Laboratori di approfondimento La costruzione sociale dei PePS. Rivoli, 27 ottobre 2010 Laboratori di...

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Laboratori di approfondimentoLaboratori di approfondimento“La costruzione sociale dei PePS”.“La costruzione sociale dei PePS”.

Rivoli, 27 ottobre 2010Rivoli, 27 ottobre 2010

Senso dei Laboratori

Giovanni Borgarello,Pracatinat scpa

A META’ del GUADO

A due anni dalla approvazione delle Linee guida regionali per la costruzione dei Profili e dei Piani di

Salute, siamo in mezzo al guado:

i Distretti stanno ultimando la definizione dei Profili stanno per passare alla definizione dei Piani di

Salute; intanto, si sono avviati i percorsi del secondo ciclo

di programmazione dei Piani di Zona, i cui termini sono slittati di un anno.

Tutto ciò in un contesto in rapida trasformazione

tagli alle risorse, annunci di un nuovo piano socio-sanitario,

federalismo, dibattito su costi standard …

ma anche cambi tra le fila degli amministratori a seguito delle elezioni amministrative, messa in discussione degli assetti

istituzionali tradizionali (gestione associata di servizi obbligatoria per i piccoli comuni, accorpamenti delle

Comunità Montane e loro ruolo incerto, fine dei Consorzi, …) …

per non dire della situazione di crisi che investe complessivamente il nostro paese, l’emergere di vecchi e

nuovi bisogni, acuirsi di aree di disagio e di richieste rivolte ai sistemi di servizi, ecc. ….

In questo scenario è importante avere luoghi, che consentano di distanziarsi, non immediatamente orientati ad un

fare più o meno affannoso

Luoghi in cui sia possibile soffermari a “pensare”, non da soli ma con altri.

I Comuni sono i titolari dei processi; ai territori, agli enti locali, ai Sindaci è

assegnato un ruolo essenziale, strategico, nel definire quadri di conoscenza e piani

di azione per promuovere la salute.

In gioco vi è la possibilità di integrare le politiche, di agire in modo efficace sui livelli di salute, sullo “star bene” di un

territorio e d’una popolazione.

Cosa significa fare un PePS ?

Il PEPS è un processo

non si tratta tanto di fare un documento ma di sviluppare nel tempo un processo complesso sul territorio che vede la

partecipazione di molti soggetti

Ciò che conta sono i concreti percorsi la loro qualità e la loro efficacia.

Si tratta di far convergere attori (organizzazioni, istituzioni, soggetti di tipo e livello diverso) ed

azioni: la novità consiste nell’intrecciare ed integrare politiche,

assumendo la salute come lettura di ogni politica e di ogni decisione

(quale impatto ha una certa scelta urbanistica o trasportistica o relativa all’istruzione .... sulla

salute ?). Sarebbe utile a questo proposito che i Bilanci comunali

fossero accompagnati d una valutazione di impatto sulla salute.

Il PSSR precisa cosa significa comunità e partecipazione:

“.... la centralità delle cittadine e dei cittadini che, in quanto persone

singole o gruppi sociali radicati in un territorio, sono titolari originari del diritto alla salute che va tutelato attraverso una vigile, assidua e

per certi versi radicale partecipazione democratica. ...” [PSSR, Premessa, pagg. 2]

“... l’orientamento generale per la programmazione degli interventi di promozione della salute è infatti quello di valorizzare il ruolo

preminente degli enti locali (democrazia delegata), garantendo la partecipazione attiva della comunità ai processi decisionali

(democrazia deliberativa, partecipativa) e riservando ai servizi sanitari le funzioni di proposta, supporto e consulenza tecnica. In

questo quadro strategico si definisce pertanto, con sempre maggior chiarezza, il peso crescente delle politiche amministrative, prima ancora che quelle sanitarie, ai fini dell’impatto sulla salute della

comunità ...” [PSSR, 3.2.1. Politiche per la salute, pagg. 51]

Cos’è salute ?

una visione complessa della salute, non coincidente con ciò che fa la sanità, ma rinvia all’intreccio di una molteplicità di fattori:

una salute intesa come esito di molte politiche un’idea di salute affidata soprattutto alla prevenzione un’idea universalista e preoccupata delle differenze sociali e territoriali.

Promuovere salute =

educare alla salute x partecipazione x politiche pubbliche favorevoli alla salute

[Tones, Tilford, 1994; Lemma, 2005]

disoccupazione

acqua e

rifiuti

servizi

sanitariabitazio

ne

ambiente di

lavoro

istruzione

agricoltura ed alimentazione

Potere, leggi, proprietà, genere, accesso al credito, trasporti ecc.

servizi sociali

I determinanti della salute

Cause di morte Eliminazione completa dei fattori di rischio

Contributo dovuto

all’assistenza sanitariabiologici

e geneticiComportamen

-tali(stili di vita)

Ambientali materiali ed immateriali

1-Tumori 30 40 20 10

2-Cardiopatla ischemica 20 50 10 10

3 -Cerebrovasculopatie acute 25 40 20 5

4 -Altre forme di cardiopatia 32,5 32,5 17,5 7,5

5 -Bronchite, enfisema, asma 25 35 30 10

6 -Polmonite 15 25 35 20

7 -Tutti gli Incidenti 5 52,5 35 10

8 -Incidenti automobilistici 5 60 20 5

9 -Diabete mellito 50 30 5 10

lO -Suicidi 15 50 20 5

Importanza attribuita da esperti ai 4 più significativi determinanti di salute nella riduzione (percentuale max.) dei casi delle 10 principali cause di morte

(< 75 anni)

È per questo che serve il convergere, la capacità di “lavorare insieme” e di

integrarsi/intregrare (politiche, azioni)

di una molteplicità di attori dai diversi livelli istituzionali ai singoli cittadini

La Provincia di Torino al servizio di questo processo …

…. creando gli strumenti di una governance complessiva di area vasta, offrendo strumenti di supporto e mettendosi in gioco in prima persona

essendo ente che coordina importanti politiche (si pensi al Piano Territoriale di Coordinamento o al

POR).

A tal fine la Provincia sta avviando, in un’ottica partecipativa, un Ufficio di Piano provinciale come

strumento di partecipazione e di governance (articolato in Conferenza provinciale, Esecutivo, Struttura di supporto ), costruisce strumenti di

conoscenza (il Profilo di salute provinciale), offre opportunità e supporti (tra cui questi Laboratori).

Viviamo un momento che può essere molto intenso e interessante, segnare nuovi orizzonti, ma al contempo presenta numerose difficoltà dovute ad una

molteplicità di fattori

è la prima volta che in Piemonte si fanno Profili e Piani di Salute, e quindi tutti i

territori, le istituzioni stesse a tutti i livelli, in realtà devono imparare a farli.

I Laboratori per rispondere a domande importanti

Come passare dal Profilo al Piano di Salute: attraverso quali modalità il territorio individua

le priorità di intervento ?

Come riuscire ad integrare realmente le diverse politiche trasporti, casa, ambiente, istruzione, ecc…) per realizzare obiettivi di Salute ?

Come integrare gli strumenti di programmazione locale (PePS e Piano di Zona) ?

I Laboratori sono impostati in modo da promuovere partecipazione,

favorire l’espressione di esperienze, la messa in dialogo di punti di vista e al contempo offrire riflessioni di

esperti e concreti riferimenti metodologici.

La provincia è stata suddivisa in 5 zone.

Ogni zona ha l’opportunità di 3 incontri di quattro ore, introdotti da relazioni di esperti

a cui faranno seguito sessioni di approfondimento in cui ai partecipanti verranno proposte delle “esercitazioni”

(analisi di casi; esempi di strumenti sperimentati sul campo; ecc.) e di

sviluppare una riflessione collettiva.

Ciò che emerge dagli incontri verrà

accuratamente documentato ed i materiali verranno resi disponibili a

tutti via e.mail.

I Laboratori sono pensati soprattutto per gli amministratori [Sindaci e un’ulteriore figura - assessore,

consigliere - per ciascun Comune].

L’apporto di ciascun partecipante è essenziale per la riuscita dei Laboratori [soggetti con esperienza ed impegnati

sul campo in prima persona].

Si richiede pertanto da un lato una costanza di presenza, e, dall’altro,

partecipazione attiva.

Buon lavoro a tutti !!!