Nel tardo autunno del 1980, commissario di polizia in frontiera italo- francese, mi trovavo a...

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Nel tardo autunno del

1980,

commissario di polizia in

frontiera italo-francese,

mi trovavo a percorrere la

ferrovia Torino-Cuneo,

a bordo di un elettrotreno che ebbe a fermarsi in

aperta campagna a causa di una

evidente caduta della

tensione elettrica.

Le luci del convoglio si spensero e,

con movimento circolare di una mano,

disappannai il vetro del

finestrino .

Al centro del casuale cerchio,

si andava a collocare un

casolare coperto dalla prima

neve.

La luce del cielo, violacea e fioca,

come si addice ai pomeriggi novembrini dell’oltrepo’,

spegneva i contorni della essenziale architettura della casa e delle cose

di campagna.

Sembrava che tutti i colori si riducessero ad una ristretta gamma;

come dire che ogni colore diveniva piatto e si manifestava in uno o due

sottotoni al massimo.

E così avveniva per il bianco della neve.

Uno netto ed uno grigiognolo tendente al viola, appunto.

Fino a quel giorno avevo

sempre dipinto i cieli tersi della

mia Puglia,

ed il mare e le barche dai

colori un po’ greci, vividi e

pastellati.

Tornato nell’alloggio di servizio, la bella villetta

di Limone Piemonte, ad un passo dal Col di Tenda,

presi irrefrenabilme

nte a spandere su

pregiato cartoncino

della tempera a larghe

pennellate piatte,

come la neve colta dal treno.

E poi aggiunsi case e pioppi secchi e sassi.

Mi andavo innamorando di quella terra e della sua malinconia serotina alle porte

dell’inverno.

Da allora ho approfondito lo studio della

neve e, in seguito, per Mondadori,

realizzai intere collane

serigrafiche dedicate al

tema, diffuse con fortuna in

Italia e all’estero.

Spesso torno a dipingere essenziali paesaggi bianchi,

soprattutto quando la

memoria mi riporta a

quei luoghi e a

quell’età.

La neve mi comunica serenità,

intimità,

e piacevole malinconia.

La neve mi fa riflettere,

mi ricorda la casa e la famiglia,

più avvertite come

necessarie quando

famiglia non ne avevo o

era lontana o era a me lontana anche

quando vi ero in essa,

o quando la casa non era

mia.

La neve è una sensazione,

un dolce torpore del cuore;

la neve è il racconto di

una stagione della mia vita,

un corridoio percorso a brevi passi

ottusi,

una porta che si è chiusa

alle mie spalle.