Le sfide della terapia genica - Zanichelli · 2010. 7. 6. · Le sfide della terapia genica ......

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Spesso sentiamo parlare di promettentiterapie per curare le malattie genetiche.Ma che cosa sono precisamente le malat-tie genetiche? Sono delle patologie la cuicausa non è esterna (non ci sono agentipatogeni come i batteri), ma «interna»:alcune porzioni del DNA (che si chia-mano geni, da cui il nome) sono difetto-se. I geni imperfetti e che non fanno illoro dovere possono portare alla manca-ta sintesi o alla produzione in quantitànon adeguata (troppo o troppo poco)delle corrispondenti proteine.

In molti casi questa situazione causagravi problemi, soprattutto se si tratta diuna proteina fondamentale per l’organi-smo. È il caso della fenilchetonuria, unamalattia genetica in cui una specificaproteina, che converte l’amminoacidofenilalanina nell’altro amminoacido tiro-sina, non viene sintetizzata a causa di undifetto genetico. Accumuli di fenilalani-na e mancanza di tirosina possono esseremolto pericolosi e portare anche a ritar-di mentali e morte nei bambini.

Nei casi più gravi di malattie geneti-che, l’unica possibilità di cura è interve-nire direttamente all’origine del proble-ma, cioè sul DNA. La cosiddetta terapia

genica agisce andando a sostituire il ge-ne difettoso con una porzione di DNAche riesce a svolgere perfettamente il suocompito. Il sistema è molto complessoperché ci sono diversi ostacoli tecnici dasuperare. Innanzitutto, per arrivare alDNA bisogna superare diverse «barrie-re»: la membrana plasmatica e il nucleo,che nelle cellule eucariotiche serve pro-prio a proteggere il materiale genetico.Inoltre, perché il trasferimento (che nellinguaggio tecnico si chiama transfezio-ne) vada a buon fine e l’effetto sia stabilenel tempo, il gene deve arrivare nel nu-cleo e integrarsi all’interno del DNA«ospite», in modo che a ogni divisionedella cellula si mantenga anche la por-zione genica inserita.

Grazie però alle moderne tecniche diingegneria genetica, cioè la capacità dimanipolare il DNA, e alle nuove infor-mazioni che la ricerca in questo camporiesce a fornire, l’ipotesi di una terapiagenica ha cominciato a farsi strada. Esi-stono diverse modalità di transfezione:in vivo ed ex vivo.

Nel metodo in vivo, si cerca di trasfe-rire il DNA direttamente nell’organi-smo. Nella metodologia ex vivo, invece,

una piccola parte delle cellule contenen-ti il gene difettoso vengono prelevate,coltivate in laboratorio e transfettate conil gene sano, poi reimpiantate all’internodell’organismo. In entrambi i casi, per iltrasferimento ci si aiuta «legando» ilDNA a vettori di varia origine, come adesempio i liposomi, molecole simili aldoppio strato fosfolipidico della mem-brana cellulare, in modo da favorire l’in-serimento del DNA all’interno della cel-lula. Si utilizzano anche minuscole parti-celle d’oro o di tungsteno nel metodochiamato gene gun, cioè «cannone geni-co», perché le particelle ricoperte diDNA vengono «sparate» all’interno del-la cellula.

Le prime sperimentazioni di terapiagenica nell’uomo sono state condotteagli inizi degli anni Novanta, ma fino adora non hanno portato grandi risultaticome si sperava; solo nei casi di leuce-mia, un tumore delle cellule del sangue,si hanno buoni riscontri. Anche per que-sto la terapia genica ha sollevato diversecritiche. Un grosso problema, causa didanni collaterali talvolta molto gravi, è ladifficoltà a inserire precisamente il genesano al posto del gene difettoso. Se l’in-

Le sfide della terapia genica

1 PARTE C • Struttura e funzioni degli organismi

BIOLOGIA PER IL CITTADINO

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Copyright © 2010 Zanichelli editore SpA, Bologna [6239]

Fotografie, ottenute al microscopio otticoconfocale, di tessuto muscolare di un to-po affetto da Distrofia muscolare di Du-chenne (Dsm). Le due immagini mostranol’effetto della terapia genica sul topo mala-to: a sinistra, prima della cura, sono visibilicellule muscolari necrotiche, di colore gial-lastro; a destra, dopo la terapia, il tessutoappare integro. La Dsm è una malattia ge-netica che colpisce una proteina, la distrofi-na, essenziale per il funzionamento deimuscoli e quindi fondamentale per la capa-cità di movimento. Per ora, nell’uomo nonci sono risultati significativi da terapia ge-nica per questa malattia.

serzione del gene all’interno del DNA ri-cevente avviene in una zona delicata, adesempio all’interno di una porzione checodifica un’altra proteina importanteper l’organismo, il processo può esserecausa di danni ancora più gravi rispettoalla stessa malattia da curare.

In aggiunta, esiste anche un dibattitoetico, poiché alcuni ritengono immoralela manipolazione del patrimonio geneti-co umano, seppure per scopi terapeutici.

In casi di malattie che non hanno al-tre cure o farmaci, come spesso accadeper le malattie genetiche, la terapia geni-ca rimane però l’unica strada da tentare.

Ora, provate ad affrontare in classe la discus-sione sul tema proposto da questa scheda.Cercate più informazioni in Internet e su li-bri, come:

http://www.telethon.it/Pagine/homepa-ge.aspx (sito di Telethon, organizzazione italiana chefinanzia la ricerca e lo studio delle malattiegenetiche)

Le cellule staminali e la terapia genica, di An-tonino Sapuppo, Giunti Editore, 2007

(le nuove frontiere della medicina e della ge-netica tra speranze e illusioni)

Il DNA e il nostro corpo. Cosa dobbiamo sape-re sulle biotecnologie, di Colin Masters, Deda-lo Edizioni, 2007 (una rassegna completa sul DNA e sulle tec-niche di ingegneria genetica)

Dividetevi in due gruppi: uno a sostegno del-la terapia genica e uno contrario alla curabasata sulla manipolazione genetica nell’es-sere umano.

Discutete all’interno di ciascun gruppo suquali siano gli elementi di forza per sostene-re il vostro punto di vista, facendo un elencodelle motivazioni.Poi aprite il confronto tra i due gruppi, par-tendo da queste domande:

– Perché e per chi la terapia genica può es-sere vantaggiosa?

– Quali sono i possibili svantaggi e i rischiche si corrono con la terapia genica?

– Nel complesso ritenete che i vantaggi sia-no inferiori o superiori agli svantaggi?

UNITÀ C4• Il patrimonio genetico delle popolazioni 2

gas elio

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Copyright © 2010 Zanichelli editore SpA, Bologna [6239]

Apparato detto gene gun («cannone genico») o «biolistico», utilizzato per trasferire DNA all’interno delle cellule. Le cellule «ber-saglio», in cui deve essere inserito il DNA, vengono poste in un’apposita camera e bombardate con microproiettili d’oro o di tungste-no rivestiti di DNA. L’apparato consente un’accelerazione dei microproiettili tale da permettere loro di penetrare nelle cellule senzadanneggiarle. L’operazione viene eseguita sotto vuoto, per evitare che l’aria rallenti i proiettili, tramite l’utilizzo di aria o gas elio sot-to pressione.

Le due foto mostrano gli effet-ti della terapia genica su cel-lule di una paziente affetta damelanoma (tumore della pel-le). A sinistra, sono visibili lecellule non trattate, a destra ilrisultato dopo terapia genica exvivo (trattamento delle celluletumorali raccolte dalla pazien-te e poi reiniettate). La terapiagenica può essere utilizzata, in-fatti, anche per la cura dei tu-mori per i quali è nota un’in-fluenza genetica, e sono diversele sperimentazioni in corso.

PRO O CONTRO