Pasolini fu assassinato per le dichiarazioni sulle Stragi di Stato

Post on 12-Jul-2015

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Su "Scritti Corsari" pubblicati sul Corriere della Sera, Pasolini rivelava la verità sulle stragi di Stato del '69 e del '74, infatti la Commissione parlamentare su Gladio e golpe Borghese, dopo anni, è arrivata alle stesse conclusioni, che in base a indizi occultati e occulti, costarono la vita al poeta.

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Su Scritti Corsari Pasolini rivela la verit sulle stragi di stato e il golpe BorgheseGiovanni Pellegrino, avvocato e senatore della Repubblica, presiede dal 1994 la Commissione Stragi, istituita dal Governo italiano per far luce, o forse pi semplicemente dare un senso, ai pi oscuri ed efferati episodi della recente storia d'Italia, a partire da quel nefasto 12 dicembre 1969, data in cui una bomba esplodendo all'interno della Banca dell'Agricoltura, in piazza Fontana, a Milano, uccise 16 persone innocenti. Il senatore Pellegrino, in un libro intervista, scritto con due giornalisti, Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri (Segreto di Stato, La verit da Gladio al caso Moro, Gli struzzi, Torino, Einaudi, 2000) riordina le carte e traccia una bozza della relazione finale, sfiorando anche il caso dello scrittore di Casarsa. Qualche giorno dopo la morte di Pasolini, Andreotti dichiar in merito: Beh, se l cercata!

Oggi, alla luce delle successive inchieste della magistratura e dei nuovi documenti acquisiti dalla Commissione, si pu dire che, almeno per quanto riguarda piazza Fontana, tutti i tasselli del disegno sono pi o meno al loro posto? Direi di s, ma non solo per piazza Fontana. Tutto il periodo tra il 1969 e il 1974, sul piano di una ragionevole ricostruzione storica, ormai pienamente conosciuto. Tant' vero che oggi siamo in grado addirittura di distinguere tra le varie fasi della strategia della tensione: tra piazza Fontana e il tentativo di golpe Borghese del 1970, da una parte, e le stragi successive (Peteano, la Questura di Milano, Brescia e l'Italicus), dall'altra.

In uno dei suoi Scritti corsari, pubblicato sul Corriere della Sera il 14 novembre 1974, pochi mesi dopo la strage dell'Italicus, Pier Paolo Pasolini afferm di sapere (pur non avendo prove e neppure indizi) che se le stragi del 1969 erano state anticomuniste, quelle del 1974 erano antifasciste. Dal momento che mi pare molto probabile che anche la strage di Brescia sia stata compiuta nel maggio del 1974 da uomini della destra radicale, continuavo a domandarmi che cosa volesse dire Pasolini nel sottolineare la logica antifascista.

Oggi ha trovato, finalmente, questa risposta? S, oggi sono in grado di dare una risposta. Innanzitutto cerchiamo di identificare i diversi obiettivi che avevano i vari protagonisti di quella strategia. L'obiettivo della manovalanza neofascista era quello di provocare allarme, paura, disagio sociale; e quindi di fare in modo che, al dilagare della protesta studentesca e operaia, si reagisse con una risposta d'ordine. Quindi le loro azioni erano funzionali al progetto di un vero e proprio colpo di Stato. A un secondo livello, diciamo degli istigatori, probabilmente si pensava, invece, di affidare alla tensione lo stesso ruolo che aveva avuto il tintinnare delle sciabole del 1964: favorire, cio, uno spostamento in senso conservatore dell'asse politico del Paese. [...] Al terzo livello, quello internazionale, c'erano interessi geopolitici volti a tenere comunque l'Italia in una situazione di tensione, di disordine e di instabilit. Il tentativo in direzione del colpo di Stato o dell'intentona, dur abbastanza poco, sostanzialmente dagli attentati del 1969 al fallito golpe Borghese. A livello politico, sia interno sia, soprattutto, internazionale si cap che l'Italia non era la Grecia, che da noi non era importabile il regime dei colonnelli, perch sarebbe scoppiata la guerra civile: un prezzo troppo alto da pagare. Dunque, da quel momento ha inizio una nuova fase, sia pure ovviamente non lineare: quella dello sganciamento dalla

manovalanza neofascista. Lentamente, gli uomini della destra radicale sono richiamati all'ordine, si comincia a instillare loro l'idea che un piano golpista non pu essere attuato fino in fondo, che necessario fare un passo indietro. E loro reagiscono. Con una serie di attentati in qualche modo di ritorsione che segneranno la loro fine: li lasceranno fare, probabilmente proprio per poterli liquidare.

Era questa dunque l'intuizione di Pasolini? S, secondo me era questa.

Era il 1974, come poteva sapere? Chiss, forse nel mondo degli emarginati romani, che Pasolini frequentava, un mondo a volte ai confini con la destra eversiva, qualcuno poteva aver parlato. Di sicuro, fu assassinato esattamente un anno dopo aver scritto quelle parole, il 2 novembre 1975, tre giorni prima che iniziasse il processo per il golpe Borghese.

Nonostante l'autore materiale dell'omicidio sia stato arrestato e condannato, su quel caso non si mai riusciti a fare piena luce. Lei oggi convinto che uno dei possibili moventi di quell'assassinio possa essere proprio quello che Pasolini sapeva e aveva scritto? Una cosa certa: Pasolini era arrivato quasi in tempo reale laddove la Commissione, oggi, giunta dopo anni e anni di ricerche.