Lezioni Settimana 2

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Lezione 4Teoria atomica

Prof. Simona ConcilioProf. Simona Concilio

Università di SalernoUniversità di Salerno

Lezione 4

1. Teoria atomica

2. Esperimenti di Thompson e Millikan

3. Modello di Thompson, Rutheford

4. Effetto fotoelettrico

5. Quantizzazione dell’energia

6. Modello di Bohr

7. Il dualismo onda-particella.

8. Il principio di indeterminazione di Heisenberg.

9. Il modello quantomeccanico dell’atomo

La struttura dell’atomo

10-10 m

10-14 m

Proprietà delle tre particelle subatomiche fondamentali

Carica Massa

Nome (simbolo)

relativa assoluta(C)

relativa(uma)*

Assoluta(g)

Posizione nell’atomo

Protone (p+) 1+ + 1.602 x 10-19 1.00727 1.67262 x 10-24 nucleo

Neutrone (n0)

0 0 1.00866 1.67493 x 10-24 nucleo

Elettrone (e-) 1- -1.602 x 10-19 0.00054858 9.10939 x 10-28 all’esterno del nucleo

l’unità di massa atomica (simbolo: uma) è uguale a

1.660540 x 10-24 g.

Primi esperimenti - Thomson

Thomson (1898-1903) determino’ il rapporto carica/massa dell’elettrone studiando le scariche elettriche in tubi di vetro in cui era stato fatto un moderato vuoto.

Tubo catodico

Primi esperimenti - Millikan

Millikan (1909) ha determinato la carica di un elettrone e indirettamente la sua massa: 9.11*10-31Kg

Esperimento di Millikan

Primi esperimenti - Rutheford

Produzione di particelle alfa Esperimento di Rutheford

Modello di Rutheford

Rutheford (1911) realizzo’ un esperimento che spazzò via il modello atomico di Thomson. La maggior parte dello spazio di un atomo e’ vuoto!

Struttura dell’atomo – riassunto dei primi esperimenti

Millikan (1909) determinò la carica di un elettrone (1.602 • 10-19 C) e indirettamente la sua massa (9.11 • 10-31 Kg)

Thomson (1898-1903) determino’ il rapporto carica/massa dell’elettrone studiando le scariche elettriche in tubi di vetro in cui era stato fatto un moderato vuoto.

Rutheford (1911) realizzò un esperimento che spazzò via il modello atomico di Thomson. La maggior parte dello spazio di un atomo è vuoto!

Rutheford calcolò la carica nucleare con notevole accuratezza, ma non riuscì a spiegare tutta la massa dell’atomo.

Radiazione Elettromagnetica

La radiazione elettromagnetica è un campo elettrico oscillante con le caratteristiche di un’onda.

La lunghezza d’onda è la distanza tra due creste dell’onda.

La frequenza della radiazione è il numero di cicli dell’onda per secondo.

L’ampiezza A è l’altezza dell’onda.

Nel vuoto la radiazione elettromagnetica si propaga alla velocità della luce (c = 2.998 × 108 m/s), qualunque siano i suoi valori di lunghezza d’onda e frequenza .

× = c poiché m × 1/s = m/s

Perciò una radiazione con frequenza alta ha una lunghezza d’onda piccola e viceversa.

Onde elettromagnetiche

Lo spettro elettromagnetico

Raggi Raggi X

Luce ultravioletta

Luce visibile

Luce infrarossa

Microonde

Onde radio

Violetto

Blu

Verde

Giallo

Arancio

Rosso

La radiazione elettromagnetica ha un intervallo di lunghezze d’onda. L’intero intervallo viene definito come spettro elettromagnetico

Corte lunghezze d’onda e alte frequenze:

Elevate lunghezze d’onda e basse frequenze

Regioni dello spettro elettromagnetico

Spettri di righe atomici

Gli oggetti solidi emettono radiazioni elettromagnetiche in un intervallo di lunghezze d’onda, producendo uno spettro continuo di luce emessa.

Gli atomi in fase gassosa emettono radiazioni elettromagnetiche a solo poche specifiche lunghezze d’onda, producendo uno spettro di righe di luce emessa.

Ciascun elemento in fase gassosa emette luce a particolari lunghezze d’onda producendo uno spettro di linee caratteristico.

Spettro di assorbimento dell’idrogeno atomico

Primi esperimenti - Bohr

Spettro di assorbimento dell’idrogeno

Equazione di Planck

L’energia della luce è in piccoli pacchetti chiamati fotoni. L’equazione di Planck correla l’energia di un fotone alla frequenza della luce

Equanto = h × radiazione

h = costante di Planck = 6.626 10-34 J.sIn termini di lunghezza d’onda

Equanto = hc/ Perciò onde di maggiore lunghezza d’onda hanno maggiore energia.

Gli oggetti emettono continuamente radiazioni elettromagnetiche in un ampio intervallo di lunghezze d’onda

Il modello di Bohr per l’atomo di idrogeno

Il fatto che gli atomi emettono luce solo di definite lunghezze d’onda implica che:

• L’atomo ha soltanto certi livelli energetici permessi, chiamati stati stazionari. L’energia è quantizzata.

• L’atomo non irraggia energia mentre è in uno dei suoi stati stazionari.

• L’atomo compie una transizione da uno stato stazionario ad un altro (l’elettrone si trasferisce in un’altra orbita) soltanto assorbendo o emettendo un fotone la cui energia uguale alla differenza di energia tra i due stati.

• Quando l’elettrone dell’atomo cambia livello energetico (da niniziale a nfinale), l’energia della luce assorbita o emessa è data da:

Efotone = Rhc1

n2finale

1

n2iniziale

-1 = R

1

n2fin

1

n2iniz

- R =1.0974 . 107 m-1

La lunghezza d’onda della radiazione assorbita o emessa

Esempio con l’atomo di idrogeno

Il modello di Bohr. Riepilogo

L’energia dell’atomo è quantizzata, perché il moto dell’elettrone è limitato ad orbite fisse.L’elettrone può trasferirsi da un’orbita all’altra solo se l’atomo assume o emette un fotone la cui energia è uguale alla differenza di energia tra i due livelli energetici (orbite).Si generano spettri di righe perché queste variazioni di energia corrispondono a fotoni di specifiche lunghezze d’onda.

Il modello di Bohr è essenzialmente un modello a un solo elettrone.

Emissione-assorbimento

Elemento Colore fiammaLunghezza d’onda in

nm

Spettro di assorbimento dell’idrogeno

litio rosso 671 (rosso); 610 (arancio)

sodio giallo 590 (giallo), 589 (giallo)

potassio Rosso-violetto770 (rosso), 766 (rosso); 405 (violetto), 404 (violetto)

cesio Blue-violetto 459 (blue), 455 (blue)

Dualismo onda-particella: equazione di de Broglie

Combinando le due relazioni seguenti

E = m c2 E = h = h c / de Broglie dedusse l’equazione:

Poiché la lunghezza d’onda è inversamente proporzionale alla massa, i corpi di massa elevata hanno lunghezze d’onda più piccole del corpo stesso.

=hmv

lunghezza d'onda

massavelocità

costante di Planck

Proprietà ondulatorie dell’elettrone

Il comportamento degli elettroni negli atomi polielettronici è in accordo con il principio che l’elettrone abbia sia proprietà corpuscolari che ondulatorie.

L’equazione d’onda di ogni particella in movimento è data dall’equazione di deBroglie

La lunghezza d’onda di oggetti macroscopici, osservabili, è troppo piccola per essere misurata.

La lunghezza d’onda dell’elettrone è simile al diametro dell’atomo.

=hmv

lunghezza d'onda

massavelocità

costante di Planck

Principio di indeterminazione di Heisemberg

Non è possibile conoscere simultaneamente la posizione e l’energia dell’elettrone.L’incertezza nella posizione dell’elettrone è data da:

La costante di Planck è molto piccola percio’ l’incertezza nella posizione è molto grande.Perciò l’elettrone non si muove in un’orbita ad una distanza fissa dal nucleo.

x . mv > h/4

costante di Planck

Incertezza nel momentodell'elettrone

Incertezza nella posizione dell'elettrone

La quantizzazione dell’energia non è più un postulato ma una conseguenza della natura ondulatoria dell’elettrone

L’equazione di Schrödinger e la funzione d’onda

L’equazione di Schrödinger è il modello matematico degli elettroni di un’onda tridimensionale. Le soluzioni dell’equazione di Schrödinger sono una serie di relazioni matematiche conosciute come funzioni d’onda () che descrivono il comportamento di un elettrone in un atomo di H.

L’energia dell’elettrone è data da En = -Rhc/n2.

n è un numero positivo intero associato con .

2 descrive la probabilità di trovare l’elettrone in una posizione intorno al nucleo.

Un orbitale è la regione dove è massima la probabilità di trovare l’elettrone (compresa tra il 90 e il 95%).

L’equazione di Schrödinger e la funzione d’onda

L’equazione di Schrödinger è il modello matematico degli elettroni di un’onda tridimensionale.

In forma semplificata l’equazione di Schrödinger si scrive:

H = E in cui:

E = energia dell’atomo.

= funzione d’onda, descrizione matematica del moto della materia-onda associata all’elettrone in termini di tempo e di posizione.

H = operatore hamiltoniano, un insieme di operazioni matematiche che, effettuate su una funzione , dà uno stato energetico permesso.

Lezione 5Orbitali atomici

Prof. Simona ConcilioProf. Simona Concilio

Università di SalernoUniversità di Salerno

Lezione 5

1. Atomi polielettronici

2. Orbitali atomici

3. Carica nucleare efficace

4. Aufbau – Principi di Pauli e Hund

L’equazione di Schrödinger e la funzione d’onda

L’equazione di Schrödinger è il modello matematico degli elettroni di un’onda tridimensionale.

In forma semplificata l’equazione di Schrödinger si scrive:

H = E in cui:

E = energia dell’atomo.

= funzione d’onda, descrizione matematica del moto della materia-onda associata all’elettrone in termini di tempo e di posizione.

H = operatore hamiltoniano, un insieme di operazioni matematiche che, effettuate su una funzione , dà uno stato energetico permesso.

L’equazione di Schrödinger e la funzione d’onda

Le soluzioni dell’equazione di Schrödinger sono una serie di relazioni matematiche conosciute come funzioni d’onda () che descrivono il comportamento di un elettrone in un atomo di H.

L’energia dell’elettrone è data da En = -Rhc/n2.

n è un numero positivo intero associato con .

2 descrive la probabilità di trovare l’elettrone in una posizione intorno al nucleo.

Un orbitale è la regione dove è massima la probabilità di trovare l’elettrone (compresa tra il 90 e il 95%).

Diagramma della densità elettronica

Per un dato livello energetico, la probabilità di trovare l’elettrone entro un certo volume di spazio si può rappresentare mediante i diagrammi della densità elettronica.

La densità elettronica diminuisce all’aumentare della distanza dal nucleo lungo una semiretta r uscente dal nucleo.

Fu

nzi

on

e d

’on

da

orb

ital

e.P

rob

abil

ità

che

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r

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Dis

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ia i

n u

n

gu

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sfe

rico

r

2

Numeri quantici

Numeri quantici

Ci sono alcune soluzioni valide per l’equazione di Schrödinger e molte funzioni d’onda, ciascuna delle quali descrive un differente orbitale. Un orbitale atomico è specificato da tre numeri quantici.

nn numero quantico principale• Valori consentiti: interi positivi 1, 2, 3, 4, …, • n è in relazione con il livello energetico dell’orbitale

ℓℓ numero quantico momento angolare• Valori consentiti: interi positivi da 0 fino ad n-1• ℓ è anche designato da una lettera (0 = s, 1 = p, 2 = d, 3 = f) ed è in relazione con la forma dell’orbitale• n limita ℓ e il numero di valori possibili di ℓ è uguale ad n

mm numero quantico magnetico• Valori consentiti: interi da –ℓ a + ℓ incluso lo 0 (0, ±1, ±2, …, ± ℓ)• m è in relazione con l’orientamento dell’orbitale nello spazio

Osservazione dell’effetto dello spin dell’elettrone

Un campo magnetico non uniforme, generato da magneti con espansioni di differenti forme, separa in due parti un fascio di atomi di idrogeno.

La separazione (splitting) del fascio è dovuta ai due possibili orientamenti dello spin dell'elettrone in ciascun atomo.

Numeri quantici e orbitali

Il numero totale di orbitali per un dato valore di n è n2.Gli stati energetici e gli orbitali dell’atomo sono descritti con termini specifici e sono associati ad uno o più numeri quantici:

Livello. È dato dal valore di n. Minore è n, più basso è il livello energetico e maggiore è la probabilità che l’elettrone sia vicino al nucleo.

Sottolivello. I livelli dell’atomo contengono sottolivelli (o sottogusci) che designano la forma dell’orbitale. Ciascun sottolivello è indicato con una lettera (s, p, d, f)

Orbitale. Ciascuna combinazione permessa di n, ℓ e m specifica uno degli orbitali dell’atomo. Perciò, i tre numeri quantici che descrivono un orbitale ne esprimono la dimensione (l’energia), la forma e l’orientamento spaziale.

3px

guscioelettronico sottoguscio

orbitaleindividuale

Numeri quantici ed orbitali

n = 1 ℓ = 0 m = 0 1 orbitale 1s

n = 2 ℓ = 0 m = 0 1 orbitale 2s ℓ = 1 m = 0,±1 3 orbitali 2p

n = 3 ℓ = 0 m = 0 1 orbitale 3s ℓ = 1 m = 0,±1 3 orbitali 3p ℓ = 2 m = 0,±1,±2 5 orbitali 3d

n = 4 ℓ = 0 m = 0 1 orbitale 4s ℓ = 1 m = 0,±1 3 orbitali 4p ℓ = 2 m = 0,±1,±2 5 orbitali 4d ℓ = 3 m = 0,±1,±2,±3 7 orbitali 4f

Schema degli orbitali atomici

Livelli energetici degli orbitali atomici dell’idrogeno

Forme degli orbitali atomici

La probabilità di trovare l’elettrone in punti differenti intorno al nucleo definisce la distribuzione di densità elettronica. Questo definisce la forma degli orbitali.

Gli orbitali possono possedere più di un lobo e le loro dimensioni crescono al crescere di n.

Un nodo è la regione dove è 0 (zero) la probabilità di trovare l’elettrone.

L’energia degli orbitali cresce al crescere di n.

Rappresentazioni orbitaliche: 1s

Rappresentazioni orbitaliche: 2s

Rappresentazioni orbitaliche: 3s

Rappresentazioni orbitaliche: 2p

Un elettrone occupa in uguale misura entrambe le regioni di un orbitale 2p e trascorre il 90% del suo tempo in questo volume.

Sul piano nodale, che passa per il nucleo, la probabilità di trovare l’elettrone è nulla

Orbitali s e p

Orbitali d

Rappresentazioni orbitaliche: 4f

L’orbitale 4fxyz ha otto lobi e tre piani nodali.

Anche gli altri sei orbitali 4f hanno superfici di contorno multilobate.

Superfici a 2 costante e loro e sezioni

Atomi polielettronici

Livelli energetici negli atomi polielettronici

Livelli energetici negli atomi polielettronici

Carica nucleare efficace

Effetto della carica nucleare e di un elettrone addizionale nello stesso orbitale

L’aumento della carica nucleare fa diminuire l’energia dell’orbitale.

Ciascuno dei due elettroni scherma parzialmente l’altro nei confronti della carica nucleare completa e aumenta l’energia dell’orbitale.

Effetto di altri elettroni negli orbitali interni

Gli elettroni interni schermano molto efficacemente gli elettroni esterni e aumentano notevolmente l’energia dell’orbitale.

Effetto della forma dell’orbitale

l'energia dell’orbitale 2s è più bassa di quella del 2p

un elettrone 2s trascorre la maggior parte del suo tempo più lontano dal nucleo rispetto a un elettrone 2p, ma penetra in prossimità del nucleo.

Regola dell’ AUFBAUGli orbitali si riempiono in ordine di energia crescente

Lezione 6Configurazioni elettroniche

Prof. Simona ConcilioProf. Simona Concilio

Università di SalernoUniversità di Salerno

Lezione 6

Configurazioni elettroniche

AUFBAU

Simboli di Lewis

Introduzione al legame chimico

Numeri quantici

Regola dell’ AUFBAUGli orbitali si riempiono in ordine di energia crescente

Principio di Pauli

In un atomo non possono esistere due o più elettroni con i quattro numeri quantici uguali

Su uno stesso orbitale (stessi n, l e m) potranno trovarsi al massimo due elettroni,

con spin antiparalleli

Regola di HUNDConfigurazioni elettroniche degli elementi

Configurazioni elettroniche degli atomi1° periodo

2° periodo

3° periodo

Livelli energetici negli atomi polielettronici

Configurazioni elettroniche di atomi appartenenti allo stesso gruppo

Relazione tra riempimento degli orbitali e tavola periodica

Gruppo e periodo di appartenenza di un atomo

Periodo = corrisponde al più alto livello energetico raggiunto dalla configurazione elettronica, quindi al valore numero quantico principale dell’ultimo orbitale occupato da elettroni.

Gruppo = corrisponde alla somma degli elettroni di valenza, cioè quelli che riempiono il sottoguscio più esterno.

Valenza = corrisponde al numero di elettroni spaiati presenti su un atomo

Esempi:Periodo 2

Gruppo 4

Forme degli orbitali e Proprietà Chimiche

Il legame tra ciascuna coppia di atomi è il risultato della sovrapposizione di orbitali.

Solo gli elettroni negli orbitali esterni sono coinvolti nel legame.

La maggior parte degli orbitali nella molecola è molto simile agli orbitali degli atomi.

La forma e l’orientazione dei vari orbitali su una molecola determina il tipo di reazione che una molecola può subire.

Quando gli atomi si combinano per formare molecole:

SIMBOLI DI LEWIS

Essi sono espressi dal simbolo dell’elemento considerato, con intorno tanti puntini quanti sono gli elettroni di valenza dell’atomo e l’indicazione della carica ionica se diversa da zero.

Caso particolare: espansione di valenza

Simboli di Lewis

Il simbolo dell’elemento rappresenta il nucleo e gli elettroni interni, i puntini attorno a esso gli elettroni di valenza, appaiati o spaiati.

Il numero di puntini spaiati indica il numero di elettroni ceduti da un atomo metallico, il numero di elettroni acquistati da un atomo non metallico, o il numero di legami covalenti formati di solito da un atomo non metallico.

Teoria di Lewis

Lewis propose la teoria dell'ottetto, per la quale la struttura elettronica di una molecola deve essere tale che ogni atomo sia circondato da un ottetto di elettroni.

Così ogni atomo assume la configurazione del gas nobile che lo segue. In effetti questa regola non è vera in assoluto, anche se è stata molto utile per comprendere alcune formule elettroniche altrimenti di difficile descrizione, come per esempio quella del monossido di carbonio.

In effetti, quando entrano in gioco elementi del 3° periodo, la regola può non essere valida, come succede, per esempio per PF5, ClF3, SF6,...

Ioni degli elementi dei gruppi principali e configurazioni elettroniche dei gas nobili

La maggior parte degli elementi che formano ioni monoatomici isoelettronici con un gas nobile sono localizzati nei quattro gruppi che fiancheggiano il Gruppo 8A(18), due per parte.

CLASSIFICAZIONE DEI LEGAMI CHIMICI

LEGAME IONICO

LEGAME COVALENTE

LEGAME METALLICO

LEGAMI DEBOLI:

LEGAME DI IDROGENO E

INTERAZIONI DI

VAN DER WAALS

Lezione 7:Il legame chimico

Prof. Simona ConcilioProf. Simona Concilio

Università di SalernoUniversità di Salerno

Lezione 7

1. Teoria di Lewis – regola dell’ottetto

2. Teoria VSEPR

3. Il legame chimico

4. Legame covalente1. Valence Bond

2. Orbitali molecolari

5. Legami e 6. Legami multipli

Premessa al legame chimico

La tendenza di due o più atomi a legarsi spontaneamente fra loro formando legami chimici è un aspetto della tendenza di ogni sistema a diminuire il proprio contenuto di energia.

Se due atomi A e B reagiscono fra loro spontanea,ente la reazione è: A + B AB + energia

Il legame può essere ELETTROSTATICO, ATOMICO (intramolecolare o intermolecolare) o METALLICO.

I tre modelli del legame chimicoElettrostatico Atomico Metallico

Il legame chimico atomico

Teoria di Lewis

Lewis propose la teoria dell'ottetto, per la quale la struttura elettronica di una molecola deve essere tale che ogni atomo sia circondato da un ottetto di elettroni.

Così ogni atomo assume la configurazione (s2p6) del gas nobile che lo segue. In effetti questa regola non è vera in assoluto, anche se è stata molto utile per comprendere alcune formule elettroniche altrimenti di difficile descrizione.

In effetti, quando entrano in gioco elementi del 3° periodo, la regola può non essere valida, come succede, per esempio per PF5, ClF3, SF6,...

Espansione di valenza

C: 1s22s22p2 bivalente C tetravalente

Forme molecolari - Teoria VSEPR Teoria della repulsione dei doppietti elettronici di valenza

Teoria VSEPR(Valence Shell Electron Pair Repusion)

Ciascun gruppo di elettroni di valenza attorno a un atomo centrale è situato il più lontano possibile dagli altri per minimizzare le repulsioni.

Forme molecolari - Lineare

Forme molecolari – Planare Trigonale

Forme molecolari - Tetraedrica

Forme molecolari – Bipiramidale Trigonale

Forme molecolari - Ottaedrica