Della Architettura Gotica

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Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google

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Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è

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dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,

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~ R R E D l Df\NE ARTS L\BRARY

Harvard College

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Stephen SalisburyClue of-1817

OF WOilCISTIIl, UASSACHUSITTS

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DELLA

ARCHITETTURA GOTICA

DISCORSO

J)J

CARLO TROYA

·V.slrollou l Glni'1UIIe II Glamballlola \'leo•.

NAPOLIn'AIILIIIINTO TIPOGIIAP'ICO DEL CAV. GAf!fA!(O !(OJILII

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DELLA

ARCHITETTURA GOTICA

lo prendo a ridurre in un corpo solo ed a compendiare le cose,che ho sparsamenle scrille sull'Architettura Gotica, secondo levarie occorreoze ora della mia Storia d'Jtalia ed ora del mio Co·dice Diplomalico Longobardo. Foodamento primiero d' un talestudio e 1 fatto da me poslo in chiarezza, che i Goti altri non fu-rono se non i discendenti de' Geti di Tracia, ricordali da Erodoto,cd indi tragittatisi di hl dal Danubio neii'Europa Orientale, ove phitardi ebbero i l nome anche di Daci. Ma nel presente lavoro nonposso ritessere i racconti dell' infinite loro trasmigrazioni, duran-te il corso di nove secoli dall' eta d' Erodoto, fino a quella incni vennero in ltalia gli Oslrogoti di Teodorico degli Amali, edi Visigoti si condussero nelle Gallic Meridionali ed in Ispagnacol Re loro Ataulfo. Dovro dunque starmi contento ad alcuni fattiprincipalissimi, lasciando Ia cura di ram men tare gli altri alia Tavola Crono/ogica, dame pubblicata fin dal1842. Qui vi s'additanoe chiamansi ad esame l'autorila ed i Documenti delle mie narra-zioni, onde poi diedi un Prospetto ne' Fasti Getici o Gotici.

I Documenti, accenoati nell'anzidetta Tavola Cronologica, piac-quero al celebralissimo G i a ~ b b e Grimm, che tutti l i riferi, e non ·ne omise alcuno, in uo Discorso intorno a' Geti, da lui lelto nel5 marzo 1846 all' Accademia di 1Jerlino4. Altro egli non v'aggiunsedi nuovo fino al sesto secolo prima di GEsu CRisTo, se non una

citazione d'Anastasio Sioaita intorno a' Daci o Dani. Ben l'animodove godermi nello scorgere, che un uomo si dotto calcasse lestesse vie, chc io aveva tcnulc, per dimostrare l'idenlila de'Geti oGoli e de' Daci: rna non potei consentire alia sua opinione, chetutti cosloro avesscro formato un solo popolo co'Germani di 'fa-cito, e pero co' Longobardi guidali dal Re Alboioo in ltalia e coiFranchi tramutatisi nellc Gallie. lo non nego, che Geti o Goti e Ger-mani vennero in principio dall'Asia, donde si parlirono tulle le

genti; rna gia io avevanegalo!;

ed or tornoa negare, chei Germa.

nii riposli da Erodolo fra'popoli agricollori dell'antica Persia nelle

4 GRIMM, Uber Jornandes und die Geten- Berlino 18i6, in 4.! Vedi Storia d'ltalia, Vol. I, pai. 413 (stampato nel 4839).

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4 DELL'ARCHITETTURA GOTICA

regioni ph\ felici del nostro globo fossero slali, per la nuda somi-

glianza del nome, i progenitori de' Germani di Tacito, colanfoschivi, e per lunghi secoli, dell'agricoltura ferma e sfanziale. Ne

credo, che quegli agresti abilatori de' rozzi e viii lugurj descrillida Tacito avessero conservato alcuna memoria dell'ArchilelluraOrientale, allorche di mano in mano s'andarono allargando nel-l'inospite selve inlerposle fra i l Reno, i1 Danubio ed i l Ballico.Sia stata qunlunque l'e\A, in cui da una regione qualunque del-l'Asia giunsero in quesli allre voile si paurosi spazj d'Europa gliantenati de'Germnni di Tacito, egli e erto chc v"inselvntichirono,e vi perdellero Ia rimembranza d"ogni precedcnle lor civiltA, se

pur l'ebbero: egli ecerto, che tali senza niunn di queste rimem·branze durarono per molli secoli, ne prima dcll'ottavo penelrovvil'aura Cristiana, per la quale, alia voce di San Bonifazio, comin-ciarono ad ediflcarsi le prime Cilta e ad erigersi le prime Cattedrali.

I.

Non cosi avvenne a' Geli o Goti, che si fermarono in 'rracia eristellero presso aile boccbe del Danubio, in luoghi men lonlanidall' Egitlo e dall'Asia Minore. Verso l'anno 640 innanzi GEsn

CRISTO signoreggio sovr'essi Zamolxi (Erodolo lo credeva pin an-

tiro); erudito nell' arli d'Egitto e d'Oriente. Zamolri, fecc co-struire un cenacolo, dove solea congregare gli Otlimati del popoloe trn lieli desinari predicar Ja Religionc, che parve percorrere al

Cristianesimo e che pin onoroladegnitAdell'uomo, si come Religio-ne fondala sui dogma delJ'immorlali\A dell' anima. I Geti o Goli al·

lora coocepirono un gran dispregio della vita per la speranza d'an·dare a ricongiungersi con Zamohi, accettalo da essi per Dio. Mo-

rivano allegri fra'crudeli lormenli dell'esser lancinli nell' alto e fatticadere sopra una selva di dardi ritti ad uccidcrli. Chiamaronsi daindi in qua gl'Immortali: e si divisero in varie Ca8te. Prima lra

quesle fu Ia Sacerdotale de'Tarahosti ode'Zorah08 Tereoa, don-de uscivnno i sommi Sacerdoli ed iRe. Un altr'ordine Sacerdola·le appellossi de' Pii, che con 1'armonie delle Cetre concludeva ipubblici accordi e ponea fine alle guerre, vestilo di candide vesti.

CoJoro, i quali fondauo Ja Storia primiliva de'popoli su'facili edanche sugl'ingegnosi diletti dell'etimologie d'aJcune pochissime vo-

ci di sempre incerto c mutabiJe significato, veggano se v'ha nulladi simile nella sostanza viva de'fatli Getici, e de"Germanici: ese nelsettimo secolo avanti l'Ern di GEsu CRISTO i Germani di Tacitopotessero vautarsi d'avere l'Architeltura, buona o catliva, d'un

cenacolo, che fu Ja culJa d'una Religione illustre, sebbene spiela·ta e bruUa perle sue moltc superstizioni cd incantagioui; d'w1a1\eligione, ch'ebbe la sua Gerarchia ed i suoi Pontefici e lc sue

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DU.L'J.BCBIHT'I'1lBJ. GOTICJ.. 5

Litorgie particolari e le sue. Celre , operatrici di grandi effetti

politici. Nel 640 inoanzi GBsu CusTo, niun sospetto della futuraloro graodezza davano i Romani, e della gloria coo cui avrebbeTraiaoo dopo nove altri secoli vinta una parte, una parte sola delpopolo di Zamol.ri.

II.

Filippo di Macedonia, padre d'Alessando, guerreggio contro iGeli o Goti e si rivolse repenlinameote contro Ia loro cilta d'Udisisitaoa in 1'racia. Ogni speraoza di salute s'era perduta dagli assediati, quando si videro prorompere alla volta del Macedone i Pii,

ravvolti nelle bianche vesti, e spalancar le Porte con le lor Cetrein mano, si come narra lo Storico Dione Crisostomo t . A' loro concenti non aspettati s'arrestarono stupefatti gl i assalitori, e non solamente Filippo concede a' Geti Ia pace, rna tolse in moglie Medopa,nata dal Re loro Gotila i . In quell'eta, gia le Colonie dei Geti diTracia erano passate ad abitare di Ia dal Danuhio, ed aveano gia

costruita Ia cilta d'Elis, ove Alessandro, figliuolo di Filippo, gli

assali con breve insullo, prima di parlirsi alla volta dell'lndie.Vigiunse non osservato, menando i suoi Macedoni per traverso aile

biade cresciute nelle Getiche pianure: guasto e distrusse Ia citta,

rna i Geti ne fecero a capo di qualche anno una fiiera vendetta, uc·cidendo i l suo Luogotenente Zopirione, che guidava trenta mila

Macedoni contro essi. Piu Hera, perche phi nobile, riusci quellache presero di Lisimaco, successor d' Alessandro nel Regno di Tracia, quando i1 Re de' Geli Dromiehete lo fe' prigioniero in battaglia , e , serondo i l costume Zamolxiano , apprestogli splendidecene, dopo le quali e' die al vinto Lisimaco una sua ftgliuola innuora.

Tanta possanza nell 'armi e modi si squisiti di vivere, durante

Ia pace, rivelano Ia Storia occulta delle conquiste de'Geti o Goti e

del loro innoltrarsi gradatamente neUe vaste contrade, che s'aprono tra '1 Danubio ed il Ballico. Ignota fu alia piu parte de' GreciIa Storia de'progressi, che i l popolo degl'Immorlali di Zamol:lifece nell'Oriente d'Europa: ignota, o dissimulata da' loro Scrittori Ecateo d'Abdera, Eforo, Senofonte di Lampsaco e Filemone,per quanto puo raccogliersi da' loro brevi e scarni frammenti. El ·lanico di Lesbo, Platone, Timeo e Diodoro Siculi con allri non

tacquero de' Geti e delle loro incantagioni : ma Teopompo l i confuse con allre genli e narro incredibili cose, quantunque avessedetto i l vero, lodando le Cetre de'Pii 3, Nel secondo secolo innan-

4 Veda Storla d'ltalia, Vol. I, par. 489 - Tavola Cronologica, par. 403.I lbidtm, Vol. I, par. 489.3 TRI!QPO.PU8, apulf ATRI!Uio•, Dipno1, lib. XIII, cap. s.

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6 DELL' A.BCHITETTUBA. GOTICA.

zi l'Era Volgare, Posidonio rammento J'u8anze de'Getici Ctisti o

Capnobati da' quali s' ebbe in onore il celibato, e si pose in operauna parlitX>1ar sorta di suffumigj e di s a c r i f i ~ j f . Quesle memoriedi Posidonio ci furono trasmesse da Strabone, che phi e meglio diqualunque altro avrebbe con Ia sua perspicua brevita potuto deli·nearci le Storie antiche de' Goli: ma da cio per l'appunto, e connostro grave danno, e' disse volersi rimanere i . Niun popolo in·tanto fra quelli, a' quali davasi da'Greci l'appellazione di Barbari,avea Storie piu anliche e pili certe di quelle de' Geti o Goti.

Aile discipline cotanlo vetuste si dell'Architellura e si della Mu-sica presso gl'lmmortalireoo grandi mntazioni Deceneo, che Stra

bone distingue col titolo di prestigiatore, per additare Je maravi·gliose riforme da lui fatte appo i Geti o Goti d'ollre i l Danubio,edi suoi stabilimenti sui Sacro Monte detto de'Cogeoni. Venne dall'E·gitto e daii'Oriente si fatto prestigiatore: introdusse il culto deiMinori Dei dopo Zamolxi e degli Eroi ; fabbrioo in onor loro pic·coli 'fempj, che allestano sempre Yiva e fiorente Ia successionedclJc Architetlooiche arti, ondc a'Geti o Goli di Tracia il ccoacolo di Zamolxi avea dato i lineamenti, Orientali forse, non Egizj,e che fu Ia sede primiera delle sue incanlagioni.

Le riforme di Dcceneo avvennero al tempo di Lucio SiJJa, quan

do· Berebisto regoava su'Geti, allargando fuor d'ogni credere i Ji-mili e Ia possanza del loro imperio. Conquisto gran parte dell'O·rientale Germania; e fu egli che riceve l'ospile Deceneo, e glife' onori e Jo volle a parte del Regno, godendo, cbe quello slra·niero spargesse nuovi sludj e l'amor delle scienze de1Ja natura fra

gl'/mmortali.Deceneo die i l nome di Pilofori o di Pi/eati agli anticbi Zoraboa Tereos, e divise in due i Geti o Goti; nell'ordine,cioe, di si fatti Pilofori. donde i Re uscivano, e nell'altro de'Ca·pel/uti o Criniti, ovvero de' u e r r i e r i ~ che duro Iungamente in

ltalia sotto gli Ostrogoti. Deceneo scrisse pe' Geti o Goti le Leggi,

delle Be/lagini a, le qua1i, altesta Giornande, si serbavaoo tullorascrilte al suo tempo in ltalia dagli Ostrogoti, verso Ia meta del se·sto sccolo di nostra salute.

In quale Alfabeto furono esse deltale? Nol so, ed ignoro se iGeti si servissero per Ia )oro lingua delrA1fabeto de' Greci, o di

qualche altro ignoto a noi dell'Asia 1\linore fino all'anno 360 dell'Era Volgare in circa, quando Ulfila ridusse il Getico A1fabetoalia forma, cbe oggi queslo conserva, e-che da lui prese i l nomedi Ulfilano. AJio slesso modo gli Armeni, per dinotare i lor con·

t Vsdi Sloria d'llalia, Vol. 1, pag. ~ 7 8 .2 STRABO, Geogr.lib. VII, pag. 303 !Casaub. 4620).3 loarurm. , De Rsbu1 Gsticis cap. XI • !OECEI'IABUs) natural iter propriis Is-

• gibus vivere fecit, QUAS USQUE NUNC CONSCRIPTAS BILLAGII'I£8 vocanl».

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DELL'A.RCHITETTUIU. GOTlCA. 7

cetti nella palria e primitiva lor lingua, usarono per lunga sla·

gione l'Alfabelo Siriaco: poi venneMesrob

a' tempi stessi d'Uifila,e si fece autor di quello, che fiori e fiorisce in Armenia.Poiche le Bellagini vidersi ridolte in iscrillo da Deceneo, seb

bene senza un Alfabeto Gelico, l'idioma degl'Immortali era giadunque costruilo e gia soggetto a' freni della Gramatica, quandonei giorni d'Augusto e di Tiberio sopraggiunse Ovidio in Tomi,diqua dal Danubio. Ben questi cerca dipingere e non lralascia d'esagerare i coslumi barbarici de' Geti , che circondavano Tomi diqua e di Ia dal gran flume: pur tuttayolla, chi l'avrebbe creduto'tall'esule s'apprese Ia fiamma di scrivere un libriccino in Jingua

Gelica,od

almeno di fingere d'averlo scritto; e sebbene un Romano ed un odiator si fiero di quel popolo dicesse, che di cio vergo-gnavasi 4, egli nondirneno affermo d' averlo della o quel suo libriccino o poemetto. Fu in lode di Augusto, ed ordinato ad ottener Ia grazia del ritorno in Roma; pieno percio di teneri aft'ettie di delicate adulazioni.

Ill.Augusto Jascio stare i disegni concepiti da Giulio Cesare d' as

soggettare i Geti o Goti di Berebisto, ed assegno i l Danubio per

limite aU'Imperio Romano. Ma i lamenti d'Ovidio sulle continuecorrerie de' Geti Oltredanubiani contro Tomi dimostrano, chequesto limite non era punto rispettato dagl'lmmortali. La. fama dicostoro mosse Giuseppe Ebreo, r.he scrivea sotto i figliuoli diVe-

spasiano Imperatore, a studiare i Getici costumi, ed e' nolo particolarmente quelli degli .Ctiati celibi di Posidonio, abitatori delPonto Eussino, facendone i l paragone co' coslumi degli Esseni diGiudea: tanto J'origini ed alcuni usi Orienlali de' Geli o Goti col-

pivano l'animo di ciascuno. A quesli Giuseppe die neUe sue Storie il nome di Daci Pliati o Poli81i ! . Poco appresso Dione Criso-

stomo, uomo tenuto in gran pregio da Traiano, delto in Greco leStorie Geliche, oggi perdute; dal quale Scrittore udimmo teste lo-.dati gli affelli cd i canti de' Pii d'Udisitana e di Filippo. Qual perdila non fu quella de'Commenlarj, che le stesso Traiano scrisseintorno aile sue guerre Daciche't Non certo per lo stile, rna per lequalita degli eventi e per la difficolla dell'imprese doveano appena cedere illuogo a' Commentarj della Guerra Gallica.

Ecco in tuUo i l corso de' tempi, da que'del cenacolo di Zamolxifino agli allri dell'assedio d'Udisitana, fiorire presso i Geti o Goti

sull'una e sull'altra riva del Danubio l'arti della Musica e sopral-

4 & Ab, PUOETI et GBTJCO scripsi SBRBONBiibellum! ».

OviD . , Ero Ponto lib. IV, eleg. 43.! V1di Storia d'Jialia, Vol. 1, pag. 505. - Tavola Cronologica, pag. ~ 0 2 .

z art ' t rrnr &· ·

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8 DBLL'ABCBITETTUa. GOTICA

tutto dell'Architettura, della quale io debbo spezialmenle ragiona-

re. Ma tulle le discipline della civilta de' popoli non possono di-scompagnarsi aft'aUo, e l'una i l pili delle volte spiega e dicbiaraquali siano le condizioni d'un'allra. Donde si vede, cbe i Geti oGoti abitarono in cilta morale, come Udisitana ed Elis; ch·ebberoin ciascuna i l Co11egio Sacerdotale degli armonici Pii; che per co-mandamento di Deceneo edificarono piccioli Tempj e Cappelle in

onor degli Eroi, e de' lor Minori Dei. Nella Liluania e nella Sa·mogizia, conquistate poscia da Ermanarico i l Grande, progenitoredi Teodorico, Re d'ltalia, rimasero fino al qualtordicesimo secolo,Je reliquie del cullo d'una turba d'infiniti piccoli Numi, alia rna·

niera Decenaica, e le ricordanze del Getico Pontificato 4. 11 Diodella Terra s'appellava tuttora Zamelusk o Ziameluski nella Li-tuania 1: e fra gli Estonj, soggiogali sul Baltico da' Geti o Goti do-po la morte d'Ermanarico i l Grande , il suono dell'arpa d'un PreteCristiano basi.O a salvare un Castello, minacciato da essi 3: ciO checi rammenla gli antichi portenti delle Cetre Geticbe.

IV.

Ma si r itomi all'eta de' figliuoli di Vespasiano e di Giuseppe E-breo, allorche Domiziano pervenne all'lmperio e voile domare i

Geti d'oltre i l Danubio ed impadronirsi del lor Sacro Monte. In-vano Stazio, adulando, canto, checostui lo aveva per sua clemenzareatituito a' Daci ' : ben seppero i l contrario i Capitani di Roma,che valicarono i l Danubio, lroppo fortunati se poterono ripassar-lo e ritornare in Tracia; rna Cornelio Fosco vi perde Ia vita e lesue legioni furono disfatte, si cbe l'lmperio si vide condotto a do-ver pagare annui lributi a' Geti o Daci, su'quali ora signoreggia·va Decebalo. Si sospinse questo Re in Tracia e ne fe'tale governocbe Tacito pochi anni dopo scrisse ! : n Tot exercilus in Mozsu.)) D.AcuQUB . . . . amissi; tot militares viri cum tot cohortibus ex·

)) pugnali aut capti; nee jam de limite Imperii et ripd, sed de)) bybernis legionum et possessione dubitatum. . . . . . . . . Cuml) damna damnis continuarenlur, atque omnis annus funeribusn ac cladibus insignitetur . . . . . • )).

Immensa copia di Romani cadde prigioniera neUe mani del ReDecebalo, che muniva le sue Getiche ciltA della Dacia, e che cer·tamente servissi delle loro braccia ed ancbe delloro intelletto per

render piu valide le fortezze del suo Regno. Ma non per questo i l4 VtdiStoriad'ltalla, Voi.IJ,pag. 687.

2 Ibidem, Vol. II, pag. 689.3 Ibidem, Vol. I, pag. 86! . - Tavola Cronologica, tmg. 35!l.'STAT., Silvar. l.ib. I, (;arm. 4.IS 1 ACIT. Vita !GaU:OUB cap. 't.

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DELL'A.RCBlTETTUU. GOTICA. 9

Getico popolo apprese da que'prigionieri l'arti dell'Architettura;

e Ia Gotica faccia dell'antiche citla d'Elis e d'Udistana ricompar·ve piu maestosa in Sannizagetusa nella regione, che oggi da noisi dice Transilvania; Ia dove Decebalo fece di questa Sarmizage·tusa Ia sede principale del Regno. L'immagini della sua Reggia,e delle sue rocche, dopo aver fatto disviare i l flume Sargezia pernascondeni i Getici tesori, si veggono luttora scolpile nella Ca.lonna Traiana; il piu nobile Monumento rizzato da' Romani percelebrar Ia gloria del vincitore de' Daca.Geti. Traiano si mosse fi..

nalmente a vendicar l'onte dell'lmperio, e ad abolire il tributo;ciO ch'egli oltenne merce due guerre solenni, le pin ditllcili e pau·

rose, onde sinsi conservala Ia memoria negli Annali de' Romani.E qual gloria non fu per quell'lmperatore l'aver dislrutto Deceba·lo, e conquistata una terza parte del Yasto Regno di lui?Qual gla.

ria maggiore, dicea Giuliano Apostata nella sua Salira contro iDodici Cesari, dell'aver poluto superare le genli, che tanto dispre.giavano Ia vita, e che portavano i l nome d'lmmor-lali. Ma larga

materia di riso apprestarono a Giuliano l'incantagioni Zamolxia·ne de'Geti.

Questa splendida lode s'ascolta in onor di 'fraiano Imperatorenella horea del derisore de'primi suoi predecessori. Noodimeuo Ia

Colonna Traiana,che sussiste tultodi,e i l testimonio piti certo del·l'ecrellenza, in cui era venuta l'Architettura presso i Goti di Dece-balo. Prima delle due guerre Daciche, Tacito scriveva i l suo librodelJa.Germania, verso l'anno 98 di Gzsu CatsTo.Non parlo diemche ivi si dice del guidrigildo, ignoto a' Geli o Goli, essendo statoquesto i l perpeluo argomento de' miei studj sui Codice Diplomali·co Longobardo. Ma ciascuno puo leggere in Tacito , quanto per

tutti gli altri rispetti fossero i suoi Germani diveni dai Geti o Goli,essia da' Daci, per Ia Teocrazia, per Ia potesta de' Re, per gli or·dini Sacerdotali ed Aristocratici; pe'sagrificj e gli auspicj; perlediscipline letterarie introdotle da Deceneo; per le condizioni ma.bili dell'agricoltura e del continuo mutamento delle terre, allequali non chiedeYasi altro che il grano in Germania (aola aegeaim_1J6t'tlfur): soprattutto perle qualita dell' ArchiteUura, Ja dovenon si conosceano le citta (urbea ntd/aa habilari) e non si costrui·vano i tugurj vicini gli uni agli altri da' Germani, rna ciascunointerponeva grandi spazj di terra fra que' tugurj o per panra de·

gl'incendj, o per igrtotanza dell'arte d'edi6care (inacitia aedifi·eand1). Niun uso della calce; niuno delle tegole: e sacrilego era

il pensiero di rizzar Statue o di fabbricar Tempj alle lor Divinita,quui rimanessero elle imprigionale in tal goisa fra le mura (pa·rietilnu cohibere Deoa) . Quando poi si cominciavano a mutare icoslumi, levossi un' aweste dimora, Ia quale· si ehiamo piu dallla.

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to DELL' ARCDlTETTCRA GOTICA

mano che non dal Germano il Tempio dellaDeaTanfana. So, che

ad alcuni or sembra pili spiritale i l concetto dc'Germaoi di Tacifodi non alzarsi ne Tempj ne simulacri agli Dei: rna qui non si trattadi cio ; qui non occorre altro notare se non Ia gran diversitA fraessi Germani e gl' mmortali cosi di Zamolxi come sopratlutto diDeceoeo, e Ia mancanza d'ogni Architettura in Germanin. Manonpotra mai lodarsi a bastanza, ne alcuno piu di me lodolla in tultoil corso della Storia, Ia dolcezza della servitti presso i Germani diTacito.

Di qui si scorge qual somiglianza regnassc fra una borgata delle selve di Germanin, c l'alta Sarmizagetusa di Decebalo, senza

toccar dell'altre citta Daciche, figurate nella Colonna Traiana, emassimameote di quella, dove si rinchiuse In sorella del He t.Tali, quali or gli abbiamo veduti, eraoo i Germani di Tacito setteodotto secoli dopo la predicazione Zamolxiana dcll'immortalitd deJ.J'anima fra' Geti o Goti. Uu si Jungo spazio di tempo dee canceJ.Jarsi affatto dalla Storia per concedere, che i due popoli fosserod'una stessa razza, e che arrivati fossero insieme dall'Asia in sullehocche del Danubio. S'e'dovesse tenersi per vero, che cosi l'una

tribu come l'altra venule vi fossero entrambe in uno stesso giorno, iosieme partitesi dalla Persia o dall'lodia o dalla Cina, sareb

be non meoo vero, ch'elle si separarono, e divconero aft'atto straniere fra loro, e vissero a questo modo per molti secoli fino a Za-molxi, poscia per selle altri fino a Deceneo, e poi per otto altrifino alia promulgazione del Vangelo fatta da San Bonifazio. Nonvanno comprese nel mio ragionamento queUe parli della Germanin di Tacito, le qua1i furono cooquistate da'Geti o Goti del Re·Berebisto e da'suoi Successori, rna prima di San Bonifazio, le qualiparti percio acquistarono Ia natura Gotica ed appresero l'idioma,che ho detto essersi chiamato Ulfilano. Questo·s'ando suecessiva·mente insinuando ed infondendo negl'idiomi Germanici primitivi,

e vi dura oggidi nelle bocche 1'edesche. Ne nego, che il Polileismo Romano era piu ritroso del culto de' Germani di Tacito a ri·cevere in se i propizj semi del v ngelo: rna chi pili degli lmmor-tali di Zamolxi potea tenersi per on popolo capace del Cristianesimo?

v.Le vittorie de' Geti o Goti sopra i Romani prima delle due guer

re Daciche di Traiaoo, e massimamente quella di Cornelio FOSC()

procacciarono i l nome d'Anai o d'Aai, cioe di Semidei, a que' Pilo-

fori ed a quei Capelluti, che piu s'erano in un tanto perioolo illustrati. Fra tali Aai fu Caplo, dal quale discese, dopo diciassette

f Yedi Storla d'ltalia, Vol. I, pag, 57'-Tavola Cronologlca, pag. m.

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DELL'.UCHITBTTUR.A. GOTIC.l 1f

generaziooi, Teodorico, Re d'ltalia e padre d'Amalasunta; e fu c

ziandio Ballo, doode trasse l'origini Alarico, i l qualc s'inipadronidi Roma nel 409. I nipoli e prooipoti di Gaplo signoreggiarooosugli Ostrogoti; que'di Dalto su' Visigoti: due grandi famiglie delpopolo Gotico, come nella Dacia, rimasla Iibera dall'armi Romane s'appellarono esse dopo la morte di Decebalo ed i trionfi diTraiano. 11 bisnipole di Gaplo, chiamossi Amnlo, e per lui si chiamarono i suoi discendenli gli Amali. Or cosi gli Aai o Semidei

Amali che i 8emidei Balli, quando ebber nell' anno 107 perdutaSarmizagetusa, si ridussero nell'nltre due lerze porzioni del Regnodi Decebalo di 18. dal Prul ed a cavaliere de' Carpazj , donde co-

minciarono coolro i Romani quell'asprn e continua guerra, checostrinse finnlmente Aureliano, fortissimo lmperatore, ad abban-

donar Ja Dacia cooquislata da Traiano,ed a ridursi nell'anno27 5di GEBu' CatsTo, al limite A u g t u ~ t e o di qua dal Dnnubio.

Ne' cenlo sessanl'olto anni della dominazione Romana, Ia Dacia di Traiano si Laliniz.zO in huon dato: rna Gotico e puramenteGotico duro il resto, cioo Ia maggior parte, del R.egoo di Deceba- ·lo. Gli Ostrogoti vissero sotto i l reggimenlo degli Amali, ed i Vi .

sigoli soUo quello de' Balli, fino al fte Ostrogota degli Amali, chetegno sopra enlrambe le due grandi lribu nella meta del terzo

secolo. Poscia l'undccimo discendente di Gapto, ed i l seslo del ReOstrogota, Ermanarico degli Amali, oltenoe anche di signoreggiar sn' Visigoti e sugli Ostrogoli, con le forze unite de' quali e' diei principj aile sue cooquiste.

VI.

Non appena erano spenti Decebaloacadula Sarmizagetusa, cheCelso i l Filosofo si pose a scl'iverc, volgendo l'anno 131, contro iCristiani. E' faceva uno stolto paragone lraZamolxi e G ~ : s u ' C a i s T o ;poscia, volendo in qualche maniera deprimere 1'antichitA. dei Li-bri Mosaici, lodo l'antichitA. e la sapienza de' Geti o Goti. Non an-

cora un mezzo secolo era trascorso , e Luciano ricordo i sacrificjdegli Scili, ma parlava dei Geli, perche non lacque de' loro Pa'lo-

fori, ne dell' uccisione degli Ambasciatori che spedir doveansi aZamolxi 4. Ne tardo Clemente Alessandrino 2 , rifermar ne' suoiLibri dell'anno 193, i racconli di queste uccisioni degli Ambascia•tori; lodando ad un'ora le discipline 6.loso6che si d'essiGeli o Golicome de' Traci Odrisj , e sopraltuUo le doUrine Zamolxiane sull'immorlnlita dell' anima, Ia rassegnazione de' Geti alla morte, Ialor cura in onorar gliEroi ed i sapienti della loro nazione. 11 che,tutti lo veggono, riesce all'Architettura Gotica, ed alia rinoman-

4 J.ucrnus, In ScYTBA, Operum vol. I, pag. 859 (edit. Hemstberuis).t CLBMBKS ALBXAKDancus, StromtJt.um, I.lb. I, Cap. 41S; Ub.JV, Cap. 8,

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Ji DaLL' .UCBITIT'l'UU GOTIC.l

za degli ediftej posti a quegli Eroi, divolgata da per ogni dove

oe'luoghi pin lontani dal Prut e da' Carpazj. Quanto alia DaciaRomana, l'uccisione degli Ambasciatori a Zamolli fu certamentevietata nella stessa guisa, ehe nelle Gallie i riti ed i saeriftej uma-ni dei Druidi erano stati dianzi per gran ventura dell' umano ge-nere aboliti dagl'lmperatori.

VII.

Ma gia cominciava da lungi laluce del Vangelo a rispleoderepresso gl' /mmortali, ehe, per questa sola credenza loro, doveaooriuscire i primi a divenir Cristiani, e riuscirono , fra' popoli detti

Barbari dal Greco e dal Romano: da luogi, dico, ne presso tuttaIa nazione Gotica. Nel 2 t 1 gia 'fertulliano parlava de' Daci, eheaveano udita Ia Buona Novella 4; ma eraoo searsi drappelli, chenon aocor poteano rivolgere ad altro e pili fausto segoo le prati-che dell'Architellura Gotica , si come avvenne poseia quando i l

maggior numero della nazione si volto al Cristiaoesimo. lotanto i l

Re Ostrogota degli Amali vinceva i Gepidi, popolo di saogue Go-tiro t , il quale avea superato e disfatto i Burguodioni oBorgogoo-ni. Furon costoro annoverati da Plinio fra' Vandali, ed eraoo gen-ti di Germania verso il Ballico. Le relique di si fatti Borgogooni

furono incorporate frai Gepidi, e tosto co' Visigoti ecogliOstrogotiper Ia vitloria conseguita dal Re Ostrogota. In tal guisa i Borgo.gnoni svestironsi Ia Germaoica loro sembiaoza , e passarono alia

Gotica, e furono sempre ricordati dagli Scrittori antichi fra' Goti.Tale Agatia 3 , il quale da loro espressamente i l nome di popoliGotici , quali verameote divennero e si mostrarooo in tutto i l

cono della loro Storia.Ne' giorni d'Ostrogota, Origene d' Alessaodria in Egitlo , prese

a difendere il Cristianesimo dall' imputazioni del Filosofo Celso.Pubblieo, verso l'anno 250, i suoi Libri contro esso, il quale tan·to aveva esaltato le Gotiebe antichita e Ia sapienza. Origene per

altro non negc) puoto l'anticbita de' Geti ' , quantunque inferiorea quella di Mose. Insigne testimonianza si Iegge in questo lavoroconlro Celso iotorno aile verita de' detti di Giuseppe Ebreo sullacooformita d'alquanti coslumi de' Geli o Goti con alcone usanzede' Giudei. Non certamente nell'eta d'Origeue il Sommo Sacerdo-te degli Ebrei sarebbesi poluto paragonare col Ponte8ce Zamol-xiaoo o col Dccenaico de' Geti o Goli : ma l'inutile aspeltuione di

4 TI&TilLLt.l"ua, Contm ludDeot, Operum pat. 481 (Venellis 4'76,).

i Yedi Sloria d' llalia, Vol. J, pa,. 666 - Tav. Cronol. pag. iS . .3 AG4T81.lS1 Hi.,tor. lib. J, cap. 3.

, Oa&GIIU&, ~ o n l r a ~ e l . f u m lib. I, cap. 46; lib . 11. caP.· &5; lib. Ill, cap. I>&

edu. La Rue. rnllc oocpwwu ~ t ~ ' l , xed ap11Ais (OaaGBI'I., hb. I, cap. 46 ).

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D&LL'.&.IlCBlTBTTUU. GOTIC.&. 13

costoro, che Zamolu dovesse venire a regnar aulla terra, die buo

oi fondamenli ad Origene di pll'agonare questa vivissima lorosperanza con !'inutile aspetta.zione del giavenutoMessia pressogliEbrei.Piu d'ogni altra Gotica tribu i Crobizj aspettavano Zamob.i,celebrando a tale uopo aonui banchetti e sa.crifhj. Queste Getichepralicbe religiose non aveano rimesso nulla del loro fervore nell'eta d'Origene, quando i Goti noo eransi ancora oonvertili al Cri-stianesimo.

D'assai maggior momenta per me nella trattuione sull' .irchi•tettura G6tica e 'essersi Origene accordato col suo avversarioCeJso nel falto notissimo a tulto rorbe Romano, che i Goti onora

vano Zamobi col rizzargli e Templi e Statue ~ "" W ( ~ r a f):tanto Ia fama cosi deJia credenza Zamobiana come della nuovariforma di Deceneo da per ogni dove sonava, ed anche in Egitlo.E pero i Geli o Goti non conquistatidaTraiaoo,cioe i Daci liberi,non inlermisero giammai Ia pratica della nalionale Architetluraloro, qualunque si fosse; ne poteano inlermetlerla' perche sampre obbligali dal loro culto a rizzar Tempj e Cappelle in onore odi Zamob.i , o de' Minori Dei e degli Eroi. Tali pratiehe dell' ..ir-chitettura Gotica si maotenevano intere aoche per odio oonlro iRomani, che signoreggiavano in Sarmizagetusa,dandole i l nome

d'Ulpia 'fraiana, e venivano Latinizzando sempre piu Ia porzione caduta in lor potere della Dacia di Decebalo.

Cosi stavano leeose della GoziaedeJlaDacialiberada' Romani,verso Ia meta del terzo seoolo Cristiano, quando un insolito motoagitO i popoli Gotici. Furono vinti nel 269 in Traoia dall'lmperatore Claudio , che ne riporto i l nome di Gotioo. Abbiamo ancorle sue l.eltere, ov'egli aft'erma d'averne ammazzali trecento ventimila, ed attondate due mila lor navi; d'aver in oltre fatto prigioniero uno sluolo infinito di donne, fra le quali Unila, regal donzella de' Goti.

Uno degl' Imperatori piu valorosi fu vinto dagl' lntungi , cheDessippo chiamava Sciti, e che si possono tenere per non diversida' Tervingi, tribu Visigotica. Parlo d'Aureliano, i l quale posciali vinse ; ma oonobbe quanti periooli si minaa:iavano dalle Go-liche genli all'Imperio. Fra gli allri suoi provvedimenti e' circon·do Roma d.i mura, ed abbandono la Dacia conquistata da Traiano. Gl'Iutuogi fermaronsi. flnalmente nella Rezia, e neUe partiMeridionali della Germania, ove non si dubila chc introdottoavessero 1' uso della lingua Gotica. I Borgognooi eziandio, ches'erano falli Goli, come noto Agalia, e deposlo aveano eon I' in·

dole Germanica I ' uso del guidrigildo t , si come appariscc dalle

4 OaiGawas ibUU. lib. Ill, cap. 31.t Veda Storti d'ltalla, Vol. 1, pa.r. - Tn. Cronol. pa.r. itS.

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J.f. DILL' A.BCHITETTUU. GOTIC.&.

susseguenti lor Leggi, s ' a c c o m p a g n ~ r o n o oo' Goti neUe spedizioni

di costoro oonlroI'

Asia Minore. Innoltraronsi poscia verso Ia Ger-mania Occidentale , dove ristettero fino a cbe non passarono adabitar neUe Gallie. Gotica ivi fu la loro Architettura , ·perche iBorgognoni divennero fervorosi Ariani: del che or ora diro una

qualcbe parola. ·Ma le tribu de' veri Germani di Tacito si ristrinsero nella pri-

mitiva rozzezza loro: e solamente in alcune oontrade piu pros-sime all'Imperio oomincio appo essi una leota ed incerla imila·zione dell' Architetlura de' Romani. Ammiano Marcellino 4 , chenel 361 guerreggio sotto Giuliano Cesare oontro gli Alemanni

trail Meno ed i l Reno, vide con sua gran maraviglia oostruilealcune borgate oon case all'uso Romano.

vm.

Tornata Ia Dacia di Traiano in balia de' popoli Gotici dopoAureliauo, s'apre l'eta di Costantino e d'Ermanarioo degli Amali ;I'uno e 1'allro chiamato il Grande. Non parlo d' Ermanarico, i l

quale reslO fedele a' dogmi di Zamob.i , e si lungi spinse le sueinsegne nell'Europa di 18 dal Danubio, fondando in Europa quelvasto e misterioso Imperio , che Giornande paragonava eon l'al-

tro d'Alessandro in Asia, e cbe si distese dal Prut e da' Carpazjfino al Ballico; i suoi Successori poscia lo dilatarono di mano inmano fino all'Estonia ed aile Provincia Orientali e Settentrionalidi quel Mare, non che in tulta Ia Scandinavia. Manon posso la•cere di due grandi fatti avvenuli a' giorni di Costantino. L' uno ,ebe molti Goti furono da lui ricevuti nell' Imperio col nome diFederati: 1' allro , che una gran parte di Geti o Goti Zamolxianisi converti al Crislianesimo. Teofllo, Vesoovo Cattolico, sotto-scrisse alia condanna d' Ario nel Concilio di Nicea del 325 , in

qualii.A di Primate della Gozia. Santo Epifanio , cbe visse in

quella stagione, tramando aHa posterita le nolirie de' Monasteriedificati da' Goti , nuovi convertili i , per le loro Vergini. La Go-tica tribu de' Protingi cbbe allresi gran copia di Monaci Cattolici,derisi dal Pagano Eunapio, che pose principalmcnle in canzonele negre lor vesli 3.

Or si potra piu mai volgere in dubbio, cbe nella Gozia o Daciadi Ia dal Danubio durasse un' Architettura Gotica dopo Ia con-versione de' Goli? Que' 1\Ionasteri delle Vergini, celebrate da San·to Epifanio, non erano certamenle di legno, rna di pietra : oomedi pietra furono i l cenacolo di Zamolxi , le CiliA d' Udisilana e

4 A••r.ucus MncELLINus, Ub. XVII.Cap . 4. •2 s. EPIPBANrus, Adversus llaereses, Llb.lll ., O p c r u m , J . 8 2 7 . ( C o l o n l a e , 4 6 ~ t ) .3 EvNAP&us, In Excerptis Legationum, pag. l8-5i. Edilio 1\tuaua (A. 4819).

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DELL' &.RCHlTET'a'UBA. GC>TlC.&. 15

d'Elis, i Tempj di Decenoo, Ia Reggia di Sarmizagetusa e le Da

ciche mora effigiate nella Colonna di Traiano in Roma. La Dacia, posseduta fino al 27 5 da' Romani, ei riempi, egli evero, dimonumenti d' arli Greche e Latine ; ma que' :Monasteri delle Go·tiche Vergini e de' Monaci Protingi non presero punto ad imitarealcuno de' monumenti del Paganesimo di Roma o d'Alene.

Scrive Santo lsidoro di Siviglia, che il Goto, divenuto Ariano,edifloo novelle Chiese di Ia dal Danubio , rna secondo il novelloSUO dogma. EcCLZSl.&.S SUI DOOM.&.TIS 81Bl CONSTRUXERUNT t. Cio di·mostra Ia diversita, che gia si stabiliva, eel era divenuta notabile, fra l'Architettura Cattolica e I'Ariana. L'una cercava separarsi

per ogni via dall'altra: ma, di qualunque natura fossero tali garefra le due Architelture, Santo lsidoro parla di fabbriche Oltredanuhiane, quando egli tocca delle Chiese del ritoAria no. E pero, lasciando in disparte la Dacia stata gia de' Romani, tre specie d'Architettura, Ia Zamolxiana e Decenaica, la CaUolica e I'Ariana 6orivano ad un' ora in Gozia , nella 9CCOnda meta del quarto secolodi G ~ : s u ' CarsTo.

Egli e acile i l conoscere quanto la nuova Religione Cristianamutato avesse i costumi de' Goti , e come fosser finiti 1' incantamenli eel il Ponte6cato slabilito da Zamolxi e da Deceneo. Ma fer·me appo i Goti Cristiani rimaseso le Caate de' Pilofori e de' Ca-pelluti. Alcuoi di que' Pilofori divennero V scovi , che all' au- ·torita religiosa congiunsero eziandio Ia politica. Dall' ordine ]orosi continuarono ad eleggere i Re : si continuarono ad eleggere gliallri Capi , a'quali , dopo Ermanarico , si die sovente i l nome diGiudici da' Visigoti , e che non sempre furono de' Balli. Poichegia Ermanarico moriva, e gia venivano gli Unni; gia gli Ostrogoli cogli Amali cadevano in potesta de' vincitori , e perdevano ,sto per dire, Ia loro Gotica faccia. 1Visigoti, e fra essi anche iProtiogi, tentarono di resistere all'Unnico nembo; Atanarico, Giu-dice Visigoto, fece, secondo i raccoilti d' Ammiano Marcellino,rizzar illungo Muro, ch'egli sperava poter difendere contro gliUnni: questo percio dove munirsi di Torri e d'altri propugnacoli,non che di Portee di Posterle. Ammiano diceva essere stata si fatfa muraglia un'eflicace opera e come una lorica de' Visigoti i .

IX.

Inutile schermo riusci nondimeno Ia muraglia del GiudiceVi·sigoto contro gli Unni , che dettero una gran volta dietro i Car-

4 s. lsJDOaJ BISPALBKSJS. Cbroolcon GoTBoau•. (Era qu<Jdringent11imaquintadecima ).

! A••uRus llucBLt.JRus, Lib. XXXI. Cap. 3. • Muros .&.LTJUS erigebaot ....• LORICA . . . . . . . BPPICAll OPUS I ......

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16 DBLL' . 4 1 1 C B I T E T ~ A GOTICA

pazj e lo assalirorio aile spalle. Allora i Visigoti pas88l'Ooo il Da-

nubio, e stabilironsi nell'Imperio Romano. Correva l'anno 375diGJSu' CtusTo. Son questi que' Visigoti, che dopo varj casi Alaricode' Balli condusse nel 409 al saccheggio di Roma , belfandosidelle mura d'Aureliano. Fra tali casi, giova ricordar l 'arrivo dei

Prolingi, venuli ad iogrossar lo stuolo de' popoli Gotici. Aveanopotulo i Protingi per circa uodici anni dopo i l passaggio de' Visigoli schivar Ia rabbia dcgli Uoni: ma fioalmente furono costrettianch'essi a passare i1 Danubio, ed a chiedere d'essere accolti nelleProvincie Romane. S' atfareiarono percio nel 386 al gran flumecd Ioro-V:escovi , co' loro Mooaci , vestili di loniche nere , con le

loro Vergini, che faceano 1' officio di Diaconesse. Procedcano so-pra magnifici e ben custoditi carri , ove si nascoodevano gli eucarislici vasi : uomini e oose, che mosser Ia bile d'Eunapio. Ma Jamagnificenza e le ricchezze di questiProtingierano di gran lungainferiori a queUe , che lo slesso Eunapio 4 descrive de' Visigoti ;quando nel 375 passarono i l Danubio , con gli spJendidi lor ve·

stili di lioo e carichi di preziosi tappeli: Ie donne andavano adorne piu pomposamente che non sembrava convenire alia presenteIoro sciagura,e gli stessi fanciulli de'Visigotici Piloforinon aveano deposto Jo splendore d'un regio lusso.

Quc!Sli medesimi Visigoti e Protingi e simiJi non numerabilitribu de' Goli, dopo Ia presa di Roma e Ia morte d' Alarico de' Balliobbedirono al Re Atau)fo. Furono dall' lmperatore Onorio stan-

ziati neUe Gallie Meridionali col titoJo di Federati, gia loro impasto da Costantino. Essi dappoi s'impadronirono di toUa la Spa-

gna. E ama, che UUlla tutti avesse finito di voltarJi all'Arianesi·mo nel 360 per procareiar loro i fa vorl dell'Ariano (mperatore di

Bizanzio. Anche i Borgogooni , de' quali ho toccato , divennerozelaoli Ariani. Qualunque sia stato il tempo , in cni abbaodonarono Ia fede Cattolica, Ulflla non ando co' Visigoti del Re Ataulfo

neUe Gallie; ma i Vescovi Selina e Sigesario, discepoli d'Ulfila epropagatori deUo stesso dogma , furono quelli che n si tragittarooo con le Visigotiche tribti., e divenoero lor guida e maestri egran dottori dell'Arianesimo, portando seco Ia Traduzione Ulfila-na delle Sante Scrilture , scritta coli' Alfabeto Ulfilarw. E pen)

Santo Eugenio di Tolede, voleodo nell'oltavosecoloCristianoannoverar gli Alfabeti da lui conosciuti, parlo dell' Ebraico, dell'Altico, del Latino, del Sirio, del Caldaico, dell'Egizio, e qgiunse: .

t(GULrtu p1·omisit GzTtcu, QUAS VIDEMUS, ULTIIIAS (litertU) t n. ·

Dopo cio ninno dira, che i Visigoti da un Jato ed i Borgornoni

t EotuPros, lee. MI. In E1eerplfs Legalionum, par. i8-&t.2 Yedi Storia d'ltalia, Vol. 11. pag. 865.

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DELL' &.BCHITBTTUB.&. QOTIC.&. 17

dall' altro si poearono in lspagna e neUe Gallie hi qualita di po-polo Barbaro, privo di scienze, privo d'Aifabelo, privo d'Architel·tura: niuno dira, che gl'lmmortali di Zamolxi e di Deceneo nonfossero slati abilatori delle phi splendide citta di Ia dal Danubio,e non avessero oostruila una lunga e forte muraglia conlro gliUnui. Qual era quesl'Architettura, che i Visigoti recavano in Ispagna e nelle Gallie Meridionali dalle regioni d'Oltre i l Danubio?Qual era questa Architettura, che prima fu Zamob.iaoa, e poi De-cenaica, e poi Cattolica e poi Ariana per dieci secoli da Zamohifino al passaggio del Danubio nel 37 5 l Gode forse quest' Arcbitettura , che in dieci secoli mutossi tante volte , d' operar gli ar-cki acuti, a' quali da noi si da i l nome d'ogive'l Qui anche dirh ,come gia dissi del Getico Alfabeto a' tempi d' Ovidio , che nol so ,e che aft'atto ignota m'e l'Architeltura di quesli dieci secoli di Iadal Danubio ; ma so, ch'ella vi fu, e che non fu Architellura neGreca ne Romana; rna so, ch'ella chiamossi, qual era veramente,Architettura Gotica , prima del 37 5 : rna so , ch' ella era cosimilitare, come religiosa e civile·.

11 Re Ataulfo, quando e' si vide giunto al colmo della possanzae della gloria nell'Occideote d'Europa , rivolse in mente d' abolirl ' Imperio Romano e di chiamarlo Gozia t. Onorio Imperatore .s'ehbe a gran ventura di sviare si fatli disegui , dando Placidia ,sua sorella, in moglie ad Ataulfo. E noi ci lasceremo persuadere, che il popolo Gotico delle Gallie Meridionali e della Spagna,

deposto avesse i nazionali orgogli delle sne discipline particolarid'Oltre i l Danubio? Gli orgogJi del suo Alfabeto , della sua linguae della patria sua Architellura l No, cosi non avvenne. A di-moslrar l'impossibililA d'ogni contrario coocello, basta Ia ragioneintima delle cose : ma gli esempj de' Visigotici orgogli non mancano, e 811Ssistono ancora le prove Sloriche della perpelua durata

di quell'Architettura Gotica neUe Provincie Occidenlali dell' Im-perio Romano. ·Anche a' Borgognoni si coneede nel 431 da' Romani quel trat

to delle Gallie, che s'inlerpone tra Magonza, Vormazia e Spira,

in qualitA di Federati, clte poi quivi si dissero aneba Letia Gc.

tili. Oueat.e furono le prime stanze Burgundicbe nell'Imperio; quieominciano con piu certezza Ia loro Storia cd i l novero de'Ue loroneUe lor Leggi, le quali gionsero fino a noi; qui s' ascoltarooo iCantici Nazionali, che ai credono scritti nell'idioma e coil' Alfabeto Gotico d'Ulfila I ; e pero qui si debbono, s'egli epossibile ' r i n ~tracciare le piu anliche mcmorie della loro Arahiteltura. Goticaed Ariana. L'avventure del popolo Burgognone in Vormazia, e le

4 Yedi Storia d'ltalia, Vol. 1. pag. 995.- Tav. Cronol . pas. U&.Ubid. Vol. 1. pas. 4056.- Tav. Cronol. pas." ' ·

3

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18 DELL' .&.RCHITBTTliRA. GOTIC.&.

sciagure da essi patite pel ferro degli Uimi d'Attila, divennero un

famoso argomento d' epopea , che ne' secoli meoo lontani da noipiacque a' remoli nipoli de' Germani di Tacilo, e chc vive tullorafra essi con Ia denominazione di Nihelungen.

X.

lo non islaro qui a trallar Ia Storiade' Visigoti delleGallie Me-ridionali e della Spagna durante i1 quinto secolo, chc fu i l secolodi Allila. Ma si puo egli tacere al tullo del Re Torrismondo? Nac-que da quel Teodorico de' Balli, che mori combatteodo forlemente nelle pianure della Maroa conlro l'Unno. l Catalaunici Campifurono il teatro della gloria di Teodorico : Jo stcsso Attila, narraGiornande •, ammiro le pompe de' funerali di lui dopo la balta·glia, cd udi senza lrar flato i mesti concenti de' Visigoli per averlo perduto. Non eraoo ph\le Cetre de' Pii. Quelle funebri magnificienze sooo un riscontro certissimo degli splendoridella Reggia,che i Visigoti piantato aveaoo in Tolosa, e de' modi signorili delloro vivere, oh! quanto diverso del vivcre de' Germani di Tacilonel secolo Attilano.lllusso de'Visigoti corruppe lentamente nellaSpagna e nella Gallia Gotica i Ioro costumi: non andava inlanlodiscompagnato dall'esercizio ilell'arli , e massimamentc d' un' Ar-cbitettura diversa da quella de' Romani.

All'eta d'Attila, i l quale non ardi uscir dal suo campo, circondato di carri, per interrompere le ('.llnzoni de' Visigoli , vuol riferirsi quella de' due fidanzati Guallieri o Waltario, figliuolo d'un

Re d'Aquitaoia, e ' l l d e g o ~ d a , nata da un Re de' Borgognooi. Leloro vicende furono scrittc in versi da uno, cbe il Cronista dellaNovalesa chiamava un metricanoro: fondamenlo principalissimodelle q u ~ J i e a finzione , che fossero stati ostaggi nella Reggiad'Attila. E questo i l piuantico tra' fin qui noli di quelli, che in piu

tarda eta si chiamarono Romanzi: esso fu poscia inserito (chi sase inlero?) nella Cronica dalla Novalesa, e genero gravi disputeintorno alia nazione, donde usci quel versificatore. Sia slala quaIunque Ia patria di costui; egli ecerto, che l'Eroe, promesso ad

una Burgundica donzella, si dice appartenere all'Aquitania, pae-se lungamente signoreggiato da'Visigoti: e pero iltutto si mescola col Cicio de' popoli o Goli o divenuti Goti , cola neUe regiooidove surse in prima Ia Cavalleria, e dove i l rispetto per Ia donnaCristiana giuose al grado piu alto; cola dove poi risonarono i pri·mi accenli di non volgari aft'etti, e s'aprirono le Corti dette 'd'A-

more nella Gallia Gotica, quando i Goti aveanocessato d'essemei .padroni; tanto era stata profonda l'orma da essi quivi stampa-

I IORftAI'IDIS 1 De Rebus GRTICI8. Cap. XLI.

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DELL' lRCHITETTURA GOTICA 19

ta. Qui anche surse Ia Lingua Provcnzale: qui, per molte gene· ·razioni, operarono e canlarono i Trovatori. .

Enrico, frateUo di Torrismondo , sollevo al pili alto segno digloria le Visigotiche stirpi. E' recossi nelle mani tutt' i paesi Ro-mani della Prima Aquitania, c nel 472 s'impadroni di Lemovicoo Lemosi, oggi Limoges 4; citta, della quale dovro piu d'una volta riparlare. lndi Eurico ebbe dagl' lmperatori I' AIvernia, ed atlargo Ja sua propria dominazione fino ad Aries ed a Marsiglia.Fu crudele persecutor de' Caltolici, fra' quali era eziandio un qualche Goto. Un di cosloro si credeva esser Vittorio; ma iJ Re Visigoto lo depulo al governo dell' Aquitania Prima e dell'AIvernia.Salva quest' eccezione o qualche allra, Eurico in generate odio iCattolici, e distrusse o guaslo quanlo piu egli pote le loro Chiese.Altre in gran numero egli ne costrui dell'Ariano auo dojma. Piuamara sorgente diversita fra I'Archiletlura Gotica e 1Architettura Greco-Romana sgorgo in lspagna e nelle Gallie Meridionalida cotal dift'erenza de' culli, e per l'odio dell'Ariano contro il Catlolico. Questa diversita fu comune anche a' Borgognoni , discacciati da Vormazia; popoJo, a' quali Valenliniano Ill. • Imperatoreconcede i riposi di Sapaudia, oggi Savoia. Essi di poi vennersidistendendo alia volta di Vienna sui Rodano e di Lione, quandoI'Imperio d' Occidente vedeasi ridotto all ' uJtima estremila in Ro-

ma, e quando gia gli Eruli d'Odoacre si disponevano ad occuparlo.

Apollinare Sidonio altora , illustre Romano delle Gallie, invioad Eurico, Re de' Visigoti, que' versi, che non si possono mai ripetere a bastanza, perr.he meglio di qualunque altra testimonianza ci fanno comprendere it Dritto puhblico di quel secolo, e l'obbligazioni de' Goli Federati verso I' Imperio. Gli scrisse, che i iMarte inquilino, cioe l'armi degli stranieri Visigoti, doveano dal-le possenti rive della Garonna, ov' e' regnava , sospingersi nellaqualita di Federali a difender l'Imperio e Roma ed i l Tevere, ormai diveouto si debole:

)) Eoa1ca, TUAE MANUS ROGANTUR,

)) Ut MARTEM VALIDUS PER INQUILINUM

)) Defenset TENUEM GuuMN.l TtBRIM )) 2.

All' udir queste si misere preghiere, chi polra pensare , cheI'Architettura GoticaOltredanubiana del Visigotico difensore, oraimplorato sulle sue sponde lrionfali della Garonna, piegata si fosse

alle forme Romane 'r Che I' Architettura Sui Dogmatia del fieroPrincipe Ariano prescelto avesse perle sue molte Chiese Ie sem-

4 Do• VASSITTB, Histolre clu LAKGUBDOC, I. 1 7 (A . 4730 ).2 APOLLJK. StDOI'In, Lib. VIII, Epist. 9.

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20 DELL' ARCBITETTUBA GOTICA

bianze abhorrite delle Cattoliche "l A ollinare Sidonio in altre sue

Scrilture deplorava, che queste Chiese fossero, -per comandamento d'Eurico, divenute immonde sla11e,aperle a tutti gliarmenti t .

Con tali disposizioni dell' animo, Enrico non avrebbe tratto Ia

Visigotica spada in pro del tenue Tevcre. Ne la trasse. Roma nel47 5 cadde in mano degli Eruli, c l'lm}N!rio d'Occidenle fini : ma

gli Ostrogoti di Teodorico degli Amali, alia morle d'Attila, eransigia levati dalla servitu degli Unni, eben presto doveano succedere agli Eruli nella Signoria d'Italia. BastO nondimeno quella servitti percM avesser dimenticata una gran parte deUe nazionalilor discipline , si che gli Ostrogoli riuscissero i meno civili fra

tutt'i popoli di sangue Gotico. lntendo favellar qui della loro antica e parlicolare Gelica o Gotica civilta ; non di quella, che presero ad imitare da' Greci e dai Romani , dopo la morte d' Atlila ,

quando essi, col permesso degli Imperatori, fermaronsi nella Romana Provincia de1la Pannonia e vi abitarono fino ache Teodorico degli Amali , diciaseltesimo discendente del Semideo Gapto ,e bisnipote d' Ermanarico il Grande , non gli ebbe con dotti nelCampidoglio a dominar snll 'Jtalia, sulla Pannonia, sulla Rezia esopra la piu grande parte dell 'Imperio disfatto d'Occidente.

Le sventure degli Ostrogoli al tempo dell' Unno fecero lor per

dere i1 dritto d'esser creduli conservatori e propagatori dell'antiooloro Arehitettura Gotiea Ollredanubiana. S' invaghirono delleforme Romane dell'Architeltura civile; ma nella religiosa, l'Arianesimo li tenne sempre avversi a costruire le loro Chiese alla guisa Cattolica. In quanto aile slesse forme degli ediBcj civili , nonpoterono le Gotiche rimembranze spegnersi del tutto in ltalia, econ corrompere in molti modi l ' essenza dell' arle Latina con Ia

mescolanza d'un qualche Ollredanubiaoo piglio di fabbricare; maoggi egli edifficile di ravvisar l'Ostrogotica traccia in ltalia, edil vanto d' aver conservate intere le memorie dell' Architettura

Gotica Oltredanubiana spetta senza fallo a' Visigoti di Spagnae delle Gallic Meridionali. Qui vi Alarico II.o, figliuolo d'Eurico ,i l Vittorioso, rendea vieppiu illustre Ia Reggia di Tolosa. Una silunga fortuna procaccio a queste Provincia delle Gallie i l nomedi Gallia Gotica; nome , che sopravvisse alia loro possanza , eduro fino al duodecimo secolo. Ne io da indi in qua usero altrovocabolo se non questo di Gallia Gotica, pei' additare tult'i paesiposseduli gia e poi perduti da• Visigoti nelle Gallie.

'l'eodorico porto l'armi sue nella Rezia e ne' luoghi vicini , ovesi trovamno da <;irca un secolo slabiliti gl'Iutungi , che ho dettoessere slati di Gotico sangue. Jn tal modo assai pili si confortaro-

t SJDOluus, Ibid. Lib. VII, Eplst. 6.

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DELL' ARCBlTETTURA GOTICA 21

no e si distesero l'Arianesimo e l'odio conlro 1' Architettura delle

Chiese Cattoliche: I'Arianesitno, che dopo il Vescovo Ulflla s'appi-glio a tutt' i popoli o Gotici o fatti Gotici. L'Alfabeto Ulfllano e IaTraduzione della Bibbia regnarono senza contrasto sngli Ostrogotid'Italia ; ed anzi tutto cio, che ftn qui abbiamo di si fatta Tradu-zione, o si trove> in llalia, o trasportossi dall'l talia in altre Provin-cie d'Europa. Tale il Codice argenteo d'Upsal; cioe Ia TradozioneT/lfilana de' Vangeli. Ma i l Papiro di Ravenna, consenato in Na-poli , e l testimonio piu solenne dell'uso di quell' Alfabeto della

lingua d'Ulfila presso gl i Ostrogoti di Teodorico degli Amali.

XI.Piu antica era stata l'introduzione dell'idioma e deUaBibbia di

UI6Ja nella Gallia Gotica e nella Spagna. lntaoto Alarico JI.•dava Ie Leggi del suo BretJiario nel 506 a' Goti ed a' Romani deivasli suoi Regoi : cio che gli riuscl agevole , non avendo i Goti·conosciulo giammai l'uso del guidrigildo Germanico. Anche Teo-dorico. degli Amali pubbliro in Halia i l suo Editto pe' Goti e pe' R ~mani: ma J'uno e l'altro Re non ebbero cora maggiore se non dimanifestare al mondo , che Ia razza Gotica era dappiu della R ~mana: il che fecero entrambi, tenendo ciascuno un diverso cam-mino. Alarico II. • ioseri nel Breviar1"o una IA!gge , promulgataio tempo degli orgogli Romani dagl'lmperatori, che o v ~ r o pu-nirsi di morte coloro, i quali contraessero matrimonio fra' Romanied i Gentili; e per Gentili , Alarico intendea ora parlar de' suoiVisigoli: sottile arlifizio a teller separate le doe razzede'suoi sud-diti. Nell'Editto d'ltalia si fatta Legge non si · rova, ed i m a t r i m ~nj si conlrassero indistintamente fra' due popoli : ma Teodoricotolse 1'uso dell'anni pu/Jhliche a' Romani, lasciaodolo solo agliOstrogoti: errore immenso, che non si commise da' Visigoti.E pe·ro in Ispagoa e nella Gallia Gotica , bene i Romani si congiun·sero co' nuovi padroni e formarono un popolo unico, non divisoche dal solo divielo delle oozze Gentili. Si fatta congiunzione ,che che scri vesse Cassiodoro in contrario , non si fece , o fu bu·

giarda ed ingaonatrice, in Italia.Clodoveo, a quei medesimi gioroi, regnava nelJeGallie Setten-

trionali, e metteva in luce i suoi Diciaaaette Capitoli 4, dove per

l'uccisione d' un Franco assegnavasi un guidrigildo maggiore diquel da doversi pagare per l'uccisione d'un Romano. A tal modo,i Romani si vedevano disgradati dalle lor condizioni civili, e ad

un popolo igoobile se ne sonapponeva uno , che ardiva dire diessere iJ solo nobile. Troppo avventurosi furooo poscia i Romani

4 Ytdi S&orla d'ltalla, Vol. II, pag. 101.

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22 DELL' Al\CBlTETTUBA GOTlCA

delle Gallie, quando Ia qualitA di Vescovo e d'ECelesiastico li tol

se dalla si crudele disuguagliaoza di quel Germanico rabutTo, dopo che Clodoveo si fece Callolico oel 496 , ed iodi pubblioo Ia

Legge Salica. Santo Avito percio, Yescovo di Vienna sui Rodano,gli scrisse da quel paese de' Borgognoni, che Ia fede di Clodoveoera atata una vitttoria dei Romani.

Clodoveo nondimeno, che usciva dai Germani di Tacito, e cheridonea sol tanto nell'armi l'insoleoti pretensioni del suo popolo,dove in tulto i1 resto riconoscere cosi neUe Jettere come neUescienze, e massimamente nell'Architettura , i pregi e Ia superioritA del popolo da lui disgradato. I fraocbi della Germaoia di Ta

cito non aveaoo recato oelle Gallic alcuna cognizione dell'arte diediflcare, ne anche della calce o delle tegole.

Laonde, se Clodoveo ed i Re Franchi, suoi Successori, volleroedificare, non poterono che secondo 1'arte Romana o Ia Visigotica. Ma Clodoveo, il quale avea cotanto depresso i Romani col mi-nor guidrigi/do, gin disegnava d'assalire i Visigotti. Ceroo d'inanimire l'esercito Franco, accusandoli di villA: ingiusto rimprovero , che di mano in mano allargossi neUe bocche de' Franchi , ene surse l'iniquo motteggio d'essere Ia -paura una qualita propriade' Goti (GoTaoRUK eat povere ). Indi essi Franchi procedettero a

dar loro i l nome di Cani Goti: voce, cbe tuttora s'ascolta nell'abbrevialura doppia di Cagot presso i Francesi d'oggidi. Non nego,che Ia lunga prosperita de'Visigoti gli avesse ammolliti a' giorni

di- Alarica 11.•: rna essi pugnarono forlemente co' Franchi, e neiaecoli seguenti mostrarono i l coraggio antico de' Geti conlro i Saracini, sollevando sopra ogni altra la gloria delle Visigotiche spade. Alarico II. •, che avea sospese o rallenlate le persecuzioni Ariane contro i Cattolici , fu vinto ed ucciso da Clodoveo nel 507in Vougle presso Poltieri; nondimeno i Visigoti poterono gloriarsi, cbeinquella baltagliaerano caduti, combaltendo in lorodifesa

i piu illuslri fra' Romani lor sudditi , non oslante Ia diversitA delle Religioni e Ia proibizione delle nozze Gentili. E pero Clodoveo,a malgrado del suo motteggiar contro i Visigoti, si mostro generosa verso quei delle Citta da lui soggiogate; aozi molti di cosloro vi rimasero in qualita or di Duchi, ed ora di Conti, a reggerle in nome de' Re Franchi. Cio duro per lunga slagione fino ai

giomi di Pipino e di Carlomagno; della qual cosa piu innanzi sitrovera piti d'lm esempio. Dopo Ia morle d'Alarica II .•, Ia Reggiadi .Tolosa fu trasportata in Ispagoa.

La compenetrazione avvenula (oggi Ia chiamaoo fuaione) dei

Romani delle Gallie co'Visigoli, divenuti loro Signori, non essendosi fatta pun o in Italia presso gli Ostrogoti di Teodorico, io nonprendero ad esaminare le condizioni dell' r c h i t ~ l t n r a Ostrogotica

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DELL' lRCHITETTUB.l GOTIC.l 23

nella nos.lra Penisola; Un ·gran numero di Basiliche Ariane, rnassimamente in Rafenoa, edi6caroosi dagli Ostrogoli: rna costoro

dovettero spesso implorare l'opera de'Visigoti, cio che si vide so.prattutlo quando il Visigoti Eutarico (d'un altro ramo degli Arnall)venne in Italia sposc) Amalasunta, 6gliuola di Teodorico: Eutarico, aspro ed implacabil nemico dei Catlolici. Melleodo perciodall'un de'lati gli Ostrogoli, saro COntento di volgere gli sguardi

solo all' Archilettura Gotica Oltredanubiana de' Visigoli. Nel sa.sto secolo si comincio a darle i l nome generalissimad'Architetlu·

ra Gallica , cio chc si vedra ben presto neUe Leggi del Re Lon·gobardo Liutprando. L'Archilteltura del tullo diversa de' Romanicomincio eziandio a ricevere nella medesima eta l'appellazione di

Romaneae, che piacque ad alcuni paragonar con Ia Gallica deiDruidi antichi , c soprattutto con que1Ja del tempo di Vercingeto.ringe; quasi eJJaconservato avesse le sue particolari forme Drui-dichc da'tempi di Cesare fino ai tempi di Carlomagno. Non igno.

ro, che Avarico, citla espugnata da Cesare fra' Bilurigi, ove racchiuso erasi Vercingetoringe, avea le sne mora. II vincitore sen·za pin Je chiamo Galliche 4; costruiti con travi distese in sui suo.lo, e distanti due piedi fra esse: gli intervalli colmavansi con cal·

cina e con allri materiali di pietra. Ma cerlamente i Romani, pel

corso di cinque secoli da Cesare finoad Alaulfo, non fabbricarooo

alia Druitica ed aHa maoiera d'Avarico le mora delle Cilta soggetle ad cssi: ne Galliche furono le mora, onde Aureliano cinsel'eterna Citta: ed il Giudice Visigoto Atanarico non imparo ·dai

Druidi l'arte d'edificare i l Longo Muro contro gli Unni. Ed eben

da maravigliare, che siavi stato non ha guari chi prese a dichiarar le parole di Cesare sulle Galliche mura d'Avarico i , ricordando le mora di Clermonte, insigne patria d'Apollinare Sidonio nel·

I' Alvernia Romana. II quale verso la fine del quinto secolo, sido eva che tali mora fossero fragili ed a vesser sembianza di qua·ai brugiate l; colpa o del la loro costruzione, forse tumultuaria e

recente , o pe'validi assalti , che il Visigoto Eurico die alle Ciltadegli Alverni: del che Sidonio non cessava di lamentarsi.

XII.

La vittoria di Vougle die 'folosa ed una parte della Gallia Go-

lica in mano de'Franchi Cattolici. Pochi anni appresso, i Borgo.gnoni si convertirono alia fede Cattolica: i l che recO grandi mu-

tamenti fra essi, e sopratlulto nell'Arcbitettura,-la quale cessc) di

. 4Cusn, De bello G.ULICO, Lib. UV., Cap. !3.

i ACBAIRTRB, Ad dictum locum Cuua1s, Nota (43). Nell'Edizlooe dei Classici. delta di LdiAlRI, I, 3!3. (A. 48t9).3 APOLLI1Ull8 SIDORII,Lib.Vti.Ep.XI.«SI•I08T48 fragilil muri UGVSTI AS».

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24 DILL1 .&.llCBJTBTTUB.&. GOTIC.&.

esaere .Ariana. InSettemhre 517, Santo Avito di Vienna convoc6

in Epaona un Concilio, dove si promulgarono qnarantuno Canone. Uno di questi coudanno aile battiture i Cherci , che accettatoavessero l'invito ad un qualche banchetlo degli Erelici; tanta eraIa distanza, che separava Ie due credenze. Piu famoso riusci l'altro Canone Trigesimo Terzo, nel quale si decretO di volersi averein abborrimento Ie Basiliche degli Eretici , ne doversi elle riconciliare al culto Caltolico; potersi cio fare solamente delle C.biese,che gli Eretici avessero tolto ai Caltolici con violeoza. Di qui ' a ~prende qual distruzione si fosse fatta delle Basiliche Ariane nel

Burgundieo Regno: e quante Basiliche avessero ivi costruite gli

Ariani, Ie quali caddero per l'esecraziooe comandata dal Concilio.Cosi perirono in gran parte le memorie d' un'Architetlura, cheingegnavasi per Ia spavalderia delle Sette di non somigliar punto alia Gattolica.

)) Basilicas haereticonmi, QU.&.s T.ANT.&. zucuTJONB HA.JIIKUll zxo-l) us, ut pollutionem ea rum purgabilem non putemus , &A.NCTII

}) UIIBUI . lPPLICUI Dl!lPICIKUS. Sane qu&S pet" Vio/entiam fJ081ri8}) ahatu/erunt, possumus revocare t )). .

Dopo Ia celebrazione di questo Concilio, i l popolo divenuto Cattolioo de'Borgognoi fu vioto nel 534 da'Franchi, ed obbedi ai Re,

&gliuoli di Clodoveo,ed i precetti Epaonensi propagaronsi con piuvigore di tratto in tratto neUe Provincie d'Occidente, le quali ve.nivano Iiberandosi dall'Arianesimo, perocche niun'altra Eresia futanto possente quanto questa presso i popoli Goti, o fatti Goti come i Bergognoni: niuna ebbe tanti favori da'Re, ne alzo si superba Ia testa, quasi fortunata vincitrice del Simbolo Niceno. Per lo

contrario, i Goti di Spagna e della Ga/lia Gotica non conquistatada Clodoveo vieppiu infiammaronsi nel desiderio di segregare Ia

Ariana loro Architeltura dalla Cattolica ; ed in ta l modo moslraronsi vieppiu evidenti le dift'erenze native tra 1' Architettura Glr

tica e Ia RomaM o RomtJne8e.

X ll.

Parve bello nondimeno aCiotario 1.0, 6gliuolo di Clodoveo, diadditare a' suoi Franchi della Neustria gli Architetlonici artificldei nuovi suoi sudditi Visigoti della Gallia Gotica; e piaarneglidi costringerne alcuni, se pur gia dianzi non erano,per avventura Caltolici, ad edificare, quasi un triont:o sull'Eeresia, secondo le

forme Visigotiche, ma secondo i l Cattolico rito, una Chiesa in Bo-tomago, cioe in Roano, sulla destra riva della Senna. Cio avven

nequando Flavio, il quale morl nel534, era Vescovo Rotomagen-

4 C O ~ C n . . EPAOft. Apud. IIARIII, Concll....

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DELL'ARCHITETTURA GOT I C.! 25

se. Allora Clotarico fece costruire un magoifioo Tempio a San "Pie

tro: lo slesso forse, che Ia Regina Clolildc, sua madre , nata frai Borgognoni, avea cominciato in ouor de' Dodici Apostoli. Clotilde, sebbene Catlolica, non si ricordo ella giammai delle patrie forme di architettare in Uorgogna, quando edifioo nel Regno de' Franchi le molte sue Cbiese? Che cbe fosse stato di cio, Clotario I.o, i lquale avrehhe dovuto nelsuosacro Edificiodi Roano servirsi dellaMano Romana, si rivolse in vece alia Mano Gotica, cioe al Gotico Magislero.E riziO in quella citta i l magnifico Tempio,cbe an-cor ivi s'ammira, sebbene due volte ristorato: il 'l'empio, al qua-le s'aggiuose un ampio Monaslero, e che nel secoloseguenteaCJo-

tario non pit\ si disse di San Pietro) rna di Sanl'Oveno. Cosi ancoroggi e ~ l i s'appella, percbe nell'anno 684 vi si riposero le ceneridi quell'illustre Vescovo Rotomagense. Vi riposarono fino al1'84lallorche i Normauni minacciarooo Roano e tutta Ia spiaggia ulte-riore della Senna. Un Monaco Rotomagense , di cui non si conosce i l nome, <:ompose Ia Vila di Sanl'Oveno, mentre queUe ceneri vi si veneravano ancora: ma furono indi trasporlate all rove daiMonaci all'approssimarsi de'Normanni, che atlualmente nell'841saccheggiarono i l Tempio, privo della santa spoglia. Ulmaro, i lqnale scrivea nell'87 5, die meritamente i l nome di Geti a questiNormanoi 4.

Or ecco le brevi, ma efficaci, parole del Monaco, Autore dellaVita di Sant'Oveno od Audoeoo:

)') In Basilica Beati PBTRI Apostoli Beatum AuooJNUM ,epelie->) runt. Denique ipsa Ecclesia, IN QUA SANCTA ldEMURA QUIE)) SCUNT, quadrulapidilml, MANU GOTHICA, a primo LoTH!·)) ato rege Ful'fcoi.UM olim est NOIILITEll constructa . . . . . . MIRO>) OPERE. . . . •Ponti6cante Fuvao Episcopo RoTBOMAGENSI)) t .

Golica dunque , non Romana , fu Ia Mano cbe rizzo quellamirahile opera del Tempio per comandamenlo di Clotario 1.•:Gotica. e nuova del tutto in Roauo, e pero incognita in tutto i lRegno di Neustria, dove prevalea l'arte Romana. Se Ia Mano GD-

Iioa non fotl8e stata nnova eel incognita; perche dunque avrebbedovuto parlarne oon tanta diligenza i l Monaco, Autore della Vitaeli Sant' Oveno? L' esseni da questo Monaco ricordata in oltre Iaforma delle pietrs riquadrate, poste in atlo dalla Mano Golica,ei riconduce dinanzi gli occhi le 8gure deHa Colonna Traiana, do'e con pietre per l'appuoto di tal forma. si veggono fabhricate IaReggia di Sarmizagetusa, e l'altre -citta Daciehe di Decebalo.

4 ULII.nus, De ionotiooe Corporis s. Vn•n• , Apud BoLLUDUK, Acta ss.Februarii (6. Feb,), I 806. (A. 4658.)

I A110JI'f• . Apwl L&UUKTUJK SI1RlVII, Vi&ae. Saactorum ( t i Acoeto),IV, 8'J9 e890.-El Apud BoLL41'nliTAI, Acta Ss, AUIU&ti, IV. 818-84 9. §. iO·" (A.t739),

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26 DEJ.L'ARCHITETTl'RA GOTICA.

Un error grave del Surio, seguitato da rnolli ed anche dotlissirni Scriltori, fe'credere falsarnentc, che questo Monaco fosse stato non divcrso da Fridegodo, 1\'lonaco Inglese del 965 ed Autorenon della Vita del Vescovo Sant'Ovcno, rna si di quella d'OsvinoMonaco e non Vescovo Inglese. L'eta del Monaco Rotornagense,non piu anlico dell'841, lo ravvicina phi a ~ s a i al secolo di Clotario I. • e della sua mirabile opera Gotica. Un Codice di San Mas-simino Trevirense presso i l Willheirn, parla non in generale della .1/ano Gotica, rna si degli Artefiei Goti, chiamati daClotario I. •in Roano. E pero i1 Willheirn nel 1659 non tardo ad affermareIa p ~ r p e t n a durata dell' Architeltura Gotica: vero e necessarioconcelto, che dopo lui s'oscuro in quasi tulle lc rnenti.

l) Hinc, egli dice, haud dubieeflicitur, habuisse GoTaos....... .)l quarnquam a CuLODOVEO subacti.. ....habuisse, inquarn, GENUS

)l A.EDIFICANDI PllOPlUUIII 4 fl.

XIV.

Chi non dice oggidi: che 1'Architettura Gotica sia un falso nome dato neJla nostra eta da noi ad un'Architeltura, chc surse perJa prima volta nel decimo e nel duodecimo secolo? Cosi scrivonsi

oggi tulle le Storie dell' Arcbitetlura; e tuttc narrano, chc allorasoltanto rarnpollo dall'umaoo cervello, senza un innanzi c senzariscontri d'alcuna sorla nel passato, una particolar foggia d' edificare coil' arco acuto; Ia quale stoltamenle a l t r i b u i ~ s i a'Goti,privi d'ogni arte loro propria e d'ognidisciplina. Ho gia confessato, ed or confesso da capo, d' ignorare qual fosse I' ArehitetturaGotiea nel 534, rcgnando Clotario I. • su'Franchi. E ben si puo esi dec deplorare si fatta ignoranza, rna non per essa vuolsi negarc, che fuvvi l'Architettura Gotiea di Ia dal Danubio , dond'ellayenne in lspagna e nella Gallia Gotica. Nel 548 cornincio are-

gnare su'Goli Atanagildo, che piu d' ogni altro suo Predecessoreamo l'Arcbitellura patria Oltredanubiana, e rnantenne scintillantipiu che non diaozi su questo punlo gli orgogli , onde teste favellai: Atanagildo, padredi Brunechilde,la farnosa Reginade'Franchi. L'insigne Storico Mariana scrive, che ai suoi di nel secolo decimo scslo sussisteano le rovine delle Goticbe fabbriche del Re A-

tanagildo in Porlogallo vicino ad ldana, oggi Guirnaraens: fabbriche sirnili percio a quelle, che tutlo i1 rnondo nel secolo delMariana chiamava Gotiehe: teslirnonianza tanto piu vera e concludente quando piu elle sernbravano brutte allo Storico, essendo

rislucca in qnella slagione J'Europa de'rnodi tenuti dalla Archi-

4 ALBX4l'DRI WltTRJ!IW, Df' J)lptyro l.l!omi!M!II, 11ag. t ! , In ApJlf'ndlce (l.eo-dii, f659). . .

< -

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DELL' lRCHITBTTUJU. GOTICA 27

lellura Gotica dopo essersi nuovamente voltali grinlelletti ad am·mirar l'arle antica d'architellare, risorta in ltaJia, sccondo gli esempi Greci e Romani. )) IN PORTUGALaA, dice il Mariana, ex sexlo)) decimo ab urbe GuatU.RABNS ( anliquis ID.lNl.l fuit) lapidc, pa-

» gua EXTAT .lTH.lN.lGILDl nomine, fortaaais ab hoc tempore>' conditus; in eo parientinae CERNUNTUR et aedificiorum fun-ll cJamenla GOTTHICAE STRUCTUR.lE, MULTUM A 80MAN.l ELEGANTIA

n DEGENEB.lN'I'Js specicm repraesentantia 4)) .

Bnmechilde spos0 nel566 Sigeberto; Re de'Fraochi d'Auslrasia.Non debbo qui loccare della bellezza e delle grazie, cotanto Ioda

te da'due Vescovi Cattolici, Venanzio Fortunato e Gregorio Turonese, di questa egregia doozella de'Goti, Ia quale di poi dopo leprime virtu merito aspri e giusli rimproveri: rna i suoi piu spietali nemici non le negarono Ia lode, ch'ella d'illuslri monumentiavesse riempiuto i paesi de' Franchi, e conseguita Ia ripulazioned'edificatricemagnanima e grande. fgnorava ella fosse Brunechil·de ,chesao Pietro di Roano era stalo coslruita COD Mano Gotica dalpadre di suo marilo? Ed aveva ella dimeoticalo di esserfigliuoladel ReAtanagildo?Colui,al qualepiacesse di lcner per veroun simile obblio,dovrebbe dimoslrarc,che Ia lralignante Druneclide non

avesse mai edificato in altra foggia se non alla foggia Romana.Questa e a lroppo celebre Brunechilde, che non lascio mai di

esser Gota; ed in qual ita di Gola, non di Romana , Ia sua rinomanza riempi le carte dell'Edda e de' Nibelungen.

XV.

- Clotario I.o, autor della Mano Goliea in Roano, aveva unitonella sua persona lotte le Proviocie conquistate da' Franchi suiRomani, sui ·Borgogooni e su'Visigoti nelle Gallic. Sigeberto, Red'Austrasia, ed i suoi lre fratelli di visero fra Ioro Ia 1\fonarchia pa·

lerna, merce un solenne Trattato del , 562 ! . A Sigeberto nellaGallia Golica toccarono i paesi della Prima Aquitania, ed in questal'Aiverioia, ov'era Clermonte d'Apollioare Sidonio; toccaronoalcune parti della Provincia Romana, da noi delta Provenza, ovesorgeva Marsiglia 3. Brunechilde, mogliedi Sigeberlo, venne dun·

que nel 566 a regnare sopra moUe nobili CittAde'Visigoti, conqui·state da Clodoveo dopo Ia battaglia di Vongllt Qual non fu Ia gioiadi quei Visigoti, che ho detto 'aver Io stesso Clodoveo lasciali nondi rado al reggimento di tali CittA in nome de' Re Franchi? Qualnon fu iJ loro tripudio nel veder satire sul1'rono d' Austrasia la bel·

4Muuu , De Rebus HISPAKUB, Lib. v. Cap, 9.! GaBooau TuaoNBNSts1Hist. Lib. IV. Cap. i2. Editio RunuRT.3 Do• VAtSETTB, Hlst. du Luouaooc, I. i77 Vedi Ia sua Nola LXXI.' Jfedi prec. § XI.

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28 DELL1.i.RCHITETTUU. GOTICA

Ia flgliuola del Visigoto Re AtanagildoY Brunechilde p e r d ~ i l rna·

rito nel 57 5; allora ella tenne da se con variu fortuna i freni delRegno, invece or del figliuolo, ed or de' nipoti. Qui oiuno dira ,che Ja Regina preso avesse in Marsiglia e 11egli altri luoghi deiVisigoli suoi sudditi a sommergere la Ioro Architettura Gotica cdanlichissima, ne che i qualtro Re, nali da Glolario I. • avesserodovuto aver in dispregio la Mano Gotica, gia si <'..nra dianri allor genilore. Gli esempi di Drunechilde, che fu soprannominalala Grande Edificatrice, giovarono anche a'Goti delle Citta cadute in sorte agli altri figliuoli di Clotario I. •: tra le quali mi giovaricordar spezialmente Lemosi, ovvero Limoges, che spelto nel 56 2

a Cariberto, Re di Parigi. Lui morto nel 568, per breve ora obbedl al Re Chilperico. Ma Nimes cotanto famosa pel suo Anfileatro Romano, e Ia mariltima cilla di Magalona rimasero in poterede'Visigoli unili con Ia Spagna, sebbene l'una e l ' altra citta fossero strette per ogni verso e circondate dalle regioni della GalliaCotica, le quali erano cadule so llo i l dominio de' Franchi.Due anni dopo le nozze di Brunechilde con S i g ~ b e r t o , arrivo i l

Re Alboino in ltalia co'suoi Longobardi; scguilo dagli Ostrogoti,che Narsete avea discacciati al tullo dall'Italia nel 554, regnando Giustiniano lmperatore. S'erano rifuggiti cosloro nella lor Pro

vincia di Pannonia, in mezzo alia quale allora viveano i Longobardi, ed essi Ostrogoti ne avevano converlila una gran parte alIa fede Ariana. Al.boino, giovine ne de' Longobardi , mostravasipiu acceso di tutti nella novella credenza , e lasciavasi tuttodi vederc neUe Chicse Ariane in compagnia de'Clerici Goti. Di cio gravi lamenti mosse i l Vescovo di Treviri San Nicezio , in una lun-

ga sua Leltera dame ricordata nella Storia 4. Quei Clerici Ostrogoti furono in llalia non solamente i doltori ed i maestri dei Longobardi Ariani , rna eziandio gli Al'chitelli cosi nel coslruire leChiese, che costoro v'edificarono, come nel ridmre al rilo Ariano

l'altre, <:he si tolsero daessi a'Cattolici. Maio promi i di non parlar dell'Architcttura Ostrogotica in Italia 2; e, slando al mio proposito, nun tocchero d' altro ncl prescnle lavoro se non della caduta del Maggior 'fempio , alzato in Ra venna dagli Ariani sottoi l Gran Teodorico; il qual 'fempio indi vi stette in pie per circamille anni fino a11457. 'l'acero eziandio delle grandi fabbriche diTeodolinda, l'eccelsa e Cattolica Regina d'ltalia, nelle quali poterono qualche volta metter mano anche gli Architetti Ostrogoti ;-sopraUutto se alcuno tra essi convertissi alla credenza Cattolica.E pero, Jasciando qucste cose in disparte, io mi lerro stretto nel

I'Orbe Visigolico.

t VediSldrla d'Jialia, Vol. JJI, pag. 2f7.i Yedi prec. XI.

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DBLL'.lllCHITETTtJR.l GOTIC.l 29

Fra' Visigoti, diyenuti Cattolici, v' era i l Duca Launebode , alquale i Re Fradchi a veano conceduto i l govemo della si ricca ebella e della cotanto Visigotica Tolosa. Launebode net 578 presead ediftcare una grandiosa Basilica in onore del Vescovo San Sa-turnino; ed i l Romano Venanzio Fortunato scrisse alcuni versi alDuca, da'quali s'impara in qual modo vispi e gagliardi, eziandiodopo le sciagure di Vougle, durassero quci Visigotici rigogli, on-de favellai 1 , a cagione della dileltissimaloro Architettu,.a Goti-

ca. Venaozio non seppe lodar piu degoamente si fatle fabbrichese non dicendo, che aveale recate a termioeun Ba,.haro, ma8en.

"l'aiuto aalcun Romano:)) LAuNEBODES enim . . • . . • . Ducatum

)) Dum gerit, instruxil CULIIINA SANCTA loci.)) Quod NULLUS VENIENS ROMANA E GENTE FABRlVIT

n Hoc vir Barharica prole peregit op118 ! )).

Questo e io che si faceva in Tolosa, regnando i Franchi: e quan-do Ja Reggia de' Visigoti era passata in Ispagna. Nella quale sivide 1' Ariano Re Leovigildo fabbricar Ia cllta di Recogoli deJiaCeltiberia, e circondarla cosi di mora come di sobborghi : opera,

che parve mirabilc a Giovanni Biclariense, Autore della Croni-ca a, e perseguitato da qoel Re, il quale aftlisse fteramente i Cat-tolici.NeJJo stuolo de'perseguitati annoverossi altresl un PiloforoGoto; Mansona, cospicuo per Ia soa nobilla. Questi dal 518 al606 , sedette V scovo in Emerita , oggi Merida, nella Lusitania.Fedele suo Predecessore, nacque nella Grecia e venne in fama peraver ristaurato il Tempio di Santa Eulalia di Merida, ma con ag-giungervi nuovi edifld e soprattutto per 1' eccelae Torri, ch' eisoprappose alia mole auhlime di queHa Basilica. »CELSA Tva-BlUM ~ ' A S T I G I A suuu:Ma PRODUXIT aN .neE ')), Cosi diceva il Diacono

di Merida Paolo, che a'giomi di Mansona compose le Vite de'Ve-scovi Emerilensi. Da Merida il cuJto di Santa Eulalia si diffuseda per ogni dove a cagione di sl augu.sto Tempio, e gran nume-ro di Basiliche s'eressero in onor diquella Vergioe, massimamen-le in Cordova ed in Toledo. Ne Mansona cessava d'edificare Ospedali e Basilichc in Merida con ammirahile artiflcio, per quantoafFerma Io stesso Diacono Paolo; artiflcio, adoperatoda un nobi-lissimo tra i Goti, non tra i Romani. Le Torri di Santa Eulaliasursero in alto non per difesa contro i ncmici, ne per altre oc-

.f Y1di prec. § XI.! VBNAMTaus FonunTus, Oper. Lib. II, Cap, XII, Edltlo Lucan (A. 4786).3Ioa. 8Jca.u., Cbroo. Apud RONCALLI, Cbroo. Latin. Vetust. 11. 389. (An.

t187).' P•ua.us E••atTBifSII, Cap. VI. i. 16. Apad FJ.OUZ, XIII, 3t2.

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30 DELL' AllCHITETTVRA GOTIC..l

correnze di guerra, ma per ornamento d' Architettura, e forse flo

da quella stagione per sostegno delle Campane .f. 11 Greco Fede-le dove quivi ergere queUe Torti per seguitar le voglie de' Visi-goli Catlolici, non i precetti dell'Archilellura Bizanlina, cbe nel-la Chiesll gia dianzi ricostruita di Santa Sofia s' astenne da ognisorta di Torri , donde avesse potuto i l V scovo di Merida volertrarre gli esempj

Nel mezzo delle sue persecuzioni, Leovigildo Re si fece a risto-rar le mura dell'antica Italica, vicino a Siviglia. Edi6oo in Tole-do una Chiesa del rito Ariano : Ia quale , quando i Goti venneroJa pili gran parte alia feda Cattolica nel 587, fu dal Re Recare-

do riconciliata immanlinenti al nuovo culto. Allora in lspagnae nella Gallia Gotica non conquistata da'Franchi sidiminuironol'industrie, con le qnali s'andavano studiando gli Av.iani di volerditTerenziar le loro Chiese da queUe de' Cattolici: rna non vi ces·sarono al lulto gli Ariani. Per un altro lalo , da' Goli Caltolici sivide imposta Ia lor Liturgia Gotica ed Orientale anche a'lor sud-dili Romani della Spagna e della Gallia Gotica . Cio si f(.'Ce perDecreto del Terzo Concilio di Toledo, preseduto da Mansona diMerida nel 589. Robusta poi sempre si maolenoe l'usanza pressoi Goli nuovi Cattolici, di tener in onore la prisca loro Archilellu·

.ra, ch' essi aveaoo recata dalla Dacia e dal Danubio in lspagna.E pero in alcune famiglie de' Goti s'erudivano i servi nell' arti diedificare: si come si Iegge in un'lscrizione posla dall'un di costo-ro per nome Gudila, il quale vantavasi, al pari del Duca Laune-de 'folosaoo, di non aver adoperato allre braccia se non de'servinati nella aua caaa, per ergere in Cad ice due Chiese a Santo Ste-fano ed a San Giovanni Martire nel 607: l( 0PEu.JUos VumJLAS.

Sumplu Proprio 1)).

XVI.

L'eta de' Re Atanagildo, Liuba I.•, Leovigildo, Recaredo, Liu·ba II.o, Vilterico, Gondemaro e Sisebuto, dal 548 al 622, equel·Ia, in cui maggiormenle 6ori la civilta de' Goti , e piu mostrossila lor natura Cavalleresca. 11 Re Chilperico, fralello di Sigebertospos0 nel 568 Galsvinta, sorella di Bruncchilde: alia quale Galsvin·ta esso Chilperico fecc i l Dono .1/atuttino detto del Jforgicapda'Franchi, da'Longobardi e da'rimanenti popoli della Germania.di Tacilo. Lemosi con altre Cilla Gallo-Gotiche si videro compre-se ill tal Dono : e queste , quando i l Re uccise Ia moglie nelloslesso anno, furon cagione di guerra lra' figliuoli di Clotario I. •;poscia passarono tulle nel privalo dominio di Brunechilde.

4 Y1di Storia d' ltalia, Vol, II; pag . 819 .! IxscaJPTJO, Apud FLoaaz, ESP· Sagrada, VII. 31 . (A· 47661•

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DELL'A.RCHI TETTUBA. GOTICA. 31

Qual non era Ia dift'erenza tra un si faUo Morgincap, e Ia Mur·

gengeba de'Visigoti nel1a Spagna? Una Formola insigne in versiLatini del 615 , scoperta e'non ha guari dal Signor di Roziere eda me riproposta in parte nel Codice Diplomatici Longobardo t ,

c'insegna, essere stata Ia Murgengeba i l dono, che facevasi aileVisigotiche Vergini, quando elle non erano se non semplici fi.danzate, come Ia Burgundica Ildegonda nel Romanzo di Goal·tieri o Waltario, prole del Re d'Aquitania. E si ravvisa in tal For.

mola qual fosse Ia delicatezza de'sentimenti di chi Ia scrisse, rnacol proposito di voler dipingere al vivo alcuoi costumi del suo sa.colo, e lodarne l'antichiiA.. II Getico Senato ci apparisce nel suo

lustro primiero, come al tempo de'Pilofori, e pero vie meglio simostra 1'Aristocraticn natura Visigota:

)) Jusigni merilo et GETICA.E DE STIRPE SENA.TUS

>> lllius aponaae dilectae . . ..)) 0RDINts ut GBTICI est el MORGINGEMBA TETUSTI :1

Qui nella Formola del 615 comiocia Ia descrizione de'doni a colei, che lo sposovagheggia;

>> TE DOMINA.M in mediis cunctisque per omnia rebus.>>

CoNSTITuo, donoque tibi vel confero, VtRGO.Quanta dislormiiA. tra i i Murgincap de'Franchi o de'Longobar·

die Ia Morgengeba de'Visigotil La Vergine Visigota diveniva Signora di tulto fin dal momento del dono; Ia donna Longobardaera soggetta sempre al Mundio Perpetuo , anche de' suoi proprjBgliuoli . Da questa sola diversita si misuri lo spazio, che divideaIa vita civile de'Goti da quella de'popoli della Germania di Tacito; si vegga di qual aUra tempra fosse in Ispagna e nella GalliaGotica il rispeUo per Ia donna ed ogni seotimento generatoredella Cavalleria. Si scorga in oltre quanto i Visigoti del Re Sise

buto si vantassero del1a vettUtd del1a Morgengeha, che racchiudea veramente in se. toll' i germi Cavallereschi della loro stirpe;In cio l'Europa d'oggidi eVisigotica, non Longobarda. E di qui

si puo facilmente conchiudere quanto i l Re Sisebuto col suo Geti-co Senato dovesse aver cari gli usi ed i costumi primilivi del suopopolo; quanto gli fossero a cuore l'esercizio ed il progresso cosidella Gotir.a Liturgia come della loro antica e nazionale Archi-tettura Gotica. Chi non conosce I' intima connessione dell' Architettnra Sacra e della Lilurgia'l E come avrebbero potuto dimentiearsi gli usi della Patria Oltredanubiana e·gli esempi recenti dati dal Re Alanagildo, quando i l Re Siscbuto editicava in Toledo

t Ytdi Cod. Dipl. Longobardo, Nom. 994 .

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32 DBLL' ABCBITITTUU. GOTIC.l

sui Tago i l magnifico Tempio di Santa Leocadia ( CULKINI .u.To ,

••ao o n a ~ •), ove iodi si tenoero i famosi conciJi Toledani Y AlQuarto de' quali presede nel 633 Santo lsidoro di Siviglia , e visi fecero phi ampj ordioamenti per rifermare la autorita della

Liturgia Gatica. Di questa Basilica era notabile principalmentel 'elcvazione , ammirata cotanto da Santo Eulogio di Cordova , edalla Cronica d' Albelda; l'elcvazione, che anche a'nostri sguardinel secolo d'oggidi ci si rappresenta come una delle impronte pri ·mitive dell'...lrchitettura Gatica, e soprattullo deH' Ecclesiaslica.Sol nelle Leggi, negli Atli Pubblici, neUe Formole, neUe Mone-te i Visigoti amarono l'idioma Latino, riserbando il proprio, cioe

l ' l/lfilano , agli usi privati ed al commercio quotidiano fra GoUe Goti; del qual costume non tacero. quando farommi a ricorda·re i linguaggi arcani de'Culdei ! .

XVII.

Non so se Ja conversione de' Visigoti fosse stala si generale nella Galli a Gotica, si come fu in lspagna. Parlo della GallitJ GD-

tica non conquistata da' Franchi, ove mi sembra, fosse rimastoun gran Jievito Ariano, pel qnale si continuo a desiderare dimettere sempre dift'erenze fra I' Architettura Sacra degli Erelici

e queUa de' Cattolici. Nella Gallia Gotica venula in polesta deiFranchi, assai poco frequenti, anche per resistere a'nuovi domioalori, furono le conversioni de'Visigoti alia fede Romana, ed apochi tra essi piacque d'imitar l'esempio Tolosano del Duca Lau·nebode, rizzando Chiese alia goisa Cattolica. Le sette degli Albi·gesi e de'Valdesi, delle quali ne'secoli seguenti si ~ i d e travaglia·taTolosa col resto della Gallia Goticade'Franchi,dimostrano, as.sere slate ivi pili che in ogni allra Profincia disposto di lnuga

mano i l terreno a farle allignare. Si fatta preparazione prodosaenon piccoli etfetti sulln conlinuitA dell' ...lrchitettura Gotica de

gli Ariani, e sull' esplieamento successivo cosi della lelteraturacome della lingua de'Provenzali.

Ampio e riooo argomento , ma non e l mio in questo loogo:

riparlo perci.O del Re Sisebuto e dell'ell!f'azitme Yi•igotica, sl ,ma non piu Ariana della soa Chiesa di Santa Leocadia. Cosi fat·Ia elevazione, che sembrava Ia sola degna ne' Sacri Templi aiViaigoli ed acooncia meglio ad innalzar gli animi veno Dio, dominava gia in lotto il resto della natura di quel popolo fto dal

tempo, io cni credettero all'immortalitA dell'anima pei disooni di

Zamoln; poseia s ' ~ b b c perle nttoriedi Dromichete, eli Bere-

bislo e di Decebalo. II n a z i o n a ~ orgoglio piglic} forme novelle

4Veda Storia d'ltalia. Vol. 11, pag. 83t.! Vedi St'g. §. XXVII.

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DELL' .UCRITETTURA GOTlCA 33

dopo Ia conquista di Traiano, per effello delJe slesse sciagure deiGeli o Goti, e nuovo slimolo dellero aile lor cittadine superbie.le~ i l t o r i o de'Re Ostrogola ed Ermanarico, non che Ia presa di Ro-ma nel 409. La grandezza dell' animo si coilgiungea nc' Visigoticon una salda ed adamantina tenacita del proposito, la quale ap·parisce in tutta Ia Storia di Spagna 6oo a'di nostri; e con un al-to , anzi superlativo , sen lire di se medesimi. Nc abbiamo uuapruova in una Letlera di Sisebuto, ch'egli per mezzo del suo Le-gato Totila mando a Teodolinda, Regina de' Longobardi , verso1'anno 6J6, allorche gli fu riferito di predicarsi fervorosamente

in ltalia rArianesimo dagli Ostrogoti, ritornativi col Rc Alboino.Quale avnllura, scrivea Sisebulo, che popoli del noatro Goticoaangue aiarw macchiati dell' .driano contagio? tl APPINITATEII

)) SANGUINIS NOSTBI ABUl'U. CONT.AGIONE NUNC POLLUI , el virulenta)) ptofUSiODC canceris PBATERNA COGNATIONB DISJUNGI'f:). Qua/ raz.•.za, soggiungeva' epiu bella, piu n c l i f a ~ piilnatura/mente va-lorosa e prudente eli quella de' Goli? Quale ha piu eleganti co-61umi? Chi non ha in pregio i modi loro di aivere, Ia perapicuadignitd e Ia gloria del/oro oome? tl GENUs INCLITUB ET INCLITA)) FORMA' INGJ:NUA VIR'l'US ' ET NATURALIS PRUDINTIA ELEGANTIA

)) MORUM, V I T ~ BOIU csNsuu, PRESPICUA DIGNITAS, el GLO•)) au DIG NITATIS E.IIIIIA 4. La bellezza e le grazie di Bru,nechilde,Regina, delJe quali concepirooo si gran maraviglia i Romani, ci

fan sicurta, che Sisebulo non esagerava col suo favellare l'ele-ganze de' coslumi Visigotici: ma giA Bruoechilde , quando egliscrivea; era morta da circa lre anni. tl Puella elegans , vcnuata» tupectu, honeata moribua atque decora, prudena consilio et>> blanda co/loquio )). In tale aspetlo ella era venula dalla Gozia,scrive Gregorio Turonese, al lalamo del Re Sigeberlo.

Un'antica tradizione ripeteva d'ela in etA, che Sisehulo avesse

rafforzato la citta d' Ebora con grandi propuguacoli •. Verso lafine del sesto decimo secolo sorgeano ancora in essa dne saldis-sime Torri, che dallo Storico Mariana s·attribuiscono a quel Be.Santo Eulogio di Cordova ricorda Ia Chiesa di Santo Eufrasio ,latta oostruire da Sisebuto in lliturgi , oggi Martos , sui Guadal-quivir 3, Bastavano tali esempi ad inanimire i Pilofori VisigoticiVescovi e Laici, ed a ricordar loro la palria consuetudine delDanubio cosi nell'Architetlura sacra come nella civile e nella mi·litare. Ne Ia memoria di Brunechilde Regina, e del suo edi6care

4 SISBBUTI Regis Epistola, Atmd FLoaflz ESP. Sagrada, VII, 3 1 1 - 3 ~ 8 Num.VIII. (A. 1766). ·

-= Yedi Codlce Diplomatlco Loogobardo, io cui ella trovasi ristampala conNote, 1. 674. Num. i59,

i l lnutu, De Rebus BIIP.uuu, Lib, IY Cap.' ·3 Yedi Storia d'ltalia, Vol. II. pag. 833 .

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34 DELL ABCBITETTURA GOTICA

s' era perduta, quando i l Re Sisebuto manoo nel 621. L' anno;

che segui alia sua morte, fu i l Primo dell' Egira di Maometto epero i l primo, da cui si numerassero i pubblici fatti e Jc conquiste del fortunato legislatore di quegli Arabi, che viveano sotto letende: indi essi nel corso delle Joro vittorie , dopo aver perduto.1\faometlo , edi6carono in vari Regni un gran numero di Templie di Moschee , chiamato in aiuto Ia scienza de' popoli vinti ; dal.Je quali coslnuioni nacque ne'secoli seguenti J'Architetlura detl4Moreaca. Di questa forse, ma nol promelto, faro un parlicolare Discorso: qui mi contento dell' osservazione , che gli Arabi diMaomello non insegoarono alcuoa forma speciale d' architeltare

al Re Sisebuto ed al popolo, discendente dagli Immortali di Za·molxi.

XVIII.

A'gioroi di Sisebuto Ia Citta di Lemosi nelJa Gallia Gotica 6oriva per l'eccellenza delle sue arli. Ne l'arti Romane sotto i Visi·goli erano spente, quantunque non primeggiassero; ma sotlo Enrico vi predomioarono le Visigotiche dell' Arcbitettura, e·sopratutlo di quella peculiarc degli Ariani. Era in Lemosi una PuhhlicaOfficina della moneta fiacale, aft'erma Sant'Oveno, che circa un

quaranta aoni dopo Sisebulo scrisse dift'lisamente Ia Vita del suoamico Santo Eligio 4. Ecco una Zecca nella Gallia Gotica, dovepresedeva un Ore6ce Jodatissimo (fa!Jro aurifici pro!Jaliaaimo) ,chiamato Abbone, it quale v'insegoava le pratiche ingegnose delarte sua, ed ebbe Santo Eligio a discepolo. Nasceva egli da' Visi-goti queslo Abbone? Un tal nome non e Romano , e pur tuttavolta egli non scmbra Visigolico: rna Eligio, ed i suoi GeniloriEucherio e Terragia , si possono pei loro nomi credere usciti disangue Romano. Che che sia della nazione di tutti cosloro , Le-

mosi, retaggio di Brunechilde ' , ha le apparenzc d' essersi man

ten uta Visigotica sollo Ia dominazione particolare della Regina a;ma, dopo lei, si ripose in liberta. E ne godeva nel 620, se deecredersi al contemporaneo Saot'Oveno, i1 quale narra, che alcunecagioni sospinsero quel suo amatissimo Eligio a coodursi nel Re-gno de' Franchi 4. Sopra una gran parte di questi regnava Da-

goberto; ed Eligio giunse fra essi per l'appunto verso i l 620, negli ullimi giorni di Sisebuto. Dagoberto indi ottenne tutta Ia Mo-narchia de' Franchi e possede i l lratto di Lemosi , o per conqui-

· 4 S.lNCTI AunoBNI, Vita S. Er.aou, Apud Acanv, Spiclleglum, V. U6.

- Do• BooQUBT, Scrip. Rer. Fuftcacuo•, 111. 55t. (A. 4'714).i Y1di prec. §, XVI.3 Guo. Toaoft., Lib.IX. Cap. !0. Yedi Do• V liSSITTI, l.t'7'7 ·'S . AUDOBI'lUS./oc. cit.l.ib. I. Cap. ' · .

~ i t i z e d b y q ~ ~ ~ . . ··__...

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DELL' ARCHITETTURA GOTIC.A. 35

sta, o per volontaria dedizione. L'aura Visigotica spiro per lunga

stagione in quel tratlo, dove di poi venue alia luce i l TrovatoreGerardo di Berneuil, ricordalo dall'Alighieri nel Purgatorioenell'E/oqtdo Yolgare.

L'Oreficc di Lemosi divento il .Minislro e l'amico principale delRe Dagoberlo. Tutti gli Ambasciatori, che dall'ltalia e dalla Gal

lia Gotica non conquistata da' ~ ' r a n c h i arrivavano al Regio Palazzo, avevano a cuore, scrive Sanl'Oveno 4, di rendersi benevoloEligio: per opera del quale, sc non vado errato, si delle Lemosi aDagoberlo. Grandi prove avea somministrato Eligio della sua eccellenza nel suo rnestiere, rna egli divenne ancora un edificator

grande cosi di Monasteri come di Chiese. Nel 631 i . si fe'donaredal Re un terrilorio in Lemosi , dove costrui un ampio e magnifico Monastero, che indi fu visitato con ammiruione da Saot'o.veoo: poscia 1' avvenluroso Minislro fabbrioo nella sua propriacasa d' abilazione in Parigi un nobile Monaslero per lrecentoVergini (dignum comtru:eit Archi8terium). Nel 634, con Yi8i·gotica elevazione, fabbrioo I'alta Basilica fuori le mora di Parigi, e copri elegantemenle di piombo quelli, che son chiamatidal medesimo Santo Oveno i mhlimi tetti di San Paolo. Trala-8cio 1' altre fabbriche innalzate da Eligio e quella di San Mar·

ziale della sua palria Lemosina , per domandare se fu Gotica oRomane8e la natura di tali edifizi? Saranno stati dell' una e del·1' altra sorta, rispondo , ma io I' igooro. Certamenle non furonoRomane8i le forme primiere della Badia diS. DioBigi, falta edificare nel 637 da Dagoberto, e decorala con insigni opere d' Orificeria: lavori dell' egregio arlefice, dell' operoso coslrutlore d' un

Monastero nella sua propria casa e del possente Ministro dellaMonarchia. Eligio perci<) ebbe lu piu gran parte nel disegnare onell'approvare le sembianze Arcbitetloniche di quella famosa Ba-

silica, della quale il Pontefice Stefano ll . • voile al suo rilorno da

Parigi fabbricame in Roma una simile, 8econdo f U80 di F r a n ~cia, come a suo luogo diro a.

Donde si trae, che un ouovo spettacolo si vide sui Tevere quando ivi SUrse Ia Chiesa di San Dionigi IUXTA POIUUS SPECIES DE·

)) couu SICUT IN FRANCIA (Pootifex) VIDERAT)). Son questele parole di Benedetto del Monte Soralte i : dalle quali apprendiamo, che l'Archilettura primitiva del Tempio Parigioo di San Dio-nigi non fu Romana o Romaneae ne Druidica ne Francica (iFranchi non ebber giammai arte propria d' edificare), rna Gallo-

4 S. AUDOIIIUS1 Ibidem, Lib. I. Cap. i .

- Yedi Codiee Dlplomalico Longobardo. v. 48.2 Seguo , nell'assegnar gil anni , Ia Cronologia di Do• BouQuBT , notata in

margine a ciascun Capitolo della Vita di Santo Ellgio scrllta da s. Oyeno.3 Vedi seg. §.XXI.

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36 DELL' .A.I\CBITJ:TTUBA. GOTICA:

Yiaigolica e posta principahnenlc in alto da Santo Eligio delta

Gallia Gotica, posseduta da Drunechilde. Non emio rofficio d'indagare quali mutamenti si recaron di poi all'ArchiteUura di SanDionigi del 637.

XIX.

. Maocato i l Re Dagoberto, i due amici Oveno ed Eligio, nellostesso giomo 13 Maggio 640, salirono sulle Cattedre delle Ghie·se, quegli di Roaoo, e questi di Noion. In tal guisa, da'suoi pae·si Visigotici Eligict\ si tramuto per sempre neUe Gallie Settentrionali, ove non cess0 d'edificare Tempi e Chiostri. Un ampio Mona

stem di Vcrgini costruissi dal novello Prelato in Noion: lavoro,ehe pole non essere di stile Romaneae. Mori nel 659. Allora S.

Oveno dettonne Ia Vita. Erasi quesli parlito da Roano e dalsuo

Maggior Tempio di Mano Gotica per predicare Ia vera fede Cristia·na contro i Monolelili, cd avea impreso Ionghi viaggi a tale uo-po. Approdo in Jspagna, ove non mancavano alcune reliquie dell'estioto Arianesimo, edove al Re Recesvinto era succeduto Vamba. L' Arcivescovo Rotomageose fu ricevuto con graodi onori daiGoli secondo i raccoriti dell' Autore quasi oontemporaneod·unadelle sue Vite (l!nde felixopinio GoraoRuJtterraapenetravit 4). Ivi

sui Guiserga, in mezzo a' suoi gentilizj poderi di Donnia o Do-goa, vicino a Valladolid, aveva Recesviodo edi6cato nel 661 un

'fempio, ricoo di marmi e d'lscriziooi, al Batista; i rimasugli delqual Tempio sussistevan tuttora nel secolo dello storico Mariana.Questi giudioolle di Gotica atruttura (Yetuati operis atque adeoGorTBICAE STRUCTURAE immaginem rf!praeBenlanB i).

Recesviudo, si celebrato neUe Storie di Spagna, nacque da quelRe Cindasviodo , ch' ebbe a disdegno i Romani a lui soggetti , econ sua Legge solenoe dichiaro di non dover ph\ I' universalit8.de' suoi popoli eaaer veaaata dalle Leggi Romane (RoiUNIB LK-

GtBUs oolum amplius CONVEXARI 3). Laondenoningannossipunlo i1 Mariana , quando gli parvero appartenere all' ArchitetturaGotica le rovine del 'fempio di Dogna, opera del figliuolo di un

Reche odio tanto Je discipline foreosi de'Romani. Recesvindo adonque sarebbe slalo colui, che ne'suoi privati poderi avrebbe presoa voler imilare Ia Romaneae Architettw•a P Ed a calcar sotto ipiedi le tradizioni de'Gotici Monasteri delle Vcrgini Oltredanubiane t Reccsvindo non si sarebbe curato di riproporre in Dognalc ·Visigotiche forme delle Chiese di Santa Eulalia e di Santa

4Anon•us, In VITA S. AuDOBftJ, Apud BoLLAKDJ&us(U Agosto) Acta Saoctorum Augusti. 'fOlD IV. 11ag, S07, §. 9. Auctore Suppore (A. 4739).2 MUUJU, De Rebus HISP.lNIAB, Lib. VI. cap. XI.3 LEX WJs&Goruoau., J.ib. 11. Til. 1. Lrg. 9.

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DELL' .lBCBITETTUB.l GOTIC.l 31

Leocadia in Toledo? Chi ardisse affermar cii) , nol crederebbe in

suo c u o r ~ .AI tempo di Recesvindo fu con sua Legge abolito i l divieto del-

le nozze fra Romani e Gentili f : rna i Romani perdellero I' illu·stre lor nome nelle Leggi e negli .Alli Pubblici, e tutti gli abita-tori de' Regni di Recesvindo non si chiamarono se non Visigoti.Cosi recossi ad etTetto in parte I' antico disegno del Re Ataulfo ,che avrebbe voluto chiamar Gozia l'lmperio Romano. Ciascunodi quegli abitatori sapca se Romana o Gotica fosse 1' origine di

sua famiglia: ma i Goti si teneano pe' veramente nobili, sebbeneignorassero l ' uso del guidrigildo stabilito da Clodoveo : e pero

nacque la voce Hidalgo, tnttora usata ne' nostri di , cioe Ia voce,che con apocope doppia vuol dire figliulo di Goto. Ella bastaper dinotare un'antica nobiltaemaggiore d·ognialtrainlspagna.Cosi non aveano fatto iRe Vandali d'AtTrica, i quali ne'loro/E-ditti, riferiti da Vitlore Vilense t, chiamaronsi Re dei Yandali,e Be degli A/ani ad un' ora. I Romani di Spagna e della GalliaGotica vidersi percio ingloriosamente incorporati ne' Visigoti, epeggio che gia non erano stati dal R.e Ostrogota i BorgognouLLa stessa dignita degli Ecclesiaslici non die risalti d' alcona spe-cie a' Clerici di sangue Romano, si per Ia mancanza del guidri-

gildo fra'Visigoti, e si perche appo essi Ia sacra Lilnrgia era Go-tica ed Orientale, secondo i decreti dianzi acrennali del TerzoConcilio di Toledo nel 589, i quali forono sempre pili rifermatida' seguenti Concili e dalla diuturna possessione. In mezzo a sigrandi cure de' Visigoti per conscrvare Ia loro particolare Litur-gia non Romana, e' divien sempre pili agevole di conoscere seavesser coloro abbandonato i l pensiero giammai della loro Ar-chitettura Gotica.. Tali erano quando Sant'Oveno giunse in Ispagna, le qualitacivili della razza domiualrice de'Visigoli e della razza obbediente

dei Romani. Se i l Prelalo Rolomagense non vide i] Tempio diRecesvindo in Dogna , e' vide certamentc io Toledo Ia Chiesa diSanta Eulalia, e I'altra di Santa Leocadia del Re Sisebuto, e for·se conobbe San Fruttuoso, nato di atirpe regia: di stirpe , cioo ,non Romana, e pero Golica3 , da un Doca Ispano d'alta possanzanell' esercito mililante tra' Monti della Galizia e di Leone. Frul-tuoso die molte delle sue grandi ricchezze a' poveri , e con le ri-manenti sollevo non piccoli stuoli dei sooi servi, a' quali egli so-leva concedere la liberta. Si fatte lodi gli si tribularono da un

4 Lu WrsrGOTBoallll. Lib. Ill. Tit. I, Lei. f . Editio Gaoa&Isa.~ V I C T O R VaTBKsis, Hist. Persecution is VAKDALIGAB, Lib. l l §. i3, Lib, IV .

§ . 4. Edilio RUIKAIT. .

3 Muuu, De Rebus B&SP. Lib. VI. Cap. 8. «Faucnosus u BBGIO Gouao-" au• S A ~ G U I K B ».

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38 DELL' .ARCBITETTURA GOTIC.A

suo quasi contemporaneo, che ne scrisse la Vita: Valerio, Abate

di San Pier in Monti nell' Asturie 4. Audo Fruttuoso in Merida pervenerare i l Tempio di Santa Eulalia; costrui un gran numero di

Monasleri ; popolati da moltitudini di Monaci , e principalmentequello di Nono, posto nell'lsola di Cad ice. Fu salutalo V scovo diBraga, ove fabbriconne un altro, nel quale di giorno e di nolle,con le faci accese, lavorava egli con le sue braccia.Mori nel 670;Architetlo e muralore ad un tempo, ma Ia sua Mano era Yiai·gotica.

Sant'Oveno, ritornato verso i l 677 in Roano, portovvi Je memorie degli Edifici e de'Tempi veduti da essoin lspagna, ma so·

prattutto del cu.lto e degli aft'etli verso Eulalia. E pero Guaningo,uomo ricco e polenle lra'Franchi, edifioo in onor di quella Santa

un Monastero di trecensessanta Vergini, alla costruziooe del quale Sant'Oveno deputo Wandregisilo, dello San Vandrillo. Non avrebbe voluto forse l'Arcivescovo di Roano imitar le Gotiche forme della Chiesa Toledana di S. Eulalia , eziandio se gli fossermancali gli esempi della Mano Gotica di S. Pietro nella sua stessa ciliA? Con questi domestici monumenli e con le Goliche rimembranze di Spagna, S. Filiberlo fabbrioo i nobili Chioslri Gemmenticensi ossia di Jwnieges, e San Vandrillo costrui gli altri di F ~tanelle : operando entrambi col consiglio e sotto gli auspici diSant'Oveno. 11 quale cess0 di vivere nel 684, e pose per tutto l'av·\'enire il suo nome al Gotico Tempio di S. Pietro.

XX.

l l Re Vamba s'illustro phi de'suoi Predecessori perle sue splendide opere nell'Architettura Gotica. Ristoro nobilmente Toledo,allargandone \e mora, ove rinchiuse i Sobborghi, e volle non siignorasse i l suo intendimento di propagar con tante magni6cen·ze Ia fama e l'onore della aua Gente:

)) Erexit faulore Deo Re.c. inclytus urbem)) W AMBA, SUAE CELEBREM PRAETENDENS GENTIS JIQ.

NOREM i )).

Questi versi gli feca incidere sulle nuove mura della cittA , riferili da lsidoro Pacense, che scrivea pochi anni dopo lui, nel 7 40;Jsidoro, al quale sembro mara vigliosa quella costruzione. Vambacomando, che brevi Torri si fabbricassero sulle Porte, ove collorole statue marmoree d'alcuni marliri. Simili Torri floo all' oltavo

4 V unu1 s A ..u , Apud JIABILLOK, ID VIta s. Faucruosi, Cap. f. Act. Ordi-

nis s. B, II. 55'7.i ISIDOIUS PACBKSIK, pag. 8 Editlo SAKDOUL ( A, t63' ): et Apud FLOIIZ 1

EsP. Sagrada, VIII. !93, § !4 . (A. 4769).- Veda Sloria d'ltali:l, Vol II, pag. 83'.

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DELL' A.RCBITETTUIA. GOTICA. S9

secolo non si disgiuosero dal ·peusiero de'Visigoti nella costruzio-ne delle loro Chiese: ornamento, gia i l dissi, e non difesa. Ne se-coli seguenti, dopo gli assalli degli Arabi e de' Normanni , taliTorri divennero altresi propugnacoli e speranze di salvezza con-tro la Iuria de' nemici tanto ne'Monasteri quanto neUe Chiese ditutta l'Europa Occidentale, senza parlare dell'uso che divenne ge-neralissimo, di siluani le Campane.

Le statue poste da Vamba sulle Torri delle Porte di Toledo fu·rono rovesciale dal tempo : rna il Mariana racconla, che a' suoi

.proprj di, Filippo II. • le restitoi al loro luogo 4. Soggiunge, che

Vamba cerc0 pietre da per ogni dove, adoperando i marmi delleRomane fabbriche, ne'9.uali voile si scolpissero immagini a simi·glianza d'una Rota o d una Rosa 2. Di cosi fatle Rote o Rose fugrande l'uso nell'Architettu,-a Gotica del duodecimo e lredicesi-mo secolo: rna Vamba ne avea dato gli esempi, che cerlo non fu-rono i primi appo i Visigoli, e che FiJippo II. • richiamc} allume

del giorno. Vamba in oltre guerreggio felicemente conlro i Vi-sigoti, che ribellaronsi a lui nella Gallia Gotica non conquistatada'Francbi; e fond«} vicino a Nimes Ia celebre Badia di Santo Egi-dio 3, menlre San Frutluoso di Braga edificava i popolosi Mona-

steri, onde ho toccato, e soprattultoi1

Complulense,i l

Rufinia-nense, i l Visumense. Nel costmire il suo Monastero di Santo Egi-dio , Vamba non pose mente al prossimo Aofitentro Romano diNimes: ne gli Anfiteatri e r ~ n o cagione di grande amore a'popolinon Romani , e Ia memoria degli antichi spetlacoli era odiosaprincipalmente a' popc.li Gotici. La NemausensefBadia di SantoEgidio non rilrasse nulla in se di queUe forme anHteatrali, ed in

tutti gli allri edifizi Ia vanita de'Visigoli dava loro a credere vo-lenlieri, che Ia vetusla loro Architetlura Gotica vincesse di lun-ga maAo i pregi della Greca e della Romaoa. Di qui nascea 1' ab-

handono dei pubblici edifici Ramanesi neUe Provincie sotlopostea'Visigoli, e 1' uso , che cos(9ro correano velocemente a fare deimarmi di quegli edifici. Ervigio, che succedette a Vamba nel680,

risarci le mura di Merida; indi rifece i l Ponte Romano di quellacitta, in parte crollato; impresa, ch'e'commise a1 Duca Salta.Compiuto il lavoro, Ervigio fe' collocare sul Ponte un' lscrizionein versi , o piultosto tm Rilmo , che non ha guari tempo si posein luce dal Florez'· Ivi ad Ervigio si d8 il titolo diRe de' Geti

4 lbat.uu, De Rebus HlsP.AKI.lJ, Lib. VI. Cap.U.

t ld . Ibid. • Marmora eonvecta , In qulbus Rolae aut R01a1 slmillludlne• seulptae lmmaglnes pluribtu in loci• •·

3 Y1di Storla d' rtalla, Vol, 11. pag. 733.'FLOBIZ, !8P. Sagrada, XIII, 222. (A. 4782), YediStorla di ltalia, Vol . II .

pag . 839.

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DELL' A.BCHlTE'l"''UU. GOTICA.

e s'afferma ch'egli 1tudioa8i d' eatendere il 8Uo nome con ma-

gnanimi fatli, ai che dopo aver cintoMerida con eaimie mura,opero quel miraoolo di ricoatruzione: ·

. . • . )) Potentia GETARUM ERVIGll Regis

l) Studnit MAGNA.NiliiS PA.CTIS BXTJI!NDERE NOliEN

)) Veterum et titulis addidit SA.LLA sunm,

l) Nam poslquam E X I J ~ n s novavit moenibus urbem

)) Hoc M.&.OIS MIRACULU:M patrare non distitit;

E pero l'operatore di cosi fatto miracolo non si rimasc dal dire,ch'egli aveva vinto, aehhene imitando, I'ammirabili opere delprimo autore di que/ Ponte ; vittoria, che avrebbe dovulo farlieta Merida per molti aecoil;

)) Contruxit ARCOS (aic), PENITUS PUNDA.VIT JN UNDlS

l) Et MIRUM Auctoris lmilana VIClT OPUS .. .)') Urbs augusta, felix, mansura per saccula longa,

ll Nova/a studio Ducis . . . . . . • ,, .

Or Visogoto era quel Duca Salla, e Visigotica la burbanza ol'adulazione, con le quali si pretendeva nel Ritmo d'aver coluivinto imirahili concetti del primo autorc. Datal burbanza o da

tale adulazione si scorge vie meglio come Ia loro ArchitetturaGotica si tenesse da'Visigoti dappin della Romana, e comecolorogiudicassero di questa, o si sforzassero di giudicarnc, in un modo aft'atto diverso dal nostro. Egli eun singolar piglio dell'cta pre-sente il credere , che i Visigoti (non parlo gia degli Ostrogoti).avesser dovuto inclinarsi, come noi facciamo, alla bellezza deiMonumenti di Architettura Greca e Latina, e deporre a tal vista

ogni lor vanila cittadinesca. I Visigoti di Spagna, quantunquescrivessero in Latino e si chiamassero Flavii (per non esser dameno de' Re Longobardi) e fossero vaghi d' imitar Ia pompa del

Palazzo Imperiale di Bizanzio, pur tottavolta si vantavano d' es-

sere pin antichi e pin civili assai de'lor sudditi Romani. Con questo animo. Vamba dirizzava le GoticheR08e in Toledo e Sisebutoscrivea le sue Lettere a Teodolinda. Ne'secoli seguenli vinse 1' in-telletto Latino in tulta Europa, massimamente nell'ltalia Longobania: e Ia nella Spagna, ~ u a n d o ella fu liberata dal giogo degliArabi, la vooo UuJino, cioe Latino, divenne da capo, e si mantie

ne anche oggidi, una voce dinotante un titolo d'onore.

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DELL'A.RCHITETTURA. GOTJCA 41

XXI.

Maometto era morlo nel 632; ne ancora seltanla nove annieran trascorsi, quando i suoi Arabi giunsero in lspagna nel 711,dopo aver soggiogala una parte non disprcgevole cosi dell' Asiacome dell'AtTrica. II passaggio di quegl'lsmaelili dal Joro Sceni-tico vivere sollo le tende al vivere nellc piu popolose Cilta fe' sentir loro i l bisogno deli'Architcltura, e sopraltutto della Sacra perIa costruzione delle loro Moschee: bisogno , che costitui un noyello senso nella natura lor lrasformata. Edificarono dunque 1\lo-schee in ogni luogo, fin da' primi giorni deBe loro vitlorie ; rnariuscirono da per ogni dove in Archilettura i discepoli non i 1\lac-stri dei popoJi vinti, e massimamente de' Visigoli di Spagna. Nonlardarono a prorompere nella Gallia Gotica, unita con Ia Spa

~ n ~ a ; nel 719 s' impadronirono di Narhona, poscia si sospinserofino a Magalona. Penctrarono anche in Marsiglia, ch'era de' Franchi, e pero Carlo Martello, Principe di costoro, mossc l'armi sueconlro gli assalitori. Carlo Martello rilolse ncl 7 37 a' SaraciniAgdc e Bezicrs , nota hili Cilla V sigotiche da essi occupatc , rnale saccheggio ed arse; indi barbaricamente brucio in Nimes1'Anfitealro Romano i , Fe' rovesciar da' fondamenti 1\Iagalona ,vicina dell' odierna Monpellieri e d'Aniana, oggi Saint Aignan ,sui Mar di Provenza: rna i Saracini lasciarono a quella spiaggiaillor nome, che anche ora s'ascolla, di Port Sarrasin.

Piu crudcle s' accese allora Ia guerra. Carlo 1\lartcllo domandogli aiuti di Liulprando, Re de' Longobardi, che rapido accorsc inProvenza nel 739. Finalmcntc i Saracini furono in quell' annodisfalli , e fuggirono verso i Pirenci e si rinchiuscro dentro Narbona. Liutprando, rilornalo in ltaJia; pubblico nel 741 le sue fainose Leggi sui Maestri Comacini, da me riferite ncl Codice Di-plomatico Loogobardo 3, nellc quali si nola Ia diversita, che passava fra 'rArchilellnra Romanese o Romana, e 1'Architettura Gal-

lica o Yiaigotica; Ia Gallica, cioe, vedula dal Longobardo inProvenza, non Ia Druidica di Vercingetoringe, ne Ia Alorescadegli Arabi, ne quella de' Germani di Tacito , de' quali ricordavasi lutlora Ia rozzezza nel Concilio Romano, tenulo da Papa Zac-caria nel 7 4-t ' · Ampie Note io soggiunsi aile Leggi Liutprandcesu' Comacini: e pero in queslo luogo non mi rimaric sc non ildebito di lacere.

4 Do• V ussnn, Histoire du Luouanoc, I. iOi. " La GoTDIB, iufortuoee«Province, fut plus mallrailee par les Cbretieos que par les loOdeles ».t Vedi Cod ice Diplomatico Loogobardo, IV. t 31. ~ u r n . 563.3lbidem, Nurn. 5n. ·

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42 DELL1 A&CRITETTUR.&. GOTIC.&.

Non meno sensibiJe che al Re Liulprando riusci a Stefano TJ.,Ponte6ce Romano, Ia diversita degli usi Architettonici d' OllreI'Alpi e degli usi Romani. Al suo ritorno da Parigi verso Ia finedel 754. voile quel Pontefice mostrar alia sua Cilia di Roma glistranicri coslumi, e comando s'edificasse ivi nella Regione Flami-nia una Chiesa di San Dionigi , Ia quale somigliasse a quella dalui vedula in Francia, e desse una festa di nuova sorle sul Teve-re. Lui morto nel 759, Paolo J., suo fratello e successore, com-pi l'cdificio, che sussistea tuttora nelMille, si come scrisse Benedetto del Monte Soratte , del quale ho recitato le parole 4 ; testi-monio tanto piu certo di quella diversita, quanto piu ignoranted'ogni lelleraria disciplina.

L' anno , in cui manro Stefano IJ., fu quello nel qnale i l RePipino, 6gliuolo di Carlo Martello, giunse a scacciar di Narbonai Saracini. Con solenne Trattato d'Accomandigia, e' concede aiVisigoli di Narbona i l pieno godimento della lor legge Yiaigo-tica i: e pero Ia conservazione de' lor Magislrali, de' loro Duchi,dei loro Conti, de' loro SAtONI e GumNoi e TmFAm. Con altro suoDiploma dcllo slesso an no 7 59 , Pipioo dono all' Arcivescovo le

Alura e }I} Torri di quella cilta ed anche i balzelli, soliti a ri-

scuotersi da' Visigoti su' commercj delle navi diacorrcnti pelmare a. Si falli commercj de' Visigoti di Spagna, di Narhona, diMagalona c d'allri Porli della Gallia Gotica ne' Porti di Genovae ne' rimanenti del Regno Longohardo ve.nivano tullogiorno al-largando in llalia e ne' paesi bagnati dal 1\fediterraneo Ia cogni-zione dell' Architettura Gotica. Ma i Visigoti , che riparavansinell'llalia e nel Regno de' Franchi, fuggendo l'impeto dell' armiSaracinc, meglio di qualunque altro propagavano in estraneecontrade i l concelto dell' Architellura loro nazionale. Fra tantifuggiaschi primeggio il Conte Visigoto di Magalona , che poscia

otlenne i favori del Re Pipino. Smaragdo, Scriltore contempora-nco, lo dice uscito di Gctica stirpe (Ex GErrcA srrRPE oriundua,natua in GorniA ') , rna senza tramaodarcene i l nome. Da que-slo Piloforo Visigolo nacque Vilizza 6, il quale videsi accolto nel-le Reggie di Pipino e di Carlomagno, e oel 77 4. venue in Italiacootro i l Re Desiderio, solto le mora di Pavia. Muto poscia i pen-sicri , e si condnsse vicino alia sua patria Magalonese nella soli-tudine d' Aniana: ivi comincio a fabbricar con le sue maoi lepovere celle, che tosto divennero l'Anianese Badia, una delle pili

4 Vedi llrec. XVIII. in floe.t Yedi Cod. Diplomatlco Longobardo, Num. 729.3Yedi Cod ice Diplomatico l,oogobardo, Num. 730.4 S••uGDvs , Apud MABILLON, Aeta Ordinis s. BINIDICTI, v. 48&-Stll.:1 Vedi Storia d'llalia, Vol. 11. pai. s,o.

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DILL'ARCBITETTUIU. GOTIC. 43

illusLJ·i d' Europa. Vitizza mulo anche i l nome suo , e chiamossiBenedetto, come or noi l'appelliamo col titolo di Santo, congiuntocon I ' allro d'Anianese. Questo insigne Ottimale Visigoto fondouelle GaJJie un gran numero di Monasteri, le forme dei qualis' imitarono poscia nella Germania di Tacito : rna , innanzi diparJarne, giova dare un rapido sguardo a cio che avvenulo erain _lspagna dopo l'arrivo degJi Arabi.

xxn.Avendo i Romani perdulo illor nome nella Spagna Visigolica

e nella Gallia Gotica , dove loro sembrar odiosa ed insopporlabile questa coodizione; ma i rancori cessarono, e le due razze siconfusero daddovero insieme in un comune servaggio , quandosopraggiunsero gli Arabi. Allora i Visigoli alla lor volta perdettero il nome )oro : e cosi essi come i Romani viuli da' Saracini sichiamarono Muzarahi nelle Provincie Spagnuole occupate dalnuovo nemico : allora i desiderj di scuotere il giogo abborritodivampt) ugualmente ne' petti dell'uno e dell'altro popoloCristiano. I loro studj e le lor discipline si confusero altresi presso i1Jfuzarahi , e crebbe massimamenle l'amore per Ia liturgia Go-

fica, imposta dal Terzo Concilio di Toledo anche a' Romani. Que-sta da indi in qua chiamossi c chiamasi tutlora Jluzarahica. lone riparlero in poco d'ora , ma Ia breve Storia , che ne faro , civemi dimostrando Ja sua continua durala in Ispagna , e pero i1lenace proposito, con cui ella fn ivi custodita dalle genli di saugue Romano. Santo Ildefonso prego secondo quella Gotica Li-turgia , e sopraltulto Santo Isidoro di Siviglia , 1' amico del ReSisebuto, al quale aveva egli dedicato il suo Libro Della na-tura delle coae. La conservazione della Liturgia Gotica non po·tedisgiungersi dall'eserciziodell'Archittura Gotiea Sacra in ogniluogo di Spagna,dove i Saracini permisero a' Jfuzarahi d' edifi

care o di conservare le )oro Chiese.Ma si lascino i Muzarahi nella loro sventura, e si volga i1 pensiero aile felici montagne dell'Austurie, donde a capo d'un qualche secolo dovea discendere i1 Iiberatore aspeltato. Don Pelagiocon una mano di Visigoti riparossi ne' luoghi, dove ben prestosurse Ia cilla d'Oviedo, e v'inalbero Ia Croce di GEsu' CRasTo. Conqnesto segno tulelare alia mano mosse agli Arabi la guerra , es' illustro con la perseveranza della sua nobile resistenza controgl'lnfedeli. Carlo Martello intanto saccheggiava e melteva in fon-do la Gallia Gotiea: orrido fallo , che spingea con immenso ar

dorei

cuori de' iJluzarahi da un Jato e dall'altro qnello de' Visi-goti, oppressi dal Principe Franco, a desiderare i l trionfo del cittadino loro nell' Astoria. Don Pelagio mori nel 737 : Alfonso i l

• • •-. -il-iiDgiiize? YGoocle_

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,U, DELL' ARCBITETTURA. GOTlCA.

Cattolico gli succedette, che non lascio di ristorar con felici armi

IP- speranze de' suoi. Si lieti principj si turbarono per 1' ignavi&del Re 1\lauregato, ch' ebbe Ja mala voce d'aver promesso a' :Mori

l'infame tributo di cento donzelle Cristiane alia fine d'ogni anno.Froila, figliuolo d'Alfonso i1 Catlolico, riporto Ia lode d' avere in

mezzo a lante sciagure fondata Oviedo, ed i l Re Silo d'avervi oo-slruilo un Tcmpio al Salvatore: coslruzioni, che niuno dira non

esscre slate d'Architettura Gotica. Nondimeno questi Principi furono superali da un edificalore assai piu fortunato e grande, chepose in pitt splendido aspetto il Tempio di Silo, ed arri<.'Chillo conanrei doni. Lo chiamarono Alfonso il Casto , nome temulo dagli

Arabi. AI tempo di lui giunse Carlomagno in lspagna, verso l'anno 778 . Fu fama, che Bernardo del Carpio, nipote del Re Alfonso i l Casto, fosse stato l'autor priucipale della disfatta di Carlomagno in lloncisvalle, non che della morte d'Orlando. Larga sorgenlc d' eroiche geste , cantate ne' Romanzi e nelle fa role dellaCavaUcria del Medio-Evo ; rna le rimembranze Visigotiche intorno a Bernardo del Carpio accrebbero fin da quel tempo i l nume-

ro de' Romanzi, chc piacquero tanto al popolo di Don Pelagio dopo i l Waltario d'Aquitania e l'IJdegonda di Borgogna.

I fatti di RoncisvaUe percio riempirono di Visigotiehe Canzoni

e di magnifici Temp} l'Asturia. Vinceano di nuovo i Goti ed edificavano. Alfonso i l Casto fe' con celebre pompa consaerar da settc Vescovi nell'802 i l Tempio d' Oviedo , quando avca gia conscguilo molte YiLLoric sugl'lnfcdeli ; poscia edificonne un a1lro alia

Vcrgine Santa, ed un terzo a San Giuliano: rna piu elegante di

tutti parve quel di San Tirso,che Ja Cronica d'Albelda ncUa Rioia( scriltura del1'883 ) ammirava per Je sue marmorce colonne, pei!'lUoi archi e pc'suoi molti angoli (JJfiro aedificio cuM MULrrs AN-

r.uus 4). Veggano gli Architelti se quesl'opera cotanto angolosa

d'un Rc Visigoto possa giudicarsi non Visigotica, rna Romanese.

Jliu caro a que' Goli riusci Alfonso il Casto , quando egli ridusseJa nascente cit la d'Oviedo aile prette sembianze della perduta loro Toledo. Chi fra essi non sospirava per questa cara Toledo? Chinon doloram di non poter piu innalzar gli occhi verso 1' altc ci-me di Santa Eulalia e di Santa Leocadia? II Casto adunque lultocompose in Oviedo, tanto le Chiese quanlo i l novello Palagio deiUe, come s'era fallo in Toledo; e pero Ia Cronaca d' Albelda ebbe a dire: {{ OMNEM GoTHORUM oRDINEM, stCUT ToLETI FUERA.T, TAM

)) IN EccLEsus QUAM IN P.u.ATio, OVETt CUNCTA. CONSTITUIT i )). Chinon rammenta nell'allo di Jeggerequesta Crooica, Ia nuova Troia,

fondata in Epiro per opera di quelli, che fuggivano dall' antica't

1 CRRONICON ALBELDINSI!, Apod FLORBZ, ESP. Sagrada, XIII. ,53.! lrltm, Ibidem, XIII. '53.

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DELL'ARCHITtTTURA. GOTIC.1 .4,1)

Chi non si riduce alia memoria i vcrsi , ove si canla i l giubilo ,

col quale i Troiani del figliuolo d'Anchise approdarono alla rivadel fa/so Simoenta in Epiro, e corsero ad abbracciare i limitaridella Porta Scea?

In tal modo Alfonso i l Casto riproponeva le sembianze amatedi Toledo a' suoi Visigoti d'Oviedo, e vi ponca le tombe de' Re.Aque1la stagione, i l Visigoto Vitizza, figliuolo del Conte di Maga-]ona , col nuovo suo nome di Benedetto Anianense , gia era ve-nuto da per ogni dove in fama pel gran numero di Monasteri dalui edificati dopo il suo proprio d'Aniana. Smaragdo , suo disce-polo, afferma, che assai grande fu Ja Chiesa d'Aniana, e che i

Chiostri, cospicui pe' suoi Portici e perle sue marmoree colonne,fabbricaronsi con nuova opera •. Furono essi Romanesi o Visigo-tici si fatti Portici, vollati da unode'Pilofori Yiaigoti?Dove questoPiloforo ignorare cio che Alfonso il Casto faceva in Oviedo? Conqual dritto e con quale ragione si puo egli presupporre, . comepur troppo si fa, chc gli Ottimati Visigoti dell' ottavo e del nonosecolo abbiano antiposta Ia Romaneae alia naliva loro Architet-tura Gotica? E chi puo negar, che di questa fossero andati super-hi non dico i soli Re Vamba ed Ervigio, ma gli ultimi tra'Visigoti'P

XXIII.Emulo d'Alfonso i l Casto nell' edificare , rna oh! quanto di lui

phi posscnte, fu Carlomagno, che tento di far fiorire le Romanearti dell' Architettura e della Musica Ecclesiastica. Molti credonolultavolta, ch'egli avesse fatto costruire alia foggia Visigotica la

splendid a sua Rotonda d'Aquisgrana. Io non ripetero in questoluogo cio che altrove scrissi di si fatta Rotonda t , non veduta da

me: non posso nondimeno lemperarmi dal riferir nuovamente legravi parole del Cav. Giulio Cordero di San Quintino: l l Chi non

ll direbhe oggi d'essere tal Rotonda un edifizio d'ArchitelluraGo-

ll lica in Aquisgrana 3? )) E per l'appunlo, io soggiungo, in A-quisgrana, dove regnalo avea Ia Gola Brunechilde.

Anchc opera Visigotica puo sembrare la magnifica Chiesa ed i lRegal Monastero diCenlula o di San Richerio in Piccardia.QuellaChiesa non fn prim dellasua doppia Torre; una terza ne surse nelChiostro; e tulle vcggonsi effigiate nell'anticaimmagine presso ilMabillon ' , donde apparisce un andamento non Romaneae nella

1 Ytdi Storia d'ltalia , Vol. II. pag. 8,5.t Yedi Codice Diplomatico Loogobardo, V. t i . ·

3 CAv. Dt S. QutrntNo, Ragiooamento suli'Arcbitettura Itallana sotlo i Lon-gobardi, pag. 9U. Brescia, in 8. (A. •829).

'MABtLLON , Acta Ord. s. BIJ{IDICTI, V. •o5. In Vita s. ANGILBJULib. 11. §. 7.

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46 DELL' A.I\CBITETTUU. GOTICA.

costruzione, sebbeoe un Franco ne fosse stato l'aulore: Angilber·

to, cioe, genero di Carlomagno, al quale Aogilberlo pote Ia Ala-no Gotir.a piacere quanto ella piacqueaClotario I. in Roano.

Angilberlo mori pochi giorni dopo Carlomagno nell' 814. AI-

Jora il nuovo lmperatore Ludovico Pio chiamo nella sua Reggia

d'Aquisgrana i l V i s i ~ o l o Vitizza, ossia San Benedetto d'Aniana.Questi fabhrioo poco discosto il Monastero d'lnda, sui fiume dellostesso nome : ultimo forse de' tanti Chiostri da lui edificati nella

Gallia Gotica, ed in molte Provincie di Francia. Racconta Sma-ragdo, che Ludovico Pio prepose quel Visigoto al governo di tut-t'i Mooasteri dell'Aquilania e della Gozia, sperando che l'esempio

giovasse al Regno de' Franchi: tl Praefecit cunctia Coenobiial l per .dQurrANIAM et GorauM, ut FRANcrA.M imhueret exem-tl plo 4 )). La qual Francia di Ludovico Pio non avea cerlamenlepenuria degli esempj di Romaneae Arc!Jitettura.

Una delle piu rinomate Badie di San Benedetto dopo Ia prioci-pale d'Aniana fu l'altra di San Piero in Cauoa, della quale tostoripar1ero; situata fra le V i s i g o t i c h ~ Citta di Narbooa e di Carcas-sona. Ma Ia Badia d ' Aniana fu i l perpetuo modello d' ogoi altra

della Congregazione Anianese : pcrcio ma ragdo scrisse : tl Hoctl ANIA.NENSE CAPUT esse Coenobiorum, quae in GoTnORUM parti-

ll bus constructa esse V I D E ~ T U R ; vemm etiam ct illorum quaetl in aliia regionihua ea lempestate et DEINCEPS PER HUlUS EX-ll EMPLA aedificata suol i l) . Or quanle Badie Anianesi non sifabbricarono dopo quella d'Aoiana, che fu il primo coocetto d'un

Visigoto nella Gallia Gotica'l A tal concello accostossi dunque

l'idea del 1\fonastcro d' Inda in Aquisgraoa , e massimamente se

di stile Gotico fu Ia Rotonda faltavi costruire da Carlomagno.

XXIV.

Contemporaoeo di Vitizza o S. Benedetto Aniaocsc , ch e mori

nell'821, fu Walafrido Strabonc, Monaco di Reicheoau sul Lagodi Costanza. Verso quel medesimo anno egli scrisse iJ suo Lihrodelle Coae Eccleaiaatiehe , ove chiamossi uomo Teotiaco , affer-mando, che i l suo Teotiaco linguaggio pari a vasi da' Geti, ossiada' Goti, e massimamente dalle Sciliche genti di Tomi (quivi era

stato rilcgato Ovidio ); si come appreso avea da' raccooti d'alcuniMonaci, fedeli suoi confratelli. Ne seppe tacere, che a' suoi con-cittadini Teotiaci s'erano insegnatc motte utili eoae da essi Geti,sehbcnc Ariani.

1\luLTA nostros (TuEOTtscos) UTILIA. DIDICissE, PRAECIPUE A GE-

(( TIS, QUI ET GOTHI, cum co tempore quo Aau!n effecti sunt

4 SuuGovs, Apud MABILLON, Acta 0. s. B. V. IOi.i Idem, Ibidem, V. 49i.

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DELL'ARCBITETTURA GOTICA 47

t( (licet a vera tide aberraverint ), in Gu.ECOBUM Provinciis com

(( morantes, NOSTRUM, idest THEOTtscuM, sermonem habuerunt )),(( Et, ut historiae testantur illius gentis (GETICAE ), divinos li-

( t bros transtulerunt, quorum ADHUC MoNuMENTA APUD NONNULLos(( BABENTUR )).(( Et fidelium fratrum nostrorum relatione didicimus, apud(( quasdam ScYTBARUM GENTES et maxime apud ToMITANos eadem(( )ocutione ADBUC DIVlN.&. CELEBRANTUR OFFICI.&. 4 )).

Qui tutti veggono, che si tocca della Traduzione d'Ulfila, echedi questa v'erano alcune Copie ancora nel1'820 sulle spiagge delLago di Costanza, sebbene i Teotisci di queUe contrade fossero

divenuti Cattolici. Ma quali furono i Geti Ariani, ammaestraloridei Teotisci? Non essendo a noi noto, che i Geti del1a Gallia Go-

tica e di Spagna, cioe i Visigoti 7 avessero spedito alcuno a pre-dicar l'Arianesimo nelle vicinanze di Reichenau, pno credersi,chc quC'gJi ammaestratori de' Teotisci non fossero stati altri senon gli Sciti lutungi ed i Borgognoni, dell'Arianesimo e<fel1a lin-gua Ulfilana de' quali s'epiu volte ragionato t . Senza l'Arianesimo, direi, che Walafrido Strabone accenno al Geta o VisigotoVilizza ed a' suoi Monaci della Congregazione Anianese. Si nolifrattanto in qual modo i Monaci, compagni di Walafrido Strabo-ne, dal paese, ove abitarono Jungamente gli Sciti Iutungi d' Aureliano, conduceansi volenlieri neHc regioni degli Sciti d'inlornoaJie bocche del Danubio ; e come i1 linguaggio Tedesco d' oggi-di pote divenir cotanlo ricco , quanto egli divenne , di vocaboliprettamente Gotieo-Ulfilani. Questo linguaggio Ulfilano strin-geva ed aumentava i commercj fra le regioni circostanti al Lagodi Costanza ed i vicini paesi, abitati neUe Gallie da' Borgognoni:linguaggio, che propagossi di tratto in tratto nella MeridionaleGermania, e che pero si distendea dalle rive del Reno sino aileColonne d'Ercole in Ispagna, nell'eta di Walafrido Strabone.

l\fa giA si veniva formando illinguaggio Teotiaeo, e gia Ia dominazione dei Franchi si nelJa Germania di Tacito e si ne' paesiBurgundici, senza parlar della mutata Religione, andava ristrin-gendo i limiti, fra' quali s'udiva l'idioma Ulfilano. La Gallia Go·

tica, Ia Spagna Visigotica dell' Astoria ed i1 rimanente della Spa-gna, mulata in Jfuzarabil'a, serbarono sollo gl'lsmaelili l'anticoaffello per Ia lingua d'Ulfila; si come faceano per Ia Legge , perIa Liturgia e per 1' Architeltura Gotica: Je quali cose non possono mai, chi ben le considera, separarsi tra )oro. Nel\'853 Udalrico, Marchese di Gozia , tenne un Placito in Crespiano del Nar-

4 W.uuamus Snuo , De Rebus Ecclesiasticis, Cap. VII. In BibliothecaPatrum, XV, 4Ri. (A.t587).

t Y. prec. §VII . inlorno al!li Sciti Iutungi, e §X. iotorno a' Borgognonl.

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48 D.ELL1 A.RCHITETTUB.A. GOTICA.

bonese, per giudicar Ia causa di Godescalco, Abate deirAnianen·

se Badia di San Piero in Canna , contro i l Visigoto Odilone, chcaveva usurpato alcune terre del Monislero. lntervennero al giu-

dizio molti nobili personaggi, sei Giudici ed un Saione. hi s'al·legarono le Lcggi del Codice Visigoto, qual'egli era divenuto do-po l'abolizione del Dritlo Romano comandata dal Re Cindasvin·do 4, e quaJe i1 Re Pipino l'avca conceduto a' Visigoti col Tratla·

to d' Accomandigia del 759 i . Secondo si fatte Leggi , che poiper un' antica Versione Casligliana si dissero del Fuero-Jucz.o ,diessi vinta Ia lite all'Abate Caunense 3.

Ne solo i Visigoti, rna eziandio, si come ho ·gia detto, i Roma-

ni Muzarabi deploravano amaramente Ia caduta e Ia soggezionedella Gotica slirpe in lspagna. Santo Eulogio , Romano di Sena·toria famigJia , che nell'858 lascio la vita per la fede Cristiana ,deplorava nel suo Libro del Memoriale de' Santi le sorti dellaPenisola lspana. Cadde, scrivea, cadde i t Regno de' Goti, fio-rente per la dignitd de' auoi Sacerdoti , e aplendido per l'ammirabile coatruzione delle at1e Baailiehe. tt Post eicidium regni

u GoTBORUH, quod Venerabilium Sacerdolum dignitatc O.orebat ,t( et A.DHIRA.BILI BA.siLICARUH coNsTRUCTION£ FULGEBA.T ' l) . Fu San-

to Eulogio discepolo d'AJvaro; famoso Goto di Cordova. Ma quan-

lo piti i Saraceni mettevano alle prove la pazienza cosi de' Visi-goti come de' Romani .Afuzarabi di Spagna, tanto pili qualchevolta prorompeva della Gotica slirpe il rigoglio. Non dubito quel-l 'Alvaro di scrivere ad un suo detraltore , che rammentasse chimai si fossero i Geli, ovvero i Daci, dond' egli procedcva: uai aapregiar la morte, uai a lodar Je /oro ferite. tt Ut me, qui sim

ipse, cognoscas et amplius me tacendo devites, audi,

)) Mortem conlemnunt, laudato vulnere, GETA.E ....... . ,.... )) Hinc DA.cus premat, inde GETES occurrat IS l).

In mezzo aHa vasta oppressione de' Afuzarahi , Alvaro collhol'amicizia del Diacono Leovigildo, i l quale ancor egli uacque Vi-sigoto e possedeva in Cordova una ricca Bibliolcca. Fu questa ce-lebrata da esso Alvaro, ed i l suo possessore s' ascolto insigoired'uoa gran lode; ch'egli, cioo, aplendeva di Getica luce: GE·

4 Vedi prec. §. XIX.i Vedi prec. §.XXI.3 PLACITU• CAUU!ISB, Ex Autographo CAtNB!ISI, Apud MABILLOI'f , De Rt>

Diplomatica, Lib. VI. Num. LXXXIX.

is. EuLOGII, Lib. 11. MPmorialis Sanctorum, Apud ScnOTTt•, HisPANl.Ulllustratac. IV. !34. (A. 4608).5 ALVAilUS CoanuBBNSUI, Epistola XX. Ad Transgressorem, Apud FLORKZ,

Esp. Sagr. XI. !1{1. lA.4775).

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DILL' lBCDITITTlJJU. GOTIC.l 49

tt TtC.l QUI tuca I'ULGBT 4 )) . In tal guisa i Visigoti serbavano in

cuore la memoria della loro passata grandezza , e pero sempre ,quando Alvaro di Cordova scrivea, intendeano a coriservare i lpiu che poteano le tre cose, onde ho teste favellato, Ia Legge delFuero-Juczo, la Liturgia e I'Architettura Gotica. Nell' 878 ten·nesi un Concilio in Troia di Sciampagna, nel quale si fecero Si-gebodo, Arcivescovo di Narbona ed altri Vescovi della Gallia Go-tica innanzi al Ponte6ce Romano Giovanni VIII , pregandolo diprovvedere a punire i sacrilegj: materia, di cui non si faceva pa·rola nel Codice Visigotico 2. Poicbe Goti eran que' Vesoovi, egli efacile il comprendere , che Ia loro Ecclesiastica dignitA non l i di·

stoglieva dall'esercizio, ne logliea loro il godimento delle pattieLeggi civili ' ne dava loro i l COnsiglio di mutare in RomaneaeI'Architcttura Gotica delle Basiliche da essi costruilc.

XXV.

Anche i Germani di Tacito a quella stagione cercavano d' in .

gentilire illoro idioma , venuti al Cristianesimo dopo Ia predica-ziooe di San Bonifazio : gia Ia loro agreste vita de' tugurj e dellecapanne, senza tegole e senza calce 3 , s' era mutata nella vitadella citta : gia sorgeano da per ogni dove Cattedrali e Chicse ,

per la costruzione delle quali doveano chiamarsi gli Architetti oRomani o Visigoti. Ma Ia lingua Teotisca restO incolta e stridulaper lunga stagioue ; del che abbiamo solenne testimonianza inOtfrido ' : i l quale, tra 1'863 e 1'879, si pose a parafrasar poetica-mente iSanti Evangelj, e dedico que' suoi lavori a Liutberto 1

Arcivescovo di 1\fagonza. Nacque Otfrido non so se nel Regno deiFranchi o nella Germania di Tacito, posseduta da' Re Franchi.Af-ferma d'esser Teotiaco, si come Walafrido Strabone ; ma i l dia-lctto de'luoghi, ove Otfrido (neUe vicinanze forse di Magonza)dettava i suoi versi , era inferiorc d' assai a quello de' paesi di

Walafrido verso i l Lago di Costanza, ove ph\ larga c piu profit·tevQle si fece sentire l'iofusione della vera lingua Gotica, od Ul·

filana.E pero diceva Otfrido ne!la sua Prefazione a Liutberto , che

harbaro, incullo ed indiaciplinabile dal (reno della Grammatica era il auo linguaggio Teotisco , e difficile a acriverai pel

motivo della pronunzia Germanica , dello &tridorc de' denti edella aonoritd delle (liUCi di que' popoli. {t Linguae ToEOTISCJ.E

f Atnaus Coaoualssas,Ibid. XI. i!J3.1o Eplst. De Bibliotheca LBOVJGJLDJ.

i CoKCILru• TarussJwu•, Apud BALUTIUM, Capitularlum, 11 . 777. (A.t677J,3 Y ~ d i prec. §.IV .' Ona•ovs, Parapbr. Evangel. Apud ScniLTIB , Thesaurus Antiquitatum

TRIOTOIUCUU., Tom. I, pag. 4 . (A. 4728) .7

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50 DBLL' ARCHJTETTURA. GOTICA

l{ BARBARIES, UT E8'f INCULTA. ET INDISCJPLllU.BlLIS, ATQUZ ll'f811KTA

l l CAPI PJlOENO GRAIIIIATICAE ..... DlPPICILIS SCRIPTU PBOPTEJl LI'PTE•l l RABUM CONGERIBII AUT INCOGNIT.ul 80NOBITATEII ... 0B STRIDOBDI

(.( DENTIUIII, UT PUTO, UTUNTUB LITERA Z, BT LITERA I. OB •AUCIUX

" SONORtTA.TEM n. E toslo soggiuose, che ai fatta lingua riputa-f)asi agreste tuttora, e non era ne pur anco ridotta in iacrittoda' proprj 600i cittadini, ne polita eon f arte. tl LINGUA HABC

ll VELUT AGRBSTIS H.UETUR' DUM A. PROPRIIS NEC SCRIPTUBA NEQUI!:

l l A.RTE A.LIQUA. ULLIS TEMPOIUBUS expolila 4 l .Queste ultime parole d'Otfrido atleslano, cbe ignote a lui foro-

no molte Scrillure dell'idioma de' Franchi, le quali soglionsi at-

tribuire all'ottavo secolo. Elle percio scmbrano appartenere allaseconda meta del secolo nono, e di non aver l'antichila della Pa-raft·asi d'Olfrido. Tali sarebbero stale le Versioni d'un Libro di San-to lsidoro di Siviglia, c della Regola del Patriarca San Benedet-to; i l Pater Noster Germanico; pochc Formole Calechistiche delConcilio di Leplines (del 743, tradotte forse piu tardi); Ia pu-gna d'Ildebrando e d' Allubrando ne' Ritmi di Cassel ; una pre-ghiera di Weissemhurgo della Baviera i .

In tal guisa Olfrido , che amava i l suo linguaggio Teolisr.o cprovavasi a dirozzarlo con le sue sacre rime, non pole dissimu-

Jarne i difetli e la rusticita. Non trovo per verita, che Amalasun-ta in Ita1ia e Brunechilde in Ispagoa fosser dotate di si stridentigole. Questa pocbezza e barbarie regno parimenle appo i Fran-chi, quando essi non parlavano in Latino. Coloro, i quali coo-fondono Ia razza de' Germani di Tacilo coo quella de' Geti o Gotisi condannano a dover concludere , che un solo furono 1' idiomad'Otfrido e de' Visigoli cosi di Spagna come della Gallia Gotica.In simil modo avraono essi a dire , che le fabbricbe imprese do-po San Booifazio nella Germania di Tacit,9, dalla seconda metadell' ottavo secolo fino alia prima del nono ed all' eta d' Olfrido ,

uguagliarono in magoificeoza ed in elevazione i Tempj Toledanidi Santa Eulalia e di Santa Leocadia, e que' d'Alfonso il Casto inOviedo e tulli gli allri magnifici Monumenti dell' ArchitetturaGotica, de' quali s'e flu qui ragionato.

XXVI.

Un altro popolo iotanlo, a' giomi d' Alvaro di Cordova e delDiacono Leovigildo e d'Olfrido, minacciava le spiagge dell'Euro-pa Occidentale sull'Oceano, recando con Je sue marillime correriei pilt gravi danni e le piu spietate slragi alla Spagna ed al Regno

4 0TPRIDU8, Ibidem.2 Ver/i Storia d'ltalia, Vol. II, p:tg. 873 .

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DILL'J.RCHITETTlllU. GOTICJ. 51

dei Franchi. Erano i Normanni , a' quali ho detlo, che Ulmaro

nell'87 5 die i l uome di Geti • : nome , che Ioro s'appartenea, si

come bo narrato nel Libro Trigesimo Settimo della Storia. Quisolo diro, che nel 912 Rollone il Normanno ebbe dal Re Carlo i lSemplice quella parte, Ia quale chiamossi Normandia, del Regnode' Franchi eli Neuslria, col titolo eli Duca: e che i l nuovo Duca pose Ia sua sede in Roano. Fu padre di Guglielmo I. detto Lunga-apada, i l quale dalla nobilissima Sprota genero i l Duca Riccardo I. Sprota, rimasta vedova, da un secondo marito ebbe Rodolfo, Conte cosi d'lvry come di Baieux, e pero fratello ulerino d'esso Riccardo I. I . Su\le relazioni eli quesli due fratelli, Dudone diSan Quintino compose l ' enfatiche sue rna fedeli Storie de' Normanni 3; dalle quali apparisce, che quel Rollone fu vcramenteDacigena , , ovvero della Dacia, e che parlava la Lingua Dacica.Nacque, rareontavano l'uno e l'altro fratello, i l loro avo Rolloncin Dacia; non nella Danimarca od in altra delle regioni posle suiBaltico, alle quali si dava il nome generate di Dacia, per Ia conquista fattane da' Goti o Daci dopo Ia morle d'Ermaoarico i l Grande : ma si nella Dacia confinanle con l' Alania. L' Alania in varjtempi ebbe varj confini , piu o meno vasli : nondimeno ella nonsi distese giammai oltre gli spazj , che interpongonsi fra i l l\Jar ·Nero e Ia Vistola. Rollone fu prole d'uo Re, che possede pressoche interi qoesti Regni d'Aiania e di Dacia: tl DJ.cu.E regnum pe-t< ne univer.mm possidens, AFFINES DAcuE ET ALANIAE terras<.< sibi vinelicavit 5 )). Dell' Alania parlarono i messi di 'l'codosiolmperatore, diceodo: t< DAciA et Au.NIA finiontur ab Oriente, del l sertis S.&.aKATU.B: ah Occidente, ftumine VtsTuu.: a Septen-,<. trione, OcuNo: a Meridie, flumioe H1sTRO 6 )) .

Fuggito Rollone daqucst'Alanica Dacia, navigo verso Ia Scandinavia e giunse in Meora di Norvcgia; donde poi vcnne a saceheggiar l ' Europa Occidentale co' suoi compagni , c , falto Cristiano , dette i principj al Ducato di Normandia , dal quale indiuscirono i conqaistalori d'lnghilterra e delle due Sicilie.La prima cura di Rollone fu di far ricondurre nel 'fcmpio Go-

tico di Clotario I. i l Corpo di Sant' Oveno , donando non pochet e ~ r e a' Monaci , rimpatriatisi. Allre ne dono a Santa l\1aria diB81eux, a Santa Maria d'Evreux ed alia Chiesa del Monte di San

Michele, denominato In pericolo di mare ; nobile !;Cog1io, d'ac-

• Yedi prec. §.XIII. .! Yedi Storia d'llalia, Vol. II, pag 676-678.

:JDvooS. QUJNTnu,Hist.Non. ApudDucnESNE,Script.Nou. (A. 1619).' Idem, Ibidem, Lib. I, in principlo, p a ~ ; . 1\9 . 70 .IS Idem, teidem, pag. 70 .

. 6 Mtss• TREonosn, Apurl DtettJL, pajl. 10. Yrdi Storia d ' ltalia , Vol. I, Jl<l-1,1103 1052.

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52 DELL' .lRCHITETTUR!. GOTICA

eesso difficile in mezzo aU' Oceano. Su quello scoglio surse Ia Ba-

dia, che oggi aoche da lungi oslenla le forme dell'ArchitetturaGotiea. lvi Rollone parlava Ia sua Dacica Lingua , ignota deltutto anche a' discendenti di quei Sassoni, che Gregorio Turonense t narra essersi dalla Germania di Tacito tramulati , dopo varie gucrre , in Baicux. 11 Duca Guglielmo I. /.,ungaapada, trovandosi nel 941 a parlamento con Arrigo nella vera Germaniadi Ia dal Reno, udiV\·i Ermanno, Duca de'Sassoni, favellare nell'idioma Daeico: {{ Dux Snol'fUM, narra Dudone di San Quinti({ no 2, coepit atTari DAciCA. LINGUA. WtLLELIIUM, DucEM NoRTIIIUK·ll NORUM )). Domandogli, maravigliando, in che modo avesse

appreso un idioma non conosciuto in Sassonia , ed Ermanno rispose d'essergli occorso cio, a suo malgrado, avendolo i valorosiDaci lravagliato con assidua guerraepoi falto prigioniero: (lQuislt te, continua Dudone, DA.ciscA.M LINGU.&.M, INEXPEBTEM S.&.xoKIBUs,

l( docuil? BBLLICOSUM, respoodit , TUAE PROGENIEI DECUS, quae in•l< nnmerabilia proelia in me exercuit, meque proelio captum ad<l sua delrusit, et, me nolente, LINGUAM D.&.cJSCA.M docuit )l . Di quis'impara, che Ia Dacica palria di Rollone stava siluala tra l'AIaoia e Ja Sassonia della Germania di Tacito, e che nel Novecento niuna infusione della lingua de' Daco-Geti, ossia dell'Ulfilana

erasi fatta nell'idioma di que' Sassoni, sebbene in phi antica etadalle medesime dimore Germaniche fossero usciti una porzionedcgli Anglo-Sassoni, conquislatori dell'Inghilterra nel 449.

La lingua Dacica di suo padre Rollone fu cara cotantoal Du.ca Guglielmo lungaapada , che volle mandar in Baieux un suotenero figliolello per esservi educato allegramente alia Normanna, c nel nativo idioma de' Daci. Disse, che in questa citta v' et'a un maggior numcro di Normanni, e che in Roano udivasi piuvolenlieri parlare i l Latino , in danno del Dacico Jinguaggio.<l Quoniam (quegli che parla, e empre Dudone , huon testimo<< ne di que' fatli ), RoTROIUGENSIS civitas RoMAN!. polius quamtt DAclsc.&. utilur ELOQUENTIA, ct BAIO!.CENSIS freqnenlius. FaUITUll<t DA.ciscA. quam RoMANA, volo ut puer ad 8A.IOACBNSEM deferatur<t ut EDUCETUR, FERVENS LOQUACITATE DACISCA 3 ll.

Con tali cure s'ingegnavano i popoJi del sangueDaco-Getico ditenere svegliata Ia patria lingua, e con tale predilezionc 1' antiponcvano essi al Latino, quanlunque i loro Pubblici Atti si scri-vessero Latina mente per farli capire dall'universalita degli abilantidi Normandin. Jlen q n ~ t o Daeieo P-rn lo slesso Jinguaggio della

4 GREGOR. TURON. llisl. Lib. X. Cap. 9.- Yedi Storia d'llalia, Vol. II.Jlag.47.'2 Duoo S. QuucnNI, loc. cit. Lib. Ill. tJag. tOO.3 Duoo S. QUII'ITIIU, Ibidem, Jlag. Hi.

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DBLL7llCBITETTUBA. GOTICA. • 53

Callia Cotica e di Spagna; diverso atratto da qucllo de' Franchi,

de' Sassoni e dell'altre genti della Germania di Tacilo. I Normannidi Rollone, il Daco, erano idolalri, e quando passarono al Cristianesimo, non aveano la Liturgia Ecclesiastica de' Visigoti: rna,in quanto all'Architettura Cotica, ciascuno puo di leggieri comprendere con quanto diletto avesse dovuto Rollone veder la Ma-

no Cotica di Clolario I. in Sant'Oveno di Roano, econ quale facilita largheggiar de' suoi doni verso quel Monastero.

II fanciullo , che coltivo Ia Lingua Dacica in Baieux, fu Riccardo I.; e' succedette al padre Guglielmo lungaapada nel Ducato di Normandia. Non credo, che Ia suaLingua Dacicadi Baieux

somigliasse in tutto a quella de' Visigoti dopo Ia separazione dimolti e molti secoli fra i Geti passati nell'Occidente d'Europa, edi Daco-Geti di Rollone. Ma intelligibile certamente riusciva Ia favella di Rollone a que' Visigoti; cio che non avveniva punto aiSassoni avveniticci di Baieux, ne a' Sassoni rimasli nella Germanin. Piu ignoto sonava l'idioma Dacico di Rollone a' Romani diNormandia, suoi nuovi sudditi ; ne Rollone, o Guglielmo Lunga-spada cercarono di propagame l'insegnamento. La conlraria sentenza piacque a Teodorico e ad Amalasunta in ltalia, i quali godevano del vedere i fanciulli Romani addottrinarsi neUa lor lingua Gotica. Tra quesli s' annoverarono i figliuoli del Patrizio Ci-priano 4: e tali studj piacquero tanto pit\ ad Amalasunta quantopiu ella, dotta cosi nel Latino come nel Greco, era vaga di moslrar a tutti le ricchezze del patrio linguaggio. Del che JodavalaCassiodoro, scrivendo al Senato di Roma: {( NA.TIVI sEBMONIS u.{( DERTATE GLORIATUR i l) .

XXVII.

Qui enecessario sdebitarmi della mia promessa 3, dicendouna

qualche parola inlorno allinguaggio arcano e pero a' fatli dei

Cu/dei o Colidei, onde favellarono dottamenle lo Spelmanno edi l Ducange ne' loro Glossarj. Ebbero per vero, seguilando l'aulorila degli Storici Etlore Boezio e Giorgio Bucanano , che si fattiCuldei furono anlichi Monaci o Canonici Regolari di Scozia, iquali non del tulto ubbidivano, salvo Ia fede, a'precetti disciplinari del Pontificato Romano. Cio basto ad alcuni recenti Scrittoriper crederli o Eretici , o seguaci dello Scisma de' Greci ' ; ed in

tal qualita s' odono i Ctddei predicare oggidi per inventori dell'Architetlura Cotica e dell'ogiva od arco acuto, in odio dell'ar-

4 Cusron., Variar. Ub. VIII. Epist. 24.2 Idem, Ibidem, Lib. XI. Epist. 4. Senatui Urbis Ro•u.3 Vedi prec. §. XVI. in fine.l R.t•tB, Manuel de I'Histoirc de I' Architecture, 11. f77. (A. 48i3J.

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5.i DELL' A.RCJUTETTUBA. GOTICA.

co rotondo dei llomani Pontefici ed in dispregio di tutta Ia llo-

manese Architetlura. Dclr ogiva parlero phi innanzi: rna priva di qualunque fondamento e l' opinionc ' che attribuisce aiCuldci di Scozia d' aver crealo un' Archileltura inimica dellaCallolica ; la medesima, cioe, che si sparse Losto in lulta l'Europa Callolica e divennc cara per molti secoli ad infinite gcnerazioni di Ve covi, di Sacerdoli e di Monaci, ossequiosissimi a' Ponlefici Romani. E poi che aveano di comunc co' Ponleflci le mura di Merida o di Toledo e dell'allre Cilta dc'Vi igoti;che avcano di comune co' Ponlefici di !lorna i loro Castelli ePa-lagj con lulto i l reslo degli edifizj militari e civili di ogni sorla?

Io non nego, chc San Colombano, uscilo dall' Ihernia , scrillouon avcssc alcunc acerbe parole contro la Catcdra di San Pie-tro, dame non taciulc ncl Codice Diplomalico Longohardo 4. Iae' le scrisse per Callolico zelo, ignorando nella sua qualila di slraniero i falli; e la Romana Chiesa onora nel numero de' suoi Santi qt:Ieslo insigne fondatore de' Monasleri di Lussovio (o(J'gi Lu-eu) nel Regno de' Borgognoni, e di Bobbio nel Regno d' Ilalia;

di Bobbio, che to to divenne l'asilo d'un gL·an numcrodi virtuosie dolti uomini dell'Ibernia. San Gallo, San Deicolo, San !lornarico, Autori di famosc Badic, furono Monaci, non Culdei, di Lus

sovio, ed ebbero gran numero d'imilalori nel sellimo secolo, iquali lra' soli Monti Vogesi verso 1' Alsazia, in uno spazio nonmaggioredi quaranlacinquelcghc, coslruirono, affermalo Schoepflin 2, un circa settanla .Monasteri di Canonici Rcgolari c di Religiosi d 11' uno c dell' altt·o sesso. lloro cdificj si giudica.rono am-mirabili opere dallo slcsso Autore, per l' ampiczza delle !ommoli e pm· Ia b e l l ~ z z a delle lor forme; don de poi sursero , necio incrcbbe a' Ponlefici di Roma, un numero infinito di Yillc,di Roache , di Yiei, di Castelli e di Terre 3.

Piu singolarc puo credcrsi l'allra opinionc ' , Ia quale cont'on

de gl'inlcndimcnli de' Culdei con le dottrinc Archileltoniche d'alcune Consorterie di Laici, Opcralori ed Archilelli, cbe usarono unJinguaggio arcano fra lol'O, ed ebbero una particolar Gerarcbiacol divi to di svelare a' profani Ia rcgola dell' arle loro e de' lorcompuli Iatematici. Lunghe fatiche si son tollerate in G l'maniae' non ha guari per persuaderci, chela Gran Carla di si falleCon-sorlcri • Laicali i compilo in Inghillerra, c propriamente nell'an-

4 Yedi Cod. Dirl. I.oog., I . IS65. Num. ~ 8 , , Veda ancbe Ia mia D i s e r t t ~ z i o n eBobbiestJ , dopo i Num. 307. dello stesso Codice.

2 ScHOBPFLIK, ALs.t.TI.l Illustrata, In Conspectu Operis, I. a. §. XXII. (A.4754 ).

3 Id. Ibid.« Ortae binc innumerabiles Villae, Arces, Vid , Oppida, Castra« baud majore quam XLV spatio leucarum ».

&R.uttJl, Mannrl, etc. II. Hl .

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DELL'A.RCHITETTUR.! GOT ICA. 55

no 926, al tempo di Guglielmo lungaspada e di Riccardo I.Soggiungesi , che un rotal Documenlo Anglo-Sassonico , distesoneli'Eboracense citta, ovvero in York, si conserva lutlora in Lon-dra 4. Che che sia di si falta Scrittura , che io non Jessi e delJaquale non posso dar giudizio , e)]a non distrugge certamenle JcStorie dell'Archilellura Getica OHredanubiana, da Zamolxi fino aDeceneo e ad Ulfila; non distrugge le Storie dell'Architettura inIspagna e nella Gallia Gotica. La compilnzione , vera o fa]sa ,del 926 non pote dunque non esser 1'erede necessaria d'un qualche precedenle Sodalizio, dal quale in piu remota eta si lavoroun qualche Trattato d'Architettura: e, se congregaronsi Consorterie Architettoniche nel decimo secolo di GEsu' CRISTO , ellc nonfurono piu antiche si de' Collegj dei Fabbri presso i primilivi Ro-mani e si degli altri de' Maestri Comacini presso i Longobardi.Simili Sodalizj formavansi non soloper leragioni di ciascun'arte,ma eziandio per soccorrersi a vicenda nelle varie occorrenze della vita; e soprallutlo nelle spese de' funerali,come ilMommsen t

a' nostri di vien dimostrando in quanlo a' Romani. Anche oggi peimedesimi flni d'aiutarsi reciprocamente con carita religiosa vi

sono le cosi detle Congregazioni Spirituali dell' Arti nel Reamedelle due Sicilie. Gli stessi modi, credo, si tennero da' Collegj degli Architetti Visigoli di Spagna prima della venula degli Arabincl 711, e flno al duoder.imo sccolo nella Gallia Gotica.

Non veggo percio come si debba credcr nuovo nel 926 l'essersiformate o no alcune Consorterie non solo di Culdei Ecclesiaslici,rna d' Architelti Laici; e come gli uni e gli altri avessero potutocssere trovatori d'un'Architellura, non mai piu vedula dianzi, perconlrapporla con insolito ardire a quella tenuta in pregio daiPontefici Romani. E poi, qual maraviglia, che parecchie Consorterie giurassero di non eomunicare a niuno il magistero dell'arteloro'P Che altro essi faccano se non quello che sempre s'

eatto c

si fa e si fara in tutte l'Officinc dell'arti e de' mestieri, anche oggiche in molti paesi d'Europa s'abolirono per Legge i Collcgj d'arlie mestieri? Non v'ha piu giuramento del segreto, evero; rna i lprivato interesse in ogni Bottega di vini o di wlfi o di ferri sa euslodire assai bene a' nostri giorni le tradizioni e le pratiche dellasua industria, per nascondcrsi agli cmuli e difendersi contro gl'imitatori. Del rimanente, io non ignoro, che i costumi erano assaipiu feroci nel Medio-Evo, e che al1ora un segreto violatoaprir po-lea piu agevolmente le vie al1e slragi ed al sangue, come si narra

essere avvenuto ncl 1099 a Corrado,Vescovo

d'Utrect,i l

quale ruM al giovine Plebcr lc sue formo/e intorno al gittar le fon-

4 RAMtB, ibidem, II. 41S8, 281.2 Mo•sJK, De Collegils rl Sodalitiis Ro•AKORUM, in 8.• Kiliae (A. t8!S3.).

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DELL' A'RCRlTETTUBA GOTlCA

dameota d' una Chiesa (arcanum magisterium), e fu per ven-

detta ucciso dal padre del giovine. Tralascio i paurosi racconli,che si fanno sopraErwino di Steimbach, aulore d'una delle Torridi Strasburgo nel secolo decimo quarto.

L'arcano linguaggio degli Operatori d'un'Architettura, che pre-·tendesi allora nata verso i1 926 , eun gran feuomeno agli occhidi chi giudica essersi , merce un segreto inespugnabile , propa-gata in tutta J'Europa Cattolica I' arte da noi della oggi Gotica.Quella, che noi chiamiamo cosi, non vuole allribuirsi a'Visigoti;gente barbara ed ignorante, Ia quale non edificogiammai se nonalia Romana, e , sto per dire , secondo i precetti di Vitruvio! A

questo modo ragionano i presenli Storici dell' Arcbiteltura, igno-rando tuUa Ia Storia Oltredanubiana de' Visigoti da un Jato, c dal-J'altro aft'annandesi per rintracciar neUe Consorlerie de' Culdei odegli Architelli Laici tutto cio cbc si trova in quella Storia moltisecoli prima del 926 . Somigliano tal sorta di Storici a chi congrande smania vada ccrcando gli occhiali, ch'egli avea gia sullafronte.

Quel gran fenomeno dellinguaggio arcano e un fallo non mol-to dissimile all ' allro d'esscrsi Ricr.ardo I. condotto da Roano in

Baieux per parlarvi Ia Lingua Dacica. Percio i Visigoti di Spa-

goa e della Gallia Gotica, sebbene scrivessero in Latino, aveanope' loro usi particolari t Ia Visigotica od Ulfilana Lingua in ser-bo; islromeoto ed arcano del Regno Ioro si per tener desta la pa-tria favella in mezzo a popoli di sangue diverso, c si per nones-ser talvolta compresi da' Romani, sudditi non semprc fedeli. Nc-

gli eserciti d'Alessandro il Grande, composti di molle nazioni, Iasua Macedooica favella era divenuta i l privilegio del minor nu-mero ; ed egli stesso i1 Re non l'adoperava che in alcune rare oc-correnzc, avendo sempre i l Greco illustre fra le Jabbra. E pero,volendo ammazzar Clito, grido contro lui all'arminel dialeHo dci

Macedoni, chiamando a se i Portatori di targhe ; l'uso del qualcdialetto, nella sua bocca era divenulo , scrive Plutarco, i l segnoe quasi un simbolo di qualche gran lurbazionc.l discendenti di queiBnlgari d' Aleczone, i quali furono dal Rc Loogobardo Grimoaldocollocati verso 1' anno 667 nclle vicinanze d'lsernia e nel tratlo,

che oggi chiamasi Provincia di Molise oel Reame di Napoli, vivo-no ancora negli stessi luoghi, ove sopravvennero alcuni stuoli diSchiavoni o Slavi al tempo del Re Ferdinando I. d'Aragona. Sontulle popolazioni bilingui, ed ora si veggono pubblicati dal Pro-fessor De Rubertis, nato nella Provincia di Molise, alquauti brani

deJle popolari canzoni , solite a cantarsi nel primo di Maggio

f Yedi prec. §.XVI. io Hoe .

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D I U A . A J W I I 1 T t : T ' I ' U i l ~ G O T I C ~ 57

presso i nipoti e prempoti degli Slavi 4. Ma ehi, senza una ta.dizione , petrebbe percepiroe -il S«nificato ?

L'Architettura e le Matemaliehe nel Mefio-E\'o non s' insegnav.ano dalle -Cattedre, oome oggi .fra noi ma o ne'Monasteri o neUe

Consorterie Laieali ~ t i Arci!Melti. Non aolevano in qnel tempodisgiungersi Ia scieDza e Ia specular.ione <lall' operare. Ne si disgiunsero oosi ne' Collegj de' Comacini come in quelli de' Fabbridi Roma; non disghansero in piU antica etA presso i Visigoti,quando essi edificavaoo di lA dal Danubio, e q11aodo poi edificarooo in lspagna e nella Gallia Gotica. Si agli uni e si agli altri Visigoti dove tornar necessario un qualche Sodalizio d' artieeli mestieri, e sopratlutto d'Architetti e muratori. Da quaJcuna disi fatte Consorlerie uscirono per aventura gli Operatori della Ma-no Gotica, chiamati nel 534 da Clotario I. in Roano; e non saranno stal'i soli, ohe vennero nel Regno de' Franchi di Neuslria.Dopo Ia predicazione di San Bonifazio nella Germania di Tacito,poterono alcuni di si fatli Visigoti esse"i chiamati a costruir JeCitta e Je Cbiese, come certamente chiamati vi furooo i phi \'icini Comacini d'ltaJia e come i Monaci CaUolici, di qualuuque nar.ione si fossero, v'andarono, si per propagarvi Ia fede Cristianae si per farvi costruire lc Badie di Fulda e di Corbeia e tante altre splendidissime. Illinguaggio di tuUi costoro in principia nonsi comprendea dai Germani di'facito; semplicissimo fatto,snl quale di poi s'inveotarono tante favole intorno a' Culdei ed agli Ar-chitetti Laici del Medio-Evo, non che all'arcano lor favellare.

XXVHf.

La 'Dacia confinante oon l'Aiania, donde si parli Rollone, Duca di Normandia,ebbe o no alcuni di si fatti Collegj? Sembra, cheavesse dovuto averli; rna chi puo dirlo con certezza? Se gli ebbe,i primiericostumi della pirateriadiRollone fan crcdere,ch'eglinon si fosse curato di portar Architetti sulle sue velocissime navie la brevita del suo Docato dopo 1a sua conversione al Cristianesimo non gli permise forse di chiamarne dalla sua Dacia nati vae dal Danubio. Ma volendo Rollone fabbricare una qualcheChiesa od uu qualche Palagio , non vedeva egli Ia Mono Gotica diSant'Oveno in Roano't E non dovea egli esser tentato di chiamarVisigotici anzicbe Romaneai Architetti? ,

Riccardo [. non solamente volJe , che Ia Storia de' suoi Daco-Geli Normanni, al tempo della loro idolatria , si scrivesse da Do-done di San Quintino ; ma vin serbO nella sua mente i conoeltidell' Architettura Ollredanubiana di que' Daco-Geti. Gli piacquero

• Cton1nn nz Rnantas, Delle Celonie Slave del Rt>gno d.l Napoh, pag. iO,!t.lo 4:t. Zara (A. ~ 8 5 6

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58 DtLL' A.RCRITETTUB.l GOTICA

innanzi ogni cosa ne' Tempj l' elevazione, cbe chiamero Visigo-

tica, ed i l pensiero di circondarli con le Torri. Stando egli ungiomo sulle soglie del suo Normannico Palazzo di Fecampo , vi·de in qual maniera questo vincesse nell' altezza 1'opposta Chiesadella Trinita ; e tosto mando per un Architetto, al quale imposed'alzar Ia nuova Chiesa cotanto, ch'ella superasse le mura si delPalazzo e si della citta. II nuovo Tempio , ricco di Torri comequello di Santa Eulalia in Merida, non tardo a levarsi maestosonell'aria, con due file d' archi : tt Delubrum MIUB .1MPLITUDINIS ,{( hinc inde TURRIBUS PRA.EB.!LTEA.TUM , DUPLICITER .!RCUA.TUIII et de{( CONCA.TEN.!TIS .lRTlll'lCIOSE L.!TBRIBUS DECORAE ALTITUDINISi.{ CULMlNE ... lntrinsecus depinxit historialiter 4 )). La Casa diDio, disse Riccardo I., dee superare tulle le sommita d'ogni al·tra fabbrica.

Notgero, Vescovo di Liegi , a' giorni di Riccardo I., riedi6ooneJla sua citta Ia Basilica di San Lamberto, della quale si conser·n l'immagine nelle lamine, descritte dopo il Dittico LiegesedalWiltheim ~ , ove tutti possono scorgere il Gotico arti6cio delleTorri e de' molti angoli, compagoi di que' della Chiesa di S. Tir·so d'Asturia. None questa, esclama i l Wiltheim, non equestal'Architettura da noi chiamata Gotica ?. << Vidisti in singulis ta{t belJis tria P .&STIGI.1.1CUMINAT.1,etsub unoquoque honun singulos{( .&acus acute ANGULosos> genus slructurae a V TRUVIAIU seuRoMAN.!

{( GRAECAVE veleri Ionge diversum: vulgo Gothicum bodie appel{( lant )). In tal guisa, gli esempj della Mano Gotica di Roano siveggono passati dalla Normandin in Liegi, apparlenente al Regnode' Franchi d'Austrasia. Un esempio phi illustre diessi nella stessaNormandin da Riccardo I. quando egli comincio nel 966·a co-

slruire un Monastero sul Monte S. Michele. Oltenne dal Ponte6ceRomano Giovanni XIII. e da Lotario, Re de' Franchi, grandi privilegj pel grandioso edi6cio, collocato su quella marina rupe 3:

rna le 6amme Jo consumarono, ed i l nuovo Duca Riccardo II.lo ricoslrui nel 1022 : della quale ricostruzione il Mabillon ' pubblioo le 6gure.lvi si ravvisano agevolmente le forme dell'Archi-tettura Gotica, e l'elevazione aerea delle mura, che n'era i1 principal distinlivo. Non Jeggo in niun Docnmento , che Riccardo 1.

e Riccardo II. avessero chiamato snl Monte San Michele a lavorare alcuno de' Culdei o degli Archiletti Laici di Scozia e di In-

4 DODOs. QDJIITIIH, loc. cit. Lib. III. pag. usa.~ WILTBEIM, Diplycon LBODIBl'ISB, Append. pag. 85-87, Cap. 5. (A. 4659 ).

3 G.uLu CaatsTtAIU Nou, Tom. XI. Col. Set ·133: et In Appeodice lnstru-mentorum, Col. 405.

4 MABILLorr, Annates Ordinis S. B. Lib. L. §. 6!. «Ecclesia S. IIJCB.liLJS,« cujus Oriental is facies GoTRJCI OPBRIS delicatissima est ».

__ D i g i t i z e ~ b y q ~ ~ S _ ~ - -

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I>ILL'.UCBlTBTTtTIU. GOTICA. 59

ghilterra; rna Ia Cronica del Monte San Michele 4 ci assicura, chenel 966 e nel 1022 gli Abati di quel Monastero , Maioardo c po-scia Ildeberto , ne furono gli autori : Monaci entrambi , ed en-trambi Cattolici.

Orderico Vitale, i l quale oacque nel 1065 efu Monaco di San-to Ebrulfo in Normandia, dove mori nel 1141, parla d'un celebreArchitelto delle Gallie a' giorni di Riccardo I. e del suo ulerinofratello Rodolfo, Conte d'lvry e di Baieux. Chiamavasi Lanfredo ;ed Albereda , moglic d' esso Rodolfo , pregollo di fabbricare inBaieux una Torre. Questa riusci famosa neUe guerre di Normandia(Turria famoaa, ingena, muniJiaaima i): un sioistro romore in-tanto si divolgo, chc Albereda falto avesse mozzarc il capo aLan-

fredo, acciocche mai phi egli non coslruisse di simiglianti lavoriper alc1mo 3. Lo stesso lagrimevole fine attribuiscesi all'Architettodella Meclenburgbese Badia di Dobberano, e ad allri; alroci fatti,pe' quali gli Architetti e simili Operalori dell' arti si leneano phistretti ne'loro particolari Collegj, e si circondavano di misterj,occultando Ia pratica dell' arte loro, ed ogni procedimento Ma-tematico.

XXIX.

Mentre Riccardo I edificava sui Monte San Michele, i Visigotidella Gal/ia Gotica non aveano perduto il godimento, pattuitonel 759 col Re Pipino, del Fuero-Juczo, ne l'esercizio dell'anticaloro Architettura Gotica. Nelle loro contrade s' erano stabililinon pochi Franchi, viventi a Legge Salica; ed i Romani del de-cimo secolo erano da lunga stagione rientrati nel possesso delBreviario Alariciano, abolito nel settimo da Cindasvindo in lspa-gna; del quale riacquisto sopravanzano luminose memorie ne'P/aciti e nelle donazioni del 918, 933, 942, 949 ' · Ecco tre Leggidiverse nella Ga//ia Gotica: nondimeno presso que' Romani epresso quei Visigoti s'insinuava sempre unqualche usode'Franchidominatori; e non di rado neUe due lingue, U/filana e Latina, sit'aceva un qualche innestod'alquante Germaniche voci. Gia negl'I-slromenti Visigotici del decimo secolo si vede introdolto i1 costumedei Feudi: rna i l vocabolo A//odio, dellaLeggeSalicadiClodoveo,divenne frequentissimo fra' Visigoli, sebbene se ne fosse voltalo i lsenso a dinotar le possessioni libere di qualunque dritto feudale.

L'essersi cominciati gli ordinamenti de'Feudi a propagare phi

4 Cooft. S. Mrco., Apud LABBI!, Nova Bib. liS. J. ISISt. ( A.46o7 ).i OaDBarcvs VITALJS, Eccl. Hist., Lib. VIII. Joter Scriptores NoaTM!IU'UCOSApud DucoBsftB, pag. 70S. ·

3 0BDIIJCVS VITALIS, loc. ciC. pag. 706.' Do• V.&IBBITTB, loc. cfl. 11. Preuves, Col. &6, 69, 85, 94.

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60 DILL' 4BCBITETTUB.1 COTIC.l

o meno rapidamente fra'Visigol!i non tolae a costoro illostro della

loro schiaUa, ed essi cooseuarono Ia piu gran parte delle ricchez.ze, merce le quali si facevaao tuttooi a fa.bbricar volenlieri UD

numero, che talvolta sembra favoloso, di Monasteri e di Chieae.LedonneV sigote andarono innanzi ad ogni altro inqueste arringo

d' Architettura Sacra; Je donne , a cui era si propizio i l Fuero-Juezo ; e massimamente in una Legge del Re Cindasvindo 4.

Niuno impaccio ad esse reeavano il Jlundio perpetuo, de'Loogobardi, neil Reippm i stabilito contro le vedove da Clodo¥eo, erinfrescato dopo tre secoli da Carlomagno nella Legge &Mtil a.

E pero due donne iHostri, senza i l coosentimento d'alcun to

tore o Mundualdo, feeero una larga distribuzione de'loro A/Joi.je de' )oro servi a pro di molti Monasteri e di non pochi Laici . Nel

26 Febbraio 960 Ja Contessa Berta , moglie del Mareheae di Go-zia, Raimondo I, conferi, senza interrogar]o, una gran copia diA//odj e di servi al Monastero di Monte Maggiore , nuovameotefondato vicino ad Aries in Provema. Disse voler donare tutto ciochc per le Leggi erale toccato in sorte nel Regno di Gozia (in: Regno Gocr.AE ' ) sui retaggio di suo zio Ugo di Provenza, il quale

dianzi era slato Re d' Halia. In pari modo, nel 977 6 e nel 990 6,

Adelaide, Viscontessa di N a r b o n a ~ scrisse due testamenti, profon

dendo i suoi doni alia sua famiglia ed a'suoi amici. Non menogenerosa mostrossi verso i Monnsteri ; fra' quali non dimenlioo1'Anianense di San Piero in Cauna, e quello proprio di Aniaaa.

Poco appresso, nel 1002 , celebrossi un Placito insigne , oyeGausfrido , Abate di Santo llario cii Careassona , vinse una litecontro Arnaldo, Visconte di quelJa ciUa, roll ' allegare in suo favore Ia Prima Legge del Libro Quinto delle Visigotiche, 088ia del

Fuero-juew 7. Nella stessa guisa, essendo gia innoltrato 1' a ~decimo secolo, Adelaide , fig1iuola di Pietro Raimondo, Conte di

Carcassona , rinuncio ad ogni suo drilto su 'Fetllli e sugli Allodj

dj quella Conlea (Feva el Alode) in fav.ooo del Cctnte di BarcellGna, senza 1' inlervento d' alctmo, e sol per effelto., com' ella diS&e;

fin dal principio , delle facolta concedutcJe dalla Legge Seata,

1'itolo Secondo, Libro Quinto della LEr. GorB()JlUM. L'istromentosi scrisse in Agosto 107 0 7: testimonio eertissimo ciella vita·nazio-

4 Ln: WJSJGOTDORmr, Lib. IV. Tit. If. Leg. 6.2 Yedi Sloria d' llalia, Vol. 11. pag. 364-362.3 LEX S.tLJCA emendala a CAROLO, Tit. XLVI.' Do• VAISSETTR, lfisloire du LAI'IGUBDOC, 11. 94. (A.t'733.) Yedi Ia doouio

ne da lui riferila, P r e u ~ s . Col. 4'0i.

5 lckm lbickm, II, Preuves, Col. 434.6 Idem Ibidem, 11. Preuves, Col. U7.7 Idem. Ibidem, 11. Preuves, Col. 458.7 Idem, Ibidem. 11. Preuvea, Col. !7 ' .

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DEt.L'"-BQDTETTUB:&. GO'l'l'U 6,}

nale de'Visigoti 8oo a tutto qu.el secolo aeia Gdlitt· Goticfl: ma

hen preato in queUa medesima Proruacia ed in t.Uo i l rests: delfeGalJie, verso i priDcipj del duodecimo:, l'intellettto Latiim trionfO,cacciando in fondo si le ~ g i del Visigatico Fuero-Juczo e si le

8aliche de' Franchi, non che degli altri popoli Barbari. Con fi'Ue-ste disparvero tutti gl'istiluti Germaoici del guidrig;ltlo, e ces80Ia lunga onta della stirpe Romana , la cui vita si tassava da Clo-doveo e da Carlomagno una metA meno della vita crun Franco.

Diasi ora uno sguardo indielro , e si vegga quel. che nel nonose«olo fecero i Visigoti Spapuoli del Regno d' Oviedo, i qnali viTeano parimente col F u e r ~ J u c z o . Don Ramiro, succed'nt& al:Be

Alfonso i l Casto , avea nelr846 vinto i Mori, che ardirono chie-dergli la rinnol!aziooe dell'annuo tributo di cento doozelle Cristiane; e toslo con Je spoglie tolte a' nemici fabbrico neUe vicinanze d'<niedo un Tempio alia Vergine Maria, il quale sussisteatutiora nell' eta del Mariana. Ma pMO elegante sembro aUo Storico illustre quell'opera, essendosi veduto quanto egli av.esse in di-spetto le fabbriche d' Architettura G o t i ~ a ; uso ad: ammirar solameate Yarti de' Greci e de' Romani: )l EX'IIA.T, e g l i ~ dieea, su.uct( TUBAE GENBRB .A.C TOTWS OPERIS IN PAUCIS ELEGANTISSlMA 4 )) .

Ne belle sarebbero parole al Mariana, se si fossero, come questa,

conservate fino a' suoi di le primitive fabbriche di Compostella e1'altre ~ ' Re Visigoti d' Oviedo; cioe, da Don Ramiro Boo ad Or-dogno 11. Costui prese nel 918 i l suo regio titolo dalla eittA di

Leone, dopo averne scacciati gli Arabi. Cei!SO'aDora. Ia gloria diOviedo, e le Chiese d' Alfonso i l Casto andarono a male, del chesi doleva fortemente lo stesso Mariana t .

XXX.

Un nuovo moto frattanto si facea sentire in Europa nel decimoe nell'undecimo secolo al proposito dell'Architettura Gotica. EJlamuto spesso i sembianti 1 ma senza perder giammai le parlioolarita, che Ia distinguev8Il0 dalla Greca e dalla. Romana: e peroella s'udi si variamente giudicata ne'varj secoli; tenota in alcuni

per bella e maravigliosa, in altri per pazza e deforme. Io tocchero d' alcune costruziooi principalissime dell'Architettura Gotica,prima in Normandin, poi nella Gallia Gotica e flnalmente nellaGermania di Tacito. Passero indi al Settentriooe d?Europa.

Rollone comincio a fondare i l mondo Gotico in mezzo alia Neustria. Guglielmo I non ioterruppe 1'opera del padre; ma Riccardo Iv'introdusse una specie peculiare di ciVIlta, che si difFuse in

molti e molti paesi. Egli ebbe cari gl'ingegni, e parecchi, uomi-

4 IIAIUAJ'U, De Rebus HJSPA'NIAB, Lib. VII. tap. u .! ldtm, Ibid. Lib. VII. Cap. 20 .

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62 DEL:i7 ARCBITETTUU GOTIC.l

nidi gran fama si condussero in Normandia, fra'quali non giova

ricordarsi di Lanfredo, che forse vi trovo una morte si sventurata,per Ie mani d'una donna, soverchiamente ammiratrice della suascienza. I nipoti de' pirati, ferocissimi compagni di Rollone , volgeansi ad arti piu miti , quasi gia consapevoli delle loro futureconquiste. Quando essi erano padroni dell'lnghillerra, Lanfrancoed Anselmo vennero in Normandia, ove illustrarono la Badia delBecco: indi salirono 1' un dopo 1'altro sulla Sedia di Cantorbery,nelJa Provincia di Kent.

Intanto I'alta Basilica di Sant'Oveno conlinuava sempre in Roano a mostrar le sue forme di Gotiaa Mano, I' imitazione delle

quali dovea distendersi e si distese cosi nelle Provincie della Neustria, rimaste in potere de'Re Franchi, come nell' Austrasia e nellaGermania di Tacito. La Mano Gotiaa vi stette fino al 1042. Allora un uomo di sangue Daaico divenne Abate di Sant'Oveno:vo' dire Niccolo III, nato dal Duca di Normandia, Riccardo I l l : ilquale Abate ristoro 1'aolica Chiesa del 534 4 ; e non ristorollacertamente secondo lo stile Romanefle. La Chiesa di Saot'Ovenofu indi consumata dal fuoco, e ricostruila nel quatlordicesimo secolo in quel modo, che oggi si vede, con Ia sua magnifica Torre.Un' altra Cattedrale di Normandin prese nell' undccimo in Con

lances ad emulare le proporzioni del primitivo Sanl' Oveno, rnaebbe tre Torri; condotta nel 104.8 al suo compimento t. San Piersulla Diva s' annovero eziandio tra le fabbriche non Romaneaidi Normandia: Monaslero fondato nel 104.6 da Lescelina, Vedovadel Conte Guglielmo, il quale nacque dal Duca Riccardo I 3. L'aura dell' Architettura Gotica presso i discendenti de' Daco-Normanni venuti con Rollone si fa sen lire anche al Ramee, quantunque preoccupato dalle sue opinioni sulla scienza e sull'ubiquitdde' Culdei 5, Ma l'Architettura Gotica non flori meglio che in

Sicilia, per opera di que'Daco-Normanni: e non Romaneai (lo con

fessa ben anche il Ramee 6) furono la Ca.Uedrale di Pa1ermo e IaCappella Palalina, Je Chiese della Martorana, di San Cataldo edella Magione di quella ciliA, non che le Cattedrali di Messina eCefalu.

XXXI.

Gli stessi spiriti, che nell'undecimo secolo agitavano Ia gentedomioatrice di Normandia, moveano, si come no gia esposto, il

f OaDJRJCUS VJTALIS, loc. cit. Lib. IV. pag. 630.t GuLu CaarsTIAI'IA Nou, Tom. XI. Col. 870. et In Append. Instrumeoto-

rum. Col. 218.3 lbidtm, XI. 728.5 RutE] Manuel, etc. 11. 486.6 Idem, bidtm.

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DELL1A.RCHITBTTUU. GOTICA 63

pelto de'Visigoti nella Gal/ia Gotica. Fnlcrado, Vescovo dellaVisigotica ciU.A di Lodeve, uomo nobilissimo, avea due sorelle ,che nel 97 5 donarono a Ricuino, Vescovo Magalonese 4, un oscuropodere o villaggio, chiamato Monpellieri, nel territorio di quellaMagalona , cbe fu disfalla da Carlo Martello. Dal 737 in qua iVescovi Magalonesi risedeltero nel terrilorio della cad uta citta, epropriamente nel prossimo Substanzione o Melgueli; Castello, cheebbe i suoi Conti particolari, ma Franchi, e vivenli a Legge Sa-

/ica. Tale dicea d' essere il Conte Bemando (II) in una donazionedel Novembre 985 t : ma Ponzio, suo discendente, che nel 1109.divenne Abate di Cluny (alcuni lo dicono morlo nella NapolitanaBadia Cavense), atTermava neUe sue Lettere 3 di essere uscito dal

sangue di Vitizza, ovvero di San Benedetto Anianense, de' Contidi Magalona: parentela, che doveva essere vera per parte solo didonne, si come argomenta lo Storico della Linguadocca ' ·

In Substanzione adunque si trovava Ricuino quando fugli donalo Monpellieri , che poi dovea divenire una colaoto famosa citta. E Ia die in feudo a Guidone o piuttosto a Guglielmo, cbe fu i l

Primo degli otto Guglielmi, Signori di Monpellieri 5. Arnald9,Successor di Ricuino, voile tornar nel1037 a Magalona, e fe'sorgere intorno ad essa una citta novella, ch'e' cinse con Jluro e con1'orri 6. Edifico in oltre in Monpellieri la Chiesa di Santa Maria,per Ia quale generaronsi toslo aspre controversie tra' Vescovi Magalonesi ed i recenti Signori del nuovo feudo, che poco appressoal 1037 fu circondato eziandio d' un Muro e d'un Fosso. A looncar si falte lili , nella Prima vera del 1090 , rivolsero anche , fra1'altre cure , il pensiero i Padri del Setlimo ConciHo di Tolosa. Ilor desiderj ebber l'eff'etto: e nel Decembre dello stesso anno 1090si conchiusero, non ponendo in obblio le Mura ed i l Fosso 7, gli

accordi fra i l Vescovo di Magalona e Guglielmo IV, Signore diMonpellieri. Otto fra' Vescovi, di quel Concilio, neUe lor sottoscrizioni presso i l Marlene 8 , dichiararono d' appartenere Ie loro Sedi alia Gallia Gotica : Dalmazio , Metropolitaoo di Narbona consetle suoi SutTraganei ; Matfredo di Beziers ; Goffredo di Magalona ; Pietro di Nimes ; Pietro di Carcassona; Bernardo di L o d ~ v e ;Guglielmo d' Albi e Berengaria d' Agde. Quesl'erano le otto Dioce-

4 Do• VUSSITTI, loc. cit. 11. t03.2 ld1m, Ibidem, 11. Preuves, Col. 439 . Num. flO.3 Idem, lbidlm, 11. 3110.oi Idem, Ibidem, 11. 40-'.

IJDo• V.ussJTTB, Ristoire duL.tNGuaooc, 11.

403.6 Idem, Ibidem, 11. t74.7 Idem, lbitkm, II. Preuves Col. 3i7-3i9. » Quidquid est inter Vallatos et

c .Muros »·

811UT&.u, NovusTbesaurusAoccdotorum,IV. 420. (A. t7t7.)

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64 D£LL1 ~ C H J T K T T U R A GOTICA

si, quesli nel 1090 i confloi. della Gallia Gotica, si tenera del

suo FvetvJ-Iuczo e della sua Litvrgia Gotica, sotto l'ombra del·1' .4ocomaruligis oet'Re Franchi.

Pur chi 1'avrebbe allora temulo? Questa Liturgia, compagnanecessaria dell'Architettura Gotica, fu sommersa quasi nell'annoseguenle all' additato Concilio di Tolosa. I Visigoti d' Oviedo, itpali avean posta Ia regale alanza in Leone, coDquistarono Tole-·do su gli Arabi.: 1'.oledo mv.ano wagheggiata da'Cristiani per treseeoli. Alfonao Vl sene impa'roni, marito della Francese Costanza di Borgogna; eeoondo i deRderj della quale fu salutato ArciveJCOVO di To l • ua Francese per nome Bernardo, menlre in Roma

sedeM il Ponte6ee Francese Urbam U. Bemardo dunque, i l nuoM Arcivescovo, inlimo un Collcj(io in Leone, dove 80praggiunseun Lega.to m nel Papa , e decr«Wsi , cbe s' abolissero le letleredell' Alfabeto Visigotico, cioe oclell' UlfllutR.o, per soslituirvi le Latine. Inanimito Berardo prete a far guerra contro Ia Liturgia-Gatica, e gli veDDe fatto di sopprimerla in pro della Romana: i lche non avveooe tleD.r.a grari difficolta; ne avvenne in tutt' i luoghi di Spapa, restituiti alla dominaz:iooe Cristiana. L' assensod'Urbano II ed i l favore della Regina Costanza procacciarono un

grande incremento alia liturgia R o m a a ~ ~ , Ia quale vinse alla

fine in lspagoa: eppure i1 Cardinal Ximenes, a capo di molli secoli, dispose, che vi fusee nella Cattedrale di Toledo una Cappel·Ia , in cui alcuni appos.ili Sacerdoti dovesi!ero cantar Ia Messa incerti giorni dell' anno secondo i l MuBale de'Goti 4. La Provvidenza di Dio voile, cbe nell'Europa del Medio-Evo si formasseuna rompage di popoli, o favellanti o scriventi una medesimalingua. Urbano II ubbidiva seom saperlo ad altri decreti del Signore, i quali aveano posto Roma sopra tulle le genti, dispensando ad esse un COIIlUDe Mioma ed uo comune Alfabeto Latino.

Maggior Coocilio teoaesi da Urbano II nel 1092 in Clermonte.Vi si predioo Ia duppia Crociata; l'una contro gli Arabi di Spagna,l'altra coratro gli Arabi Oltremarini di Siria e di Palestina. I Cavalieri Cristiani acoorsero ai santo e nobile invito; alcuni versoI'Oriente, eome fece ben presto, nel 1096, Guglielmo IV di Monpellieri; altri alia volta de' Pirenei, si che in poco d.' ora negli ultimi giorni di quel Ponteflce cadde Vnlenza in potesta del Cid, eGerusa1emme neUe mani di Goffredo Buglione. Oggi ascolto, chenuovi Documenti or ora trovati daono del tradilore a quel Cid;cio cbe a me non importa d'investigare, contentandomi di sapere, che i Afuzarahi ed i discendenti de'Goti di Don Pelagio viose-

4 CARDII'ULIS DB LOlll!l'fZAJU, Praefatio ad Breviarium GOTBICUM 1 secundumrtgulam B. lstooat. Matriti, in fol. (A. 477!'1.'.

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D&LL'AllCHITETTUU OOTICA. 65

ro nel nome del Cid, e lo celebrarono d' eta in eta ne' Poemi enelle Canzoni del Romancero.

Qui lorna Ia solita difficolla, se Ia Chiesa diS. Maria, edificatanel 1037 in l\fonpellieri da un Vescovo Magalonesc della GalliaGotica, prima d'aholirvisi Ia Liturgia GrJtica, fu di stile Roma-neae o Gotico? E se Gotici furono i1 Mu:ro ed il Foaao, de'qualigia si parla, come d'opere condolle allor compimento, nella Car-ta del Decembre 1090, teste ricordnta, di Guglielmo IV? A saper-ne i l vero, mi piacque interrogarne due Arcbitelti di Monpellieri,che pubblicarono 1m huon numero di Documenti, tratti dagli Ar-chivj della lor patria. Sono i l Renouvier ed il Ricard, i quali nonba guari scrissero no'Opera col titolo {( Deg/i Artiati Gotici diMonpel/ieri 4 )). Essi vengono dimostrando, rna senza conoscerequella Carla del 1090, che di stile Gotico fu i1 Muro ed i1 Foaao,coslruili dopo i l 1037 in l\fompellieri; che Gotica da'Documenlidi quell' Archivio s' impara essere stata in principio l'incamicia-tura della nascente cilla (Chemiac GorHIQUE} : Gotiche le sueTorri e Torricel/e i . Con Torri e con Torrieelle certamente i Vi-sigoti del 37 4 avenno alzalo il Lungo Aluro conlro gli Unni di Iadal Danubio. E pero i l Renouvier ed i1 Ricard, attribuirono il no-me non di Romancai rna di Gotici agli Archilelti della loro citta,da' quali s' edificarono quel Aluro e quel Foaao, tra gli anni 1037e 1090.

Gia nel 1096, quando Guglielmo IV accingevasi al passaggiod' Oltremare, doveva esservi una Consorteria qualunque d' Archi-tetti o di muratori e simili Operai, che cinsero Monpellieri con la

Camicia Gotica, poicbe questa Consorleria , cento anni dopo siascolta porlar il nome di C o m u t ~ e Chiusura in un Alto, con cuile si promeltono assislenza e favore da un allro Guglielmo, Si-gnore della citta, nel mese d'Ottobre 1196 3. Gotici adunquc,giova ripeterlo col Renouvier e col Ricard, Gotici furono gli Ar-cbitelli ed i muratori, che i Vescovi della Visigolica Magalonadepularono a rialzar Ia loro Sede primiera, ed a fabbricar SantaMaria di Monpellieri: Gotici, non Romaneai, gli altri Operai, checircondarooo Monpellieri d'un ilfuro Gotico. lo non ignoro, chcmolte Chiese fabbricaronsi nell'uudecimo secolo in lspagna, nellaGa/lia Gotica e nella Normandia, secondo lo stile Romaneae.Ma come si puo negare in quel secolo all'Architeltura, buona o

4 RJKOOVIIR et Ricard, Des Maitres de pierre et des autres Artistes GOTBI-QOBS de MotnPBLLIBR, in i . Monpellier (A.48U).

t /idem Ibid. pag. 44. «Ces pieces de I'Archive cootlennent des details pre-» cis et ioteressaos sur les Tour1 et les Tourelles, les Portails el les Posses• d'uoe Chemise Gothique ».

3 /idem. Ibid., pag. 405, Append. des Documents, Num. 4. Ex Arch. Com.de Ia Commune de Monpellier, Arm. B. Cass. 40, num. t.

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66 DILL' llCBIT'BT'I'tJIU. GOTIC.!

malvagia, che i Visigoti aveano recato dal Danubio n e l l ' ~ u r o p aOccidentale, come si puo negarle i i nome di Gotica?

XXXII.

Or vengono i Tedeschi della Germania di Tacito, sl agreste Booa San Bonifazio, e cotanto povera ed aspra nel suo linguaggio 6-no ad Otfrido. Le sue prime costruzioni Cristiane delle Chiese o di

pietra o di legno sembrano essere state Romanelli, perche ho giaconfessato 4, che d'ltalia v'andarono i Missionarj, ed anche i Mae-

atri Comacini d'ltalia. Ma i Visigoti della Gallia Gotica poterono parimente andarvi dopo alcun tempo : ed i Monaci deiJa Be-

go/a di San Colombaoo, venuti dalla Burgundies Badia di Lu.xeuo Lussovio, recarono per avventura in Germania un qualche concetto, che non era del tutto Romaneae, dell'Architettura. V'ha

eziandio chi vuole, che un gran numero di Architetti Bizanlini visi tramuto nel decimo secolo pel favore della Greca Teofania,moglic dcll'lmperatore Oltone II. : al che non saprei contraddire, dopo a\'er fatto un simil ragionamento inlomo all' Architet-tura Gotica, diffusa nel Regno d'Austrasia dalla Gota ReginaBnmechilde. Fra gli Architetti, che passarono in Germania, nonsi vogliono dimenlicare gli uscili dalla Normandia, di qualunque

nazione si fossero, nell'undecimo secolo, e soprattutto i MonaciCattolici. Ainardo, nato nella Germania di Tacito, fu i l primo A-bate del Monastero di San Pier della Diva,ed i l suo Epilaffio soggiunge, ch'egli edi6collo con grande studio in Normandia (Aquolocua iate . . . . aedificatua ingenti studio i) . Chi sa quanti altriMonaci Tedeschi si condussero prima del 1042 a studiare Ia ManoGotica di Sant'Oveno, e poi ne trasmisero i l desiderio alle lorpatrie 'l

I discendenti de'Germani di Tacilo cominciarono percio ad invaghirsi delle non Romaneai coslruzioni; e ben presto l'ogiva od

arco acuto si vide apparire nelle loro fabbriche. Ogivale diconoessere stata Ia Cattedrale di Naumburgo, edi6cata nel decimo se-colo, al tempo di Teofania lmperatrice: ogivali nel seguente se-colo undecimo le Cattedrali di Minden, di Bamberga, di Goslar ed'Hildesheim. Lo stile dell'arco acuto poscia s'innalzo d'etA in etA6no all' altezza di quella rinomanza , che conseguirono le Cat-tcdrali di Strasburgo e di Colonia ; rna egli prevaleva giA in tutlal'Europa, e l'arte de' Tedeschi piacque priocipalmente all'Italianel quattordicesimo secolo. Una tanta e si rapida fortuna indussein errore que] famoso Alberto Durer, il quale , scri vendo i l suo

1 Vedi prE'c. §. XXVII, In One.t G.u.uA CaatsrrAu Non, Tom. XI. 730.

- Oantlan:us VrTALIS, Lib. IV. pag. 5H. l)it;.

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bELL'.UCHl'I'ET'i'UU. G O T I ~ A . 67

Trattato Geometrico nel sestodecimo, c r e d ~ i suoi Tedeschi essere stati gl'inventori dell'ogiva, ed i primi, che Ia mostrarono algenere umano 4 •

XXXIII.

Cotica oggi suol chiamarsi da noi l'Architetlura, che ama gliarchi acuti, ossia l'ogive: donde i phi recenti Scriltori deduco-no, che ella debba denominarsi ogivole, non Gotica. Cio nontoglie, bisogna sempre rammentarlo, che dall'anno 412, in cuisi stabilirono i Visigoti neUe Gallic Meridionali, fino al1042, nelquale si ricostrui Sant'Oveno di Roano dall' Abate Niccolo Ill, nonvi fosse stata in tutto l'Occidenle d'Europa l'Architettura Cotica,ovvero Ia Mano Gotica, o con l'ogiva o senza l'ogiva: una Ma-

na, cioe, Oltredanubiana e dift'erente dalla Greca e dalla Romana. Ma come puo egli dimostrarsi, che l'ogiva, la quale regno inSant'Oveno dopo Ia ricoslruzione del 1042, non avesse regnatoivi fin dalla prima costruzione del 534? Non eegli piu ragione-

v o l e ~ anzi non ecgli necessario i l dire, che l'ogiva si moslro inSant'Ovcno fino dal sesto secolo di GESu CRISTo? Non era forsel'ogiva nel Medio-Evo creduta sommamente utile all'elevazioneVisigotica del Tempio edificato da Clotario I. in Roano? Utileall'elevazione dell'altro, che poi s'innalw dal Rc Sisebuto a SantaLeocadia in Toledo? (Mi1'f!,m opria , dicea Santo Eulogio primadell'858 2, CULMINE ALTO). Nel caso presente, per una rara eccezione, i l peso di provare, che non fuvvi l'ogiva in questi dueTempj e negli altri d'una grande altezza, faUi coslruire da' Pilo-fori e da'Re Visigoti, si trasferisce in chi nega: ed a coloro, iquali aft'ermano, basta i l ricordare l'antichita dell'arco acuto.Questo non inventossi da niuno in un dato g i o r n o ~ ma nacque

c o l l ' u o m o ~ e trovasi cosi nelle vetustissime Citta d'Italia (tali Arpino e Palestrina) come in Ninive, in Licia, in Gerusalemme, inEgitto ed anche nell'Oasi di Libia , senza parlar della Persia edell'lndia.

Chi crederebbe ora, che i l Ramee, uomo dotto, ricordi Ia ManoGotica 3 di Sant'Oveno e l'opinione dianzi esposta 4 del Wiltheimsulla perpetua durata dell'Architettura Gotica , senza concepirei l piu leggiero sospetto intorno a Santa Leocadia del settimo se-colo, ed all'Architettura Oltredanubiana, diversa dalla Greca e

4Duau, Trattato Geometrlco delle misure, etc. (in Tedesco) Norimberga,A.

(4525).t s. EoLoGn, Apologelicus Martyrum, Lib. 11. Apud Scaonu•, B•sr. Illu-stratae, IV. i72 (A. 4608).

3 RA•£1, Manuel, etc. 11. 446 e 447. in Nota.4 Yedi prec. §. XIJJ. in line.

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68 DELL' &JlCBITITTlJU OOTICA

dalla Romana, in Ispagna?Chi crederebbe, cb'e' dichiari di non

aver phi anliche ootizie suU'ArchiteUura di Spagna e di Porto-gallo se non dell'essersi nel 1221 edificata Ia Cattedrale di Bur·gos 4 ? Perche non apriva egli le Storie del Mariana, e non con·sultava i Documenli del Florez?

Assai piu inaspelt.ata nella bocca del Ramee s'ascolta Ia sua

confessione, che i Duchi di Normandin, nella loro qualita di guer·rieri e di Laici, non ediflcarono se non secondo lo atile ogivale:per Ia qual cosa 1'ogiva ricorre cosi frequente in tutla la Sici-lia i . Ogivali dunque debbono sembrar necessariamente al Ra-mee le coslruzioni della Santissima TriniiA. di Fecampo e del

Monte San Michele fin dal principio, cioe fino dal decimo secolo.Se poi Ia qualiiA. di Laico chiarisce l'intenzioni de' Ducbi di Nor-mandin contro Ia Chiesa di Roma, e contro l'arco rotondo oRo-

mano, dunque il Laico Riccardo I. cercava di levarsi contro Ro-ma, quando egli chiedeva tanti privilegj per Ia sua nuova Badiadi San Michele In periculo Mari11 al Ponte6ce Giovanni XIII I Eda fabbricarla dcpulava per l'appunl.o i Mooaci del luogo I I I Madi quesle cose gia ragionai a.

XXXIV.

Altre vie tengonsi dal Beule. A lui, salil.o in fama per le suescoperte Archeologiche, venne veduta l'ogiva fin sulle Porte d'A·tene ; del che promette dare piu speciali notizie. Di qui deduce,che gli Antichi ben conobbero 1'ogiva, ma che l'ebbero a vile; sich'ella non apparisoo se non per eccezione presso l'Antichita. Matali eccezioni si vanno tuttodi moltiplicando: e chi avrebbe spe-rato di scoprir l'ogiva tra le ruine di Ninive, in compagnia del·l'arco rotondo? Se rogiva si trovo in Atene, perche non si donatrovare anche in Roma, comecche Plinio e Vitruvio ne avesserlaciuto? II capriccio in pro delle forme straniere, l'esser sazj eristucchi delle Ron1ane, Ia corrwione del gusto e cento alfre ca-gioni polerono aprir facile accesso all'ogiva su' Sette Colli. Nel 400

o 405 dell'Era Volgare, in un Dittico pubblicato dal :Montfau-con ' , si rappresenta iJ Console Slilioone seduto sotl.o l'arco acutod'una muraglia: ne11'847 si scavo una Cappella ogivole in Su·

biaco. Simili eccezioni, rispondera i l Beule, non oostituiscono loatile ogivale. No, certo: ma egli, che col nome d'Antichi addita

4 IUMIB, Ibidem, II. UO.

i Idem, Ibidem, 11. 486. « Les Dues de Noa•ANDIB eta lent guerriers, par» consequent Laiqt.Ha; leurs monuments fureol dans le style que oous nom-»mons A OGIVE ».

3 Ytdi prec. §. XXVIII.i MOIUFAUCON, a\otiq. Expliquee, Ill. i32. {A. 4'749>

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DILl/UCIDftl"l'tllU. GOTI«a 69

solo i Romani ed i Greci, non puo nc vuolc oomprcndcr soUo un

la l vocabolo i Geti o Goli. Or come si dimostra, che i Geti o Goliavcsscro avuto lo stile ogivale in dispetto, oosi di Ia dal Danubio,come in Ispagna e nella Gallia Gotica ed in Sant' Oveno diRoano?

Qui si trovano a fronte due specie d'orgoglio nazionale pressoi piu illuslri Scriltori della Francia d'oggidi. Gli uni, come i l Vilet cd i1 Viollet le Due, aspirano a voler dimostrare, che lo stile

ogivale non e e non un trovato Francese : cio che sarebbe vero,rna per opera de' Visigoti Ariani di Tolosa e della Gallia Gotica.mi altri, come i l Beule, non solamente abborrisoono lo stile ogi-

vale, rna sperano lavar Ia Francia da ogni rimprovero d'averloposlo in alto per Ia prima volta. Questi sono i sensi d'un Disoorsoproemiale, recitato nel 6 Gennaio 1857, ove dal Benle si trattadell'insegnamento dell' Architettura. II Laboulaye ne pubblico alquanli brani, dicendo, che Ia queslione ivi agitata sull'Architettura ogivale arde sopra ogni altra di tal natura nella noslra eta 4.

In quel suo Disoorso, i l Beule con nobile risentimcnto aff'erma ,che i Francesi d'oggidi non sooo Franchi, ma Neo-latini: Latiniperle leggi, pe' costumi e per Ia lingua. Son troppo cari similiaccenli all'animo d'uno, che pose, come io feci, una parte della

vita nel narrare i trionfi dell'inlellelto Romano sulla barbaric deiGermani di Tacito, e sui guidrigildo minore, ron cui essi offesero Ia razza Latina; ma i Geti o Goli, ch'eran diversi da' Greci eda' Romani, erano diversi altresi da que' Germani, e non conosoovano, quante volte dovro ridirlo?, non oonoscevano I' uso delguidrigildo.

La. Storia dell'Architettura Ollredanubiana, recata neii'EuropaOccidentale da' Visigoti, e assai piu antica di quella, che raccontale vitlorie dell'inlellelto Latino sulla natura de' Franchi, de' Longobardi e degli allri Germani di Tacito: ed inulilmente i l Beule

vien rammentando nel suo Discorso le voglie, ch'ebbe Carlomagno di farsi Latino. Fu queslo tm omaggio involontario di quell'Jmperatoce alia grandezza del nome Romano: rna egli lascionella Legge Salica da lui emendata le tasse minori per le "itede' Homani' che llOO per le vite de' Franchi ; ne prese a rialzaredel ]oro civile avvilimcnto le generazioni Latine, tutlocchC facesseuna grande slima del loro inte])elto. Mi si perdoni percio d'avercercalo d'opporre ad alcuoc moderne prelensiooi Germanichc le

memorie, Otnai vicine a spegnersi, dell'Architeltu,.a Gotiea , le

discipline della quale furono atrallo ignote a• Germani di Tacilo

4 Bautil, Di&<»urs d'ounrture d'uo Coors d'Archeologle.SlamJlalo in parte ncl Jownal des Debat1 del 28 Genoaio 481)7,coo alquante

Osservazioni l'reliminarl del Laboulaye.

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70 DELL' .!RCBIUTTUR.! GOTICA

prima di San Bonifazio : mi si permetta d'invomr nuovamente gli

studi, da me in allro luogo lodali 4, del signor di Boissieu, i l qua·lc s'unisce al Beule nel proposito di non volere i Franchi per progenitori de' Francesi odierni della Provincia Lionese, rna i Roma.ni ed i Borgognoni; que' Borgognoni, che incorporaronsi co' Gotie passarono all'esercizio dell' Architettura Gotiea. lo ne voglione posso far confronli di sorle alcuna della bellezza ed eccelleozadi questa con Ia bellezza ed eccellenza della Greco-Romana ; rna

ringrazio sinceramente i l BeulC d'essersi collomlo in Roma ed in

Alene per conlemplare a suo bell'agio i miracoli dell'arte Grecac Romana, sebbene il Laboulaye gli abbia domandato la permis·

sione d'ammirar con occhio imparziale cosi lo atile ogivale dellaCattedrale di Slrasburgo, come gli arehi rotondi nella Chiesa diSan Paolo in Roma.

XXXV.

Gli arehi rotondi son quelli, a'quali ora i l Ramee ed i l Vitel ~con altri egregi Francesi, aventi sempre in mira lo stuolo dcgliavversarl di Roma, danno il nome di Sacerdolali o leratiei. Epero io desidero sapere se Ieratici od ogivali furono gli archivollati da' Goti nel 534 in San Pietro di Roano, quando quel po-

polo era tutlo d'Ariani? Se Jeralici o Romaneai, dunque le lorodiversilA dagli archi ogivali ·non eran cagione della ditTerenza,che passava tra l'Architettura Gotica e Ia Romana, ed in centoaltri modi polea la prima separarsi dalla seconda, conservandogli archi rotondi, e non perdendo il nome giuslamente dovuloledi 1Jfano Gotica. Se ogivali, si come doveano essere perche di talnatura furooo dopo la ristorazione del 1042, dunque dello atileogivale s'ha nel Tempio Rotomagense un esempio illustre 6nodel sesto secolo, scnza esservi bisogoo d'aspettare le ConsorterieLaicali od Ecclesiasliche del 926.

1\la, secondo il Ramee 3, le doUrine Arcbiteltoniche , descriltenella Carta Eboraceose del 926, risalgono all'antichitdpiu alta:ed in quell'anoo ardirono gli Anglo-Sassoni di York. aspirare aristorar Ia velusla sapienza, per opporsi aile tradizioni Ieratichede' Ponle6ci Romani. Or chi erano quesli Anglo-Sassoni, se nonpopoli di Germania l Tali non naoquero gl'luti, che discesero in·

4 Yedi Codiee Diplomatieo Longobardo V. 30 .2 VrTBT, Rapport ll M. le MinIstre de h o ~ r i e u r sur les Monuments et Jes

BibliotMques, pag. 4! , 43. Paris (A. 4834 ).- Idem, Notre Dame de NOYON, nella Revue des deua; Mondes, deWaono 48U,

Tom . IV. pag. 6!14, 635·3 RA•tE, loc. cit. 11. pag. 458. • Lts traditions du 926 remootent a a l w

• haute antiquiU .. . les ANGLO ·S.UOl'IS s'elaoellrent alors au deiA des vie1lles• traditions (Saurdotale1). •

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DELL A.RCHlTETTUR.& GOTICA 71

sieme con essi nel 449 alia conquista d'lnghilterra1 condotli dai

fratelli Hengist ed Hotsa. Sotto il nome di loti si comprendevanoallora i Goti o Daci, che seguitando Ia fortuna d'Ermanarico degli Amali conquistarono Ia Iutlandia, ed ogni altra regione postasulle rive Meridionali del Ballico, dando all'antica Dania o Danimarca i l nome di Dacia, prima di spingersi neUe contrade oggichiamatc di Svezia e di Novergia, ossia della Scandinavia. Questes'acquistarono dopo la morte d'Ermanarico da' Goti, che vi fondarono Ia Vestrogozia e l'Ostrogozia; nomi, che ancor vi durano;rna quello di Dacia IS'impose pili tardi anche alia Provincia, cheoggi dicesi della Scania in Isvezia. E pero nell'eta di Rollonde

I'appellazione di Dacia si dilatava dalle rive del Danubio , e all'Aiania 6no all'Oceano Germanico. Gia nella Storia narrai 4, chegl'luti od i Goli del 449 fermaronsi nell'lsola di Tanet e ne' luoghi dove sorge Cantorbery, Ia quale di poi accolse Lanfranco eSant' Anselmo: Cantorbery, non lontana di Londra, e divenutaoggi Ia sedc principale del recente Primato Anglicano. L'essersiuniti cogl'Iuti o Goti non tolse agli Anglo-Sassoni, che formavanoi l maggior numero di que' conquistatori, la lor natura Germanica, ne l'uso del guidrigildo, che duro in Inghilterra per moltisecoli; rna i l minor numero de' Goti comunioo modi piu civili aile

Germaniche genii, che abitavano in capanne agresti senza legolee senza calce. Gl'Iuti o Goti del 4i9 tramandarono parimente all'idioma Germanico degli Anglo-Sassoni quel gran novero di vociUlfilane, pel quale non dubito l'Hikes 2 di scrivere, che I'AngloSassone somiglia mirabilmente al Gotico del Vescovo Ulflla.

Poiche lo atile ogivale, a senno del Ramee, rinacque nel 926fra gli Anglo-Sassoni, egli e costrelto a doverlo senza piu crede·re Gotico, ed insegnato a'Germani dagl'Iuti o Goti loro compagni nella conquista. Costoro 6oo all'ehi di San Gregorio i l Grande professarono il sanguinoso e crudele culto, che comandava le

quioquennali uccisioni, riferite da Erodoto, degli Ambasciatorida spedirsi a Zamolxi: culto riformato da Deceneo, che prescrissea' Geti o Daci dirizzar Tempj e Cappelle in onor de' loro Anai oSemidei e degli Eroi. Poscia pati altre Riforme, oscure tutte odignote; rna celebre sopra ogoi altra divenne, sebbene in mezzoaile lenebre phi 6tte, Ia Riforma d'Odino o Wodan, che l'armi eIa Gotica predicazione diffuscro prima nella Germania Orientaledi Tacito e poi nella Scandinavia. Odino, sull'orme di Zamob.i,apri all'anime de' guerrieri gli spazj elerei del suo Y ahalla, incui gustassero Ia volulta di scmpre uccidersi fra loro per rinasce-

4 Yedi Storia d'ltalia , Vol. I. pag. 4418, 4U9.t 8Jcus, Praefatlo ad Grammatir.am AKGLO-S.li.OIUCAM, pag. VIII. XIII. In

Tomo I. Thesauri Lioguarum Septentrionalium, in fol . Oxonii (A. 4703;.

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72 - ~ · " " ' DELL' A.&Ctll'I'ETTURA. GOTlCA.

te a stragi novelle. Pili atroci s'udirono i precetli di Thor, d ~BCri \ti dol Duca Riccardo I. e da Hodolfo d' lvry a Dudone di SanQuintino. Thor, Diode' Geti o Goti 4, inacerbi Ia riforma d'Odino, e si fece adorare insieme con esso , rna in primo luogo, daiauoi Geti o Goti di Scandinavia: origini, delle quali trattai nellaStoria s, rna piu copiosamente nella Tavola Cronologica 3 , c cheper lunga eta produssero 1' eft'clto certissimo d' cssersi versato ilsangue dell'uomo a torrenti. Poco dopo Dudone di San Quintinolo Scaldo Eilivo, figliuol di Godruna, compose i l Poema delThoradrapa, ossia della G t ~ e r r a de' Giganti di Thor: del qualcPoema, nell'ultimo anno del secolo trascorso, i l Thorlacio pub

blicO alquanli versi ' .Questa nondimeno di Thor fu I'anlica Religione di Rollone.

Prima di lui, Santo Ansgario d'Amburgo avca predicata Ia Cristiana in lsvezia, c propriamcnte in Birca, non lontana di Sigtuna, ove poi s'innalzo Stocolma. Egli mori nell'865; e Rambcrto,suo discepolo, che ne scrisse Ia Vita, narra d'aver Ansgario trovato in Birca idolalra non pochi segni di civilta e di commerciocon infinite ricchezze (quod ihi eaaent multi negotialores diviteaet ahufldanJia totiua honi atque pecunia theaaurorom multa 5).Non so se fill da quell'anno 865 si fosse coslruilo in Birca il Tem

pio, denominato Upsal, che due secoli dopo gia era famoso nelSettentrione d'Europa, secondo Adamo di Bremu 6. Questi, versoi l 1080, ne lrasmise alia posterila i piu ccrli e minuli ragguagli;e gia egli allora conosceva nella Scandinavia le due Provinciecosi della Vestrogozia come dell'Ostrogozia. Birca, dicea, s'appar-

. tiene a' Goti nel mezzo della Sveonia : t( BtnA. est oppidum GoTROBUil in medio (( SvEONIAE '7 )). In allro luogo dichiarava, chcSvezia e Sveonia erano Ia stessa cosa: svBoNu. vel svsoJA 8, • • . )):

e clle l'Ostrogozia si distendea fino a Birca: )) OSTROGOTBIA. pro-n tenditur uaque ad BYRUM 9 )). Or questa BYuA. non era lonta

na dal Tempio Ubsola od Upsal: )) BYRu. est oppidum GoTHORUMin medio )) SnoN&.u:, non. /ooge a TEMPLO CELEBERRlMO. . . . .)) UBSOLA 40 ) ) j celebratissimo Tempio, che per Ia sua riccheua

4 Duoo S. QUINTito, loc. cit. Lib. I. pag. 6!. « GBTu, quiet GoTBI, vene-• rantes Toua, DEUII SUUII •·i Yedi Storia d'ltalia, Vol. I. pag. 935 959, 9'75, Hi'7, 4!50, 4!5,.8 Yedi Tavola Crooologiea, pag. '0'7-n8.'TBORUCIUS, Miscellanea, Borealia, Specimen VII. in 8.• Hafniae (A.47§9; .15 RI. . RTtJS, In VIta s. Al'SCBARu, §. !8. Nelle Raceolte del BoLU!'(DO, del

IUBILLON, del L.li'IGBBBil, del FAl'(T e del PBRTZ.6 ADAMtJS BRBMBNSIS, Historia Ecclesiaslica, de. Apud ERPOLDUM LJNDI!BBO-

GJUMJ Script. Rer. GB1lMANIC· SEPTBNTRIOULIUM, curante FABRICIO {A. 4706).

7 dem, Ibidem, Lib. I. Cap. i4 .8 Idem, De Situ OAI'UAB, Post HiSt01'1am Ecclesiasticam, pag. ,0 . I· 134.9 ADAM US BRBUNSIS, De situ 0Al'(IA8 1 pag. 6t . §. 233. EditiO LIUIDaOGII.40 Idem, Ibidem, pag. 61 .

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DnL ' UCHI'tllTTtJRA QO'I'IC.A. 73

dicevasi ~ r tulto d'oro ( tolum ex auro paratum ), dove si ve-

neravano, continua i1 Bremese 4, le tre statuedi

Thor, di Wodanod Odino e di Fricco. 11 pensiero d'imprigionar gli Dei fra le pa·

·reti e d'alzar loro un simulacro sarebbe sembrato infame ad un

Germano di Tacito.La celebrilA del Tempio Upsal vicino·a Birca nel 1080, ed i1

ooncorso di varj popoli non Germanici per celebrarvi alJa fine diogni nove anni le loro solennita, dimostrano Ia sua non recentecostmzione. Di non minor celebrita godeva i l Tempio di Letra oLeira ( LEDBBUJI) nell'lsola Danese, oggi delta Selandia. Ditmarodi Merscrburgo s ( usci di vita nel milledieciotto ) narrava,

cbe in Letra scannavansi novanta nove uomini ( ma forsei l

no-vanta che precede , sta per un errore nel testo) con altrettanti ca-valli e cani e galli : orridi riti Zamolxiani ; ma i l periodo quin-quennale dell'uccidersi, con molti strazj, gli Ambasciatori a Za-moJxi s'era mutato in quello di nove anni.

Con lo stesso intervallo di nove anni, s'ammazzavano in Bircanel Tempio Upsal nove capi d'ogni animale maachio, non esclusol'uomo. Questi sono i racconti d'Adamo di Brema a; i l quale rife-risce in oltre, che gl i umani cadaveri si appendevano con quellide'cani, ludibrio a'venti ed aile pioggie, agli alberi di una sa-

t ~ : ~forest&.

11numero nove, ripetuto in Letra ed in Birca, deJievit'Jme alia fine d'ogni nono anno, sembra da un lato essere i l

prodotto d'una qualche superstizione Pitagorica o Zamolxiana ; edall'altro ci chiarisce , cbe uno era i l popolo Gotico, una Ia Reli-gione di queUe due Citta. Enea di Gaza, nella seconda meta delquinto secoloCristiano si trovava inCostantinopoli,ove ascoltO cbeintomo aile rive del Danubio v'era tuttora un residuo di Geti Za-malxiani , da' quali s'uocidevano ancora i piu nobili personaggifra essi; cio che si faceva, secondo i1 parere d'esso Enea ' , per

mandarli all'immortalita. Un tal residuo di Geti o Goti, sara stato

qnello, chei l

Toppeltin &, Storico non antico delJa Transilvunia,dicea Yiver tutt 'ora in quella Provincia nel decimo settimo secolo.Maggior prove della natura Zomolxiana e Decenaica di questa

Religione passata dal Danubio nella Dacia oDania e nella Scandi-navia, merce le susseguenti riforme d'Odino e di Thor, si trova

4 AIWIVI BaiiiD&rs, Ibidlrn.t lhf tur , Sea TllriTII.ur, Rlstoria, ' '" · Lilt. J. Cap. 9. Edl&io Pauz, ID-

Itr Monomeota GIIUWfJ4L v. '789. (A. 4839.)I Ao••os BUIID818loD. cit. De Situ DAKIAB, pag. 64.4 .lBKIU Gu.uos, In Dialogo TBIOPBJLUTOS, slve de Jmmortalitate aolmae,

pag. 43. Editlo 8UTBII (A. 46GG ).5 TOPPBLTJW, Origines et casus TURITLV.lftOIO., pag. St. Lugdooi , in tt.

(.l. t667). « GoTu, aL mea rert opinio, aunt ve&eres DACI...... 1 u ~ D•cr pr:»llsdem babeolur .. . Reliquiae au&em ipsorum GOTBO&UIIl AD HUnC U S Q U ~• DIEM, prisllna orbati aobililate, VIVIIIUS OBSCORJ ».

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74 DELL' .lRCBITETTUU. GOTICA

in cio che Adamo di Brema ci tramando intorno al culto prestato

a'Semidei ed agli Eroi da'Visigoti e dagli Ostrogoti, concorrentia Birca nel tempio UpsaJ. )) Colunt et oEos EX ao111NIBUS ucTos,

tl quos pro ingentibus factis immortalitate donant 4 )). · Ecco gli.Anai o Semidei, da'quali erano usciti Gapto ed Ennanarico degli Amnii, e 'l'eodorico, Re d'ltalia.

Qui non mi porro a riparlare della natura de' Geti o Goti, amica degl'incantesimi t . Nel C a n n i d e ~ Platone 3 parlava di quellid'un medico Zamoh.iano de' Geti: ma Giuliano Imperatore 4 beffavasi de' )oro estatici susurri e delle loro arcane p a r o l e ~ detteall'orecchio. Anche Adamo di Brema tocca delle libazioni d'ogni

sorta,che facevansi nel'l'empio Upsal, delle nenie, che vi si cantavimo, e della divinita che attribuivasi agli alberi, ove s'erano icani e gli uomini appesi 6. Frattanto, un lungo e non interrottocommercio avea congiunto i Goti di Birca e di Letra cogl'Iuti o Gotidella lutlandia, i quali nel 449 si fermarono in Cantorbery: rnaquesti convertironsi prima de' Goti Scandinavici al Cristianesimo.Temo pur tuttavolta, non qunlche uso di segreti mormorii (ob-murmurationea) e d'allre vanita non fosse rimasto presso gi'Iutid'lnghilterra, donde poi nacquero le confuse tradizioni dell' areano linguaggio degli Architetli Laici del 926 e de' Culdei. Certo, i1

Ramee non aspettava le conseguenze, che i fatti fin qui e s p " ~mi danno i1 dritto di trarre; che, cioe, lo stile ogivale tenuto-?.faquello Scrittore per una ristorazione Anglo-Sassonica, potesse invece attribuirsi agl 'Iuti o Goti di Cnntorbery, mostratori dell'arted'edificare agli Angli ed a' Sassoni. Costoro avevano abitato 6nqui ne'tugurj e neUe capanne, rna videro altresi per Ia prima

volta in Inghilterra 1'Architettura degli edi6cj Romani. Da un'al·tra parte, questi medesimi Iuti o Goti, a'quali si comandava,perprecetto della Religione Zamob.iana o Decenaica, di rizzar Tempj e Cappelle a' loro Eroi, accettarono, mi rincresce i l dirlo, l'uso

del guidrigildo, si vivace presso i Germani; rna ebbero un gui-drigildo uguale a quello degli Anglo-Sassoni, e pero non ignobile, come l'altro imposto nelle Gallie a' Romani.

XXXVI.

Final mente dopo retA d' Adamo Bremense , i1 Crislinnesimo rovescio i funesli e rilucenti altari di Birca: ne i l Yahalla rimase piu in onore se non nc'Ritmi dell' Edda e neUe Sagad'lslanda. Or qual nome daremo se non d.i Gotico al Tempio

4 Ao••us Bu•ns1s. loc. cit . pag. 64.

· 2 Vedi Storla d'Italia Vol. I. pag. 4 ~ S .3 PLATO, In CBAUIDB, Opp. II. tS6·457. Editio SlaUlf l (A. 4678).'luu.ums, In Caesarlbus, pag. 309. EdUio SPUBQII (A. 4696 ).5 A.DA•us Bu•BI'(SIS, loc. cit. pag. 64.

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DELL'ARCHI TETTURA GOT IC.&. 75

di Birca? E quale ·all' Architettura sua se non di ·Gotica, fosse

ogivale o no? Certo, quel Tempio non s'ediflco alia Romanese,ne i Romani andarono giammai nella Scandinavia. PercM dun-que ad un' Archilettura, che scnza l'idolatria regno nell'EuropaOccidentale fra'Visigoti per tanli secoli, e per tanti altri con l'ido-latria fra gli Ostrogoti cd i Visigoti di Birca, si contende i l nomedi Gotica P

Un sccolo e mezzo era trascorso dall'anno, in cui scrisse Adamodi Brema, e questo nome non le si contendea. I Bagni ediflcati altempo di Tcodorico in Ravenna rilenevano ancora Ia denomina-zione de' Bagni de' Goti nel 10 Luglio 1169, in una Bolla del Pon-

teflce Alessandro Ill. : tt Monasterium Sancti STEPHANI ad BAL-NEUM GOTHORUM t )) . Goticaudivasichiamarla ChieBa,ediBcatain Ravenna verso il 515 dal Visigoto marito d'Amalasunta, ReginaOstrogota: Ia sola Chiesa, onde mi riserbai di parlare fra tutti gliediflcj degli Ostrogoli d'Italia. Nel 1254 si riformo lo Statuto Mu-nicipale di Ravenna, e si pose Ia pcna di cinqnanta Lire conlrochiunque recasse danno alia Chiesa de' Goti: u Ne ECCLESIAtl G O T H O R U ~ I possit destrui, nee destruatur I >L · Se tulle le Cithid'Europa imitato avessero un esempio si degno, non sarebber for-se.perite alcune delle pili antiche mcmorie del1'.1rr.hitettura Go-

lica . Inutile torno nondimeno quell'esempio, e vane riuscirono lenobili cure de' Ravennali per conservar Ia Chiesa Gotica, Ia qua-lea malgrado di tante cure, cadde nel U57 .Cosi comandarono iVcncziani, divenuti Signori di Ravenna. Lo Storico S p r c t i ~ che,·issc flo verso il U7 fu presente aHa cadula del Tempio Coli-co, da lui amaramente rimpianlo e Iodato come un'opera insigned'Architettura. I Veneti ediflcarono su qucl suolo una fortezza,ch'ebbe assai minor vita, e che anch'dla cadde alia sua volta.<C ADEST, egli scriveva, et GOTTHICUM TE\IPLUM, quod GOTTllf,<< licet ARtANAE BEREsts lahe infecti, subS. ANDREAE nomine SUM-l< MOPERE COMPTUM, el SUIS T U ~ C AEDIFICIIS ADI\IIRABILEl< construxere. Sed id NUPER solo aequatum el fundilus deletum<l VtDIIIUS; PRAECLARUM autem OPUS et multorum annorum Ja-ll bores arx munitissima, quae modo tanta VENETORUM impensal' erigitur, paucis nunc diebua absumpsit 3 >> .

Or cbi potra mni dubitare, che lc sembianze della Chieaa Go-

lica fossero slate diverse affatto da quelle d'ogni altra Romana diRavenna? Senza di cio, come avrebb'ella dovulo dcstar le solleci-tudini de' Reggitori del 1254 a tenerla in piedi? Chi non vede,

4 Parvruatu• ALBI.U.Ditlll. : Apud F.tNTUZZI, Monumeoti RAVBNNATI ,11.

439. (A. 480 i }: Ex Arcblv. Canonic. RA VBNl'fU·I Snroro•u• Ruawu, Num . CCCXLVIII. Apud FAMtozz•; Moo. R.tv. IV.

us. (.A. t 80!).3 DI&IDBIII SPIITI , De Orlginibus R.ui!MMn, Lib, 1. (A . HS!l). Exlat etiam

In Tbts. lt.u.Gauvn l' t GRONOVU , Tom. VII . rart. I.

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76 DELL'.A.RCRITITTUU GOTIU

cbe Ia singolarita delle me forme, con l'ogiva o senza l'ogiva,

movevano Ia curiosita e l'ammirazione dell'universale? Non compariva ella tal Chiesa essere un Preclaro Monumento allo Spreti?Per aft'ermare cb'ella non era di atile Gotico, e che pen\ non vifosse stato giammai un' r c h i ~ t t u r a Gotica nel mondo, bisogoerebbe dimostrare, che i Goti Ariani Ia fabbrirarono, pigliandone l'immagine da' Cattolici; e che gli altri Goti idolatri, Zamolxiani ed Odinici, portarono con loro l'effigie d'un qualcheTempiodi Roma o di Ravenna in Birra.Ne giova punto a chi nega d'aver i Goti o Cristiani od idolatri

conosciuta una particolare Architettura, ch'ebbe in tutte 1e hoc>

che degli uomini Ia denominazione di Gotica, i1 dire di non aversi dello 1/ti/e ogifJale al di d'oggi Monumenti piu antichi deldecimo o del duodecimo secolo. Egli non si puo mai abastanl.arispondere, che l'ogiva non era Ia sola foote delle diversita in6-nite, le quali segregavano Ia Greco-Romana dall'Architettura (}o.

tica. L'ampiezza delle Chiese, l'elevazione delle mura, le Torri,le Roae,lc qualita de'fastigj bastavano a separar l'una dall'altrain quel modo che I' Architettura d'ogni popolo ad un tratto si distingue da quella d'un altro, agli occhi de' piti igooranti delle discipline Architettoniche ; in quel modo, che i Tempj di Birca e di

Letra si dift'erenziavano da San Vitale di Ravenna, senza nesswamagistero dell'ogiva. Che bisogoo v'ha dell'ogiva per sapere chel'Architeltura Cinese allontanasi dall'lndiana, ed ogni altra Euro-ropea od Atfricana dall'Asiatica'l

S'e gin veduto 4, che pel Concilio Epaonense del 517 cadde osi trasformo un gran numero di Chiese Ariane del Burgundico Re-gno. Piu vasta fu Ia distruzione delle Visigotiche in Ispagoa permano degli Arabi: l'antica Santa Leocadia piu non sussiste sui1'ago , rna in vece si vede so quel flume una pireola Chiesa in o·nore di tal Santa, secondo i rareonti dello Spagnuolo Arevalo I.

Dove sono phi gli edificj sacri e profani d'Alfonso i l Casto in O-viedo? i l Tempio di Letra fu distrutto dal Re Arrigo 1 in odio deisacri6cj umani:dcJ che affeltuosamente lo ringraziava Ditmaro diMerseburgo. La vittoria del Cristianesim() e Ia mano del tempohanno successivamente disfatto nel Settentrione d'Europa non so-lo iJ Tempio cruento di Birca rna qualunque altro edificio sacro eprofano de' Daci, de' Visigoli c degli Ostrogoli, sommeni nell'idolatria fino al dccimo al duodecimo secolo : rna l'essere scomparsiquegli edi6cj dalla terra non concede il drillo ad alcuno di coocludere, che que' popoli non ebbero w1a speciale Architettura,

ne feccro alcun lavoro se non secondo l'arle de' Greci e dei Ro-mani. Siano pure ignote quanlo si vuolc pin le forme dell'Archi·

4 Vedi proc, § . XII.2 Auvuu!l , In IstnORUftA, Tom. 11. ( I a ~ . 1183. Ol'fl· s. Jstnoa1 (A. 479'7).

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DUL' .lllCill'l'8T'l'DU GOTICJ. 77

letlvra Cotica aul Ballico e sui Mediterraneo, tra 1'Alpi di Scan·

dinavia e fra i Pirenei, ella tuttavolta vi fo; e non poteva nonesservi per Ia natura delle cose umane, alia qnale rispondonotutte le testimonianze della Storia e Ia continua durata del nomedi Gotica dato nel 534, nel 1169, nel 1254, e nel U57, in Ra·venna ed in Roano, all'Architeltura di quel popolo.

XXXVII.

Ma fovvi ella mai l'ogi'Va nella Chiua Cotioa di Ravenna YSi,cerlamente, rispondo aenza esitare, qoantunque sia perita una talChiua, e che a me d'un Monwnento, i l quale piaceva tauto allo

Spreti, non sia puoto nota l'immagine allo stesso modo, con cuil'aspetto delia cittA di Classe mi sta sotto gli occhi merce un mosaico Ravennate del sesto secolo. Tutti possono conlemplare unatal fJgura nel Fantuzzi 1. Giorgio Vasari nondimeno, che nacquenel 1512 e che fu lungamente in Ravenna, dove senza dubbio veder l'effigie della Chieaa Gotica: dove anche vedere allre reliquie,oggi dileguate aft'atto, degli edi6cj di quella cittA, costruiti daiVisigoti d'Eutarico degli Amali; tra le quali potevano essere iBagni de' Goti. Scriveva Giorgio Vasari nel 1550, ed in queltempo e'die alia luce per la prima volta le sue Vile de'Pittori J,

venticioque anni dopo Ia pubblicazione del Trattato Gemnetricod'Alberto Durer. L'Architettura ogivale nel 1550 si chiamavn Te·de1ca in Italia e tale era divenuta , si come dissi , dopo il duodecimo secolo. Quale allro nome avrebbe meritato ella in Europa,quando gia sorgevano le Cattedrali di Colonia e di Strasburgo?Totta l'ltalia chiamava gli Operatori Tedeschi: Laici, si , ma chevenivano ad esercitar l 'arte loro, secondo gl'indirizzi ed i preceltidi chi l i chiamava, ovvero de'V escovi e de' Monaci Cattolici.

Bruoellesco finalmente aveva poslo Ia Cupola in Firenze. Allo.ra gli animi si voltarono all'ammirazione dell'arti Greco-Romane;

allora i giudizj delle nuove generazioni dell'uomo si mutarono, e)'opere di Colonia e di Strasburgo parvero brutte. lo staro fermonel proposito di. non dar senlenza fra l'Architetture de' Greco-Ro.mani, e cosi de'Goti come de'Tedeschi d'Aiberto Durer; pur nonso se Roma e l'ltalia, dove abbondavano i piu egregj Monumentidell'arte Pagana, simili al Panteon d'Agrippa, fossero state le con·trade piu opportune a mettere per la prima volta in opera il G()-tico penaiero del Dnca Rioomlo I, che l'allezza delle Chiese debba sopravvanzare Ia sommitA d'ogni altra fabbrica. Ma quantoun tal peosiero, che fu ancor quello de' Visigoti di Sisebuto e dei

Daco-Geti d'esso Riccardo J, seguitati da' Tedeschi, germoglio in

t ••.tNTU.ZZJ , Monumenli Rnll ' l lUTJ, II. nel Frontispi: io .2VASUJ, lntrodutionc aile Vile de' Pillori, Cap . IU. in finr, prrsso i l Tor

ren&ino 41SISO. .

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78 DELL'A.RCHITETTURA. GOTICA.

ltalia, non vi stette ozioso, e si videro le meraviglie dell' Architet·

lura di Firenze, di Pisa e di tante alf:Te Citta, per non parlare diSan Pietro in Vaticano.

Odansi orale parole del Vasari, che non ebbe allri occhi se nonquelli del Beule per l'Architettura de'Goti e poi de' Tedeschi. tl Ec·t< co un'altra spezie di lavori, che si chiamano Tedeaehi, i quali

tt sono d'ornamenti e di proporzione molto dift'erenti dagli antit< chi e da'moderoi: ne oggi si usano per gli eccellenti, rna sont< fuggiti da loro come moatruoai e harhari; mancando ogni lor

t< cosa d'ordine che piuttosto confusione o disordioe si puo chiat< mare, avendo fatto nelle lor fabbriche, eke aon tante eke han-

<< no ammorhato il mondo, le porte ornate di colonne sottili edt< attorte ad uso di vite, le quali non possono aver forza a regget.< re i1 peso di che leggerezza si sia, e cosi per tutte le facce ed« allri loro omamenti facevano WJa maledizione di tabemacoli« l'un sopra l'altro con laote piramidi e punte e foglie, che non\( ch'elle possano stare, pare impossibile ch'elle si possano regge<< re; ed hanno piu i l modo da parer fatte di carla, che di pietre o<< di marmi.

« Ed in queste opere facevano tanti risalti, rotture, mensoline,<< e viticci, che sproporzionavano quelle opere che facevano, e<< spesso con mettere cosa sopra cosa andavano in tanta altezza<< eke la fine d'una porta toccava /oro il tetto. QUESTA. IU.NIERA.lt PU TllOVA.TA. DA.'GOTI, CUB PER A.VER RUINA.TB LE PA.BBRlCUE A.NTICHE,

(l e morti gli architetli per lc gucrre, coloro che rimasero fecerot.< dopo le fabbriche di questa maniera, le quali GtRA.RONO LE VOLT£

<< CON QUARTI ACUTI c riempierono tutta ltalia di queata male-« dizione di fahhricke, che per non averne a far piu s'e dismessot< ogni modo loro. Iddio scampi ogni paese da venir tal pensierot< ed ordioe di lavori, che per essere eglino talmente dift'ormi alia

t< bellezza delle fabbriche nostre, mcritano che non se ne favelli

t< piu chc queslo 4 )).Queste poche parole contengono Ia vera Storia dell'Architet lura

Gotica; e, come oggi dicono, Ia ainteai della Storia. I Goti delterol'arco actdo a'Tedeschi, e queslo da'Tedeschi torno in Italia.11 Vasari, poco versato nelle Storie civili de'popoli, non pens()punto a'Visigoti, rna si agli Ostrogoti: e cosi la brevita come Ia

sicurezza delle sue aft'ermazioni dimostrano sempre piu ch'cgli ebhe i disegni del Tempio Gotico in Ra,·cnna innanzi agli sguardi.Certamcnle non furono le presenti parole del Vasari, che per laprima volta nel 1550comaodarono agli uomini di chiamar Gotieo

lo atile ogivaJe, quantunque i l nome di Gotico non si legga inLeon Batista Alberti, ed in altri Seritlori, che parlarono deU'arcoacuto. Questo silenzio procedette dalloro proposito di trattar delle

4 V.As.&JU, loc. cit. . .

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DILL' .lllCHlTETTlJU GOTIC.l 79

ragioni dell'arte, non delJa sua Storia. E pero, seoondo i l oomune

dialetto di Liegi, nel 1659 chiamavansi Gotici gli angoli acutidella Chiesa delineata neUe Lamine presso i l Wiltheim 4 •

Ed or si comprende, che Ia ainte8i del Vasari contiene in setutte le verita Storiche intorno all'Architettura Gotica, od ogivale.I phi recenti Scrittori non fecero , che aleggiare intomo al vero,descrivendone a brani a brani chi I'una e chi l 'altra particella:gli uni volendo che lo atile ogivale si mostro in Francia dopo Iacaduta del Romano Imperio, senza pensare a'Visigoti ed a Saul'Oveno: gli altri, che l'ogiva fu nemica de' Cattolici, senza rammen tarsi dell' Arianesimo de' Visigoti : alcuni altri ch'ella fu Anglo-

Sassonica, non ponendo mente a' Goti dell'anno 449 in Cailtorbery,non che a' Tempj di Birca e di Letra: ed altri finalmente ricordarono l'arcano linguaggio degli Architetti Laici, quasi per lunghisecoli non avessero iGeti o Goti usato nel Settenlrione d'Europa i lsecreto idioma de'lor mormorii e susurri Zamolxiani.

Un altro insegnamento si ritrae dal Vasari, ed ech'e' non con-fuse le stirpi de'Goti con queUe de' Germani di Tacito. L'Hickespretendeva, che Ul6la i cui progenitori n a ~ e r o , per attestato diFilostorgio t , in Cappadocia, fosse un Tedesco. AI che rispose i l

gran Leibnizio,che i Goti non furono un popolo Teutonico: tt Quodtt doctissimus urcusros novissime ULPHIL.t.M ad FuNcos, vel ad att Jiam TEUTONICAII GENTEII VOIUeril GOTHIC.l referre, Credo quodt< sibi persuadere non possit GoTHOS fuisse adeo 1'EUTONES 3 )) GliScrittori Tedeschi d'oggidi scrivooo intorno all'Origioi Teutonichesecondo la maniera dell'Hickes, non del Leibnizio. Un altro uomodottissimo di Svezia veone aleggiando intomo al vero, senza raggiungerlo, ed anzi capovolgendolo, quando egli fece uscire Zamol-xi ed i suoi Goti dalla Scandinavia per andare a predicare 1' immortalita dell'anime nella Tracia. Parlo della famosa Opera diCarlo Lund, intitolata Zamolxi, ove dice: tt GBT .t.s seu GoTHOS exisse)) e Sc.t.Nm.t. affirmant inter alia Scaldae, mores, litterae, sacra et)) leges patriae omnium antiquiaaimae 4 )).

Simili errori sull'origini de' Geli o Goti e de'Teutoni o Germanidi Tacito corruppero Ia Storia dell'Architettura per Ia oonfosionefatta delle due stirpi di popoli aft'atto diversi, e per Ia dimenticanza, in cui si posero i l Tracio cenacolo di Zamol:ri ed i fatti seguenli dell'Architettura Gotica Oltredanubiana, Ia quale nel 412 :Pas-

4 L'Opera ool Willhelm, dlvenuta rara, fu lnserita dal Gori nella sua Raccol-ta da: Dittici.

i Vedi Storia d'ltalia, Vol. I. pag. 690.3LBlBNlTius, Dnarils Unguis, Inter Scrlptores Oration is Dominlcae tn varias lioguas per Iou•n•• CuuaBRLA TNB, pag. !7. Amsterdam, In I. (A.47t5).

- Scrlttura, ebe fu ristampata fra !'Opere del Leibnizio, Tom. v. Part. If.(A . 4768).

'CUOLI LUND, ZUOLXIS restitutus, in ' · (A. 4687).

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80 Da.L'A.BCBI'fB'ftOU GO'flC.A.

!W neUe Gallie Meridionali, e si diffuse in tulia l'Europa con una

doppia corrente; l'una Visigotica da'Pirenei, l'altra non menoGotica dall'A1pi di Scandinavia, da Contorbery e dalla Normandia diRollone i l Daco. Piu volte, i l confesso, doverono mutarsi e rimutarsi le sembianze dell'Architettura Gotica nel corsodi piu secoli;ma ella non perde mai le sue naturali condizioni d'Oltredanubiana, e pero diversa dalla Greca e dalla Romana. Le sue varie trasformazioni ammisero un uso piu o men generale dell'ogiva: e sequesta trionfo nel tredicesimo e nel quattordieesimo secolo sull'ar·

co rotondo, non percio dee dirsi, ch'ella era incognita nel quinto

e nel sesto a'Visigoli.

XXXVIll.La Chiesa di Roma ottenne in ogni eta questa lode, cbe avesse

amato benedire e santiflcare, non distruggere i Tempj del Paganesimo. Lo stesso ella feee intorno alle Chiese de' Goli Ariani di

Spagna e della Gallia Gotica, dopo Ia loro conversione al CaUolicismo nell'anno 587. Durante l'Ariancsimo; ben dovetlero i Visigotiusar l'ogiva in odio della Chiesa Cattolica e dell'arco rolondo, al

quale si dia pur i l nome di Saeerdotale o Jeralico. Nella Gallia

Ootica, ove ho detto piu volte che rimase un lievito d'Arianesimo,

l'ogiva dove ph\ lungamente piacere a' Visigoti non convertili. Ro-ma intanto accettato avea e benedetto l'ogiva, senza curare i l breTe stuolo de'Visigoti oslinati nell' eresia. E ben videro i PonleftciRomani de'secoli seguenti, che l'ogiva era di gran sussidio all'e·

levazione Yilligotica de' Tempj Ia quale innalza gli anim! dellefragili creature verso Dio .

Le Storie intanlo dell' Architeltura si scrivono al di d'oggi soprail fondamento, che i Visigoli non ebbero arte d'alcuna sorte, e che

lo •lileogivalenacque neldecimo e nel duodecimo secolo. II danno

maggiore, che deriva da si fatta proposizione, consiste nell'impe

clire, che si faeciano le piu diligenti ricerche in lspagna e nellaGallia Gotica per vedere se puo scoprirsi una qualche reliquiadelle fabbricbe de'Re Atanagildo, Sisebuto, Vamba, Recesvindo,Ervigio,ed Alfonso il Casto, alcune delle quali sussisteano a' giornidel Mariana. La Gallia .Tolosana e Ia Marca l•panica, ossia diBarcellona, dovrebbero esplorarsi altresi per trovarvi una qualcherovina, od almeno un qualche indizio di quell 'industria Golica,della quale i l Muro ed i i Foaao diMompellieri. nell'undecimo sa-colo non furono eertamente i l primo tentativo. Da queste ricercheun nuovo lume apparira nella Storia della Ca\·allcria Spagm·;;,.la,

della lingua e Jetteratura dei Provenzali e della cidlla intera~ u -~ · ..

P IN B.

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FA2883.32o.n. lll'dlltettura gotlc:a; diKor-.o

Fine AIU BBK1151

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