notes 1 archiroom

Post on 23-Mar-2016

224 views 4 download

description

retail project

Transcript of notes 1 archiroom

archiroomvenezia-italia

Venezia maggio 2011

Archiroom nasce nel 2003 come laboratorio creativo sul retail e sull’exhibition design. I fondatori sono tre architetti e designer, Dario Scodeller, Gabriele Tumiati e Giorgia Voltan, il cui backgroud è un concentrato di esperienze ideative nelle due più importanti aziende italiane della distribuzione: la Coin spa e Benetton Group, come ricercatori di nuove formule commerciali e progettisti di design concept, allestimenti, showroom e architetture.Il materiale presentato in queste pagine è una sintesi provvisoria delle più recenti esperienze di progetto per il retail. Sono raccolte non in ordine cronologico, ma come appunti per raccontare un metodo di lavoro. Questo metodo è spiegato attraverso un dialogo fantastico tra archiroom e un misterioso cliente, Mister R, che ci ha invitato, con le sue domande essenziali e dirette, a chiarire ed illustrare il nostro design process.

background: gruppo coin

Dal 1990 al 2000 Coin ha sperimentato in forme originali il concetto di shop in shop, come formula integrata di stili di prodotto, reinterpretando in modo innovativo il concetto di specializzazione. A questo scopo ha chiamato a collaborare al proprio interno un team di progettisti, formandoli attraverso viaggi e consulenze internazionali nell’area del retail design. Siamo stati tra i primi a partecipare a questo gruppo di ricerca e progetto. Questa esperienza ha rappresentato per noi architetti, laureati alla università di architettura di Venezia (IUAV), l’occasione per sperimentare nuovi concetti espositivi e di comunicazione in articolati spazi multi-merceologi (casa, accessori, profumeria, abbigliamento uomo, donna, bambino) e per confrontarci con i linguaggi della moda,con le strategie del marketing della distribuzione e con progetti di architettura e di restauro di spazi commerciali integrati di notevole dimensione e complessità.

background: benetton group

A partire dal 1996 il Gruppo Benetton, per la prima volta nella sua storia, ha organizzato al proprio interno uno studio autonomo per la progettazione dei negozi, sotto il coordinamento di Mauro Benetton.Oltre al progetto dei nuovi concept store, come Colors e Sisley e all’art direction dei negozi UCB, l’azienda stava spostando la sua strategia commerciale dal negozioin franchising alla formula del Megastore.In quegli anni il nostro gruppo era parte del team che ha realizzato oltre 200 punti vendita di dimensioni fino a 3000 mq in tutto il mondo, curando tutte le fasi: dalla ristrutturazione architettonica al visual merchandising, di spazi commerciali presenti nelle più importanti capitali mondiali.è stata per noi un’esperienza unicae fondamentale per la comprensione di un metodo di lavoro di così vasta scala.

mappaturaper immagini

Archiroom/ Mister R, ha visto i nostri progetti?Mister R/ Certo, mi piace che non avete uno stile preciso.A/ Non abbiamo uno stile, ma un metodo.MR/ E come funziona questo metodo?A/ Il primo passo è fare una mappa. MR/ Una mappa per fare cosa?A/ Per orientarsi. Il progetto deve prendere una direzione.MR/ E che tipo di mappa sarebbe?A/ Una mappa per immagini. Di oggetti, spazi, materie, forme, situazioni, ambienti, luci, per esplorare le varie strade.MR/ Ho capito, ma così non perdiamo troppo tempo?A/ Dobbiamo capire dove andare, mister R.MR/ Allora portatemi questa mappa, ci vediamo fra una settimana.

marlboro classicsCommittente: Marzotto spaAnno: 2008Progetto: Concept store

Il progetto Marlboro nasce con l’obiettivo di riposizionare lo storico marchio di abbigliamentoda un concetto di riferimmento allo stile country ad una nuova immagine: urban nature’s. La mappatura scopre life-style che integrano la natura nella dimesione urbana (orti urbani, giardini pensilisu linee metro dismesse). Gli scenari che proponiamo sono già il concept. Aggregare materiali naturali e riciclati, in uno spazio libero da formalità. Una anamorfosi materica.

stroili groupCommittente: Stroili Group

Anno: 2004-2008Concept Stroili Oro galleria

Anno 2005-2006Corporate identity del gruppoProgetto grafico: Sebastiano Girardi

Anno 2006 Concept Negozi EXX

Anno 2007Concept Stroili Oro box

Anno 2008 Concept NegoziStroili Oro centro storico

StroiliOroGroup

Identificare l’immaginedi un glamour sofisticato, ma accessibile. Questo è l’obiettivo con cui tra il 2005 ed il 2008 archiroom ha realizzato per Stroili Oro diversi progetti di concept e comunicazione visiva, seguendo la strategia di sviluppo del più importante gruppo italiano di retail nel segmento gioielleria. Format differenti, con cui stati realizzati oltre 100 punti vendita in Italia, sono stati ideati per i negozi presenti nelle gallerie dei centri commerciali, per i negozi Stroili Oro nei centri storici, per i marchi Stroili Oro ed EXX.

feltrinelli hubCommittente: FeltrinelliAnno: 2008Progetto: Concept storee brand identity

In collaborazione con:Studio Camuffo, Venezia Roberto Bandieraprogetto grafico;Studio Brunori Associati, Bresciaengineering;Giorgio Davanzomarketing consultant

PIANTA PIANO TERRA H330

cassacartoleria

relaxpromozioni

articoli da regalo e e per casa

libri/cd/video

Brunori e associati

Hub è il progetto per un concorso ad inviti organizzato da Feltrinelli per l’ideazione di una nuova formula di retail di libri, articoli da regalo, accessori, oggetti. La scena principale è uno warm-box fatto di pavimento e soffitto in legno, toni caldi che contrastano con quelli neutri delle pareti espositive. Il progetto riguarda marchio insegna, merchandising, concept store.

Brunori e associati

immagini chiavee identità visiva

Una settimana dopoMister R/ Allora, questa mappa?Archiroom/ Eccola, mister R. MR/ Spiegatemi...A/ Ecco, ci sono immagini che sostengono idee. Sono immagini chiave che aprono nuove vedute. Questo gruppo di immagini indica una direzione, una tendenza, queste altre immagini ne indicano un’altra. Adesso siamo più sicuri che le direzioni in cui può andareil nostro progetto sono queste.MR/ E queste altre?A/ Portano da altre parti: non ci interessano.Possono sostenere altre idee, ma non quelle di cui stiamo parlando.MR/ Queste mi piacciono, queste no.A/ Non è solo una questione di gusto personale. Bisogna fidarsi delle proprie sensazioni, ma per fare un progetto dobbiamo chiederci soprattutto cosa è giusto e cosa no rispetto a quello che vogliamo dire.

scenee scenari

A/ In questo modo abbiamo creato degli

scenari, delle simulazioni. Servono a

chiarire qual è la domanda giusta.

Un buon progetto è la risposta coerente

ad una giusta domanda.

MR/ Sono anche degli stimoli. A questa

combinazione, per esempio, non avevo

pensato. Comunque fatemi ragionare coi

miei collaboratori su questi scenari.

Ci vediamo tra una settimana.

Due settimane dopo...

MR/ Dunque abbiamo discusso, ragionato

e alla fine ho deciso io. Andiamo in questa

direzione: questa è la scena che mi piace.

Mi sento un po’ impresario teatrale.

Adesso qual’è il secondo passo?

Mi portate questo progetto?

A/ Il prossimo passo è un concept.

MR/ Un concept?

A/ è un po’ meno di un progetto

e un po’ di più di un progetto.

MR/ Volete scherzare? E quanto ci vuole?

joyèCommittente: Gruppo Morellato Anno: 2009Progetto: Concept, pilot e start-up di 3 punti venditaProgetto grafico: Sebastiano Girardi, Venezia

Sviluppato per il gruppo Morellato, Joyè è un concept per un negozio di orologi e gioielli. Vetro e rosso su parete blu notte e portale in pietra del cardoso.

pamCommittente: Gruppo PamAnno: 2005Progetto: Concept aree vendita

In collaborazione con: Massimo Varetto, Padova

Il progetto, sviluppato su incarico di Supermercati Pam, ha preso in esame tutti gli aspetti del format superstore con un concetto di supermarket in controtendenza rispetto alla tendenza “fashion”, proponendo un’immagine autenticamente pop, derivata dalla tradizione dei mercati rionali e di piazza.

\

nature’sCommittente: Biosline spaAnno: 2009Progetto: Design espositore

025

050

075

100

125

150

175

200

Il progetto per Nature’s è un espositore di prodotti per la cosmetica naturale che nasce dall’idea di una foglia come generatore di una forma espositiva. L’involucro verde è verniciato a gomma liquida, l’ossatura bianca sporge per evidenziare il prodotto anche di scorcio.

designconcept

Mister R/ Ah, mi sono preparato...: “In progettazione, il concept è una proposta necessaria a definire gli elementi fondamentali di un progetto … All’interno di un concept il progettista espone le linee guida che accompagneranno la fase esecutiva… All’interno di un percorso progettuale possono esserci più proposte concettuali (concept) che nel succedersi testimoniano i punti che il progettista ha seguito per arrivare alla fine del suo elaborato.”Archiroom/ E infatti eccoci con le nostre idee. Il concept ci permette di mettele in ordine. Molti pensano che i designer siano come i pittori, che seguano l’ispirazione.

MR/ Perchè, non siete dei creativi?A/ Certo, ma anche la creatività ha bisogno di seguire un percorso ordinato. Fissare i concetti fondamentali significa mettere le idee creative in ordine.

Così il concept definisce le linee guida del progetto, la direzione da tenere, le cose che si deve assolutamente riuscire a dire, gli elementi a cui non si può rinunciare, altrimenti si perde il sapore della cosa.MR/ Gli ingredienti…A/ La ricetta: dosi, procedimento, cottura…

the hip siteCommittente: Benetton GroupAnno: 2002Progetto: Concept, pilot e start-up di 5 punti venditaProgetto grafico: Massimo Vignelli, New York

Il progetto nasce dalla volontà di Benetton Group di inventare un nuovo marchio per il segmento giovane, con esplicito riferimento alle tendenze dello street style. Il marchio è disegnato da Massimo Vignelli. Il concept parte dalle suggestioni street metropolitane: un nastro avvolgente e psichedelico di lamiera forata al laser su disegno, su cui impaginare con ordine i prodotti della collezione.

rom

bret

to

rom

bret

to

rom

bret

to

rom

bret

to

estertestertesterteste

ombretto in crema

ombretto in crema

ombretto in crema

ombretto in crema

estereeeeeeee testerer sterstete teste

campagnoloCommittente: Campagnolo srlAnno: 2006Progetto: Concept shop in shop

Il progetto sviluppato per Campagnolo nasce dall’idea di utilizzare il tubo della bicicletta come componente base. Un tubo curvato continuo per esporre il prodotto di abbigliamento sportivo-tecnico del celebre marchio. Tubo curvato e fibra di carbonio per esaltare il contenuto tecnico e di ricerca.

colorsdesignerCommittente: Benetton GroupAnno: 2007Progetto: Concept concorso colorsdesigner

Cina+India. Per questo concorso indetto dal politecnico di Milano e Benetton Group per un’immagine evolutiva di un punto vendita abbiamo evitato, per una volta, di fare i retail designer e abbiamo proposto una nuova formula. Abbiamo pensato uno spazio progettato per diventare un luogo dove il prodotto basico e spesso anonimo può venire trasformato e personalizzato con interventi artigianali. Il negozio del futuro come spazio di post-produzione artigianale di una produzioneì industriale.

spazie atmosfere

Mister R/ Ma alla fine… questo design me lo mostrate?Archiroom/ Il nostro è un design particolare. A metà strada tra l’architettura e la comunicazione.Il fatto di essere architetti ci da un vantaggio. Possiamo usare un medium che pochi sanno utilizzare bene.MR/ E che medium sarebbe?A/ Lo spazio. Nell’exhibit design, negli allestimenti, nelle esposizioni, nelle mostre come nel retail, lo spazio è un mezzo per comunicare. Come diceva un grande architetto e designer italiano, Franco Albini, nelle esposizioni il compito del progetto è introdurre il visitatore “in un ambiente di atmosfera particolare, che lo aiuti a concentrare l’attenzione sulle opere esposte e ne acutizzi la sensibilità. .... Occorre che l’invenzione espositiva attiri nel suo gioco il visitatore; … che susciti attorno alle opere l’atmosfera più adatta a valorizzarle, senza tuttavia mai sopraffarle. L’architettura deve farsi mediatrice tra il pubblico e le opere esposte.”

Siamo designer di spazi-atmosfera: usiamo gli strumenti dell’architettura, della comunicazione visiva, della scenografia, per comunicare l’arte, i prodotti, le idee, le iniziative.MR/ Ho capito che siete un po’ scenografi, un po’ architetti e un po’ designer... Ma questo progetto, me lo portate?

o’dettCommittente: O’dett srlAnno: 2002Progetto: Concept, brand identity, pilot e start-up di 5 punti venditaProgetto grafico: Sebastiano Girardi, Venezia

Il tema O’dett: un nuovo marchio di abbigliamento donna con posizionamento stilistico everyday fashion. Abbiamo inventato un nome che richiamasse gli anni ’30. Abbiamo crato un’identità visiva moderna e un concept store con una griglia in ferro crudo che accogliesse al suo interno pezzi di arredamento di ogni tipo, come reperti vintage.

bluespiritCommittente: Bluespirit srlAnno: 2008-2009Progetto: Concept, pilot e start-up di 10 punti vendita

Il progetto per il marchio Bluespirit nasce dalla volontà di Gruppo Morellato di riposizionamento dello storico marchio di gioielleria. L’idea è di proporre una nuova immagine dei punti vendita che mantenesse però i due elementi identificativi: il colore blu e la pietra. Il nostro progetto è fatto di trasparenze e riflessi e si basa su quattro materiali: vetro blu colorato in pasta, lamiera blu galvanica lucida, legno di olmo, pietra a spacco. Il resto è luce.

tigotàCommittente: Gottardo SpaAnno: 2010Progetto: Concept, brand identity, pilot e start-up di 5 punti venditaMarketing consultant:Rosana Fabbiani, TrevisoProgetto grafico: Sebastiano Girardi, VeneziaProgetto still life: Massimo Varetto, Padova

Tigotà maxi è il progetto per uno specialty store di prodotti per la pulizia della casa e della persona, con format di grandi dimensioni dagli 800 ai 1000 mq. Abbiamo inventato un codice grafico-figurativo che permettesse ai clienti di orientarsi nella sequenza delle categorie di prodotto e cambiato il modo di percorrere il negozio, disegnando delle stanze che rallentano il flusso per rendere più piacevole lo spazio. Sulle testate delle pareti Massimo Varetto ha ideato dei poetici still life.

combipelCommittente: Conbipel SpaAnno: 2002Progetto: Concept e progetto pilota In collaborazione con: Studio Oximoro, Udine

strumentidi identità visiva

Archiroom/ Nei nostri progetti usiamo vari stumenti: spazio, luce, materia, messa in scena, colore, textures, immagini statiche e cinetiche.Il nostro compito è inventare luoghi in cui persone, opere, oggetti, prodotti, interagiscono visivamente e stabiliscono tra loro relazioni. Creiamo dei set in cui far avvenire questo incontro. Uno spazio espositivo è un luogo che ospita, che accoglie: la personalità dell’istituzione, il carattere del progetto culturale o del marchio che sia, dev’essere chiara e riconoscibile. L’identità visiva dev’essere forte.Mister R/ Quindi deduco che non si può rimanere neutri, neutrali, medi...A/ Funziona meglio se si prende una posizione chiara.MR/ Parlate sempre di chiarezza, ma come si fa a comunicare chiaramente quando si hanno tante cose da far vedere?A/ Per comunicare con chiarezza dei contenuti è utile raggruppare per temi l’insieme delle cose che si vogliono mostrare. MR/ E questo è un lavoro da designer?A/ Anche lo scrittore non scrive e basta, ma divide un libro in capitoli e i capitoli in paragrafi: serve a facilitare la lettura. Capitoli, episodi, scene, dividono il racconto per renderlo più

comprensibile. Lo stesso vale per i progetti espositivi. Un museo, un negozio, una mostra o un supermercato, sono fatti da una sequenza di stanze, di episodi. Se lo spazio è molto grande occorre dividerlo, creare un insieme di spazi più piccoli. Se lo spazio è fatto da una sequenza di stanze bisogna fare in modo che il visitatore non perda il filo del discorso tra una stanza e l’altra, ma che allo stesso tempo trovi stimoli diversi, che possono essere le stesse cose mostrate in modo differente. Decidere cosa mettere prima e cosa mettere dopo vuol dire trovare un senso all’insieme...MR/ Ma questo dividere e raggruppare non sarebbe compito del curatore, o di quelli che nel retail si occupano di collezioni e di prodotto. A/ E’ un lavoro di team, la parte, diciamo, più scientifica del progetto, quella in cui si mette in ordine. In questo disegno c’è tutto quello che vogliamo esporre e la sequenza in cui il visitatore incontrerà gli oggetti. Che siano quadri o vasi, camicie e cravatte, statue e bassorilievi, rossetti e profumi, pergamene e libri antichi, il problema non cambia. Quello che cambia è il modo in cui si presentano gli oggetti.

comunicazionevisiva

Archiroom/ Creato lo spazio-ambiente, l’atmosfera che questo spazio vuole comunicare, i messaggi che vuole trasmettere, bisogna lavorare sugli oggetti e sui supporti per porgerli, per presentarli. Gli oggetti vanno studiati, va ricercato il modo giusto di esporli, il rapporto tra la loro figura e lo sfondo e il contesto che li circonda e gli altri oggetti che stanno loro accanto e qual è il significato complessivo di questo lavoro espositivo.Mister R/ Insomma per fare un buon progetto voi dovete conoscere gli oggetti da esporre. Bisogna partire dall’oggetto, dal prodotto.A/ Non si tratta di essere originali ad ogni costo, ma di creare una tensione tra l’oggetto e ciò che lo circonda. A volte il mondo dell’arte è più disponibile di quello del retail a sperimentare. L’importante è che il procedimento espositivo sia coerente con l’opera, in accordo,mai in competizione. MR/ E cos’è questo lavoro che dite di fare attorno all’oggetto?

visiva

A/ Gli oggetti, le opere, i prodotti non possono essere lasciati soli, bisogna saper costruire attorno a loro delle storie, dei commenti, degli approfondimenti, delle divagazioni, usando supporti grafici, video, installazioni. Gli oggetti vanno spiegati e raccontati.Un progetto ben fatto deve tenere insieme tutte queste cose: uno spazio-ambiente stimolante, comprensibile, percorribile, un’esposizione chiara degli oggetti o delle opere, una spiegazione e una comunicazione visiva che racconti delle storie attorno all’oggetto,

che ne ampli le prospettive.

niñasbienCommittente: Vietato vietar srlAnno: 2008Progetto: Concept, pilot e start-up 4 punti vendita

è una formula che ci piace chiamare: Basic simple-put. Vende accessori basic ed è ideata da un imprenditore catalano. Abbiamo pensato ad una striscia bianca che avvolge le pareti come strumento per creare un ordine epositivo ad una merceologia di natura disordinata.L’idea di utilizzare i led serve ad usare un linguaggio giovanile.

limoniCommittente: Limoni profumerieAnno: 2008-2011progetto: Concept, pilot e start-up 10 punti vendita

Limoni, ci chiede un concept per il riposizionamento dell’immagine della più importante catena di profumeria italiana. Il progetto coniuga comfort e fashion. La profumeria è un luogo di benessere che dialoga col mondo della moda: una vasca in legno scuro che vira al blu, pareti colorate laccate poliestere, vele e soffitti grigio scuro, un sistema di illuminazione studiato nel dettaglio per questo concept.

coinCommittente: Gruppo CoinAnno: 2003Progetto: Concept, e progetto pilota

Il compito è quello di riprogettare tutti i category shop della Formula Coin per gli shopping center.L’atteggiamento è quello di un progetto di set-design.La base è una pedana in legno su cui appoggiare, agganciare, creare e allestire scene differenti: mondi e aggregazioni di prodotti, cross-selling, directory di best sellers, per un’idea di allestimento come dispositivo di retail.

istintoCommittente: Istinto srlAnno: 2004Progetto: Concept, progetto pilota a Rimini e start up 3 punti venditaProgetto grafico: Sebastiano Girardi, Venezia

TINTO

E’ possibile inventare una formula per il vino ispirandosi alle profumerie? Istinto è il progetto per un negozio di vino e prodotti selezionati da abbinare ma anche un winebar. Per questa nuova formula abbiamo inventato il nome, il logotipo, l’identità visiva del marchio, i gadget, e disegnato l’ambiente. Una gabbia in lame di ferro laccato bianco e ripiani continui in legno di teak su cui inserire bottiglie e cibo allestito in varie forme.

BB Basic Beauty B Basic Beauty Make-up

Committente: Limoni spaAnno: 2010Progetto: Concept e progetto pilotaProgetto grafico: Sebastiano Girardi, Venezia

B Basic Beauty e B Basic Beauty Make-up sono un “supermercato” della bellezza accessibile e democratico, questa la richiesta di Carlo Gianuzzi, ideatore della formula. Il progetto è una scatola in legno chiaro e bianco lucido, pavimento grigio, con al centro la zona per il trucco private label. Un progetto con un lay-out a visibilità totale, user friendly, con una ricerca delle categorie di prodotto guidata da un sistema di comunicazione ispirato a quello della metropolitana di New York.

Mak

e up

Una formula dedicata al trucco giovane. Una scatola avvolgente con luce cinetica vassoi dalle linee morbide, in cui sono stati studiati sistemi di comunicazione innovativi come gli specchi con led incorporato.

castoramaCommittente: CastoramaAnno: 2005

In collaborazione con Marketing&Trade, Milano

è il progetto per un concorso di idee in cui abbiamo proposto una nuova organizzazione espositiva di tutta la vasta e complessa macchina di vendita dell’ipermercato.

formulee format

Mister R/ Comunque, mi raccomando, dev’essere un progetto di serie. Tutto quello che disegnate dev’essere replicabile, industrializzabile, riproducibile, e i costi, mi raccomando i costi...Archiroom/ In effetti lo spieghiamo sempre troppo poco che quello che facciamo, alla fine, ha anche una forte componente di design. La replicabilità, la durata, la riusabilità, sono tutte cose di cui è necessario tenere conto. MR/ Oggi tutti parlano di innovazione, ma cosa vuol dire fare innovazione nel settore del retail o del consumo culturale?A/ Fondamentalmente inventare nuove formule. C’è bisogno di nuove formule commerciali e di nuove formule culturali. MR/ Ma si può definire il concetto di formula? Per gli inglesi è “A set form of words in which something is defined, stated, or declared”A/ è così. Formula è forma. Una particolare forma in cui le cose stanno assieme. Quello che nell’innovazione del prodotto è il ruolo dei nuovi materiali, delle tecnologie e delle nuove forme di fruizione degli oggetti, nell’exhibition design e nel retail è la formula. Noi diamo forma alle formule.

e format

Se le formule sono nuove, anche i progetti sono innovativi.

MR/ è così difficile inventare nuove formule?A/ Museo e mostra temporanea è una formula, mostre temporanee, laboratori e conferenze è un’altra formula di spazio culturale. Libri e musica è una formula. Libri e vino è un’altra formula. Ma cioccolata e profumi è una formula che non esiste, cibo biologico e arte contemporanea è un’altra formula che non esiste.MR/ Funzionerebbe?A/ Possiamo discuterne.

marina yacthingCommittente: Industries GroupAnno: 2010Progetto: Concept shop in shop, e sviluppo a rete

Milano La Rinascente / Coin

Padova

Catania

Baku HangZhou

Il progetto di adattamento per il marchio Marina Yachting del nuovo concept, disegnato dall’ architetto francese Jilles & Boisseir, consiste nel declinarlo a tutte le esigenze degli shop in shop corner e dei negozi franchiseeing. Il progetto prevede anche lo studio del fixturing system e lo sviluppo a rete dei negozi in tutta Italia e all’estero.

oakwood

henry cotton’sCommittente: Industries GroupAnno: 2010-2011Progetto: Concept shop in shope sviluppo a rete

Milano La Rinascente / Coin

Salerno

Rutigliano

Conversano

Teramo

Avellino

Bundang

Cheonho

Kintex

Chengyangri

Il san

Tessaloniki

Parigi La Fayette

Lyon

Bordeaux

Il progetto di adattamento per il marchio Henry Cotton’s del nuovo concept flagship, disegnato dall’ inglese Anouska Hempel, consiste nel declinarlo a tutte le esigenze degli shop in shop corner e dei negozi franchiseeing. Il progetto prevede anche lo lo studio del fixturing system e lo sviluppo a rete dei negozi in tutta Italia e all’estero.,

united colors of benettonCommittente: Benetton GroupProgetto: Concept, pilot e startupAnno: 2006

Il gruppo Benetton ci ha comissionato l’incarico di ideare la nuova immagine per i negozi UCB. L’obiettivo era di caratterizzare i mondi merceologici mantenendo flessibilità e uniformità delle atrezzature espositive a costi contenuti. Il risultato è stato la riduzione delle tipologie delle atrezzature e la personalizzazione utilizzando materiali e composizioni diverse dei moduli base.Il concpet consentiva l’adattabilità a tutti i punti vendita presenti nel mondo, di dimensioni variabili da 150 a 3000 mq.

reparto accessori

reparto accessori

exxCommittente: Stroili GroupAnno: 2006Progetto: Concept, pilot e start-up 10 punti vendita

Il progetto per Exx, marchio di gioielleria e bigiotteria per il segmento giovane di Stroili Group, è nato dall’idea di proporre angoli arrotondati inspirati al modo dell’ipod.Inoltre la scelta di utlizzare colori giovani come il bianco e l’arancio ci ha permesso di creare uno spazio friendly.

referenze

Benetton GroupBioslineB-Basic BeautyBluespiritCampagnoloCastoramaCombipelFeltrinelliGottardo GroupGruppo CoinGruppo PamHenry Cotton’sIndustriesIstintoLimoni GroupMarina YachtingMarlboroMorellatoNinas BienO’detteStroili Group

archiroom architetti associati

Dario ScodellerGabriele TumiatiGiorgia Voltan

Calle del Sale 27a30170 Mestre Venezia Italia+39 041 972261+39 041 3180650info@archiroom.it

www.archiroom.it

Credits

Testi: Dario Scodeller

Progetto grafico: Sebastiano Girardi

Impaginazione : Claudia Cantarin

Photo: Archiroom