: - Insediamento della facoltà di Ingegneria nell’ambito del Polo tecnologico in località Erzelli (25 milioni di euro);
- Realizzazione di infrastrutture e laboratori per il Distretto ligure per le tecnologie marine nell’area della Spezia (5 milioni di euro);
- Poli Universitari decentrati della Spezia, Imperia e Savona (4,5 milioni di euro); - Programma triennale per la ricerca e innovazione: progetti integrati ad alta tecnologia (19,5 milioni di euro).
In relazione alle risorse iniziali complessivamente stanziate (342,064 milioni di euro), la Regione ha definito il proprio PAR avente un costo complessivo di 1.427,25 milioni di euro (includendo fondi propri della Regione, quote a carico degli EE.LL., finanziamenti ANAS, ecc.). Pur essendo stati successivamente ridotti i finanziamenti statali (fino a 288,507 milioni di euro), la Regione ha comunque confermato il proprio programma.
Programma Regionale Triennale dell’Internazionalizzazione 2011‐2013
La strategia regionale del Programma Regionale Triennale, approvato dal Consiglio Regionale in data 23 febbraio 2011, prosegue sulle linee di indirizzo già delineate nel programma 2008‐2010, prestando particolare attenzione al mondo delle PMI, al tema dell’innovazione – leva strategica per il superamento della crisi ‐ ed all’integrazione delle singole politiche regionali di settore a valenza internazionale.
In particolare prevede azioni specifiche che devono svilupparsi secondo una logica integrata, con le attività svolte dai differenti settori e soggetti istituzionali allo scopo di coordinare efficacemente le diverse iniziative promozionali finanziate a vario titolo sul territorio, con particolare riferimento al POR Competitività (Asse I). L’intervento del FAS è a sostegno del sistema produttivo, con interventi aggiuntivi in relazione alla razionalizzazione degli insediamenti, con la riqualificazione di aree idonee maggiormente rispondenti alle esigenze specifiche ed alle logiche dei distretti.
Per quanto riguarda gli orientamenti settoriali, le indicazioni ministeriali individuano in particolare la valorizzazione del comparto high‐tech, anche al fine di promuovere la collaborazione produttiva all’estero ed investimenti congiunti nel campo della ricerca. Oltre ad uniformarsi agli orientamenti ministeriali, la Liguria punta a sostenere i propri settori di punta come volano per incentivare il miglioramento del livello di internazionalizzazione del sistema
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regionale: in particolare si fa riferimento all’industria dei mezzi di trasporto e macchinari, al settore elettronico, al settore dell’agricoltura, nonché al sistema della logistica.
Programma Triennale di Sviluppo della Società dell’Informazione 2009‐2011
Il Programma triennale di sviluppo della società dell'informazione 2009‐2011 (PTsil), entrato in vigore con l'approvazione da parte del Consiglio Regionale della delibera n.1 del 28 gennaio 2009, è il documento di riferimento regionale per lo sviluppo di un'efficiente e funzionale società dell'informazione in Liguria. Attraverso questo strumento programmatorio la Regione adotta le linee di indirizzo per lo sviluppo coordinato e omogeneo sul territorio regionale della società dell'informazione, lo sviluppo del Sistema informativo integrato regionale (Siir) e del progetto istituzionale Liguria in Rete.
La versione definitiva rappresenta la sintesi dei contributi forniti dalle strutture regionali e dagli enti appartenenti al Siir e si articola nella descrizione dei risultati raggiunti nel precedente periodo di programmazione (2006‐2008), degli obiettivi strategici trasversali (architettura del sistema informativo e telematico regionale integrato e strumenti di governance) e settoriali per il triennio 2009‐2011, degli scenari e degli strumenti tecnologici per l'attuazione degli obiettivi e degli aspetti finanziari ed economici da impiegare nella nuova programmazione.
Il PTsil recepisce gli indirizzi regionali della programmazione generale e di settore e viene adottato in coerenza con il Documento di programmazione economico‐finanziaria (ad esempio si integra e aggiorna il Piano per la Sanità elettronica ‐ eHealth Liguria, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n.12/2006). Il PTsil individua quattro obiettivi strategici:
‐ superamento del digital divide territoriale attraverso la creazione di un sistema di infrastrutture abilitanti dispiegate sul territorio, idonee a fornire un adeguato livello di connettività a tutte le aree del territorio regionale e un livello minimo di accesso, riconoscimento, elaborazione, cooperazione applicativa e interoperabilità a tutti i sistemi degli enti Siir e agli enti e soggetti liguri partecipanti al progetto istituzionale Liguria in Rete. Gli strumenti di interoperabilità consentiranno di unificare i punti di accesso ai servizi complessi da parte dell'utenza e l'espletamento degli iter amministrativi completamente per via telematica
‐ operare per l'eliminazione del knowledge divide sociale ed economico ed assicurare la totale inclusione nella società dell'informazione sviluppando la rete dei servizi web per i cittadini e le imprese attraverso lo sviluppo della rete di servizi web interattivi e transazionali, oltre che informativi per i cittadini e le imprese, per abbattere il divide di conoscenza e competitività dei sistemi economici e di innalzamento di qualità della vita dei cittadini
‐ sviluppare l'adeguamento del back office digitale amministrativo e tecnico del Siir e agli enti e soggetti liguri partecipanti al progetto istituzionale Liguria in Rete, mantenerlo in esercizio incrementandone l'efficienza come prerequisito indispensabile per l'aumento dell'efficienza degli enti e l'erogazione dei servizi interattivi e transazionali
‐ attuare politiche di governance, monitoraggio, benchmarking e partnership nello sviluppo della società dell'informazione in Liguria.
E’ in corso l’iter di approvazione in Giunta Regionale del Programma Triennale di Sviluppo della Società dell’Informazione in Liguria per il periodo 2012‐2014, le cui linee strategiche si rifanno alla centralità dell’utenza (privata o istituzionale) e alle sue esigenze reali rispetto ai sistemi e alle tecnologie che devono essere strettamente dimensionate alle effettive esigenze operative.
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2.3 Contesto socio-economico regionale
a) Elementi strutturali del sistema
La popolazione della Liguria al 1° gennaio 2010 si attesta su 1.615.986 unità, con un incremento complessivo dell’1,5% rispetto al 2005; la crescita, peraltro più contenuta rispetto a Nord Ovest e Italia (rispettivamente 3,7% e 3,2%), è dovuta principalmente alla crescita della popolazione straniera che passa, nel periodo, dal 4,1% al 7,1% della popolazione totale.
Solo a partire dal 2002 il saldo migratorio positivo è riuscito a compensare il deficit naturale, portando così ad una crescita complessiva della popolazione ed invertendo un trend ormai consolidato da molti anni.
Al 1° gennaio 20105 per la Liguria si rileva:
- elevato indice di vecchiaia6, che risulta circa doppio rispetto alla realtà nazionale e rappresenta il valore più elevato tra le regioni italiane. Nonostante un calo tra il 2005 e il 2010 di oltre 10 punti percentuali, nel 2010 l’indicatore in Liguria si attesta su un valore di 235, contro il 144 registrato a livello nazionale. Dalla composizione per classi di età si evince il significativo peso delle persone con età uguale o superiore ai 65 anni (26,8% del totale), tuttavia il peso della fascia fino a 14 anni sta aumentando a ritmo sostenuto (da 10,9% a 11,4%) riequilibrando, almeno in parte, la forte presenza di persone anziane;
- tasso di crescita naturale negativo; il tasso di natalità nel 2010 in Liguria riporta il valore minimo osservato in Italia: 7,3 nati per mille abitanti, rispetto ad una media nazionale pari a 9,2. Viceversa, l’indice di mortalità assume il valore più alto: 13,4 decessi per mille abitanti, rispetto a 9,7 a livello nazionale. Il tasso di crescita naturale della Liguria è, quindi, negativo, pari a ‐6,1 per mille abitanti, rispetto ad una media nazionale di ‐0,5 per mille abitanti.
- esigua dimensione media della famiglia, causata dalla sempre maggiore incidenza dei single e delle coppie senza figli o con un solo figlio. Il numero medio di componenti per nucleo familiare è pari a 2,1, il valore più basso tra le regioni italiane (la media nazionale è pari a 2,5), mentre è elevata la quota di nuclei monoparentali: 15,7% rispetto il 12,6% nel Nord e il 12,7 % a livello nazionale.
Con riferimento al mercato del lavoro, nel 2010 la Liguria presenta un quadro complessivamente migliore rispetto alla media nazionale, ma comunque non ai livelli del Nord Ovest. Nel 2010 il tasso di occupazione in Liguria risulta pari al 63%, inferiore rispetto al Nord Ovest (64,4%), ma superiore al dato nazionale (56,9%), mentre il tasso di disoccupazione si attesta su un livello del 6,6%, rispetto al 6,2% del Nord Ovest e all’8,4% dell’Italia. Il tasso di attività, pari a 67,5% in Liguria, si presenta nettamente superiore rispetto alla media nazionale (62,2%) ma inferiore a quello del Nord Ovest (68,8%).
Il 78% degli occupati liguri appartiene al settore terziario, in particolare al commercio; il dato si presenta nettamente superiore alla media nazionale e del Nord Ovest (rispettivamente 68% e 65%).
Per quel che riguarda la struttura produttiva, nel 2010 la Liguria si posiziona al 13° posto tra le regioni italiane per numero di imprese e per densità imprenditoriale7; le unità locali presenti sul territorio sono 167.061 e corrispondono a 10,3 ogni 100 abitanti, rispetto ad una media nazionale di 10,7 e del Nord Ovest di 10.
La struttura produttiva a livello settoriale si caratterizza, sia rispetto al Nord‐Ovest sia all’Italia, per una prevalenza del terziario e per la debolezza del settore industriale; tale caratterizzazione regionale è il risultato del progressivo fenomeno di deindustrializzazione, processo che ha preso avvio a partire dagli anni ’70 come tendenza strutturale alla riduzione dell’occupazione industriale in termini sia relativi sia assoluti.
5 Ultimi dati disponibili per fascia d’età (agosto 2011). 6 L’indice di vecchiaia è pari al rapporto percentuale tra popolazione di 65 anni e più e popolazione di età 0-14 anni. 7 La densità imprenditoriale è calcolata come il rapporto tra il numero di imprese attive e la popolazione attiva. Fonte: elaborazione dati Infocamere 2010 e Istat 2010.
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Occorre tuttavia precisare che il peso dell’industria ligure è sempre stato inferiore ai valori relativi al Nord Ovest ed all’Italia. Già nel 1981 non vi erano le condizioni per considerare la Liguria una regione a vocazione industriale, perché il peso percentuale del settore industriale era inferiore al 20%.
Il settore terziario in Liguria è composto in particolar modo dal commercio (27,9% delle imprese attive totali), dal turismo (la quota di alberghi e ristoranti sul totale delle imprese, pari al 9,5%, è terza a livello nazionale dopo Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige) e, in misura minore, dal settore trasporti (4%), grazie alla presenza delle infrastrutture portuali.
Questa caratterizzazione del sistema produttivo ha influito anche sulla dimensione delle imprese; la Liguria infatti registra oggi una netta prevalenza delle piccole imprese, con particolare riferimento alle micro‐imprese. La media addetti si attesta per la Liguria su 3,3 per unità locale contro 3,6 a livello nazionale8. Notevolmente al di sopra del dato nazionale risulta la presenza dell'artigianato: il tasso di artigianalità9 in Liguria infatti è pari al 28,4%, contro il 24,1% in Italia.
Dal punto di vista del commercio estero la Liguria presenta un basso grado di apertura dei mercati, seppur in miglioramento: nel 2010, con un valore di 39,5%, la regione si classifica all’11° posto nella graduatoria nazionale, guadagnando solo una posizione rispetto al 2005. L’indice è nettamente inferiore sia rispetto alla media nazionale (48,6%) sia al Nord Ovest (65,2%).
Circa la competitività della Liguria e al suo posizionamento recente rispetto al panorama europeo, si fa riferimento al Regional Competitiveness Index (RCI), indice di competitività regionale pubblicato dalla Commissione Europea a settembre 2010 (prima edizione)10.
Fra le migliori nessuna regione italiana: i valori dell’indice RCI variano fra zero e cento, e le regioni italiane non vanno oltre la quarta banda, corrispondente a valori fra il 49,5 e il 66 (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Liguria). Le regioni più in difficoltà si trovano nella seconda banda (16 – 33) e sono Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna.
La Liguria con un valore pari a 49,8 presenta una situazione “al limite” tra la terza banda e la quarta banda.
8 Fonte: elaborazione dati Istat-Asia, 2007. Sono escluse dal campo di osservazione le attività economiche relative a: agricoltura, silvicoltura e pesca; amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria; attività di organizzazioni associative; attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico; produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze; organizzazioni ed organismi extraterritoriali; le unità classificate come istituzioni pubbliche e istituzioni private non profit. 9 Il tasso di artigianalità indica il rapporto percentuale tra le imprese registrate artigiane e le imprese registrate totali. 10 Fonte: Paola Annoni e Kornelia Korzova, EU Regional Competitiveness Index RCI 2010, Publications Office of the European Union, 2010.
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Figura 1 ‐ Distribuzione geografica dell'indice regionale di competitività
Fonte: EU Regional Competitiveness Index 2010
b) Andamento della Liguria negli ultimi cinque anni
Gli anni dal 2005 al 2010 sono stati interessati dalla crisi economica internazionale che è intervenuta nel corso di un periodo contraddistinto dalla crescita di alcuni aggregati macroeconomici della regione.
In particolare, la Liguria mostra un andamento positivo fino al 2007; si rileva infatti un aumento del PIL (+4,2%), del valore aggiunto (+4,2%) e delle esportazioni (+2,6%), mentre si registra una contrazione dei consumi delle famiglie (‐1,1%), contrariamente a quanto rilevato nel Nord Ovest (+3,6%) e nel Paese (+2,4%). Gli effetti della crisi si iniziano a mostrare tra il 2007 e il 2010, periodo in cui si evidenzia:
- una riduzione del PIL regionale pari a ‐3,4%, che però si mantiene comunque più contenuta rispetto a quella registrata nelle aree di riferimento (Nord Ovest: ‐6,3%; Italia: ‐5,4%). Nel 2010 il PIL della Liguria si porta a livelli superiori a quelli del 2005 (+0,8%), contrariamente a quanto accade nel Paese e nell’area nord‐occidentale;
- un calo del valore aggiunto (‐3,5%), più contenuto rispetto alle riduzioni evidenziate per il Nord Ovest (‐6,4%) e l’Italia (‐5,4%). I settori maggiormente interessati dalla crisi sono stati le costruzioni (‐14%) e l’industria in senso stretto (‐12%);
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Tabella 1 – Valore aggiunto (milioni di euro, valori concatenati, anno di riferimento 2000) Anni 2005‐2010.
Anni Agricoltura Industria Costruzioni Servizi Totale2005 534,1 3.617,6 1.489,5 24.783,0 30.426,52006 529,4 3.829,2 1.445,4 24.884,2 30.673,62007 526,4 4.265,3 1.488,0 25.435,2 31.690,32008* 507,7 4.156,3 1.427,6 25.397,1 31.459,42009* 486,2 3.657,8 1.340,5 24.802,7 30.243,52010* 526,0 3.754,6 1.279,6 25.016,7 30.576,9
Var. 2005-2007 -1,4% 17,9% -0,1% 2,6% 4,2%Var. 2007-2010 -0,1% -12,0% -14,0% -1,6% -3,5%Var. 2005-2010 -1,5% 3,8% -14,1% 0,9% 0,5%
* Dato stimato
Fonte: Elaborazione Liguria Ricerche su dati Prometeia
- un’ulteriore contrazione dei consumi delle famiglie (‐0,4%), comunque minore rispetto alle altre aree di confronto. Si osserva però che sia nel Nord Ovest che nel Paese l’indicatore si attesta su livelli superiori a quelli del 2005, mentre ciò non accade per la Liguria (‐1,6% tra il 2005 e il 2010);
- una crescita delle esportazioni (+14,3%), in netta controtendenza rispetto all’andamento del Nord Ovest (‐15,6%) e dell’Italia (‐16,1%). Tale andamento può essere in parte giustificato dalla presenza di ordini pluriennali prevalentemente legati al settore pubblico che probabilmente hanno ritardato gli effetti della crisi: nel 2010 infatti la regione evidenzia un calo dei flussi in export rispetto all’anno precedente (‐3,4%), contrariamente alla ripresa registrata nelle altre aree di riferimento (Nord Ovest: +7,6%, Italia: +9,5%).
Nel medio periodo le dinamiche rilevate sul mercato del lavoro ligure mostrano un andamento caratterizzato da luci e ombre. Dall’analisi dei dati relativi al periodo 2005‐2007 emerge un quadro positivo, in cui la crescita dell’occupazione assorbe parte delle persone in cerca di occupazione. È nel 2008 che hanno iniziato a presentarsi i primi effetti negativi della crisi che hanno portato un forte aumento della Cassa Integrazione Guadagni, una contrazione dell’occupazione, nonché un aumento delle persone in cerca di occupazione.
Complessivamente nel periodo 2005‐2010 si è registrato un incremento del tasso di occupazione pari a +2%, nonché un aumento del tasso di disoccupazione (+0,8%).
A livello settoriale, tra il 2005 ed il 2010, il maggiore incremento di occupati in termini percentuali riguarda l’agricoltura (+7%), le costruzioni (+5,9%) ed i servizi (+4,4%); negativa invece la performance dell’industria in senso stretto, che registra una contrazione complessiva degli occupati pari a ‐7,5%. Occorre tuttavia mettere in evidenza che negli anni della crisi, dal 2007 al 2010, tutti i settori, tranne le costruzioni, registrano una contrazione degli occupati.
Per quanto riguarda le imprese attive, nel periodo 2005‐2010 in Liguria aumentano del 2,9%: la crescita è inferiore rispetto alla media nazionale (+3,2%), ma in linea con quella del Nord Ovest (+2,8%). Si osserva come negli anni 2007‐2010, le imprese liguri abbiano retto agli effetti della crisi, registrando un incremento delle aziende pari all’1,8%, rispetto a +1,6% rilevato nel Nord Ovest.
Le tendenze recenti hanno registrato un ulteriore indebolimento del settore industriale (inteso in senso stretto) rispetto a quello terziario; il primo ha infatti segnato nel triennio 2005‐2010 una diminuzione del numero delle proprie imprese pari a ‐16%, contro una crescita del settore terziario pari a +5%.
Per quanto attiene al settore agricolo, nel quinquennio si osserva una riduzione delle imprese attive sia a livello regionale (‐14%) sia nel Nord Ovest e, in generale, nel Paese. Da un’analisi dei dati provvisori del Censimento dell’Agricoltura 2011 si evidenzia un abbassamento dell’età media dei titolari di aziende agricole, la crescita delle dimensioni delle aziende stesse ed una buona tenuta dei settori della floricoltura e dell’olivicoltura, nonostante la crisi del comparto agricolo.
Altri elementi di rilievo riguardano:
27
- calo dell’indice di vecchiaia; grazie all’aumento del peso della fascia fino a 14 anni che sta crescendo a ritmo sostenuto (da 10,9% nel 2005 a 11,4% nel 2010) riequilibrando, almeno in parte, la forte presenza di persone anziane;
- indice di dipendenza strutturale11 in crescita nel periodo 2005‐2010, in conseguenza della contrazione della forza lavoro accompagnato dal crescere dei flussi migratori e dall’invecchiamento della popolazione. Il dato rappresenta un indicatore di rilevanza economica e sociale ed il netto peggioramento rivela come si stia accentuando il fenomeno di sbilanciamento strutturale a favore della popolazione inattiva, nonostante sia ad oggi trainato dalla crescita della popolazione al di sotto dei 14 anni.
11 L’indice di dipendenza economica esprime il rapporto percentuale tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni). Nel 2010 l’indicatore per la Liguria è pari a 62%, contro il 54% del Nord Ovest e il 52% nazionale.
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c) Innovazione, ricerca e formazione
La ricerca in Liguria
Gli addetti alla R&D in Liguria risultano nel 2008 pari a 4 ogni 1.000 abitanti: l’indicatore è in linea con la media nazionale ma inferiore rispetto alla media del Nord (circa 5 ogni 1.000 abitanti). Rispetto al 2005 la Liguria perde una posizione nella graduatoria nazionale, classificandosi all’8° posto: il dato che emerge piuttosto chiaramente è che gli addetti alla R&D in Liguria aumentano a un ritmo decisamente inferiore rispetto a quello registrato nelle Regioni che occupano le prime posizioni in classifica. Tra il 2005 e il 2008 la Liguria segna un incremento degli addetti alla ricerca e sviluppo pari a +0,7%; fatta eccezione per il Lazio (+0,4%), le Regioni che precedono la Liguria presentano variazioni superiori all’1%, sino al Veneto che, con un incremento del 2,7%, passa dall’11° posizione nel 2005 alla 5° nel 2008. Distinguendo gli addetti in R&S per settore istituzionale, le unità in Liguria sono così ripartite:
- istituzioni pubbliche: 19% - istituzioni private non profit: 3% - imprese: 47% - università: 31%,
denotando, rispetto alla ripartizione nazionale, un maggiore peso degli addetti in R&S di “imprese” ed “istituzioni pubbliche” rispetto agli altri settori.12. Rispetto al totale nazionale, il personale addetto alla R&D delle imprese in Liguria rappresenta il 2,8% (dato al 2008); la quota migliora se riferita alle amministrazioni pubbliche (3,2%). Rispetto al 2005 si osserva un calo del peso degli addetti alla R&D delle imprese (‐0,9%) e un incremento di quello delle istituzioni (+0,5%). Grafico 1 – Addetti alla R&D per Regione Anni 2005 e 2008. Valori per 1000 abitanti.
Addetti alla Ricerca e Sviluppo per 1.000 abitanti
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
Lazio
Piem
onte
Friuli-
Venez
ia G
iulia
Emilia
-Rom
agna
Venet
o
Lom
bardia
Tosca
na
Ligu
ria
Trent
ino-A
lto A
dige
Mar
che
Umbr
ia
Abruz
zo
Campa
nia
Valle
d'Aos
ta
Basilic
ata
Puglia
Sicilia
Sarde
gna
Mol
ise
Calab
ria
%
2005 2008
Fonte: ISTAT ‐ Statistiche sulla ricerca scientifica.
Un altro aspetto interessante riguarda l’incidenza della spesa in R&D rispetto al PIL.
12 Valori Italia: Istituzioni pubbliche 16%, Istituzioni private no profit 3%, Imprese 44%, Università 36%.
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Per quanto riguarda la spesa pubblica, nel 2008 la Liguria si posiziona all’undicesimo posto tra le Regioni italiane con un valore pari a 0,49%, inferiore alla media nazionale (0,54%), ma superiore all’area di riferimento. Dai dati si evince infatti una percentuale media contenuta del Nord Ovest rispetto alle altre macroaree: 0,33% rispetto a 0,44% del Nord Est, 0,88% del Centro e 0,62% del Mezzogiorno. Si sottolinea come tale dato, in peggioramento in Liguria nel periodo 2005‐2008, sia fortemente dipendente dalle politiche di investimento nazionali e territoriali. Tabella 2 ‐ Incidenza della spesa pubblica in R&D Anni 2006‐2008. Spese per ricerca e sviluppo della Pubblica Amministrazione e dell'Università in % del PIL
2005 2006 2007 2008
Liguria 0,55 0,60 0,43 0,49 Nord‐ovest 0,30 0,33 0,32 0,33 Nord‐est 0,40 0,42 0,51 0,44 Centro 0,94 0,90 0,80 0,88 Mezzogiorno 0,54 0,61 0,57 0,62 Italia 0,52 0,54 0,53 0,54
Fonte: ISTAT Il posizionamento ligure migliora nel caso in cui si analizzi la spesa in R&D per il settore imprenditoriale (imprese pubbliche e private); in questo caso la Liguria risulta quinta tra le Regioni italiane con una percentuale dello 0,7% del PIL. Nonostante la ridotta dimensione media delle imprese liguri e la continua contrazione dimensionale delle grandi imprese “storiche”, il dato dimostra una buona dinamicità del settore privato ed una buona propensione ad investire nelle attività di R&D. Si noti tuttavia che rispetto al dato del Nord Ovest, pari a 0,98%, la Liguria si posiziona ad un livello nettamente inferiore. Tabella 3 ‐ Incidenza della spesa delle imprese in R&D Anni 2005‐2008. Spese per ricerca e sviluppo delle imprese pubbliche e private in % del PIL
2005 2006 2007 2008
Liguria 0,67 0,67 0,73 0,70 Nord‐ovest 0,93 0,91 0,96 0,98 Nord‐est 0,47 0,52 0,62 0,72 Centro 0,41 0,41 0,46 0,50 Mezzogiorno 0,24 0,24 0,27 0,28 Italia 0,55 0,55 0,61 0,65
Fonte: ISTAT
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L’innovazione in Liguria
Un primo dato interessante per la valutazione del livello di innovazione regionale riguarda la presenza di imprese tecnologiche sul territorio: nel 2008 la quota in Liguria è pari al 4,4% delle imprese attive, contro il 4,2% registrato a livello nazionale. In particolare si osserva nel periodo 2005‐2008 una crescita del 4,9% delle imprese tecnologiche appartenenti al settore manifatturiero, rispetto ad un incremento nel Paese pari al 2,2%. I comparti più rilevanti sono: fabbricazione di altri mezzi di trasporto, di apparecchiature medicali, di apparecchiature meccaniche e, per quel che riguarda i servizi, l’informatica.
Dal punto di vista occupazionale, i dati Eurostat rilevano un ritardo della Liguria rispetto al Paese; la quota degli occupati dei settori a media e alta tecnologia, sebbene in crescita, rappresenta una quota contenuta del totale (8,5% in Liguria contro 10,4% dell’Italia).
E’ importante però sottolineare come il comparto considerato abbia sul territorio ligure un peso significativo: si tenga conto che coinvolge più di 6.300 imprese e circa 55.000 occupati.
Tabella 4 – Imprese tecnologiche in Liguria e in Italia Anni 2005‐2008.
Settori 2005 2008 Var. %Peso %
20082005 2008 Var. %
Peso % 2008
Manifatturiero Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 198 198 0,0 0,1 7.266 7.564 4,1 0,1
Fabbric.macchine ed appar. mecc.,instal. 853 874 2,5 0,6 48.295 49.141 1,8 0,9
Fabbric.macchine per ufficio, elaboratori 86 83 -3,5 0,1 3.655 3.579 -2,1 0,1
Fabbric.di macchine ed appar.elettr. n.c.a. 373 370 -0,8 0,3 18.796 19.061 1,4 0,4
Fabbric.appar.radiotel. e app.per comunic. 138 147 6,5 0,1 5.921 5.804 -2,0 0,1
Fabbric.appar.medicali, precis.,strum.ottici 953 913 -4,2 0,6 29.011 28.973 -0,1 0,5
Fabbric.autoveicoli, rimorchi e semirim. 47 55 17,0 0,0 3.247 3.392 4,5 0,1
Fabbric.di altri mezzi di trasporto 839 1.018 21,3 0,7 7.018 8.419 20,0 0,2
3.487 3.658 4,9 2,6 123.209 125.933 2,2 2,4
Servizi Poste e telecomunicazioni 394 427 8,4 0,3 10.059 12.160 20,9 0,2
Informatica e attivita' connesse 2.088 2.151 3,0 1,5 76.779 84.206 9,7 1,6
Ricerca e sviluppo 94 96 2,1 0,1 2.593 3.309 27,6 0,1
2.576 2.674 3,8 1,9 89.431 99.675 11,5 1,9
138.805 142.648 2,8 100,0 5.118.498 5.316.104 3,9 100,0
Italia
Totale
Totale
ATTIVITA' TECNOLOGICHE
LIGURIA
Totale Imprese
Fonte: Elaborazione Liguria Ricerche su dati Infocamere ‐ Movimprese
In termini di domande di invenzioni depositate presso le Camere di Commercio la Liguria non occupa una posizione di particolare rilevanza: si classifica al 9° posto nel 2010, con 161 domande (+11,8% rispetto al 2005).
Di particolare interesse risulta l’analisi delle esportazioni tecnologiche13 regionali: nel 2010 la quota ligure di esportazioni science based sul totale dell’export si attesta su un livello leggermente inferiore al Nord Ovest (rispettivamente 14,7% e 15,5%), pur mantenendosi comunque superiore alla media nazionale (13%). Tale inversione di tendenza rispetto al passato si è avviata nel 2009 e si deve ad un maggior calo registrato a livello regionale (‐2,9% tra il 2006 e il 2010) rispetto a quello rilevato per il Nord Ovest (‐0,4%). Si osserva però che nel 2010 la quota di esportazioni liguri è tornata a crescere rispetto all’anno precedente a ritmi molto più sostenuti (+2,2%) rispetto a quelli del Paese (+0,6%) e del Nord Ovest (+0,9%).
La Liguria chiude la graduatoria delle regioni italiane per produzione di energia rinnovabile: la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili sul totale nel 2008 è pari al 2,5%, rispetto ad una media nazionale del 16% e del Nord Ovest del 22,8%.
13 Le esportazioni tecnologiche, definite secondo la tassonomia di Pavitt, comprendono i flussi di export delle seguenti categorie merceologiche (ATECO 2007): sostanze e prodotti chimici; articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici; componenti elettronici e schede elettroniche; computer e unità periferiche; apparecchiature per le telecomunicazioni; prodotti di elettronica di consumo audio e video; strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche.
31
Per l’analisi di posizionamento della Liguria nell’ambito del contesto nazionale ed europeo, si può far riferimento al Regional Innovation Scoreboard (RIS), ossia all’indicatore promosso dalla Commissione Europea, a partire dal 2002, per verificare a livello regionale lo stato di avanzamento delle politiche della strategia di Lisbona.14
Il quadro ligure per l’anno 2009 mette in evidenza una performance “media” in linea con la maggior parte delle regioni del Nord Italia, ad esclusione di Lombardia ed Emilia Romagna, dove il livello è superiore alla modesta prestazione del Paese che ancora non raggiunge la media dei Paesi UE27.
La performance è rimasta invariata rispetto al 2004; anche approfondendo alcuni indicatori15, ne emerge un quadro sostanzialmente statico negli ultimi anni, dove gli elementi di maggiore forza sono costituiti dagli “output” che mostrano un alto grado di innovatività e dalle “firm activities”, collocate ad un livello medio alto. Maggiori difficoltà per il fattore “enablers” – livello medio basso – ossia l’ambiente esterno all’impresa. Questo significa che, a livello di sistema, emergono ancora elementi che ostacolano o rallentano l’innovazione, elementi non dipendenti direttamente dall’impresa (istruzione della popolazione, formazione, spesa pubblica in innovazione, accesso alla banda larga).
La comparazione rispetto al panorama europeo lascia intravvedere pertanto ampi spazi di crescita, soprattutto relativamente alle azioni di sistema.
14 La metodologia applicata per il calcolo del RIS riprende quella dell’indicatore calcolato a livello nazionale, il European Innovation Scoreboard (EIS), adattandola al contesto locale. A partire dal 2010 lo European Innovation Scoreboard (EIS) è stato trasformato in Innovation Union Scoreboard (IUS). Il nuovo strumento, basato sul precedente, è pensato per monitorare l’attuazione della strategia dell’innovazione europea al 2020 fornendo una valutazione comparativa più efficace dei risultati dei 27 Stati membri nonché i punti di forza e di debolezza dei propri sistemi di ricerca e innovazione. 15 Si distingue tra Enablers (elementi innovativi esterni all’impresa), Firm Activities (attività innovative dell’impresa), Outputs (prodotti innovativi).
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Figura 2 – Regional Innovation Scoreboard
Fonte: Regional Innovation Scoreboard (RIS), 2009
Fonte: Regional Innovation Scoreboard (RIS), 2009
Un altro indicatore utile per comparare ed approfondire alcuni aspetti inerenti l’innovazione è il “Regione Lazio Innovation Scoreboard” (RLIS)16, elaborato dall’Osservatorio FILAS della Regione Lazio. Nel periodo 2006‐2010, la Liguria passa dal 6° al 9° posto a livello nazionale e quindi mostra un peggioramento della propria performance complessiva17.
16 Uno dei tentativi più significativi, a livello europeo, di sviluppo di un indice composito di valutazione dell’innovazione regionale, appare quello compiuto dalla Regione Lazio attraverso la struttura dell’Osservatorio Filas, che pubblica annualmente, dal 2003, un documento denominato “Quadro regionale di valutazione dell’innovazione”. Al suo interno viene presentato il RLIS, Regione Lazio Innovation Scoreboard, che consente un’analisi comparativa dello stato dei processi innovativi in corso a livello regionale. 17 È opportuno precisare che nel 2010 sono stati modificati, rispetto alla versione precedente che risale al 2008, gli indicatori utilizzati dall’Osservatorio per elaborare l’indice, in particolare sono stati inseriti tre indicatori relativi all’innovazione sociale, rappresentativi della capacità delle singole regioni di rispondere ai cambiamenti sociali. Per l’elenco degli indicatori utilizzati si rimanda all’allegato A.
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Grafico 2 ‐ Innovation Scoreboard FILAS
Regione Lazio - Innovation Scoreboard (anno 2010)
0,000
0,100
0,200
0,300
0,400
0,500
0,600
0,700
0,800
Emilia
-Rom
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Lazio
Piem
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Friuli-
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Campa
nia
Basilic
ata
Sarde
gna
Puglia
Sicilia
Valle
d'Aos
ta
Calab
ria
Mol
ise
Italia
Regione Lazio - Innovation Scoreboard (anno 2010)
0,000
0,100
0,200
0,300
0,400
0,500
0,600
0,700
0,800
Emilia
-Rom
agna
Lom
bardia
Lazio
Piem
onte
Friuli-
Venez
ia G
iulia
Venet
o
Trent
ino-A
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Tosca
na
Ligu
ria
Mar
che
Umbr
ia
Abruz
zo
Campa
nia
Basilic
ata
Sarde
gna
Puglia
Sicilia
Valle
d'Aos
ta
Calab
ria
Mol
ise
Italia
Fonte: Osservatorio Filas 2010 – Regione Lazio
La regione si posiziona al di sopra della media nazionale per quanto riguarda l’istruzione e presenta anche un trend in miglioramento; cresce infatti la quota di laureati in discipline tecnico‐scientifiche, nonché il grado di istruzione terziaria e la quota di occupati che partecipa alle attività formative.
Buono anche l’andamento della produttività del lavoro nelle PMI: il dato ligure infatti si presenta superiore alla media nazionale (32,6 contro 31,47) e in crescita rispetto al 2006. In miglioramento il grado di diffusione di internet e il tasso di penetrazione dei siti aziendali, anche se entrambi si mantengono al di sotto della media nazionale. In riferimento alla banda larga si osserva un buon livello di diffusione presso le imprese, contrariamente a quanto non si verifichi per le amministrazioni locali.
Per quel che riguarda la spesa in ricerca e sviluppo si osserva un lieve calo della componente pubblica e un aumento di quella privata, che si porta su livelli superiori alla media nazionale.
Il fattore che ha penalizzato maggiormente la Liguria sembra legato al livello di innovazione delle PMI: si rileva infatti un netto calo della quota di imprese innovatrici (da 33,4% a 20%18).
Un ultimo elemento da trattare, a corollario del tema dell’innovazione, riguarda il grado di diffusione dell’informatizzazione nell’ambito di famiglie e imprese. Nei primi anni del 2000 la Liguria scontava un notevole ritardo rispetto alle altre regioni italiane: a partire dal 2005 si osserva, per taluni aspetti, una riduzione del gap tale da portare la regione vicina ai livelli medi nazionali, anche se ancora piuttosto lontana da quelli del Nord Ovest. Circa l’informatizzazione delle famiglie, si analizzano i dati relativi al grado di diffusione e di utilizzo di Internet. In questo ambito si riscontra ancora, nonostante un netto miglioramento rispetto al 2005, un certo ritardo da parte della Liguria; la percentuale di famiglie che dichiarano di possedere l’accesso a Internet al 2009 risulta pari a 42,3%, dato che posiziona la regione al 16° posto tra le regioni italiane, davanti a Puglia, Calabria, Sicilia e Basilicata. Migliore, anche se non ottimale, il posizionamento ligure se valutato rispetto all’utilizzo del collegamento via rete: la regione infatti, con una quota pari a 42,1%, occupa il 13° posto.
18 Il primo dato si riferisce al biennio 1998-2000, il secondo dato a 2006-2008.
34
Tabella 5 ‐ Grado di diffusione e di utilizzo di Internet nelle famiglie Anni 2005 e 2009. Grado di diffusione di Internet: % famiglie che dichiarano di possedere l'accesso a Internet. Grado di utilizzo di Internet: % di persone di 6 anni e più che dichiarano di aver utilizzato Internet negli ultimi tre mesi.
2005 2009 2005 2009
Piemonte 32,8 46,2 32,9 44,0
Valle d'Aosta 30,9 48,2 32,2 46,2
Lombardia 39,4 50,6 35,1 48,0
Trentino-Alto Adige 38,7 51,4 37,5 50,5
Veneto 38,0 50,1 34,1 43,9
Friuli-Venezia Giulia 38,5 49,6 33,7 48,4
Liguria 28,6 42,3 28,7 42,1
Emilia-Romagna 35,9 50,8 33,1 46,4
Toscana 37,1 48,8 32,6 45,3
Umbria 37,7 48,6 32,6 43,6
Marche 38,5 53,0 33,0 44,3
Lazio 39,9 51,5 35,6 44,2
Abruzzo 37,8 48,1 30,7 41,8
Molise 29,4 45,5 25,9 38,2
Campania 29,4 45,3 21,5 35,2
Puglia 27,2 38,1 21,7 32,7
Basilicata 35,3 39,9 27,8 35,5
Calabria 28,8 38,6 24,2 32,9
Sicilia 23,4 39,8 20,7 34,9
Sardegna 36,3 49,5 29,0 43,7
Nord-ovest 36,2 48,4 33,8 46,3
Italia 34,5 47,3 30,1 42,1
Grado di diffusione Internet nelle famiglie
Gradi di utilizzo di internet nelle famiglie
Fonte: ISTAT
Per quel che riguarda gli aspetti relativi al sistema imprenditoriale, in particolare si sottolineano due elementi di particolare significatività: la percentuale di imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che dispongono di un sito
web in Liguria è pari al 58,2%, valore in linea con la media nazionale ma ancora molto inferiore al Nord Ovest (64%). Si evidenzia un netto miglioramento del posizionamento della regione: nel 2005 la Liguria si posizionava al 12° posto tra le regioni italiane, nel 2009 sale al 7°;
La Liguria occupa il primo posto della classifica delle regioni italiane per quanto riguarda l’indice di diffusione della banda larga nelle imprese; la percentuale di imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che dispongono di collegamento a banda larga nel 2009 è pari all’89,8%.
35
Tabella 6 ‐ Indice di diffusione dei siti web e della banda larga nelle imprese Anni 2005‐2009. Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che dispongono di sito web. Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che dispongono di collegamento a
banda larga.
2005 2009 2005 2009
Piemonte 54,1 60,5 54,5 86,4
Valle d'Aosta 41,5 45,4 58,8 89,7
Lombardia 63,3 66,0 64,3 85,7
Trentino-Alto Adige 61,2 71,8 60,1 79,6
Veneto 57,3 63,5 55,4 81,2
Friuli-Venezia Giulia 56,3 58,6 59,4 86,7
Liguria 45,1 58,2 64,1 89,8
Emilia-Romagna 57,9 63,8 60,4 84,6
Toscana 53,2 54,7 57,0 82,3
Umbria 47,8 52,9 51,4 84,4
Marche 51,4 55,9 48,7 78,1
Lazio 50,6 55,4 56,9 85,2
Abruzzo 52,7 52,0 48,8 80,1
Molise 40,6 41,6 36,6 63,0
Campania 45,0 51,6 43,0 79,4
Puglia 35,2 45,6 44,4 76,5
Basilicata 37,2 48,2 42,6 77,4
Calabria 38,1 43,7 45,2 75,7
Sicilia 37,1 55,7 59,3 78,3
Sardegna 38,1 38,3 52,0 76,7
Nord-ovest 59,8 64,0 62,0 86,2
Italia 54,0 59,0 56,7 82,8
Indice diffusione siti web nelle imprese
Indice di diffusione della banda larga nelle imprese
Fonte: ISTAT
La formazione in Liguria
Il buon posizionamento ligure rilevato dall’Osservatorio FILAS non è solo confermato dalla elevata propensione a proseguire gli studi oltre il diploma di scuola superiore, ma anche dal livello medio di istruzione della popolazione. Si noti infatti che la Liguria si distingue per la alta percentuale di laureati sul totale della popolazione ed il 29,7% della popolazione ha un’istruzione almeno pari al diploma superiore, contro il 26,8% del Nord Ovest ed il 27,3% dell’Italia.
Tabella 7 ‐ Composizione percentuale della popolazione residente di 15 anni e oltre per titolo di studio Anno 2008.
Liguria Nord Ovest Italia12,9 11,3 10,729,7 26,8 27,36,7 7,6 5,3
28,5 31,8 31,622,2 22,5 25,0
100,0 100,0 100,0
Licenza mediaLicenza elementare, nessun titoloTotale
Titolo di studioDottorato, laurea e diploma universitarioMaturitàQualifica professionale
Fonte: Elaborazione Liguria Ricerche su dati ISTAT.
Per quanto riguarda il sistema universitario, si osserva che in Liguria nel 2008/2009 gli studenti iscritti all’Università degli Studi di Genova ammontano in tutto a 38.057, di cui 2.541 sono studenti stranieri, pari al 6,7% del totale.
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I giovani immatricolati (cioè coloro che entrano per la prima volta nel sistema universitario nazionale) sono 6.640, in crescita rispetto a quanto registrato per l’anno accademico 2005/2006 (6.510 immatricolati). Approfondendo l’analisi relativamente alla tipologia di laurea, si rileva per la Liguria al 2008 una percentuale di laureati in discipline tecnico‐scientifiche pari a 13,6 per mille abitanti di età 20‐29 anni. Si evidenzia una tendenziale crescita a partire dal 1998, che risulta però contenuta se confrontata con quella registrata in altre aree del Paese. Nell’anno 2008 infatti la Liguria si posiziona al settimo posto tra le regioni italiane, mentre nel 2005 occupava la sesta posizione e nel 2000 la terza.
Grafico 3 – Laureati in discipline tecnico‐scientifiche per Regione
Laureati in scienza e tecnologia per 1000 abitanti in età 20-29 anni
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
18,0
20,0
Piem
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Lazio
Abruz
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Puglia
Basilic
ata
Calab
ria
Sicilia
2005 2008
Fonte: Elaborazioni ISTAT su dati MIUR.
Un altro aspetto relativo al sistema formativo regionale riguarda l’attrattività dell’Università. Su questo aspetto tuttavia la Liguria mostra segnali di debolezza, rilevando un costante saldo negativo, già a partire da fine anni ’90, tra studenti in entrata e studenti in uscita dalla regione per motivi di studio. Il rapporto tra saldo migratorio netto degli studenti e il totale degli studenti immatricolati in percentuale al 2007 è pari a ‐9,2% contro il +2,2% del Nord Ovest. Si noti che la Liguria, tra le Regioni della propria area dipartimentale, presenta il dato maggiormente negativo, benché tendenzialmente in miglioramento. Tabella 8 ‐ Indice di attrattività delle Università Anni 2005‐2007. Rapporto tra saldo migratorio netto degli studenti e il totale degli studenti immatricolati (per 100).
2005 2006 2007
Liguria -7,9 -9,6 -9,2
Nord Ovest 1,0 0,9 2,2
Italia 0,0 0,0 0,0
Fonte: MIUR ‐ CNVSU (Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario).
Oltre alle caratteristiche del sistema di alta formazione, si segnala la crescente propensione a proseguire il percorso formativo e di istruzione in età lavorativa; la Liguria infatti ha registrato una costante crescita della quota di popolazione appartenente alla classe di età 25‐64 anni che partecipa ad attività formative e di istruzione. In particolare, per quanto riguarda la quota di popolazione non occupata, la crescita è imputabile, almeno in parte, alle difficoltà rilevate sul mercato del lavoro (effetto scoraggiamento), che hanno spinto una quota
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sempre più elevata di persone a rinunciare alla ricerca di un posto di lavoro ed a prolungare il percorso formativo. La Liguria si posiziona stabilmente al di sopra del livello del Nord Ovest già a partire dal 1995, pur mantenendosi quasi sempre al di sotto del livello nazionale. Anche la quota degli occupati impegnati in attività formative e di istruzione ha registrato una costante crescita a partire dalla metà degli anni ’90; dal 2006 la Liguria presenta livelli sempre superiori sia al Nord Ovest che all’Italia. Tabella 9 ‐ Occupati e non occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione Anni 2005‐2009. Adulti occupati/non occupati nella classe d'età 25‐64 anni che partecipano ad attività formative e di istruzione per 100 adulti occupati/non occupati nella classe di età corrispondente (%).
Liguria Nord Ovest Italia
Ocupati 2005 5,6 5,4 5,6
2006 6,8 6,0 6,1
2007 7,1 6,2 6,2
2008 8,0 6,4 6,5
2009 8,1 6,1 5,9
Non occupati 2005 6,1 5,1 6,1
2006 7,1 5,1 6,2
2007 5,7 5,3 6,4
2008 4,8 4,3 6,0
2009 5,7 4,8 6,2
Fonte: ISTAT ‐ Rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro.
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2.4 Il sistema della ricerca
La legge regionale n. 2/2007 all’art.3 indica l’insieme dei soggetti che concorrono allo sviluppo del sistema regionale della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione e stabilisce che sia la Regione il soggetto incaricato a svolgere un ruolo di coordinamento.
Oltre alla definizione del quadro normativo, occorre sottolineare come la Liguria appaia nel suo complesso una regione particolarmente attiva nell’individuare precise vocazioni territoriali su cui far convergere gli investimenti. Tutto ciò ha progressivamente contribuito a concentrare le iniziative, nonché a rafforzare la posizione regionale in ambito nazionale, portando ad una presenza rilevante ed articolata sul territorio di strutture di ricerca che esprimono varie eccellenze in settori di rilevanza internazionale (ingegneria: robotica ed automazione, telecomunicazioni, scienze della vita, tecnologie dei materiali). La dinamicità del contesto regionale in ambito innovativo è confermata infatti sia dalle iniziative del mondo imprenditoriale sia da scelte strategiche nazionali, che hanno individuato nella Liguria un territorio su cui concentrare progetti di ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico, come dimostra l’insediamento dell’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia a Morego. Nell’ambito del quadro programmatorio regionale sono state avviate iniziative di notevole successo che hanno condotto alla realizzazione di importanti centri di eccellenza per la ricerca e l’innovazione quali ad esempio il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine (DLTM), il Distretto dei Sistemi Intelligenti Integrati (SIIT), il Centro di Biotecnologie Avanzate (CBA), gli otto Poli di Ricerca e Innovazione e il Parco Tecnologico della Val Bormida. In questo quadro, e considerando le caratteristiche del tessuto imprenditoriale ligure, si evidenziano come risultati di successo la costituzione
I SOGGETTI DEL SISTEMA REGIONALE DELLA RICERCA (ex. Art. 3 L.R. 2/2007) 1) l’Università di Genova, attraverso le sue strutture e articolazioni anche nelle sedi decentrate sul territorio delle province liguri; 2) il Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), attraverso la sua attività regionale, anche tramite la sezione ligure dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia (I.N.F.M.); 3) l’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (E.N.E.A), attraverso la sua attività regionale; 4) l’Istituto Italiano di tecnologia (I.I.T.); 5) la sezione ligure dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (I.N.F.N.); 6) il Centro per gli Studi di Tecnica Navale S.p.A. (CETENA); 7) Bic Liguria S.c.p.A.; 8) l’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo; 9) il Distretto agricolo florovivaistico del Ponente Ligure; 10) l’Istituto Italiano della Saldatura; 11) il Centro di Biotecnologie Avanzate (C.B.A); 12) il Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati; 13) l’Istituto Superiore di Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (I.S.I.C.T.); 14) l’Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro (I.S.T.) e l’Istituto G. Gaslini; 15) l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V.); 16) Conservatorio di musica "Niccolò Paganini" di Genova 17) Accademia Ligustica di Belle Arti ; 18) i parchi scientifici e tecnologici e gli incubatori d’impresa, i consorzi, le società consortili e le imprese che operano nel campo della ricerca; 19) i soggetti pubblici e privati che abbiano come finalità l’attuazione di programmi per l’alta formazione, per la ricerca umanistica, scientifica e tecnologica, per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico al sistema produttivo operanti nei settori di primaria importanza, tra i quali la sanità, l’industria, il turismo, l’agricoltura, l’ambiente, l’energia, la logistica e i trasporti; 20) i soggetti, pubblici e privati, che abbiano come finalità il finanziamento della ricerca umanistica, scientifica e tecnologica, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico al sistema produttivo.
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del Consorzio SIIT‐PMI, che ad oggi raggruppa oltre 80 piccole e medie imprese, e del Consorzio Tecnomar Liguria (Consorzio Ligure delle Piccole e Medie Imprese per il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine), con le sue 111 PMI aderenti. I Consorzi trasformano il ruolo storico delle PMI nei confronti delle grandi imprese da sub‐fornitore a partner: da un lato infatti permettono alle imprese partecipanti di acquisire una maggiore capacità di contrattazione sia con le grandi imprese sia con le banche e gli istituti di credito, dall’altro garantiscono la dimensione necessaria per sostenere investimenti in innovazione che normalmente le imprese di ridotte dimensioni non sono in grado di sopportare. In tale contesto occorre citare il progetto di Villaggio Tecnologico in località Erzelli (Genova), parco tecnologico tra i più grandi d’Europa e strategico per lo sviluppo del sistema regionale e per il suo riposizionamento, anche a livello internazionale. Per quanto attiene il sistema regionale della ricerca, occorre citare il Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli che rappresenta una importante opportunità di aggregazione e di sviluppo di collaborazioni tra sistema della ricerca e imprese. Il progetto del Parco prevede infatti il trasferimento presso il sito degli Erzelli della Facoltà di Ingegneria (supportato come detto nell’ambito del PAR FAS con uno stanziamento di 25 milioni di euro) e l’insediamento di importanti aziende high tech. Fra queste si segnalano le multinazionali Ericsson e Siemens che realizzeranno presso il Parco Scientifico e Tecnologico i propri centri di ricerca e sviluppo rispettivamente sui temi della progettazione e sviluppo di apparati di telecomunicazione e dello sviluppo di software intelligenti MES (Manufacturing Execution System), entrambi oggetto di protocolli di intesa tra Ministro dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Regione Liguria, Provincia di Genova e Comune di Genova. Entrambe le aziende andranno a consolidare la presenza sul territorio con il rafforzamento su Genova di linee di attività ad alto contenuto tecnologico che prevedono la collaborazione con l’Università e i Centri di ricerca liguri; la Regione cofinanzierà le attività di ricerca e sviluppo delle aziende attraverso il FESR nell’ambito di Accordi di Programma. In generale il Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli ricopre un ruolo strategico nello sviluppo della città e del territorio regionale consolidando vocazioni imprenditoriali e scientifiche che tradizionalmente esprimono una progettualità di alto livello e favorendo lo sviluppo di nuove filiere, creando opportunità di collaborazione e sviluppando le condizioni ottimali per la diffusione dell’innovazione. Dal punto di vista dimensionale il progetto prevede la realizzazione di 413.000 mq di Superficie Utile con funzioni universitarie, residenza, industria ad alta tecnologia e terziario‐direzionale, oltre a parco, connettivo urbano e funzioni compatibili: sulla base di tali stime una ricerca condotta dalla International Association of Science Parks (IASP) colloca il Parco degli Erzelli – a regime – tra i primi 20 nel mondo e primo in Italia per numero di addetti. Volendo darne una rappresentazione schematica, il sistema regionale della ricerca si potrebbe definire come l’insieme delle strutture, delle attività e delle relazioni presenti fra le principali categorie di soggetti coinvolti, a livello regionale, nei processi di produzione della conoscenza e di innovazione. Nel periodo di programmazione 2008‐2010 la Regione si è posta l’obiettivo di stimolare l’integrazione e le relazioni tra coloro che generano conoscenza e coloro che la utilizzano, insieme ai soggetti che possono contribuire a migliorare l’interazione, il trasferimento tecnologico e il coordinamento strategico tra settori. Alla luce di ciò, gli attori del sistema regionale della ricerca in Liguria possono classificarsi come segue:
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‐ i produttori della conoscenza, ovvero l’Università e i centri di ricerca, pubblici e privati. Dei
principali enti pubblici di ricerca operanti in Italia, sono presenti in Liguria il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie l'Energia e l'Ambiente), l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), l’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) e l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Si rileva inoltre la presenza di numerosi enti di ricerca regionali, quali il CBA (Centro di Biotecnologie Avanzate) e l’IRF (Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo).
‐ gli utilizzatori della conoscenza, cioè le imprese che, come evidenziato in precedenza, in Liguria sono per lo più di piccole e medie dimensioni e che singolarmente faticano a generare processi di innovazione ma anche ad "assorbire" innovazioni già mature. A questo proposito un primo intervento della Regione per stimolare la ricerca e l’innovazione anche nelle PMI è stato quello di premiare nei bandi per l’accesso ai finanziamenti da parte delle imprese le domande presentate da gruppi di imprese, soprattutto PMI. Tale requisito ha agito da stimolo per le imprese incentivandole a creare una rete laddove non esisteva, ma anche a rafforzare i rapporti esistenti, integrando le competenze, nonché concentrando le risorse su progetti comuni.
‐ i soggetti “facilitatori” del trasferimento tecnologico, quali i poli di innovazione, i Distretti tecnologici e gli spin‐off. I primi sono incentrati su ambiti settoriali specifici e sono costituiti da raggruppamenti di imprese, organismi di ricerca e da un ente gestore, mentre i secondi sono stati creati grazie ad un’azione congiunta fra Regioni e Governo ed il loro ruolo è quello di promuovere la collaborazione fra grandi e piccole/medie imprese su progetti innovativi. Queste due realtà, che rispondono alle esigenze di un territorio che sinora ha faticato ad integrare e valorizzare le proprie competenze in un’ottica di rete, si configurano come interfacce nella filiera della conoscenza per
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aggregare masse critiche, ammodernare le infrastrutture e le piattaforme tecnologiche e concentrare le risorse per obiettivi e progetti strategici. Gli spin off, accademici o aziendali, rappresentano invece imprese che valorizzano e sfruttano commercialmente i risultati della ricerca scientifica trasferendo a loro volta sul mercato tecnologie, nuovi processi e servizi innovativi. L’avvio di imprese spin off può generare benefici diretti sul tessuto imprenditoriale locale, favorendo e potenziando il processo di innovazione e creando nuove opportunità di occupazione.
‐ la Regione, affiancata da altri soggetti pubblici, ha il compito di coordinare il sistema e di dare coerenza alla varietà di soggetti, attività, network e partnership esistenti.
Il compito di coordinamento che attiene alla Regione non riguarda soltanto i soggetti all’interno del sistema regionale della ricerca ma si riferisce anche alle relazioni tra il sistema stesso ed il contesto esterno, in particolare i mercati globali, la rete di ricerca nazionale ed internazionale e gli organi di governo nazionali ed europei.
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2.5 Osservazioni di sintesi e analisi SWOT
La centralità delle politiche di ricerca, innovazione e alta formazione per garantire sviluppo economico, miglioramento della qualità della vita e creazione di posti di lavoro qualificati è un principio fondamentale della politica europea. L’avvento della globalizzazione, i nuovi equilibri economici internazionali che ne sono conseguiti e infine la recente crisi economica internazionale hanno sottolineato con sempre maggiore evidenza la necessità di una transizione verso un’economia in cui la conoscenza sia considerata un fattore di produzione fondamentale per rendere l’Europa più dinamica e competitiva nel panorama mondiale.
Già con la strategia di Lisbona del 2000 l’Ue aveva individuato nella sfida tecnologica aperta dallo sviluppo dell’ICT un potenziale importante per l’occupazione e aveva posto l’obiettivo di costruire una società basata sulla conoscenza, al fine di rendere il modello socio‐economico europeo più competitivo. In particolare il 7° Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico per il periodo 2007‐2013, con gli oltre 50 miliardi di euro per progetti di ricerca, azioni di coordinamento e di sostegno delle politiche di settore e per lo sviluppo professionale dei ricercatori dell’UE, ha rappresentato un’importante opportunità per permettere alle regioni europee di sviluppare le proprie potenzialità per affrontare le sfide sociali, economiche, ambientali e industriali dell’Europa.
Anche il futuro quadro strategico comunitario per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione Horizon 2020, in via di definizione, si prefigura come un’importante opportunità per lo sviluppo delle iniziative in materia di ricerca e sviluppo. La proposta finanziaria formulata dalla Commissione Europea per la programmazione 2014‐2020 prevede di assegnare al programma un budget di circa 80 miliardi di euro in sette anni. Nella definizione dei progetti verrà data particolare importanza all’eccellenza nelle scienze di base, all’incidenza sulle sfide sociali (cambiamenti demografici, sicurezza alimentare, trasporti sicuri, ecologici e integrati) e alla creazione di una leadership industriale con conseguente incremento della competitività del sistema economico (ICT, nanotecnologie, ricerca spaziale, biotecnologie industriali, etc.).
La Liguria d’altro canto si caratterizza per una forte presenza di strutture di ricerca che esprimono varie eccellenze in settori di rilevanza internazionale e che rivestono un ruolo centrale nelle politiche europee: ingegneria: robotica ed automazione, telecomunicazioni, scienze della vita, tecnologie dei materiali. Si fa riferimento, per esempio, agli otto Poli di innovazione costituiti nello scorso periodo di programmazione, ai due Distretti tecnologici, all’Istituto Italiano delle Tecnologie, al Polo della Robotica e al progetto del parco tecnologico agli Erzelli.
Dall’analisi del contesto socio‐economico emerge piuttosto chiaramente una Liguria in grado di assorbire meglio delle altre regioni italiane gli effetti della crisi, ma che fatica a recuperare posizioni nei periodi di crescita economica. Tale quadro si deve ad alcune caratteristiche peculiari che contraddistinguono la regione e che, pur “proteggendola” in parte dagli effetti negativi nei periodi di crisi, ne limitano l’espansione quando tutte le altre regioni crescono: questi fattori riguardano in particolare la struttura demografica, caratterizzata da una elevata quota di popolazione over 65, la forte terziarizzazione dell’economia, in particolare servizi alla persona, la dimensione media d’impresa ridotta ed un export spesso basato su commesse pubbliche pluriennali.
L’analisi dell’attuale congiuntura demografica ligure segnala un territorio caratterizzato dalle seguenti tendenze: da un lato si accentuano le tradizionali problematiche legate all’invecchiamento, alla progressiva fragilità familiare, alla solitudine crescente, dall’altro si registra un costante aumento delle presenze straniere con il conseguente miglioramento del saldo migratorio, maggiore natalità, crescita delle classi di età infantile e adolescenziale.
L’invecchiamento della popolazione influenza, naturalmente, la struttura del mercato del lavoro poiché determina la crescita della quota di popolazione inattiva; i trend mostrano, infatti, l’aumento del peso delle persone in età pensionabile rispetto a quelle in età lavorativa. Nel 2010 in Liguria il tasso di occupazione e il tasso di attività, entrambi in crescita rispetto al 2005, restano superiori alla media nazionale ma inferiori a quelli del Nord Ovest. Sul fronte della disoccupazione, nel periodo 2005‐2010, il tasso di disoccupazione ligure aumenta in misura maggiore rispetto alla media nazionale ma non al Nord‐ovest; il valore del tasso in
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Liguria nel 2010 (6,6%) si mantiene inferiore al dato nazionale (8,4%) ma supera quello dell’area di appartenenza (6,2%). È opportuno ricordare come negli ultimi anni, caratterizzati dall’acuirsi degli effetti legati alla crisi, il mercato del lavoro regionale sia stato interessato da un forte ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, sia nella componente ordinaria che in quella straordinaria e in deroga.
Sul fronte delle dinamiche economiche più recenti, gli aggregati macroeconomici evidenziano alcuni segnali di ripresa accompagnati dal permanere di freni che rallentano il processo di crescita. Risulta evidente come la crisi abbia interrotto un periodo di crescita economica in cui si segnala un incremento di tutti i principali aggregati fatta eccezione per i consumi delle famiglie. A partire dal 2007 e sino al 2010 invece la regione evidenzia una caduta del Pil e del valore aggiunto, che si accompagna ad un ulteriore calo dei consumi; tengono invece le esportazioni che segnano una crescita. Il Pil ed il valore aggiunto della regione tuttavia nel 2010 si riportano al di sopra dei livelli del 2005, contrariamente a quanto non avvenga invece a livello nazionale e del Nord Ovest. Nonostante la ripresa dell’ultimo anno, i consumi delle famiglie liguri si mantengono ancora inferiori ai livelli del 2005.
Con riferimento al settore della ricerca e innovazione, l’analisi dei dati relativi alla Liguria evidenzia performance discordanti sull’effettiva capacità di sviluppo della regione. In alcuni casi, infatti, il dato ligure presenta risultati eccellenti con valori superiori a quelli medi nazionali, mentre in altri traspare una minore capacità di mantenere le posizioni di primato che sicuramente, in alcuni settori, le imprese della regione detengono.
Un punto di forza della regione è rappresentato dal capitale umano, in termini di livello di istruzione, tasso di partecipazione all’istruzione secondaria, tasso di scolarizzazione superiore, apprendimento permanente e quota di giovani impegnati nello studio di discipline tecnico‐scientifiche. Non a caso, questa dimensione rappresenta uno degli obiettivi della strategia di Europa 2020, poiché uno scarso numero di laureati in discipline tecnico‐scientifiche si traduce in una perdita complessiva di competitività internazionale nel campo dell’alta tecnologia, dovuta anche alla difficoltà delle imprese di reclutare ricercatori e tecnici ad alta qualificazione scientifica.
Per quanto concerne la spesa totale in ricerca e sviluppo, la Liguria si pone in posizione intermedia, ovvero all’ottavo posto tra le regioni italiane, in linea con la media nazionale ma ancora lontana dal valore del Nord‐ovest; viceversa, prendendo in esame la sola spesa in R&S delle imprese pubbliche e private la Liguria si posiziona meglio rispetto alla graduatoria precedente, vale a dire al quinto posto dopo Piemonte, Lombardia, Emilia‐Romagna e Friuli‐Venezia Giulia.
Al contempo, altre dimensioni appaiono critiche: la ridotta dimensione media di impresa limita le condizioni di sviluppo, gli investimenti complessivi sono inferiori alla media dell’area di riferimento ed emerge una limitata capacità di sviluppo imprenditoriale dei servizi alle imprese, nonché difficoltà di interazione e integrazione tra le imprese.
Con riferimento, infine, agli indici che permettono di individuare sinteticamente il posizionamento della regione sul piano della performance nel settore ricerca e innovazione, questi testimoniano nel tempo una certa fatica a stare al passo con altre regioni italiane più avanzate.
In conclusione si delinea una regione che non ha ancora sviluppato appieno le potenzialità di cui dispone, sia sul piano della ricerca scientifica e tecnologica che su quello delle attività produttive ad alta tecnologia.
Ne deriva la necessità di un’accentuazione della regia regionale degli interventi a sostegno della ricerca e delle attività produttive innovative e ad alto contenuto tecnologico, per consentire alla Liguria di migliorare la propria competitività su questo terreno, trainante per l’economia regionale e per l’occupazione qualificata. Nel breve medio periodo, stante anche i segnali di crisi dell’economia mondiale e le difficoltà di reperire risorse finanziarie per investimenti, si ritiene che solo un’azione combinata di tipo diretto, con il sostegno finanziario alle attività di ricerca e agli investimenti in questo campo, e indiretto, favorendo le reti interne ed internazionali, possa migliorare la posizione relativa della Liguria in questo ambito.
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Punti di forza Punti di debolezza
DEMOGRAFIA E LAVORO
Crescita della popolazione dovuta all’aumento dei flussi migratori
Crescita degli occupati del settore tecnologico
IMPRESE
Crescita del settore tecnologico in termini di numero di imprese
Aumento degli addetti alla ricerca e sviluppo
Esportazioni nei settori science based rilevanti e in ripresa
Presenza qualificata di imprese tecnologiche del comparto dell’informatica e della fabbricazione di apparecchiature medicali e mezzi di trasporto
Presenza di imprese di grandi dimensione a partecipazione pubblica in settori tecnologici
FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE
Grado di formazione superiore e universitaria elevato
Elevata quota di laureati in discipline tecnico‐scientifiche
Livelli di spesa in R&D delle imprese elevati
Localizzazione a Genova dell’IIT e presenza di punti di eccellenza formativa e di ricerca
Rafforzamento delle reti tra i soggetti della ricerca attraverso 8 Poli di Ricerca e Innovazione e 2 Distretti tecnologici
SOCIETA’ E TERRITORIO
Crescente domanda di servizi socio‐sanitari di qualità
Patrimonio naturalistico, paesistico e storico di pregio
Potenziamento del nodo ferroviario di Genova, al fine di separare il trasporto regionale e metropolitano da quello a lunga percorrenza e merci, di potenziare il trasporto intermodale verso il Nord Italia e i valichi alpini.
DEMOGRAFIA E LAVORO
Crescita del peso della popolazione non attiva connessa al rilevante invecchiamento della popolazione e al saldo naturale negativo
Ulteriore riduzione degli occupati nell’industria
Occupazione nelle grandi imprese in diminuzione
IMPRESE
Scarsa propensione all’imprenditorialità
Dimensione eccessivamente ridotta delle imprese e ricambio generazionale difficile
Scarso peso dell’industria e ulteriore riduzione del numero di imprese
Basso livello di internazionalizzazione e basso grado di apertura al commercio estero
Settori ad alta tecnologia ad andamento discontinuo
Bassi livelli di produzione di energia da fonti rinnovabili
FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE
Saldo negativo tra studenti in entrata e in uscita dalla regione per motivi di studio
Rallentamento nella crescita della quota di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche
SOCIETA’ E TERRITORIO
Elevato bisogno socio‐sanitario
Crescente bisogno di mobilità delle persone e delle merci non soddisfatto in maniera innovativa e sostenibile
Consumi totali delle famiglie in riduzione
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Opportunità Minacce
Ricerca di contesti ambientali più accoglienti per una migliore qualità della vita
Crescente attenzione verso stili di vita e comportamenti orientati ad una crescita sostenibile
Realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca
Stanziamento di oltre 50 miliardi di euro per progetti di ricerca, azioni di coordinamento e di sostegno delle politiche in materia di ricerca e sviluppo, per promuovere lo sviluppo professionale dei ricercatori dell’UE (VII Programma Quadro di Ricerca e sviluppo tecnologico 2007‐2013)
Numerose iniziative promosse a livello europeo volte a sostenere l’innovazione nel campo delle sfide sociali (invecchiamento demografico, cambiamenti climatici e scarsità delle risorse), nel quadro della Iniziative Faro istituite dalla strategia Europa 2020
Realizzazione della Smart Specialisation Platform, piattaforma informatica finalizzata a dare supporto alle regioni UE nella definizione delle proprie strategie innovative, attraverso l’analisi dei punti di forza e di debolezza delle proprie politiche di Ricerca e Innovazione e l’individuazione dei settori di ricerca ad alto potenziale competitivo sul mercato
Nuova programmazione europea Horizon 2020 sui temi delle scienze di base, del sociale e dell’incremento della competitività
Competizione di altri paesi per costi di produzione e capacità di attrarre risorse umane ad elevata qualificazione e capitali
Forte attrattività di investimenti produttivi delle regioni contermini
Diminuzione delle risorse pubbliche e dei trasferimenti locali
Crisi economica internazionale con conseguente stagnazione dell’economia
Criticità dell’attuale programmazione europea legate all’eccessiva complessità degli obiettivi e degli strumenti e allo scarso coinvolgimento dei diversi stakeholders.
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3. Interventi realizzati e lezioni apprese
3.1 Sviluppare le risorse umane e l’offerta di ricerca
a) Sostenere l’alta formazione in Liguria
Ai sensi dell’art.8 della legge regionale 16 gennaio 2007 n.2, si definisce alta formazione “la formazione post laurea finalizzata allo sviluppo di percorsi professionali innovativi in linea con il mercato del lavoro”.
L’alta formazione pertanto comprende master, dottorati di ricerca, corsi di formazione e stage post laurea, così come le Scuole di Specializzazione, nonché le altre iniziative di supporto formativo di enti riconosciuti dal MIUR tendenti al rafforzamento di strumenti didattici di livello superiore per il conseguimento della Laurea Magistrale.
Per assicurare le finalità ed il raggiungimento degli obiettivi strategici del Programma precedente sono stati attivati progetti sperimentali aventi ad oggetto il finanziamento di master universitari, borse di dottorato, assegni di ricerca e voucher.
MASTER
Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 949 del 1/8/2008 sono state attivate le procedure per il finanziamento di master di I e II livello con l’obiettivo da un lato di valorizzare le risorse umane attraverso percorsi di eccellenza, dall'altro di favorire a livello territoriale lo sviluppo di reti e partenariati di raccordo tra i sistemi della formazione, del lavoro e dell'istruzione.
I progetti dovevano perseguire una ricaduta in termini di sviluppo del tessuto economico e sociale della regione e potevano essere presentati da raggruppamenti composti da soggetti di diversa natura, di cui:
A. Centri e dipartimenti universitari e facoltà universitarie accreditati per la macrotipologia della formazione superiore, come da deliberazione della Giunta Regionale n. 965 del 06/08/03 e successive modifiche;
B. Organismi formativi con sedi operative accreditate per la macrotipologia della formazione superiore, come da deliberazione della Giunta Regionale n. 965 del 06/08/03 e successive modifiche;
C. Enti pubblici e/o Università e/o enti di ricerca e/o imprese con esperienza almeno triennale nel settore della formazione superiore;
con la presenza di almeno un soggetto di cui al punto A), preferibilmente come capofila.
Ulteriori elementi qualificanti dei progetti erano identificati in attività dirette alla promozione della mobilità geografica a fini professionali finalizzata all’arricchimento delle professionalità attraverso lo svolgimento di esperienze formative/di lavoro all’estero quali: visite studio, stage transnazionali, nonché percorsi di accompagnamento al lavoro in ambito internazionale. I progetti dovevano essere presentati con riferimento ad una serie di aree tematiche, in coerenza con le aree delle Piattaforme tecnologiche approvate nel Programma triennale, con l'obiettivo di formare, con approccio multi/interdisciplinare, capitale umano critico per lo sviluppo regionale e per la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio.
Oltre alle competenze specialistiche previste per tipologia di percorso formativo, doveva essere prevista per i destinatari (giovani e adulti inoccupati, disoccupati e occupati in possesso di laurea triennale o specialistica) l’acquisizione di competenze di management relativamente a:
progetti di ricerca e sviluppo;
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processi di trasferimento tecnologico e innovazione in contesti aziendali;
processi di internazionalizzazione dei prodotti di innovazione;
avvio d’impresa. Con D.G.R. n. 283 del 13/03/2009 sono stati finanziati 12 Master Universitari di I e II livello per un ammontare complessivo di risorse pari ad euro 3.024.115, a valere sul PO CRO FSE 2007‐2013. Dei Master finanziati, 10 sono stati realizzati da Associazioni temporanee di Impresa avente quale soggetto capofila Perform – Università degli Studi di Genova, 1 da un’Associazione temporanea di Scopo avente quale capofila IAL Liguria e 1 da un’Associazione temporanea di Impresa avente quale capofila Fondazione Ansaldo. Le attività formative sono state articolate in diverse tipologie (frontali, di gruppo, individuali, project work, FAD).
Tutti i master hanno previsto un percorso di 1500 ore di cui il 30%‐40% dedicato allo stage e al project work e si sono conclusi nel gennaio 2011.
Complessivamente l’iniziativa è stata accolta positivamente: tutti i master hanno infatti raccolto un numero di domande di partecipazione elevato, in genere molto superiore ai posti disponibili ed in alcuni casi è stato richiesto di aumentare il numero dei partecipanti previsti a progetto.
Dei 251 allievi che si sono iscritti ai 12 master, ne sono stati formati 233. Per il monitoraggio degli esiti occupazionali di tali percorsi formativi è prevista, ad un anno dalla conclusione del corso, la somministrazione di un questionario messo a punto da Regione con il supporto dell’Agenzia Liguria Lavoro, ente strumentale regionale.
DOTTORATI
Con specifico riferimento alle aree tematiche di interesse regionale definite dal Programma triennale precedente, sono state finanziate 40 borse triennali di dottorato, con una dotazione finanziaria pari ad euro 75.000 per borsa per un totale di euro 3.000.000, ovvero una dotazione tale da consentire attività aggiuntive rispetto a quelle normalmente previste quali il rafforzamento della dimensione internazionale dei dottorati, con particolare riferimento alla permanenza temporanea in sedi di ricerca estere19.
Per evitare fenomeni di spiazzamento, si è previsto che le borse triennali finanziate dalla Regione fossero aggiuntive rispetto al numero minimo di borse di dottorato che consente, secondo i regolamenti degli Atenei proponenti, l’istituzione di ogni singola Scuola di riferimento.
I progetti, finanziati al 100% a valere sul Programma Operativo CRO FSE 2007‐2013, per accedere al finanziamento dovevano dimostrare di perseguire obiettivi di sviluppo del tessuto economico e sociale della regione.
Ogni proposta doveva essere presentata, con riferimento ad una delle aree tematiche sopra elencate, da Università, anche consorziate, aventi Scuole di Dottorato già attive in Liguria sulle materie oggetto del progetto. Sono stati ammessi alla valutazione di ammissibilità 53 progetti, tutti presentati dall’Università degli Studi di Genova.
I dottorati hanno preso avvio ad inizio 2010 e sono monitorati attraverso relazioni semestrali del soggetto attuatore.
Sulla base dei fabbisogni formativi espressi dal Distretto per le Tecnologie Marine e dal Distretto SIIT la Giunta regionale, con DGR n.1477 del 10/12/2010, ha inoltre approvato l’avviso pubblico per il finanziamento, a valere sul Fondo Sociale Europeo, di borse triennali di dottorato di ricerca nell’ambito delle aree tematiche di interesse dei due Distretti tecnologici liguri. Sono stati ammessi a finanziamento 9 progetti per un totale di risorse impegnate pari a 580.500 euro.
19 Dgr n. 956 del 14/07/2009
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VOUCHER
Con deliberazione della Giunta regionale n. 627 del 4 giugno 2010, la Regione Liguria ha aderito al Protocollo d’Intesa per l’attuazione del progetto interregionale “Verso un sistema integrato di alta formazione” (tra le Regioni Basilicata, Campania, Emilia‐Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto) per partecipare all’iniziativa del Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione, alla sua terza edizione.
Il Catalogo Interregionale ha la finalità di stimolare l’accesso alla formazione lungo tutto l’arco della vita in un’ottica di aggiornamento costante e di specializzazione delle persone al fine di aumentarne l’occupabilità, e l’adattabilità nonché favorire la mobilità interregionale. A questo proposito le Regioni operative sul presente Avviso sono state undici: Basilicata, Emilia‐Romagna, Friuli‐Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto.
In sintesi, il Catalogo ha consentito, attraverso la chiamata di Organismi e offerte formative rispondenti ai requisiti condivisi dalle Regioni aderenti al progetto, di poter successivamente erogare assegni formativi (voucher) per la partecipazione ai corsi che sono stati ammessi allo specifico Catalogo interregionale on‐line.
Il Servizio Orientamento, Formazione Superiore, Università e Professioni della Regione Liguria ha predisposto la documentazione necessaria per l’avvio del progetto, documentazione che è confluita nell’Avviso pubblicato in data 04 maggio 2011.
Nell’Avviso la Regione Liguria ha definito: i requisiti di accesso degli Organismi di formazione e delle offerte formative, la tipologia di offerte formative ritenute ammissibili oltre a requisiti e criteri per l’assegnazione dei voucher formativi.
Gli Organismi di formazione ammissibili per la Regione Liguria al Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione hanno risposto alle seguenti caratteristiche: risultano accreditati per la macrotipologia “formazione superiore” dalla presente Amministrazione regionale o hanno presentato domanda di accreditamento per la macrotipologia “formazione superiore”; sono Università statali e non statali riconosciute dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con sede nel territorio della Regione Liguria.
Per quanto concerne le tipologie formative, quelle ammissibili sono state considerate tre: i master universitari; i master non universitari presentati in partenariato con le Università (con le seguenti caratteristiche: durata non inferiore a 800 ore, di cui almeno 500 di formazione d’aula, rilasciano crediti universitari al termine del percorso, hanno come destinatari solo laureati, prevedono almeno il 30% di stage con riferimento alla durata oraria complessiva prevista per il master); i percorsi di specializzazione (durata minima di 160 ore e massima di 300 ore, oltre l’eventuale stage/project work).
Potevano richiedere l'assegnazione di un voucher le persone che, alla data di presentazione della domanda, avessero residenza in regione Liguria e fossero: disoccupati o inoccupati in possesso di un titolo di laurea (vecchio o nuovo ordinamento) oppure occupati, o persone in CIGO o CIGS o in mobilità, purché in possesso almeno di un diploma di scuola secondaria superiore.
Nello specifico, il voucher riguarda la copertura – anche parziale – delle spese di iscrizione al corso e, solo in caso di mobilità interregionale, il rimborso di altre spese sostenute dal beneficiario connesse alla frequenza del percorso formativo; è assegnato alla singola persona ed erogato all’Organismo di Formazione. Rispetto alle spese di iscrizione il voucher ha un valore massimo non superiore a 25 euro l’ora e comunque non superiore nel complesso a 6.000 euro. È previsto un cofinanziamento a carico dell’assegnatario del voucher pari almeno al 20% del costo del corso.
L’istruttoria e la valutazione delle richieste di ammissione a Catalogo degli Organismi di formazione e dell’offerta formativa sono state a cura della Regione Liguria ‐ Servizio Orientamento, Formazione Superiore, Università e Professioni, mentre l’istruttoria di ammissibilità dei richiedenti il voucher è stata
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svolta sempre a cura della Regione Liguria ‐ Servizio Orientamento, Formazione superiore, Università e Professioni, ma con il supporto del Centro Regionale per la Ricerca e l’Innovazione (C.R.R.I.).
Gli Organismi di formazione accreditati per la formazione superiore che hanno fatto domanda di ammissione al catalogo e sono stati ammessi risultano 24 (il 31% del totale) ai quali si aggiunge l’Università degli Studi di Genova. I primi hanno proposto 52 corsi di specializzazione, mentre l’Università 12 Master universitari e 5 corsi di specializzazione.
Le richieste di voucher presentate sono state 578 (66,8% occupati e 33,2% disoccupati/inoccupati) e ne sono state approvate 460 (68,9% occupati e 31,1% disoccupati/inoccupati). Di interesse il fatto che abbiano risposto all’Avviso pubblico maggiormente persone occupate, o in CIGO o CIGS o in mobilità (66,8%), piuttosto che disoccupati e inoccupati (33,2%). Da sottolineare anche la maggioranza di domande di persone di sesso femminile, sia nelle domande presentate (62,6%), sia nelle approvate (63,5%).
La dotazione finanziaria complessiva dell’avviso per la concessione di voucher ammonta a complessivi 1,5 milioni di euro a valere sulle risorse del Programma Operativo obiettivo “Competitività regionale ed occupazione” Fondo Sociale Europeo ‐ Regione Liguria 2007‐2013, Asse V “Transnazionalità e Interregionalità” ‐ Obiettivo specifico m, declinazione regionale 1.
ASSEGNI DI RICERCA
La Regione Liguria ha approvato un piano generale di intervento per il finanziamento di progetti di alta formazione relativi al finanziamento di assegni di ricerca a valere sul PO CRO Fondo Sociale Europeo Regione Liguria 2007‐2013 Asse IV “Capitale Umano” ob. specifico l/6, attivato con la pubblicazione, a fine ottobre 2011, di due Avvisi pubblici. Il primo Avviso, cui sono destinate risorse pari ad euro 3.000.000,00, è finalizzato al finanziamento di assegni di ricerca, inseriti all’interno di specifici progetti di ricerca ad alto valore scientifico i cui risultati possano generare ricadute ed applicazioni in ambito produttivo, volti a contribuire all’innovazione del sistema socio economico regionale, senza la previsione di specifiche aree tematiche. Il secondo Avviso è finalizzato al finanziamento di analoghi progetti inerenti le aree di attività in cui operano i Poli di ricerca e innovazione recentemente individuati dalla Regione con d.G.R. n. 553 del 20 maggio 2011 e i due Distretti tecnologici liguri, il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine e il Distretto Tecnologico per i Sistemi Intelligenti Integrati.
A tale seconda linea di finanziamento sono state finalizzate complessivamente risorse pari ad euro 7.500.000,00 di cui:
- Euro 2.000.000,00 per assegni di ricerca inerenti le aree di attività in cui operano i Poli di ricerca e innovazione;
- Euro 4.000.000,00 per assegni di ricerca inerenti le aree di attività in cui opera il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine;
- Euro 1.500.000,00 per assegni di ricerca inerenti le aree di attività in cui opera il Distretto Tecnologico per i Sistemi Intelligenti Integrati.
Le attività finanziabili consistono in assegni di ricerca, ai sensi dell’art. 22 della legge 240/2010, di durata biennale. Gli assegni di ricerca dovranno essere conferiti all’interno di una cornice definita da un progetto. Ciascun progetto potrà prevedere l’attivazione di uno o più assegni di ricerca fino ad un massimo di tre assegni.
Le spese ammissibili per ciascun progetto sono costituite da:
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a) costo degli assegni di ricerca comprensivo degli oneri a carico del soggetto erogante;
b) costi del personale del soggetto proponente per lo svolgimento di attività di coordinamento scientifico del progetto e tutoraggio;
c) costi per la partecipazione a convegni e iniziative di formazione in Italia o all’estero dei titolari di assegno di ricerca.
Le proposte progettuali potranno essere presentate da Università o altri soggetti (enti di ricerca) titolati al conferimento di assegni di ricerca con sede sul territorio ligure in tre diverse finestre temporali nell’arco del periodo novembre 2011‐ ottobre 2012.
b) Supportare la visibilità e l’accesso alle strutture didattiche e della ricerca: obiettivo migliore qualità della didattica e della ricerca considerate prioritarie dalla Regione
La Regione Liguria, al fine di supportare la visibilità e l’accesso alle strutture didattiche e della ricerca regionali e con l’obiettivo di aiutare l’Università di Genova a rispondere al meglio alla domanda di formazione, ha istituito il Sistema degli Academy Point. Sono state create 7 aule e soprattutto un sistema tecnologico in grado di creare una vera e propria “Enciclopedia” di corsi che possano essere fruiti a distanza; l’unico requisito è avere a disposizione un personal computer ed una connessione di rete sufficientemente ampia per la trasmissione di filmati e audio.
Il progetto ha visto la realizzazione dei seguenti sotto‐sistemi:
7 Aule multimediali, ciascuna composta da;
mediamente 30 postazioni discenti (da un minimo di 21 a Chiavari ad un massimo di 36 a Genova). Ogni postazione ha un personal computer attrezzato con cuffia e telecamera, collegato in rete locale e ad internet;
una postazione per il docente, attrezzata come quelle dei discenti completa degli strumenti per la gestione delle attività di registrazione e trasmissione alla banca dati centralizzata;
due telecamere a distanza per riprendere le lezioni e gli interventi dall’aula;
un videoproiettore con maxi‐schermo;
microfono e mixer audio per la registrazione audio;
un server di aula per la registrazione delle lezioni, la gestione delle trasmissioni con le altre aule e la possibilità di effettuare interventi di modifica e integrazione ai filmati registrati;
un sistema di videoconferenza per la connessione alle altre aule. un Centro di Gestione connesso al sistema informativo dell’Università (in particolare al sistema di
formazione a distanza) con messa in esercizio di apparecchiature hardware e realizzazione del software ad hoc. Il Centro è composto da:
tre elaboratori interconnessi tra loro per garantire tutte le funzionalità software descritte nel prosieguo, in ambiente “sicuro” (accesso controllato alla rete interna dell’Università di Genova). L’architettura è scalabile e perfettamente integrata con l’architettura del Centro di Calcolo dell’Università di Genova;
memoria sufficiente per tenere a disposizione le lezioni filmate per una durata di circa due anni;
software di gestione che permette di: memorizzare i filmati in un’area temporanea, modificarli e/o integrarli (può farlo solo il “proprietario” ovvero il docente titolare del filmato) e farne un montaggio finale per memorizzarli poi in una banca dati (una vera e propria enciclopedia sempre crescente), e infine renderli fruibili attraverso lo strumento di formazione a distanza dell’Università di Genova (quindi permettendo di seguire dei percorsi formativi guidati e integrati con i Sistemi Informativi attualmente in uso).
Software di gestione della videoconferenza.
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L’infrastruttura di comunicazione, che connette in rete privata virtuale le 7 sedi ed il Centro di Gestione e unisce il tutto alla rete Universitaria, con la garanzia che vengano rispettati i relativi protocolli di sicurezza.
Figura 3
c) Sostenere i progetti di ricerca, le reti e le connessioni Università-Imprese: aumentare la capacità dei centri di ricerca e delle imprese di partecipare a progetti di ricerca nazionali e internazionali
La necessità di stimolare le piccole e medie imprese e i centri di ricerca alla partecipazione a progetti di ricerca europea ha spinto la Regione Liguria a partecipare all’iniziativa “Progetta!2”.
"Progetta!2" è un'iniziativa che la Regione Liguria, in collaborazione con il Centro Regionale per la Ricerca e l'Innovazione, ha voluto proporre al proprio territorio, grazie al supporto della Struttura di missione Progetto Opportunità delle Regioni in Europa (P.O.R.E.) ‐ Dipartimento per gli Affari Regionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e al coordinamento della Regione Veneto.
L'obiettivo strategico di "Progetta!2" è quello di incentivare e migliorare principalmente la partecipazione delle piccole e medie imprese liguri a bandi di gara sulla ricerca e l'innovazione promossi e gestiti dalla Commissione Europea.
L'iniziativa si concretizza in uno strumento finanziario a fondo perduto di supporto tale da coprire parzialmente i costi necessari alla preparazione di un progetto europeo per tutti i soggetti liguri che verranno ritenuti finanziabili.
E' stato, quindi, elaborato un Regolamento ad hoc che disciplini nel dettaglio lo strumento tenendo conto di alcuni parametri fondamentali:
l'esperienza o meno dei candidati in progettazione europea; la partecipazione in qualità di partner o di leader ai progetti per i quali si richiede il contributo; il superamento o meno, in relazione alla valutazione fatta dalla Commissione Europea, di una soglia
minima di partecipazione e di una soglia ulteriore di qualità che dà diritto ad un ulteriore contributo.
SEDI DEGLI ACADEMY POINTS
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Nel periodo 3 giugno 2010 – 30 settembre 2010 è stato aperto il I avviso che ha portato a riconoscere un contributo a 8 PMI liguri e 2 Centri di ricerca che hanno partecipato, senza vincere, a proposte progettuali per un totale di finanziamento a fondo perduto pari 29.500€.
Nel periodo 3 ottobre 2011 – 11 novembre 2011 si è aperto il II avviso.
d) Sostegno allo sviluppo dell’innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese (Poli di innovazione e Distretti tecnologici)
Il sostegno allo sviluppo dell’innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese ha visto la sviluppo e/o la costituzione nel triennio 2008‐2011 di:
Distretti tecnologici: SIIT (già esistente) e DLTM Poli di ricerca ed innovazione Centro Biotecnologie Avanzate (già esistente)
Distretto sistemi intelligenti integrati
Il primo Distretto tecnologico ligure nasce a seguito di un Protocollo d’Intesa, stipulato in data 27 settembre 2004 tra il Ministero dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca la Regione Liguria e altri partners, avente ad oggetto la realizzazione nel territorio regionale di un Distretto Tecnologico nel settore dei “sistemi intelligenti integrati”.
L’Accordo di Programma Quadro, sottoscritto in data 28 settembre 2005 da Regione Liguria, Ministero dell’Economia e delle Finanze e MIUR, si proponeva di realizzare le seguenti aree d’intervento:
Avvio e gestione del Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati
Infrastrutture per il Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati
Ricerca industriale nell’ambito del Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati
Attività di formazione nell’ambito del Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati
Sviluppo precompetitivo, trasferimento tecnologico e spin‐off nell’ambito del Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati
Attività di internazionalizzazione nell’ambito del Distretto Tecnologico dei Sistemi Intelligenti Integrati
Il quadro complessivo delle risorse finalizzate all’APQ è il seguente:
COSTO CIPE MIUR REGIONE ENTI P.P.
DOCUP PRIVATI
Fase attuativa 39.980.000 8.200.000 10.000.000 60.000 11.200.000 12.720.000
Fase programmatica
40.200.000 15.000.000 23.000.000
TOTALE COMPLESSIVO
80.180.000 8.200.000 25.000.00060.000
(*)11.200.000
(*) 35.720.000
(*) Totale delle fonti regione –enti p.p. e docup: euro 11.260.000,00
I Distretti tecnologici, che nelle intenzioni del MIUR dovrebbero assumere la fisionomia di “Distretti ad Alta Tecnologia”, trovano ampio riconoscimento nel Programma Nazionale della Ricerca 2010‐2013 (PNR) che ne riconosce il ruolo di cerniera fra imprese, università ed enti di ricerca.
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Il Distretto Tecnologico costituisce, infatti, una delle iniziative più efficaci per sostenere la crescita delle imprese dell’alta tecnologia della Liguria, capace di realizzare uno scambio di conoscenze permanente tra gli attori della ricerca e dell’innovazione, con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso tra talenti, aziende e finanziamenti pubblici e privati, tesi a sviluppare una ricerca competitiva in grado di determinare forti ricadute di innovazione sul tessuto imprenditoriale ligure mediante l’approccio diretto al mercato di riferimento.
Le aree tecnologiche su cui opera il SIIT hanno come riferimento le prerogative di eccellenza sviluppate negli anni dalle principali industrie liguri dell’high tech, nello specifico: sicurezza, infomobilità – Intelligent Transport System, automazione, organizzazioni complesse, salute ed energia.
Per la gestione del Distretto Tecnologico è stata costituita SIIT ScpA, società consortile senza finalità di lucro, che rappresenta un’aggregazione territoriale di matrice regionale il cui fine principale è quello di promuovere e favorire la competitività dell’area produttiva su cui insiste e del settore in cui opera.
SIIT ScpA si propone di realizzare un sistema integrato tra grande industria, piccola e media impresa, Università e istituzioni pubbliche di ricerca, valorizzando, in particolare, gli assi dedicati allo sviluppo delle attività di ricerca industriale e delle correlate azioni formative sul territorio regionale.
Gli interventi infrastrutturali del Distretto sono in via di conclusione, la sede del Distretto è stata inaugurata ad inizio 2010 e sono state installate le attrezzature nei laboratori.
Distretto ligure tecnologie del mare
Il Distretto ligure per le tecnologie marine (DLTM) della Spezia si concentra sul comparto della nautica e delle tecnologie del mare. Il progetto per la sua costituzione prende avvio nel giugno 2005, con l’intesa siglata tra Regione Liguria, Provincia e Comune della Spezia. La costituzione si ha, poi, con il Protocollo d’Intesa siglato con il Ministero dell’Università e Ricerca il 18 aprile 2008 , che prevede: • l’attivazione di infrastrutture condivise per la ricerca e la sperimentazione nel settore delle tecnologie marine, ad esempio sistemi navali per la difesa, per la cantieristica navale e per la cantieristica diportistica, di sistemi di monitoraggio, bonifica e sicurezza; • l’attivazione di progetti di ricerca; • la promozione dello sviluppo tecnologico e della formazione di personale qualificato nei settori delle tecnologie marine; • la promozione della crescita dell’imprenditorialità nell’area del distretto, con attenzione all’alta tecnologia. La Giunta Regionale20 indica l’articolazione del quadro complessivo delle risorse pubbliche finalizzate all’intervento come di seguito rappresentato:
Fonte Risorse M€
PAR FAS Regionale 2007‐2013 5
D.Lgs. 297/99 21
POR FESR 2007‐2013 14
POR FSE 2007‐2013 8
Totale 48
In questi primi anni di attività del Distretto sono iniziate le seguenti attività:
Progetti FAR‐MIUR (dlgs 297/1999) Il DLTM ha approvato 9 progetti, attualmente in fase istruttoria presso il MIUR, che coinvolgono 29 imprese, Università di Genova e 5 Enti di ricerca, per un investimento complessivo di circa 65 M€.
20 DGR n. 432 del 9/04/2009.
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Progetti FAR‐MIUR (dlgs 297/1999): Progetto Forte Mare I progetti DLTM affrontano tematiche scientifiche omogenee diversificate per tipologia di applicazione, per questo motivo si è convenuto con il Miur per la proposizione di un unico progetto di attività formative a corredo dell’intera progettualità di ricerca e sviluppo. Il Progetto Forte Mare identifica per ciascun progetto di R&S un livello si sintesi adeguato alla volontà di sviluppare un percorso complementare alla laurea magistrale;
Bando POR‐FESR DLTM Lo sportello per la presentazione dei progetti si è chiuso il 15 aprile. Sono state presentate 49 domande, che vedono coinvolte 10 Grandi Imprese e 64 PMI, per un finanziamento complessivo richiesto superiore ai 16 M€, a fronte dei 14 M€ disponibili, per un investimento complessivo attivato pari a circa 34 milioni di euro.
Dottorati di ricerca A gennaio 2010 sono state attivate 4 borse di dottorato, della durata di 3 anni, in collaborazione con l’Università di Genova e con imprese associate, riguardanti temi legati all’ingegneria avanzata e al monitoraggio ambientale marino.
Polo di Ricerca ed Innovazione sulle Tecnologie del Mare ed Ambiente Marino Disponibili fondi per 500 mila euro in tre anni, per un investimento complessivo superiore al milione di euro, destinato al finanziamento di attività di supporto alle imprese, alta formazione e ricerca
Marittimo IT‐FR: Progetto INNAUTIC
DLTM partecipa in veste di partner tecnico al progetto strategico transfrontaliero INNAUTIC, che ha come obiettivo la creazione di un sistema integrato pubblico‐privato per la competitività, l’innovazione e il capitale umano nel settore nautico alto mediterraneo.
Centro biotecnologie avanzate
Il Centro Biotecnologie Avanzate (CBA) è un consorzio senza scopo di lucro con sede in Genova costituito nel 1993 con la finalità di svolgere attività di ricerca e servizi nel settore delle biotecnologie, con particolare attenzione a quelle suscettibili di impiego ed applicazione in ambito produttivo ed industriale.
L’art. 30 della l.r. n. 2/2007 ha previsto l’adesione della Regione Liguria al CBA al fine di promuovere, organizzare, realizzare e sviluppare le ricerche nel settore delle biotecnologie, nonché di incentivare la formazione e l'aggiornamento attinente il suddetto tema.
Gli interventi afferenti a tale settore sono finalizzati a favorire la realizzazione di un sistema regionale della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione, e sostenere l’attivazione di forti sinergie tra università, ricerca, grandi imprese e piccole e medie imprese (PMI), promuovendo ricerca di base e applicativa e sviluppando infrastrutture materiali al supporto della ricerca.
In data 2/07/2007 è stato sottoscritto dalla Regione Liguria e dalla Regione Piemonte un Protocollo d’Intesa in materia di ricerca e innovazione in base al quale le due Regioni hanno concordato tra l’altro di sviluppare una collaborazione in materia di promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione in materia di biotecnologie e di promuovere la realizzazione di progetti comuni in tale ambito scientifico.
Il Consorzio Biotecnologie Avanzate è stato individuato quale struttura di riferimento per la realizzazione delle attività di cui al suddetto progetto di collaborazione, attualmente ancora in corso nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro “Ricerca Scientifica ‐ II Integrativo”21, sottoscritto in data 26/06/2007 da Regione Liguria MISE e MIUR e concernente progetti di ricerca nel campo delle biotecnologie nelle seguenti aree tematiche: drug discovery and delivery; immunobiotecnologie; tecnologie RNA; cellule staminali; biotecnologie Marine..
Il CBA, precedentemente, era stato individuato quale soggetto attuatore nell’ambito dell’Accordo di
21 L’APQ prevede un costo totale pari a circa 5 milioni di euro, di cui quasi 3.5 milioni provenienti da un finanziamento CIPE.
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programma Quadro: “Ricerca Scientifica”22, sottoscritto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in data 27/02/2004, per il finanziamento di 16 interventi nelle aree tematiche Diagnostica Avanzata, Prevenzione, Biofarmaceutica, Immunoterapia, Cellule Staminali, Biotecnologie Marine. I risultati dei progetti di ricerca, ormai conclusi, sono dimostrati dal deposito di 5 brevetti.
22 L’APQ prevede un costo totale pari a circa 10,5 milioni di euro, di cui quasi 7 milioni provenienti da un finanziamento del CIPE.
DISTRETTI TECNOLOGICI E CENTRO DI BIOTECNOLOGIE AVANZATE
Denominazione Area Tematica Composizione Ambito di attività
DLTM
Tecnologie del mare
12 GI, 111 PMI aderenti attraverso il Consorzio Tecnomar Liguria (appositamente costituito), UNIGE, 4 Enti di Ricerca, CCIAA, Autorità Portuale della Spezia, FILSE
Le aree tecnologiche di riferimento del DLTM sono:
lo sviluppo dei sistemi per la cantieristica navale e nautica,
lo sviluppo dei sistemi navali per la difesa e la sicurezza,
il monitoraggio, della bonifica e della sicurezza dell'ambiente marino Le stesse si articolano nelle seguenti tematiche di sviluppo:
cantieristica navale (militare e civile)
nautica da diporto e mega‐yachts
offshore petrolifero ed energetico sistemi navali e portuali
strumentazione ed apparecchiature meccaniche/fluidodinamiche nonchè impianti per applicazione navale e subacquea
logistica intelligente e sicurezza materiali per applicazioni marine
SIIT
Sistemi intelligenti integrati
17 GI, 94 PMI riunite nel Consorzio SIIT PMI, UNIGE, CNR, Regione Liguria, BIC Liguria, Camera di Commercio di Genova, Camera di Commercio della Spezia, 2 Banche, Confindustria Genova, DIXET
Le aree tecnologiche su cui opera il SIIT hanno come riferimento le prerogative di eccellenza sviluppate negli anni dalle principali industrie liguri dell’high tech, nello specifico: sicurezza, infomobilità – Intelligent Transport System, automazione, organizzazioni complesse, salute ed energia.
CBA
Biotecnologie avanzate
Regione Liguria, UNIGE, Ospedale Galliera
Il Centro svolge attività di ricerca e servizi nel settore delle biotecnologie, con particolare attenzione a quelle suscettibili di impiego ed applicazione in ambito produttivo ed industriale.
Parco Tecnologico della Val Bormida
Regione Liguria ha effettuato un investimento di oltre 15 milioni di euro a sostegno del Parco Tecnologico Val Bormida, istituito nel 2009 a seguito delle intese stabilite nell’accordo di programma per l’attuazione degli interventi di rilancio per lo sviluppo della Valle Bormida siglato da Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cairo Montenotte, Ferrania Technologies S.p.A. Parco Tecnologico Val Bormida SRL, società in house di Regione Liguria tramite F.I.L.S.E. S.p.A., opera nei settori delle energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza
energetica, della chimica e dell’ambiente in generale e in particolare intende: sviluppare la domanda di innovazione dei sistemi locali di impresa attraverso la promozione ed il
sostegno alla nascita e allo sviluppo di nuove imprese innovative, l’attrazione di imprese innovative esistenti ed il supporto ai processi di ricerca e sviluppo delle aziende e del territorio di riferimento nel suo complesso;
fornire, su incarico di Regione Liguria, servizi ai soggetti pubblici e privati che direttamente o indirettamente contribuiscono allo sviluppo delle attività economiche nel territorio regionale;
contribuire a sviluppare la competitività delle imprese attraverso l’azione di supporto all’innovazione, la realizzazione e gestione di attività di ricerca applicata focalizzate su specifiche tematiche di interesse del mondo imprenditoriale, nonché l’implementazione di una rete integrata di servizi avanzati a favore delle imprese, stipulando accordi con centri di competenza di riferimento quali Università e enti di ricerca pubblici e privati.
Poli di ricerca ed innovazione
I Poli di ricerca ed innovazione sono definiti come raggruppamenti di imprese indipendenti, start‐up innovatrici, piccole, medie e grandi imprese, nonché organismi di ricerca, attivi in un particolare settore o ambito territoriale e destinati a stimolare l'attività innovativa incoraggiando l'interazione intensiva, l'uso in comune di installazioni e lo scambio di conoscenze ed esperienze, nonché contribuendo in maniera effettiva al trasferimento di tecnologie, alla messa in rete e alla diffusione delle informazioni tra le imprese che costituiscono il Polo. I Poli devono, quindi, aggregare: • un numero significativo di imprese, in rapporto alle caratteristiche del settore, di cui almeno una Grande Impresa e almeno una PMI, • ed almeno un organismo di ricerca. Il Polo può essere strutturato giuridicamente secondo due diverse modalità: • le imprese e gli organismi di ricerca che intendono aggregarsi in un Polo costituiscono un’associazione temporanea di scopo e conferiscono un mandato collettivo speciale senza rappresentanza ad un impresa o ad un organismo di ricerca (mandatario) affinché esso agisca come gestore del Polo. • le imprese e gli organismi di ricerca che intendono aggregarsi in un Polo costituiscono un consorzio od una società consortile, il quale opererà quale soggetto gestore. La Giunta Regionale ha individuato un elenco di aree tecnologiche per le quali è promossa la costituzione dei Poli: 1. Automazione supervisione, Sicurezza nei trasporti e nella logistica 2. Energia in Liguria 3. Automazione intelligente 4. Tecnologie del Mare e ambiente marino 5. Scienze della vita, biotecnologie e applicazioni sicure Il bando per la costituzione, l’ampliamento e l’animazione dei Poli di Ricerca si è chiuso a ottobre 2010 e ha finanziato 8 aggregazioni sulle 5 aree tematiche individuate dal bando.
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Al termine della valutazione istruttoria e della valutazione di merito sono stati individuati i seguenti Poli di Ricerca ed Innovazione:
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POLI DI RICERCA ED INNOVAZIONE Denominazione
Polo Area
Tematica Soggetto gestore Composizione Ambito di attività
TICASS Tecnologie Innovative
per il Controllo Ambientale e lo
Sviluppo Sostenibile
Energia in Liguria Consorzio TICASS
GI 5 PMI 20 Organismi di ricerca 3 Altro 1
‐ Controllo, riduzione e riuso del CO2; riduzione e produzione di energia con processi innovativi a basso impatto ambientale
‐ Valorizzazione, gestione, trattamento, recupero e riciclo della risorsa acqua ‐ Sviluppo di materiali, prodotti e tecnologie finalizzate al risparmio energetico in
edilizia ‐ Recupero e valorizzazione dei sottoprodotti, ovvero dei prodotti considerati di
rifiuto, provenienti da biomasse, attraverso la produzione di molecole ad alto valore aggiunto o alla produzione di idrogeno ad elevata purezza
‐ Sviluppo di processi e prodotti sostenibili (Green Chemistry) ‐ Monitoraggio e controllo ambientale; interventi di bonifica, dragaggio e recupero di
siti contaminati con sistemi innovativi e a basso impatto ambientale
Energia sostenibile Energia in Liguria IPS SpA – Insediamenti Produttivi Savonesi
GI 13 PMI 20 Organismi di ricerca 4 Altro 1
‐ Utilizzo di impianti di energia da fonte rinnovabile ‐ Riduzione dell’impatto ambientale di sistemi di generazione a combustibile fossile ‐ Gestione efficiente delle infrastrutture energetiche
TRANSIT Tecnologie e Ricerca Avanzata Network
Sicurezza Intermodalità nei
Trasporti
Automazione supervisione sicurezza nei trasporti e nella logistica
SIIT ScpA
GI 4 PMI 3 Organismi di ricerca 1 Altro 1
‐ Gestione della mobilità passeggeri in ambito urbano tramite sensorialità eterogenea, sistemi di regolazione della mobilità
‐ Sistemi di supporto alla distribuzione urbana delle merci, ottimizzazione del packing e routing, gestione intelligente delle flotte, ecc..
‐ Soluzioni avanzate per il trasporto pubblico locale e regionale ‐ Sistemi di gestione della catena logistica diretta ed inversa ‐ Sistemi di scambio documentale elettronico ‐ Tracing e tracking di merci e vettori ‐ Tecnologie per l’innalzamento di livelli di safety e security ‐ Tecnologie portuali e marittime: automazione dei terminal e dei varchi di controllo,
sistemi innovativi di inoltro delle merci, sistemi di controllo della navigazione ‐ Sviluppo di sistemi a supporto della portualità e della modalità di trasporto via mare ‐ Riduzione dell’impronta ambientale nei sistemi di trasporto
SOSIA System of Systems
and Intelligent Automation
Automazione Intelligente
Selex Sistemi Integrati SpA
GI 4 PMI 3 - Organismi di ricerca 2 Altro 0
Il Polo si propone di promuovere la crescita conoscitiva, metodologica e tecnologica nell’ambito dei sistemi di “Automazione Distribuita Integrata Intelligente” con l’obiettivo di rendere il tessuto industriale e di ricerca territoriale anch’esso attore principale dei futuri sviluppi dell’Automazione
GI: grandi imprese
Denominazione Area Soggetto gestore Composizione Ambito di attività
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Polo Tematica
SI4Life Scienza e Impresa
insieme per migliorare la qualità della vita
Scienze della vita Consorzio SI4Life
GI 1 PMI 10 Organismi di ricerca 2 Altro 3
Missione del Polo è produrre ricerca, trasferimento tecnologico, innovazione e formazione nell’ambito dei bisogni e delle potenzialità della disabilità. Il progetto si propone di sviluppare e rendere disponibili strumenti e ambienti per una migliore “qualità della vita” nella popolazione anziana o con deficit sensoriali, motori, visivi, uditivi e cognitivi, attraverso lo sviluppo di strategie gestionali per promuovere, sostenere e coordinare ricerche di base e ricerche applicate pre-industriali o industriali. Le attività sono mirate alla progettazione, implementazione e applicazione di prodotti protesici, supporti informatici, ambienti architettonici sicuri e user-friendly, e metodologie didattiche tecnologicamente avanzate ed innovative nonché allo sviluppo e verifica sperimentale di procedure riabilitative o di re-training, con l’obiettivo di facilitare l’integrazione sociale e il mantenimento o recupero di abilità ed autonomia negli anziani e disabili.
TECNOBIONET Scienze della vita CBA – Centro Biotecnologie Avanzate
GI 4 PMI 7 Organismi di ricerca 8 Altro 2
‐ Drug discovery delivery and development ‐ Neuroscienze e neuropharmacology ‐ Stem cells and cell teraphy: ‐ Advanced diagnostics and tehnology ‐ Imaging tools and development
POLITECMED Polo ligure delle
tecnologie medicali Scienze della vita Camelot Biomedical
Systems Srl
GI 1 PMI 6 Organismi di ricerca 2 Altro 1
L’obiettivo generale è il consolidamento e lo sviluppo di un processo di aggregazione di imprese ed enti di ricerca su specifici ambiti di interesse industriale e scientifico per lo sviluppo di tecnologie e soluzioni biomedicali per la prevenzione, la diagnosi precoce, lo screening, la terapia ed il follow-up di patologie di rilevante interesse sanitario, tra cui quelle in campo oncologico, cardiovascolare, ortopedico, reumatologico, per una gestione integrata del processo diagnostico e terapeutico
DLTM Distretto Ligure
Tecnologie del Mare Tecnologie del mare DLTM ScpA
GI 8 PMI 1 Organismi di ricerca 4 Altro 4
‐ Mappa delle filiere tecnologiche dell’economia del mare, al fine di evidenziare le tecnologie distintive e/o critiche del contesto territoriale di riferimento e di identificare le competenze di ricerca e sviluppo, innovazione e formazione
‐ Orientamento e supporto alla progettualità di ricerca e sviluppo, innovazione e formazione, promuovendo la capacità di lavorare in rete ed offrendo capacità manageriale per la concezione, la razionalizzazione e lo sviluppo gestionale dei progetti e la loro attuazione
‐ Diffusione di nuove tecnologie marine e della cultura dell’innovazione come strumento per poter sviluppare l’interconnessione tra sistema imprenditoriale e sistema della ricerca
‐ Definizione e sviluppo di servizi consulenziali per le PMI per l’analisi delle problematiche tecnologico-organizzative, di sviluppo imprenditoriale e di internazionalizzazione, per supportare l’individuazione di partner tecnici e/o scientifici, affrontare lo sviluppo manageriale e le problematiche normative legate all’innovazione
‐ Promozione della rete di laboratori e strutture di ricerche del Polo
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3.2 Potenziare la domanda delle imprese e delle istituzioni
a) Sostegno alla ricerca industriale
L'azione 1.2.2 "Ricerca industriale e sviluppo sperimentale" del Por Fesr 2007‐2013 intende rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale, stimolando le attività di ricerca e di sviluppo sperimentale delle imprese, rafforzando i rapporti di collaborazione tra gli attori del sistema regionale della ricerca e promuovendo la ricaduta industriale e tecnologica sul tessuto produttivo. L'agevolazione prevista consiste in un contributo a fondo perduto, calcolato sulle spese ammissibili, in misura variabile a seconda della dimensione dell’impresa beneficiaria e della tipologia di progetto presentato, come mostrato nella tabella seguente:
Tipologia di progetto
Beneficiario
Piccola e mediaimpresa
Grande impresa
Ricerca industriale 60% 50%
Sviluppo sperimentale 35% 25%
In attuazione dell’azione 1.2.2 nel corso del 2009 e del 2010 sono stati emanati 3 bandi, i primi due volti al sostegno dei progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale proposti da PMI di produzione di beni e/o servizi, singole e associate, anche in forma cooperativa, con un’unità operativa interessata al progetto ubicata sul territorio della Regione Liguria ovvero da parte di Raggruppamenti temporanei di imprese a cui potevano partecipare anche grandi imprese. Al primo bando di attuazione, approvato con deliberazione di Giunta regionale n.1752 del 22/12/2008, sono stati assegnati inizialmente 20M€, con successiva D.G.R. n. 1217 del 22/10/2010 incrementati a 28,5 M€ ed i termini per presentare le richieste di finanziamento sono decorsi dal 2 marzo al 3 giugno 2009. Sullo stesso sono pervenute 241 domande di finanziamento; le relative attività istruttorie sono state ultimate nei primi mesi del 2011. A fine 2010 sulle 222 pratiche esaminate ne erano state ammesse a finanziamento 126 per un impegno complessivo di oltre 19,0 M€ di cui 1 M€ già erogato alle imprese. Con D.G.R. n. 1472 del 10/12/2010 è stato approvato il secondo bando di attuazione dell’azione, con una dotazione finanziaria di 30 M€ e termini di presentazione delle domande di accesso ai contributi aperti per tutto il mese di marzo 2011. Infine, il terzo bando, approvato con D.G.R. n. 1471 del 10/12/2010, disponeva di una dotazione finanziaria di 9 M€, interamente riservata a sostenere progetti di ricerca e di sviluppo sperimentale delle imprese del Distretto Ligure per le Tecnologie Marine (DLTM). I termini di presentazione delle domande sono decorsi dal 15/03/2011 al 15/04/2011.
b) Sostegno allo sviluppo precompetitivo
L'azione 1.2.3 “Innovazione” del Por‐Fesr 2007‐2013 intende rafforzare la competitività del sistema produttivo attraverso il sostegno all'acquisizione di competenze e strumenti che favoriscano lo sviluppo dell’innovazione nelle piccole e medie imprese (PMI). La Giunta regionale, con deliberazione n. 1753 del 22 dicembre 2008, ha approvato il bando di attuazione, con il quale hanno trovato finanziamento gli investimenti relativi a progetti di innovazione tecnologico‐produttiva, organizzativa e/o commerciale.
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Il bando, con una dotazione finanziaria pari a 40 M€, era rivolto a PMI di produzione di beni e/o servizi, singole e associate, anche in forma cooperativa, con unità operativa interessata al progetto ubicata sul territorio della Regione Liguria. Per i progetti di innovazione organizzativa e/o commerciale, l'agevolazione consisteva in un contributo a fondo perduto a titolo de minimis nella misura del 30% della spesa ammessa. Per i progetti di innovazione tecnologico‐produttiva l'agevolazione era concessa, a scelta del richiedente, alternativamente, nella forma di: A. prestito concesso a tasso agevolato pari allo 0,5% annuo, nella misura fino al 75% della
spesa ammessa, di importo non superiore a 750.000 euro; B. contributo a fondo perduto la cui misura ‐ per le spese d'investimento ‐ varia dal 10% al
30% della spesa ammessa in funzione della dimensione del beneficiario e della localizzazione dell'iniziativa e per le spese di consulenza è determinata nella misura del 50% dei costi sostenuti;
C. un aiuto in de minimis, consistente in un contributo a fondo perduto, nella misura del 30% della spesa ammessa;
A valere sul bando in esame sono pervenute 913 domande di finanziamento; le relative attività istruttorie sono state ultimate nel corso del 2011, mentre a fine 2010 sulle 912 pratiche esaminate ne erano state ammesse a finanziamento 677, con l’assunzione di impegni a favore di 657 interventi per un importo complessivo di 38,84 M€ ed una spesa di oltre 12,2 M€.
c) Sostegno a start up ed a spin off
La Regione Liguria negli ultimi anni ha orientato fortemente le proprie linee strategiche per sostenere la ricerca, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico al fine di favorire la crescita e la competitività del territorio. I principi fondanti di questo approccio, sono stati concentrati nella Legge Regionale n. 2 del 2007, “Promozione, sviluppo, valorizzazione della ricerca, dell’innovazione e delle attività universitarie e di alta formazione”. La Legge istituisce strutture ad hoc per supportare la nascita di imprese innovative, per sostenere il trasferimento tecnologico, nonché strumenti finanziari dedicati.
Un importante strumento previsto dalla Legge è il Fondo Regionale per il Sostegno alla Ricerca istituito presso FILSE, destinato a finanziare sia progetti di ricerca industriale e sviluppo pre‐competitivo che progetti di investimenti innovativi.
A valere su questo fondo è stato predisposto un bando gestito da FILSE che prevede 4 milioni di euro per piccole e medie imprese di nuova costituzione ad alto potenziale tecnologico. La Giunta Regionale, attraverso tale bando finalizzato a sostenere gli investimenti iniziali, ha stanziato i fondi con l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro qualificati di ricerca e iniziative promosse da giovani e da donne.
Il bando approvato, nell’ambito della legge regionale sulla ricerca, prevede la valorizzazione dell’innovazione e delle attività universitarie di alta formazione e in particolare la creazione di impresa ad alta tecnologia.
Il progetto UNI.T.I. (www.progettouniti.it) ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di un programma per il supporto alla creazione di spin‐off accademici, al fine di valorizzare le tecnologie sviluppate dai gruppi di ricerca dell’Università di Genova e promuovere lo sviluppo economico regionale attraverso il sostegno alla nascita di imprese ad alto contenuto tecnologico. Il progetto, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro, è stato promosso dall’Università degli Studi di Genova in collaborazione con Sviluppo Italia Liguria S.c.p.A. e finanziato dal
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Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito di un’iniziativa a sostegno degli strumenti di creazione di imprese innovative; la gestione di UNI.T.I. è affidata all’omonimo Consorzio costituito tra i due soggetti proponenti. Il Consorzio ha una struttura molto snella. La scelta di tale organizzazione deriva dalla volontà di non burocratizzare troppo i processi, dato anche il numero minimo di consorziati, e di permettere una veloce ed efficace gestione di tutte le attività previste a progetto. Il programma, avviato nel 2007 e della durata di cinque anni, si realizza su tutto il territorio regionale e coinvolge tutti i poli dell’Università di Genova siti presso le quattro province liguri, allo scopo di creare le basi per mettere in rete tutte le iniziative mirate alla creazione di imprese high tech. Attraverso UNI.T.I si intende favorire la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica attraverso l’avvio di spin‐off accademici, inserendoli in un percorso di supporto alla creazione ed al consolidamento delle imprese che consenta loro un efficace inserimento sul mercato, contribuendo ai processi di innovazione del tessuto produttivo locale. Nel periodo 2008/10 sono state presentate 46 domande di partecipazione, 25 delle quali hanno superato la prima fase di valutazione procedendo con l’elaborazione di un business plan per verificare la fattibilità tecnica, economica e finanziaria delle iniziative. Dei 26 piani sottoposti alla valutazione della Commissione solo 20 hanno ottenuto valutazione positiva. Ad oggi il progetto UNITI può vantare di aver supportato ed avviato 17 spin off di cui:
6 costituiti nel 2009
9 costituiti nel 2010
2 costituiti nel 2011. Gli ultimi 3 sono ancora in attesa di definire compiutamente l’assetto societario, si stima una data di costituzione nei primissimi mesi del 2012. L’attività nel 2011 si è particolarmente concentrata nel supportare i neo spin off nella fase di start up attivando consulenze specialistiche, check up aziendali e percorsi formativi finalizzati a facilitare lo sviluppo dell’impresa. Parallelamente all’erogazione di servizi reali a supporto della creazione e dello sviluppo di impresa il progetto UNITI ha garantito un supporto finanziario grazie alla costituzione di un fondo per le start up reso possibile grazie alla regione Liguria e agli altri enti territoriali che a vario titolo operano per lo sviluppo del territoio. Il progetto UNITI si concluderà ad aprile 2012 ma, alla luce delle numerose manifestazioni di interesse pervenute al Consorzio si è deciso di proseguire nell’attività di scouting e selezione di nuove idee di business dalla ricerca. Dato però il tempo residuo del progetto, non sarà possibile accompagnare le nuove idee imprenditoriali nella fase di start up ma, queste, potranno essere opportunamente indirizzate a progetti di innovazione attivi sul territorio ligure. Infatti, la Regione Liguria negli ultimi anni ha orientato fortemente le proprie linee strategiche per sostenere la ricerca, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico al fine di favorire la crescita e la competitività del territorio. I principi fondanti di questo approccio, sono stati concentrati nella Legge Regionale n°2 del 2007, “Promozione, sviluppo, valorizzazione della ricerca, dell’innovazione e delle attività universitarie e di alta formazione”. Proprio a valere su questa Legge stanno partendo numerose iniziative che risultano assolutamente complementari al progetto UNI.T.I. e che potranno quindi essere usufruite anche dai beneficiari del presente progetto, mettendo quindi a sistema le diverse opportunità a disposizione sul territorio ligure.
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3.3 Sviluppare e rafforzare la Governance
a) Strumenti per la governance: strumenti, procedure e competenze per la governance del sistema
La Regione Liguria ha sviluppato strumenti e procedure per rafforzare la Governance del
sistema di ricerca ed alta formazione anche avvalendosi di Enti strumentali e società in house;
in particolare sono state realizzate le seguenti attività:
- la formulazione di proposte per la definizione del Programma triennale di sviluppo e
sostegno all’Università, alla ricerca ed all’innovazione
- la partecipazione a bandi europei o nazionali
- l’attuazione di progetti, di programmi e di attività
- lo svolgimento di un ruolo di interfaccia tra la domanda di ricerca e innovazione
espressa dalle aziende e la relativa offerta di livelli di ricerca coerenti con gli
investimenti attivabili dalle aziende stesse
il sostegno a progetti di start‐up di aziende ad alto potenziale tecnologico e di spin‐off.
b) Promuovere e sostenere la costituzione di reti e consorzi per sviluppare le attività interregionali e transnazionali
Il progetto strategico “Alcotra Innovazione”, che coinvolge la Regione Liguria in un partenariato con la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, la Regione Autonoma Valle d’Aosta, la Regione Rhône‐Alpes e la Regione Provence‐Alpes‐Côte d'Azur, mira a migliorare la capacità di innovazione dei sistemi produttivi transfrontalieri, favorendo la collaborazione tra imprese, centri di ricerca, università e istituzioni attraverso progetti sperimentali basati sull’approccio del living lab. Il progetto è stato avviato nel settembre 2010 e proseguirà fino ad agosto 2013.
Dopo una prima fase di analisi, studio e conoscenza reciproca tra gli attori dell'innovazione presenti nelle regioni partner, si sta procedendo al set‐up delle azioni pilota che mira ad individuare e mobilitare i gruppi di lavoro sul territorio transfrontaliero; il progetto, quindi, supporterà i gruppi di lavoro transfrontalieri nell'elaborazione e sviluppo di idee di sperimentazione negli ambiti tematici di interesse comune: Intelligent mobility, e‐health, creative industries, smart energies. Alcune delle idee progettuali saranno supportate in una successiva fase con individuazione e ricerca di possibili fonti di finanziamento.
Fondamentale per assicurare un'effettiva strategicità al progetto sarà poi la valorizzazione del lavoro svolto e la sua traduzione in un documento unico condiviso, un piano strategico transfrontaliero di sostegno all’innovazione.
c) Sostenere la diffusione della cultura scientifica
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La Regione Liguria sostiene il Festival della Scienza fin dalla sua prima edizione del 2003. Il Festival rappresenta l’occasione di incontro per ricercatori, appassionati, scuole e famiglie e negli anni è diventato uno dei più grandi eventi di diffusione della cultura scientifica a livello internazionale. Nell’ambito del Festival si svolgono incontri, laboratori, spettacoli e conferenze per raccontare la scienza in modo innovativo e coinvolgente, con un approccio basato sull’interattività e la trasversalità degli eventi. Il Festival propone ogni anno eventi ispirati alle questioni più attuali all’interno del dibattito scientifico, prime assolute di spettacoli e mostre dedicate all’incontro tra arte e scienza, sempre con una particolare attenzione rivolta alle novità della ricerca più avanzata e ai ricercatori dei Paesi emergenti.
3.4 Lezioni apprese
Come descritto nei paragrafi precedenti, la Regione Liguria, nel triennio trascorso, ha avviato numerose iniziative in linea con il precedente piano triennale, volte a rafforzare il sistema della ricerca e dell'innovazione del territorio, a sostenere l’alta formazione in Liguria e a creare strumenti per favorire la collaborazione ed il trasferimento tecnologico tra strutture di ricerca ed imprese.
L'investimento ha consentito di far emergere e di rendere strutturali attività di R&D in settori in cui la Liguria esprime da sempre un’eccellenza sia in termini industriali che di ricerca (tecnologie del mare, infomobilità, sicurezza nei trasporti, scienze della vita, energia, ecc.)
Dall’analisi del quadro d’insieme delle iniziative realizzate non sembra emergere un quadro organico in cui inserire tali attività; in tal senso, mentre è stato fatto un lavoro importante in termini di strumenti, appare ancora debole una pianificazione che individui con chiarezza gli obiettivi da perseguire e gli strumenti di sostegno alla pianificazione quali il monitoraggio, la valutazione e la connessione delle iniziative fra loro e con il panorama nazionale ed europeo.
L'obiettivo di "rafforzamento dell'esistente", che consiste nel consolidamento dei processi di innovazione già in atto con successo, va quindi perseguito, con l'attivazione di un sistema di governance, in grado di massimizzare gli investimenti, valutare l'impatto delle iniziative, sviluppare una programmazione dinamica e rivolta all’Europa per contribuire alle grandi sfide di Europa 2020.
Rispetto alle azioni intraprese, si può inoltre evidenziare la necessità di investire le risorse su poche iniziative che presentino caratteristiche tali da poter trainare segmenti dell'economia ligure: progetti ad alto valore aggiunto, per lo sviluppo di prodotti, processi e servizi con un mercato internazionale, ad alto contenuto tecnologico e che possano coinvolgere una intera filiera con la partecipazione congiunta di PMI, grandi imprese e centri di ricerca. In quest’ottica la nascita dei due Distretti tecnologici e la costituzione e l’avviamento dei Poli di Ricerca rappresenta il tentativo della Regione di stimolare l’attività innovativa di filiera su specifiche traiettorie di ricerca favorendo, quindi, l’interazione tra i soggetti aggregati e tra gli attori protagonisti della ricerca sul territorio.
Il lavoro svolto relativo ai poli ed ai Distretti ha, infatti, mostrato una notevole vivacità del tessuto produttivo ed ha messo in luce ambiti di attività con impatti significativi non solo sulle imprese ma anche sulla società ligure ed al miglioramento della vita dei cittadini liguri. Il piano 2012‐2014 intende cogliere tali segnali e rafforzare la rete dei Poli e dei Distretti inserendoli strutturalmente nella pianificazione dei propri interventi anche per massimizzare la partecipazione della Regione Liguria alla prossima programmazione europea 2014‐2020.
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Dall'analisi delle iniziative svolte nel triennio trascorso, appare infatti evidente, che in tema di ricerca non si ottengono risultati a lungo termine e con un significativo impatto sullo sviluppo economico e sull'occupazione, se i finanziamenti e i sostegni sono eccessivamente frammentati in una pluralità di progetti di piccole dimensioni.
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4. Strategia e priorità 2012-2014 Sulla base delle considerazioni emerse dall’analisi del contesto normativo e socio‐economico e dalla ricognizione delle attività finora intraprese, la Regione ritiene che le politiche di ricerca, innovazione e alta formazione rivestano un ruolo centrale nel garantire sviluppo economico, miglioramento della qualità della vita e creazione di posti di lavoro qualificati, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale.
Come già evidenziato, la Liguria si caratterizza infatti per una presenza rilevante ed articolata di strutture di ricerca che esprimono varie eccellenze in settori di rilevanza internazionale (ingegneria, robotica ed automazione, telecomunicazioni, scienze della vita, tecnologie dei materiali), per un elevato livello di spesa delle imprese in R&S e per la presenza di capitale umano di alta qualità. Nonostante la forte terziarizzazione della struttura produttiva ligure, si osserva un rafforzamento del settore tecnologico, sia in termini di imprese, sia di occupati, e una ripresa delle esportazioni nei settori science‐based. D’altra parte si evidenzia però un tessuto produttivo contraddistinto da un numero rilevante di imprese di dimensioni molto piccole, che singolarmente faticano non solo a generare processi di innovazione, ma anche ad "assorbire" innovazioni già mature, e una struttura demografica che favorisce l’accentuarsi delle problematiche legate all’invecchiamento. Paradossalmente, tali fattori di debolezza hanno attenuato gli effetti negativi della crisi sull’economia regionale, ma nel contempo ne limitano l’espansione nei periodi di maggiore crescita delle altre regioni.
La Liguria appare quindi come una regione in evoluzione, che dispone di buone potenzialità sia sul piano della ricerca scientifica e tecnologica, sia su quello delle attività produttive altamente innovative.
La Regione, consapevole della necessità di accompagnare e sostenere questo percorso evolutivo, ha dispiegato nel decennio precedente una programmazione strategica volta dapprima a completare la fase di riconversione economica e sociale del territorio ligure (DOCUP 2000‐2006) e in seguito a supportare la creazione di un tessuto socio‐economico che integri la conoscenza e l’innovazione nel sistema produttivo, al fine di svilupparne la competitività e l’adattabilità alle sfide globali.
Con la legge regionale n. 2/2007 e con il precedente Programma triennale di sviluppo e sostegno all’università, alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico la Regione ha inteso incidere sui fattori locali di maggior rilievo, al fine di raggiungere un posizionamento regionale coerente con gli indirizzi della programmazione europea e nazionale. In particolare, in considerazione del contesto socio‐economico ligure, la Regione ha deciso di sostenere la qualificazione del capitale umano attraverso percorsi di alta formazione, di supportare le imprese nello sviluppo di attività innovative e nella costruzione di reti e partenariati in grado di aggregare una massa critica di risorse (conoscitive, finanziarie, umane…) atte a posizionarsi positivamente nello scenario internazionale e di rafforzare i processi di governance del sistema dell’innovazione, sia attraverso le creazione di appositi soggetti e strumenti, sia attraverso iniziative di coordinamento e di diffusione dei risultati della ricerca.
L’attuale Programma triennale, che si colloca a cavallo tra due periodi di programmazione (2007‐2013 e 2014‐2020), si prefigge dunque di proseguire il percorso verso il completamento di questa transizione, in direzione di un sistema economico regionale intelligente, sostenibile e inclusivo, così come indicato dalla strategia comunitaria Europa 2020 e dalle tendenze in atto sullo scenario globale.
La presente strategia regionale è stata concepita in un’ottica di complementarietà degli obiettivi specifici, al fine di costruire una visione organica ed integrata. Il Programma Triennale
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individua un set di azioni, che può essere integrato nel corso del periodo di programmazione, riorganizzate in tre ambiti di intervento (sviluppo delle risorse umane, sostegno e sviluppo della ricerca e innovazione, governance del sistema regionale della ricerca), potranno quindi rispondere contemporaneamente a più obiettivi specifici, come evidenziato dallo schema seguente.
Obiettivo
strategico
Obiettivo
specifico Az. 1 Az. 2 Az. 3 Az. 4 Az. … Az. n
1.1
1.2 ✔ ✔1.3 ✔2.1 ✔ ✔2.2 ✔2.3 ✔2.4 ✔ ✔2.5 ✔2.6 ✔2.7 ✔3.1
3.2 ✔3.3 ✔3.4 ✔3.5 ✔3.6 ✔ ✔4.1
4.2 ✔ ✔4.3 ✔4.4 ✔5.1
5.2 ✔5.3 ✔6.1
6.2 ✔
Sviluppo delle risorse
umane
Sostegno e sviluppo
della ricerca e
innovazione
Governance del
sistema regionale della
ricerca
Ambiti di intervento
✔
2
Obiettivo
generale
1✔
4
6
3
✔ ✔
5✔ ✔
✔
✔
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OBIETTIVO GENERALE
Sostenere la transizione verso un sistema economico regionale basato sulla conoscenza al fine di migliorare competitività, occupazione e qualità della vita
4. Promuovere e sostenere le attività innovative delle imprese
5. Promuovere e sostenere la collaborazione tra il sistema della ricerca ed il sistema produttivo
6. Rafforzare la governance del sistema regionale della ricerca
1. Consolidare e rafforzare il sistema regionale della ricerca
2. Far fronte alle grandi sfide per rafforzare la competitività del sistema economico‐produttivo e favorire la crescita sostenibile
3. Sostenere e potenziare la qualità del capitale umano
OBIETTIVI STRATEGICI OBIETTIVI SPECIFICI
a. Valorizzare gli investimenti sostenuti nel precedente periodo di programmazione b. Ampliare e rafforzare i rapporti di collaborazione, scambio di conoscenza, diffusione dei risultati della ricerca, trasferimento tecnologico tra gli attori del sistema regionale c. Sostenere lo sviluppo della attività dei Distretti tecnologici e dei Poli di innovazione
a. Innovare e internazionalizzare il sistema produttivo ligure, con riferimento soprattutto alle PMI b. Individuare e perseguire modalità specifiche per lo sviluppo e il rafforzamento competitivo delle PMI c. Promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica d. Sviluppare le scienze della vita e le loro applicazioni e. Potenziare le infrastrutture di telecomunicazione e l’informatizzazione diffusa f. Stimolare l’automazione, il controllo e la sicurezza di imprese, sistemi e territori g. Promuovere lo sviluppo delle tecnologie per la salute, la sicurezza e lo sviluppo sociale delle persone h. Sviluppare processi e strumenti per la mobilità sostenibile
a. Sostenere la formazione in ambito scientifico, tecnologico e gestionaleb. Favorire la creazione di reti tra sistema regionale della ricerca, dell’innovazione, dell’alta formazione e il sistema produttivo c. Sostenere gli scambi, la cooperazione e il partenariato nel settore dell’alta formazione, in particolare a livello internazionale d. Favorire la collaborazione tra Università e ITS e. Sviluppare le competenze trasversali dei giovani f. Sostenere l’alta formazione presso centri internazionali d’eccellenza incentivando il rientro nel mercato del lavoro regionale
a. Sostenere la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo b. Sostenere il trasferimento tecnologico c. Favorire l’internazionalizzazione del sistema innovativo d. Promuovere la partecipazione di PMI alle iniziative del programma
a. Sviluppo di progetti esplorativi aventi ricadute industriali e/o sulla qualità della vita dei cittadini liguri b. Incentivare la ricerca congiunta di imprese/Atenei/centri di ricerca c. Favorire la cooperazione tra imprese, soprattutto in una logica di filiera d. Stimolare e incentivare forme di collaborazione da parte di PMI
a. Potenziare gli strumenti per il monitoraggio e la valutazione delle iniziative, anche al fine di potenziare il coordinamento del sistema regionale della ricerca b. Potenziare attività di monitoraggio e osservazione del contesto e favorire lo sviluppo di nuove aree di intervento ed il “riorientamento” di quelle esistenti per massimizzare l’impatto sul territorio c. Favorire la diffusione della cultura scientifica
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È importante ricordare inoltre che gli obiettivi che orientano la strategia regionale per la ricerca e l’innovazione sono stati individuati in coerenza con quelli contenuti nei documenti programmatici regionali relativi ai Fondi strutturali europei FESR e FSE.
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Tabella 10 – Coerenza del Programma triennale di sviluppo e sostegno all'Università, alla ricerca, all'innovazione e al trasferimento tecnologico 2012-2014 con il POR FESR 2007-2013
OBIETTIVI STRATEGICI OBIETTIVI SPECIFICIPotenziare le opportunità di RDI
del sistema produttivo
Promuovere processi di
innovazione e sostenere
l'imprenditorialità
Favorire l'accesso alle TIC a
sostegno della competitività
Incentivare i soggetti pubblici ad un uso
efficiente delle risorse energetiche,
incoraggiandone un consumo e una
produzione
sostenibili
Supportare le imprese negli investimenti
in efficienza energetica e nella produzione
di energia da fonti rinnovabili
Valorizzare gli investimenti sostenuti nel precedente periodo di programmazione X
Ampliare e rafforzare i rapporti di collaborazione, scambio di conoscenza, diffusione dei
risultati della ricerca, trasferimento tecnologico tra gli attori del sistema regionaleX X
Sostenere lo sviluppo della attività dei Distretti tecnologici e dei Poli di innovazione X
Innovare e internazionalizzare il sistema produttivo ligure, con riferimento soprattutto
alle PMIX X X X
Individuare e perseguire modalità specifiche per lo sviluppo e il rafforzamento
competitivo delle PMI X X
Promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica X X
Sviluppare le scienze della vita e le loro applicazioni X
Potenziare le infrastrutture di telecomunicazione e l’informatizzazione diffusa X X
Stimolare l’automazione, il controllo e la sicurezza di imprese, sistemi e territori X
Promuovere lo sviluppo delle tecnologie per la salute, la sicurezza e lo sviluppo sociale
delle personeX
Sviluppare processi e strumenti per la mobilità sostenibile X
Sostenere la formazione in ambito scientifico, tecnologico, gestionale
Favorire la creazione di reti tra sistema regionale della ricerca, dell’innovazione, dell’alta
formazione e sistema produttivoX
Sostenere gli scambi, la cooperazione e il partenariato nel settore dell’alta formazione
Favorire la collaborazione tra Università e ITS
Sviluppare le competenze trasversali dei giovani X
Sostenere l'alta formazione presso centri internazionali d'eccellenza incentivando il
rientro nel mercato del lavoro regioanleX
Sostenere la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo X
Sostenere il trasferimento tecnologico X X
Favorire l’internazionalizzazione del sistema innovativo X
Promuovere la partecipazione di PMI alle iniziative del programma X X
Sviluppo di progetti esplorativi aventi ricadute industriali e/o sulla qualità della vita dei
cittadini liguriX
Incentivare la ricerca congiunta di imprese/Atenei/centri di ricerca X X
Favorire la cooperazione tra imprese, soprattutto in una logica di filiera X X
Stimolare e incentivare forme di collaborazione da parte di PMI X X X
Promuovere e sostenere
la collaborazione tra il
sistema della ricerca ed il
sistema produttivo
Programma triennale di sviluppo e sostegno all'Università, alla ricerca, all'innovazione e al trasferimento
tecnologico 2012‐2014
Consolidare e rafforzare il
sistema regionale della
ricerca
Far fronte alle grandi sfide
per rafforzare la
competitività del sistema
economico‐produttivo e
favorire la crescita
sostenibile
Sostenere e potenziare la
qualità del capitale
umano
Promuovere e sostenere
le attività innovative delle
imprese
ASSE 2
OBIETTIVI OPERATIVI
ASSE 1
POR FESR 2007‐2013
Stimolare la capacità di innovazione, la diffusione delle TIC e la nuova imprenditorialità Stimolare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l'efficienza energetica
72
Tabella 11 – Coerenza del Programma triennale di sviluppo e sostegno all'Università, alla ricerca, all'innovazione e al trasferimento tecnologico 2012-2014 con il POR FSE 2007-2013
OBIETTIVI STRATEGICI OBIETTIVI SPECIFICI
Sostegno all'elaborazione e sviluppo di
sistemi per l’incremento della
partecipazione a percorsi formativi per
l’accrescimento delle competenze in ambito
tecnico scientifico
Innalzare la qualità del capitale
umano e rafforzare la competitività
attraverso la conoscenza
Sviluppare sistemi per la definizione di
percorsi formativi di eccellenza
collegati ai temi strategici
dell’innovazione e del trasferimento
tecnologico
Sostenere la creazione di reti tra Università,
Organismi Formativi, Centri di Ricerca, Centri
Tecnologici e Imprese volte a favorire la
traduzione dei risultati della RST in innovazioni
implementabili nei sistemi produttivi
Valorizzare gli investimenti sostenuti nel precedente periodo di programmazione X X X
Ampliare e rafforzare i rapporti di collaborazione, scambio di conoscenza, diffusione dei risultati della ricerca,
trasferimento tecnologico tra gli attori del sistema regionaleX X X
Sostenere lo sviluppo della attività dei Distretti tecnologici e dei Poli di innovazione X X X
Innovare e internazionalizzare il sistema produttivo ligure, con riferimento soprattutto alle PMI
Individuare e perseguire modalità specifiche per lo sviluppo e il rafforzamento competitivo delle PMI
Promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica X X
Sviluppare le scienze della vita e le loro applicazioni X X
Potenziare le infrastrutture di telecomunicazione e l’informatizzazione diffusa X X
Stimolare l’automazione, il controllo e la sicurezza di imprese, sistemi e territori X X
Promuovere lo sviluppo delle tecnologie per la salute, la sicurezza e lo sviluppo sociale delle persone X X
Sviluppare processi e strumenti per la mobilità sostenibile X X
Sostenere la formazione in ambito scientifico, tecnologico, gestionale X X X
Favorire la creazione di reti tra sistema regionale della ricerca, dell’innovazione, dell’alta formazione e sistema
produttivoX X X
Sostenere gli scambi, la cooperazione e il partenariato nel settore dell’alta formazione X X
Favorire la collaborazione tra Università e ITS X X
Sviluppare le competenze trasversali dei giovani
Sostenere l'alta formazione presso centri internazionali d'eccellenza incentivando il rientro nel mercato del lavoro
regionaleX
Sostenere la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo X
Sostenere il trasferimento tecnologico
Favorire l’internazionalizzazione del sistema innovativo
Promuovere la partecipazione di PMI alle iniziative del programma
Sviluppo di progetti esplorativi aventi ricadute industriali e/o sulla qualità della vita dei cittadini liguri X
Incentivare la ricerca congiunta di imprese/Atenei/centri di ricerca X X
Favorire la cooperazione tra imprese, soprattutto in una logica di filiera X
Stimolare e incentivare forme di collaborazione da parte di PMI X
Potenziare gli strumenti per il monitoraggio e la valutazione delle iniziative, anche al fine di potenziare il
coordinamento del sistema regionale della ricerca
Potenziare attività di monitoraggio e osservazione del contesto e favorire lo sviluppo di nuove aree di intervento
ed il “riorientamento” di quelle esistenti per massimizzare l’impatto sul territorio
Favorire la diffusione della cultura scientifica X
Rafforzare la governance
del sistema regionale della
ricerca
Programma triennale di sviluppo e sostegno all'Università, alla ricerca, all'innovazione e al trasferimento tecnologico 2012‐2014
Consolidare e rafforzare il
sistema regionale della
ricerca
Far fronte alle grandi sfide
per rafforzare la
competitività del sistema
economico‐produttivo e
favorire la crescita
sostenibile
Sostenere e potenziare la
qualità del capitale umano
Promuovere e sostenere le
attività innovative delle
imprese
ASSE IV
POR FSE 2007‐2013
Promuovere e sostenere la
collaborazione tra il sistema
della ricerca ed il sistema
produttivo
Aumentare la partecipazione alle Creazione di reti tra università, centri
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4.1 Obiettivo generale
1. Sostenere la transizione verso un sistema economico regionale basato sulla conoscenza al fine di migliorare competitività, occupazione e qualità della vita
Come indicato dalla Commissione Europea, affinché la strategia Europa 2020 possa davvero generare i risultati auspicati, è necessario migliorare significativamente la performance in materia di innovazione, attraverso una strategia di investimento in ricerca e sviluppo. A tale scopo il presente programma intende fare riferimento alla metodologia propria della Smart Specialisation, ossia del disegno di una strategia di innovazione focalizzata su alcune priorità chiave, identificate in modo dinamico attraverso un approccio bottom‐up, che preveda il coinvolgimento degli attori del sistema regionale della ricerca. L’accumulo di investimenti avrebbe infatti un effetto anticiclico e aumenterebbe le possibilità di superamento della crisi. I migliori risultati nel campo dell’innovazione si otterranno intervenendo congiuntamente sul lato dell’offerta (ad esempio attraverso il sostegno alla formazione superiore, alla ricerca aziendale, alle infrastrutture tecnologiche) e sul lato della domanda (ad esempio attraverso appalti pubblici per prodotti innovativi).
Ne consegue pertanto la necessità di promuovere e sostenere con convinzione gli interventi a sostegno della ricerca e delle attività produttive innovative e ad alto contenuto tecnologico, per consentire alla Liguria di migliorare la propria competitività su questo terreno, trainante per l’economia regionale e per l’occupazione qualificata. Nel breve‐medio periodo, stante anche i segnali di crisi dell’economia mondiale e le difficoltà di reperire risorse finanziarie per investimenti, si ritiene che solo un’azione combinata di tipo diretto e indiretto possa migliorare la posizione relativa della Liguria in questo ambito. Per quanto riguarda gli interventi diretti si fa riferimento al sostegno finanziario alle attività di ricerca ed agli investimenti in innovazione, privilegiando i settori che attualmente rappresentano le maggiori sfide a livello internazionale. Per interventi di tipo indiretto si intende invece il sostegno alle reti interne ed internazionali, il trasferimento tecnologico e la diffusione della cultura scientifica.
Questi interventi avranno l’obiettivo finale di favorire i processi di innovazione, il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca alle imprese, la collaborazione e l’interscambio scientifico e tecnologico tra centri di ricerca e imprese soprattutto di piccole dimensioni, la formazione e la specializzazione di capitale umano su tematiche tecnologico e innovative di interesse per le aziende.
Tale obiettivo verrà perseguito nel rispetto di tre imperativi strategici:
1) favorire la concentrazione dei finanziamenti al fine di accrescere lo sviluppo e l'occupazione attraverso il sostegno a progetti di filiera di grandi dimensioni con caratteristiche di forte innovatività, che coinvolgano PMI, GI ed enti di ricerca, puntino su un prodotto/servizio con un mercato internazionale e siano accompagnati da un piano industriale che preveda nuova e qualificata occupazione e da garanzie di sostenibilità organizzativa e gestionale da parte dei soggetti proponenti;
2) sviluppare le competenze per l'innovazione, con l'obiettivo di accrescere la competitività del tessuto produttivo e garantire l'occupabilità dei giovani in Liguria attraverso una nuova strategia complessiva e ancora più integrata per la ricerca, l'innovazione e l'occupabilità;
3) rafforzare la regia regionale con l’obiettivo di definire un sistema di governance che permetta di pianificare, monitorare e valutare l'impatto delle azioni regionali. In questo senso è indispensabile un’attività di monitoraggio e analisi del contesto, che consenta di leggere le
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mutazioni in campo economico, sociale e tecnologico, con l'obiettivo di massimizzare gli effetti degli interventi sul territorio e la divulgazione dei risultati presso l’intera comunità ligure. Non ultimo, è fondamentale mantenere la connessione con le strategie europee, premiando le iniziative più meritorie, in particolare con una proiezione internazionale.
In quest’ottica, la Regione intende perseguire alcuni obiettivi strategici, quali il consolidamento e rafforzamento del sistema della ricerca, il potenziamento della qualità del capitale umano, la promozione e il sostegno delle attività innovative delle imprese, lo sviluppo delle collaborazioni interne al sistema della ricerca e al sistema produttivo, il rafforzamento della governance del sistema. Si confermano inoltre come prioritarie le aree tematiche su cui si sono concentrati i Poli di Innovazione e i Distretti Tecnologici, in linea con gli orientamenti europei, e che rispondono con coerenza alle esigenze del territorio (miglioramento della qualità della vita dei cittadini, incremento dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, aumento della sicurezza, ecc.). Contestualmente la Regione ritiene che sia necessario sostenere lo sviluppo delle cosiddette tecnologie abilitanti (es: tecnologie genetiche, dei materiali, per le neuroscienze, per l’informazione, per l’ambiente) e far emergere nicchie di qualità ed eccellenza che ancora non trovano collocazione all'interno dei Poli e dei Distretti, attraverso progetti strategici che introducano e rafforzino il modello delle reti di impresa.
75
4.2 Obiettivi strategici
1. Consolidare e rafforzare il sistema regionale della ricerca
L’art. 3 della legge regionale n. 2/2007 individua i soggetti, pubblici e privati, che concorrono allo sviluppo del sistema regionale della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione. La Regione, consapevole del ruolo strategico che tali soggetti svolgono sul territorio ligure, intende prevedere azioni mirate a stimolare la collaborazione tra questi soggetti e l’ampliamento del sistema stesso. Inoltre, la Regione ritiene fondamentale il consolidamento e il rafforzamento dei processi di innovazione già in atto; per questo motivo intende sostenere in particolare le azioni intraprese nel periodo di programmazione precedente, dando così continuità alle iniziative di maggior successo sviluppate sul territorio. Il consolidamento e lo sviluppo di queste iniziative consentiranno di valorizzare l’investimento fatto nel periodo di programmazione precedente, costituendo una solida base per l’avvio di nuove e più efficaci modalità di collaborazione tra le imprese e tra queste e i centri di ricerca, e permetteranno di creare una progettualità comune sui temi prioritari della ricerca e sviluppo, individuati con particolare attenzione alle sfide imposte dai mutamenti dei mercati e dalle esigenze del territorio. OBIETTIVI SPECIFICI: 1.a) Valorizzare gli investimenti sostenuti nel precedente periodo di programmazione Attraverso il programma triennale 2008‐2010, la Regione Liguria ha affrontato le necessità e le sfide legate al settore della ricerca e dell’innovazione focalizzando la propria attenzione su tre aspetti fondamentali: l’offerta di ricerca e le risorse umane, la domanda di ricerca ed innovazione da parte di imprese ed istituzioni e la governance del sistema. Gli interventi previsti ed intrapresi in questi tre ambiti hanno spesso assolto ad un duplice obiettivo: da un lato hanno perseguito le finalità specifiche relative ai singoli ambiti di intervento, dall’altro lato, nel sottolineare l’esigenza di una prospettiva integrata e sistemica per l’adozione di ogni tipo di azione, hanno contribuito allo sviluppo di reti, partenariati, collaborazioni tra il mondo della formazione e della ricerca ed il tessuto imprenditoriale. Nell’ambito degli interventi volti a sviluppare le risorse umane e l’offerta di ricerca, sono stati finanziati percorsi di eccellenza, quali master di I e II livello, voucher per l’accesso al Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione, assegni di ricerca e borse di dottorato. La domanda di ricerca e innovazione da parte delle imprese è invece stata sostenuta principalmente attraverso il finanziamento di attività di ricerca industriale, di sviluppo precompetitivo e di start up e spin off. Infine, per quanto riguarda gli interventi relativi alla governance del sistema, nel precedente periodo di programmazione la Regione ha incentivato lo sviluppo di partnership tra imprese, istituzioni e soggetti pubblici e privati operanti nel settore della ricerca e dell’innovazione. A questo scopo sono spesso stati inseriti nei bandi requisiti di ammissibilità volti a stimolare la presentazione di progetti collaborativi, sviluppati grazie all’integrazione delle conoscenze e delle competenze di diversi attori operanti nel campo dell’innovazione. La Regione ha inoltre sostenuto la creazione dei Poli d’innovazione e lo sviluppo delle attività dei Distretti tecnologici, quali strumenti fondamentali per l’aggregazione degli attori del sistema attorno a nuclei tematici di importanza strategica. La Regione Liguria ritiene pertanto fondamentale capitalizzare l’esperienza maturata nel precedente periodo di programmazione e, in particolare, valorizzare gli investimenti di maggior successo avviati sul territorio, così come individuati dalla ricognizione delle esperienze avviate dal Programma Triennale 2008‐2010.
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1.b) Ampliare e rafforzare i rapporti di collaborazione, scambio di conoscenza, diffusione dei risultati della ricerca, trasferimento tecnologico tra gli attori del sistema regionale
In un territorio caratterizzato dalla modesta dimensione di buona parte degli attori economici e sociali e da una circolazione piuttosto settoriale dell’informazione, la Regione ritiene particolarmente importante promuovere i rapporti di collaborazione, di scambio e di diffusione dell’innovazione tra gli attori che compongono il sistema della ricerca, con l’obiettivo di sviluppare sinergie operative, di costruire progettualità condivise e di raggiungere una soglia dimensionale rilevante rispetto al panorama internazionale. L’operatore pubblico può svolgere in questo ambito un ruolo importante, come soggetto di coordinamento, intermediazione e monitoraggio del sistema. In quest’ottica la legge regionale 2/2007 ha previsto l’istituzione dell’Osservatorio regionale sul sistema della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione, che supporta la Regione attraverso l’acquisizione e l’elaborazione di informazioni e dati statistici. La Regione intende continuare a sostenere l’operato dell’Osservatorio e il dispiegarsi delle sue funzioni. Nel corso della precedente programmazione, anche i soggetti privati hanno contribuito al consolidamento e al rafforzamento dei rapporti di collaborazione interni al sistema ligure della ricerca. La Regione ha infatti sostenuto la creazione di “sistemi” di imprese e strutture di ricerca, sottoforma di Distretti tecnologici e Poli di innovazione; tali “sistemi” sono in grado di creare le condizioni per favorire lo scambio di competenze ed il trasferimento di conoscenza e tecnologie dalle strutture di ricerca alle imprese, favorendo lo sviluppo di processi innovativi anche per le numerose piccole imprese presenti sul territorio, con l’obiettivo di aumentarne la competitività e le opportunità di crescita. Inoltre, anche le iniziative maggiormente settoriali, intraprese nel campo dell’alta formazione, della ricerca e dello sviluppo tecnologico hanno favorito e possono continuare a stimolare l’interazione fra gli attori pubblici e privati appartenenti al sistema regionale della ricerca, attraverso lo sviluppo di partenariati per la progettazione congiunta di percorsi formativi d’eccellenza e di attività di ricerca volte a soddisfare le esigenze delle imprese e del territorio ligure. Per quanto riguarda, infine, la proiezione internazionale del sistema regionale della ricerca, l’attuale periodo di programmazione potrà godere dei risultati del progetto europeo Alcotra Innovazione, che porterà all’implementazione di azioni pilota transfrontaliere nell’ambito di quattro tematiche prioritarie (E‐health, Intelligent Mobility, Creative industries, Smart Energy). 1.c) Sostenere lo sviluppo delle attività dei Distretti tecnologici e dei Poli di innovazione La Regione intende consolidare il sistema della ricerca e capitalizzare le esperienze innovative di successo presenti sul territorio sostenendo l’attività dei Distretti tecnologici e dei Poli di innovazione. Questi soggetti hanno contribuito ad aggregare gli attori del territorio attorno a tematiche prioritarie sia per la competitività economica del sistema, sia per le necessità della cittadinanza ligure, favorendo anche il loro posizionamento su scala internazionale. In particolare i Distretti tecnologici, la cui costituzione ha preceduto di alcuni anni la nascita dei Poli di innovazione, si trovano in una fase più avanzata di sviluppo dell’attività. Essi hanno ultimato gli interventi infrastrutturali e hanno avviato i primi progetti di ricerca e sviluppo, nonché attività nell’ambito dell’alta formazione, attraverso la collaborazione alla definizione di percorsi di dottorato su tematiche tecnico‐scientifiche di interesse regionale. I Poli di innovazione sono stati costituiti sulla base di un bando che si è chiuso ad ottobre 2010 e si trovano ancora nella fase di avvio dell’attività. Gli interventi ad oggi attivati riguardano principalmente la componente infrastrutturale e la messa a regime dell’attività gestionale e programmatica. Regione Liguria si prefigge pertanto di sostenere le iniziative promosse dai Distretti e dai Poli di innovazione, coerentemente con gli obiettivi e le priorità tematiche fissate dalla strategia regionale, in particolare per quanto riguarda l’internazionalizzazione e lo sviluppo delle PMI. A questo proposito si intende avviare un processo di valutazione del beneficio che le PMI
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percepiscono dall’appartenenza a un Polo o Distretto. Regione Liguria sostiene nell’ambito dell’attività dei Poli di Innovazione e dei Distretti Tecnologici lo sviluppo di facilities per la ricerca, anche in fase sperimentale, in una logica di condivisione della tecnologia e della conoscenza.
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2. Far fronte alle grandi sfide per rafforzare la competitività del sistema economico-produttivo e favorire la crescita sostenibile
La crescita della competizione internazionale e la riduzione delle tradizionali protezioni alle economie locali, sia in termini di barriere alla mobilità sia di politiche a supporto, hanno modificato gli equilibri e le logiche di sviluppo dei territori. Questi cambiamenti stanno determinando grandi ed inedite opportunità e, contemporaneamente, stanno esponendo con maggior intensità i sistemi territoriali alla competizione internazionale. Questo processo comporta la ridefinizione del posizionamento dei sistemi economici, non solo nelle aree maggiormente esposte ai cambiamenti, ma anche in aree sviluppate che rischiano di perdere posizioni consolidate in un contesto più competitivo e globale anche in virtù dei nuovi fattori critici di successo alla base della competizione internazionale. In un tale contesto non si può tralasciare l’aspetto sociale: le tecnologie informatiche e telematiche sono il motore primario nel miglioramento degli standard di vita e nella riduzione delle disuguaglianze sociali, in particolare in un periodo storico come quello attuale, caratterizzato da un contesto in rapido cambiamento, da sfide a lungo termine che si accentuano (globalizzazione dei mercati, risorse in diminuzione, invecchiamento della popolazione) e, non ultimo, da una profonda crisi economica di livello internazionale. Alla luce di questa affermazione e in linea con gli indirizzi europei della Strategia Europa 2020, che auspicano una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva del sistema socio‐economico comunitario, la Regione intende sostenere la ricerca e l’innovazione volta a migliorare ulteriormente la qualità della vita. Anche i più recenti documenti strategici europei (il Libro Verde “Trasformare le sfide in opportunità: verso un quadro strategico comune per il finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'Unione europea” e il nuovo programma Horizon 2020) individuano infatti, tra gli ambiti prioritari di intervento, il rapporto tra innovazione e sfide sociali, con riferimento particolare ai cambiamenti demografici, ai trasporti più sicuri e sostenibili, alla sicurezza alimentare. L’obiettivo del programma risponde così all’esigenza di cogliere le trasformazioni del sistema produttivo, le nuove opportunità di innovazione e l’emersione di nuovi “bisogni” tecnologici. Per la programmazione pertanto sarà previsto un buon grado di flessibilità e dinamicità nell’identificazione delle priorità, al fine di non trascurare le variabili fortemente legate alla globalizzazione, alle mutazioni dei mercati e delle esigenze delle persone. In particolare l’obiettivo è quello di concentrare gli interventi su progetti strategici di una certa significatività, legati alla componente industriale, che possano rappresentare un’opportunità per il riposizionamento competitivo del territorio. Nella formulazione di tali progetti strategici sarà tenuta in massima considerazione sia la spinta innovativa alle imprese sia, soprattutto, l’impatto territoriale dei loro risultati diretti. I macro ambiti individuati, benché soggetti a possibili integrazioni o modifiche sulla base del mutato contesto, riprendono i grandi temi individuati dai documenti strategici europei e nazionali, nonché dalle piattaforme tecnologiche e consentono di indirizzare gli sforzi di ricerca e di innovazione su aree di specifico interesse regionale, sia per lo sviluppo dell’esistente sia per l’individuazione di nuove filiere. Le azioni che contribuiranno a conseguire questo obiettivo sono generiche e trasversali e agiscono sulla ricerca industriale, formazione e sostegno all’innovazione, prevedendo un’attenzione prioritaria per le tematiche che seguono. OBIETTIVI SPECIFICI: 2.a) Innovare e internazionalizzare il sistema produttivo ligure, con riferimento
soprattutto alle PMI Nel contesto di globalizzazione che caratterizza attualmente tutti i mercati, l’internazionalizzazione rappresenta per le imprese una necessità ed un’opportunità al tempo
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stesso. L’internazionalizzazione può essere perseguita sia per ampliare il mercato di sbocco, sia per sviluppare investimenti e forme di collaborazione nell’ambito della produzione, degli approvvigionamenti e della ricerca e sviluppo, nonché per sviluppare flussi di conoscenze e tecnologie e di risorse umane altamente qualificate. Il presente obiettivo mira dunque ad intensificare il livello di internazionalizzazione delle imprese in tutte le sue possibili direzioni, per rafforzare e aumentare la competitività del sistema produttivo. In particolare, data la dimensione ridotta delle imprese liguri, appare necessario favorire innanzitutto forme di distrettualizzazione delle PMI, ad esempio attraverso lo sfruttamento delle piattaforme tecnologiche loro dedicate o attraverso processi di riorganizzazione di filiera, che consentano di sviluppare strategie tematiche condivise e strumenti operativi comuni al fine di sostenere e sviluppare una maggiore e migliore proiezione internazionale. 2.b) Individuare e perseguire modalità specifiche per lo sviluppo e il rafforzamento
competitivo delle PMI I cambiamenti del sistema economico globale che hanno condotto ad una sempre maggiore competizione internazionale e a un minor grado di isolamento delle economie locali, hanno avuto forti ripercussioni anche sulle PMI. Esse infatti, data la loro piccola dimensione, rischiano spesso di subire le conseguenze dell’accresciuta competizione, senza riuscire a cogliere le opportunità che questa genera. È perciò necessario prevedere modalità specifiche per sostenere le PMI, tenendo conto delle limitate risorse finanziarie a loro disposizione, della loro dimensione ridotta, del rischio di frammentazione del tessuto produttivo, dei problemi legati alla conduzione spesso familiare delle stesse, come ad esempio le difficoltà di ricambio generazionale. Per questo motivo la Regione intende sostenere forme d’innovazione anche nel tessuto produttivo delle PMI, incentivando i processi di collaborazione che permettano di aggregare risorse finanziarie, umane e tecniche, al fine di permettere alle PMI di affrontare meglio la competizione internazionale e di poter accedere a servizi innovativi. 2.c) Promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica Gli importanti cambiamenti climatici ai quali assistiamo, i problemi ambientali che interessano numerosi habitat naturali e lo sfruttamento intensivo di alcune risorse hanno fatto emergere il tema della corretta gestione dell’ambiente, sia in termini di salvaguardia e monitoraggio del territorio, di prevenzione delle emergenze, di trattamento dei rifiuti civili ed industriali, sia in termini di produzione energetica pulita e sostenibile. L’Unione Europea ha ripetutamente sottolineato l’importanza strategica di queste tematiche, fissando obiettivi anche di carattere quantitativo (Obiettivi 20/20/20 in materia di clima e energia), poi implementatati a livello nazionale dal recente PNR. Inoltre, l’Iniziativa faro “Per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse”, compresa nella Strategia Europa 2020, mira a promuovere la gestione sostenibile delle risorse e la riduzione delle emissioni di carbonio, quali strumenti per sostenere la competitività dell'economia europea e la sua sicurezza energetica. Si ricorda anche il progetto Smart City, nel cui ambito l’Unione Europea prevede la creazione di una rete di “città intelligenti” che vadano verso soluzioni integrate e sostenibili, in grado di offrire energia pulita e sicura a prezzi accessibili ai cittadini, ridurre i consumi e creare nuovi mercati in Europa e non. La Regione Liguria intende quindi sottolineare non solo la priorità che la sostenibilità ambientale ed energetica deve assumere all’interno dei processi produttivi, ma anche le opportunità che questi temi offrono in termini di sviluppo di nuove tecnologie e di soluzioni innovative e, infine, di opportunità di mercato. La corretta gestione dell’ambiente necessita infatti di reti integrate di monitoraggio, di nuovi metodi di rilevazione, di tecnologie per il trattamento dei rifiuti e la bonifica di siti inquinati. Inoltre, in quest’ottica, il settore energetico offre opportunità di innovazione e sperimentazione sia rispetto alla produzione da fonti rinnovabili sia nel campo delle reti di distribuzione e dell’efficienza nei consumi. Anche il settore dei trasporti è particolarmente interessato da questo genere di
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innovazioni, poiché la transizione verso una mobilità sostenibile implica la riduzione dei consumi e delle emissioni, ma anche lo sviluppo di tecnologie e di forme di propulsione alternative. Infine, un’attenzione particolare dovrà essere rivolta, nel contesto ligure, all’ambiente marino, sia nella sua dimensione naturalistica, sia dal punto di vista delle tecnologie relative al trasporto marittimo, alla cantieristica, ecc. 2.d) Sviluppare le scienze della vita e le loro applicazioni I settori delle biotecnologie, delle scienze della vita e della sanità sono destinati ad avere un impatto cruciale soprattutto in una società attenta alla qualità della vita. Essi rivestono perciò un interesse particolare per un sistema produttivo che punti ad essere competitivo sulla scena internazionale. In questo ambito, l’attore pubblico potrà svolgere appieno il suo ruolo di propulsore della domanda di innovazione, sostenendo attività di ricerca e sviluppo di tecnologie di frontiera legate alla salute e al benessere (ad esempio, la diagnostica per immagini, l’automazione ospedaliera, l’ospedalizzazione domestica, apparecchi sanitari innovativi, ma anche applicazioni in campo agro‐alimentare). La collaborazione tra enti di ricerca, imprese e istituzioni appare in questo settore quanto mai necessaria; per questo motivo la Regione ha previsto, sin dal precedente periodo di programmazione, piattaforme tecnologiche dedicate a queste tematiche e ha promosso la creazione di tre Poli d’innovazione focalizzati sulle scienze della vita. 2.e) Potenziare le infrastrutture di telecomunicazione e l’informatizzazione diffusa Il settore delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) rappresenta uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo di economie competitive ed innovative. Il settore delle TIC, infatti, non solo contribuisce in modo consistente al PIL delle economie più avanzate, ma ha anche creato nuove e qualificate opportunità occupazionali, essendo fortemente incentrato sulle attività di ricerca e sviluppo. Inoltre, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni hanno influenzato profondamente l’organizzazione delle strutture imprenditoriali, nella direzione di una maggior produttività del lavoro e di una semplificazione delle procedure, e hanno incrementato le possibilità di circolazione della conoscenza a tutti i livelli. In generale, le TIC rappresentano un utile strumento in molti settori produttivi; si pensi in particolare ai trasporti, dove le TIC possono contribuire a sviluppare sistemi di infomobilità, o al settore sanitario (telemedicina etc.) Anche in questo ambito la Regione Liguria auspica quindi il coinvolgimento e la collaborazione tra gli attori locali pubblici e privati, per lo sviluppo di tecnologie di frontiera che, da un lato, possano avere ampie ricadute sulla competitività del sistema economico regionale, eliminando le situazioni di digital divide, e, dall’altro lato, agiscano in sinergia con le innovazioni prodotte negli altri settori economici, quali trasporti, logistica e sanità. 2.f) Stimolare l’automazione, il controllo e la sicurezza di imprese, sistemi e territori I sistemi di automazione e controllo permettono di incrementare l’efficienza e l’efficacia dei processi produttivi, garantendo una maggiore qualità del prodotto e una migliore sicurezza del lavoro. Così come le TIC, anche l’automazione comporta l’adozione di un insieme di tecnologie trasversali che possono essere adottate sia nei processi manifatturieri, sia nell’erogazione di servizi (in particolare nell’ambito dei trasporti, della logistica, della vita domestica). Per il territorio ligure, profondamente caratterizzato dal contesto marittimo e quindi segnato da importanti flussi commerciali e turistici, l’automazione risulta fondamentale per rendere sempre più competitivo il trasporto di merci e persone e l’organizzazione logistica. Inoltre, l’automazione potrà essere applicata anche allo sviluppo di sistemi di sorveglianza, necessari per garantire una maggiore sicurezza delle merci, del lavoro e delle persone.
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2.g) Promuovere lo sviluppo delle tecnologie per la salute, la sicurezza e lo sviluppo sociale delle persone
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono contribuire a migliorare la qualità della vita della persone innovando l’intero sistema socio‐economico di un territorio e modificando le relazioni della popolazione con il mondo del lavoro, della sanità, della cultura, della formazione e della sicurezza. In primo luogo, il settore sanitario si pone come uno tra i più importanti consumatori e, al tempo stesso, produttori di innovazione tecnologica: si pensi ad esempio alle biotecnologie, alla robotica riabilitativa, alla farmaceutica, agli apparecchi medicali, alla telemedicina. La strategia della Regione per la sanità elettronica, già avviata negli anni precedenti, si pone l’obiettivo di ricorrere alle tecnologie per organizzare le procedure e i soggetti della sanità pubblica regionale, e sempre più si vuole sostenere il processo innovativo al fine di fornire un servizio di maggiore qualità e più efficiente. Senza dubbio non si può trascurare un aspetto rilevante, in particolare in questo settore, che riguarda la sicurezza: il sistema deve necessariamente garantire la riservatezza e la protezione delle informazioni che vengono raccolte e scambiate. La Regione inoltre promuove e sostiene la ricerca e l’applicazione delle tecnologie in altri settori che riguardano la vita della persone, ai fini per esempio di: a. migliorare l’accesso e la qualità del lavoro: le tecnologie di telecomunicazione sono in grado di connettere le strutture che raccolgono le offerte di lavoro con i soggetti che manifestano una domanda e favoriscono la creazione di opportunità di “telelavoro”, in particolare a favore della popolazione che risiede in aree disagiate, diminuendo così il bisogno di mobilità; b. rendere più accessibile l’istruzione attraverso l’e‐Learning, in un’ottica di formazione permanente e continua, già fortemente sviluppata in Liguria e favorendo gli spostamenti di studenti e lavoratori; c. migliorare la qualità della vita nell’ambiente domestico, sostenendo la ricerca nel settore della domotica (sistemi di sicurezza, automazione domestica, risparmio energetico, elettrodomestici, etc.).
2.h) Sviluppare processi e strumenti per la mobilità sostenibile In un territorio come quello ligure interventi mirati all’aumento della sostenibilità del trasporto, con particolare attenzione al TPL, non possono che migliorare la qualità della vita dei cittadini. Già da alcuni anni il settore dei trasporti è interessato da un fenomeno sempre più vasto volto all'introduzione dei cosiddetti "Sistemi Intelligenti di Trasporto" (ITS) che utilizzano le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per facilitare il trasporto delle persone e delle merci. La Regione ritiene che lo sviluppo dei sistemi di infomobilità rappresenti un fattore vincente e strategico per il territorio ligure, poiché da un lato contribuisce in modo sostanziale al miglioramento dell'offerta di trasporto ‐ sia in termini di efficienza e di sicurezza sia perché favorisce l’intermodalità ‐ dall’altro lato stimola la razionalizzazione della domanda, poiché consente agli utenti di ottimizzare ogni viaggio e di gestire in modo unitario tutti gli aspetti connessi allo spostamento (ad esempio la prenotazione, l'informazione ed il pagamento). A questo proposito la Regione promuove e supporta lo sviluppo di progetti di ricerca che possano apportare un contributo significativo al settore della mobilità, agevolando l'utilizzo di tutti i sistemi di trasporto disponibili sul territorio attraverso una gestione dello spostamento sempre più unitaria e integrata tra le differenti modalità, con particolare attenzione all’attività svolta dal Distretto Tecnologico per i Sistemi Intelligenti Integrati e dai Poli di Innovazione.
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3 Sostenere e potenziare la qualità del capitale umano
Come ripetutamente evidenziato dalla Commissione Europea, le risorse umane costituiscono l’elemento chiave delle attività relative al settore della ricerca e devono essere valorizzate attraverso interventi sia sul versante dei sistemi di istruzione e formazione, sia nel campo delle carriere dei ricercatori, attraverso percorsi di mobilità internazionale e interdisciplinare e favorendo l’accesso dei giovani talenti nel mercato del lavoro. Questi indirizzi sono stati recentemente ribaditi anche dall’Iniziativa faro “Youth on the move”, compresa nella Strategia Europa 2020. Rientrano pertanto in questo macro obiettivo tutti gli interventi mirati a sviluppare le risorse umane: in quest’ottica appare fondamentale contribuire alla rimozione delle barriere all’entrata nel sistema della ricerca (pubblica e privata), realizzare iniziative connesse all’alta formazione e all’internazionalizzazione dei percorsi formativi. Considerando il capitale umano come principale vettore di conoscenza e reale strumento di intermediazione tra Università, Centri di Ricerca e imprese, si promuove il trasferimento tecnologico by‐head, una formazione di terzo livello orientata alle applicazioni, una alta riqualificazione professionale dei lavoratori e dei professionisti della ricerca. OBIETTIVI SPECIFICI: 3.a) Sostenere la formazione in ambito scientifico, tecnologico e gestionale Considerando il fondamentale ruolo giocato dalle risorse umane nella catena della produzione di innovazione tecnologica, la Regione intende sostenere l’alta formazione, la specializzazione e l’aggiornamento in ambiti a forte vocazione scientifica‐tecnologica ‐ con particolare attenzione all’integrazione tra filiere ‐ per favorire la formazione ed il radicamento nella regione di risorse umane ad alto valore aggiunto dedicate ad azioni innovative. I percorsi formativi cui si fa riferimento devono essere in linea con le esigenze del mercato del lavoro e contribuire all’incremento qualitativo dell’offerta formativa presente sul territorio, a partire da quella espressa dall’Università e dal mondo della ricerca. In particolare si pone l’accento sullo sviluppo di percorsi formativi di eccellenza collegati ai temi strategici dei Distretti tecnologici e dei Poli di Innovazione presenti sul territorio.
Sono necessarie figure professionali in grado di facilitare e promuovere l’innovazione all’interno delle imprese, dei centri di ricerca e delle università e delle amministrazioni pubbliche e dei centri di supporto all’innovazione e al trasferimento tecnologico.
È centrale il ruolo dei giovani: la Regione infatti ritiene fondamentale contribuire alla riduzione delle barriere all’entrata del sistema della ricerca che si manifestano in particolare per i giovani ricercatori, strutturati e non, che faticano a conquistare una posizione che consenta loro di esercitare il proprio talento in maniera autonoma.
Un ulteriore ambito di intervento si caratterizza nella definizione di percorsi formativi finalizzati al rafforzamento di competenze manageriali necessarie per la promozione dell’innovazione nei diversi ambiti ritenuti strategici per lo sviluppo del sistema socioeconomico ligure e il miglioramento della qualità della vita. La Regione sotto tale aspetto intende promuovere iniziative atte a favorire la formazione manageriale in ambito sanitario prevista dagli accordi stato regione del 2003 in conformità a quanto previsto dagli articoli 3bis e 16 quinquies del decreto legislativo n. 502/1992 e ss.mm.ii, mediante il riconoscimento di corsi di alto profilo scientifico e culturali promossi da università aventi sedi operative nel territorio ligure ed eventualmente anche attraverso l’adesione della Regione a Scuole superiori di Management sanitario che venissero costituite sul territorio ligure da parte di Università o Istituti di alta qualificazione scientifica. Tale formazione sarà rivolta a Direttori generali,
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Direttori amministrativi, Direttori sanitari e Dirigenti di struttura complessa di Aziende ed Enti del Servizio sanitario nazionale.
3.b) Favorire la creazione di reti tra sistema regionale della ricerca, dell’innovazione, dell’alta formazione e il sistema produttivo La Regione sostiene processi di sviluppo economico e tecnologico e promuove l’adattabilità dei lavoratori, contribuendo allo sviluppo di un sistema di alta formazione permanente e continua coerente con le esigenze di innovazione delle imprese. L’obiettivo è quello di affiancare la crescita delle singole componenti del sistema (Università, Centri di Ricerca, imprese, etc.) con la parallela crescita degli intrecci tra le varie componenti, con l’obiettivo di realizzare un vero e proprio “tessuto” che garantisca solidità, durata e com‐petitività de sistema. In questo senso la Regione promuove la realizzazione di percorsi formativi che vedano la partecipazione congiunta di imprese, Atenei e Centri di Ricerca, con particolare attenzione alle esigenze espresse dai Distretti tecnologici e dai Poli di ricerca e innovazione, in un’ottica di filiera. Ai fini del miglioramento delle competenze nelle imprese la Regione favorisce altresì l’utilizzo dei contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca ai sensi dell’art.41 della l.r. 11/5/2009 n.18 così come modificato dalla l.r. 5/4/2012 n. 13. 3.c) Sostenere gli scambi, la cooperazione e il partenariato nel settore dell’alta
formazione, in particolare a livello internazionale Si tratta di incentivare gli scambi di ricercatori, in particolare a livello internazionale, con l’obiettivo di promuovere il trasferimento delle conoscenze attraverso soggiorni di durata significativa, all’estero o presso Centri nazionali, finalizzati alla realizzazione di specifici progetti di ricerca. La Regione sostiene inoltre gli Atenei ed i Centri di Ricerca per facilitare la partecipazione dei giovani ricercatori a programmi di ricerca internazionali, a collaborazioni a convegni e a reti di ricerca internazionali, con incentivi (visiting fees) per accedere a Università e Centri di Ricerca internazionali.
3.d) Favorire la collaborazione tra Università e Istituti Tecnici Superiori Si tratta di favorire la collaborazione tra Università e Istituti Tecnici Superiori allo scopo di rafforzare la filiera, di contribuire alla diffusione della cultura tecnica e scientifica e sostenere, in modo sistematico, le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo. La Regione intende sostenere la formazione di figure professionali con una preparazione coerente con gli effettivi bisogni del territorio e del sistema socio‐economico ligure, anticipando anche le tendenze del cambiamento dei sistemi produttivi. In questo contesto si vuole rispondere alla domanda di specializzazione e di sviluppo di medio‐alto livello espressa non solo da coloro che provengono dal sistema scolastico e formativo, ma anche dal mondo del lavoro.
3.e) Sviluppare le competenze trasversali dei giovani L’obiettivo è quello di favorire competenze quali creatività, spirito imprenditoriale e di iniziativa per dare modo ai giovani di sviluppare pienamente il proprio potenziale di innovazione, potenziando il collegamento tra creatività e innovazione. Così come affermato dalla Commissione Europea nel libro verde del 2010 “Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare”, le industrie culturali e creative rappresentano importanti volani nell'innovazione economica e sociale di un territorio, giocando un ruolo importante nel sostenere gli investimenti, nelle nuove tecnologie di consumo, nella ricerca di soluzioni ecocompatibili e nell'economia digitale. La Regione intende incoraggiare e supportare la creatività dei giovani sia aumentando la qualità della formazione, di ogni ordine e grado, sia attraverso il sostegno a progetti finalizzati a sostenere talento e capacità innovativa e a promuovere lo sviluppo economico regionale.
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3.f) Sostenere l’alta formazione presso centri internazionali d’eccellenza incentivando il rientro nel mercato del lavoro regionale
La Regione darà attuazione alla legge regionale 21 ottobre 2009, n. 41 "Norme in materia di sostegno all’alta formazione presso centri internazionali d’eccellenza e di incentivo al rientro nel mercato del lavoro regionale" attraverso l’attuazione di un programma integrato per l’alta formazione dei giovani laureati presso centri internazionali d’eccellenza, denominato "Master and Back", finalizzato anche al successivo loro reinserimento nel mondo del lavoro ligure.
Il programma integrato introdotto dalla l.r. 41/2009 prevede da un lato il conferimento di borse di formazione internazionale destinate a sostenere la partecipazione dei giovani laureati a percorsi di alta formazione, tirocini e stage formativi all’estero presso organismi riconosciuti a livello internazionale per qualità e reputazione, dall’altro l’istituzione di percorsi di rientro assistiti da borse di accompagnamento.
Per l’inserimento nel mondo del lavoro ligure dei partecipanti ai percorsi formativi di cui sopra, ovvero per l’inserimento dei cittadini liguri residenti all’estero da non più di dieci anni che abbiano avuto esperienze formative e professionali assimilabili a quelle realizzate nell’ambito del Programma "Master and Back", potranno essere attuati percorsi di rientro, assistiti da borse di accompagnamento.
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4. Promuovere e sostenere le attività innovative delle imprese
Come già affermato in precedenza e come peraltro recentemente ribadito a livello comunitario nel Libro Verde “Trasformare le sfide in opportunità: verso un quadro strategico comune per il finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'Unione europea”, uno dei temi fondamentali delle politiche per l’innovazione è quello dell’innovazione per la competitività economica. In particolare, questo tema racchiude tutte le azioni volte a sostenere la produzione di prodotti e servizi innovativi, particolarmente di quelli connessi alle sfide ambientali, demografiche e sociali che interessano il mondo contemporaneo. Nell’attuale fase di crisi, inoltre, l’obiettivo di questi interventi appare ancora più significativo: l’innovazione di prodotto o di processo risulta infatti fondamentale per impostare strategie di superamento della crisi economica e per posizionarsi positivamente sui mercati mondiali. In questa direzione sono orientate le Iniziative faro della Strategia Europa 2020 “Unione dell'innovazione” e “Per una politica industriale per l'era della globalizzazione”, nonché alcuni degli obiettivi del Programma Nazionale della Ricerca 2011‐2013. L’obiettivo regionale è quindi quello di conseguire un aumento della competitività del sistema imprenditoriale ligure attraverso un incremento della qualità e quantità delle innovazioni introdotte al suo interno. In considerazione delle potenzialità espresse dal sistema produttivo ligure, talvolta non pienamente sfruttate, il presente piano si pone l’obiettivo di irrobustire il tessuto economico, ivi inclusi i servizi pubblici, attraverso l’introduzione di innovazioni di prodotto o di processo, tecnologiche o organizzative, frutto della ricerca industriale o del trasferimento tecnologico. In particolare si intende valorizzare il ruolo della domanda pubblica come stimolo allo sviluppo di servizi innovativi di interesse strategico per il sistema economico‐produttivo. Gli interventi regionali dovranno favorire sia l’intera filiera (ad es. sostenendo la ricerca industriale che possa poi produrre nuovi beni e servizi e generare nuove imprese), sia singoli segmenti, in quanto tutti dotati di una loro autonomia.
OBIETTIVI SPECIFICI: 4.a) Sostenere la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo L’obiettivo è quello di rafforzare il sistema produttivo favorendo la ricerca industriale e quindi l’acquisizione da parte delle imprese di nuove conoscenze finalizzate all’aumento della loro capacità competitiva, sviluppando nuovi processi e nuovi prodotti. Oltre a questo si intende sostenere anche lo sviluppo precompetitivo, assicurando che dalla ricerca condotta derivino prodotti e servizi, ovvero processi produttivi, capaci di innalzare realmente la qualità del sistema produttivo e la sua capacità di produrre valore aggiunto. Analogamente al periodo di programmazione precedente, questi obiettivi possono essere perseguiti sia in termini diretti, con interventi a sostegno del finanziamento dell’attività di ricerca e sviluppo e a supporto della partecipazione delle imprese liguri a progetti di ricerca a cofinanziamento nazionale e comunitario, sia indirettamente, favorendo la costituzione di reti, mettendo a disposizione delle imprese strutture di ricerca adeguate, ovvero favorendo interazioni virtuose con il mondo della ricerca e dell’alta formazione ligure. 4.b) Sostenere il trasferimento tecnologico Il trasferimento di tecnologie e competenze è un importante strumento per valorizzare e diffondere gli obiettivi e i risultati della ricerca, fondamentale per lo sviluppo culturale ed industriale della nostra regione. La necessità è promuovere e facilitare il trasferimento dei risultati e della conoscenza dal mondo della ricerca (universitaria e non) a quello di industrie, aziende ed istituzioni. Il trasferimento tecnologico viene oggi considerato il principale mezzo, per un’impresa, per poter raggiungere e mantenere una posizione di competitività sia nell’ambito del mercato
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nazionale, sia in quello internazionale. Sono in particolare le Piccole e Medie Imprese (Pmi) che, grazie all’acquisizione di nuove tecnologie ed alla collaborazione scientifica con atenei ed Enti di Ricerca, possono accedere a mezzi per perseguire standard di competitività in linea con il mercato. Ciò è attuabile tramite l'integrazione tra le loro esigenze di innovazione e l’offerta di conoscenze tecnologiche provenienti dal sistema della ricerca. Le modalità di azione del processo di trasferimento tecnologico attivabili possono essere distinte in:
forme “codificate” legate agli strumenti di tutela e valorizzazione della proprietà intellettuale, quindi alla brevettazione dei risultati della ricerca. Occorrono specifiche competenze in materia, in particolare relative alle normative sul diritto industriale, nonché all’analisi del contenuto delle invenzioni ed al supporto nella fase di scrittura del testo delle domande di brevetto. Rientrano in questa forma anche le attività di licensing legate alla commercializzazione dei risultati della ricerca.
forme “tacite” di trasferimento tecnologico riguardano le attività di marketing e di promozione dei risultati della ricerca, di informazione e divulgazione delle competenze scientifiche e dei relativi settori di applicazione industriale, al fine di attrarre con maggiore efficacia potenziali interessi del mondo produttivo e di garantire visibilità alla struttura. Rientrano in questa categoria anche le azioni di monitoraggio dello stato di avanzamento del risultato della ricerca, quali la raccolta dell’eventuale necessità di intervento per l’ingegnerizzazione e lo sviluppo avanzato, sulla base delle esigenze di mercato, che viene tradotta nell’attivazione di opportuni canali di finanziamento nazionali o internazionali a sostegno delle fasi di sviluppo precompetitivo. In questo ambito, in continuità con quanto previsto dal Programma triennale precedente, si conferma l’importanza che start up e spin off svolgono nel sistema economico regionale, quale effetto indiretto della ricerca prodotta in ambito scientifico o aziendale. A questo proposito l’obiettivo è sostenere anche le nuove imprese nella delicata fase iniziale, orientandole al mercato e rafforzando la loro capacità di raggiungere rapidamente una propria autonomia anche sotto il profilo organizzativo e finanziario, sostenendo un sistema di incubazione ad alto contenuto tecnologico. Particolarmente delicate nell’avvio di start up o spin off risultano le fasi di concepimento dell’idea innovativa (fase embrionale dell’impresa, in cui si valuta la fattibilità economica del progetto) e di avvio del processo innovativo (fase di realizzazione di prototipi e analisi di mercato): il rischio di impresa è infatti particolarmente elevato e spesso le forme di finanziamento tradizionali non si adattano al meglio alle esigenze. La Regione sostiene pertanto soluzioni di finanza innovativa, quali ad esempio forme di private equity e venture capital.
4.c) Favorire l’internazionalizzazione del sistema innovativo Fra gli obiettivi prioritari si ricorda la necessità di favorire l’internazionalizzazione del sistema innovativo, in particolare di Poli e Distretti; contestualmente si prevede di consolidarne il posizionamento sul territorio. L’esperienza internazionale insegna che il fattore critico di successo di tali iniziative e la loro progressiva trasformazione in cluster strutturati e capaci di generare opportunità passa attraverso il loro radicamento sul territorio coniugato alla partecipazione alle reti tematiche a livello europeo. Il sostegno fornito dalla Regione in questo contesto può essere orientato verso due obiettivi: quello di mercato, che intende portare il prodotto dell’impresa su mercati internazionali, e quello tecnologico, che intende consentire l’aggancio della tecnologia/processo dell’impresa a processi internazionali di innovazione e rinnovamento. Spesso, nei processi innovativi devono essere entrambi presi in considerazione.
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4.d) Promuovere la partecipazione di PMI alle iniziative del programma Le PMI, come più volte evidenziato, costituiscono una parte rilevante del tessuto produttivo ligure. Rispetto al tema della ricerca e dell’innovazione, esse presentano certamente alcuni elementi critici, dovuti alla loro ridotta dimensione, ma possono anche presentare potenzialità che è necessario sviluppare e accrescere. In linea con la visione strategica proposta dall’UE, la Regione intende sostenere la partecipazione delle PMI alle iniziative riguardanti i temi dell’innovazione e della ricerca, al fine di accrescere la competitività dell’intero sistema produttivo. Per questo motivo la Regione promuove forme di collaborazione tra le PMI, per favorire la messa a sistema di risorse finanziarie, umane e tecniche che possano permettere loro di affrontare le sfide del panorama internazionale troppo imponenti per la singola impresa, e di coglierne le opportunità in termini di occasioni di finanziamento, di flusso di risorse umane qualificate, di visibilità e di nuovi mercati di sbocco, anche a livello internazionale.
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5 Promuovere e sostenere la collaborazione nel sistema della ricerca e nel sistema produttivo
La legge regionale 2/2007 riconosce l’importanza della ricerca, della trasmissione dei saperi e dell’innovazione ai fini della crescita umana, sociale ed economica e si prefigge la promozione del sistema regionale della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione attraverso la collaborazione tra Università, Centri di ricerca e sistema produttivo, prestando particolare attenzione alla ricaduta sulle piccole e medie imprese ed al rafforzamento e valorizzazione delle conoscenze e competenze professionali dei lavoratori. La realizzazione di tale sistema è un processo di per sé complesso e non lineare, il cui buon esito deriva dalla capacità di superare gli ostacoli, di migliorare e rendere sistematiche le relazioni, di individuare e premiare percorsi ed obiettivi comuni.
L’importanza attribuita alle reti di collaborazione in materia di ricerca e innovazione è in linea con quanto affermato dalla politica europea, che promuove da tempo lo Spazio Europeo della Ricerca quale strumento imprescindibile per il coordinamento delle politiche nazionali e regionali. In quest’ottica risulta centrale favorire la creazione di reti anche alla scala internazionale, alle quali il sistema ligure possa partecipare a pieno titolo, cogliendo le opportunità che queste offrono e contribuendo all’integrazione delle politiche di settore.
OBIETTIVI SPECIFICI: 5.a) Sviluppo di progetti esplorativi aventi ricadute industriali e/o sulla qualità della vita dei cittadini liguri Nell’ambito della qualificazione della domanda di innovazione e del rafforzamento delle collaborazioni ricerca‐imprese, ricadono i “progetti esplorativi” che avranno obiettivi di medio periodo e dovranno valorizzare le vocazioni territoriali in settori innovativi o nuove filiere emergenti che non trovano collocazione stabile all’interno dei Distretti e dei Poli, ma che vedono la partecipazione di gruppi di imprese e di centri di ricerca localizzati in Liguria con forti relazioni internazionali per lo sviluppo di tecnologie abilitanti. Saranno considerati prioritari i progetti con forti ricadute industriali e sociali e che vedranno il coinvolgimento di giovani ricercatori con esperienze e visibilità internazionale.
L’approccio dei progetti esplorativi è bottom up, non verranno quindi pre definite tematiche ma solo macro ambiti applicativi e si premieranno i progetti aventi l’obiettivo di realizzare studi di fattibilità e sperimentare innovazioni di processo e/o prodotti di interesse per le imprese, la cui validità va dimostrata, e che possano produrre risultati immediatamente applicabili. I progetti devono rispondere a quelle caratteristiche di valenza internazionale, qualità scientifica e traduzione dei risultati della ricerca in nuovi prodotti o servizi o in innovazioni di prodotti o processi esistenti.
Si intende quindi promuovere e favorire la ricerca knowledge driven, pur con obiettivi nel medio periodo e con una forte enfasi sulle possibile ricadute industriali.
5.b) Incentivare la ricerca congiunta di imprese/Atenei/centri di ricerca Nell’ambito del presente obiettivo specifico, si evidenzia il ruolo di “knowledge farm” che il Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli può rappresentare, ponendosi come strumento per catalizzare processi che coinvolgono il pubblico e il privato, le imprese nel parco, le imprese fuori del parco e i centri di ricerca (Università, CNR, IIT, ecc.), le responsabilità di governo a diversi livelli territoriali nella creazione, diffusione, apprendimento e applicazione della nuova conoscenza.
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La Regione Liguria, al fine di rendere il Parco Scientifico e Tecnologico, strumento di sviluppo e di attrattività del territorio, ha sviluppato e intende sviluppare politiche finalizzate alla realizzazione delle pre‐condizioni che facilitano il successo del PST, quali il rafforzamento del sistema della ricerca, lo sviluppo di risorse umane qualificate, la disponibilità di capitale per investimenti in attività innovative, la presenza di progetti di medio‐lungo periodo che coinvolgano i centri di ricerca e sviluppo e le imprese, la presenza di cluster già strutturati (distretti tecnologici, poli di innovazione).
Sempre in relazione all’obiettivo di incentivare la ricerca congiunta tra imprese/centri di ricerca ed in considerazione della prevalenza di imprese di piccole dimensioni sul territorio ligure, si ritiene opportuno incentivare le forme di collaborazione tra il mondo imprenditoriale, il mondo accademico e, più in generale, il sistema della ricerca, favorendo anche la costituzione di laboratori integrati.
L’obiettivo è creare le basi per lo sviluppo di progettualità comuni che possano portare ad un miglioramento della competitività del tessuto produttivo o della qualità della vita delle persone; si prevedono anche forme di coinvolgimento del cittadino. Uno degli strumenti utilizzabili è rappresentato dai living labs, un nuovo approccio nelle attività di ricerca basato sui principi della open innovation che consente agli utilizzatori – rappresentati dagli stessi cittadini – di collaborare con i progettisti nella definizione di risposte ai bisogni e nello sviluppo e nella sperimentazione dei nuovi prodotti ad essi destinati. I living labs stimolano l'innovazione in quanto trasferiscono la ricerca dai laboratori verso contesti di vita reale dove i cittadini partecipano attivamente alla creazione – insieme ai progettisti – i nuovi prodotti e ne definiscono le specifiche, valutano i primi prototipi e sperimentano le nuove soluzioni tecnologiche per un periodo di tempo sufficientemente lungo, nelle loro case e nell’applicazione reale di tutti i giorni. Allo stesso tempo i living labs mirano a favorire l’incontro, lo scambio di idee e di conoscenze e l’aggregazione fra scienziati e ricercatori di varie aree geografiche, rappresentando anche un’occasione di sviluppo economico, sociale e culturale per l’area di riferimento
5.c) Favorire la cooperazione tra le imprese soprattutto in una logica di filiera Un obiettivo volto a rafforzare il sistema regionale della ricerca è quello di favorire la cooperazione tra imprese, cercando di concentrare gli interventi sulla base di una logica di filiera produttiva. Si cercherà pertanto di rafforzare il processo produttivo nelle sue varie parti, nei settori ritenuti strategici per la Liguria.
In tale contesto potranno essere favoriti le forme di collaborazione attivate attraverso lo strumento del contratto di rete.
Oltre a potenziare il livello di collaborazione del sistema, si ricorda la necessità di consolidare le iniziative già avviate attraverso la creazione di “sistemi” di imprese e strutture di ricerca (Distretti e Poli). Tali sistemi di aggregazione consentono di creare le condizioni per favorire lo scambio di competenze ed il trasferimento di tecnologie e conoscenza dalle strutture di ricerca alle imprese, favorendo lo sviluppo di processi innovativi anche per le numerose piccole imprese presenti sul territorio con l’obiettivo di aumentarne la competitività e l’opportunità di crescita.
5.d) Stimolare e incentivare forme di collaborazione da parte di PMI Le nuove tecnologie, nonché le soluzioni innovative di carattere gestionale e commerciale, rivestono un ruolo fondamentale per la competitività delle PMI. Tuttavia la dimensione ridotta delle imprese costituisce spesso un forte limite all’acquisizione di nuove tecnologie e di servizi innovativi, a causa sia della ridotta disponibilità di risorse finanziarie sia della scarsità di
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capitale umano dedicato ad attività di ricerca e innovazione. Per questo motivo, data la forte presenza di PMI nel sistema produttivo ligure, la Regione Liguria intende promuovere lo sviluppo di forme di cooperazione tra le piccole e medie imprese, al fine di assicurare loro l’accesso a servizi innovativi e nuove tecnologie. La Regione ha dimostrato una sensibilità particolare verso questo tema, supportando la domanda da parte delle PMI di servizi qualificati, in particolare di efficientamento energetico e ambientale, e promuovendo l’aggregazione di PMI in strutture innovative. In particolare, la Regione partecipa attualmente al progetto europeo Eta Beta, che intende rafforzare e promuovere lo sviluppo di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (Apea) quali strumenti di aggregazione per le PMI, con l’intento di sostenere e favorire i processi di innovazione tecnologica all’interno delle aree produttive per migliorarne le performance dal punto di vista ambientale, sociale, economico e produttivo. L’aggregazione permette infatti la creazione di economie di scala attraverso le quali affrontare investimenti altrimenti troppo complessi o costosi per la singola impresa. Inoltre, il sistema di collaborazione previsto all’interno dell’area consente alle PMI di ottimizzare le risorse umane, organizzative, tecniche, finanziarie ed economiche, creando un valore aggiunto che rende le imprese più competitive e più sostenibili.
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6 Rafforzare la governance del sistema regionale della ricerca
Nello scorso periodo di programmazione la Regione ha consolidato una rete di ricerca che vede come elementi caratterizzanti i Distretti tecnologici, i Poli di innovazione, l’Università e gli enti di ricerca con sede in Liguria, le grandi imprese, gli istituti di ricerca partecipati dalla Regione.
Per rafforzare il sistema e renderlo strutturalmente competitivo e capace di modificare i propri indirizzi strategici in funzione dei mutamenti socio‐economici è indispensabile evitare le frammentazioni, la staticità e le sovrapposizioni. Questo aspetto è peraltro evidenziato anche dal Programma Nazionale della Ricerca, che individua nel tema della governance un obiettivo trasversale, volto al miglioramento nella definizione delle competenze e al raggiungimento di un coordinamento più efficace degli interventi tra i diversi livelli territoriali. È dunque importante che la Liguria rafforzi la governance interna del proprio sistema regionale della ricerca, ma anche che rivolga un’attenzione particolare alla connessione tra questo e i livelli sovra‐regionali, in particolare quello nazionale e quello europeo.
Per quanto riguarda il ruolo che i differenti attori regionali svolgono nella governance del sistema, si fa riferimento alla l.r. 2/2007, che definisce i compiti e le funzioni di ciascuno di essi. In particolare, alla Regione spetta il coordinamento generale del sistema, il coinvolgimento dei soggetti che lo compongono e l’approvazione dei documenti strategici. Tali documenti sono approvati dal Consiglio regionale su proposta della Giunta, che si avvale del Comitato di indirizzo quale organo consultivo. Il Comitato di indirizzo è composto dai rappresentanti dei soggetti che contribuiscono a formare il sistema regionale della ricerca e dell’innovazione e ha il compito di esprimere pareri sui programmi e sulle iniziative di sostegno all’alta formazione, alla ricerca e innovazione e allo sviluppo del settore produttivo.
Per il coordinamento delle iniziative in materia universitaria e di alta formazione, la Regione si avvale del Comitato regionale di coordinamento delle attività universitarie, mentre per la gestione dei finanziamenti relativi alla ricerca e all’innovazione ricorre al contributo di FI.L.S.E. S.p.A., cui è attribuito il ruolo di valutare ed approvare i progetti presentati, di concedere ed erogare le agevolazioni in questione ed eventualmente di revocarle.
Per quanto riguarda gli attori pubblico‐privati un ruolo fondamentale è svolto dai Distretti tecnologici e dai Poli di innovazione, che aggregano attorno a piattaforme progettuali di ricerca l’impegno di imprese, Università ed enti di ricerca con modalità innovative e sinergiche, perseguendo una strategia unitaria in coerenza con le linee strategiche della Regione per lo sviluppo delle eccellenze del territorio. Tali soggetti sono in grado di cogliere le opportunità esistenti sui mercati nazionali, europei ed extraeuropei e di assicurare una fornitura coordinata di servizi a disposizione del territorio ligure.
Incrementare la propria capacità di interagire con gli attori del sistema e costruire partnership su obiettivi comuni per lo sviluppo del territorio con un orizzonte temporale di medio‐lungo periodo: questi sono i principali obiettivi da raggiungere. Gli elementi cardine per il governo del sistema sono rappresentati da dialogo, programmazione, confronto, riprogrammazione, consenso sugli obiettivi, monitoraggio e valutazione. Il sistema deve consentire di allocare le risorse in modo efficace per il reperimento di soluzioni che aprano nuove frontiere e permettano di posizionarsi nel futuro su livelli di rilievo nazionale ed europeo nei settori della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione, così come sul fronte del sostegno della competitività delle imprese regionali. Il coordinamento più efficace tra i diversi soggetti implicati nel costituendo sistema della ricerca produrrà migliori risultati se sarà nel contempo attivato un sistema di monitoraggio e valutazione degli interventi, capace sia di favorire l’apprendimento costante del sistema nelle
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sue varie componenti, sia di prevedere criteri da utilizzare ex ante, in itinere ed ex post, per selezionare le iniziative, monitorare il loro andamento e per riprogrammare gli interventi.
OBIETTIVI SPECIFICI: 6.a) Potenziare gli strumenti per il monitoraggio e la valutazione delle iniziative, anche al
fine di potenziare il coordinamento del sistema regionale della ricerca L’efficacia del Piano risulta anche legata alla sua capacità di monitorare l’ambiente e captare i cambiamenti in corso, nonché misurare i risultati ottenuti. Per questo motivo si prevede l’implementazione tra le attività dell’Osservatorio Regionale di un sistema di valutazione ex ante, in itinere ed ex post, anche per consentire una maggiore trasparenza e chiarezza nella comunicazione dei risultati ottenuti e migliorare la visibilità delle strutture regionali che operano nel settore della ricerca e innovazione.
Il monitoraggio e la valutazione delle iniziative e del loro impatto sul territorio (indicatori di crescita delle aziende, collaborazioni tra imprese e strutture di ricerca, creazioni di posti di lavoro, livello di internazionalizzazione, iniziative di technology transfer, diffusione e valutazione dei risultati della ricerca, ecc) risultano strumenti necessari per orientare e, se necessario, rimodulare, obiettivi, strumenti ed azioni. In questo contesto Regione Liguria intende coinvolgere attivamente il Comitato di Indirizzo, che potrà essere consultato per quanto attiene la definizione delle linee guida per la valutazione ed il monitoraggio delle attività svolte nel corso del periodo di programmazione.
6.b) Potenziare attività di monitoraggio e osservazione del contesto per favorire lo sviluppo di nuove aree di intervento ed il “riorientamento” di quelle esistenti per massimizzare l’impatto sul territorio
Lo studio dello scenario in materia di ricerca, sviluppo ed innovazione (technology foresight) è uno strumento utile per fornire quadri di riferimento aggiornati ed opportunità di collaborazione anche a livello internazionale. A tale proposito saranno utilizzate le attività di approfondimento e studio condotte dall’Osservatorio regionale sul sistema della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione. Nell’ambito di questo obiettivo si intende avviare un’analisi del sistema della ricerca e dell’innovazione regionale che si ponga come obiettivo una mappatura dei soggetti che ne fanno parte e un censimento delle facilities (strumentazioni, servizi innovativi, etc.) della ricerca che abbiano caratteristiche di unicità e che possano essere rese disponibili a soggetti terzi.
Alla luce di tali approfondimenti, è prevista una revisione periodica, sulla base della dinamicità del contesto e delle priorità emergenti, degli strumenti applicabili e delle tematiche di interesse. Si prevede pertanto l’individuazione delle aree tematiche con le migliori potenzialità di sviluppo sulle quali favorire la convergenza delle risorse pubblico‐private attraverso strumenti di analisi economica, statistica e, più in generale, afferenti alle scienze sociali (Osservatorio regionale sul sistema della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione). 6.c) Favorire la diffusione della cultura scientifica La Regione intende sostenere le iniziative di successo intraprese sul territorio per la diffusione della cultura, dell’innovazione e della conoscenza, a vantaggio della comunità scientifica e della società, con particolare attenzione al mondo dei giovani. In questo senso si intende proseguire con il sostegno al Festival della Scienza e a tutte le azioni di comunicazione della conoscenza ritenute meritorie. Tale impegno è finalizzato a consentire anche una corretta e consapevole accettazione sociale delle tecnologie, superando gli ostacoli posti dalla cosiddetta sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) che troppo spesso conduce a conflitti sociali e rallentamento del processo innovativo, spesso a causa di una scarsa conoscenza e accettazione dell’innovazione.
93
Si prevede inoltre il sostegno a iniziative congressuali di portata nazionale ed internazionale, che costituiscano opportunità di crescita del territorio in termini di: visibilità verso l’esterno, rafforzamento della rete di relazioni (attraverso per esempio nuove collaborazioni industriali, opportunità di partnership per la partecipazione a progetti europei, ecc…) e, non ultimo, indotto sul territorio.
94
4.3 Azioni
Tabella 12 – Set di azioni e indicatori per ambito di intervento
AMBITI DI
INTERVENTOAZIONI INDICATORI DI REALIZZAZIONE INDICATORI DI RISULTATO INDICATORI DI IMPATTO
Attivazione percorsi di alta formazione in ambito scientifico‐tecnologico (Master universitari di I e II livello, Dottorati di ricerca, Assegni di ricerca
Voucher per la partecipazione a corsi di alta formazione) che prevedano dotazioni finanziarie aggiuntive al fine di traguardare l’incremento qualitativo
dei percorsi stessi (es.: previsione di periodi di studio all’estero, coinvolgimento di docenti di chiara fama, etc.)
Azioni di sostegno all’alta formazione in ambito scientifico‐tecnologico presso centri internazionali d’eccellenza incentivando il rientro nel mercato del
lavoro regionale e favorendo il radicamento nella regione di risorse umane ad alto valore aggiunto dedicate ad azioni innovative (Programma master
& back di cui alla l.r. 41/2009)Coinvolgimento delle imprese, dell’Università e dei Centri di ricerca finalizzato a definire percorsi di alta formazione rispondenti alle esigenze delle
imprese.Attivazione di percorsi di alta formazione in relazione ai fabbisogni formativi dei poli di ricerca e innovazione e dei distretti tecnologici liguri, con
riferimento alle esigenze delle imprese aderenti e a quelle formative di carattere manageriale e gestionale.Attivazione di percorsi di specializzazione progettati e/o attuati con il coinvolgimento del mondo produttivo.
Azioni di sostegno per l’attuazione di moduli o di percorsi di breve durata di alta formazione che coinvolgano le risorse umane da dedicare o dedicate
alla progettazione e gestione di progetti di ricerca e di innovazione o comunque coinvolte in processi di innovazione.
Azioni di sostegno per la partecipazione di giovani ricercatori a programmi, convegni, reti e collaborazioni di ricerca internazionali di comprovato
valore scientifico.Realizzazione di percorsi biennali integrati tra ITS e percorsi universitari finalizzati al conseguimento di lauree di primo livelloAlta formazione per insegnanti della scuola (di tutti i gradi) e, in generale, per formatori su innovazione e creatività (l’intervento potrà essere attivato
solo in collaborazione con il Settore sistema scolastico ‐ educativo regionale).Azioni di sostegno ad iniziative private atte a favorire la formazione manageriale in ambito sanitarioAzioni di sostegno per la creatività rivolti a giovani finalizzati a sostenere lo sviluppo di progetti di design o di applicazione di tecnologie
dell’informazione, della comunicazione e della conoscenza a favore delle imprese liguri.Sostenere programmi di investimento per l’innovazione delle imprese, in particolare PMI, inclusi gli investimenti per l'acquisizione di tecnologie pulite
e servizi qualificatiSostenere programmi integrati di ricerca e innovazione diretti a favorire processi di aggregazione delle imprese, attraverso forme di alleanza
strategica su specifici progetti, la creazione di reti e altre forme di cooperazioneAiuti alle imprese per la R&S nelle tecnologie chiave abilitanti e nei settori ad alta tecnologiaFavorire l’utilizzo, in particolare per le PMI, di strumenti finanziari innovativi (venture capital, private equity, etc.), sia relativi a start‐up sia a
investimenti innovativi sostenuti da imprese esistenti, anche attraverso il supporto di fondi di garanzia
Azioni mirate di check up tecnologico, riposizionamento competitivo, definizione di piani di R&D e di innovazione tecnologica ed organizzativa
Sostenere lo sviluppo di beni e servizi ad alto contenuto innovativo all’interno delle filiere stimolando la stretta interazione tra diversi livelli della
supply chainFavorire i processi di trasferimento dei risultati della ricerca tra le imprese, con particolare riferimento alle PMISostegno a progetti di ricerca industriale realizzati da imprese in collaborazione con Enti e centri di ricerca Supporto della partecipazione delle imprese liguri a progetti di ricerca nazionali e comunitari attraverso il co‐finanziamento di studi di fattibilità e
altre forme di assistenza tecnica (gestione, rendicontazione, ecc.)
Supporto a progetti di sviluppo pre‐competitivo (progettazione e realizzazione di progetti pilota e dimostrativi, di prototipi non commercializzabili,
finalizzate a nuovi prodotti/processi/servizi o a modifiche sostanziali che comportino sensibili miglioramenti delle tecnologie esistenti)
Sostegno alle imprese per la brevettazione e la difesa della proprietà intellettualeSostegno a progetti di start up di imprese ad alto contenuto tecnologico e di spin off aziendali ed accademiciPromozione dei voucher tecnologiciFinanziamento di forme assicurative per il rischio tecnologico
Sostenere la realizzazione di progetti che vedano la collaborazione di imprese e istituti di ricerca per la produzione di innovazione (living labs )
Azioni di valutazione di risultato e di impatto sia del programma sia dei progetti
Approfondimenti e studi per il monitoraggio dell'andamento socio‐economico della Liguria (es. analisi di posizionamento strategico, benchmarking)
Coordinamento e sostegno dei soggetti nei processi di trasferimento tecnologico, a livello regionale, nazionale ed internazionale, nei settori che
rappresentano gli asset strategici del sistema economico‐produttivo ligureSupporto di azioni di coordinamento, progetti integrati con rilevanti ricadute industriali sul sistema economico e sociale regionale, reti di eccellenza,
progetti di ricerca collettiva e cooperativa
Sostenere l’emergere di nuove filiere legate alla fornitura di prodotti/servizi innovativi, combinando il riposizionamento di produttori esistenti e
l’inserimento di nuove attività imprenditoriali e/o figure professionali con il trasferimento delle conoscenze a livello intersettoriale
sostegno o promozione dell'organizzazione di eventi di comunicazione per valorizzare e diffondere i risultati dei progetti e degli interventi nell'ambito della ricerca e dell'innovazione;Supporto al consolidamento e promozione di attività di diffusione e valorizzazione del trasferimento tecnologico regionale, nazionale ed
internazionale
Governance
del sistema
regionale della
ricerca
‐ Attività di monitoraggio realizzata
‐ Attività di valutazione impatto realizzata
‐ Attività realizzata dal CRRI
‐ Attività realizzata dall'Osservatorio
Crescita dell'indice di competitività della Liguria.
‐ Numero di imprese partecipanti a progetti di
ricerca nazionali ed europei.
‐ Crescita del numero di addetti alla R&D.
‐ Crescita del numero di imprese attive nei
settori di intervento.
‐ Crescita dell'incidenza della spesa in attività di
R&D.
‐ Crescita delle esportazioni tecnologiche.
‐ Numero di brevetti acquisiti nei cinque anni
successivi al periodo di programmazione.
‐ Crescita del numero di imprese aderenti a
forme aggregative (poli, distretti, ecc.)
‐ Crescita dell’export high‐tech sul totale export
nazionale
‐ Numero di corsi di alta formazione realizzati
(per tipologia, organizzazioni coinvolte,
tematiche).
‐ Numero e ammontare di borse di dottorato
erogate.
‐ Numero e ammontare di assegni di ricerca
cofinanziati.
‐ Numero e ammontare di voucher erogati.
Sviluppo delle
risorse umane
Sostegno e
sviluppo della
ricerca e
innovazione
‐ Numero di persone formate (per tipogia e
tematica di formazione).
‐ Numero di persone partecipanti a
master&back.
‐ Numero di docenti partecipanti nei programmi
di formazione su innovazione e creatività.
‐ Numero di docenti partecipanti nei programmi
di formazione su innovazione e creatività.
‐ Numero imprese e addetti coinvolti in
programmi di investimento.
‐ Ammontare investimenti per l'innovazione
realizzati dalle imprese.
‐ Numero di investimenti realizzati da reti o
collaborazioni fra imprese.
‐ Numero di nuovi addetti nei settori oggetto di
intervento.
‐ Numero di brevetti acquisiti nel periodo di
programmazione.
‐ Ammontare capitale di rischio attivato
attraverso strumenti finanziari innovativi.
‐ Servizi di check up tecnologico erogati.
‐ Iniziative realizzate nell'ambito dei settori
oggetto di intervento (progetti integrati, reti di
eccellenza, ecc.).
‐ Numero imprese nate da attività di
promozione di start up o spin off.
‐ Attivazione linving labs.
‐ Ammontare agevolazioni stanziate per
l'innovazione nelle imprese.
‐ Ammontare agevolazioni stanziate per reti o
collaborazioni fra imprese.
‐ Ammontare agevolazioni stanziate per
acquisizione brevetti.
‐ Ammontare capitale di rischio garantito
attraverso strumenti finanziari innovativi.
‐ Bandi per i servizi di check up tecnologico.
‐ Crescita del numero di persone impegnate in
attività di ricerca.
‐ Crescita del numero di addetti in imprese
attive in settori oggetto di intervento
‐ Crescita di nuove conoscenze misurata in
termini di pubblicazioni scientifiche in relazione
alle spese in ricerca e sviluppo
‐ Crescita del peso degli addetti impiegato in
settori high‐tech sul totale ‐ Crescita del peso
degli addetti impiegati in attività di ricerca e
sviluppo
95
Tabella 13 – Matrice Obiettivi specifici-Azioni Ambito di intervento: Sviluppo delle risorse umane
Valorizzare gli
investimenti
sostenuti nel
periodo di
programmazione
precedente
Ampliare e rafforzare i rapporti
di collaborazione, scambio di
conoscenza, diffusione dei
risultati della ricerca,
trasferimento tecnologico tra gli
attori del sistema regionale
Sostenere lo sviluppo
delle attività dei
Distretti e dei Poli di
innovazione
Innovare e
internazionalizzare il
sistema produttivo
ligure, con riferimento
soprattutto alle PMI
Individuare e
perseguire modalità
specifiche per lo
sviluppo e il
rafforzamento
competitivo delle PMI
Promuovere la
sostenibilità
ambientale ed
energetica
Sviluppare le
scienze della
vita e le loro
applicazioni
Potenziare le
infrastrutture di
telecomunicazione
e
l’informatizzazione
diffusa
Stimolare
l’automazione, il
controllo e la
sicurezza di imprese,
sistemi e territori
Promuovere lo
sviluppo delle
tecnologie per la
salute, la sicurezza e
lo sviluppo sociale
delle persone
Sviluppare
processi e
strumenti per
la mobilità
sostenibile
Sostenere la
formazione in
ambito
scientifico,
tecnologico e
gestionale
Favorire la creazione
di reti tra sistema
regionale della ricerca,
dell'innovazione,
dell'alta formazione e
sistema produttivo
Sostenere gli scambi,
la cooperazione e il
partenariato nel
settore dell'alta
formazione, in
particolare a livello
internazionale
Favorire la
collaborazione
tra Università e
ITS
Sviluppare le
competenze
trasversali dei
giovani
Sostenere l'alta
formazione presso
centri
internazionali
d'eccellenza
incentivando il
rientro nel
mercato del lavoro
regionale
Attivazione percorsi di alta formazione in ambito
scientifico‐tecnologico (Master universitari di I e II
livello, Dottorati di ricerca, Assegni di ricerca
Voucher per la partecipazione a corsi di alta
formazione) che prevedano dotazioni finanziarie
aggiuntive al fine di traguardare l’incremento
qualitativo dei percorsi stessi (es.: previsione di
periodi di studio all’estero, coinvolgimento di
docenti di chiara fama, etc.)
Azioni di sostegno all’alta formazione in ambito
scientifico‐tecnologico presso centri internazionali
d’eccellenza incentivando il rientro nel mercato del
lavoro regionale e favorendo il radicamento nella
regione di risorse umane ad alto valore aggiunto
dedicate ad azioni innovative (Programma master
& back di cui alla l.r. 41/2009)
Coinvolgimento delle imprese, dell’Università e dei
Centri di ricerca finalizzato a definire percorsi di
alta formazione rispondenti alle esigenze delle
imprese.
Attivazione di percorsi di alta formazione in
relazione ai fabbisogni formativi dei poli di ricerca
e innovazione e dei distretti tecnologici liguri, con
riferimento alle esigenze delle imprese aderenti e a
quelle formative di carattere manageriale e
gestionale.
Attivazione di percorsi di specializzazione
progettati e/o attuati con il coinvolgimento del
mondo produttivo.
Azioni di sostegno per l’attuazione di moduli o di
percorsi di breve durata di alta formazione che
coinvolgano le risorse umane da dedicare o
dedicate alla progettazione e gestione di progetti
di ricerca e di innovazione o comunque coinvolte
in processi di innovazione.
Azioni di sostegno per la partecipazione di giovani
ricercatori a programmi, convegni, reti e
collaborazioni di ricerca internazionali di
comprovato valore scientifico.
Realizzazione di percorsi biennali integrati tra ITS e
percorsi universitari finalizzati al conseguimento di
lauree di primo livello
Alta formazione per insegnanti della scuola (di tutti
i gradi) e, in generale, per formatori su innovazione
e creatività (l’intervento potrà essere attivato solo
in collaborazione con il Settore sistema scolastico ‐
educativo regionale).
Azioni di sostegno ad iniziative private atte a
favorire la formazione manageriale in ambito
sanitario
Azioni di sostegno per la creatività rivolti a giovani
finalizzati a sostenere lo sviluppo di progetti di
design o di applicazione di tecnologie
dell’informazione, della comunicazione e della
conoscenza a favore delle imprese liguri.
Segue ../..
Consolidare e rafforzare il sistema regionale della ricerca Far fronte alle grandi sfide per rafforzare la competitività del sistema economico-produttivo e favorire la crescita sostenibile Sostenere e potenziare la qualità del capitale umano
OBIETTIVI
AZIONI
96
Segue Tabella 13
Sostenere la
ricerca
industriale e
sviluppo
precompetitivo
Sostenere il
trasferimento
tecnologico
Favorire
l’internazionali
zzazione del
sistema
innovativo
Promuovere la
partecipazione
di PMI alle
iniziative del
programma
Sviluppo di progetti
esplorativi aventi
ricadute industriali
e/o sulla qualità
della vita dei
cittadini liguri
Incentivare la
ricerca
congiunta di
imprese/Atenei/
centri di ricerca
Favorire la
cooperazione tra le
imprese soprattutto in
una logica di filiera
Stimolare e incentivare
forme di
collaborazione da
parte di PMI
Potenziare gli
strumenti per il
monitoraggio e la
valutazione delle
iniziative, anche al
fine di potenziare il
coordinamentodel
sistema regionale
della ricerca
Potenziare attività di
monitoraggio e
osservazione del contesto
per favorire lo sviluppo di
nuove aree di intervento e
“riorientamento” di quelle
esistenti per massimizzare
l’impatto sul territorio
Favorire la
diffusione
della cultura
scientifica
Attivazione percorsi di alta formazione in ambito
scientifico‐tecnologico (Master universitari di I e II
livello, Dottorati di ricerca, Assegni di ricerca
Voucher per la partecipazione a corsi di alta
formazione) che prevedano dotazioni finanziarie
aggiuntive al fine di traguardare l’incremento
qualitativo dei percorsi stessi (es.: previsione di
periodi di studio all’estero, coinvolgimento di
docenti di chiara fama, etc.)
Azioni di sostegno all’alta formazione in ambito
scientifico‐tecnologico presso centri internazionali
d’eccellenza incentivando il rientro nel mercato del
lavoro regionale e favorendo il radicamento nella
regione di risorse umane ad alto valore aggiunto
dedicate ad azioni innovative (Programma master
& back di cui alla l.r. 41/2009)
Coinvolgimento delle imprese, dell’Università e dei
Centri di ricerca finalizzato a definire percorsi di
alta formazione rispondenti alle esigenze delle
imprese.
Attivazione di percorsi di alta formazione in
relazione ai fabbisogni formativi dei poli di ricerca
e innovazione e dei distretti tecnologici liguri, con
riferimento alle esigenze delle imprese aderenti e a
quelle formative di carattere manageriale e
gestionale.
Attivazione di percorsi di specializzazione
progettati e/o attuati con il coinvolgimento del
mondo produttivo.
Azioni di sostegno per l’attuazione di moduli o di
percorsi di breve durata di alta formazione che
coinvolgano le risorse umane da dedicare o
dedicate alla progettazione e gestione di progetti
di ricerca e di innovazione o comunque coinvolte
in processi di innovazione.
Azioni di sostegno per la partecipazione di giovani
ricercatori a programmi, convegni, reti e
collaborazioni di ricerca internazionali di
comprovato valore scientifico.
Realizzazione di percorsi biennali integrati tra ITS e
percorsi universitari finalizzati al conseguimento di
lauree di primo livelloAlta formazione per insegnanti della scuola (di tutti
i gradi) e, in generale, per formatori su innovazione
e creatività (l’intervento potrà essere attivato solo
in collaborazione con il Settore sistema scolastico ‐
educativo regionale).
Azioni di sostegno ad iniziative private atte a
favorire la formazione manageriale in ambito
sanitarioAzioni di sostegno per la creatività rivolti a giovani
finalizzati a sostenere lo sviluppo di progetti di
design o di applicazione di tecnologie
dell’informazione, della comunicazione e della
conoscenza a favore delle imprese liguri.
Migliorare la governance del sistema regionale della ricerca
Promuovere e sostenere le attività innovative delle imprese
Promuovere e sostenere la collaborazione nel sistema della ricerca e nel sistema produttivo
OBIETTIVI
AZIONI
97
Tabella 14 – Matrice Obiettivi specifici-Azioni Ambito di intervento: Sostegno e sviluppo della ricerca e innovazione
Valorizzare gli
investimenti
sostenuti nel
periodo di
programmazione
precedente
Ampliare e rafforzare i rapporti
di collaborazione, scambio di
conoscenza, diffusione dei
risultati della ricerca,
trasferimento tecnologico tra gli
attori del sistema regionale
Sostenere lo sviluppo
delle attività dei
Distretti e dei Poli di
innovazione
Innovare e
internazionalizzare il
sistema produttivo
ligure, con riferimento
soprattutto alle PMI
Individuare e
perseguire modalità
specifiche per lo
sviluppo e il
rafforzamento
competitivo delle PMI
Promuovere la
sostenibilità
ambientale ed
energetica
Sviluppare le
scienze della
vita e le loro
applicazioni
Potenziare le
infrastrutture di
telecomunicazione
e
l’informatizzazione
diffusa
Stimolare
l’automazione, il
controllo e la
sicurezza di imprese,
sistemi e territori
Promuovere lo
sviluppo delle
tecnologie per la
salute, la sicurezza e
lo sviluppo sociale
delle persone
Sviluppare
processi e
strumenti per
la mobilità
sostenibile
Sostenere la
formazione in
ambito
scientifico,
tecnologico e
gestionale
Favorire la creazione
di reti tra sistema
regionale della ricerca,
dell'innovazione,
dell'alta formazione e
sistema produttivo
Sostenere gli scambi,
la cooperazione e il
partenariato nel
settore dell'alta
formazione, in
particolare a livello
internazionale
Favorire la
collaborazione
tra Università e
ITS
Sviluppare le
competenze
trasversali dei
giovani
Sostenere l'alta
formazione presso
centri
internazionali
d'eccellenza
incentivando il
rientro nel
mercato del
lavoro regionaleSostenere programmi di investimento per l’innovazione
delle imprese, in particolare PMI, inclusi gli investimenti
per l'acquisizione di tecnologie pulite e servizi
qualificati
Sostenere programmi integrati di ricerca e innovazione
diretti a favorire processi di aggregazione delle imprese,
attraverso forme di alleanza strategica su specifici
progetti, la creazione di reti e altre forme di
cooperazione
Aiuti alle imprese per la R&S nelle tecnologie chiave
abilitanti e nei settori ad alta tecnologia Favorire l’utilizzo, in particolare per le PMI, di strumenti
finanziari innovativi (venture capital, private equity,
etc.), sia relativi a start‐up sia a investimenti innovativi
sostenuti da imprese esistenti, anche attraverso il
supporto di fondi di garanzia
Azioni mirate di check up tecnologico,
riposizionamento competitivo, definizione di piani di
R&D e di innovazione tecnologica ed organizzativa
Sostenere lo sviluppo di beni e servizi ad alto contenuto
innovativo all’interno delle filiere stimolando la stretta
interazione tra diversi livelli della supply chain
Favorire i processi di trasferimento dei risultati della
ricerca tra le imprese, con particolare riferimento alle
PMI
Sostegno a progetti di ricerca industriale realizzati da
imprese in collaborazione con Enti e centri di ricerca
Supporto della partecipazione delle imprese liguri a
progetti di ricerca nazionali e comunitari attraverso il
co‐finanziamento di studi di fattibilità e altre forme di
assistenza tecnica (gestione, rendicontazione, ecc.)
Supporto a progetti di sviluppo pre‐competitivo
(progettazione e realizzazione di progetti pilota e
dimostrativi, di prototipi non commercializzabili,
finalizzate a nuovi prodotti/processi/servizi o a
modifiche sostanziali che comportino sensibili
miglioramenti delle tecnologie esistenti)
Sostegno alle imprese per la brevettazione e la difesa
della proprietà intellettuale Sostegno a progetti di start up di imprese ad alto
contenuto tecnologico e di spin off aziendali ed
accademici
Promozione dei voucher tecnologici
Finanziamento di forme assicurative per il rischio
tecnologico Sostenere la realizzazione di progetti che vedano la
collaborazione di imprese e istituti di ricerca per la
produzione di innovazione (living labs )
Segue ../..
Consolidare e rafforzare il sistema regionale della ricerca Far fronte alle grandi sfide per rafforzare la competitività del sistema economico-produttivo e favorire la crescita sostenibile Sostenere e potenziare la qualità del capitale umano
OBIETTIVI
AZIONI
98
Segue tabella 14
Sostenere la
ricerca
industriale e
sviluppo
precompetitivo
Sostenere il
trasferimento
tecnologico
Favorire
l’internazionali
zzazione del
sistema
innovativo
Promuovere la
partecipazione
di PMI alle
iniziative del
programma
Sviluppo di progetti
esplorativi aventi
ricadute industriali
e/o sulla qualità della
vita dei cittadini liguri
Incentivare la
ricerca
congiunta di
imprese/Atenei/
centri di ricerca
Favorire la
cooperazione tra le
imprese soprattutto in
una logica di filiera
Stimolare e incentivare
forme di collaborazione
da parte di PMI
Potenziare gli strumenti
per il monitoraggio e la
valutazione delle
iniziative, anche al fine di
potenziare il
coordinamentodel
sistema regionale della
ricerca
Potenziare attività di
monitoraggio e osservazione
del contesto per favorire lo
sviluppo di nuove aree di
intervento e
“riorientamento” di quelle
esistenti per massimizzare
l’impatto sul territorio
Favorire la
diffusione della
cultura
scientifica
Sostenere programmi di investimento per l’innovazione
delle imprese, in particolare PMI, inclusi gli investimenti
per l'acquisizione di tecnologie pulite e servizi
qualificati
Sostenere programmi integrati di ricerca e innovazione
diretti a favorire processi di aggregazione delle imprese,
attraverso forme di alleanza strategica su specifici
progetti, la creazione di reti e altre forme di
cooperazione
Aiuti alle imprese per la R&S nelle tecnologie chiave
abilitanti e nei settori ad alta tecnologia Favorire l’utilizzo, in particolare per le PMI, di strumenti
finanziari innovativi (venture capital, private equity,
etc.), sia relativi a start‐up sia a investimenti innovativi
sostenuti da imprese esistenti, anche attraverso il
supporto di fondi di garanzia
Azioni mirate di check up tecnologico,
riposizionamento competitivo, definizione di piani di
R&D e di innovazione tecnologica ed organizzativa
Sostenere lo sviluppo di beni e servizi ad alto contenuto
innovativo all’interno delle filiere stimolando la stretta
interazione tra diversi livelli della supply chain
Favorire i processi di trasferimento dei risultati della
ricerca tra le imprese, con particolare riferimento alle
PMI
Sostegno a progetti di ricerca industriale realizzati da
imprese in collaborazione con Enti e centri di ricerca
Supporto della partecipazione delle imprese liguri a
progetti di ricerca nazionali e comunitari attraverso il
co‐finanziamento di studi di fattibilità e altre forme di
assistenza tecnica (gestione, rendicontazione, ecc.)
Supporto a progetti di sviluppo pre‐competitivo
(progettazione e realizzazione di progetti pilota e
dimostrativi, di prototipi non commercializzabili,
finalizzate a nuovi prodotti/processi/servizi o a
modifiche sostanziali che comportino sensibili
miglioramenti delle tecnologie esistenti)
Sostegno alle imprese per la brevettazione e la difesa
della proprietà intellettuale Sostegno a progetti di start up di imprese ad alto
contenuto tecnologico e di spin off aziendali ed
accademici
Promozione dei voucher tecnologici Finanziamento di forme assicurative per il rischio
tecnologico Sostenere la realizzazione di progetti che vedano la
collaborazione di imprese e istituti di ricerca per la
produzione di innovazione (living labs )
Migliorare la governance del sistema regionale della ricerca Promuovere e sostenere le attività innovative delle
impresePromuovere e sostenere la collaborazione nel sistema della ricerca e nel
sistema produttivo
OBIETTIVI
AZIONI
99
Tabella 15 – Matrice Obiettivi specifici-Azioni Ambito di intervento: Governance del sistema regionale della ricerca
Valorizzare gli
investimenti
sostenuti nel
periodo di
programmazione
precedente
Ampliare e rafforzare i rapporti
di collaborazione, scambio di
conoscenza, diffusione dei
risultati della ricerca,
trasferimento tecnologico tra gli
attori del sistema regionale
Sostenere lo sviluppo
delle attività dei
Distretti e dei Poli di
innovazione
Innovare e
internazionalizzare il
sistema produttivo
ligure, con riferimento
soprattutto alle PMI
Individuare e
perseguire modalità
specifiche per lo
sviluppo e il
rafforzamento
competitivo delle PMI
Promuovere la
sostenibilità
ambientale ed
energetica
Sviluppare le
scienze della
vita e le loro
applicazioni
Potenziare le
infrastrutture di
telecomunicazione
e
l’informatizzazione
diffusa
Stimolare
l’automazione, il
controllo e la
sicurezza di imprese,
sistemi e territori
Promuovere lo
sviluppo delle
tecnologie per la
salute, la sicurezza e
lo sviluppo sociale
delle persone
Sviluppare
processi e
strumenti per
la mobilità
sostenibile
Sostenere la
formazione in
ambito
scientifico,
tecnologico e
gestionale
Favorire la creazione
di reti tra sistema
regionale della ricerca,
dell'innovazione,
dell'alta formazione e
sistema produttivo
Sostenere gli scambi,
la cooperazione e il
partenariato nel
settore dell'alta
formazione, in
particolare a livello
internazionale
Favorire la
collaborazione
tra Università e
ITS
Sviluppare le
competenze
trasversali dei
giovani
Sostenere l'alta
formazione presso
centri
internazionali
d'eccellenza
incentivando il
rientro nel mercato
del lavoro
regionaleAzioni di monitoraggio e di valutazione di
risultato e di impatto sia del programma sia
dei progetti
Approfondimenti e studi per il monitoraggio
dell'andamento socio‐economico della
Liguria (es. analisi di posizionamento
strategico, benchmarking)
Coordinamento e sostegno dei soggetti nei
processi di trasferimento tecnologico, a
livello regionale, nazionale ed
internazionale, nei settori che
rappresentano gli asset strategici del
sistema economico‐produttivo ligure
Supporto di azioni di coordinamento,
progetti integrati con rilevanti ricadute
industriali sul sistema economico e sociale
regionale, reti di eccellenza, progetti di
ricerca collettiva e cooperativa
Sostenere l’emergere di nuove filiere legate
alla fornitura di prodotti/servizi innovativi,
combinando il riposizionamento di
produttori esistenti e l’inserimento di nuove
attività imprenditoriali e/o figure
professionali con il trasferimento delle
conoscenze a livello intersettoriale
Sostegno e promozione dell'organizzazione
di eventi di comunicazione per valorizzare e
diffondere i risultati dei progetti e degli
interventi nell'ambito della ricerca e
dell'innovazione;
Supporto al consolidamento e promozione
di attività di diffusione e valorizzazione del
trasferimento tecnologico regionale,
nazionale ed internazionale
Segue ../..
Consolidare e rafforzare il sistema regionale della ricerca Far fronte alle grandi sfide per rafforzare la competitività del sistema economico-produttivo e favorire la crescita sostenibile Sostenere e potenziare la qualità del capitale umano
OBIETTIVI
AZIONI
100
Segue Tabella 15
Sostenere la
ricerca
industriale e
sviluppo
precompetitivo
Sostenere il
trasferimento
tecnologico
Favorire
l’internazionali
zzazione del
sistema
innovativo
Promuovere la
partecipazione
di PMI alle
iniziative del
programma
Sviluppo di progetti
esplorativi aventi
ricadute industriali
e/o sulla qualità
della vita dei
cittadini liguri
Incentivare la
ricerca
congiunta di
imprese/Atenei/
centri di ricerca
Favorire la
cooperazione tra le
imprese soprattutto in
una logica di filiera
Stimolare e incentivare
forme di collaborazione
da parte di PMI
Potenziare gli
strumenti per il
monitoraggio e
la valutazione
delle iniziative,
anche al fine di
potenziare il
coordinamentod
el sistema
Potenziare attività di
monitoraggio e
osservazione del contesto
per favorire lo sviluppo di
nuove aree di intervento e
“riorientamento” di quelle
esistenti per massimizzare
l’impatto sul territorio
Favorire la
diffusione
della cultura
scientifica
Azioni di monitoraggio e di valutazione di
risultato e di impatto sia del programma sia
dei progetti
Approfondimenti e studi per il monitoraggio
dell'andamento socio‐economico della
Liguria (es. analisi di posizionamento
strategico, benchmarking)
Coordinamento e sostegno dei soggetti nei
processi di trasferimento tecnologico, a
livello regionale, nazionale ed
internazionale, nei settori che
rappresentano gli asset strategici del
sistema economico‐produttivo ligure
Supporto di azioni di coordinamento,
progetti integrati con rilevanti ricadute
industriali sul sistema economico e sociale
regionale, reti di eccellenza, progetti di
ricerca collettiva e cooperativa
Sostenere l’emergere di nuove filiere legate
alla fornitura di prodotti/servizi innovativi,
combinando il riposizionamento di
produttori esistenti e l’inserimento di nuove
attività imprenditoriali e/o figure
professionali con il trasferimento delle
conoscenze a livello intersettoriale
Sostegno e promozione dell'organizzazione
di eventi di comunicazione per valorizzare e
diffondere i risultati dei progetti e degli
interventi nell'ambito della ricerca e
dell'innovazione;
Supporto al consolidamento e promozione
di attività di diffusione e valorizzazione del
trasferimento tecnologico regionale,
nazionale ed internazionale
Migliorare la governance del sistema regionale della ricerca
Promuovere e sostenere le attività innovative delle imprese
Promuovere e sostenere la collaborazione nel sistema della ricerca e nel sistema produttivo
OBIETTIVI
AZIONI
101
5. Risorse finanziarie Il Programma Triennale si colloca alla fine del periodo di programmazione 2007‐2013 e può contare sui relativi Fondi Strutturali ed in particolare su quelli che transitano per il bilancio regionale, attraverso il Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo (FSE) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e attraverso il Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS).
I finanziamenti regionali dovranno essere concentrati sugli interventi necessari per costruire il sistema e per promuovere la capacità dei diversi attori di catalizzare e acquisire ulteriori risorse. Il programma intende pertanto sviluppare, con i propri finanziamenti, un effetto leva che aumenti in modo significativo la capacità di attrazione di investimenti e di finanziamenti alla ricerca, innovazione ed alta formazione.
Vengono di seguito indicate le risorse che il Programma sarà in grado di mobilitare direttamente, fermo restando l’auspicio che tali risorse sviluppino un effetto moltiplicatore dei finanziamenti provenienti da altre fonti.
Considerato che le azioni previste dal programma verranno ad attuarsi in un arco di tempo a cavallo tra il periodo di programmazione dei fondi strutturali 2007/2013 ed il periodo di programmazione 2014/2020, gli importi sotto indicati sono da considerarsi indicativi in quanto non risulta ancora definito il quadro complessivo della quantificazione finanziaria e delle priorità di intervento relative alla programmazione del Fondo Sociale Europeo 2014/2020 e del FESR 2014/2020.
AMBITI DI INTERVENTO
FAS FESR FSE FONDI PROPRI
TOTALE
Sviluppo delle risorse umane
15.000.000 15.000.000
Sostegno e sviluppo della ricerca e dell’innovazione
19.500.000 28.000.000 4.000.000 51.500.000
Governance del sistema regionale della ricerca
2.000.000 1.000.000 2.000.000 5.000.000