Post on 20-Jun-2015
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Massaro Marco
Guglielmone Luca
Pessiva Giovanni
L'arte gotica nasce a partire dal secolo XII come evoluzione del romanico, ma assume subito una propria caratteristica.Si chiama gotico per indicare che era l'espressione artistica dei goti, dei barbari; ma non è esatto, perché il gotico non ha nulla di barbaro né di primitivo.
Diffusione
Differenze tra zone
Gli artisti
Il gotico internazionale
In Italia
L'arte gotica ebbe origine nell'Ile-de-France intorno al 1140. Dapprima il fenomeno fu limitato a cattedrali e abbazie di questa regione, ma ben presto si diffuse nel resto della Francia e poi in tutta Europa, tramutandosi in un vero e proprio canone da seguire e diffondendosi, dal campo religioso, anche ad aree laiche.
Fu il primo periodo nella storia dell'arte di cui si sono conservate opere pressoché in tutti i campi: basterà ricordare le numerose cattedrali svettanti verso il cielo, le chiese e le abbazie - tutte impreziosite da cicli scultorei - le vetrate istoriate, gli affreschi, le opere di oreficeria e i codici miniati.
A queste seguono poi i numerosi palazzi del potere secolare, castelli e dimore nobiliari, tutti contenenti
importanti opere d'arte.
La pittura si sviluppa ed assume in Italia importanza predominante rispetto agli altri paesi in virtù di una complessa articolazione in scuole e centri, e delle notevoli opere di illustri rappresentanti, che riportarono nelle immagini la vitalità e lo spirito del gotico.
Indirizzata dalla scuola di Cimabue e Giotto, la pittura gotica italiana elabora applicazioni prospettiche, suggestive e realistici paesaggi urbani e rurali ed incisivi ritratti.
Si sviluppa con lineare realismo in Lombardia, in senso drammatico in Firenze, con raffinato lirismo a Siena, con vivacità in Emilia e con estrosa fantasia nel Veneto, per tornare ed aprire la via al formarsi di una tradizione che giungerà, attraverso il gotico internazionale di Simone Martini, ai massimi fastigi del Gotico.
Morte di San Martino. Simone Martini
La pittura gotica, come la scultura e l'architettura, assunse caratteri diversi a seconda della regione in cui si sviluppò. Al di fuori dell'Italia la pittura rivestì un ruolo di secondaria importanza rispetto all'architettura e alla scultura: scomparvero quasi del tutto i cicli ad affresco tipicamente romanici, mentre trionfò la pittura sulle vetrate all'interno delle grandi cattedrali.
In Italia invece si continua a preferire sempre la pittura ad affresco, i mosaici e le tavole dipinte!
Le correnti d'oltralpe si sovrapposero al gusto bizantino che persisteva in Italia dando origine a tre diverse correnti pittoriche: la scuola senese con Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, la scuola fiorentina culminante con Giotto e la scuola romana il cui massimo esponente fu Pietro Cavallini.Indubbiamente la pittura di Giotto influenzò tutti i pittori del tempo elaborando un linguaggio pittorico riccamente umano e naturalistico emblematici sono gli affreschi della basilica di S. Francesco ad Assisi e quelli da lui realizzati nella cappella degli Scrovegni a Padova.
È un periodo molto importante che si colloca tra il 1360 e il 1450, secondo i luoghi ha varie sfumature e durata. A volte è chiamato tardo gotico a volte gotico fiammeggiante. Si parla molto più giustamente di gotico internazionale, perché in questo momento nella storia d’Europa c’è stata un’internazionalizzazione delle arti figurative, nel senso che dalle regioni più a sud come a nord si parla un linguaggio simile che muta solo in ragione degli artisti
Lo stile è comune, la caratterizzazione formale è univoca che rende omogenee le varie regioni europee. È per questo che si parla di gotico internazionale. Regioni diverse ebbero contatti intensissimi che generarono questo filone d’arti figurative. Nella pittura troviamo un’altra grande espressione del gotico internazionale, soprattutto nelle miniature e nelle tavole; sono decorati in modo mirabile i libri.
• Cimabue• Giotto• Duccio di Buoninsegna• Pietro Lorenzetti• Ambrogio Lorenzetti• Simone Martini• il Pollaiolo
Crocifisso
Gesù nato
“Il Francobollo”
di Cimabue Bacio di Giuda
San Francesco
Vergine con Bambino
San Francesco riceve le stimmate
La fuga
L’adorazione
L’ultima cena
Madonna con Bambino
Il cerchio perfetto di Giotto
L’ultima cena
La nascita di Gesù
L’angelo e la vergine
Gesù e i ladroni
La giovinezza di Duccio
La madonna e il bambino
La sepoltura
La nascita del Cristo
Allegoria del Buon Governo
Effetti del buon governo sulla città
Angelo dell’Annunciazione
Santa Caterina da Siena
Sepoltura di San Martino
La Dama
Ercole e l’Idra
I due fanciulli
Il martirio
La bolgia
Vita e
opere
Le opere
• A Roman
• Ad assisi
• A Napoli
A Roma
• S. Paolo fuori le Mura: 1277-1285• S. Giorgio in Velabro• S. Crisogono• S. Francesco a Ripa• S. Maria in Aracoeli• S. Pietro in Vaticano• S. Maria in Trastevere• S. Cecilia in Trastevere• S. Paolo fuori le Mura: 1325
La Vita Pietro Cavallini pseudonimo di Pietro de' Cerroni (fine del XIII
secolo prima metà del XIV secolo), pittore italiano. Fu tra i primi ad
allontanarsi dal rigido stile bizantino per accostarsi a tecniche che,
volte a creare l'illusione della profondità e a rendere i volumi delle
figure, anticipavano quelle della prospettiva. Le opere di Cavallini
comprendono i mosaici (Storie della Vergine, 1291 ca.) dell'abside
della chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma e una serie di
affreschi (Giudizio universale, Annunciazione e Storie bibliche, 1293
ca.) conservati nella chiesa di Santa Cecilia, sempre a Roma. Inoltre
vi sono gli affreschi del Giudizio universale, degli Apostoli e dei Poeti
(1308), che si trovano a Napoli, nella chiesa di Santa Maria
Donnaregina. Le sue ricerche nella direzione di una pittura realista
sono accostabili a quelle del suo contemporaneo Giotto.
Purtroppo nulla è sopravvissuto della prima attività del pittore, che intervenne nella decorazione ad affresco di S. Paolo fuori le Mura, perduta in seguito all'incendio del 1823 che danneggiò la basilica in modo gravissimo. Di tale decorazione rimangono soltanto copie del XVII secolo.
S. Paolo fuori le Mura: 1277-1285
S. Giorgio in Velabro L'affresco absidale di S. Giorgio in Velabro
rappresenta il Cristo affiancato a sinistra dalla Vergine e da S. Giorgio con il cavallo bianco; a destra da S. Pietro e da S. Sebastiano, un tempo compatrono della chiesa, poiché martirizzato, secondo la tradizione, nella zona del Velabro.
S. Crisogono Antichi dipinti attribuiti al
Cavallini dovevano trovarsi al
posto degli attuali tre riquadri con
scene della vita di s. Crisogono
nel catino absidale. Più in basso,
al centro del tamburo, si trova la
famosa tavola
musiva con
la Vergine e
il Bambino
tra i santi
Giacomo e
Crisogono.
S. Francesco a Ripa Insieme alla chiesa di S. Maria in Aracoeli, S.
Francesco a Ripa è il principale insediamento francescano a Roma. Un’ indagine sull'edificio è giunta a fissare un intervento di Pietro Cavallini nella chiesa trasteverina, consistente in un ciclo vetero e neotestamentario
e di una serie di Storie della vita di S. Francesco.
S. Maria in Aracoeli
Cavallini tuttavia nella chiesa capitolina eseguì la lunetta che decora il fondo della tomba del cardinale Matteo d'Acquasparta con la rappresentazione della Madonna con il Bambino in trono tra i santi Matteo e Francesco.
Quello nella chiesa francescana di S. Maria in Aracoeli fu probabilmente il più importante lavoro commissionato a Pietro Cavallini. A Cavallini fu infatti commissionata la decorazione dell'abside raffigurante l'Apparizione della Sibilla all'imperatore Ottaviano Augusto oggi andata perduta
S. Pietro in Vaticano
Sono attribuiti al Cavallini alcune pitture eseguite all'interno della Basilica di S. Pietro al tempo di papa Niccolò IV : l'opera del Cavallini, nota solo attraverso copie, interessava la parete d'ingresso all'interno della chiesa dove trovavano posto in alto Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, con una figura di papa ai piedi del primo, e più in basso i simboli degli evangelisti ed una fila di ritratti papali. Tra le opere in S. Pietro attribuite a Pietro Cavallini va anche ricordata la Madonna della Bocciata un tempo nella basilica e oggi conservata nelle Grotte Vaticane.
S. Maria in Trastevere Un'opera di sicura mano dell'artista è costituita dai sei
episodi a mosaico relativi alla vita della Vergine posti sotto il catino absidale di S. Maria in Trastevere, nonché dallo scomparto votivo con la Madonna tra i ss. Paolo e Pietro. Nello scomparto dedicatorio, ancora nel secolo scorso, era visibile una iscrizione con il nome dell'artista e la data, così da
rendere certa l'attribuzione al Cavallini. Il ciclo inizia da sinistra sulla parete accanto all'abside con la scena della Natività della Vergine, per proseguire nel catino con l'Annunciazione, la Nascita di Gesù, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Dormitio Virginis.
S. Cecilia in Trastevere L'imponente affresco del
Giudizio Universale nella parete di controfacciata della chiesa di S. Cecilia in Trastevere Originariamente doveva essere assai vasto, occupando tutta la navata centrale della chiesa a eccezione dell'abside e della parete di fondo. A sinistra, nel registro inferiore, si svolgevano le Storie del
Nuovo Testamento; in quello superiore, mezze figure di Sante Vergini; a destra invece le Storie del Vecchio Testamento erano sovrastate da figure di santi e profeti. Le sole parti visibili di tutto questo impianto che si stendeva lungo le pareti della navata centrale sono L'Annunciazione, S. Michele Arcangelo, il Sogno di Giacobbe e l'Inganno di Isacco.
Pietro Cavallini avrebbe eseguito dopo il suo ritorno a Roma i mosaici della facciata della basilica ostiense, commissionati da papa Giovanni XXII nel 1325. La datazione trova una conferma nella presenza, nel mosaico stesso, del papa Giovanni XXII (1316-1333) inginocchiato ai piedi del Battista.
S. Paolo fuori le Mura: 1325
Sempre nella basilica ostiense sono attribuite a Cavallini sculture raffiguranti il Crocifisso e S. Paolo, il Crocifisso di S. Maria in Monticelli a Roma, il Crocifisso del Museo dell'Opera del Duomo a Firenze e una Madonna con il Bambino in collezione privata.
Ad Assisi
Recentemente è stata esposta la rivoluzionaria tesi secondo cui sarebbe Pietro Cavallini l'autore degli affreschi della Basilica Superiore di S. Francesco, tradizionalmente attribuiti a Giotto. Confrontando poi gli affreschi del maestro principale della Basilica Superiore con quelli realizzati da Giotto nella Basilica Inferiore, si noterebbero delle differenze non solo di stile, ma anche tecnico-esecutive, evidenti soprattutto nella stesura degli incarnati, mentre il confronto degli stessi affreschi con il Giudizio Universale di S. Cecilia in Trastevere mostrerebbe delle evidenti somiglianze.
Basilica di san Francesco
A Napoli
Nell'ambito dell'attività napoletana di Pietro Cavallini, vanno ascritti alla sua mano gli affreschi della Cappella Brancaccio in S. Domenico Maggiore.
Pietro Cavallini presiedette anche alla
decorazione della navata, dell'arco trionfale e della Cappella Loffredo nella chiesa di S. Maria Donnaregina. Anche il Duomo di Napoli presenta opere attribuite a Cavallini: gli affreschi nella Cappella Tocco.
Sempre in territorio campano, in quello che fu il Regno Angioino, vengono attribuite a Pietro Cavallini anche altre opere: il breve ciclo di affreschi nell'abside di S. Salvatore Piccolo a Capua; un ciclo di affreschi a S. Angelo d'Alife in provincia di Caserta; la Dormitio Virginis nella chiesa di S. Maria a Piazza ad Aversa, sempre in provincia di Caserta; il gigantesco S. Cristoforo nel
chiostro trecentesco del Convento di S. Chiara Vecchia a Nola (in provincia di Napoli); alcuni murali in S. Lorenzo Maggiore a Napoli; a venerata tavola della Madonna nel Santuario di Montevergine a Mercogliano.
Il Giudizio universale
Del Giudizio Universale rimangono la fascia centrale con il Redentore circondato da una corona di angeli, ai cui lati si dispiegano i due gruppi degli apostoli, seduti su scanni, preceduti da Maria e da Giovanni Battista in piedi.
Apostoli
apostolo
apostolo
Vergineparticolare del
Giudizio Universale
apostoli
apostoli
Il redentore con Angeli
Il redentore particolare del
giudizio Universale
Il redentore
Angeli
angelo
Apostolo
Mosaico dell'Adorazione dei Magi
Mosaico della Dormitio Virginis
Mosaico della Natività della Vergine
Mosaico dell'Annunciazione
Mosaico della Nascita di Gesù
Mosaico della Presentazione al Tempio
Mosaico della Madonna tra Ss Pietro e Paolo
l'Adorazione dei Magi
I tre Magi, vestiti con abiti ricamati e preziosi, presentano le loro offerte al Bambino seduto in braccio a Maria posizionata a sua volta davanti ad un trono. In alto a sinistra è raffigurata una città turrita, probabilmente Gerusalemme, posta in cima a un monte che, oltre ad avere una valenza simbolica, permette di percepire la profondità della scena.
A sinistra del letto funebre S. Paolo piange ai piedi di Maria; a destra fra apostoli e vescovi è rappresentato S. Pietro con il pallio romano e con l'incensiere, mentre in ginocchio, presso la defunta, è S. Giovanni; al centro, fra due angeli, il Redentore con l'Anima di Maria. Di fronte al grande
sviluppo che il tema della Dormizione aveva raggiunto nell'area culturale bizantina, la versione cavalliniana appare fra le più raccolte ed intime, pur accogliendo i vari motivi comuni, come Pietro che con l'incensiere sembra compiere l'estremo rito di suffragio.
Dormitio Virginis
la Natività della Vergine
S. Anna, seduta ai piedi del letto, assiste al bagno della neonata, con l'ostetrica che protende la mano per saggiare la temperatura dell'acqua prima di immergervi la neonata; al suo fianco due visitatrici offrono cibo e bevande.
La Vergine, seduta sul trono, riceve l'annuncio dall'Angelo. Il polo d'attrazione della scena è il grande trono, che definisce lo spazio prospetticamente; a esso è affidata la funzione di misurare lo spazio e le figure, creando una verosimiglianza che rinnova profondamente il tema sacro.
l'Annunciazione
la Nascita di Gesù
All'interno della grotta Maria, distesa, ascolta l'annuncio che gli angeli fanno ai pastori. In basso S. Giuseppe, un pastorello suonatore di corno e un cane colto nel momento in cui volge la testa verso il bambino.
la Presentazione al Tempio
Simeone ha in braccio il Bambino e ha vicino la Madonna, S. Anna e S. Giuseppe che offre delle bianche colombe.
Madonna tra Ss Pietro e Paolo
È il riquadro dedicatorio del ciclo in cui è raffigurata la Madonna col Bambino, fra i Santi Pietro e Paolo. In ginocchio, rivolto verso di Lei, è ritratto il committente dell'opera, Bertoldo Stefaneschi.
Hanno lavorato per voi…
Guglielmone Luca
Pittura gotica, tecnico audio e arrangiamenti vari.
• Pietro Cavallini
• Tuttofare
Massaro Marco
Pessiva Giovanni
Pittura gotica, tecnico generico e tanto altro che Massaro non potrà mai apprezzare.