Ovvero: Prooof!!! Ma a cosa serve la storia? Ma perché devo studiare a memoria tutti questi nomi, e...

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Ovvero:

Prooof!!! Ma a cosa serve la storia?

Ma perché devo studiare a memoria tutti questi nomi, e date, e battaglie che tanto non servono a niente???

«Oggetto della storia è, per natura, l'uomo»

Tutti noi possediamo una nostra storia, che potremmo definire individuale...

Esiste poi la storia delle grandi civiltà del passato... A partire dallo studio di questa “grande” storia possiamo capire come e perché siamo arrivati fino ad oggi...

Il termine storia deriva dalla parola greca historìa, e deriva dal linguaggio giuridico:

in origine indicava l'indagine, la ricerca svolta da un tribunale per accertare la verità.

Anche lo storico cerca di indagare il passato al fine di ricostruirlo della maniera più completa....

Fare storia, quindi, non vuol dire solo ricordare i fatti del passato ma, innanzitutto, ricostruirli e comprenderli

Una definizione:

La storia è

«scienza degli uomini nel tempo» (Marc Bloch, Apologia della storia)

«Questa è l'esposizione che fa delle sue ricerche (gr. ἱστορίης > Histories) Erodoto di Turi, affinché gli avvenimenti umani con il tempo non si dissolvano nella dimenticanza e le imprese grandi e meravigliose, compiute tanto dai Greci che dai Barbari, non rimangano senza gloria; tra l'altro egli ricerca la ragione per cui essi vennero in guerra tra loro».

il mestiere dello storico

storia

=

ricerca, indagine

storiografia

=

scrittura della storia

la storia è una scienza il cui obiettivo è

la conoscenza e la comprensione del passato

il passato viene conosciuto e interpretato attraverso le fonti

le informazioni fornite dalle fonti vanno integrate con ipotesi interpretative

le domande dello storico

quando?dove?come?chi?perché?

quando?

la prima informazione che uno storico cerca di ottenere da un documento è la sua

collocazione nel tempo

cronologia = scienza che si occupa della misurazione del tempo

periodizzazione = catalogare insieme di avvenimenti storici secondo un criterio comune

dove?

lo storico deve collocare i fatti studiati nello spazio...

...la geografia, quindi, diventa una disciplina fondamentale per studiare la storia

come?

il modo con cui si sono svolti gli avvenimenti: saper distinguere in un fatto storico i vari aspetti che lo

caratterizzano (= classificare le informazioni)

ambiti fondamentali in cui è possibile raggruppare gli indicatori usati per classificare le informazioni storiche:

economia (produzione e circolazione delle merci) politica (potere, stato, relazione tra stati) società (comunità umane e relazione tra le persone) cultura (prodotti spirituali e credenze degli uomini)

chi?individuare i soggetti, gli attori degli avvenimenti storici

spesso non sono gli individui i soggetti storici, ma gruppi più ampi:

classi sociali (gruppi accomunati dalla condizione economica) ceti sociali (gruppi accomunati dal potere sociale, politico la cui

condizione è ereditaria) categorie professionali (gruppi accomunati dalla attività lavorativa) popoli, nazioni (individui accomunati dalle tradizioni culturali, etnia,

lingua) stati (organizzazioni politiche in cui si organizzano i popoli)

perché?

indicare le cause dell’avvenimento storico, cioè l’insieme dei fenomeni che lo hanno reso possibile perché l’hanno

preceduto e determinato

le cause possono essere di vario tipo: economico sociale politico culturale

le cause possono essere di varia importanza immediate profonde

La diversità delle testimonianze storiche è quasi infinita. Tutto ciò che l'uomo dice o scrive, tutto ciò che costruisce e che tocca,

può e deve fornire informazioni su di lui.

La storia si fa con i documenti scritti, certamente. Quando esistono. Ma la si può fare, la si deve fare senza documenti scritti se non ce ne sono. Con tutto ciò che l'ingegnosità dello storico gli consente di utilizzare […]. Quindi con delle parole. Dei segni. Dei paesaggi e delle tegole. Con le forme del campo e delle erbacce. Con le eclissi di luna e gli attacchi dei cavalli da tiro. Con le perizie su pietre fatte dai chimici. Insomma, con tutto ciò che appartenendo all'uomo, serve all'uomo, esprime l'uomo, dimostra la presenza, l'attività, i gusti e i modi di essere dell'uomo. Forse che tutta una parte, e la più affascinante, del nostro lavoro di storici non consiste proprio nello sforzo continuo di far parlare cose mute, di far dir loro ciò che da sole non dicono sull'uomo, sulle società che le hanno prodotte, e di costruire finalmente quella vasta rete di solidarietà e di aiuto reciproco che supplisce alla mancanza di un documento scritto?

(Lucien Febvre)

fonti storiche

le fonti, dunque, sono gli strumenti fondamentali dello storico perché gli forniscono i dati necessari per ricostruire e spiegare gli

avvenimenti passati

fonti

primarie secondarie

scritte non scritte

iconograficheletterarie

epigrafiche monumentali

orali

materiali

Le fonti - Classificazioni in uso

Criterio: rapporto fra il tempo oggetto della ricerca e il tempo in cui si è prodotta la fonte

Primarie (o Dirette) = prodotte nel tempo oggetto della ricerca, sono esse stesse “fatti storici”

Secondarie (o Indirette) (per alcuni neppure autentiche fonti) = prodotte in tempi successivi a quello oggetto della ricerca, dunque “rappresentazioni di fatti storici”

FONTI

Le fonti - Classificazioni in uso

Criterio: esistenza o meno, all’origine della traccia/fonte, di intenzionalità trasmissiva finalizzata al ricordo

(criterio da impiegare con grande prudenza: vedi Le Goff, Documento/monumento: il documento è sempre un “prodotto”)

Volontarie (“Monumenti”):

originate allo scopo deliberato di orientare la selezione del passato da ricordare per incidere sui meccanismi della memoria collettiva, sul passato da trasmettere alla posterità

Involontarie (“avanzi”):

tutto ciò che del passato è pervenuto allo storico per cause diverse dalla volontà di condizionare l’immagine del periodo da cui proviene

FONTI

Le fonti - Classificazioni in uso

FONTI

MATERIALI (ARCHEOLOGICHE)

ORALI

AUDIOVISIVE

SCRITTE

Criterio: la configurazione materiale e/o il linguaggio in cui è codificata la fonte (assai fervido dal punto di vista delle tipologie di problemi euristici e critici)

ICONOGRAFICHE

Le fonti materiali: esempi

utensili vari, fossili, suppellettili, arredi, tombe, resti di abitazioni, di animali, di piante, strumenti di lavoro, monete, costumi, monumenti, strutture urbane o

rurali, fabbriche, macchinari, oggetti della quotidianità ecc

Campo amplissimo e composito: determinate tipologie, per essere valorizzate, possono richiedere, più di altre, conoscenze e competenze

di discipline diverse dalla storiografia (es. le varie “archeologie”, antropologia culturale ecc.)

Le fonti orali, tracce sui generis

la testimonianza orale, come anche il diario o qualsiasi fonte che si basa sulla memoria individuale per ricostruire gli eventi, pone problemi specifici. E’ evidente che la rappresentazione che offre sarà filtrata dalla capacità di ricordare del soggetto, dal modo in cui questi ricordi si connettono con la sua vita e con le altre sue esperienze, dal tipo di autorappresentazione che vuole dare di sé nel presente, dalle convinzioni che lo animano e dalla sua idea del mondo. Si tratta quindi di una fonte da maneggiare con estrema cautela e che va verificata intrecciandola con altre

Fonti potenti da quando non è più necessaria la mediazione della trascrizione

ma

Es. notizie tramandate di generazione in generazione, tradizioni, testimonianze di protagonisti, trasmissioni radiofoniche, ecc

Le fonti iconografiche/iconologiche (“vecchi media”)

Comprendono le rappresentazioni iconiche più tradizionali, quali affreschi, icone, quadri, codici miniati, disegni, ex voto, graffiti, vignette satiriche ecc. e la cartografia (mappe, portolani, planisferi, piante ecc.)

fonti storiche

per utilizzare efficacemente le fonti storiche è necessario:

datarle individuarne la tipologia individuarne l’autore individuarne gli scopi dedurne informazioni utili a comprendere il periodo storico

le fonti solo in minima parte costituiscono un elemento “oggettivo” in quanto sono spesso:

frammenti intenzionali frammenti casuali lacunose non sono una fotografia della realtà ma una sua

rappresentazione possono essere false

il corretto rapporto con le fonti costituisce il cuore del lavoro delle storico