- Gestione Governativa Ferrovia Circumetnea - Prot. 12342 ...
Nel tardo autunno del 1980, commissario di polizia in frontiera italo- francese, mi trovavo a...
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Nel tardo autunno del
1980,
commissario di polizia in
frontiera italo-francese,
mi trovavo a percorrere la
ferrovia Torino-Cuneo,
a bordo di un elettrotreno che ebbe a fermarsi in
aperta campagna a causa di una
evidente caduta della
tensione elettrica.
Le luci del convoglio si spensero e,
con movimento circolare di una mano,
disappannai il vetro del
finestrino .
Al centro del casuale cerchio,
si andava a collocare un
casolare coperto dalla prima
neve.
La luce del cielo, violacea e fioca,
come si addice ai pomeriggi novembrini dell’oltrepo’,
spegneva i contorni della essenziale architettura della casa e delle cose
di campagna.
Sembrava che tutti i colori si riducessero ad una ristretta gamma;
come dire che ogni colore diveniva piatto e si manifestava in uno o due
sottotoni al massimo.
E così avveniva per il bianco della neve.
Uno netto ed uno grigiognolo tendente al viola, appunto.
Fino a quel giorno avevo
sempre dipinto i cieli tersi della
mia Puglia,
ed il mare e le barche dai
colori un po’ greci, vividi e
pastellati.
Tornato nell’alloggio di servizio, la bella villetta
di Limone Piemonte, ad un passo dal Col di Tenda,
presi irrefrenabilme
nte a spandere su
pregiato cartoncino
della tempera a larghe
pennellate piatte,
come la neve colta dal treno.
E poi aggiunsi case e pioppi secchi e sassi.
Mi andavo innamorando di quella terra e della sua malinconia serotina alle porte
dell’inverno.
Da allora ho approfondito lo studio della
neve e, in seguito, per Mondadori,
realizzai intere collane
serigrafiche dedicate al
tema, diffuse con fortuna in
Italia e all’estero.
Spesso torno a dipingere essenziali paesaggi bianchi,
soprattutto quando la
memoria mi riporta a
quei luoghi e a
quell’età.
La neve mi comunica serenità,
intimità,
e piacevole malinconia.
La neve mi fa riflettere,
mi ricorda la casa e la famiglia,
più avvertite come
necessarie quando
famiglia non ne avevo o
era lontana o era a me lontana anche
quando vi ero in essa,
o quando la casa non era
mia.
La neve è una sensazione,
un dolce torpore del cuore;
la neve è il racconto di
una stagione della mia vita,
un corridoio percorso a brevi passi
ottusi,
una porta che si è chiusa
alle mie spalle.