La Notizia · 2017-09-17 · La Notizia Copia Omaggio Cronaca, Attualità e Sport Anno 42- N. 30...

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Sono due le donnelentinesi che nelgiro di 24 orehanno dovuto farericorso alle curedei sanitaridell’Ospedale dilenini per essereinciampate nelle

buche che costellano le strade di Lentini.Il primo episodio si è verificato giovedìsera in via Etenea, nei pressi dell’ex fab-brica degl ghiaccio. Una giovane signo-ra scende dal marciapiede davanti iltabacchino e inciampa su una buca. Lacaduta le ha causato delle lesioni allegambe. La sera dopo un’altra donna ècostretta a ricorrere alle cure dei sanitaridel pronto soccorso del’Ospedale per-chè mentre stava attraversando viaPolibio (all’altezza dell’ex stazione diservizio) è inciampata su una bucacadendo pesantemente a terra. Anche inquesto caso è prontamente intervenuto ilpersonale del 118 che ha provveduto atrasportare la malcapitata al pronto soc-coccorso dell’Ospedale di Lentini.Camminare per le strade diLentini,quindi, è diventata un’impresaad alto rischio e questo sta contribuendoad alimentare la rabbia e le contestazio-ni considerato che i cittadini, pur pagan-do le tasse, non usufruiscono nemenodei servizi più elementari.Discarica. Il Corordinatore del 4°Settore del Comune di Lentini, visto ilrapporto d’abuso edilizio trasmesso daiComando di polizia Municipale in data30-08-2017 prot. 17292 al Coordinatoredei 4° Settore Urbanistica, relativo agliaccertamenti di violazione urbanistico--edilizia effettuati in data 18-05-2017, dalquale si evince che nei terreni riportati incatasto di proprietà della società SiculaTrasporti, rappresentata in qualità diamministratore unico da GiuseppeLeonardi, erano stati eseguiti lavori inassenza di titolo abitativo edilizio, lavoridi scavo e di sbancamento, movimenta-zione e livellamento del terreno di rile-vante entità in un’area di circa mq.33.500,00, in parte ricadente su area diinteresse archeologico; lavori di demoli-zione di alcuni fabbricati, censiti al cata-sto, le cui tracce del materiale derivantedalla demolizione si notano fra il terrenomovimentato; lavori di demolizionedella recinzione e dei varchi esistentilungo il confine che si affaccia sulla S.S.n. 194 e rifacimento degli stessi realiz-zati con muretti in cemento armato spes-sore cm. 20 altezza x cm 60, recinzionecon paletti in ferro e rete metallica e can-cello scorrevole in profilati di ferro. Vistigli atti di ufficio, i vigenti strumentiurbanistici, il regolamento edilizio chedisciplina l’edificazione nelle aree inte-ressate da detti lavori; visto che parte deiterreni interessati dagli scavi ricadono inarea gravata da vincolo paesaggisticoingiunge a Giuseppe Leonardi di prov-vedere ,a propria cura e spese, al ripristi-no dei luoghi dello stato originario deiterreni in cui sono stati eseguiti i lavori disbancamento e movimenti di terra inassenza dei titoli autorizzativi, indicati inpremessa, entro il termine perentorio digiorni 90 (novanta) con effetto dalladata di notìfica del presente provvedi-mento. Decorso infruttuosamente il terminesuindicato (90 gg) e constatata l’inot-temperanza, il bene o l’area di in que-stione, saranno acquisiti di diritto gratui-tamente al patrimonio del Comune.

di Nello La Fataredazione@lanotizia.tv

www.lanotizia.tv e-mail: redazione@lanotizia.tv

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Anno 42 - N. 30 Domenica 17 SettembreFondato e diretto da Nello La Fata

“Premetto che l’accoglienza el’Intercultura possono rappresentareuna risorsa e una ricchezza per unaComunità, quando sono gestite concriterio, capacità e serietà. Riguardoall’adesione da partedell’Amministrazione al progettoSPRAR, che prevede l’apertura di uncentro di seconda accoglienza perrifugiati e richiedenti asilo a Lentini.Ritengo che quest’Amministrazioneabbia gestito e stia gestendo questaoperazione in modo errato e pocoresponsabile. Infatti su una questionecosì importante che vede coinvoltatutta la nostra Comunità, sarebbestato corretto e soprattutto necessarioinformare i Cittadini. Sarebbe statoopportuno, prima di prendere qual-siasi decisione, che

l’Amministrazione.si fosse adoperataad aprire un dibattito serio, corretto etrasparente su questo argomento.Dibattito che invece non si è maiavuto, né forse si è mai cercato, sia alivello di opinione pubblica sia a livel-lo istituzionale. Mai una parola in nes-suna riunione consiliare né inConsiglio Comunale. Tutte le infor-mazioni che sono circolate, in questigiorni, sui social, spesso risultanoimprecise e poco corrette. E ciò nonha fatto altro che far aumentare lepreoccupazioni, i dubbi dei cittadini.Lentini è una città che sta vivendo dadiversi anni una crisi profonda, eco-nomica, sociale, strutturale, umana,senza tralasciare i gravi problemi diin-sicurezza che tutto ciò provoca inuna comunità così provata.Un’Amministrazione che si dichiara“differente” non avrebbe impostouna decisione di tale portata ai suoicittadini, non avrebbe agito senza unapreventiva e consapevole condivisio-ne. Sig. Sindaco lei avrebbe dovutoprima informare i sui cittadini suivantaggi o gli eventuali svantaggi diuna eventuale adesione al progettoSPRAR. Avrebbe dovuto spiegare,con onestà, la situazione, senza giusti-ficare la propria scelta politica affer-mando: “che questo era il male mino-re”, utilizzando lo stesso registro lin-guistico di chi non d’accordo con leivieni tacciato di razzismo ,divulgandoimprecisioni sulla “clausola di salva-guardia “. Informati i suoi cittadiniavrebbe dovuto “ascoltarli”, avvian-do tutta una serie di azioni, previstedal nostro Statuto Comunale TITO-LO VIstituti di partecipazione Art.74consultazione popolare. E una voltaacquisite le intenzioni dei suoi cittadi-

ni, lei Sig. Sindaco avrebbe dovutosottostare alla volontà della comunità,di cui lei è PRIMO CITTADINO.Senza decisioni prefettizie che tengo-no!!! Se ci chiedono quale sia la posi-zione del Movimento 5 Stelle Lentinisugli SPRAR, in generale, rispondia-mo dicendo che è forviante ed erratoaffrontare la questione dal punto divista “ideologico”. Se sei contrario sei“razzista” se sei a favore sei “tolleran-te e per l’accoglienza”. Dividere lecomunità in buoni e cattivi è puerile,infantile e pericoloso. La situazioneinvece deve essere analizzata dalpunto di vista “pratico” rispondendoonestamente ai dubbi dei cittadini.Che cosa prevede il progetto? ALentini visto la grave situazione dicrisi, saremo in grado di dare la cosid-detta “accoglienza integrata”, nonlimitandoci esclusivamente al vitto ealloggio e col rischio di creare altriquartieri “ghetto”? Chi gestirà questocentro sarà un’azienda seria? (Vediinchieste di Mafia Capitale o C.A.R.Adi Mineo). Quali saranno i criteri direclutamento del personale? Comesaranno trattati gli ospiti del centro?”

*Maria Cunsolo (M5S)

Sprar/Dopo il comunicato stampa del M5S il sindaco Bosco ci ripensa

“Lentini e lo SPRAR...Questo“MOSTRO” sconosciuto...”

Le parole che seguono vogliono essereun tentativo, pur sempre limitato e super-ficiale, di chiarimento rispetto al grandemondo dell’Accoglienza in Italia.Quando parliamo di accoglienza ci rife-riamo a tutto quell’ambiente che si occu-pa della ricezione, gestione, collocazionee inserimento di una fetta del flussomigratorio, cioè di una percentualemolto piccola, su un totale di individuiche si trovano nel limbo della regolaritàprovvisoria, in quanto in attesa dellarisposta delle Commissioni Territoriali operché godono di una qualche protezio-ne temporanea. Parliamo, quindi, più ingenerale, della cosiddetta “Accoglienzasecondaria”, promossa dalle istituzioni,gestita da cooperative, enti e associazio-ni e per ultimo, parodiata da alcuniambienti militanti.

Che cos’è l’Accoglienza e quali sono i suoi scopi reali?

La necessità di scrivere queste quattrorighe, nasce da una mancanza in Italia,almeno in alcune realtà, di un’analisigenerale di tutto il sistema di gestione econtrollo dei flussi migratori. Da unaparte le analisi si aprono ad ampie consi-derazioni sulle frontiere, dall’altra i per-corsi di lotta restano sempre ancorati alsistema d’identificazione ed espulsione:la lotta contro i Cie, eticamente più sem-plici da delimitare e criticare. Con questoscritto, non si ha certo l’intenzione didare una risposta a tale vuoto, bensì pro-porre una riflessione.Tante volte ci saràcapitato di incontrare persone, ancheamici e amiche, che ci parlano ingenua-mente del loro lavoro svolto negli Spraro peggio ancora nei Cara, dei loro corsid’italiano per immigrati, dell’avvio allaformazione, degli escamotage e del lorocostante impegno a dar loro una mano ead integrarli. Giustificazioni abbastanzabanali che vengono ripetute innumere-voli volte, sempre la stessa noiosa litania:“meglio io, a lavorare qui dentro, chequalcun altro” oppure peggio ancora “èdall’interno che si possono cambiarerealmente le cose”. Affrontando, se pursuperficialmente, il mondo dell’acco-glienza istituzionale, e in parte criticandoil suo omologo scimmiottato dagliambienti militanti, ci si rende conto che,nonostante i proclami di molti, tali per-corsi non hanno niente a che fare conautonomia e solidarietà, o perlomenocon l’idea che alcuni hanno di questi dueconcetti. Parliamo di Sprar è un acroni-mo che sta per Sistema per Richiedentiasilo e Rifugiati ed è conosciuto anchecon il termine di “Accoglienza diffusa”,secondo molti, il fiore all’occhiello dellagestione degli immigrati in Italia. Essonasce nel 2002 a seguito di un protocol-lo d’intesa del 2001, stipulato traMinistero dell’Interno, ANCI eUNHCR. Il Ministero degli Interni, dis-ponendo del denaro del Fondo naziona-le per le politiche e i servizi dell’asilo(FNPSA)2, ogni tre anni emana unbando a cui partecipano gli enti localiinsieme alle specifiche associazioni e leCoop, ognuna con un proprio progettoche se giudicato idoneo sarà finanziato.Negli Sprar vengono “accolti” differentiprofili di soggetti, tutti però rigorosa-mente dichiarati nullatenenti. Benchéagli albori il progetto nacque unicamen-te per i beneficiari di protezione interna-zionale, in seguito dovette necessaria-mente allargare le proprie maglie a causadello straripamento numerico del siste-ma. Questi soggetti immigrati sono

sfruttati dalle maglie della prostituzione,minori, anziani, disabili. Chi entra all’in-terno di questo circuito accede ad unaserie di servizi offerti dal Centro e da chilo gestisce, in primis il vitto e l’alloggioper poi passare, attraverso step successi-vi, a corsi d’italiano, corsi di formazione,inserimento scolastico, assistenza legalee il tanto atteso inserimento lavorativo.All’interno dello Sprar si sta per unperiodo di tempo limitato, in teoria finoad avvenuta integrazione e in ogni casoper un massimo di 6 mesi, prorogabiliper altri 6 a seconda delle necessità delcaso. Il modo attraverso il quale il pro-getto dovrebbe svilupparsi è quello del-l’autonomia del beneficiario, dell’empo-werment individuale, termini ripetuti inmodo ridondante nei vari documentiufficiali del progetto. Detto ciò, quanto ilpercorso d’integrazione proposto dal-l’accoglienza diffusa vada a buon fine equanto si giudichi “sensato” o positivointegrarsi nella società europea, haun’importanza relativa rispetto alla criti-ca più profonda di tutto il sistema Sprar.La realtà dei fatti, quindi, dati alla mano,ci presenta un mondo molto diverso daquello dipinto dalle prassi sociologichedei manuali o dalle storielle commoven-ti d’integrazione. “Ogni giorno di acco-glienza” la cifra si aggira dai 50 - 70 € algiorno, è monetizzato nelle tasche deglienti gestori. L’affare è chiaramenteimponente e permette la creazione di unarcipelago di numerose e svariate coope-rative e associazioni, alcune delle qualisono le stesse che gestiscono. I privatiche affittano le proprie proprietà per lasistemazione degli “ospitati” sonosoprattutto albergatori (guadagnano dipiù con gli immigrati che con i turisti). Iprivati che affittano le proprie proprietàper la sistemazione degli “ospitati” senzacadere nella trappola dello “scandalosomagna-magna generale”. Il Sistema del-l’accoglienza secondaria è perciò unsistema infantilizzante e che rendedipendenti a 360 gradi i cosiddetti ospiti.Benché le parole chiave dei manuali pergli operatori non facciano altro che pro-pugnare l’idea dell’autonomia, la situa-zione è estremamente differente. Comesi può parlare di autonomia per un siste-ma in cui anche cucinare da sé, pulire lapropria stanza o farsi un caffè è solo uneccezione o come si può parlare di ini-ziativa individuale se ogni immigratodeve giustificare allontanamenti e ritardisugli orari di rientro? il rientro notturnoad esempio, diverso a seconda dei pro-getti, fa di questi luoghi delle vere e pro-prie strutture semi-detentive (inoltre, seci si allontana dalla struttura, dopo 8 mesidall’allontanamento si perde anche laprotezione di cui si beneficiava e sidiventa ancora una volta irregolari, clan-destini).Un tale investimento, benchéancora agli albori, è estremamente con-veniente, così come è tutto il business(mascherato da inserimento) strutturatointorno alla popolazione carceraria.Molti Comuni chiudono le porte aimigranti perché?? e allora cosa accade inrealtà? Accade che accogliamo tutti e poili lasciamo vegetare come bestie. Nel frattempo ci siamo lavati la coscien-za di fronte al mondo e, se possibile,abbiamo riempito le casse di tantecooperative che si occupano di gestire gliimmigrati e non concepiscono alcunadifferenza tra un letamaio e una strutturadi accoglienza.

Massimo Leone

PRIMAPAGINAUn vero business peri Comuni ed i privati

Francofonte - Sottoscritto il contratto decentrato integrativo dei dipendenti comunali

Russo:“Per il Silpol la partitada giocare è ancora aperta” Alla firma del contratto si è giunti dopodue anni di accesa battaglia sindacale afronte della resistenza opposta dall’ammi-nistrazione comunale riguardo al pianodella performance, strumento di valorizza-zione delle professionalità dei lavoratoridel pubblico impiego, nonchè riguardo alriordino del personale, all’incentivazionedei servizi comunali ed all’organizzazionedegli uffici. La stesura del contratto azien-

dale, al quale hanno lavorato principal-mente i rappresentanti sindacali del silpol(Sindacato della polizia locale) tuttavianon esaurisce la contrattazione aziendalesulle vicende e problematiche comunali enon soddisfa per niente il bisogno di unanuova e più funzionale organizzazionecomunale, improntata ancora ad unmodello di tipo padronale, che lascia spa-zio in diverse occasioni ad ingerenze poli-

tiche. “Siamo rimasti invece sorpresi,come silpol - afferma Nello Rsso - dellaposizione dichiaratamente avversa all’ap-plicazione delle 35 ore al personale turni-sta ed in particolare ai vigili urbani, espres-sa dalla cisl sul tavolo negoziale che haassecondato la contrarietà dalla ammini-strazione comunale riguardo a questa spe-cifica norma prevista dal contratto nazio-nale di lavoro”.

Una riflessione sulla gestione degli immigrati...