La teoria evolutiva in terapia familiare Maurizio Coletti.

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La teoria evolutiva La teoria evolutiva in terapia familiarein terapia familiare

Maurizio ColettiMaurizio Coletti

Riflessione sui terminiRiflessione sui termini

• OMEOSTASI - CAMBIAMENTOOMEOSTASI - CAMBIAMENTO

• RESISTENZA - CAMBIAMENTORESISTENZA - CAMBIAMENTO

Qual è il ruolo del terapista?Qual è il ruolo del terapista?

• Combattere l’omeostasiCombattere l’omeostasi

• Favorire il cambiamentoFavorire il cambiamento

Dall’approccio “strategico”Dall’approccio “strategico”

• J. Haley e P. WatzlawickJ. Haley e P. Watzlawick• Cambiamento 1 – Cambiamento 2Cambiamento 1 – Cambiamento 2• Tratti di “intenzionalità”Tratti di “intenzionalità”• Oppure, (L. Hoffman) difesa naturale ed Oppure, (L. Hoffman) difesa naturale ed

incontrollata verso l’incognitoincontrollata verso l’incognito• M. Selvini: della tendenza all’omeostasi dei M. Selvini: della tendenza all’omeostasi dei

pazienti fanno parte anche i terapisti (la terapia)pazienti fanno parte anche i terapisti (la terapia)• Dalle resistenze (omeostasi) si capisce il Dalle resistenze (omeostasi) si capisce il

(dis)funzionamento della famiglia(dis)funzionamento della famiglia

Come viene intesa la terapiaCome viene intesa la terapia

• Una lotta (di cui il terapista si assume il Una lotta (di cui il terapista si assume il carico)carico)

• Anche attraverso l’accettazione delle Anche attraverso l’accettazione delle resistenze (controparadosso)resistenze (controparadosso)

• Per cambiare la famigliaPer cambiare la famiglia

• Che resiste al cambiamentoChe resiste al cambiamento

Teoria del cambiamento Teoria del cambiamento terapeuticoterapeutico

• Il disturbo psichico è l’espressione di un Il disturbo psichico è l’espressione di un equilibrio retto da regole che non equilibrio retto da regole che non permettono il cambiamentopermettono il cambiamento

• Il terapista individua queste regole, le Il terapista individua queste regole, le intercetta e le incrinaintercetta e le incrina

• Una volta distrutte le regole precedenti, è Una volta distrutte le regole precedenti, è distrutto l’equilibrio alla base del disagio, distrutto l’equilibrio alla base del disagio, che sparisceche sparisce

Le critiche a questi approcciLe critiche a questi approcci

• Solo basarsi sull’omeostasi? (Speer, Hoffman, Solo basarsi sull’omeostasi? (Speer, Hoffman,

Elkaim, Fivaz, Deel e Golishan)Elkaim, Fivaz, Deel e Golishan)

• Meccanicismo (e, quindi, nesso causale) al Meccanicismo (e, quindi, nesso causale) al

posto di una visione complessa e circolareposto di una visione complessa e circolare

RiconcettualizzazioneRiconcettualizzazione

CRISI

SINTOMO

DISAGIO

ROTTURA DI EQUILIBRIO ?

PASSAGGIO AD ALTRO

EQUILIBRIO ?

La terapia viene vista comeLa terapia viene vista come

• Un fenomeno EVOLUTIVOUn fenomeno EVOLUTIVO

• Un processo graduale composto di Un processo graduale composto di fasi successivefasi successive

• Ognuna delle quali costituisce un Ognuna delle quali costituisce un NUOVO EQUILIBRIONUOVO EQUILIBRIO

Il terapistaIl terapista

• Accompagna la famiglia durante la Accompagna la famiglia durante la fase della crisifase della crisi

• Supporta la ricerca di un nuovo Supporta la ricerca di un nuovo equilibrioequilibrio

• La sostiene nel non “tornare La sostiene nel non “tornare indietro” (evoluzioneindietro” (evoluzione))

L’omeostasi diventa…L’omeostasi diventa…

• Una fase naturale, un momento del Una fase naturale, un momento del processo vitale di un sistemaprocesso vitale di un sistema

• Dopo ogni cambiamento (che presuppone Dopo ogni cambiamento (che presuppone un grande dispiego di energie)…un grande dispiego di energie)…

• L’omeostasi è la fase di “riposo” e di L’omeostasi è la fase di “riposo” e di stabilizzazionestabilizzazione

Per la teoria “evolutiva”Per la teoria “evolutiva”

• Ilya Prigogine e Isabelle Stenger: La Ilya Prigogine e Isabelle Stenger: La Nuova Alleanza Einaudi, Torino 1981Nuova Alleanza Einaudi, Torino 1981

Ma……………….Ma……………….

• Omestasi – cambiamentoOmestasi – cambiamento

• Sono sostituiti da…Sono sostituiti da…

• … … persistenza - cambiamentopersistenza - cambiamento

• È una vera rivoluzione concettuale?È una vera rivoluzione concettuale?

Ancora, che ruolo ha il Ancora, che ruolo ha il terapistaterapista ?

• Può “giudicare” quando si tratta di Può “giudicare” quando si tratta di

cambiamento e quando di persistenza?cambiamento e quando di persistenza?

• Fino a quando “insiste”?Fino a quando “insiste”?

• Osserva…Osserva…

• ……ma non è anche osservato?ma non è anche osservato?

L’osservatore:L’osservatore:

• Ha le sue mappe, le sue credenzeHa le sue mappe, le sue credenze• È vincolato alle sue premesse È vincolato alle sue premesse

epistemologicheepistemologiche• È vincolato alle sue tradizioni sociali È vincolato alle sue tradizioni sociali

e psicologichee psicologiche• In una parola…In una parola…• È una persona con la sua storiaÈ una persona con la sua storia

Il contributo di Il contributo di H. Maturana e F. VarelaH. Maturana e F. Varela

• Sistemi autopoietici e allopoieticiSistemi autopoietici e allopoietici

• Impossibilità dell’interazione istruttivaImpossibilità dell’interazione istruttiva

• La co -costruzioneLa co -costruzione

Il terapistaIl terapista

• Non determina unidirezionalmente Non determina unidirezionalmente la situazione nella quale è coinvoltola situazione nella quale è coinvolto

• Agisce per favorire il cambiamentoAgisce per favorire il cambiamento• Nella cornice di quanto i suoi Nella cornice di quanto i suoi

pazienti chiedonopazienti chiedono• Definisce quando una terapia è finita Definisce quando una terapia è finita

– conclusa positivamente?– conclusa positivamente?

La motivazione al cambiamentoLa motivazione al cambiamento

• Da un approccio “transteorico” di

Proshaska e Di Clemente, Miller e

Rollnick

• Applicato (all’inizio) all’abuso di

sostanze e alcool; poi, applicato ai

fumatori e ad altri pz.

Stadi del cambiamentoStadi del cambiamento

• PRECONTEMPLAZIONE

• CONTEMPLAZIONE

• DETERMINAZIONE

• AZIONE

• MANTENIMENTO

• RICADUTA

PrecontemplazionePrecontemplazione

• Il soggetto non riconosce la propria condizione (di dipendente… ma non solo) come problematica. Non ritiene comunque di avere alcuna possibilità di modificarla. Non intende applicare alcuno sforzo a tal fine La condizione è dominata dalla negazione

ContemplazioneContemplazione

• Il soggetto vede le ragioni del cambiamento ma

non è pronto a metterle in pratica. Vede i pro e

i contro del proseguimento della sua abitudine,

e al contrario, vede i contro e i pro del

cambiamento. Non sa trovare la decisione di

smettere.

• La condizione è dominata dall’ambivalenza

DeterminazioneDeterminazione

• Il soggetto ha preso la decisione di

smettere il comportamento in questione,

ed è impegnato concretamente

nell’individuazione del come e del

quando

AzioneAzione

• Concretamente, il soggetto ha smesso il

comportamento (dipendente, ma non

solo…) e si muove attraverso la

sperimentazione del nuovo modo di

essere

MantenimentoMantenimento

• Il soggetto ha smesso da tempo, sta portando avanti la sua nuova condizione di persona non più dedita al comportamento di partenza. Sperimenta forme di aggancio al nuovo stile di vita, prende misure per non andare incontro a ricadute.

• Può uscire definitivamente dal problema

Ricaduta

• Condizione ritenuta fisiologica,

praticamente inevitabile. Oggetto di

prevenzione nello stadio precedente (non

si previene esorcizzandola, ma

prevedendola, contestualizzandola)

Opposizione, diniego, negazione, resistenze

Approccio “confrontazionale”

Approccio “motivazionale”

Frattura interiore ed autoefficaciaFrattura interiore ed autoefficacia• Per frattura interiore si intende la percezione delle contraddizioni esistenti tra

la attuale condizione del soggetto ed importanti aspirazioni, valori e mete personali; teoria della dissonanza cognitiva (Festinger, 1957) e può essere intesa come la consapevolezza del conflitto che si pone quando la situazione presente (comportamenti, atteggiamenti, ecc.) restituisce una definizione incompatibile con la propria immagine di Sé. La percezione di una frattura interiore è dolorosa e la sua ampiezza deve essere ridotta, entro breve tempo. Questo può avvenire, con una modificazione del comportamento problematico oppure, anche in maniera “patologica”, utilizzando i meccanismi psicologici di difesa (negazione, proiezione, scissione, razionalizzazione, il rafforzamento di una identità negativa)

• L’autoefficacia, è definita la fiducia di un individuo nella propria capacità di attuare un comportamento prestabilito, e rappresenta la convinzione del soggetto di avere la capacità e la possibilità di raggiungere un obiettivo specifico in un tempo determinato (Bandura, 1977; 1982). Nel campo delle dipendenze l’autoefficacia è stata molto studiata in quanto si suppone che anche i comportamenti di dipendenza possano essere tenuti sotto controllo e che le persone, poste nelle condizioni adeguate, siano in grado di decidere di smettere, modificare o limitare il consumo della sostanza da cui dipendono (DiClemente 1986). Il livello di autoefficacia influenza significativamente sia la compliance al trattamento, sia i suoi risultati.

• Si dà per scontato che il potenziale di cambiamento esista almeno in embrione, e risieda nel paziente, e non sia invece un qualcosa che "bisogna nasca" o che "va messo, va introdotto" nel paziente

• Il paziente viene con tutta la sua ambivalenza • Occorre evitare di esprimere giudizi di valore o moralistici• Se si avvia un cliente ad un trattamento non appropriato allo

stadio del cambiamento in cui si trova si finisce per attivare le sue resistenze al cambiamento.

• Nell'ottica del colloquio motivazionale, si incontra una resistenza ogni qual volta si adotta una strategia di intervento non appropriata allo stadio in cui attualmente si trova il paziente.

• La comparsa di una resistenza al cambiamento, o il suo inasprimento, deve indurre l'operatore a chiedersi se non sia il caso di cambiare strategia di trattamento.

• In tale quadro, la resistenza a cambiare è da leggere non più come una realtà "naturale", una sorta di variabile indipendente, ma piuttosto come il risultato della interazione tra il soggetto e il sistema curante.

Cinque principi generali del Cinque principi generali del colloquio motivazionalecolloquio motivazionale

• ESPRIMERE EMPATIA

• EVITARE DISPUTE E DISCUSSIONI

• AGGIRARE ED UTILIZZARE LE RESISTENZE

• AMPLIARE LE FRATTURE INTERIORI

• SOSTENERE L’AUTOEFFICACIA•(Miller e Rollnick 1991)

• Autori: William R. Miller e Stephen Rollnick• Casa editrice: Erickson• Anno di pubblicazione: 2004• ISBN: 978-88-7946-608-0

Per approfondirePer approfondire