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La codifica delle cause di morte con ICD 10, aspetti metodologici e stato dell’arte in Italia
Carlo Alberto Goldoni
Servizio Epidemiologia AUSL Modena
Gruppo interregionale per lo studio della mortalità e la codifica in ICD 10
La statistica delle cause di morte ha una lunga vita, ormai ultracentenaria….
la norma prevedeva la tenuta del Registro delle Cause di Morte anche a livello locale, da parte dell’Ufficiale Sanitario. Il flusso delle cause di morte è sempre stato un po’ complesso, forse più del necessario….
Dopo la riforma sanitaria, con questa circolare comincia la storia moderna dei registri locali di mortalità. Il successivo DPR 285/90 ha confermato il precedente impianto normativo, con l’aggiunta della destinazione ufficiale di una copia della scheda di morte alle USL, istituendo così anche formalmente il doppio flusso, tuttora vigente.
D.P.R. 10-9-1990 n. 285Approvazione del Regolamento di polizia mortuaria
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 12 ottobre 1990, n. 239, S.O• Capo I - Denuncia della causa di morte e accertamento dei decessi • Articolo 1 • 1 ……, i medici, ….. debbono per ogni caso di morte di persona da loro assistita denunciare al
sindaco la malattia che, a loro giudizio, ne sarebbe stata la causa. • 2. ……….. • 3. ………… • 4. Nel caso di decesso senza assistenza medica la denuncia della presunta causa di morte è
fatta dal medico necroscopo di cui all'art. 4. • 5. L'obbligo della denuncia della causa di morte è fatto anche ai medici incaricati di eseguire
autopsie disposte dall'autorità giudiziaria o per i riscontro diagnostico. • 6. La denuncia della causa di morte, di cui ai commi precedenti, deve essere fatta entro 24
ore dall'accertamento del decesso su apposita scheda di morte stabilita dal Ministero della sanità, d'intesa con l'Istituto nazionale di statistica.
• 7. Copia della scheda di morte deve essere inviata, entro trenta giorni, dal comune ove è avvenuto il decesso alla unità sanitaria locale nel cui territorio detto comune è ricompreso. Qualora il deceduto fosse residente nel territorio di una unità sanitaria locale diversa da quella ove è avvenuto il decesso, quest'ultima deve inviare copia della scheda di morte alla unità sanitaria locale di residenza. Nel caso di comuni comprendenti più unità sanitarie locali, tali comunicazioni sono dirette a quella competente ai sensi del secondo periodo del comma 8.
• 8. Entro tre anni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento ogni unità sanitaria locale deve istituire e tenere aggiornato un registro per ogni comune incluso nel suo territorio contenente l'elenco dei deceduti nell'anno e la relativa causa di morte. Nel caso di comuni comprendenti più unità sanitarie locali la regione, entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, dovrà individuare la unità sanitaria locale competente alla tenuta del registro in questione.
• 9. Le schede di morte hanno esclusivamente finalità sanitarie, epidemiologiche e statistiche.
LEGGE REGIONALE 29 luglio 2004, n. 19
DISCIPLINA IN MATERIA FUNERARIA E DI POLIZIA MORTUARIA
TITOLO VDisposizioni transitorie e finali
Art. 15Registro regionale di mortalità
1. E' istituito il Registro regionale di mortalità, con finalità statistico-epidemiologiche; le Aziende sanitarie sono tenute a trasmettere periodicamente alla Regione le informazioni secondo gli standard di qualità e completezza definiti dalla Direzione generale Sanità e Politiche sociali.
Da allora, non sono più state date indicazioni da parte del livello centrale sulle modalità di tenuta e sull’utilizzo dei Registri locali, le Regioni hanno agito da parte loro in completa autonomia, alcune decidendo di non dare istruzioni alle Aziende Sanitarie, ritenendo sufficienti per i propri scopi i dati ISTAT, altre, invece, arrivando fino ad istituire Registri Regionali, non previsti dalla normativa nazionale. L’Emilia Romagna, a mia conoscenza, è finora l’unica Regione che ha istituito il Registro regionale di mortalità con Legge Regionale.
Gruppo interregionale per lo studio della mortalità e la codifica in ICD 10
Il gruppo nasce nei primi mesi del 2006 su base totalmente volontaria ed informale, aggregando le esperienze di alcuni Registri Regionali e di ASL e rappresenta in oltre 20 anni, il primo tentativo di coordinamento interregionale di questa attività
Gruppo interregionale per lo studio della mortalità e la codifica in ICD 10
Lo scopo è quello di rendere il più possibile confrontabile il dato di mortalità prodotto a livello locale nelle aree partecipanti, a partire dalla corretta applicazione delle procedure di codifica in ICD 10
Cosa facciamo?
ManualiCorsiSito internetGruppo di discussione internetValutazione della codifica (bridge coding)
Materiale disponibile
Di nostra produzione:Nuovo manuale di codifica delle cause di morte
in ICD-10 Manuale dei termini non reperibili nell’Indice
ICD-10 (al momento circa 7mila voci) Dall’NCHS: ACME 2008 e indirizzamento al sito ed alla
serie “Instruction manuals” Programma di codifica automatica ACME
TRANSAX
Corsi di istruzione alla codifica ICD 10
Circa 100 partecipantida 13 Regioni nel 2007 (3 corsi), altri 40 partecipanti da quasi tutte le restanti regioni nel 2008 (1 corso). Ai partecipanti al corso è stato proposto di aderire ad un gruppo di discussione sui problemi della codifica e in generale di tenuta dei Registri di Mortalità. Al momento il gruppo conta quasi 100 adesioni
Gruppo interregionale per lo studio della mortalità e la codifica in ICD 10
Bridge coding
E’ in corso il confronto di un campione di schede codificato in doppio (circa 50.000 schede al momento), per valutare le variazioni che l’introduzione dell’ICD 10 porterà nelle statistiche di mortalità
Sviluppi dell’attività del GruppoNel corso di questi due anni si è dimostrata la fattibilità di un coordinamento di Registri di Mortalità Locali, anche su base volontaria. Finora il Gruppo ha lavorato quasi esclusivamente sulla codifica, ma, come è noto, la qualità del dato di mortalità non è legata solo alla codifica: d’altra parte da un lato si può dimostrare l’esigenza di un miglioramento della qualità del dato di mortalità, dall’altro la vicinanza dei Registri Locali ai produttori del dato potrebbe permettere loro efficaci azioni in questo ambito
La procedura che porta alla identificazionedella causa di morte, può essere distinta intre fasi principali:
Diagnosi
Certificazione
Codifica
In ognuna di queste fasi possono verificarsi deglierrori, sistematici o casuali, che producono unaerrata classificazione della causa di morte. Lapatologia che comparirà per quel soggetto nellestatistiche di mortalità non sarà quindicorrispondente alla patologia che ha determinatoil decesso, secondo la definizione di causa didecesso data dall’ ICD:
“La malattia o il traumatismo che avvia ilconcatenamento degli eventi morbosi checonduce direttamente a morte, o l’insieme dellecircostanze dell’accidente o della violenza chehanno provocata la lesione traumatica mortale”
Quali conseguenze sui dati che gli epidemiologi usano?
Alcuni esempi
Rischio Relativo
< 0.7
0.7 - 0.9
0.9 - 1.1
1.1 - 1.3
> 1.3
Limiti Provinciali
Stati Morbosi Mal definiti
Nello spazio………
Rischio Relativo
< 0.7
0.7 - 0.9
0.9 - 1.1
1.1 - 1.3
> 1.3
Limiti Provinciali
Ipertensione
In Emilia Romagna la mortalità per cause mal definite (per vari motivi l’ipertensione rientra in tale definizione) ha una distribuzione spaziale certamente non casuale (dati 1998-2003, RR stimato mediante modelli bayesiani gerarchici).
Certificazione? Codifica?
Uomini+Donne.
Tasso standardizzato x 100.000
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
TS
D x
10
0.0
00
40
30
20
10
0
MAL. DEGEN. INVOL.
CEREBRALI SENILI
Arteriosclerosi
Confronto fra i tassi standardizzati di mortalità perarteriosclerosi e demenza in provincia di Modena 1988-2003
E nel tempo………
ESITO DELLA REVISIONE DELLA CAUSA DI MORTE CERTIFICATA NELL’AMBITO DELLO STUDIO IMPATTO
Esito Altre cause Tumore mammella Totale
NO TMM 1.012(31,5%) 88(2,7%) 1.100(34,3%)
SI TMM 50(1,6%) 2.058(64,2%) 2.108(65,7%)
Totale 1.062(33,1%) 2.146(66,9%) 3.208(100 %)
IcdIX
Non è un campione rappresentativo, ma un gruppo selezionato didonne tutte sicuramente affette da tumore della mammella, inoltreè stata valutata solo la misclassificazione “Tumore mammella” vs“altre cause” e non all’interno di queste, infine il metodo utilizzatoper la revisione, escludendo a priori la casistica concordante nelladocumentazione elettronica (sdo, causa morte, registro tumori)disponibile, può avere sottostimato l’entità dell’errore.
Se la misclassificazione rappresenta un problema di cui tener conto nell’ambito degli studi descrittivi, a maggior ragione
questo vale per gli studi di tipo analitico
Incontro annuale del Registro di Mortalità Regionale
Firenze, 10 dicembre 2007
LA MORTALITA’ PER CAUSA IN
PAZIENTI AFFETTE DA TUMORE
DELLA MAMMELLA:
LO STUDIO IMPATTO
Lucia Giovannetti – UO Epidemiologia Ambientale-Occupazionale, CSPO, Firenze
Carlo Alberto Goldoni, Karin Bonora – Servizio Epidemiologia, AUSL Modena
Silvia Patriarca – Registro Tumori per il Piemonte e la Valle d’Aosta, CPO, Torino
Lo studio IMPATTO raccoglie i dati dei Registri
Tumori o di Patologia attivi nel territorio italiano.
Ha come obiettivo la valutazione dell’efficacia dei
servizi di screening mammografico.
Include tutti i casi di tumore della mammella, sia in
situ che invasivo, diagnosticati tra il 1988 ed il 2001
in donne tra i 40 ed i 79 anni.
Tutti i casi sono stati seguiti per la valutazione dello
stato in vita e della mortalità causa-specifica al 31
dicembre 2002.
LO STUDIO IMPATTO
Total In situ
Emilia Romagna Bologna 1997 - 2001 1997 2733 238
Ferrara 1991 - 2001 1997 3162 195
Modena 1992 - 2001 1995 4592 476
Parma 1992 - 2001 1997 3049 254
Reggio Emilia 1997 - 2001 1994 1746 185
Romagna 1989 - 2001 1996 6926 560
Piemonte Torino 1988 - 2000 1992 8165 507
Sicilia Palermo 1999 - 2002 - 2053 68
Ragusa 1990 - 2001 1994 1246 17
Toscana Firenze 1990 - 2001 1990 5246 341
Umbria Perugia 1997 - 2001 1997 1130 87
Veneto Verona 1997 - 2001 1999 1748 232
Total 41796 3160
Region CentreScreening
activation
Cases (n°)Period of
the study
LO STUDIO IMPATTO: centri partecipanti, periodo in studio e n° dei casi
(1)
la diagnosi antecedente di tumore maligno della
mammella (TMM) può influenzare la certificazione e
la codifica della causa di morte indipendentemente
dal ruolo causale del tumore stesso?
(2)
se sì, ciò avviene in modo differenziale fra tumori
screen detected e non screen detected?
IPOTESI
sono stati individuati tutti i decessi di donne inserite
nella casistica dello Studio IMPATTO avvenuti nel
periodo 1° gennaio 1999 - 31 dicembre 2002
sono state recuperate le corrispondenti schede di
morte
è stato richiesto il linkage dei soggetti deceduti con
le SDO per verificare le diagnosi di dimissione
dell’ultimo ricovero e dei ricoveri entro l’anno
precedente alla data di morte
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
3.379 CASI IMPATTO (DECEDUTE 1999-2002)
- 171 CASI PER I QUALI NON E’ STATA
RINTRACCIATA LA SCHEDA DI MORTE
_____
3.208 CASI IN STUDIO TOTALI
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
Casistica
DISTRIBUZIONE
TERRITORIALE :
numero di casi in
studio per centro
partecipante
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
Casistica
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
Casistica
DISTRIBUZIONE PER PERIODO
DI INCIDENZA
DISTRIBUZIONE PER CLASSE DI
ETA’ AL DECESSO
Età media al decesso: 69,95
Deviazione standard: 10,62
Range di variazione: 41 – 92 anni
ICD9 n. %
Altre cause 1.062 33,1
174.0 -174.9 Tumore mammella 2.146 66,9
Totale 3.208 100
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
CAUSA DI MORTE registrata nel file IMPATTO
(linkage con le statistiche di mortalità correnti)
La percentuale di decessi attribuita a TMM decresce
progressivamente con l’età:
90% fino a 59 anni, 39% nelle ultraottantenni
un campione di 741 schede di morte è stato
ricodificato in cieco da tre codificatori esperti,
è stato valutato l’indice di concordanza K tra i
codificatori
CONFRONTO CODIFICA
RISULTATI
si è osservata un’ottima concordanza fra i tre
codificatori:
K=0,8848 se si considerano tutte le codifiche
K=0,9355 se i dati sono ricodificati in modo
binario (tumore mammella e altro)
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
CONFRONTO SCHEDA DI MORTE E ULTIMO RICOVERO
CLASSIFICAZIONE SCHEDA MORTE
A TMM con metastasi specificate o altra indicazione di
progressione
B TMM in causa iniziale, non altre specifiche né altre
patologie
C TMM come risultato del processo di codifica, ma con altre
patologie possibili causa di morte
D Pat. non ben specificata o terminale come risultato della
codifica, TMM sulla scheda
E0 Pat. ben specificata come risultato della codifica, TMM
sulla scheda nei primi 3 quesiti
E1 Pat. ben specificata come risultato della codifica, TMM
sulla scheda nel 4° quesito
F Pat. non ben specificata o terminale come risultato della
codifica, senza TMM sulla scheda
G Patologia ben specificata come risultato della codifica,
senza TMM sulla scheda
CLASSIFICAZIONE SDO
A diagnosi principale di ricovero TMM o
metastasi o altre complicanze con TMM in
diagnosi secondaria
B altri casi di TMM in diagnosi secondaria
C diagnosi principale compatibile con
complicanze di TMM, prec. ricoveri per TMM
D TMM non menzionato
E nessun ricovero
TMM causa di morte
altra causa di morte ma TMM menzionato sulla scheda
altra causa di morte senza menzione di TMM sulla scheda
STUDIO DI VALUTAZIONE DELLA CAUSA DI MORTE
Classificazione di SM e SDO
il TMM è causa di morte nei 2/3 dei
casi ed è menzionato nei 3/4 dei casi
nel 60% circa dei ricoveri il
TMM è diagnosi principale o
secondaria di dimissione
SCLEROSI MULTIPLA14
CARCINOMA MAMMARIO 4
ARRESTO CARDIACO
CAUSA DI MORTE:
TUMORE MALIGNO DELLA MAMMELLA 174.9
DA REVISIONARE SE
INCROCIA CON
SDO DI TIPO B – E
(70,3%)
CARCINOMA MAMMARIO9
SINDROME INFLUENZALE 3
EDEMA POLMONARE ACUTO
CAUSA DI MORTE:
INFLUENZA 487.1
DA REVISIONARE SE
INCROCIA CON
SDO DI TIPO A – C
(47,7%)
Alcuni esempi
Donna di 69 anniScheda di morte:Causa iniziale: BRONCOPOLMONITECausa intermedia: BRONCOPOLMONITECausa terminale: COLLASSO CARDIOCIRCOLATORIOAltri stati morbosi: ENCEFALOPATIA MULTINFARTUALECODIFICA IMPATTO: G
Ricoveri ospedalieri:deceduta nel corso dell’ultimo ricoveroSDO: Patologia principale: BRONCOPOLMONITE, NON SPECIFICATAPatologia secondaria 1 VERSAMENTO PLEURICO NON SPECIFICATOPatologia secondaria 2 PSICOSI NON SPECIFICATAPatologia secondaria 3 ATEROSCLEROSI CEREBRALERicoveri precedenti: altri quattro ricoveri nell’ultimo anno, TMM citato solo in un ricovero circa 6 mesi prima del decesso come Patologia principale CODIFICA IMPATTO: D
Conclusione: CAUSA DI MORTE NON TUMORE MAMMELLA
Alcuni esempiDonna di 73 anniScheda di morte:Causa iniziale: CARCINOSI PERITONEALE IDROCEFALO
NORMOTESOCausa intermedia: CACHESSIA NEOPLASTICACausa terminale: ARRESTO CARDIORESPIRATORIOAltri stati morbosi:CODIFICA IMPATTO: F
Ricoveri ospedalieri:deceduta nel corso dell’ultimo ricoveroSDO: Patologia principale: TUMORI MALIGNI DI PARTI SPECIFICATE DEL
PERITONEOPatologia secondaria 1Patologia secondaria 2Patologia secondaria 3Ricoveri precedenti: nel ricovero precedente all’ultimo (trasferimento) la Patologia principale era Tumore maligno secondario del peritoneo e, fra le Patologie secondarie, Anamnesi di Tumore Maligno della MammellaCODIFICA IMPATTO: D
Conclusione: VERIFICA DIAGNOSTICA
Alcuni esempiDonna di 62 anniScheda di morte:Causa iniziale: CANCRO MAMMELLA SIN -CANCRO UTEROCausa intermedia: EMORRAGIA DIGESTIVA DA ULCERA PILORO
BULBARE M.1-INSUFFICIENZA RENALE ACUTACausa terminale: SCOMPENSO CARDIACO SINAltri stati morbosi: DISTURBO SCHIZOFRENICO A.>10CODIFICA IMPATTO: C
Ricoveri ospedalieri:deceduta nel corso dell’ultimo ricoveroSDO: Patologia principale: INSUFFICIENZA RENALE ACUTA, NON SPECIFICATAPatologia secondaria 1 TUMORI MALIGNI DELLA MAMMELLA (DELLA
DONNA) NON SPECIFICATAPatologia secondaria 2 TUMORI MALIGNI DEL CORPO DELL’UTERO,
ECCETTO L’ISTMOPatologia secondaria 3 INSUFFICIENZA DEL CUORE SINISTRO
(SCOMPENSO CARDIACO SINISTRO)
Ricoveri precedenti: nessuno CODIFICA IMPATTO: B
Conclusione: VERIFICA DIAGNOSTICA
Alcuni esempi
Donna di 56 anniScheda di morte:Causa iniziale: AORTOMIOCARDIOSCLEROSI -ANGIOSCLEROSI
POLIDISTRETTUALECausa intermedia: CARCINOMA MAMMELLA DESTRACausa terminale: ARRESTO CARDIORESPIRATORIOAltri stati morbosi:CODIFICA IMPATTO: C
Ricoveri ospedalieri:Un solo ricovero tre mesi prima del decessoSDO: Patologia principale: TUMORI MALIGNI DELLA MAMMELLA (DELLA
DONNA), NON SPECIFICATAPatologia secondaria 1 IPERTENSIONE ESSENZIALE NON SPECIFICATAPatologia secondaria 2Patologia secondaria 3Ricoveri precedenti:CODIFICA IMPATTO: A
Conclusione: CAUSA DI MORTE TUMORE MAMMELLA
CODIFICA SCHEDA MORTE
A diagnosi principale di
ricovero TMM o metastasi o
altre complicanze con TMM in
diagnosi secondaria
B altri casi di TMM in
diagnosi secondaria
C diagnosi principale
compatibile con
complicanze di TMM,
prec. ricoveri per TMM
D TMM non
menzionato
E nessun ricovero
A TMM con metastasi specificate o altra
indicazione di progressione
Decesso con alta prob. TMM Decesso con alta prob.
TMM
Decesso con alta prob.
TMM
Verifica
diagnostica
Decesso con alta
prob. TMM
B TMM in causa iniziale, non altre
specifiche né altre patologie
Decesso con alta prob. TMM Verifica diagnostica Decesso con alta prob.
TMM
Verifica
diagnostica
Verifica
diagnostica
C TMM come risultato del processo di
codifica, ma con altre patologie
possibili causa di morte
Decesso con alta prob. TMM Verifica diagnostica Verifica diagnostica Verifica
diagnostica
Verifica
diagnostica
D Pat. non ben specificata o terminale
come risultato della codifica, TMM sulla
scheda
Verifica diagnostica Verifica diagnostica Verifica diagnostica Verifica
diagnostica
Verifica
diagnostica
E0 Pat. ben specificata come risultato
della codifica, TMM sulla scheda nei
primi 3 quesiti
Verifica diagnostica Verifica diagnostica Verifica diagnostica Decesso con
alta prob.
Non TMM
Decesso con alta
prob. Non TMM
E1 Pat. ben specificata come risultato
della codifica, TMM sulla scheda nel 4°
quesito
Verifica diagnostica Decesso con alta prob.
Non TMM
Decesso con alta prob.
Non TMM
Decesso con
alta prob.
Non TMM
Decesso con alta
prob. Non TMM
F Pat. non ben specificata o terminale
come risultato della codifica, senza TMM
sulla scheda
Verifica diagnostica Verifica diagnostica Verifica diagnostica Verifica
diagnostica
Verifica
diagnostica
G Patologia ben specificata come
risultato della codifica, senza TMM
sulla scheda
Verifica diagnostica Decesso con alta prob.
Non TMM
Decesso con alta prob.
Non TMM
Decesso con
alta prob.
Non TMM
Decesso con alta
prob. Non TMM
CODIFICA SDO
ALGORITMO DI INCROCIO FRA SCHEDA DI MORTE E ULTIMO RICOVERO
CLASSIFICAZIONE DEI CASI IN BASE ALL’ALGORITMO
CLASSIFICAZIONE DEI CASI IN BASE ALL’ALGORITMO
E REVISIONE DEI CASI DISCORDANTI E DUBBI
14,7%
85,3%
oltre ai 449 casi (14%) selezionati per la revisione in base
all’algoritmo, sono stati aggiunti 23 casi
472 (14,7%) sono stati i casi totali da sottoporre a revisione
REVISIONE DEI CASI DISCORDANTI E DUBBI
PANEL DI ESPERTI
Stefano Ciatto, radiologo, CSPO Firenze
Samanta Sarti, oncologa, AUSL Forlì
Anna Sapino, anatomopatologa, Università di Torino
+ i 3 responsabili dello studio
Il gruppo di esperti aveva a disposizione informazioni riguardanti :
Il tumore della mammella (data incidenza, stadiazione, terapia……esclusa la
modalità di diagnosi) FONTE: Studio IMPATTO
Tutti i ricoveri disponibili (data di ammissione e dimissione, reparto e ospedale
di ricovero, diagnosi principale e altre diagnosi, modalità di dimissione…..)
La scheda di morte cartacea o documentazione analoga contenente tutte le
patologie indicate nella scheda di morte
Presenza di altri tumori con data incidenza, stadiazione, terapia
FONTE: Registro Tumori
RISULTATI
(1)
4,3%
RISULTATI
(2)
MODALITA’ DI DIAGNOSI (CONVENZIONALE O SCREENING)
4,7%
4,3%
RISULTATI
(2)
PRESENZA DI TUMORI MULTIPLI
8,3%
3,4%
RISULTATI
(2)
RICOVERO NELL’ULTIMO ANNO DI VITA
5,2%
4,1%
RISULTATI
(2)
STADIO DEL TUMORE ALLA DIAGNOSI
6,7%
3,5%
4,1%
RISULTATI
(2)
Per altre variabili già analizzate:
ETA’
INTERVALLO DIAGNOSI - DECESSO
LUOGO DEL DECESSO (OSPEDALE O NO)
non sono state evidenziate differenze significative
MODALITA’ DI DIAGNOSI (CONVENZIONALE O SCREENING)
l’algoritmo utilizzato
risulta essere innovativo rispetto a quanto reperito
in letteratura
permette, selezionando la casistica da revisionare, un
notevole risparmio di risorse
ma
ne devono essere ancora valutate sensibilità e specificità
CONCLUSIONI
misclassificazione della causa di morte
è modesta (4,3%) e produce una lieve (66,9 vs 65,7%)
sovrastima della percentuale di donne con diagnosi di TMM
decedute a causa di TMM
l’entità della misclassificazione è influenzata da alcune
caratteristiche del caso:
presenza di altri tumori
assenza di ricoveri nell’ultimo anno di vita
stadio non definibile del TMM
non è invece influenzata in modo significativo da altre
variabili, in particolare non dalla modalità di diagnosi (screen
detected / non screen detected)
CONCLUSIONI
La qualità del dato è cruciale da quando si è cominciato ad utilizzarein maniera integrata i dati provenienti dagli archivi elettronicicorrenti, fra i quali quello relativo alla mortalità continua a rivestireun ruolo rilevante.
Sia per scopi descrittivi Che eziologici
Ma i medici non hanno tempo e voglia di imparare a certificare correttamente……..
Il training package europeo sulla
certificazione delle cause di morte
Monica Pace
ISTAT,Servizio Sanità ed Assistenza
- Unità Operativa Gestione ed applicazione delle classificazioni nosologiche -
mopace@istat.it
Conclusioni
Questo progetto rappresenta uno sforzo verso il
miglioramento della qualità e della comparabilità
delle statistiche di mortalità in Europa
L’intento è stato quello di fornire uno strumento
di riferimento rispondente alle indicazioni
internazionali e facilmente adattabile alla realtà di
ciascun paese
La possibilità di effettuare il training sul
certificato nazionale piuttosto che sul modello
internazionale dell’OMS potrà avere un positivo
impatto sull’efficacia degli strumenti realizzati
Prospettive La sensibilizzazione all’uso in Europa dei prodotti realizzati è un punto
importante da perseguire in collaborazione con l’OMS
L’inserimento di informazioni addizionali, affiancate al certificato
internazionale e di fatto già presenti su molti certificati nazionali, può
rappresentare un primo elemento di discussione verso la realizzazione di
un certificato Europeo per le cause di morte
L’uso di tecnologie informatiche per la compilazione di certificati morte
va nella direzione della creazione del certificato elettronico, cui si è già
iniziato a lavorare in ambito EUROSTAT
Le problematiche relative alla certificazione di morte infantile rimangono
ancora da definire sia in termini di una base informativa comune che per
quanto concerne le pratiche di certificazione.
L’implementazione in Italia andrà realizzata con una stretta
collaborazione con le Università ed altre realtà territoriali nell’ambito delle
diverse prerogative in materia di formazione
Cause-of-death Querying I. Introduction Cause-of-death querying is a process by which the State health department contacts the medical certifier who completed the cause-of-death statement and asks for clarification or further information so that resulting mortality statistics may be as complete and accurate as possible. The purpose of querying is two-fold: 1) to obtain information needed to properly code and classify the cause of death and 2) to educate the certifier about the proper method of completing medical certifications of death. Querying is one of the most important ways to improve the quality of cause-of-death data. It must therefore, be viewed as an integral part of any State’s vital statistics activity.
Sviluppi dell’attività del gruppoNel futuro il gruppo è
intenzionato:a) da un lato ad ampliare la
propria attività, sempre nell’ottica del miglioramento della qualità dei dati e di un maggior utilizzo
b) dall’altro ad aprirsi a collaborazioni con altri Registri ed altri soggetti, istituzionali e non
Ampliamento dell’attività del gruppo:a) Gestione dei Registri: attraverso al
produzione di un Manuale per la gestione dei Registri di Mortalità
b) Valutazione e miglioramento della certificazione: mediante corsi per medici certificatori e protocolli per indagini in caso di certificazione inadeguata
Corsi per certificatori: utilizzando da un lato esperienze passate che hanno dimostrato, almeno nel breve periodo, di essere efficaci, e dall’altro il materiale prodotto più di recente dall’ISTAT, ci si propone di produrre un modulo di corso standard da utilizzare per i medici di base ed ospedalieri, sia localmente che per l’e-learning
Indagini sulle cause di morte: sfruttando la documentazione dell’esperienza statunitense al riguardo, il gruppo vuole valutare la possibilità di sperimentare la sostenibilità, soprattutto sotto il profilo dei costi, di una attività di sorveglianza continua sulla qualità della certificazione con opportune indagini nei casi di non adeguatezza. Tale attività dovrebbe produrre anche un vantaggio sotto il profilo dell’educazione del medico certificatore
Collaborazioni: ci sono molti soggetti interessati all’uso dei dati di mortalità, il Gruppo ha proposto la sua collaborazione alle società scientifiche maggiormente coinvolte in questo ambito, AIE ed AIRTUM hanno accolto la proposta, da un lato per la istituzione di un gruppo di lavoro che studi la possibilità di unificare i due flussi di mortalità, dall’altro per permettere ai RT, che utilizzano i Registri di Mortalità Locali, di usufruire di dati di mortalità di qualità ottimale e costante. Naturalmente il Gruppo desidera coinvolgere il maggior numero possibile di Registri Locali nella propria attività, così come mettere a disposizione la propria esperienza con Ministero, Regioni ed ISTAT per la definizione di un nuovo sistema informativo per la mortalità che coniughi le caratteristiche migliori della rilevazione nazionale (omogeneità) con quelle locali (precisione, completezza) e che renda disponibile il dato con la tempestività necessaria.