La costruzione nel secondo dopoguerra - prof. federica caldi

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Corso di Progettazione Costruzioni Impianti Classe V aprile 2020 prof. Federica Caldi Storia dell’architettura LA COSTRUZIONE NEL SECONDO DOPOGUERRA

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Corso di Progettazione Costruzioni ImpiantiClasse V

aprile 2020 prof. Federica Caldi

Storia dell’architettura

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MILANO NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA

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L’ITALIA DELLA RICOSTRUZIONEDifficoltà dovute al ritardo tecnologico e economico

Impreparazione civile e culturale al cambiamento di lavoratori, tecnici e dirigenti

aiuti economici americani

«miracolo economico»

Pesanti conseguenze per l’ambiente. Costruzioni realizzate in fretta e con scarsi risultati

LA CULTURA ARCHITETTONICA E IL NEOREALISMODibattito tra due gruppi:

MSA (Movimento di Studi per l’Architettura) Rogers Casabella

APAO (Associazione per l’Architettura Organica) Zevi L’Architettura

Esperimenti: Quartiere Falchera a Torino (Giovanni Astengo)

Quartiere QT8 a Milano (Ignazio Gardella)

Quartiere Tiburtino a Roma (Mario Ridolfi)

Architettura razionalista + Architettura regionale = Neorealismo Architettonico

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Torre Velasca, MilanoStudio BBPR (1950-58)

Indirizzo: Piazza Velasca 3-5 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: edificio a torreConfigurazione strutturale: La torre fu costruita al centro della piazza, aperta tra le macerie provocate dai bombardamenti dell'ultimo conflitto bellico, con 26 piani fuori terra per un altezza di 106 m. Il corpo superiore aggettante fu appoggiato su mensole a vista in cemento armato. All'interno i particolari sono divenuti i prototipi di ormai celebri oggetti di design. Divenne ben presto uno dei simboli della Milano moderna e dello sviluppo del nuovo paese che usciva dalle macerie della guerra. Pertanto, insieme al Pirelli, entrò spesso anche nell'immaginario filmico e pubblicitario degli anni '60 e '70.Epoca di costruzione: 1956 - 1958Uso attuale: intero bene: abitazione e ufficiUso storico: intero bene: abitazione e uffici

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Torre Velasca, MilanoStudio BBPR (1950-58)

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Palazzo Argentina, MilanoPiero Bottoni e Guglielmo Ulrich (1947-49)

Indirizzo: Corso Buenos Aires, 36 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: palazzoConfigurazione strutturale: Edificio con pianta a forma rettangolare, costituito da una piastra di base e da una torre, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, copertura a tetto a padiglione.Epoca di costruzione: 1946 - 1951Autore: Bottoni, Piero, progettoUlrich, Guglielmo, progettoDescrizione: La composizione delle facciate è diversificata, con variazioni dei pieni e dei vuoti che sfuggono a regole di gerarchia e riflettono le specifiche destinazioni funzionali. Verso il corso, orientamento più significativo rispetto al contesto urbano, il corpo basso presenta aperture in linea orizzontale e una superficie cieca in corrispondenza del cinematografo, ripresa verso via Broggiaccanto a finestroni quadrangolari a griglia. L'articolazione dei volumi distingue le destinazioni d'uso e, anche per l'arretramento del corpo alto, consente all'affaccio sulla strada del corpo di base un maggior respiro.

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Palazzo Argentina, MilanoPiero Bottoni e Guglielmo Ulrich (1947-49)

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Casa Albergo via Corridoni 22, MilanoLuigi Moretti (1947-50)

Indirizzo: Via Filippo Corridoni, 22 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: palazzoConfigurazione strutturale: Edificio costituito da corpi accostati rettangolari, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a travi rovesce e mura-ture di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana a terrazza.Epoca di costruzione: 1946 - 1951Autore: Moretti, Luigi, progettoDescrizione: Allineato al bordo stradale è il fabbricato basso, destinato ad ospiti fem-minili, originariamente per "donne laureate", mentre quello alto, riservato ai maschi, è molto arretrato dal bordo del lotto e preceduto da una sistemazione a giardino con platani. Di collegamento fra i due fabbricati lineari è un corpo basso con l'ingresso principale comune per la ricezione degli ospiti, attraverso il quale sono smistati gli ac-cessi alle due sezioni. Lo spazio dei singoli piani è suddiviso con alloggi minimi con camera singola e bagno, con cucina comune, serviti da due blocchi di scale con ascen-sore. Completano la razionale organizzazione per funzioni alcune attrezzature colletti-ve: bar ristorante, sale di soggiorno e lettura con biblioteca, una palestra al piano seminterrato e un salone per bagni termali e sauna.

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Casa Albergo via Corridoni 22, MilanoLuigi Moretti(1947-50)

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Casa per abitazioni, uffici, negozi e autorimessa Corso Italia 13-17, MilanoLuigi Moretti (1949-55)

Indirizzo: Corso Italia, 1, 3, 15, 17 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: palazzoConfigurazione strutturale: Edificio costituito da più corpi edilizi organizzati attorno ad uno spazio aperto centrale, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature d'ambito e partizione interna in laterizio forato, con copertura piana.Epoca di costruzione: 1949 - 1955Autore: Moretti, Luigi, progettoDescrizione: E' costituito da cinque edifici, caratterizzati da immagine unitaria ma con nette differenze di altezza, forma ed orientamento, distribuiti attorno ad un fulcro attraversato da un sistema di percorsi, piazzette e giardini. I fabbricati presentano differenti soluzioni di facciata, tanto nella griglia delle finestre quanto nei materiali di rivestimento, mosaicato a tesserine bianche per il blocco destinato ad uffici e con lastre di calcare compatto per lo stabile adibito ad abitazione. È attorno al fabbricato ad uffici che si svolge l'intero sistema, preannunciato dall'incombente massa volume-trica quasi adagiata come dopo una dirompente caduta; il blocco edilizio si allunga sino a dar l'impressione di "invadere" la strada "dopo esser caduto" sulla base sottostante.

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Casa per abitazioni, uffici, negozi e autorimessa Corso Italia 13-17, MilanoLuigi Moretti (1949-55)

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Grattacielo Pirelli, MilanoGiò Ponti (1956-60)

Indirizzo: Piazza Duca d'Aosta, 5-7A - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: grattacieloConfigurazione strutturale: Edificio a forma poligonale (riconducibile a sezioni trapezoidali inscritte in un impianto rettangolare con lati brevi terminanti a cuspide), su griglia di pilastri in calcestruzzo armato e facciata continua; solai in latero-cemento; copertura piana a terrazzaEpoca di costruzione: 1956 - 1960Autore: Ponti, Giò, progetto; Fornaroli, Antonio, progetto; Rosselli, Alberto, progetto; Valtolina, Giuseppe, progetto; Dell'Orto, Egidio, progetto; Nervi, Pier Luigi, progetto strutturale; Danusso, Arturo, progetto strutturaleDescrizione: La pianta della torre consiste in due poligoni speculari accostati, separati dal corridoio centrale che va rastremandosi alle estremità, determinando la superficie sfaccettata, a "diamante", che si ritrova nella galleria interna. Lo sviluppo in altezza sottolinea il vuoto circostante nonostante i due corpi bassi che affiancano la torre: uno frontale, sorta di piazzale sopraelevato per l'ingresso di rappresentanza, e uno posteriore. In copertura, oltre una terrazza panoramica, si libra nel cielo una veletta sospesa.

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Grattacielo Pirelli, MilanoGiò Ponti (1956-60)

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Autorimessa, MilanoTito Varisco (1949)

Indirizzo: Via Edmondo De Amicis, 20, 22 - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i serviziTipologia specifica: autorimessaConfigurazione strutturale: Edificio con pianta a forma poligonale allungata con struttura portante a pilastri di calcestruzzo su fondazione a plinti, murature d'ambito e partiture interne in mattoni, copertura piana a terrazza.Epoca di costruzione: 1948 - 1949Autore: Bassanesi, Varisco Tito, progettoDescrizione: La costruzione sorge su un'area trapezoidale di circa 800 mq, delimitata dalla via De Amicis a sud e dalla stretta via Fabbri a nord. Ha pianta irregolare a tre sezioni distinte, con il corpo della rampa di accesso interposto alle zone di parcheggio, ai lati del fabbricato. E' costituita da un piano seminterrato dove è allestita l'officina riparazioni e l'autolavaggio in tunnel, dal piano terreno attrezzato a salone esposizione per automobili, con i relativi servizi di supporto alla vendita, e da tre piani, compresa la copertura a terrazza, destinati al parcheggio di circa 200 vetture.

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Autorimessa, MilanoTito Varisco (1949)

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Stazione per tram interurbani, MilanoArrigo Arrighetti (1951)

Indirizzo: Piazzale Biancamano - Milano (MI)Tipologia generale: architettura per i serviziTipologia specifica: stazione tranviariaConfigurazione strutturale: La parte principale è in calcestruzzo armato con poche chiusure in muratura, la restante in telai di anticorodal anodizzato. Copertura a terrazzo.Epoca di costruzione: 1951Autore: Arrighetti, Arrigo, progettoDescrizione: L’edificio, a forma allungata, è portato essenzialmente da pilastri liberi, con brevi tratti murari; gli spazi sono chiusi da grandi vetrate. Serve a riparare dalla pioggia o ad ospitare, in una sala riscaldata, i passeggeri in partenza. Nelle sale di attesa è collocato un bar; nel cantinato trova posto un deposito attrezzi per i tram e un magazzino.Uso attuale: locale di ristorazioneUso storico: stazione per tram interurbani

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Stazione per tram interurbani, MilanoArrigo Arrighetti (1951)

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Il quartiere QT8 oggi

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Progettista

F. Albini, P. Bottoni, E. Cerutti, I. Gardella, G. Mucchi, G. Palanti, E. Peressutti, M.

Pucci, A. Putelli, G. Romano, M. Zanuso, L.B. Belgioioso, G.L. Banfi, E.N. Rogers, G.

Pollini, M. Morini, V. Gandolfi

Anno di Progettazione 1946

Anno di Realizzazione 1947-1954

Soggetti promotori Comune di Milano

Strumenti urbanistico

Tre successivi piani urbanistici di sviluppo redatti rispettivamente negli anni 1946,

1950 e 1953, il primo dei quali era parte integrante del Piano di Ricostruzione della

città di Milano (in qualità di zona di ampliamento aggiuntiva); il secondo afferiva al

Piano Regolatore di Milano del 1953. mentre il terzo costituiva una variante al

contestuale piano particolareggiato del P.R. di Milano allo studio per la zona del QT8.

Dati quantitativi

Popolazione insediata Da progetto 1953:18000 abitanti circa; stato di fatto attuale: 16300 abitanti circa

Superficie o volume utile edificati (Su)Da progetto 1953: Su = 265000 mq,Vu = 927500 mc; stato di fatto attuale: Su =208400

mq, Vu = 729400 mc mq o mc

Superficie fondiaria (Sf) Da progetto 1953: Sf = 33625 mq; stato di fatto attuale: Sf = 29150 mq mq

Superficie coperta residenziale (Scr) Da progetto 1953: Scr = 22800 mq; stato di fatto attuale: Scr = 18300 mq mq

Superficie delle strade 42700 mq mq

Superficie dei parcheggi pubblici 13660 mq mq

Superficie dei servizi pubblici 5430 mq mq

Superficie del verde pubblico attrezzato 375694 mq mq

Numero alloggi (reali o presunti)

Superficie delle attività commerciali 2330 mq mq

Superficie delle attività direzionali 415 mq mq

Superficie delle attività ricettive 1900 mq mq

Superficie delle attivita artigianali e

industriali750 mq mq

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Il progetto

Urbanistica Edilizia Infrastrutture

Il quartiere è statoprogettualmente suddiviso inquattro nuclei di circa 4500abitanti ciascuno; ogni nucleoè servito da un asilo e da dueo tre raggruppamenti diesercizi commerciali di primanecessità. Due nucleiraggruppati danno vita ad unascuola primaria; alla saldaturadelle quattro partizionicostituenti il quartiere sorge ilcentro, in cui si raccolgono gliedifici, gli spazi, le dotazioni diservizi e le attrezzaturenecessari alla vita collettiva

La tipologia edilizia piùricorrente è quella delle grandipalazzine di edilizia economicaINA casa, edifici in linea, alti11 piani, con sistemadistributivo a ballatoio e scalaesterna. I progetti degli anni’50 prevedevano 14 di questiblocchi residenziali, ma nesono stati realizzati solo 9,tuttora esistenti. Un’altratipologia ricorrente è quelladei cinque edifici residenziali atorre, dalla pianta a “Y”equilatera, alti 7 piani, che siattestano sul limitesettentrionale del quartiere.Per il resto, abbiamo lapresenza di edifici condo-miniali in linea di mediedimensioni, di altezza variabilefra i due e i quattro piani, masono ricorrenti anche le case aschiera di uno, due o tre piani,e si hanno alcuni esempi divillette indipendenti di aspettopiuttosto signorile, con estesogiardino privato.

Il quartiere è delimitato daquattro assi viari caratterizzatida una eterogenea intensità ditraffico veicolare. Il VialeScarampo, che lambisce il latonord della zona, è il tracciatopiù trafficato e rumoroso; suquesto lato sono stati predi-sposti elementi di mitigazionedegli impatti negativi, come lacollina artificiale e consistentifasce arboree che miranoall’isolamento acustico.All’interno del quartiere èstata evidenziata una nettadistinzione tra strade ditransito relativamente veloce evie di transito rallentato olocale, configurate essenzial-mente come strade che dallaperiferia giungono al centrodel quartiere, definito comel’antico “foro”. Ognuno deiquattro nuclei è servito dastrade periferiche costeggiateda percorsi pedonali e ciclabiliseparati fisicamente dallacarreggiata e quindi protetti daogni interferenza di traffico.

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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Nel 1946-47 vi furono realizzate le prime case costruite ex novo a Milano

nel Dopoguerra per reduci e senza tetto, edificando undici differenti modelli tipologici di residenze progettate, con concorso nazionale, da esimi architetti di tutta Italia: tali modelli furono ripresi e ampiamente riutilizzati nell’intera campagna di ricostruzione italiana;

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Vista dei fronti delle case per i reduci

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Casa binata a 4 letti, progettata dagli architetti Roberto Menghi e Marco Zanuso

Casa binata a 4 e 6 letti, progettata da Vittoriano Viganò, Aldo Putelli, Ezio Cerutti e Vittorio Gandolfi.

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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Nel 1948 fu realizzato un programma di sperimentazioni costruttive,

tecniche e tecnologiche relative alla prefabbricazione e al montaggio in cantiere di case a 4 piani, e alle loro dotazioni impiantistiche. Si tratta delle uniche sperimentazioni ufficiali autorizzate e condotte in Italia dal Ministero dei Lavori Pubblici in quegli anni;

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Case a quattro piani nel Quartiere sperimentale della Triennale di Milano (QT8), costruite con nuovi sistemi costruttivi prefabbricati; partendo dal primo piano: Breda-Fiorenzi, Gaburri, Ciarlini

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Lavori di costruzione della casa a quattro piani con sistema Gaburri, progettata dall'architetto Gabriele Mucchi

Cassaforma metallica chiusa con dentro una trave armata e gettata, per la costruzione di una casa a quattro piani con sistema Gaburri

casa a quattro piani progettata dall'architetto Gabriele Mucchi

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Traliccio utilizzato per il montaggio dei pilastri tronco conici durante i lavori di costruzione della casa a quattro piani con sistema costruttivo Ciarlini, progettata dagli architetti Mario Terzaghi e Mario Tevarotto

Fondazione con plinti di calcestruzzo e muretti perimetrali con foro, per la costruzione della casa a quattro piani con sistema costruttivo Ciarlini, progettata dagli architetti Mario Terzaghi e Mario Tevarotto

casa a quattro piani realizzata con sistema costruttivo Ciarlini

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T8 Lavori di costruzione della casa a quattro piani

realizzata con sistema costruttivo Breda-Fiorenzi

casa a quattro piani realizzata con sistema costruttivo Breda-Fiorenzi

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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - È sorto l’interessantissimo e inedito prototipo abitativo «Ina Casa»,

consistente in palazzine residenziali di 11 piani con sistema distributivo a ballatoio e scala esterna, la sola del genere esistente a quei tempi in Italia;

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Edificio per abitazioni INA Casa, MilanoPietro Lingeri (1949-51)

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Portico con decorazioni in ceramica di Gianni Dova, della casa INA-Casa a 11 piani, progettata dagli architetti Luigi Zuccoli e Pietro Lingeri

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Zona pranzo dell'Alloggio n. 8 della casa INA-Casa a 11 piani

Soggiorno-pranzo dell'Alloggio n. 13 della casa

INA-Casa a 11 piani

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Soggiorno-pranzo dell'Alloggio n. 12 della casa INA-Casa a 11 piani

Cucina dell'Alloggio n. 11 della casa INA-Casa a 11 piani

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Camera da letto dell'Alloggio n. 13 della casa INA-Casa a 11 piani

Camera da letto dell'Alloggio n. 8 della casa

INA-Casa a 11 piani

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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Al centro del quartiere fu edificata una inconsueta chiesa a pianta circolare,

il cui progetto, vincitore di un concorso della ottava Triennale (1947), era veramente sperimentale quanto a planimetria e volumetria;

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Chiesa di Santa Maria Nascente, MilanoVico Magistretti (1953-55)

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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Nel quartiere sorse il primo campo gioco attrezzato per ragazzi di Milano,

dotazione che fu, tra l’altro, virtuoso elemento propulsivo dell’iniziativa degli altri campi di gioco cittadini;

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Il Padiglione per esposizioni del QT8 e il campo giochi per ragazzi progettati dall'architetto Piero Bottoni

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interventi innovativi ed esemplari attuati nel quartiere: - Qui si avviarono per la prima volta, in veste di esperimento, le formazioni

delle zone verdi condominiali per lo svago dei ragazzi e il riposo degli adulti, che mirano a risolvere il problema del giardino annesso alla casa con minimi di area.

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NEL SECONDO DOPOGUERRA – QT8Edifici «scomparsi»

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IL RESTAURO E IL RECUPERO

Problema della ricostruzione post bellica

riflessioni sul significato del restauro

- Degrado centri storici italiani negli anni Cinquanta – Sessanta

- Rischio speculazione

- Interventi da parte dello Stato

Recupero centro storico di Bologna: Leonardo Benevolo

- Individuazione dei tipi originari leggi che descrivono laformazione

- Evoluzione rapporto edifici - viabilità

- Distribuzione rapporto con il territorio

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RECUPERO CENTRO STORICO DI BOLOGNALeonardo Benevolo

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RECUPERO CENTRO STORICO DI BOLOGNALeonardo Benevolo

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IL RESTAURO E IL RECUPERO

Bruno Zevi: interventi come espressioni del proprio tempo

OPERE

Progetto per la Fondazione Masieri di Frank Lloyd Wright

Venezia, 1957

Casa alle Zattere di Ignazio Gardella

Venezia, 1954-58

Edificio a destinazione mista dei fratelli Passarelli

Roma, 1964

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Progetto per la Fondazione Masieri, VeneziaFrank Lloyd Wright (1957)

Rendering(Non è mai stato realizzato)

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Casa alle zattere, VeneziaIgnazio Gardella (1954-58)

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L’ARCHITETTURA ITALIANA

NEL SECONDO DOPOGUERRA

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Casa alle zattere, VeneziaIgnazio Gardella (1954-58)

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L’ARCHITETTURA ITALIANA

NEL SECONDO DOPOGUERRA

- Analogia con la Ca’ d’Oro per i parapetti traforati e le aperture romboidali, nonché per la facciata asimmetrica

- Materiali della tradizione veneziana: stucco colorato e pietra d’Istria

- Presenza della «finestra lunga», tipica dell’architettura lagunare

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Casa alle zattere, VeneziaIgnazio Gardella (1954-58)

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NEL SECONDO DOPOGUERRA

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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)

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NEL SECONDO DOPOGUERRA

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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)

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L’ARCHITETTURA ITALIANA

NEL SECONDO DOPOGUERRA

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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)

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L’ARCHITETTURA ITALIANA

NEL SECONDO DOPOGUERRA

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Edificio a destinazione mista, RomaFratelli Passarelli (1964)

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L’ARCHITETTURA ITALIANA

NEL SECONDO DOPOGUERRA

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I NUOVI EDIFICI

PER LA FINANZA E PER L’INDUSTRIA

Progetti di edifici per il commercio

adesione solo formale al Movimento Moderno

✓ problema della distinguibilità

✓ altezza come simbolo di prestigio

✓ vetratura delle facciate

Esempi emblematici:

Seagram Building a New York di Mies van der Rohe (1956)

Metlife a New York di Walter Gropius e Pietro Belluschi (1963)

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I NUOVI EDIFICI

PER LA FINANZA E PER L’INDUSTRIA

Ludwig Mies van der Rohe e Philip Johnson, Seagram Building, New York (1956)

Walter Gropius e Pietro Belluschi, Metlife Building, New York (1963)

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Bertrand Goldberg, Marina City, Chicago (1962)

William Pereira, Transamerica Pyramid, San Francisco (1972)

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I NUOVI EDIFICI

PER LA FINANZA E PER L’INDUSTRIA

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNO

- Recupero di alcuni procedimenti che il Movimento Modernoaveva demonizzato

LE CORBUSIER

Unité d’habitation- Rapporto tra architettura e urbanistica

- Singola unità abitativa intesa come cellula di un insieme

- Basamento con grandi pilotis

- Arretramento dei pilastri rispetto al filo dei solai

- Colore

- Appartamenti duplex

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNO

LE CORBUSIER

Unité d’habitation a Marsiglia (1946-1952)

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Marsiglia

ripudiando l'architettura più tradizionale che concepiva gli spazi in maniera scatolare, come una mera giustapposizione di stanze, concepì una sorta di frantumazione dell'unità familiare per generare una disgregazione, approdando a una nuova concezione degli spazi, talvolta aperti e liberi, tanto da stimolare momenti di convivialità, oppure aree discrete e schermate a uso individuale, dove il singolo utente può isolarsi in maniera appartata.

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LA CRISI DEL MOVIMENTO MODERNOUnité d’habitation a Berlino (1957)

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FONTI

Piero Bottoni, Antologia di Edifici Moderni in Milano, editoriale Domus, 1954

http://www.lombardiabeniculturali.it

Carlo Amerio, Progettazione Costruzioni Impianti, SEI Editore, 2012