Il dopoguerra in Italia e le origini del fascismo · Il dopoguerra in Italia e le origini del...

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Il dopoguerra in Italia e le origini del fascismo Abbiamo approfondito soprattutto le vicende del dopoguerra in Europa, adesso dei cenni sintetici su fatti che certamente co‐ noscete meglio, il dopoguerra italiano. All'indomani della Grande guerra l'Italia si trovò in una situa‐ zione economica, politica e sociale precaria e difficile. Le perdite umane di uomini in età produttiva erano di oltre 650.000 caduti e di circa un milione e mezzo tra mutilati, feriti e dispersi. Le re‐ gioni orientali avevano ospitato le trincee del fronte bellico e a‐ vevano subito gli effetti della rotta di Caporetto con migliaia di profughi che avevano perso i modesti beni e soprattutto le pro‐ prietà agricole. Le posizioni di Wilson avevano smentito, come già detto, le clausole segrete del Patto di Londra e al nuovo stato jugoslavo erano stati assegnati il litorale dalmata, Fiume e l'Istria Orientale. La riconversione industriale aggravava le tradizionali debo‐ lezze del sistema economico italiano: l'Italia, che dipendeva in gran parte dalle importazioni di grano e carbone, aveva contratto pesantissimi debiti con gli Stati Uniti per affrontare gli impegni della mobilitazione bellica. L’inflazione galoppante aveva indotto una media di aumento del costo della vita intorno al 450% ri‐ spetto al 1914. Le rendite erano cosi’ svalutate, come tutti i red‐ diti fissi: salari, stipendi e anche fitti agrari. A tutto vantaggio di coloro che invece potevano operare sul mercato: gli industriali che avevano fornito lo stato per la produzione bellica, gli im‐ prenditori agricoli e gli agricoltori piccoli e grandi, anche grazie al “mercato nero” nei periodi di rarefazione delle derrate alimen‐ tari e di prezzi controllati. Alla mancanza di materie prime, faceva anche seguito la pro‐ gressiva smobilitazione e la fine della produzione bellica, che im‐ plicava una riconversione delle fabbriche. La mancanza di un so‐ lido mercato interno e la crisi di quelli esteri impediva ‐ tuttavia ‐ che la produzione potesse trovare sbocchi adeguati, e di conse‐ guenza molte manifatture semplicemente chiusero. In breve, inoltre, il Paese si trovò ad affrontare il problema del riassorbimento di centinaia di migliaia di disoccupati dell'indu‐ stria di guerra e di milioni di soldati smobilitati.

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IldopoguerrainItaliaeleoriginidelfascismoAbbiamoapprofonditosoprattutto levicendedeldopoguerra

inEuropa,adessodei cenni sintetici su fatti checertamenteco‐noscetemeglio,ildopoguerraitaliano.All'indomanidellaGrandeguerral'Italiasitrovòinunasitua‐

zioneeconomica,politicaesocialeprecariaedifficile.Leperditeumanediuominiinetàproduttivaeranodioltre650.000cadutiedicircaunmilioneemezzotramutilati,feritiedispersi.Lere‐gioniorientaliavevanoospitato le trinceedel frontebellicoea‐vevano subito gli effetti della rottadi Caporetto conmigliaiadiprofughicheavevanoperso imodestibeniesoprattutto lepro‐prietà agricole. Le posizioni diWilson avevano smentito, comegiàdetto,leclausolesegretedelPattodiLondraealnuovostatojugoslavo erano stati assegnati il litorale dalmata, Fiume el'IstriaOrientale.La riconversione industriale aggravava le tradizionali debo‐

lezze del sistema economico italiano: l'Italia, che dipendeva ingranpartedalleimportazionidigranoecarbone,avevacontrattopesantissimidebiti congli StatiUnitiperaffrontaregli impegnidellamobilitazionebellica.L’inflazionegaloppanteavevaindottounamedia di aumento del costo della vita intorno al 450% ri‐spettoal1914.Lerenditeeranocosi’svalutate,cometuttiired‐ditifissi:salari,stipendieanchefittiagrari.Atuttovantaggiodicoloro che invece potevano operare sulmercato: gli industrialiche avevano fornito lo stato per la produzione bellica, gli im‐prenditoriagricoliegliagricoltoripiccoliegrandi,anchegrazieal“mercatonero”neiperiodidirarefazionedellederratealimen‐tariediprezzicontrollati.Allamancanzadimaterieprime, facevaancheseguito lapro‐

gressivasmobilitazioneelafinedellaproduzionebellica,cheim‐plicavaunariconversionedellefabbriche.Lamancanzadiunso‐lidomercatointernoelacrisidiquelliesteriimpediva‐tuttavia‐che laproduzionepotesse trovare sbocchiadeguati, edi conse‐guenzamoltemanifatturesemplicementechiusero.Inbreve,inoltre,ilPaesesitrovòadaffrontareilproblemadel

riassorbimentodi centinaia dimigliaia di disoccupati dell'indu‐striadiguerraedimilionidisoldatismobilitati.

Nel primo anno immediatamente successivo alla guerra unaseriedimovimenticoinvolgonooperai,braccianti,excombatten‐tidioriginecontadina.Politicamentequestosignificòunaimpor‐tantecrescitadeimovimentisocialisti.Lacomponentemassima‐listadelPartitoSocialista fu rafforzata dalleattese rivolteallapaceealrisarcimentochelapacedovevagarantireailavoratori.La fine della guerra e delle restrizioni politiche e della censurapermisediriprendereleattivitàpropagandisticheesindacali.Larivoluzione russa aveva alimentato speranze indipendenti dallescarneconoscenzecheseneavevano:erailpaesediunarivolu‐zioneproletariacheavevaportatounapaceimmediata,incuila‐voratoriorganizzatienonproiettavanole loroaspirazioniede‐sperienze.Adestra,invece,leformazioninazionalisteedinterventistesi

scatenavanonellacontestazionedelgovernoedeitrattatidipacee attorno ai circoli dannunziani nasceva la leggenda della"Vittoriamutilata",checercavadirivolgereindirezionenaziona‐listicaleattesediunapartedellapopolazionecheavevavissutolaguerracomeavventuraecomepromozionesociale:gliufficiali,i volontari. Nel settembre 1919 un gruppo di volontari guidatidalpoetaD’Annunziooperòuncolpodimanoperimpadronirsidi Fiume, con la sostanziale tolleranza delle potenze dell’Intesagarantidiquelterritorio.AFiumeconvergonoanchesingolimili‐tantiegruppiriassumibiliinciòchealezioneabbiamochiamatogliinterventistidisinistra.Insomma:anchesel’Italiaeraunpae‐sevincitorelapolarizzazionedelletendenzeedelleatteserispet‐toallapacenoneramoltodiversadaquellachesieraprodottainGermania.BenitoMussolini, che come e’ noto era stato un socialista di

sinistra,erainizialmenteunodeimoltidirigentidell’ interventi‐smonazionalistaspiazzatidalritornoallecondizionisocialidellapace.Nelmarzodel1919unpiccologruppodireduciediintel‐lettuali provenienti dalle più disparate aree dell'interventismo,delnazionalismoediquei“sindacalistirivoluzionari”cheaveva‐noaderitoall’interventismo,siradunòinunlocalediPiazzaSanSepolcro aMilano.Era lanascitadei Fasci di Combattimento, ilcuiprogrammaavevauncaratterealtempostessodemocratico

riformatoreenazionalista.ComenellaGermaniadeiprimianniVenti,dallasmobilitazio‐

nedell’esercitovolutadaNittinonperragioniinternazionalimasemplicementedibilancio,di formanogruppidiexcombattentiesoprattuttodiex‐arditi,diqueimilitarichesieranospecializza‐tinelleincursionifuoridalletrincee,enelcorpoacorpo,ingene‐revolontari.Ilsollecitocongedodiquestefigure,riconosciutedaicomandimilitari come fonti di potenziale sovversione, restitui’alla vita civile migliaia di giovani uomini nutriti di esaltazionedellagerarchia,dimitinazionalisticiedidisprezzoperilmondodellavoroedelleistituzioni.Come numerosi storici hanno fatto notare (ad esempio

Federico Chabod) è poi soprattutto dalla piccola borghesia, inparticolarequellarurale,che ilprimitivo fascismoattinge isuoimilitanti.Questogrupposocialeavevafornitoall’esercitolamag‐giorpartedegliufficialidicomplemento.Nonostantemoltiespo‐nentidellapiccolaproprietàruraleavesserogodutodellerisorsedelmercatodellederratealimentariessinontrovavanoforzepo‐litichechelirappresentasseromentrelaFederterra,leleghecon‐tadine,leamministrazionisocialisteeranoriferimentiimportantiperibracciantieingeneraleisalariatiagricoli.Ilritornodeisa‐lariallivellodel1913fulentissimomalacapacitàdiorganizza‐zionedeglioperaierasuperioreaquelladegliimpiegatipubblicianch’essitaglieggiatidall’inflazione,chepurepartivanoingene‐raledaretribuzionimigliori,edeidetentoridipiccolerendite.E’un’illusoriaimpressionediprivilegiochealimentarancorianti‐proletaripericolosi.Lafrustrazioneperquestasituazionefuter‐renofertileperlafondazionedeiprimiFascidicombattimento.Nelmovimentofascistaconfluironoarditi,nazionalisti,sinda‐

calisti rivoluzionari ed ex combattenti di ogni arma e natural‐menteanche“avventurieri”cuilaguerraavevaoffertooccasioniirripetibili.Appena20giornidopolafondazionedeiFascileneo‐natesquadred'azionesiscontraronoconisocialistieassaltaro‐no la sede del giornale socialistaL'Avanti!, devastandola. Era ilquotidianocheMussoliniavevadirettobrillantementedal1912al’14primadidiventareinterventistaefondareIlpopolod’Italia,ilfuturogiornaleufficialedelregimefascista.Nelgirodiqualche

mese i Fasci si diffusero in tutta Italia, sebbene con una consi‐stenzaassaiscarsa.Il 23 giugno 1919 si insediò il governodi Francesco Saverio

Nitti, sostituendo il dimissionario Vittorio Emanuele Orlando,dopoledelusioniseguiteaitrattatidipace.Lepoliticheintrapre‐sedaNittisollevaronounfortissimomalcontento,soprattuttoframilitari,congedatienazionalisti.Cosìil19settembre1919,Gabrieled'Annunziospinsedeire‐

partidelRegioEsercitoadammutinarsieaseguirloaFiume,do‐veinstallòungoverno“rivoluzionario”sfidandoicontraentidel‐la pace di Versailles a riconoscere l’adesione di quel comuneall’Italia. Mussolini sostenne verbalmente il colpo di mano pursenzaspendersidirettamentenell’impresa.Il16novembredel1919,nelleelezionicheperlaprimavolta

adottavano il sistemaproporzionale e lo scrutinio di lista si af‐fermano due grandi partiti dimassa: il Partito Socialista (32%deivotichenefannoilprimopartitod’Italia)e ilnuovoPartitoPopolare,fondatonelgennaiodellostessoanno,cheottenneallasuaprimaprovaelettoraleil20%e100deputati.IlPartitoPopo‐laredisponevadiunaretecoincidenteconmolteparrocchieesitrovòadaccoglieresialamobilitazionepoliticadiunaimportan‐teintellettualitàcattolicasialaradicalizzazionedisettoricattoli‐cidelmondodellavoro.Ilmovimentofascista(presentatosisoloaMilano)invecesubìunadurissimadisfatta,tantodafarmedita‐reaMussolinil'abbandonodellapolitica.Nonostante lacrisi iniziasseamorderenellecapacitàdiresi‐

stenzadei lavoratori, ilbiennio19‐20segna importantiacquisi‐zioni del mondo del lavoro. Le 8 ore di lavoro per i salariatidell’industriaedell’agricoltura.L’imponibiledimanod’opera(al‐lo scopo di provvedere alla occupazione della manodopera di‐sponibile,iproprietarieaffittuaricapitalisticisiimpegnavanoadassumere,salvoneiperiodidimortastagione,unnumeroprecisodibraccianti inbasealledimensioni e allaproduttivitàdel fon‐do). Ilcollocamento: “Inognicomuneo frazione importante[...]vienecostituitounUfficiodicollocamentodiclasse,edirettodaunComitatodicinquemembrinominatidatuttiindistintamenteicontadiniautenticidelComuneodellaFrazione,conrappresen‐

tanzadellaminoranza”:quindiperilavorinonqualificatisiabo‐livalachiamatanominalechepermettevadidiscriminareibrac‐ciantisgraditiaiproprietari.Nell'estatedel1920unoscioperoi‐nizialmente sindacale (per orario, rivalutazione del salario econquistenormative)siampliaancheacausadellaserratadegliimprenditori metallurgici in una occupazione generalizzata diopificieinstallazioniindustrialiinquasituttoilPaese,conespe‐rimentidiautogestione,autoproduzioneelacreazionediconsiglidi fabbrica. Nelle aziende soprattutto metallurgiche erano natigiàprimadellaGrandeguerradeicomitati riconosciuticontrat‐tualmente,chevennerogeneralizzaticonilriconoscimentodelleCommissioniInternecheavvanoilcompitodi«risolverelecon‐troversiee tutti i conflitti diqualsiasinatura», e costituirono laprima formadi rappresentanzadei lavoratori inunaunitàpro‐duttiva.ATorino il gruppodell’OrdineNuovo, unodeiperiodicisocialistiallorapubblicato,spingonoperlacreazionediConsiglidifabbricaelettifratuttiglioperaideirepartienonsolofraigiàsindacalizzati. Ilmovimento che si estende a tutto il “triangoloindustriale”ottieneun successo sindacale che si svuotaperòdisensopoliticoperche’ildiritto,purratificatodalladirezioneCgil,a partecipare al controllo delle scelte d’impresa rimase letteramorta.Aquestopuntol’operadiaggressioneeintimidazionefascista

contro socialisti, militanti, lavoratori organizzati e il neonato(gennaio1921)partitocomunistadiventapoliticamenteperico‐losaacausadel riflussodelmovimento iniziatocon la sconfittapolitica dell’occupazione delle fabbriche. La sistematica campa‐gna fascista di distruzione dei centri di aggregazione operaia esindacaleediintimidazionedeiloromilitanti–assiemeallacon‐temporaneapolitica sotterraneacondottadaMussolininei con‐frontideipartitimoderati–portaronoilsocialismoadunacrisipoliticanonostante il consensoelettoraleancoraampio,mentreparallelamentecrescevano la forzanumericae l’intraprendenzapoliticadeiFascidiCombattimento.Così,mentrenel1921enel1922ilPartitoSocialistaItalianosi

disgregava induesuccessivescissioni,dandovitaalPartitoCo‐munistad'ItaliaealPartitoSocialistaUnitario,riformista,il7no‐

vembre 1921 nasceva il Partito Nazionale Fascista (Pnf), tra‐sformandoilmovimentoinpartitoeaccettandocompromessile‐galitariecostituzionaliconleforzemoderate.InquelperiodoilPnfgiunseadavereben300.000iscritti.Dalpuntodi vistaorganizzativo, al "gruppodiMilano" –nu‐

cleooriginariodelFascismo–siaggiunseunacomponenteruralee agraria, fortedell'appoggiodei latifondisti emiliani, pugliesi etoscani: le prime due erano le regioni dove si concentravano ilcapitalismoagrarioeisalariatiagricoli.Proprioinquesteregionilesquadreguidatedairasfuronopiùdeterminateacolpireisin‐dacalisti, i socialisti e i comunisti, i popolari, con bastonature,aggressionipersonalie digruppoeomicidi ingenere impuniti.Inquestoclimadiviolenza,alleelezionidel15maggio1921ifa‐scistiriuscironoaportareinparlamentoiloroprimideputati,fracuiMussolini,elettiall’internodiblocchiconservatori.Leelezio‐ni amministrative vedono ancora la maggior parte dei grandicentriamministratidaisocialistimaifascistiriesconoadimpedirloro funzionare invadendone fisicamente le sedi grazieall’impunitàchelostatoliberaleconsenteloro.In questa complessa situazione si forma della primavera del

1922l’Alleanzadel lavoroacuirestanoestraneisoloisindacaticattolici.Essapromuoveperil1agosto1922unoscioperogene‐raledetto“legalitario”contro ladegenerazioneindottadallevio‐lenze fascistecontro le istituzioni.Nonostante l’interventodellesquadrearmateinsostituzionedegliscioperantiloscioperorie‐sce, senza però trovare nella classe dirigente liberalequell’ascoltocheilsocialistaFilippoTuratiavevasperato.AquelpuntoMussolinioperòunaforzatura:unnutritogrup‐

podi 50.000 squadristi venne radunato nell'alto Lazio e spintodaquattrodirigentipoliticicontrolaCapitale,il28ottobre1922.Eranoiquadrumviri:MicheleBianchi,ItaloBalbo,CesaredeVec‐chi e il generale Emilio deBono: un generale in servizio, il checertamenteconfiguraval’iniziativacomeeversiva.Mentrel'Eser‐cito si preparava a fronteggiare il colpo di mano fascista (conBadoglio principale sostenitore della linea dura) il re VittorioEmanuele III non firmò il decreto sulla statod’emergenzaaval‐

landosostanzialmente lapressioneeversivasulgoverno.Leca‐micieneremarciaronosullaCapitaleil30ottobre.QuellostessogiornoilreincaricòBenitoMussolinidiformare

ilnuovogoverno.Ilcapodel fascismoavevalasciatoMilanoperRoma invagone lettoeassunse l’incariconelle formestatutarietradizionali.Eralacombinazionefraviolenzaeversivaepenetra‐zionenelleistituzionicheHitleravrebbeimitatofrail’32eil’33dopoladuralezionedelfallitoputschdel’23.NelperiodoprecedentelamarciasuRomalesquadred’azione

devastarono dieci sedi di giornali, venticinque case del popolo,cinquantanovecameredellavoro,ottantacinquesedidicoopera‐tive,quarantatréleghecontadine,trentaseicircolioperai,dicias‐sette circoli di cultura, trentaquattro sezioni socialiste e dodiciassociazionivariecausandocentinaiadimortieferitigravi,spes‐somortisuccessivamenteperitraumiriportati.Leinterpretazionidelfascismohannoriempitounnumerota‐

ledi bibliografie chenonpossiamoquidarne conto senonpercenni. Le interpretazioni progressiste e marxiste (un esempio:GiorgioCandeloro),quelleliberali(BenedettoCroce,LuigiSalva‐torelli),quellediRenzoDeFeliceodiEmilioGentilecolgonotut‐teaspetti importantidiquestocomplessofenomeno.Il fascismorispondecertamenteagliinteressidiuncapitalismoindustrialeesoprattuttoagrariooperante inuncontesto incui le istituzioniliberalinonavevanomostratodisaperereggereeintegraresta‐bilmente le spintedei lavoratoriorganizzati indirezionediunatrasformazione radicale dei rapporti di forza a proprio favore.Tuttavia ilpersonalepoliticodellosquadrismoepoidel regimeera per lamaggior parte proveniente da una piccola borghesiaurbana a cui l’incompletamodernizzazione italiana non offrivapercorsiprofessionaliepoliticiecheprobabilmentecredetteini‐zialmenteallapossibilitàdiuna“terzavia” fracapitalismoeso‐cialismo.Essatrovòneiquadridellaburocraziapoliticaecorpo‐rativaunapienavalorizzazionedellesuecompetenzedopoaverefornitoilsuoodioantiproletarioallafaseviolentadellaconquistadelpotere.Torneremopiùavantisullaquestionedelconsensoedel“regimereazionariodimassa”.Ilnuovogovernosipresentòcomeungovernocostituzionale

fortementespostatoadestra,conlapresenzadifascisti,militariequalchepopolareeliberale.Latrasformazioneindittaturaco‐pregliannidal’22al1926.Lapoliticaeconomicafascistainizialmentee’liberista,fautri‐

cedellostato“minimo”manchesteriano(adiredellostessoMus‐solini)condrasticheriduzionidellaspesapubblica,abolizionediogniformadicontrollosuiprezziesuifitti,privatizzazionedelleassicurazionisullavitaedelserviziotelefonico,licenziamentiper“esubero”oimproduttività.Inrealtàsitrattòdiunaveraepropriaepurazionesoprattut‐

to tra i ferrovieri:nelgennaio1923 ilConsigliodeiministriap‐provò 36.000 licenziamenti, vendicandosi di una categoria cheavevaagitomolto efficacementedurante lo sciopero legalitario.Nellastessariunioneaboli’lafestadelPrimomaggioelasostitui’conquelladel21aprile (il “NatalediRoma”).Nel corsodel ’23vieneanchevaratalariformadellascuolanotadalnomedelmi‐nistro che la ideò, Giovanni Gentile. Essa prevedeva l’ innalza‐mentodell'obbligoscolasticosinoalquattordicesimoannodietà.Dopo i primi cinque anni di scuola elementare uguali per tutti,l'alunno doveva scegliere tra liceo scientifico, ginnasio e scuolacomplementareper l'avviamentoal lavoro.Solo lascuolamediaconsentiva l'accesso ai licei e a sua volta solo il liceo classicopermetteval'iscrizioneatuttelefacoltàuniversitarie.Disciplina‐vaivaritipidiistituzioniscolastiche:statali,privateeparificate.L’insegnamento obbligatorio della religione cattolica era consi‐derata "fondamento e coronamento" dell'istruzione primaria.Venne istituito l’istitutomagistrale per la formazionedei futuriinsegnanti elementari. La riforma Gentile aboli’ lo studio dellapsicologia,delladidatticaeogniattivitàdi tirocinioe impose lasoppressionedegli istitutiscolasticidiogniordineegradodellelingue delle comunità nazionali appena annesse all'Italia (tede‐sca,slovenaecroata).Unariformafortementeclassistache iso‐lava lacultura italianadall’interesseper lascienza,per ledisci‐plineeconomicheesocialiecheponevalepremesseperilCon‐cordatocolVaticanoequindiladiscriminazionedelleminoranzereligiose.IFascidi combattimentovennero inseritidell'esercitocon la

fondazionenelgennaio1923dellaMiliziaVolontariaperlaSicu‐rezzaNazionale(MVSI),primosintomodiunaprogressivaidenti‐ficazionedelPartitoconloStato.Invistadelleelezionidel6aprile1924Mussolinifeceappro‐

vareunanuovaleggeelettorale,notacomeLeggeAcerbo,chea‐vrebbedato idue terzidei seggialla listacheavesseraccolto il25%deivoti.Lacampagnaelettoralesitenneinunclimaditen‐sionesenzaprecedenticonintimidazioniepestaggi.IlcosiddettolistoneguidatodaMussoliniottenneil64,9%deivoti.Il30maggio1924ildeputatoGiacomoMatteottidelPSU,elet‐

toaRovigo,inun’isola“rossa”nelVenetocattolicopreselaparolaallaCameracontestando i risultatidelleelezioniedenunciandononsoloviolenzeeintimidazionimavereeproprieirregolaritàebrogli. Il10giugno1924MatteottivennerapitoinpienocentrodiRomadaungruppodisquadristieucciso.L'opposizione risposeaquestoavvenimentononpartecipan‐

doailavoriparlamentari,iniziativanotacome“l’Aventino”.Lasi‐tuazioneprecipitòil16agostoquandoilcorpodiMatteottifuri‐trovato nei pressi di Roma nel bosco della Quartarella. UominicomeIvanoeBonomi,AntonioSalandraeVittorioEmanueleOr‐lando–unexsocialistainterventistaedueliberalidilungocorso–esercitaronoallorapressionisulreaffinchéMussolinifossede‐stituito, come il più giovane liberale Giovanni Amendola, già e‐splicitamenteantifascista,maVittorioEmanueleIIIappellandosialloStatutoAlbertinoreplicò:«Iosonosordoecieco.ImieiocchielemieorecchiesonoilSenatoelaCamera»equindinoninter‐venne.Nel corso dell’autunno 1924 il gruppo parlamentare co‐munista il cui partito era favorevole all’appello a un’iniziativapopolareealloscioperogeneralerientraallaCamera.GiornalisticomeLuigiAlbertinidelCorrieredellaserael’opinionepubblicamoderata restanocolpitinegativamentedaunaviolazionecosi’aperta della legalità istituzionale. Ma questa pubblica opinionenonsimetteincontattoconl’Aventinoeicomunistirestanoiso‐lati.Siarrivacosi’alladiscussioneparlamentaredelcaso.Il3gennaio1925allaCameraMussolinirecitòundiscorsodi‐

ventatofamosoincuisiassunseogniresponsabilitàperglieven‐

ti.Cosi’afferma:«Dichiaroqui,alcospettodiquestaAssembleaealcospettodituttoilpopoloitaliano,cheioassumo,iosolo,lare‐sponsabilitàpolitica,morale,storicadi tuttoquantoèavvenuto.Selefrasipiùomenostorpiatebastanoperimpiccareunuomo,fuoriilpaloefuorilacorda!Seilfascismononèstatocheoliodiricinoemanganello,enoninveceunapassionesuperbadellami‐gliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è statoun'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associa‐zioneadelinquere!Se tutte leviolenzesonostate il risultatodiundeterminatoclimastorico,politicoemorale,ebbeneame laresponsabilità di questo, perchéquesto clima storico, politico emoraleiol'hocreatoconunapropagandachevadall'interventoadoggi.»Con questo discorso inizia la trasformazionediMussolini da

presidente del Consiglio di un governo di estrema destra adittatore.Nelbiennio1925‐1926venneroscioltituttiipartitieleassociazioninonfasciste,vennesoppressaognilibertàdistampa,diriunioneodiparola,venneripristinatalapenadimorteeven‐necreatounTribunalespecialeconamplissimipoteri,ingradodimandarealconfinoconunsempliceprovvedimentoamministra‐tivolepersonesgraditealregime.Nelcorsodel1925vienesmantellatoancheilsindacalismoli‐

bero.La politica sindacale del fascismo e’ assai più complessa di

quellanazistacheaboliscepuramenteesemplicementeogniau‐tonomiaorganizzativafinoadecretaretreannidicarcereper ilreatodiscioperofindaiprimimesidelregime.Unprimomomentodiquestapoliticasiriassumeneirapporti

conl’UnioneItalianadelLavoro(Uil).Eraun’organizzazioneco‐stituita il 9 giugno del 1918 da sindacalisti rivoluzionari che,convertitiall’interventismo,eranouscitidall’Unionesindacale i‐taliana:unafigurafamosadiquestoambienteerailsindacalistaepoiinterventistaFilippoCorridoni.Nelcongressodifondazione,svoltosi in piazza San Sepolcro aMilano dove intervennero uncentinaiodidelegatiinrappresentanzadi120milaorganizzati,siaffermòladirezionediEdmondoRossonichefunominatosegre‐tario della nuova struttura sindacale. Rossoni, proveniente da

unalungaesperienzadisindacalistarivoluzionarioedalcontattocol sindacalismo degli Usa dove era emigrato, sottolineò l’ esi‐genzadiottenerel’unitàsindacaleesostennel’ideadell’apoliti‐citàdelsindacatoilcuicompitoavrebbedovutoesserequellodisvuotareprogressivamenteloStatodituttelefunzionieconomi‐cheepoliticheperavocarleasé.Questaposizionefusintetizzatanel corsodell’annodallo stessosegretariodellaUilnellaparolad’ordine“dalladittaturadelproletariatoalGovernodeisindaca‐ti”.Lavalorizzazionedell’interventismocomemomentodirottu‐radellaperlorogstagnanteatmosferadellaborghesiagiolittianaavevaavvicinatoMussolinieifascistiall’Uil,matalirapportian‐daronodeteriorandosinelcorsodeimesisuccessiviperche’Ros‐sonieraconvintononstrumentalmente(cioe’nonsoloinfunzio‐neantisocialista)dell’indipendenzadelsindacatodaimovimentipolitici.TaledistaccoportòlaUilaunanettapresadiposizioneantifascista espressa nel corso del suo IV congresso nazionale,svoltosi nel 1921 a Roma. La crescente indipendenza della Uilspinseilfascismoaspostarelasuaattenzionesualtri,nuovior‐ganismi sindacali autonomi, ostili al sindacalismo comfederalecomeaquello cattolico, cheassumevanounavisionedi stampoproduttivistico. L’apoliticità, il rifiuto dello sciopero,l’identificazionedell’interessedeilavoratoriconquellodellana‐zione,daaffermarsicon lacollaborazioneproduttivacaratteriz‐zerannolenuoveorganizzazioni.Ladurasconfittasubitadal fascismonelleprimeelezionidel

dopoguerranelnovembre’19fuaquestopropositodecisiva.In‐fattilasconfittadelfascismo“sansepolcrista”convinseMussoliniarivolgersiadestraeadassumereunnettoorientamentoantio‐peraio.Inambitosindacalequestasceltalospinseadappoggiarsialle strutture sindacali economiche sorte nei mesi precedentiche, anche se si definivano apolitiche, accettavano e facevanoproprioilpianoeconomico‐socialeelaboratodaiFasci.Le prime strutture di questa natura erano nate aMilano nel

1919 come risposta allo sciopero internazionale indetto dallaConfederazione Generale del Lavoro per protestare contro lapresenzaditruppedell’intesainRussiaedUngheria:losciopero

entratonellastoriacomelo“scioperissimo”,cuiaderironoperal‐troleTradeUnionsenoncoincidenteconunaposizionecomuni‐sta ma pacifista e internazionalista. Contrari a uno sciooperogiudicatopolitico,ungruppodipostelegrafonicidiedevitaalFa‐scioPostelegrafonicochesarebbediventatoinseguitoilSindaca‐toNazionalePostelegrafoniciFascistiepoil’AssociazioneNazio‐naleFascistaPostelegrafonica.Icosiddettisindacatieconomicisisvilupparono soprattutto nel corso dell’anno seguente contrap‐ponendosiallaripresadegliscioperierappresentaronolarispo‐stadisettoriimpiegatizideiservizialriacutizzarsidelleproble‐matichesociali.HascrittoinpropositoFerdinandoCordova:«Premuti da vicino, e non cointeressati in alcun modo, per

miopia di partito ai problemi dei lavoratori, era fatale che pas‐sassero ben presto al contrattacco: avevano solamente bisognodiqualcunoche li organizzasse.Questoqualcuno fu il fascismo,che,persa,con leelezionidel1919,ognivelleitàoperaia, trovò,nelladifesadeicetimedi,ilpropriospaziopoliticosenzaconfon‐dersiedisperdersiconletanteedanonimeassociazionididestragiàesistenti».Sarannodueantifascistialconfino,quasivent’annidopo,Bru‐

noMaffi eLucioLuzzatto, aporre conunanotevole capacitàdianticipazionelaquestionediun’analisidellemodifichedelruolodei salariati nonmanuali nell’organizzazionedel lavoromoder‐na,unaquestionechenonfadiessinecessariamentedelle“classimedie”madellecomponentidelleforzedilavorosfruttate,ilcuislittamentonelcampodelfascismocostituivaunpericolochein‐sidiava,nelpienodellacrisi,lastessaclasseoperaia.Maperora,inpochesituazionilaCgileanchelaUilriesconoadorganizzareimpiegatie tecnici.Lacomponentedisalariatinonmanualirac‐coltaneisindacatieconomicifuilprimonucleodellefutureCor‐porazioni le quali, però, videro confluire al loro interno altrestrutture cresciute e sviluppatesi con il dilagare dello squadri‐smo.Contemporaneamenteallanascitadei sindacati economici,infatti,nuovieinpartediversisindacatifascistieranosortinellaVenezia Giulia con il preciso compito di riorganizzare lemasselavoratici i cuiorganismidi rappresentanza, sottoposti alle vio‐lenzescatenatecontrodilorodalFasciodiTrieste,conoscevano

una vera e propria emorragia di aderenti. Fu proprio grazie aisuccessiottenutiinquestazonachetuttiiFascifuronoinvitatiasviluppare in ogni località un movimento sindacale autonomocheavrebbedovutoagirecontroisindacatieattraversodiessiipartitidisinistraespezzareilfrontesocialista.Atalfinefucrea‐ta la Confederazione Italiana Sindacati Economici che avrebbedovuto coordinare lo sviluppo dei sindacati regionali. Potrebbeapparirepocolusinghieroperunaforzasindacaleilnasceresullabasedellaaggressione fisicaviolentacontro i sindacatipiùrap‐presentatividei lavoratori,masaràlostessoquotidianofascistaIl popolo d’Italia a vantarsene proclamando la superiorità dellaforzasullatenaceresistenzaassociativa.Ilmaggiorcontributoallosviluppodeisindacatifascistifupe‐

rò,soprattutto,lareazioneagraria.Larispostadegliagrarinellecampagnesegnò,dopocheilmovimentodeilavoratorineglianniprecedentierariuscitoamigliorarelepropriecondizionidivita,lariscossadeigrandiproprietari terrieri,scontrandosinonsolocon lecorrentimassimalistedelPsieconicomunisti,maconilmovimento cooperativo socialista, con le amministrazioni localisocialiste,conisocialistiriformisti,con le leghebracciantilie leCameredelLavoro,cheavevanoafficacementelimitatoilpoteredei proprietari vincolandoli a regole precise e sminuendone ilpoterearbitrario.L’ondatadiviolenzacheinvestìl’interopaesedistrusseovun‐

queleghe,cooperative, istituzionioperaie.AngeloTascanelsuoNascita e avventodel fascismo del 1938 ricorda cheovunque ladistruzionisiaccompagnaronoallafondazionedinuovestruttu‐rechedovevanoaccoglieregliaderentidelleleghe:“Laconcentrazionedellesquadreinunalocalità[era]sempre

seguitadalladistruzionedelleCameredellavoroedellealtrese‐disindacali,dall’assassinioodall’allontanamentoforzatodeicapisindacali locali; questa razzia costitui[va] l’atto preliminare ne‐cessarioperlafondazionediunacorporazionefascista,allaqualesifa[cevano]iscriveregliaderentidell’organizzazionedistrutta”.Inuovi sindacati fascisti assorbironocosì gli iscrittidelleor‐

ganizzazionipresentisulterritorio.Sottopostiadunaviolenzai‐ninterrotta, che vanificò in pochi mesi un operato di venti o

trent’anni,massedi lavoratori furonocostretteadabbandonareleproprieorganizzazioni tradizionali per confluire inquelle fa‐sciste con grave riduzione del numero degli iscritti confederalialla finedel1921. La crescitanumericadelle organizzazioni fa‐sciste e le tensioni che si aprirono in seno al fascismo tra glisquadristi della Valle Padana eMussolini a causa del tentativomomentaneodi“pacificazione”daquestipropostonell’estatedel1921 ai socialisti riformisti, accelerarono la costituzionedi unaConfederazionesindacalefascista.Ilfenomenoavevaperòinvestitoassaimenoisindacatiindu‐

striali.Doveicontrattiavevanorisoltoalmenoinparteilfonda‐mentaleproblemadellacontinuitàdellavoroglioperaipoteronoconservaremoltopiùalungoillegameorganizzativochesieranodati autonomamente. Le funzioni del collocamento svolte dallaFederterravenneroquindiassuntebrutalmentedaisindacatifa‐scisti, anchesenaturalmentenevennerorifiutate lepratichee‐gualitarie.Il 24gennaiodel1922, aBologna, fu inaugurato il convegno

sindacalepromossodalPartitoNazionaleFascistaappenasorto,dacui sarebbenata laConfederazioneNazionaledelleCorpora‐zioniSindacalicheriunìtuttigliorganismisindacali legatial fa‐scismo.Fralediverseposizionicheemerseronelconvegnopre‐valse la tesi di un organismo sindacale autonomo di nome,mache,difatto,dovevaesserelegatoalPnf.AguidarelaConfedera‐zione delle Corporazioni fu chiamato Edmondo Rossoni che asuavoltaerauscitodallaUiledavevaassuntolaguidadellaCa‐meradelLavorodiFerrara.AccettandolasegreteriadelleCorpo‐razionieglivenivamenoall’impostazioneautonomistacheavevacaratterizzato le sueprecedenti posizioni,manon aveva rinun‐ciato, come vedremo in seguito, all’aspirazione a un sindacatoconfunzionieconomiche“integrali”.TalecontraddizionefudaluisuperatasostenendosullepaginedeIl lavorod’Italia, ilgiornalefondatoperdiffondereiprincipidelleCorporazioni,cheicomuniriferimenti all’interesse nazionale avevano permesso il supera‐mentodellapregiudizialeantipartitica.LanuovaConfederazioneavrebbedovuto fondarsi suun sindacalismonazionale cheper‐mettesse il superamentodell’antagonismodi classe traproleta‐

riatoeborghesiapergiungereallarealizzazionediunanuovau‐nitàorganicanazionale.Taliposizionifuronoribaditeinoccasionedelprimocongres‐

sodelleCorporazioni,svoltosiil4giugnodel1922,doveRossoniesposelelineeguidadelnuovoistitutosindacale.LeCorporazio‐ni, a suoparere,non intendevano inoltrecontestare l’assettoe‐conomico capitalistico vigente, ma essere funzionali ad esso epromuovere il libero gioco delle forze economiche sviluppandoprocedure conciliative anziché conflittuali. L’apporto delle Cor‐porazionifascisteallamarciasuRomafuscarsoancheseunodeiquadrumviri,MicheleBianchi, aveva inpassato aderito alla fra‐zione sindacalrivoluzionaria,ma soprattutto comepubblicista egiornalista.Dopolapresadelpotere,però,ilfascismorafforzòul‐teriormente isuoi legamicon isindacati tantoche,all’iniziodel1923, una risoluzione del Partito proclamò l’incompatibilità fral’adesionealPnfel’appartenenzaaorganizzazionisindacalinoncorporative.Iprincìpifondamentalidelsindacalismofascistafuronopresto

destinatiascontrarsiconunarealtàsegnatadaunaprofondacri‐si economico‐sociale le cui conseguenzeprovocavano il sorgered’agitazioniche,di fatto,ne sconfessavanoleaspirazioniconci‐liative. L’ideologia del sindacalismo fascista fu costretta a con‐frontarsi conundupliceorientamento.Daun lato, infatti, leor‐ganizzazionipadronali,chegraziealfascismoavevanoriconqui‐statouna considerevole libertàdimovimento,non intendevanosacrificare in favoredelleCorporazioni fascistequantoavevanoottenutodirecente.Oltrechesuonarecomeuncondannaaiprin‐cìpiformulatidaisindacatifascisti,laripresadiscioperieagita‐zionirischiavaditradursiinunafugadegliassociatidalleCorpo‐razioniversoitradizionalireferentisindacaliche,peraltro,ave‐vanocontinuatoariscuoterelamaggioranzadeiconsensi.Pressoi lavoratori ma anche – gravissimo problema, per il fascismo ‐presso gli imprenditori che se proprio dovevano accettare ditrattare con un sindacato preferivano che questo fosse rappre‐sentativoequindiparadossalmente“sifidavano”dipiùdeisin‐dacati confederali: nonmancano in questo senso ne’ dimostra‐zioni pratiche ne’ dichiarazioni. Le agitazioni e gli scioperi che

ebberoluogofrail’23eil‘25mostraronotuttiilimitidelsinda‐calismofascista.Nonsoloconlaloroazionealimentaronolacon‐traddizionetraunateoriaconciliativaeunaprassiforzatamenteantagonista,manonfuronomaiingradodifarvalerelerichiestedeiproprirappresentati.Levertenze,infatti,eranogeneralmentechiuseconaccordibenlontanidallerichiesteavanzatementreinaltre occasioni, nell’impossibilità di vincere l’intransigenza pa‐dronale,potevanoesserechiusesolograziealdirettointerventodelGovernocheimponevalapropriasoluzione.Siavevacosìunsindacato incapacedi far valere le proprie ragioni e subalternosiaalmondopadronalesiaalGoverno.Ladebolezzadeisindacatifascistielaloroscarsapenetrazio‐

nenellarealtàoperaia,emerseconlamassimachiarezzainocca‐sionedelleelezioniperleCommissioniinterneedelgrandescio‐pero dei metallurgici del marzo del 1925. Nel corso dei primimesidel1924leelezionisvoltesinellefabbrichediTorinosanci‐rono un netto consenso della Fiom, che ottenne l’81 per centodellepreferenze,controunmodesto15percentoraccoltodalleCorporazioni: e questo alle soglie del caso Matteotti dopo dueannidiunregimeautoritariodilicenziamentiselettivi.Unaposi‐zioneassaifragilechesconsigliavaallestesseorganizzazionipa‐dronalidi stipulare con leCorporazioniaccordidi caratterege‐neralecheavrebberocorsoilrischiodiessereviolatidallamag‐gioranzadeipropridipendenti.AquestasituazionerisposerogliaccordidiPalazzoVidoni,

siglatiil2ottobredel1925,inforzadeiqualilerappresentanzepadronali e le Corporazioni si riconoscevano reciprocamentecomelerappresentanzeesclusivedeilavoratori(le“maestranze”nel linguaggio di allora) e degli industriali. Era inoltre stabilital’abolizionedelleCommissioni interne lecui funzionisarebberostate esercitatedal sindacato locale che, a suavolta, le avrebbeesercitatenei confronti della corrispondenteorganizzazione in‐dustriale.Acausadiquest’ultimoprovvedimentoilnuovosinda‐calismoeraesclusodaqualsiasirapportodirettoconlefabbricheeperdevatuttoilsuopotereall’internodelleazienderinuncian‐do a inserirvi qualsiasi elemento di limitazione della strutturaautoritariadell’impresa.

Dopo l’accordo di PalazzoVidoni, il Gran Consiglio del fasci‐smoaffrontòilproblemadelriconoscimentogiuridicodeisinda‐cati e quello dell’istituzione dellamagistratura del lavoro, nellasessionedel6ottobre.IlprincipiofondamentalefissatodalGranConsiglio stabilì che il fenomeno sindacale dovesse essere con‐trollatoedinquadratodalloStato.Fustabilitochesarebbestatoriconosciutoununicosindacatopercategoriaecheleorganizza‐zionichegodevanoditalericonoscimentoavrebberopotutosti‐pulare contratti collettivi di lavoro validi per tutti i lavoratori:ergaomnes,nellinguaggiogiuridicoinuso.I sindacatinonriconosciutiavrebbero invececontinuatoao‐

perarecomeassociazionidifatto,perdendoperòognipossibilitàdirappresentareilmovimentodei lavoratori insededicontrat‐tazione.Diventavacosi’ facileaccusare i loromembridiattivitàsovversive e comunque togliere loro l’agibilità dei luoghi doveincontrare i lavoratori in fabbrica. Il compito di far osservare icontratticollettivistipulatierariservatoallamagistraturadella‐voro,chediventaval’arbitrodiognieventualedisaccordotraca‐pitalisti e lavoratori dato che, dove essa era attiva, non eranoammessinéloscioperonélaserrata.Quest’ultimodivietoerapoireso totale per tutti i dipendenti dello Stato e per gli impiegatideglientipubblici.LerisoluzionidellasedutadelGranConsigliodel6ottobrefuronotrasformateindisegnodileggeepresentateallaCamerail18novembre.Intaleprogettofuronostabilitiiprincìpicheavrebberodovu‐

to regolare il riconoscimentogiuridico. Sarebbero stati investitidi personalità giuridica quei sindacati che fossero in grado dirappresentarealmenoundecimodeilavoratoridiunacategoria;cheavesseroabbinato,alloscopodidifesadegliinteressiecono‐mici,lapromozioneassistenzialeeeducativaeinfinechefosserodirettidauominidialtacapacità,moralitàedisicurafedenazio‐nale: cioe’ fascisti. Il progetto fu in approvato e trasformato inleggedelloStato il3aprile1926.L’approvazionedella leggese‐gnòlafinedeisindacatinonfascistieleCorporazionirimaseroleuniche strutture che i lavoratori potevano utilizzare per difen‐dersi.Ilprovvedimentolegislativoprevedevainoltrelacreazionedellecorporazioni,chedovevanofungeredaorganiamministra‐

tividelloStato,conilcompitodicollegarefra loroleorganizza‐zionisindacaliperundeterminatoramodellaproduzioneoperuna serie di categorie d’imprese.Dopo decine e decinedi per‐quisizioni, aggressioni e forme di vera e propria persecuzionepoliticaedamministrativa,laCglsisciolsenel1927.Alcunisuoidirigenti,periniziativadelvecchioorganizzatoreRinaldoRigoladavanovitaall’Associazioneproblemidellavoro(percuirimandosugliantifascisti)mentreBrunoBuozzi,importantedirigenteme‐tallurgico,emigròaParigigiànellottobredel’26ricostituendonelestruttureinFrancia.Il24dicembre1925unaleggecambiòlecaratteristichedello

Stato liberale: Benito Mussolini cessò di essere Presidente delConsiglio,cioèunprimusinterpares traiministriediventòPri‐moMinistroSegretariodiStato,nominatodalreeresponsabiledifrontealuienonpiùalParlamento;alorovoltaiministrive‐nivanonominatidalresupropostadelPrimoministroerespon‐sabilidi frontea luiealre. Inoltre la leggestabilivachenessunprogettopoteva esserediscussodal Parlamento senza l’ appro‐vazionedelPrimoministro.Il4febbraio1926isindacielettivivennerosostituitidapode‐

stà nominati con decreto reale, mentre gli organi elettivi qualiconsigli e giunte vennero sostituiti da consulte comunali di no‐minaprefettizia.Il16marzo1928laCameradeiDeputatifuchiamataavotare

ilcriterioperilrinnovodellarappresentanzanazionale.Ilcrite‐rio prevedeva una lista unica di 400 candidati scelti dal GranConsigliodelFascismosupropostadalleorganizzazioni fascistedeilavoratoriedegliimprenditoriedaaltreassociazioniricono‐sciute.Glielettoridovevanoapprovareononapprovaretalelista.Lariformapassò,quasisenzadiscussioni,con216sìe15no.Gio‐litti,oltreavotarecontro,feceilsuoultimodiscorsocriticopub‐blico.AlSenatodelRegno,ancora legatoall’establishement libe‐raleeallacorona,leprotestefuronopiùvivacimalaleggefuco‐munque approvata con 161 voti favorevoli e 46 contrari. Il 24marzo1929ilpopoloitalianofuchiamatoavotarelalistadide‐putati proposta dal Gran Consiglio del Fascismo: ottomilioni e

mezzovotaronosì,soltanto136.000votaronono,lapercentualedeivotantifudell’89,6%.Il Gran Consiglio del Fascismo, istituito il 15 dicembre 1922

come organo supremo del Partito Nazionale Fascista, divenneorgano costituzionale del Regno con la legge del 9 dicembre1928, che loqualificava come “organosupremo, che coordinaeintegratutteleattivitàdelregimesortodallarivoluzionedell'ot‐tobre1922”.Tenne lasuaultimaseduta il24 luglio1943,dopoquattroannidiinattività.Avevasubitounprogressivoesautora‐mentomentreilpoteresieraaccentratosempredipiùnellaper‐sonadiMussolini.Fusoppressoil2agosto’43.Lasuacomposizionerispecchiavalasovrapposizionefrafun‐

zioni proprie di un organismo di partito e funzioni proprie diunaistituzionestatale,caratteristicadelfascismo.Infattineface‐vanopartecarichedipartitoecariche istituzuionaliederapre‐siedutodallostessoMussolini.PoliticaeconomicadelladittaturafascistaIlprimogrossoproblemacheladittaturadovetteaffrontarefu

lasvalutazionedellalira.Laripresaproduttivasuccessivaallafi‐nedellaprimaguerramondialeportòeffettinegativiqualilaca‐renzadimaterieprimeeaduneccessodiproduzionerispettoal‐lepossibilitàdelmercato interno.Nell'immediato, i primi segnidellacrisifuronoungeneraleaumentodeiprezzi,l'aumentodel‐la disoccupazione, la compressione dei salari e la diminuzionedegliinvestimentiinItaliaedeiprestitialloStato.Perrisolvere ilproblema,comeinGermania,vennedecisodi

stampareulterioremonetaperonorareidebitidiguerracontrat‐ticonlaGranBretagnamasoprattuttocongliStatiUniti.Ovvia‐mentequestoaumentòl’inflazioneeprovocòunagravesvaluta‐zionedellaliraneiconfrontididollaroesterlina,lemonetediri‐ferimentodeimercatimondiali.Dopoavercercatodifronteggia‐re la situazione con una riduzione non contrattata dei salari(tramitel’aumentodell’orarioda8a9oreaparitàdiretribuzio‐ne)Mussolinireagi’conunaclamorosadecisione:lafamosaquo­ta90,anticipatadadiscorsiradiofoniciedichiarazionipubblicheallafinedel’26eraggiuntanellaprimaveradel’27.Rivalutandofortementelaliraneiconfrontidellasterlina,Mussolinispinseil

paese fuori dai mercati d'esportazione poiché con tale mossaraddoppiò ilprezzodellemerci italianeall'estero.Ladeflazioneprovocata mise in difficoltà le medie imprese aumentando ilprezzodeldenaroma legrandi imprese resseroal colpograziealla rivalutazione delle loro risorse finanziarie. In questomodoMussolini rassicurò le rendite finanziarie che avevano cosi’ du‐ramente soffertodell’inflazionedeldopoguerrae i cui timoria‐vevano contribuito ad assicurargli consenso elettorale, se nonadesionemilitante.Inunasituazioneeconomicagiàprovatadallaquotanovanta

giunsero sia purenon immediatamente gli effetti della crisi del’29.Comegiàsie’dettotantevoltealezione,leeconomiefuronotantopiùcolpitedaessaquantopiùlegatealsistemafinanziariostatunitense.GlieffettidellacrisigiungonoinItaliaconuncertoritardo,cioèsoloallafinedel1930econeffettiparzialmenteat‐tenuatirispettoadaltrenazionipiùesposte,comelaGermaniael’Inghilterra.Avevano contribuito a questo ritardo alcune circostanze, in

primoluogolarelativaarretratezzadell’economiaitaliana,anco‐ra solo parzialmente industrializzata e dove erano tuttora pre‐sentileformesocialitipichediunpaeseprevalentementerurale(urbanizzazione nonmolto intensa, strutture familiari allargatecapacidioffriresostegnoaidisoccupati,unarelativabassainte‐grazionenelmercatointernazionale).Insecondoluogolapoliticadeflazionisticaavevagiàrallentatolosviluppoeconomicoitalia‐nonellasecondametàdeglianniVentiequindil’economiaitalia‐raeratutt’altroche“surriscaldata”.Glieffettidellacrisisifecerocomunquesentire:nel1930 laproduzione industrialescesedel23%circaequellaagricoladel50%;iprezzisceserobruscamen‐tementreilvaloredeititoliindustrialicadevadel40%circa.La più colpita fu la produzione destinata all’esportazione. A

ciò si accompagnavano un forte indebolimento della moneta eunagravecrisibancaria,cheprovoconounaseriedifallimentiacatenaconpiùdiunmilionedidisoccupatieagitazioni sponta‐nee che riemersero in tutto il paese. Il governo fascista risposecon la riduzione generalizzata dei salari, resa più agevole dallasterilizzazione dell’azione sindacale, tentando anche di interve‐

nireconunaseriedioperepubbliche.Madifronteallasituazionesemprepiùgrave,eanchespintodallanecessitàdieffettuareunriordinodelsistemabancarioitalianoormaiimprorogabile,ilgo‐vernofascistascelsediorganizzarel’interventostatalenellacrisi.Lasceltadelfascismononfuquindisoprattuttorivoltaalrilanciodell’occupazioneequindidelladomandatramitelavoripubblici,cheebberoun ruolo secondario,ne’ fu la classica sceltadei go‐verniliberali,disostenerelamoneta. Malacreazionedientidiinterventochedaprovvisoridivenneroinseguitopermanentifufattanondafascisti“dellaprimaora”promossidalregimebensi’dauntecnicoconunpassatosocialistaepoiinterventista,Alber‐toBeneduce,affiancatodaDonatoMenichella,futurogovernato‐redellaBancad’ItaliadopolaLiberazione.Nel1931vennefon‐datal’IMI(IstitutoMobiliareItaliano)specializzatanelcreditoal‐le attività industriali di lungo emedioperiodo, autorizzata a e‐mettereobbligazioniperfinanziarsi.Nel1933fucreatal’Iri(Isti‐tutoperlaRicostruzioneIndustriale)comeenteprovvisorioconilcompitodirilevareleazionidelleaziendeincrisiegestirleconmanagerdaessasceltiperpoirestituirleaiprivatidopo il risa‐namento.Il sistema ideato da Beneduce prevedeva finalmente anche

per l’Italia la separazione tra lebanchedestinatealla raccoltaegestionedelrisparmiodeisingolieleimpreseindustriali,conlapartecipazione diretta dello stato al capitale di controllo delleimprese che sarebbero rimaste società per azioni, continuandoquindiadassociare,inposizionediminoranza,ilcapitaleprivato;lagestionedelleimpreseeraimprontataauncriteriorigidamen‐teprivatistico,diefficienzaregolatadalmercato.Lostatosiriservavaunruolodiindirizzodellosviluppoindu‐

striale,ma non di gestione diretta: infatti non si tratterà di unprocessodinazionalizzazionemadiunaseriediinterventifina‐lizzatialsalvataggioealsostegnofinanziariodisingoleimprese.Importantenella strategiadell’Irierasoprattutto lacreazione

digruppidiamministratoriemanagerpubblici:leimpresestata‐lisarannoguidatedafigurediprimopianonellastoriadelcapita‐lismo industriale italianocomeOscarSinigaglia,AgostinoRoccaedEnricoMattei.

Conlacreazionedell’IrisiaffermòinItaliaunaformadicapi‐talismo “misto” (metà pubblico e metà privato) originale, chesvolseun ruolopreminentenell’orientare razionalmente lo svi‐luppoindustrialedelpaese.L’Irisipresentavacomeunagrandeconglomeratadiproprietàdellostato,conunadotazioneinizialedellaBancad’Italiaelafacoltàdiemettereobbligazioniagaran‐ziastataleperconvogliareilrisparmioaifinidellosviluppoindu‐striale.L’Iri svolse un ruolo importante di razionalizzazione della

strutturaproduttivaindustrialeconlacreazione,negliannisuc‐cessivi,digruppidisettorequalilaStetperletelecomunicazio‐ni;laFinmareperilsettorearmatoriale;laFinsiderperilsettoresiderurgico.Nel 1933 l’Iri acquisi’in forme varie, dalle vecchie banche in

crisiedaiprivati,il21,5%dituttoilcapitaledellesocietàpera‐zioniitalianecontrollandoil42%delcapitaleazionarioitaliano.Nel 1937 l’Iri venne trasformato in entepermanente. La scelta,anche sealmomentoera legata aunapoliticadi autarchia ediprestigionazionaledicuigiàsie’dettoapropositodellaguerrad’Etiopia, si rivelòefficaceevenne infatti riconfermatadai suc‐cessivigovernirepubblicanidopolaLiberazione.Attraversoilmeccanismodellepartecipazionistatali,sirealiz‐

zava anche una forma assai efficace di intervento diretto delloStato nell’economia allo scopo di orientarne e dirigerne lo svi‐lupposecondounapoliticadiprogrammazioneeconomica.Nel 1937 lo stato italiano controllava ampi settori

dell’industrianazionaleedelsistemacreditizio,inparticolareneisettoriadaltaintensitàdicapitaleconimpresedigrandidimen‐sioni:100%dellasiderurgiadiinteressebellico(Terni,Ansaldo,Co‐

gne)40%dellasiderurgiacomune80‐90%dellecostruzioninavali30%dell’industriaelettrica25%dell’industriameccanica20%dell’industriadelrayonefibreartificiali15%dell’industriachimica

15%dell’industriacotoniera80% del settore bancario (le tre principali banche italiane:

Bancacommercialeitaliana,Creditoitaliano,BancodiRoma).Neldopoguerral’Iriallargòlasuasferadiinterventodiversifi‐

candolapropriapresenzainmolteplicisettoridell’economiaita‐liana, ma soprattutto assumendo un ruolo fondamentale nellapolitica economica: lepartecipazioni statali saranno infattipro‐tagoniste di nuovi complessi obiettivi di indirizzo del mercato(riequilibri settoriali, riequilibrio nord‐sud, gestione anticiclicadellaspesapubblica), finoall’assunzionedionerigeneralicomela politica dell’occupazione e di investimenti in localizzazioniindustrialisvantaggiose.Sulla strada della modernizzazione e della competitività del

sistemaindustrialefuronomoltoimportantiirisultaticonseguitinel settore siderurgicoa ciclo integrale e leprime realizzazioninel settore energetico.Nel 1950 l’Iri avviò il programmaper lacostruzionedella reteautostradale con la costituzionedellaSo‐cietà Autostrade, potenziò il settore navale e quello telefonico.Inoltrecreòtrenuovicampidiattivitàdiretta:laradiotelevisioneconl’Eiar(chediventòpoilaRai),itrasportiaereiconl’AlitaliaelaproduzionedelcementoconlaCementir.Nellasecondametàdiqueldecenniol’interosistemadellepar‐

tecipazionidelloStato,sempreaffiancatodall’Imi,vennecoinvol‐to nel programma di sviluppo del Mezzogiorno: furono avviatinuovi impianti siderurgici a Taranto, una nuova linea dell’AlfaRomeoaNapoli,nuovi investimentinelle industriemeccaniche,cantieristiche e dell’ingegneria impiantistica. La lunga vitadell’Iri,finoal1997,dasolaindicalacomplessitàdellasuaazio‐ne.Delrestobenlungidalcostituireuncentrodipropagandadelregimecostitui’l’ambientediformazionedigiovaninonmilitantimaostilial fascismoecheavrebberosvoltounruolo importan‐tissimonellaricostruzionedopolaLiberazione.AdolfoTino,UgolaMalfa,EnricoCucciasonoiprincipalinomiformatisiinquestoambienteduranteecontroilfascismo.Un altromomento di consolidamento del regime fu rappre‐

sentato dalla conciliazione con il Vaticano. Infatti nel febbraio

1929,dopoanniditrattative,vennerofirmatiiPattiLateranensi,ilconcordatochericonciliavalostatounitarioitalianoconilVa‐ticano.Conlaratificadelconcordatolareligionecattolicadiven‐nereligionedistatoinItaliaefuronoriconosciutelasovranitàel'indipendenzadellaSantaSede.Il25marzo1934sisvolseil"secondoplebiscito",infunzione

propagandistica.Ilquesitovertevasull’accettazionediunanuo‐va listadi400deputatiper ilParlamentosceltidalGranConsi‐gliodelfascismo.Ufficialmentelapercentualedeisiraggiunseil96,25%.Vi rimandoaquestopuntoalladescrizionedeglieventidegli

anniTrenta:lacrisiconlaGermaniasullaquestionedell’Austrianel ’34, le vicende della guerra d’Etiopia, l’allontanamentodell’ItaliadallepotenzediVersaillesedallaSocietàdelleNazioni,l’avvicinamentoaHitler.IlfascismototalitarioGli anni Trenta sono segnati da una progressiva ricerca di

controlloesaustivodelfascismosull’interasocietà,anchesesie’parlatoditotalitarismoimperfetto:ilfascismodovevafareiconticon lamonarchia ancoradotatadiuna retedi influenze senonautonomadifferenziata,nelSenatoenell’esercito;econlaChiesacheavevaottenutochel’Azionecattolicasopravvivesseefacesseconcorrenzaalregimenellasuaoperadiformazionedeigiovani.InquestoquadrolaChiesaavevaripropostoilmodellocorpo‐

rativo(nell'enciclica«quadrigesimoanno»diPioXI)cherappre‐sentavaunnettoarretramentorispettoalleposizionidelPartitopopolaremacheconcordavaconildisegnocorporativodeline‐atodalRegimeconlaCartadellavorodel21aprile1927.Ilcor‐porativismo,unprogettoassaipiù ideologicoepropagandisticocheeffettivamenterealizzato,siurtòperaltrocontrolaresisten‐zatenacedegliimprenditorichepreferironomantenereinvitalaloro associazione, la Confindustria, senza farsi assorbire dalleCorporazioni,Daquestopuntodivista,ilnazismo,cheavevaga‐rantito all’ industria pesante sua finanziatrice una pace socialeassolutae totale con il terroree con la legge,avevaottenutodipiù,assorbendonelFrontedellavoroancheleassociazioniindu‐

striali. Il fascismo diffidava della generazione che aveva cono‐sciutolelotteeiconflittidemocratici,nellaformasoprattuttodeipartitiedeisindacatideilavoratori.Puntòdunqueaplasmareilnuovo italiano fascista intervenendonell’educazione e nella so‐cializzazionedeigiovani:studentie lavoratori.L’Organizzazionenazionaledeldopolavororientraapienotitoloinquestoprogetto.Aigiovanieranodedicateleorganizzazionieducative,sportiveeparamilitaridelregime:l’OperaNazionaleBalillacheinquadravaragazzieragazze–unanovitàrilevante–dai6ai17anni;iFasciGiovanilidiCombattimentoeiGruppiUniversitariFascistiperigiovani lavoratorie,rispettivamente,studentidai18ai22anni.Le varie organizzazione dell’ONB confluirono nel ’37 nella Gio‐ventù ItalianadelLittorio (laGil chequalcheantifascista tradu‐cevacon“gioventùincretinitalentamente”).SialaGilsiailDopo‐lavoro non si limitavano a un’educazione ideologicama propo‐nevano attività ricreative e sportive che potevano suggerire unsenso di comunità. Cresceva cosi’ una generazione interamenteeducatanelle istituzioni del regime: le stesse famiglie antifasci‐ste,duramenteprovatedailicenziamentiedallediscriminazioni,qualche volta non ostacolavano queste attività che però nonsempreeranoorganizzateconlastessaefficienzaalSudrispettoalNord.Frail1928eil1929vienevarataunaleggeperl'incremento

demografico(14giugno1928);vengonofondatel’Operanaziona­leper lamaternitàe l'infanzia(Onmi)e l'Enteopereassistenzialile cui sezioni furono assorbite nel ’37 dall’Ente comunale assi‐stenza(Eca).Sial’Onmisial’EcasiprolungaronocomeaspettidelsistemadisicurezzasocialenellaRepubblica.Ilmassimo tentativo in direzione del totalitarismonel senso

dellacreazionediunaunitàorganicadellanazionefuperòlaco‐struzionedelsistemacorporativo.Conilriconoscimentogiuridi‐codeisindacatie larealizzazionedellamagistraturadel lavoro,eranostateposte lepremesseper l’organizzazionedellasocietàinclassigiuridicamentericonosciute,dandocosìinizioalpro‐cesso di costruzione dello Stato corporativo; dopo il varo dellaleggesindacaleeraperciònecessariostabilireilruolocheavreb‐be dovuto essere assunto dalle Corporazioni nel nuovo quadro

corporativochecominciavaadelinearsi.Questasistemazionete‐oricaavvennenonsenzacontrastiesisvolsenelpienodellacrisieconomicachemettevacontinuamenteindiscussioneilprincipioideologicamenteproclamatodella collaborazione fra le classi.Acausadella politica deflazionista, avviata e poi sostenuta forte‐mente per motivi principalmente politici da Mussolini, si assi‐stette ad un forte calo della produzione che causò un ingenteaumentodelladisoccupazione,considerevolitaglisalarialieunaripresa da parte del sindacalismo fascista di toni conflittuali. Ilpeggioramento delle condizioni di vita delle classi lavoratrici ètestimoniatodanumerosifattori.Siassistetteadunararefazionedellapiccolaproprietàeaunaumentodegliabbandoniinfantili;iconsumi di carne e di bevande diminuirono o, quando siman‐tennerocostanti,peggioraronoqualitativamente.Altriaspettideldisagiodellemassefuronoilcalodegliindicidinatalitàedinu‐zialità,lacrescitadapartedellefamigliedelledomandedisussi‐dio rivolte ai Comuni, l’aumento dell’occupazione minorile. Datenereanchepresenteche le statistichedelladisoccupazionee‐ranosempredaconsiderarsialribassoperche’soprattuttoilpat‐tomezzadrileincludeval’interafamigliadelmezzadromacosti‐tuivaun reddito insufficiente.Ledonne,nelle campagne spessoeranoconiderate“casalinghe”mentrefornivanoprestazioni se‐migratuiteogratuite.I contratti collettivi nazionali furono quasi sempre stipulati

congranderitardoeleleggiditutelasuipostidilavoro,special‐mentenellepiccoleemedieimprese,rimaserolargamentedisat‐tese.AllaCartadel lavoro, laquale stabilivanormedimassima,non fecero seguito decreti precisi sulla regolamentazione deicontratti collettivi. In pratica i princìpi proclamati non furonotradotti in termini di diritto, sicché la conclusione dei contrattirisultavadifficileeilavoratorisitrovaronocostrettiadaffronta‐relungheconteseperottenereciòcheinlineateoricaeralorori‐conosciuto. La crisi economica, infine, favorì il diffondersi dellacosiddetta“serrataelastica”,cioèlicenziamentiseguitidanuoveassunzioni a salari inferiori, e vide una ripresa dei conflitti difabbricacheebberoluogosoprattuttonelnorddelpaesecostrin‐gendoisindacatifascistiasvolgerviunruoloattivoperstabilire

unrapportopiùstrettoconlemasseoperaie,pressolequalinoneranoriuscitiancoraaraccogliererisultatisoddisfacenti.Inque‐stocontestoEdmondoRossonicontinuòanutrirelasperanzadiottenere il controllodellaConfindustriae rilanciò il vecchio ca‐vallodibattagliadelsindacalismointegraleripropostonellafor‐madicorporativismointegrale.Rossoniaspiravaaraggrupparetutti i settori delle attività produttive in un’unica corporazionenazionale.Lecorporazionicosìcostituiteavrebberoformatounasingola

Confederazioneche, comeegli stessoebbeadire, sarebbestata“l’espressione sintetica e formidabile dell’economia italiana”. Ilsistema prevedeva una certa autonomia delle categorie e delleclassi che però avrebbero dovuto sottostare ad un’unica gerar‐chiasuperiore,necessariaalfinedirealizzareinmodocompiutoilprincipiodellacollaborazione.TalipropositinonpoteronocheallarmaresialaConfindustriasiaiverticidelfascismo.Lacentra‐litàcheilsindacatodovevarivestiresecondolavisionediRosso‐ni, eramessa anche in discussione da quei settori del fascismocheritenevanonecessariosuperarelafasestrettamentesindaca‐le, per avviare definitivamente il nuovo percorso corporativo.Durante il secondo semestre del 1927 e i primimesi dell’annosuccessivo si assistette perciò ad una sottile polemica a sfondoantisindacale che culminò nell’intervento di Mussolini in occa‐sionedelIII°congressodelleCorporazionifasciste.Intalecirco‐stanzailcapodelfascismosottolineòlanecessitàdi“perfeziona‐re l’ordinamentosindacale,perfezionarlonel suo inquadramen‐to,nellasuacostituzioneorganica”.Ildiscorsofulapremessaperun’offensivacontrol’organismo

direttodaRossoni,divenutoormaiscomodoaun’ampiacompo‐nentedelfascismo:ilpoteredellaConfederazionedovevaatuttiicostiessereridimensionatoinfavoredelPartito.Il21novembredel1928sigiunsecosìallo“sbloccamento”,ossiaallosmembra‐mentodellaConfederazionefascista:tuttelefederazioniprovin‐ciali che lacomponevano furono trasformate inaltrettantecon‐federazionieunioniprovincialicompletamenteautonomeleunedallealtre.Nelsuoinsiemelanuovastrutturasindacalerisultavacomposta da 13 Confederazioni nazionali, sei dei lavoratori, al‐

trettantedeidatoridilavoroedunadeiliberiprofessionisti.L’operazionedi sbloccamento, significò la finedel sindacali‐

smocomepotereautonomo,perche’essofuprivatodelsuopote‐recontrattualeeridottoadipenderedalGovernoedelPartito.Lasconfitta del sindacalismo fascista fu ulteriormente aggravatal’anno successivo quando il Comitato intersindacale centralebocciò lapropostadi riconosceregiuridicamente il fiduciariodifabbrica,cioèdiquellafiguracheavrebbedovutotrattareirap‐porti sindacaliall’internodelle fabbricheemantenere i contatticonesse.I lavoratoriavevanopersodefinitivamenteunorgani‐smoche,perlasuainfluenza,potevacomunqueagireinfunzionedei lorointeressioperlomenocercaredi limitareidannidellepolitiche economiche che le colpivano pesantemente. Lo sbloc‐camento, inoltre, significò ilvenirmenodell’unicastrutturacheancorapotevatenereviviisentimentidisolidarietàedicoscien‐zadiclassedelmondooperaio.Ilmancatoriconoscimentogiuri‐dicodelfiduciariodifabbricaposefineaqualsiasiillusionediri‐stabilireuncollegamentocon le imprese,datoche,quantiassu‐mevanoquestoruolooqualsiasialtro impegnosindacale,eranoespostialleritorsionidegliimprenditori.Frammentatoinunase‐riedi federazioni impossibilitatea comunicare tra loroe su cuigravavanopesanticostidigestione,ilsindacatofascistafumessonelle condizioni di non poter costruire una politica alternativacapacedicontrapporsiadeguatamenteagli indirizzipadronaliechesitradusse,perlaclassilavoratrici,inunpeggioramentoge‐neralizzatodelle proprie condizioni. Il progettodiRossoni rap‐presentavalasconfittadiunaipotesidi“sindacalismointegrale”che questi sembra avesse voluto autenticamente perseguire.Pur restando un notabile del regime, del resto, Rossoni si sot‐trasseallatragicafarsarepubblicasocialeerespinseognitenta‐zione di avallare la legislazione razziale antsemita. Alcune con‐cessionedelregimealsindacato–fralequalil’introduzionedelleferiepagate,gliassegnifamiliari,ladiffusionedellecassemutuemalattia, l’indennità di licenziamento – furono compensate daitagli salarialiunilaterali,dalladisoccupazionediffusa,daunau‐mentocomplessivodeicarichidilavoro,daunariorganizzazionedelpersonaleincategoriedequalificateoinferiorichepermette‐

vanodiapportaretaglisalariali legalieincrinavanonellostessotempoilgiàprecariorapportodifiduciacheintercorrevatrasin‐dacatieipropriassociati.Nelsettoreprevidenziale,laCassana‐zionale per le assicurazioni sociali (CNAS), istituita nel 1919,vennetrasformatanel1933nell'entedidirittoIstitutonazionalefascistaperlaprevidenzasociale(INFPS,l’attualeINPS)earrivòad impiegare 6.000dipendenti nel 1937. Vennero inoltre disci‐plinatiistitutididirittodellavoroqualimalattia,maternitàedin‐fortuni.Nel1939l'etàpensionabilevennefissataa55anniperledonne e 60 anni per gli uomini, e fu introdotta le reversibilitàdellapensione.Gliuominidelsindacato,spessodiestrazionepiccoloborghe‐

se e formati dalle scuole sindacali del regime, riuscirono rara‐mentea stabilireun rapportodirettocongli iscritti, ancheper‐ché, nominati dall’alto, dovevano rispondere del loro operatonon ai lavoratori ma al potere politico. Data questa posizioned’inferiorità, ill sindacato fascista poteva al massimo svolgereuna politica di carattere difensivo che si protrasse fino ametàdegliannitrenta.Apartiredal ’35l’azionesindacale, invece,co‐nobbe una considerevole ripresa accompagnata da una riorga‐nizzazionedell’intera struttura sindacale che, senza giungere altanto desiderato “ribloccamento”, acquistò un carattere mag‐giormenteunitario.Ilsindacatosividericonosciutoilcontrollodegliufficidicol‐

locamento,riuscìasindacalizzareilsettorebancarioeimpiegati‐zio,strappòalPartitoilcontrollodell’Operanazionaledopolavo‐roe,nel1939,videapprovatelesuerichiesteperl’istituzionedeifiduciaridifabbrica.Piùchediconquiste,però,sitrattòdiunre‐cuperodiprerogativecheglieranostatestrappatenelcorsode‐gli anni e che, comunque,maturarono all’internodegli indirizzidelsistemafascistanellasuaansiosaricercadiunamobilitazionepopolareediunconsensodellacuirealeportatalostessoregimesembravadiffidarepiùditantistorici.Lapiùimportantefraque‐steprerogative fu certamentequelladel ruolodei fiduciari.Gliindustriali accettaronoquesta figura in tutte le impreseconal‐meno cento dipendenti, nella proporzione di un fiduciario perogniduecentooperaiofrazionediessi.Eraunavittoriacheperò,

giungendonel1939,perdevainpraticaognisuosignificatodatoche, comehascritto lo storicoAlbertoAquarone, “il fascismo,econesso,naturalmente,tuttalasuaorganizzazionesindacaleeraormaiavviatoversolasuaagonia”.Unavoltaesplosoilconflittomondiale il sindacato fascista fu costretto a confrontarsi con iproblemiadessoconnessi.Malgradoisuoiinterventipercalmie‐rare i prezzi, controllare l’inflazione e migliorare le condizionidellemasseconprovvedimentimiratia introdurreadeguati in‐centivimateriali, i risultati ottenuti furono assolutamentedelu‐dentieilmalesseresfociòintuttalasuadrammaticitànegliscio‐perioperaidelmarzo1943.Ilsindacalismofascista,dunque,potéaffermarsisolograzieal‐

laviolentaazionedellosquadrismocontroilsindacalismolibero.Ladistruzionedelleorganizzazioni socialistee cattoliche, con ilconseguenteassorbimentodeiloroaderenti,consenti’lacrescitanumericadeinuoviorganichecomunque,all’internodelmondodellavoro,rimaserosempreinnettaminoranza.Questodatose‐gnòlastoriadelleCorporazionifinoalpattodipalazzoVidonira‐tificatodallaleggesindacaledel3aprile1926.Unavoltaottenutoilmonopoliodellarappresentanzadelleclassilavoratrici,laCon‐federazionedellecorporazionisidovettescontrareconilpoterepoliticocheneridimensionòdimensioneeprogettieleaffidòundefinitivoruolodisubalternitàsiaversoloStatosianeiconfrontidelmondodelleimprese.Ilsindacalismo,nelregimefascista,fudunqueunmezzoperil

controllo delle masse e venne utilizzato come struttura il cuicompitoprincipale,piùchelatuteladeiproprirappresentati,do‐veva essere il contenimento delle tensioni sociali e il rafforza‐mentodelregimenelmondodellavoro.LalegislazionerazzialeIprimiannidell'Italiafascistanonvideroprovvedimentiraz‐

zisti in Italia.Una legislazionediscriminatoria venne invece ap‐plicataallepopolazioniautoctonedellecolonie,voltasoprattuttoaimpedirestabilirelazioniconiugalieilriconoscimentodei“me‐ticci”natidaitalianieautoctoni.Nonc’e’dubbiochelalegislazio‐

nerazzistacolonialecostitui’ilmodellodiquellaantiebraicacheebbeperòunosviluppobenpiùtragiconelcorsodellaIIguerramondialequandosipassòdalladiscriminazioneallapersecuzio‐neepoiallosterminio.La popolazione ebraica italiana, una minoranza esiguissima

maisuperiorealle50.000persone,erafortementeintegrata,an‐chegrazieallalaicitàcuil’Italialiberaleeracostrettaacausadel‐lasconfessionepapaleversolostatounitario.Troviamoebreidi‐stribuiti in proporzionedella loromodestapresenza in tutti glischieramenti:daimazzinianiailiberaliconservatori(Sonnino),aquelli progressisti (Luzzatti) ai socialisti riformisti più o menoavanzati (Osimo,Modigliani, fratello del grandepittore, Treves,Anna Kuliscioff, di origine russa), ai comunisti (Terracini, RitaMontagnana). Sono solo pochissimi nomi particolarmente rap‐presentativi.C’eranocosi’statiancheebreiinterventisti,fascisti,eaddiritturapodestàenotabilidelregimesiapureinposizionepiùamministrativachedirettamentepolitica:e’ilcasodelpode‐stàdiFerrara,Ravenna.Già la riforma Gentile e il concordato indicano la via

dell’emarginazionedelleminoranze religioseche in Italiaeranorappresentateinnanzituttodaquellaebraica.Malalorosituazio‐nesiaggravòprogressivamenteconl’aggravarsidellemisuredit‐tatoriali.

Il14luglio1938fupubblicatosuimaggioriquotidianina‐zionali ilManifestodellarazza. Inquestasortaditavola redattadascienziatidicuiilpiùcelebrerestaNicolaPendevennefissatala «posizionedel fascismonei confronti dei problemidella raz‐za».Tra le altre adesioni almanifesto spiccanoquellediperso‐naggi notissimi o destinati a diventare tali, come Giorgio Almi‐rante e Galeazzo Ciano, Amintore Fanfani, Agostino Gemelli,GiovanniGentile,LuigiGedda,GiovanninoGuareschi,MarioMis‐siroli,RomoloMurri,GiovanniPapini,ArdengoSoffici,GiuseppeTucci.IlManifestoaffermavacheilconcettodirazzaerauncon‐cettopuramentebiologico–comeaffermaval’antisemitismona‐zista–che lapopolazionedell'Italiaeranellamaggioranzaaria‐na,chelasuaciviltàarianaecheesistevaunapurarazzaitaliana.Cosi’proseguivailManifesto:«Ènecessariofareunanettadistin‐

zionefraiMediterraneid'Europa(Occidentali)daunaparteegliOrientaliegliAfricanidall'altra.Gliebreinonappartengonoallarazza italiana. I caratteri fisici e psicologici puramente europeidegliItalianinondevonoesserealteratiinnessunmodo».Conquestomanifestosidavailviaalprocessocheportòalla

promulgazionedelleleggirazziali.LaCameraleapprovòil14di‐cembre1938:dei400deputati incarica,neeranopresenti351,chevotaronoafavoreall’unanimità.IlSenatoleapprovòil20di‐cembre:furonopresentisolo164senatorisu400,esolo10furo‐no ivoti contrari.La legislazioneantisemitica italiananonebbealcunaprogressività:gliitalianidiconfessioneebraica,identifica‐ticomeuna“razzanemica”,venneroimmediatamenteallontanatidallescuoleedalleuniversità,siacomeprofessorisiacomedo‐centi.Gliebreinonpotevanocontrarrematrimonioconpersonedirazzaarianaenemmeno“prestareserviziomilitare inpaceeinguerra;esercitare l’ufficiodi tutoreocuratorediminoriodiincapacinonappartenentiallarazzaebraica;essereproprietariogestori,aqualsiasititolo,diaziendedichiarateinteressantiladi‐fesadellanazione(…)ediaziendediqualunquenaturacheim‐pieghinocentoopiùpersone,nédiaveredidetteaziendeladi‐rezione,néassumervicomunquel’ufficiodiamministratoreodisindaco; essereproprietaridi terreni che in complessoabbianounestimosuperiorealirecinquemila;essereproprietaridifab‐bricatiurbanicheincomplessoabbianounimponibilesuperiorea lireventimila”.Inoltre “ilgenitoredi razzaebraicapuòessereprivatodellapatriapotestàsuifiglicheappartenganoareligionediversa da quella ebraica”. Gli ebrei furono esclusi “con effettoimmediato”dalleoccupazionichedipendevanoda“amministra‐zioniciviliemilitaridelloStato”,dalleorganizzazionidelpartitofascista,datutteleamministrazionipubbliche(Province,Comu‐ni,Aziendeditrasporto,Ferrovie,Consorzi),dallebancheedalleaziende di assicurazione. Successivamente furono ritirate le li‐cenzecommercialieartigiane,eimpeditol’eserciziodellelibereprofessioni,dall’avvocatoall’ingegnere,dall’architettoalmedico.Nonpotevanoaverenemmenoapparecchiradio,néfrequentareluoghidivilleggiaturaedicura.Solounapartedella comunitàebraica italiana (forse4/5000

persone),lasciòilpaese.SiapronoquilevicendegiànarrateapropositodellaSeconda

guerramondiale.Levicendebellichevedonosubitol’Italiaindifficoltàcomedel

resto era risultato evidente in seguito alle difficoltà incontratenell’attaccoallaFranciachepureavevagiàsubitol’attaccodefini‐tivodell’esercitonazista.Dopoquestoesordiocheconfermavalepreoccupazionideglialticomandimilitari,Mussolinidecisediat‐taccare la Grecia senza prima avvertire l'alleato tedesco,nell’ottobre1940.Ledivisioniitalianesitrovaronobenprestoindifficoltàdavantiaunaresistenzainaspettata,econunequipag‐giamentoarretratoeinadeguato.Hitlersividequindicostrettoainviarel’esercitotedesconeiBalcani.Acausadiquestisostanzia‐li fallimenti Mussolini perse l'iniziativa e continuò a utilizzarel'esercito italianocomesupportoall'alleato tedesco, inviando lesuetruppealpineinRussia.LacadutadelRegime:il25luglioel'8settembreNelmaggio1943,leultimeunitàdellaPrimaArmataitalianasi

arreseroinTunisia;il10luglio1943letruppeanglo‐americanesbarcarono sulle coste meridionali della Sicilia. Il re e lo statomaggiorecapironobenprestocheormaieraoradisbarazzarsidiMussolini,cheindueannidiguerraavevacreatounasituazioneinsostenibile.Il25luglio,dopolunghepressioni,Mussolinifuco‐strettoa convocare ilGranConsigliodelFascismoche, votandol'ordinedelgiornopresentatodalnotabile fascistaDinoGrandi,portòalladestituzioneeall'arrestodiMussoliniealritornodeipoterimilitarial re.Delgovernovenne investito ilgeneraleBa‐doglio,moltovicinoallacorona.Ilnuovogovernoitalianoiniziòatrattarelaresaconicoman‐

dialleaticheormaistavanodilagandoinSicilia.Il3settembreaCassibile, presso Siracusa, Pietro Badoglio firmò segretamentel'armistizio con l'impegnodi comunicarlo allanazioneentro15giorni,pocoprimadiunprogrammatosbarcoalleatosullapeni‐

sola.L'8 settembre 1943 gli alleati anglo‐americani – l’armistizio

nonavevacoinvoltol’Urssimpegnatanell’accanitadifesadelsuoterritorio–dopoaveravvertitoBadogliocheritenevanoimpos‐sibileladifesadiRoma,ingiunseroalgovernoitalianodiannun‐ciarel'armistizioentrole18.30dellostessogiornopoichéeragiàstato programmato uno sbarco a Salerno. All'ora prestabilita ilgenerale statunitense Dwight D. Eisenhower, futuro presidentedegliUsa, annunciò alla radio l'armistizio, seguito alle19,42daBadogliocheconcluse ilcomunicatoconl'ambiguaformula:«O‐gniattodiostilitàcontroleforzeangloamericanedevecessaredapartedelle forze italiane inogni luogo.Esseperòreagirannoadeventualiattacchidaqualsiasialtraprovenienza». Quest'ultimafrase, seguitadalla fugadiBadoglioedellamonarchiadaRomaalle 5 delmattino del 9 settembre, contribui’ al caos che seguìquelgiorno,dovenessunordineufficiale fu impartito, lasciandole unità dell’esercito italiano sparseper tutto il territorio euro‐peosenzadirettivechiareecostretteasceltespessodifficilissi‐mediresistenzacontrol’exalleatoormaidiventatonemicoirri‐ducibile.Intantoglianglo‐americanipassaronorapidamentesulconti‐

nente,preparandosiaraggiungereRoma.Nell'ItaliadelSudliberatadagliAlleatieformalmenteguidata

dal re e dal suo governo si cercava di tornare lentamente allanormalità, ripristinando, per quanto possibile, l'ordinamentopre‐fascista. ContemporaneamenteMussolini, liberatodalla pri‐gioniadaitedeschisuordinediAdolfHitler,dettevitaaunostatofascista repubblicano nell'Italia settentrionale. Si trattava dellaRepubblicaSocialeItaliana,fondataaSalòinprovinciadiBresciaericonosciutainternazionalmentesolodalleforzedell'Asse.Peroltredueanni,dal14novembre1943al25aprile1945,la

penisolafuquindidivisainduedaunalineadiconfinenonbendefinita: una linea che continuò a spostarsi sempre più a nordduranteilcorsodelconflitto,finoachel'esercitotedescononsiritiròcompletamentedalsuoloitaliano.LaRepubblicaSocialeItaliana

Formalmente la Repubblica Sociale Italiana nacque dalCongressodiVerona,doveivecchigerarchidelpartitofascistasiriunironoperricreareilpartitodistruttodopol'8settembre.Es‐senzialmentedalcongressouscirono:unTribunalestraordinariospecialeperprocessareigerarchicheil25lugliosieranoschie‐rati controMussolini;unmanifestoprogrammaticochesancì lastrutturadelnuovostato;lanascitadellaRepubblicasocialecheprevedeva laconvocazionediunaAssembleaCostituenteeriaf‐fermaval'alleanzaconlaGermanianazista.LaRepubblicasifondòformalmentesuiprincipidelFascismo

repubblicanononrealizzati,secondogliuominidellaRSI,duran‐teilventenniofascista.Venneanchecostituitounesercito,spessomalearmato,com‐

postodareclutatiaforza(penadimorteperirenitenti)edaunlimitatonumerodivolontari.Comunque, tranneche insporadi‐cheoccasioni,taliforzearmate,incuiicomanditedeschinonri‐ponevano alcuna fiducia, furono usate principalmente per con‐trastareilcrescentemovimentodiresistenzachesistavasvilup‐pandonelleregionid'Italiaoccupatedall'esercitonazista.LaRSIfuinrealtàunentedeltuttodipendentedallaGermania

nazistanellasuacostituzioneedurantelasuasopravvivenza,elosarebbestatoancheneisuoidestini.VolutodalTerzoReichcomeapparatoperamministrareiter‐

ritorioccupatidelNordeCentro Italia, lo statodellaRSIera inrealtàunastrutturaburocraticadotatadiscarsopotereautono‐mo.Ilverogovernosinascondevafralesuepieghe,nellaformadi queimeccanismi di cui la Germania lo aveva sin dall'originedotatopernonrischiarediperderneilcontrolloasomiglianzadiquanto aveva già fatto negli altri stati europei occupati dalletruppetedescheneiprimiannidiguerra.L'interoapparatodellaRepubblicadiSalòerainfattipesante‐

mente controllato daimilitari tedeschi, nel timore di un "tradi‐mento"dapartedegliitaliani,dopoquellochealoroparereerastato consumato con l'armistizio di settembre; alla RepubblicaSocialefupermessodiavereunesercitocompostoesclusivamen‐tedarecluteaddestrateinGermania.IlvolontariatofascistaelamilitarizzazionediorganizzazionigiàesistentidotaronolaRSIdi

forze armate non numericamente insignificanti (circa 600milapersonesotto le armi),maqueste furono impiegate soprattuttoin operazioni di repressione, sterminio e rappresaglia contro ipartigiani e le popolazioni accusate di offrire loro supporto. LeregionidelTiroloedellaCarinziaeleprovinciedellitoraleadria‐tico finoaLubiana furonogovernateda funzionarinominatidaHitlere chea lui rispondevanodirettamente.La sortedellaRSInondifferiscequindidallaFranciadiVichyedagli altrigovernicollaborazionistiinsediatidainazistineiterritorioccupati.Ildisprezzoperl’exalleatosimanifestòanchenellefasifinali

dellatragediabellica.Tutteleprincipalicittàitalianefuronoab‐bandonate dai tedeschi davanti all'avanzata anglo‐americana eall'insurrezione generale ordinata dal Comitato di LiberazioneNazionale; i comandi nazisti in Italia decisero di trattare auto‐nomamente la resa per assicurarsi una ritirata sicura verso laGermania.Nel frattempoMussolini,dopoun tentativodiunaccordodi‐

rettodiresa,decisediaggregarsiaunacolonnatedescainritira‐ta.FermatodaungruppodipartigianineipressidiComo,fuar‐restatoequindigiustiziatoinsiemeadaltrigerarchi.