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Corso di Progettazione Costruzioni ImpiantiClasse V
aprile 2020 prof. Federica Caldi
Storia dell’architettura
LA COSTRUZIONE NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Duomo
MILANO NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA
Scala
Santa Maria delle GrazieCorso Vittorio Emanuele
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MILANO NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA
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L’ITALIA DELLA RICOSTRUZIONEDifficoltà dovute al ritardo tecnologico e economico
Impreparazione civile e culturale al cambiamento di lavoratori, tecnici e dirigenti
aiuti economici americani
«miracolo economico»
Pesanti conseguenze per l’ambiente. Costruzioni realizzate in fretta e con scarsi risultati
LA CULTURA ARCHITETTONICA E IL NEOREALISMODibattito tra due gruppi:
MSA (Movimento di Studi per l’Architettura) Rogers Casabella
APAO (Associazione per l’Architettura Organica) Zevi L’Architettura
Esperimenti: Quartiere Falchera a Torino (Giovanni Astengo)
Quartiere QT8 a Milano (Ignazio Gardella)
Quartiere Tiburtino a Roma (Mario Ridolfi)
Architettura razionalista + Architettura regionale = Neorealismo Architettonico
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Torre Velasca, MilanoStudio BBPR (1950-58)
Indirizzo: Piazza Velasca 3-5 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: edificio a torreConfigurazione strutturale: La torre fu costruita al centro della piazza, aperta tra le macerie provocate dai bombardamenti dell'ultimo conflitto bellico, con 26 piani fuori terra per un altezza di 106 m. Il corpo superiore aggettante fu appoggiato su mensole a vista in cemento armato. All'interno i particolari sono divenuti i prototipi di ormai celebri oggetti di design. Divenne ben presto uno dei simboli della Milano moderna e dello sviluppo del nuovo paese che usciva dalle macerie della guerra. Pertanto, insieme al Pirelli, entrò spesso anche nell'immaginario filmico e pubblicitario degli anni '60 e '70.Epoca di costruzione: 1956 - 1958Uso attuale: intero bene: abitazione e ufficiUso storico: intero bene: abitazione e uffici
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Torre Velasca, MilanoStudio BBPR (1950-58)
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NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Palazzo Argentina, MilanoPiero Bottoni e Guglielmo Ulrich (1947-49)
Indirizzo: Corso Buenos Aires, 36 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: palazzoConfigurazione strutturale: Edificio con pianta a forma rettangolare, costituito da una piastra di base e da una torre, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, copertura a tetto a padiglione.Epoca di costruzione: 1946 - 1951Autore: Bottoni, Piero, progettoUlrich, Guglielmo, progettoDescrizione: La composizione delle facciate è diversificata, con variazioni dei pieni e dei vuoti che sfuggono a regole di gerarchia e riflettono le specifiche destinazioni funzionali. Verso il corso, orientamento più significativo rispetto al contesto urbano, il corpo basso presenta aperture in linea orizzontale e una superficie cieca in corrispondenza del cinematografo, ripresa verso via Broggiaccanto a finestroni quadrangolari a griglia. L'articolazione dei volumi distingue le destinazioni d'uso e, anche per l'arretramento del corpo alto, consente all'affaccio sulla strada del corpo di base un maggior respiro.
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Palazzo Argentina, MilanoPiero Bottoni e Guglielmo Ulrich (1947-49)
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NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Casa Albergo via Corridoni 22, MilanoLuigi Moretti (1947-50)
Indirizzo: Via Filippo Corridoni, 22 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: palazzoConfigurazione strutturale: Edificio costituito da corpi accostati rettangolari, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a travi rovesce e mura-ture di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana a terrazza.Epoca di costruzione: 1946 - 1951Autore: Moretti, Luigi, progettoDescrizione: Allineato al bordo stradale è il fabbricato basso, destinato ad ospiti fem-minili, originariamente per "donne laureate", mentre quello alto, riservato ai maschi, è molto arretrato dal bordo del lotto e preceduto da una sistemazione a giardino con platani. Di collegamento fra i due fabbricati lineari è un corpo basso con l'ingresso principale comune per la ricezione degli ospiti, attraverso il quale sono smistati gli ac-cessi alle due sezioni. Lo spazio dei singoli piani è suddiviso con alloggi minimi con camera singola e bagno, con cucina comune, serviti da due blocchi di scale con ascen-sore. Completano la razionale organizzazione per funzioni alcune attrezzature colletti-ve: bar ristorante, sale di soggiorno e lettura con biblioteca, una palestra al piano seminterrato e un salone per bagni termali e sauna.
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Casa Albergo via Corridoni 22, MilanoLuigi Moretti(1947-50)
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Casa per abitazioni, uffici, negozi e autorimessa Corso Italia 13-17, MilanoLuigi Moretti (1949-55)
Indirizzo: Corso Italia, 1, 3, 15, 17 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: palazzoConfigurazione strutturale: Edificio costituito da più corpi edilizi organizzati attorno ad uno spazio aperto centrale, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature d'ambito e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana.Epoca di costruzione: 1949 - 1955Autore: Moretti, Luigi, progettoDescrizione: E' costituito da cinque edifici, caratterizzati da immagine unitaria ma con nette differenze di altezza, forma ed orientamento, distribuiti attorno ad un fulcro attraversato da un sistema di percorsi, piazzette e giardini. I fabbricati presentano differenti soluzioni di facciata, tanto nella griglia delle finestre quanto nei materiali di rivestimento, mosaicato a tesserine bianche per il blocco destinato ad uffici e con lastre di calcare compatto per lo stabile adibito ad abitazione. È attorno al fabbricato ad uffici che si svolge l'intero sistema, preannunciato dall'incombente massa volume-trica quasi adagiata come dopo una dirompente caduta; il blocco edilizio si allunga sino a dar l'impressione di "invadere" la strada "dopo esser caduto" sulla base sottostante.
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
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Casa per abitazioni, uffici, negozi e autorimessa Corso Italia 13-17, MilanoLuigi Moretti (1949-55)
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Grattacielo Pirelli, MilanoGiò Ponti (1956-60)
Indirizzo: Piazza Duca d'Aosta, 5-7A - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: grattacieloConfigurazione strutturale: Edificio a forma poligonale (riconducibile a sezioni trapezoidali inscritte in un impianto rettangolare con lati brevi terminanti a cuspide), su griglia di pilastri in calcestruzzo armato e facciata continua; solai in latero-cemento; copertura piana a terrazzaEpoca di costruzione: 1956 - 1960Autore: Ponti, Giò, progetto; Fornaroli, Antonio, progetto; Rosselli, Alberto, progetto; Valtolina, Giuseppe, progetto; Dell'Orto, Egidio, progetto; Nervi, Pier Luigi, progetto strutturale; Danusso, Arturo, progetto strutturaleDescrizione: La pianta della torre consiste in due poligoni speculari accostati, separati dal corridoio centrale che va rastremandosi alle estremità, determinando la superficie sfaccettata, a "diamante", che si ritrova nella galleria interna. Lo sviluppo in altezza sottolinea il vuoto circostante nonostante i due corpi bassi che affiancano la torre: uno frontale, sorta di piazzale sopraelevato per l'ingresso di rappresentanza, e uno posteriore. In copertura, oltre una terrazza panoramica, si libra nel cielo una veletta sospesa.
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Grattacielo Pirelli, MilanoGiò Ponti (1956-60)
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Autorimessa, MilanoTito Varisco (1949)
Indirizzo: Via Edmondo De Amicis, 20, 22 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: autorimessaConfigurazione strutturale: Edificio con pianta a forma poligonale allungata con struttura portante a pilastri di calcestruzzo su fondazione a plinti, murature d'ambito e partiture interne in mattoni, copertura piana a terrazza.Epoca di costruzione: 1948 - 1949Autore: Bassanesi, Varisco Tito, progettoDescrizione: La costruzione sorge su un'area trapezoidale di circa 800 mq, delimitata dalla via De Amicis a sud e dalla stretta via Fabbri a nord. Ha pianta irregolare a tre sezioni distinte, con il corpo della rampa di accesso interposto alle zone di parcheggio, ai lati del fabbricato. E' costituita da un piano seminterrato dove è allestita l'officina riparazioni e l'autolavaggio in tunnel, dal piano terreno attrezzato a salone esposizione per automobili, con i relativi servizi di supporto alla vendita, e da tre piani, compresa la copertura a terrazza, destinati al parcheggio di circa 200 vetture.
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Autorimessa, MilanoTito Varisco (1949)
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Stazione per tram interurbani, MilanoArrigo Arrighetti (1951)
Indirizzo: Piazzale Biancamano - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per i serviziTipologia specifica: stazione tranviariaConfigurazione strutturale: La parte principale è in calcestruzzo armato con poche chiusure in muratura, la restante in telai di anticorodal anodizzato. Copertura a terrazzo.Epoca di costruzione: 1951Autore: Arrighetti, Arrigo, progettoDescrizione: L’edificio, a forma allungata, è portato essenzialmente da pilastri liberi, con brevi tratti murari; gli spazi sono chiusi da grandi vetrate. Serve a riparare dalla pioggia o ad ospitare, in una sala riscaldata, i passeggeri in partenza. Nelle sale di attesa è collocato un bar; nel cantinato trova posto un deposito attrezzi per i tram e un magazzino.Uso attuale: locale di ristorazioneUso storico: stazione per tram interurbani
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Stazione per tram interurbani, MilanoArrigo Arrighetti (1951)
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Il quartiere QT8 oggi
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Progettista
F. Albini, P. Bottoni, E. Cerutti, I. Gardella, G. Mucchi, G. Palanti, E. Peressutti, M.
Pucci, A. Putelli, G. Romano, M. Zanuso, L.B. Belgioioso, G.L. Banfi, E.N. Rogers, G.
Pollini, M. Morini, V. Gandolfi
Anno di Progettazione 1946
Anno di Realizzazione 1947-1954
Soggetti promotori Comune di Milano
Strumenti urbanistico
Tre successivi piani urbanistici di sviluppo redatti rispettivamente negli anni 1946,
1950 e 1953, il primo dei quali era parte integrante del Piano di Ricostruzione della
città di Milano (in qualità di zona di ampliamento aggiuntiva); il secondo afferiva al
Piano Regolatore di Milano del 1953. mentre il terzo costituiva una variante al
contestuale piano particolareggiato del P.R. di Milano allo studio per la zona del QT8.
Dati quantitativi
Popolazione insediata Da progetto 1953:18000 abitanti circa; stato di fatto attuale: 16300 abitanti circa
Superficie o volume utile edificati (Su)Da progetto 1953: Su = 265000 mq,Vu = 927500 mc; stato di fatto attuale: Su =208400
mq, Vu = 729400 mc mq o mc
Superficie fondiaria (Sf) Da progetto 1953: Sf = 33625 mq; stato di fatto attuale: Sf = 29150 mq mq
Superficie coperta residenziale (Scr) Da progetto 1953: Scr = 22800 mq; stato di fatto attuale: Scr = 18300 mq mq
Superficie delle strade 42700 mq mq
Superficie dei parcheggi pubblici 13660 mq mq
Superficie dei servizi pubblici 5430 mq mq
Superficie del verde pubblico attrezzato 375694 mq mq
Numero alloggi (reali o presunti)
Superficie delle attività commerciali 2330 mq mq
Superficie delle attività direzionali 415 mq mq
Superficie delle attività ricettive 1900 mq mq
Superficie delle attivita artigianali e
industriali750 mq mq
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Il progetto
Urbanistica Edilizia Infrastrutture
Il quartiere è statoprogettualmente suddiviso inquattro nuclei di circa 4500abitanti ciascuno; ogni nucleoè servito da un asilo e da dueo tre raggruppamenti diesercizi commerciali di primanecessità. Due nucleiraggruppati danno vita ad unascuola primaria; alla saldaturadelle quattro partizionicostituenti il quartiere sorge ilcentro, in cui si raccolgono gliedifici, gli spazi, le dotazioni diservizi e le attrezzaturenecessari alla vita collettiva
La tipologia edilizia piùricorrente è quella delle grandipalazzine di edilizia economicaINA casa, edifici in linea, alti11 piani, con sistemadistributivo a ballatoio e scalaesterna. I progetti degli anni’50 prevedevano 14 di questiblocchi residenziali, ma nesono stati realizzati solo 9,tuttora esistenti. Un’altratipologia ricorrente è quelladei cinque edifici residenziali atorre, dalla pianta a “Y”equilatera, alti 7 piani, che siattestano sul limitesettentrionale del quartiere.Per il resto, abbiamo lapresenza di edifici condo-miniali in linea di mediedimensioni, di altezza variabilefra i due e i quattro piani, masono ricorrenti anche le case aschiera di uno, due o tre piani,e si hanno alcuni esempi divillette indipendenti di aspettopiuttosto signorile, con estesogiardino privato.
Il quartiere è delimitato daquattro assi viari caratterizzatida una eterogenea intensità ditraffico veicolare. Il VialeScarampo, che lambisce il latonord della zona, è il tracciatopiù trafficato e rumoroso; suquesto lato sono stati predi-sposti elementi di mitigazionedegli impatti negativi, come lacollina artificiale e consistentifasce arboree che miranoall’isolamento acustico.All’interno del quartiere èstata evidenziata una nettadistinzione tra strade ditransito relativamente veloce evie di transito rallentato olocale, configurate essenzial-mente come strade che dallaperiferia giungono al centrodel quartiere, definito comel’antico “foro”. Ognuno deiquattro nuclei è servito dastrade periferiche costeggiateda percorsi pedonali e ciclabiliseparati fisicamente dallacarreggiata e quindi protetti daogni interferenza di traffico.
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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Nel 1946-47 vi furono realizzate le prime case costruite ex novo a Milano
nel Dopoguerra per reduci e senza tetto, edificando undici differenti modelli tipologici di residenze progettate, con concorso nazionale, da esimi architetti di tutta Italia: tali modelli furono ripresi e ampiamente riutilizzati nell’intera campagna di ricostruzione italiana;
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Vista dei fronti delle case per i reduci
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Casa binata a 4 letti, progettata dagli architetti Roberto Menghi e Marco Zanuso
Casa binata a 4 e 6 letti, progettata da Vittoriano Viganò, Aldo Putelli, Ezio Cerutti e Vittorio Gandolfi.
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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Nel 1948 fu realizzato un programma di sperimentazioni costruttive,
tecniche e tecnologiche relative alla prefabbricazione e al montaggio in cantiere di case a 4 piani, e alle loro dotazioni impiantistiche. Si tratta delle uniche sperimentazioni ufficiali autorizzate e condotte in Italia dal Ministero dei Lavori Pubblici in quegli anni;
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Case a quattro piani nel Quartiere sperimentale della Triennale di Milano (QT8), costruite con nuovi sistemi costruttivi prefabbricati; partendo dal primo piano: Breda-Fiorenzi, Gaburri, Ciarlini
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Lavori di costruzione della casa a quattro piani con sistema Gaburri, progettata dall'architetto Gabriele Mucchi
Cassaforma metallica chiusa con dentro una trave armata e gettata, per la costruzione di una casa a quattro piani con sistema Gaburri
casa a quattro piani progettata dall'architetto Gabriele Mucchi
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Traliccio utilizzato per il montaggio dei pilastri tronco conici durante i lavori di costruzione della casa a quattro piani con sistema costruttivo Ciarlini, progettata dagli architetti Mario Terzaghi e Mario Tevarotto
Fondazione con plinti di calcestruzzo e muretti perimetrali con foro, per la costruzione della casa a quattro piani con sistema costruttivo Ciarlini, progettata dagli architetti Mario Terzaghi e Mario Tevarotto
casa a quattro piani realizzata con sistema costruttivo Ciarlini
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T8 Lavori di costruzione della casa a quattro piani
realizzata con sistema costruttivo Breda-Fiorenzi
casa a quattro piani realizzata con sistema costruttivo Breda-Fiorenzi
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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - È sorto l’interessantissimo e inedito prototipo abitativo «Ina Casa»,
consistente in palazzine residenziali di 11 piani con sistema distributivo a ballatoio e scala esterna, la sola del genere esistente a quei tempi in Italia;
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Edificio per abitazioni INA Casa, MilanoPietro Lingeri (1949-51)
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Portico con decorazioni in ceramica di Gianni Dova, della casa INA-Casa a 11 piani, progettata dagli architetti Luigi Zuccoli e Pietro Lingeri
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Zona pranzo dell'Alloggio n. 8 della casa INA-Casa a 11 piani
Soggiorno-pranzo dell'Alloggio n. 13 della casa
INA-Casa a 11 piani
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Soggiorno-pranzo dell'Alloggio n. 12 della casa INA-Casa a 11 piani
Cucina dell'Alloggio n. 11 della casa INA-Casa a 11 piani
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Camera da letto dell'Alloggio n. 13 della casa INA-Casa a 11 piani
Camera da letto dell'Alloggio n. 8 della casa
INA-Casa a 11 piani
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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Al centro del quartiere fu edificata una inconsueta chiesa a pianta circolare,
il cui progetto, vincitore di un concorso della ottava Triennale (1947), era veramente sperimentale quanto a planimetria e volumetria;
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Chiesa di Santa Maria Nascente, MilanoVico Magistretti (1953-55)
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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Nel quartiere sorse il primo campo gioco attrezzato per ragazzi di Milano,
dotazione che fu, tra l’altro, virtuoso elemento propulsivo dell’iniziativa degli altri campi di gioco cittadini;
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Il Padiglione per esposizioni del QT8 e il campo giochi per ragazzi progettati dall'architetto Piero Bottoni
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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Qui si avviarono per la prima volta, in veste di esperimento, le formazioni
delle zone verdi condominiali per lo svago dei ragazzi e il riposo degli adulti, che mirano a risolvere il problema del giardino annesso alla casa con minimi di area.
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA – QT8Edifici «scomparsi»
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA – QT8Edifici «scomparsi»
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA – QT8Edifici «scomparsi»
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IL RESTAURO E IL RECUPERO
Problema della ricostruzione post bellica
riflessioni sul significato del restauro
- Degrado centri storici italiani negli anni Cinquanta – Sessanta
- Rischio speculazione
- Interventi da parte dello Stato
Recupero centro storico di Bologna: Leonardo Benevolo
- Individuazione dei tipi originari leggi che descrivono laformazione
- Evoluzione rapporto edifici - viabilità
- Distribuzione rapporto con il territorio
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RECUPERO CENTRO STORICO DI BOLOGNALeonardo Benevolo
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RECUPERO CENTRO STORICO DI BOLOGNALeonardo Benevolo
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RECUPERO CENTRO STORICO DI BOLOGNALeonardo Benevolo
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IL RESTAURO E IL RECUPERO
Bruno Zevi: interventi come espressioni del proprio tempo
OPERE
Progetto per la Fondazione Masieri di Frank Lloyd Wright
Venezia, 1957
Casa alle Zattere di Ignazio Gardella
Venezia, 1954-58
Edificio a destinazione mista dei fratelli Passarelli
Roma, 1964
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Progetto per la Fondazione Masieri, VeneziaFrank Lloyd Wright (1957)
Rendering(Non è mai stato realizzato)
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Casa alle zattere, VeneziaIgnazio Gardella (1954-58)
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Casa alle zattere, VeneziaIgnazio Gardella (1954-58)
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
- Analogia con la Ca’ d’Oro per i parapetti traforati e le aperture romboidali, nonché per la facciata asimmetrica
- Materiali della tradizione veneziana: stucco colorato e pietra d’Istria
- Presenza della «finestra lunga», tipica dell’architettura lagunare
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Casa alle zattere, VeneziaIgnazio Gardella (1954-58)
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)
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NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)
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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)
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L’ARCHITETTURA ITALIANA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
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I NUOVI EDIFICI
PER LA FINANZA E PER L’INDUSTRIA
Progetti di edifici per il commercio
adesione solo formale al Movimento Moderno
✓ problema della distinguibilità
✓ altezza come simbolo di prestigio
✓ vetratura delle facciate
Esempi emblematici:
Seagram Building a New York di Mies van der Rohe (1956)
Metlife a New York di Walter Gropius e Pietro Belluschi (1963)
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I NUOVI EDIFICI
PER LA FINANZA E PER L’INDUSTRIA
Ludwig Mies van der Rohe e Philip Johnson, Seagram Building, New York (1956)
Walter Gropius e Pietro Belluschi, Metlife Building, New York (1963)
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Bertrand Goldberg, Marina City, Chicago (1962)
William Pereira, Transamerica Pyramid, San Francisco (1972)
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I NUOVI EDIFICI
PER LA FINANZA E PER L’INDUSTRIA
prof. Federica Caldi 58
LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNO
- Recupero di alcuni procedimenti che il Movimento Modernoaveva demonizzato
LE CORBUSIER
Unité d’habitation- Rapporto tra architettura e urbanistica
- Singola unità abitativa intesa come cellula di un insieme
- Basamento con grandi pilotis
- Arretramento dei pilastri rispetto al filo dei solai
- Colore
- Appartamenti duplex
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNO
LE CORBUSIER
Unité d’habitation a Marsiglia (1946-1952)
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia
ripudiando l'architettura più tradizionale che concepiva gli spazi in maniera scatolare, come una mera giustapposizione di stanze, concepì una sorta di frantumazione dell'unità familiare per generare una disgregazione, approdando a una nuova concezione degli spazi, talvolta aperti e liberi, tanto da stimolare momenti di convivialità, oppure aree discrete e schermate a uso individuale, dove il singolo utente può isolarsi in maniera appartata.
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Berlino (1957)
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Berlino
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Berlino
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Berlino
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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Berlino
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FONTI
Piero Bottoni, Antologia di Edifici Moderni in Milano, editoriale Domus, 1954
http://www.lombardiabeniculturali.it
Carlo Amerio, Progettazione Costruzioni Impianti, SEI Editore, 2012