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E-Review è una rivista edita da BraDypUS COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE
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Autorizzazione TribunalediBologna,n.8299,del27/5/2013.
ISSN: 2284-1784ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview
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2014 BraDypUS EditoreviaAristotileFioravanti,7240129BolognaCFeP.IVA02864631201http://bradypus.nethttp://books.bradypus.netinfo@bradypus.net
Finitodistamparenelmaggio2014pressoAtena.netSrl,GrisignanodiZocco(VI).
La crisi dei partiti in Emilia Romagnanegli anni ’70/’80
1-2013Dossier
BraDypUS.netCOMMUNICATING
CULTURAL HERITAGE
Bologna 2014
“E-Review”èunarivistaonlinedistoriacontemporanea,realizzatadagliIstitutiStoricidell’EmiliaRomagnainReteepatrocinatadallaRegioneEmiliaRomagna.
“E-Review”utilizzaunprocessodidouble blind peer reviewpertuttiisaggidellasezione“Dossier”.
Elenco Istituti Emilia-Romagna
-IstitutostoricodellaResistenzaedell’etàcontemporaneadiPiacenza-IstitutostoricodellaResistenzaedell’etàcontemporaneadiParma-CentrostudimovimentiParma-Istituto“AlcideCervi”,Gattatico(RE)-IstitutoperlastoriadellaResistenzaedellasocietàcontemporaneainprovinciadiReggioEmilia, Istoreco-IstitutoperlastoriadellaResistenzaedellasocietàcontemporaneainprovinciadiModena, IstitutostoricodiModena-Istitutoperlastoriaelememoriadel’900,ParriEmilia-Romagna-AssociazioneHomeMovies,Archivionazionaledelfilmdifamiglia-FondazioneperlescienzereligioseGiovanniXXIII,Fscire-IstitutodistoriacontemporaneadiFerrara-CentroimolesedocumentazioneResistenzaantifascista,Cidra-IstitutostoricodellaResistenzaedell’etàcontemporaneainRavennaeprovincia-IstitutoperlastoriadellaResistenzaedell’etàcontemporaneadellaprovinciadiForlì-Cesena-IstitutoperlastoriadellaResistenzaedell’ItaliacontemporaneadellaprovinciadiRimini
Direttore responsabile MircoCarrattieri
Segretari di redazione MatteoPasetti,ToniRovatti
Membri della redazione MargheritaBecchetti,CarloDeMaria,MircoDondi,ChiaraFerrari, ElisaGardini,GisellaGaspari,TeresaMalice,RobertaMira, MetellaMontanari,MarcoOrazi,RobertoParisini,LucaPastore, PietroPinna,MariannaPino,ElenaPirazzoli,AgnesePortincasa, FedericoRuozzi,SimonaSalustri,PaoloSimoni,CinziaVenturoli
Comitato dei garanti GiulianoAlbarani,AlbertoDeBernardi,GiuseppeMasetti,NandoRinaldi
Redazione web JulianBogdani,ErikaVecchietti(BraDypUSEditore)
Contatti e proposte IstitutoperlaStoriaeleMemoriedelNovecentoParriEmilia-Romagnadi articoli ViaSant’Isaia18,40123Bologna(BO),Italy E-mail:segreteria@e-review.it
E-Review 1-2013INDICE
AlbertoDeBernardiPresentazione
DOSSIER La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80 a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
MircoCarrattieriIntroduzione. Un punto di vista sulla crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CarloDeMariaLa questione regionale tra anni Settanta e Ottanta dalla prospettiva dell’Emilia Romagna. Lineamenti di un dibattito comparato . . . . . . . . . . .
ClaudiaCapelliIl filo spezzato: il 1989 e la memoria collettiva dell’“Emilia rossa” . . . . .
GregorioSorgonàCantagallo o Predappio? Il Movimento sociale italiano in Emilia Romagna tra esclusione e tolleranza (1970-1983) . . . . . . . . . . . . .
MatteoTroiloBologna e il Welfare locale, appunti per una storia . . . . . . . . . . . . . . . . . .
FrancoPiroLa critica socialista al “modello emiliano”. Un ricordo, trent’anni dopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MariannaPinoGeografia elettorale dell’Emilia Romagna: una cartografia interattiva delle elezioni politiche dal 1976 al 1992 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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GisellaGaspari,MatteoPasetti«Il Pci è un partito finito». Video-documentario sulla scomparsa della “piazza rossa” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
SanteCruciani,GisellaGaspariIl “modello emiliano” da Giuseppe Dozza a Pier Luigi Bersani. Video-saggio tra comunicazione e propaganda politica (1946–2013) . . . . . . . . .
RUBRICHE #formazione
ChiaraDonatiThe dream is over. Una fotografia dello stage dell’Istituto storia Marche .
GiuliaRicciProcessi di formazione dell’Unione Europea. Un’esperienza di scambio storico-culturale con la Francia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
#patrimonio
PaoloSimoniIl cinema amatoriale e l’immagine della città. I film 8mm della famiglia Calanchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
LuigiBalsaminiCarta e anarchia: una collezione di giornali anarchici della provincia di Pesaro e Urbino (1873-1922) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CarloD’AdamoWilliam Pedrini, L’eredità dello sguardo di Filippo D’Ajutolo . . . . . . . . .
SalvatoreAlongi,LorenzaIannacciPer non dimenticare. Riordino e valorizzazione dell’archivio dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica . . . . . . . . . .
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MarziaMaccaferriDai fondi privati di Modena agli archivi di Addis Abeba. Un progetto per censire, condividere e restituire un passato comune . . . . . . . . . . . . . . .
ChiaraFerrariL’ospedale Verdi a Villanova sull’Arda: documenti sull’evoluzione del sistema assistenziale italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
#usopubblico
TeresaMalicePrigionieri militari nella Seconda Guerra Mondiale tra Italia e Inghilterra. Storia e Memoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
AndreaMontanariPrigionieri dimenticati. Italiani nei lager della Grande Guerra . . . . . . . .
EnricoAcciai,MircoDondiFare storia contemporanea nell’età digitale: il caso italiano in chiave comparata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MargheritaBecchetti10 volti per la Liberazione. Una mostra per le strade della città . . . . . . . .
ElenaPirazzoliIl patrimonio scomodo del Novecento europeo nel progetto Atrium a Forlì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
LorenaMussiniDentro la Betlemme nera. A Predappio una mostra dedicata alla marcia su Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
FedericoRuozziPer il centenario della nascita di Giuseppe Dossetti. Introduzione alla lezione di Enrico Galavotti: Fonti e problemi per una biografia . . . . . . . .
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Presentazione
aLBERtO DE BERNaRDI
On-line dalmese di giugno2013, il primonumero di “E-Review.Rivista de-gli IstitutiStoricidell’EmiliaRomagna inRete”sichiudecon l’uscitadique-stoannaleinformacartacea(madisponibileanchecomee-book).Lasceltadiaffiancare alla versione elettronica un supporto più tradizionale risponde a undupliceobiettivo:daunlato,renderereperibiliitestipubblicatianchenellesedibibliotecarie,venendoincontroamodalitàdilavoroconsolidatetraunacomuni-tàscientificacheavolteancoraoggiguardaconscetticismoallepubblicazionion-line;dall’altro,dareunaconfezionedefinitivaaisingolinumeriannuali,perinventariareicontributipropostiemettereordinenellavorosvoltodagliautori,dallaredazione,dallaretediistitutistoricichecollaboranoalprogetto.Sullapiattaformapiùfluidaedispersivaoffertadalweb,l’insiemedeitestirischiaineffettidiapparireinmodounpo’disorganico,mentremeritainvecediesserepienamentevalorizzatotramitetuttiicanalidicomunicazionepubblica,nuovievecchi,daisocialnetworkfinoallacarta,essendosidimostratofindalnumerodiesordiodialtaqualità,comericonosciutodanumerosifruitori.Ilvolumecartaceoèinuncertosensoun’occasioneperringraziarepubblicamentetutticolorochecihannotestimoniatoil loroapprezzamento,ealcontempounostrumentoperraggiungerenuovilettori,magarimenoavvezziallaletturasuschermo,macheproprioperquestopotrebbero trovare inunsecondomomentoparticolarmenteinteressantelanaturaon-linedellarivista.“E-Review”, infatti, faunampio ricorsoamaterialimultimediali (foto,video,registrazioniaudio,mappecartograficheinterattiveecc.),chenonsolocorredano
i testi,ma inalcunicasi rappresentanoun tentativodi sperimentarenuovi lin-guaggiperrinnovarelacomunicazionestoriografica,alfinedifarlausciresemprepiùdall’alveostrettamenteaccademicoerestituirleunafunzionedieducazionecivica.Ovviamente,tuttiquestimaterialinonpossonoessereriprodottinell’edi-zionecartacea,percuichivorràvisionarlidovràaccederealsitowww.e-review.it.Indefinitiva,lanostrascommessaèchediffusioneelettronicaediffusioneastampanon rappresentinodue alternative tra loro contrapposte,ma anzi sianocomplementariedentrambefunzionalialprogetto.Un’ultimaprecisazionesullasceltadeitestiinclusiinquestaedizionecartacea.Sièdecisodistamparetuttiicontributipubblicatinel2013,conl’eccezionediquellidellasezione#corrispondenze,chehannouncaratterepiùestemporaneoeinformativo.Nell’indicedelvolumecompaionodunquesiaisaggideldossiermonografico,dedicatoinquestonumerod’esordioaltemadellacrisiattraversa-tadaipartitipoliticinegliultimidecennidelsecoloscorso,siagliarticolidellerubriche#formazione,#patrimonio,#usopubblico.Riteniamoinfatticheadac-crescereilvaloredellarivistacontribuiscalavarietàdeiregistriadottatiedelletematicheaffrontate,ovverochenonsianorilevantisoloisaggidiricercascien-tificasottopostiadouble blind peer review,maancheleriflessioniegliinterventipiùbrevi riguardanti ladidattica, ilpatrimonioarchivisticoedocumentario, ladimensionepubblicadellastoriografia.
E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview23pp. 11-20
Introduzione. Un punto di vista sulla crisi
MIRCO CaRRattIERI
La crisi della cosiddetta “prima Repubblica” è ormai un oggetto di ricerca storica. Co-minciano a definirsi periodizzazione e eziologia. Le spiegazioni si concentrano per lo più sulla degenerazione del sistema partitico dopo gli anni Settanta. Guardare al fenomeno dal punto di vista emiliano romagnolo può essere utile, sia per verificare le principali tesi storiografiche, sia per evidenziare l’articolazione locale della crisi, tanto più consideran-do la peculiare subcultura politica della regione.
The crisis of the so-called “First Republic” is today an object of historical research. Scientists are beginning to define periodization and etiology of this crisis. The explana-tions are focused mostly on the degeneration of the party system after the seventies. Loo-king at the phenomenon from the point of view of Emilia Romagna may be useful, either to verify the main historiographical thesis, both to highlight the local articulation of the crisis, especially considering the peculiar subculture policy of this region.
1. I tempi della crisi
A oltre 20 anni di distanza dal 1992, gli studi sulla crisi del sistema politicodell’Italiarepubblicanacomincianoaconsolidarsieadelineareunalineastorio-grafica,chesuperaormailameracronacael’otticadellacrisi[Giovagnoli1998],affiancandosicredibilmenteeutilmenteincrociandoglistudipolitologici[Mor-linoeTarchi(eds.)2006].Comincianocosìadefinirsilacronologiael’eziologiadelprocesso.Perlamaggiorpartedellericostruzioni,laparaboladeldopoguerraitalianorag-
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giunge il suo apice nei primi anni Settanta [Baldissara (ed.) 2001].È proprioinquestodecennioperò,che,fallitoilprocessoriformatore[Tranfaglia1994]esperimentateormaituttelepossibilicombinazionidigoverno[Craveri1995],siavviaanche la fasediscendente,variamentedescrittacomesnervamento[Gin-sborg1998],logoramento[Scoppola1991],declino[Mammarella1993],erosio-ne[Santarelli1996],crepuscolo[Lupo1994],corrosione[Crainz2012].InparticolareilcasoMorodel1978vienevistocomeiltornantedecisivo,«tra-gediarepubblicana»[Giovagnoli2005],chesiconcludeconunveroeproprio«funeraledellaRepubblica»[Craveri2004].Ilsistemadeipartiticominciavisi-bilmenteascricchiolare,comedimostral’esitodelreferendumsulfinanziamentopubblicodiquellostessoanno,nelquale,ancheseprevalgonoino, l’altaper-centualedivotifavorevoliall’abrogazionesegnalaunageneraledisaffezioneneiconfrontideipartiti.Ilpaese, sfiancatodalledifficoltàeconomiche,precipita inunacrisiprofonda,accentuatadallaminacciadell’eversione,veraepropria«nottedellaRepubblica»[Zavoli1992].Alla“crisidelle ideologie”corrispondeunsemprepiùevidente“riflussonelprivato”,chelaripresatrasformaintrionfodelrampantismo[GallidellaLoggia1980].L’apparente stabilitàdelpentapartito rappresenta solounafacciata,masottol’arroccamentocentristasiconsumanoilitigiinterniaunsiste-madipotereormaiautoreferenziale,nelqualeall’imperfezionedelbipartitismosiassociaoral’usospregiudicatodelpoteredicoalizionedapartedelPsi.Sideli-neauna“alternanzasenzarealealternativa”;eleelezionipolitichesisvuotanodisignificato,comedimostral’aumentodell’astensionismo[Fruncillo2004].Inizia«lagrandedepressionedellapoliticaitaliana»[Mastropaolo1996].Laclassedirigente,semprepiùconsapevoledellanecessitàdiriforma,masuffi-cientementeprotervadaritenerlasempreprocrastinabile(edasentirsititolarediunaindiscriminataimpunità),«galleggiasuunconsensodrogatodaunbenesseresenzafuturo»[Scoppola1991].GlianniOttantasonodunque«ildecenniolungodelcambiamentofrustrato»[Quagliariello2004];maladelusioneperlemancateriforme,emblematicamentesintetizzatadalfallimentodelprogettodemitianoedall’avventodel“Caf”,determinanounadrammaticacrisidicredibilitàequindidilegittimitàdelsistema.Essa risulta«drammaticaeprofonda»[Ginsborg1998]esi rivela irreversibiledopoil1989,quandoalcrollodelmurodiBerlinoseguononelnostropaeselastagionereferendaria,Tangentopoliegliattentatidimafia,chesegnanounosgre-tolamentoprogressivodelloStato.Incorrispondenzadelterremotoelettoraledel1992,veroeproprio«annushorribilis»[Mammarella1993],epoidellasvoltaimpostadalreferendumdel1993(«unnuovo18aprile»[Lupo2013]),siavverte
MIRCO CaRRattIERIIntroduzione. Un punto di vista sulla crisi
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lafranadelsistema,unaveraepropriabufera,iltracollodelleistituzioni[Crainz2012].Siavviaquindiuntravagliatoperiododitransizione,dicuiperònonèsempliceidentificarelafine:secondoalcunidaporregiànel1994,quandoconlanuovaleggeelettorale,l’avventodiBerlusconieildrasticoricambiodelcetoparlamen-taresiridisegnacompletamenteilsistemapartitico;secondoaltrisolonel1996,quandoperlaprimavoltanellastoriarepubblicanalasinistraassumeunapienaresponsabilitàdigoverno;omagarinel2001,quandosembrastabilizzarsiun’al-ternanzadigoverno[BartolinieD’Alimonte(eds.)2002].Quellaitalianapiùcheunarivoluzioneappareperò«unpassaggiod’epocasenzabussola»[AsorRosa1996],«unasimulazionediguerracivile»[Deaglio2009].Latransizioneappareeternamente incompiuta [Ceccanti eVassallo (eds.) 2004] e il paese è ancora«allaricercadisestesso»[Caracciolo1999].Ladiscussaetichettadi“secondaRepubblica”,impropriadalpuntodivistadellaformacostituzionale,siimponeneldibattitogiornalistico[Zavoli1999]efiltraanchenellastoriografia,nellami-suraincuievidenziailveniremenodiunastagione(ilcinquantenniorepubbli-cano[NeppiModona(ed.)1996])edeisuoiprincipaliprotagonisti[Lupo2013].Nonpochiosservatoriperaltrosiinterroganosuglielementicaratterizzantidellanuovafase,cheperlopiùriconduconoalletentazionicarismaticheepopulisticheportatedallavideopoliticaberlusconiana[Tranfaglia2009].Restalasensazionecheilbipolarismo“all’italiana”riproducaeanziesasperivecchimali,comelademonizzazionedell’avversario[Ventrone(ed.)2006]ol’inconcludenzadecisio-nale[Gervasoni2010].Echealmutaredelcetopolitico,nonabbiacorrispostounrealeavvicendamentodellaclassedominante[Losurdo1994].Secondoalcunisi profilerebbe già all’orizzonte una “terzaRepubblica”, deriva del fallimentodellasecondaenostalgicamentelegataallaprima[Calise2006].Inognicasoèevidentecomeall’euforiapalingeneticadel1992sisiaormaisostituitaun’amararassegnazione;ecomel’Italiarimangaassaidistantedalla“repubblicadeicitta-dini”edalla“democraziacompiuta”cheallorasiauspicava.
2. alla ricerca delle cause
Seitempidellacrisiappaionoabbastanzadefiniti,piùcomplessaèl’identifica-zionedellesuecause.Essarimandainfattiaunagalassiadifattori,lacuidiversaprofonditàstoricaeconfigurazionegerarchicadefiniscepropostestoriograficheanchemoltodiverse.Percomoditàespositivapossiamoricondurrelespiegazioniavanzateatregrandicategorie.Alcunericostruzioniinserisconoanchequesta“crisidiregime”neitempilunghi
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dell’Italiaunita,recuperandofattorididebolezzastrutturaliche,lungidall’essererisolti,nelcontestorepubblicanosiaggraverebberoulteriormente.Traquestisipossonoricordaresoprattuttoloscarsosensodellostatoedelleistituzioni[Pezzi-no2002];ladeboleidentitànazionale[GallidellaLoggia1998];l’atavicofamili-smo[Tullio-Altan1986].Cioè,insostanza,l’endemicoparticolarismo,pergiuntarafforzatodall’esclusivismoideologicodelleculturepolitichepostbelliche.Masipuòaggiungereancheilperduraredisistemibloccati,cheimpedisceunarealealternanzadigoverno,proponendosoloalternativedisistema[Salvadori1994]otentazionitrasformistiche[Sabbatucci2003].Nellamiglioredelleipotesidunqueil1992vieneinseritonelnoverodelle“tra-gedienecessarie”chespingonogliitaliani,quandosonosull’orlodelbaratro,areagiredandoilmegliodiséesperimentandolalorocreativitàanchesulpianoistituzionale.Nellapeggioresiapreinvecelastradaall’ennesimadiscontinuitàsuperficialeerivoluzionepassivadiunpaesesostanzialmenteincapacediessere“normale”senzaversarelacrimeesangue[Lanaro1992].Piùdenseeperspicueappaionoleanalisicheconcentranol’attenzionesuldopo-guerra,ingenerecaratterizzandoquellaitalianacomeuna“repubblicadeipartiti”capacesìdiportareperlaprimavoltailpaeseallademocrazia,maaunademo-crazia«speciale»,«difficile»[Barbagallo2009],«protetta»,«bloccata»,«incom-piuta»[Craveri2002];intrinsecamentefragileproprioacausadellostrapoteredeipartiti,dacuilafortunadeltermine“partitocrazia”.Ipartiti,favoritidaunsiste-maistituzionaletroppobizantinoedalproporzionalismoelettorale,avrebberodifattooccupatoleistituzionielasocietà.Fenomenochelastoriografia“revisio-nista”,daDeFelice[1995]aGallidellaLoggia[1996],farimontarealleoriginipostbellichedelsistema;echeinvecesecondoaltri,daColarizi[1994]aRidolfi[2010],siaggravadrasticamenteapartiredaglianniSettanta,«primocambiodifase»[Santarelli1996]everoepropriotornante[Barbagallo2009]dellastoriarepubblicana.Mentreinfattinelperiodoprecedentel’attoreprincipaledell’invasioneeappro-priazionedelleistituzionisarebbelaDemocraziacristiana(veroepropriopartito-Stato)apartiredaglianniSettantaancheilPcisarebbedirettamentecoinvolto,prima a livello di enti locali, poi di parlamento e infine, con il “compromes-so storico”, persino del governo. Secondo questa visione, anche l’innegabileasimmetriatraun’eternamaggioranzaeun’opposizionemailegittimata(chelasidefinisca“bipartitismo imperfetto”o“pluralismopolarizzato”pococambia)apparirebbedunquesecondariarispettoalleformediscambioocculto(consocia-tivismo)ealprevaleredilogichespartitorie(lottizzazione).Allaresponsabilitàdeipartitiandrebberoquindiricondotte leprincipalicomponentidella“grande
MIRCO CaRRattIERIIntroduzione. Un punto di vista sulla crisi
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slavina”cheinvesteilpaeseall’iniziodeglianniNovanta[Cafagna1993].Lostatosoffrirebbeinfattidiunacrisifiscaledovutaall’usoscriteriatodelde-bitocomemezzoperfinanziare laspesapubblicasenzasacrificare ilconsensoelettorale(nel1991ildebitopubblicosuperailPil);diunacrisimoralecausatadallacorruzionediffusa,quandonondallecollusioniconprogettieorganizzazio-nicriminali(nel1992scoppia“manipulite”enel1993finiscesottoprocessopermafiailsenatoreepiùvoltePresidentedelConsiglioGiulioAndreotti);diunacrisiistituzionaleconseguenteallaperditadirendimentodell’azioneparlamen-tare,alproliferaredelle“leggine”,altrionfodelladecretazioned’urgenza(tuttimalicheilsistema,nonostantelaretoricadellariformaelenumerosebicamerali,nonsembraingradodirisanaredall’interno,finendopoipersoccomberesottolepicconatediCossiga,ireferendumdiSegni,learringhediDiPietro,igovernitecnicidiAmatoeCiampi).Inognicaso,allafinelaRepubblicasarebbeimplo-sadall’internoacausadelledisfunzionalitàdiunsistemapartitico«inefficiente,corrotto,immobile»[Colarizi2007];ediuncetopolitico«arrogante,impunitoeimpunibile»[Salvati2000].Unterzoeultimobloccodistudiponemaggioreattenzioneaifattoriesogenialsistemadeipartiti,chenecondizionerebberol’azioneeneindurrebberopermoltiaspetti ladegenerazione.Sievidenziano inquesto senso ivincoliesternipostidallasituazioneinternazionale,apartiredalcontestodellaGuerrafreddaedagliindubbielementidietero-direzionecheriguardanoidueprincipalipartitisullascena[DiNolfo1996].Inunsistemaperilquale“doppioStato”e“doppiezza”sonocredibilicategorieinterpretative[DeFelice2003],ilcrollodelsocialismorealeinEuropaorientaledel1989-91appareunfattoredidestabilizzazionede-cisivo,acuivannoaggiuntiglieffettidellaguerradelGolfo,deltrattatodiMaa-strichtedellenuovemigrazionitrans-mediterranee;epiùingeneraleledinami-chedellaglobalizzazione[GentiloniSilveri2008].Nonmenorilevanteapparepoi lapresenzaattivadialtreforzequantomai in-gombranti:daquellelegali,comelaChiesa,laclasseimprenditorialeoil“quar-topotere”deimedia;aquelleopache,sotterranee,daiservizideviatialleloggemassoniche;finoacontropoteridichiaratamenteillegali,comelediverseformedimafiaeterrorismo[Floresd’Arcais2011].Infinebisognatenerepresentiinuo-vi attori politici che, nel corsodell’età repubblicana, intervengono sulla scenapoliticaoriginariamentedominatadaipartitidimassa:quellipost-ideologici,dairadicaliaiverdi;imovimenticollettivi,daglianniSessantainpoi;igruppiex-traparlamentari,finoalleformedilottaarmata;lelobbiestecnocratiche;leleghelocalistiche; lediversevocidell’antipolitica [Lupo2013].Némancanoanalisichemettonoindiscussionele lettureesclusivamentepolitichedellacrisi,chia-
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mandoincausapiuttostoledinamichepropriediunamodernizzazionetardiva,costruitasubasifragilieconmetodipocoortodossi[SylosLabini1995],tantodarisultaredrammaticamentesquilibrataosocialmenteinsostenibile[Casula(ed.)1999].O il nuovo contesto culturale veicolato dalla televisione, in particolarequellacommerciale,chehatrasformatoicittadiniinconsumatori[Gozzini2011];ehariconfiguratoillororapportoconlamemoria[DeLuna2011].Oancoraletrasformazioninelcostume,conunasecolarizzazionechetroppospessohasigni-ficatoanchecadutadellatensionemoraleeprevalerediuntecnicismocinicoespregiudicato[Berselli2003].Ovedaunlatooccorreprecisarecome,avalleeamontediquestiprocessi,siritrovinocomunqueleresponsabilitàdellapolitica;edall’altraperòsideve,sullasciadiPasolini,mettereindiscussionelasemprefaciledicotomiatrasocietàpo-liticaesocietàcivile(opaeselegaleepaesereale,opalazzoepiazza,ecc.),cheinpiùcircostanzegliitalianihannoevocatoapropriaconsolatoriagiustificazione,facendodella“casta”ilcaproespiatoriodelledifficoltà,senzaconsiderarecheinunpaesedemocraticoessariflettelesceltedeglielettorienondiradoancheilorovizi.Iltuttotenendocontodelfattochedi“crisidellademocrazia”difronteallasocietàpostindustrialeeallaculturapostmodernasiparla in tutto l’Occidente,concarattericomunichel’indubbiaspecificitàitaliananonpuòoscurare.
3. Vista dall’Emilia Romagna
Ilpresentedossierpartedalpresuppostocheunostudiodellacrisidelsistemapoliticoitalianodalpuntodivistaregionaledell’EmiliaRomagnapossafornireuncontributoeuristicosignificativoalletematichesinquiaccennate.Innanzituttoperchél’analisideicontestilocalipermettediriconfigurareespessoprecisareilquadroanalitico,verificandonelconcretodelladinamicastorical’in-terazioneelagerarchiatraivarifattorievidenziati.Aggiungo,amarginedique-stoargomento,cheancheperquantoriguardalastoriadeipartitiinsensostrettoil ricorsoallefonti localièstato inopportunamentesottostimatoedecisamentepocopraticato.Insecondoluogo,occorrenotarecomedopoil1970(mainrealtàfindaldibattitocostituente)laregionenonsiasoloundominiodianalisi,maunfattorestoricosignificativonelledinamichedelsistema.Questoperalmenoduemotivi.Daun lato perché, teoricamente, si proponenon solo comeun livelloamministrativo tra gli altri,ma come base di un vero e proprio ripensamentofederaledelloStato;e,cometale,delineaancheunaprospettivadiriorganizza-zionedeipartitistessi.Dall’altroperché,sulpianopratico,essavaadalimentareulteriormentelaburocraziapubblicaeacostituireunnuovoerilevanteterreno
MIRCO CaRRattIERIIntroduzione. Un punto di vista sulla crisi
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dioccupazionedelpotereedilottizzazionepartitica.Inoltre,sullabasedellesuecompetenze, essa diventa uno snodo fondamentale nella attuazione,ma anchenellacrisidelwelfareall’italiana.Laprospettivadianalisi regionaleciappare tantopiùutilenellamisura incuifocalizzaquiuncontestochenonrappresentaunsemplicecasofraglialtri,maunquadrodisostanzialedifferenza,quandonondispecularesimmetria,rispettoalsistemanazionale.AncheinEmiliaRomagnainfatticitroviamodifronteunsistemapoliticamentevincolato(seppurinmanoaquellachealivellonazionaleèl’opposizione),conirelativipericolidiimmobilismodecisionaleetentazioniconsociative;maancheconpeculiarivirtù,interminidisviluppoecoesione,chel’analisistoricahavariabilmentericondottoalletradizioniciviche,allasubcul-turapolitica,all’industriadiffusa.Occorredelrestorilevarecomelaperiodizza-zionedellacrisidelsistemapoliticonazionaleappaiapermoltiversiparallelaaquelladelcosiddetto“modelloemiliano”,evidenziandonequindi i legaminonsecondaricolquadronazionale,troppospessotrascuratiinnomediunaeccezio-nalitàvariamenteconnotata.Ciproponiamoquindidiindagarelafasedicrisidelsistemadeipartitinelconte-stoemiliano-romagnolo,secondounaprospettivadistoriapoliticaintesainsen-soampio,capacedicollegarelastoriaelettoraleconquellaamministrativaelepraticheconlerappresentazioni.Dalpuntodivistadellefonti,dandoparticolarerilievo,oltreallecartedeipartiti,aquelledeglientilocali,maancheallefontistatistiche,orali e iconografiche; sempreconunapeculiareattenzioneai fondilocali.Nederiva,giàaunprimosguardo,unquadromosso,nelqualeilPciemi-lianoacquisisceulteriorisfumature,mentreglialtrisoggettiritrovanounruolodirilievoelalorointerazionesimostratutt’altrochestaticaelineare.Lasperanzaècheconquestinuovisguardi,econleosservazionichenescaturiranno,sipossafornireuncontributononmarginaleallastoricizzazionedelnostropresenteedelnostroterritorio.
Aconclusionedeldossier è stataorganizzato, il 4dicembre2013,un semina-riopressoilDipartimentodiStoria,CultureCiviltàdell’UniversitàdiBologna.Aldibattito,seguitoall’introduzionediAlbertoDeBernardieagliinterventidiLorenzoBertucelli,MarcoGervasonieMaricaTolomelli,hannopartecipatogliautoriClaudiaCapelli,MircoCarrattieri,SanteCruciani,CarloDeMaria,GisellaGaspari,MatteoPasetti,MariannaPino,FrancoPiro,GregorioSorgonà,MatteoTroilo. Ivideoattidel seminario sono interamentedisponibili sulweball’indi-rizzo: http://www.youtube.com/playlist?list=PLPAaA-4eXcWz7pq-Fv7UX-PIoH_VpL9nBq.
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La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview22pp. 21-54
Questo articolo è stato sottoposto a un processo di double blind peer review
La questione regionale tra anni Settanta e Ottanta dalla prospettiva dell’Emilia Romagna. Lineamenti di un dibattito comparato
CaRLO DE MaRIa
L’impostazione antiburocratica del regionalismo dei primi anni Settanta puntò sullo svi-luppo della programmazione. Una declinazione peculiare di questo metodo di governo si affermò in Emilia Romagna. Dopo il 1976 intervenne una svolta centralistica a livel-lo nazionale, che snaturò il ruolo costituzionale delle regioni. Nel decennio successivo, mentre la Regione Emilia Romagna provava a lanciare una nuova fase costituente, si assistette in Italia al declino dell’idea stessa di programmazione.
In the early seventies the anti-bureaucratic setting of the regionalism aimed on the deve-lopment of regional planning. A peculiar variation of this form of government established itself in Emilia Romagna. After 1976, a centralistic turning intervened at the national level, which denaturalised the constitutional role of the regions. Over the next decade, while the Emilia Romagna tried to launch a new constituent phase, we witnessed in Italy to the decline of the idea of planning.
1. Introduzione
L’attuazionedell’ordinamentoregionale,nel1970,nonfuunsempliceresiduatodellaCostituzione, o una concessione distratta a una pressione che veniva dasinistra.Ilrilanciodelregionalismofupiuttostoconnessoall’inasprirsidiantichienuovisquilibri,conseguenzadeimeccanismidisviluppoinnescatisineglianniCinquantaeSessanta[Ridolfi2010,124].Sistavanodeterminandonelpaeseveriepropriprocessididisgregazione,inrapportosiaall’assettodelterritoriocheallacarenzadiservizisociali:«problemichenonpotevanopiùessereaffrontatinéa
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livellomunicipale,néconglischemidelvecchioStatocentralizzatoeministeria-le»[Ingrao1973,2].
Lariformaregionaletentòdiricomporreunadiasporaterritorialechefrantumavalapenisolainunamiriadedipiattaformelocalistiche;unasituazionecheavrebbeannullatoognipossibilitàdiarticolareeprogrammareefficacementel’interventopubblico.Perlaprimavoltadal1947-48l’arcodelleforzeregionalistetravali-còinmodoconsistenteiconfinidellasinistrasocialistaecomunista,coinvolsegruppiimportantidellamaggioranzagovernativadicentro-sinistraediedeunabasedisostegnonuova,piùlarga,allaricercadiunaorganizzazionediversadellamacchinastatale.Nellostesso tempo, l’introduzionedelle regioniastatutoordinariomise indi-scussioneiltradizionalemododiesseredeipartitielalorocapacitàdiesprimereunasintesipoliticageneraleonazionale.Lapostaingiocoerachiarafindall’ini-ziodeglianniSessanta:unapienaattuazionedelregionalismoavrebbepresup-postounaristrutturazionedellaformapartitoall’insegnadiunamaggioreauto-nomiadelleespressioniterritoriali.IlPartitocomunistaitalianosenedimostròconsapevolegiàduranteilavoridelIXcongresso(1960),dovesimiseinrilievolanecessitàdiporremanoaorganiregionalididirezioneediiniziativapolitica.Neldefinireicompitidiquestinuovi«comitatiregionalidicoordinamento»,lerisoluzionicongressuali facevano riferimentoa«centrididirezione regionale»ingradodiassicurare«ilsuperamentodeilimitidellefederazioni[provinciali]»,articolandoalivellodelleregioni«lageneralepoliticadirinnovamentostruttu-rale»;ciòsarebbepotutoavveniresolosullabasediuna«aggiornataconoscenzadellarealtàregionaleediunacapacitàdiiniziativaaquestolivello»1.Lespintepolitichepiùsignificativeinquestadirezioneprovennerodall’EmiliaRomagna.Unprimatonazionaleesplicitamenterivendicatodalsegretarioregio-nale, il ravennateSergioCavina, che alla vigilia del 1970 indicava al propriopartitola«necessitàdiunaverificacritica,politico-organizzativa»,sultemadeldecentramentointerno,affermandoaltresìchel’EmiliaRomagnaavrebbedovutofare«piùafondoquestaverifica,perchénoisiamol’organizzazionechepiùhasperimentatoinquestocampo»2.
1 Pci, Direzione nazionale, Risoluzione sui comitati regionali, documento interno, 16 marzo 1960, in Fondazione Gramsci Emilia Romagna (d’ora in poi FGER), archivio del Comitato regionale comunista (PCI CR-ER), Verbali e risoluzioni, b.1, f.1960-1963.2 Pci, Comitato regionale Emilia Romagna, riunione del 12 ottobre 1968, verbale ms., in FGER, PCI CR-ER, Segreteria, b.1, f.1968.
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Occorrevaaccentuareilruolodellesezionilocaliedeicomitatiregionali,alpostodelvecchiorapportogerarchicotraladirezionenazionaleelefederazionipro-vinciali.Maquestoavvennesoloinpiccolamisura,seèveroche,analizzandoquindiciannipiùtardiilgruppodirigentenazionaledelPci,Farnetiosservòcomeilpassopiùimportantenellacarrieradeidirigenticomunistirimanesseillivellodellafederazioneprovinciale:sololentamentelecarichedimembroodisegreta-riodelcomitatoregionaleandaronoassumendomaggioreimportanzanelcursus honorumdeidirigentidelpartito[Farneti1983].NoneranomancatimomentiditensionetraBolognaeRoma.Bastiricordarechenel1962ilcomitatoregionaleemiliano-romagnoloavevaapprovatounapropostadi riformaorganizzativadelpartitoconpotenzialitàdirompenti3.Siprefiguravauna«rifondazionedemocratica»delPcibasatasucentrididirezionepoliticaauto-nomi:«unregionalismospintoailimiti,sidirebbeoggi,diunpartitofederativo»[Fanti2001,113].LapropostaprovenientedaBolognacircolòbrevementeneldibattitonazionalefinoalla conclusionedelXcongresso,quando risultònetta-menteperdentedi frontealleresistenzecentralistichedominantinelladirezionedelpartito.Nonostanteibuonipropositiespressinel1960,mancavaaiverticidelPci,comeaigruppidirigentidellealtreformazionipolitiche,unaautenticavisioneregiona-lista.Delresto,sarebbestatosorprendenteilcontrario.Perdecenni,infatti,l’or-ganizzazionegerarchicadeipartitisieraperfettamentesovrapposta–inmanieraquasinaturale–al tradizionalecentralismoamministrativodelloStatounitario[Tarrow1979a;Cassese1986].SiebbeunaconfermadiquestacontinuitàlungoglianniSettantaeOttanta,quandoneiconsigliregionaliemerseunaclassepoliti-canuova,inlargaparteprovenientedaesperienzenelleamministrazionilocali;etuttaviatalerinnovamentotrovòunsuolimitesostanzialenellacondottadeipar-titi,cheteseroavanificareglispazidiautonomainiziativapoliticacontinuandoaprivilegiareuncontrolloverticisticosulleperiferie[Scoppola2003].Leforzepolitichenonvolleroononsepperocoglierelapossibilitàdiunveroepropriosaltodiqualitàcheerainsitonellaistituzionedelleregioniastatutoordi-nario.SecondoLanfrancoTurci,terzopresidentedellaregioneEmiliaRomagna(1978-87),sipreferì interpretare l’enteregionecome«unagenericaestensionedelletradizionaliesperienzediamministrazionelocale».Nonsicompreselasuaportatacomeveroeproprioorganodigovernoecomesoggettolegislativo:
3 Pci, Comitato regionale Emilia Romagna, Note su alcuni problemi organizzativi del partito in Emilia Romagna, 1962, in FGER, PCI CR-ER, Verbali e risoluzioni, b.1, f.1960-1963.
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dapartenostrainparticolare[ilriferimentoèalPci]nonsièconcentratonéunosforzoprogrammaticonéun ripensamento istituzionale adeguati su questo attoimportante,siapurtardivo,diattuazionedelleCostituzione.Neèderivatoconse-guentementeunisolamentodelleimportantiesperienzedigovernomesseinattonelleregioni“rosse”,esperienzechenonsonostateripresenéconcettualizzateperilloropossibilesignificatonazionale.
NellaletturacriticadiTurciilprevalerediunavisionetradizionaleecontinuisticasuitemidelleautonomietenneimbrigliatoilPci«inquelmixdidifensivismoerivendicazionismomunicipalistico»checostituivaillimiteculturaleditantoauto-nomismoecheavevanell’Ancilasuaespressionepiùemblematica:«sipotrebbedirechec’èunaveraepropriaculturadell’AncicheispiramoltapartedelnostroPartitoedeigruppiparlamentari,producendoguastiminorimasignificativi»4.Questiritardisonoconfermatidallaconsultazionedellecartedelcomitatoregio-nalecomunista(pressolaFondazioneGramsciEmiliaRomagna)edallospogliodiunarivistadiareaPcicome“Regioneegovernolocale”(editaaBolognadal1980etrasformatasinel1997in“Leistituzionidelfederalismo”),sediimportantidiconfrontopoliticoedibattittoscientificodove,finoatuttiglianniOttanta,nonvennemaipronunciatalaparola“federalismo”,chesembravacostituireuntabù.Laregione,cioè,venivaperlopiùvistacomeunameraproiezionedell’autono-miacomunale,quandoinveceavrebbepotutochiamareincausaunariflessionepolitico-culturalesulprincipiofederale.Ildibattitointernoallasinistraconti-nuòsostanzialmenteaverteresul“decentramento”,silimitòalpianoammini-strativo, piuttosto che coinvolgere quello propriamente politico, della criticaallostatalismo.Sitrattadielementipocofrequentatidaldibattitostoriografico.Infatti,lalettera-turasull’attuazioneesulconsolidamentodelleregioniastatutoordinarioèstataampiafindall’inizio,maimprontatainprevalenzaall’indaginegiuridica.Unpesominorehaavuto,almenoneiprimiduedecenni, laricercapolitologica,siasulversanteistituzionale–l’introduzionediunnuovolivellodigovernonelsistemapolitico–,chesulpianodeirapporticonlasocietà:unanuovaarenaperiprocessidiespressionedelladomanda,ditransazioneedecisione[Passigli1987].Glistoricicontemporaneistihannocominciatoamuoversisuquestotemasolamen-teneglianniDuemila.ÈstatoRobertoBalzani[2004]adefinireilperiodo1970-90comeil«ventennioauroraleequasiarcheologico»dell’enteregione.Ladiscon-tinuità che si registra, rispetto al panoramaodierno, nella cultura politica e nei
4 L. turci, appunti in preparazione di un articolo per “Rinascita”, 28 dicembre 1985, in archivio storico della Regione Emilia Romagna (d’ora in poi aSRER), Presidenza della Giunta, Segreteria del Presidente, Sezione Presidenza turci, b.831, f. “Interventi, articoli ecc. presidente turci”.
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linguaggi–sipensialdeclinopoliticoeculturaledell’ideastessadiprogrammazio-ne–puòormaiconsentire,secondolostoricoromagnolo,unaricercapienamentescientificasullefontiprimarie.Va,cioè,apertalafasedellaricercad’archivio.IltermineadquemindividuatodaBalzani,il1990,èsignificativoanchedalpun-todivistadeglistatutiregionali.Quellodell’EmiliaRomagnavenivamodificatoproprioallora,mapiùingeneralesiritoccaronoinquelperiodoanchegliequi-librinormativideglialtristatutiordinari.Mentreall’iniziodeglianniSettantasieraoptatogeneralmenteperuna formadigovernoa tendenzaassemblearesulmodellodellaCostituzionerepubblicana–riproducendo,cioè,alivelloregiona-lela“democraziadeipartiti”fissatasullacartafondamentale–,nell’esperienzasuccessivaleleggiregionaliinteseromodificareirapportitragliorganiafavoredell’esecutivo[Vandelli1990].
2. La programmazione regionale: ipotesi o realtà?
Dopochelaprimalegislaturaerastatainbuonaparteassorbitadall’elaborazionedelle“regole”,lasecondaavviò–inseguitoallalegislazionedel1975-77–lafasepiùaltadeltentativodiprogrammazione.Sitrattadiunastoriaancoratuttadascriverenellaqualeunruolodirilievospettaaiprogrammiregionalidisvilup-po,cheapartiredal1978puntaronoarafforzareunconcretopoteredicoordina-mentoedipianificazionedelnuovoente.Perlaverità, l’ipotesidellaprogrammazionecaratterizzòsindallafaseinizialel’esperienzadelleregioni.Moltistatutilarecepirono,seppureinformagenerica,ealcuneesperienzedigoverno–comesivedrànelprossimoparagrafo–visiconfrontaronogiànellaprimalegislatura.Mafusoloinseguitoallalegge335del1976,sullacontabilitàregionale,chedi-vennepossibileadottare,accantoalbilancioannuale,unbilanciopluriennale.Seilprimocontinuavaasvolgerelafunzionedidocumentocontabileessenzialeperregistrarel’andamentodelleentrateedelleuscite,conilsecondosipotevanofis-sareobiettividimedioperiodoequindidefinirepolitichepubblicheedisviluppoconirelativiimpegnidispesa.L’annosuccessivo ildecretopresidenziale616, attuativodella legge382/1975sul trasferimento dei poteri alle regioni, definì più compiutamente i contenutie gli strumenti della programmazione.Contemporaneamente, però, iniziò unostillicidiodiprovvedimentisettoriali,neicampitrasferitialleregioniinmodopiùomeno completo (lavori pubblici, agricoltura, artigianato, assistenza sociale),alimentandounaframmentarietàcheincisesubitonegativamentesullapossibilitàdisviluppodellefunzioniprogrammatorie.
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Speranze,incertezzeedelusionialimentaronounavastissimaletteraturaintemadiprogrammazioneregionale,accompagnandoalmenoiprimi10-15annidisto-riadelle regioni. Inquelperiodo idue termini“regione”e“programmazione”vennerotantevolteaffiancatidadivenire,almenosullacarta,unbinomioindisso-lubile.Etuttavianonsiarrivòaunarealeedefinitivachiarificazionesuchecosafosselaprogrammazioneregionale.Ciòchesembracertoèchesiprodusseunasostanzialerevisionediquellachevenivaspessochiamatala“filosofiailluministica”dellaprogrammazione.TipicadeglianniSessanta,taleimpostazionesierafondatasull’ottimisticafiduciacheloStatopotessecomporre inunquadro razionale lo sviluppocomplessivodelsistemaeconomico.Essa,già all’iniziodegli anniSettanta, appartenevaormaiallastoriadellaprogrammazioneetuttal’esperienzadelleregioni,dallafase“co-stituente”inpoi,mossedaunaconcezionediversa,sintetizzatadaunaformulaassairicorrenteneldiscorsopubblicodiqueglianni:“laprogrammazionecomemetododigoverno”.Unapprocciochesiconcretizzavanontantonell’elabora-zionediunsingoloattoformale,ilpiano,quantopiuttostonelmododiarticolarsidell’interaattivitàdell’enteimpegnatonellaprogrammazione:unaorganizzazio-nemeditatadeiprocessidecisionalidirettaaconseguireunacoerenzadell’indi-rizzopoliticonelsuocomplesso.In ogni caso, a questomutamento di concezione corrispose generalmente unabenmiseraprassiprogrammatoriadapartedelleregioni.Imotividelfallimento,all’iniziodeglianniOttanta,eranostatiidentificaticonunacertaprecisionedaglistudigiuridici:l’assettofrastagliatodellecompetenze;l’impossibilitàdidefinireunamanovradibilancioall’internodiunquadrodifinanzaderivatacompostadaassegnazionistatalivincolate;l’assenzadiunaprogrammazionenazionaleconlaqualeinteragire;iritardinellariformacomplessivadelleautonomie.SecondoRobertoBin[1982]anchel’importanzadeldecreto616futroppoen-fatizzata,senonaltroperquelcheriguardavalesueconcreteimplicazionisullapossibilitàdivarareunaefficienteprogrammazioneregionale.Tantopercomin-ciare, era troppo scarsa l’omogeneità delle funzioni trasferite dal decreto pre-sidenziale. Insecondo luogo, l’effettopositivodel616dipendevastrettamentedallaquestionedelleleggicornice,chespessomancavano(lasciandoincertezzanelladelimitazionedellecompetenze),eladdoveeranostateemanate,operavanoquasisempreunrestringimentodell’autonomiaregionale,introducendonormedidettaglio,spessominutissime,anzichénormediprincipio.Uneffettodeleterioprodusseropoileleggistatalidiprogrammazionesettoriale(sipensi,adesempio,allacosiddetta“leggequadrifoglio”n.984/77,relativaalcoordinamentodegliinterventipubbliciinquattrosettori:quellidellazootecnia,
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delleforestazione,dellaproduzioneortofrutticolaevitivinicola)almenoperdueragioni:essecrearonocollegamentiacannad’organotraStatoeregioni,introdu-cendoprocedimentiestrumentidiversidasettoreasettore(proprioilcontrariodelconcettodiprogrammazioneregionale),eridusseroulteriormentel’autono-miafinanziariadellaregionevincolandoancoradipiùleassegnazionistatali.Ilfattoredimaggiorstimoloenovitàperlaprogrammazioneregionalerimasein-dubbiamentelariformadellacontabilitàrealizzataconlagiàcitatalegge335/76,cheintrodusselapossibilitàdelbilanciopluriennalecomeproiezionefinanziariadeipianiregionalidisviluppo.Sicuramenteunasvoltanellastoriaamministrati-vaitaliana,maimpotentedifrontealproblemadifondodellafinanzaregionale,semprepiùvincolatadall’alto.Comeseciònonbastasse,sulloscorciodiqueldecenniosimanifestòanchela“crisi ideologica” della innovazione istituzionale chemaggiormente aveva ca-ratterizzato la fase costituente delle regioni ordinarie, ovverosia la nascita deicomprensori,acuieralegatal’impostazioneantiburocraticadelregionalismodeiprimianniSettanta(suquestopuntosirinviaalpar.6).
3. L’Emilia Romagna e la “programmazione democratica”
Unadeclinazionepeculiaredell’ideadiprogrammazionesieraaffermataneglientilocaliemiliani,einparticolareaBologna,findaglianniSessanta,quandosidispiegòquellacheèstatadefinitala«funzionenazionaledelmodelloemiliano»[Cammelli1978].Sitrattòdiunalineadi“anticipazioni”tesaaprecorreree,contemporaneamente,a influenzare le riforme nazionali con l’obiettivo di favorire la legittimazionedelPcialgovernodelpaeseediromperel’isolamentonelqualeeranotenutiicomunistirispettoall’esperienzadicentro-sinistra.Anticipazionichesibasaronosull’usoinnovativoditradizionalistrumentiamministrativiesull’invenzionedinuovesoluzioniistituzionali,comeaccaddeconiconsiglidiquartiereaBologna.Questastagionesisarebbeestesaancheallaprimafasedellaesperienzaregiona-le,connotandonesignificativamentelastessaattivitàlegislativa,conriferimentoaiprovvedimenti regionalichenellaprima legislatura (1970-75)prefigurarononuove articolazioni istituzionali generali (comitati comprensoriali) odi settore(consorzisocio-sanitari).Sialeunechelealtrenacquerodaformevolontariediassociazionismofracomuni,chereseropossibilel’avviodiunprocessodipro-grammazionesulterritorio.Seèverochelaprogrammazione,traanniSessantaeSettanta,erauntemacal-doancheneldibattitopubbliconazionale(sipensialvarodapartedelgoverno
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delcontroversoProgrammadisviluppoeconomicoperil1966-70),tuttaviainEmiliaRomagnaessamostravaunacaratteristicacurvaturaall’insegnadell’auto-nomiaedellapartecipazione,espressanellaformula“programmazionedemocra-tica”,conlaqualesivolevamarcareunanettadistanzarispettoalletendenzebu-rocraticheecentralizzatricidell’apparatostatale[Pci,ComitatoregionaleEmiliaRomagna1967].Intornoallafiduciaeall’investimentonellaprogrammazione,leamministrazionilocalicostruironoquelnessotrasviluppoeconomicoesvi-luppodellavitademocraticachecaratterizzòinmododuraturol’immaginedel“modelloemiliano”.In questo quadro, si affermò appieno l’importanza dell’urbanistica come stru-mentodi governo.Nel 1963 la giunta comunale diBolognapubblicòunpro-grammapluriennaleperlacittàeilcircondario.Neldocumentouncapitoloeradedicatoalla lottacontro la renditaevi si spiegavacome lapresenzadi tanteareeedificabiliavrebbefavoritogli interessidellaproprietà immobiliareenonquellideilavoratori.Daqui,lasceltadellasalvaguardiadelcentrostorico,cheera preferibile risanare anziché demolire.GiuseppeCamposVenuti, assessoreall’urbanisticadal1960al1966,haricordatodirecente:
NeifattiBolognaèstatoilprimoComuneitalianochehascopertochesipotevanofareinvestimentiditipokeynesiano;dal1960al1964gliinvestimenticomunaliquadruplicarono.Percarità,nessunonominòmaiKeynes,peròlacosaeramoltosemplice:iComuniavevanounaparzialeautonomiafiscaleeiproventidelprelie-vofiscalemoltiplicaronoimutui–ildeficitspending–efuronoinvestitiinservizipubbliciecasepopolariabeneficiodituttiicittadini,cheingrandemaggioranzaeranodeilavoratoriedelettoridelPci.Anoisembravatral’altrochequestoimpie-godelredditocittadinorispettasseperfettamentelapiùortodossalineadelPartitocomunista[CamposVenuti2010,122-3].
Ilpartitocomunistaemilianoattuava,dunque,dellepolitichekeynesiane.Madadovenascevaquestopragmatismo?ProbabilmentenondalpoliticismodiTogliat-ti;erainvecequalchecosadipiùprofondo,daricondurreallastoriadelleculturepolitichedella regione, a dimostrazionedell’importanzadi riportare il filodeldiscorsoalleradicidelriformismostoricoemiliano-romagnolo[DeMaria2012].FindaitardianniQuaranta,neicomunidelterritorioguidatidalPci,sieraim-postataalivelloamministrativol’immaginecomplessivadiun“comunedelpo-polo”,cheriprendevainmanieraimpressionantel’identitàpoliticaabaseterrito-rialecheerastataunpilastrofondamentaledelsocialismoriformistaneidecenniacavallodel1900.«Ilcomuneèdituttiicittadini»,affermavainqueglianniilsindacodiBologna,GiuseppeDozza,ma«deveperòpreoccuparsiinparticolaremodo,delmiglioramentogeneraledellacittà,disollevarelecategoriepiùdisere-datechecostituisconoilmaggiornumerodeicittadinistessi».Un’impostazione
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chesieratradottasubito,grazieall’usomiratodeglistrumentiamministrativi,inpropostespecifiche:adesempio,ladifferenziazione,avantaggiodeilavoratori,delletariffedelgasedeitrasportiol’aumentodelminimoimponibilenell’impo-stadifamiglia.IldibattitosuldecentramentoportònellaprimametàdeglianniSessantaallana-scitadeiquartieri,chepiùtardisarebberodiventatiunpezzodelsistemaistituzio-nalenazionale.Intornoallestruttureassemblearidizona–cheebberoinqueglianniunaimportanzanotevolenell’articolazionedellepolitichesocio-sanitarieescolastichecomunali[Lambertini2012]–avvennerosuggestiveriflessioni,ric-chedisensibilitàversoleistanzedellademocraziadirettaeancorateall’ideadelcomunecomecellulabasedellavitademocraticadelpaese.UnadellevocipiùautorevolifuquelladiRenatoZangheri,cheneglianniSettantaintervennepiùvoltesultemadeldecentramentocomunale.Lasuariflessionestoricaepoliticapartivadall’“impadroniamocideiComuni”diAndreaCosta(1883),come«pre-messa,viaviasviluppata,diunalineadiazioneedipensierocheèstataedèpa-trimoniodelmovimentooperaioitaliano,echeinItaliapresentamarcaticaratterioriginali»[Zangheri1975,279].L’obiettivoeraquellodimutarelaqualitàdelpo-terelocaleedesistevachiaraconsapevolezzatraicomunistiemiliano-romagnolichefacendoquestocisiriconnettevaalleradicidelmunicipalismopopolareotto-novecentesco:alsuosforzodiestenderelapresenzadelleamministrazionilocalidaunpurocompitofiscaleediordinepubblicoallagestionedirettadi servizisocialiealsostegnodellelottedellavoro.Secondoleparoledell’allorasindacodiBologna,iconsiglidiquartierepotevanorappresentare«unostrumentodell’in-terventopopolarenellesceltepolitico-amministrativedelcomuneenellaloroat-tuazione»eavrebberopermessoditrasformaredavvero«lasostanzadelpotere»,dissolvendol’«aura»dellarappresentanza,«perfarediessaunarealtàcriticabileecontrollabile».Sicoglievaunriferimentoimplicitoecriticoallefrangeextra-parlamentari,all’estremismodellequalisicontrapponevail«lavorominuto»cheèallabasedelgovernodiunacittà:
Illavorominuto,apparentementeminore,delconsigliodicircoscrizione,deico-mitatidigestionedellescuoledell’infanzia,dellebiblioteche,degliasilinido,haportatocomunquealla istituzionediunmetododipartecipazionedigrandeva-loredemocratico.Quandoinunacittàdi100.000abitantivisononeiconsiglidiquartiere e nei comitati di gestione 7-800 persone che quasi permanentementepartecipanoaquelleattività,mentrefinoa5-6annifaquestononaccadevaetuttosirisolvevanelConsigliocomunaleenellagiunta,nonpossiamochedareungiu-diziopositivodiunprocessocertononcompiuto,difficileecontrastato,macheèavanzato,chehaapertospaziulterioriallavitademocratica,ancheinquellegran-dicittàovelaconcentrazioneurbanahacreatoguasticheavrebberoscoraggiatochiunque;dovesisonoereditatesituazionideterioratenonsolosulpianoammi-
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nistrativo,mainparticolarenelrapportotraamministratoriecittadini,intemadipartecipazionedemocratica[Zangheri1978,47-8].
Ilpassaggiodallaprogrammazionedemocraticaedecentratadel“modelloemi-liano”alleprimelineediindirizzodellaregioneEmiliaRomagnaavvennelun-go il solco tracciato dal paradigmadella partecipazione. Si parlava, infatti, di«regione aperta», alludendo a un impegno costante e responsabile a ricercarela«partecipazionedeglientilocaliedellasocietàcivileintuttelesuearticola-zioni»eil«confrontofraleforzepolitiche[...]aldilàdischieramentidefinitiecontrapposti»5.Con l’introduzione delle regioni a statuto ordinario doveva chiudersi una sta-gione,quellacaratterizzatadallalungabattagliaautonomistadeglientilocali,eaprirsiunanuovafasediriformadelpoterepubblico:
Gli enti locali, nell’articolazione pluralistica dello Stato regionale, vengono adassumereunacollocazionenuova,chedeverappresentare losboccoconclusivodellalungalottacondottaperl’affermazionedelleautonomielocalicontrol’op-pressionedelcentralismoburocratico.
Neidocumenticomunistidiquestaprimissimafasesiincontravaancoraunafor-mulaavanzataedinettarottura,rispettoallatradizionedelloStatounitarioaccen-trato,comequelladi“Statoregionale”,cheperònegliannisuccessiviscompariràvelocementeafavorediunasceltalessicalepiùgenericaeprudente:“Statodelleautonomie”.Findal1973,conl’affermarsidellalineadel“compromessostori-co”,emerseconchiarezzalatendenzaasubordinarelaquestioneregionalealledinamichepolitichedelpaeseealruoloinessegiocatodalPci.Ancheneldiscor-sopubblicodeicomunistiemiliano-romagnoliloslancioregionalistasembravasfumaredifronteaesigenzesuperiori:
Le regioni,chesononatenel1970comeconquistademocraticacontrogliele-mentidicrisiinattonelloStatoenellasocietàeperlosviluppo,sulpianopoliti-co,dell’avanzatadelmovimentodilottaoperaiaepopolare,sonooggichiamate,comecondizionedella loro stessavita, a intervenire energicamente e con tuttoilloropesopoliticoecostituzionaleadifesadellademocraziaedelleistituzionirepubblicaneeperlosviluppodellasocietà.QuestoèilcompitoprioritariochelaregioneEmiliaRomagnasiriconosceesiassume,inpienaresponsabilità,nelpresentemomentodellavitanazionale[Pci,ComitatoregionaleEmiliaRomagna1973,1].
5 Pci, Comitato regionale Emilia Romagna, L’impegno e l’iniziativa unitaria dei comunisti dell’Emilia Romagna per la piena at-tuazione dei poteri della regione e per avviare la nuova fase di governo regionale, settembre 1971, in FGER, PCI CR-ER, Segretario regionale, b.1 “Sergio Cavina”.
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Lostessoanno,legiuntedelletre“regionirosse”,EmiliaRomagna,ToscanaeUmbria,conquistatedalPcinelleelezionidel1970,furonoleprimeaelaboraredellepiattaformeregionalidisviluppo,sforzandosidiapriresudiesseunacon-sultazionieconfrontipubblicicapacidicoinvolgerelevarieespressionipolitichee sociali dei loro territori. Ci si trovava all’indomani del primo trasferimentodicompitiamministrativialleregioni,congliundicidecretidelegatidel1972.Erailprimoesperimentoconcretodiunaprogrammazioneregionaleoperativa,e–piùingenerale–erailprimotentativodiavviareunprocessodiversodipro-grammazione,dopo il sostanziale fallimentodellapianificazionenazionaledelcentro-sinistra.Ilprogrammaquinquennale1972-77,delqualeilgovernoavevaannunciatolapresentazioneinparlamentoentrolafinedel1972,nonsoltantononerastatoan-coraelaborato,manonsembravaneppureessereoggettodiquelleattivitàdistu-dioedidibattitochesarebberostatenecessarieperlasuaeffettivamessaapunto.IlComitatointerministerialeperlaprogrammazioneeconomica(Cipe)avevaap-provatoundocumentoarditamentedefinito“Pianoeconomicoperil1973”,manessunoloavevaritenutodegnodigrandeconsiderazione.Secondolecronachepolitichediqueigiorni, era statopresentato all’opinionepubblica conunesa-memenochesommario,duratosìenomezz’ora,elepochecopiedattiloscrittemesseadisposizionedelparlamentononavevanoincuriositonessuno.Intuttoquesto,pesavanosicuramentelasvoltaadestracompiutadallaDctralafinedel1971el’iniziodel1972,elafinedelcentro-sinistra.Nelcontestodellacrisidellaprogrammazionenazionale,eccoinserirsiiltentativodelleregioniguidatedalPci.Ciascunodeitredocumentiuscivaormaidall’oriz-zontediunapuradescrittivadellasituazioneesistenteedall’ambitodipropostesolo infrastrutturali,escendevasul terrenodiscelteconcrete,chepuntavanoainciderenell’organizzazioneenegli indirizzidei settori fondamentalidell’eco-nomiaedeiservizi,eaconnettereaquestescelteunnuovoassettodelterritorio.Gli interventiprevistiper losviluppo industrialeeranorivolti innanzituttoallasoluzionedeimaggioriproblemichestavanodinanziall’artigianatoeallepiccoleemedieindustrie.Siprevedevanofinanziamentiagevolatiafavoredelleimpreseartigianechesifosseroproposte,informasingolaoassociata,dielevareillivelloproduttivo,oquellodeiservizi,odell’ambientedilavoro,el’erogazionedicon-tributiincontointeressiperimutuidacontrarreinmododafacilitarealleimpresel’avviodinuovirapporticongliistitutidicredito.Gliinterventiprevistiperl’agricolturaeranofinalizzatiaincentivarelaproduzionedigenerisuscettibilidiconservazioneoditrasformazioneindustrialeealmiglio-ramentodelledotazionidiinfrastruttureciviliesocialiesistentinellecampagne.
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LacreazioneistituzionalepiùoriginalefupropostadallaregioneEmiliaRoma-gnaconillanciòdiunEnteregionaleperlavalorizzazioneindustrialedelterri-torio(Ervit),cheavrebbeassuntolaformadiunasocietàperazioniaprevalentepartecipazioneregionale.D’intesaconicomunieleprovince,ilnuovoentedo-vevaprovvedereallacreazione,nellezonemenosviluppatedellaregione,diareeindustriali attrezzate damettere a disposizione delle piccole emedie imprese,cercandodifarsìchequesteinvestisseroicapitalidicuidisponevano,nongiàinattivitàimmobiliari,masoprattuttoinimpiantieattrezzaturedirettamenteprodut-tivi.Inoltre,all’Ervitlaregioneintendevaassegnareilcompitodisvolgereunavastaattivitàdiassistenzatecnica,finanziaria,commercialeeamministrativaneiconfrontidellepiccoleemedieindustrie.Ilprogettodiprogrammazione regionalepresentatodaGuidoFantinelmarzo1973venneapprovatodalconsiglioregionaleilmesesuccessivoconilvotofavo-revolenonsoltantodelPciedelPsi(isocialisti,benchénonfosseroancoraentratinellagiuntaregionale,eranotornatialgovernoconilPciinquasituttiigrandico-munidellaregione),maanchediPri,PsdieDc.Nelcasodeirepubblicanil’ade-sioneallepropostedellagiuntacomunistanonsorprendeva,dalmomentocheneicomuniromagnoliilPrisieraavvicinatonegliultimianniallacollaborazioneconilPci,masicuramentenonerascontatol’appoggioportatodasocialdemocraticiedemocristiani.Prendendoattodiquestolargoconsensol’assemblearegionaledecisecheigrup-piconsiliariavrebberodatovitaauncomitatoregionalepariteticodicaratterepolitico-scientificoperapprofondireiproblemidellaprogrammazione.Alivellodelleprovinceedeicomprensori,sarebberopoisorticomitatipariteticianaloghiaquelloregionale,colcompitodistimolareerealizzarelapartecipazionedibasealladefinizionedellapoliticadiprogrammazione(ordinedelgiornoapprovatodalconsiglioregionaleil18aprile1973).Perché,èilcasodichiedersiaquestopunto,entròincrisiilprocessodirinnova-mentoistituzionaleinnescatodallariformaregionaledel1970?Secondoildettatocostituzionale,laregioneavrebbedovutopresentarsicomeunapparatoleggero,essenzialmentediprogrammazione,caratterizzatodaunfortecoordinamentoconglienti locali.Esiègiàdettodeldeclinopoliticoeculturaledell’ideadipro-grammazione,consumatosinelcorsodeglianniOttanta.Malafasecostituenteregionalesiarticolòinvarimomentiealmenofinoaiduedecretipresidenzialidel1977chemiseroinmotoilprocessoditrasferimentodeipoterialleregioni,fupossibilepensare– inuna situazionefluida, in cui l’ordinamento regionaledoveva essere ancora completato – alla possibilità di realizzare una compiutariformainsensoautonomistaeregionalistadelpoterepubblico,capacedimodi-
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ficareinprofonditàilquadrodelloStatocentralizzato.Taleprogetto,allafinediqueldecennio,risultòperòincompiuto.Leresistenzefuronomolteplici:l’inerziadell’amministrazioneministeriale,lapesantezzadellanuovaburocraziaregiona-le,leresistenzedelleforzepoliticheconservatrici,indubbiamentedigrossapartedellaDc,ma anche un certo spirito dirigistico prevalso all’interno del Partitocomunista[Tarrow1979b;Bianchi1987;DeMaria2009].Lesperanzesuscitatenel1970dallariformaregionalesembravanoormairelega-teinunpassatoremoto.NelcorsodeglianniSettantal’atmosferapoliticaecul-turaledelpaeseeraprofondamentecambiata.Ilmovimentostudentescopalesòlatendenzaaritrarsidall’impegnosocialeconcreto,peraggrapparsiossessivamen-te alla dimensione politico-ideologica, spesso fortemente settaria [Fofi 1994].C’eral’illusionediunapossibileevicinarivoluzione,maneifattisipersedivistaognicorrettariflessionesulrapportotrafiniemezzi.Unosmarrimentocheebbecomeesitopeggioreesenzaritornoquellodellaviolenzapoliticaedella lottaarmata.Siperse in largaparteper stradaquella spintaallapartecipazionecheprovenivadalSessantottoedalConciliovaticanoIIecheneglianniprecedentiavevaanimatoorganismirappresentativicomeiconsiglidiquartiereoiconsiglid’istitutonellescuole;realtàdibasenellequalierastatoparticolarmenteattivoilmondofemminile.Ilriferimentoè,piùingenerale,aquelleistanzediautogovernoedipartecipazio-neche,nel1970,avevanodatoslancioaldiscorsoprogrammaticodiFanti,primopresidentedellaregioneEmiliaRomagna,giàsindacodiBolognanelquadriennioprecedente:
AttraversoleProvince,icomprensori,iComuni,gliorganidecentratidiquartiere,leorganizzazionidellasocietàcivile[...],attraversolenuoveformedidemocraziadibasechesorgononeiluoghidiproduzione,occorreriuscireaporreall’ordinedelgiornoditutteleforzesocialiepolitichel’assettoistituzionaledacrearenelleRegioni[...].Sottoquestoprofilo,ilConsiglioregionaledovràessereilpuntodiconfluenzadiunampioprocessodipartecipazionechemuova,daunlato,dagliistitutirappresentativiedall’altrodall’articolazionedegli istitutidiautogovernodellemasse. IlConsiglio regionale troverà inquestometodosostanziale, enongiàneicaratteriformali,ilpiùverosegnodellapropriademocraziaedellapropriafunzionesociale[Fanti1970,60-2].
Bendiversosarebbestatoiltonodell’analisidiFantiagliinizideglianniNovanta,nellepaginediundensoarticoloconilqualeildirigentecomunistaemilianori-percorreva,sulfilodeiricordi,laparaboladelregionalismo.Nellasualettura,eraoltremodosignificativocheildecreto616/77fossestatorealizzatoinunoscontroapertoconleresistenzecentralistichechesiesprimevanoattornoadalcunimini-steri.Labattagliaperl’approvazionedeldecretofucosìaspraeduradarichiedere
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lasedutadelconsigliodeiministripiùlungadellastoriadelpaese.All’indomanidell’approvazionedeldecretonell’agostodel1977,ricordavaFanti,AldoMorovollesottolineareinunarticoloperil“Giorno”ilsignificatoprofondamenteri-formatore chepoteva avereper loStato italiano la piena applicazionedi quelprovvedimento.Aspettativechefuronoperòinteramentedisattese:
Nelconsegnareildecretoalgovernoanomedellacommissioneparlamentarechepresiedevo,loaccompagnaiconunarelazioneredattaconilcontributodelprofes-sorGiannini,alloraconsulentedellacommissionestessa,assiemeadaltrigiuristicomeAmato,Reviglio,BassaninieD’Onofrio.Larelazionepoggiavasuunatesicentralenellaqualesiaffermavainequivocabilmentecomeillavorodicompleta-mentodeltrasferimentodipoterialleRegionifossedeltuttoinutile,senonvenivaaccompagnatodallariformadegliorganicentralidelloStatoedallariformadeglientilocali.Perlariformadegliorganicentralisirendevanecessarial’eliminazionedialcuniministeri,l’accorpamentodialtri,losnellimentodelleprocedureparla-mentarie soprattutto la riformadellaPresidenzadelConsigliosullabasediunaffidamentoalpresidentestessodicompitidiindirizzo,diorientamentoedicol-legamentoconleRegioni.Perlariformadeglientilocalisievidenziavalaneces-sitàimprorogabilediaffidaretuttalagestionedellaparteamministrativaaglientilocaliriformatierinnovatiperimpedirecheanchenelleRegionisisviluppasselostessoelefantiacoburocratismodelloStatocentrale.Questedueriformeessenzialinonsonostaterealizzateedèbennotoilfallitotentativocompiutosuccessivamen-tedaMassimoSeveroGianninidiapplicarlenellasuaqualitàdiministro.Anzi,tuttalalottaperilrinnovamentoelariformadelloStatosièdinuovoafflosciatasuposizioniaddiritturaprecedentiallanascitadelleRegioni[Fanti1993,34-7].
4. La svolta conservatrice della seconda metà degli anni Settanta
Dopo il1976 l’esperienza legislativadelle regioniastatutoordinarioconobbeunasvoltadecisiva.Lafasedelle“anticipazioni”regionali,cioèdellapre-costi-tuzionealivellolocaledisedidiinterventosettoriale(consorzisocio-sanitari)odi programmazione orizzontale (comitati comprensoriali), si concluse definiti-vamente.Ilcambiamentofusentitoinmanieraparticolarmentebruscainregionicomel’EmiliaRomagna,laToscana,ilVenetoelaLombardia,doveilprogettodigovernoregionalesieranutritodiunaculturapolitica(dimatricesocialistaocattolico-sociale)incentratasuivaloridell’autonomiaedellosviluppolocale,caratterizzandosiperunaspiccatainventivaistituzionale.ConilgovernoAndreottidisolidarietànazionalesispostòdecisamenteal“cen-tro”,allivellonazionale,l’assedelleiniziativesiaperleriformedisettore(bastipensareaquellasanitaria)cheperquelleistituzionaligenerali.Daquestomo-
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mento,eperunamoltitudinediragioni,letrasformazionivenneroprevalente-mentegiocatealivelloromano.Ilrisultatofuquellodisnaturareilruolocosti-tuzionaledelleregioni,nonpiùconsideratecomeentidigoverno,perrelegarleadivenire enti di puragestione amministrativa: cioè, strumenti più che attori[Cammelli1980].L’esperienza delle “anticipazioni” lasciava residui che in parte potevano esse-resuperatiinmodofisiologicoepositivo(comelatrasformazionedeiconsorzisocio-sanitari inunitàsanitarie locali)maperaltriaspetti rappresentavanounasceltadaconsiderareormaisuperata,conparticolareriferimentoaicomprensori.Mutòanchela“filosofia”chefinoaquelmomentoavevaispiratoilrapportotraregioniedentilocali.Mentrepertuttalaprimalegislaturasieramiratoacosti-tuireprimalenuovesediistituzionali(comunitàmontane,comprensori,distrettiscolastici, consorzi sanitari)perpoi trasferireaquesti livelli le funzioni corri-spondenti(attraversolostrumentodelladelega),dallasecondametàdeglianniSettantaildiscorsoapparveperfettamenterovesciato.Primail trasferimentodifunzioniaicomuni(adesempioconildecreto616elariformasanitaria)epoiunlimitatoriordinodellivellomunicipale,essenzialmenteattraversoleassociazionedicomuni,perlameragestionedeiservizi.Seèverochel’art.11deldecreto616esprimevalanecessitàdilegareilconfe-rimentodelledeleghealruolodiprogrammazionedelleregioni,ilsuospiritosiscontròperòconlescelteoperatealivellocentralechefecerocaderemoltedellesperanzesucuisierarettol’istitutoregionale.Infatti,siandòaggravando,allafinedeglianniSettanta,lasettorializzazionedellerisorse,anzilaloromicro-set-torializzazione,cherendevaleregioniorganidecentratidispesaministeriale;inalcunicasi,comeaccadevaperifondidestinatiall’ediliziascolastica,lasciandoalleregioniunalibertàdimanovraaddiritturapiùridottarispettoaquellacheerastatariconosciutaaivecchiorganidell’amministrazionecentrale,segnatamenteiprovveditoratiregionalialleoperepubbliche[Barbera1980].Trail1976eil1977,questimutamentidiequilibriocorrisposeroconilmomentodecisivoepiùdelicatodellaprogrammazione regionale:proprioallora, infatti,legiunteregionalieranoimpegnatenellaelaborazionedeiprimiquadridirife-rimentoperlaprogrammazione;nellapredisposizionedeiprogettipoliennalidiintervento;nell’articolazionedeibilanciperilperiodo1978-81;nell’attuazionedellalegge382edeirelatividecreti.Unacomplessaazionelegislativaepoliticacheavrebberichiestostabilitàefiducianelrapportotrasocietàeistituzionisiaalivellolocalechenazionale.Accadeva tutto il contrario. IlPciuscivamoltoprovatodall’esperienzagover-nativa del 1977, dopo aver sostenuto con l’astensione il governomonocolore
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dellaDc.Inmancanzadiprovvedimentiriformatorisulterrenodellosviluppo,delMezzogiorno,dell’occupazioneedell’organizzazionedel lavorodivenne ilbersagliodellaprotestagiovanile,deldisagiooperaio,delladelusionedeglistratiintermedieintellettuali.L’epicentrodiquestaprotestafuBologna,nelcuoredel“modelloemiliano”,chepropriosulloscorciodeglianniSettantacominciòamostrarevistoseincrinature.ÈstatoFaustoAnderlini[2012]ainsisteresuunaperiodizzazionedel“modelloEmilia”chediacentralitàallacesuradelSettantasetteeall’aspracontestazionegiovanilenei riguardi dell’amministrazionebolognese; una contestazione con-dottaprevalentementesulpianopolitico-culturale.Il“modelloemiliano”avevasempreconsideratocomeparteintegrantedelwelfarelocaleiltemadell’investi-mentoincultura,maorasenedenunciavanounasortadicentralismoeunascarsaaperturarispettoanuovicontenutiemergentidallasocietàcivile:insomma,tuttoquellocheimovimentiextraparlamentaripercepivanocomerisultatodel“soffo-cante”egemonismodelPci.Unacriticachevenneincertamisuraripresaesvi-luppata,negliannisuccessivi,anchedasettorilaiciesocialisti[DeMaria2011a].I comunisti uscirono definitivamente dall’area di governo all’inizio del 1979.Nelle elezioni politiche del giugnodi quell’anno il partito perse unmilione emezzodivoti,paria4puntipercentuali,calandoal30,4%.Tantigiovanieva-riegatigruppisocialiavevanodimoltoestesonellatornataelettoraledel1976ilvotoalPci,cheorapagavailcontodelladelusioneprodottadalladurezzadellecondizionidelpaese.Perlaprimavoltacresceval’astensione:nuovosintomodisfiduciaedistaccodallavitapolitica[Barbagallo2003].Nel1981laquestionemoraleesplodevanelcuoredelloStatoconilritrovamentodeglielenchidegliiscrittiallaloggiaP2nellavilladiLicioGelli.LaDcperdevaper laprimavolta lapresidenzadelconsiglio, affidataal repubblicanoSpado-lini,ealsuccessivovotopolitico(giugno1983)quasiil5%deivoti.MailPcinonintercettavaalcunchédiquestoriflussodemocristiano.Siarrivò,nell’agosto1983,allaformazionedelgovernopresiedutodaCraxi.IlsistemapoliticodeglianniOttantasarebbestatocaratterizzatodalprotagonismopolitico(einsiemedalmancatosfondamentoelettorale)delPsi,dall’isolamentoedallacrisidiinizia-tivapoliticadelPciedalcontinuodeteriorarsideirapportifraiduepartitidellasinistra[Sabbatucci2003].SulpianoistituzionalenonsirealizzònéunoStatoregionale–chéilcentralismocontinuò come prima ad operare – né una programmazione coordinata con leregioni,néun superamentodegli squilibri.Niente, insomma,di assimilabile aunarifondazioneveraepropriadeimeccanismiistituzionaliesocio-economici.Ciòchesiverificòfuinveceunriassorbimentodeinuoviistitutineimeccanismi
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centralizzatidelloStatoconunadifferenziazione,intaleadattamento,traleva-rie regioni in relazioneai rispettivi retroterrastorico-sociali (culturacivicadeicittadini,qualitàdelpersonalepolitico-amministrativo,ecc.).Inquestaparabolal’istitutoregionale,qualichefosserolesueoriginarie istanze,videsemprepiùappannarsiilruolodientitàpoliticafortesulpianodell’innovazioneistituzionale,perassumerecrescenticompitiefunzionidi“amministrazioneattiva”,einciòschiacciando,comesièosservatodapiùparti,ilsuoprofilosuquellotipicodiunentelocale.Tuttalatramadeirapportitrastrutturecentrali-regioni-entilocalirisultòcosìimpoveritarispettoalleinizialiistanzediriarticolazionedelsistemademocraticoitaliano.Laregionerimanevaametàdelguado,unoggetto-istitutoambiguo,partecipetantodelcentralismostatalistaquantodell’autonomismolo-calistico[Massari1987].Pesòsicuramenteilfattochemoltadell’attenzioneedelleenergiedisponibilinelmondodellapoliticaetral’opinionepubblicafosseroassorbitedaidrammaticiproblemidelterrorismoedellacrisieconomica;eche,pertanto,rimanessepocotempoperpensareal riordinamento istituzionaledelpaesee, inparticolare, alsistemadelleautonomie.MaurizioFioravantisièchiestosesialegittimosostenerecheglianniSettanta,conillorocaricocomplessivodiproblematiche,politiche,socialieistituzionali,sianostaticosìrilevantieincidentinellastoriadellanostrademocraziadapoteressereindicaticomeilperiodoincuihaavutoiniziounaveraepropriatrasfor-mazionedelmodellocostituzionale.Neharicavatounarispostaaffermativa,se-condolaqualesiavviòinqueldecenniouncambiamentonelmodoprevalented’interpretarelaCostituzioneed’intendereilsuoruolonell’ambitodell’ordina-mentogiuridico, nella sferadellapolitica, nella societàmedesima.Rifacendo-si all’opinionedi costituzionalisti comeCostantinoMortati eVezioCrisafulli,Fioravantihaparlatodiuncrolloverticaledell’attuazionecostituzionaleperviapolitico-parlamentare:
È vero che proprio in quegli anni Settanta si deliberanomolte leggi di granderilevanza sociale, chepotrebberoessere lette,nel lorocomplesso,proprionellalineadell’attuazionecostituzionale,einparticolareinquellaispiratadalprincipiocostituzionalediuguaglianza:dalloStatutodeilavoratoriallatuteladellelavora-tricimadri,dalnuovoprocessodellavoroallariformadeldirittodifamiglia,dallaistituzionedelServizio sanitarionazionale alladisciplinadelle locazioni.Maèancheverochequestocoincidetroppospessoconl’abbandonodiognipoliticadiprogrammazione,conl’avviodellalegislazionedicaratterecongiunturale,conlarincorsaallaleggesuglioggettipiùminutiedisparati,sottolapressionediquegliinteressisezionaliche ipartiti riesconosempremenoaselezionare,afiltrare,aricondurrealladimensionedell’indirizzopolitico[Fioravanti2003,306].
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MutavailrapportotrapoliticaeCostituzione,nelsensochetendevaatramontare,acausadellasemprepiùevidentecrisideipartiti,l’ideadiunapoliticaanimatadafinalitàcostituzionali.Unacrisidicontenutichesiripercossesulleregioni.GiorgioPastori[1980]potevaintitolareLe regioni senza regionalismounodeitantibilanci fatti inoccasionedelprimodecenniodell’esperienzaregionale. Ilpromessonuovomododifarepoliticaeamministrazione,chepureerastatoscrit-toneglistatutiregionali,nonsieraconcretamentemanifestatonelmododiesseredeipartiti.Eciòmentre,invece,siregistravaunprogressivoradicamentodelleregionistesseneivaloridell’autonomismolocaleenellacoscienzadeicittadini[DeSiervo2003].Allacrisidelleideologiepolitichestavacorrispondendounaforteriscopertadelleidentitàabaseterritoriale.NelcorsodeglianniOttanta,mentrelesezionideipartitivedevanocalareiloroiscritti(soprattuttotraigiovani)einalcuneregionisettentrionaliiniziavaapren-derevigorelaprotestaleghista(sullasciadiunmovimentodiopinionecheriven-dicavaalleregioniunriconoscimentomaggiore,insistendopropriosulleidentitàlocali),inEmiliaRomagnalapresidenzadiLanfrancoTurcitentòdilanciareunanuovafasecostituente(suquestopuntosirinviaalpar.7).Malafortunapoliticadell’ideastessadiprogrammazioneeraormaideclinanteesiudivainvecesemprepiùspessoecheggiarequell’appelloagli“spiritianimali”eal“liberitutti”dalleregole,latentenellasocietàitalianafindal“miracoloeconomico”[Crainz2009].
5. Controlli e tributi: le regioni fuori dalla porta
Dopoquellachefudefinitala“secondafasecostituentedelleregioni”echecorri-sposealperiododiattuazionedellalegge382,lerisorsefinanziarieattribuitealleregionisiandaronosemprepiùparcellizzandopersettoridiinterventoevennerorigidamentevincolatedalcentro.Leregionifuronosommersedaalcunecentinaiadileggine,estremamentedettagliateecontraddittorie,didifficileletturaeinter-pretazione,ecomunquelesivedellecompetenzeregionali.Leoriginidelproblemarisalivanoperlomenoallariformatributariadel1971-73omeglioaquelcomplessonormativocomunementeidentificatocome“riformatributaria”.IprovvedimentideiprimianniSettantaavevano,infatti,raccoltoinpienolespinteaccentratriciseguite–comediriflesso–all’istituzionedelleregio-ni,distruggendocompletamentel’autonomiafiscaledeglientilocali:
Nonèdatosaperedeltuttosepercalcoloprecisoopercasodovutoavelleitàtec-nocratiche,mentresicompletava l’ordinamentocostituzionaledellaRepubblicaitaliana,mediantel’istituzionedelleRegioniastatutoordinarioeilconcretoavviodeldecentramentoamministrativoepoliticodelloStato,glientilocaliterritoriali
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venivanoprivatidiognipotestàinmateriatributariaeridottinellatotalesogge-zione finanziaria al potere centrale, cosa che non era accaduta nemmeno sottol’imperiodellepolitichepiùspiccatamenteaccentraticidiepocaliberaleediepocafascista[Martinelli1983,29].
Scomparivaqueltantodiautonomiaimpositivadeglientilocali,einparticolaredeicomuni,cheavevacostituitounacostantenellastoriaitaliana.Contempora-neamentesirealizzavailpiùampiodecentramentopolitico-amministrativochelastoriadelnostropaeseavessemaiconosciuto.Epoichélesceltepoliticheequelleamministrativecomportanosemprel’effettuazionedispese,ildecentraresignificadinormamoltiplicareicentridispesa.Viceversa,cancellarel’autonomiatributariaaveval’effettoditrasformarelapoliticadell’entratainunaelencazionedirichiestealloStatoilcuicostocomplessivorappresentailfabbisognofinanziariodell’ente.Erapaleselacontraddizioneesistentenell’eliminareognicapacitàimpositivaaglienti localiproprionelmomento incui si ampliava la loro sferadi azionee siriducevanoicontrolli,soprattuttoicontrolliprefettizi.Ma,abenvedere,esiste-vaunalogicaprofondainquantostavaaccadendo.Ilcontrollosuglientilocali,infatti,erastatoperoltreunsecolonellemanideiprefettieavevarappresentatolo strumentodiuna lungaepazientemediazione fra livellonazionalee livellilocalidelsistemapolitico.Apartiredal1970,staccatalafunzionedicontrollodalprefetto,evenutomenoinbuonaparteilruolodaquestitradizionalmentesvolto,chiavrebbeprovvedutoacoordinareilgovernolocaleconilrestanteassettoisti-tuzionale?Sistavanostrutturando,èvero,i“comitatiregionalidicontrollo”,cuisarebbespettatoilcontrollodilegittimitàsuglientilocali,maessirispondevanoall’enteregioneenonalloStato.In sostanza, come conseguenza dei provvedimenti del 1971-73, gli enti localidopoaverelaboratoedeliberatoipropriprogrammisocialigiravano,letteralmen-te,algovernoilcontoditalioperazioni,scaricandoversoilcentrol’insoddisfa-zioneo,talvolta,larabbiapopolareperitaglichesisarebberodovutiapportareaiprogrammiinizialiacausadell’impossibilitàdifinanziarealcunedellespeseprogrammate.Siinstaurò,insomma,unatendenzaallaseparazionetracentride-cisionalidellaspesaeprovvistadelleentrate,chefinìperfavorireunatteggia-mentoirresponsabiledeicetidirigentilocalirispettoaibilanci,conquelcheneseguìinterminidiallargamentodellaspesa[Istat2011].Aunasituazionesiffattasiaggiunseroiprovvedimentisullafinanzalocaledel1980-81.Icontenutidiquesta“miniriforma”denotaronounaperfettasaldaturafraladiffidenzaantiregionalisticadeirappresentantideglientilocaliegliumoriantiregionalisticidegliapparaticentrali[Emiliani1981;Onida1981].Inunsi-stemadelleautonomiecheassegnavaall’enteregioneilcompitodellaprogram-
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mazionegeneraledel territorioechequindi implicava,per lagranpartedellaspesadeglientilocali–quellaalmenocheeraspesadiinterventoeriequilibriodelterritorio–,nonunasemplicepresadivisionemaunattivointerventodipro-grammazioneregionale,eraparadossaleconstatarechesec’eraunacosacheinvariannidicontrattazioniediscontrisuiproblemidellariformadelleautonomieedellafinanzalocaleavevaaccomunatogovernoeassociazionideglientilocalierapropriolafermadeterminazionedilasciare,comunque,leregionifuori dalla porta.Leregioninonavevanovoceincapitoloneppuresull’impiegodellerisorsedisponibilipressolaCassadepositieprestiti:vigevaunaassolutaseparatezzafrafinanzaregionaleefinanzalocale,unacondizionenonriscontrabileinaltriordi-namentidecentratieinpaleseviolazionedell’art.119dellaCostituzione.
6. Il livello intermedio di governo: comprensorio o provincia?
LapianificazioneascalasubregionalecostituìneglianniSessantaeSettantauntemadiampioconfrontotraleforzepoliticheeculturaliimpegnatesuiproblemidelterritorio.Lemotivazionidiqueldibattitonascevanodall’inadeguatezzadelladimensioneregionaledi fronteall’esigenzadiunorganicoprocessodipianifi-cazione territorialeedalla contemporaneanecessitàdi aggregazione rispettoainterventieservizichesuscalacomunalerisultavanoscarsamentesignificativio convenienti. Le due questioni della disaggregazione subregionale e dell’ag-gregazione sovracomunale sembrarono trovare rispostanell’area strategicadelcomprensorio,piùcircoscrittaeomogenearispettoaldisegnodelleprovince.Neseguì una polemica sulla legittimità dei nuovi ambiti territoriali e dei relativistrumentidipianificazionechesuperavanoledivisioniamministrativetradizio-nalmentenoteecostituzionalmentericonosciute[DeMarchi1981].Fuunabrevestagionequelladeicomprensori,chealmenoinizialmentesiposeinsintoniaconorientamentinazionalicheprevedevano(dopol’introduzionedelleregioni)ilsuperamentodell’enteprovincia,machebenprestosiesaurìanchedifrontealledifficoltàdiorganizzarenuoviapparatisufficientementequalificatieingradodifarfronteacompitidiprogrammazioneecoordinamento.Incertezzeeaffanniche,all’iniziodeglianniOttanta,sitradusseroinunprofondoripensamentosulsignificatodell’enteintermedioesuldestinodeicomprensori,chescomparverovelocemente.Lasceltadirivalutareleprovincederivòdallaop-portunitàdivalorizzareunaistituzionegiàesistenteegarantitadallaCostituzioneediutilizzareunpatrimoniodiesperienzeedistruttureche,purrichiedendoungrandeimpegnodiriqualificazione,comunqueesisteva.Leprovince,inoltre,era-nosostanzialmentegraditeaipartitiperchégarantivanounraccordoimmediato
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conmomentidell’organizzazionepolitica,socialeedeconomicatradizionalmen-tecoincidenticonquestaarea.Il rischio concreto fu quello di dismettere e abbandonare il positivo lavorodiindagine sul territorio che aveva accompagnato la riflessione sui comprensori.L’esperienzacomprensorialeerainiziataufficialmentenel1974inEmiliaRoma-gnaconlaprimaleggeregionaleinmateria;provvedimentochefuripresonegliannisuccessividaquasituttelealtreregioni(l’eccezionepiùimportanteèquelladellaPuglia,chenonistituìicomprensori).InEmiliaRomagnailnuovoistitutoraccoglieval’ereditàdeipianiintercomunalidicoordinamento(Pic)chesieranosviluppatispontaneamenteneglianniSessan-ta.Proprioinvirtùdiquellamatriceoriginaria,aicomprensorifuronoattribuitivastipoterieincombenzeinmateriaurbanistica.Unacaratteristicachesiriscon-tròanchealtrove,espessoconricadutepositiveperilterritorio.InToscana,adesempio,nelgirodipochianni,grazieallostimoloprovenientedallaregioneedaicomprensori,venneroredattieapprovatituttii287pianiregolatoricomunali,mentrenei trent’anniprecedentineeranostati introdottiappena26 [Bortolotti1986;IstitutoregionaleprogrammazioneToscana1979].Sitrattavadisegnalichetestimoniavanodelfattochegliaspettipositividell’espe-rienzaregionale,purnonsemprevisibiliaprimavista,sicuramenteesistevano:l’irrobustimentodelgovernolocale,unaarticolazionedelpoterepubblicocerta-mentepiùdiffusanellasocietàdiquantononlofossenelperiododelcentralismoesasperato,larealizzazionediesperienzepilotacheavrebberopotutoessereutil-mentegeneralizzate[Bianchi1986].Conil1970sifecerostradanuovetemati-che:adesempio,l’ambienteeibeniculturali,nelquadrodiunariappropriazionedelterritorioedellaculturadapartedellacomunitàlocali.Leregionisitrovaronodifronteunaquantitàdiproblemineivarisettorifinoaquelmomentogovernati,inmodogeneralmentepocoefficiente,daiministeriodailoroorganididecentramentoburocratico.Lanecessitàdirecuperareiritardispinseauneccezionalesforzodiapprofondimentonellaconoscenzadellesitua-zionidifattoedelfunzionamentodiparticolarisettoriproduttiviodiparticolariaree.Einquestolavorosulcampoicomprensorigiocaronounruolosignificativo.Tuttavia, tra lafinedeglianniSettantae iprimianniOttanta,con leprovinceancorasaldamenteinfunzione,iprogettidiriformacheimpegnaronogovernoeparlamentoconcordaronosullanecessitàdiunasemplificazioneeriduzionedeilivelli amministrativi ediunalleggerimentodelleproceduredi eserciziodellefunzionilocali.Sioptò,così,perunsololivellodigovernointermediotraregioneecomuni:laprovincia,dicuiperaltrosiauspicavaunaprofondariforma[Urbani1981;Vandelli1982].
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Inmodosimilealcomune,anchelaprovinciaavrebbedovutodelinearsicome“entepubblicoafinigenerali”,enonpiùsettoriali,riassorbendodifattoilruoloche era stato attribuito ai comprensori. Il suo compito sarebbe stato quello diarticolaresul territoriolaprogrammazioneregionale:garantire,cioè, ilcoordi-namentodeiprogrammicomunalieilcollegamentofraregioniedentilocaliinrelazioneaprogrammidisviluppoeaprogrammidisettore.Lamancanzadiundisegnoistituzionaleprecisoeraevidenziatadalfattocheildecreto616del1977avevaignoratopressochécompletamentelaprovincia,purnelcontestodimassiccitrasferimentidifunzioniaipoterilocali,chiamandolaincausatutt’alpiùperpartecipareaqualcheprocedimentofacentecapoallaregio-ne.Cisitrovavaancoranellafasedellasperimentazionecomprensorialeedeldi-battitochelaaccompagnò;perquestaragione,comprensori,comunitàmontane,circondariecomunicostituivanoisolipuntidiriferimentopresiinconsiderazio-neperarticolareedecentrarefunzionialivellolocale.Nelgirodidueotreanni,comedetto,ildibattittosubìunasvoltanotevoleelestesse leggi regionalicominciaronoadassumere laprovinciacome importantedestinatariodideleghe,perl’eserciziodifunzionidilivellosovracomunale:par-ticolarmenteinmateriadiinquinamentoidrico,caccia,pesca,trasporti,formazio-neprofessionaleeimpiegodelleterreincolte.Ilconvegnonazionaledell’AncitenutosiaViareggionell’autunno1980accolseconfavoreinuoviindirizziistituzionali:isindaciconcordaronosulfattochelaprovincia,finoadalloratitolaredicompetenzesettorialieframmentarie,andasse«trasformatainenteintermediodiprogrammazione»6.Delresto,l’abolizionedeicomprensorinonpotevacheessereaccoltaconfavoredall’Anciinquantoindebo-livadifattol’interventismoregionaleeimplicavaunpotenziamentodellecapaci-tàoperativedeicomuni,incentivandolapossibilitàdiesercitarefunzioniinformecollaborative(protocollidiintesa,gestionieassociazioni)conaltreamministra-zionicomunali,sempreinattesachesiridefinisseroicompitidellaprovincia.Ilrafforzamentodell’enteprovincianonmancavadiunalogicaediunacoeren-zarispettoallasuavocazionestorica.Seèvero,infatti,cheicomunicapoluogoelegrandicittànonavevanomaimostratomoltointeressealtemadelcoordina-mentoconl’enteintermedio,sipuòinveceosservarecome,nelsecondodopo-guerra,leprovinceitalianeavesserocercatoetrovatounapropriafisionomia,unproprioprecisoruolo,nelprivilegiareilrapportoconicomuniminoripresentisulloroterritorio.
6 anci, documentazione relativa al convegno nazionale del 1980, in aSRER, Presidenza di Giunta, Segreteria del Presiden-te, Programmazione e affari istituzionali, b.61.
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Maunragionamentosullefunzionidicollegamentodell’enteprovinciaportavamoltopiùindietroneltempo,finoalprogettodiriformaamministrativapresen-tatodaMarcoMinghettiinparlamentonelmarzo1861:unapropostadiartico-lazioneregionale,dovelaprovinciaricoprivailruolodipernodeldecentramen-toamministrativo.Inrealtàlastoriaistituzionaledelnostropaeseeraandatainun’altradirezione,quellatracciatadall’ordinamentodelleamministrazionilocalidisegnatonel1865,cheavrebbedatoalleprovincepochecompetenzesettoriali;lequalisisarebberoassottigliateulteriormenteinseguito,esoprattuttoduranteilfascismo,quandoleprovinceentraronoinunbinariomorto.Lacreazione,nel1925,dell’Operanazionalematernitàeinfanzialeprivòdellagestionedell’assi-stenzaagliillegittimi;nellostessomodo,l’estendersidellepraticheassistenzialiattraversoaltrienti,qualiilPartitonazionalefascistael’Operanazionalebalilla,ebbel’effettodimarginalizzaresemprepiùillororuolo;siarrivòcosìal1934,quandofuemanatoqueltestounicodellaleggecomunaleeprovincialeche,conpochemodifiche,sarebberimastoinvigorefinoal1990[Aimo2007e2009;Polsi2004;Rotelli1991].Laquestionedell’enteintermediodiprogrammazioneapertasitraanniSettantaeOttantarimase,infatti,senzasoluzione:semplicementesiabolironoconuncolpodispugnaicomprensori(fruttodellacreativitàistituzionaledelleregioni),senzachearrivassetempestivamenteunariformacomplessivadelgovernolocale.InEmiliaRomagna, la regioneche li aveva fondati, i comitati comprensorialivennero soppressi con legge regionale nel 1982.Ma la regione nella quale siregistraronopiùresistenzeadabbandonarelastradadeicomprensorifuilVene-to.Anchequi l’istituzionedelnuovoente intermedioerastata ispirata, intornoallametàdeglianniSettanta,daundisegnoriformatoremoltosentito,cheportòall’iniziodeldecenniosuccessivoalcuniesponentidispiccodelgovernoregio-naleaopporsiallacancellazionediquellaesperienza.Traloroilvicepresidentedellagiuntaregionale,ildemocristianoMarinoCortese[1981],secondoilqualelasceltacomprensorialecontenevainséunapotenzialitàdirinnovamentodelleistituzioniacuinonsisarebbedovutorinunciare.InVene-to,iltemadelcomprensorioeramaturatocome“unaviaobbligata”,inconformitàconlasceltaessenzialeprefiguratanellostatutoregionale,chevolevauna“regio-nedellaprogrammazioneedelleautonomie”.Convienericordarequalefosselanovitàistituzionalesottesaaquestascelta.Ilcomprensorioeraconsideratocomelachiavedivoltaperl’uscitadallestrettoieeinsufficienzedellavitacomunale:unpuntodi aggregazione sovracomunale intornoalqualeapparivapossibile econvenienteprogrammarelosviluppo,definirel’assettoterritoriale,attuarelapo-liticadelledeleghe,promuovereeorganizzareunarazionalegestionedeiservizi.
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Ilproblemavenivapostoall’incircainquestomodo:comeconciliareladomandadispaziedistrumentiistituzionalinuovi,cherichiamanoallasovracomunalità,conivaloriereditatidallastoriaedallaradicataesperienzasocialeeciviledelcomune?Sipartivadunquedalpesorilevantecheavevalatradizionedelmuni-cipalismocattolico,laqualericonoscevanelcomuneilpuntodimaggiorecon-sistenzadellavitapubblica,lostrumentodipromozionedeipiùinteressantifattipartecipativi, insomma il fattore insostituibileper lasalvaguardiadelprocessodemocraticonelpaese.Maeraaltresìculturalmentepercepital’esigenzadifrap-porretrailcomuneeloStatounaseriedicorpiterritorialiintermedi.Storicamente,l’istanzacomprensorialeeramaturatainVenetonegliultimicin-quant’anni,attraversotuttaunagammadiesperienzechefacevanoriferimentoaiconsorzifraicomuni,efracomunieprovince,nell’«antica»ricercadilivellisovracomunalipersuperareleinsufficienzeoperativeefinanziarienell’appron-tamentodeiservizilocali[Cortese1981,53].Abenvedere,infatti,laquestionediunapianificazionesovracomunalepotevabendirsiantica,dalmomentochesierapostaovunque,inItaliaeinEuropa,findaidecenniacavallodel1900,incor-rispondenzadeifenomenidiurbanizzazioneecrescitadellecittà[Bottini2003].ApartiredaglianniTrenta,sieraandatoprogressivamentesviluppandoilricorsoallostrumentodelconsorzioperlacostituzionediaggregazionimonofunzionalitracomunieprovince,chepotevanoaverescopiorganizzativi(perilsegretariocomunale,perilmedicocondotto,ecc.),diservizio(perlestrade,gliacquedotti,lavigilanzaurbana,ecc.),finoallascopertadeiconsorzidisviluppo(perlezoneindustriali,perlosviluppoeconomicoesociale,ecc.),veriepropriconsorzipoli-valenti.TraanniCinquantaeSessantasieranoprofilatenuoveesigenze,comeilproblemadellosviluppocomplessivodelterritorioelaprogrammazione,mentresiapprofondivanoglistudisulterritoriointrapresidamolteprovince,perimpo-starecorrettamenteiproblemidellosviluppoedelriequilibrio.Inquestistudinoneranomaimancatiiprimiprofilidiunassettopercomprensori.La legge 80/1975 della regioneVeneto sui comprensori si era posta al centrodiquestodibattito.Lesuescelte,collegateaquelledella legge64/75suicon-sorzisocio-sanitariedella legge21/75suipianizonaliper l’agricoltura,eranochiare e coraggiose: il comprensorio come livello di governo, con compiti diprogrammazioneeconomica,territorialeeurbanistica;strumentodipromozioneecoordinamentodellepolitichedisettoreedigestionideiservizi;insomma,ilpuntodisintesidelleautonomielocalientrogliorientamentieledirettivedellaprogrammazioneregionale.L’ambito comprensoriale era apparso sempre più chiaramente come lo spazionaturaledellapoliticasubregionale,controogni tentazionedi riprodurre,entro
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l’ambitodellaregione,letendenzealcentralismocosìcontestateneiriguardidel-loStato.Ildecentramentodellaprogrammazioneavrebbepermessodisvilupparela grossa orditura delle indicazioni programmatiche regionali in soluzioni piùdettagliateeoperative,manellostessotempononfrantumatenellamiriadedegliambiticomunali.Ilfattochei49comprensorivenetinonfosserodecollati(comedelrestoicom-prensoridelle altre regioni) erada ricondurre alledifficoltàoggettive insite inqueldisegnoriformatore–lastrutturazionesulterritoriodinuovientiintermedi–maancheaicondizionamentiderivantidairitardidellalegislazionenazionaleacausadeiqualiicomitaticomprensorialinoneranostatiingradodioperareconsufficientedisponibilitàdimezziedipoteri.Tuttoquesto,secondolapresidenzadellagiuntaveneta,nondovevaessereargomentoperungiudiziodicondannaediabbandono,madovevaindurreallimiteaunsupplementodiriflessione.Rima-nevailfattochenonsisarebbearrivati«avarareunaveraesignificativariformadeglientilocaliterritoriali,privilegiandooralaprovinciadopoaverlatrascurataafavoredellaprospettivacostituitadaicomprensori»[Cortese1981,55].Nelprogrammaregionaledisviluppoapprovatoconlegge11/1979,lagiuntadelVenetoavevainqualchemodorilanciatocercandonelcontempounamediazionecongliorientamentinazionalifavorevoliallaprovincia.Siarrivò,cioè,aipotiz-zareunaarticolazionedilivelliistituzionaliinbaseallaqualesiriteneva“tropposemplificatorio”prevedereunsoloorganointermediotracomuneeregione.Icomprensoriavrebberocontinuatoafarpartedell’architetturaistituzionalesu-bregionale,maconcompetenzepiùlimitate(diservizioenondiprogrammazio-ne),esarebberostatiaffiancatidaunaltrolivellointermedio(diprogrammazio-ne):quello rappresentatodalle“areevaste”.Nulla impedivachequesteultimepotesserochiamarsi“province”,madovevanoesserepiùnumeroseediverse(nel-lefunzionieneldisegno)rispettoalleprovinceesistenti,lequalieranodestinateall’abolizione.IlVenetoribadival’esigenzadiindividuaremomentidimensionalipiùomogenei,afrontediunasituazioneitalianachepresentava8.000comunie94province.Talerealtàsirispecchiavapienamentenelterritorioveneto:neisuoi582comunienellesuesetteprovince,lequaliavevanodelimitazioniinteressantiedifendibilisolodaunpuntodivistastorico.Alcontrario,dalpuntodivistaeconomicoesociale,eperquantoriguardavaipolidiurbanizzazioneecomunicazione,esserisultavanodecisamentesuperate.Entrando nel dettaglio del programma regionale veneto, al livello costituitodall’areacomprensorialesarebbetoccatalagestionedeiservizi:scuola,assisten-zaesanità.L’areavasta,invece,avrebbeaggregatocomprensoricontigui(all’in-
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circanelnumerodiquattro),svolgendofunzionidiprogrammazioneterritorialeedeconomica,conparticolareriguardoallaproblematicaconnessaconlaricon-versioneeristrutturazioneindustriale.Grazieaquestaarchitetturadelgovernolocale–perlacuiapplicazionesirima-neva naturalmente in attesa che il problemadel livello intermedio di governofossedefinitoinsedenazionale–secondolagiuntavenetanonsisarebbevanifi-catal’esperienzapoliticaeamministrativadeicomprensori;essianziavrebberocostituito il punto di partenza per comporre, attraverso ben calibrate aggrega-zioni, l’areavastadicoordinamento intermedio.«Chequestasichiamiancoraprovincia,èsoloquestionenominale.Questionesostanzialeèinvecechel’areaintermedianonsial’attualeprovincia»[Cortese1981,56].Indefinitiva,dalVenetoarrivavaunmessaggiochiaro:innovazioneistituzionalee programmazione passavano attraverso l’esperienza comprensoriale. Soppri-merla avrebbe significato, in sostanza, affossare le istanzediprogrammazioneregionale. Il ritornodifiammasul ruolodelleamministrazioniprovincialinonvenivainterpretatocomelosforzodiridarevitaaunenteacompetenzelimitate,chetroppopocoavevapartecipatoalprocessosociale.Visirintracciavapiuttostolarivincitadellaprovinciacomemagliageometricauniformedeldecentramen-tostatale(prefettura,questura,intendenzadifinanza,provveditoratoaglistudi,ecc.)sullaqualesieravenutamodellandofindallafinedell’Ottocentol’organiz-zazionedellavitapoliticaesociale–daipartitiaisindacati,alleassociazionidicategoria–delloStatounitarioaccentrato.
7. alla ricerca di una «programmazione possibile»
All’iniziodellaterzalegislatura,lagiuntaregionaledell’EmiliaRomagnasiim-pegnòalanciareunanuovafasecostituente,dopoleduecheavevanocaratteriz-zatoglianniSettanta.Neldibattitointernosipuntaronoiriflettoriprincipalmentesulversantefiscaleesuquellodelleriformeistituzionali.Perlevarefinalmentegliormeggiallariformaregionaleeranecessario,daunaparte,darevocealleregioniaRoma,«trasformandoilSenatoinCameradelleRegioni,sulmodellotedesco»,dall’altrariconoscereapertamentealleregioniilpotere di operare scelte politiche: questo presupponeva l’attribuzione, sia alleregionicheaicomuni,diunaveraautonomiafinanziariaeimpositiva,coordinata
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fraiduelivelli7.Datempo,all’internodelPci,alivellolocalecomealivellonazionale,esistevapienaconsapevolezzasulfattochel’esperienzadellaprogrammazioneregiona-ledovessesollecitaresviluppicostituzionaliinnovativie,inparticolare,unari-flessione sulle formee sui contenutidelbicameralismo.Temicruciali come ilbilancio delloStato dovevano essere oggetto di una discussione cui potesseropartecipareleregioniederaurgente,secondoleparolediPietroIngrao[1973],«unrapportotraidiversilivellidiassemblee[regionalienazionali],cheètuttorainesistenteoppureèdeltuttocasuale».OgnipercorsoriformatoresibloccònellasecondametàdeglianniSettanta,la-sciandoinereditàunasituazionecheapparivafallimentarenonsoloaespertieosservatori,maancheagliocchideglistessiprotagonistidelgovernoregionale.Tralorol’esponentemodenesedelPciLanfrancoTurci,presidentedellagiuntaemiliano-romagnola, che stigmatizzò la riduzionedi fattodell’ente regione adagenziadispesadelloStato.Leregionieranoorganidiprogrammazionemancatieassomigliavanopiuttostoaentidigestioneparastatale.Idatidel1980parla-vanochiaro:su19.443miliardiditrasferimentidalloStatosolo1.800potevanoritenersiaffidatiallapienaautonomiadispesadelleregioni,acuieraaffidatainsostanzaunaprevalentefunzioneallocativadirisorsepredeterminate.Eraevidentel’enormedifficoltàdiesprimerepoliticherealmenteincidentisullosviluppodelsistemaregionale,quandoquasi l’80%dellerisorseadisposizionedelleregionieraassorbitodallaspesasanitariaeledestinazionidirisorsevincolatedaleggistataliarrivavanoall’incircaal90%,sìcheagliinterventieconomicisipo-teronodestinaretraanniSettantaeOttantavolumidispesairrisoririspettoall’en-titàdellegrandezzemacroeconomicheregionaliconcuisidovevanoconfrontare.Attraverso lecartedellapresidenzadigiuntaconvieneapprofondireproprio ilfrangentedeiprimianniOttanta,quandoildibattitoall’internodeiverticiregio-nalisembratoccareaspettidecisivi.Lafasedirodaggiodell’enteregionepotevadirsiconclusaeilcontestogenerale,inEmiliaRomagna,eramenonegativochealtrove.Alivelloeconomico,infatti,laregionevivevaunmomentorelativamentefavorevole:eranogliannineiqualigliorganidiinformazioneparlavanofrequen-tementedifallimentodelmodelloeconomicotorinese(produzionedimassastan-dardizzata)edivittoriadel“modelloemiliano”,fattodiproduzionespecializzata,piccole-medieaziendeecollaborazioneconilsindacato[Vaudagna1983].
7 L. turci, Relazione al convegno Riformare il potere locale per realizzare lo Stato delle autonomie, Milano, 8-9 febbraio 1980, bozza ds., in aSRER, Presidenza della Giunta, Segreteria del Presidente, Sezione Presidenza turci, b.831, f. “Interventi, arti-coli ecc. presidente turci”. Si veda, poi, L. turci, appunti in preparazione di un articolo per “Rinascita”, 28 dicembre 1985, cit.
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Dagli esponenti di spiccodella sinistra emilianavenivano sollecitazionipoli-ticheincisive.Sedunqueall’internodelPcisiindicavasolitamentenellacrisidellapoliticadisolidarietànazionaleilmotivofondamentalecheavevaportatoauna interruzione lungo ilpercorsodicompletaattuazionedello«StatodelleautonomiedelineatonellaCostituzione»8,questadiagnosieranotevolmentear-ricchitaeproblematizzatadaRenatoZangheriche,findal1978,avevamessoinrilievolamancanzadellanecessariadeterminazionedapartedeicomunistisuiproblemirelativiall’areadelleautonomie,intravedendo«uncertoattendismo»nelsuopartito9.Proprioinquelperiodo,ipiùattenticommentatoripoliticicominciaronoaren-dersicontodiunanettasotto-rappresentazionedel“partitoemiliano”neglior-ganismidirigenticentrali.Neltentativodirispondereallasconfittadelregiona-lismo, lagiunta regionaleguidatadaTurcielaborònel1981una relazionesuiproblemidelriordinoistituzionale,nellaqualetornavacondecisionelacentralitàdelrapportotraautonomiaeprogrammazione,veroeproprioassegeneticodelprogettodigovernoregionale.Siritenevachelariproposizionedelruolodellere-gionidovesseavvenireconlaforzaadeguataallagravitàdellacrisiistituzionale:
Noncisentiamoaffettidaun’otticarivendicazionistanelriproporrequesti temi[...].Coniugareautonomiaeprogrammazioneèancorailpuntofondamentalechedàunsensorealeall’istituzionedelleregioni,allacostituzionedelsistemadelleautonomie.Questaconvinzioneèsemprestataprofondamenteradicatanell’azionedellaregioneEmiliaRomagna10.
Amaggiorragione,dopoiltrasferimentodipoteriaregionieaentilocaliattuatoconildecreto616econlariformasanitaria,occorrevadareattuazionesenzain-dugioallecondizionichefacevanodelmetododellaprogrammazione«unostru-mentorealedigoverno»e,inprimoluogo,«ilmodoveramentenuovoeoriginalediesseredellaregione».Lagiuntaemiliano-romagnolaribadivailprincipiocostituzionalesecondoilqualelaregionedovevaesercitarecompitidilegislazione,diprogrammazioneedialtaamministrazione.Daciòderivavalalimitazionedellefunzionidiamministrazio-
8 Regione Emilia Romagna, Consiglio regionale, Proposta programmatica del gruppo Pci per la formazione della Giunta re-gionale, bozza ds., 22 luglio 1980, in aSRER, Presidenza della Giunta, Segreteria del Presidente, Programmazione e affari istituzionali, b.72.9 Pci, Comitato regionale Emilia Romagna, riunione del 22 marzo 1978, verbale ms., in FGER, PCI CR-ER, Segreteria, b.2, f.1978.10 Regione Emilia Romagna, Giunta regionale, Relazione sui problemi del riordino istituzionale, febbraio 1981, in aSRER, Comitato comprensoriale di Bologna, b.10.
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neattivaallesolesceltediscalaregionale,odigrandescalasubregionale,mentretuttoilrestodovevaesseredelegatoaglientilocali.L’eserciziodirettodifunzioniamministrativedapartedellaregione–siaattraversopropriapparatiperiferici,siaattraversoentistrumentali–dovevadiventarel’eccezioneenonlaregola.Etuttavia,afrontedell’auto-percezioneedellaretoricapoliticadellagiuntare-gionale,varilevatocheidatisullaspesarealecontinuaronoarestaresostenuti.Sipuòaffermarechefossesoprattuttoilpassaggiodellagestionedellasanitàalleregioniavanificarequalsiasi illusionediprogrammazione“leggera”,rendendononsoloburocratico,maforzatamentegerarchico,l’interosistema.Inunariunionedigiuntadelnovembre1981,dedicataalladefinizionedelsecon-doprogrammaregionaledisviluppo(1982-85),l’assessoreaiservizisocialiPierLuigiBersaniinvitavaancoraunavoltaainterrogarsisuimotiviperiquali«laregione,almomentoincuiharicevutolecompetenze,nonhatrovatolastradaperdarsiunapropriaidentità,unacaratterizzazione»11.Neiprimimesidel1982vennecompletatoil“quadrodiriferimento”relativoalpianopoliennale1982-85.L’incipitdeldocumentoavevauntonoevocativo,cheevidenziavalaconsapevolezzaditrovarsidifronteaunpassaggiodecisivo:
Unsensodiprecarietà,lamancanzadiprogettualità,orizzontilimitatiadunaaf-fannosaricercaditamponamentoprovvisoriodellequestioni:tuttociòcaratterizzagranpartedellavitaitaliana.InquestasituazionelaRegioneEmiliaRomagnasiapprestaadelaborareilsecondopianoregionaledisviluppoperiprossimiquat-troanni:dal1982al1985.Programmareperilmedioperiodoèsempreimpresadifficoltosa,ancorapiùnelnostropaese,travagliatodaunagravecrisieconomica-sociale-moraleepolitica[RegioneEmiliaRomagna1982].
Ilrichiamoalla«crisi»,nonsoloeconomica,maanchesocialeemoralemostravadinoneludereilproblemapostoalsistemadeipartitidaldeclinodellaparteci-pazionepolitica.Unfenomenochesistavaregistrandoinqueglianniecheeradaricondurreallacadutaditensione,alriflusso,chesipercepivaneiprocessiditrasformazionedellasocietàedelloStato:crisidelleistituzioniecrisidelsocialeprocedevanoesicondizionavanovicendevolmente12.Nuoveformediattivismoeinterventosocialenascevanoesisviluppavano,sce-gliendo però di dirigersi in altre direzioni, sostanzialmente fuori dalla societàpoliticaedalmondodeipartiti:volontariato,cooperazionesociale,lagalassiadi
11 Regione Emilia Romagna, Giunta regionale, riunione del 26 novembre 1981, verbale ds., in aSRER, Presidenza della Giunta, Segreteria del Presidente, Programmazione e affari istituzionali, b.69.12 L. turci, Relazione al convegno Riformare il potere locale per realizzare lo Stato delle autonomie, Milano, 8-9 febbraio 1980, bozza ds., cit.
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associazioniraccolteinquelcontenitoredenominato“terzosettore”,cheiniziavaainterpretarsicomeunveroepropriomovimento.Mutamentienuoveopportu-nitàche,benpresto,avrebberospintoaripensare,nelquadrodellacrisifiscaledelloStato,letradizionalicategoriedel“pubblico”edel“privato”nellatuteladeidirittisociali[DeMaria2011b].Inuncontestoinrapidatrasformazione,lastradaindicatadalquadrodiriferimen-todel1982eraquelladiuna«programmazionepossibile»;unapprocciochenonpretendessediessereonnicomprensivo,ridisegnandol’assettosocialeedecono-mico,otantomenosostituendosialmercato,echetuttavianonsiriducesseaunatteggiamentopuramenteamministrativo:
Nelmomentoincuiproponiamolaprogrammazionequalestrumentoperilgo-vernodellacrisi,abbiamobenpresenteilfallimentodeipassatitentatividipro-grammazionenelnostropaesee tuttiqueglielementichecaratterizzanonegati-vamentelarealtàpoliticapresente:ilnongoverno,ildeficitpubblico,illivellodiinefficienzaediautoriproduzionedellapubblicaamministrazione.[...]Lostessoconcettodiprogrammazionevaprecisatoallalucedelleesperienzepassateedelletrasformazionichehannoresopiùcomplessalanostrasocietà.[...].Ormail’espe-rienzaciharesiimmunidaquell’ottimismopreconcettocheeralargamentepre-sentetraleforzepolitichechesostenevanolaprogrammazione.Laridefinizionediunaprogrammazione«possibile»deveprenderelemossedallacoscienzadeiprofondiprocessiditrasformazioneinattonellasocietàedellalorocomplessità;unaprogrammazioneonnicomprensivafiniscecolnegarelacomplessitàelaplu-ralitàdeibisogni,mentreunatteggiamentopuramenteamministrativononriesceacompierel’indispensabileazionedisemplificazioneeselezione,finendoconilsovrapporsialsocialesenzagovernarlo[RegioneEmiliaRomagna1982,5].
Moltaacquaerapassatasottoipontirispettoallapiattaformaregionaledisvilup-podel1973,unpianoelaboratoprimadellacrisidelpetrolioedell’amarorisve-gliodaisognidiunosviluppofacile,continuo,illimitato.Etuttavia,purpartendodallanecessitàdifareiconticonlerisorsedisponibili,ilquadrodiriferimentodel1982puntavasutrelineediinterventomoltochiareeancoraattuali,imperniatesullaqualità della spesapubblica edello sviluppo economico:1) sostenibilitàdell’apparatoproduttivo,2)risanamentoambientale,3)riqualificazioneurbana.Sull’ondadelrinnovatoslanciosviluppatosiintornoall’ideadiunaterzafaseco-stituente,eallapossibilitàchesembravaoffrirsidinuovevieperlaprogramma-zioneregionale,nacqueaBolognanel1980larivista“Regioneegovernoloca-le”,cheavevatraisuoiprincipalianimatoriAugustoBarberaeLucianoVandelli.Noneraunsemplicestrumentotecnico(comepotevafarpensareilsottotitolo:«bimestraledidocumentazionegiuridicadellaRegioneEmiliaRomagna»),mafindalprimonumeroebbel’ambizionediporsiquale«momentodidibattito,dimobilitazioneedipartecipatacrescitaculturale».
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PerpensareaunrilanciodelregionalismoeranecessariochelaregionedeglianniOttantasirivelassediversadaquellachesierapresentataalgiudiziodeglielettoridopoundecenniodiattività.Convenivaripartiredalleparole:“autonomia”,“au-togoverno”,“programmazione”,spessousateasproposito,edailorosignificati[Barbera1980].Seiltermine“autonomia”,adesempio,avevaancoraunsenso–e,cioè,esclusio-nediognidipendenzaditipoburocratico,gerarchicoefinanziario–nonerapos-sibileapplicarlaasistemidigovernoneiqualisololadecimapartedellesommedisponibilieraautilizzazionediscrezionale.Nellostessomodorisultavaproblematicoparlaredi“autogoverno”,termineconil quale si presupponeva una completezza nei poteri pubblici corrispondenti aundeterminato livello istituzionale.Tutto il contrario accadevaper le regioni,chenonpotevanocontareneppuresuuncoordinamentoefficaceconrealtàcomeAnas,Enel,Ferrovie,oaltrepartecipazionistatali.Leregioni,cioè,noneranochiamateaesprimersisurilevantidecisionidispesadelsettorepubblico“allarga-to”,chepureincidevanosullosvilupporegionale.SitrattavadisituazionisenzaprecedentiinaltriStatiadordinamentoregionale,cherichiamavanolanecessitàdiinserirelasoluzionedel“caso”italianoinunpiùampiodibattittoculturalesull’Europaelesueregioni.
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Risorse
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Bibliotecadell’AssemblealegislativadellaRegioneEmiliaRomagna:http://www.assemblea.emr.it/biblioteca/
LaRegioneelasuastoria:http://lanostrastoria.regione.emilia-romagna.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/100
ArchividellaFondazioneGramsciEmiliaRomagna:http://www.iger.org/archivio/i-fondi/
E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview1pp. 55-84
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Il filo spezzato: il 1989 e la memoria collettiva dell’“Emilia rossa”
CLaUDIa CaPELLI
Il dissolvimento del Partito comunista italiano seguito alla “svolta della Bolognina” si è accompagnato a un processo di revisione e reinterpretazione pubbliche della storia del partito, guidato dall’ultima generazione di dirigenti. Il saggio esplora alcune delle conseguenze di questo processo partendo dal concetto di memoria collettiva e servendosi di un’analisi di caso: quella dei militanti comunisti bolognesi, socializzati politicamente nel contesto della crescita del “modello emiliano”.
The dissolution of the Italian Communist Party after 1989 has been associated with a process of public revision and reinterpretation of the party’s history, led by the last gene-ration of communist party leaders. Keeping at its centre the concept of “collective memo-ry”, the article explores some of the consequences of this process through a case study: the memories of a group of communist militants from Bologna, who have been politically socialised during the growth of the “modello emiliano”.
Il dissolvimento del Partito comunista italiano (Pci) seguito alla “svolta dellaBolognina”sièdispiegatoparallelamenteaunprocessodirevisioneereinter-pretazionepubblichedellastoriadelpartito,guidatodall’ultimagenerazionedidirigenticomunisti.D’altronde,AchilleOcchettoavevaresoladiscontinuitàlaparolachiavedel“nuovocorso”perilpartitofindallasuanominaasegretario,mettendoinattounaveraepropriastrategiadipoliticadellamemoria.Ilpresentesaggioesploraalcuniaspettidiquestoprocessoedellesueconseguenzetenendoalcentroilconcettodimemoria collettivaeservendosidiun’analisidicaso:quel-ladeimilitanticomunistibolognesi,socializzatipoliticamentenelcontestodellacrescitadel“modelloemiliano”.Attraversol’analisidi20intervisteinprofonditàamilitantiiscrittialPcitrail1945eil1956–chealmomentodellasvoltascel-
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seroditransitarenelPartitodemocraticodellasinistra(Pds)–lapresentericercasioccupadiricostruireilrapportochelavecchiabasedelpartitomantieneoggicon la storia del Pci e con la trasformazione attraversata dall’identità politicacomunistadopoil1989.
1. Memoria collettiva e discontinuità socio-temporali: la svolta occhettiana del 1989
LesvolteattraversatedalPartitocomunistaitalianolungolasuastoriasonostatemolteplici,eognunadiesse,inmisurapiùomenodrammaticaepiùomenopro-fonda,harappresentatouncambiamentodidirezionepertuttoilpartito.Tuttavia,èstatal’ultimaamarcarelacesurapiùprofonda,segnandodifattolaconclusionedellastoriarepubblicanadelPcicomepartitodimassa.Ilsensodirotturacheladecisionediabbandonarel’apparatosimbolicodelPcihaproiettatoall’esternoèstatataledaspingeremolticommentatoriaricorrereallinguaggiodellapsicana-lisi–l’unicochefosseevidentementeabbastanzaevocativo–perdescriverla.Lafinedell’esperienzadelPcièstataparagonataaduntraumairrisolto,mancantediunritofunebreappropriatochepermettesseaimilitantidisepararsiserenamentedaunatradizioneedaunidealeincuiavevanoripostocompletafiducia[Testa2007,249].Spessosièarrivatiaparlaredirimozionedelpropriopassatodapartedelladirigenza,ediunsilenzioriguardoadessodiffusotraquellacheeralabasedelpartito[Spinelli2001;Foa,MafaieReichlin2002;Possieri2007].Difatto,nelcorsodell’ultimasvoltaattraversatadalPci,avviatadaAchilleOcchettogiàdopolasuanominaasegretarionel1988,nonfuronoabbandonatisologliem-blemieilnomedell’organizzazione,masitentòdimutareilmodostessoincuiicomunistiguardavanoalpropriopassatocollettivo,attraversounaseriediattisimbolicitesiacomunicareallabase,cosìcomeall’esternodelpartito,unsensodirotturastoricaritenutonecessarioperilpassaggioallanuovafase.Nonacaso,laparolachiavecheguidòilprogettoocchettianoperil“nuovocor-so”delpartitofudiscontinuità[FrascaPolara(ed.)1989;Occhetto1994].Apre-scinderedaicontenutispecificamentepoliticidelprogetto,iltemaprincipalecheha attraversato ilmandato dell’ultimo segretario del Pci fu proprio quello delrapportoconilpassatodelcomunismoitaliano,einparticolareconimomentipiùdifficilidellasuastoria.Glieventieipersonaggiritenutiproblematicidalladirigenza,soprattuttoallalucedellerapideesconvolgentitrasformazionichesta-vanoavendoluogooltrelacortinadiferro,venneroprogressivamenterivisitatiereinterpretati[Gundle1995],inunsusseguirsidipubblicheammende,denunceecostruzionidinuovelineedicontinuitàstorica:alTogliattipadredel“partito
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nuovo”venivasostituito ilcomplicediStalin,all’Ottobre laRivoluzionefran-cese [Valentini 1990; Liguori 2009].Questo processo fu infine accelerato dalcrollodelMurodiBerlino,inseguitoalqualeilsegretarioannunciòcheprestosarebberostatirecisianchegliultimilegamisimboliciconilpassato–ilnomeelabandiera[Kertzer1998].Datalacentralitàdiquestiteminellosvolgersidell’ultimasvoltadelPci,questolavorodiricercalaaffrontaproprioponendocomeconcettochiavedell’analisiquellodimemoria collettiva[Halbwachs1997;Jedlowski2002].Inquestomodol’esperienzadelPcinonèpiù solooggettodi indagine storica,madivieneunproblemariguardanteprocessiculturalichesidispieganoneltempoeapprodanonelpresente,esucuiè legittimo interrogarsianchea livellosociologico.Nel-lospecifico,l’obiettivoprincipalechequestaricercasièpostaèdi indagareilrapporto tramemoria, identità e cultura politica [Olick 2007;Rampazi eTota(eds.) 2007], osservandolo nel contesto di una trasformazione socialemarcatadaun’importantecesurastorica.Ladomandateoricadifondoriguardaquindilediscontinuità socio-temporalieimodiincuilecollettivitàsicomportanoinloropresenza.Conquestoconcettosiindicanoqueglieventichesiconfiguranocomespartiacquestoricieche,comehaosservatoAlessandroCavalli, inquanto talicontribuisconoadareformaalleidentitàcollettiveedindividuali[Cavalli1995;Tota2003].Questerotturedellacontinuità,infatti,richiedonounosforzocondi-visodiripristinodellanormalitàedellegameconilpassatodapartedeigruppisocialichenevengonocoinvolti,penalaperditadellacapacitàdiriconoscersi.Tale processo di ricostruzione della continuità avviene necessariamente al li-vellodellamemoriacollettiva,ecioètramitel’elaborazionedirappresentazionidelpassatochepossanoporsicomebasediunanarrazionecoerenteasostegnodell’identità del gruppo. Proprio l’atto narrativo, infatti, è al centro di questaricerca:l’analisidelraccontobiograficoèunmezzoparticolarmenteadattoallostudiodelleidentità,dicuilamemoriacostituisceunacomponentefondamenta-le[Passerini1988;Grande1997].Ilraccontodisé,infatti,èunadellepratichesociali più comuni, attraverso cui gli individuimettono ordine e costruiscononessitraleesperienzepassateepresenti;epossonolegarequeste,alorovolta,conunorizzontediaspettativarivoltoalfuturo[Chiaretti,RampazieSebastiani(eds.)2001;Jedlowski2000;Rampazi2009].Inquestosenso,ilpresentelavorosiponenelsolcotracciatodallericerchepioneristichediDaniloMontaldi[1971]esiaffiancaaquelleindagini,rimastepoconumerose,chehannoaffrontatolatransizioneall’erapost-comunistadalpuntodivistadeimilitanti[vediadesem-pioBaccetti1987;BaccettieCaciagli1992;LiCausi1993;Canovietal.1995;BonacasaeSensoni1998;Fincardi2007].
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2. Il filo rosso: la memoria dell’Emilia comunista
Partiredallavariabileterritorialeperdelimitareilcampodiricercaèparsalascel-tapiùnaturale,datelespecificitàdelPci.Infatti,nelmomentoincuivogliamoporcirispettoallastoriadelpartitodaunpuntodivistaindividuale,cheacquistasensosoloinquantocollegatoapercorsidivitaepratichesocialisituatiinconte-stispecifici,ènecessarioconsiderarelasuagrandedifferenziazioneinterna,chesiesprimevainmolteplicimicrorealtàpolitichelegateadaltrettantestorielocali.Ciò,significativamente,accadevanonostantelaforteomogeneitàorganizzativachehasemprecontraddistintoilPci.Èutilericordareaquestopropositoleos-servazioniriportateall’internodellaricercadelCespe(Centrostudidipoliticaeconomica)sull’identitàcomunistaallafinedeglianniSettanta: l’équipedi ri-cercatoriavevainfattinotatoche,aprescinderedallecondizioniambientalicheaccompagnavanoitentatividiradicamentodelpartitoindeterminatearee,ilmo-dellochevenivaimpostoerasempreilmedesimo,corrispondentecioèall’idealti-podi“partitonuovo”togliattiano[Fedele1983].Tuttavia,ciòcheinfinelaricercaconclusefucheilprimatodell’organizzazionepoliticacosìmetodicamenteaffer-matosembravacomunquepoterepoconeiconfrontidell’evidenteeterogeneitàdelterritorionazionale,cheinqualchemodosirivalevasullarigiditàdelmodelloimpedendodifattounsuoinsediamentostabileecompiutointuttoilpaese[Tar-row1967;Riccamboni1992].Laragioneprincipalediquestoparzialefallimentoera,secondoiricercatoridelCespe,chetaleprogetto
presupponevaunretroterrasocialecheerapropriosoltantodiunapartedell’Italia.Ecioè:leregionirosseo–piùprecisamente–l’Emilia,che[…]harappresentatoperTogliattiilverolaboratoriodiunmodelloorganizzativopiùgenerale,ilqualenonèperòmairiuscitoariproporsiconidenticosuccessonelrestodelpaese[Fe-dele1983,373].
L’EmiliaRomagnaemergealloraqualecasoesemplareeparticolareinsieme.SedalsecondodopoguerrainavantiilPcisipresentacomepartitodallavocazionenazionaleedemocratica,èsoprattuttoinquest’areacheessoriescearealizzareleproprieaspirazionidipartitodigoverno,sostenutodaunsistemasocio-econo-micolocalesolidoeomogeneo[Trigilia1981;1986].Inoltre,sulpianoculturale,il“modelloemiliano”costituiscelabaseperlacostruzionediunatradizioneediun’identitàcollettivacaratterizzatedaun’estremacontinuità[DeBernardi,PretieTarozzi(eds.)2004]–perlomenonellungoperiodocompresotrail1945eil1989.Taletradizioneèstataperòriconosciutae,inuncertosenso,mitizzatabenoltreiconfiniregionali:comeèstatoosservato,lamemoriacollettivadell’“Emi-lia rossa”«trascende[...] l’appartenenzaaundeterminatoambito territorialee
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sioffrecome“modelloesemplare”assumendoilprofiloe lapregnanzadiunaveraepropria“tradizionecivile”»[Bertucellietal.1999,270].Nellospecifico,lavalenzadimitonazionalevieneassuntaapartiredallamemoriadellevicenderesistenzialiedegliannidella ricostruzionenel secondodopoguerra,durante iqualil’EmiliaRomagnadiventa,comegiàricordato,l’esempiopiùcompiutodel-lepossibilitàdisuccessodiungovernocomunista.Lastoriadellanascitadell’“Emiliarossa”,dunque,èrimastacomepuntodiriferi-mentoedesempio,rendendolaversioneregionaledell’identitàpoliticacomunistaparticolarmenteadattaqualeangolovisualeprivilegiatoperoccuparsidellastoriaedell’ereditàdelPcisottol’aspettodeiprocessisocio-mnemonici.Sitrattainfattidiunanarrazionecaratterizzatadaunagrandecontinuità,chehaquindifornitoaimilitantiemiliano-romagnoliun framemnemonicoparticolarmenteforteen-trocuicollocare ilproprio impegnopoliticoe lapropriabiografia individuale.Questosaràunodeglielementipiùevidentiaemergeredalletestimonianzedegliintervistati:losviluppodel“modelloemiliano”rappresenta–riprendendolame-taforadellapolitologafranceseMarie-ClaireLavabre[1994]–unfilorosso,unastrutturachereggeleloronarrazioni,soprattuttoperlagenerazionedimilitantiformatasineldopoguerra,acuiappartengonogliintervistatidiquestaricerca,chehaassistitoepartecipatoinprimapersonaallacostruzionedelmito.Nelcorsodell’analisivedremocomequestastrutturaprendaformanelraccontodeimilitanti,nonostanteglieventieipassaggidellastoriadelpartitonazionalechepotrebberocostituireunaminacciaperlacoerenzadellaloronarrazione.Cisiconcentreràsoprattuttosullasvoltaocchettiana,l’unicoevento,comevedre-mo,adaffiorarecomeveroepropriospartiacque.Nel1991tuttigliintervistatihannosceltodiseguirelamaggioranzadelladirigenzaeconfluirenelPds,esaràdunque interessanteosservare ilmodoincuiquestaprofondafratturastorico-mnemonicavenga trattata nel contestodi unavisionedel passatoper il restoestremamentelineare.
3. Il metodo e il campione di riferimento
LeintervistesonostateraccolteaBologna,trail2008eil2010,tramitecampio-namentoa valanga.Sonostatiselezionati10donnee10uomini,iscrittialPcitrail1945eil1956erimastinelpartitofinoallasvoltadel1989-91,perpoitransi-tarenelPds.Oltrealdatodibasedell’appartenenzapartitica,isoggettidiquestaricercahannoincomunel’inserimentoinquellaformaspecificadipartecipazionepoliticacheèlamilitanzapoliticaattiva.All’internodiquestaampiadefinizionesonostatiinclusimilitantichenormalmentevenivanoidentificaticome“attivisti
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volontaridibase”,maanchecolorohannoavutoesperienzeall’internodell’am-ministrazionediquartiere–adesempioconsiglierioorganizzatoridicircolicul-turaliepoliticiall’internodelleCasedelpopolo–efunzionaridelpartitoalivellolocale.Sièritenutoche,senzaallontanarsitroppodalprincipiodelvolontariato–checomunqueharappresentatol’ambitodiformazioneprincipalepertuttigliintervistatiehaoccupatolamaggiorpartedellaloroesperienzapolitica–l’in-clusionedifigurediversepotessecontribuirearenderepiùcompletal’immaginedellavitadipartitoall’internodeiquartieribolognesi.Leintervistehannomiratoadapprofondiredueareetematicheprincipali:l’espe-rienzadimilitanza individualedell’intervistatoe la storiadelpartito. Ilprimotemaèstatoaffrontatoconunapprocciosimileaquelloadottatonellericerchebasatesullestoriedivita,edunqueattraversodomanderiguardanti:
• ilpercorsodiingressonelPci;• lavitadipartitonellasuadimensionequotidiana;• gliorientamentipoliticipersonali(coerentiodissonanticonlaposizionedel partito; lamilitanza in sindacati, organizzazioni dimassa, cooperative;l’orientamentoreligioso);• unbilanciocomplessivodiquestaesperienza(cosahasignificatoesserecomunistinelPci).
Perquantoriguardainveceilsecondotema,chepertienedirettamenteallaque-stionedellamemoriacollettivacomunista,ledomandesisonosoffermatesuunaseriedi eventi spartiacqueepersonaggi fondamentaliper la storiadelPci.Ledomandesisonoconcentratesu:• fascismoeantifascismo;• lafiguradiPalmiroTogliatti;• il1956;• il1968/69;• lafiguradiEnricoBerlinguer;• ilcompromessostorico;• BettinoCraxielasvoltadelPartitosocialistaitaliano;• lasvoltadel1989.
Il gruppodegli intervistati si presentaparticolarmenteomogeneo: provengonotutti da un ambiente di socializzazione amico, cioè da famiglie antifasciste; illivellodiscolarizzazioneègeneralmentebasso(licenzaelementarein15casi);ipercorsidiaccessoalpartitosonoquellitradizionali;lefamigliediprovenienzasonobolognesioemiliano-romagnole,trannein2casi;sonotuttipensionati,dicui15exoperaie5eximpiegati.Sitratta,insintesi,delprofilomediodelmili-tantecomunistachevivenell’areaurbanadiBolognatrail1945eil1956.IlPci
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provinciale,infatti,èinqueglianniunpartitoinlargaparteoperaioebracciantile:lapercentualedeglioperaioscillafrail39%eil35%,mentrequelladeibracciantiècompresatrail21%eil19%,mentreèdanotarelabassissimapresenzadiin-tellettualiestudenti.Meritapoiunapprofondimentoapartelasceltadellavariabiledellagenerazionepolitica,cheèstatapreferitaaunasemplicedivisionesubaseanagrafica,apparsadasubitoarbitrariaaifinidellaricerca.Sièipotizzatochelaspecificitàdell’espe-rienzadimilitanza,infatti,potesseesseredipesamaggiormentedalcontestosto-ricoincuiavevaavutoinizio–dunquedallemotivazionicheavevanoavvicinatogliintervistatialpartitoedallaformazionepoliticacheavevanoricevutoalsuointerno–piuttostochedallaparticolarefasebiograficaincuiilmilitantesitro-vavaalmomentodell’iscrizione.I20intervistatidiquestaricercasisonoiscrittinelcorsodiundecenniodelimitato,perilpartitonazionale,daduedateprofon-damenteperiodizzantianchedalpuntodivistaorganizzativo:il1945,annoincuigliiscrittialpartitosonopiùchetriplicati;eil1956,valeadirelaprimasignifi-cativadiscontinuitànellastoriadelPci,inseguitoallaqualesihaunanotevoleflessionedelnumerodiiscritti.Inoltre,comesièsegnalato,particolarmenterile-vanteperl’analisideidatièilfattochequestogruppodimilitantisisiaformatoinuncontestolocalemoltospecifico:l’Emilia-Romagnadellaricostruzione,dellelottebracciantilieoperaieepoidell’edificazionedel“modelloemiliano”.Laso-cializzazionepoliticarappresentadunqueinquestocasounavariabilefortementeomogeneizzantee,comevedremo,particolarmenteinfluentesullapercezioneeilricordodelpassatoemersidaicolloqui.
Bologna, 1 maggio 1955
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4. Diventare comunisti nel dopoguerra: la ricostruzione, le lot-te e l’edificazione del “modello emiliano”
Molti tragli intervistati vedono lapropria adesionealPartito comunistaneglianniimmediatamentesuccessiviallafinedelconflittocomeunattonaturale,chenascedallatradizionefamigliare:inquesticasinonappareessercialcunafratturatralagenerazionedeinarratoriequelladeilorogenitori,el’adesionealpartitoavvienecosìinmodoquasiinconsapevole.L’antifascismocostituisceevidente-menteilpontediraccordotralaculturapoliticadelleduecoorti,inmodotalmen-testabiledarenderlepartedellamedesimastoriaedimpegnatenellastessalotta.
Noieravamodifamigliacosì.Miricordochemiamamma–alloranonc’eraan-corailPartitocomunistaeleieraalavorarenellaLega,leiorganizzava,eraunamoltoattiva.Miocuginoèstatocinqueannialconfino,dai18ai23anni,perchéluieraunantifascistaeandavaa staccare imanifesti epoi suozio,datocheèGhini,eraunapersonalità.Quindinoisiamodiestrazionecosì(I.,donna,1921).[cfr.laTrascrizioneinAppendice1]
ChiinvecenoncollegaesplicitamentelapropriasceltadiaderirealPcialleideepolitichedellapropriafamiglia–purprovenendodaambientidisimpatizzanti–ricordadiavervistonelpartitoilmezzomiglioreperpartecipareallaricostru-zionedellasocietàdopo laguerra.Èsoprattutto inquesti racconticheemergechiaramentelatensioneversoilfuturoeladimensionediprogettualitàacuiilPcidavaaccessoperinuoviiscritti.IlsuccessodellaResistenzasoprattuttoalivellodiconsensopopolare[Preti2004],conlasuapreponderantepresenzacomunista,avevapostolebasidellafiduciadellapopolazionelocalenelpartito,chenerac-colsequindiifruttineiprimiannidopoil’45.
Era una atmosfera che penso che è irripetibile: era tutto distrutto, metà dellagentemorta,quellacheeravivaeramalataditubercolosi,affamati,senzalavo-ro.Ci riunivamoe, riunendoci, si sonocostituite lecellule. Ilpassoper fare latesseradefinitiva è statobreve,brevissimoemi sono iscrittaproprioperché ingruppoeravamotuttidesiderosidiricostruire.[…]LàaCrespellanoinqueimesisono statimesi fantasticiperché,non so, è comeunocheèmalatoe auncer-topuntoguarisce:aveviunafrenesiadinovità,dichecosaè la libertà,perché,inchemaniera,cos’èlademocrazia,comecelaspieghiamo(G.,donna,1926).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio1).
Iprimiricordidellaloromilitanzasonolegatiagliannidellaricostruzioneeaquelli dellaGuerra fredda, durante i quali il clima politico aBologna era deipiùaspri.Legrandilottebracciantilidelperiodo’45-’49coinvolseroanchegranpartedellaprovinciadelcapoluogo,laqualepresentavaunastrutturasocialeete-rogenea,operaia-bracciantileemezzadrile[Anderlini1990].Accantoaqueste,in
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particolareapartiredal1948epertuttoilperiododellaGuerrafredda,sisviluppòlaprotestadeglioperaicontrolasmobilitazionedellefabbricheecontrolagrandeondatadilicenziamenti,spessoutilizzatainmodostrumentaledaigruppipadro-nalipereliminaredirigentisindacalielavoratoripoliticamenteattivi.Intutto,trail’48eil’54,furonolicenziatinelleindustriebolognesi9.000operai[Bellettini1980],mentrelarepressionecolpivaanchealdifuoridellefabbriche:momentiparticolaridioffensivadapartedelgovernocentralesiverificarono,adesempio,inconcomitanzaconloscioperoproclamatoinseguitoall’attentatoaTogliattiedurantelecampagneelettorali[CasalieGagliani1980].I riferimenti a quella fasedi conflitto aperto ricorrononelle narrazioni e sonopropostispontaneamenteanchequandononsollecitatidalledomandedell’inter-vistatore.Iraccontipiùfrequenti–datalaprovenienzaoperaiadellamaggioranzadeisoggetti–riguardanolasituazionenellefabbricheo,piùingenerale,sulluogodilavoroincittà.
Bologna, 1 maggio 1957
Giuseppe di Vittorio a Bologna, 1 maggio 1957
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Certochesidiventavaancheviolenti,perchénoivolevamofare la lottacontrolaborghesiachec’eraancoradopo laguerra,c’eranoancora ipadroni,c’eranoleterre.Siècominciatolelotteperchéc’eranoancoraipadroni.[...]AMolinel-la– ioparlodiMolinella,maerapoicosì ingeneraleperchésesiparlaanchedellealtrezone,Bentivoglioetuttequellepartilì–c’eranolamaggiorpartedeicomunisti,lacampagnaerapiena.Eracosì.Perché?Perchécomunistavuoldirecosa comune, lottare.Tutti quelli che erano nostri dirigenti comunisti li hannoesiliati,lihannoammazzatiperfino.Sisonofattiancheammazzarestandozitti,lihannotorturati,sisonofattiammazzarepurdinontradirelesueidee.Iosareistatacosìanch’io,miofratellohafattoquasiquellafinelì,ifascisticihannobut-tatogiùlacasa,nonavevamonientepiù.Niente.Maiosonoancoracosì,nonhomaidetto:“Bè,seioandavodaquell’altrapartestavomeglio”(E.,donna,1926).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio2).
Iltemadellalottaedelloscontrofrontalecongliavversaripoliticirimaneperòlimitatoairaccontidiquestoperiodo.Proseguendonellanarrazione,glielementidiantagonismosonoricompostirapidamenteentrounanarrazionechepotremmodefinireprogressiva,laqualeraccontadiunpercorsoevolutivolungoilqualesiaimilitanticheilpartitoemiliano-romagnolohannosuperatoilmomentodicrisieconflittualitàapertapergiungereinfineallastabilitàealcompromessosociale.Sitrattadunquedellastoriadiunsuccesso:quellodellasocietàemiliana,dicuiilPartitocomunistaèstatoprotettoreecostruttore.
Ad esempio si combatteva per avere l’ospedale, perché l’ospedale Maggio-re [aBologna]ce losiamofattinoi. Iomi ricordocheerouna ragazzinaean-davo in bicicletta a raccogliere le pietre dove c’era dei bombardamenti. Siportavano là per costruire l’ospedale Maggiore, perché là c’era la caser-ma prima, insomma lì nei dintorni era tutto servizio militare. E dopo per farquell’ospedale si è lottato tantoperchénonèche ilgoverno tidava ilpermes-so di farlo, soprattutto perché qui c’era una realtà diversa e non volevano far-lo, lo proibivano proprio come tante cose hanno proibito (L., donna, 1935).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio3).
La costruzione del mito dell’“Emilia rossa” passa quindi necessariamente at-traversoquesta transizionedal sovversivismoaunavisionegradualistaeanti-rivoluzionariadella lotta politica [Casali 1997].A ciò si affiancanopoi, comesi è visto anche nella precedente testimonianza, i temi dell’autonomia e delladiversità,elementitipicidel“modelloemiliano”,cherimangonovalidiadiversilivelli:autonomiadelPcirispettoalmovimentocomunistainternazionale;degliamministratoriemilianirispettoalgovernoitaliano;delpartitoregionalerispettoaquellonazionale;delleunitàterritoriali–comeilquartiere–rispettoall’ammi-nistrazionebolognese.La testimonianzacheseguemostraproprio l’orgogliosa
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indipendenzarivendicatarispettoalcentrodelpartito,attraversolanarrazionediunepisodiocheassumeitrattitipicidell’invenzionemnemonica.
[Noncisonomaistatigrandidirigentiemilianinelpartitonazionale]perchéaveva-nol’ostracismodeglialtri.Nonèperchénonneavesserodicapaci.AlloraFantierachiamatoilpiccoloTogliatti.Tidòunesempiosolo.Togliattivieneafareundiscor-soinchiusuradellacampagnaelettoraledel’52-’53evennefuoriconunabattutadiquestotipo,chenoiconsiderammoblasfema:ilpartitodovevalavorareintutteledi-rezioni,compresonell’orticellodelvicino.Ilvicinochiera?Isocialisti.Noiavevamodegliaccordieluivennearompereleuova.Fantifecedelleliti;Fantiglidisse:“TuafaredeicomiziaBolognanonvienipiù,noiquiabbiamounarealtàdiversaperchéaRomaragionateinunmodo,manoiabbiamodegliaccordi,tutteleamministra-zionisonoincollaborazione”.Nonostantechedopoabbianofattoilcentrosinistra,maaBolognahannosempreresistito[leamministrazionimiste](A.,uomo,1921).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio4).
Quellodell’autosufficienzaè, infatti,unaltro trattocaratterizzantelesubcultu-reterritoriali,econtribuiscegeneralmentearafforzarneulteriormentel’identità[Trigilia1986].Èinteressantecome,all’internodiquestenarrazioni,essodiven-gaunvaloretalmenteconsolidatodaestendersiatuttiipianidell’azionepolitica,rimarcandocosìl’eccezionalitàdell’impresacomunistaemiliana,portataatermi-neinmodo,appunto,autonomo,nonostantegliostacolipostidalleforzeesterneallasocietàlocale.
Bologna, 1 maggio 1952
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ComehaefficacementesintetizzatoFaustoAnderlini, l’originalitàdelcomuni-smoemilianorisiedevaquindinellasuacapacitàdimantenereun«dissonantemafunzionale rapporto tra ideologiaeprassi» [Anderlini1990,24].Significativa-mente,questaduplicitàidentitariasimanifestachiaramenteanchenelmomentoincuigliintervistatisitrovanoadaffrontareunodeiluoghidellamemoriaportan-tidellatradizionecomunista:l’Unionesovietica.ComehaosservatoMarcoFin-cardiapropositodellamitologiasovieticatraimilitanticomunistidelreggiano,
Inunambientecomequelloemiliano[...],cheunaconquistaproclamatadall’Urssrisultassecredibilenonrisultavaun’illusionepiùomenoingannevole,madiven-tavalostimoloperrealizzaredavveroqualcosadianalogo–osuppostotale–interra emiliana, nel propriopaese.Più che l’accettazionedogmaticadi unapro-pagandaodiun’ideologiaciòdiventava ilcredereadunprogettocoinvolgentedigeneraleemancipazionedellaclasseoperaiaediconcretiobiettiviper lacuirealizzazionecisiattivavacollettivamente[Fincardi2007,61].
L’esistenzadell’Urss,infatti,eramoltopiùdiunsempliceincentivodicaratteresimbolico ed ideologico: a differenza di quanto accadeva alla cultura politicacomunistainaltrezoned’Italia–comeilVeneto,incuiilmitocostituival’uni-co appiglio permantenere vivo l’attivismo in assenza di prospettive politichecredibili[Riccamboni1992,144]–essovenivaquirielaboratocomeunospazio motivazionale[Canovietal.1995]perlarealizzazionediobiettiviraggiungibili.Diconseguenza,comeosservaancoraFincardi,«ildeteriorarsidellasimbologiasovieticanonhacomportatoildeperimentodell’interosistemadivalorichelasi-nistraemilianaavevaresooperanteintornoaquellastessasimbologia»[Fincardi2007,66].Tuttavia,nonostantel’apparentecoerenzadelpercorsodilaicizzazionepoliticaseguitodalpartitodopoildisgelo,chevienerichiamatodamoltiinter-vistati,ladisgregazionedell’Unionesovieticadopoil1989emergeinmolticasicomeeventotraumatico,chesisommaall’insoddisfazioneriguardoallagestionedellasvoltadapartedelladirigenzadelPci.
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5. Dalla fine della Guerra Fredda alla fine del Pci
Sorprendentemente, la linearitàdei raccontibiograficirisultaancorapiùsolidaquandosipassaadaffrontareidecennisuccessivialdisgeloealboomeconomi-co.MentreletrasformazionieimomentipiùdifficilideldopoguerraedeglianniCinquantasonobenpresentinellamemoriadegliintervistati,lafasesuccessivaècaratterizzataneiraccontidaunaprofondaomogeneitàecontinuità:scanditadalleconquisteottenutesulterritorioedacuiemergono,inmodoirregolare,soloalcunideglieventichehannoscossoilpaese.IlricordodeglianniSettantarimanepocodefinito,nonostanteladensitàdiavvenimentidrammatici,el’ultimadecadedistoriadelPcisipresentaancorapiùnebulosaedifficiledacollegareagrandispartiacquestorici.Laseparazionenarrativatralivellolocaleenazionalesembraappoggiarsiancorauna volta sulle specificità del racconto del “modello emiliano”: la sostanzialestabilitàpoliticaeilbenessereconquistatiinambitoregionaledaglianniSessantainavanti[Zangheri(ed.)1986;D’AttorreeZamagni(eds.)1992]avevanocon-centratoleenergieel’attivismodeicomunistiemilianisuobiettiviconcretiedimediotermine,chenelraccontodelpassatosisovrappongonoagliavvenimenticontroversichenelfrattempostannoavendoluogoinItalia.Lacoscienza storica [Gagnon1981]diquestimilitanti,cioèilmodoincuistrutturanolepropriesto-riedivitaintornoapuntidiriferimentostorico-temporalicollettivi,risultaquin-distrettamentelegataall’esperienzaquotidianadellamilitanzapolitica.Questomeccanismomnemonicoenarrativo emerge conchiarezzanelleprossimeduetestimonianze.Laprimadellequalisiriferisce,nellospecifico,allacostruzionedelquartieredelPilastroaBologna.
E c’è stata una crescita, bene o male, perché allora il Partito comunista eraunagrossa forza e aveva specialmente nella nostra realtà emiliana un rapportodialettico tra realtà che lavorava sul territorio e dirigenti che potevano lavora-re,diciamo,nelleamministrazionicome il sindaco,gliassessorio ilpresidentedella provincia. Era un rapporto dialettico, non era un rapporto sfacciatamentesubalterno,dovedalcentrosidavanogliordiniequicorrevanotutti.[...]Quindic’era ilproblemadellascuola,c’era ilproblemadei trasporti,c’era ilproblemadell’impiantisticasportiva,perchéibambinettitulidevitiraresuenonlasciarliinmezzoadunastrada.Diciamo,ilprocessotraglianniSettantaetuttiglianniOttantaèstatounprocessodicrescita,tant’èverocheilcomunediBolognafuilprimocheistituìlecosiddettescuolematerne,gliasilinido(R.,uomo,1936).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio5).
Masai,icambiamenti,senoncisonodellesituazionitraumatiche,avvengonosem-pregradatamente,unpo’comequandonoitiriamofuoriunafotodidieciannifae
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vediamochissàcosa,peròtuttiigiorniciguardiamoallospecchioecisembraqua-sidiesseruguali,peròsiamocambiati.Però,comeamministrazionesecondomec’eranoancoratuttaunaseriediprincipiaiqualicisiispirava:peresempiol’urba-nisticaeraancoraunacosaimportante,l’autonomiadell’entelocale,ilrapportoconl’enteRegione,iprimipianiprogrammatici,ipianidisviluppo.Secondomeèstataunafaseinteressanteperquellocheriguardaglientilocali.Poi,sì,c’èstatotuttoilperiododelleBrigaterosse,ilrapimentodiMoro,tutteavvenutelì(G.,uomo,1936).[cfr.laTrascrizioneinAppendice2]
Significativamente, nemmeno lamorte di EnricoBerlinguer viene identificatacome trauma collettivo.La differenza evidente con il ricordo diTogliatti è lamancanza,inquestocaso,diunleaderriconosciutoinmodounanime.LafiguradiEnricoBerlinguerrisulta,infatti,piùcomplessarispettoaquelladelsegretariostorico:mentreTogliattivienedefinitoinmodounivocoesenzaesitazionicapo,padreeguida,Berlinguerraccoglieopinionipiùcontrastanti,cheavoltearrivanoall’espressionedidubbiriguardoallesuescelte,soprattuttoquandosiparladellastrategiadel“compromessostorico”.Seinalcunicasilasuaoperadilaicizzazio-nedelPcivienericordatacomeun’evoluzionepositivaenecessariadellastrate-giatogliattiana,secondoaltriessanerappresentainveceunadegenerazione,chehaportatosullastradadell’abbandonodell’identitàcomunista.L’osservazioneriportatanell’ultimatestimonianzaproposta,riguardoaunmu-tamentogradualepiuttostochesegnatodasingolieventirivoluzionari,èdunqueparticolarmenterappresentativadellaprospettivageneraledituttoilgruppodiin-tervistatisuquestolunghissimoperiodochehafinesoloconlasvoltaocchettiana.Inunpanoramadisostanzialecontinuitàpercepita,infatti,èilbiennio1989-1991apresentarsicomelaprimaveraepropriacesura.
6. L’ultima svolta
Nonostanteabbianoinfinesceltodirimanerenelpartito–spessoancheattraversotuttelesvoltesuccessive,compresalatrasformazioneinPartitodemocratico–ladecisionediOcchettodicambiarenomeesimboloalpartitoharappresentatoperlamaggioranzadegliintervistatiuneventoinaspettatoedoloroso,cheinalcunicasipareassumereitrattidiqueltraumadescrittodaanalistiecommentatoricheabbiamorichiamatoinizialmente.Tuttavia,inEmiliaRomagna,leconseguenzeimmediatedellasvoltanonsonostatetalidamettereindiscussionel’esistenzastessadellasubculturacomunista,soprattuttodalpuntodivistaelettorale[Ra-mella2005].Anzi,questadiscontinuitàcosìrepentinapareesserestatasuperatanel breve terminemantenendo praticamente intatta la struttura dell’organizza-
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zionepartitica,cheinquelmomentositrovavainpericolo.D’altraparte,quasil’80%deidelegati delle federazioni emiliano-romagnole scelsedi seguireOc-chettonelPds,rivelandosicosìdecisiviperlasuavittoriainsedecongressuale[Baccetti1997].Standoaquestodato,dunque,parrebbeche la stabilitàpoliticae socialedellaregione,grazieallaqualeilPciavevapotutomostrarsipiùfortechenelrestodelpaesedurantelacrisideglianniOttanta,abbiapermessoallabasedelpartitodimetabolizzareperfinounasvoltatantoradicale.Inrealtà,letestimonianzeana-lizzatetraccianoun’immaginedelprocessoditransizionemoltopiùcomplessa:anchese,infine,lestruttureidentitarieeculturalihannoguidatolasceltadiquestimilitantidiseguireilsegretario,emergespessodairaccontiunprofondodisac-cordosulprogettodellasvolta.
Hopensato,“Abbiamogiàfinito”.Abbiamogiàfinito,edifattinonmisonotantosbagliata.L’hopresamaleperchéquandounofaquestasvoltadeveprimaparlarne.Noiavevamolasezioneenonabbiamoparlatodiniente.Abbiamoparlatodopo.Nonèpossibile!Alloranoicosacontavamo?Cisiamoresicontolìchenoncontavamounaccidente.Pocaroba.Alloramidicodasola–miomaritoormaistavamalechenoncontavaniente,anchelui–manoicosaabbiamolavoratotantoperquestaidea?Ab-biamodatolavitaperquesto.Eralavitapermododidire,però,oh,potevamoandareinvacanza,invececheallafestadell’Unitàdallamattinaallasera(O.,donna,1930).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio6).
ConOcchettol’abbiamopresamale,èstatoilmodo.Neanchetantoperlesueidee,proprioilmodochel’hapresentata,lafugachefeceepoidopolelacrime:tutta‘stagnolanonciapparteneva.NoidelPcieravamo–adesso,direpiùsaggièunagrossaeresia–peròeravamounpo’piùconvintidiquelchesifaceva.Invecetuttaquestasmanceriapropriocihademolito,cihamessoproprioincrisi:ilpartitononèpiùriu-scitoariprendersi.No,Occhettononèstatoamato,nonc’èpiaciuto(A.,donna,1934).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio7).
Questeealtretestimonianzesullasvoltaocchettianapresentanodiversielementicomuni.Èun eventodefinito spesso come lafinedel partito,manon solo: lagestionedellatrasformazioneèessastessapercepitacomefontedidelegittima-zionedell’identitàcomunistaitaliana.LasceltadiOcchettodiaccelerareletappedellatransizionedopolacadutadelMurosenzaconsultareprimalabasevieneidentificatacomeunanegazionedelprocessodecisionalechenormalmenteeraseguitoall’internodelpartito.Nonpernullanelcorsodelleintervisteilsistemadel“centralismodemocratico”vienespessoricordatocomeunelementofonda-mentaledellapartecipazione,emaipercepitocomemancanzadidemocraticità:ladiscussionecheavvenivaregolarmenteall’internodelleriunionidisezioneedicellulaerainsestessaunvaloredasalvaguardare,poichéfonteinsostituibiledi
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coscienzaeconoscenza.Ilfattochequestadimensionesiastataignorataproprioinoccasionedellasvoltapiùimportanteepiùdifficiledametabolizzaresembradunqueavereaggravatolaprofonditàdellafratturaperimilitanti.Daciòderivaunaltroelementocomuneemoltoevidente,cioèilmancatorico-noscimentodiOcchettoqualeleaderlegittimodelpartito.Lasuacolpaprincipaleè quella di avere infranto troppi codici simbolici fondamentali: ha ignorato labase,hanegato lavalidità e ladiversitàdell’identità comunista,hacausato ladivisionedelpartitocontravvenendoalprincipiodell’unitàe,infine,hasmarritoilcontegnotipicodelladirigenzacomunista,perlaqualel’emotivitànoneramaistatapartedeldiscorsopolitico.Rimanealloradaesaminarecomeavvenga laricomposizioneditalefratturainpresenzadiunacontraddizioneevidentetralareazioneemotivaall’eventoelasuccessivasceltadinonabbandonareilpercorsodellamilitanza.Sipossonoritrovaretraleintervistealcuniesempidiquestoprocessomnemoni-coenarrativo:inpiùdiuncasolaragioneperrimanereèidentificatanelvaloredell’azionecollettiva,chepuòesseresalvaguardatosoloattraversoilmantenimen-todell’unitàdelpartito;peraltri,nonostantelapocachiarezzaconcuièstatage-stitalamutazionedelPci,l’adesionealpartitorimanecomunquel’unicomododischierarsidallapartechestoricamenteèstataquellagiusta;altriancora,dopounavitadamilitanti,nonriesconoaconcepiresestessialdifuoridell’organizzazione.
Iosonounabandierarossa.Permeladifferenzaètrastareinun’organizzazioneper ideali e stare inun’organizzazioneper convenienza:perme ilPdè conve-nienza,nonci sono idealidentro,mentre iosonopienadi ideali tuttora.Tant’èvero che non homai avuto paura anche quando [avere questi ideali]mi è co-stato,chemiècostatotantissimo.Peròc’èquestadifferenza.IohovistoneiDschesiandavaversoilsuperamentodelleideologieeioquestononl’hoaccettatoenon loaccetto.Cistoperchénonsostare fuori,perchéquandounaèvissutadentrodai16annifinoagli80èimpossibilechea81smetta(G.,donna,1926).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio8).
Laparte–minoritaria–diquestogruppochedichiaradi avere appoggiato lasvoltaocchettianaconconvinzionefindall’inizio,invece,fariferimentoancoraunavoltaallaprogressivaevoluzionedelPciinsensolaicoedemocratico;ealladiversità dei comunisti italiani rispetto almovimento internazionale. Si ricor-danoleconquistecheilpartitoèriuscitoaotteneregrazieallesuecapacitàdiadattamentoalcontestostorico,coerentementecon lanarrazionedel“modelloemiliano”.IlcambiamentodinomeesimbolovolutodaOcchetto,quindi,èperquestimilitantiunulterioreenaturale stadioevolutivodelPci,necessariopersopravvivereecontinuareacomprenderelasocietàeisuoibisogni.
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Adessocisonoaltristrumentiepoinonc’èlostatodibisognochec’eraallora,perchétornoamiopadre,cheèmorto20annifacirca,eluiquandosiparlavadipoliticaec’eranoilamentietuttisilamentavano,luiaduncertopuntodiceva:“Manonviac-corgetechequestoèilsocialismo?Chel’abbiamoottenuto?Istruzione,sanità,rela-tivobenessere,miopadre–cioèmiononno–èmortoignorante,arrabbiato.Questaèlalibertà,contuttiidifetti”.EiosonounodiquellichehaseguitotuttoilpercorsoditrasformazionedelPciinDs,inmanieranonformale,maconvintoperchénonènéilfascismo,nonèildopoguerraeneancheglianniSessantaoglianniOttantaoNovanta.Siamoaquestigiorni,conlaclasseegemonecheèilcetoimprenditorialeecommercianteperchésonoloroquellichehannol’iniziativaedeterminano.Ioquan-dovadoingiroquiinEmiliaepoisuinFriuli,trovicapannonidappertutto,ilbenes-serediffuso.Èchiarochepoidopobisognafareiconticonquesto(O.,uomo,1937).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio9).
Comuneatutti,favorevoliecontrariallatrasformazione,ècomunqueuncertogradodiconfusionequandositrattainvecediautodefinirsipoliticamente.L’ulti-madomandapostanell’intervista–“Sidefinirebbeancoracomunista?”–suscitarisposte interlocutorie, che comunque giungono quasi unanimemente allame-desimaconclusione:aldilàdelledefinizioniedeinomi,gliintervistatisentonodiavereancoraglistessiobiettivichesieranopostiquandoilPartitocomunistaesistevaancora,manonèchiaroqualisianoimezziattualiperrealizzarli.
No,nonmisentocomunista.Perchéiol’hodettotantevolte:comunistacosavuoldire?Iopoisonoandatoavederloanchenelvocabolario,elaspiegazionemelasondatasemplicementecosì,comunismovuoldiremettereincomuneimezzidiproduzione.Quièvero,hodegliinterrogativi,elodissianchequandocifuquestasvolta,lasvoltadellaBolognina.Perchéquestacosachesichiamavasocialismo,èstatagestitamale?Nonsièstaticapacidigestirla?Oèproprioilsistemacheècontronatura,cioèl’essereumanoèfattoinunaltromodo,èpiùindividualista,nonsagestireoglidiventamonotonoilvivereinunasocietàdovetuttoècollet-tivizzato,dovesifannodeipianiquinquennali,dovedobbiamoprodurretantodiquesto,tantodiquello,peròpoinonsiriesceaprodurloenonsiriesceneancheadistribuirlo.[...]Larispostamifudata,miricordo,dalla***,quellacheadessoèassessore[...].Emidissecheeraproprionellanaturadellapersonaumana,che[il socialismo]era incontraddizionecon lanaturaumana.E io rimasicosì,bè,adessoteneaccorgi?Nonlopotevidireancheprima?Eleinonècheèl’ultimaarrivata,eraunadirigentedelPciancheprima.Maprobabilmentelosapevano,masempreperqueldiscorsodinondisorientare[labase]nonlohannodetto.Cioèallabasenonèarrivatagradualmenteinmodocheneprendessecoscienza.LasvoltadellaBolognina arrivò quasi come un fulmine a ciel sereno (E., uomo, 1931).[cfr.laTrascrizioneinAppendice3]( Audiodisponibile:soundcloud.com/ere-view/audio10).
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7. Dopo il 1989: prime crepe nel “modello emiliano”
Nonostante ildeclinoorganizzativoedelettoraledelPci fosse iniziatogiàallafinedeglianniSettanta,nellamemoriadegliintervistatiquestoprocesso,unitoaldeclinoculturaleepoliticodelpartito,vienespessopercepitocomeunacon-seguenzadirettadelsuoscioglimento.Ciòsembrasuggerirecheilbiennio1989-1991abbiarappresentatounospartiacquetalmentesignificativodadivenireunasortadicentrogravitazionaleacuivengonoricondottituttigliavvenimentipiùimportantidell’ultimafasestoricadelPci;eche,soprattutto,essovengapercepi-tocomel’iniziodellosgretolamentodelpartito.Comeeraavvenutoanchenellanarrazionedeiricordidel1989,èl’unitàilprinci-piodicuisisentepiùlamancanza,adiversilivelli.Inoltre,iraccontidelpresenteodegliannipiùrecentisicollocanopiùdecisamenteinundopoconseguenteadunaforterottura,ediventasemprepiùdifficilecostruirelineedicontinuitàconilpassatoanchepercolorochesieranodimostratiafavoredellasvolta.
Secondome,tuttaunaseriedivalorisisonoandati…boh,lasocietàlihapersiancheingenerale,perònoiavevamounpatrimonio,secondome,eamioavvisooggiquellocheèrimastodelPci,chenonc’èrimastopiùnientenelPd,hapersol’anima,nonhapiùquellacosachetiportavaaimpegnarti,abatterti,acercarediessereilpiùbravo,ilmigliorenelfarecertecose,direalizzareundeterminatouncertotipodi intervento.Perchéquestorientravaall’internodiquelle idealitàgenerali,chenoneranofinalitàideologiche,maeranofinalitàdicaratteresociale,disviluppodellasocietà,diprogresso,digiustizia.Insommalelottechefacem-mopergliasilinidoetuttoquanto,eravamoall’avanguardia(G.,uomo,1936).[cfr.l’IntervistainAppendice3]
Perquantoriguarda ladimensione locale,cominciaapercepirsinei racconti iltimorediundistaccosempremaggioretralacittadinanzael’amministrazione.LaddoveilPciemilianofungevadamediatorediinteressidiversiedafortecoa-gulantesociale,oggisitoccadirettamentel’impattodelletendenzeindividualisti-chediffusenegliultimitrent’anni,acuilapoliticanonriesceareagire.Ciòvieneimputatoaduefattoriprincipali:allamancanzadiluoghidestinatiallaparteci-pazionedeicittadinineiprocessidecisionalicollettivi,comelesezioni,eall’ab-bandonodeltradizionalerapportodirettoconlapopolazionedapartedelpartitoedelleistituzioni.Inbreve,sonovenuteamancarelestrutturesubculturalicheavevanopermessoall’Emiliadidiventareunaregionesviluppataeall’avanguar-diagrazieanchealvaloredellapartecipazione.Inoltre,imilitantisoffronoilvenirmenodellacoesioneinternaalpartito,soprattuttotralabase.IlPartitocomuni-stariusciva,secondoloro,aorganizzarelamilitanzaconun’attivitàcostantediinformazioneecoinvolgimento,acuilepersonerispondevanoimmediatamente.
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Questolavoro,cheerainsiemediinclusioneediinsegnamento,nonesistepiù,ealcunisentonodiaverpersononsololalorofonteprimariadiapprendimento,maancheilmezzochelirendevaingradodiesprimersisuitemicollettivicheritenevanopiùimportanti.
Siandavaproprioa tutte leporteaparlaredelperchési facevaquestamanife-stazione, perché si votava, perché volevamo la Montagnola sistemata, perchési organizzava la festa dell’Unità. E allora si andava casa per casa a chiedere:“Tuquando sei disposto?”.C’eraun lavoroveramentepratico,mac’era ancheun lavorodi informazioneallora, cheadessonon sapreipiù fare.Perchéancheculturalmenteilmondoèmoltopiùsviluppatoeiononsareiassolutamentepiùall’altezza.Peròiomipermettocomunquedicriticaredellamiaparteanchedellagentechehadueotrelauree;nonglielodicoconloroperchénonhoundialogodirettoconloro,peròquandoleggodico,mah,questoquadadoveviene.Mivienespontaneo;nonè il ragionamentochemimanca,è laparola (L.,donna,1936).( Audiodisponibile:soundcloud.com/ereview/audio11).
8. Conclusioni
Unodeipunticheèemersoconpiùforzaèl’importanzadell’elementolocaleesubculturaleallabasedelrapportoconilpassatochequestimilitantihannoco-struito.Infatti,nelmomentoincuiicolloquisisonoavvicinatimaggiormenteallestoriedivitadeimilitanti,ilororicordihannomostratodistrutturarsiintornoallevicendepolitiche locali, includendosolo raramente igrandieventi spartiacquechehannoscanditolapoliticanazionaledelpartito.All’internodeiraccontichecisonostatipropostidagliintervistati,il“modelloemiliano”emergenonsolocomeobiettivopolitico,macomeunaveraepropriacostruzioneculturaleedelementocostitutivodell’identitàcomunistabolognese.Inodiprincipalidiquestastoria,emersidairacconti,sonol’ereditàdelsocialismopre-fascista,laResistenza,lacrescitadelPcineldopoguerraelaricostruzione,lelottedeilavoratorielarepressionedurantelaGuerrafredda,einfinelaconquistadeidirittiedelbenessereel’edificazionediunasocietàavanzataeprogressista.Comeappareevidente,quindi,lasegmentazionestoricacheordinalamemoriadiquestogrupposidiscostaalquantodallaperiodizzazionechesolitamentevieneapplicataalla storiadelPcinel suocomplesso,evaacostituire la strutturadiunraccontoprincipalmentebasatosullevicendedellasocietàlocaleesull’espe-rienzadirettadeinarratori. Ipassaggistoricinonsonopresentaticomecesure,mainseritiinveceinunpercorsolineareeascendente,cheabbiamodefinitounanarrazione progressiva.
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Abbiamocosìpotutorilevareunaspecificitàmoltomarcatadellamemoriaco-munistaemiliana:questosembrasuggerireche,peraffrontareoggiiltemadellatrasformazionedellaculturapoliticalegataalPcia20annidalsuoscioglimento,possaessereutileadottareunaprospettivaterritorialmentedelimitata,piuttostoche servirsi di categorieonnicomprensive che tendonoa considerare il partitocomeun’entitàindifferenziataemonolitica.Inoltre,secisiconcentrasullesog-gettivitàdeimilitanti, invecedioccuparsiunicamentedellenarrazioniufficialipropostedalPci edalle formazioni sue eredi, ci appareunacomplessitànellerelazionitraquesteduedimensionichesarebbealtrimentiinvisibile.Aquestoproposito,èinteressantenotarecomelanarrazionepropostadaOcchettoedalladirigenzacomunistainoccasionedellasvoltadell’’89abbiaprofondamen-tecontraddettoproprioilvaloredelladiversità,fondamentaleperl’identitàco-munistaemiliano-romagnola.Legando,comeabbiamovisto,lesortidelpartitoaquelledelmovimentocomunistainternazionale,gliarteficidelloscioglimentodelPcihannoconfermatoindirettamentealcunedelleaccusepiùtradizionalirivolteaicomunistiitalianinelcorsodellalorostoria,einparticolarequelladirappre-sentaresolounapropagginedelsistemasovietico,inaffidabileecaratterizzatadaun’ineliminabiledoppiezza.Inquestomodo,hannoimplicitamentefattopropriaunavisionedeimilitantidelPcicomeuncorpounicoepassivo,amalgamatodaun’ideologiastaticaerigida.LecontraddizioniapertedaquestarappresentazionedelpassatosonoplausibilmenteallabasedelladifficoltàmostratadallagrandemaggioranzadegliintervistatiadefinirsioggipoliticamenteedellamancanzadiunaprospettivacondivisasullapropriaidentitàcomeexmilitantidelPci,nono-stantelagrandeomogeneitàchecaratterizzaipercorsidivitadiquestogruppo.Comunea tuttequeste testimonianzeèquindi l’affermazionediunastessadi-scontinuità: la scomparsa del Partito comunista. Se le domande che abbiamopostoagli intervistaticercavanodi identificare ipuntidi svolta individuatidaimilitantiall’internodellastoriadelPci,dobbiamoconcluderechel’unicacesurariconosciutainmodounanimeesenzaincertezzeèlasvoltaocchettiana.Èinquelmomento,infatti,cheperlaprimavoltal’esistenzastessadell’identitàcollettivaincuiquestisoggettisiriconoscevano–espessosiriconosconotuttora–èstatamessa radicalmente indiscussione,nonostanteessi abbianoattraversato,comemilitanti,trasformazionidiverseeprofonde.Ilproblemadifondosembral’im-possibilitàdiattribuireunsignificatoalnuovoprogettoocchettiano,chespessorimane incompreso e percepito come un’imposizione dall’alto. La difficoltà aricomporrequestarotturaentrounanarrazionesensataèquindiquasiinsormon-tabile,ecostringequestimilitantiamettereinpraticalestrategiepiùdiverse–discorsiveesimboliche–permantenereunaparvenzadicontinuità.
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allegato 1
I., donna, 1921
[Misonoiscritta]dopolaguerra.Subitodopolaguerradavoattivitàallasezione.Inprin-cipiononeroiscritta,miiscrisserosubitodopoqualcheanno,circanel’47.Poihodatoattivitàcosì,comepotevofare,perchéerogiovane.Peresempioallefestedell’Unitàan-davoepoiportavovia“Noidonne”,igiornali,quandoc’eranolemanifestazioniparteci-pavo,quellecosechesifacevanoallora.Miricordochevicinoalleelezionicitrovavamosemprenoidelgruppoeandavamo–ioabitavofuoriPortaGalliera–davantiallachiesadelSacroCuore,chec’eraunospiazzoediscutevamo.Ilpretefacevaappostaperilfattochemandavaisuoiperprovocareepoichiamavalapolizia.Noipoicapivamoecosìan-davamovia,scappavamoperchésenociprendevanoperchéalloraesserecomunistinoneramoltobenvisto.Epoimiricordochequandoc’eranodellemanifestazionidicevamo,“Diconosemprechecisonosoltantodeglistraccionifraicomunistiealloraadessonoicivestiamotuttibenebene”.Così,dellestupidaggini,perchéeravamogiovani,molto.EpoimiricordochefacemmoloscioperoepoimiricordoquandomorìTogliatti,noquandociful’attentatoaTogliatticheioeroalavorareemiofratelloerainferrovia,capostazione.Ealloraluifecegliscio-perievennechiamatodalsuocapochedisse“Ben,propriolei”,eluidisse“Perché,iocosasono?”.Beh,lomandaronoinSiciliaeluidisse,“Bene,cosìquellochefacevoquiperinostri,lofacciolà,chelorosonounpochinopiùindietro”.Perchénoieravamodifamigliacosì.Miricordochemiamamma–alloranonc’eraan-corailPartitoComunistaeleieraalavorarenellaLega,leiorganizzava,eraunamoltoattiva.Miocuginoèstatocinqueannialconfino,dai18ai23anni,perché luieraunantifascistaeandavaastaccareimanifestiepoisuozio,datocheèGhini,eraunaperso-nalità.Erascappatoperchélovolevanomettereingaleraelorovolevanosaperedov’erasuofiglioperchéavevanotrovatounaletteraintascaaluieluidicevachenonsapevachiglielaavevamessaintasca,dovec’eranopoidellecosedifamiglia.Quindinoisiamodiestrazionecosì.[...]
Lei diceva che negli anni 50 c’era questo conflitto col prete, problemi con la chiesa, c’era stato anche il momento della scomunica per i comunisti. Voi come avete vissuto quel momento?
Iopoinonèchesiacredenteequindipermenonesisteva,macomunquec’eranodel-lepersonecheinvecehannosoffertodiquestacosa.Miricordocheeravamoragazzinicheilpretefacevacosì,chiamavalaCelere,manoipoiavevamocapitocomefacevaescappavamoviatutti.Epoiabbiamofattogliscioperi.IomiricordochelavoravoinviaIndipendenzadaunpellicciaio,erounamodellistaealloradovevoprovareimodelliaquestesignoreec’erasciopero.Eiodico,“Io,signora,nonvengomicadomaniperché
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c’èsciopero”,“Come,fasciopero!Eiocomefaccioconlemieclienti?”,“Lesueclientiverrannounaltrogiorno”,“Maleidevevenire”.Eiodico“No,midispiace,maiononvengo”,“Maproprioleidevefarsciopero?”,“Ben,perché,iofacciosciopero;secisonogliscioperilifaccio”.Einfattidopononmihamicariassunto,perchéioerostagionale.Lascusafuquella,datochesapevacheiofacevoquestecose,misposainel’50emidisse,“Seleimifirmachenonrimaneinstatointeressantelariassumo”.Eiodissi“Seleivaalettoconmiomarito,forselefirmo,madatochecivadoiononpossodirechenonrimangoinstatointeressante”,perchésapevacheseeroinstatointeressantenonmipotevalicenziare,avevodeidiritti.Ecosìleinonmiassunsepiù.[...]
Quindi in breve, secondo lei che cosa ha significato essere comunisti nel PCI?
Secondome è come una dottrina: uno ci crede oppure non ci crede. Io sono ancoradell’ideacheiprincipisonobuoni,poiseunoagisceinun’altramaniera,cisaràilcom-promesso.Quandocifuilcompromessostorico,quellalìeraunacosafattabeneeinveceandòtuttoamonteebuonanotte.ConMoroeBerlinguereranomoltoavantiperquestafaccenda.Poiunoèmortoel’altroèmortoeaddio.[...]
E lei dopo che il PCI ha cambiato nome, ha preso ancora la tessera?
IosonorimastaeancheadessoholatesseradelPD.Poicontuttequestesiglechesonocambiate!EadessovoglionocambiareanchelaFestadell’Unità.Iopensopropriodino,perchéèunsimbolo.Unitàvuoldiretantecose,nonèsoloperilgiornale.Dellevoltemiarrabbiomoltoperchénonsitrovanod’accordoneanchefradiloro.
allegato 2
G., uomo, 1936
A livello regionale, con l’esperienza di governo, che tipo di partito era il partito comuni-sta che poteva effettivamente amministrare il territorio?
Vede, leesperienze individualisonopoi...perché,datochecontrariamenteaquantosidiceva,nonèchetutti icomunistinonècheavesseroportatoilcervelloall’ammasso,perché sidicevache tutti i comunisti avevano il cervello...perchéparlavano tutti allostessomodo.Secondome,lamiaesperienzamihaportatoadirechenoneracosì,ancheseiltempoincuisivivevaeraquello.Quindianchecomeamministratori,sì,c’eraquestolegamecolpartitoequindisirispondevaanchealpartitodiquellochesifaceva,peròc’eraanche–parlosempreatitolopersonale–laconsapevolezzachesidovevaammini-strarepertutti,ancheperquellichenontiavevanovotato,chenontiavevanoelettoeche
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quindilacosapubblicaeraunqualchecosachenoneraesattamenteilpartito,maeranoletueidee,iltuomododiessere,portaviquestetueideeall’internodellacosapubblica,peròlacosapubblicatiimponevadiavereunatteggiamentochecorrispondesseaquellicheeranogliinteressigeneralidellacollettivitàcheamministravi.Quindinonc’eralatrasposizionecosì,coniparaocchidiquellacheeralalineadelpar-tito,ancheperchésarebbestatoimpossibile:un’amministrazionedeverispondereacerteesigenzechenonèl’ideologiachelerisolve,ancheseeravamoportatoridituttaunaseriediansiedellasocietà,diaspirazioni,divolontà.Adesempioasilinido,lasanità.Ricordochenel’64aMedicinasicominciòafareloscreeningperlaricercadeltumorenellasferagenitalefemminileelapalpazione,nontantolamammografia,malapalpazione.Equestonel1964,cheadessosembranormale.L’urbanistica,adesempiol’urbanisticaeraunfioreall’occhiello;ioadessoavolteriman-gopropriosconvolto,demoralizzato,dicomesisianopersituttiquestivalori,chenonerano ideologici,perché l’urbanisticaèallabasediunaqualsiasiprogrammazionedelterritorioedisviluppodellacomunità.Nonsonounmanifesto.[...]EravamosullalineadelfilmdiRosi“Lemanisullacittà”.Vedereadessochetuttoquanto,progetti,program-mi–semimettilaterraedificabiletenedounapartepercostruireunacosa,senzachecisiadietro,secondoilmiopuntodivistanaturalmente,questavisionefondamentaledicomedeveesserelosviluppodiunacittà.Equindi,secondome,tuttaunaseriedivalorisonoandati,lasocietàlihapersiancheingenerale,perònoiavevamounpatrimonio,secondome,eamioavvisooggiquellocheèrimastodelPci,chenonc’èrimastopiùnientenelPd,hapersol’anima,nonhapiùquellacosachetiportavaaimpegnarti,abatterti,acercarediessereilpiùbravo,ilmigliorenelfarecertecose,direalizzareundeterminatouncertotipodiintervento,perchéquestori-entravaall’internodiquelleidealitàgenerali,chenoneranofinalitàideologiche,maeranofinalitàdicaratteresociale,disviluppodellasocietà,diprogresso,digiustizia.Insommalelottechefacemmopergliasilinidoetuttoquanto,eravamoall’avanguardia.Oh,micacheancheadesso,intendiamoci...ierisonostatoavedereilMuseodellaMemoriadell’aereo[diUstica,ndr.],cheèunacosabellissimachemihacommosso:amministrazionipubbli-chechepensanoerealizzanoquestecosequa,giàdipersépotreiassolverledaquasituttiipeccati,però,diciamo,nonèsufficientefareunacosabellissimaperpareggiarlaconunacosanontantobella.Poiprimaunamministratorepubblicononèchedovesserisponderealpartito,aicittadini, cioèaicompagnidiquelloche faceva,madoveva risponderediquellochenonfaceva,perchéinunariunionedipartitomagarisaltavafuorichec’eraunalampadinacheeraspenta.Sonocosechefannoridere,peròvenivafuorianchedaquestofiltrodellesezionidipartito,deglistimolipernonlasciaretuttaunaseriedicose,magariunabucanelterreno,eperchélatalcosanonèstataancorafatta.Quindiquestecosenonsolovenivanomesseinevidenzanelleassembleechesifacevanoperilbilancio,maanchenelleriunionidipartitosiparlavadell’amministrazioneper lecosechenoneranostatefatte,oppurechedovevanoesseremigliorate,perlecritiche,cioèerauncontinuoesame.Adessounamministratoreprimadituttovieneelettoenonseneparlapiù,èintoccabi-le,ipoterisonostatituttitrasferitidall’alto.Iconsiglicomunalieranogremitidigente,venivanolì, l’opposizionefaceval’opposizione;adessoiovedo,quandomettonofuoril’ordinedelgiornodelConsiglio,sonocinquepunti,trepunti.C’eranoduefoglidior-
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dinidelgiornodelConsiglio.Nonstofacendodeiparagonicheeramegliooerapeggio,peròdicochec’eraunapartecipazionediversacheadessoavvieneattraversochecosa?Ilpresenzialismo:ogniiniziativachevienefattasaltafuoriilsindaco,c’èilsindaco,lafotosulgiornalino,peròilcontattorealeconlagente,questorapporto,secondome,èmoltocalato,maingenerale.Ormainoisivaavotareattraversolatelevisione;“Portaaporta”èlaterzaCameradelpaese,perdirecheècambiatotutto.Peròlacosachepiùmiamareggiaèquestaperdita,nondell’ideologia,cheèunasovra-struttural’ideologia,madell’idealità,delmododiessere,deivaloricheciascunodinoipuòportareall’internodeiluoghiincuiopera,incuisiimpegna.Possodireunacosa:misembranopiùdeiprofessionisti,professionistidellapolitica.Cheanchequestovabene,peròeravamopreparatianchenoi,noieravamopreparatiperquellocheriguardavafaregliamministratori,perchéc’eranodelleriunionidovesidiscuteva,dovesifacevaancheunaspeciediscuola; insommac’eraepoic’eragliorientamentidicaratteregenerale.Adessodichecosasiparla?Nonloso,perchénonfrequentopiù,madaquelcheriescoacaptarenonc’èungrandescambiodalbassoversol’altoepoidall’altoversoilbas-so.Miviensempreinmentelabarzellettachecircolavanell’UnioneSovietica,cheeraquelladellacritica,comesisvolgevadalbassoversol’altolacritica;allorailbambinononriuscivaacapire,ma“spiegatimeglio”.Alloradice.“Haipresenteimuratoriquandolavorano?Beh,faifintacheunodalbassoprendeunmattoneelolanciaversol’altoequestasarebbelacriticadalbassoversol’alto;poifaifintachequestacriticadalbassoversol’alto,questomattone,vasuepoidopotitornaacadereintesta”.Insommaadessononc’èpiù,ècambiatotutto.Conquestononsonounodiquellichedicecheandavame-glioquandoandavapeggio,peròirisultatistessiacuisiamogiunti,mifannopensarechealcunedellecosechepensopossanoancheesserecorrette.Cioècomeriusciamoaparlareallagente,asentireibisognirealidellagente?Cistiamoamericanizzando:quandounpartitonelsuosloganprincipalecimette“Sipuòfare”o“Iospero”ininglese,madai,mafammiridere!Saràpossibile,tuachiparli?Èquestoilmessaggiochetulanciallemasseoèunmassaggiocheserveperlatuaautocelebrazione?
Secondo lei questo processo di trasformazione in peggio, o comunquetrasformazione, quando è iniziato?
Diciamo,conlafinedelpartitosecondome,edèperquellochesonorimastoancora,di-ciamo,noneracosìmarcato,anchesegiàc’eraquestanecessità,conlacadutadelmuro,diuscire,peròèstatounprocessolento.Èstatounprocesso,secondome,edèstatounmododidilapidareunpatrimonio.IosonoancorarimastoaEnricoBerlinguer,chenonhomaiavutoilcultodellapersonalitàpernessuno,permegliuominisonotuttiuguali,quindivannogiudicatiinbaseaquellochefanno,nessunoèundio,quindinienteculto.PeròneiconfrontidiBerlinguerhoavutounasimpatiaparticolareperluiperchémisem-bravachetuttaunaseriedicosechedicevalepraticavaanche,nellamisuraincuipoteva,trovavaunacertacoerenza.Maperilrestohovistosempreunaprogressivaperditadiquesta identitàeunadilapidazionedelpatrimonio idealecheavevamo,nelbeneenelmale,perchéc’eraancheilmaleperchémoltecosevenivanovisteattraversounaangola-zioneristretta,perònell’insiemec’eraancheunpatrimonioideale.Edovevamosalvareil
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patrimonioidealeoperlomenocercaredipreservarlo.Amioavvisoèstatopraticamentedilapidatoeoggisivedonoleconseguenze:lasinistrachestaandandomale,ilPdchenonsaiormaichecosahaipiù.Eiocisoffroavederetuttaunavitaspesainuncertomodopervederechetuttoquantovaafinireinvacca,comesidice.Èunaparabolatristeenonmisembrachequestosial’approdoalqualedovevamogiungere.
allegato 3
E., uomo, 1931
Tant’èverocheioaduncertomomentohocominciatoadireèfinitoiltempodelcredere-obbedire-combattere.Lodicevoironicamente,madopocominciavaadessereaccettatoanchedaglialtri.Anchesepoiforsemidevofardellecolpeanch’ioanonesserestatoancorapiùesplicito.Perchéadesempiohoavutomododitoccareunpo’conmanoquan-do feci unviaggio inUnioneSovietica [nel1980,ndr.]. [...]Erauna lotteriadapartedell’ArciViaggi,ealloragiàlàioebbimododivedere,perchéficcavoilnaso.FacemmoKieveMosca.Kieveraunacittàmoltolasciataandare,condeinegoziconleportecheiodicocheeranoancoraquellediprimadellaguerra.PoiandammoaMosca.Duranteilpercorsochelofacemmointreno,allamattinasivedeva–perchélàc’èunadifferenza,chel’albaèmoltopresto–alloraguardavofuoriquestivillaggicondellestradinediterrabattutaperarrivareallefermatedeitreni.PoimagariarrivandoaMoscaunqualchecosadigigantesco,dimastodontico:unametropolitanavelocissima, funzionante, treniognicinqueminuti,maveloci,scalamobile,conunavelocità,siaaandarsuchescendere,lam-padariinferrobattuto.Poimagari,sempreperlamiacuriosità,allungandomipervederedentroicortili,magarieranotuttidissestati,così.Ealloradico,bè,maqui?Epoiquellocheancheebbimododinotareeranoinegozi.Negoziriservatiafunzionaridipartitoodell’apparatostatale.Alloraauncertomomento,quandotornodico,maquiauncertomomentoiosfruttatodalpadroneodalburocratechenonciguadagnasullostipendio,iosostanzialmentesonsempresfruttato.Chesiailpadrone,chesiaunochesiprendelostipendiocolmiolavorosenzacheseloguadagnilui,sfruttatopersfruttato.Peròsemprequestidiscorsinonsiapprofondivano.Probabilmenteanch’iosonstatopocoinsistenteneldire.Perchéquandoècrollatoilsistemasovieticodovevamopurefareunanostraana-lisicritica,maètuttostatoaccettatocosìdallabase.Forsedall’altolesensazionic’eranoehannocoinciso.Equindiiohosempreavutounpo’questaposizione,cioè,iolachiamomoderata,qualchedunoaddiritturasocialdemocrazia.[...]
Lei pensa che queste due posizioni, una più riformista, più socialdemocratica, e invece l’altra posizione più ortodossa e che seguiva un po’ la dottrina del partito e che magari credeva nella rivoluzione, abbiano veramente rappresentato due dimensioni che esiste-vano contemporaneamente nel Pci?All’internodeiverticidelPci,solocheallabasenonarrivava.Questadialettica,questo
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scontroanche,avveniva,iohoavutomododisaperlotramiteunocheabitaquivicinocheèstatodeputatoperduelegislature,maallabasenonarrivava,allabasearrivavasempresoloildiscorsodiessereuniticontroilpadroneperchéilpadroneèlosfruttatore.PeròadesempioancheSecchia,luierasuquellaposizioneortodossa,suquellaposizionecheilsistemacapitalisticononerariformabilemabisognavaeliminarlo,superarlo,ancheconcerteposizionipropriorivoluzionarie.Mentrealtrimagarilovolevanosuperarema,ederaquestochevadoaqueglianni’50chec’eraunsegretariodisezionechediceva,noinell’ambitodeglistrumentifornitidallademocrazia,questosistemacapitalisticolocom-battiamo.Cheiopoidicevo,intantoloroticombattonoate,einmanierachetelafacevansentireproprioancheeconomicamente,perchétilicenziavano.Neglianni’50essereatti-vistadelPcioanchesolodelsindacato,FiomchepoieraqualchecosadifiancheggiatricealPci,volevadiremettersiinlistaperlaprimaoccasioneesserecacciatifuori.Sabiem,Minganti,Casaraltaeanchedovelavoravoio,unafonderiacon30,32,finoa40siamstati.Iolachiamavolacacciaallestreghe.
Ma tra la base, ad esempio la parola rivoluzione si sentiva pronunciare, oppure l’idea di essere dei rivoluzionari, anche se in una situazione particolare, oppure l’idea era quella di trasformare la società lentamente dall’interno?
Ionellarivoluzionepropriolarivoluzioneanchearmatanoncihomaicredutoecredocheseloeraeranellaconvinzionedipochi.Mahoavutomododinotarechec’eraqualcunoneglianni’50chesivolevaribellare,adesempioquandofufattoilPattoAtlantico,l’in-serimentodell’Italianelbloccooccidentaleconlebasi,esisentivachetralorosidiceva:“Bèscherzi,macosavuoiandareinmontagna,maquantocistai,macome?Èimpossibi-le,èutopistico”.Credochequalcuno,mafosserodelleposizioniemotive,spontanee,machemagarineanchel’interessatostessofosseprofondamenteconvintoanchedelleconse-guenze.Perricordarequalcosadelgenerevadoall’attentatodiTogliatti.Alloralavoravoad Imolaenonero iscrittoanessunpartito,ascoltavodall’esterno.Nel ’48 ioandavoavantieindietrochec’eranoimuratoriinunafrazionediImola,vicinoaCastelguelfochiamataBettola,elìc’eranodegliantifascisticheeranostatialconfinochepoidopoave-vanofattolaresistenzaequindièanchecomprensibilechefosseroinquellaposizione.Miricordochedicevano,“Questoèilmomento,aspettiamosolochecidianoledisposizioni,icorridorisonogiàinsella”.EmiricordounparentediquestoartigianoconcuilavoravolìaImola,ioelui,eravamoindue,chelovenneatrovareedisse,“Quellaeral’occasione,sisarebbefattoprestoadarrivareaRoma”.Eraquestoragazzocheavevadueotreannipiùdime,ioneavevo17-18,luiforseneaveva20.Ilpadronecheeraunsocialistadisse,“Nonsognare,ioquestecoselehotoccateconmano”,cioènel’20,quandolesquadreandaronoanchenellasuabottegaeavevaunoperaiochesinascosesottoilbancone,miraccontava‘stecose.Perchépoidifronteallaforza,laragionenonvale,insomma,eraquesta lasostanza.Peròprobabilmentequellaeraun’occasione incuimoltiavrebberoanchepropriopresoamanolearmicheavevanonascostoquandoavevanofattolalottapartigiana.Perchéglifuordinatodiconsegnaretuttelearmi,manonfuronoconsegnateneanchelametà.Nessunolodice,forseadessocheèstorialodicono,maiomiricordoiprimiannicheeroaBolognacheognitantotrovavanodellearmi,alloraqualcheduno
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diceva,bah,trovantantediquellearmicheormaisonopiùquellechetrovanochequellechec’eranodurantelaguerra.[...]
Vorrei farle qualche domanda su degli eventi storici che magari si ricorda, sia quando era già dentro il Pci che quando non era ancora iscritto, per sapere come se li ricorda, come li ha giudicati al tempo, cosa ne ha pensato. Ad esempio volevo partire dal ’56, se si ricorda i dibattiti che ci sono stati sia intorno al congresso del Pcus che all’Ungheria.
SeandiamoalventesimocongressodelPcus,inqueglianniioeroinquestafonderiaemitrovavoanchealavorarealfiancodiunadonnacheeraimpegnataesuomaritoimpegnatoancorapiùdilei.EquestorapportosegretodiKrusciovdisorientò,vistosempremagaridall’esterno,peròpoisirecepiva,difattiquestadonnadiceva,“Oi,me...”–bè,glielodicoinitaliano–“Saròignorante,però,sec’èstatoquestocomportamentodiStalin,nondirlo!Nondirlo,tenetelosegreto,nondirlo,perchéquiglioperainonhannopiùunpuntodiriferi-mentocerto,nonhannolesuecertezze”.Epoifinivacoldire:“Mah,handettochebisognadirlo,perchésoncosevere,bisognadirlo.Abbiamodeglischeletrinell’armadio,dobbiamoaprirel’armadioperchépoidopocosìloapronoancheglialtri”.RiguardoaifattidiUnghe-ria,lìcifuanchelìunmomentodidisorientamento,peròsempredaquellocheavevosen-toreio,ecredodinonsbagliardimolto.Siccomeinquelmomentoc’eraancheilfattodelcanalediSuez,chelìavevafattolanazionalizzazioneNasser,equindicifuunasituazionechel’Italianevennedanneggiata,efuvistacredodallastragrandemaggioranzadelPci,allabasespecialmente,comeunqualchecosachefermavalacontrorivoluzione,l’interventosovietico.“Certo,hanfattobeneaintervenire,perchéquiilcapitalismosarebbeavanzato,epoinonsoloilcapitalismo,l’AmericaavrebbeinstauratounsistemafascistainUngheria.Hafattobenel’ArmataRossaasoffocarequestarivolta”.Eradiffusaquestaconvinzione.
E lei cosa ne pensava al tempo?
Io,alivelloistintivo,devodirechevedevoanch’iocheeraunarepressionecheandavafatta.Probabilmenteperchéavevamo‘stasituazioneall’internodellanostrafonderiacheeravamoschedati,latesseradelsindacatoladovevamopagaredinascosto,chesesidice-vaqualcosa–citoilcasodiquandomorìDiVittorio,chemipareinquegliannilì,metàanni’50o’57forse,nessunosiazzardòacommentarelamortediDiVittorio,maperpaura.Perpaurachequalchedunoriferiva,“oh,hannoparlatoconammirazionediquestograndesindacalista”.Forseancheperquellochedicevo,bè,lìalmenoc’èqualchedunoche‘stipadronilitienefermialsuoposto,magariarrivasseroanchedanoi.Questaeraunareazionespontaneaeemotiva,cheamentefreddapoidopo,ragionandocisopra,lìchisiribellavaeranodeglioperai,eranodellemasse,noneraveroche–magaricisaràstatoanchequalcosadall’esterno,mac’eraunaribellionespontaneadapartedellemassechesieranoribellateaquestaegemonia.Manoilovedevamocomeunqualcosachedovevaessererepresso.Probabilmenteperquellaguerrafredda,poinonsolofredda,perchétimettevanoincondizionididoverandareamendicareduegiornatequi, tregiornatelà,perchéticacciavanviadaipostidilavoro.
E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview31pp. 85-107
Questo articolo è stato sottoposto a un processo di double blind peer review
Cantagallo o Predappio? Il Movimento sociale italiano in Emilia Romagna tra esclusione e tolleranza (1970-1983)
GREGORIO SORGONà
Il saggio apporta un contributo sulla storia della destra neofascista italiana in età re-pubblicana e il modo in cui essa riflette le trasformazioni della democrazia dei partiti. Il punto di osservazione è l’attività del Movimento sociale italiano in Emilia Romagna tra il 1970 e il 1983 per la reazione che suscita e che serve a ricostruire la dinamica che attraversa uno dei principi coesivi della democrazia dei partiti come l’antifascismo.
The essay gives a contribution on the history of Italian neo-fascist right wing during the Republican Age and on the way it reflects the transformations of parties’ democracy. The point of view is the activity of the “Movimento sociale italiano (Msi)” in Emilia Roma-gna, between the 1970 and the 1983, for the reaction it provoke, useful to reconstruct the dynamic that passes through one the cohesive principles of parties’ democracy, such as anti-fascism.
L’antifascismoèunodeicollantiaffermativicheagiscetraleprincipaliculturepoliticheitalianeeipartitichepartecipanoallascritturadeltestocostituzionale[C.Franceschini,S.GuerrierieG.Monina1997;M.FioravantieS.Guerrieri1999].Essosvolge la funzionediparadigmastorico-politicoperchécostruisceunfineversoilqualeindirizzareeprepararelaformadelloStatoitalianoeilsuorapportocon lasocietà.Questoprincipiononèsoloun terminedi riferimentonegativorispettoaunnemicostorico– il fascismo,appunto–maunmodellopoliticoche,perquantononomogeneoalsuointerno,presupponel’istituziona-lizzazionedellademocraziainItaliaattraversoilruolodicorpiintermedicomeipartitieattribuendocentralitàaglistrumentidellarappresentanzapolitica,primotratuttiilParlamento.
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La forma istituzionale figlia dell’antifascismo è una democrazia parlamentareacentralitàpartiticachehal’obiettivodigovernareunasocietàdaglianticorpidemocratici giudicati deboli [Carocci 2002, 193]. Ilmodello raggiunge il suoapogeoconglianniSettanta.Nelcorsodeldecenniosi svolge la stagionedelcompromessostoricochemiraalegittimarereciprocamenteledueculturepoliti-che–quellacattolicaequellacomunista–piùimportantitraquelleariferimentoantifascista.SempreneglianniSettantamaturaunprocessodirevisionedelpa-radigmaantifascistachetrovailsuoprimospazioinsedestoriograficaperpoiesseretraslatoancheinsedepolitica[Gallerano1986;Baris2011;Ridolfi2012].L’egemoniadiunsensocomuneantifascistaponeunlimitenetto,adestra,versoleculturepolitiche–afascisteoneofasciste–checontestanoentrambiicaratte-riprincipalidelmodelloistituzionalerepubblicano:ilprimatodelparlamentoedellaforma-partito.IlMovimentosocialeitaliano(Msi)èvicino,manoninterno,aunaculturaantipartitodisgregataochesipresentacomeunanebulosa[Lanaro1992,121-39].L’organizzazioneneofascista,infatti,nonadottailnomedi“par-tito”perdefinirsi,anchesefariferimento–adifferenzadell’italianoapota–aunregimechefuanchedipartito,comequellofascista[Ignazi1989;Tarchi1995;Tarchi1997;Parlato2006].PoichéilMsièpostoaimarginidiunademocraziachehal’antifascismotraisuoivaloridiriferimento,lasuaattivitàpoliticaeilmodoincuiessaèrecepitarappre-sentanountermometroutilepercapireconqualeintensitàeconqualecronologiailparadigmaantifascistasiastatocapacediesercitareconsensoedistabilirecri-teridilegittimità,edidiscriminazione,riconosciuti.Altempostessoèplausibileaffermarecheladecostruzionedelparadigmaantifascistaelalegittimazionedellafunzionepoliticadelladestrapostfascistasonoelementidiunastessadinamica[Paggi1997,517-26;Paggi2003,103].Ancoradipiùquestafunzionedi“termo-metro”puòfunzionareinunaregione,l’EmiliaRomagna,incuisonopenetrantiedefficacisiailcollanteantifascistasialapresenzadeipartitinell’organizzazionedellavitapubblicaenellacostruzionediunmodellodemocratico.L’osservatorioregionaleèinteressante,inoltre,perchérifletteloscontrointernoalMsisullastrategiadelpartitoesullaleadershipdiAlmirantecontribuendoadelinearnemegliocronologiaecontenuti:questoscontrodureràalmenofinoal1976esaràrisoltoconlascissionedellacomponentemoderatadelpartitoelacostituzionediDemocrazianazionale(Dn)[Ignazi1989,174-80;Tarchi1997,53-5].IlMsièdivisotrachispingeperl’integrazione,comedestrad’ordine,nelsistemadeipartitiinnettafunzioneanticomunistaechiprivilegial’aspirazioneallaesclusionecomunitariacheassociaall’anticomunismotematicheantipartito-craticheeanti-antifasciste.
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Almirantecoltivalasecondaimpostazionenelcorsodi tutta lasuaattivitàpo-litica.Essaèfondatasull’utilizzoconsapevoledellanostalgiaversoilfascismocomestrumentoaggreganteall’internodellapropriacomunitàcheèpostacosìincontrapposizioneeisolatarispettoallademocraziadeipartiti.Ladestracuiguar-daAlmiranteprediligel’attivismoterritorialeeadottaunlessicopopulista,comebene esemplifica il caso della rivolta di ReggioCalabria [Ambrosi 2009]. Ladestrachepuntaall’inserimento,invece,vuolelegittimareilMsifuoridalcomu-nitarismoneofascistaperproporlocomepotenzialerappresentantepericetimediimpauritidalSessantottoecomespondaipoteticaperilPartitoliberaleitaliano(Pli)eladestrademocristianainfunzioneantemuralerispettoalcomunismo.Lacoesionedelparadigmaantifascistaèilterminediparagoneconcuisiconfronta-noquesteduestrategieeinbaseallaqualesenepuòvalutarel’efficacia.
1. La stagione dell’antifascismo. Il caso dell’Emilia Romagna (1970-1976)
Ilruolocoesivodell’antifascismo,nell’EmiliaRomagnadeiprimianniSettan-ta,probabilmenteaumentad’intensitàrispettoaldecennioprecedente.Quando,nell’apriledel1971,lagiuntacomunalediRiminiavanza«formalerichiestaaf-finchéleautoritàcompetentiproibiscano,perragionidio.p.,qualsiasiradunodiaderentiatorganizzazionidiestremadestra,compresoilMsi»1 inoccasionediunradunodiex-ausiliariedellaRepubblicasocialeitaliana(Rsi),l’impressioneèchesiavenutamenounasortaditacitatolleranzaperlemanifestazioninostal-giche,cheevidentementedevonoessersisvoltefinoadallorasenzaparticolareapprensioni.LaquesturadiForlì,infatti,sidimostrapreoccupatasoloperlapos-sibilepartecipazionealleiniziativedi«elementiattualedestraextraparlamenta-re»eper«eventualipartenzevoltaPredappiogruppoautelementiisolatichenonsianoannoveratitraconsuetipellegrinaggi»2.Irisultatielettoralidelbiennio1971-72fannopercepireilMsi,asinistra,comeilpotenzialepernoperunaderiva“greca”perlademocraziaitaliana.Iltentativomissinodipresentarsineiterminidiunarinnovatadestrademocratica,perseguitoadesempioconledichiarazionidifedeltàalmodellodemocraticoeallaResisten-
1 archivio Centrale dello Stato (acs), Ministero dell’Interno – Gabinetto (Mig), Partiti politici (Pp) 1971-1975, b.16, fasc. Movimento sociale italiano (Msi), Forlì e Provincia, telegramma del sindaco di Rimini, On. Prof. N. Pagliarani, indirizzato al Ministero dell’Interno, Forlì 14 aprile 1971. Si veda anche ivi, telegramma del Prefetto Bettarini, 15 aprile 1971.2 acs, Mig, Pp (1971-1975), b. 16, fasc. Msi – Forlì e Provincia, telegramma del Questore anania, Forlì 6 aprile 1971.
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zacheAlmiranterilasciaduranteunatribunapoliticanel1972[Servello2008,49],èpococonvincenteeambiguo.Comealtrettantoambiguesonounaseriediintervistetelevisivediqueglianni:sivedaperesempiolaconferenzastampadel25maggio1970,disponibileonlinesulsitodellaFondazioneGiorgioAlmirante,nelcorsodellaqualeAlmirantesostienecheèlanecessitàdidifenderelademo-craziadal“pericolocomunista”alegittimareil“golpedeicolonnelli”.Lacampagnaelettoralesvoltasiperleelezionipolitichedel1972sisegnalaalcentro-nordpergliscontrichevedonocoinvoltigliextra-parlamentaridisinistraeimilitantidelleorganizzazionigiovanilimissine[Tarchi1997,45].InEmiliaRomagnailpartitoguadagnaconsensimapartendodapercentualibasse:nellacircoscrizione di Parma-Modena-Piacenza-ReggioEmilia passa dal 2,24%del1968al3,86%;nellacircoscrizionediBologna-Ferrara-Ravenna-Forlìl’aumentovadal2,56%al4,21%3.Questosuccessorelativo,però,contribuisceastendereintornoalMsiun“cor-donesanitario”.Unreportagede“IlBorghese”sull’Emilia lascia intuirecomequestorinnovatoantifascismosiapercepitoancheadestra.Laregione,perl’au-toredelreportage,è«amministratadaicomunisticonlacomplicitàdellaDc»:unbloccosocio-politicochemostrerebbesegnidicedimentoconfermatidalla«cam-pagnadiffamatoriaecalunniosa[...]chefindalmaggiodell’annoscorso[...]ilPartitocomunistahamontatoneiconfrontidelladestraedellesueorganizzazionigiovanili».Ilclimadifficileperimissinièunanovità«seèvero[...]chesoltantofinoapochianniorsonolapresunta“tolleranza”comunistaarrivavaalpuntodimandareivigiliurbanialcimiteroperlecelebrazionideireducidellaRepubblicasociale».Ilreportageècompletatoconun’intervistaaPietroCerullo,PresidentedelconsiglionazionaledelFrontedellagioventù,cherelazionailcambiodiclimaallanascitadi«unadestraanticomunista [...] che stamaturandonelconfrontoquotidianocongliavversari»4.Cerullosembravolerseguirelaprospettivadell’inserimentoinfunzioneantico-munista.Lasuaazioneterritoriale,comparataconquellacheAlmirantesvolgecontemporaneamenteinEmiliaRomagna,certificaunadivaricazionediobiettivitraledestrechecompongonoilMsi.ItempidelladivaricazionesonoimportantiperchéconsentonodirivederelacronologiafornitadaPieroIgnazisecondocuileprimeavvisagliedelconflittotracorrentinelMsivannocercatenell’uscitadalpartitodiGinoBirindelliil26giugnodel1974[Ignazi1989,174-5],mentrecon-fermal’interpretazionediTarchicheretrodatalaprimaespressioneformaledella
3 Fonte Ministero dell’Interno – archivio storico delle elezioni.4 Piero Capello, L’Emilia che cambia. Dove l’intolleranza nasconde la crisi del «Pci», “Il Borghese”, 30 aprile 1972, pp.1201-3.
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contrapposizionetramoderatienostalgicialXcongressodelMsi(1973)[Tarchi1997,49].Iltornantedel1973èdecisivo,adestra,siaperlareazionedell’areamoderatadelpartitoall’uccisionedell’agenteMarinoduranteunamanifestazioneneofascista[Panvini2009,282-3]siaperilmaturarsidellapropostacomunistadel“compromessostorico”,nelsettembrediquell’anno,chepreludeall’avvici-namentodelPcialgovernodelpaese.Ilnuovogovernodicentro-sinistra,proprioneigiorniincuiBerlinguerproponelesueriflessionisuifatticilenicheprefigura-nolapropostadelcompromessostorico,èpresentatoallaDirezionedelPcicomeunpositivopassoinavantiancheperl’operadicontenimentodelladestrachestasvolgendo[Barbagallo2006,184].La divaricazione in seno alMsi si manifesta anche prima del 1973. Cerullo,nell’ottobredel1972,organizzaunincontrotrailSegretarionazionaleeungrup-podipersonalitàlocaliravennati,prevalentementepiccoliimprenditoriedespo-nentidelPli.Almirante,inquestasede,nonsostienel’ipotesidell’inserimentoinfunzioneanticomunista,cuiguardaunaplateamoderatamentedidestra,perchéprevedeilritornoabrevea«unaformadigovernocheimplicailreingressodeisocialisti e, conseguentemente, l’inserimento, sia pure indiretto, dei comunistinellascenapoliticaitaliana»5.L’obiettivodelMsi,perilsuoSegretario,èdiga-rantirsiunospaziocomunitarioedirappresentanzainparlamento:perquestoAl-miranteadottaunaposizione“centrista”cheèdistinta,anchesenonequidistante,siadalladestramoderatasiadaigruppiextra-parlamentari,lacuiattivitàviolentaeglitemepossaesserecontroproducenteperilsuccessodelpartito.Cerullo,alcontrario,credeall’inserimentodeimissinienelnovembredel1972,nelcorsodelsuoprimoincontroconisuoielettoriaRavenna,sidichiarafavore-volealmantenimento«diungovernocomequelloattuale»che,purnonrispec-chiando«lefinalitàdelMsi[...]potrebbedeterminare,inunprossimofuturo,unaulteriorespintaversodestra,cheallontanerebbeognipossibilitàdiritornoalcen-tro-sinistra[...]ormaifallito»6.CheilMsisiapensato,daCerullo,comeil“partitoanticomunista”èsuggeritoanchedalfattochenelterritorioincuiagisce,quelloravennate,nonsonosegnalateiniziativeacaratterenostalgico.Inquestacittà,neldicembredel1972,èorganizzatoilprimoconvegnodell’ItaliacentraledelFrontedellagioventùcuipartecipanodirigentinazionalicomeMarioTedeschi,MassimoAndersoneGinoBirindelli7cheuscirannodalMsiinpolemicaconAlmirante.
5 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Ravenna e Provincia, telegramma del Prefetto, 18 ottobre 1972.6 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Ravenna e Provincia, telegramma del Prefetto, 15 novembre 1972.7 Cfr. acs, Mig, Pp (1971-1975), b.19, fasc. Msi - Fronte della Gioventù (Fdg), relazione del Prefetto, Ravenna 14 dicembre 1972.
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Lastrategiadell’inserimentoèperòvelleitariaperchél’antifascismoèuncollantechenonmostracrepeneglianniSettanta,mentrelalineaalmirantianadelladifesacomunitariarispondeaidesideridellabasemissinachetendearadicalizzarsinelclimadiscontrodelperiodo[Tarchi1997,49].Tral’altrolaprovinciaincuièpiùattivoCerullo,Ravenna,èl’unicadellaRomagnaincuiirisultatielettoralisonoanaloghiaquellidelleareeemilianeaminorepenetrazioneneofascista:imissini,aRavenna,nonsuperanoil2,89%deivoti,registrandounaumentopocosignifi-cativo(0,3%)rispettoal19688.L’isolamentodelMsiètrasversaleatutteleprovinceregionali.AFerraralapre-fetturaavverte che il «cosiddetto rancio sociale riservatooltre cheat iscritti esimpatizzanti,atexcombattentiRepubblicasocialeitaliana»,unraduno«tradi-zionalmentetenutopermoltianni»,èrinviato,rispettoalladatafissataalnovem-bredel1972,per leprotestedel«consigliocomunalecittadino»,dei«partiti»,delle«associazionipartigianeetsindacaticheritenevanoprovocatoriaeffettua-zionetaleradunoinunlocaleneipressidelqualetrovansilapidirelativeepisodiguerrapartigiana»9.Control’iniziativasischieranotuttiipartiti,tranneilPli,edèpaventatalapossibilità«chemoltitudineoperaifabbricheetlavoratoriingeneretentinocomunquedi impedire riunione inargomento»unendosiaigruppidel-lasinistraextraparlamentarechehannomanifestato«interminiaccesipropositodi impedireautdisturbaresuddettoraduno»10: l’impressioneèchela tolleranzaversoimissinidivengapiùdeboleancheinvirtùdelfattochelamobilitazioneantifascistaattraversalasocietàoltrecheipartiti.LafederazioneravennatedelMsi,infine,rimandail«notoradunoconviviale[...]causasopraggiuntedifficoltàavanzateatorganizzatoridagestoreristorante»elotrasferisce«inaltropubblicoeserciziochetrovasiimmediataperiferiacapoluogodiCento»11.ARavennatuttiipartiti,tranneilPli,consegnanoalprefetto«unpro-memoria»colqualeribadiscono«lalorofermavolontàdiopporsiadognimanifestazionedi“chiaramarcafascista”,organizzatainqualsiasiluogopubblico[...]suscettibilediprovocare contrasti edisordini, chiedendo il divietodidettemanifestazioniduranteilperiododellecelebrazionidellaresistenza,ecioèdal25aprileal1°maggiop.v.».IlrappresentantedelPli,chenonsottoscriveilpromemoriapernon
8 Fonte Ministero dell’Interno – archivio storico delle elezioni.9 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.16, fasc. Msi – Ferrara e Provincia, telegramma del Prefetto Nicastro, 12 febbraio 1973.10 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.16, fasc. Msi – Ferrara e Provincia, telegramma del Prefetto Nicastro, Ferrara 24 febbraio 1973.11 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.16, fasc. Msi – Ferrara e Provincia, telegramma del Prefetto Nicastro, Ferrara 24 febbraio 1973.
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legittimare il divieto dimanifesta-re, dichiara comunque «di appro-varnelaprimaparte»12,cheaffermal’estraneità del Msi alla normaledialetticademocraticatrapartiti.L’adesione alla pregiudiziale anti-fascista impregna la società civileemiliano-romagnolaedècertificatada eventi come il famoso inciden-tediCantagallo,scaturitodalfattoche il riconoscimentodiAlmiranteda parte di un impiegato del loca-le autogrill provoca uno «scioperoimmediatoestesoancheaddettidi-stributori carburanti durante per-manenza in loco parlamentare delMsi-Dn»13. La reazione missina alboicottaggio si esplicita il 23 giu-gno del 1973, quandoCerullo im-provvisaunaprotestaallostessoau-togrilldurantelaqualesonocolpiti«conpugnidueguardiesicurezzaetduecamerieri»14.L’incursioneprovoca,pressochéimmediatamente,unoscioperogenerale indettodai sindacati confederali che registra adesioni altissimee cosìdivisepersettore:«175su175dipendentiMottagrillCantagallo;6130su10335metalmeccanici;980su1121dipendentimaglifici;295su360lavoratorilegno;1405su1650lavoratoriedili;350su375dipendentientilocali;430su600lavo-ratoricommercio»15.L’isolamentoagevolal’egemoniadellastrategiaalmirantia-naeancheCerullo,incorrispondenza,sembrerebbeadottareunlessicopiùpro-
12 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Ravenna e Provincia, telegramma del Prefetto Nicastro, Ferrara 24 febbraio 1973.13 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.18, fasc. Msi affari generali e varie, telegramma del Prefetto Menichini, Bologna 20 giugno 1973.14 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.18, fasc. Msi affari generali e varie, telegramma del Prefetto Menichini, Bologna 23 giugno 1973.15 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.18, fasc. Msi affari generali e varie, telegramma del Prefetto Menichini, Bologna 27 giugno 1973.
Archivio Fondazione Ugo Spirito (Afus), Fondo Movimento Sociale Italiano (Msi), Serie Istituto di studi corporativi (Isc), Documentazione storica del Msi, propaganda elettorale, immagine 86
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priamenteantipartito:duranteun’iniziativasvoltasiaBologna,eglifacoinciderel’obiettivodelMsinel«profondere tutte le[...] forzeondesventareognipianoclerico-marxista[...]persmascheraregliintrallazzieleruberiedellaDc»e«lastrumentalizzazionedapartedelPcidellefrangeestremistichedisinistra»16.Tonianaloghisonoutilizzatidalperiodicopiùvicinoall’areamoderatadelneo-fascismo,“IlBorghese”.Ilmodoincuiessodescriveilrapportotracomunisti,cattolicielaiciinEmiliaRomagnalasciaintenderechequest’areadelMsiadessoaspiriarappresentareisettoridisocietàchesireputanodelusidall’avvicinamen-todellaDcaicomunisti.Lascelta,ipoteticamenteconcorrenzialeneiconfrontidellaDc,èdovutaanchealfattochegliesponentidell’areamoderatademocristiana,comeForlani,dopolacampagnareferendariadel1974pongonounanettapregiudizialeantifascistacon-troquellechesigiudicanoessereleminacceeversivedelladestra[Tarchi1997,51].La contestazionedelmodello comunista avviene asserendone l’egemoniasullaDceilaici,ottenutamedianteunmodellodigestioneclientelaredelpotere.Il“sistema”comunistaèaccusatodivolersalvarelacooperazionedaunacrisichelacostringe«adiscenderedall’Emiliaversoilsud,finoaCivitavecchia»17.IlPciriassume,inquestocaso,iduemomentidellapolemicamissina,quelloanti-partitocraticoequelloanticomunista,invirtùdelfattochegovernalaregioneeleprincipaliamministrazionicomunali,ma,inlineadimassima,idueargomentipolemicinonpossonomuoversicongiuntamenteperchihacomeobiettivol’inse-rimentoeildialogoconalcunidiqueipartitiinfunzioneanticomunista.Almirantenonhaoppositoriconvintiecoerenti,mentrelasuaideadidestraèribaditaproprioinoccasionediuncomiziobologneseduranteilquale,nelmo-mento in cui tutti i partiti italiani denunciano il golpemilitare che rovescia ilgovernoAllende[Tosi2003,255],eglifariferimento«alviaggiodell’on.Tre-magliainCile,Argentina,BoliviadovelemassimeautoritàdiqueipaesihannofattointenderedivolercontribuireallalottadelledestreinEuropa».Larelazionedellaprefetturasulcomiziosottolinea,significativamente,comeAlmiranteabbiaintesoutilizzare«temiesloganstipicidiunfascismoantemarcia»pereccitareuna «platea acclamante composta quasi esclusivamente da giovani inclini piùall’azionesquadristicacheadunameditataazionepolitica».L’atteggiamentoèritenutoilfruttodiun’estremizzazionedell’azionemissinanelterritorioemilianocuicorrisponde«l’assenzasignificativadiRomualdi,inaltrecircostanzesempre
16 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.18, fasc. Msi affari generali e varie, telegramma del Prefetto Padalino, Bologna 24 dicem-bre 1973.17 Giuseppe Bonanni, Urbanistica di rapina, “Il Borghese”, 1 aprile 1973, p.829.
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alseguitodelSegretarionazionale»18,quindidelleadermissinoassociabileaunaideadidestranonnostalgica[Parlato2006,80].L’areaemilianaèquellaincuiAlmiranteèpiùattivoeinalcunedelleprovinceemilianel’attivismomissinoapparepiùvigoroso,comenelcasodiParma19.An-cheitonidell’asseantifascistasonopiùduriinquestacittàequandoèannunciatalariaperturadellasededellafederazioneprovincialedelMsi,lagiuntacomunale,nel gennaio 1974, emette un comunicato stampa «con cui si definisce ilMo-vimentosociale“partitoalbandodellalegalitàcostituzionaleedellacoscienzaciviledelpopoloitaliano”»20mentreallaprotestadelcomunesiuniscono«ipar-lamentarilocaliedirappresentantideipartitiantifascisti»21.L’attivismomissinoaParma,però,sembrapagare.Nel1972ilpartitosfiorail5%deivotiregistrandounaumentoconsistenterispettoal3%del196822,mentrenel1976ilcalodiqual-chedecimale,ilMsiraggiungeil4,18%deivoti,ècomunqueanalogoaquellocheilpartitosubiscealivellonazionale[Pino2013].LaRomagna,invece,èun’areaincuil’attivitàpoliticamissinasipresentacomepiùmoderataeaconnotazioneanticomunista,comenelcasodelseminariodistudideiquadridirigentidelFrontedellagioventù(Fdg)dell’EmiliaRomagna,dellaLombardiaedellaToscanatenutoaRavenna,dal3al4novembredel1974.L’ini-ziativaèfinalizzataaspiegarel’opposizionedelFdgaidecretidelegatiesensibi-lizzare«lemassestudentescheinprimoluogoel’opinionepubblicaingeneralesuglieffetticontroproducentiedeleteriperlasocietàitalianaevantaggiosiperilPci,cheintenderebbestrumentalizzaredettidecretiperiproprifini»23:unacampa-gnacollimanteconl’attivitàgiornalisticade“IlBorghese”chesioccupa,proprioinqueimesi,delsistemaeducativobolognesecontestandoneillibertarismo24.Ilreportagede“IlBorghese”sulcompromessostoricoinEmiliaRomagnaindicaulteriormentelaprospettivaperladestracuiguardaquestasuacomponente.Aidemocristianibolognesisiattribuisceun’ideadicittàche«nonèdissimiledaciò
18 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.16, fasc. Msi – Bologna e Provincia, relazione del Prefetto Padalino, Bologna 24 dicembre 1973.19 a Parma, il 16 marzo 1972, sono affissi ciclostilati dal titolo Il Sindaco delle Brigate Rosse contro aldo aniasi, in occasione della sua decisione di assegnare una medaglia di benemerenza civica al Commissario Calabresi. acs, Mig, Pp (1971-1975), b.19, fasc. Fdg, relazione del Prefetto Franzè, Parma 22 marzo 1973.20 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Parma e Provincia, relazione del Prefetto Longo, Parma 18 gennaio 1974.21 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Parma e Provincia, relazione del Prefetto Longo, Parma 18 gennaio 1974.22 Fonte Ministero dell’Interno – archivio storico delle elezioni.23 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.19, fasc. Msi - Fdg, relazione del Prefetto Manlio Maglioni, Ravenna 5 novembre 1974.24 Cfr. Piero Capello, Una trappola per i ceti medi, “Il Borghese”, 1 dicembre 1974, pp.1090-1.
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chevogliono i social comunisti»perchépropongonounapoliticadi pianifica-zionechecostringalepiccoleemedieimprese«asubordinarelelorosceltepro-duttivea“una generale politica di programmazione democratica”».Ilcompitodelladestra,conseguentemente,èdiaccattivarsiun’areadielettoratoeunbloccopoliticoestraneialcompromessostoricoepreoccupatidall’attivismoextra-parla-mentarenonchédalle«decinedimigliaiadiattivistiedicialtroniriunitiinpiazzaMaggiore»chehannoriempitodiinsulti«glioratoridellaDc,inoccasionedellacerimoniafunebresuccessivaall’attentatodell’Italicus»25.Difrontealpercorsodiavvicinamentoal“compromessostorico”eallastagionedeisuccessielettoralipiùimportantinellastoriadelPci–ilbiennio1975-1976– levarieanimechecompongonoilMsiprovanol’ultimotentativodinorma-lizzarsicomesoggettoorganizzatodell’anticomunismoattraversolaCostituentedidestrachesirivolgeall’anticomunismocattolicoeaisettoripiùconservatoridelmondoliberale[Tarchi1997,52-3].Ilnuovosoggettopoliticovedeconfluirenellefilemissine soloduepoliticidemocristiani–PuroGiaccheroeAgostinoGreggi–interpretidiuncattolicesimoconservatore[Ignazi1989,172].Acavallodellacostituzioneformalediquestomovimento,cheavvienenelnovembredel1975,inEmiliaRomagnasonoorganizzatedelleiniziativeperfornirgliunabaseterritoriale.Lereazionichesuscitanoquestitentativiconfermanounaspecificitàperareechedistingueilterritorioromagnolodaquelloemiliano.ARavenna,la«localefederazioneprovincialedelMsi»prendecontatti«conele-mentipoliticamenteconsiderati“indipendenti”o“dissidenti”dialtripartitieco-munqueditendenzespiccatamenteanticomunista,fraiqualiancherepubblicani,liberaliemonarchici,senzaraccogliere,però,alcunaformaleadesione»26.APar-ma,invece,leiniziativesegnalatesonotuttesbilanciateversoladestraradicale,quiintesacomequellapartedidestracheradicalizzal’isolamentodeineofascistie la critica alla democrazia, considerata una forma politica egualitaristica cherappresentaladecadenzadellasocietàoccidentale[Revelli1985].NelcomunediParmaècostituito«unpreteso“movimentosocialeautonomo”»dicuifapar-tePietroMontruccoli«giàcommissariostraordinariodiquestafederazionedelMsi»echecomeprimainiziativaprocede«allaraccoltadi150milaliredade-volvereafavoredeiresponsabilidell’omicidiodell’extraparlamentaredisinistraMarioLupo,recentementecondannatietuttoradetenuti»27,mentreilSegretario
25 Piero Capello, Il bacio della morte, “Il Borghese”, 24 novembre 1974, pp.988-9.26 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Ravenna e Provincia, relazione del Prefetto Manlio Maglio, 17 dicembre 1975.27 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Parma e Provincia, relazione del Prefetto Longo, Parma 10 ottobre 1975.
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provincialeAldoCollirassegnalesuedimissioniperprotestarecontrolanascitadellaCostituenteperchéservirebbesolo«adarerespiroallademocraziacristiana[...]percontrastarel’avanzatacomunista»28.TralecittàdiParmaeRavennasiconferma,fral’altro,quelladifferenzaintermi-nielettoralichefadellaprima,insiemeaPiacenza,l’areaemilianachepiùsiav-vicinaallepercentualiromagnoleediRavennaquellacheinvecesiavvicinapiùallepercentuali,particolarmentebasse,cheilMsiraggiungeinEmilia.UndatoimportanteècheaPredappio,luogodicultotraquellichedefinisconol’identitàneofascista,ilMsiraggiungelepercentualiregionalipiùconsistentiallepolitichedel1976conunapiccodell’8,37%eancheneicomunilimitrofiirisultatisonosignificativamentesuperioriallamediaregionale[Pino2013]:lastrategianostal-gicadiAlmirante,inquestearee,sembrafunzionare.IlMsi,però,nonèpiùper-cepitocomeunpericoloedèormaidivisoalsuointerno.Ilpartitoescesconfittosianelreferendumperildivorziosianelleamministrativedel1975.LaparaboladellapercezioneterritorialedelMsiediunpotenzialerischiofascistanellaregioneèadeguatamentecomprovataanchedall’indaginesulneofascismoinEmiliaRomagnacheècoordinatadalComitatoregionaleperilXXXAnniver-sariodellaResistenza,organoistituitoconleggeregionalen.10del4marzo1974.Tuttiipartiti,eccettoilMsi,figuranodentroquestocomitatoeciòconfermal’esi-stenzadiunvastoasseantifascista.Laminuziosadenunciadelleattivitàneofa-scisteevidenziacomeilpiccodelconflitto,nellaregione,siraggiungatrail1969eil1974.Ilquadrofornitosullesingoleprovinceconvergeconleinformazioniricavatetramitedocumentid’archivioeParmaeBolognaemergono,dall’indagi-ne,comelecittàapiùaltaintensitàconflittuale.Ilcapoluogoregionale,soprat-tutto,viveunaradicalizzazionedelloscontroancheperl’influenzadiunadestraeversivanonidentificabileconilMsi.AParma,invece,ilMsisembrerebbeesserepiùcoinvoltonegliscontri,oltrechedivisoalsuointerno.AModenaeReggioEmilia,purregistrandoun’attivitàterritorialedeineofascistimaggiorerispettoaquellatestimoniatatramiteidocumentidiarchivio,l’attivitàneofascistaècirco-scrittaesipreferiscel’azioneanonima,anchesetrail1972eil1973aumentanole provocazioni e gli scontri pubblici, compresi quelli a carattere violento.LenotizierelativeaPiacenza,FerraraeRavennaraccontanodiunconflittopoliticochepuòesseredefinitofisiologico,manel ravennate si registraunaescalationnelcorsodel1973checulminaconl’uccisionediAdrianoSalvini, il7 luglio.Forlì,invece,sicaratterizzacomelaprovinciaromagnolaincuisonopiùevidentiicaratterinostalgicidellapresenzamissina.Daquestoquadro,confrontatocon
28 acs, Mig, Pp (1971-1975), b.17, fasc. Msi – Parma e Provincia, relazione del Prefetto Longo, Parma 29 ottobre 1975.
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irisultatielettoralideisingoliterritori,sipuòdedurrecheladinamicadelcon-sensoneofascistanondipendainmododeterministicodall’intensitàdelconflitto.Areediinsediamentoelettoraledidiscretolivello,comeParmaePiacenza,sonopressochéagliantipodipertipologiadipresenzaterritoriale–conflittualelapre-senzanelparmense,pressochésilenziosaquellanelpiacentino–anchesevièunacertamaggiorecapacitàdicreareconsensonelleareetrans-provinciali(Parma,Bologna,Forlì)incuiilMsipresidiaspazipubblici,compresispazidiconflittopubblico,piùampi.IlcicloconflittualedeglianniSettantaèchiusodalbiennio1973-74,mentreneiprimiquattromesidel1975vi sono intereprovince (ReggioEmilia,Modena,Ferrara)incuilenotiziediattivitàneofascistesulterritoriorasentanol’irrilevan-za[Comitatoregionaleper ilXXXAnniversariodellaResistenza1976,I].Unsegnaledeldisinteresse,ricavatodalladocumentazioned’archivio,ècheinunacittàcomeBolognaacontestarelanascitadellalocalesezionedellaCostituentedidestracisiasoloungruppodiLottacontinua29.L’osservatorioemiliano-romagnoloèutileanchepercomprenderequantoAlmirantevedanellaCostituenteunespedientetatticoperprenderetemponelmomentoincuilacomponentemoderatadelpartitoèschieratacontrodilui.Sedifronteallaplateadell’hotelBaglionidiBologna,convocataperpresentarelaCostituente,Almiranteattribuisceilsensodell’operazioneal«bisognodiunadestramodernaedefficiente,nellostessotempoanticomunistaegarantedell’ordineedellagiustiziasociale»,ilgiornosuccessivo,duranteunaconferenzaneilocalidellafederazionebolognese,eglifissaperilMsil’obiettivodi«eliminareognidubbiocircal’unità,lacompattez-zadelpartito»edi«delineareunastrategiapoliticataledanonalienarsilesimpatiedivecchinostalgiciedigiovaniinclinipiùallalottaapertachenonallariflessionepolitica».Almirantesabenechel’anticomunismoèunodeisentimentiinalienabilidellabasemissinaevifaricorsoquandoaffermachel’obiettivodellaCostituenteèdi«creareunfronteunicotaledacontenereerespingerel’offensivacomunista»30,maquestoanticomunismovienevissutocomefunzioneditestimonianzarispettoaunPaesedacuicisiconsideraesclusiperchéèfondatosull’antifascismo.
29 Cfr. acs, Mig, Pp (1975-1980), b.11, fasc. Msi – Bologna, telegramma del Prefetto Padalino, Bologna 8 marzo 1976.30 acs, Mig, Pp (1975-1980), b.11, fasc. Msi – Bologna, relazione del Prefetto Padalino, Bologna 11 marzo 1976.
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2. L’esclusione legittimata del Msi tra apogeo e crisi del para-digma antifascista (1976-1983)
Leelezionipolitichedel1976segnanounnettoarretramentodelMsi,mentreidemocristianiriesconoamantenereintattoilpropriobloccoelettorale.LaDcevi-tailsorpassocomunistaconunacostruzionedellecandidaturedilistachecercadirappresentareunsettorediborghesiaanticomunistaepotenzialmentedidestra[Craveri1995,806]cuiguardanoimoderatidelMsi.Ilrisultatoacceleralafor-mazionedellacorrentediDn,chearrivainpochimesiascindersidalpartito.LascissioneprivailMsidellamaggioranzadeiparlamentariediparteconsistentedeiconsiglierineglientilocali[Ignazi1989,178-9],maciòagevolaunricambiodiclassedirigenteconlacooptazionedigiovaniviciniadAlmiranteeanchedisuoioppositori[Tarchi1997,61].Lascissione, inoltre,avvienedopocheAlmirantehaconcentratoinmodopressochécesaristicoipoterisullafiguradelSegretarionazionaleconilIX(1970)eilXcongresso(1973)[Tarchi1997,42-50].IlSegre-tariodelMsipuòcontrollarelastrutturadelpartitoeaffrontaredaunaposizionediforzaquestafrattura.Letrasformazionistatutarie,soprattutto,vannotenuteinconto quando si affronta il temadel rapporto tra centro e periferia nelMsi.Èprobabilecheesseagevolino,nelleareeaconsensoristretto,unadinamicagerar-chicaeverticaletraleduepolarità,comeaccadenelcasodell’EmiliaRomagna,incuiapparepressochéimmediatoilriflessodellapoliticanazionaledelpartitoedellesuecorrentisull’attivitàterritoriale.Proprioinvirtùdiquestorapportotranazionaleelocalenelleareeaconsensoristretto,l’osservatoriolocaleemiliano-romagnoloèutilepercomprenderecomeilMsiaffrontilascissione.Ilcentrodelpartitoprovaarecuperarel’attivismogiovaniledelladestraradicalepervincerelasfidaconDn,seguendounindirizzonazionalecheglialmirantianiattuerannotrail1977eil1979,mentrelanormalizzazionedeirautianielamarginalizzazionedellaNuovadestradiventerannopiùspeditedopocheDnsisaràrivelataun’operazioneelettoralmenteinconsistente[Ignazi1989,180-1;Tarchi1995,127-39].Nelcasodellafederazionebolognese,laPrefetturanotificache,dopolastragediAccaLarentia,«alcuniappartenentialFronte,edinparticolaregliexordinovistiPioliRodolfoeCostaLuigi,sostenitoridella“lineadura”,sisarebberofattipro-motoridialcuneiniziativegiudicateinopportuneecontroproducentidaidirigentilocalidelPartitoalpuntodiprovocareunafratturafraglistessiegliappartenential “FrontedellaGioventù”».FilippoBerselli, cheè commissario straordinariodellafederazionebologneseeperilPrefettotrovasostenitori«nell’alaromualdia-
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nadelpartito»,chiedeloscioglimentodellafederazioneadAlmiranteche«inve-stitodelproblema,nonha[...]presoalcunadecisioneinmerito»31.IlMsi,inoltre,superaagevolmentelasfidalanciatadaDnsiaalivellonazionalesianellaregione.InRomagna,tral’altro,Dnsiattestaallo0,22%eaRavennasuperaastentolo0,1%32,mentreleareeincuiilMsimantieneunelettoratosigni-ficativamentesuperioreallamediasono,fattaeccezioneperilcasodiPiacenza,quellepiùdistantidallecintureurbane–Fiumalbo,Pievepelago–e,al solito,Predappioeicomunilimitrofi[Pino2013].L’XI (1977)e ilXII (1979)congressodelMsi rinforzano la leadershipdiAl-mirantementreilbienniocheliseparasegnalacrisideigovernidisolidarietànazionale e il ritornodelPci all’opposizione. Il rischio comunista, in Italia, èdepotenziatomentre lastrategiadell’isolamentodal“sistema”diviene il sensocomunecheilSegretariodelMsiconsegnaalpartito.Ladocumentazionedisponibileperilnostrocasodistudioconfermacheanchesuiterritorisiriflettequestadinamicaconfermandocomela“lottaalsistema”di-vengalessicocondiviso,perquantodiversamentedeclinato,delleduecomponen-tipiùrobustedelMsi[Ignazi1989,207-13].IlprefettodiBologna,adesempio,riferiscecheilconsigliereregionaledelMsiAlessandroMazzanti,nelcorsodiun’iniziativasuglientilocalisvoltasinelgennaiodel1979,attribuisceall’accor-do«delle forze politiche “del così detto arco costituzionale”»un’occupazionedelleistituzionipubblichechelasciaunospaziovastissimoadisposizionedelleopposizioniconl’obiettivodiconseguire«ilsuperamentodella“pesantediscri-minazioneantifascista”»daesseesercitata33.L’isolamentosistemicocontribuisceadismettereogniresidualepauradirischiofascista,vistochelastrategiadelMsisifondaorasulrifiutoaprioristicodelcoin-volgimentoinalleanzedigovernoinfunzioneanticomunista.Untornantedecisivopercomprenderecomeagiscaquestasortadi“isolamentolegittimante”,echesicollocatrastorianazionaleeregionaledelMsi,èindividuabilenellastragediBo-lognadel2agosto1980.LareazionedelPciallastrage,adesempio,rivelaquantosigiudichimarginaleilpesopotenzialedelMsipereventualideriveadestra.Lamatricedell’attentato,su“l’Unità”,èsubitoattribuitaaifascisti,nellospecifi-coaiNucleiarmatirivoluzionari(Nar),el’attentatoècollegatoaquellodell’Ita-licus.Nelcorsodiunbreveexcursussullasituazionegiudiziariarelativaaquesta
31 acs, Mig, Pp (1975-1980), b.11, fasc. Msi – Bologna, relazione del Prefetto Padalino, Bologna 16 febbraio 1978.32 Fonte Ministero dell’Interno – archivio storico delle elezioni.33 acs, Mig, Pp (1975-1980), b.11, fasc. Msi – Bologna, relazione del Prefetto Boccia, Bologna 2 febbraio 1979.
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seconda strage, è definita«sconcertante» l’assoluzio-nedialcuni«mazzieri»34mis-sini,purnonfacendocennoauncoinvolgimentodirettodelMsi.Ilcollegamentoconambientimissinièsoloindi-retto. L’organo ufficiale delPciinsistesullaconnessionetra frange estremiste di de-stra–Ordinenuovoprima,iNaradesso–eunsistemadi«appoggipolitici,ideologiciedeconomici»alcentrodella«“strategiadellatensione”deglianniSettanta»35.Nell’intervistachePecchioli, responsabiledellasezione“Problemidellostato”delpartito,rilasciaaUgoBaduelduegiornidopol’attentato,ildirigentecomuni-stasostienechelabombaèstatamessaperdeterminareunattaccoalleistituzionidemocratiche,nellasperanzacheavvenga«qualcosadisimile»allospostamentoelettoraleadestraverificatosinelbiennio1971-72.Pecchioli,però,condannapre-ventivamenteogniescalationdiviolenzacontroimissini,deprecandol’attaccoallesedidelMsi,ediffidadall’utilizzarelastragecome«coperturaperritorsioniimprontateaunalogicaaltrettantoaberrante»36.IlsegretariodelPciBerlinguer,ilgiornoseguente,indicaisettoridelgovernooi“poteriforti”,piùcheilneofasci-smo,quandodeveindividuarepossibilimandantidiunattentatocuisiattribuisceilfinedispostareadestral’assepoliticodelPaese:
IlprolungarsidiunquadrodiincertezzapoliticaediinettitudinealverticedelPa-esefavorisceobiettivamentespinteeversiveeantidemocratiche.Selecoserestanocomesonoèinevitabilecheunapartedeigruppidominantieanchedelpersonalepoliticoedigovernolavoriperpreparareunasoluzionepiùadestra[...]cercandodi illudereunapartedelPaesechesipossacolmareinquestomodoilvuotodidirezioneoggiesistente37.
34 Senza firma, Sei anni fa l’“Italicus”: fascisti rinviati a giudizio, “l’Unità”, 3 agosto 1980, p. 4.35 Se. c., Nar: “Siamo stati noi, in onore di Tuti”, “l’Unità”, 3 agosto 1980, p.4.36 Ugo Baduel, Intervista a Pecchioli, “l’Unità”, 4 agosto 1980, pp.1-4.37 Enrico Berlinguer, Senza timone, “l’Unità”, 5 agosto 1980, p.1.
Afus, f. Msi, s. Isc, Documentazione storica del Msi, propa-ganda elettorale, immagine 68
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A questa linea si asso-cia anche Alfredo Rei-chlin che riconduce imandanti più probabilia delle menti raffinateche usano il terrorismoper determinare l’esclu-sione dei comunisti dalgoverno38. La pregiudi-ziale antimissina sem-bra relativamente piùforte a livello locale. Insenoalconsigliocomu-nale, il3agosto1980, i«consiglieri di sinistra»e «quello del Pri» ab-bandonano «immediata-mentel’aula»quandosialza«aparlareilrappre-sentante del Msi»39, maciò vuol dire, però, chedemocristiani e liberalinonliseguono.
IlPci,agiudicaredallereazioni immediate,sembrerebbeconsiderare lastragediBolognaunodeiveicolidelsuoisolamentodaun’alleanzadigovernoincuiagisceunapregiudizialeanticomunistaeilbloccodimaggioranzachedeterminaquella esclusionediviene il veronemico. Ilmodo in cui ilPci legge la stragenell’immediatoè, inoltre,analogoallamemoriachedell’attentatoèpreservatanellasocietàbologneseenell’Associazionedeifamiliaridellevittime.Inentram-biicasiallastragesiattribuisceunamatricefascista,maladenunciapiùpesanteèrivoltaalleistituzioniseèverocheiltonoprevalenteneidiscorsicommemora-tivi«ècostantementeneglianniquellodelladenunciainrelazioneaidepistaggi,alsegretodistato,allesentenzeingiusteoancoraaltrattamentoingiustosubitodallevittimeedailorofamiliari»[Tota2003,78].Lamemoriadellastragecol-local’eventotragiconondentrounpotenzialerischiofascista,semmailoricorda
38 Cfr. alfredo Reichlin, Ciò che non si vuole vedere, “l’Unità”, 6 agosto 1980, p.1.39 Bruno Enriotti, In Comune tutte le voci di Bologna che resiste, “l’Unità”, 4 agosto 1980, p.2.
Afus, f. Msi, s. Isc, Documentazione storica del Msi, propagan-da elettorale, immagine 99
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comeunodeisegnalideldisfacimentodiunostatogovernatodapartitichesonocomunqueatradizioneantifascista:lastrage,allora,noninvertelacrisidelpara-digmaantifascista,nériannodainessitraipartitichevifannoriferimento.Il lessico anti-antifascista guadagna in intensità nella comunicazione politicamissinanelcorsodeglianniOttanta.LeduecorrentiprincipalicheanimanoildibattitointernoalMsi–quellaalmirantianaequellarautiana–sonoaccomunatedaunavisioneolisticadellacrisidelsistemachetrapassadaipartitiallasocietà.Imodellidipartitocuifannoriferimentoquesteduecorrenti,però,sonoeviden-tementediversi.IlMsipensatodaAlmiranteèunastrutturaverticisticachehabisognodiattivareilmilitantedall’altoelotieneasévicinograziealrichiamonostalgicoeacampagned’opinionesulleemergenzechedivoltainvoltasiriten-gonoperturbarelasocietàitaliana.IlpartitocuipensalacorrentediRautideveagiremediante“associazioniparallele”einverteilruolotraverticeemilitanzavolutodaglialmirantiani[Ignazi1989,213-8;Tarchi1997,67-8].LadestradiAlmiranterimaneunadestrad’ordinedaltrattopopulistaelecampagnedimo-bilitazionechepropone,comelaraccoltadifirmeafavoredellapenadimorte,rientranoinquestoalveomentresonoirricevibilipermovimenti,comelaNuovadestra,chevengonomessifuoridalMsiproprioperlalorocontrarietàaquesteiniziative[Tarchi1995,138-9].Ladestrarautianapreferisceintervenireconmo-bilitazionicherichiamanoleemergenzesocialipiùeclatanti,soprattuttoquellecheinteressanoigiovani–lapiagadellatossicodipendenzaadesempio[Ignazi1989,216]–esirisolvonoanch’esseprevalentementeincampagned’opinionevistoloscarsosuccessodelle“associazioniparallele”.L’adozionediunmodellopolitico che simuove in entrambi i casi per campagned’opinione, indicaunacertaconvergenzadelMsiversounmodellodiazionepoliticasperimentatoperprimo,inItalia,dalPartitoradicale[Mastropaolo2000,55-7],machesiespande-ràbenoltrequestaculturapoliticaecostituiràunadelleformedellareazioneallacrisidelmodellopartitotradizionale.Nelcasodistudiodell’EmiliaRomagna,l’attivitàterritorialerifletteleindicazio-nicheledueprincipalicorrentifornisconodalcentro.Iltipodicampagnad’opi-nione chehapiù successo è sicuramentequelloprivilegiatodalla componentemovimentistadelpartitoeciòpuòsuggerirechelaminoranzamissinariescaaincidere territorialmente sulla vita dell’organizzazione anchenella fase cesari-sticadelMsialmirantiano.LeiniziativesvoltedalMsisulterritorioemilianoeromagnolotestimonianodiunanettainclinazioneallapolemicaanti-sistemica.AParma,adesempio,nelgennaiodel1983èorganizzatauna«conferenzadibattitosutemaildrammadelladroga»chegiàdalsottotitolo–«responsabilitàdelregi-
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meepropostealternativedelladestra»40–indicacomeilMsivogliadiffonderecapillarmenteunarappresentazionedelsistema-Italiacomeintrinsecamentecor-rottoapartiredalsuoverticepoliticoantifascistaeperquesto“partitocratico”.Cambianosignificativamenteesiriduconoanchelecontestazionialdirittodeineofascisti di svolgere pubblicamente le proprie iniziative. Il 4 dicembre del1982,RautiorganizzaunconvegnoaBolognasultemadelladroga,dasvolgerealquartiereMarconi.Sebbenelaconferenzasaràsospesaperevitarescontri,lecontro-manifestazioninonsispecificanoinsensoantifascista,macontestanoalMsilasuacollocazioneatlantica,vistocheessesiriassumonoin«unincontrodibattitosuproblemidesaparecidosargentini»einunatappadellamarciadellapacedaMilanoaComiso41.Lapolemicaantipartitocraticaeildeclinodell’influenzacomunistasullapoliticanazionalesonofattoricheconsentonoalMsiunmaggiorespaziod’azione.Lescarnenotiziedicontestazionialle iniziativemissinesono tutteattribuiteaorganizzazionimarginali,comenelcasodiuncomiziodiAlmiranteorganizzatoaFaenzanelmarzodel1983,cheprovoca l’affissionedimanifestidiprotestadapartediDemocraziaproletaria42.Èopportunosottolinearecomedaprovincechefinoadallorahannoprodottobenpochenotizieriguardol’attivitàterritorialeneofascista,ReggioEmiliaadesempio,arrivinocomunicazionipiùrilevantiri-guardocomizieiniziativetematichedelpartito.LaprefetturadiReggioEmilia,nell’ottobredel1982,notifica lo svolgimentodiuncomiziocittadinoalqualepartecipano«circa500simpatizzanti,oltregruppettocontestatoridebitamentete-nutoatdistanzadaforzeordine»43,mentrenelgennaiodel1983Rautisvolgeuna«conferenzaorganizzatasudiffusionestupefacentidalocalefederazioneMsi-DnpressosalaconvegnialbergoAstoria»cuipartecipano«circa100persone»44.IlMsiconducelasuapolemicacontrola“democraziadeipartiti”nelmomentoincuiper laprimavoltasenericonosce la legittimitàeffettivacomepartitoeCraxine riceveunadelegazioneper leconsultazioni sulla formazionedel suoprimogoverno[Ignazi1989,219-38].La“legittimazione”delMsiavvienenel
40 Cfr. acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – Parma, telegramma del Prefetto Materia e del Questore tronca, Parma 28 gennaio 1983.41 acs, Mig, Pp (1981-1985), b.10, fasc. Msi – Bologna, telegramma del Prefetto Carrubba, Bologna 4 dicembre 1982.42 Cfr. acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – Ravenna, telegramma del Questore Epifani, Ravenna 2 marzo 1983.43 acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – Reggio Emilia, telegramma del Prefetto augusto Isgrò, Reggio Emilia 29 ottobre 1982.44 acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – Reggio Emilia, telegramma del Prefetto augusto Isgrò, Reggio Emilia 30 gennaio 1983.
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momentoincuiisoggettiprincipalidella“democraziadeipartiti”siesercitanoarimettereindiscussionesestessi,secondodinamichecheperalcuniinterpre-tiagevolanoquandononportanodirettamentealcrollodellaprimaRepubblica[Cafagna1993,131;Mastropaolo2000,10-6]affermandonelacrisinonreversi-biledifronteall’opinionepubblica.LanormalizzazionedellapresenzadelMsinoncorrispondeaunasuaavanzataelettoralemaèindicedell’indebolimentodelnessoantifascistatraipartitiitalia-ni.Lapenetrazionediunmodellode-ideologicodiaggregazionepoliticaelacri-sistorico-politicadelparadigmaantifascistaprobabilmenteagevolanol’allarga-mentodeglispaziditolleranzaperilMovimentosociale.TraisintomidellacrisidelparadigmaantifascistasiinserisconolemanifestazioniperilcentenariodellanascitadiMussolinicuiilpartitodedicaungrandeimpegnoorganizzativo45.LecelebrazionipartonodaPredappio,il29lugliodel1983,difrontea«circa5000persone convenute con30pullmans et 400 auto»mentre si rende«necessariointerventocontingenteo.p.forzapubblicapercontenereanimositàpiccoligruppiestremistidestrache tentavanodare iniziomanifestazioniapologetichecessatoregime»46.L’iniziativasimuovepertappe,unadellequalièsvoltanelnovembredel1983aBolognapressolasalaEuropadelPalazzodeicongressieallaqua-lepartecipano«circa800persone,provenientidalleprincipalicittàdell’EmiliaRomagna»47.Lacelebrazionedelcentenariosegnalailfeticismonostalgicodelladestraalmi-rantianaelasuaincapacitàdiripensarsipoliticamenteoltreilritualismodell’iden-titàeladefinizionediunnemicosistemicochesempredipiùèidentificatocolsistemadeipartitienoncolcomunismo,almenosulloscenarioitaliano.L’inizia-tiva,però,èancheindicedell’indebolimentodiunsensocomuneantifascista,seèverochelemanifestazionicelebrativesisvolgonoinparteconsistenteesenzacontestazionidirilievoancheinEmiliaRomagna.
45 È significativo di un certo disinteresse verso questa iniziativa che l’associazione familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, nel documento stilato il 21 ottobre del 1982 che chiede di bloccare le celebrazioni in Emilia Romagna, sottolinei con preoccupazione che «non si siano ancora elevate, sulla stampa, proteste e opposizioni a questo disegno» considerato «provocatorio e minaccioso [...] verso tutti gli italiani democratici». acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – affari Generali (ag), relazione del capo di gabinetto del Ministero dell’Interno per il dipartimento di P.s., Roma 10 novembre 1982.46 acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – ag, telegramma Prefetto Boccuccia, Forlì 29 luglio 1983.47 acs, Mig, Pp (1981-1985), b.11, fasc. Msi – ag, relazione del Prefetto Carrubba, Bologna 8 novembre 1983.
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3. Conclusioni
LacelebrazionedelcentesimoanniversariodellanascitadiMussolinièun’opera-zionecomprensibilesesihapresenteilmodoincuiAlmiranteimmaginailMsi:unsoggettopoliticoa riferimentonostalgico.Lanostalgiapresupponechedelfascismosiassimiliilmito,nonlarealtàstorica.Ineofascistinonpartecipanochetangenzialmenteoper ragionielettoralialdibattitosufascismoeantifascismochematuraapartiredallametàdeglianniSettantaeduraalmenofinoallafinedellaprimaRepubblica.LacommemorazionedellanascitadiMussolinièpiùchealtrounritocomunitario,perquantoallargatoancheafigurediespertichecolmondodelneofascismononhannonullaachevedere,comeRenzoDeFelice.L’iniziativa,però,nonsolononèoggettodicontestazionimaavvienesubitodopoleelezionipolitichedel26giugnodel1983,cherappresentanounsignificativosuccessoperilMsi.Riguardoilnostrocasodistudio,ilMsiraggiungeil10,33%deivotiaPredap-pio,quartocomunedellaregionedopoFiumalbo(16,04%),Nibbiano(11,8%)eBorghi(10,73%)[Pino2013].Perciòcheriguardagliequilibriterritorialitraledueareedellaregione,perlaprimavoltailMsiinterritorioemilianosuperalepercentualiottenuteinRomagna48,soprattuttograzieagliottimirisultatiottenutiaPiacenza[Pino2013].Ildatoelettoraleelosvolgimentodellecelebrazionisonoelementiche,perquan-tomarginalipossanosembrare,sicollocanotraquellicheinqueldecenniose-gnalanononsolol’indebolimentodell’antifascismocomecollantetraculturepo-litichemaancheilfattoche,inItalia,sistiadiffondendounnuovosensocomunediffidenterispettoallademocraziadeipartiti.Lareazioneistituzionaleaquestosensocomunesfocianelritornoaformulepolitichetradizionali–ilpentapartitocomeformadicentrismo[Craveri2003,13]–cheblandisconol’elettoratouti-lizzandoglistrumentidelwelfarestateedell’interventopubblicopiuttostocherispondereall’urgenzadimodernizzarequeglistrumenti[BarcaeTrento1997,226-32].Lepolemichesullariformadelsistemarepubblicanoesul“mito”fon-dativodellaRepubblicaindubbiamenteconvergonodentrolacriticaallastrutturapartitica [Mastropaolo2000,23-5], inunpaese in cui, inoltre, tra il 1973e il1993itassidiinsoddisfazioneversoilsistemapoliticosonodoppirispettoallealtredemocrazieeuropee[MorlinoeTarchi1996,41-63].Ciòpuòfareipotizzarechelacrisidellademocraziadeipartitiedellostessoparadigmaantifascistanon
48 Nella circoscrizione emiliana il Msi arriva al 3,79%, in quella romagnola si attesta al 3,71%. Fonte Ministero dell’Interno – archivio storico delle elezioni.
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sia fruttodiundibattito intellettualee/odell’introduzionediunnuovo lessicopolitico,madei limitidiquelmodellodi frontealle trasformazioniche le suecondizionidipossibilitàaffrontanotralasecondametàdeglianniSessantaelaprimametàdeglianniSettanta.Sequestomodelloreggeconaltepercentualidiconsensoèperchélaformapartitocuifannoriferimentoèunfattoreaggreganteasé:unmezzoefficace,poderosoeimitatoanchedaisuoiantagonisti,mentrelasuacrisièancheunacrisidisenso,difinigenerali,unavoltaesauritisiquellicheforgianoilcompromessodemocraticoe“antifascista”.L’indebolimentodelsensocomuneantifascistapuòavercomportatofenomenidilarvatarivalutazionedelfascismochevannoindagatinellalorospecificitàsto-rica.InItalia,comeabbiamovisto,èrilevabileunatolleranza,istituzionaleedipopolo,versocelebrazioni–ilcentenariodellanascitadelfondatoredelfasci-smo–dicuièdifficiletrovarel’analogoincontestieuropeiassimilabiliaquelloitalianoeilriferimentopiùevidenteèalcasotedesco.Possiamoalloraipotizzarechesidiffonda,neglianniOttanta,unavolgarizzazionedaitrattigiustificatoridelfascismocome“regimed’ordine”,dipintocomerapidoquandononefficiente,dicontroaunmodello,quellodemocratico-parlamentare,chesfocianellaipertrofiadialettica, in una contrattazione permanente che dilata i tempi della decisionepolitica. Inuna rappresentazionesiffattaè facileche lanaturaantidemocraticae antiparlamentare del fascismofinisca con l’assumere un tratto positivo ed ènecessariostudiareafondoquestaimmaginevolgarizzatadelfascismoperchéèpossibilecheinessaemergaunaculturapoliticaestesabenoltreilconfinedellacomunitàmissina.L’utilizzodiunadescrizionedelfascismo,cheusacomedi-scrimineleleggirazziali,propostadaimportantiuominipoliticirappresentatividellasecondaRepubblica,èindicediunsensocomunecuisifariferimentonontantoperrimettereinpiediun’ideologiamorta,quantoperproporreunsistemapoliticoincuiilmodellopartitico-parlamentarepuòesseresostituitodaundiret-tismochelegapotereesecutivoesocietàcivile.Inquestaaccezioneisegnalidicrisidell’antifascismo,passibilidiessereregistratiancheinunaregionechediantifascismoèpermeata,preannuncianoladefinizionediunmitofondativoalter-nativoaquelloantifascistaepensatoperunanuovarepubblica.
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E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview41pp. 109-126
Questo articolo è stato sottoposto a un processo di double blind peer review
Bologna e il Welfare locale, appunti per una storia
MattEO tROILO
Ancora oggi il welfare locale continua ad essere un tema chiave in una città tra le più svi-luppate in Italia e con tradizioni politiche radicate. In questo articolo si pone l’attenzione sull’amministrazione di Bologna e sulla classe politica che l’ha governata in maniera quasi ininterrotta dal dopoguerra. Si analizzeranno in maniera sintetica le politiche mes-se in atto e il dibattito interno ai partiti di sinistra sulla necessità di mantenere, rinforzare o limitare le politiche del welfare cittadino.
Even today, the local welfare continues to be a key issue in Bologna, a city among the most developed in Italy and with rooted political traditions. This article focuses on the public administration of Bologna and on the politicians that governed it during a long pe-riod after the war. We will analyze the policies and the internal debate in the Left parties about the need of maintaining, strengthening or limiting the welfare policies in the town.
1. Introduzione
L’EmiliaRomagna,piùdialtreregionidelnordItalia,èstatacontraddistintaperiprimidecennideldopoguerradaunfortunatoequilibriofraeconomia,societàepolitica.Aun’organizzazioneproduttivadiffusa,basatasupiccoleemedieimpre-se,s’èaggiuntaun’elevatapartecipazioneallavitapolitica.Ilrisultatointerminisocialièstatomoltopositivoinparticolareperlamancanzadiunastrutturadiclassenonpolarizzatacomeinaltrerealtà.Èperquestomotivocheil“modelloemiliano”,descrittodastudiosiegiornalisti,sembravaavertrovatoproprionelwelfare localeunadelle sue caratteristichepiù forti e identificative. InEmilia
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Romagna,sinoaglianniSettanta, ilwelfareaveva infatti rinvenutoun terrenomolto fertilegrazieallapresenzadiunbenesserediffusoediuna societàconpochedivisioni.ApartiredaglianniSettanta lasituazionesocialecomplessivadellaregioneèperòiniziataacambiare:senelsistemaproduttivolaregionehaconservatoisuoitrattipeculiari,conunastrutturasolidafattadipiccoleemedieimprese,questononsièverificatonellapoliticaenellasocietà.Coniltempoècalatalapartecipazionepolitica,equellecaratteristichevirtuosechecaratterizza-vanolaregionealivellosocialesonoandatediminuendod’importanza[Balzani1997,639-46].NonostanteciòilwelfarelocalecontinuaaessereuntemachiaveperunaregionetralepiùsviluppateinItaliaecontradizionipoliticheradicate.NeèlaprovaildibattitochesièsvoltonellacittàdiBolognanellaprimaveradel2013,sucomeimpiegarelerisorsefinanziarecomunaliintemadiscuoledell’infanzia.Acon-fermadiquestointeressenellostessoperiodosièsvoltounreferendumchehaportatolamaggiorpartedeivotantiasceglierediinvestireifondiperlescuoleversoleistituzionipubbliche,bocciandol’opzionedidarliancheallescuolepa-ritarieprivateinconvenzioneconilcomune.In questo articolo si vuole porre l’attenzione sull’amministrazionediBolognaesullaclassepoliticachel’hagovernatainmanieraquasiininterrottadaldopo-guerra.Sianalizzerannoinmanierasinteticalepolitichemesseinattoeildibatti-tointernoaipartitidisinistrasullanecessitàdimantenere,rinforzareolimitarelepolitichedelwelfarecittadino.Siinizieràperòdandounadefinizionediwelfarestateediwelfarelocaleinparticolare.
2. Una definizione di “welfare”
Ilwelfarestateèunfenomenocomplessochenelcorsodellastoriacontemporaneasièevolutoindifferentimodi.Questalocuzioneandrebbeinrealtàcollocatainunpreci-soperiodostorico,quelloimmediatamentesuccessivoallaSecondaguerramondiale,ealristrettoambitobritannico.ÈinfattinelRegnoUnitocheilterminenasceevieneusatonell’immediatodopoguerraincontrapposizioneallaparolawarfare,utilizzataquest’ultimaperdefinireilfabbisognoeconomicodelconflitto.Inquegliannigrazieall’operadiWilliamBeveridgesisuperòlaprecedenteimpostazionedellepolitichesociali imperniatesuschemiprevalentementeoccupazionali,diretticioèa tutelaresolocolorochepartecipavanoinprimapersonanell’accantonamentodifondiver-sandoipropricontributi,ovveroilavoratori.Siaffermòquindiunnuovoprincipiouniversalista,voltoatutelaretuttiicittadinienonsolodeterminatecategorie,assi-curandoservizistandardefinanziatiattraversolafiscalità[ContieSilei2005,101].
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Negliultimianniperòconilconcettodiwelfarestatesiintendedescriveretuttiiprogrammidiinterventostatalechenelrecentepassatosonostaticreatiinfavoredeicittadiniechefornisconoserviziritenutiessenzialinelleeconomieocciden-tali.Laparola“welfare”èandataquindiasostituireoasovrapporsialtermine“statosociale”conilqualeglistoriciintendevanoqueiprogrammidiinterventod’ambitosocialebenprecedentiallanascitadelwelfareuniversalistabritannico.Perquestomotivoglistoricihannodatodelwelfarestatesempreunadefinizionemoltogenerica,chehaperòilvantaggiodiesseremoltoampiaeabbracciarevaricampid’interventochehannoassuntovalenzeeconnotazionidiverseasecondadeiperiodistorici.Ladefinizionedatainun’operadisintesidaglistoriciitalianiFulvioContieGianniSileiappartieneinpienoaquestomododiconsiderareilwelfarestate:
Conl’espressioneStatosocialeoWelfarestates’intendeoggil’insiemediinizia-tiveassuntedaivaripaesinell’ambitodell’assistenza,dellaprevidenza,dell’istru-zione,dellasanitàepiùingeneraleperlatuteladeipropricittadini[ContieSilei2005,9].
La definizione degli storici, di tipo descrittivo, ha il vantaggio di considerareilwelfarecomeunelementocomuneatutti ipaesisviluppati, inquantofruttodellosviluppoeconomicoeindustrialeedellanecessitàdioffrireunarispostaaiproblemisollevatidall’economiadimercato.Ognipaesehainfattirealizzatoilpropriopercorsoinmanieradifferente,arrivandoperòaconvergereinrisultaticomuniinunageneraleprotezionedellapersona.Illimitediquestadefinizioneriguardagliaspettipoliticidelwelfareeinparti-colare l’importanzachequestohaassuntonelcaratterizzaregli elementidellostatomoderno.Ipolitologinegliannihannoinfattiinsistitomoltosulfattocheunodeicompitidellostatomodernoèproprioquellodiprovvederealbenesseredeipropri cittadini, inquantodotatidi cittadinanza. Ilwelfare state inoltrehacontribuitonotevolmentealrafforzamentodellostatoforgiandoipropricittadini.SicomprendecosìmeglioilsensodelladefinizionedatadalpolitologoestoricotedescoGerardRitter:
TraicompitidelloStatosocialenonc’èsoltantolagaranziadellasicurezzasocialedelsingolo,realizzataconmisuredituteladelredditoincasodivecchiaia,inva-lidità,malattia,infortunioedisoccupazione,congliassegnifamiliari,conl’assi-stenzasanitariael’ediliziasociale.SonotipichedelloStatosocialeanchelemisu-revolteadeguagliarelediversepossibilitàinizialidelsingolo,conl’istruzioneelaformazionestataleelaredistribuzioneparzialedelredditodapartedelsistemafiscale,nonchéconlaregolamentazionedelmercatodellavoroeconprovvedi-mentidituteladellecondizionilavorative[Ritter1996,21].
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Oltreagli storicieaipolitologi, sonostati soprattutto i sociologigli scienziatisocialichesisonodedicatidipiùallostudiodelwelfarestate.Inquestosensoisociologihannoavutoilvantaggiodiesserestatiiprimiacomprenderelaneces-sitàdistudiareilwelfarecomeunsistemacheabbracciavapiùsettorid’interven-toecheandavaaldilàdeisemplicicasinazionali.L’analisidelwelfarecomeununicosistemadiprotezioneeformazionedelcittadinohacosìpermessol’elabo-razionediimportantiteorieevolutivechenespieganolapresenzanellesocietàoccidentalieindustrializzateelasuaquasicompletaassenzainsocietàpovereomenosviluppate.Inquestomodoisociologisonostatitraiprimiaindividuarecaratteri comuni nei vari sistemi diwelfare che sono stati utili per impostareanalisi di tipocomparato tra i paesioccidentali; tali elementi hannopermessoanchedicomprenderelediverseevoluzionistoriche.Negliannileriflessioniso-ciologiche si sonoallargateall’utilizzodimetodiquantitativi, affiancati aipiùclassicimetodiqualitativi,dandomaggiorepesoall’usodellascienzastatistica.Sonostateutilizzatecosìallostessotempovariabilisocio-economiche(livellodiindustrializzazione,diurbanizzazione,dicrescitadelPiltotaleodelPilprocapi-te,strutturademografica)evariabilipolitico-istituzionali(laforzadelleorganiz-zazioniedeipartitididiversaispirazioneideologica,ilgradodicentralizzazioneamministrativa,gliassetticostituzionalioilgradodicorporativismo)eillivellodimobilitàsociale[Ferrera1993,19-42].Lavorandosupiùaspettiisociologisonoarrivaticoniltempoacreareunadefi-nizioneancorapiùampiacheabbracciasialatuteladeicittadininelmomentodelbisogno(comenelladefinizionedatadaglistorici),sialaformazionedelcittadinocomepartedellanazione(comenelladefinizionedeipolitologi),macheunisceancheidoveridelcittadinocomepartefondamentaledelwelfarestate.Ladefini-zioneinquestionefuelaboratadaJensAlbernel1988eleggermentemodificatadalsociologoitalianoMaurizioFerrera:
Il“welfarestate”èuninsiemediinterventipubbliciconnessialprocessodimo-dernizzazione, iquali fornisconoprotezionesottoformadiassistenza,assicura-zioneesicurezzasociale,introducendofral’altrospecificidirittisocialinelcasodieventiprestabilitinonchéspecificidoveridicontribuzionefinanziaria [Alber1988;Ferrera1993,49].
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3. Il dibattito nazionale sul welfare e il suo sviluppo in Emilia Romagna
AllafinedellaSecondaguerramondialeildibattitopoliticonazionalesuisistemidiwelfareruotòtuttointornoalruolodellostatorelegandoinsecondopianoladimensionelocale.NeglianniCinquantaeSessantainrealtàicomunitornaronoalcentrodelproblemasuduefronti,chedivenneroiprincipalicampid’interven-todelwelfarelocale:l’assistenzasociale,inparticolareaglianzianieallepersoneconscarsoreddito,el’istruzioneperl’infanzia.Fuilrapidocambiamentosocialeedeconomico,derivantedall’incrementodellapopolazioneedallosviluppoin-dustriale,aporrenuovesfidealleamministrazionilocali.Fupropriol’autonomialasciatadalloStatoaicomuniapermettereinalcunerealtàlocali,comel’EmiliaRomagna, la realizzazionedi strutture assistenziali e scuolematerne di nuovaconcezioneconrisultatiincerticasiall’avanguardia[Magagnoli,SigmaneTrion-fini2003;Panighi2012].Aldilàdeisingolicasilocali,nelcampodellepoliticheassistenzialiladimen-sionemunicipalehasempre rappresentato il fulcrodel sistema, sia in fasege-stionalecheinfasedecisionale,questoancheprimacheildecretodelPresidentedellaRepubblican.616del1977regolasselamateriadandomaggiorifunzioniamministrativeaglientilocali.Illivellonazionaleèsemprestatopiùdebolepoi-chéinteressatoa interveniresualtre tematichedelwelfarecomelaprevidenzasociale,soprattuttolepensioni,elasanità.Siècosìverificatol’intensificarsidiunadifferenzatraiservizigestitieregolatidallostatocentraleequellisottoilcontrollodeglienticomunali.Periprimi,purconovviedifferenzetraleregioni,siècomunqueattenuatoquelfortedivarioregionalecheesistevanell’immediatodopoguerra,ciòinvecenonèavvenutoperiservizigestitialivellolocale.NeglianniSettantaacomplicareilquadroèarrivataanchelapresenzadeglientiregio-ne,aiqualisonostatiaffidaticoniltempoiservizisanitari.Sulletematichedicuisièsinoraparlatoillivellodecisionalecomunaleèrimastomoltoforte,tantochealcunistudiosisonoarrivatiamettereindubbiol’esistenzadiunlivellonaziona-ledidecisionesostanzialesutemicomel’assistenzaaglianziani,aidisabilieaibambiniinetàprescolare[Dente(ed.)1990].Il ruolofondamentaledell’EmiliaRomagnanellepolitichediwelfare localecièconfermatoanchedallerilevazionistatistichepiùrecenti(elaboratesudatidel2008),chemettonoinevidenzacomequestarisultiessere,considerandol’aggre-gatodeisingolicomuni,laregioneastatutoordinariocheharegistratolaspesapiùaltaperinterventieservizisociali.Sopral’EmiliaRomagnavisonoinfatti
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soltantoleprovinceautonomediTrentoeBolzano,laValled’Aosta,ilFriuliVe-neziaGiuliaelaSardegna,tutterealtàastatutospeciale[Istat2011].Nonèsemplicefareundiscorsoregionalesulletematichedelwelfare,perché,comes’èdettoinprecedenza,questevengonogestiteingranpartedaicomuni.Èperòpossibileporrel’attenzionesualcuniaspettichehannoinfluitonellaregio-neemiliano-romagnolanelcomporreunquadropositivonell’ambitonazionale.Sitrattadielementiutiliancheperunconfrontotraivarisviluppiregionalidelwelfareesonoinparticolare:losviluppoeconomico,laculturapolitica,losvi-luppodemograficoeiltessutosociale.Talielementidicomparazionesonostatiintrodottinegliultimidecennidaisociologipercompierestudiparallelisuvarimodellidiwelfareintrodottiindifferentipaesi[Alber1982;Baldwin1990].Perquantoriguardalosviluppoeconomicol’EmiliaRomagnahavissutopertuttoilXXsecolounprocessodiforteindustrializzazionechel’haportataaraggiun-gereneltemporegionicheavevanolivellidipartenzamigliori,comelaLombar-dia.Soprattuttonelsecondodopoguerralosviluppoeconomiconelterritoriofucertamenteparticolare,questoinfattieracaratterizzatodallapresenzadiunvastonumerodipiccoleemedieimprese.Taleelementohalimitatoquellafratturaso-cialecherisultòinvecepiùpresenteinaltreregioniecontribuìacrearepiùchealtroveunaclassemediadiffusabisognosadiservizidiwelfareefficientieallaportataditutti[Zamagni1997].L’industrializzazioneeilconseguentesviluppoeconomicopermiseroquindi di creare, oltre alla domandadi servizi, anche lerisorsenecessarieallorofinanziamento.Questaèstataunacondizionesenzalaqualeilmodelloemilianodiwelfarenonsisarebbepotutosviluppare.Rispettoadaltreregionidelnordallosviluppoeconomicosiunìunacondizionesocialeparticolarenellaqualelequestionidelwelfaredivennerotraleprincipalialivellodidibattitopolitico.Altroelementofondamentaleperlosviluppodellepolitichediwelfareèperl’ap-puntolaculturapoliticapermeatanelterritorio.Questainfluiscedaunlatonellaconflittualitàsociale,chespingealcambiamentoattraversolerivendicazioni,edall’altronell’ideologiadelleélitealpotere,cheeffettivamenteprendonolede-cisionidigoverno.Intalsensoilterritorioemilianosiaprimachedopoilfasci-smoèstatocaratterizzatodaunastrettaunionetraladimensionerivendicativaequellapropositiva.Ciòsièespressoinconflittisindacalidiffusiediuncertorilievoedall’altraparteindecisionipoliticherilevantipresedauncetopoliticodisponibileadarerispostaallerivendicazioni[DeMaria2013].Ancheinquestocasolaregioneemilianahaavutounosviluppoparticolareinquantolapossibi-litàdidarerispostaalleesigenzedellapopolazioneinfattodiservizi localihaconsentitospessodi“alzarelaposta”nellerivendicazioni,arrivandoarisultati
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dieccellenzanontoccatiinaltriterritori.Leamministrazionilavoraronoperlamodernizzazionedellospaziourbanodotandolecittàdiserviziimportanti,efi-nironoperdareunpesoeffettivoaiproblemideicittadini.Laregionedominavaad esempio la ribalta nazionale dellemunicipalizzate con l’assunzione direttadeiservizipubblici.Ilsostegnoallepiccoleemedieimpreseattraversoserviziefficienti,una lungimirantepoliticadelle infrastrutture, ilpotenziamentodiunsistemaeducativofunzionalealmondodellavoro,servironoaporreilwelfareinprimopianonellepolitichemunicipali.Unruoloimportanteintalsensologioca-ronoancheimovimentifemministibenradicatinellaregioneecheportaronoilmondopoliticolocaleaun’attenzioneparticolareperqueiservizi,comegliasilinido,fondamentaliperlepariopportunità[Addabboetal.2011].L’urbanizzazioneelastrutturademograficasonoaltretematichechehannocon-dizionatolosviluppodeiwelfarelocaliecheancheinEmiliaRomagnahannoportatoarisultatiparticolari.Nelterritorioregionalel’urbanizzazioneeragiàfor-teprimadell’Unitàedelledueguerremondiali,esierasviluppatasucentridiri-lievomanonsugrandissimecittà.Lapopolazioneeraincrescitagiàapartiredal1861conpochissimaemigrazione,casoraronelpanoramaitaliano,conilrisulta-todiarrivareneglianniSessantaeSettantaalivellidinatalitàmoltoaltirispettoadaltreregioni.Difronteadunapopolazioneconmoltifigligliamministratorilocalidovetterorisponderefattivamenteallanecessitàdidareserviziall’infanziaeaigenitori.Latransizionedemografica,conladiminuzionedellanatalità,siècompiutapiùtardirispettoallivellonazionalemaèdiventatapiùrapidarispettoalrestodelpaese.Oggilapopolazioneregionaleèpiùvecchiarispettoallamedianazionale e ciòha contribuito a impostare, inunquadrovirtuoso, le politichesocialiversoiserviziaglianziani[DelPanta1997].L’ultimoelementodidefinizionedeiwelfareregionalièquellodeltessutosocia-le,intesocomel’insiemedisoggettiestraneisiaalsettorepubblicocheaquellopiùpropriamenteprivato, ingradodiproporresoluzioni importantiaproblemireali.Glientisenzascopodilucroaffondanoleradicinellaculturadiquestare-gionegiàapartiredalMedioevo,fasestoricachevedelacostituzionedientisialaicichereligiosiconfinalitàdiassistenzaecarità.Neisecoliaseguirevedonolaluce,inunaprospettivadidifesadellecategorieeconomichepiùdeboli,imontidipietà,esuccessivamente,peroffrireunamaggioretuteladellefascemenofortiafrontedelbruscopassaggiodaun’economiaessenzialmenteagricolaaunapreva-lentementeindustriale,lesocietàdimutuosoccorso,lebanchepopolari,lecassedirisparmioequellerurali.Siaprimachedopol’Unitàiterritoricheoggicostitu-isconolaregioneEmiliaRomagnapresentavanonumerialtinelcosiddetto“terzosettore”,segnodiunarealtàche,giàprimadell’esistenzadelwelfarestate,aveva
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unimportanterapportotrailsistemaproduttivoelaprotezionesocialedeilavora-toriepiùingeneraledeicittadini.Questaereditàèfondamentaleancorpiùoggi,inunafase,comequellaattuale,nellaqualeèvisibileilgradualeritirodell’inter-ventopubblicoafavoredel“terzosettore”[Ridolfi1997;Varni1998;Carboni,MuzzarellieZamagni2005;DeMaria2008;CarbonieMuzzarelli2012].
4. Il welfare a Bologna tra gli anni Cinquanta e Sessanta
Dopoavervistoilpercorsostoricoregionaleandiamoafocalizzarel’attenzionesuBologna,unacittànellaqualeintuttoildopoguerraildibattitopoliticoegliinterventidell’amministrazionecomunaleraggiunserolivellidiqualitàassentiinaltrigrandicapoluoghiregionali.Trail1951eil1961Bolognacrescealritmodioltre10.000personeall’anno,inproporzionesecondasoloaTorino.Lacrescitaèquasiinteramentefruttodelsaldomigratorio.Sononucleifamigliariprovenientiper lamaggiorpartedalle campagneedallemontagnedellaprovincia edellaregione.Sicreanocosìnellacittàareedinuovaurbanizzazionerealizzateproprioperaccogliereinuoviarrivati.Gliimmigratiincrementaronosoprattuttoiltessutooperaio,maancheillavoroimpiegatizioeilcommercio,mostrandodiomoge-neizzarsineicomportamentidemograficiesocialiconl’ambienteincuiandaronoacollocarsi.Lalocalizzazionedeigruppisocialisidisposeinmodoconcentricoattornoalnucleodelcentrourbano,lasciandolefasceconminoredisponibilitàeconomicanellezonedinuovaurbanizzazione[Bellettini1984].Ilbenesseredellacittàsivedevasulpianodeiconsumiprivati:ibolognesisupe-ravanolemedienazionaliintuttelevoci,anchequelleriguardantiletelecomuni-cazioni,leautomobilielecasediproprietà.Mentrenel1951soloil14,8%delleabitazionieranooccupateinproprietà,nel1961unterzodellefamigliebolognesipossedevalacasadoveabitava(conunapercentualedel24,1%nelcentrostorico,madiquasiil35%nellaperiferiapopolare,comeBorgoPanigale,einquellapiùborghesedellezoneMazzinieMurri)[Parisini2010,165-77].BolognadiventòneglianniCinquantaeSessantaunmodellodisviluppodelleamministrazionilocaliancheperilpartitocomunistanazionale.Losipuòleggeresull’organonazionaledelpartito,“l’Unità”,sulqualevengonospessotessutelelodidell’amministrazionebolognesenellasuaoperainfavoredelleclassisocialipiùpovere1.
1 Perché il costo della vita è più basso a Bologna che a Milano, “l’Unità”, 8 gennaio 1955.
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Le tematichedelwelfare locale, soprattutto apartiredagli anniSessanta, di-venneroparticolarmentecentralineldibattitopolitico.Traquesteacquistòim-portanzalaquestionedegliasilinido,chesulmodellodialtripaesieuropei,inparticolarequellidelnordEuropa,avrebberodovutorisponderealleesigenzediunasocietàinfortecambiamento.InItaliailproblemaeralasciatoancoranellemani dell’Onmi (Opera nazionalematernità e infanzia), un’istituzione creataduranteilregimefascistaeconun’organizzazionechefacevamoltafaticaari-spondereaproblematichebendiversenegliannidel“boom”,comequelladive-nireincontroalleesigenzediunapopolazionelavorativafemminileinaumento.Conunasedecentraleetantealtreinambitolocalel’Onminonpotevaspingereversopolitichepiùradicali infavoredeltemadellamaternità.Fucosìchesuquestetematicheleamministrazionilocalilavoraronoinpienaautonomiadandodifferentirisultatisulpanoramanazionale.Bolognafutraleprimegrandicittàadarevitaaprogettidiasilinidoconsperimentazionipoiapplicateancheinaltrerealtà.ComehannorilevatoinunrecentesaggioPatriziaBattilanieFrancescaFaurièproprioapartiredalla secondametàdeglianniSessantache le spesecomplessivecomunali(calcolatesututto il territorio italiano)per l’assistenzae per l’istruzione (inclusi asili nido e scuolematerne) aumentarono inmodosignificativo.Molti dei servizi all’infanzia, in origine pensati per le famigliepovereoindifficoltà,assunserolavalenzadiinvestimentoincapitaleumanoconl’obiettivodiarrivareallacrescitaeconomicaesocialedelterritorio.FuinquestiannicheuncomunecomeBolognarisposeallacrescitademograficaconlacreazionediservizi.Aquestosiaggiunseovviamentelamaggiorepossibilitàdispesaresapossibiledallacrescitaeconomicaedall’adozionedipolitichedideficitspending[BattilanieFauri2013].Bolognadiventòancheuncentrosimbolicodellelotteinfavoredellacreazionediserviziperl’infanziafinanziatidallostato.Nonèquindiuncasosenel1964l’as-sembleadell’Unionedonneitaliane(Udi)sullatematicadegliasilinidosisvolseproprionelcapoluogoemiliano.Inquestaoccasionel’Udichiedevalanascitadiunareteorganicadiasilinidoinquantoilsistemaeradeltuttoinsufficienteperleesigenzediunapopolazioneincrescita.Sicalcolavainfatticheaquelladatalestrutturefosserosoltantounacinquantinacontrounbisognosempremaggiore.Leproposteapparivanochiare:
Unpuntonodaledellabattagliaattualmentecondottadalledonneitalianeperunamodernaecapillaredistribuzionediquegliimportantiservizisocialichesonogliasilinidoèquellorelativoallaloroprogrammazionechedeveessereaffidataaglientilocali:loStatodevepresentarsicomeilfinanziatoreeilcoordinatoredell’in-terainiziativa,lasciandoperòaprovinceecomuni(ealleregioniquandosarannounarealtà)l’elaborazioneelasceltadegliinsediamentisecondounavisionelocale
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piùprecisaeapprofondita2.
Untemaquestochefualcentro,semprenel1964,anchedel“Febbraiopedago-gicobolognese”arrivatoallaterzaedizione,manifestazionenellaqualevenivanodescrittelericerchepromossedall’assessoratoall’istruzionedelcapoluogo.Unadellepropostefatteeraproprioquelladifarpartirelacreazionediunasilonidopilotainognicittà3.Fugrazieaquesta fasedipreparazioneche la retecomunalediasilinido,perbambinida0a3anni,divennedaglianniSettantainpoimoltostrutturata.Laclassepoliticabolognese,cosìcome leamministrazionidialtrecittàemiliane,portòavantiun’ideaparticolarediasilonidopiùvicina,almenointeoria,almo-dellonord-europeo.Naticomeservizisocialiperfarefronteallenuoveesigen-zedellefamiglie,equindirivoltiallacustodiadeifiglidellemadri lavoratrici,gliasilinidosisonotrasformaticonil tempoinluoghiconnaturapedagogicaericreativa.ABolognas’èquindidiffusadatempol’ideachel’asilonidononcostituiscasoltantounasoluzioneperlacustodiadeibambini,maun’occasioneimportanteperlemadri,anchesenonlavoratrici,diaveremaggioreautonomia.Comevedremo,con ilpassaredeglianni si impose l’esigenzadidifferenziarel’offertadiserviziallaprimainfanziaalfineditrasformaretaliluoghisemprepiùincentrieducativi.
5. Gli anni Settanta e Ottanta
ApartiredaglianniSettantasiaprìancheunanuovafasenazionaledellepolitichediwelfare.Unperiodononfacile,inquantobasatosullanecessitàdifarconvive-reaspettativesempremaggioridellapopolazioneversoqualitàecoperturadiser-viziconledifficoltàeconomichedeibilancilocali.Apartiredallasecondametàdeldecenniosiincominciòinfattiamettereindiscussioneneiprincipalipaesioc-cidentalilostatosocialeeisuoimeccanismidifunzionamento.Imotiviallabasediquestacrisieranomolteplici:unafasedicrescitaeconomicapiùlentarispettoaquelladeidecenniprecedentie laconseguentedifficoltàafinanziare l’interosistemadiwelfarepubblico;icambiamentinelmondodellavoroel’iniziodelpassaggiodaunsocietàfordistaaunapost-industriale;icambiamentinellade-mografiaenellestrutturefamigliariconl’emergeredinuoveesigenze.Purcon
2 In tutta Italia soltanto 50 gli asili nido, “l’Unità”, 14 dicembre 1964.3 Bologna: al lavoro con le famiglie 1964, “l’Unità”, 3 aprile 1964.
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moltedifferenzeecontraddizionifudaquestoperiodoinpoicheiniziòaperdereterrenol’ideadiunwelfareadominazionepubblica,sostituitogradualmente,so-prattuttoalivellolocale,daserviziprivati[Castronovo2000;Revelli2001].Proprio in questi anni in Emilia Romagna emersero importanti tendenze cheavrebberoportatoauncambiamentonell’impostazionedellepolitichesociali.ApartiredaglianniSettantasiesaurìquellaspintademograficacheavevaportatolaregioneatassidinatalitàmoltoaltieanzinelgirodipocosipassòallasituazioneopposta.L’EmiliaRomagnadiventòcosìunadelleregioniconpiùbassanatalitàd’Europa,maancheconlivellidimortalitàtraipiùbassiinItalia.NonostantequestetendenzedaglianniSettantaaoggilaregionenonhaconosciutouncalodemografico inquanto l’immigrazione,nazionaleepiùdi recentestraniera,hariequilibratoilsaldodemografico.Ilcalodellenascitee lamaggiorelongevitàhannoportatoauninvecchiamentodellaregionesulivellimaiconosciutiprimaesoprattuttoconunavelocitàmaggiorerispettoagranparted’Italia.Questofeno-menohaavutoimportanticonseguenzesull’organizzazionedeiservizisocialiesullepoliticherelative.Letrasformazionidemograficheedell’istitutofamigliarehannoavutoconseguenzedinonpococontoanchesullacondizionedellafasciadi popolazione anziana. L’invecchiamento della popolazione ha prodotto nonsolounincrementoassolutodelnumerodipersonedellaterzaetàmaanchedellefamigliecompostedisolianziani;allostessotempoèaumentatoilbisognodias-sistenzaedèdiminuitalapossibilitàperlefamigliedisoddisfarleallorointerno[DaRoiteCastegnaro2004].Tornandoperòalleproblematichedeibilancicomunalièimportantenotarecomenel1970lanuovaamministrazioneguidatadaRenatoZangherisipresentòsubitodenunciandounasituazionefinanziariadifficile:
Presentandoilbilanciodiprevisioneperil1971,occorreinquadrarelaproblema-ticachelosottendeinunesamedellasituazionedicrisiincuiversaoggi,inItalia,la finanza locale.Una crisi cui non sfuggononeppure quei comuni che ancoramantengonoilbilancio inpareggio:vi ricadonoanzi,allorchécostretti,acausadellasituazionefinanziariagenerale,anoncompierespesesocialmenteproduttive,anonadottaremisurediespansioneedisviluppoeconomicoeculturale[ComunediBologna1970,6].
DaunlatoilsindacoZangherivolevadenunciarelamancanzadell’apportofinan-ziariostataleversoqueiservizicheeranolasciatiinmanoaicomuni,dall’altrosiintroducevalapossibilitàdiiniziarealimitarel’incrementodellespeseinservizichedallafinedellaguerraeranoandatiincontinuoaumento.Dalpuntodivistapoliticosutemicomeinidid’infanzial’attenzionerestavacomun-quealta.Traledirezionid’investimentonell’assistenzaaiminorisidicevainfatti:
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Impegnomassimoperlasoluzionedelproblemadeinidid’infanzia,avendopre-sentelanecessità(eperciòconilpropositodichiarato)dicoinvolgereinquestagrande battaglia civile e sociale tutti i gruppi sociali interessati, in primissimoluogoleclassilavoratrici,ilorosindacatieleloroorganizzazionidibase,stantelaenormedimensionesocialeedeconomicachelaquestionehaassuntoedilrapidomaturaredellacoscienzadeilavoratoriedeicittadiniinquestadirezione[ComunediBologna1970,30].
Nel1974 “l’Unità” confierezza citavaun articolodel “NewYorkTimes”nelqualesitessevanolelodidiBolognacomecittàefficienteinunpanoramaitalianocaratterizzatoinvecedaunageneraleinefficienza.Inquestocasol’articolo,piùchesullepolitichedell’infanzia,poneval’accentosoprattuttosullemisured’aiutoinfavoredellaterzaetà.Sidescrivevanocosìicentridiassistenzaperanzianieglisgravicuiavevanodiritto,comelatesseradiliberacircolazionesugliautobusperipensionaticonbassoreddito4.
6. Dagli anni Novanta a oggi
GlianniNovantacostituironounmomentodiprofondatrasformazionepolitica,destinatoaportaremutamentivisibilisiainambitonazionalechelocale.Questatrasformazioneebbedueprincipalifattori:lacrisideipartitipoliticitradizionaliel’azionedellamagistraturacontrolacorruzionepolitico-amministrativa.Lacrisidelleforzepolitichecheavevanodominatolascenaneidecenniprecedentiportòalla scomparsanel girodi pochi anni dellaDemocrazia cristiana e delPartitosocialista.IlPartitocomunistasieratrasformatogiànelgennaio1991nelParti-
todemocraticodellasinistra(Pds), ponendosi esplicita-mente come partito rifor-mista e di governo anche alivellonazionale.ABolognail Pds arrivò a un’allean-za non certo scontata con iPopolari, eredi della parteprogressista democristiana,e questa scaturì nell’intesaelettorale del 1995 quando,perlaprimavoltadaldopo-
4 Marzullo K., Perché Bologna funziona. Inchiesta su una città diversa, “l’Unità”, 9 ottobre 1974.
Fonte: Comune di Bologna 1994
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guerra,sigiunseall’elezionedirettadelsindaco.Nella relazione al bilancioconsuntivo del 1993 il co-mune di Bologna con unacertaenfasimostrava inap-pendice alcuni dati di con-frontiterritorialisuinidielescuoled’infanziaconl’orgo-gliodipresentareancoraunprimato su altri capoluoghiregionali. Va sottolineatocomequestoconfrontovenivafattosolosuquestotemaenonsualtrineiqualiovviamenteilcapoluogofelsineononpotevadisporrediunsimileprimato[Co-munediBologna1994].Il1993èunannocheabbiamosceltononpercaso,perchéèl’ultimonelqualeilcoinvolgimentodelcomunediBolognanellagestionedegliasiliètotale.Risaleinfattiall’annosuccessivo,il1994,laconvenzionefattadalnuovosindacoWal-terVitali,subentratodaunannoaRenzoImbeni,conalcunestruttureeducativeprivatecattoliche.Fuquestouncambiodi impostazionepoliticamolto impor-tanteperchédifattofacevafinireilmonopoliopubblicosullestrutturecomunali,destinandofinanziamentiancheai soggettiprivati.Questogesto rappresentavainoltreuncambiamento ideologicoimportante,eraunsostanzialesegnodiav-vicinamentoversoquelmondocattolicocon ilquale inuoviamministratoridisinistrainiziavanoacostruireunrapportodicollaborazione, laddovespessovierastatacontrapposizione.Giàalcunianniprima,nell’ambitoistituzionaleregionaleeranatal’esigenzadidifferenziare l’offerta di servizi alla prima infanzia alfinedi incontrarenuovibisognisocialinonsoddisfattidallestrutturedeiniditradizionali.Lasperimen-tazionediserviziintegratividaaffiancareainidirisaleinEmiliaRomagnaallaLeggeregionalen.27del14agosto1989,resaeffettivadiversiannipiùtardi,nel1997,conlarealizzazionediserviziperlaprimainfanziacomei“Centribam-binigenitori”egli“Spazibambini”.Nel2001siregistraronoiseguentirisultati:il91%deicomunidellaregioneeradotatodiasilinido,mentreil66%potevacontareanchesuserviziintegrativialnido.Adimostrazionedicomequesteisti-tuzionifosserolasciateinmanoesclusivaalleamministrazionicomunalisidevesegnalarecomeproprioicomunipiùpiccolisidimostravanointalsensomenovirtuosirispettoaquellidimedio-grandidimensioni.Asupportoparzialedique-
Fonte: Comune di Bologna 1994
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stadebolezzaèintervenutol’enteregioneconinvestimentiesollecitazionimiratearenderepiùstrutturatalaretedeiservizisulterritorio.DallasuafondazioneinpoilaregioneEmiliaRomagnahaportatoinfattiunaiutoimportanteagliasilinidodellepiccole realtà (i comuni conmenodi15.000abitanti) intervenendoancheasostegnodellespesedigestione.Seilconfrontoconaltreregionièdeci-samenteafavoredell’EmiliaRomagna,cisonocomunquedeilimitirappresentatidallapresenzadilunghelistediattesaedaunoscostamentosignificativofrapostidisponibilinellestruttureefamigliecherichiedonoilservizio.Questestrutturesonoingradodidarerispostaaoltreil20%dellapopolazioneresidentecompresatra0e3anni,malascianocomunquefuorituttoilresto[Ecchiaetal.2001].IdatidimetàanniNovantasuinidid’infanziatestimoniavanoledifferenzeall’in-ternodellaregionetralevarieprovincie.Lapercentualedellapopolazioneregio-naletra0e3anniaventeunpostoalnidod’infanziaeradel19,6%.QuestamediaregionalederivavadalmassimodellaprovinciadiBologna(25,5%)edalminimodellaprovinciadiPiacenza(10,6%).Andamentidifferentitraleprovincieeranovisibilianchenellavalutazionedell’adeguatezzadelserviziorispettoall’effettivarichiesta:idatiinquestocasoandavanodalmassimodiFerraraconil91,5%,alminimodiRiminiconil66%.Èquestounindicatoremoltointeressanteperchéinrealtàcondizionatodallapropensioneallarichiestadellevarieprovincie,unfattorequest’ultimoinfluenzatodaelementiculturali.LaprovinciadiPiacenza,adesempio,puravendo ilminornumerodi strutture riuscivaa soddisfarepiùdell’84%dellerichiesteafrontediunadomandadimenodel15%traigenito-rideineonatiresidenti.LaprovinciadiBolognaalcontrario,oltreadavereunimportantenumerodiasilinido,avevaancheun’alta richiesta (aldi sopradel30%deineonatiresidenti).Lalungatradizioneinfattodiserviziperl’infanziaaBolognahacosìinfluenzatoancheculturalmenteiresidentichevedononell’asi-lonidopubblicounservizioimportantedasfruttarequandopossibile.Laddoveinregioneiservizisonosemprestatipiùscarsianchelarichiestaèrimastapiùbassa.Differenzesimilisiregistranoanchealivellonazionaleeinparticolaretraleregionidelnordequelledelsud,dovel’assistenzaaibambinialdisottodeitreannièlasciataprincipalmenteallefamiglie[AscoliePavolini2001;Saraceno2003;DelBocaeRosina2009].DaglianniNovantainpoiprofondimutamentisonoemersinell’organizzazionedeigovernilocali;sonostatiintrodottimeccanismidigestione,ispiratiamodellimanagerialidelleimpreseprivate,orientatiamigliorareilgradodiefficienzaediefficaciadell’amministrazione.ÈneglianniNovantasoprattuttochesiaffer-mal’ideadellepubblicheamministrazionicomeluoghidiefficienza inquantogovernati daprincipi valutati più efficaci nel ridurre gli sprechi.L’impiegodi
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modellimanagerialièstatointrodottopervenireincontroall’esigenzadicrearespazidiautonomiadelladirigenzarispettoallapolitica,oltrecheperfavorireunamentalitàeunaculturaamministrativadifferentidaquellisinoadallorapraticati[Battistelli1998].DuranteglianniNovantaperòanchelasocietàcivilemostravasegnidicambia-mento.Comes’èdettofuinquestoperiodochesiconsolidòquelvastomondochevasottoilnomedi“terzosettore”echesièespressoinfenomenicomeilvo-lontariatoorganizzato,lacooperazionesocialeel’associazionismo.Questerealtàhannomostratounafortecrescitaquantitativa,unamaggiorestrutturazioneeuncrescentelivellodiprofessionalità,oltrecheunriconoscimentoformaledapartedellostatoedell’opinionepubblica.Lacrescitadel“terzosettore”erainiziatanelcorsodeglianniSettanta,sierasviluppataneldecenniosuccessivoearrivòaunafasediulterioreradicamentoematurazionetraglianniNovantaeilDuemila.Aseguitodellacrisidellaspesapubblicaedellaconseguentediminuzionedell’in-tervento statalenel settoredelwelfare, si èassistitoaungradualemutamentodiruolodeglientinon-profit,chiamatisemprepiùaporrerimedioallacrisidelwelfare nella produzione dei servizi. Il “terzo settore” nelle sue varie compo-nenti si presentaquindi attualmente comeunodegli attori che a livello localepartecipamaggiormente alla creazione del sistema diwelfare.La legislazionepiùrecentenonsolohafornitoalleorganizzazioninon-profitunriconoscimentoformale,malehasottoposteacriteripiùstringentieselettivinellaconcessionedeifinanziamenti.Ciòhafattosìchebuonapartedelleorganizzazionidi“terzosettore”abbianoiniziatoinquestiultimianniadagireinambitisemprepiùtecni-ci.[D’AcuntoeMusella1995;Bova2009].
7. Conclusioni
Bologna, nonostante i molti cambiamenti nell’impostazione delle politiche diwelfare, resta una città fortemente legata a queste tematiche. Le coalizioni disinistrachel’hannogovernatahannosempreposto,sianelleparolecheneifatti,grandeenfasi sui temidell’assistenzaallapersona. Inuna fase incui ibilancicomunali lo permettevano il comune bolognese ha investitomolto nella crea-zionediasilinidoenell’assistenzaaglianziani.Quandoquestocicloespansivohainiziatoaveniremeno,laclassepoliticabolognesehacomunquedatovitaasperimentazioniinteressanticheancheinquestocasosonostatepreseamodellodaaltrerealtàterritoriali.Informeancoraunavoltaproprie,Bolognaharispostoaunanecessitàdicambiamentochevenivadalpanoramanazionale.Laspesaso-cialeodiernadelcomunebolognesevaquindiinquadratanelprocessodiriforma
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delwelfarestatechenegliultimidecennisistaarticolandoinItalia,unprocessochehapresospuntodalproblemadellacompatibilitàeconomicadelsistemaconibilancinazionalielocali.AncheaBolognalatendenzaèquindiquelladitagliaremoltiservizidiambitosocialeconconseguenzenonsemprefacilidagestire.Allostessotempo,però,larichiestadiservizièaumentataproprioinconseguenzadiunpanoramapoliticoeculturalebendispostoversocertepolitichediwelfare.Siècosìvenutoacreareunasortadiparadosso:èlievitatalarichiestadiquantitàequalitàdiserviziallepersonemasièfattastradaladifficoltàdimantenerneglielevaticosti.Lasfidadel futuroperBolognasaràquelladiconservareglialtistandard elevati che hanno caratterizzato ilwelfare cittadino, ben inserito nelmodelloregionale,aumentandolacollaborazioneconleistituzioninon-profiteconglientiprivati.
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Risorse
Archiviostoricoon-linede“l’Unità”:http://archivio.unita.it
IntervistadiPaolaFurlanall’exsindacoValterVitali:http://www.comune.bologna.it/sto-riaamministrativa/media/files/vitali_intervista.pdf
E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview2pp. 127-140
La critica socialista al “modello emiliano”. Un ricordo, trent’anni dopo
FRaNCO PIRO
Franco Piro, storico dell’economia e intellettuale socialista, torna a riflettere sul “mo-dello emiliano”, oltre trent’anni dopo lo choc del 1977 e il convegno bolognese del 1978. Conclusa la sua parabola, il modello può oggi essere adeguatamente analizzato e perio-dizzato, recuperando alcuni spunti critici di allora, sulla staticità e l’autoritarismo del Pci; ma anche approfittando di una nuova generazione di studi, più attenta al legame tra piano nazionale e livello locale.
Franco Piro, economic historian and socialist intellectual, comes back to reflect on the “Emilian model”, more than thirty years after the shock of 1977 and the conference in Bologna in 1978. Today, out of this experience, the model can be properly analyzed and periodized, recovering some critical opinions at the time, about the static and the autho-ritarianism of the Communist Party, but also taking advantage of a new generation of studies, more attentive to the relationship between the national level and local.
Sièassistitodirecenteaunanuovafiorituradistudistoricisul“modelloemilia-no”,conunosforzoencomiabiledirintracciarneleorigininellungoperiodo.Fragliesempidasegnalare,neldicembre2010siètenutoaPalazzod’AccursioilconvegnoBologna Futuro. Socialità, sviluppo, uguaglianza: il “modello emilia-no” alla sfida del XXI secolo[DeMaria(ed.)2012],cuihannofattoseguitounprimoapprofondimentonell’ottobre2011,sempreaBologna[Chiaricati2012],eunsecondonelmaggio2012,aModena,pressolaFacoltàdiEconomia“MarcoBiagi”[Giordani2012].
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1. alle origini del “modello emiliano”
Unostudiosochesièparticolarmenteimpegnatonelladescrizioneenell’interpre-tazionedel“modello”nellastoriad’ItaliaèCarloDeMaria,secondoilqualeleoriginisonodarintracciarenelleconseguenzedellariformaelettoraledel1889enellanuovadinamicafrasocietàcivileerappresentanzapolitica.Senzaalcundub-bioquellofuuncrinaledisvoltacheconsentedicomprendereunacaratteristicaessenziale: il“modelloemiliano”sièdefinito,concaratteristichediverse,nellefasidisviluppo,comeavvennedurantetuttal’etàgiolittiana.Tuttavia,pareamechelecaratteristicheprincipalidell’origine“politica”delmodellosianodarintrac-ciarenellosviluppodelleformeassociative–ilsindacatoelacooperazione,primaditutto–esuccessivamentenella“conquista”delleamministrazionicomunali.Ecco,laprimafasedel“modelloemiliano”haavutounacaratteristicafondamen-tale,determinatadalruolo“secondario”dellastrutturapoliticarispettoaquellasociale.Ilpartitopoliticoeraunostrumentodelleassociazionioperaieeconta-dine,ladinamicastessadellesuedecisionieradeterminataspessodall’insiemedeipesiecontrappesichematuravanonelleorganizzazionisociali.SivivevaunmondoaparteedelrestoilcooperatoreGiuseppeMassarenti,diventatoperque-stosindacodiMolinellanel1906,rivolgevanumerosiappelliadAndreaCostaperindurloalasciarela“paluderomana”.Eravamodifronteallacostruzionedelsocialismo...inunsolocomune!L’alfabetizzazionedimassa,lapartecipazionedellemondinealdurolavorodeicampiportavaanche il segnodella liberazionedei costumiedell’oppressionedelledonne,lacooperativadiconsumoservivaacontenereiprezzi,ladistribu-zionedeifarmacicombattevalemalattiedellamiseria.Quivièunaparticolarecaratteristica che distingue nettamente le origini delmodello dalla sua evolu-zione, anche se un filo rosso ne accompagna tutta la storia: il produttivismo,l’attenzioneal lavorocomevalore e la convinzioneprofondadi essere capacidiprodurrepiùemegliodell’organizzazionecapitalisticadellaproduzione.EraquantoMassarentirivendicavaneiconfrontidiMissiroli.Mavieranelvecchioriformismounprimatodelleorganizzazionisocialichestrideconilprimatodelpartito che si affermò nel secondo dopoguerra. Pur considerando le immensedifferenze,soprattuttonellosviluppodellasocietàdell’informazione,èdeltuttoevidente che le esperienze del socialismo prima della guerra producevano uncambiamento profondo che investiva i rapporti economici, sociali, umani. Le“oasi”disocialismofondavanolediversitàdelmododivivere,capacedipropa-garsiconlaforzadell’esempio:unaltromondoerapossibileevivevadellasuaalteritàcontrapposta.
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2. Il “modello emiliano” nel secondo dopoguerra
Tuttavialerealizzazionipratichedell’utopianonavevanorettoallecontraddizio-niinterne,aisettarismicheavevanofavoritoilfascismoemergente,epoivitto-rioso,proprionelleterredelriformismo.L’analisidiTogliattieraimpietosamacoerente:lamancanzadiunadirezionepolitica,l’intransigenzasettaria–manonerastatailpretestodellascissionedel1921?–,lacarenzadiunavisioneorganicachefossecapaceditenereinsiemeinteressichepotevanocontrapporsi,fondava-nolariflessionesu“CetomedioedEmiliaRossa”,avviatanelfamosodiscorsodel23settembre1946.Alloravennedichiaratanonsololastrategiadellealleanzemaanchelacoesistenzatra lagestionedell’esistentee l’attesadell’oraX.Quisoccorreunacertavisioneprovvidenzialisticadellastoria,chetieneinsiemeunapraticariformisticadicontrollodeiconflittisocialiall’internodelpartitoelavi-sioneideologicadelmondocheverrà.Pertuttoildopoguerrailcementodell’or-ganizzazionedipartitosi ressesuduepilastri: ilbuongovernoe l’attesadellarivoluzione.Ilprecipitaredellasituazioneinternazionalenel1956feceintuirelanecessitàdelcambiamento.Diventavasemprepiùdifficilepresentarel’UnioneSovietica,chedenunciavaicriminidiStalinepoireprimevagliinsortid’Unghe-ria, come“patriadel socialismo”.C’era il rischioconcretodell’accorciamentodegliorizzonti,conunaderiva“riformistica”.Unaprimasoluzioneaquestodilemma,cheprovocavaforticontrasti, funellaconferenzadelgiugno1959,cheinseguitoGuidoFantiavrebbericordatointer-minichiari:inquellaoccasione«laquestioneessenziale,certamentegeneralepertuttoilPci,madiparticolarerilevanzainEmilia,nonpotevanonesserelapienaconquistapoliticaeideologicadeicomunisti,apartiredaigruppidirigenti,allaviaitalianaalsocialismo»[Fanti1973].SecondoFantibisognavaliberarsidegliostacolichefrenavanoloslancioalrinnovamentodellasocietà.Equestiostacoliconsistevano«nelpermanere in importanti settoridiattivitàdiposizioni rifor-misticheemassimalistiche».Indiscussioneera«laprospettivaincertasulmodocomeaccederealpotere,prospettivadominatapermoltiannidall’attesadieventirisolutivi».ItreostacolicheFantiindicavaerano:
a)visionidicaratterestrumentalenellapoliticadialleanzaversoicetimedi;b)atteggiamenticheoggettivamenteassumonocaratterecorporativoediriformismospicciolo;c)concezionidell’organizzazionedipartitocomeattivitàaséstanteenoncomeilnecessariostrumentoperrealizzarelalineapoliticadelpartito,ali-mentandocosìchiusureconservatriciesettarie,enonfavorendounapiùadeguataformazioneideologicaeculturaledeinumerosiquadri[Fanti1973].
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Sesileggonoincontroluceleparoleovattatedalgergodelcentralismodemocra-ticoèevidentechelaconferenzadel1959rappresentòunveroepropriopuntodisvolta.Icetimedinoneranopiùvisticomeoggettidialleanzestrumentalimacomesoggettidelprogrammapolitico.ComehascrittoFaustoAnderlini[1990],sitrattavadiunpassaggiodallastrategiadellealleanzeaquella,piùpropriamentegramsciana,dibloccosociale.
3. Il “modello emiliano” negli anni del centro-sinistra
Tuttavia,perevitareletendenzeal“riformismo”,ilprocessodovevaesseretenutosaldamenteinmanodalpartito.Ma,alcontempo,ilpartitodovevaevitareleten-denze“conservatrici”,edunquedimerariproduzioneideologicadeiquadrilungotendenze“settarie”.Che,evidentemente,c’erano.Einchecosaconsistevano?Laferreadisciplinanonriguardavasoloillegameconl’UnioneSovietica,cheve-nivapresentatacomesocialismorealizzato.Comportavaancheproblemipraticididisciplinadelcomportamentosindacale.Erainattoinquelmomentolagran-de trasformazione dell’Italia. Specialmente nel settore della piccola impresa edell’impresaartigiana,nataspessodailicenziamentipoliticideiquadrioperaichemantenevanounfortelegameideologicocolpartito,sierarilevatounfenomenodiffuso.Sitrattavadellacollaborazionesulluogodellaproduzionechedipendevainparticolaredallamoderazionesalarialecheilsindacatodovevapraticare.Nellaconclusionedellaconferenzaemilianadel1959,Togliattiaffermava:
Ioinvitereitral’altroicompagnicheguidanoillavorosindacaleaconsiderareconunacertaattenzioneilproblema,cuisièaccennato,dellaposizionecheisindacatidevonoprenderenellelottedellavororispettoalpiccoloartigiano,chesiservedidueotreoperaienaturalmentenonèparagonabilealgrandecapitalista.Riconoscochesitrattadiuntemadifficile.Maseidirigentideisindacatiloconsiderasseroconunacertaattenzioneforsepotrebberotrovaredellesoluzioni[Togliatti1974].
Sipuò immaginarequaleeffettomoltiplicativodiadesionipotevadeterminarequestomododiutilizzareilsindacatocomecinghiaditrasmissionenonversoillavoratoredipendentemaversogliimprenditoriinteressati.Ilsindacatodunquedovevatenercontodellanaturadell’impresache,sepiccola,diventavaperdefini-zioneantimonopolistica.Benprimadel“piccoloèbello”,cheErnstSchumacherpubblicònel1972,siteorizzavaunadimensionedellacollaborazionenellapicco-laimpresa.Qualieranoleconseguenzesuilavoratori?DietroleparolediTogliattisiindividuaunatendenzachepochiannidopoven-ne resa esplicita dauna ricercadiCamilloDaneo [1967], allora responsabiledell’UfficiostudidellaCameradellavorodiBologna.Inquestaricercasiface-
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vaosservarechel’EmiliaRomagnaavevasalari inferioridel5,7%allamedianazionaleedell’11,5%rispettoallamediadell’Italiasettentrionale.Certamenteildatoerafigliodelladebolezzadelsindacatoinun’areaproduttivamentefram-mentata.Manonerasolounfattooggettivo.C’eraancheunavolontàsoggettivachesacrificavailsalariodirettonellastrategiadellealleanze.Questoerapossi-bileseilsalarioindiretto,sottoformadiservizi,venivaintegratoeseesistevanoaltreformediredditointegrativo.Lacomposizionedellaclasseoperaiarisentivanecessariamentediprocessiditrasformazionechemantenevanocomunqueunfortelegameconlaterra(apparivanoalloraleprimericerchesui“metal-mez-zadri”).Come scrisse conuna frase feliceEzioRaimondi, «gli operai ancoraodoranodifarina».Tuttavia,ilPcisifeceinterpretediunmeccanismochetraevadalleantichecon-dizionimezzadrilisiaunapropensioneimprenditorialeneicetimediurbanizzati,siaunlegameperqualeilsalariononeral’unicoredditodeglioperai.Nellefasipiùintensedellavorodeicampi,quandositrattavadigrano,dibarbabietoleodiuva,siassistevaapicchidiassenteismolargamentetolleratieconcordati.Ilbassolivellodeisalarinondipendevasolamentedallastrutturasociale.Ungrandeeco-nomista,particolarmenteimpegnatoinquell’epocanelsostenerel’insufficienzadelladomandaaggregata,richiamaval’attenzionesuunacircostanzaqualitativa.Lamediadeisalarierapiùbassanonsolorispettoal triangolo industriale,maancherispettoallaToscanaealVeneto,dove–specialmentenell’ultimocaso–lastrutturaproduttivaeraanaloga1.DaquestidatiBeniaminoAndreatta traeva laconclusionecheilsindacatoavevaunascarsaautonomia.Qual’eralabasesullaqualesipotevaestendereilconsenso?Laconferenzadel1959sisvolseinunmomentodecisivodell’evoluzionedelquadropolitico.Ladestalinizzazioneavevailluminatopaginebuie.LadenunciadellostalinismoalXXCongressodelPcuselasuccessivainvasionedell’UngheriaavevanoapertoancheinItaliaunafasenuova.Neglientilocaliirapportisieranofattidifficili.LacontrapposizioneconDossettinelleelezionidel1956vennesuperatarecupe-randonuovimodellidipartecipazione,conildecentramentoamministrativo.Ma,soprattutto,occorrevaadottareunanuovapoliticadispesaederaperquestochenellapresentazionedelnuovopianodisviluppodiBologna,approvatoil5apriledel1963,siannunciava,perlaprimavolta,ildeficitdibilancio.Tuttoquestoeraresopossibiledalnuovoclimacreatoconilcentro-sinistra,cheavevaallentatoivincoliamministrativichecostringevanoalpareggioecomportavanoformedi
1 Relazione di Beniamino andreatta all’Unione regionale delle Camere di commercio, 13 maggio 1965. Cfr. anche Piano di Sviluppo dell’Emilia Romagna, proposto dal Comitato Regionale della Dc, Roma 1968, p. 16.
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disciplinateseadevitareintrusionidelgovernocentrale.Fantiaggiungeva:
Cièsembratodidoverdareunincrementoallaspesapubblicalocaleneisettoridinamici.Ciòèdaunlatoineccepibileteoricamente;ilfinanziamentoindeficit,comeèchiamatodallamodernaletteraturaeconomica,èunostrumentoricono-sciutocomefattoredisostegnoedisviluppoetaleèdelrestolapoliticafinanziariadellostatoitaliano.
Questoèunpuntocentrale.L’espansionedeiservizi–edinqualchecasolalorodemagogicagratuità– fupossibilenelquadronuovogarantitodalcentro-sini-stra,cheridussenotevolmenteipotericentralisuglientilocali,finoagiungereall’istituzionedelleRegioni.Ilsalarioindirettoedunquelaminorepressionesulsalariodiimpresarappresentavanounpotentefattoredicoesionesociale,poichéinnestavanosuunquadronuovo leantiche tradizioni: siassistevaaun’espan-sionedell’occupazionefemminile,simantenevanolecondizionicompetitivedicostidellavoropiùbassi,sifavorivalacreazionediunaretediinfrastrutturecheaumentavalaproduttivitàmediadelsistemaregionale.Altrovehoscrittoche«èlapoliticadell’Entelocale,specieperciòcheattieneall’erogazionedisalarioso-cialesottoformadiservizi,checonsenteunaminorepressionedeibisognioperaisulprofittodiimpresa»[Piro1976].
4. Il “modello emiliano” nella crisi degli anni Settanta
All’iniziodeglianniSettantail“modelloemiliano”conobbeilsuoapogeo.Men-tresullegrandifabbrichecrescevalapressionesalariale,l’Emiliaeraprontaaricevereilsuodecentramentoproduttivo.Lanuovaorganizzazionedellagrandeimpresaeraunaveraepropriadelocalizzazioneeprovocòunagrandediscussio-ne.Esemplareful’analisideldecentramentocompiutodallaFim-Cisl[1974]–enel sindacatobolognese l’apportopiùpenetrantevennedatodaClaudioSab-batini [Baldissara ePepe2010]– cheperò avevaun forte limite: si insistevasullasubordinazionedellapiccolaimpresaallagrandeenonsicoglievaappienocheesistevadatempounastrutturaproduttivacheautonomamenteeraingradodiconquistaremercatiinternazionali2.Ingeneralevenivasottovalutatoancheilruolopoliticodelleimpresecooperative,chesoventeeranoconsiderateresidualienonprotagoniste.
2 Io stesso ho sottovalutato questo problema: si veda, oltre a Piro 1976, anche Conti, Lungarella e Piro 1979. Il caso più evidente di autonomia dei futuri distretti industriali è quello delle ceramiche, già descritto da Prodi 1966, e poi ripreso in Prodi 1977.
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Tuttavia,ilsistemafunzionavafinoaquandoilcapitalismoitalianosiespandeva.Ladoppiapressionesuisalariesullematerieprimeeilvenirmenodellastabilitàmonetariadopol’inconvertibilitàdeldollaronel1971avevanocreatounasitua-zionenuova.DopocheBerlinguerenunciòlateoriadel“compromessostorico”e quella dell’“austerità”, che era cosa ben diversa dalla “società diversamentericca”dicuiparlavaRiccardoLombardi[Patrignani(ed.)2012;Ventura2012],ilPciinauguròalivellonazionalelapoliticadelle“largheintese”,dellequaliicomunistiemilianieranostatiantesignani.Il1975segnòiltrionfoelettoraleepoliticodelPciconlaconquistadelpredo-minioalivelloregionale.Nell’annosuccessivoilconsensoavevariguardatounterzodeicittadininelleelezionipolitichenazionali,tantodafardireadAlbertoAsorRosa cheTurati eLenin eranoormainello stessopartito3.Forsenoneradavverocosì.Mail“compromessostorico”sembravaunastrategiacapaceanchedicontenereleaspirazionisocialilacuimancatasoddisfazionepotevainfondoesserescaricatasullealtre forzecon lequalisicontraeva ilpatto. Inquelmo-mento,soccorreval’esperienzastoricadel“modelloemiliano”,conlasuapraticaconsociativa.Stadifattocheilmodellosiaffermòproprioincontrapposizioneallacrisicheinvestivailsistemanazionale,echenellacontrapposizionefacevacrescerebenipubblici,comeiservizisociali,ebenirelazionalichesinutrivanodella“diversi-tà”.Quelchesuccesseconl’ingressodelPcinell’areadigovernofuchesembròesaurirsilarenditadiposizionederivanteallapoliticaregionaledallacriticaallapoliticanazionale.Adessolavirtùeilviziononpotevanofacilmenteesserericon-dottiaglischemitradizionali.Contemporaneamentelaspintaall’urbanizzazioneelestessetrasformazionidelsettoreproduttivofacevanoemergerenuovefiguredicetimediintellettualichenonavevanolastessaradice,lastessaprovenienzasocialedeicetimediprodut-tivi.Einoltreilsistema,anchequelloregionaleenonsoloquellonazionale,pro-ducevalamarginalizzazionedeglistratisocialichenonavevanorappresentanzanelleorganizzazionitradizionali.Perciòalcuniintellettuali–comeFedericoSta-me,VittorioBoarini,SalvatoreSechi–siespresserocontonicritici.Poilecoseprecipitarono.L’11marzo1977venneuccisoFrancescoLorusso,il14sisvolseroisuoifuneraliinperiferia,il16marzolamanifestazioneistituzionaleinpiazzaMaggiorefuimponentemasisvolsesenzadarelaparolaaGiovanni,ilfratellodiFrancesco.Emoltigiovanisiallontanaronosottoiportici,segnandounaprofondadivisionechesembravaconsegnareuntragicodilemma:leistitu-
3 “L’Unità”, 25 giugno 1976.
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zionipotevanodiventareasfitticheechiudersiinsestesse;imovimentipotevanodiventareimpotentierifluireversolesoluzionipiùdisperate.Pochimesidopo,asettembre,Bolognafuingradodiaccogliereildissensopolitico.Inquellavicen-dafuimportantel’aperturamanifestatadalsindacodiBologna,RenatoZangheri.Erachiarochesieraapertaunacrisiprofondaequellacrisiandavaanalizzata,compresaeinterpretata.
5. Il convegno del Psi sul “modello emiliano”
IlPartitosocialistaritennediorganizzareunariflessioneampiaeunapartedegliatti furonopoi raccolti inunvolume[BabbinieFerrarini (eds.)1979]. Ilcon-vegno si svolse nell’ottobre del 1978 e riprendeva temi e problemi presentatiinunapubblicazioneperiodicadellaFederazionebolognesedelPsi4.Lacriticasocialistamuovevadaltentativodisuperarelecontrapposizionicheeranovenutedelineandosinell’analisidelmodello.Daunlato,l’interpretazionetrionfalisticatipicadelPci,edall’altrol’interpretazionepauperisticatipicadellanuovasini-stra5.L’analisi trionfalisticaaveva«messo inevidenza idati relativi al redditofamiliaremedio,all’aumentodell’occupazione(compresaquellafemminile),allacapacitàdellastrutturaimprenditorialelocale(piccoleemedieaziende,tessutocooperativo)difarfronteaglieffettidellacrisieconomica,allaflessibilitàdellaforzalavoroedelleimpresedifronteall’evoluzionedelladomanda,allamigliorequalitàdellavita,allaspintakeynesianadell’entelocale».Aessasicontrappo-neval’analisipauperisticachemetteva«l’accentoprevalentementesugliaspettinegatividell’esperienzaemiliana:debolezzastrutturaledellemicro-imprese,su-bordinazionealgrandecapitalenazionaleestraniero,sfruttamento,lavoronero,politicasindacaledeglisconti».Qualieranoleevidenzechenediscendevano?L’alleanzacoicetimedierastatafavorita da un’espansione economica che aveva allargato i consumi sociali informaaggiuntivaelamediazionefraidiversistratisocialiandavaincrisiquandovacillavalasuabase,cioèl’espansioneeconomicaininterrotta.Civolevadunqueunamaggioreconsiderazioneperibenipubblici.Neglientilocaliemilianisierarealizzatoilcentro-sinistra,tramite1)lapoliticaurbanisticacheerastatavincolo
4 “La Squilla. Quaderni”, in particolare n.1, Bologna. Economia e territorio; n.3, I fatti di Bologna :perché?; n.4, La sinistra e il dopo settembre; n.6, Trent’anni di politica urbanistica; n.9-10, Progetto socialista e modello emiliano.5 Le due interpretazioni vennero delineate da Sechi 1978, in un saggio poi pubblicato anche come introduzione a Conti, Lungarella e Piro 1979.
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esalvaguardiapiuttostocherealizzazioneeattuazione;2)lapoliticadiinterventoneisettorieconomici«oscillantetrailfaticosotentativodirealizzarealcunestrut-tureportantienonsoloinfrastruttureserventi»eletendenze«adaccoglieretuttelerichiestecorporativeattraversocontributiapioggia»;3)losviluppo,soprattut-toquantitativodeiservizisociali,conilbloccodelletariffepertuttigliutentienonsolopericetipiùdeboli,favorendoaggregazioniburocratichedietrol’inter-ventosocialeterritoriale;4)lapoliticaistituzionalechecontrastavailcentralismodellalegislazionemapoiloriproducevaalivellolocale.Ilrapportoconl’ambienteeraaffrontatocongraveritardo,mentreilterritoriore-gionalesubivaungravedissestoidrogeologico.Infine,unriflessoparticolarmen-tenegativoprovenivadallatendenzaconformisticaedallariproduzioneripetitivaditradizionalieventi,cioè«dallastaticitàchesidetermina[va]inparticolareperquantoriguarda[va]gliaspettiinnovativi,disperimentazionesocialeedielabo-razioneculturale».Lacriticadiventavaquindiesplicitamentepolitica:
IlPcinellasuaculturapoliticastentaadaffrontareiproblemidelnuovotipodiconflittosocialeeurbanoinunasocietàacapitalismomaturoedeinuoviediversisoggetti di questo conflitto.Di fronte allo squilibrio tra domanda della societàcivileeoffertadelleistituzioni[...],difronteall’esplosionedellecontraddizioni,ilPcitendeabloccarle,aimpedirneilriprodursinelsociale,nonarisolverleeamediarleinpositivo.
Ilrischiodunqueeracheaunpartitofortecorrispondesseroistituzionideboli.Ilconflitto,mediatoall’internodelpartito,rischiavadiriprodursinellasocietàadunlivelloallargatoenoncomprimibile.
SiètentatocioèdapartedelPci,inquestiultimianni,didisciplinaredall’originel’esprimersi dei soggetti sociali e delle nuove spinte conflittuali. E questo puòavveniresolonelcentralismodelpartitoincuivengonopericolosamenteconver-gendoeunificandosiStatoesocietà.
Inbuonasostanza,lacriticasocialistariguardaval’immobilismochesidetermi-navaperilriflessoconservatorechederivavaallasocietàregionaledallaricon-duzioneallemediazioniinterneaunpartito,o,datele“largheintese”,alsistemadeipartiti,dellenuovedinamichedell’economiaedellasocietà.Secondome,lacriticacoglievanelsegno.Nellasocietàchesimodificavavenivanoallalucenuo-visoggettichenonsiriconoscevanonénelleconsolidatealleanze,nénelbloccosociale,nénelsistemadeipartiti.L’esplosionedell’universitàdimassafacevaemergerestratiintellettualiditiponuovo,piùlegatiallasocietàdeiservizieancherefrattariallaburocratizzazione.Nell’annodiprimaoperativitàdegliaccessi(1969)l’UniversitàdiBolognaave-vamenodi trentamila iscritti.Nell’annoaccademico1976-77gli iscrittierano
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diventatisessantamila.Laquestionegiovanileelaquestionemeridionaleappari-vanoinsieme,informeconflittualiconlamemoriatradizionale.Contemporaneamente,l’analisideicomportamentielettoralicompiutadaundi-rigentesocialistamostravacheicetimediavevanoormaiunafunzionedecisivanelladinamicaelettoralediBolognaedellaregione[DegliEsposti1976].Equin-disidovevapresumerecheeranoinattoprofondemodificazioninellastrutturaeconomica.Noneraveral’ipotesideldecentramentoproduttivocomesemplicemanifestazionediarretratezzaallaricercadibassisalarieminoreconflittualitàsociale.Emergevauntessutosocialediimprenditorichecontribuivanoall’inte-grazionesocialeecheavevanoormaiunlororuoloautonomonelmercatonazio-naleeinternazionale.LacircostanzavenivasottolineatadaVittorioCapecchi[1980]:
L’elevatissimosaldopositivodellabilanciacommercialeconl’estero[...]indicachiaramentequalesial’orientamentodelleattivitàproduttiveecomenegliultimiannivisiastatounmutamentoqualitativorilevanteneitipidiprodottiesportati:mentreinfattinel1963l’EmiliaRomagnaesportavasoprattuttoprodottiabassatecnologia(maglieriaeprodottiagricoli)nel1976iprimidueprodottiesportatisonoquellidell’industriametalmeccanica(caldaieemacchinemeccaniche,vettu-reautoetrattori).
Ilruolodellepiccoleimpresenelmercatointernazionaleerasostanzialmentesot-tovalutato.Inseguito,glistudidiSebastianoBrusco[1980;1982]mostraronolaforzadeldistrettoindustrialecomemollaautopropulsivadellosviluppo.Inunacertamisura,lacriticasocialistaaprivalastradaaunamaggiorecompren-sionedifenomeninuovi.Allafinediuncorpososaggio,FrancoDegliEspostieMauroGori[1979]scrivevano:«puòrisultareproprioilcetopoliticoconserva-toredeipartitidisinistraunelementodifrenodelletrasformazionisocialidellanostraregione».Iduedirigentisocialistivedevanoritardidiuncetopoliticoinca-pacedicapirelenuovedimensioniconlequalibisognavamisurarsi,innanzituttolacrescenteintegrazioneeuropea.Certo, l’egemoniadelPcierastataperseguitaconunmodellonazionaleecongli ancoraggi tradizionali che a poco a poco si erano venuti orientando versoilmiraggiodell’eurocomunismo.MaCarrilloeMarchaisc’entravanopococonBologna.InEmiliasiperseguivapiùconcretamentelaricercadilegamiconlesocialdemocrazie europee.Era il sindacato tedescoa farpartedell’azionariatodell’Unipol.SeilPciavevainteramentecompiutolasuatrasformazionedapar-titoideologicoapartitogestoredellamediazionefragliinteressi,erainevitabilericercarerapporticonlesocialdemocrazieeuropee,untempovituperate.
NellacriticadiTogliattialriformismo,purnellaprofonditàdell’analisi,vièl’in-
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capacitàdicogliereladifferenzaprincipaletrariformismosocialistaeriformismocomunista,valeadireildiversomodoconcuiaffrontareilproblemadelpotere.La critica diTogliatti al riformismo, nei suoi elementi principali del localismooparticolarismoedelsettarismo,necoglieilimiti,manetrascuraunvaloredifondo,cheèquellodivedereilproblemadellaconquistadelpoterecollegatoallatrasformazionedelpoteredalbasso.[BabbinieFerrarini1979,53]
Inquestosenso,ilpragmatismodelPciregionalesuperavailrischiodellocalismochesirintracciavanelleesperienzemunicipalistichedell’anticoriformismosocia-lista.Matrascuravaleesperienzedibase,laspontaneitàdeimovimenti,lerea-lizzazionipratichechenelriformismosocialistatrovavanorispostementrenellatradizionecomunistavenivanoguardatecondiffidenza.Oggi,porre iproblemiinquestiterminipuòsembraretipicodiunamicrostoriadellesubalternità,salvoscoprirepoi,ditantointanto,cheancheglisconvolgimentielettoralipiùrecentisononatiinquestaregioneelalorosuccessivaaffermazionehacoltodisorpresa.Interminidiversi,capitòanchealloradivedercontrapposteleduesocietà,quellagarantitaequellanongarantita.Inunodeinotevolicontributipostoall’attenzionedelconvegnodell’ottobre1978siscriveva:
Il’68èunfenomenonazionale[...]edifronteadessola“viaemiliana”puòancorafarvalerelacartadellasua“diversità”,dimostrandodiessereingradodiassor-birlo[...].IlfattoècheilPci,ancoraschieratoall’opposizione,puòseppurcau-tamenteassociarsiallacontestazioneoalmenonondeluderlascopertamente[...].Il’77èinveceunfenomenosoprattutto“nostro”:perlaprimavoltanellastoriasocialeemiliana,èavvenutaunaimmigrazioneeunaconcentrazionedilavoratori;noncambiasostanzialmenteilfenomeno,anzilorendepiùesplosivo,ilfattochesitrattidilavoratoridellafasciaintellettuale,eperdipiùdell’ultimagenerazione,pieniquindidiutopia,diesuberanza,ditemerarietà.Tuttalarealtàsociale,econo-micaculturaledellanostracittàèimpreparataadaccogliere,adialogareconloro,acomprenderli,ancheperlabuonaragionecheessi[...]hannoassuntomodelliad-diritturapostindustriali.Altrochelapaciosità,lasaggezzacontadina,ilbuonsensodeinostricostumiatavici.Inevitabilequindiloscontro,lacrisidirigettodapartedellacomunitàcittadinaneiconfrontidiquestacomunitàdivastorespirocultura-le,addiritturaallineatasuschemiinternazionali.ÈinevitabileanchecheigiovaniselaprendanoinprimoluogoconilPci,incuivedonolaforzachehaereditatointuttoepertuttol’ambitoemilianodiritardopaleoumanistico,diagioaffabile,diideologiadelbenessereedell’efficienza,maabeneficioesclusivodegliinseriti,cioèinpraticadellacomunitàchedasemprevivesulnostroterritoriosfruttandonelebuoneopportunità.Oggicistiamopersuadendocheilfuturononsaràpiùdellagrandeindustriama[...]siassisteràallosviluppodiindustriadipiccoledimen-sioniversatenelsettoredellatecnologia“soffice”ealtamentesofisticatadispecieelettronica:lepiccoleimpreseemilianedomanipotrebberotrovarsiall’avanguar-dia,equindicostituireunmodello.[Barilli,ColombarieEmiliani1979]
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La critica al “modello emiliano”, all’iniziomal tollerata, produsse l’effetto diunasalutareriflessione.Sarebbeimpossibiledarcontodituttigliaspettichefu-ronomessiinluce[BonoraeGiardini2003].Comunque,nelleelezionipolitichedel1987divennepalesechegliincrementidelPsierano«moltocorrelati,sep-puremenocheproporzionalmente,con leperditecomuniste»–comesi leggenell’analisi più ampia compiuta sull’intero ciclo elettorale nella regione rossa[Anderlini1990,222-3].Dietroqueidati,evidentemente,c’eranotendenzeravvisabilinelciclopoliticonazionale. Tuttavia, emergeva una difficoltà del partito comunista dell’EmiliaRomagnaaricondurreallacontinuaespansioneelettorale,comeerastatoneglianniSettanta,lenuovetendenzesocialichesieranodelineateneglianniOttanta.Conqualcheingenuitàpretendevoallorache“lasocialdemocraziaorientale”di-ventasseeffettivamentecapaceditrasformarsi,percontrastareletendenzealtri-mentidisgregatricidel“capitalismoreale”.CosìMichelRocardavevaenunciatounparadosso:certipartiticomunistieranostatiquellipiùviciniallasocialdemo-craziaditipotedesconell’Europameridionale.O,comedicevaAntoniolaForgianel1980,«l’interventoaBolognaèstatoavalledellosviluppoenelmiglioredeicasihacercatodicorreggerneglieffetti,nondiinciderepercontribuireacrearneunodiverso»[Piro1983,13].In fondo, la critica del modello riproponeva un’antica questione: si possonoimmaginare le trasformazioni sociali necessarie, nella gestione pur avvedutadell’esistente?
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Scheda biografica di Franco Piro
FrancoPiro(Cosenza1948)hastudiatoScienzepoliticheall’UniversitàdiBologna,lau-reandosiconunatesisull’accumulazionedicapitaleinUrssdal1924al1928.Giàmi-litante sessantottino, è statodirigentediPotereoperaio,distaccandosenenel1971perprotesta contro lamilitarizzazionedelmovimento.Assistente diStoria economicadal1974,èdivenutopoidocenteincaricatodiMetodologiadellaricercastoricanel1976epoiprofessoreassociatodiStoriaeconomicacontemporaneanel1982.Nel1976èentratonelPsi,primaschierandosiconGiacomoManciniepoiaccompagnandolaparaboladiBettinoCraxi(finoinTunisia,dovehabrevementeinsegnatonel1999).Ali-velloregionaleèstatovicesegretariodelpartitoeanimatoredellasedebolognesedell’Isti-tutoRodolfoMorandidistudisocialisti.Sulperiodico“LaSquilla”haavviato,apartiredaalcunispuntidiSalvatoreSechi,undibattitocriticodall’internosul“modelloemiliano”,recuperandolepeculiaritàdelriformismosocialistaevalorizzandoalcuneprospettivemo-vimentiste.FondamentaliinquestosensoisuoicontributiaivolumicollettaneiRiformismo socialista e riformismo comunista. Analisi critica del modello emiliano,Sugarco,Milano,1979 (si tratta degli atti di un convegno dell’ottobre 1978) eL’economia emiliana del dopoguerra,Marsilio,Venezia,1979;nonché il saggioComunisti al potere. Economia, società e sistema politico in Emilia Romagna 1945-1965,Marsilio,Venezia,1983.ÈstatopoiparlamentareperilPsidal1983al1994,battendosicontroladiscriminazio-nedeiportatoridihandicap,controletossicodipendenzeeperidirittiumani(temicheemergonoinDiario di giustizia e privilegio,Maggioli,Rimini,1987,maanchenellasuaproduzionescientifica,daLa carrozzina e il presidente. Storia di un handicappato: F.D. Roosevelt,Marsilio,Venezia,1986,aLa festa della sfortuna. Con la ragione, senza le gambe: Georges Couthon nella Rivoluzione francese,Rizzoli,Milano,1989).Ha rivestito il ruolodipresidentedellacommissionefinanzedellaCamera tra il1989e il1991, impegnandosinellariformadelsistemafinanziario italianoconlacreazionedellacommissioneantitrust, la leggesullesocietàdi intermediazionemobiliareesullatrasparenzabancaria,lanormativasull’insidertradingeleopa(temipoiapprofonditiinimportantistudicomeBanche di oggi e di ieri... Note sulla storia e i problemi del sistema bancario italiano,ScuoladidirittoIrnerio,Bologna,1995;Il denaro, la libertà, la paura. L’avventura secolare della finanza europea,Spirali,Milano1998;Memoria di finanza,Baiesi,Bologna,1999;La finanza del Novecento,Aracne,Roma,2004).A livello regionalehaproseguitonell’attivitàdiattentoosservatoreespessodicriticoacutodelmodellodigovernodelPci:sivedanoilpamphletLiberi di scegliere?del1985elaserieBologna oh cara,avviatanel1989.Nel1994ètornatoall’insegnamentodiStoriaeconomicaall’UniversitàdiBologna,dovehainsegnatoancheStoriadelcommercioedell’industria.Inquestavestehaapprofonditolastoriaeconomicaeuropea,conparticolareriferimentoallemigrazioni(sivedaDall’Eu-ropa in Europa. Migrazioni e sviluppo economico,EffeElle,Cento,2005;Brevestoriaeconomicadell’Europa,Aracne,Roma,2011).DopolascomparsadelPsihafondatolaFederazionedeisocialisti,poihaaderitoalPar-titosocialista-socialdemocraziaequindialNuovoPsi.Nel2004siècandidatoasindacodiBolognaenel2006alSenato,senzaessereeletto.
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La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview3pp. 141-143
Geografia elettorale dell’Emilia Romagna: una cartografia interattiva delle elezioni politiche dal 1976 al 1992
MaRIaNNa PINO
La rappresentazione cartografica del comportamento elettorale dell’Emilia Romagna può essere un utile strumento di analisi delle traiettorie dei partiti nel cruciale passaggio tra la prima e la seconda Repubblica. La mappatura interattiva, infatti, permette di leg-gere e comparare su scala comunale i risultati dei maggiori partiti che hanno partecipato alle cinque elezioni politiche tenutesi tra il 1976 e il 1992.
The cartographic representation of the electoral behavior in Emilia Romagna can be a useful tool for analyzing parties’ trajectories during the crucial transition between the first and the second Republic. The interactive mapping allows readers to compare on a municipal scale the electoral results of all the main parties that participated in five natio-nal elections (from 1976 to 1992).
Compiereunaletturadeimutamentielettoralidegliannichesegnanolatransi-zionetralaprimaelasecondaRepubblicainEmiliaRomagnaattraversol’ana-lisidelladistribuzionespazialedelcomportamentoelettorale:èquestal’ideachemuove la costruzione di una cartografia interattiva (disponibile nella versioneonlinedell’articolo:e-review.it/pino-geografia-elettorale-emilia-romagna).Questamappaturapermette, infatti,dianalizzareecomparare la traiettoriadeiprincipalipartitinellecinqueelezionipolitichesvoltesidal1976al1992,arcoditempochebenrappresentaquestopassaggiocruciale.Perottenereunadefinizioneterritorialeadeguatamentedettagliata,sièfattoricorsoallascalacomunale,unascaladiosservazionechepermettedileggerecongrandechiarezzaicambiamentipoliticiavvenutinellaregione.Lacartografiaècostruita sullabasedell’elaborazionedeidati elettorali forniti
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dall’archiviostoricodellabancadatielettoraleonlinedelServiziostudiericer-chedell’AssemblealegislativadellaregioneEmiliaRomagna.Asuavolta,lare-gionehacompiutounimportantelavorodiintegrazioneepubblicazionedeidatifornitidallaDirezionecentraledeiservizielettoralidelMinisterodell’Interno.Lamappaturapermettequindidivisualizzare ilcomportamentodeipartitichehannopartecipatoaivariturnielettoralipresiinconsiderazione.Perunaragionedileggibilitàdellemappe,sièsceltodiconsideraresolamenteimaggioripartiti,selezionatiinbaseagliesitielettorali(intesinellatotalitàdeirisultatialivellore-gionale)eallalorocontinuitàdurantel’interoarcotemporalerappresentato(fattaeccezioneperil1992,annoincuil’assettodeipartitivedeimportantivariazioni).I dati dei rimanenti partiti sono stati aggregati e risultano sotto la definizionedi“altri”.Perfacilitarelacomparazionetraivaripartitinelledifferentitornateelettorali,sièdecisodimantenerecostanteladivisioneinclassi.Mantenendoglistessiordinidigrandezza,infatti,irisultatielettoraliappaionoimmediatamentecomparabili.Si sono stabilite otto classi di 10punti percentuali ciascuna, conl’eccezionedeiduepoliestremidellascala.Laclassepiùalta,infatti,raggruppatuttiirisultatichesuperanoil60%,mentrelafasciapiùbassaèstatasuddivisaindueclassi(0-4%e5-9%)alfinedinonpregiudicarelaleggibilitàdeipartitipiùpiccoli,lecuipreferenzesiattestanosupercentualimoltobasseesarebberoal-trimentiapparsemonolocore.Allostessoscopo,ovverosemplificareilconfrontotraipartitineidiversianni,sièdecisodiassegnareatuttiipartitiilmedesimocolore,eccettochenellamappariepilogativa,dicuispiegheremotrapoco.Intalmodo,ilconfrontotrapartitièstatoresopiùdiretto,dalmomentocheilcriteriodiclassificazioneeilmododirappresentazione(lascalacromatica)sonoglistessi.Chisiapprestaaconsultarequestamappaturapuòaccedereadifferentilivellididati,selezionandoleinformazionichemegliopossonosoddisfareilpropriointe-resse.Lanavigazionepermette,infatti,discegliereseconfrontareinunastessatornata elettorale i risultati dei vari partiti, ordinati secondo una distribuzionecheprocededall’areapoliticadisinistraaquelladidestra,oppureseconcentrar-si sull’andamentodiunsingolopartitonellasua traiettoriadiacronica. Inoltre,èpossibile consultareperogni annoduemappe riassuntiveche rappresentanoper ogni comune il partito che ha ottenuto lamaggioranza delle preferenze oladifferenzapercentualetraiprimiduepartiti interminidipreferenze.Infine,muovendoilcursoresuunospecificocomunesipotràvisualizzareunaschedariepilogativaconidatipiùrilevanti,comeilnumerodielettori,quellodivotantielepercentualiottenutedaognipartito.Lemappepermettonodiseguireidestinipoliticideiprincipalipartitidelsecondodopoguerranegliannipresiinconsiderazione.Scorrendolevarieannate,sipuò
MaRIaNNa PINOGeografia elettorale dell’Emilia Romagna: una cartografia interattiva delle elezioni politiche dal 1976 al 1992
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osservare,adesempio,laparaboladelPartitocomunistaitaliano,dalsuoapogeonel 1976 al progressivo “schiarimento” negli anni successivi, che corrispondeaunaperditagradualediconsensoelettorale.L’epilogodiquestatransizioneèrappresentatadall’ultimatornataelettoralepresainconsiderazione,il1992,incuisièoramaiconsumatoloscioglimentodelPci.Lostesso1992,annochesegnaunafratturairreversibiledelsistemapoliticodelpaese,vedel’ingressosullasce-nadinuovisoggettipolitici,protagonistidelperiodosuccessivo,tracuilaLegalombardaeiduepartitinatidallafinedelPci,ilPartitodemocraticodellasinistra(Pds)eRifondazionecomunista.Sesiprendonoinconsiderazionelemappedei“vincitori”(opiùprecisamentedeipartitichehannoottenutoilmaggiornumerodipreferenze),emergonoacolpod’occhioaltrielementidiestremointeresse.SidelineaimmediatamentelaquasitotalespartizionetraDemocraziacristiana(Dc)ePci,nettamentefavorevoleaquest’ultimoperl’interoarcotemporalepresoinconsiderazione.Ladistribuzionedelconsensoricalcainlargapartel’andamentomorfologicodella regione.Purcon importanti eccezioni, si evidenzia infatti ilmaggioresuccessodellaDcnellezonedell’Appenninoel’affermazionedelPcinelleareedipianuraapiùaltotassodiurbanizzazione,fenomenidicuiandrannoapprofonditeleragionistoricheesocio-economiche.Costituisceinoltreuncasod’interesseilterritoriopiacentino,dovelaDcèlargamentemaggioritariaechesidistingueperquestodalrestodellaregione.Aquestaspartizionefannoeccezionepochicasi,tracuiilcomunediMolinella,nelbolognese,doveaeccezionedel1976prevaleilPartitosocialdemocraticoitaliano(Psdi),ealcunicomuniincuinel1992vinconolaLegalombardaeilMovimentosocialeitaliano-Destranazio-nale,costituendounsegnalerispettoaidecennisuccessivi.Larealizzazionediquestacartografiainterattivarappresentaunprimorisultatodellavorointrapreso.Acommentodellacartasièvolutosolofareunaccennoadalcunemacro-tendenzechesievinconodallemappe.Inseguito,sarannopub-blicatialcunicommentiallecartedistudiosiesperti,cheandrannoacompletarequestoapprofondimentosullageografiaelettoraleemiliano-romagnola.Questolavorosibasasull’usodiun’ingentequantitàdidatidigitali,chepotrebbe-rocontenereerroriditrascrizioneodialtrogenere.Pertanto,sarannobenvenuteeventualiintegrazionidapartedeilettori,purchédocumentate.Persegnalazionipotetescrivereallaredazione.
E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview4pp. 145-151
Presentazione a Gisella Gaspari e Matteo Pasetti, «Il Pci è un partito finito». Video-documentario sulla scomparsa della “piazza rossa”
MattEO PaSEttI
Attraverso immagini di manifestazioni a sfondo politico nelle piazze di Bologna, il video-documentario illustra una trasformazione delle forme di partecipazione collettiva alla vita pubblica, che negli anni Settanta ha visto un ridimensionamento del ruolo dei partiti di massa, e in particolare del Pci.
Through motion pictures about political demonstrations in Bologna’s squares, this video-documentary illustrates a trasformation of forms of collective participation in public life, which in the 70’s saw a reduction in the role of the mass parties, especially the Italian Communist Party.
1. Presentazione
Ilvideo-documentario( http://youtu.be/N_mJEV7sOsw)chepresentiamoin-tendefornireunpiccolocontributo–ditipoimpressionistico,sipotrebbedire–aldossiersullacrisideipartitiinEmiliaRomagnatraglianniSettantaeOttanta,attraversounaselezionediimmaginichemostranoalcuniframmentidivitapoli-ticanellepiazzebolognesi.L’ideadifondo,chesivuolesuggerirevisivamente,èchelacrisisimanifestòanchecometrasformazionedelleformedipartecipazionecollettivaallavitapubblica,conunprogressivoridimensionamentodelruolodeigrandipartitidimassa(einparticolaredelpartitocomunista,chenelcapoluogoeingranpartedellaregionedetenevaunanettamaggioranzaelettorale,equindilaguidadimolteamministrazionicomunali,dituttequelleprovincialiedell’ente
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regionale).Sitrattadiunaspettoampiamentesottolineatodalleanalisipolitolo-giche,sociologicheostoriografichesultema,macheunraccontoperimmaginipuòaiutareamettereafuoco.
2. Iniziando dalla fine
Ilfilmatosiapreconunragazzocheprendelaparolasulpalcodiunamanifesta-zioneinpiazzaVerdi,nellazonauniversitariadiBologna,il1°giugno1980.Losivededichiararelapropriaappartenenzaallafrangiadei“nichilisti”,trattenereastentounarisatad’imbarazzo,poiandaresubitoall’attacco:
Noisiamoperlalineadura,perl’opposizionetotalealcomune,perchépensiamocheilcomunesiaunagrossamacchinadiintegrazionegiovanile,vistocheilPc,chevuoldirecomuneinognicaso,anchesecisonodeglialtripartiti,èunpartitofinito,unpartitomarcio,cheprobabilmenteundomaninonavràpiùnientedadire.
Ilgiovane“nichilista”–cheinseguitoconilnomed’artediStenoeilgruppomu-sicaleNabatsisarebberitagliatounpostodiprimopianonellanicchiadelpunk-rockitaliano–esprimevainquestiterminiilpropriodissensoperl’attesissimoconcertodeiClash,previstoperlaserastessainpiazzaMaggiore.Asuomododivedere,condivisoperlomenodaglialtripromotoridell’adunatapomeridianacon-troilgrandeeventoserale,labandbritannicastavaconognievidenzatradendoiprincipiprofessati:checosacifacevanoinpiazzaMaggiore,suinvitodelcomu-nediBologna,gliesponentipiùcelebriecelebratidelmovimentopunk,quellichecantavanoLondon’s Burning,I Fought the LawoRevolution Rock,arrivandoasfoggiare,inqualcheoccasione,lamagliettaconlastelladelleBrigaterosse?Perchéquestaresadifrontealleistituzioni,questacompromissioneconunpartitocherappresentava“ilsistema”?Naturalmente, la parte del discorso che qui interessa non riguarda il grado dicoerenza ideologica deiClash, quanto invece l’altro bersaglio della polemica,ovverounpartitocomunistatotalmenteincardinatonelsistemadipotere,tantodarenderelapalissianal’identificazioneconl’amministrazionecomunale:ilPci(ilPcilocale,mailragionamentopotevaesseretraslato,conpochiaggiustamenti,suscalanazionale)nonrappresentavapiùlaforzarivoluzionaria,il“soldell’avveni-re”,maeradiventatoatuttiglieffettiunostrumentodiconservazione,unarchi-travedelsistema(anzi,nelcasodiBolognaedigranpartedell’EmiliaRomagna,essocoincidevacon“ilsistema”stesso).Secondoquestavisionedellecose,delfamosoossimoroutilizzatodaBerlinguerperdefinireilPci,«partitodilottaedigoverno»,erarealesololasecondacomponente:ilgoverno,ilpotere.Equelche
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erapeggio,sitrattavaormaidiunpoterefineasestesso:una«grandemacchi-na»burocratizzataeautoritaria,volta,peresempio,nonall’emancipazionemaall’«integrazionegiovanile»alfinedipreservarelostatusquo.Diconseguenza,ilpartitocomunistaavevarinnegatolasuanatura,era«unpartitofinito»,appunto,«unpartitomarcio»chenonaveva«piùnientedadire».LacriticaalPciespressainquelfrangenteprovenivasenzadubbiodaunaposi-zioneminoritariadiestremismopoliticoeculturale.Tuttavia,alnettodelribel-lismoanarchico-nichilista,essatrovavacorrispondenzainteorizzazionieatteg-giamentidiffusidapiùdiundecennio,alivellolocaleenazionale,soprattuttotralegenerazionipiùgiovanietralefiledellasinistraradicale.Anchese,avolte,interminiunpo’piùsofisticati,l’accusaalpartitocomunista(epiùingeneraleallaformapartitoinquantotale)difunzionarecomeunapparatooligarchico,diesse-reunfattoredimeraconservazionepoliticaesociale,diaverperdutoinpraticaogniprospettivarivoluzionaria,erapresentenell’ideologiadi tutti imovimentigiovanilidalSessantottoinpoi.GliavvenimentidellasecondametàdeglianniSettantaavevanoallargatoulteriormentelaforbicetrailPcielacompositaareadellacontestazione.Suscalanazionale,l’incapacitàdimettereafruttoisuccessielettoralidel1975-76,il“compromessostorico”eilsuofallimento,la“lineadellafermezza”difronteall’esplosionedelterrorismoavevanoampliatoladisillusioneneiconfrontidelPcicomearteficedelcambiamento.Suscalaregionale,lalungapermanenzadeicomunistiallaguidadigranpartedelleamministrazionilocaliavevafinitoparadossalmenteperaccentuarel’immaginediunpartito“comeglialtri”.Nelcapoluogo,epicentrodellanuovaondatadicontestazionedel1977,l’arroccamentodelgruppodirigenteadifesadell’ordinepubblicoavevachiusoognipossibilitàdidialogocolmovimentostudentesco,polarizzandoloscontroetrasformandoilPciinunnemico.L’interventopostoinaperturadelfilmatoesprimevainsommaunostatod’animocheeramenomarginaledellapolemicasettariacontroilconcertodeiClash.D’al-traparte,l’ideastessadiinvitareiClashinpiazzaMaggioreaspesedelcomune,unasettimanaprimadelleelezioniamministrative,puòesserelettacomeunten-tativodell’establishmentpoliticolocaleperriavvicinarsiallaculturagiovanileeallesuefrangepiùturbolente.Solocheormaieratroppotardi.ForseilPcinoneraancora«unpartitofinito»(aBologna,alleamministrativedell’8giugno1980,perdendo3punti inpercentualerispettoal1975,vinsepursempreconil46%dellepreferenze).Malarotturaconunsegmentosignificativodellegenerazionipiùgiovanisisarebberivelatairreversibile.
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3. Un prima e un dopo
Dopoquestoprologo–checontrariamenteallenormediunbuonplotcinemato-graficosvelasubitoilfinale,maperchésiapiùintuibileilfiloconduttorechetieneinsiemelesequenze–ilvideo-documentarioproseguefacendounsaltoindietronel tempo,dicirca trent’anni,allaprimaFestanazionaledell’Unità, tenutasiaBolognanelsettembre1951.Èdaquichesidipanailnostroraccontoperimma-gini,chepoiprocedeconsalticronologiciviaviapiùserratiesiconcludeellitti-camenteconilconcertodeiClashdelgiugno1980.Le scene coprono quindi un arco temporale (1951-1980) parzialmente sfasatorispettoalperiodopresoinesameneldossier(glianniSettantaeOttanta),con-trapponendodueblocchidisequenze:ilprimosiconcludeconifesteggiamentiinpiazzaMaggioreperilsuccessoelettoraledelPcialleamministrativedelgiugno1975;ilsecondoèinerentealperiodosuccessivo.L’obiettivoècreare,attraversounmontaggiovolutamentedicotomico,uneffettodicontrastotraunprimaeundopo,trauncertomododifarepoliticainpiazza,ritualealmenofinoallaprimametàdeglianniSettanta,eunaltrocheebbeisuoiprodromineldecennioprecedente,machedivennegeneralizzatosoloinseguito.Èquesto,insostanza,iltemadifondodeldocumentario:ilpassaggiotraduemo-dalitàdiversediutilizzarelapiazzacomescenariopolitico,traduemodalitàdi-versedimanifestare.Siconfronti,peresempio,l’incederecompostodellamarciaperlapacenel1966conilgirotondodisordinatodeglistudentinel1978.Oppureilsensodiorganizzazionechesipercepisceanchenellosventoliodibandiereros-se,duranteifuneralidellevittimedeltrenoItalicus,conl’improvvisazionecheprecedeunamanifestazionefemministadell’autunno1975.Ècomesesipassassedaunamessainscenadisciplinatadaunaconsapevoleregiaaunadoveilregistanonc’èpiù.Efinchéc’era,vadasé,ilregistaerailpartitocomunista.Ilvideovorrebbeenfatizzarecosì–findalprologoedal titolo,poicon ladi-cotomia traunprimaeundopo–un’improvvisaperditadi ruolodelPci, chedaprincipaleprotagonista,promotoredellemanifestazionidipiazzaepuntodiriferimentoidentitario,diventaunafiguramarginale,scomparedallascena,ovirimanesolocomebersagliodellacontestazione.Nonsitratta,infatti,diillustrareunatrasformazioneesclusivamenteformale,distile,comportamenti,linguaggi;madievocareparimentiuncambiamentopiùprofondo,riguardanteilrapportotrachiandavainpiazzaperpartecipareallavitapoliticaeleistituzioni(inun’ac-cezioneunpo’impropriadeltermine,checomprendeancheipartitidimassa):dauncertomomentoinpoi(perlaprecisione,dopolasequenzadeifesteggiamentiperl’esitodelleelezionidel1975),leimmaginiselezionatenonesprimonopiù
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unconsenso(versoilPciequellocherappresentava)maundissenso(controilpoterecostituito,equindilostessoPci).Gliscontridelmarzo1977trailmovi-mentostudentescoeleforzedell’ordinerappresentanodaquestopuntodivistal’episodiopiùemblematico.Unulterioreaspettochepuòesseresottolineatoconcerne ladifferentecompo-sizione,soprattuttoanagrafica,dellepiazzechecompaiononelfilmato.Nelpri-mobloccodisequenzeèevidente ilcarattereeterogeneodiadunatepubblicheallequalipartecipavanopersonediognietà.Nelsecondoblocco,viceversa,inmodoaltrettantoevidentelemanifestazionipresentanounaspiccataomogeneitàgenerazionale:sullascenarimangonosologiovaniragazzieragazze.Vienecosìrichiamataquellarotturatraunapartedell’universogiovanile,daunlato,partitie istituzioni,dall’altro,cheprovocò la lacerazionepiùprofondadelloscenariopoliticoitalianodifineanniSettanta.
4. Sulla scelta delle immagini
Quellochepresentiamoèdunqueunfilmatesi,incuisisostienechelacrisideipartitidimassaapertasinelcorsodeglianniSettantaebbetraisuoisintomilapropagazionediformedipartecipazioneallavitapoliticadeltuttoaffrancateda-glistessipartiti,senoninapertacontrapposizioneadessi.Nelcasolocalepresoinconsiderazione,ilcapoluogodell’“Emiliarossa”,ilfenomenoassunseformepeculiariacausadellalungasovrapposizionediruolidelpartitocomunista,datredecennialcontempodetentoredelpotereamministrativoederedediunatradizio-neassociativadiispirazionerivoluzionariafortementeradicatanelterritorio.Qui,dovela“piazzarossa”avevaacquisitoneltempolavalenzadifattoreidentitario,lasuascomparsa–ocomunquelasuaperditadirilevanzanellapoliticacittadinaenell’immaginariocollettivo–fupiùappariscentechealtrove.Lesequenzechecompongonoildocumentariosonostateselezionateinfunzionediquestatesi,alloscopodirenderevisibileunnuovousopoliticodellapiazza,differentedalpassatoperalmenotreaspetti:inprimoluogo,nelmododimani-festare,distareinpubblico,dioccupareglispaziurbani;insecondoluogo,peril prevalere di sfiducia, dissenso, conflittualità verso l’intero ordine politico esociale;infine,perunaconnotazionegenerazionale,determinatadaunamobili-tazioneesclusivamentegiovanile.Emergecosì,innanzitutto,uncampionariodivolti,gesti,abiti,comportamenti,espressioni,slogan,diversidaun’epocaall’al-tra.Edèquestoprobabilmenteilcontributopiùsignificativocheunraccontoperimmagini,comequelloproposto,puòoffrirealtemainoggetto(eingeneraleallaconoscenzastoricadelpassato).Ilricorsoadidascalieesplicative,inaperturadi
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ognisequenza,dovrebbeaiutaresiaacontestualizzaregliepisodi,siaafaremer-gerelalorofunzionalitàrispettoall’ideachesivuoleesprimere.Trannelascenadelprologo(trattadaldocumentariodiAngeloRastelli,Mam-ma dammi la benza, realizzato per la televisione nel 2005), tutte le immaginiprovengonodagliarchiviaudiovisividell’IstitutoParridiBolognaesoprattuttodell’AssociazioneHomeMoviesperilrecuperoelaconservazionedei“filmdifamiglia”.Sonoimmaginiamatoriali,impressesupellicolaerecentementedigi-talizzate,diqualitànonsempreeccelsa(ancheseunodeicriterichehaguidatolaselezioneèstatolaricercadiunostandardtecnicominimo).Leripresesonostateeffettuatedavarioperatori,alcunideiqualiprofessionalmente legatialcampocinematografico (per esempio,GiampaoloBernagozzi era docente diCinema-tografiadocumentaria,GiorgioZappoliuntecnicopergliimpiantidellesalediproiezione),qualcuno(comeAngeloMarzadori)militantedelPci,altrisempliciappassionati difilmamatoriali.Nello specifico, enell’ordinedimontaggio, lesingolesequenzesonotrattedaiseguentifondiarchivistici:
• festa dell’Unità, settembre 1951: fondo Angelo Marzadori, ArchivioHomeMovies;• marciaperlapace,13marzo1966:fondoOresteBaldi,ArchivioHomeMovies;• funeraledellevittimedellastragedeltrenoItalicus,9agosto1974:fondoGiampaoloBernagozzi,IstitutoStoricoParriEmilia-Romagna;• risultatidelleelezioniamministrativeeregionali,16giugno1975:fondoGiampaoloBernagozzi,IstitutoStoricoParriEmilia-Romagna;• manifestazionefemminista,autunno1975:fondoPieroOrlandi,Archi-vioHomeMovies;• scontritrapoliziaemovimentostudentesco,marzo1977:fondoCesareBallarini,ArchivioHomeMovies;• muralesdelmovimentostudentesco,estate1977:fondoVittorioZappoli,ArchivioHomeMovies;• sciopero del liceo artistico, 1978: fondo Benedetta Iandolo,ArchivioHomeMovies;• comiziodelPli,anniSessanta:fondoEnzoDonati,ArchivioHomeMo-vies.
Granpartedeiframmentiutilizzatieranoprividiunatracciaaudio,maabbiamoritenutoopportunoeffettuareunlavorodisonorizzazionedell’interovideo(perilqualesiringraziaMatteoPasini),secondouncriterioilpiùpossibilefilologico.Com’èovvio,spessononesistonoregistrazionisonoreesternedeglieventifilma-ti,percuil’abbinamentoalleimmaginidisuoni,voci,musicheharichiesto,oltre
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aunafasediricercadocumentaria,un’attentavalutazionedelleopzioniadispo-sizione,daunlatoperrenderepiùsuggestiveleimmaginistesse,edall’altroperevitareanacronismi.Inalcunicasi(nellospecifico:l’estrattodicinegiornaleelavocediTogliattidurantelafestadell’Unitàdel1951;ildiscorsoperilsuccessodelPci alle elezioni amministrativedel1975di fronte aunapiazzaMaggioregremita;leparoleinsottofondonell’ultimocomizio)l’audioinseritoèapocrifo,macrediamochel’interventononsiaaffattoscorrettodaunpuntodivistasto-riografico,echeanzifavoriscaunapercezionepiùintensadelquadrostorico.Inaltricasi,sièpreferitoinserireunappropriatosottofondomusicale(unacanzoneper lamanifestazione femminista del 1975; improvvisazioni strumentali per ilmovimentostudentesco),oppurelimitarelasonorizzazioneall’aggiuntadirumo-ridifondo.Tuttociòimplicacheilraccontoperimmaginicheproponiamosiaalquantoar-bitrarioenonabbiaalcunapretesadiricostruireunacronologiadeglieventi,dicoprirelemanifestazionidipiazzapiùimportanti,odiproporreunapanoramicaesauriente deimateriali documentari a disposizione. Semplicemente, abbiamocercatodidescrivereunatrasformazionedelleformedipartecipazionecolletti-vaallavitapoliticanellepiazzebolognesiattraversounrepertoriodidocumenti(audio)visivi.Ilfilmsichiudecol1980perchéquestatrasformazionesieraormaicompiuta;semmaisenestavainaugurandoun’altra,cheavrebbemutatodinuovoleformeeicontenutidell’usopubblicodellapiazza,maagendoalmenoinpartenellastessadirezione,ovveroversounrapportosemprepiùcriticotrasocietàitalianaepartitidimassa.Naturalmente,anchedopoil1980ilPciolealtreforzepolitiche–aBolognacomealtrove–continuaronoaorganizzaremanifestazioni,comizi,festeinpiazza.Eabenvedere,certeadunatepubblichepresentavanobenpochediffe-renzerispettoalpassato(peresempio,leimmaginideifuneraliperlastragedel2agosto1980restituisconounapiazzadeltuttosimileaquelladiseianniprimaperlastragedeltrenoItalicus,apartiredallaretoricaantifascistaedallosven-toliodellebandiererosse).Tuttavia,perlomenoneifondiarchivisticiconsultatipressoHomeMoviesel’IstitutoParri,letestimonianzefilmichedellapresenzadeipartiti,ediquellocomunistainparticolare,nelloscenariourbanodeglianniOttanta si fannopiù rare.Comesenel frattempo fosse scomparsanon solo lavecchia“piazzarossa”,maanchel’attenzionedeicineamatorineiconfrontidellamobilitazionedimassanellesueformepiùtradizionali.Matuttosommato,anchequestalatitanzaèindiziodiunmutamentodelclimapolitico.
E-Review Dossier 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
La crisi dei partiti in Emilia Romagna negli anni ’70/’80a cura di Mirco Carrattieri e Carlo De Maria
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview48pp. 153-162
Presentazione a Sante Cruciani e Gisella Gaspari, Il “modello emiliano” da Giuseppe Dozza a Pier Luigi Bersani. Video-saggio tra comunicazione e propaganda politica (1946–2013)
SaNtE CRUCIaNI
Nella storia dell’Italia repubblicana, il “modello emiliano” ha costituito la carta d’iden-tità dell’azione riformatrice dei comunisti nel governo locale e regionale. La fortuna internazionale di questa esperienza ha accompagnato le strategie del “compromesso sto-rico” e dell’“eurocomunismo” e il dialogo tra il Pci e la sinistra europea. Questo video si sofferma sulla costruzione mediatica del “modello emiliano”.
In the history of the Italian Republic, the “Emilian model” has represented the identity card of the communist reformism in local and regional government. The international success of this experience has accompanied the strategies of the “historic compromise” and “Euro-communism” and the dialogue between the Pci and the European left. This video focuses on the public communication of “Emilian model”.
1. Presentazione
Lo sviluppo delle tecnologie informatiche nella conservazione dei documentid’archivioedellefontiaudiovisiveelacrescitadellerivisteonlineimponeaglistoricil’esigenzadiampliareilcampodellaricercaeilventagliodeglistrumentidi analisi, in un ambiente digitale nel quale tutto tende a diventare immagine[Vitali2004].Lamoltiplicazionedellefontiaudiovisiveinreteoffreperaltrolapossibilitàdipercorsidiricercasensibilialrapportotrastoriaemedia,conunaattenzioneparticolareallasferadelleculturepoliticheeaicircuitidellacomuni-cazioneedellapropaganda.
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Riprendendol’esperimentodelvideo-documentariodiGisellaGasparieMatteoPasettisullacontestazioneal“modelloemiliano”dapartedeimovimentigiova-nilideglianniSettanta,ilconfrontoravvicinatotraglistoricieglispecialistidelmondoaudiovisivopuòcontribuirearinnovareglistudisull’Italiarepubblicanaeapresentaresottolaformainnovativadelvideo-saggioirisultatidellaricerca( http://youtu.be/LnKJkcZxvXQ).Aldilàdeldocumentariotradizionale,nelquale le immagini sononormalmente utilizzate per illustrare inmaniera dida-scalicaunatesidifondo,laselezionedisequenzecarichedisignificatoelalororiproduzioneattraversolatecnicadelmontaggiopuòconsentirelaproduzionedifilmatioriginali, capacidi condensare ladimensionedella ricercaaudiovisiva,l’interpretazionedellostoricoeildiscorsopubblicosullastoria.Èquantosiècercatodifarescandagliandolefontiaudiovisivedisponibiliinretesul“modelloemiliano”,inunarcocronologicocompresotrailmandatodelSin-dacodiBolognaGiuseppeDozzaelaconquistadellaRegioneEmiliaRomagnadelsocialistaEnricoBoselli,conunafinestrasull’ereditàdel“modelloemilia-no”nell’attivitàpoliticadiPierLuigiBersani,PresidentedellaRegioneEmiliaRomagnaeSegretariodelPartitodemocratico,candidatopremieralleelezionipolitichedel2013.Scegliendo come asse tematico la costruzionemediatica del “modello emilia-no”e lasuautilizzazionenellacomunicazionepoliticadelPci, l’esperienzadigovernolocaleeregionaledeicomunistidell’EmiliaRomagnaèstatacollocatanelledinamichenazionalieinternazionalidell’Italiarepubblicanaenellacornicedelprocessodiintegrazioneeuropea.Èstatocosìprodottounvideo-saggiochevuoleprovareaconnettere“iterritoridellapolitica”all’internoeall’esternodellostato-nazioneeproiettareladiscussionestoriograficasul“modelloemiliano”nel-lastoriadellasinistraeuropeaeneldibattitosull’identitàdellasinistraneltempopresente[DeMaria(ed.)2012;Galli2013].
2. Il “modello emiliano” da Giuseppe Dozza a Guido Fanti
Nell’ItaliadeiprimianniCinquanta,lacostruzionemediaticadel“modelloemi-liano” ha il suo primo protagonista nel Sindaco di Bologna Giuseppe Dozza[Lama2007].L’impegnonelgovernolocaledeisindacicomunisti,riunitinellaLegadeicomunidemocratici,trovanellacittàdiBolognaenelsindacoDozzauntestimonediprimopianonellacomunicazionepoliticadelPci.Larivoluzionedel“buongoverno”,dellapartecipazionedemocratica,deldialogoconilmondocattolicoedelconfrontoconicetimedieleforzeimprenditorialirappresentaperilPciunacartavincenteanchesulversantedellapropagandapo-
SaNtE CRUCIaNIPresentazione a Sante Cruciani e Gisella Gaspari, Il “modello emiliano” da Giuseppe Dozza a Pier Luigi Bersani.
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litica.IlfilmprodottodalPcidell’EmiliaRomagnaperleelezioniamministrativedel 1951 ed emblematicamente intitolatoUna giornata con il sindacomostraDozzaimpegnatoapalazzoD’Accursio,loseguenell’inaugurazionediunascuo-laenelsuostudio,mentrelanciadifronteallamacchinadapresaloslogandellacampagnaelettorale“VotadueTorri”.Inun’Italianellaqualelapropagandapoliticasidispiegaprevalentementeattra-versoilbiancoenerodellastampaquotidianaelerappresentazionivisivedeima-nifestimurali[Novelli2006;PivatoeRidolfi(eds.)2008],colpiscelaproduzioneacoloridelfilmatoelasensibilitàdiDozzaperlapervasivitàdelleimmaginieicoloridellapolitica.Filmatoinabitobluditaglioistituzionale,Dozzanonri-nunciaaunacravattaeaungiletrossocheaccompagnanolafasciatricoloredasindaco,sintetizzandocromaticamenteilsignificatopoliticodellaviaitalianaalsocialismoeilrapportotrabandierarossaetricoloreistituitonellostessosimbolodelPci.Condensatonelvideo-saggioattraversoloslogandellacampagnaeletto-rale,ilfilmatodel1951aprelastradaallaproduzioneaudiovisivadellaFedera-zionedelPcidiBologna,cheaccompagnainmanierapuntualelerealizzazionipoliticheesocialidellagiuntadelcapoluogo[Nicoletti(ed.)2009].Nell’Italiadelmiracoloeconomicoedelcentrosinistra,leiniziativedellagiuntaDozzanelsettoredelwelfaremunicipalesonodocumentate,adesempio,dalfil-matodel1964La stagione del recupero,dedicatoaisoggiorniclimaticiorganiz-zatiperibambinidiBologna.Scanditodaunacolonnasonoragioiosaedallegra,ilfilmatoacolorimostralavitadeigiovaniospitidellecoloniefinoallospettacoloteatraleallestitoperlaconclusionedellevacanze,conlaparodiadell’assaltoalladiligenzadelcelebrefilmdiJohnFordOmbre rosse.PerriprendereunachiaveinterpretativadiPierPaoloD’Attorre,l’affacciarsidelcinemadiJohnFordnellepraticheeducativedelComunediBolognaèunsegnalesignificativodellaconta-minazioneininterrottatra“mitosovieticoesognoamericano”nell’immaginariopoliticodell’Italiarepubblicana[D’Attorre(ed.)1991;Gundle1995].NelpassaggioditestimonedaGiuseppeDozzaaGuidoFanti,l’affermazionedel“modelloemiliano”nellaculturapoliticadelcomunismoitalianotrovaespres-sione inalcunifilmati che lanciano ilComunediBolognanelquadropoliticonazionaleenellalottaperlapacecondottadalPci.Ilfilmatodel1968Bologna città di paceèesemplareperl’equilibrioraggiuntotralesequenzeriguardantiildialogoperlapacetracomunistiecattolici,lasolidarietàinternazionalistaconilpopolovietnamitaelaforzadelmitosovieticodopolaconquistadellaLuna.Sulsottofondodiunamusicad’organo,leimmaginiinbiancoenerodellavisitadel22dicembre1967delcardinalLercaroalsindacoFanti,dell’incontroconunadelegazione dei sindacati vietnamiti e dell’accoglienza riservata all’astronauta
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sovieticaValentinaTereskovaconfermanoilruoloatuttocampogiocatodalCo-munediBolognanellastrategiacomunicativadelPci.Rifacendoci ad alcune considerazioni di SandroBellassai [2000], le sequenzeriguardanti l’abbracciodellacittà aValentinaTereskovapermettonoalcune ri-flessioniulteriorisuirapportidigenerenellaculturapoliticadelcomunismoita-liano.Nelcommentosonoro,lagiovanecosmonautasovietica,inqualitàdi«pri-madonnadellospazio»ècertamenteun«esempiotangibiledell’emancipazionefemminile»macontinuaaesserepresentatacome«sposaemadre»,«modestaesemplice».L’efficaciadel“modelloemiliano”nellapropagandapoliticadelPcièrafforzatadalfilmatoRoma Bologna. Due città due volti,prodottodallaFederazionebolo-gneseedallaFederazioneromanaperleelezioniamministrativedel1968.Men-tresottolaguidadiDozzaeFantiBolognahaconquistatoilcaratterediunacittàmodernaeil«futuroègiàcominciato»,sottol’ombraprotettricedel“cupolone”isindacidemocristianihannotrasformatoRomanelparadisodellaspeculazioneediliziaecondannatoleclassipopolarialdegradodelleborgate.Sullasciadellacampagnalanciatadalsettimanale“L’Espresso”controilSindacodiRomaRebecchiniconloslogan“Capitalecorrotta,nazioneinfetta”,l’esempiodiBolognapuòcostituireun’alternativarealedi“buongoverno”,indirizzareilvotoversoilPcielegittimareleaspirazionidigovernodeicomunistiitaliani,inunosnodopoliticocheannunciailvarodell’ordinamentoregionaledel1970.
3. Gli anni Settanta e la fortuna internazionale del “modello emiliano”
Nell’ItaliadeglianniSettanta,il“modelloemiliano”divienelacartad’identitàdelcomunismoitaliano,nell’ambitodellastrategiadel“compromessostorico”e dell’“eurocomunismo” di Enrico Berlinguer [Pons 2006; Barbagallo 2007].RiprendendounacategoriaanaliticadiFaustoAnderlini[1990],nelfilmatodel1972Vivere a Bolognal’esperienzadigovernodell’EmiliaRomagnaècollocataalcroceviatra«comunismoidealeesocialdemocraziareale».Costruitosuunap-pellodiPalmiroTogliattiaicompagniemiliani,sviluppatoneldiscorsodel1946aReggioEmiliasuCeto medio e Emilia rossa,ilfilmatoindividualeradicidel“modelloemiliano”nellatradizionesocialistadigovernomunicipale,nellareteassociativachesostieneilpartitoenelrapportoconleorganizzazionisindacali.Ilruolodigovernoregionaleassuntodaicomunistidell’EmiliaRomagnaèchia-ramenterivendicatocomeladimostrazionepiùnettadellafunzionenazionaleedell’azioneriformatricedelPcinell’Italiarepubblicana.Essereunaforzarivolu-
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zionariavuoldirepericomunistiitalianinonsoltantoaspirareatrasformarel’Ita-lia,maagireognigiornoperrealizzareunaconcretaazioneriformatrice.Comeaffermalavocefuoricampo,mentrescorronoleimmaginiacolorideimilitantiaccorsiaBolognaperlaFestadell’Unitàchecelebrailcinquantesimoanniver-sariodelloroquotidiano,pericomunistiitaliani«governaresignificaattuareleriformeconilconsenso,lacollaborazioneeilsostegnodelpopolo»,per«affron-tareibisognisocialielenecessitàcollettivechelalogicadelcapitalismononsaenonpuòsoddisfare».L’esperienzariformatricedeicomunistidell’EmiliaRomagnaènelcontempoog-gettodiunaraffinataoperazionedicomunicazionepoliticapromossadalPresi-dentedellaRegioneGuidoFantiedalSindacodiBolognaRenatoZangheri,perfarconoscereallastampaesteraisuccessidel“modelloemiliano”.Ilfilmatode11972Viaggio in Emilia RomagnavuoleappuntoesserelacronacafilmatadiunviaggiocompiutodaunadelegazionedellastampaesterainEmiliaRomagnasuinvitodellagiuntaregionale,realisticamenteinpienoaccordoconlasegreterianazionaledelpartito.FindalleprimedichiarazionidelpresidenteFanti,ilfilmatoponeinprimopianolavolontàdeicomunistiemilianidinoncostituire«un’isolarossa»,madiessereparteintegrantediunostatoitalianodamodificare«nelrispettoenell’applica-zionepienadellaCostituzione».Ilrispettodelpluralismopolitico,lapartecipa-zionedemocratica, il benessere diffuso e l’alto tassodi protezione sociale del“modelloemiliano”diventanocosìifattoripositivichelegittimanoilcamminodeicomunistiitalianiversoilgovernodelpaeseeliinseriscononellafamigliapo-liticadellasinistraeuropea.Agiudicaredallepaginedeiquotidiani“LeMonde”,“L’Observateur”e“FinancialTime”chescorronosulloschermoedalleintervisterilasciatedaigiornalistiNobécourt,SabouteRobinson,siamodifronteall’avviodellafortunadel“modelloemiliano”nellapubblicisticainternazionaledeglianniSettanta.Mentrenelmaggio1973Bolognadiviene il luogopresceltodaBerlinguerperlanciare insieme al segretario del PcfMarchais la strategia dell’“eurocomuni-smo”,ildocumentariodiJacquesNobécourt[1975]sulla“sinistraalpotere”inEmiliaRomagna,ilvolumediMarcellePadovani[1976]sulla“longuemarche”delcomunismoitalianoel’inchiestadiMaxJaggi,RogerMullereSilSchmidt[1976;1977]sulla“RedBologna”indicanolaforzatrainantedel“modelloemi-liano”perildialogotrailPcielasinistraeuropea.Nel1977,annosimbolodellacontestazionedellasinistraextraparlamentare,lascomparsadelPresidentedellaRegioneSergioCavinasembraquasianticipareledifficoltàdel“modelloemiliano”adaffrontareilcambiodifasedellapolitica
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italianaprovocatonel1978dall’assassiniodiAldoMorodapartedelleBrigateRosseedalfallimentodel“compromessostorico”.LeimmaginiinbiancoenerodellaRairegionaledeifuneralidelpresidenteCavina,dell’omaggiodeldirigentedelPciGianniCervetti,delsegretariogeneraledellaCgilLucianoLamaedelsindacodiBolognaZangherialcompagnodipartitochiudonounaepocaeantici-panoladifficilenavigazionedel“modelloemiliano”nellapoliticaitalianadeglianniOttanta.
4. Il “modello emiliano” al Parlamento europeo e l’esaurimento del monocolore comunista
Nelloscenarionazionaledei“governidipentapartito”edelritornodelPciallaparolad’ordinedell’alternativademocratica, ilmodelloemilianoè interpretatodalPresidentedellaRegioneLambertoTurciconunanuovasensibilitàperitemidellaprogrammazioneeconomica,dellosvilupposostenibileedellasalvaguardiadell’ambiente.IltentativodiTurcidiinaugurareunafasenuovaanchedalpuntodivistadella comunicazionepolitica è evidentenelfilmatoprodottonel1980dall’emittente regionaleTelesanterno con il titoloLa Regione cresce... e va a scuola. Imitandogli incontriche ilPresidentedellaRepubblicaSandroPertinièsolitoaverealQuirinaleconlescolareschediogniparted’Italia,ilfilmatodiunincontrotraTurciealcunistudentidiBolognavuoleriallacciareifilitralegenerazionieattribuiresmaltoalmodelloemiliano.Èuntentativosoloinparteriuscitoenelfilmatorestaforteladistanzatralafreschezzadeiragazzichedo-mandanolaragionedellasuanominaeilsorrisoimbarazzatodiTurcichesirifàallasuaesperienzapoliticaafiancodiCavinaealleconsultazioniintrapresedalpartitopergiungereallasuadesignazione.DurantelostallopoliticodellasegreteriadiAlessandroNatta[Turi1996],il“mo-delloemiliano” sembragarantireai comunisti italianiunapresenzaqualificatanelrapportoconlaComunitàeuropeaeconilParlamentoeuropeo.IlserviziodellaRairegionalesullamissionedel1988delPresidentedellaRegioneLucianoGuerzoniaStrasburgoperottenere,diconcertoconlaregionepadana,l’impegnodelParlamentoeuropeoafavoredelrisanamentodelPoedell’AdriaticoèlaspiadiunavisionepoliticacheguardaallaComunitàeuropeacomeilbaricentroinso-stituibilediunaefficaceazionedigoverno.Nello stesso torno di tempo, l’impegno dei comunisti emiliani nelle istituzio-nidellaCeeèsostenutoconintelligenzapoliticadalSindacodiBolognaRenziImbeni,elettoalParlamentoeuropeonel1989conloslogan“CandidaBolognainEuropa.Ilsindaco,latuacittàinEuropa”.Imanifestiinseritinelvideosag-
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giosull’attivitàdiRenzoImbeniallaguidadelComunediBolognaesuibanchidelParlamentoeuropeosintetizzanoinmanieraeloquenteladimensioneeuropeamantenutadal“modelloemiliano”neglianniOttantael’impegnodiImbeniperunpienoinserimentodelPcinellafamigliadellasinistraeuropea[Iannucci,LeprieRovinetti(eds.)2005].All’indomanidellacadutadelmurodiBerlinoeallavigiliadellasvoltadiAchilleOcchetto,l’esaurimentodel“modelloemiliano”ètestimoniatodall’elezionedelsocialistaEnricoBoselliallaPresidenzadellaRegione,allatestadiungovernodicoalizionetracomunisti,socialisti,socialdemocraticierepubblicani.Ilfilma-todel1990dell’intervistadiBosellialgiornalistadelTgrFilippoVendemmiatiesprimeplasticamentelafinedelmonocolorecomunistainEmiliaRomagnaelanecessitàperilPcidiaffrontareunadiscussioneatuttocamposullasuaidentitàpoliticaesullasuacollocazionenellasinistraeuropea.
5. L’eredità del “modello emiliano” dalla “Repubblica dei parti-ti” alla “democrazia dell’opinione”
Nelpanoramapoliticodegli anniNovantaenelpassaggiodalPci alPds,unarielaborazionedelmodelloemilianoècondottaconpragmatismodalPresidentedellaRegioneEmiliaRomagnaPierLuigiBersani.Lasequenzadialcuneintervi-sterilasciatenel1993allatestataregionaledellaRairacchiudeilmanifestopro-grammaticodiBersaniperunariformainsensofederalistaesolidaledellostatoitaliano,dacontrapporreallespintealladisgregazionedellaLegaNord.Ilrichia-modelpresidenteBersaniallanascitadeltricolorenellacittàdiReggioEmiliaèsintomaticadellafunzionenazionalerivendicatadalPdsnellacrisiitalianaedellapersistenzadel“modelloemiliano”nellaculturapoliticadellasinistra.Conunsaltoconsapevoleneltempopresente,laschedadell’emittenteregionaleTelepiacenzasullacandidaturadel2013algovernodelpaesediPierLuigiBersa-ninellevestidisegretarionazionaledelPartitodemocraticoponealcuniinterro-gativisull’evoluzionedelleculturepoliticheesull’ereditàdel“modelloemiliano”dalla“Repubblicadeipartiti”[Scoppola1991]alla“democraziadell’opinione”[Fedele1994].NelfilmatoriguardantelabiografiapoliticadiPierLuigiBersani,dall’educazio-neinunafamigliacattolicaallamilitanzanelPcienelPds,dairuoliistituzionalinellaRegioneEmiliaRomagnaallacampagnaelettoraleperleprimariedelPar-titodemocratico,dallemetaforelinguisticheutilizzateinnomediuna«politicadialettale, trasparentee faciledacapire»alle imitazioni fulminantidelcomicoMaurizioCrozza,l’ereditàdel“modelloemiliano”nellaculturapoliticadellasi-
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nistraitalianaappareintuttelesuepotenzialitàecontraddizioni.Osservava lostessoBersani[2011],assumendolasegreteriadelPartitodemo-craticoeripensandolasuaesperienzapoliticaedigovernoall’internodelPciedelPds:
Amol’EmiliaRomagna,malamitologiadel“modello”nonmihamaiconvinto.Anzi,mi sonoaffermato inEmiliaRomagnamettendoa critica l’impostazionemodellisticaedevitandosempredipronunciarelaformula“modelloemiliano”.IlPciavevabisognodidimostrareagliitalianilasuadistanzadall’Esteuropeoevo-levaproporreunpattoallaborghesia,appunto“comeinEmilia”.Tuttaviarievoca-requellaformularischiavadiincoraggiareunriflessodiconservazione,tesopiùasottolineareleacquisizionidelpassatocheiproblemielesfidenuove.Piuttostolebuonecosefattedovevanoindurciariproporrequeivalorinellamodernità,apren-docicriticamenteallecosenuove.UnafiguraidealechemihasempreaffascinatoèquelladelcapolegaoperaioocontadinodifineOttocento.Eranouominiforticheandavanonellestalleaparlareconglianalfabeti:costruttoridelsocialismoconunavisionedellapoliticanobileeunasperanzaperilfuturo.Fossimocapacinoi,neinostritempi,difarcamminarelastoriacomefeceroloro!
Aldilàdellecontingenzedellapolitica,l’indaginestoricasul“modelloemilia-no”puòcontribuireadanalizzarelaparaboladelPcinell’Italiarepubblicanaearipensareleformeeimodidellapoliticadeltempopresente,acondizionediconsiderarelacircolaritàdelleculturepolitiche,ilrapportotrai“territoridellapolitica”dalgovernolocaleall’interdipendenzaglobale,senzatralasciarelasferadelleidentitàedellerappresentazionicheemergonodallacomunicazioneedallapropagandapolitica.
6. Conclusioni
Negliultimiquindicianni,ilruolodelPcinell’Italiarepubblicanaèstatoricostru-itomantenendounacertaseparazionetral’«impossibileegemonia»[Pons1999]derivantedallegameirrisoltoconMosca,ladinamicadeirapporticonlasinistraeuropea,l’esperienzadelgovernolocaleeregionale,lasferadellacomunicazioneedellapropagandapolitica[Gualtieri2001].Sitrattadidimensionichepossonotuttaviaintrecciarsiinmanieraorganica,conl’obiettivodiindagareinprofonditàl’interazionetralaconcretezzadeiprocessipoliticiedeconomicieilcarattereap-parentementevolatiledellapropagandapolitica,considerataappannaggioesclu-sivodeisociologidellacomunicazioneedegliespertidelmondoaudiovisivo.Èunapprocciochepuòesseresperimentatoapartiredall’influenzadel“modelloemiliano”nellaculturapolitica,nellapraticadigovernomunicipaleeregionale,nelrapportoconilprocessodiintegrazioneeuropeadelPci,machepuòessere
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estesoalleculturepolitiche,aipartitiealleorganizzazionisindacalichehannoanimatolastoriadell’Italiarepubblicana.Intaleprospettiva,lastoriapoliticapuòaprirsiinmanierapiùarticolataallefontiiconograficheeaudiovisive,individuarepistediricercaautenticamenteinterdi-sciplinari e affrontare conmaggiore determinazione il discorso pubblico sullastoria[DeLuna2004],cheappareattualmentemonopolioditrasmissionitelevi-sivecondottedagiornalistidisuccesso,conglistoricirelegatiinunafunzionedisecondorango[Anania2008].Mentreprevalelatendenzaaunapoliticachesembragiocarsisoltantosulterrenodellacomunicazioneedellapropaganda,ri-allacciareifilitrastoriaetempopresentepuòaverel’effettodirestituirespessorestoricoeslancioprogettualeallapoliticaeallapartecipazionedemocraticadeicittadini,aldilàdeimeccanismispessoparzialiedeformantidella“democraziadell’opinione”.
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E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
#formazione
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview40pp. 163-173
the dream is over.Una fotografia dello stage dell’Istituto storia Marche
CHIaRa DONatI
Lo stage estivo dell’Istituto storia Marche 2013 è stato dedicato al cambiamento politico, sociale e culturale vissuto dagli italiani alla fine degli anni Settanta: dai sogni rivolu-zionari culminati nel ‘68 agli anni di piombo e alla “fine di ogni illusione”. Gli esperti hanno ripercorso le speranze e le tensioni affrontate dal paese attraverso il particolare punto di vista delle arti: letteratura, poesia, cinema e musica.
The 2013 summer stage at History Institute of Marche region was dedicated to the politi-cal, social and cultural transformation experienced by Italians at the end of the seventies: from the revolutionary dreams culminated in ‘68 to the Years of Lead and the “end of all illusions.” The hopes and the tensions faced by the country have been traced by experts through the particular point of view of arts: literature, poetry, cinema and music.
(Contributivideodisponibilionline: http://www.youtube.com/playlist?list=PLPAaA-4eXcWx3rDk2b_SyKVG8D8fHYu7s).
Negliultimigiornidiagosto2013siètenutoaPievebovigliana,nell’altomace-ratese,lostageestivodell’Istitutoregionaleperlastoriadelmovimentodilibe-razionedelleMarche.GiuntoormaiallaVIIedizione,lostagesiètrasformatoinunappuntamentoperstudiosi,giovaniricercatoriosempliciappassionati:unmomentodiriflessionecomuneeun’occasionediascoltoedibattito.Purnellalorovarietà,itemitrattatiinquestianniappaionolegatiinsiemedaunfilorosso:nascondonounacontinuitàdifondocheèravvisabilenell’attenzionerivoltaallastoriadellaculturaedellamusicaitaliananegliannisuccessivialse-condodopoguerra.L’edizioneorganizzataadApironel2003èstatadedicataaLa
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canzone d’autore e altri generi letterari: nel con-testo della cultura deglianni Settanta si discutevadiPasoliniediVolponi,diDeAndrè e degli StormySix. Assieme a MassimoBubola,frairelatorieranointervenuti il critico lette-rarioMassimoRaffaeli, ilpoeta anconetano France-sco Scarabicchi e FrancoFabbri, ex Stormy Six edocente di Popularmusic
pressol’UniversitàdiTorino.Itreespertisonostatipresentiancheall’appunta-mentosuCanzone d’autore e Canzone politicadel2010,nelqualeiduefilonimusicalisonostatiripercorsiattraversoilinguaggidellapoesia,dellacriticalet-teraria,dellacriticamusicale,dellastoriaedellacanzone.L’incontrodel2012èstatodedicatoaBob Dylan e l’America degli anni ’60:oltreafornireunaconte-stualizzazionedelbienniomagicodelrock(1965-1966),sonostatiaffrontatilarelazioneche legòDylanallaBand, ilgruppoche l’accompagnòin importantiprogettimusicali,ilsuorapportoconBertoltBrecht,conilbeatitaliano,conlagiustizia,conilmovimentopacifista,conlaFactorydiAndyWarholequellotraDylanelaBibbia.
The dream is over (John Lennon). 1976-1980: la fine dei “lunghi” anni Sessanta è invece il ti-tolo dello stage appenaconclusosi.Allabase, laconvinzione che il chiu-dersi degli anniSettantaabbia rappresentato perlastoriadelnostropaeselafinediunperiodosto-rico contrassegnato daunageneralesperanzadicambiamento. Si affida
Visita al Castello di Beldiletto (Pievebovigliana)
Concerto dei “Dreamers”
ChIaRa DONatIthe dream is over. Una fotografia dello stage dell’Istituto storia Marche
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allearti,allaletteratura,allamusicaealcinemal’incaricodiraccontare,comeletesserediunmosaico,letrasformazionivissutedallasocietàitaliananelcorsodiunventennio:daisognirivoluzionariculminatinel’68agliannidipiomboealla“finediogniillusione”,dicuiitempiattualisonoancoraeredi.Attraversoicontributidegliespertièemersal’identitàcollettivadiunpaesese-gnatodall’alternarsidisperanze,traumietensioni:lospaccatodiun’Italiarepub-blicanaedelsuocontinuocostruirsicomenazione,neiqualilastoriapoliticaesocialesileganoindissolubilmenteallacultura,cheasuavoltasifastoria.Oltreadessereparteintegrantedelprocessostoricoeessereatuttiglieffettiagenti di storia, lamusica, ilcinema, la letteraturae lapoesiacostituisconoinfatti fontiprezioseeperfinoinnovativeperlaricercastoricadelNovecento.Permoltotem-poconsideratedocumentiminori,negliultimiannistannoiniziandoatrovareilloromododi“esseremezzo”perlastoria.Anzi,aldilàdellequestionimetodolo-giche,èormaiavvaloratal’incredibileforzatestimonialechelecontraddistinguenella ricostruzionedel tessutosociale, ideologicomaanchepoliticodeglianniSettanta:unperiodostoricotalmentericcodidocumentazionedigenerediversodarenderneardualapercezionecomplessiva.
1. La Grande storia
AMassimoPapini(direttoredell’IstitutostoriaMarche)ilcompitodiaprirelariflessioneconuncontributosullacontestualizzazionedelventennio1960-1980dalpuntodivistapolitico:“Eravamo comunisti”. Enrico Berlinguer e la crisi della democrazia.Papinihavolutofissare lapropriaattenzione sullafiguradiEnricoBerlinguerqualeultimogranderivoluzionariodelNovecento.Formatosiallascuolamarxista, inparticolareaquellagramsciana-togliattiana,divenneinpoco tempovice-segretariodelPci, eppure ciò che lo rendeun rivoluzionario– nonostante tutti i compromessi e lemediazioni politiche incontrate lungo ilpercorso–stanelnonavermaiabbandonatofinoalchiudersideglianniSettantalaconvinzionechelaclasseoperaiadovesseperseguirecomeobiettivostoricoil superamentodel sistemacapitalistico.Proprioquestaconvinzione loporteràinizialmentearifiutarecondecisionelaviadellasocialdemocrazia,nellaqualeilcompitodeipartitidellasinistrarischiavadidivenirepuramentesindacaleecor-porativo:migliorarelecondizionid’impiegodeglioperaiall’internodiunsiste-madellavoroaccettatoenonpiùsuperabile.ÈconquestariservacheBerlinguernonruppecosìprestoirapporticonl’UnioneSovietica,comealtriappartenentidel partito avrebbero voluto. La conservazione di un equilibriomondiale, perquantocriticabile,garantiva infatti chealmeno inOccidente sipotessemante-
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nerevivalaprospettivadiungovernocomunistadellademocrazia.MaigrandifermentieleaspettativedeglianniSessanta,culminaticonil’68eil’69opera-iovengonoapocoapocofrenatidalcontestonazionalee internazionaledeglianniSettanta:l’attentatodipiazzaFontana,lacrisipetrolifera,ilgolpecilenodiPinochet,ecc.L’opzionediBerlingueredelsuopartitoèquelladioperareunanuovapropostapoliticache,purseguendolastrategiadelineata,siadattiallare-altàdelnuovodecennio.Daquilasceltadelcompromesso storico,intesocomestrategiadaadottareaffinchélaclasseoperaiapossaaffrontareunaseriedinodiirrisolti:primofratuttiilrapportotrademocraziaerivoluzione,trademocraziaesocialismo.Berlinguerabbraccialavisionediunademocraziacomemomentoditrasformazionedellasocietà.Fondeiconcettigramscianidiunitàediegemo-nia.Siaprealloraunafaseesaltante–seppurrischiosa–incuilaclasseoperaianecessitadialleanzeconaltricetisocialibasatesullacomunionedivalori(che,nelcasodelmovimentocattolico,possonoesserelapaceolasolidarietà).Lade-mocraziaprogressivaèunafaseversoilsocialismo,incuilaclasseoperaiadevelavorareperconquistareilconsensononsoloalpropriointerno,masoprattuttoall’esterno.LarispostadiBerlinguer,genialemaaltempostessomoltocriticata,è l’austerità. Incontrapposizioneal sistemacapitalisticoeallesuepratiche, illeaderdelPciproponeunmodellodisviluppochesuggeriscaalternativeconcreteallosperperoealconsumismoindividuale,ancheinrispostaall’emergeredellaquestioneecologica.Allafinedel1977diversielementifannopresagirel’imminenteingressodelPcialgoverno.Unaseriedieventievidenzianodinamichedireazione:BettinoCra-xidiventasegretariodelPsi, leelezioni inglesisonovintedallaLady di ferro,MargaretThatcher,eRonaldWilsonReagandiventa ilnuovoPresidentedegliStatiUnitid’America.Unanuovaemergenzastoricaèalleporte,mentreilsognocomunistasembraormaialtramonto.
2. Una generazione in movimento
DallaGrandestoria,perusareleparolediSilviaCasilio(UniversitàdiMacerata),sipassaalla“piccolastoria”:quelladelmovimentodel ’77. Il suocontributo,“Piove all’insù”. Giovani, movimento e riflussoproponeun’originalemappatura–perconcettichiave–deigiovanichemilitarononelmovimentodiqueglianni:lagenerazionechesembravaaverel’intenzionediromperedefinitivamentecontuttociòcheerastatodettoduranteedopoil’68.Ilmovimentoprendelemossedaun’iniziativadelministroFrancoMariaMal-fatti,cheil3dicembredel1976emanaunacircolarecheneifattismantellala
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liberalizzazionedeipianidistudio, invigoredal’68.Laprotestasidiffondeamacchiad’oliocoinvolgendolamaggiorpartedelleuniversitàitaliane.Accantoaglistudentisischieranogliinsegnantiprecari,iricercatorieiborsisti.Inpocotemposimetteinmotounprocessodiritornoall’universitàdapartediexstuden-ti,lavoratori,precari,donneedemarginati.Leoccupazionisitrasformanoingi-ganteschefeste.Adoccuparenonsonopiùifiglidipapàdipasolinanamemoria,maunagenerazioneilcuiconnotatofondamentalesembraesserelaprecarietà,siadaunpuntodivistaoccupazionalecheesistenziale,vistocheancheinqueglianniladisoccupazioneapparedilagantefraigiovanidai15ai25anni.Sitrattadelcosiddetto«frontedelrifiuto»:aglistudenticheprotestavanoperlariformasiaggiungonoifreak,idisperati,tuttiquellichelacittàavevaspintoaimargini.Lacontinuitàèravvisabile,piùcheconlagenerazionedel’68,coni“capelloni”chetrail’66eil’67animavanolascenapolitica,socialeecontroculturaleita-liana.Definiticondisprezzodallastampadell’epoca“zazzeruti”o“barbudos”,inrealtàsiproponevanocomemagmadisoggettidiversiunitidallacomuneopposi-zioneall’establishmentealsistemacostituito.Sipresentavanocomemovimentosvincolatodaogniformadicontrollo,impossibiledairreggimentareall’internodiunpartitoeincompatibileconqualsiasiregolamentazionedellaconflittualità.Glistrumentidicuiaffermavanosisarebberoservitieranolefeste,l’assunzio-neorgogliosadelledevianzeelariscopertadelcorpo–tematichecareanchealmovimentofemministadiqueglianni.Fuggendodadisquisizionierudite,sipro-ponevanodiconiugarepartecipazionepoliticaevissutoquotidiano.Sessualità,riappropriazionedeltempolibero,antipsichiatriaerifiutodellavoroeranoalcunedelletantequestionidellascenapoliticaecontroculturaleitalianaincuisimos-seroicosiddettisoggetti“nongarantiti”.Fuunmovimentocontraddittorioche,adettadiCasilio,siespresseparallelamen-tein«festaeazione,ansiadifareeviolenza,giocoemorte».Altreparolechiavechelorappresentanosono:ilsilenzioassordante,larotturaconil’68elasperi-mentazione.Quellodel’77eradifattiunmovimentochenonvolevafarparlaredisé.Nonacaso,anonimiestensoridiBolognanelmarzodiquell’annoscrivevano:«Nonesisteràunostorico,nontollereremocheesistaunostorico».Nonostanteciòilmovimentodel’77feceparlareenormementediséstorici,sociologiepo-litologi.AlbertoAsorRosasostennechequeigiovani,“lasecondasocietà”, sistesserosemplicementepreparandoasferrareuncolpomortalecontro“laprimasocietà”,quelladeipadri.Genitoriproduttiviegarantiti,maincapacidiestendereaiproprifigliidirittidicuilorostessiavevanogoduto.Ladifficoltàdiraccontareil’77–secondoCasilio–staproprionellacriticitàdirapportiinstauraticonilPci,chenontardòabollareilmovimentocomeanticomunista,quandolasuanatura
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erainrealtàviolentementeeradicalmenteantipartitica.
Ilmovimentodel’77segnaunafrattura,partedal’68erompeconil’68,segnalafinedellateoriadelsoggettorivoluzionarioperlasciarepostoai“millesoggetti”,segnalacrisipraticadella“formapartito”comeformadiorganizzazione;dallacrisidei“gruppi”riaffioralapovertàdellapoliticaelaricchezzadellavita,dal-lafinedellamilitanzaemergel’iniziativaautonomasupratichespecifiche.Millegruppi,milleformediorganizzazioneadeguateallepratichediappropriazionee,traqueste,unterrenodellariappropriazione,quellodell’informazione.Sulterrenodell’informazioneilmovimentoscoprelapossibilitàdiapprofondirelacrisidellaforma partito e inventa nuove funzioni di organizzazione [da un volantino delnovembre1977].
3. Con gli occhi degli italiani
Rispettoalla“piccolastoria”appenaripercorsa,quellachehapropostoAnnacarlaValeriano(UniversitàdiTeramo)puòessereinvecedefinitaunamicrostoriaperimmagini.ConGli anni ’70 degli “altri”. Gli home movies raccontanolarela-triceha,infatti,condottoilpubblicoall’internodellavitaprivatadellefamigliedell’entroterrateramanodeglianniSettanta.Davantianoiilvideodiuntipicomatrimonioabruzzeseilcuiraccontosidispiegaattraversofilminifamigliarial-ternatiaimmaginipubbliche.Inprimopianomoltielementidellatradizione:inparticolarmodol’esposizionedeiregalidinozze,nellalorovarietàericchezza.Spiccanoivoltidellepersone,voltiantichisegnatidal tempoedal lavoro.Lecontinuitàconunpassatoimmutabilesonoevidenti,soprattuttorispettoaipochielementiditrasformazione:leacconciaturedeicapelli,ipantaloniazampad’ele-fanteeilcorteodiautocheaccompagnaglisposi.Iprotagonistidelfilmatohannoallepropriespalleilcontestopoliticoesocialedescrittoinprecedenza:ilprota-gonismodeigiovani,unasocietàchestavacambiandoeinparteeragiàcambiatagrazie all’affermarsi deimovimenti, uno spirito di innovazione che vedeva lapermanenzadielementiarcaiciindeterminaticontestinazionaliqualesimbolodiarretratezzasocialeeculturale.Eppureleimmaginimostranoconchiarezzacheinalcuniambientileistanzedicambiamentoprovenientidallasocietàvengonoassorbitemoltolentamente:lerivoluzioniesterneentranonellecasesenzascalfi-redeltuttolepratichepreesistenti.SecondoValerianoc’èunelementocheaccomunaiprotagonistideimovimen-ticollettivie iprotagonistidelleripresefamigliari: lavolontàdi legittimare lapropriapresenzasullascena.Iprimilofannoaderendoaimovimenti,agendoinprimapersona,impegnandosidirettamentepercambiarelecose,conquistandoil
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dirittodiparolagraziealproprioimpegnosullascenapubblica.Allostessomodo,isecondilegittimanolapropriapresenzaall’internodellamemoriadellafamigliamostrandosiallacinepresache,difatto,sitrasformainunostrumentodireifica-zionedeivalorifamigliari.Lacompresenzaditradizioneeinnovazionenellerappresentazioniprivatesem-braconnotaregliinterianniSettanta.Ifilmatipresentatimostranolavitadipic-colipaesiincuiiltemposembraessersifermato:sisusseguonoimmaginidira-duniinpiazzaointornoalfontanilepubblico,dilavoriagricolioartigianaliediprocessionireligiose.Alcontrario,l’adesionealprogressoealletrasformazioniètestimoniatasoprattuttodagliinternidomestici,dovel’interessevienerivoltoaisegnidelbenessere:televisione,apparecchiotelefonico,complementid’arredo.
4. Cinema e società
Dagli homemovies al cinema italiano.Ad affrontare l’argomento èLuisaCi-gognetti(UniversitàdiBologna)conuncontributodaltitoloIl cinema italiano finisce con gli anni ’70? Da Ecce bombo a Ginger e Fred,chedescrivelasecondametàdeglianniSettantacomemomentocrucialeanchenelrapportotracinemaesocietàitaliana.Daldopoguerraal1970l’industriacinematograficaitalianahacostituito,infatti,un sistema ineguagliabile a livellomondiale, compostodaprofessionalità sor-prendenti:registi,montatori,cameraman,musicisti,doppiatori.Lagrandezzadeifilmprodottitrovagradimentononsoloall’estero,masoprattuttoinpatria,dovefinoallametàdeglianniSettantacisirecaalcinemainmediapiùdidiecivoltel’anno.Tuttavianell’arcodiundecennioilnumerodispettatoridiminuiscesor-prendentementedicircadueterzi.Mentrenel1982l’Italiaperdelaprerogativa–finadalloramantenuta–dioccuparealmenounodeiprimipostidellatopteninternazionale: a sfondare ilmercato, per la prima volta, è unfilm americano(E.T.).Dieciannidoposoloquattroproduzioniitalianeentrerannotraiprimiven-tifilmpiùvistidell’annoeilmercatoappariràormaicompletamentecambiato.IlneorealismoavevaalungorappresentatounmodelloalivellointernazionaleegliautoricinematograficideglianniCinquantaeSessanta–DeSica,Antonioni,Rossellini,Visconti,Pasolini–eranocelebratiintuttoilmondo.Adunirelaloroarte,unsognocomune:faredelcinemalostrumentoperraccontarelasocietà,conlesueamarezze,speranzeefallimenti.ConlafinedeglianniSettantaquestaformulasembra,però,nonbastarepiùalpubblicoitaliano.Tropposempliceattri-buirelaresponsabilitàdelcambiamentoesclusivamenteall’entratainscenadellamacchinatelevisiva.Tantopiùche,diffusasinellecasedegliitalianidaglianni
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Cinquanta,noninfluiscesulcinemafinoalmenoal’75.Leradicidellacrisisonopiùcomplesse:trail’74eil’76lefrequenzetelevisivevengonoliberalizzateenasconoletvprivate.Nelsettembredel1974vienefondatadaGiacomoProporziTeleMilanoCavo,checompratadueannidopodaSilvioBerlusconigiànel1980assumeràilnuovonomediCanale5.Conlanascitadellatvcommercialecisitrovadifronteaunaveraepropria“rivoluzioneestetica”:lacuradell’immagineperdesignificatomentrel’attenzionerisultacompletamenteassorbitadallesto-riedaraccontare,mortificandol’ereditàdellatecnicacinematograficaneorealistacheavevaneglianniprecedentiresograndel’Italianelmondo.
5. Riflessi di letteratura
LacrisideglianniSettanta,unacrisimoraleedesistenzialeoltrecheeconomicaepolitica,èanticipataetrovavocenelmondodellaletteratura.L’interventodiFrancescoScarabicchi(poeta)suL’ultimo Pasolinihamessoinlucel’importan-zadell’analisidellafiguradiPierPaoloPasoliniqualesnodofondamentaleper“abbracciare”finoinfondoiltrapassodaglianniSessantaaglianniSettanta.Tra-sumanar e organizzarèlasuaultimaraccoltadipoesie,uscitanel1971:inqueiversitraspareunasofferenteealtempostessoaggressivadenunciarispettoallacontemporaneadifficoltàdi“trasumanar”,cioèdiusciredallecondizioniumanedate.Ilsuosguardoèquellodiunbambinoingenuoeinnocentecheguardailfon-dodellavoragineenonnevedelafine.Nonèunveggente,néunvisionario.Macometuttiiclassicicoglielecostantidellavitasocialeedesistenziale,politicaecivile.Checosavederispettoalpresente?Tuttalalineadelpassato,senzailqualequelpresentenonsarebbeetuttalalineadelfuturo,cioèquellochequelpresentesarà.Nell’ultimaintervistarilasciataprimadimorire,Pasolininonsidilungaindisquisizioniletterarie,maraccontalarealtà,nudaecruda,comedaannifacevasullepaginedel“CorrieredellaSera”edialtriperiodici.Concludeconunafraseduraeincontrovertibile:«Ioscendoall’infernotuttelesereesochel’infernostasalendotravoi».Erail4ottobredel1975.LeparolediPasolinisileganoaquantoaffermatodaCalvino,attraversoilper-sonaggiodiMarcoPolo,nelleultimerighediLe città invisibili:«L’infernodeiviventinonèqualcosachesarà;secen’èuno,èquellocheègiàqui,l’infernocheabitiamotuttiigiorni,cheformiamostandoinsieme.Duemodicisonopernonsoffrirne.Ilprimoriescefacileamolti:accettarel’infernoediventarnepartefinoalpuntodinonvederlopiù.Ilsecondoèrischiosoedesigeattenzioneeapprendi-mentocontinui:cercareesaperriconoscerechiecosa,inmezzoall’inferno,nonèinferno,efarlodurare,edarglispazio».
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Pubblicatonel1972,èunodeigrandicapolavoridiCalvinoaffrontatodaMichelaMeschini(UniversitàdiMacerata)nelsuocontributosuLetteratura e postmo-dernità.Ilpostmodernismononsipresentacomeunmovimentoounascuolaunitaria,bensìundibattitoapiùvoci,avoltesimili,avoltecontrastanti.L’oggettodelladiscussioneèlacontemporaneità,lasocietàmoderna,ilmondodegliultimi50anni.NatoinEuropa,masviluppatosinell’ambitoaccademicostatunitense,nelcorsodegliannisièarricchitodiprospettivespaziandointuttiicampidelsape-re.Fraisuoiteoricipiùfamosi,ilfilosofofranceseJean-FrançoisLyotardperilqualelapostmodernitàèunacondizionepostuma,chehatrovatoragioned’esseredopolafinedellegrandinarrazioni,deigrandiracconti:marxismo,socialismo,liberalismo.Nel suoLa condizione postmoderna. Rapporto sul sapere (1979),pietramiliaredeldibattito,Lyotarddichiaracheimetaraccontisonol’emancipa-zioneprogressivadellaragioneedellalibertà.Essihannounapretesadivaliditàuniversaleepromuovonoingenereunprogettopolitico,sociale,economicocheruotaattornoadegli ideali(uguaglianza,giustizia, lavoro, libertà,ragione,ric-chezza),dandosensoallanostravita.Legittimanolafiducianelprogresso,nellacrescita,nell’emancipazioneenelmiglioramentodell’uomo,salvopoidisatten-dere tuttoquesto,perchénonè l’assenzadiprogressoma lo sviluppo tecnico,scientifico,artistico,economicoepoliticocheharesopossibileleguerremon-diali,itotalitarismi,ladisoccupazione,la“deculturazione”generale.Lafinedeimetaraccontièsegnatadauneventopreciso:laprogettazioneelarealizzazionediunnon-luogocomeAuschwitz.Lafiduciainunprogressolineareeillimitatovienedefinitivamentemeno.Nelpostmodernodominaalcontrarioilsensodellimite,dellacomplessità,dellamolteplicitàedellarelativitàdelleconoscenze.Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973),Se una notte d’inverno un viaggiatore(1979),Palomar(1983),Lezioni americane(pubblicatopostumonel1988)sonotutteoperelacuistrutturasibasasulla«retedeipossi-bili»: l’ideadellamolteplicitàsi traduceinscritturacome«retediconnessionetraifatti,lepersoneelecosedelmondo».Le città invisibilisonocostituiteda55frammentidicittà,corrispondenticiascunoaun’immaginedicittàfantastica.Nonc’èunveroordinedilettura,nonc’èunacronologia,unrapportologicofradiesse.Illettoresitrovaaviaggiareinunospaziocheiteoricidellapostmodernitàdefiniscono “eterotopico”, cioè senzamargini e senza centro.Uno spazio per-corribileindirezionimultiple,dovenullaècertoedoveleveritàdiventanodellesemplici interpretazioni, senzanessunavalidità.A regnare è la dialettica degliopposti:dentroefuori,beneemale,felicitàeinfelicità,desiderioepaura.Quello
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chepotrebbesembrareunoziosogiocolinguistico,unosperimentalismofineasestesso,aunesamepiùapprofonditonascondeinvecemoltodipiù.Dietroallafor-malizzazioneastrattadicittà-labirinto,cittàconcentricheofiliformi,incuil’ele-mentoumanosembrascomparso,sicelaunafortetensioneetica,direttaproprioavalorizzarel’esperienzaumanadell’esserenelmondo,dell’esserenellastoria.
6. La disillusione si fa musica
L’ultimo contributo di EmanueleMochi (Istituto storiaMarche) è dedicato almondodellamusica:“E a un Dio a lieto fine non credere mai”. De Andrè e Ga-ber alla fine del sogno.Entrambigliartistihannovissutopersonalmenteleaspirazionielesperanzediunagenerazionechecredevadipotercambiareilmondo,ditrasformarloinunluogo in cui fossero promosse le differenze e al tempo stesso riconosciute leuguaglianze.Ladisillusionescaturitadalfallimentodiquesteaspettative,alorovoltarisucchiatedaunadilaganteomologazionealmodellocapitalistaamerica-no,rivivenellelorocanzoni.AllafinedeglianniSessantaGaberlasciailmondotelevisivoeportalacanzoneneiteatridituttaItalia.Nel1976–insiemeall’amicopittoreecoautoreSandroLuporini–dàvitaadunospettacolocompletamentenuovo,incuiilgeneredel“teatrocanzone”toccailsuoapice:Libertà obbligatoria.Alcentroiltemadelrapportotraindividuoesocietà:ilsistemacapitalisticosiètalmenteinfiltratonellaquotidianitàdamodificarenell’individuolacoscienzadelpropriocorpoedeipropribisogni.Nellenotedicopertina,ladenunciaversoladilagantecrisiculturaleesocialeappareinequivocabile:«Quellochesembravafosseun inarrestabileprocesso rivoluzionario sulpianodellecoscienze,primachesuquellostoricoepolitico,cominciaamostrareisuoilimiti,lesueincer-tezze, i suoi tentativi un po’ patetici di nascondere contraddizioni sempre piùevidenti.L’appiattimentodell’individuopreconizzatodaivariAdornoeMarcuseèquipresentissimo.Sicominciaadavvertireunsensodiimpotenza,diincapacitàacontrapporreistanzediversealmodelloamericanoeallasuatrionfaleavanzata.Sipercepisceildisagiodiunasconfittacollettivacheciostiniamoancoraanonvolerriconoscerecometale».Lapresad’attopiùdolorosa èquelladi vedere il fallimento allo specchio, ri-flessonellapropriaimmagine,chesuscital’amarezzael’incredulitàdescrittaadesempioneltestodiQuando lo vedi anche.Anchel’albumRimini,cuiDeAndrèlavorainsiemealsuocoautoreMassimoBubola,nascedalladelusionepoliticaperlevicendedegliultimianniSettanta.Lacittàromagnolaèlametaestivadella
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medio-piccolaborghesiadiqueglianni:uominiedonneilcuistatussocialeap-parivagarantirepopolaritàerispetto,maanchedivertimentoefrivolezza.Tuttelecanzonideldisco–perprimaquelladiapertura–ripercorronoinfattilamede-simastrutturanarrativa:fiducianelfuturo,impattoconlastoria,finedelsogno,dandovoceallastoriadiun’interagenerazione.Indefinitivalerappresentazionipresentatenelcorsodell’incontro–ognunaspec-chiodiundiversouniversoartisticoeculturale,seppurparzialeeframmentario–hannosaputodisegnarenel loro insiemeunaffrescodellasocietàdeglianniSettanta,permettendoalpubblicodiassaporareun’immaginevividadelnostro“passatoprossimo”.
Risorse
StoriaMarcheNovecento–Videodellostageestivo2013(versioneintegrale)http://www.storiamarche900.it/main?pp=Stage_Thedreamisover
RadioAlicehttp://www.radioalice.orghttp://www.raistoria.rai.it/categorie/speciale-radio-alice/303/1/default.aspxhttp://radio.rcdc.it/programmi/radio-alice-archivi-audio
HomeMovies–Archivionazionaledeifilmdifamigliahttp://www.memoriadelleimmagini.it/homemovies
Quandolovedianche(1976)–GiorgioGaberhttp://www.youtube.com/watch?v=NsQ3j4GU9ZY
Rimini(1978)–FabrizioDeAndrèhttp://www.youtube.com/watch?v=_ctTDpIOh7c
ProgrammaStageestivo2013–IstitutostoriaMarche.pdfhttp://e-review.it/sites/default/images/figure/2013/donati/donati_2013_programma.pdf
RipreseemontaggiovideoacuradiChiaraDonati.
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview7pp. 175-183
Processi di formazione dell’Unione Europea. Un’esperienza di scambio storico-culturale conla Francia
GIULIa RICCI
Riflessioni sul progetto di formazione residenziale per docenti e operatori culturali che, ad anni alterni, affronta aspetti della Seconda guerra mondiale attraverso la conoscenza dei luoghi di memoria e delle agenzie memoriali della zona dell’Ain (FR) e della regione Emilia-Romagna (IT). L’utilizzo di materiali museografici è abbinato a conferenze di sto-rici ed esperti sui temi del collaborazionismo, delle politiche razziali e delle deportazioni, della guerra di liberazione italiana e francese.
Reflections about the residential training project, for teachers and cultural workers, de-aling every second year with aspects of World War II, through visits and presentations of pedagogical resources, museums and places of memory, located in Department of Ain (FR) and in Emilia-Romagna (Italy). Historical conferences about collaborationi-sm, Resistance, racial politics and deportations, are reinforced by museum sources and collections.
Dal2005ilprogettoMemoriadellaSecondaGuerramondiale.Approcciocom-paratoItalia-Franciatrovasvolgimentotraleattivitàchel’IstitutostoricodiMo-denaelaMaisond’Izieu(Dipartimentodell’Ain,regioneRhone-Alpes-FR),de-dicano,consvolgimentoadannialterni,allaformazioneseminarialedirespiroeuropeo,progettandocongiuntamentel’articolazionesettimanaledelcorsoresi-denzialerivoltoadocentieoperatorideiluoghidimemoria.LaMaisond’Izieu,mémorialdesenfantsjuifsexterminésèunluogodimemoriaedidocumentazioneattivodal1994sulletematicherelativeallaSecondaguerramondialee,inparticolare,allaShoah,conloscopodi«difendereladignità,idirittielagiustiziaedilottarecontroogniformadiintolleranza»eilpartenariatoinstauratocon l’Istitutostoricodataormaipiùdiundecennio. Ilmemorialesi
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trova a Izieu, un picco-lovillaggionelDiparti-mento dell’Ain che haospitato durante l’occu-pazione italianaunaco-loniaperbambiniebrei.Dopol’8settembre1943lazonacadesottoilcon-trollonazistaeil6aprile1944laGestapodiLio-ne,comandatadaKlausBarbie,arrestai44bam-bini rifugiati nella casadi Izieu e i 7 educatori.
DueadolescentieildirettoredellacoloniasonofucilatiinEstonia,mentreglial-tri42ragazziegliadultisonodeportatiadAuschwitz:nessunofaritorno,eccettounadegliinsegnanti,LéaFeldblum.Leistanzecheinformanoilprogettoenepromuovonol’elaborazioneprendonolemossedariflessioniesollecitazionipervenuteaidueentipromotoridasog-gettidiversificati,maconfinalitàconvergenti:daunaparte,alivelloistituziona-le,lapromozioneelavalorizzazionedelladimensioneeuropeadell’educazionepromossadaiMinisteri dell’Istruzione, dell’Università edellaRicerca italianoe dell’Educazione nazionale francese, nonché dai rispettivi organi periferici;dall’altra,nell’ambitodellaricercaedeldibattitostoriografico,l’adesioneavan-zatadalmondodellascuolaaprogettistorico-culturalicapacidi tradurrenellametodologiastorico-didatticaitemieinodichelacomunitàscientifica–ancheall’internodell’IstitutostoricodiModena–dibattedaglianniOttantasulrappor-tostoria/memoria.Alla cornice istituzionale e scientifica del progetto fa necessario riscontro lasponda amministrativa, offerta dall’opportunità di accedere ai programmi diformazionedellerispettiveAgenzie:ilLifelongLearningProgrammediIndire-Miurel’Éducationetlaformationtoutaulongdelavie(EFTLV)dell’omologafranceseAgenceEuropeEducationFormationFrance(Agence2E2F),alfinediottenere,dapartedeicandidatialcorso,l’interacoperturaeconomicadellespesedipartecipazione.Mettecontorilevarecomenegliultimianni,complicelacon-giunturaeconomicaparticolarmentedelicataperilnostropaese,lerisorseperidocentiitalianisisianooltremodoridotte,cosicché,ancheafrontediottimipun-teggidivalutazioneassegnatidaIndiresiaallaprogrammazionedelcorso,siaai
Maison d’Izieu
GIULIa RICCIProcessi di formazione dell’Unione Europea. Un’esperienza di scambio storico-culturale con la Francia
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contenutideimodulidicandidaturapresentatidaidocenti,sièresanecessarialacompartecipazioneeconomicadeglistessi,secondounaformuladifinanziamentomista,adottatanelprimoannodiavviodelprogetto.Assaipiùcostante,alcontrario,sièmantenutonegliannil’impegnodell’agenziafranceseneiconfrontidellaMaisond’Izieu,cheassiemealVelodromod’invernoealvecchiocampodiinternamentodiGursèunodeitreluoghidellamemorianazionalefranceseperlacommemorazionedellevittimedellepersecuzioniraz-zisteeantisemiteedeicriminicontrol’umanitàcommessiconlacomplicitàdellostatofranceseericonosciuticonildecretopresidenzialedel3febbraio1993.Univocoperentrambiipaesirestaalcontempoilsuccessodiadesionichedocen-tieoperatoririservanoallediverseedizionidelviaggioformativo,undatodiri-levantegradibilitàchenonsembramostrareflessioniechesegnalal’interessedelmondodellascuola,intuttiisuoiordiniegradi,siaperlevicendestorichecoin-volgentiinostripaesinellapiùampiatematicadelNovecento,siaperl’approccioditipocomparativochepermetteunosguardodedicatoeinsiemedifferenzianteainodistoriografici inesame:fascismo,collaborazionismo,antisemitismo,de-portazione,resistenza.Nel procedere delleedizionieallalucedel-levalutazioniraccolte,èpossibileindividuarepiùsegnatamentenellarilevanza degli inter-ventiscientificienellavarietà del program-ma formativo ilmoti-vo della longevità delprogetto, finalizzato asuggerireepromuove-re buone pratiche perlacreazionedilegamivirtuositrastoria,luoghidimemoriaeinsegnamento;ecapacedisollevarestimolieinstaurarescambifrascuoleperlaconoscenzare-ciprocadellediversitàstoriche,culturalielinguistiche.Ilcorsosioffre,infatti,anchecomeinteressanteopportunitàperqueidocenticheintendanoattivarecon-tattieprogrammarescambitrascuole,sullabasediprogettilinguistico-culturaliconparticolareattenzionealladisciplinastorica.Progettazioniconnotate,perlescuoleitaliane,comesperimentazionicomplesseedalrespirosemprepiùcorto,seconfrontateconlesollecitazionichespessogliistitutiscolasticifrancesiciri-
Incontro con un testimone della Resistenza nell’Ain, 2011
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volgonopercostruirerelazioniecoinvolgimentiprevistidalloropianoformativoordinario;eperlacuiattuazioneidirigentiscolasticisiimpegnanoasostenereproprioiprogetticonlenostrescuole,inparticolareperleclassiincuil’italianoèstudiatocomesecondalingua.Lesessionidilavoroquotidiano,perquantointense,siarticolanoinmodoequi-libratonellevisiteailuoghidimemoriaeaimuseidientrambiipaesi,all’internodeiqualisonopresentatiiserviziesimulateleattivitàcheleequipepedagogichesvolgonoconl’utenzascolastica:unmododirettoedefficaceperscambiarepare-rifracolleghieconfrontareriflessionisullericadutedidattiche.Adaffiancarelamemoriadeiluoghiel’utilizzodeimaterialimuseograficisonosempreabbinateleconferenzedistoriciaccademiciediesperti,lecuirelazionisonoinseguitotrascritteeraccolteindossier;letematicheaffrontatemuovonodallerisultanzeemersenellericerchestoriografichepiùavvertiteedaldibattitodaessesollevato,inmododaoffrirecontributiaggiornatiematerialibiblio-sito-graficichecompletanonellospecificoquellidicaratteregenerale,presentatigiàneicontattienegliincontripreparatorialcunesettimaneprimadellosvolgimentodelcorso.Ilprogetto,infatti,presentandounarisonanzaadiversoraggiodidiffusione–perlopiùregionaleinItalia,nazionaleinveceperlaFrancia–offrelapossibilitàaidocentiitalianidipartecipareadincontridipresentazionegeneraledelletemati-che,comequellarelativaalfenomenodelcollaborazionismoinEuropadurantelaSecondaguerramondiale,edellecaratteristichedeiluoghidimemoriasituatinelpercorsoenelterritoriodavisitarsidurantelasettimanadicorso.Perquantoattieneaitemistoriografici,gliintentidelcorso,riconducibiliinge-nerale a più approfondite conoscenze della Seconda guerramondiale su scalaeuropea,sonodeclinatiogniannoconparticolareattenzioneallespecificitàdeifenomenilocali,analizzatiinotticacomparatapercoglierneappuntoanalogieedifferenze.Inparticolare,trovanospazioiltemadell’occupazionemilitareitaliananelsuddellaFranciaesoprattuttoquellodellasingolaritàdelregimediVichyedellapo-liticadiPétainnelcontestodell’Europabellica,postiefficacementeinrelazioneconil regimefascistaperevidenziarnelecaratteristiched’origine: il fascismo,prodottodiunprocessointernoall’Italia,radicatonellacrisidelprimodopoguer-ra;Vichy,alcontrario,natodaunprocessoesterno,causatocioèdalla“stranadisfatta”delgiugno1940edalconseguentevotodelparlamentocheassegnaaPétainpienipoteriperinstaurareunregimeautoritario.AncheperciòcheriguardalasituazionegeopoliticainEuropa–connotatadallacostellazionefascista,mosaicodiregimi,tuttialleati,comel’Italia,odipendenti
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dalla Germania nazi-sta, nei quali le élitepolitiche tradizionalisi alleano ai rappre-sentantidiun’estremadestraoltremodoide-ologizzata – il corsoapprofondisce laspe-cificità della Francia,che assume nel suoterritorio l’ampia ca-sistica di zone occu-pate,satelliti,annessee,unicocasoinEuro-pa,diuna“zonalibera”,senzapresenzamilitaretedescafinoal1942,appuntonelsud,comprensivadellacittàdiLioneedellacostamediterranea.Parimentiinteressanteèripercorrereildibattitodistoriacomparatasulla“guerracivilediliberazione”italianaefrancese,cherendeevidenteladifferenzaesisten-tefral’ordinedigrandezzadelleforzemobilitatedallaRepubblicasocialeitalia-na(Rsi)alconfrontodellaFrancia,doveilbraccioarmatodiVichy,lamilizia,sicomponediunadecinadimigliaiadicombattentifanatici,lasciatiisolatidagliapparatidellostato,cheprogressivamentesidistaccanodaVichyenonsimobili-tanoperdifenderel’occupante.Perquestomotivoglistoricifrancesiparlanodel-laliberazioneinFranciacomediunaguerracivileaintensitàmoltobassa,nellaqualeilcontrastotrapartigianiecollaboratorifrancesinonraggiungeilgradodipolarizzazionechesihanelnorddell’Italia.Anchesulversantedellepoliticherazzialigliinterventiespertihannopropostolacomparazione fra le legislazioniantiebraichenaziste, fascisteedelgovernocollaborazionistafrancese,consentendointeressantiricadutedidattiche;emessoinrilievolescelteautonomeoperatedaVichyedalregimefascista,attuatesenzaalcuna costrizionedaparte dell’alleato, con il quale hanno conversopoi nellafasedellasoluzionefinale.Ilprofondo,autoctonoantisemitismofrancese,dacuiVichyhapresoispirazioneemosse,elapresenzadiunacomunitàebraicamoltopiùampiacheinItaliahainveceavutoconseguenzebenpiùestesenelleazionidipersecuzioneedideportazionedegliebreiinFrancia.Aitemistoriograficiilprogrammadelcorsoaffiancalariflessionesullafunzionepedagogicadeimuseiesulloroutilizzocomerisorseculturali,nonchésullacom-parazionedellepolitichedellamemoriaagitedalleduerealtà.Levisiteneimusei
Cella Marc Bloch, prigione di Montluc (Lyon)
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eailuoghisvolteintempidistesipermettonodirilevarelesedimentazionistori-cheeculturaliriconoscibilinellalorodenominazione,strutturazioneefunzione,maanchedicogliereinmodoefficacelesceltediallestimentomuseografico,lestrategiedicomunicazionevisiva,lestessepratichepolitichedellamemoria.Significativa risulta la reificazione dei luoghi, sedi deimusei dellaResistenzafrancesiinseritinelprogetto:ilcentrodelcomandodellaGestapoaLione,unpe-nitenziarioaNantua,unascuolamilitareaGrenoble;delpariinteressanteapparelafunzionechelaretedegliIstitutistoricidellaResistenzainItaliasvolgeneldopoguerra,assorbendoilruolodeimuseieconcorrendoaritardarnel’aperturafinoaglianniSettanta.Paradigmatichedelclimadipersecuzioneantiebraicaappaionoleoppostevicen-dedellarafledel6aprile1944allaMaisond’IzieuedelsalvataggiodeiragazzidiVillaEmmaaNonantolanel1942-43,spessoassuntedaidocenticometappainizialediunpercorsotematicosullapersecuzionedeibambiniedeiragazziebreiinEuropa.LarecenteinaugurazionedelCampdesMillesadAix-en-Provencepermettediinserirenellaprogettazionedelcorsol’unicocampodiinternamentoedeporta-zionefranceserecuperatointegralmentenellasuastrutturaevolutocomeluogodimemoria,secondolesceltediunapoliticamemoriale,inauguratadaChirac,voltaadammettereleresponsabilitàcollaborazionistefrancesi.Alsuointernosiincrocianoidealmentesialetematichedell’antisemitismoedel-laxenofobiachepermeanolapoliticarazzialediVichyechetrovanocorrispon-denzanella legislazioneantiebraica fascista, siaquelledella costruzionediunnuovoordinebasatosullapoliticadicontrollo,esclusioneepersecuzionediVi-chy,chesonocondensateparimentinellapregnanzastoricacherivesteilcampodiFossoliaCarpi.Le attività del progetto sfruttano, dunque, il potenziale storico e memorialedeiluoghi,icuiapparatipedagogicisonostimolatiaripensarsieadaggiornar-sinell’otticadi incontri epercorsi semprepiùallargati all’Europaecapacidirendereconsapevoliicittadinidellaculturaedeisaperidelterritorio.Inmodopertinente,rispondonoallerichiestespecifichediconoscenza,diriflessionepe-dagogica,distimoloperlaprogettazionediunitàdilavoroafortetassodiinno-vazionedidattica.Propriolapossibilitàditradurreinpercorsididatticigliaspettisalientidellevi-cendestorichelocali–latraduzione,cioè,delportatoconcettualeinpraticaspen-dibileeconfrontabileconcolleghistranieri–èl’esigenzacheidocentivedonoprecipuamentesoddisfattanelcorso,comeemergedairendicontisugliesitidellaformazionestilatineirapportifinali.
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Nelcorsodellediverseedizioni,infatti,emergonoalcunipuntidiattenzionein-crociataperiqualiidocentichiedonopiùampiospaziodiconfronto,ancheoc-cupandoqueisegmentiditempononprogrammatoufficialmentedalcorso.Leoccasioniperconoscere temieproblemi inerenti i reciprocicurricolidi storiacontemporaneaneidiversiordinidiscuolasonodatenellospaziodipresentazio-nedellerisorsepedagogichediognimuseoememorialeesonointrodottegene-ralmentedaunapresainesamedinodicriticiriferibilisiaalrapportostoria-poli-tichedellamemoria,siaallesceltetematicheemetodologichedell’insegnamentodisciplinare.Apropositodell’usopubblicodellastoriaemergecongiuntamentelacriticaallastrumentalizzazionepoliticadelladisciplinae,diconseguenza,ladifesadell’autonomiadellastoria,dellasuaricercaedellasuacapacitàinterpre-tativarispettoalleingerenzestataliealledirettivecontenutenellaseriedileggicommemorative comune ai due paesi; risultano inoltre problematiche comuniai due gruppi la difficoltà di trattazione per tutte le fasce di età di argomentiscottantimaimprescindibiliperlacomprensionedelsecoloXX,laricercadiunequilibriofrastorianazionale,localeesovranazionaleelanecessitàdirinnovareuninsegnamentospessoorientatoalnozionismo.Èsuquest’ultimoorizzontedilavorochel’attenzionedeicorsistisiconcentraperaccoglierebuonepratichedi-dattichedaesportareedeclinaresecondolediversesituazionidiapprendimento;e,dataanche la strutturazionedelpercorso formativo, l’ambitodelladidatticamuseale – dell’utilizzo cioè in senso la-boratorialeeattivodellediversetipologiedifontiselezionatedalleraccolteedagliallestimentimuseali–offrespuntidi in-dubbiointeresse.Risultano così esemplari le proposte di-dattichechelaMaisond’izieueilMuseodellaResistenzadiNantuaapprontanoperlescuole:sonoattivitàdididatticaattivae ludica, nelle quale i ragazzi, divisi ingruppi, simulano,adesempio, il trascor-rerediunagiornataneglispazidellacolo-niadiIzieu;oppuresquadredipartigianiimpegnatiadeciderelastrategiamigliorepercompieremissioni,seguendounapi-stanarrativatipicadellibro-gameetenen-donelgiustocontolecollezionimaterialidelmuseoeleinformazionideipannelli. Museo della Resistenza di Nantua
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Corrispondononellanostraregioneilaboratoriallestitidall’ArchiviodelComunediNonantolaconrelazioniconlacomunitàlocaleequellidelMuseocasaCervidiGattatico.QuestiultimiaffrontanolabiografiadiAlcideCervielastoriadellasuafamiglia,inquadrataneldoppiopianoprospetticodellavitacontadinanellecampagnedelNovecentoedelrapportoconl’antifascismo,dellascelta,cioè,dinettaopposizionealregimechelarenderàpuntodiriferimentoindispensabilepergliantifascisticlandestinidellazona.Tuttequestetipologiediesperienzafannopernosumetodologieattive,chevedonoidocentisimulareleattivitàdelleclassiinvisita:l’analisidirettadidocumentiematerialie,conprocedimentoinverso,lavalidazioneditestistoriograficiconlaricercanelmuseodellefonticherendonoplausibileiltesto.Sedaunlatoèpossibilerilevarelapiùampiacondivisionenellasceltadiaffron-tareicontenutidelcurricolovalorizzandolametodologiadellavorodellostori-co,ilconfrontosuirapporticheladisciplinastoricaintrattieneconlealtrenellastrutturazionedeivaripercorsi,comportaspessoscambivivaciconpersonalivi-cendevolivalutazionicritiche.Gliaspettidicriticitàriguardanoipercorsiinter-disciplinaricheilcorsofavorisceconl’ambitoumanistico,geografico,socialeeartisticoechedifferiscononellerispettiveesperienze.Inparticolare,nonostantenellascuolafrancesesipratichil’insegnamentocongiuntodistoriaegeografia,icontenutiappaionopresentatiseparatamente,imanualistessiconsistonoinvo-lumidistintiesoprattuttonegliincontriduranteilcorsononvengonopresentatitentatividisviluppodiunitàdiapprendimentocomuni,risultandodunquepara-dossalmentepiùsignificativeleesperienzeinterdisciplinaridilavorosulcampoportateavantiinItaliaproprionellanostraregione.Vieneanchediscussoilcoinvolgimentodellastoriadell’artecomedisciplinaingradodioffrireaglistudentiglistrumentinecessari,ingenerale,adecodificareunmondoormaidominatodalleimmaginie–nelcasospecificodelnostrocorso–a leggere le rilevanzeartistico-monumentalidei luoghiper interrogarsi sullepolitichedellamemoriaesulla loroinclusionenellapiùampiaPublicHistory.L’introduzioneassairecentedell’histoiredesarts(storiadellearti)nellescuolefrancesidiogniordineegradorendeloscambioconidocentiitalianipiuttostoasimmetrico,siaperilritardoconcuigiungearegimelanuovadisciplina,peral-troconunprogrammaoggettivamentesovradimensionato,siaperl’adozionediunasoluzione“plurale”chesegnalalostatutodiuninsegnamentodituttelearticonrischievidentidigenericitàescarsaincisività.Nonostantequesto,proprioiltemadelraccordotralatuteladelpatrimoniostori-co-culturaleel’insegnamentoperlascuolaitalianadicittadinanzaecostituzione(leggen.169del30.10.2008)rappresentaunasignificativaaperturainterdisci-
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plinaretrasversaleatuttoilcorso,ingradodiportareasintesi,daunaparte,laletturastoricadelcontestosvoltadallerelazioniespertee,dall’altra,l’interpre-tazionedell’operacomedocumentoecomepatrimoniodellestorielocaliedelleformememoriali.Lastessacollocazionedelcorsoall’internodella tematicadell’educazioneallacittadinanzaeuropealoconnotacomepercorsocaratterizzanteleazioniculturalideidueentipromotori:ilprogettoindicizzainfattil’interesseperunapproccioanaliticoeinterpretativoallerealtàchenelcorsodelNovecentohannointerse-catoinostripercorsinazionali,politicieculturali,esiconfiguraquindicomeunvaloreaggiuntoallatramadellerelazioniformativesuscalaeuropea.
Risorse
Maisond’Izieumémorialdesenfantsjuifsexterminéshttp://www.memorializieu.eu/spip.php?lang=frCentred’HistoiredelaRésistanceetdelaDéportationhttp://www.chrd.lyon.fr/chrd/MémorialdelaprisondeMontluc http://www.defense.gouv.fr/actualites/memoire-et-culture/le-memorial-de-la-prison-de-montluc-a-lyonMuséed’HistoiredelaRésistanceetdelaDéportationdel’AinetduHaut-Jura http://www.ain.fr/jcms/int_50616/musee-d-histoire-de-la-resistance-et-de-la-deportation-de-l-ain-et-du-haut-juraMémorialduCampdesMilleshttp://www.campdesmilles.org
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
#patrimonio
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview45pp. 185-197
Il cinema amatoriale e l’immagine della città. I film 8mm della famigli a Calanchi (Bologna, anni ’50-’80)
PaOLO SIMONI
La rappresentazione della città nelle immagini filmiche amatoriali, attraverso un’esplo-razione dell’Archivio nazionale del film di famiglia (Anff) e nell’ottica di una archeologia cinematografica urbana. Nel quadro di una più ampia ricerca, sono presentati i film di una famiglia bolognese, che documentano le trasformazioni del quartiere San Donato. Sull’uso pubblico di questo materiale audiovisivo ci s’interroga, anche con la prospettiva di tessere con esso nuove forme di narrazioni storiche.
The representation of the city in the amateur cinema, through an exploration of the Archi-vio nazionale del film di famiglia (Anff), following the approach of the cinematic urban archeology. In the framework of a wider research, the focus here is about the images of a Bolognese family, which document the transformations of the San Donato district. Public use of this material audiovisual is to be discussed, also with the perspective of finding new forms of historical narratives.
1. Introduzione
Ènecessariocollocarequestobreveinterventoall’internodiunapiùampiaricer-cachefondalasuabasesuun’esplorazioned’archivio,ilcuiobiettivoprincipaleèindagarelarappresentazionedellacittànelcinemaamatoriale1.Perunaridefi-
1 Sul tema ho dedicato una parte della tesi di dottorato in Beni culturali (Politecnico di torino) presentata nel marzo del 2013. Questo articolo è la rielaborazione di un intervento presentato all’incontro La città immaginata. Dalla progettazione politica allo sguardo privato, organizzato dall’Istituto per la storia e le memorie del ’900 Parri e home Movies (Bologna, 17
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nizionedelrapportotralospaziourbanoelefontiaudiovisivehotenutocontodeirisultatidiprogettidiricercainnovativi,chedapochiannisoggettiqualiuni-versità,istitutistoriciearchivihannoavviatoinalcunecittàeuropee.Ilpuntodipartenzasucuimiappoggiosonosoprattuttoicase studieschecontribuisconoadefinireunnuovocampodiricerca,definibileUrban Cinematic Archeology.Unambitomultidisciplinaredacuiderivanoindicazioniestremamentesignificativesulpianometodologicoeuna riccamessedi risultati:pubblicazioni,database,produzioniaudiovisive,applicazioni2.L’accessoagliarchivifilmiciprivatiliberaununiversodiimmaginiinmovimentoinedite,adampliarelospettrodelvisibile,esudiesseoggipossonoposarsinuo-visguardi,cheappartengonoinprimoluogoaunavariegataschieradistudiosi(storici,architetti,urbanisti,sociologi,ecc.),diartistieregisti,diutentigenerici.I“puntidivista”delcinemaamatoriale,incorporatinellacittà3,offronomoltepliciprospettive progettuali: dallo studio delle trasformazioni del paesaggio e dellamobilitàurbanaallostudiodeicomportamentidegliabitantiedell’usodellospa-ziopubblico,dallenarrazionicinematograficheche le immaginid’archiviosti-molanoallerappresentazionimultimedialieallemappedellacittà,eviadicendo.Lamiaricercaèfocalizzatadaunpaiod’annisullacittàdiBologna,filmatadaisuoiabitanti,traglianniCinquantaeglianniOttanta.Unaperiodizzazionechetrovariscontroancheinambitidistudiparallelisullastoriadellacittà[Parisi-ni2012].Conl’obiettivodianalizzarel’“immaginedellacittà”allalucedelleriprese effettuate dai bolognesi, sono stati finora scandagliati circa 150 fondifilmiciprivati4.Il quadro che finora ne esce è fuor di dubbio composito. Emergono figure dicineamatorichehannofilmatolacittàconilprecisointentodidocumentarlaomostrarnedegliaspettipuntuali(peresempioAngeloMarzadori,autoreneiprimianniCinquantaditopografiefilmichechesonoun’autenticarisorsaperilricerca-tore).Mal’immaginedellacittà,espressionepresaaprestitodauntestoclassico
maggio 2013). La ricerca, che non può dirsi esaurita, ha originato anche la mostra Cinematic Bologna. L’immagine della città nei film amatoriali (Bologna, 2012-2013).2 Cito in particolare il progetto di Liverpool The City in Film: Liverpool’s Urban Landscape and the Moving Image (University of di Liverpool, 2006-2008), seguito da Mapping the City in Film: A Geo-historical Analysis (2008-2010), che hanno dato luogo a database on line e pubblicazioni [Roberts 2012a e 2012b]. Su una linea analoga il StadtFilmWien realizzato a Vienna tra il 2009 e il 2012 dal Ludwig Boltzmann Institute for history and Society, insieme all’austrian Film Museum e agli artisti Gustav Deutsch e hanna Schimek.3 «the amateur is a member of the urban crowd, a participant observer/witness who creates an embodied viewpoint of city life» [hallam 2012, 53].4 Fondi filmici presenti nell’archivio nazionale del film di famiglia (anff), Bologna.
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dell’urbanista americanoKevinLynch [1960], va cercata ancora sullo sfondo,finoaimarginidell’inquadratura:èlaquintadelpalcoscenicodovelefamigliesiautorappresentano,vivendodeimomentiprivatineglispazipubblici(lestrade,lepiazzeeiparchi).Talvoltaunluogospecifico,unastradaounquartiere,sonofilmatiperlungotempo,l’arcodiunavita,dallostessopuntodivista:èpossibilealloratrovareunosservatorioprivilegiatosulletrasformazionilungoidecenni.Edèproprioquestoilcasocheporterò,attraversounesempio.Inlineagenerale,l’esplorazionedelleimmaginiprivatedelpassatostaproducendoaBolognadeirisultaticoncretichepresenteròbrevemente,aconclusionedell’in-tervento.Laprospettivacuitendoèlacomposizionediunasintesi,unautoritrattodellacittà,incuis’incrocinoedialoghinoleimmaginidegliarchiviaudiovisiviprivaticonlefontioralieglialtridocumenti,eincuisicondensino,siplasminoeconverganoleformevisualielenarrazionistorichedella“cittàdelfuturo”5.
2. Corrado Calanchi, cineamatore
Unavedutadellacittàripresadaunafinestra,inbiancoenero:inprimopianounafabbrica,poiitettiegliedificipiùaltidiBologna,laSpecoladell’Università,letorrie,infondo,icolli.Seguonoimmaginidibambinichegiocanonelcortilediunacasachelambiscelaferrovia,daunlato.AltreimmaginicirivelanochesiamopropriosottoalpontediSanDonato,inviaVezza30,aldilàdellalineaferroviaria(figg.1-3,perlavedutasirimandaallafig.13)6.Sonoalcunetraletanteimmaginigirate“infamiglia”daCorradoCalanchicheconisuoicari(lamoglieeiduefigliStefanoeCristina)sitrasferìinunacasaappenacostruitanellaprimaperiferia.Nel1955,quandoiCalanchiviandaronoadabitare,SanDonatoeraancoraun’areadiconfinetralacittàelacampagna,inpienatrasformazione(figg.4-6).Ilquartieredifattonacqueinqueglianni.Rapi-damentesipopolòattraversomoltiinterventidiediliziapubblica,trail1951eil
5 The City of the Future (Londra, 2007), installazione video dell’artista Patrick Keiller realizzata con immagini cinematografi-che di città inglesi, girate tra il 1896 e il 1909. Keiller ha dichiarato: «The City of the Future is a research project that attempts to develop a critique of present-day and possible future urban landscapes by exploring archive film of the past century» [Castro 2013].6 Del fondo Corrado Calanchi sono state consultate le pellicole 8mm n.3, 6, 8, 11, 13, 21, 22. Le informazioni qui riportate sulla famiglia Calanchi sono state riferite da Stefano Calanchi e Silvia albertazzi. La descrizione e catalogazione del fondo Calanchi, a cura di Karianne Fiorini, è rientrata nel progetto Una città per gli archivi ed è in corso di pubblicazione sul portale archIVI (http://www.cittadegliarchivi.it), dove saranno consultabili i film in streaming.
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19717.Inparticolare,nelprimodecennio,lapopolazionequasitriplicò(da10.000unitàcircaapiùdi27.000)eilnumerodelleabitazionipassòdacirca2.000acirca8.000.LostabileincuiandaronoadabitareiCalanchicostituivaun’ecce-zioneneidintorni:costruitodallacooperativaAcliSant’Egidio,nelcontestodiunquartiererosso,eraconsideratounavampostocattolicoe ivicini l’avevanosoprannominatala“casadelVaticano”.Imomentifilmatisonoquellidegliavvenimentifamiliari(inatali,icompleanni,lecomunioni,lecresime,iprimigiornidiscuola,imatrimoni,lepasseggiatedel-ladomenica)edialcuneoccasionisociali(lefestedellaparrocchia).Lapresenzadellacinepresascandiscequestimomenti,chesiripetonodiannoinanno,oadi-stanzadianni.Quelcherimaneèunarchiviochepresentacirca40annidistoriadiunnucleofamiliarecondensatiincircaventioredifilm.MoltedellepellicolesonoambientatenellacasadoveiCalanchiabitano,conunapresenzacospicuadiripresedegliinterni,enellestradeadiacenti.
CorradoCalanchi(1921-2004),impiegatopressolaFederazioneitalianadeiCon-sorziagrari (Federconsorzi),erauncineamatoreappassionato.Meticolosonel-leriprese,nonsifacevasfuggiregliavvenimentifamiliariconlasuacinepresa8mm,nonostantequestanonfosseparticolarmenteevoluta.Ilsuoèuncinemacasalingocheifigliricordanomoltobene:cisimettevainposaesiavanzavaver-
7 Cenni storici sul quartiere di San Donato nel sito del Comune di Bologna (http://www.comune.bologna.it/quartieresan-donato/servizi/149:12480/13481).
Figg. 1-6. Fotogrammi dalla bobina 3 (1958): i bambini giocano nel cortile vicino alla ferrovia (figg. 1-3); la famiglia Calanchi a passeggio nei dintorni (figg. 4-6)
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solamacchinadapresa.ACalanchipiacevarealizzarealcunieffettispeciali(adesempiolesovrimpressioni)esidivertivaconlacomposizionedititolioriginali(alcunidiessirealizzatia“passouno”).IlcinemadicasaCalanchieraungiocoacuituttisiprestavano8.
3. Il cinema di casa Calanchi: filmare il quartiere e la vita in famiglia
Neiprimifilm,giratinelcortilediviaVezzaenellestradeadiacenti(nonancoraasfaltate),èevidentechesitrattavadiunazonanonancoracompletamenteur-banizzata.Sinota,aldilàdellaferrovia,lostabilimentodellaCurtisa,notafab-bricabolognesediinfissi(richiamatapiùtardiinunacanzonedellochansonnierbologneseDinoSarti,ilcuiprotagonista,Spometi,eraappuntounoperaiodellaCurtisa).Eraun’areatralacittàelacampagna,vicinoallaferrovia,doveacaval-lotral’OttocentoeilNovecentoeranosortigliinsediamentiindustrialiedoveattualmente, invece,sonostaticostruiticomplessi residenzialichehannocom-pletamentemutatoilpaesaggiourbano.Lavitaneifilmsisvolgevatralacasa,ilpontesopralaferrovia,elaparrocchiadiSant’Egidio.Questospostarsilungoilcavalcaviadaunaparteall’altra,perdecenni,produceunaquantitàd’immaginicheregistranolemutazionidiunangolodellacittà.LacomunionedelfiglioStefano,acolori,nel1961(figg.7-9),èlaprimaocca-sioneperavvicinarsiallachiesa.DifiancosivedonoipilastrinidellaFerroviavenetalungolastrada.Lacerimoniaerapienadigente,conlapartecipazionedelcardinalLercaro,alloravescovodiBologna.Un’inquadraturasuccessiva,dalponte,versolaperiferia(fig.10),cisvelailpano-ramadeicaseggiaticostruitidirecente.Ilquartiereerainpienacrescita.All’in-ternodell’eventofamiliarel’ambientecircostante,chedipersénonèl’oggettodellaripresa,necostituisceilquadro.Un’inquadraturasimile,dipochiannidopo(1966),mostrailpercorsodallacasaallachiesaperlaprimacomunionediCri-stina(fig.11).Il fotogrammasuccessivo(fig.12)mostra la trasformazionedelpanoramaurbanosucuitorneremoinseguito.Prendiamolastessainquadratura–lavedutafissadallafinestradicasa–ripresa
8 Il fondo filmico è costituito da 55 bobine in formato 8mm di diversa lunghezza girate da Corrado Calanchi dal 1950 al 1990, e donate all’archivio nazionale del film di famiglia dal figlio Stefano Calanchi il 15 marzo del 2008. Impiegato presso la Federconsorzi, Calanchi si occupava principalmente di esportazione di frutta. La prima cinepresa la acquistò nel 1954, una Pathé Baby 9,5mm, seguita nel 1958 dall’acquisto di un’agfa 8mm e negli anni ’70 da una Sanyo super8 (informazioni tratte dalla Scheda fondo e dalla Scheda biografica, in anff).
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inmomentidiversi:nel1958(fig.13)enel1963(fig.14).Nellasecondasive-donoicantierielegruperlacostruzionedinuoviedificiresidenziali.Ilpuntodivistaèlostesso–ilbalconediViaVezzaversolalineaferroviaria–,maancheseletorrieicollisonoancoravisibili,ilpanoramastamutando.Inunfotogrammasuccessivodel1970(fig.15)vediamosullosfondolecasesortenelfrattempo.Progressivamente lacittàavanzae isiti industrialisispostanoinzonepiùpe-rifericheo in località piùdistanti (laCurtisa, chedal 1929 era localizzatanelquartiere,attualmentesitrovaaMedicina,comunedellaprovinciadiBologna).Altriscorci,sempredallafinestradicasaCalanchi.Unaripresadallafinestradel1970ciaprevisualidiversesuviaVezzaeilpontediSanDonatoinnevati: laprospettivadiviaSanDonatoversolaperiferia(fig.16),ilmurochedelimitaval’areaferroviaria,conlescrittecontrogliUsanelperiododellaguerrainVietnam(fig.17),ilpontesucuitransitavanopedoni,automobilieautobus(fig.18).Unodegliavvenimentichesiripetonoadistanzadianniechecipermettonodicomparareinquadratureconlostessopuntodivistaopuntidivistasimilièunritualereligioso:la“cerimoniadegliaddobbi”chesisvolgenellestradedellapar-rocchiaognidiecianni.Calanchil’hafilmatanel1966(il12giugno),nel1976(il31maggio)enel1986(l’8giugno).Nel1966dalpontevediamoversoilcentroilpanoramadellacittàormaitrasformato:lavisualedelleduetorriedeicollieraormaicopertadallenuovecostruzioniresidenziali(fig.19).Lepersoneprocede-vanomoltoordinatamente,cosìcomeleautomobiliegliautobusdipassaggio.
Figg. 7-9. Fotogrammi dalla bobina 6 (1961): la prima comunione di Stefano Calanchi nella chiesa di Sant’Egidio (figg. 7-8); Corrado e la figlia Cristina sul ponte, verso casa (fig. 9)
Figg.10-12. Fotogrammi dalle bobine 6 e 11: il ponte sopra via Vezza, con scorcio su via San Donato, nel 1961 (fig. 10), nel 1966 (fig. 11) e nel 1986 (fig. 12)
PaOLO SIMONIIl cinema amatoriale e l’immagine della città. I film 8mm della famiglia Calanchi (Bologna, anni ’50-’80)
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Laprocessione(oltreilponte)percorrevalestradedelquartiereaddobbateperl’occasione(figg.20-21)esi fermavadavantiallacasadeiCalanchi,dovenelgarageerastatosistematounaltare.Nelleinquadraturesuccessivesonoripresedall’altolaferroviaelecasecircostanti.Leripresedel1976sidistinguonodalleprecedentiperalcuniaspetti:lepersonechepartecipanoallacerimoniasonovestiteconabitidiusoquotidiano,trannelepersonepiùanzianechecontinuanoasfoggiarel’abitodelladomenica;lastessaprocessioneèmenoimpostataesisvolgepiùdisordinatamente;iltrafficourbanosulpontesembrapiùcaotico,sonopresentisiaautomobilicheautobus.Ilpano-ramaurbanoinveceèall’incircalostesso(figg.22e24).Comediecianniprima,laprocessionesifermasottolastessacasadoveèallestitol’altare(fig.25).Leri-presesonomoltopiùlungheedettagliate.Sinotanomoltiparticolaridellestradedelquartiere,traiqualileinsegneeimanifestielettoralidelleelezionipolitichechesisvolseroil20giugno1976.Nel1986loscenariodegliAddobbiècompletamentediverso.InviaSanDonato
Figg. 13-18. Fotogrammi dalle bobine 3, 8, 13, 22: (13-15) vedute dalla finestra in direzione della ferrovia e del ponte nel 1958 (fig. 13), nel 1963 (fig. 14) e nel 1970 (fig. 15)
Figg. 19-21. Fotogrammi dalla bobina 11: la processione sul ponte di San Donato (fig.19) e per via Vezza nel 1966 (figg. 20-21)
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c’eranolavori.Ilfilmsiapreconleinquadraturedelleruspe.Probabilmentelaprocessionenonsisvolseneppureecomunquenonèripresa.Pochepersonefuoridalla chiesa, inun cortile i parrocchiani, inprevalenza anziani, formavanounbanchetto. Inun’inquadraturaripresadalponte,similealleprecedenti,siscor-gonoletorridellafieradiBologna,progettatedall’architettogiapponeseKenzoTangeecostruiteapartiredal1979(fig.12).
LetorridelFieraDistricthannocambiatoloskylinedellacittàe,ancheinquestocaso, hanno segnato l’espansione urbana. La visuale dell’ormai ex area indu-strialeècopertadaalcunialberienonesistonopiùgliedificidifiancoalponte,probabilmentecaseabbandonatedatempo,chediecianniprimaeranopuntellateperché pericolanti. Il trittico di Calanchi sugli “addobbi” rappresenta un casonotevolechericordaildocumentario“doppio”La rosière de PessacdiJeanEu-stachesuunacerimoniatradizionalediunvillaggiofranceseripresaduevolte,adieciannididistanza9.Conunalentespecialeosserviamotremomentianaloghifilmatidaunamatorechenonavevaalcunafinalitàdidocumentazionedelterrito-rioechemaisisarebbeaspettatochelesueripresevenisseroguardateungiornoinun’otticadiversa.Visteoggiquesteimmaginiforsecidiconoquellochegiàsappiamo:inuncontestourbanotraglianniSettantaeOttantaalcunetradizionifortementeradicatenelterritoriofinoapochianniprimatendonoascomparire
9 La rosière de Pessac (I), Francia, 1968; La rosière de Pessac (II), Francia, 1979.
Figg. 22-27. Fotogrammi dalla bobina 11: la processione del 1976 sul ponte di San Donato (figg. 22 e 24); un piccolo altare di fronte a casa Calanchi (fig. 23); manifesti elettorali lungo le strade (fig. 25); il cantiere in via San Donato nel 1976 (figg. 26-27)
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evengonomenoalcuneoccasionidisocialità.Il“riflussonelprivato”diqueglianniperòquesteimmaginiinqualchemodocelomostranoeildocumentovi-sualeaggiungeunelementoineditoallanarrazionestorica,rendendolavivaedevidente.Cisonoanchealtrisegnidelcambiamento:lapellicolasugli“addobbi”del1986comprendedellesequenzesulnipotinodiCorradoCalanchi,ilfigliodiStefano,chegiocadasoloingiardinosottogliocchidelnonno.Sonofinitiitempiincuinelcortilecondominialec’eranotantibambinichegiocavanoinsieme.Ladimensionecollettivadellavitadiquartierestavascomparendo.Tornandoindietro,ilmatrimoniodiStefanoconSilviaAlbertazzi(nelnovembre1974)ci restituisceunpassaggiodellastoriafamiliarecheèsintomodeicam-biamenti generazionali. Stefano, il primogenito protagonista di tanti film, vi-stocrescerenelcorsodicircaquindicianni,ormaiadultoeraprontoperusciredall’ambientedomestico.Lascenaèquellatradizionale: l’arrivodeglisposi inautomobile,gliesternidellachiesaprimaedopolacerimonia,ilsalutoagliamicieaiparenti.
Nelleimmaginidiquestomatrimonio(figg.29-30)s’intuisceperòqualcosadidi-versodalsolito,unaspeciedirotturanellarappresentazionedelrito.Iduegiovanisposi, studenti universitari, sottostanno ai doveri delmomento,ma in qualchemisuracitengonoapresentarsicomeserecitasserouncopionefuoriparte.Indos-sanovestitielegantimasportivi,sembranouscitiperunapasseggiata.«Subivamole influenzedel ’68e anticipavamo il ’77», ci raccontanooggi. Ilmatrimonioerailpassonecessarioperandareavivereinsiemesenzaprovocareunafratturaindelebileconlefamigliediprovenienza.Etuttaviasegnavaunattodiribellioneperchéfuorganizzatoinfrettaefuria,senzailconsensodeigenitori.Allostessotempo,ilfilmatomantienevivoquelsensodiappartenenzaecontinuitàchel’in-terofondoCalanchitestimonia(echedifattoStefanohaproseguitoconservandoetrasmettendoifilmdelpadre).La“cinematografiaritualistica”diCorradoCalanchi,cosìcome ladefiniscono
Figg. 28-30. Fotogrammi dalle bobine 13 e 21: Stefano Calanchi e amici, sotto il ponte di San Donato, filmati dal cortile di casa nel 1970 (fig. 28); il matrimonio di Stefano e Silvia Albertazzi, nella chiesa di Sant’Egidio, teatro di altri avvenimenti filmati in famiglia (figg. 29-30)
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ilfiglioelanuora,cioffreunosguardopreziososullastoriadiunafamiglia,sulcontestodiunquartiereediunastradalungoanniincui,sesiosservabene,sonoevidenti i segni delle trasformazioni della città.Aprimavista sono eclatanti imutamentidelloscenariourbano,lacostruzionedicaseepalazzi,ladistruzioneoilcambiodidestinazioned’usodialcunearee,maforseancorpiùsignificativirisultanoiparticolari,comelescrittesullosfondo(manifestipubblicitari,slogansuimuri,striscionisindacaliecosìvia)esoprattuttoilpaesaggioantropologicodiunquartieresempremenovissutocomel’estensionedellapropriaabitazione.
4. Prospettive
Immagini come quelle dei Calanchi appartengono all’immenso giacimento diarchiviaudiovisiviefotograficicheisingoli individuie lefamigliehannoco-minciatoamettereinsiemeeadaccumulareinmisurasempremaggiorelungoilcorsodelNovecento[Giuva,Vitali,ZanniRosiello2007].Sipuòparlarediundesiderio irrefrenabile di archiviazione della propriamemoria personale e ad-diritturadell’esigenzadiesserestoriografidisestessi,comesisostienedapiùparti?Qualisonolecaratteristichediquesteimmaginiequalepoterepossiedono,amaggiorragioneadistanzaditempo?Cosaevocanoequaliraccontipossonostimolareinun’epocaincuisiperdefacilmenteilsensodelpropriopassato?Ediqualistrumentipossiamoavvalerciperattivarleinuncontestocomplessocomequellocontemporaneo?Maprimadi tutto,comecollocarlesulpianostoricoeculturale epensarneunusopubblico,oggi?Tuttequestedomande, cuinon sirisponderàcertoora,rappresentanounasfidaper isoggettichesioccupanodistoriacontemporanea.Lasensazioneèdiessereancoraall’iniziodiunpercorso,intrapresoinritardo,chevedequestefontialcentrodiriflessionielavori.Intanto,ifilmamatorialidiCorradoCalanchi,comemolteimmaginiinmovimen-toimpressionatesupellicoladaicittadinibolognesi,sonoconfluitiinCinematic Bologna, lamostracheharesovisibili iprimirisultatidellaricercaquibreve-menteintrodotta.Inunacartografiavisualedellacittà,ungrandedisegnocheri-prendelatradizionedelleveduteavolod’uccelloechehacopertolasuperficiediun’interaparetedellospaziodedicatoall’allestimento,sonostatiincastonatitantimonitor,veriepropripuntidiaccessoaquesterappresentazioniurbane,quantiidealmentesonoiluoghipiùsignificatividellaBolognafilmata.Lacollocazionedei12monitorriflettelospaziodellesequenzecontenute,girateproprioinquellelocations,colteindiversifrangentitemporaliesituazioni.Ilmonitorcorrispon-denteall’areadiSanDonatoèstato“riempito”conleimmaginidiCorradoCa-lanchi,unotraitantiinconsapevolimappatoridellacittàconlacinepresa.L’idea
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difondodellamappaècheleimmaginiframmentositrasforminointasselliche,pazientementericomposti,restituisconounarappresentazionecollettiva,caleido-scopica,diunacittàvissutaefilmata.Lasipotrebbechiamare“cittàamatoriale”,proprioperlecaratteristichediquestifilmcheesprimono,primaditutto,affet-tività, vicinanza e partecipazione emotiva. E, visti tutti insieme, compongonoun’identitàriconoscibile.Laricercahaprodottoquestamappanellamisuraincuiessaèstatacostruitaapartiredalleimmaginipresentiinarchivio,privilegiandoipunticheperdiverseragionisonostatipiùripresi(eamati)daibolognesi.Iluoghicheperlungotemposonostatifrequentatiprevalentemente,manonsoltanto,dal-laclassemedianeldopoguerra.Inun’otticaprettamentestoriograficac’èdadirecheilpuntodivistadelcinemaamatorialeèespressionedellasferaprivata:cometaleèfruttuosoprenderloinesame,neltentativodicomprendereilrapportoconlerappresentazioniprodottedaimediaistituzionaliediinterrogarlacomefontealternativaenonufficiale.
Oltreallamappa,iCalanchisonopartediun’installazionevideodoveilraccontooraledialcuniprotagonisti(ilfiglioelanuoradelfilmmaker)sisovrapponealleimmaginiamatorialiprovocandouncortocircuitotrail tempopassato,alqualequelletracceappartengono,eiltempopresentedellatestimonianza.Iltentativodiattivare,apartiredalleimmaginiprivate,narrazionipersonaliefamiliarichecoinvolganounpubblicopiùvastorendendolopartecipeeconsapevole,èbensot-tolineatodaunostudiosoattentocomeLesRobertsche,apropositodiCinematicBologna,einparticolaredell’installazionequimenzionata,scrive:
theprocessofconductingvideointerviewsandoralhistorieswiththefilmmakersanddonorfamiliescan,therefore,furnishfargreaterinsightsintothesocial,cul-
Fig. 31. Cartografia visuale di Bologna (Cinematic Bologna, Urban Center – Sala Bor-sa, Bologna 2012-13). Una versione ridotta della “mappa” è stata ricollocata nell’atrio dell’Istituto per la storia e le memorie del ’900 Parri, in via Sant’Isaia 18, dove è tutto-ra visibile. Fotografia di Giuseppe De Mattia ( http://youtu.be/5x5olHxHeAw)
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tural,andurbancontextsthathavehistoricallyshapedtheproductionofamateurfilmsofthecity.Inaddition,byincorporatingvideoethnographyandoralhistorymethodsintothestandardhistoriographictoolkitusedbyfilmarchivists,organi-sationssuchasAssociazioneHomeMoviesarepushingbackandredefiningtheboundariesofwhatarchivalfilmpracticescanorshouldpotentiallyencompass[Roberts2014,incorsodipubblicazione].
Fig. 32. Stefano Calanchi e Silvia Albertazzi “raccontano” sulle immagini girate dal padre di lui: una narrazione a due voci stimolata dalla visione dei film amatoriali della propria famiglia, come testimonianza viva della storia di un quartiere (Installazione video di Cinematic Bologna, 2012-13)( http://youtu.be/5x5olHxHeAw)
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Bibliografia
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ParisiniR.2012,La città e i consumi. Accesso al benessere e trasformazioni urbane a Bologna (1951-1981),Milano:FrancoAngeli
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RobertsL.(ed.)2012b,Mapping Cultures: Place, Practice, Performance,Basingstoke:Palgrave
RobertsL.2014,The Archive City: Film as Critical Spatial Practice,inFraserB.(ed.),Marxism and Urban Culture,Lanham:LexingtonBooks[incorsodipubblicazione]
Risorse
Unacittàpergliarchivi:http://www.cittadegliarchivi.it
ProgettoStadtFilmWienhttp://stadtfilm-wien.at
ProgettoTheCityinFilm:Liverpool’sUrbanLandscapeandtheMovingImagehttp://www.liv.ac.uk/architecture/research/cava/cityfilm
IlcinemadicasaCalanchi-Videodipresentazionerealizzatodaglistudentidellabora-torioDms-Unibo(febbraio2012)http://youtu.be/98xSvSQSLOo
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
#patrimonio
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview42pp. 199-205
Carta e anarchia: una collezione di giornali anarchici della provincia di Pesaro e Urbino (1873 1922)
LUIGI BaLSaMINI
L’Archivio-biblioteca Enrico Travaglini di Fano ha promosso la ristampa anastatica completa dei giornali e numeri unici pubblicati dal movimento anarchico in provincia di Pesaro e Urbino, nel periodo compreso tra la prima Internazionale e l’avvento del fascismo. Attraverso questi giornali, dalla precaria vita editoriale e sempre sottoposti al controllo e alla censura delle autorità, emerge uno spaccato di vita politica di una provincia marchigiana a cavallo tra Otto e Novecento.
The Archive-Library Enrico Travaglini of Fano promoted the complete reprint of new-spapers published by the anarchist movement in the province of Pesaro and Urbino, in the period between the first International and the rise of fascism. Through these papers, which had precarious editorial life and were always subject to control and censorship by the authorities, emerges an insight into the political life of a province of the Marche between the Nineteenth and Twentieth centuries.
1. Il progetto bibliografico
Lasezionefanesedell’InternazionalefuunadelleprimefondatenelleMarche,nelfebbraio1872,ederapresenteallaConferenzadiRiminidelsuccessivo4ago-sto,chesancìlarotturainsanabile,suposizioniantiautoritarie,conilConsigliogeneraleispiratoalletesidiMarxedEngelselanascitadellaFederazioneitalianadell’Internazionale,ovverodelprimomovimentoanarchicoorganizzato.L’estateseguente,alcongressodiPietra laCroce (Ancona)del10agosto1873,vennecostituitalaFederazionemarchigiano-umbra.Adicembreiniziòlepubblicazioni
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“IlComunardo”,«periodicosocia-listico». Con questo primo fogliointernazionalistasiaprelarassegnadei Periodici e numeri unici del movimento anarchico in provincia di Pesaro e Urbino,chiusadalgior-naledi tendenzaantiorganizzatrice“La Frusta”, il cui ultimo numerouscì poche settimane prima dellamarciasuRoma.Il volume, cheho avuto il piaceredicurare insiemeaFedericoSora,non si limita a un censimento bi-bliografico della pubblicistica li-bertaria,manepropone la ristam-paanastatica,peruntotaledioltresettecento pagine che riproduconointegralmenteottoseriediperiodicie trentacinquenumeriunici e sup-
plementi.Neldettaglio,leprimesono:“Il Comunardo” di Fano (1873-74),“L’Oppresso”diPergola(1883),letreseriedelfanese“InMarcia”(1885-86;1906; 1912-13), “Chi siamo!” di Pe-saro (1890), “La Voce proletaria” diFano (1919) e “La Frusta”, stampataprimaaPesaropoiaFano,con reda-zione e amministrazione trasferite daPesaro,aFano,aSant’AngeloinLiz-zola(1919-22).L’elenco dei numeri unici e supple-mentiparteda“Commemorandum”diPesarodelmarzo1890, passa, tra glialtri,perifoglipubblicatidalCircolodistudisocialidiFossombroneafineOttocento e i vari numeri collegati a“Inmarcia”,perchiudersicon“LaSe-
Copertina del volume
Un numero de “L’Oppresso”
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dia elettrica”del settembre19211.Ogni testata è corredatadaun’approfonditaschedastorico-bibliografica,chenedescrivedettagliatamente lecaratteristicheformali,neesaminalavitaeditorialeesiaddentrainunarassegnadegliarticoliospitati,collocandolanelcontestodelmovimentoanarchicoedellarealtàpoliticalocale.Iltrasferimentosucopiaanastaticaèun’operazionecheconsentediconiugareef-ficacementeconservazioneeconsultazione.Lastampaperiodicapresentainfattiunaconnaturatafragilità,dalmomentocheèprodottaperdurareunbreveperiododitempo,unsologiornonelcasodeiquotidiani.Equestadeteriorabilitàèancorapiùaccentuataperviadellecaratteristichematerialidellacartageneralmenteuti-lizzataintipografiaapartiredametàOttocento.Ilrepertoriopubblicatodovrebbegarantirelapossibilitàdiaccedereallefontisenzanecessariamentemaneggiareglioriginali,purnellaconsapevolezzachenessunsurrogato,nélaristampaana-staticanétantomenolacopiadigitale,possasostituireilsensopienodicuièpor-tatorel’originale,nonpotendosupplireallaperditadeisignificaticonnessiallafi-sicitàdell’oggettooriginario,comprensivoditestoscrittoedisupportomateriale.Il volume è stato editato in tiratura limitata di cento copie numerate dall’Ar-chivio-bibliotecaEnricoTravaglinidiFano,unistitutospecializzatoinstoriaeculturedeimovimentianarchicielibertari,chehavolutosuggellareconquestapubblicazioneisuoiprimidieciannidiattività.Alcuninumeriinseritinellarac-coltasonopossedutiinoriginaledallastessaBibliotecaTravaglini,perlarestantepartesièprocedutoall’acquisizioneincopiarichiedendoriproduzioniadiversiarchiviebibliotechedellaprovincia,allaBibliotecanazionalecentralediFirenzee,inmisuraminore,adaltriistitutiinItaliaeall’estero.Combinandoquindidif-ferentiprovenienzeèstatopossibilericomporreinununicocontenitoreleseriecompletedeiperiodicielacollezionedinumeriunici.
1 Sono compresi nella bibliografia i numeri unici e i supplementi che si dichiarano esplicitamente tali, anche se si pre-sentano in forma di fogli volanti. Questo l’elenco completo: “In marcia!...” (Fano-Pesaro, 23-24/10/1885, suppl. al n. 6); “Commemorandum” (Pesaro, 18/3/1890); “Chi siamo!” (Pesaro, 15/5/1890); “La Lotta elettorale politica” (Fossombrone, 6/11/1892); “18 Marzo” (Fossombrone, 18/3/1893, più ulteriore supplemento); “Risvegliamoci” (Urbino, 12/5/1894); “In marcia!...” (Fossombrone-Fano, 29/5/1894); “Vertenza” (Fossombrone, 29/11/1896); “Ciò che avviene nella nostra Congre-gazione di carità” (Fossombrone, 1/3/1903); “Verso la luce!” (Fano, 25/5/1903); “Rievocando i martiri dell’umanesimo!” (Fano, 11/11/1903); tre numeri unici sostitutivi di “In Marcia” (Fano, 22/06/1906, 30/6/1906, 7/7/1906) e un supplemento straordinario allo stesso giornale (Fano, 23/4/1906); “Contro le tenebre” (Fano, 14/7/1906); “Largo alla verità” (Fano, 13/10/1906); “Luce! Luce!” (Fano, dic. 1910); “Da più vasti orizzonti” (Fano, 17/12/1910); “Riformisti! Servi del capitali-smo” (Fano, 23/12/1910); “I Pigmei” (Fano, 25/1/1911); due numeri che precedono la seconda serie di “In marcia” (Fano, 23/6/1912, 10/8/1912), un numero sostitutivo (Fano, 6/4/1913), uno che segue la fine delle pubblicazioni periodiche (Fano, 24/8/1913) e due supplementi: “atti di eroismo?” (1912, non reperito) e “Per la verità e la giustizia” (Fano, 1913); “La Lotta elettorale” (Fano, 28/9/1913); “La Fiera elettorale” (Fano, 12/10/1913); “Marciamo!” (Fano, 18/3/1914); “Il Diritto al lavoro” (Fano, 8/8/1920); tre supplementi a “La Frusta”: “Documentando” (Fano, 15/9/1920), “Gruppo giovanile Sante Caserio” (Fano, 15/8/1921), “La Sedia elettrica” (Fano, 30/9/1921).
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2. Periodici e numeri unici
Attraverso la parola stampata, pur sempre affiancata alla comunicazioneoralefondamentaleinuncontestooperaioscarsamentealfabetizzato,avvenivalatra-smissionedivalorielaformazionepolitico-culturaledeimilitanti.Mailgiornaleeraanchemezzopraticodicongiunzionedelleattivitàsul territorio,dando in-formazionesull’attualitàpoliticaedeconomica,notiziediscioperieagitazioni,cronachelocali,percuirappresenta,oggi,unafonteprimariaperlastoriografiasulmovimento libertario.Lapresenzadiunapubblicazioneperiodica regolareeraspessounsegnaledellaforzadelmovimentoinunadeterminatacongiuntura,tantopiùinunadimensioneprovincialedoveladistribuzionedellastampamar-cavaunapresenzapoliticaederailprincipaleveicolopersostenereleideeefarleprevalere su quelle avversarie, quasi un prolungamento della piazza cittadina.L’uscitadelgiornale,delpropriogiornale,erainfattiunmezzodiidentificazioneeanchediorgoglio,cherafforzaval’appartenenzadiclasseestimolavalaconti-nuitàdell’impegno.Rappresentava,inoltre,unpuntodiriferimentoedilegameconlapropriacomunitàd’origineperquantiavevanopresolaviadell’esilio.Diversecopievenivanodistribuiteinfattinegliambientidell’emigrazioneliber-tariaall’estero,inparticolareSvizzera,FranciaesoprattuttoStatiUniti,ancheseilraggiodidiffusionedellastamparaccoltanelvolumerimanevaingranpartelocaleeprovinciale,consconfinamentiabitualinellelimitrofezonedell’ancone-tanoedellaRomagna.Daquestocircondarioarrivavanolamaggiorpartedellecorrispondenzeelesottoscrizionieconomiche.L’elencodiquest’ultime,alqualeveniva tradizionalmente dedicata la colonna di chiusura, restituisce un vero epropriospaccatodivitasociale,conl’«avanzodibicchierata»cheilgruppodilavoratorimandavaalgiornaleoqualcheliraraccoltatracompagni«inneggiandoallaRivoluzioneSociale»,avoltespartitaanchecongliorganidistampasocia-listierepubblicani.Nonsempreèpossibiledeterminarelatiraturaraggiuntadallevarietestateenu-meriunici,cheindicativamenteeracompresatrale3-400copiede“IlComunar-do”del1873-74ele4.500toccateda“LaFrusta”nel1922,dopouniniziosulle2.500eunassestamentointornoalle3.000-3.500raggiuntodallostessoperiodiconel1920.Untrattocomunediquestigiornalieralavitaeditoriale,quasisempremoltobreve:limitataapocheannate,mapiùspessoaddiritturacompresanell’ar-codiqualchemese.Laperiodicitàdichiarata,ingeneresettimanaleoquindici-nale, difficilmentemanteneva regolarità, per cause legate sia alle vicissitudinipersonalideiredattorisiaallastrutturaleprecarietàfinanziaria.
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Lepubblicazionipreseinconsiderazioneeranosìespressionediungrupporeda-zionalepiùomenoallargatodigiornalistinonprofessionisti,mailpiùdellevolteerano legateanchealla forza trainantedi singolepersonalità, cheesercitavanolaloroimprontanelladirezioneeallecuibiografielevicendeeditorialifinivanoper essere sostanzialmente sovrapponibili (traquestiEsparteroBellabarba,Et-toreAntonelli,GiovanniGeronzi,EnricoTravaglini,CasimiroAccini,GiobbeSanchini).Alcunicollaboratorilocalidivennerofirmeabbastanzastabili,chesiaffiancavanoacontributi ineditiprovenienti anchedanominotinelpanoramadell’anarchismonazionale,come,fraglialtri,l’avvocatoFrancescoSaverioMer-linonellaprimaseriedi“Inmarcia”(1885-86),lascrittriceLedaRafanellinellaseconda(1906),l’anarchicosenigallieseOttorinoManninellepubblicazionino-vecentesche,l’antiorganizzatoreLuigiGalleaniper“LaFrusta”.
3. Controllo e censura
Igiornalidelmovimentoanarchico,dicuiabbiamopotutoricostruirelaraccoltacompletarecuperandoipochissiminumerisuperstiti,nonebberoaffattovitafaci-le.Sudiessiesuilororedattorierainfatticostantelasorveglianzapoliziescaat-tentaareprimerelapropagandasovversiva,chesimanifestavasiacomecensurapreventiva,siaimbastendoprocessiperireatidiopinioneravvisatinegliarticolipubblicati.Ilquadrolegislativospecificoall’internodelqualecisimuovevaeradatodall’edittosullastampapromulgatodaCarloAlbertoil26marzo1848,ri-mastoinvigorenell’ordinamentodellostatounitariopurconlevariemodifichesuccessivamenteapportate.L’atteggiamentoneiconfrontidellastampa,dellesuelibertàerestrizioni,eraquantomaiambiguo:«lastampasaràlibera,masoggettaaleggirepressive»,recitavailproclamacostituzionaledell’8febbraio.L’edittosegnòilpassaggiodaunregimedicensurapreventivaaunsistemare-pressivo,riconoscendoildirittodipubblicaregiornalisenzabisognodiautorizza-zione,maaseguitodiunasemplicedichiarazione.All’attopraticoperò,lemoda-litàperoperarecensureanchepreventiverimanevanoampiamenteadisposizionedelleautoritàche,ricevutoilprimoesemplaredellapubblicazione,potevanoor-dinareilsequestrodituttelecopieedellematricidistampainviandogliagentiintipografia,salvoinqualchecasofarliarrivarefuoritempomassimoenontrovarepiùnullaingiacenza.Insostanza,sevenivaammessoilprincipiodellalibertàdistampa,inbasealqualepubblicareungiornalenonerapiùunprivilegioconcessodalsovranomaundirittodelcittadino, immediatamentedopo losinegava la-sciandoampimarginididiscrezionalitàallasuarepressionedapartedelleautoritàdipoliziaedellamagistratura.
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Pertantoprocure, tribunali eCorted’assise sioccupavanoapieno re-gime di stampa sovversiva, com-pilando interi fascicoli di verbali,mandati di comparizione, interro-gatori, certificati penali, istruttorieesentenze,ericopiandominuziosa-menteaognipassaggiogiudiziarioibranidegliarticolicheavrebbero“abusato” della libertà d’espres-sione:pressol’ArchiviodistatodiPesaro sono stati rintracciati bentrantaquattro faldoni riguardantiprocessi penali contro i responsa-bilideigiornalianarchicilocali.Laconseguenza non voluta di questemeticoloseattenzioniècheifasci-coli di polizia e dei tribunali con-servati negli archivi di stato sonooggiun fecondo terrenodi ricercaper ricostruire le storie editoriali
delletestate,nonchéperreperirneesemplarigiuntiinseguitoasequestri.Il controllo sulla stampa sovversiva si traducevaquindi in processi e condan-nechecoinvolgevanoprincipalmenteigerentiresponsabilidellevarietestateespessoeranoilfattoredeterminantecheconducevaallasospensionedellepub-blicazioni.NelcasodiEnricoTravaglini,l’accumularsidicircatrentamesiin-flittiglidaitribunaliperunalungaseriedireatidovutiaisuoiarticoli(pernonaverottemperatoalle leggi sulla stampa,per incitamentoall’odio tra leclassi,apologiadiregicidio,istigazioneadelinquere,oltraggioediffamazioneecc.)locostrinseaespatriareerifugiarsinegliStatiUniti.Alsuonomeèoraintitolatol’Archivio-biliotecachehapromossolapubblicazionediquestovolumeeche,prossimamente,faràseguireun’analogainiziativaeditoriale,giàincantiere,permanifesti,foglivolantieopuscolilibertarilocali.
Un esempio di procedimento penale contro un «giornalista» anarchico
LUIGI BaLSaMINICarta e anarchia: una collezione di giornali anarchici della provincia di Pesaro e Urbino (1873-1922)
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Risorse
BibliotecaTravaglini:http://www.bibliotecaliberopensiero.it
IstitutodistoriacontemporaneadellaProvinciadiPesaroeUrbino:http://www.bobbato.it
ReteStoriaMarche900:http://www.storiamarche900.it
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
#patrimonio
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview36pp. 207-216
L’eredità dello sguardodi Filippo D’ajutolo
CaRLO D’aDaMO, WILLIaM PEDRINI
L’Istituto per la storia e le memorie del ‘900 Parri Emilia-Romagna sta per acquisire l’archivio D’Ajutolo. Diverse centinaia di negativi e di stampe fotografiche, per lo più inedite, ritraggono Bologna negli anni della II guerra mondiale e della Rsi. Fanno parte dell’archivio anche documenti della Gnr, del Governo militare alleato, del locale Partito d’Azione e la straordinaria “Relazione Trauzzi”.
The Parri Institute for history and memories of ‘900 Emilia-Romagna is acquiring D’Ajutolo’s archive. Several hundreds of negative films and photographic plates, mostly unpublished, show Bologna during the years of world war II and Rsi. There are moreover documents of Gnr, of Allied Military Government, of Partito d’Azione and the extraordi-nary “Report Trauzzi”.
IlnomediFilippoD’Ajutolo(24gennaio1902/23ottobre1992)–medicootorinolaringoiatra, antifascista,mem-brodelleformazionipartigianediGiustiziaeLibertàedanimatoredelPartitod’Azionebolognese–èconosciutoin particolare per l’episodiodel radio: dal luglio 1944finoalla liberazionediBolognatennenascosta, infatti,nellasuacantinadiviaSanVitaleladotazionediradiumdell’ospedaleSant’Orsola,trafugatainsiemeadaltripar-tigianipersottrarlaallarequisizionedelleautoritàtede-sche.IlsuocontributoallaResistenzacittadinafuperòbenpiùampiodiquelsingoloepisodio,purimportante.
Ritratto di Filippo d’Ajutolo
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Approfittandodel permesso – accordatogli in qualità dimedico– di circolareliberamenteinbiciclettaediusciredicasaancheduranteilcoprifuoco,armatodellapropriamacchinafotograficaReflexD’AjutolosiimpegnòinunpazientelavorodidocumentazionedellaquotidianitàdiBolognainguerra.Comefotogra-fodilettante,seppurdigrandesensibilitàestetica,ripreseavvisiaffissidalleforzedioccupazionetedesche,palazziestradesventratidaibombardamentialleatiesoprattutto immortalò lecondizionidimoltidei cadaveridi antifascisti,giuntiall’obitoriocittadinodopoesserestatitorturatieuccisidaifascistirepubblicani.D’Ajutolosviluppòdipersonalamaggiorpartedeinegativi,stampandolefoto-grafienella suacameraoscuraenascondendoquesti eccezionalidocumenti inmezzoallefotopiù“innocenti”discenedivitacittadina.Sialefotodellacittàferita,sialefotodivitaquotidiana,sialeterribilifotodeicadutiantifascistiespri-mono lapresenzadiunosguardodiparticolare intensità:dietro la sceltadelleinquadratureè,infatti,ancoravivamentepercepibilel’affettoperlapropriacittàelasuagente,lapartecipazioneemotivael’indignazionemoraleallabasedellastraordinariaoperaditestimonianzavisivaintrapresanegliannidiguerra.
1. Il Documentario fotografico
NeiprimissimigiornidopolaliberazionediBolognaildottorFilippoD’AjutoloeilcommissariodipoliziaRiccardoParisi,ambedueappartenentialleformazionidiGiustiziaeLibertà,raccolgonoinunalbofotograficoalcuneimpressionantiimmaginiche testimonianole torturee leuccisionidipartigianiediciviliav-venuteaBolognaneiventimesiprecedentipermanodifunzionaridellaPoliziaausiliariaagliordinidelquestoreGiovanniTebaldi,dellaGuardianazionalere-pubblicanaagliordinidelcolonnelloAngeloSerrantini,dellaBrigataneraFac-chiniagliordinidiPietroTorriedellaBrigataneramobilePappalardoagliordinidiFranzPagliani.Questisolertifunzionari,insiemeaaltrirappresentantidiunoStatoormaiagonizzante,sieranoesibitiinsequestridipersona,torture,ricatti,assassiniiinstrada,esecuzionisommarie,scempiodeicorpidegliuccisi.Alcunideiloronomisonotristementenoti,comequellidiRenatoTartarotti,diAlbertoNoci,diBrunoCalzolari,diBrunoMonti,diGiovanniNicotera,diMicheleTos-sani,diGasparePifferi,diPietroCristalli,diFrancoMelloni,diRomeoMatteini,diAgostinoFortunati,diAldoCosta,diAdrianoGiostra,diPietroMasi,diMar-tinoBerti…[Sasdelli(ed.)2007;D’AdamoePedrini2012].L’albofotograficorealizzatodaD’AjutoloeParisivieneintitolato:Documenta-rio fotografico di una parte delle vittime del brigantaggio nazifascista a Bologna8.9.43/21.4.45.Diessosiconosconosoltantodueesemplari:unoèquellochegli
CaRLO D’aDaMO, WILLIaM PEDRINIL’eredità dello sguardo di Filippo D’ajutolo
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autoriconsegnaronoalComitatodiliberazionenazionalediBolognaperessereutilizzatocomeprovaneiprocessiintentaticontroitorturatorineglianniimme-diatamentesuccessiviallaliberazione;l’altroèquellocheilquestoreantifascistaRomoloTrauzzi,dopoesserestatodepostodagliAlleati, inviail4luglio1945al«Compagnodott.prof.FerruccioParri,PresidentedelConsigliodeiMinistrieMinistroperl’Interno».Ilprimoesemplare,dopoalternevicissitudini,èstatodepositato nell’archivio dell’dell’Istituto per la storia e lememorie delNove-centoParriEmilia-Romagnaedètutt’oraconservatoall’internodelfondoLuigiArbizzani;ilsecondositrovainvecepressol’IstitutonazionaleperlastoriadelmovimentodiLiberazioneinItalia(Insmli)diMilano,alqualeèpervenutoinsie-meatantialtridocumentidiFerruccioParriarchiviatinelfondoCorpovolontaridellalibertà(Cvl).DalconfrontofraleduecopiedelDocumentario,puressendofradiloromoltosi-mili,emergeladiversacaratterizzazionedeidueesemplari.Ilprimo,consegnatoalClnbolognese,erastatorealizzatoperesseredestinatoaunusolocaleeopera-tivo:visileggonoinalcunicasisottolefotografieilnomedellapersonauccisa,richiamiodatechefungonodadidascalia;unatrentinadiimmaginisonostampa-teinformatoridotto,9sonostateasportatelasciandodeivuotiquaelà,erisultamancanteuninterofogliocontenente8fotografie.Inqualchecasolastessafotohaunanumerazionedoppia,inaltriilnumeroèstatocorretto,cancellatoeriscrit-to.L’esemplare destinato a FerruccioParri, dotato di stampe qualitativamentemigliori,presentainveceun’impaginazionepiùaccurata:lefotosonotuttedellostessoformato,nonvisonosegnidiusura,nédidascalieoaltreannotazioni–aparteinumeri–inmarginealleimmagini.IlsecondoesemplaredelDocumenta-rioappare,infatti,concepitofindall’inizioperunusostoricoeistituzionale.Piùindettaglio,dopoleprime175fotografie,coincidentipersoggettoecollocazione(benchénell’esemplarebologneserisultinomancantiquellerelativeainumeri33-41),l’ordinevariaancheseisoggettisonofondamentalmenteglistessi.Alcunefotografiemilanesinonhannoriscontronell’esemplarebolognese,mentrelefotodeicorpidegliantifascistidiImola,torturatiegettatinelpozzodelladittaBecca,presentineiduefoglifinalidell’esemplarebolognese,noncompaiononellaver-sionemilanese.IlmaterialefotograficoutilizzatoperassemblareleduecopiedelDocumenta-rio risultacompostodi immaginidivariaprovenienza.Lamaggiorpartedel-le fotografiedeicorpi stesi sui tavolidell’obitoriovenne realizzatadaldottorD’Ajutoloinpersona,grazieallacomplicitàdelguardianoGiulioGherardi,chedinascostolointroducevaneilocali,gliaccendevalaluceeloaiutavaadim-mortalareicadaveri.
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Altre fotofurono invecescattatedall’agentedipoliziaSebastianoMorelloperordinediRiccardoParisi.Questeequelle,primadiessereinseritenell’albofo-tografico,facevanopartediunpiùampioarchivioclandestino.Adessefuronoaggiunteancheunaseriedifotografieistituzionali–comequellerelativeaimortinellabattagliadell’Università–scattatedallapoliziadellaRsiperdocumentarelebrillantioperazionieffettuateperreprimereil“banditismo”incittà.L’insiemedeidocumentifotograficidaiqualiD’AjutoloeParisiselezionanoleimmaginipresceltesidimostraperòpiùvastodiquantononrisultidall’esamedelle foto presenti nel documentario.Ne sono prova lo stesso titolo dell’albo(Documentario fotografico di una parte delle vittime...), leparoleutilizzatedaRomoloTrauzzinellaletteradiaccompagnamentodell’esemplareconsegnatoaFerruccioParri («Credoopportunodifartiomaggiodiunesemplaredeldocu-mentariofotograficodicuitrattasi,peraltroincompletoacausadellamancanzadelnecessariomateriale fotografico»);unarticolodiFilippoD’Ajutolodel30agosto1945[Bergonzini1970,686-7],incuisifariferimentoadunafotodiMa-rioBastia,scattatadallaQuesturadopolastrageenoninseritanell’albo;einfinelarestantedocumentazionedell’archivioD’Ajutolo,fracuisonocompresealcu-nestampefotograficheeffettuateall’obitorioenonutilizzateperildocumentario.
Il cadavere di uno sconosciuto ritratto in obitorio, foto d’Ajutolo
CaRLO D’aDaMO, WILLIaM PEDRINIL’eredità dello sguardo di Filippo D’ajutolo
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Nel numero speciale di “Resistenzaoggi 40°” del 1985 Giuseppe Brinipresenta,adesempio,alcunefotogra-fiedelcorpodiGiuseppeCasoniap-penaassassinato,stesoperterrainviaBegattoecopertodauncappotto.Glisonoaccantolefiglieealcunipassanti.Lefotografiefannopartediunaseriedi12scatticheil14novembre1944FilippoD’Ajutolo aveva catturato dinascosto, fotografando dalla finestradella sua abitazione posta all’angolofraviaBegattoeviaSanVitale. Inegatividell’interasequenzarisul-tano tutt’ora conservati nell’archivioprivato del dottorD’Ajutolo,ma nelDocumentarioluieParisiscelgonodiinserireuna fotodiCasoni effettuataall’obitorio (la n. 210nell’esemplarebolognese)enonunadiquellescattateinstrada,cheresterannoinvecealungoinedite.SoloinoccasionedelquarantesimoanniversariodellaResistenzaFilippoD’Ajutolosollecitatodall’amicoGiuseppeBrini“tirafuoridaicassetti”inegativielelastrecheconservagelosamente,insiemeadalcunestampedifotoscattateall’obitorio.Riemergono,adesempio,duefotografiedelcorpodiIrmaBandieradiversedaquelle inseritenell’alboe l’immaginedel cadaverediun individuosconosciutochenoncomparenénell’esemplarebolognesedelDocumentario,néinquellomilanese.DietroalcunestampeD’Ajutoloannotaconlasuacalligrafiaelegantel’indicazio-nedelnumerodellelastreedeinegativirelativiallostessosoggetto:«diquestaunnegativoedue lastre»;oppure«diquestaduenegativi».Testimonianzadeltentativo dimantenere un preciso ordine e controllo suimateriali relativi allefotografiescattateall’obitorioquarant’anniprima.Moltideinegatividelleimma-giniinseriteneldocumentario,nonostantelevanericerchecondottedaglieredidopolamortedell’autore,sonocomunqueandatiperduti.Eppure,standoall’importantetestimonianzadiConcettaTarozzi,vedovadiGiu-seppeBrini,nel1985D’AjutoloeBriniprogettaronodistamparetuttelefotogra-fiedicuiancoraesistevanoinegativiperrealizzarneunaspecificapubblicazio-ne.FilippoD’Ajutolostampòinfattiperséalcunefotografie,mapoirinunciòal
Il corpo esamine di Giuseppe Casoni in via Begatto, foto D’Ajutolo
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progettoforseperlecattivecondizionideinegativipiuttostodeteriorati;oforseperchétemevacheillibrosipotesserivelareun’impresainutile,comeloerastatal’albofotograficopreparatonel1945,documentoinsufficienteafarcondannareitorturatorichiamatiingiudizioneiprimiannideldopoguerra[D’AdamoePedri-ni2012,212-3].BriniinsistetteaffinchéD’Ajutolorendessepubblicotuttoilma-terialeiconograficoinsuopossesso,sostenendochealtrimentiquelleimportantitestimonianzesarebberoandateperdute,maD’Ajutololorassicuròaffermandocheall’internodelproprioarchivionienteavrebbepotutoandaredisperso.
2. L’archivio D’ajutolo
Idocumentifotograficihannoun’importanzapreponderanteall’internodell’ar-chiviopersonalediFilippoD’Ajutolo.Inessosonoconservati616negativicheraffiguranolefugheneirifugiantiaerei,ibombardamentidelcentrodiBolognaescenedivitaquotidianadurantelaguerra:panzertedeschi,edificipericolanti,gente inbicicletta.Tra i negativi conservati sonocompresi anche i 12 relativiall’assassiniodiGiuseppeCasoni.
Il cadavere di Irma Bandiera ritratto in obitorio, foto d’Ajutolo
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Nell’archivio sono inoltre raccoltepiù di 500 stampe di soggetto di-verso riferibili per lopiù al perio-do 1940-1945: Bologna durantela guerra, gli allarmi, i manifestidi propaganda, la clinica oculisti-ca.Fradiessesonopresentiancheuna serie di fotografie scattate nelgiornodella liberazionedella cittàe altre che riprendono i pannellidiunamostrasull’antifascismoal-lestita nell’immediato dopoguer-ra. Buona parte delle foto relativea Bologna bombardata sono statepubblicateall’internodidueopereeditedaPendragon:Bologna ferita[ManaresiF.,D’AjutoloF.1999]eBologna trema[SalvatiB.,VeggettiP.2003].Altrerisultanoancoraine-dite.UnasceltadifotodivicoliediluoghisuggestividiBolognaèstatapubblicata dallo stesso editore nel2002all’internodiAlbum fotogra-fico di un bolognese [D’AjutoloF.2002].Non meno interessanti risultano idocumenti cartacei presenti all’in-terno dell’archivio. Vi si trovano:letteredellaCommissioned’epura-zione,elenchidiaderentierelazio-nisull’attivitàdelPartitod’Azione,attestatidipatriotaediantifascista,documentidelGovernomilitareal-leatoedocumentiincopiadell’Uf-ficio politico della Gnr e dellaQuestura.Unopuscolodel1945in-titolatoIn memoria dei medici e de-gli studenti in medicina caduti nella
Interni della chiesa di San Giovanni in Monte dopo il bombardamento, foto d’Ajutolo
21 Aprile 1945 Arrivo degli Alleati (via San Vita-le), foto d’Ajutolo
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lotta di liberazione, ritagli di giornali e l’intervento dello stessoD’Ajutolo alconvegnoL’operazione Radium(organizzatoil12dicembre1988pressol’Uni-versitàdiBologna)permettonodiricostruireilcontestoincuisisvolsel’incredi-bilevicendadelladotazionediradiotrafugatadall’ospedaleSant’Orsolaadoperadelpartitod’Azioneeoccultataall’internodellacantinadellostessoD’Ajutolo.È compresa nell’archivio anche la “Relazione Trauzzi”, recentemente edi-ta in forma integralepergentileconcessionedelladottoressaMariaLonghena[D’AdamoePedrini2012,297-324].Dopolaliberazionesullabasedeidecretilegislativiluogotenenzialiedelleordinanzeemanatedelgovernomilitarealleatosull’epurazioneilquestoreRomoloTrauzziavevaprocedutoallasospensionedifunzionaricompromessiconilpassatoregimeeavevaassuntoprovvisoriamentenellefiledellapoliziamoltigiovanipartigiani.Allafinedelmaggio1945ilsuocomportamentoglivalseladestituzionedapartedelleautoritàalleateegiàaipri-midigiugnoalsuopostoerasubentratoilquestorefascistaMicheleIantaffi,cheripreseinserviziotuttigliepurandieosteggiòipoliziottiantifascistiinserendolinegliorganicidellapoliziaferroviariaodellastradale,trasferendolid’ufficioinaltresediosemplicementelicenziandoli.RomoloTrauzzi–nonpiùquestore–il4luglio1945decisequindidiinviareaFerruccioParriunaparticolareggiatarela-
zione(27pagine),elencandocirco-stanzeenominativi e ricostruendoneldettagliolastoriadelnucleodipoliziotti partigiani organizzato daRiccardo Parisi, che rischiando lavita aveva costituito un archivioclandestino di documenti e foto-grafie, aveva carpito informazioniaifascistieaitedeschiafavoredelClncittadino,avevaprodottodocu-mentifalsie lasciapassareperaiu-tareilmovimentodiResistenza.La denuncia di Trauzzi trova unapuntuale conferma nei documentidell’Archivio centrale dello Stato[Onofri2004;Onofri2007,134]edell’Archivio di Stato di Bologna[D’Adamo e Pedrini 2012, 115-125],checomprovanolacapillareerapidaoccupazionedelleistituzioni
Relazione dell’ex questore Romolo Trauzzi a Fer-ruccio Parri, 4 luglio 1945, p. 1
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cittadine attuata dopo la liberazione da parte di personalità compromesse conil fascismo.Perdimostrare l’efficaciadel lavorosvoltodalnucleodipoliziottiantifascistiagliordinidiRiccardoParisi,Trauzzimetteinluceinparticolare«ilserviziodeirilievifotograficisunumerosissimevittimedeinazifascistiperscopistoriciedipolizia».Leprovefotografichedeicriminicommessidafunzionariin-quisitiimpongono–sostieneTrauzzi–diriorganizzaresubasinuovelaQuestura,sedefinoapochimesiprimaditrameedipianicriminosi.D’Ajutolo,principaleautoredelladenunciafotograficasuicriminifascisticompiutiaBologna,custo-disceconcuraperannifralesuecarteunacopiadellarelazione,opportunamenterilegatainuncartellinasullacuicopertinaèscritto:«RelazioneTrauzzi.Impor-tantissimo!».L’IstitutoParriEmiliaRomagnadovrebbeacquisireintempibrevil’interoarchi-vioD’Ajutolo,cheladottoressaMariaLonghenahadecisodidonareall’istitutoperpermetterneliberamentelaconsultazioneelostudio.Ilnostroaugurioèchelapossibilitàdiusufruireditaledocumentazionestimoliiricercatoriasvolgerenuoveindagini,chepotrebberoforseportareanchealritrovamentodiquelnucleodinegativiedi lastremancanti,alqualeattingevanoancoraD’AjutoloeBrininegliannidellorosodalizio.
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Bibliografia
BergonziniL.1970,La Resistenza a Bologna: testimonianze e documenti,vol.III,Bolo-gna:IstitutoperlastoriadiBologna.
D’AdamoC.PedriniW.2012,Un passato che non passa. Il documentario fotografico di D’Aiutolo e Parisi,Bologna:Pendragon
D’AjutoloF.2002,Album fotografico di un bolognese,Bologna:Pendragon
ManaresiF.,D’AjutoloF.1999,Bologna ferita. Fotografie inedite 1943-1945,Bologna:Pendragon
OnofriN.S.2004,La mancata epurazione nella Bologna liberata,“IQuadernidiResi-stenzaoggiIII.1945Lalibertàriconquistata”,53-57,supplementoaln.5del2004di“Resistenzaoggi”
OnofriN.S.2007,Il triangolo rosso,Roma:Sapere
SalvatiB.,VeggettiP.2003,Bologna trema (1943-1944),Bologna:Pendragon
SasdelliR.(ed.)2007,Ingegneria in guerra. La facoltà di ingegneria a Bologna dalla RSI alla ricostruzione 1943-1947,Bologna:Clueb
Risorse
MuseovirtualedellaCertosadiBologna–OperazioneRadiohttp://certosa.cineca.it/chiostro/eventi.php?ID=74
IstitutoperlastoriadelmovimentodiliberazioneinItalia–Risorsearchivisticheonlinehttp://www.italia-resistenza.it/risorse-on-line
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview24pp. 217-222
Per non dimenticare. Riordino e valorizzazione dell’archivio dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica
SaLVatORE aLONGI, LORENza IaNNaCCI
L’archivio, conservato a Bologna presso l’Istituto Parri, rappresenta una testimonianza tangibile dell’attività svolta dall’associazione negli ultimi 25 anni per l’individuazione dei responsabili del disastro di Ustica e per la trasmissione della memoria della strage. L’archivio, riordinato e inventariato nell’ambito del progetto “Una città per gli archivi”, si compone tra l’altro di manifesti, fotografie, registrazioni sonore e audiovisive integral-mente digitalizzati e consultabili online.
The archive, kept in Bologna at Parri Institute, represents a tangible statement of the As-sociation’s activity during the last 25 years in order to identify guilty people for Ustica’s disaster and to bequeath the massacre’s memory. The archive, collected within the project “Una città per gli archivi”, is composed also of posters, photos, sound and audiovisual recordings, all completely computerized and available on line.
Video-intervista a cura di toni Rovatti e Gianluca Marcon
(Contributivideodisponibilionline: http://www.youtube.com/playlist?list=PLPAaA-4eXcWzvw3FUtQsQuEQOfKFkR5ok).
L’archiviodell’AssociazioneparentidellevittimedellastragediUstica,sodaliziosortoaBolognanel1988«conloscopodiaccertarelaveritàequindileresponsa-bilitàciviliepenalidellastragediUstica»[articolo3dellostatuto],èconservatodal2006pressol’IstitutostoricoParriEmilia-RomagnaconsedeaBolognainviaSant’Isaia18.Lasceltacompiutadall’associazionedidepositarelepropriecarte
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presso un istituto culturale ha rappresentato unpassaggio cruciale nella storiadell’enteehadatopienocompimentoaldisegnodifaredelcomplessodocumen-tariounefficacestrumentoalserviziodellacollettivitàedellaricerca.All’iniziodel2010ladirezionescientificadelprogetto“Unacittàpergliarchivi”,promossodallaFondazionedelMontediBolognaeRavennaedallaFondazioneCassadirisparmioinBologna,hariconosciutonelfondounimprescindibilepun-tod’osservazioneperchiunquevogliatrattareiproblemilegatiallemodalitàconlequalilamemoriael’immaginedellastrageèstataevienetrasmessa,elohainseritotragliarchivimeritevolidiintervento.Hacosìavutoinizioun’accurataoperazionedi riordinamento e inventariazione analitica, condottadaSalvatoreAlongieLorenzaIannacciapartiredalluglio2010,eterminatanelgiugno2012.Nelsuocomplesso, l’archiviocopreunarcocronologicocompreso tra il1986eil2011edècontraddistintodaunariccavarietàditipologiedocumentarie.Daun lato, infatti, èpresente ladocumentazionecartaceachecostituisce il fondopropriodell’associazione(valeadiredirettamenteprodottodall’ente,edunqueinoriginale),chehaunaconsistenzadi42busteedècompostadiverbalidelleriunioni,corrispondenza,manifestievolantiniconcernentilacelebrazionedeglianniversarie l’organizzazionedivarieventi(rassegneteatrali,premi,concerti,etc.),bozzedistudiepubblicazioni,fotografie,rassegnastampa,ricevutecon-tabili.Alfondopropriosiaffiancaladocumentazioneincopia,valeadireorigi-nariamenteprodottadall’autoritàgiudiziarianelcorsodelprocedimentopenalesullastragediUstica,edallaCommissioneparlamentared’inchiestasul terro-rismoinItaliaesullecausedellamancataindividuazionedeiresponsabilidellestraginell’ambitodelfilonesuldisastroaereodiUstica,che l’associazionehavariamenteraccoltoeconservatonelproprioarchivio,peruntotaledi29buste.Quest’ultima documentazione rappresenta indiscutibilmente unaminima partedelleoriginalicartegiudiziarieeparlamentari,conservaterispettivamentepressol’archiviodidepositodelTribunalediRomaepressol’ArchiviostoricodelSena-todellaRepubblica.IlfascicoloprocessualedellastragediUsticahadifattiunaconsistenzatotalestimatain2milioni500milacarte,cheoccupanocirca600me-trilinearidiscaffalature,mentreilfondodellaCommissionestragiconstadicirca2milabusterelativeatuttiifilonid’inchiesta.Purnellasuaesiguitàeapparenteparzialità,ladocumentazioneraccoltaincopiadall’associazioneforniscetuttaviaun significativo esempio dellamediazione esercitata dall’ente nei riguardi deicomplessioriginali,filtrandoeselezionandolecartedimaggiorinteresseperiproprifini,arricchendolediunpreziososignificato–lostudiotestimoniatodallenumerosesottolineature,glosse,commentienotedilettura–eaccompagnandolecon relazioni,note, estratti, appunti, riassunti,memorandume fogli informati-
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viindirizzatiall’associazionedaiconsulentitecnicidipartecivilerelativamenteall’andamentodelleindagini.Ladocumentazionecartaceaèabbondantementearricchitadaimaterialimultime-diali,costituitidalleregistrazionisonoreeaudiovisive.Inparticolareilnucleoso-norosicomponedicirca90registrazioni.AccantoalleintervisteealletelefonateaDariaBonfietti,alletrasmissioniradiofoniche,alleiniziativedisolidarietàeallesedutedellaCommissioneparlamentarestragi,sicollocailriccocomplessodel-leconversazionitelefonicheecomunicazioniradiocheoccupadasoloben168delle185oretotalidiregistrazione.Quest’ultimasingolarissimaserieècostituitadallecomunicazioniintercorseil27giugno1980travaricentridicontrollodeltrafficoaereo,alcuniaerei involoenumerosialtrisoggetti, italianiestranieri,tutticoinvoltinelleprimeoperazionidiricercaesoccorsodelDc9Itavia.Aque-stedeveaggiungersi la registrazionedelcontenutodelcockpit voice recorder,meglionotocomescatolaneradelDc9.L’acquisizionedelleregistrazionisonorehaconsentitoall’associazionediintegrareconsiderevolmenteladocumentazionecartacearaccoltaincopiaerelativaallaricostruzionedelladinamicadell’abbatti-mento,documentazionecostituita,oltrechedainterrogatorieperizie,anchedalletrascrizionidiquellestesseconservazioniradiotelefoniche.Ilnucleoaudiovisivoècompostoinvecedacirca600registrazioni,peruntotale
Installazione “Itavia aerolinee. Cerimonia – India Hotel 870”, allestita a Bologna in piazza Mag-giore dall’artista Flavio Favelli nel giugno 2010 (fotografia di Dario Lasagni)
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dicirca160oredimaterialefilmato,articolatointrasmissionitelevisive,docu-mentarieinchieste,telegiornali,filmespettacoli.Inquestasezione,checostitu-isceunastraordinaria“rassegnastampafilmata”,l’associazionehaprogressiva-menteaccumulatolaquasitotalitàdeicontributiaudiovisiviche,dal1986(datadellaprima registrazione) al 2010,hannoavuto comeprincipaleoggettodellaloroanalisi la stragediUstica.Lenumerose immaginidi repertoriocontenuteall’internodelleregistrazioniconsentonoinoltredispingereindietrolosguardofinoal27giugno1980,ediavereadisposizione leprimissime immaginichedocumentanolastrage.Adifferenzadelladocumentazionecartacea,perlaqualel’unitàminimadide-scrizioneèstatadeterminatanelfascicolo,perinucleispecialidelleregistrazionisonoreeaudiovisive il tassellominimodidescrizioneè statonecessariamentefissatoneldocumento(sonorooaudiovisivo).Inaltreparole,ognisingolotele-giornale,trasmissionetelevisivaoradiofonica,spettacolo,intervistaocanaledicomunicazioneèstatopuntualmentedescrittoall’internodegliinventari.Ilavoridiriordinamentoeinventariazionehannoinfineinteressatoancheilfondopersonale della fondatrice e presidente dell’associazioneDariaBonfietti, inse-gnante,parlamentareperilPartitodemocraticodellasinistra(Pds)poiDemocra-ticidisinistra(Ds)dal1994al2006primaallaCameradeideputati,inseguitoalSenatodellaRepubblica,doveharicopertoanchel’ufficiodisegretariodellaCommissione stragi. L’archivioBonfietti ha una consistenza di 39 buste ed ècompostodalcarteggio,dallarassegnastampaedalladocumentazionerelativaaisuoistudi,allavitadipartitoeall’attivitàparlamentare.Gliinventari,nellaloroversionecompleta,sonoadisposizioneonlinesulportaledelprogetto“Unacittàpergliarchivi”,mentreunaloroversionesinteticaastam-paèdisponibilepressolasalastudiodell’IstitutoParri.Gliarchivisonodunquepienamente e liberamente accessibili e consultabili.A coronamento dell’inter-ventoarchivisticosulcomplessodocumentarioprodottodall’associazioneesulfondopersonaledellasuapresidente,ilprogettohaoperatoladigitalizzazionediun’ampiaeaccurataselezionedimaterialeprovenientedaiduenucleicartacei(manifesti,locandine,volantini,fotografie,opuscoliedelaboratigrafici),nonchédell’interocomplessodellevideoedelleaudiocassette.Ladigitalizzazione,oltrechescopiconservativi,siprefiggel’obiettivodimettereadisposizionedell’uten-zaremotaanchelaversioneelettronicadeldocumento,allegandolaallarelativaschedadescrittivadell’inventarioonline.Il13giugno2011l’archivioèstatoalcentrodiun’importantegiornatadistudidaltitolo“Archivinegati,archivisupplenti.Lefontiperlastoriadellestragiedelterrorismo”,promossadallaSoprintendenzaarchivisticaperl’Emilia-Romagna,
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dallaFondazionedelMontediBolognaeRavenna,dallaFondazioneCassadirisparmioinBologna,dall’Associazionenazionalearchivisticaitaliana–SezioneEmilia-Romagna,dall’IstitutostoricoParri,dall’Associazioneparentidellevit-timedellastragediUsticaedall’AssociazionetraifamiliaridellevittimedellastrageallastazionediBolognadel2agosto1980.Inquellacircostanza,pressolaCappellaFarnesediPalazzod’AccursioaBologna,qualificatirelatoriprove-nientidalmondodellacultura,dellapoliticaedelleistituzionihannoapprofon-dito l’inestimabile ruolo svoltodagli istituti archivistici, dalle associazionideifamiliaridellevittimedistragi,daicentrididocumentazioneedistudio,chenelcorsodegliannihannomessoadisposizioneunpatrimoniodocumentariosemprepiùampioequalificatopersupplirealledifficoltàd’ordinegiuridicoepraticochefatalmenteaffliggonol’accessoallecartegovernative,giudiziarieeparlamentarilegatealterrorismo,allaviolenzapoliticaeallacriminalitàorganizzata.La “Rete degli archivi per non dimenticare”, sorta nel 2005 sulla spinta delCentrodidocumentazionearchivioFlamignieoggiintegratanelpiùampioSi-stemaarchivisticonazionale(San),riunisceoggimoltissimideisoggettiimpe-gnatiinquest’operadivalorizzazionedellefontidocumentaliedipromozionedellaricerca.
Risorse
AssociazioneparentidellevittimedellastragediUstica:http://www.associazioneparentiustica.it
MuseoperlamemoriadiUstica:http://www.museomemoriaustica.it/video.htm
Unacittàpergliarchivi:http://www.cittadegliarchivi.it/mostrevirtuali
Retedegliarchivipernondimenticare:http://www.memoria.san.beniculturali.it
Stragi80:http://www.stragi80.it/?page_id=50
LanottediRadioUno,InterventodiDariaBonfietti,5febbraio2013:http://www.radio.rai.it/podcast/A42569203.mp3
ArteMemoriaViva–XXXIIIAnniversariodellastragediUstica:http://www.ilgiardinodellamemoria.it
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SiringraziaLivianaDavìeGianlucaMarcon–AssociazioneFufilmperripreseemontaggiovideo;ilMuseod’artemodernadiBologna(MAMbo)perl’autoriz-zazioneafilmareall’internodelMuseoperlamemoriadiUstica;l’AssociazioneparentidellevittimedellastragediUsticaperl’utilizzodeidocumentid’archiviodigitalizzati.
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#patrimonio
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview25pp. 223-228
Dai fondi privati di Modena agli archivi di addis abeba. Un progetto per censire, condividere e restituire un passato comune
MaRzIa MaCCaFERRI
Return and Sharing memories è un progetto pilota che intende restituire al popolo etiope la memoria storica dell’effimero impero italiano nel Corno d’Africa (1935-1941). Punto di partenza del progetto è duplicare le testimonianze fotografiche raccolte a Modena e donarne copia all’Università di Addis Abeba, mettendole a disposizione di ricercatori e studenti. L’obbiettivo è affrontare gli studi coloniali da una prospettiva diversa, attraver-so la condivisione della memoria storica con gli ex-nemici, favorendo lo studio congiunto del passato che accomuna Etiopia e Italia.
Return and Sharing memories is a pilot project aiming at returning Ethiopian people the historical memories about the Italian ephemeral Empire in the Horn of Africa (1935-1941). Project’s starting point is to duplicate the visual memories collected in Modena and donate them to Addis Ababa University, making them available to researchers and students. The aim is approaching colonialist studies in a different way, sharing the histo-rical memories with the former enemies, encouraging a joint study of Ethiopia and Italy’s common past.
Non v’è dubbio che recentemente sia esploso anche in Italia nell’ambito piùampiodeicultural studiesunvivace interessepergli studipost-coloniali, conspinteulterioriverso icosiddettisubaltern studies.Laddove le scarse ricerchesullavicendacolonialeitalianaavevanoprivilegiatolaricostruzionediplomaticaemilitare,limitandodifattounacompiutacostruzionedellamemoriapubblica,questanouvelle vaguedellastoriografia italianaalcontrario–unendostudiosidivariediscipline (dalla storia sociale, culturaleodelledottrinepoliticheallastoriadell’arte,allafilmologiaeall’antropologia)–sièfocalizzatasull’immagi-
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nariocolonialeesoprattuttosullamemoriaandandoadesplorarenonsoltantoleoriginidelletassonomierazziali,evidenziandoilnessonazionalismo-espansio-nismo-consensofascistaperdenunciarne–finalmente!–gliaspettipiùgrettieaggressivi;ma,intalmodo,essahavolutosoprattuttorimarcarelaprotrazioneeilprecipitatoatutt’oggiditalecultura.Purtuttavia, concentrandosi quasi esclusivamente sui colonizzatori e sulle loroambiguità,questistudispessosonoandatiascostarepiùchecollegarelastoriaitalianadallastoriadeipaesiinvasirendendodunquesemprepiùnecessariaunariflessioneattaastimolareunaforma“matura”dipost-colonialismo,chesiaingradodiraccontarelavarianteitalianaintuttelesue–anchesquallide–sfaccet-taturee,allostessotempo,sirendacapacedi“restituire”ildiscorsocolonialeallesueeffettiveinterrelazioni.Purnon intenzionalmentepianificatoper seguirequestoperimetroeuristico, ilprogettoReturningandSharingMemorieschevedelacollaborazionefraleuni-versitàdiModena,“L’Orientale”diNapolieAddisAbebaconleassociazionidivolontariatoMOxA(Modenaperglialtri)edHewo-ModenacheoperanoinEtio-pia,rappresentanellasuapeculiaritàunarispostastraordinariamenteoriginaleestimolanteaquestiinterrogativi.Natodauninsolitoincontrofraricercastoricaevolontariato–ledueorganiz-zazioni no-profit di Modena hanno commissionato a Paolo Bertella Farnettidell’UniversitàdiModenaunaricercastoricasull’esperienzadeimodenesiche
Addis Abeba Caffè Cinema Romano, Memorie Coloniali – fondo Florenzo Vannucci
MaRzIa MaCCaFERRIDai fondi privati di Modena agli archivi di addis abeba. Un progetto per censire, condividere e restituire un passato comune
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avevanopartecipatoall’avventuracolonialeitaliananelCornod’Africa,Retur-ningandSharingMemoriessièbenprestodimostrato,daunlato,unmododi-versoper riflettere sul sensodi “fare solidarietà”oggi attraversounconfrontoconl’aggressionepassata;e,soprattutto,dall’altro,haoffertol’occasioneperfaremergereunpatrimonioarchivisticorilevantissimo.Grazie,infatti,aunappellopubblicofattocircolaresullastampadellaprovinciachehariscontratounatantogenerosaquantoinaspettatarisposta,dallesoffitteedaicassettiprivatideimodenesièemersaunanotevolequantitàdimemoriasto-rica,soprattuttovisiva:fotografieorganizzateinalbumosciolte,qualchediario,lettereealtrimemorabiliadelpassatomodenesecoloniale.Ilmaterialeèstatoinunprimomomentoorganizzatoinunamostra(Modena-Addis Abeba andata e ri-torno,cheèstataospitataalPalazzodeiMuseiealFotomuseoPaninidiModenanel2007enel2013aCarpi,PalazzodeiPio,eintrasfertaall’IstitutoCulturaleItaliano diAddisAbeba), in 3 pubblicazioni (L’Impero nel cassetto. Memorie dell’Italia coloniale tra album privati e archivi pubblici,acuradiPaoloBertellaFarnetti,AdolfoMignemi,AlessandroTriulziperlaMimesisedizioneuscirànel2013).Masoprattuttoglialbum,ifondifotograficieilmaterialemessoadispo-sizionedaicittadinimodenesisonostati“copiati”informatodigitaleemessiadisposizioneinunarchiviovirtualesulsitoMemorieColoniali.L’operazione non si è però chiusaconilritornodellefontiaiproprie-tari:laricchezzadeimaterialiemer-si,l’usodiunatecnologiacomeloscanner (semplice e flessibile, ingrado di riprodurre perfettamenteecreare lecondizioniperunacir-colazione illimitata delle copie inluoghifisiciovirtualicomelarete),haspintoaunariflessionesulcomeutilizzare evalorizzare il patrimo-nio raccolto. Portando la mostrain Etiopia, su invito dell’IstitutoCulturaleItalianodiAddisAbeba,si eravenuti infatti a contatto conuna realtà localemolto carente dimemorie,visiveenonsolo,delpe-riodopassatocoloniale.Noncisaràbisognodiinsisteresulfattoche,a Invito mostra, Modena 2007
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differenzadeicombattentietiopi,moltissimisoldatiitalianidisponevanodiunamacchinafotografica,unostrumentodiventatoaccessibileepopolareproprioinqueglianni.Inquestoquadro,dopoaverepresocontattoconarchivistiestoricietiopi,ènatadunque l’idea di “restituire”, e quindi di condividere, quelle stesse memorieemersedaifondifamiliarimodenesi.Copiadelmaterialeèstatadonataall’Uni-versitàdiAddisAbebaemessaadisposizioneinunfondoad hocperricercatoriestudenti.L’ideadirestituire-condividereidocumentidiunpassatocomunenonècertonuova,masièsemprescontrataconipantanidellaburocrazia.Gliarchi-viprivati, svincolatidalle rigidità istituzionaliacuisonosottopostigliarchivipubblici,hannomostratounaflessibilitàimprevistaottenendoperaltrouneffettoimitativoeditrascinamentoanchefuoridaiconfinimodenesi(sonoinfattistatiraccoltinell’archiviodiReturningandSharingMemoriesanchematerialiextra-provincialioradisponibilisulsito).Laquantitàequalitàdeimaterialiemersiinduconoalcuneconsiderazioni:anzi-tuttol’esperienzadell’effimeroimperoitalianocreatoconl’aggressioneall’Etio-pia,pococonsideratoneimanualienell’insegnamentodellastoria,riflessodiunpassatoconsideratopubblicamenteimbarazzante,èstatouneventochehainten-samentesegnatoipartecipantieilcuiricordoèstatoaccuratamenteconservatodailorodiscendenti.
Bambini addestrati al saluto fascista, Memorie Coloniali - fondo Pier Filippo Gomez Homen
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Diconseguenzaèlecitopensare,sullabasedell’esperienzamodenese,checisia-nomoltidocumentiprivatidiquestotipochegiaccionoinnascostiarmadifami-liari:unaminieradi immaginie testichepossonoarricchire laconoscenzadelcolonialismoitaliano,integrandogliarchivipubblicierendendoalcontempolavicendapiù“familiare”.Unpatrimonioche,vadasé,starischiandocomealtrinelnostropaesediandareperduto.Allostesso tempo,unapproccio tangibilmentecondivisocomequellopatroci-natodaReturningandSharingMemoriesnonsolorichiamalariflessionestoricaallanecessitàdidecostruire le immagini– fortemente radicatenelcollettivoenel sensocomune–del “colonialismostraccione”odegli “italianibravagen-te”;masimostracapacediriportareildiscorsocolonialealleoriginimuoven-dodallasuadimensioneprivataaquelladeldiscorsopubblicoedellacornicepolitica.L’obiettivoquinonèsoltantoquellodiricostruireemegliocompren-derequell’habitus,perdirlaconPierreBourdieu,chehageneratolecondivisepratichesocio-culturalidelcolonialismoitaliano;innanzi,l’intentoèsoprattuttoquellodifornireunpiùarticolatoapparatostorico-documentalepercontrastarequeltantoingenuoquantoinfidorevisionismoculturaleodiernochehacondotto,irresponsabilmente,ilcomunediAffileadedicareunmausoleoallamemoriadiRodolfoGraziani.
Bibliografia
Modena-Addis Abeba andata e ritorno. Esperienze italiane nel Corno d’Africa 2007,Carpi:Nuovagrafica
BertellaFarnettiP.2007,Sognando l’impero. Modena Addis Abeba (1935-1941),Milano:Mimesis
BertellaFarnettiP.2010,Returning Memories Pier Luigi Remaggi in Axum, 1935-36,AddisAbaba:MasterPrintingPress
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Risorse
MemorieColonialihttp://www.memoriecoloniali.org
Etiopiapernondimenticare–dossierdidatticohttp://www.memoriecoloniali.org/kcms/Temp/Elenchi/03b252b7243d4ad4a413b65bebc5ce17/Kid_video/moxa/index.htm
ReturningandSharingMemoriesGenesiesviluppodiunprogettoperl’usodel“passatocomune”italo-etiope(1935-1941),PaoloFarneti(pdf)
PaoloBertellaFarnettiraccontailprogettoReturningandSharingMemoriesaChiodoFisso(Radio3,20gennaio2011)http://www.memoriecoloniali.org/kcms/Temp/Elenchi/03b252b7243d4ad4a413b65bebc5ce17/Kid_suono/CHIODO_FISSO__Returning_memories__del_20.01.2011%20copia.mp3
Campifascistihttp://www.campifascisti.it
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
#patrimonio
ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview19pp. 229-236
L’ospedale Verdia Villanova sull’arda:documenti sull’evoluzionedel sistema assistenziale italiano
CHIaRa FERRaRI
L’Ospedale Verdi di Villanova sull’Arda, voluto e finanziato dal maestro Giuseppe Verdi per la cura di persone ammalate e indigenti della campagna piacentina, rappresenta un caso interessante di filantropia sociale di fine Ottocento. Questo articolo illustra alcuni esempi di documenti storici (come lo Statuto e il Regolamento, le lettere, le delibere comunali ecc.) per ricostruire non solo le vicende interne dell’ospedale, ma anche l’evo-luzione del sistema assistenziale italiano.
The Giuseppe Verdi Hospital in Villanova d’Arda, wanted and financed by the great com-poser for the treatment of the ill and poor people living in Piacenza’s province, represents an interesting case history of social philanthropy at the end of Nineteenth Century. This item introduces some historical documents (as a Statute, a Regulation, letters, certifica-tes etc.) to explain not only the daily trials of the hospital, but also the making of italian health service.
L’ospedaleVerdidiVillanovasull’Arda,nellaprovinciapiacentina,volutoefi-nanziatodalmaestroGiuseppeVerdi,rappresentauninteressantecasodifilantro-piasociale,chemeritaattenzione,oltrechesulversantedell’ediliziaospedaliera,ancheinriferimentoall’evoluzionedelsistemaassistenzialisticoitalianotrafineOttocentoeinizioNovecento.Verdi,esponentediquellaborghesiaitalianache,dopol’unitànazionale,sentivanecessariointerveniresulsocialecercandodiri-solvereconcretamenteiproblemichecolpivanolecampagneeleprovincedelpaese,nel1878iniziòapensareallapossibilitàdirealizzareunospedaleper ipoveri,chepotessecuraregliammalatieinfortunatiindigentidellacampagnadiVillanova,troppolontanidallacittàedall’ospedalecivilediPiacenza.
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Ipoveriammalatidiquestocomunello–scrivevaVerdialsenatorePirolinel1882–nonhannoaltroospedalechequellodiPiacenza,cittàdistante34o36chilome-tri:equestipoverettilamaggiorparte,muoionoperstrada.Ungiorno,parlandocolSindacodiquestemiserie,dissicheavreipensatoioacostruirequalchelocale,un ricovero,qualchecosa infineperessereutileaquesti infelici. [Cafasi1994,158]
Èinquestomomentostorico,dopol’unificazionedelpaese,checominciòaverificarsiinmanierasemprepiùdecisivailpassaggiodelleiniziativeassistenzialidallaChiesaalloStato.Questopas-saggio,previstodallalegge753del1862,sicon-cretizzeràconlalegge6972del17luglio1890,chestatalizzavaleoperepie,denominatedaque-stomomento“Istituzionipubblichediassistenzae beneficenza”. Lo Stato cioè non intervenivaancoradirettamentenellagestionedell’assisten-za,masottoponevaacontrollopubblicoglientierogatori,cuiconferivaanchevestepubblica.In questo percorso evolutivo l’ospedale Verdi,inauguratonelnovembre1888,ètestimonianzadiuna fase intermedia incui era il singolobe-
Facciata dell’ospedale
Busto dedicato a Giuseppe Verdi nel giardinodell’ospedale
ChIaRa FERRaRIL’ospedale Verdi a Villanova sull’arda: documenti sull’evoluzione del sistema assistenziale italiano
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nefattoreaimpegnarsinelruolodipropositoreesostenitoredellacausadeipiùdeboli.Èbeneprecisare,però, che l’intentodelfilantropononerameramentesolidaristico,ma aveva anche lo scopodi alleviare le problematichedi ordinesocialeediattenuareilmalcontentonellecampagne,trailavoratorichestavanocominciandoaorganizzarescioperiesommosseproprionei terrenidi facolto-si possidenti, quale in quegli anni eraGiuseppeVerdi, residente aSant’Agatadal1851eproprietariodivastissimiappezzamenti[Phillips-Matz1992,160-71].Preservare,quindi,lostatodellecoseemantenerestabiligliequilibrisocialitraricchiepoveri,traproprietariebraccianti.Evitarechefameemiseriapotesseroscatenare rivoltecontadine ingestibili,oche ildiffondersidelle idee socialistealimentasse disordini e rivoluzioni violente. «Cosa faranno i nostri uomini diStato?Coglioneriesopracoglionerie!»,scrivevaVerdigiànel1867inunaletteraaOpprandinoArrivabene[Alberti1931,78],mostrandotuttalasuasfiduciainunaclassepoliticaconsiderataincapacedirisolvereirealiproblemidelpaese.Sfiduciachediventòavversionedopol’avventodellaSinistrastoricaalgoverno.
1. Villanova nei documenti
Dall’analisidellediversetipologiedidocumenticonservatinegliarchivicomu-nalidiVillanovaediPiacenza,all’IstitutoNazionalediStudiVerdianiaParmaopressolostessoospedaleèpossibiletrarreinformazionipreziosesullavitasocia-ledellalocalitàpiacentina,sullavitainternaallastrutturadicuraesullafiguradiGiuseppeVerdi.Maanchericostruireunmomentostoricodelicato,comequellocheseguìilprocessodiunificazionenazionale,vissutonelcontestodiunapiccolacomunità.Uncronistadell’epocacosìdescrivevailpaese:
Villaggioinbassapianura,capoluogodicomune,mandamentodiCortemaggiore,asedicichilometridaFiorenzuola[...].FronteggiailPo,edhadifiancolaprovin-ciadiParma.Villanovafacollesuefrazionicircatremilaabitanti.[Mingardi1988]
AlcunedeliberecomunalipresentinegliarchividelComunediVillanovaconsen-tonodiricostruirelavitasocialeneglianniappenaprecedentiecontemporaneiallacostruzionedell’edificio.Daquestiemergelacondizionedipovertàedipre-carietàchecontraddistinguevaunalargafettadipopolazione,praticamenteallostatodiindigenza,obbligataaemigrareinterrelontaneperscampareallamiseriaeper trovare lavoro.LostessoVerdi,ormaipiùche insofferentedi fronteallasituazionepoliticosocialedell’Italiaedellasuaterra inparticolare,cercavadiporvirimediooffrendolavoroaglioperainelleriparazionidellesue“fabbriche”:
Sonoforselavoriinutiliperme,perchéquestefabbrichenonfannocheifondimi
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dianoorauncentesimodipiùdirendita,maintantolagenteguadagnaenelmiovillaggiolagentenonemigra.[Conati1981,293]
Anchegliufficicomunalisiprodigavanoperalleviarelostatodidisagioincuiversavalapopolazione:visonodeliberesullamanutenzionedellestradeperdarelavoroaipoveri,osullastipuladiunmutuoconlaBancapopolarediPiacenzaper«darelavoroaigiornalieridelComune»,oppureperladistribuzionedigran-turcoagliindigenti[AllegrieMonici2001,18-22,120].Sievincedaidocumenti,inoltre,cheeral’amministrazionecomunaleasostenerelespeseditrasportodegliammalatidelposto,costrettiaraggiungerel’ospedalediPiacenzaperpotersicurare[AllegrieMonici2001,214].Maiverbalioffronoanchel’occasionediverificarelediverseattivitàdibeneficenzadicuiilMaestro,insiemeaGiuseppinaStrepponi,sireseprotagonistasulterritorio:dalleofferteperipoveri,alleborsedistudioavantaggiodigiovanimeritevoli,finoall’im-pegnoperlacostruzioneeilmantenimentosiadell’asilodiCortemaggiorechedell’ospedalediVillanova.
2. Il nuovo ospedale: evento mediatico
Lepaginedeiquotidianidell’epoca(“LaPerseveranza”,“LaGazzettaMusicalediMilano”,“IlCorrieredellaSera”,“l’Italia”)riportaronodiversenotiziesullacostruzionedell’ospedale:un fatto eclatante e seguito con interessedaimediadeltempo,mentreVerdi,riservato,lochiamava“baracchino”epreferivanonsenesapessenulla.Qualcuno,comel’editoreRicordi, lopregòaddiritturadiab-bandonarel’impresaedareallaluce,invece,unanuovaoperacomerispostaallamiseriadilagante:
Qualebeneficenza immensa,mondialeEllaesercitaconunasuaopera!Quantemigliaiadipersonetrovanopaneassicuratoperanniparecchi!...equalericchezzaEllapuòslanciareinmezzoatantamiseria![Mingardi1988]
Ipiùnedescrivevanogliambientimettendoneinrisaltogliaspettidinovitàediammodernamento,comel’attenzioneainuovidettamidell’igienistica,disciplinachesistavasviluppandoinquestianni.InformavanocheerastatoVerdistessoa occuparsi del progetto, dopo essersi documentato visitando gli ospedali piùall’avanguardiadelNord,Milanoinparticolare.InsiemeaGiuseppinaStrepponi,inoltre, siera interessatodell’arredo,delladivisadeidegentiediprocurare lastrumentazionemedicanecessaria.Maigiornalipresentavanoanchelacronacadellagiornatad’inaugurazione,unacerimoniasemplice,propriocomerichiestodalMaestro:
ChIaRa FERRaRIL’ospedale Verdi a Villanova sull’arda: documenti sull’evoluzione del sistema assistenziale italiano
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L’inaugurazione,comelabramoio,èlaseguente.Consisterànell’ammissionedeiprimidodiciinfermi.Ebasta.Nonsiconvengonoinutilicerimonieperunluogodidolore.[Mingardi1988,Appendice]
Icertificatirelativiallacostituzionedell’ospedaleconfermavanol’aspettodiin-novazionedell’istituto: la relazione tecnicadell’ingegnereMarcoFrignani, re-sponsabiledellacostruzionedell’edificio,descrivevadettagliatamentelestruttu-re,imateriali,ilocaliampiebenarieggiatiperevitarel’eccessivaprossimitàtraimalati.IvariStatutieRegolamentiinternicustoditinell’archiviodell’ospedale,invece,definivanogli scopi, l’utenza, i costi annualiogli stipendiversati allesuore,lemodaltàdigestionedell’istitutoeidiversiruolidelpersonaleinterno:ilmedico,lesuore,ilPresidente(ruoloricoperto,quest’ultimo,dalSindacodiVil-lanova).FuVerdistesso,inqualitàdifondatore,acompilareloStatutoeareggerelesortidell’ospedaleattraversounacommissionedaluipresieduta.FusempreilMaestroaoptareperlesuoreinvecediinfermierelaicheperlacuradeimalati.Èpresumibilechecostasseromeno,maanchecheinunpaesediprovinciadellereligiosesarebberostateaccoltepiùserenamentedovendosioccupareanchedimalatidisessomaschile.
3. Statuto e Regolamento interno
LoStatutoelesuccessivemodifichechiarivanochel’ospedaleavevaun’utenzaprivilegiata:ipoverichesoffrivanodimalattiecurabili.Duepostisoltantoeranoriservatiaimalatidimalattie infettiveda trattare inappositi localiseparati.Diquegliannièladiffusionedelcolera,dellascarlattina,delvaiolo.Eranecessarioevitarelapromiscuitàefareinmodocheimalatipotesseroristabilirsiedesseredimessipresto,evitandochestazionasseroinospedalepertroppotempo.Nonsivolevainalcunmodochel’istitutoricadessenellatipologiadelvecchiocronica-riopermalatiinguaribili,machespessofinivaperaccogliereanchepoverisenzafamiglianédimora,colrischiodicontagi,nuovemalattieedisordinisociali. Ipoveri, invece, dovevano essere curati, accuditi e reintegrati al più presto neltessutosociale.Èda sottolineareche loStatutoe ilRegolamento internonel corsodegli annisubironomodificheeintegrazioniproprioperregolamentareiruolieleareediin-terventodimediciesuore.Nell’ambitodellagestioneinterna,infatti,soprattuttoperquantoconcernelacuradegliammalati,piùvoltesiverificaronodellediver-genzetralereligioseeimedici,laiciocomunqueispiratiainuoviprincipidel-lascienzamedica.Anchequesticonflitti,documentatiindiversiistitutid’Italia,
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testimoniavanodiun’evoluzionedellafunzioneospedaliera:l’ospedaleeranonpiùsololuogodiaccoglienzaecarità,masoprattuttoluogodicura,perlaqualesirendevanonecessariefigureprofessionaliriconosciutecomeimedicicondottiche,inseguitoallaleggeCrispi-Paglianidel1888,sividerocertificareiltitolodistudioqualeunicaeimprescindibilepossibilitàdisvolgerelaprofessionemedica.FuronotreimedicichesisusseguironoaVillanovaeduegliordinidireligiose.Ilregolamentovennemodificatopiùvolteperchésistabilisseroconprecisioneruoliecompetenzenellagestionedegliammalati.Dopo lamorte diVerdi, poi, l’ospedale subì evoluzioni e cambiamenti, cometestimoniatodaidiversiStatutidatati1908e1943,finoadiventareentepubblicoaseguitodellariformasanitariaattuataneglianniSettanta.Oggil’edificiostoricodell’ospedaleVerdièaffiancatodaunmodernocomplesso,sedediuncentrodirecuperoerieducazionefunzionaletraimiglioriinItalia.Recentementeèstatocompletatodiunapalestra eunapiscinaper la riabilitazione inacqua.Sipuòcertamentedirecheilmandatooriginariosiastatomantenuto,poichélacuraelariabilitazionedegliammalatisonorimastelemissioniprincipalidiquestocentro.Qui gli ammalati, soggetti attivi, sono protagonisti nel progetto di recupero ereinserimento,comedovevaessereinpassato.
4. Le lettere: diari dall’ospedale
Idocumentipiùsuggestiviericchidiinformazionisonolelettereattraversocuisipuòricostruirelavitainternadell’ospedale.CisonolacorrispondenzatraVer-dieBoriani,epoitraVerdiePersico,entrambisindacidiVillanovaepresidentidell’ospedale,cheraccontanopropriodelledifficoltàdigestionedellastruttura.Preziosissimesono le letterescrittedallesuoredell’OrdinedellepiccolefigliediGesùdiParmaelacorrispondenzatralaSuperiorasuorMariaBroliemon-signorAgostinoChieppi,fondatoredell’ordinedellesuoreChieppine,incaricatedisvolgereattivitàdiassistenzaaimalati.ResterannoaVillanovafinoal1896,quandosarannosostituitedallesuoreFigliedellacaritàdiSanVincenzode’PaolidiTorino,inserviziofinoal1973.Anchesulleragionidiquestocambioèfacileipotizzare una situazione conflittuale venutasi a creare all’internodell’istituto,sempreapropositodellagestioneeorganizzazionedelservizio.Leletteresve-lano,tralealtrecose,qualifosseroicompitichelesuoredovevanosvolgereinospedale:gestirelacucina,dedicarsiagliacquistieallapreparazionedeipasti,occuparsidellalavanderia,dellapuliziadellabiancheriaedegliabitideiconva-lescenti,oltrecheprestareassistenzaalpersonalemediconellacuradeimalati.LaSuperioraavevapoimansionidiresponsabilitàcometenereunregistroeoc-
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cuparsidell’amministrazione.Unpreteavevailcompitodellacuraspiritualedeimalatiepotevarecarsi inospedalepersvolgere talemansione.Dalle letteresicogliechequestapresenza,atratti,vennevissutacometroppoinvasiva,tantodadeterminarelitieconflittiaccesitrailsindaco(soprattuttoBoriani)el’arciprete(donMari).Interessantisonoancheleinformazionichesiricavanosuimedicicondotti(treseneavvicenderanno:ildott.Torre,poiildott.Bellonieinfineildott.Cesaroni):lanomina,peresempio,avvenivaperconcorso,masappiamochesoprattuttoinuncasofuVerdistessoaintervenirenellasceltadefinitivadopoessersibeninforma-tosulnuovomedicocheerarisultatovincitoredellaprova.Unmedicogiovane,abituatomagariallacittà,bisognavaesserecertichesisarebbeadattatobeneallavitadiunpaesediprovincia,forseancheaunapagainferiorerispettoaquelladiunospedalecittadino,echenonavesseideetropporivoluzionarieosocialistetalidafomentaredisordinieconflitti.
5. Il testamento di Verdi
TraidocumentipiùpreziosinonsipuònoncitareiltestamentodiGiuseppeVer-di,dicuiunacopiaautenticataèconservatapropriopressol’ospedale.Leggendo-losicomprendelagrandezzamoralediunuomochedovevaaveramatomoltolapropriaterra.ScriveilsuobiografoCarloGatti:
Conl’ospedaleVerdihavolutosoccorrerelagentedellaterra,comeharigeneratolaterramedesima,attraversolevarieoperedibonificaeleinnovazionitecnologi-chechehasperimentatosuisuoiterreni.[Botti1952,13]
Nel testamento, infatti,tra le preoccupazionidelMaestrovi erapro-priol’ospedale,alqualeeglilasciòinereditàter-renierenditeaffinchélastruttura potesse man-tenersi e sopravviverenegli anni. Come, delresto,èaccaduto.Il suo gesto è stato daesempioperimolticon-valescentiemalatichea
Iscrizione onoraria dei benefattori,posta nell’atrio dell’ospedale
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lorovoltasisonofattibenefattoridonandoall’istitutounpropriolascito.Equesto,forse,spiegapiùditanteparolechifuGiuseppeVerdiequalesiadavverolasuaeredità.Ereditàchesaràpossibilecogliereeapprezzareattraversoglieventi,lemostreeleattivitàinprogrammaperlecelebrazionidel2013,bicentenariodellanascita,ricordandoilgrandecompositore,maancheilVerdiuomoefilantropo.
Bibliografia
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MingardiC.1988,Verdi e il suo Ospedale a Villanova sull’Arda nel centenario 1888-1988,Piacenza:CassadirisparmiodiPiacenzaeVigevano
Phillips-MatzM.J.1992,Verdi, il grande gentleman del piacentino,Piacenza:TipografiaTEP
Risorse
Sitid’informazionesuGiuseppeVerdiesulprogrammadelbicentenarioverdiano:
Verdi200http://www.giuseppeverdi.it
Istitutonazionaledistudiverdianihttp://www.studiverdiani.it
IsegretidiVillaVerdihttp://www.villaverdi.org
MuseonazionaleGiuseppeVerdihttp://www.museogiuseppeverdi.it
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview44pp. 237-244
Prigionieri militari nella Seconda guerra mondiale tra Italia e Inghilterra. Storia e Memoria
tERESa MaLICE
“Prigionieri militari nella Seconda guerra mondiale tra Italia e Inghilterra. Storia e memoria”: è il titolo del convegno tenutosi a Fontanellato il 6-7 settembre 2013. Set-tant’anni prima, il 9 settembre 1943, 700 ufficiali inglesi reclusi nel campo PG49 del pa-ese furono liberati e in seguito accolti ed aiutati dalla popolazione locale. Quelle vicende specifiche sono state un pretesto per riflettere più a fondo sull’esperienza della prigionia e sul suo significato prima e dopo l’8 settembre.
“POW in Italy and Great Britain during the Second World War. History and Memory”: this is the title of the conference held in Fontanellato, between September the 6th-7th, 2013. Seventy years before, on September the 9th, 1943, 700 English officers, which were imprisoned in the PG49 camp, were released and helped by the local population. That specific event has been a chance to discuss more deeply about the POW experience and its significance in the Italian history of the Second World War.
(Contributivideodisponibilionline: http://www.youtube.com/playlist?list=PLPAaA-4eXcWwCpIBXIkq_DVkqAkDINyvI).
Soloungiornodopol’annunciodell’armistiziotral’ItaliaegliAlleatiilcampodipri-gioniadiFontanellato,nellabassaparmense,divenneprotagonistadiunavvenimentopeculiare,chehaassuntoedancoraoggiconservaunsignificatoprofondononsoloperlapopolazionedelpaese,maancheperlastorianazionale.Il9settembre1943,infatti,icancellidelcampoPG49–adibito,apartiredallaprimaveradiquellostessoanno,allareclusionediufficiali,ingranpartebritannici–furonoapertietutticolorochesitrovavanoalsuointernovenneroliberati,senzaspargimentidisangue.Ipri-gionieririuscironoafuggirenellecampagnecircostanti,dovelefamigliedellazonali
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accolseroeliaiutarono,proteggendolidaitedeschi:quasiimprovvisamentelapopo-lazionelocalesieraresacontochequegliinglesinoneranopiù“nemici”.Perlapro-vinciadiParmaquell’eventosegnòsimbolicamentel’iniziodellalottadiliberazione.Inoccasionedell’anniversariodella liberazionedelcampoPG49enell’ambitodellecelebrazioniperilSettantesimodellaResistenza,ilComunediFontanella-to,insiemeall’IstitutostoricodellaResistenzaedell’etàcontemporaneadiParma(Isrec),hadecisodiintrecciarealleoccasionidicommemorazioneememoriaeaquelleformativerelativeall’avvenimentoinquestione,ancheunmomentodiri-flessionestoricasuitemidellaprigioniaedell’internamentomilitarenelperiodo
acavallodell’8settembre1943.All’internodiquestaprospettivaèstatoide-ato il convegno “Prigionieri militari nellasecondaguerramondialetraItaliaeInghil-terra.Storiaememoria”,organizzatodall’Is-rec, dalla Fondazione ex campo Fossoli edall’Istituto Parri Emilia Romagna, con ilpatrociniodelComunediFontanellato,dellaProvincia diParma e dellaRegioneEmiliaRomagna.All’incontro, moderato dal professor Lo-renzoBertucellidellaFondazioneexcampoFossoli, sono intervenuti gli storici MarcoDiGiovanni(UniversitàdiTorino),IsabellaInsolvibile(UniversitàdiNapoli),ClareMa-kepeace (Birkbeck College - University of
Immagine del campo PG49 ripreso dal retro
Manifesto dell’iniziativa
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London)eMarcoMinardi,direttoredell’IstitutostoricodiParma.Trailpubblicoeranopresentioltreun’ottantinadiparentidiufficialiinglesiedueexprigionieridelcampodiFontanellato.
1. Una guerra di soldati? L’africa Settentrionale nel quadro del-la Seconda guerra mondiale
AdaprireilciclodiconferenzeèstatoMarcoDiGiovanni,ricercatoreallafacoltàdiScienzepolitichediTorinoestudiosodistoriamilitare.Laguerraafricanasitrovaamontedeipercorsimessia fuoconelcorsodelconvegno,poichégranpartedeiprigionieribritanniciedelCommonwealthchefuronoreclusiinItaliafuronocatturatipropriosuquelcampodibattaglia.DiGiovannihapresentatoalcunispuntidiriflessionesulleparticolaritàdiquella“piccola”guerraesulsuosignificatoperlamemoriacollettiva,soprattuttoitaliana.InnanzituttoilconflittoinAfrica,chetrail1940eil1943contrapposeitalianietedeschidaunlatoeforzealleatedall’altro,sicaratterizzòcometeatrodiguerrache assorbiva quasi completamente le linee operative principali delle potenzeincampo,edoveilprimoobiettivoerailsuccessostrategico.Inquelcampodibattaglialontano,isolatodalcentroeuropeodeglieventiedestraneoallelogichedell’annientamento, ciò che contava era raggiungere la vittoria, sottomettendol’avversario.Sitrattavainoltrediunaguerraavvincente, incuilegrandipersonalitàebberounruolocentralenelcorsodellacampagnaedivennerosimbolichedopolasuaconclusione,aldilàdeglischieramenti.Cosìnellamemoriabritannica,adesem-pio,almitodelgeneraleBernardLawMontgomerysiaffiancòancheilricordodella grandezza del feldmarescialloErwinRommel, a capo dell’esercito tede-sco.RommeleMontgomeryfuronoirappresentantidelleduecompaginimilitarimaggiori;strettatralepotenzealleateeitedeschic’erapoilapiccolaItalia,chesimuovevatragigantinelpianostrategicodelpoteremediterraneo.Ilruolomar-ginaledell’Italianelcontestodellaguerrad’Africaspiega,inparte, ilmodoincuisiandòconsolidandolamemorianazionalesuquegliavvenimentinelperiodopostbellico:secondoDiGiovannilacampagnadelNordafricafuricordatacomeun«terrenoonorevoledipossibilitàperdute»,legatoalricordodellaguerrafa-scistaedellasconfittaealladifficoltàperlanazionediinquadrarequelpassato.Nescaturìundopoguerradominatodamemorieenarrativedivise,cheoggi–haproseguitoilricercatore–ènecessarioriconsiderare.DiGiovanni ha poi sollevato un’ulteriore riflessione legata al tema dellame-moria: per gli europei, e per noi italiani in particolare, il percorso cimiteriale
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deisoldatièancora ingranparteancoratoall’elaborazionedel luttonazionaledellaPrimaguerramondiale,inseguitoallaqualefuronocreatiquasiovunqueeingrannumeroappositispazipensatiperraccoglierelespogliedeicombattenti“eroi della Patria” e per eternare la loromemoria.Quell’esperienza effettiva-mentenonvenneripropostapercolorocheavevanocombattuto,nelcorsodellaSecondaguerramondiale,sulsuoloeuropeo;mentre–haricordatoilricercatore–diversispazimonumentaliememorialifuronocreatiinnomedeicadutinellaguerrad’Africa,sebbeneconcaratteristichediverse:sacraripericombattentiita-liani,torriinmemoriadiquellitedeschi(comequelladelTotenburg,del1959)ecimiteridestinatiadaccoglierelelapidideisoldatiinglesi.
2. I “fortunati”. I prigionieri italiani in Gran Bretagna, 1941-1946
Alcentrodell’interventodiIsabellaInsolvibileèstatoinveceiltemadellapri-gionia,einparticolarelacondizionedeiprigionieriitalianiinGranBretagnafinoal1946.DallericerchediInsolvibile–giàsfociatenellapubblicazioneWops. I prigionie-ri italiani in Gran Bretagna (1941-1946),Edizioniscientificheitaliane,Napoli2012–èemersoinnanzituttochequell’esperienzadicattivitàfuunadellemiglio-ridalpuntodivistamateriale.Ireclusivennerosfamati,alloggiati,equipaggiatiecuratiinmodoadeguato:inquestosensoiprigionieridiguerraitalianifurono“fortunati”.Questaloro“buonadetenzione”eradipesa,oltreadunsostanzialerispettodellenormativeinternazionalirelativeaiprigionieridiguerra,dallane-cessitàinglesediottimizzarelosfruttamentodellaloromanodopera,soprattuttonelcampodell’agricoltura.Insolvibilehaparlatoperquestodi“filantropiainte-ressata”,dilogicadiutilizzazione.Tuttavia laprigionia fu tantobuonadalpuntodivistamateriale,quantodeva-stantedalpuntodivistapsicologico,acausadellasuadurata.Gliinglesiinfat-titrattenneroiprigionieri-lavoratoriitalianianchedopol’8settembre,finoallaconclusionedell’ennesimoraccoltonel1945-46;edanche igovernidell’Italiapostfascista,acausadelledifficoltàdovutealreinserimentodegliexprigionierieinragionediquellacheinfondoerauna“buonadetenzione”,nonlireclamaro-noimmediatamente.Seprimadell’armistiziolacattivitàerastatatuttosommatosopportabile,grazieallaconvinzioneche-prestootardi-laguerrasarebbefinita,ilperiododopoilsettembre1943fuperireclusiilpiùlungoedoloroso.L’8settembrecostituìunospartiacquenonsolodalpuntodivistapsicologico,maancheperlostatusgiuridicodegliitalianiincattività.Primadiquelladata,infat-ti,lostatusdiprigionieridiguerranonfumaimessoindiscussione:giacchégli
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italianieranonemiciatuttiglieffetti,anchelanaturadeiloroprigionierieraasso-dataericonoscibile.Quellacondizionegiuridico-diplomatica,tuttavia,nonvennemodificataquandoilPaesepassòdallapartedeglialleati:gliitalianiinInghilterrasarebberorimastiprigionieridiguerraancheinseguitoallaproclamazionedella“cobelligeranza”e(dalmaggio1944)della“cooperazione”:insostanzafinoallororimpatrio.Lamancatamodificadellostatusèspiegabileinparteconledeci-sionicongiuntediGranBretagnaeUSA,percuil’Italiaavrebbedovutorimanereunpaesepienamentesconfitto;inparteconl’assensodatodalgeneraleBadoglioad«utilizzareprigionieri italiani inservizinondicombattimento,maconnessiconlosforzobellico».Sullebasediquell’ambiguadichiarazioneinfattigliAlle-atitrovaronolabasegiuridicaperintrodurrelacooperazionesubasevolontaria.Alcunicooperarono,perchésperavanoinunrimpatrioanticipato,altrino;certoèchequelledivisioni,fomentateanchedaidetentori,contribuironoalladistruzionediquellafraterna“comunitàdicampo”chesieracostruitainprecedenza.Insomma,iprigionieriitalianiinGranBretagnarimaserotalifinoaquandononacquisironolostatusdireduci:etuttavialalorocondizionefudifferentedaquelladeireducidellaGrandeguerra.IlsignificatodellaloroesperienzafuadombratodallenecessitàimmediatedellanuovaItalia,divisatramolteplicianimeesma-niosadi ricostruirsi inserendosinellaparteoccidentaledelmondo.Sulla lungadistanzalaloromemoriasiperse:inparteperchélalorononfuunastoriaeroica,facilmentecollocabilenelcontestoresistenziale;inparteperchéaffrontarelevi-cendediqueiprigionieriavrebbesignificatorecuperareildiscorsodellarespon-sabilitàitalianainguerra,argomentoancoraoggiaffrontatocomeun“tabù”nellamemorianazionale.
3. Prigionieri di guerra in fuga dopo l’8 settembre
Ricollegandosi in parte a temi sollevati nei precedenti interventi, il direttoredell’IsrecMarcoMinardisièinvececoncentratosultemadellafugadeiprigio-nieridiguerradopol’8settembre.L’armistizio portò, nell’immediatezza, un carico di drammaticità e incertezza,poiché introduceva una situazione politica e militare estremamente instabile;macostituìanchel’eventoinseguitoalqualelastoriografiavenneaconoscenzadell’esperienzadeglioltre70.000prigionieridiguerraalleatiinItalia.AquestopropositoMinardiha ricordato l’operadiRogerAbsalomdel1991,A Strange Alliance,tradottainitalianonel2011,ilcuivalorestaproprionellarinnovatacen-tralitàchel’autorericonoscealtemadeiprigionierialleatieallaretedeicampinellastoriadellaguerrainItalia.Unlavorodifondamentaleimportanza,perché
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haconsentitodistudiarequeifenomeniaffrancandolidall’abbracciodellastorialocaleedinserendoliinunpiùampiocontesto.SecondoMinardi,tuttavia,altemadelsalvataggiodeiprigionierineimesidopol’8settembre,sucuisiconcentramaggiormenteAbsalom,èdaaffiancarelastoriadelleviolenzeedellebrutalitàsubitedaiprigionierineigiorniimmediatamentesuccessiviall’armistizio,quandomoltidi lorotentaronolafuga.Unfenomenocheinrealtànonhainizionelsettembre1943,macheinmolticasirisaleaddirit-turaalmomentodellacatturainbattagliaodeitrasferimentideiprigionieri;echefututt’altrochemarginaleoepisodico,comehannodimostratosialadocumen-tazioneconservatanegliarchiviinglesi,australianiesudafricani,sialettere,diarietestimonianze.Questarealtàviolentafulasciataaimarginidellaricostruzionestorica:fagocitataedannientatadallamemoriapubblicaconsolidatasinelsecon-dodopoguerra,fondatasulmitodegli“italianibravagente”.Allalucediquestaimpostazione,Minardihaavanzatol’ipotesi–suggestiva,an-cheseancoradaapprofondire–diunapossibileletturadell’armistiziocomefinedellaguerra;ediciòcheseguìcomenient’altrocheunlungoelogoranteinterre-gnotralaguerraelapace.Unavisionecheforsesicaratterizzaperun’eccessivaparzialità,mache in fondononsidiscostadimoltodaquellachefupropria,allora,degliexprigionieriinfuga,deimilitarichetentavanodifare ritorno a casa, nonchédeicontadini–comequellidiFontanellato–chelisoc-corsero.
4. I prigionieri inglesi nei campi italiani
L’ultimo intervento è statoquellodella ricercatrice in-gleseClareMakepeace.Lastudiosasièconcentratasullacondizionedeiprigio-nieriinglesineicampiitaliani–tracuiproprioilPG49diFontanellato–edinparticolaresulleesperienzelegateall’affettivitànellacattivitàeairapporticonlefamiglieinpatria.Nell’agosto 1943 eranoquasi 42.200 i prigionieri britannici in Italia, e più di26.100quelli provenienti dalCommonwealth e dall’impero inglese.Alcuni di
Ex prigionieri di Fontanellato sul monte Cimone, ritratti insieme ad un gruppo di partigiani (ottobre 1944)
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loro erano stati catturatisul suolo italiano, al-tri durante la guerra delNordafrica tra il 1940 eil 1943: questi ultimi,dopounperiodotrascor-so in campi di transito,venivano trasferiti neicirca70campidiprigio-nia situati sul territoriopeninsulare. Così comein Germania, anche inItaliaicampiassumeva-no essenzialmente dueforme:potevanoessereospitatiall’internodiunedificiogiàesistente-comeilcampodiFontanellato,exorfanotrofioriassegnatoperladetenzionediufficialiinglesi-ocostruitidalnulla.Soldatisempliciegradipiùaltieranogeneralmen-tereclusiinsezioniseparateall’internodellostessocampo,oincampidiversi,comedimostraancoraunavoltailcasodelPG49.DopounabrevedescrizionedeicampiedellaloroorganizzazioneMakepeace,specializzataincultural historydelledueguerremondiali,hapoiespostoalpub-blicopartedegliesitidellaricercacondottaperlasuatesididottorato,sulleespe-rienzeemotivedeiprigionieridurantelacattività.Perilsuolavoro–haspiegato–hautilizzato110testimonianzediexprigionieri,operandoperòunadivisionetradiarieletterescrittidurantelaprigioniaememoirsscrittisuccessivamente.Grazieall’esamediqueidocumentilaricercatricehadimostratolacentralitàdelrapportocongliaffettinellamadrepatrianelcorsodellareclusione.SeirapporticonamicieparentiinGranBretagnaeranomoltostretti,altrettantononsipotevadirediquelliall’internodeicampi–anchese,aquestoproposito,laMakepeacehaammessochelasuaricercaandrebbeapprofonditaperquantoriguardalaparteitaliana,poichélefontidaleipreseinconsiderazionesonore-lative principalmente a prigionieri reclusi inGermania. Il suo studio, tuttavia,hadimostratocheiPOWinglesi,traloro,noncostruironounacomunitàforte;anzi,continuaronoadistinguersitraloroinmoltimodi:inbaseall’appartenenzaall’ArmyoallaAirForce,inbaseallescuolefrequentate,alleprofessioni,allalunghezzadelperiododicattività.DaquestopuntodivistasitrattadiunquadromoltodiversodaquellodelineatodaIsabellaInsolvibileperiprigionieriitalianiinGranBretagna.
Clare Makepeace, Lorenzo Bertucelli e Marco Minardi
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RisorseInvitoalconvegnoinversionepdf:http://e-review.it/sites/default/images/figure/2013/malice/invito_al_convegno.pdf
VideointervistadiLorenzoBertucelli:http://www.youtube.com/watch?v=ExPiDU9WN-I
VideointervistadiMarcoDiGiovannihttp://www.youtube.com/watch?v=CdM7pbq-zmo
VideointervistadiIsabellaInsolvibile:http://www.youtube.com/watch?v=6UpMyuRm9LM
VideointervistadiMarcoMinardi:http://www.youtube.com/watch?v=AJkiPpztd5U
VideointervistadiClareMakepeace:http://www.youtube.com/watch?v=sOUbV35bcWM
SchedasulcampoPG49diFontanellato-CampiFascistihttp://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=422
RecensioneaIsabellaInsolvibile,Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna (1941-1946)“Storiaefuturo”,n.30,2012:http://storiaefuturo.eu/isabelle-insolvibile-wops-i-prigionieri-italiani-in-gran-breta-gna-1941-1946-napoli-edizioni-scientifiche-italiane-2012
SitopersonalediClareMakepeacehttp://www.warfarehistorian.org
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview38pp. 245-251
Prigionieri dimenticati. Italiani nei lager della Grande guerra
aNDREa MONtaNaRI
L’articolo tratta del ciclo di eventi “Prigionieri dimenticati. Italiani nei lager della gran-de guerra”, allestiti a Bibbiano (Reggio Emilia) dal 15 al 29 settembre 2013. La pri-gionia nel campo di Celle (Germania) è al centro di: una mostra, composta da pannelli esplicativi e oggetti provenienti dai lager e dalle trincee; uno spettacolo teatrale inti-tolato “Sandrone soldato”, scritto proprio a Celle; e un concerto di musiche originali composte e cantate nei lager e nelle trincee. La Grande guerra, dunque, raccontata in modo del tutto originale.
The essay is about the series of events “Forgotten prisoners. Italians in the lager of the First world war”, set up in Bibbiano (Reggio Emilia) between 15 and 29 September 2013. The imprisonment in Cellelager (Germany) is the fulcrum of: an exposure, composed of explanatory panels and objects from lager and trenches; a stage show entitled “Soldier Sandrone” written in Cellelager; and a concert with original music composed and sung in lagers and trenches. First world war, therefore, narrated in a such original way.
1. Introduzione
«Trincee,scoppiassordanti,sangue,filospinatoecampidiprigionia:laPrimaguerramondialesimaterializzaaBibbiano»scrive“IlRestodelCarlino”il15settembre2013.ÈilgiornodiinaugurazionedelciclodieventirealizzatonellasalapolivalentedelTeatroMetropolisdellacittadinainprovinciadiReggioEmi-liadalCentrostudiMusicaeGrandeguerra,inpartnershipconunfoltogruppodisoggettipubblicieprivati.Hanno,infatti,collaboratolaStrutturadimissioneper
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lacommemorazionedelcentenariodellaPrimaguerramondialedellaPresidenzadelConsigliodeiMinistri,ilComunediBibbiano,laProvinciadiReggioEmilia,l’IstitutoperlastoriadellaResistenzaedellasocietàcontemporaneadiReggioEmilia(Istoreco),l’ArchiviostoricodellaResistenzabrescianaedell’etàcontem-poranea,l’UniversitàCattolicadelSacroCuore(sedediBrescia),l’AssociazioneculturaleObiettivoStoriaeilCentrostudisuldialettoreggiano.Ilprogettohainteso-comesileggenelcomunicatostampa-«proporreedivul-garealcuniaspettiriguardanti laPrimaguerramondiale,come,adesempio, lacomplessaepoconotavicendadellaprigionia.Ilritrovamentopressoarchivipri-vatidiunariccaeimportantemoledidocumentiriguardantiillagerperufficialiitalianidiCelle(inGermania,vicinoadHannover),èstatoilvolanochehapro-
dotto l’idea di proporreal pubblico una mostra(scritti,fotografieeope-red’arte),unospettacoloteatrale (una comme-dia di critica alla guer-ra scritta dal reggianoAngelo Ruozi Incerti) eun concerto con canti,canzoni e opere “colte”di musicisti prigionie-ri nel campo». Dunquetre eventi, tutti coronatida un buon successo dipubblico, per divulgareconmodalitàelinguaggidiversiun temadinote-volerilevanzastoriogra-ficaecivile.Il progetto Prigionieri dimenticati. Italiani nei lager della Grande guer-ra fa infatti riferimentoai 600.000 italiani rin-chiusineilageraustriaci
e tedeschi,dicuiquasi lametàaseguitodelladisfattadiCaporetto;unodegliaspettimeno noti della Prima guerramondiale, se si escludono i pionieristici
Manifesto della mostra
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studidiGiovannaProcacci.Oltre100.000di loro,quasi tutti soldati semplici,morironoperledurissimecondizionidivita,maancheperlacolpevoleindiffe-renzadellastatoitalianoedelComandosupremomilitare,interessatisoprattuttoascongiurare il fenomenodellediserzioni.L’Italia infatti,unica tra lepotenzebelligeranti,nonorganizzò-senoninextremis-aiuticollettiviaiprigionieri;edanzirifiutòleproposteavanzateinquestosensodaglialleati.
2. La mostra
Perovviare alladimenticanzadi tale tragedia è stata allestita innanzituttounamostradidascalica,curatadaMircoCarrattieri(PresidentediIstoreco)eincen-tratasullagerdiCelle,ilprincipalecampoperufficialiitaliani.Fraessiscritto-ri-comeCarloEmilioGadda,BonaventuraTecchi,UgoBetti-enonpochiartistiemusicisti,che lasciarono numerosi dia-ri,memorie, lettere, disegni ecomposizionimusicali,nucleocentraledell’esposizione.La mostra è composta di 21grandi pannelli che presenta-noilfenomenodaduediversipuntidivista.Nellaprimase-zionesono inquadrate storica-mente levicendedellaprigio-nia attraverso testi analitici,graficiefotografie:sonoaffrontati ilcontestogeneralediguerra, iduediversicampiinlotta,ledimensioniecaratteristichedell’internamento;poisianalizzanoledifferenzetracampialleatieimperiali,traAustriaeGermania,traufficialiesoldati(questiultimicostrettiallavoroforzato);quindisiricordal’internamentodeicivili,laprigioniadegliaustriaciinItaliael’ulteriorereclusioneimpostadallostatoitalianoaisuoistessisoldatidiritornodallaprigionia,ufficialmentegiustifi-catacomequarantenasanitaria,mainrealtàfunzionaleasottoporliainterrogatoridisciplinari.Nellasecondasezioneinvecesiconcentral’attenzionesuCellelager,ripercorren-donelastruttura,lecaratteristiche,levicendepiùimportanti:come,adesempio,lafamosavisitadelnunzioPacelli.Masiricostruisceanchelavitaquotidiananelcampo,fattadiduradisciplina,difreddo,fameemalattie,dinoiaepassatempi
Documentazione della mostra “Prigionieri dimentica-ti”, Bibbiano 14-29 settembre 2013
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originaliattraversoletestimo-nianzeeleproduzionideipri-gionieri.Insiemeaipannelli,sonostateesposti a Bibbiano un diora-ma del campo realizzato perl’occasioneediversimaterialioriginali: oggetti, documenti,fotografie, disegni, opera tragli altri diGiuseppeDenti, diFrancesco Nonni e del bib-bianeseIncerti–masonounadecinagliarchiviprivatidiprovenienza.Lamostraèstataarricchitaanchedaun’appositasezionedirepertibellici:divise,equipaggiamenti,armi,attrezzaturemediche,otticheetelefoniche,documenticartaceiefotograficiprovenientidal-lecollezionidiLauroJamesGarimberti(unodegliideatoridell’interoprogetto,insiemeaCarloPerucchetti)eMarcoFormentini.Ilpercorsoespositivoèstatoaccompagnato,insottofondo,damaterialiaudiod’epocaedamusicheoriginalisceltedalCentrostudiMusicaeGrandeguerra.
3. Lo spettacolo teatrale
Comesecondoappuntamentoèstatorealizzatodallacompagnia“Ipazzidipiaz-za”,perlaregiadiAuroFranzoni,lospettacoloteatralePer la più grande Italia ovvero Sandrone Soldato.Sitrattadiunacommedia-farsaperburattini,scrittaaRastattnelnovembredel1917eterminataunannodopoaCellelagerdaAngeloRuoziIncerti,incollaborazioneconGiuseppeDenti;emessainscenainprimaassolutaaBibbiano.IltitoloriprendechiaramenteilvolumecontenenteidiscorsitenutidaGabrieleD’Annunzionel“maggioradioso”del1915;mailtonoèdisatira,infattilosvolgimentoeilsignificatodellavicendabellicadelprotagonistaassumonounsensooppostoaquellodeidiscorsipropagandisticidelVate.Sandrone,mascherareggianachesolitamenteapparecomeuncontadinorozzomafurbocheriesce,anchesemaltrattato,asuperaretutteledifficoltàgrazieallasuavivaceeconcretaintelligenza,acquistaconRuoziunapprofondimentopsico-logicodeltuttonuovorispettoallatradizione;edèingrado,conilsuobuonsensoistintivo,dinonpiegarsidifrontealleingiustiziechepuresubisce,smascherandoitoniesaltatienazionalisticidelDuce,cioèilgeneraleLuigiCadorna,edelVate.DescrivendoladurezzaelaviolenzadellaguerranellasuaconcretezzaSandrone
Installazioni della mostra “Prigionieri dimenticati”, Bibbiano 14-29 settembre 2013
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dàvoceatuttiisoldatisem-plicichesoffronoemuoio-nonelletrincee.Anche gli altri personag-gi minori ricalcano questavena satirico-farsesca: ilcapitan Spavento, soldatocoraggiosoaparoleepavi-do nei fatti, e l’Imboscato,sfuggito spesso con l’in-gannoalreclutamentoeallaguerra,cheèancheilpadro-nesfruttatorediSandrone.IlGeneraleinfine,incuièfacilmentericonoscibilelafiguradiArmandoDiaz.Inemici(l’Alemanno,cheimpersonailsoldatotedesco,el’Austro,cheraffigurailmiliteaustriaco,poichiamatotugninsecondounadiffusadenominazionepo-polarenonprivadiunavenaturadiumorismo)sonopresentatisecondostereotipinazionalisticiesiesprimonoconunlinguaggiochehal’evidentescopodisusci-tareilrisoneglispettatori.Nellasecondaparteacquistanoperòancheunruolodrammatico,evocandotonididolentedignitàumana.Amarginedellarappresentazioneèstatoripubblicatoiltestodellacommedia,arricchitodaunostudiolinguisticoeletterario,graziealcontributodellarivista“ReggioStoria”.
4. Il concerto
Infine,comeultmoappuntamento,èstatorealizzatounconcerto,incuil’Ensem-bleMusicaeGrandeguerrahaeseguitomusicheoriginaliscritteecantateneilager.Opereprovenientisiadaicampiperisoldati,comeMauthauseninAustria,siadaquellidideportazionecivile, comeKatzenau,finoai lager tedeschicheospitaronoiprigionieridopoCaporetto,comeRastatt.Sonostatieseguitiinoltrebrani vocali provenienti dai campi dellaGalizia e dellaSiberia, in cui furonorinchiusiitrentinicheavevanocombattutonellefiledell’esercitoaustroungarico.Icantielaboratidaiprigionieristessisisonointrecciaticoncanzonipopolarieconopere“colte”.Lafunzionericopertadallamusicaeraquelladiveicolarelacondivisioneemotivadellasituazionetragicadellasopravvivenzaedialimentarelasperanzadelritorno.Alcunibranivocaliconsentironoanchedisalvarelapro-priaidentitàinuncontestoalienante.Daquestecomposizionitraspaionospessoaccentiforticontroicarcerierieilnemico;econtemporaneamentelaconsapevo-
Fotografia di scena dello spettacolo “Per la più grande Italia ovvero Sandrone soldato’”
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lezzael’amarezzadell’abbandonodapartedellostatoitaliano.Diuncertorilievo,musicaleenonsolo,sonolecomposizionidelcapitanoGiu-seppeDenti,musicistaemaestrodiscuola,prigionieroaCellelager.SignificativalasuasceltadimusicaretestidipoetiitalianicomeGrafeD’Annunzioche,me-taforicamente,facevanoriferimentoadunacondizionedioppressioneecostrizio-ne.Lo“scherzomelodrammatico”La signorina del Lager,persoprano,tenore,pianoforteearchi–adesempio–nascenellagerdallacollaborazionediDenticon
l’altro musicistaAlceoRosini (valente violinosolista e spalladell’or-chestra del campo) econ lo scrittoreprateseAlbertoCasella.L’ope-ra, inunatto, era statarappresentata in prece-denza una sola volta,nel1918.Nel lorocomplessoglieventibibbianesihannorappresentatounasortadi anteprima delle ini-
ziativedicommemorazioneperilcentenariodellaGrandeguerra.Èauspicabileche,grazieall’attivitàdelCentrostudiMusicaeGrandeguerraedelsuoanimato-re–CarloPerucchetti–continuiquestofecondointrecciotraricercastorica,mu-sicologiaecomunicazione,chegettaunanuovalucesuepisodinotiemenonotiecontribuiscearaccontareinmodooriginalelevicendedell’Europadelletrincee.
Concerto “1914-1918 Musiche dalla prigionia’”
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Risorse
Segnalazionidell’eventosuTelereggiohttp://www.telereggio.it/2013/09/26/la-memoria-dimenticata-della-grande-guerra
ArtenellaGrandeguerrahttp://www.artegrandeguerra.net
14-18DocumentieimmaginidellaGrandeguerrahttp://www.14-18.it
PietriAmedeo,classe1890–DocumentietestimonianzesullaGrandeguerrahttp://www.pietrigrandeguerra.it
IconcertidelCentrostudiMusicaeGrandeguerrahttp://musicaegrandeguerra.wordpress.com/category/concerti
Manifestodell’iniziativainformatoPDFhttp://e-review.it/sites/default/images/figure/2013/montanari/montanari_2013_manife-sto_iniziativa.pdf
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview37pp. 253-258
Fare storia contemporanea nell’età digitale: il caso italiano in chiave comparata
ENRICO aCCIaI, MIRCO DONDI
Tra il 16 e il 18 maggio 2013, presso il Dipartimento di economia e dell’impresa dell’Uni-versità degli studi della Tuscia (Viterbo), si è tenuto il convegno Una “nuova” storiacontemporanea?Lerivistedigitalielostudiodelpassato. La redazione di “E-Review” ha chiesto a due relatori un resoconto dell’evento, domandando loro quale impatto stia avendo il diffondersi di esperienze digitali sull’uso pubblico della storia.
Between 16 and 18 May 2013, at the Department of economics and business at the Uni-versity of Tuscia (Viterbo), it was held the conference A“new”contemporaryhistory?DigitalMagazinesandthestudyofthepast. The editorial staff of “E-Review” asked two speakers a report of the event, asking them what’s the impact of the spread of digital ex-periences on the public use of history.
1. Enrico acciai: Il mestiere dello storico verso una digitalizzazione transnazionale
Ilconvegnoviterbese–natodallacollaborazionetraduerivisteonlinedistudistorici,“Diacronie”e“OfficinadellaStoria”,conl’adesionedellaSissco(Societàitalianaperlostudiodellastoriacontemporanea,presenteailavoriconilpropriopresidenteAgostino Giovagnoli) e dell’Aiuci (Associazione per l’informaticaumanisticae laculturadigitale)–èstatounappuntamentodicuisisentiva lanecessità:nelcorsodell’ultimodecennio ildigitalesiè impostocon forzanelmondodellescienzeumanee il successodelle rivisteon linestasancendouncambiamento radicale nella diffusione delle ricerche e delle riflessioni storio-
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grafiche. Ilmondodella ricercastoricaènelmezzodiunprocessodi radicaleridefinizioneeaViterboquestoèemersoconforza.Bastipensareaicambiamentichehaconosciutolostessomestieredellostorico,ormaiproiettatoversounadimensioneinevitabilmentetransnazionale:unfacileerapidoaccessoonlinetantoallefontiprimariequantoalleriflessionistoriogra-fichepiùrecentistacontribuendoaunaveraepropriarivoluzionedella“profes-sione”.Lacomparsadiportalitematici,ladigitalizzazionedellerivistecartacee,lamessainretediarchiviebiblioteche,lacreazionediconsorziperl’accesso(apagamentoenon)allerivistescientifiche,hannoinfattimoltiplicatoglistrumentidilavoroadisposizionedellostorico.Siaillinguaggiostoricosialaformaincui
comunicare storia si stannoquinditrasformando,seguendocosìl’evo-luzione delle società contempora-nee.Intalsensolagiovaneredazio-nedi“Diacronie”èquellacheforsestaoffrendoalcunidegliesempipiùinteressanti di utilizzo delle nuovetecnologieedeisocialmedia.Dallaseconda parte degli anni Duemilail numero delle riviste storiche indigitaleèprogressivamenteaumen-tato e, se si considera il panoramaeuropeonel suo complesso, quelladigitaleèunascommessachesem-bradestinataaesserevinta.Semprela redazionedi “Diacronie” con lasua decisione di pubblicare con-tributi in più lingue ha offerto unchiarissimosegnaleriguardoalca-rattere ormai transnazionale dellaproduzionestoriografica.Nelle tre giornate viterbesi, gli in-terventideinumerosirelatoricoin-
voltihannocontribuitoadareunveroepropriotaglioseminarialealprogram-madelconvegno.NelcorsodellaprimasessionelerelazionidiTommasoDetti,MaurizioRidolfi,GiancarloMoninaeMircoDondihannoegregiamenteintro-dottoiltema,ponendol’accentosulpercorsochehaportatoall’attualediffusionedellerivistedigitaliinItalia.LarelazionediMoninaèstataparticolarmenteutile
Locandina del convegno Una “nuova” storia contemporanea? Le riviste digitali e lo studio del passato
ENRICO aCCIaI, MIRCO DONDIFare storia contemporanea nell’età digitale: il caso italiano in chiave comparata
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perchécapacediricostruirealcunedelletappepiùrilevantideldibattitostorio-graficoitalianosuldigitale,dall’iniziodeglianniNovanta.Dondihainvecepostopuntualmentel’accentosullafunzionesocialedellaricercastoricaesulleenormipotenzialitàlegateallenuovetecnologie.Lasecondagiornataèstatadedicataallapresentazionedeidiversicasinazionali,conunfocusprivilegiatosuquelloitaliano.Lerelazionihannooffertonotevolispuntiperrifletteresullasituazionedellerivistedigitalinelnostropaeseinpro-spettivacomparata.IntalsensosonostatiparticolarmenteutiligliinterventidiElisaGrandi,chehapresentatoilprogettoeditorialedellapiattaformarevues.org,natoinFranciasottoilportaleOpenEdition,equellodiJacopoBassisulpococonosciutocasodell’Americalatina.L’ultimasessioneèstataoccupatadaunworkshopcuihannopartecipatoDebo-rahPaci,AnnaCaprarellieirappresentantidelleriviste“Storicamente”e“Storiaefuturo”,seguitodaunatavolarotondachehatiratolefiladeilavorigrazieaipuntualiinterventidiGiovanniFiorentino,DomenicoFiormonte,SergeNoireteStefanoVitali.Nelcorsodelletregiornateèemersa,tramoltirelatori,l’esigenzadiunsupera-mentodellebarriereesistentitralerivistestorichecartaceeequelleonlineediunrafforzamentodeldialogointergenerazionaleriguardoaldigitale.Ilseminariohainoltrecercatodifarfronteall’esigenzadipromuovereunariflessionesullemetodologieesuiproblemipostidallecontaminazionitrastrumentielinguaggidiversi,destinatiaintegrarsisempredipiùnellateoriaenellapraticadellaricer-ca,nellaproduzionestoriograficaeneldiscorsopubblicosullastoria.Volendoschematizzarecisembracheinodiirrisoltisuldigitaleemersinelcorsodellegiornateviterbesisianosostanzialmentetre.Inprimoluogo,siponeforteil tema della legittimità con cui la comunità scientifica “accoglie” i contenutipubblicatisullerivistedigitali.Laredazionedi“Diacronie”haricordatocome,inquattroannidiattività,nonabbiaricevutoalcuncontributodaricercatoristrut-turatiitaliani,undatochestrideconlapartecipazionedistrutturatistranieri.InItaliapersiste,evidentemente,unpregiudizionegativoneiconfrontidellerivistenoncartacee.Unproblemachealtrove,comehannodimostratoEnricoAcciaieMatteoTomasoniperilcasospagnolo,èstatoinpartesuperato.Ilsecondonodoriguarda lavolontàdelle istituzionipubblichediscommetterechiaramentesuldigitale.Com’èemersodallarelazionediGildaNicolaiedallariflessioneconclusivadiVitali,inItaliacisitrovaancoratroppospessodinanziunatteggiamentoambiguodapartedel“pubblico”,inunageneralemancanzadiorganicitànell’affrontareiltemadeldigitale.
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Ilterzoeultimonodoèquelloriguardantelapropostafatta,anomedi“Diacro-nie”,daPaci.Laredazionedi“Diacronie”auspica,sostanzialmente,lanascitadiununicoportalewebdirivistedigitalidiscienzesocialiitalianealiberoaccesso.Purtrattandosidiunanecessitàrealeestringente,ancheconsiderandocheinEu-ropal’Italiaèormaiunodeipochipaesidoveancoranoncisièmossiintaledi-rezione,cisembracheunapropostadelgeneremeritiun’ulterioreriflessioneeunconfrontopiùapprofonditotraiproponentielerivisteonlinediareaumanisticaingenerale.Elementodirimente,soprattuttoinquestomomentostorico,saràsi-curamentequelloeconomico.Invirtùdiquestitrenodicisembrachequelloviter-besenonpossacheessereconsideratocomeunprimoincontro,sicuramentebenriuscito,dialtrichesidovrannonecessariamenteorganizzareneiprossimimesi.
2. Mirco Dondi: Dalla rete una sfida per la cultura accademica
UnodegliaspettisalientidelconvegnodiViterbodelmaggio2013èstatalari-flessionesullastoriaesulmestieredistoricodinanziallaprogressivaestensionedelweb.Laretenonciforniscesoltantodatiadisposizione,internetdeterminaunacambiamentodellanaturadellafontementresiamplianoifruitoriesiimpo-neunaprofondarevisionedeglistrumentinecessariallacriticadeldocumento.Daquesteprimeannotazioni,sideducelaindifferibilitàdeltema–ebenehafattolaSissco aprenderne atto– chepresupponemutamenti profondi nello statutodelladisciplina.Iricercatori,comegliinsegnanti,sannochelaconoscenzanonèmaidataunavoltapertutte,marichiedeuncontinuoaggiornamento.Lareteenfatizzaquestoconcettodischiudendol’accessoadocumenti,informazioni,saggiche,ancoradipiù,accentuanoquelsensodi illimitatezzae inadeguatezzacheallavigiliadelNovecentolostoricocontemporaneistaCharlesSeignobosavevalamentato.Lostoricocontemporaneo–comeinbuonaparteglialtriscienziatisociali–attuailprincipiodiselezionedellefontichesiregge,nellafasediricercacomenellastesuradeltesto,sullacapacitàdielaborarecriteriordinatorichetuttavianonpos-sonoormaiprescinderedalrapportofrailricercatoreelarete.Nonèuncasocheilconvegnoviterbese,anzichéproporsiconuntitololevigatoemedianosemprecaroal linguaggioaccademico,assesta lasuapropostadidiscussione inmodoperentorio:Una “nuova” storia contemporanea?Daquestopuntodivista,lerivistedigitaliesprimonomegliolemodificazioniincorsonelladisciplinapermettendounacircolazionechevaoltre lebibliotechespecializzate,garantendol’uscitadicontributiintempirapidi.Nonultimo,leri-vistetendonosemprepiùapresentarsicomeunluogoidealedidibattitosuilavori
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terminati,suquelliincorso,esuiprogettidiricerca.Senededucel’immaginediunapotenzialevitalitàconun’articolazionedellefontichedalloscrittopassaallafoto,all’immagineinmovimento,alcontributoaudioperarrivareaunapossibili-tàdiriscontrodellafonteoffertaallettore,maiconosciutaprima.Naturalmente,lequestionipostesultappetohannovistol’Italiainchiavecom-parata, dalmomento che ilweb diventa un punto di confrontomondiale e leriflessionisonoinpartecomuni.L’accessoallenuoverisorsedigitali(limitandociaportaliscientifici,rivisteebanchedati)nonèdisciplinatoovunqueallostessomodoel’ideadiopen sourcechecaratterizzerebbeunprincipiodellareteèaccol-tosoloinparte.InvestimentipubblicieliberoaccessoallerisorsecaratterizzanoitrattidelleiniziativeavviateinFranciaeinareaispanica.IlportaleLatindexcheaccomunaAmericalatina,SpagnaePortogalloraccoglienelsuocatalogo21.000rivistescientifichedigitalizzate.Dialnet,altroimmensoriordinatorebibliograficodiareaispanica,ènatonel2006enel2013èregistratocomeilsecondoportalebibliograficonelmondo.Rispettoaquesteesperienzel’Italiamanifestaapprez-zabiliiniziative(fraglialtri,ArchividelNovecentoelaRetedegliarchivipernondimenticare),marisentediunacarenzadisviluppo–interminiquantitatividimaterialicaricati–eriordinatriceapiùaltolivelloistituzionale,ancheacausadiminoriinvestimentirispettoaglialtrimodellilatini.Vivaceèilquadrodellerivisteonline:peresigenzeditemposisonoprivilegiateleesperienzedi“Storicamente”,“Storiaefuturo”e“Diacronie”,mailquadroèresoriccoanchedaaltricontributicome“Officinadellastoria”–lacuiredazionehaorganizzatoilconvegno–odaambitispecialisticome“Dep.Deportate,esulieprofughe”.Nonmancanoesperienzeemergenticomequelladi“Percorsistorici”esitidibuonadivulgazionescolasticaodiriflessionesulladidatticadellastoriacome“Clio92”.Inoltrediverserivistesistannocollocandoametàtrawebecar-taceo,inunottica–quelladellarivistastampata–checomplessivamenterisultasemprepiùdifficiledagestire,altaneicostienonpiùingradodifornirequantooraoffrelarivistaonline.Fotografatoallaprimavera2013,ilquadroèinsommaassaimobile,ancheperquantoriguardalebanchedatielemodalitàdiaccesso.Altri due elementi sostanziano la rivoluzionedigitale in corso: la tendenza adaccorparelastoriadentroalcampopiùgeneraledeglistudiumanistici,aprendosiamaggioripossibilitàdi interazione;e l’eventualitàche internetpossamodifi-carenonsoltantolaricerca,maanchel’organizzazioneuniversitaria.Alriguar-do,sonointeressantialcunetendenzecheaffioranodallaGranBretagna,dovesichiedeaidocentidiusciredalleuniversitàpercollaborareneimusei,adesempio,oppureinprogrammiradiofoniciotelevisivi.Laragionediquestoorientamentoèlegataaunanuovaideadivisibilitàchegliateneicercanodisfruttareattraverso
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lanotorietàdeipropriprofessori.Nell’insiemeperòilmodellobritannicorimanecontraddittorio:daunlato,perciòcheconcernelafruizioneonlinedelleriviste,larealtàbritannicarappresentaunmodelloinantitesirispettoaquelloitaliano,econmaggioricriticità,poichéilliberoaccessoèlimitatoeglieditoripropongonotariffeelevatechevannoaincideresuicostidellericerche,alpuntodamettereincrisilestessebiblioteche;dall’altrolatogliateneicercanodidarerisaltoallaricercascientificadelcorpodocente,alfinediacquisireprestigioerichiamareunmaggiornumerodistudenti,maèunmodellodicircolazionedellaconoscenzafunzionalealmarketingenonalladiffusionedelsapere.Temiampiquantosti-molanti,cheinvestonoilfuturodellaricercaediquellochesaràl’insegnamentouniversitarioneiprossimianni.
Risorse
Abstractdelconvegno:http://storiaindigitale.wordpress.com/category/abstract
Videointerviste:http://www.youtube.com/user/Storiaindigitale
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview35pp. 259-266
10 volti per la Liberazione. Una mostra per le strade della città
MaRGHERIta BECCHEttI
Nel saggio si dà conto delle vicende che hanno segnato “10 volti per la Liberazione”, mostra diffusa nelle strade di Parma, allestita in occasione del 25 aprile 2013 dal Centro studi movimenti con sagome a grandezza naturale di alcuni protagonisti della lotta par-tigiana. L’autrice affronta i problemi incontrati nel corso dell’allestimento e le reazioni che l’iniziativa ha suscitato, elementi che investono direttamente la riflessione storiogra-fica avendo a che vedere con l’uso pubblico della storia, con il rapporto tra memoria pubblica e privata e con il ruolo rivestito dagli storici nella costruzione della memoria collettiva.
The essay is about the events happened during the exhibit called “10 faces for Libera-tion”, set up in 2013 in the streets of Parma during the celebration of April 25th by Cen-tro studi movimenti and made of full-sized pictures of ten partisans, both men and women. The authors had to face some problems during the setting up of the exhibit, because it engendered many reactions and questions having straightly to do with historiography, such as public use of history, the relationship between private and public memory and the role of historians in the building of collective memory.
(Contributivideodisponibilionline: http://www.youtube.com/playlist?list=PLPAaA-4eXcWz705aj3L-3HzduwYlfhWab).
Inoccasionedel25aprilescorso,comeCentrostudimovimenticisiamogettati,nonsenzaostacoliedifficoltà,nell’agonedellamemoriaresistenziale,organiz-zandonellacittàincuilavoriamo–Parma–unamostradiffusanellestradeenel-lepiazze,costruitaconleimmaginistampateagrandezzanaturaledialcunipro-tagonistidellalottadiLiberazione.Traitanti,neabbiamoselezionatidieci,sette
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uominietredonne,conl’ideadiraccontarelaloroesperienzaperragionaresullalorosceltapartigiana:ripensarequellevite,infatti,significavapernoivalorizzarelacapacitàdisceglieredachepartestareinunodeiperiodipiùbuidell’Italiare-cente,nelqualelastoriapersonalediognunosièintrecciatainevitabilmenteconlastoriagenerale,enelqualeciascuno–uomoodonna,giovaneoanziano,aldilàdeipropriorientamentireligiosiopoliticiedellepropriecondizionisociali–hadovutofareiconticonsestesso.Quellescelteequeivolti,però,nonpotevanoesserechiusiinunastanza,ridottiamedaglioni della retorica antifascista, abbandonati alla generosa visita degliormaipochiinteressati.Volevamochequeivoltiinvadesserolacittà,lacostrin-gesseroaconfrontarsiconilsuopassato,volevamocheognuno,imbattendosiinloro,senedomandasselaragione.Perquestoliabbiamocollocatiinspaziester-ni,significativiperlalorovitaelalorostoria:lalorocasa,illoropostodilavoro,lebasidellaclandestinitàoiluoghidelladetenzioneedellatorturaincuidiversidiloroincapparono.Cosìènato10 volti per la Liberazione,unpercorsofacilmentepercorribilenelcentrostoricoche,adognivolto,evocavalacittàtrailsettembre1943el’aprile1945;un’esperienzanuovaperParmachemiravaad investire lacittà e i suoispaziprefiggendosiobiettivididiffusioneculturaleanchese,inbreve,haassunto
itrattidiunamobilitazioneantifascista.Motivopercuinonsipuòparlaredellamostraedellesueragionistoriografichesenzaraccontarecosaintornoadessaèmaturatoequaliproblemihasollevato.
1. Scelte personali
Il primo si è presentato fin dalla fased’ideazioneedhariguardatolaselezio-nedei10volti,avvenutainbaseall’ideadiproporrebiografienonsolosignifica-tiveperlastoriadiParma,maancheca-pacidimostrareaspettidiversidiquellaricca e complessa storia che è stata lalottadiLiberazione.Ciascunodiloro,infatti,avrebbedovutoraccontareundifferentemododioppor-siall’occupazionetedescaealcollabo-Sagoma di Laura Polizzi “Mirka”
MaRGhERIta BECChEttI10 volti per la Liberazione. Una mostra per le strade della città
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razionismodellaRsi,masuquestocriteriononeranod’accordoalcuneassocia-zionipartigianeche,invece,spingevanoeincalzavanoaffinchéscegliessimosoloicombattentiinsignitidimedagliad’oroalvalormilitare.Prospettivapernoinonsolostoriograficamentesuperatadallamoledistudieapprocciche,negliultimitrent’anni,hannofinalmentepopolato lastoriadellaResistenzadiunamiriadedivoltiedesperienze,macheavrebbeancheesclusotutteetreledonnepresentinellamostra.Distanti per indole e formazione scientifica da intenti celebrativi, ripensare eraccontare quelle vite per noi non significava fare unmonumento all’eroismoresistenziale,quantovalorizzare le singolescelte individualichehannosegna-toilpassaggiodaltotalitarismofascistaallaRepubblicademocratica,attraversoilrecuperodiquegliaspettipersonalichesemprecaratterizzanolavitadiogniuomoedonna,tantonelprivatoquantonelladimensionepubblica.Amorieaf-fetti,dunque,insiemeasperanzeedelusioni,debolezzeequalità.Nonvolevamoleggendedieroioesserisovrumanimaraccontidiuominiedonnecomuni,ancheperchéunanarrazionediquestotipo,secondonoi,avrebbefavoritounprocessod’identificazione edunque, daparte di ognuno, un ripensamento criticodi sé,delleproprie scelte edelproprio ruoloinquestasocietà.
2. Stratificazioni del ricordo
Il secondo problema che si è posto, esucuicisiamotrovatiadoverrifletterepubblicamentedopolasparizionediunasagomagiàlaseraprimadell’inaugura-zione,èstatoinnescatodallelamentele,tramitelecolonnedelprincipalegiorna-lecittadino–“LaGazzettadiParma”–dellafigliadiMariaZaccarini,partigia-na“Livia”,laqualesièpubblicamentedetta contraria all’esposizione dell’im-maginedellamadre,edunquecontentadellasuascomparsa.Aldilàdeidubbisulleresponsabilitàdelfurto,lapresadiposizionedellafiglia,duraeperentoria,ciha spintoausciredalle secchedellapolemica sui giornali per stimolare in Sagoma di Maria Zaccarini “Livia”
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città una discussione più alta, che avesse a che fare con la stratificazione delricordoedeidiversilivellidimemorieche–senzaesseresempresovrapponibili–convivononelpresente.LafigliadiMariaZaccarinihacioèrivendicatolasuamemoriaprivata,senzadubbiodensadiemozioniesofferenzaperilvuotochelascomparsadellamadrehalasciato.Ma,accantoadessa,esisteunamemoriapubblica–civileostoriograficachesia–che,conilsuosguardoalpassato,deveorientarelasocietà,farsipromotriced’identitàcollettivaeproporrevalorieide-alitàdapreservarenelpresente.Lepolemichehannofattodunqueemergereilproblemadelladiscordanzatraque-stedifferentimemorieche,setalvoltaconvergonoepromuovonounitariamenteunastessamemoriapubblica,altrevolte–come inquestocaso–divergonoeentranoinconflitto.Chineglistudistoricilavorasullebiografie,perfarel’esem-piopiùlampante,saperfettamentequalisianoledifficoltànelrelazionarsiconfamiliarichedesideranocontribuireattivamenteallaricostruzione,condizionan-doeindirizzandol’interpretazioneelaricerca.LeesigenzedellafigliadiMariaZaccarinidinonvolerricordarepubblicamentelabellissimastoriadellamadresièscontrataconaltreesigenze:quelladinoistorici–cheinquellafiguraabbia-moindividuatounesempiosignificativoperrifletteresulperiododicuièstataprotagonista–equelladelleistituzioniche,tramitelavitadiquell’alloragiovanedonna,ilsuorigoremorale,lasuasceltapartigiana,volevanoproporreallacittàe
allenuovegenerazioniunesempiostraor-dinariodiassunzionediresponsabilitàinrelazioneall’esistenteeallasuagiustizia.
3. Oltraggio e cura
Ilterzoproblema–quellochehasollevatosenzadubbiopiùclamore–èstatoquel-lodeidanneggiamentiche,findaiprimigiorni, uno dopo l’altro, hanno colpitoquattrosagome,decapitateeimbrattate.Immaginavamo tutti i pericoli che unamostradiquesto tipo–con installazioniesterne, ben visibili e senza alcuna pro-tezione–avrebbepotutocorrere,eppureabbiamotenacementelavoratoalproget-toperchéconvintichelastoriadellalottapartigiana,edeivaloricheessaportacon
Pannello introduttivo al percorso della mostra diffusa
MaRGhERIta BECChEttI10 volti per la Liberazione. Una mostra per le strade della città
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sé,nonsiapiùtrasmissibilesenoninunaformapubblicaedimassa,fuoridallestanzeprotettedellecerimonieufficialiodaquellefrequentatedacolorocheinqueivalorigiàsiriconoscono.Quindi,sebbeneturbatidaquantoaccadeva,abbiamocercatodifarediqueltur-bamentounostimolo,un’occasioneperriflettereerilanciare,siasulpianocivilechestoriografico,inodichedivoltainvoltasisonopresentati.Anchenoi,comeilrestodellacittà,cisiamopiùvoltechiestisefossestatovandalismoqualunqui-staoungestopoliticocoscientel’autorediqueglisfregiche,indipendentementedallaloroorigine,hannofattoemergeretuttol’impoverimentoelecontraddizioniche,ancheinunacittàcomeParma–medagliad’oroperlaResistenzaeorgo-gliosadellasuatradizioneantifascista–laceranolamemoriacollettivapropriosulterrenodell’antifascismoedellalottapartigiana.Esuquestoabbiamotentatodichiamarelacittàariflettere,esponendocartellialpostodellesagometrafugateeavviandodibattitiinreteesuigiornali,stimo-landoladiscussioneanchesullagrossapartediresponsabilitàche–circaquestoimpoverimento–èpernoidaascriverealdisinteresseeall’indifferenzaversoqualsivogliapoliticadellamemoriachehasegnato–aParma,macertononsolo–laclassedirigentedegliultimivent’anni.Tuttaproiettatainaffarieprofitti,essanonhacertocessatodicelebrareformalmentelaResistenza,ma,conrievocazionistancheerituali,l’haresa–comealtrevolteaccadutoinpassato–unossificatoe inservibilemonumentoal tempoandato.L’antifascismoèstato trattatocomeun’ingombrantezavorradelNovecento,unpesodelqualedisfarsiperaverefi-
Visita guidata in via Cavestro
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nalmenteunpaesepacificato,dovetuttiquanti–rossieneri,fascistieantifascisti–potesseroriconoscersi.Perquestol’aggressionechelamemoriadell’antifascismoedellalottapartigianainquestiannihasubitoèstatamoltopiùsottileepericolosarispettoaquelladeidecenniprecedenti,quandoerasoprattuttolaculturaneofascistaadavversarla.Insidiosaedefficace,tantocheoggièproprioconlaprofondadelegittimazionepolitica di cui l’antifascismo è vittima che dobbiamo confrontarci, soprattuttorispettoallenuovegenerazionicresciuteinquestoclimadisinteressatoalpassa-to.Perquestoabbiamovolutoesibirepubblicamenteivoltipartigiani,ancheri-schiandodiesporliall’oltraggio.Significavapernoinonsolochiamareicittadiniariconoscersinellaloroscelta,maancheindicarenuovamenteallacollettivitàleradicidellanostraconvivenza.Eciòcheèaccadutoduranteiventigiornidellamostra,ineffetti,haresoevidentequanto,incittà,discussioneepresadiposizionesifosserorisvegliate:semplicicittadinihannospontaneamenteiniziatoaripararelesagomedanneggiateoapro-teggerledurantelanotte,portandoseleacasasenzachenessunoglielochiedesse,altri hanno portato loro dei fiori, altri ancora hanno cambiato l’immagine delproprioprofilofacebookconquellodiunadelle10figure,coinvolgendoinquestamobilitazionedi solidarietàancheuominiedonnedialtrecittà.Studentidellescuolehannoscrittoalgiornalecittadinoperesprimerelapropriaindignazionee,sebbeneconcolpevoleritardo,anchepartitiesindacatihannopubblicamenteespresso solidarietà allamostra; e richiamato il valore dell’antifascismoquale
Visita guidata alla sagoma di Giacomo Ferrari “Arta”
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fondamentodelleistituzionidemocratiche.Larispostaattivaecoscienteagliol-traggicheèmaturatainpersone,associazionieistituzionihacioètrasformatolapresaincuradellesagomeinunametaforicacuradellapropriastoriaedeisuoivalorimigliori.E così, rinfrancati dalla solidarietà crescente che la cittàmostrava a quei vol-ti, abbiamo deciso di non ristampare le sagome danneggiate e decapitate,madienfatizzareloscempiocuieranostatesottoposte,applicandounospecchioalpostodelloroviso,cosicchéognunocisipotesserivedere,escegliere,apropriavolta,qualeposizioneprenderedifronteall’oltraggioevidentechequestasocietàtroppospessomuoveallamemoriadiquelpassatoesoprattuttoaivaloricheessohaespresso.Aogninuovosfregio,quindi, invecedi rassicurarcigridandoalleprovocazionineofasciste,abbiamorilanciatolabattagliaperlacuradiquellame-moria,indirizzandolaatutticolorochericonoscevanoqueivolticomepropri.Larisposta–comedetto–èstataconfortanteedemozionante:oltreaisingoligestidisolidarietà,semprepiùpersonepartecipavanoeseguivanolevisiteguidatecheognisettimanaorganizzavamoel’ultima,poi,il4maggio,hadatosenz’altroilsegnopiùvigoroso:unpiccolocorteodiqualchecentinaiodipersonechesièriappropriatodellapropriacittàedellasuastoriapiùbella.Levicendedellamostrahannosegnatotutti,lacittà,ilnostromododifarericercae lamostra stessa.Per questo abbiamodecisodimodificarenelmeritoenell’or-ganizzazione anche l’ultimo incontroprevisto,valeadire laconferenzacon-clusivadel9maggioche,aPalazzodelGovernatore, avrebbe dovuto riflettereconSantoPelisullespecificitàdelmo-vimentoclandestinorispettoalleforma-zioni militari in montagna. Ormai nonpotevamo più concludere quell’espe-rienza tornando nel chiuso dei palazzi,riportando quella storia collettiva nelprivilegio protetto della condivisionetra pochi,ma dovevamo restituirla allacollettività, alla città nel suo insieme.Perl’assembleafinale,dunque,abbiamovolutolapiazzapoliticapiùimportanteperlastoriadiParma,piazzaGaribaldi,iPorticidelpalazzomunicipaleeiloro Conferenza conclusiva
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innumerevolipassanti,perchélamemoriacollettivaèunbenecomunedelqualenoncisipuòdisfare,unbenecomunenonsolodatutelaredallogoramentodeltempomadariconquistareallaseduzionedellesirenedelpotereesistente.
Risorse
CentrostudimovimentiParmahttp://www.csmovimenti.org
VideoconferenzaconclusivaconSantoPelieMargheritaBecchetti,Parma9maggio2013http://youtu.be/UkhjCGqhUnQ
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI:pp. 267-272
Il patrimonio scomododel Novecento europeonel progetto atruim a Forlì
ELENa PIRazzOLI
Il Novecento ha lasciato tracce difficili nelle città d’Europa. I regimi che si sono succe-duti hanno trasformato urbanisticamente e architettonicamente l’intero territorio e oggi è complesso relazionarsi con questi segni. Il progetto europeo Atruim - Architecture of Totalitarian Regimes in Urban Managements si propone di valorizzare, con attenta cura e senza intenti mistificatori, proprio il “patrimonio scomodo” di 11 paesi dell’Europa del sud.
The XX Century left difficult traces inside the european cities. The different totalitarian regimes transformed the entire urban form and architectural style: now, the relationship with these marks is very complex. The european project Atrium - Architecture of Totali-tarian Regimes in Urban Managements wants to give careful attention to this “inconve-nient heritage” of 11 countries of the South-east Europe, without any falsification.
1. architetture imbarazzanti
IlNovecentohalasciatotraccedifficilinellecittàd’Europa.Iregimichesisonosuccedutihannotrasformatourbanisticamenteearchitettonicamentel’interoter-ritorio europeo. Non che ciò non fosse accaduto prima, anzi, è una naturaleinclinazionedelleformedipoterequelladidarelapropriaimprontaallecittà,afinicelebrativi,propagandisticiodicontrollosociale.Tuttavia,perlepossibilitàdatedalletecnichecostruttiveelenecessitàderivatedall’incrementodellapopolazione,nelNovecentoquestofenomenosièdatoinproporzioniimpressionantieintempiridotti.
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Pergliabitanti,oggi,nonèsemprefacilerelazionarsiconquestiedificiointeriquartieri,addiritturainterecittà:l’usodiquestestruttureavvieneavolteincon-tinuitàconlafunzionepercuisonostateprogettate,avoltesecondoparadossalicontro-usi.Inalcunicasilaconsapevolezzadellanaturadiquestiedificiportaalloroabbandono:èl’imbarazzosollevatodaquestetraccearenderneimpossibileunaqualsiasiriappropriazione.Inareatedescaquestoproblemasièresoevidenteimmediatamentedopolafinedelsecondoconflittomondiale:igrandiedificidirappresentanzaprogettatidainazistiproprioperlasciareunatracciaieraticaesolenneaiposteri,vennerode-moliti,laddovepossibile,nontantoperproblemidistatica,mamoltoprobabil-menteperevitarecheadempisseroallapropriafunzione.AlbertSpeerraccontanelle sueMemoriecomeHitleravessesceltogranitoemattoniper leproprieWunderwerke, “operemeravigliose” come le definiva il führer, perché “vistecomerovina”avrebberopotutoeternareilReichallostessomodoincuiilCo-losseofacevaperl’anticaRoma.
Tuttavia, adifferenzadiquanto sipossapensare,sonostateeffettiva-menterealizzate,ecirestanooggi,diverse architetture progettate dalnazismo: oltre al famoso Reich-sparteitagsgelände di Norimberga– composto da unaKongresshalleinformadiColosseo,loZeppelin-feld e laGrosse Strasse lastricatadi granito –, accanto ai grandi si-stemidibunker(lelineedifensivecomel’Atlantikwalloletorridella
contraerea,lecosiddetteFlaktürme),esistonocomplessicomeleOrdensburgen(fortezzemilitariperlaformazione)oiThingstätten,teatriall’apertopermettereinscenatestisull’epicadifondazionedelmovimento.Inquestiultimicasi,neldopoguerralestrutturesonostateriutilizzateassecon-dandolelorofunzionimilitarieteatrali,confidandocheilcambiamentodisegnopoliticobastasseaneutralizzarneilsignificatooriginario.Tuttavia, il messaggio che emana dal gigantismo esasperato che caratterizzabuonapartedeiprogettinazisti,èmoltodifficiledacontrollare: l’unicomodoper farlopassaattraverso laconsapevoleaccettazionedel lorosignificato,delmotivopercuisonosorte,comunicandolosenzaambigueoperazionidinascon-dimento,dimenticanzaomistificazione.
Flaktürm di Amburgo
ELENa PIRazzOLIIl patrimonio scomodo del Novecento europeo nel progetto atRIUM a Forlì
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In quest’estate 2013, infatti,seaNorimbergasidiscutesu-gli ingenti stanziamentiper ilrestaurodegli edificidelRei-chsparteitagsgelände, moltomeno si riflette sulle opera-zionidiriappropriazionedellaSeebad Prora, una colossalecoloniamarina progettata perospitare 20.000 persone nellabaiapiùbelladell’isoladiRü-gen. Senza averemai assoltoallafunzioneprevistadurantegliannidelTerzoReich–quandoospitòsfollatidurante ilconflitto– l’inter-minabileedificio,dallosviluppolinearepariacirca4,5chilometri,venneusatoprimadall’armatarossapoidallaNationaleVolksarmee,inquestosecondocasoanche assecondando la suavocazione turistica.Dopo il 1990 alcuneporzionisono state utilizzate per esposizioni storiche, altre come ostello.Quest’anno,ilprogettoNeuesProra,condottodaunprivato, siproponedi trasformareunbloccodiProrainresidenzebalnearidi lusso,senzaspecificare,nelmaterialeinformativo pubblicitario, per qualemotivo e da chi il complesso fosse statoedificatoapartiredal1936.
2. the architecture of totalitarian Regimes in Urban Manage-ments: un progetto per l’Europa sud orientale
Proprioquesto«rapportocomplesso,contraddittorioetalvoltascomodoconal-cuniperiodidellastoriaeuropea»,einparticolareconilpatrimonioarchitettoni-cochequeiperiodihannolasciato,èstatoalcentrodelprogettoeuropeoAtrium-ArchitectureofTotalitarianRegimesinUrbanManagements,chehacoinvolto18partnerdi11paesi (Italia,Albania,Bosnia-Erzegovina,Bulgaria,Croazia,Grecia,Romania,Slovacchia,Slovenia,Serbia,Ungheria)trail2010eil2013,avendocomecapofilailcomunediForlì.Senelcasoforlivese(edituttoilterritoriodellaprovinciadiForlì-Cesena)sitrattadiarchitetturerazionalistedelVentenniofascista,perinumerosipartnerdell’Europasudorientale,ilpatrimonio“scomodo”riguardaprevalentementeiprogettiarchitettonicideiregimicomunisti,quindirealizzatinell’arcoditempochevadaglianniCinquantaaglianniSettanta.
Tribuna dello Zeppelinfeld, Reichsparteitagsgelän-de di Norimberga
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Diversinellostileoltrechenelriferimentopolitico,questiprogettihannotuttaviadegli elementi in comune: la committenza statale, soprattutto di grandi opere,realizzateattraversounprocessodecisionaleimpostodall’altoevoltoasuscitareconsenso;lapervasivitàdelregimeautoritario,chesiinseriscenellavitaquoti-dianadellasocietà,plasmandoneglispazi(scuole,colonie,istituzioni,servizi).Ilprogettodivalorizzazionediquestopatrimonioscomodopassaattraverso lanecessariaconsapevolezzadelpesodelpassatochelograva:nonvièalcunin-tentoassolutorioo,peggio,revisionista.Sitrattaanzidisollevarelosguardoeaccettarecomequellocheoravieneconsideratounpassatoterribileabbiaavutoun lungo presente di splendore e consenso, di cui quelle tracce sono testimo-nianza.Spesso,inoltre,lareazionepiùcomunepermettereinattounapresadidistaccodaqueiperiodipoliticièbollarneiprogettiarchitettonicicome“brutti”.Inrealtà,sepensiamoalcasodelrazionalismoitaliano,ovverolacorrentechepiùhainveratoiprogettidelfascismo,sitrattainmolticasidiprogettidaldisegnoraffinato,legatialpiùampioalveodelmodernismoche,adesempionellavicinaGermaniaerainveceespressionediunacommittenzapoliticadisegnooppostocomequelladellaRepubblicadiWeimar.Ilnazismosiavvalsedelfunzionalismosoloperalcuniprogetti,comequellidellestruttureindustriali,noncertopergliedificidirappresentanza,periqualiscelseunneoclassicismoispiratoall’eternitàdellapotenzaromana,maresoipertroficodaungigantismoprogrammatico.
3. Una nuova trans-national cultural route
L’obiettivodelprogettoAtriumèstatol’avvioperunprocessodicreazionediuna“rottaculturaletransnazionale”chepossavalorizzare–alivelloculturalemaanche turisticoe,quindi,economico–questi luoghi,queste tracce,questiedificidicuièdisseminatal’Europasud-orientale,facendoinmodochediven-ganospuntoperunapresad’attoconsapevoledellorosignificato,sostituendoquell’atteggiamentodigiudizio,maallostessotempodirimozione,cheabitual-mentelicirconda.Attualmenteesistonoquasiuna trentinadi trans-national cultural routespro-mossedalConsigliod’Europa,mariguardanoperlopiùleviedeipellegrinaggio(laviaFrancigena,ilcamminodiSantiago),epocheremotecomel’etàdelferro,oppurelamedioevaleviaRegia,iluoghidell’ereditàebraicaodell’Andalusiamusulmana:larottariferitaaitempipiùrecentisembraesserequellasuiluoghimozartiani,traSalisburgoeMilano.ChiusoilNovecento,restailsuogravecaricostorico,fattodidueguerremon-diali–maprofondamenteedolorosamenteeuropee–edeiregimichelesegui-
ELENa PIRazzOLIIl patrimonio scomodo del Novecento europeo nel progetto atRIUM a Forlì
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rono: una trans-national cultural route che passi attraverso il pae-saggio urbano lasciato dai regimidel Novecento potrebbe aiutare icittadinieuropeinonsoloaesplo-rareilpropriopassato,maacom-prenderelestratificateferitedacuistanascendoun’Europaunita.Trail2010eil2013all’internodiAtrium sono state portate avantinumeroseiniziativediconfrontoediricerca,perpotervalutareleop-portunitàdirestauroevalorizzazionediquestopatrimoniodifficile:sonostatiindividuatiluoghiededifici,esaminandoillororilievostorico-architettonicoelacriticitàdieventuali interventidi recupero; inoltre, sonostati raccoltieca-talogatiarchivifotograficiealtretestimonianzeutiliacreareancheunbacinodiinformazioniperun’ulterioreapprofondimentodeidiversicasiedeltemaingenerale. Inoltre, attraversomostre e convegni, realizzati collaborando ancheconaltrerealtàpresentisulterritorio,ilprogettodicandidaturaèstatopresentatoanchealpubblicodicittadini,turistiestudenti.Ametàgiugno2013, alla chiusuradelprogetto, si è arrivati alla costituzionedell’AssociazioneAtrium,titolaredellapresentazioneformaledellacandidaturadella rotta alConsiglio d’Europa: la sedesarà proprio a Forlì, presso l’Ex GIL divialedellaLibertà,presidenteèstatoelettol’assessore alla culturadella città,PatrickLeech, mentre vice presidente sarà IrinaBelušićMaggi,rappresentantedelcomunecroatodiLabin. In particolare, tra le proposte attivate daAtrium, la mostra Totally Lost presenta-va una campagna fotografica organizzatadall’Associazione “Spazi Indecisi” coin-volgendo fotografi tramite una open callinrete:sonoarrivate2.300immaginida11paesi focalizzate sul patrimonio “totalita-rio”inabbandono,quellocheperunasortadi“malattiadellosguardo”sitendeafare
Presentazione progetto Atrium, Forlì giugno 2013, foto di Luca Cagnazzo
Locandina della mostra Totally lost
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spariredallapropriavistaanchequandoperproporzioni,forme,collocazionipa-esaggistiche,nonèpropriopossibilenonvedere.Èiltimorechepossariproporsichenoncipermettedisostenerelavistasuirestidelnostropassatopiùprossimo:perchéparladiqualcosaanoiancoratroppovicinooaddiritturainterno.AllesogliedelcentenariodellaGrandeguerra,tuttavia,colpiscecomenonesi-staunatrans-nationaleuropean cultural routededicataaquell’evento,terribileeseminaleperlastoriadell’Europa.Forseanchequelluttononèstatoancoraelaboratoalivellotransnazionale.
Risorse
CentrodidocumentazioneProrahttp://www.proradok.de
ProgettoeuropeoAtriumhttp://www.atrium-see.eu/ita
AtriumForlìhttp://atrium.comune.forli.fc.it
PaginafacebookAtriumForlìhttp://www.facebook.com/atriumforli
TotallyLost/spaziindecisihttp://www.spaziindecisi.it
CulturalRoutesoftheCouncilofEuropehttp://www.coe.int/t/dg4/cultureheritage/culture/routes/default_en.asp
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview8pp. 273-283
Dentro la Betlemme nera. a Predappio una mostra dedicata alla marcia su Roma
LORENa MUSSINI
A Predappio, città natale di Mussolini, nel 90º anniversario della marcia su Roma è inaugurata una mostra che ricostruisce il colpo di stato fascista contrapposto alla sua trasfigurazione propagandistica nel mondo scolastico. La mostra si sviluppa su due per-corsi paralleli: quello storico fattuale della violenta conquista del potere e quello didat-tico della trasmissione del mito a scuola, snodo fondamentale per il controllo sociale e luogo prioritario di produzione di consenso verso il regime.
In Predappio, native town of Mussolini, in the 90th anniversary of the march on Rome, an exhibition has been opened, dedicated to the reconstruction of the fascist seizure of power, compared to its propagandistic transfiguration into the school system. The exhibi-tion suggests two parallel paths: one about the factual reality of the violent coup d’état, and the other concerning the myth’s elaboration into the school system, essential turning point for social control and for generating approval towards the regime.
PuòunamostrachericostruiscelarealtàfattualedellamarciasuRoma,veroepropriocolpodistatopreparatodallaviolenzasquadrista,secollocatainunluogoiconadell’identitàfascistacomePredappio,dialogarecolluogostessoedecostru-irneilmito?EdesercitarequindivirtuosamentelafunzionecivilecheGallerano[1995,22]attribuisceallastoria,di«regolazionedellamemoriaedell’oblioperplasmareitrattidell’identitàcollettivadiunacomunitàedistinguerladallealtre»?Può questa operazione di confronto fra storia ememoria – «intesa nella dop-piavalenzadirivendicazioneoriscattodiunpassatonascostoonegatoecomeespressioneopacadelladistanzadalpassato»[Gallerano1995,27]–svolgereilcompitofondamentaledirimettereinprospettivaecontestualizzarequelpassato?Equestoobiettivopuòessereraggiuntoancorapiùefficacementecollocandola
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mostra«nellaBetlemmenera,lacittàdelduce,iconadell’identitàfascistanegliannidel regime,colcrollodel fascismo[…]trasformatanelsimbolonegativodellamemorianazionale»[Franzinelli2009,221]?LamostraIl mito scolastico della Marcia su Roma. La presa del potere del fa-scismo e la sua narrazione scolastica nelle scuole del regime,curatadaGianlucaGabrielliepromossadaLandis,IsreboeIstitutoParriEmiliaRomagna,ciportaarisponderedisìaquestiinterrogativi.Anzi,lasceltadicollocare,proprioaPre-dappioenel90ºanniversario,unamostracentratasull’ipotesistoriograficachelamarciasuRomasiailveroiniziodelregime,ciappareconvincenteelungimiran-te.Attraversol’elementocriticodellaconoscenzastorica,infatti,lamostrariesceadepotenziarelavalenzapropagandisticainchiavefascistadelluogostesso;eadestrutturarel’anniversario,privandolodellasuaretoricacelebrativa.
1. La Betlemme nera
Che la fruizionediPredappio, inquestoultimodecennio,siastataprevalente-menteluttuosa,atrattimacabra–sipensiacertigadgetquiinvendita–èundatodifatto.Illuogoèstatoinfattivissuto,perlopiù,comesededellaliturgiafunebredelfascismo,l’omaggioallasalmadiMussolini;visioneconfermatadallosposta-mentodelcalendariocommemorativopredappiesedal29luglioal28aprile(dalgiornodellanascitadiMussoliniaquellodellamorte).Ediquestaingombranteereditàsonoconsapevolianzituttogliorfanidelduce:«Un’ariaditragediaedisconfortodominaquestaPredappiopiuttostoabbandonata,comeseledovessero
Invito mostra, Predappio 2012
LORENa MUSSINIDentro la Betlemme nera. a Predappio una mostra dedicata alla marcia su Roma
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rimproverareun’indicibilecolpa»;tuttavianonostantetutto,«ormaiPredappiosiporteràpergenerazioniilnomeeilricordodiLui:lovoglianoonoisuoiabitantie la gente che in Italia si interessa alle vicendedella politica e degli uomini»[Franzinelli2009,222].Altrettantoindubbioèilfattoche,nelcalendarionerodiPredappio,siarimastainvariata la centralità dellamarcia suRoma, comeatto culminantedella rivo-luzionefascista,compiutadachivolevariscattarelapatriadaldisonorediVer-sailles;lavare,colsanguedeimartirifascisti,lavergognadiun’Italiasottopostaacondizionicosìumiliantidatrasformarla,puruscitavittoriosadallaguerra,innazionesconfittaneifatti;equindionorare,indirettamente,imartiridellaGrandeguerra.Sarebbeinteressanteindagaresulleragionidiquestospostamentotempo-raleall’indietro,nellaritualitàfascistadiPredappio,chesiproponedirecuperareilsignificatoautenticodell’ideologiadelregimenelfascismoprimigenio,piutto-stocheinquellodialtriperiodiodellarepubblicadiSalò,spessopresentatacomesimboloestremodifedeltàall’idealeeallapatria.StadifattochePredappio,davaridecennieconparticolareintensitàapartiredaglianniNovanta,èdiventataluogodisacralizzazionediMussoliniedelfa-scismo.Untempiolaicoperunareligionepoliticacherisultascandita«dalleduedatecanonichedelcalendarionero,igiornidellamarciasuRomaedell’uccisionediMussolini,alfaeomegadelfascismo,checonvogliaaPredappio,migliaiadifandelduce,confortepresenzadinaziskinconmagliettaneraeanfibi»[Franzi-nelli2009,224].Quindiunluogodirecuperoetrasmissionedelmessaggiooriginariodella“rivo-luzionefascista”;checiinduce,conisuoicentomila(eoltre)visitatoriannui,adinterrogarcisullasuavalenzaevocativaesimbolica,avendoassunto«lostatusprivilegiatodiluogodellamemoriadiunpassatochecontinuaaproiettarsisulpresente»[Franzinelli2009,223].Cicostringecioèariconoscereilpotenzialediseduzioneefascinazione,maanchediopportunismo,diun’ideologiacheconti-nuaaparlareanoiedinoi.Alpresente,perchéciraccontadiunpaeseincuipersisteunacertavulgata–de-clinatadiversamenteneivaridecennirepubblicani,marinvigoritaapartiredalprimogovernoBerlusconi–inbaseallaqualegliitalianisono“bravagente”eilfascismounaversioneditotalitarismobonariarispettoaglialtriesempieuropei.Alpassato,perchécinarradiunpaesechenonhasaputofareiconticoltrascor-soregimeinterminidiassunzionediresponsabilitàstoriche,politicheemorali,rimarcandoquelladiscontinuitàrealechesarebbestatonecessariosanciredentroefuoriiluoghidelpotere,masoprattuttoneiparametriculturaliedimentalità.Complementare allaversione edulcoratadelle responsabilità fasciste appare la
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monumentalizzazionediPredappio:esempioanomalo(benchénonunico)dellatoponomasticamemorialeeuropea,inquantoluogodedicatononallafiguradellevittime,bensìaquelladeicarnefici.Selamoltiplicazionedeiluoghidedicatialricordo–tipicadegliultimidecenni–hacomportatoingeneraleilrischiodiun’ossificazionedellamemoriainunaritualità commemorativa retorica, un luogo consacrato al fondatore del primototalitarismoeuropeosollevaulterioriinterrogativi:sullanostracapacitàdirie-laborareilpassatoeleereditàchequestocihaconsegnato,travalicandoilimitistoricidelfenomenototalitarioedelsuoprotagonista;eancorasullaprofonditàdiunprocessodirimozionecollettivadellaviolenzadiscriminatoriadelregimefascista,superioreaquelladelregimenazistaperpensieroeprassiescludentesesiprendonoinesameleleggirazzialisullascuolafirmatedaBottainelsettembre1938.Predappio,laBetlemmenera,rievocaquindialivellod’immaginariocol-lettivoediusopubblicodellastoriatuttoilsimbolismo,l’apparatoideologicoelaritualitàtipicidelregimefascista.Forsel’anomalia,tuttaitaliana,diunacostruzionefaticosadellostatorepubbli-canoallafinedellaSecondaguerramondiale,nonvaricercatasolonellamancatadefascistizzazionecheimprimeallanascentedemocraziaunoriginariodeficitdigiustizia ed una irrimediabile compromissione degli apparati statali col totali-tarismofascista (compromissionecheallungheràombrepesantisullasocietàesullapoliticaitalianaeche,come“fiumecarsico”,riaffioreràinperiodidicrisipolitico-istituzionaleconlesembianzetorbidedelgolpe);mavarintracciataan-chenell’avereavallato,alivellonazionale,unluogodimemoriadivenutocosìingombrantenellastoriadelpaesedacostituireunametadipellegrinaggioeunpotentemotorediproduzionedimemorieconflittuali.Nonlopresagival’allorasindacocomunistadiPredappio,EgidioProli,quando,inoccasionedellatrasla-zionedellasalmadiMussolini il30agosto1957,dichiarava:«Noncihafattopauradavivo,noncelafaràoradamorto»[Franzinelli2009,223].Ilrischioconcretoèchequestoluogocostituiscapergliitalianiunmodellopa-radigmatico di revisionismo storico permanente, riproducendo l’immagine delregimefascistacomebaluardodelpatriottismoocomerivoluzionenecessaria.Echealimentilaretoricadipresunteidentitàitalichedadifendere,diradiciiden-titariedasalvare,tentazionisemprerisorgentiintempidicrisierassicurantiinmomentidifortecambiamento.InItalia,delresto,apartiredaglianniNovanta,è apparsa una nuova tendenza storiografica, che ha come obiettivo dichiaratolariabilitazionedelfascismo[DeLuna,2011,56-63].Eoccorrerealisticamen-teconstatarecomel’antifascismoistituzionalizzatononabbiafunzionatocomeantidotoefficaceacontrastarla.Lafinedeipartitichehannorettolacosiddetta
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primarepubblicahafattoriemergere,nellospaziopubblicodelnostropaese,ilrimossofascista,producendoeffettistranieparadossali.ComeciricordaEnzoTraverso«poichémemoriaestorianonsonodivisedabar-riere insormontabili,ma interagiscono continuamente, ne deriva una relazioneprivilegiatafra“memorieforti”elascritturadellastoria.Piùlamemoriaèforte–interminidiriconoscimentopubblicoeistituzionale–piùilpassatodicuiessaè veicolo è suscettibile di essere esplorato e riletto in unaprospettiva storica»[Traverso2006,60].Sappiamochelavisibilitàeilriconoscimentodiunamemo-riadipendonoanchedallaforzadicolorochelasostengonoequindichevisonomemorie“forti”ememorie“deboli”.EbbenePredappiononconosceoscuramen-to,néoblio;daannièmetaininterrottadipellegrinaggidimigliaiadipersone.EforsenonècasualechelaconsacrazionediPredappioregistriun’intensificazionedopolacadutadelmurodiBerlinoinEuropaelatransizioneistituzionaleinItalia.
2. La marcia su Roma
Il90°anniversariodellamarciasuRoma ha fatto registrare comme-morazionidivarianatura.Traque-ste anche un convegno, svoltosi aPerugia il 27-28 ottobre del 2012presso l’hotel Brufani (all’epocasededelquartiergeneraledeiqua-drumviri),chehariprodottoecele-bratoleparoled’ordinedeltempo–“Unarivoluzionepoliticanelsegnodellostato”,“L’insurrezionenazio-naleepopolarechecambiòilvoltodell’Europa”,“LaMarciasuRoma:elementidiattualitàecontinuità”–prevedendoancheunomaggioalletombedeglisquadristiumbrimortinelcorsodellamarcia.Espressione del bisogno, ancoraforte e diffuso in questo paese, diaddomesticareilpassatoedipiegarloallepulsionidelpresente:cioè,nellospe-cifico,direcuperareilfascismoe,unavoltadepuratodeglielementipiùcontrad-dittorioambigui,di restituirloalla fruizionemitopoieticadeinostalgicioagli
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epigoni,chedasempresostengonolanecessitàdisvolteenergichenell’assettodelleistituzionirepubblicane.Dovel’elementocentraleèl’individuazionedellaricorrenza, il28ottobre,sceltaacelebrareun’impresariconnotatainchiavediresistenzapatriotticacontrolaglobalizzazioneeilpredominiofinanziariodellamonetaeuropea;perrivitalizzarel’orgogliodiun’italianitàchesialimenta,comeiltifocalcistico,dislogan,distereotipi,dimitizzazionidifacilepresasull’imma-ginariocollettivodeicultoridiunsognoautoritario.
“MaalloratucredidavverochelaMarciasuRomacisiastata?”Èl’espressionediamabiledileggio,dauomovissuto,chespiegaagliingenuicomeveramentevailmondo,cheLuigiMeneghelloattribuiscealdirettoredelquotidianoincuilavo-ra.Fascistissimi,naturalmente,ilgiornalecomeilgiornalista;euomodipotere,quest’ultimo,destinatoarimaneretaleconosenzailregime.Unflashfolgorantecheesprimeundupliceatteggiamentoneiconfrontidiquelmito(eantimito)difondazionedelregimefascista.MarciasuRoma,dunque,comedefinizionerisonanteedinsiemeelusivaperuneventoverso ilqualefindasubito,dal retroterra immediatodelprimogovernoMussolini,sidefinisceunrapportoambivalenteedoscillantefraipolidellaridon-danzaedellareticenza.Uneventoillegaleesanguinoso,lacuiportataviolentaedeversivavieneprimasbandieratacomemitomobilitante,mapoisubitooccultatagiàl’indomanidellapresadelpotere:comealtrimentiesercitareilcomando,aduntempo,nelnomedell’ordinerestauratoedellarivoluzionechecontinua?[Isnen-ghi1997,313].
Lamostradegliistitutibolognesieilconvegno,organizzatoaForlìil28ottobre2012chenehaaccompagnatol’inaugurazione,alcontrariomiranoaripercorrerelarealtàviolentaedeversivadell’eventocontrapponendolaalsuomitoscolasticocelebrativo,creatoconfulminearapiditàdalregimegiàall’indomanidel28ot-
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tobredel1922.L’analisidellosquadrismoèaccostataallatrasfigurazionepropa-gandisticadellostessoveicolataall’internodellascuola,conl’effettodiprodurreun’efficacedecostruzionedell’epopeafascistacentratasull’eventoedellaliturgiacivileadessoassociata.Lamostra–chesiarticolain16pannellieduetechedioggettioriginali–propo-ne,accostandolieponendoliaconfronto,duepercorsioppostiecomplementari:quellodellarealtàfattualedellaviolenzaversogliuominieversolecose,propriadellosquadrismoeculminatanellamarciasuRoma;equellodellaelaborazionedelmitodella rivoluzionefascistache,epuratadallaviolenza,si trasfiguraneimaterialididatticifunzionaliall’alfabetizzazionefascistadeibalillaedellegio-vaniitalianefacendousodielementidellanarrazionemitica:l’epopeafestosa,lacostruzionedelnemico,l’ideadell’iniziodiunanuovaera.Ilprimopercorsoevidenziacomel’eventocostituiscaunafrattura irreversibileconleistituzioniliberali,piuttostocheunalorosemplicedeformazioneinsensoautoritario.GabriellirichiamalatesiinterpretativadiGiuliaAlbanese[2006],checontrapponeall’ideadel“bluff”entrataafarpartedelsensocomunestoriogra-fico,l’ideadiunavvenimentodiforteimpattopolitico.Lamarcia,puressendol’esitodiunprocessocominciatogiànel1919,con la fondazionedeiFascidicombattimento,esviluppatosiconloscoppiodellaviolenzasquadrista,haunaconsistenzaeun’efficaciastoricapropria:rappresentauntentativo–ineditonellaforma,mapienamenteriuscitonellasostanza–diconquistaillegaledelpotere,incentratosuldispiegamentodiunaforzamilitaremassicciaseppur irregolare;haunimpattodirompentesulledeboliistituzioniliberali,siasulpianomaterialechesuquellosimbolico;esercitaunanotevolecapacitàdiattrazionesulre,sugliapparatimilitari,sullegerarchieburocratico-amministrative.Eperquantolaspe-dizionemilitarerappresentisolounadellecomponentidell’evento, laviolenzasembraricoprireunruolodeterminanteprima,duranteedopoil28ottobre.Lamarcia,seppurinsépococruenta,rappresentainfattiun’esplicitaesibizionediforza,cheponealcentrodeldiscorsopoliticolaminacciadellaviolenzasquadri-sta,segnandol’iniziodelladittatura.All’internodellamostraun’accuratezzaparticolareèdedicataaglioggettisim-bolodellaviolenzafascista,qualiilmanganelloel’oliodiricino.Lacuranelfarrisaltarelalorocaricadiviolenza,ancheevocativa,suggerisceunariflessionesulparticolarecaratterediaggressivitàpsicologicaemoralechesembraconnotarel’azionedelprimo fascismo.Unaviolenza travasatadal regimenelle leggi fa-scistissimeeistituzionalizzatanellestrutturedellapoliziasegreta,nelTribunalespecialeperladifesadellostatoenellapraticadelconfino,machemantieneallabasel’originalerazzismostrutturaleall’impiantoideologicodell’interofascismo.
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Unrazzismochesitraduceinviolenzarepressivaversochièindividuatocomediverso,dunque isolato, condannatoedesclusodal corpo sociale: l’oppositorepolitico,l’omosessuale,l’africano,loslavo,l’ebreo.Dicuileleggirazzialidel1938–emanatedaMussoliniperricompattareilpotereaggregantedelregimesulpianointerno,piuttostochepersempliceasservimentoall’alleatonazista–rap-presentanol’espressionepiùcompiuta.Comedimostrail“discorsodelbivacco”pronunciatodaMussoliniallaCameradeideputatiil16novembre1922–riportatoinunodeipannellodellamostra–lamarciasuRomasegnaunanettacesuraconleistituzioniliberalianchesulpianodeldiscorsopolitico.L’analisidellinguaggioaggressivo,maanchedellapotenzasuasoriadella retoricamussoliniana fa emergere inparticolare il debito con ilnazionalismoguerrafondaiodiEnricoCorradini.L’interesseperlatecnicamilitareallabasedellamarciaapparecomealtropuntodiforzadellamostra,cheevidenzialamassicciamobilitazionediuomini;lacuranell’assicurarsiilcontrollodeipiùimportantinodiferroviari(Bologna,Verona,Alessandria);ilruolostrategicodeiquadrumviri,DeVecchi,Balbo,DeBonoeBianchi.Ancheinquestocasoilcuratoremetteinlucelanovitàdelfascismo,chefairruzionesullascenaitalianainneggiandoall’usorivoluzionariodellaviolenza,necessariaarivitalizzarelanazioneearigenerareilprofiloimbelledellaclassepoliticaitalianadopol’infaustaconclusionedellaPrimaguerramondiale.Digrandeinteressanteanchelaricostruzionedeidiversiluoghisegnatidallamar-cia: daMilano, culla del fascismodella primaora, doveMussolini attende losvolgersideglieventi;aPerugia,dovehasedeilcoordinamentomilitaredeglisquadristi; e infineRoma,metadell’operazionee in seguitocentronevralgicodelregime.Nonmancapoiilriferimentoalleconnivenzechefacilitanol’esitodell’operazio-nemussoliniana,inparticolarelegravissimeresponsabilitàdelreedellostessoFacta,chepurdimettendosisconsigliaalsovranodifirmareildecretosullostatod’assedioperchésonogiàstateintavolatetrattativesegretefinalizzateafarentra-reifascistinelgoverno.Maeranopossibiliformediresistenza?Inalcunestazioni(Civitavecchia,Orte,Avezzano)l’esercitoeffettivamentebloccaitreniperinterromperelamarcia[DiPierro2012,123].Quindil’assaltofascistaavrebbepotutoesserefermatoseilreavessefirmatoildecreto;esel’azionenonavesseriscossosubitonegliapparatidellostatoenellegerarchiemilitari,simpatiaecollaborazione.Senzadimenti-care,comericordaGentile,che«seMussoliniriuscìa“faretuttifessi”ciòglifupossibilenonsoltantoperlasuastraordinariaabilitàdimanovratorepoliticoeperlacredulitàcheebberoneisuoiconfrontiastutieconsumatiuominipolitici,ma
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perchétutteleabilimanovredelducesisvolgevanomentreeraincorsol’insur-rezionedelle“camicienere”»[Gentile2012,209].
3. Il mito scolastico
L’elaborazionedelmitodellamar-ciasuRomaèrapidissima,soprat-tuttonelmondoscolastico:giànel1925ladatadel22ottobreèocca-sionedifestaufficialeperlascuola,unannoprimadidiventarlopertut-talanazione.Si tratta di un’operazione cultura-le che evidenzia tutti gli elemen-ti della potenza mitopoietica delfascismo: la narrazione eroica; lacostruzionediunaliturgialaica;laconnotazioneideologicadelcalen-dariocivile.Larivoluzionefascistavienepresentatacomeriscattodellanazionerispettoaldisfattismoealdisonore; e come reazione giusti-ficata alleprovocazionidegli altri,dei“sovversivi”.Raffinataèpoilastrategia che porta all’identifica-zione deimartiri della rivoluzionefascistaconquellidellaGrandeguerra,determinandoinbrevelaconfluenza“vo-lutaedimposta”dellecelebrazionidel28ottobreedel4novembre.AncheilrichiamoallagrandezzadellaRomaimperiale,giàanticipatodalsimbo-lodelfasciolittorioedall’abusodiimmaginieparoletraslatedallaciviltàlatina,serveacogliere ildisegnospregiudicatodell’impianto ideologicofascista,cherievocaunpassatogloriosoperdelineareunorizzontecollettivodisenso,un’uto-piapatriotticachediventanarrazionemobilitanteversounprogettofuturo.Dun-que,unfascismochefindasubitosistrutturanonsolocomebarbarierepressiva,maanchecomepoliticaculturalepervasivaepersuasiva,sebbenestrumentale;dunqueanchesimbolicamenteviolenta.Inquest’ottica,appareevidentementecomeilcontestodellascuoladivengaluogocardineperilfascismoall’internodiunprogettodilegittimazioneedicostruzio-
Illustrazione libro di letture per la I classe elemen-tare, 1940
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nedelconsenso.Latrasfigurazionescolastica operata nei manuali enei riti della celebrazione colletti-vaproponeinfattituttiglielemen-ti tipicidellapropagandafascista.L’ideologia viene declinata congrande capacità di fascinazione inquasi tutte le discipline insegnate,piegateneicontenutienegliargo-menti all’esaltazione dell’uomonuovofascista.Dal confronto tra i due percorsiespositivi emergono suggestionimolto interessanti, in particolarerisalta lamistificazione ideologicaoperata dal regime, attraverso larapidamessainmotoelacontinua
alimentazionedellaimponentemacchinadellapropagandaedell’educazionena-zionale.Destrutturare lamitologia fascista appare dunque l’intento prioritariodelcuratore,alfinedievidenziarel’obiettivo,maancheglistrumentielostilediquestapersuasionesemprecoercitivaedocculta.Taleoperazionediricostruzionestoricaattraversoladecostruzioneculturalehaassuntounsignificatoancorapiùincisivoproprioperchérealizzatainoccasionedel90ºanniversariodellamarciasuRoma,declinandolononinsensocelebra-tivo,ma critico. E ancor più dalmomento che lamostra è stata inaugurata aPredappio,doveancoraquestimiti,purscreditatidallastoriaesmascheratidallaricerca,sonocapacidisedurreemobilitare.Poichélamemoriasideclinasemprealpresenteehaunprofondolegameconl’attualità,conletrasformazionieisommovimentichelasegnanoelaconnotano;mentrelastoriarimetteilpassatoinprospettivaetentadirisponderelucidamentealledomandeemotivepostedallamemoriastessa,riteniamochequestadoppiaoperazione–ossia il taglioe lacollocazionedellamostra–abbianoavutounmeritoindiscutibile:quellodivalorizzarel’approcciostorico,chesiproponeildifficilecompitodifareunusocriticodellamemoria,distanziandosidalpassatoperricollocarloinunaprospettivapolifonica;ediricercareundialogononasim-metricoconilpresente,gettandocosìunosguardoproblematico“suquelpassatochenonvuolepassare”echeinterpellaancoralacoscienzadituttinoi.
Illustrazione libro di testo per la III classe elemen-tare, 1935-39
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Risorse
SelezionedispezzonivideoacuradiGianlucaGabrielli,trattidaA noi. Con le Camicie Nere, dalla sagra di Napoli alla conquista di Roma(regiadiU.Paradisi,1923)http://www.youtube.com/watch?v=yJy6HiO-oFAhttp://www.youtube.com/watch?v=7u_h04i8dvIhttp://www.youtube.com/watch?v=s5ljlVPXi3I
Materialididatticidellamostra(initalianoeininglese)disponibilinellaversioneonlinedell’articolo:http://e-review.it/sites/default/images/figure/2013/mussini/mussini_2013_dossier_IT.pdfhttp://e-review.it/sites/default/images/figure/2013/mussini/mussini_2013_dossier_EN.pdf
Laboratoriodidattico-progettoStoriaEducazionePoliticahttp://educazionepolitica.scedu.unibo.it/moodle/
E-Review 1-2013Bologna (BraDypUS) 2014
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ISSN: 2282-4979ISBN: 978-88-98392-05-6DOI: 10.12977/ereview26pp. 285-294
Per il centenario della nascita di Giuseppe Dossetti. Introduzione alla lezione di Enrico Galavotti: Fonti e problemi per una biografia
FEDERICO RUOzzI
Il centenario della nascita di Giuseppe Dossetti (13 febbraio 1913 – 13 febbraio 2013), anticipato da una campagna stampa che, di fatto, ha mostrato, amplificandolo, quanto lo stesso Dossetti costituisca ancora un “problema storico”, ha offerto l’occasione per approfondire questa poliedrica figura attraverso una serie di lectio in varie città italiane curate dalla Fondazione per le scienze religiose. Oltre al resoconto delle iniziative, si propone il video integrale della lezione bolognese di Enrico Galavotti, Fonti e problemi per una biografia di Dossetti.
The centenary of Giuseppe Dossetti’s birth (February 13th, 1913 - February 13th, 2013), preceded by a press campaign that actually showed, by amplifying it, how Dossetti is still a “historical problem”, offered an opportunity to examine this multifaceted figure throu-gh a series of lectio in various Italian cities organized by the Foundation for Religious Studies. In addition to the report of the initiatives, the full video of the Galavotti’s lecture in Bologna, entitled Sources and issues for a Dossetti’s biography, is proposed.
1. Preludio. La «dossessione»1
Quandol’exarcivescovodiBologna,GiacomoBiffi,diedeallestampenell’au-tunnodelloscorsoannoilvolumettoDon Giuseppe Dossetti. Nell’occasione di un centenario[2012],incui–comeriportatonellapubblicitàperillancioedito-rialedellibro–venivanoraccolte«inmanieraorganicatutteleriflessionidelcar-
1 L’espressione è in Galavotti 2011.
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dinalesuquestostraordinariouomo»,eraevidenteatuttichel’occasioneoffertadai100annidellanascitadiGiuseppeDossetti,il13febbraio1913,nonsarebbepassatanéinsordina,nésarebbestatafesteggiatainunclimaapologetico.Sial’unachel’altra,sial’indifferenza,siailcelebrativoelivellante«volemosebene»– tanto in voga di questi tempi – sarebbe stato alquanto inopportuno, perché,parafrasandodonMilani,«nonstabeneenonserveanienteeDiononvuole»2.Purtuttavia,laquerellescoppiatasuigiornalitraildicembreeilgennaioscorsimostraquantoancoraDossettisia«unproblemastorico».Noncheleposizionidelcardinalefosserosconosciute.Illibretto,inrealtà,nonènient’altrocheunestrattomonotematicodiunprecedentevolume,uscitoperlostessoeditore,qualcheannoprima,Memorie e digressioni di un italiano car-dinale[Biffi2010].Tralealtrecose,sirimproveraalmonacoreggianounaec-clesiologiapoliticaesoprattutto–episodioineditoraccontatodalcardinale–lateologiadiIsraelecheDossettiavevaelaboratointornoal1991(«lapersistenzadellaTorahcomeviadisalvezzadiIsraele»,comesintetizzaMelloni[2012]nellarecensionepubblicatasu“LaLettura”,l’insertoculturaledomenicaledel“Corrie-redellaSera”,inreplicaaigiudiziespressidaBiffi).Ilcasosicomplicaquando,nelpiùclassicostilediusopubblicodellastoria,il30dicembreBiffifapubblicaresullepaginedell’insertosettimanaledi“Avvenire”perl’arcidiocesidiBologna“BolognaSette”,unaletteraprivataaluiindirizzatail3dicembredalcard.GiovanniBattistaRe,prefettoemeritodellaCongregazioneperivescoviepresidenteemeritodellapontificiaCommissioneperl’AmericaLa-tina,incuisiapprezzaquantol’arcivescovoemeritodiBologna«hascrittocircalelacuneeleanomaliedella“teologiadossettiana”»,aggiungendoche«condividopienamenteleriserve[…]».Asupportodiciòsiaccennava,alquantosbrigativa-mente,auncommentosullequellestessecordeespressodaPaoloVIinmeritoalruolodiDossetticomesegretariodeimoderatoriduranteilconcilio.IlquotidianodellaConferenzaepiscopaleitalianapresentavailtuttosottoiltitoloIl documento. Dossetti e il Concilio, scrive il cardinale Reesiprecisavacome«questasuabrevetestimonianza[...]assumeilcaratterediundocumentocheglistoricidellaChiesanonpotrannoignorarenellalororicercaappassionataesinceradellaverità».Tuttiiquotidianinazionaliegliosservatoripiùattentisentonoilprofumodella
2 Lettera di don Milani a don Renzo Rossi, 1 dicembre 1954. In quell’occasione, Milani scriveva all’amico per esprimere la sua amarezza in merito alla decisione del suo trasferimento da San Donato alla piccola e sperduta parrocchia di Barbiana: «Questo mette in questione la cattolicità di tutto il mio lavoro perché io m’illudevo d’essere ancora un prete cattolico, ma ora che i preti più vicini in perfetto accordo m’hanno sbranato io appaio agli occhi della gente come un prete isolato e un prete cattolico isolato è inutile, è come farsi una sega. Non sta bene e non serve a niente e Dio non vuole» [lettera pubblicata in Fallaci 1993, 182].
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«costruzionediuncaso»eriprendonoeamplificanolaquerelle,che,dalontanopuòapparireunapartitagiocata su simpatieeantipatie tutta internaalmondoecclesiastico,ma,controluce,rivelabenpiùprofondelacerazionievisioni.Bastaquiriproporrealcunideinumerosititolichelacartastampatadedicaalcasopercapirelaletturachesubitonevienefatta:L’eterno scontro Biffi-Dossetti divide il giornale della Curia(L.Nigro,“LaRepubblica”,7gennaio2013),L’attacco a Dossetti divide il Vaticano(M.Ansaldo,“LaRepubblica”,9gennaio2013),Mala tempra currunt et pejora supervenient. Dossetti precisato(L.Pedrazzi,“IlMu-lino”,11gennaio2013),Giallo Dossetti(G.Galeazzi,“LaStampa”,12gennaio2013),L’Affaire Dossetti. Il monaco ribelle divide ancora politica e chiesa(S.Fiori,“LaRepubblica”,19gennaio2013).Aletteraseguelettera,comevuoleilmanualedelbuonHistorikerstreit.Il6gen-naio,infatti,lostessoinsertosettimanalecattolicobolognesesivedecostrettoadelle«precisazioniredazionali»perinumerosimessaggidiprotestaricevutieapubblicareunaletteradiAthosRighi,superioredellaPiccolafamigliadell’An-nunziata–Testimonio il suo amore per la Chiesa(«SipossonocertamenteaveremolteopinionisudonGiuseppeDossetti,mailcontenutodellaletteraeanchelerighedipresentazioneapronounargomentocherichiederebbeunconfrontoseriosuidatistorici»)–cheasuavoltariproponealcunipassaggidiunatestimonianzadimons.LuigiBettazzidel15dicembreeun’altradiMarioBoldrini,«semplicefedeleappartenenteallachiesadiBologna».Dopoquestabrevepanoramicasulclimachehaprecedutol’anniversariodosset-tianoedicuilacartastampatasièfattainunqualchemodoveicolo,siripropon-gonodiseguitoiprincipalieventilegatialcentenario(cerimonie,lezioni,libri)e,inparticolare,sioffreallettorelalezionediEnricoGalavottitenutapressolaFondazioneper le scienze religioseGiovanniXXIIIdiBologna il12 febbraiodaltitoloFonti e problemi per una biografia di Dossetti(partediunprogrammapiùesteso,comesidiràinseguito)perché,comerivistadistoria,pensiamochelepolemichepiùomenosterilipossanoesserespazzateviasolodallavoroseriooffertodallaricercastorica:
OccorrerebbeinsommausciredaunagestionedilettantisticadellaricercasuDos-setti –hadettoGalavotti nella sua lezione– che ancoraoggipatiscedi troppepremure,gelosieerivendicazionidiesclusivaodiprimogenitura:spessoavanzatedachinonsolononsièmaicimentatoconlasfidadellaricercastoricasuque-stopersonaggio,masoprattuttononlofaràmai,ritenendolasuperflua.Davveroèauspicabilel’iniziodiunastagionediricercachenonsiamossadapreoccupazio-niapologeticheopreconcetti,machesiaveramentedeterminatadaldesideriodiconoscereecondividereifruttidiunlavorodiricostruzionedelruolodiDossettinell’ItaliaenellaChiesadelXXsecolo.
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2. Il Dossetti
GiuseppeDossetti–alqualeconungestolacuinobiltàperdonailritardoconcuidedichiamoquestoluogo,chedaoggidiventerà“ilDossetti”–èunpersonaggiostoricolontano:permoltiunnome,ricordatoproprioperchéquelnomerestaeperiodicamenteritornacomeunfantasma,unmito,un’ossessione,unadossessio-nediceGalavotti.Comunqueunproblemastorico.Èconquesteparolepronunciate il9 febbraio2013daAlbertoMelloni3 chesisonoaperteufficialmentelecelebrazioniperilcentenariodellanascitadiDosset-ti,natoaGenovail13febbraio1913emortoaMonteveglioil15dicembre1996,svoltesisotto l’altopatronatodelpresidentedellaRepubblica,coordinatedallaFondazioneperlescienzereligioseGiovanniXXIII–quelCentrodidocumen-tazionevolutoefondatodaDossettistessoaBolognanel1953–esottol’egidadiunComitatonazionaleistituitopressoilMibac4.Leparolepronunciatedallostoricodelcristianesimoreggianomaadottatodalcapoluogoemilianoeranoca-librateconlaprecisavolontàdirimarcarequantolafiguradiGiuseppeDossettiabbiacostituitoecostituiscaancoraunnervoscoperto,nonostantelemigliaiadipaginedianalisifruttodellariflessione(nonsemprediqualità)distorici,gior-nalisti,teologi,ecclesiastici,amici,nemici,collaboratori,manonsolo.Oltrechesullacarta,sisonooccupatidiluiancheartisti,registicondocumentaricinema-tografici,programmitelevisivi5.L’occasioneerasolenne,ovverol’intitolazionedellasededellefacoltàumanistichedell’UniversitàdiReggioEmiliaaGiuseppeDossetti. L’exCaserma abbandonava così, dopo anni di sodalizio, il generalenapoleonicoCarloZucchi–chegliavevadato ilnomeconechiottocenteschierisorgimentali–perassestarsisulpiùnovecentescogiurista,politico,teologo,sacerdote,monacofigliodellachiesareggiana,lecuifotografie,comebandiere
3 autore anche di un recente volume su Dossetti: Melloni 2013.4 Contemporaneamente, a Bologna, si teneva il convegno Per la vita del mondo. G. Dossetti e il mistero eucaristico, organizzato dalla Piccola famiglia dell’annunziata presso il convento di San Domenico. Dopo la messa in basilica, presieduta da mons. Giovanni Silvagni, vicario generale dell’arcidiocesi, il convegno procedeva secondo il seguente programma: Introduzione di athos Righi, relazione di tommaso Bernacchia su Giuseppe Dossetti: per una vita eucaristica, relazione di Enrico Galavotti su La vita di Giuseppe Dossetti a servizio della città dell’uomo, relazione di alessandro Barchi su La coscienza storica ed ecclesiale di Giuseppe Dossetti alla vigilia del Concilio, relazione di Massimo Ferè su «Il vangelo è tale solo se è disarmato»: la via della pace in Giuseppe Dossetti. Concludeva Lanfranco Bellavista con la relazione su La tensione verso terre lontane e genti straniere alla nostra cultura e mentalità.5 Oltre ai documentari Frammenti di un racconto autobiografico: la voce e la vita di Giuseppe Dossetti di alberto Melloni e Fabio Nardelli (Italia 2006, 90’, Fscire), Quanto resta della notte di Lorenzo K. Stanzani (Italia 2012, 68’, Lab Film) e Sulle tracce di Dossetti. Il racconto di Monteveglio di Giorgia Boldrini, Giulio F. Giunti e Stefano Massari (Italia 2012, 75’, Carta | Bianca), alberto Melloni e Fabio Nardelli hanno curato lo speciale tg1 Con tutte le tue forze (Raiuno, 10 febbraio 2013).
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appeseaunfiloinunpercorsobiograficodoveleimmaginidialogavanoconbre-vicitazionitrattedaisuoidiscorsi,capeggiavanoinqueigiorniall’ingressodellafacoltàeperleviedelcentrostorico(mostraacieloapertoLe strade di Dossetti,acuradellaFondazioneperlescienzereligioseGiovanniXXIIIdiBolognaedelComunediReggioEmilia).Cosìl’allorasindacodiReggioEmiliaeoraministropergliAffariregionalieleautonomielocaliGrazianoDelRiointroducevalagiornata,allapresenzadelrettoreAldoTomasi,delneovescovomons.Camisasca,deglistudentiedeipro-fessori,delleautoritàlocaliedelpubblico:
Questoluogoèparticolarmenteimportante,èunluogoincuisiformalaclassedirigente,dovesiformanoidirigentidelnostropaese,èl’Università.QuindiperReggio,perlaconquistacheReggiohafattoconlasedeuniversitaria,fruttodiunasceltaintelligentedapartedicolorochecihannoprecedutoeperlosviluppochel’UniversitàhaavutoraggiungendoancheaReggiounacertaconsistenza,questoèunpuntoimportantissimodellavitaculturale.EdèsignificativochequestasedesiaintitolataaGiuseppeDossettiperchéinquestasedevivonoeparlanosoprat-tuttoigiovani.[...]CredochechihaconosciutolastoriadiDossettisappiaqualeattrazioneesercitavasullegiovanimenti.Eradavverounacalamitaperlegiovanimenti.Ecredochelegiovanimentivedesseroinluiduecosechequiall’Universi-tàdovrebberoessercoltivateconunaparticolareattenzione.Laprimaèlaricercasempredelnuovo, laricercadell’attraversarconfini, lavolontàdivederecerta-mentel’attuale,maanchedivederel’avanti.Eradavverosentinellacheannuncia-vaildomani,GiuseppeDossetti.Eilsecondoelementocredosiailrigoredellapropriaricerca.Nonbastailnuovo,serveancheilrigorenellaconoscenza,serveladisciplinadellaconoscenza.Equestoèsicuramenteilluogoincuiladisciplinaeilrigoredebbonoessereesercitati,perchéilmondorichiedesemprenuovisguardi.
Al termine, nonprevisto, è stato chiesto aRomanoProdi –presente in primafilainaulamagna–unpersonalericordodiDossetti;l’aneddotosièrivelatoinrealtàparticolarmentesignificativoperfarcomprenderelacomplessapersonalitàdiquestafigura:
Mièvenutoinmenteunavolta,erail’67-68:andavointrenodaReggioaBolo-gna,c’eraGiuseppeDossetti,conquestiabitigrezzimaelegantissimiugualmente,conunozaino,stavaandandoinPalestina.Conilsuomododifarecheincutevarispettoetimoredaunaltoeconfidenzadall’altro,michiese‘cosastaistudiandoRomano?’.Mah,cosasidiceaunmonaco,mierochiesto,vistochestavostu-diandoigrandimonopolimondiali.Allorarispondochestostudiandolefusioni,le concentrazioni, parlodueminuti di imprese chimiche, petrolchimiche…‘Ehsì–dicelui–inGiapponestannoorientandosisullefusionideigrandigruppi’emiparladelleconcentrazioniindustrialinelmondo.Eiomichiedo:machemo-nacoè?Quindidaunlatoilsuorigore,ilsensodell’essenzialitàdellecose:bastapensareallacomunitàinPalestinaneldeserto,inunacasaisolatissima.Elastessapersona improvvisamente ti parla conun linguaggio e unaperfetta conoscenzadellefusioniindustrialiinGiappone...
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3. Le celebrazioni: le lezioni
Dopoilgrandeconvegnodeldicembre2006,neldecennaledellamorte(piùditrentarelatori,icuiattisonoconfluitiinduedifferentivolumi,editidaIlMulino[Melloni (ed.)2007]edalla tedescaLitVerlagnellacollana«ChristianityandHistory»[Melloni(ed.)2008]),celebratosisottol’insegnadiDossetti: la fede e la storia, inoccasionedelcentenariolaFondazioneperlescienzereligiosehaorganizzatounaseriediiniziativeperlegiornatedel12edel13febbraioscorsi,doveilfil rougeeraappuntodatodaltitoloscelto:Voglio svegliare l’aurora,ilpassotrattodalSalmo 56(57).LaFondazione,natacomegiàdettodall’intuizioneoriginariadiDossettidifon-dare,nel1953,unistitutoincuiilaicisidedicasseroconilmassimorigorescien-tificoallostudiodellescienzereligiose,haintesoquindipromuovereunaseriediiniziativeperriflettereinmodopuntualeedocumentatosugliapportidiDossettiaivariambitiincuisidispiegòlasuamultiformeattività:quellogiuridicoeca-nonistico,quellopoliticoequelloecclesiale.Momentocentraledellecelebrazionisonostatedunquelelezioni6,cheperlagior-natadel12febbraio2013sisonotenuteinvariecittàsignificativeperlabiografiadossettiana(Bologna,Modena,Genova,Milano,ReggioEmilia,Torino,Roma),inognunadellequalisiècercatoditoccareinodiegliassidelsuopensiero:laBibbia,ilconcilioVaticanoII,loStato,lacittà,laParolaelacostituzione.Ire-latorinellevariecittà,comeinunastaffettaolimpica,sipassavanoiltestimonedi lezione in lezione,pensateperessereseguite inunadirettastreamingsenzasoluzionedicontinuitàsuvariepiattaforme,accessibilicomodamenteeovunquedalproprioschermodelcomputer,senzacostringeregliinteressatiadunaroad mapdiuncertopeso.Dopol’aperturabolognese,doveEnricoGalavotti7,dicuisiproponequil’interointervento,eRenatoMorohannointrodottolariflessionesuDossettifacendo–secondoilmestieredistorico–ilpuntosullostatodellefontiinchiaveproblema-tica(Fonti e problemi per una biografia di Dossetti),mostrandoquandolavorodiscavodocumentariocisiaancoradafare,aldilàdellecartepersepersempre.Sipensiadesempioai«dettagliatissimiverbali»chelostessoDossettiredigevaduranteleDirezionidellaDc,chefacevanotanto«indispettireDeGasperi»:
6 Gli atti sono di prossima pubblicazione, a cura della Fondazione per le scienze religiose. Si offre pertanto in anteprima la relazione completa di Enrico Galavotti.7 autore di una biografia di Dossetti di cui sono stati pubblicati per ora i primi due volumi: Galavotti 2006; Galavotti 2013.
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tantolavororestaancoradafare–comehadettoGalavotti–siapergiungereadunacomprensionepiùadeguatadell’origineremotaedellaqualitàdegliapportidatidaDossettineivariambitiincuisiètrovatoadoperare,siaperreperirelefon-tiperinvestigaretaliapporti,queimattoniimprescindibiliperogniricostruzionestoricacriticamentefondata.
Nelleduelezionimodenesi,inRettorato,PaoloBettioloeFedericoRuozzihan-notrattatoiltemaDossetti e la lettura della Bibbia.Ilprimosièmisurato,attra-versounarigorosaanalisi,conl’ideadifondodossettianadellalettura/orazionepraticataall’internodellaPiccolafamigliaintesanoncome«unavia,malavia–laviacristiana»,unaletturacontinuaequotidianaincuièravvisabilelacifradiunatradizionefilosoficaeteologicadoveunodeimassimitestimonièPlotino,masipossonocitareanchealtririferimenti,daEvagrioalloPseudo-Dionigi,aimisticidellascuolarenana. Ilsecondohaapprofondito invece laquestione inun’otticapiùstorica(apartiredalfondamentalerapportogiovanilecheDossettiinstauròconalcunefigureemblematichereggiane,comedonDinoTorreggianiemons.LeoneTondelli)basandosisufonti«tipicamentenovecentesche»,ovve-rograzieallaricchezzacheoffronolefontiaudiodossettiane(interviste,con-ferenze, lezioni, omiletica)8 conservate inpartepresso l’archivio sonorodellaFondazioneperlescienzereligiose,emostrandocomeunoscavosuquestotipodimaterialeeunconfrontopaziente tra testo scrittopubblicatoe fonteaudioporti a interessanti riscoperte (a partire dalla celebre intervistaElia-Scoppoladel1984[Elia(ed.)2003]).AGenova,nelsontuosoPalazzoDoriaSpinolapro-clamatopatrimoniodell’umanitàdall’Unesco, è toccato inveceadue studiosidelVaticanoII,SilviaScatenaeCorradoLorefice[2011]9,affrontareDossetti e l’interpretazione del Vaticano II(«IlVaticanoII–hadettoScatenacitandoDos-setti–rappresentaundatodinonritorno[…]quindituttiglisforzipiùomenonostalgicinonpossonofarsìcheloSpiritoSantoritorniindietro»)allalucedelruolofondamentalecheebbe,siacomeperitodelcard.Lercaro,siacomesegre-tariodeimoderatori,siacomecollaboratoreeghost writerdinumerosiinterventidivaripadri.AllaFondazioneLazzati,aMilano,ValerioOnidaeFrancescoClementihannoinveceaffrontatoDossetti e il senso dello Stato.Ildiscorsodel17marzo1994cheDossettitennealclerodelladiocesidiConcordiaePordenone–perOnida–può
8 Come ha avuto modo di sottolineare lo stesso Galavotti a più riprese. Prova ne è il documentario curato da alberto Mel-loni e Fabio Nardelli, Frammenti di un racconto autobiografico: la voce e la vita di Giuseppe Dossetti (2006, riveduto e aggiornato nel 2013) costruito esclusivamente con la voce di Dossetti.9 Per la censura operata dall’editore su alcuni passi della prefazione di Giuseppe Ruggieri, si veda Melloni 2011.
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offrirelachiavepercapireilcammino,lacoerenzaeanchelesuesvolteepersinolesconfittenelsuoitinerario:
Lasuastagionepoliticaèstatabrevissima,lastagioneincuisièoccupatodelloStato,ovvero7anni,nel1952eragiàfinita.Dossettidice [inquestodiscorso]ancheilperchédiquestasuabrevitàpolitica.C’eranoduecosebloccantipergliobiettivicheavevainquellasuafase:ladivisionedelmondoindueblocchielacoscienzachelacristianitànonconsentivalecosecheluiauspicavanelsuocuore,nonleconsentivaaluienonleavrebbeconsentiteanessunaltro.
Milano–comesidirebbenellinguaggiogiornalisticoradiotelevisivo–«cedevailcollegamento»aReggioEmilia,doveisindaciVirgilioMerolaeGrazianodelRio,assiemeaLuigiPedrazzinelruoloditestimone(erastatounodiqueigiova-nicheDossettiinserìnellasualistaperleelezioniamministrativebolognesidel1956),nellaSaladelTricolorehannodiscussosuDossetti e la dimensione-città. Il circuito della Parolaèstatoinveceiltemaalcentrodellalezionetenutaalcir-colodeiLettoridiTorinodaEnzoBianchiePierluigiCastagnetti.Secondounaclimaxdegnadellemigliorisceneggiature,l’ultimalezione,quellasulDossetticostituente,davail“la”alricordodellaCameradeiDeputati.PaoloPombeni10,AlfonsoQuarantaePietroRescignonellaSaladelCenacolo,propone-vanounariflessionesuLa politica fra Costituzione e l’orizzonte internazionale,presiedutadaGianfrancoFiniedaAlbertoMelloni,eallapresenzadelPresidentedellaRepubblicaGiorgioNapolitano.Decisamente stimolante la seconda giornata di lavori, ospitati questa volta inun’unica sede, presso l’Accademia deiLincei.Argomento delle lezioniSvolte epocali e speranze per il XXI secolo. Studi e prospettive,incuisièpropostoaire-latoriditoccarerispettivamentetemiqualilafisionomiadellachiesa,lafondazio-neecclesiologicasull’eucarestia,ilrapportoconlastoriaeilsignificatoteologicodell’assimilazioneaiminimi,comehasintetizzatolostessoMelloni.IntrodottidaBeatriceDraghetti,LorenzoOrnaghiePietroRescigno,rispettivamentepresi-dentedellaProvinciadiBologna,ministroperiBenieleattivitàculturalidelpas-satogovernoMontieprofessoreemeritoeaccademicodeiLincei,hannopresolaparolaAlbertoMelloni(Povertà culturale della chiesa)eHaimBaharier–traiprincipalistudiosidiermeneuticabiblicaedipensieroebraico,nonchéallievodelfilosofoEmmanuelLévinas–intervenutosuIl debito coi minimi e il rinnova-mento della società;aquestesonoseguiteleriflessionedidueteologidelcalibrodiGiuseppeRuggieri(L’eucaristia e la vita della chiesa)ediPeterHünermann,emeritodiTübingen(Conoscenza storica e riforma della chiesa),quest’ultimo
10 Nelle prime settimane di gennaio 2013, sulla figura riformista di Dossetti è uscito anche il volume di Pombeni [2013].
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avanzandounparallelomoltointeressanteefinoadoramaitoccatotraDossettieJohannGustavDroysen,ilcelebrestoricodellaGermaniadelNordnatoappenapiùdicentoanniprimadiDossetti.Lui,cristianodiconfessioneluterana,fuin-fattidelegatodell’Assembleanazionaledel1948aFrancoforte,segretariodellacommissionechelavoravaallacostituzionee–ancoracomeDossetti–conside-ratocomeunodeipadridellacostituzionenazionaletedescadioggi.Perconcludere,ilcentenariodossettianohainnescato,comeènormalechesia,lapubblicazionidinumerosisaggieanalisieriedizionidiopere.Trainumerosilibriuscitiinquestimesi,meritadiesseresegnalatounebook,passatounpo’insordinamamoltosignificativoperiltemael’autore.SitrattadellapubblicazionedeitestidellelezionicheGiuseppeAlberigotennenelcorsodiStoriadellachiesadell’UniversitàdiBolognanell’annoaccademico1996-1997,trascrittefedelmen-teeannotatepropriodall’allorastudenteGalavotti[Alberigo2013].Fuinquellelezioni–dicuisentiva lanecessitàe l’urgenza–cheAlberigooffrìdi fatto la«primacompletabiografia»diGiuseppeDossetti:
Comeavretepotutoosservare–disseAlberigonellaprimalezione–ilprogram-macontenutonellaGuidadellostudenteeratotalmentediverso.Nonmieramaicapitatodiprendereunadecisionecomequesta,dicambiarecioèinmododrasticol’argomentodelcorso,mamièparsochefossimoinpresenzadiunacircostanzaeccezionaleechequesta«gridasse»diessereobbedita.Lacircostanzaèappuntolascomparsail15dicembrescorso,duemesifa,diGiuseppeDossetti.Questoav-venimentomihaindottoafareunmutamentoeasceglierequestoargomentoperilcorso–GiuseppeDossettiperl’appunto–perunamolteplicitàdiragionicheforsenonèneancheindispensabileevocare.[...]Mièparsodipoterintitolare,perquelchevale,ilcorsodiquest’annocomeGiuseppeDossetti–1913-1996,coscienzadiunsecolo[Alberigo2013,11-2].
4. Video della lezione di Enrico Galavotti
Contributovideodisponibileonline: http://youtu.be/gKg3gbA0GLI.
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MelloniA. (ed.)2008,Giuseppe Dossetti. Studies on an Italian Reformer,Berlin:LitVerlag
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Risorse
DocumentariodiSpecialeTg1,Con tutte le tue forze(Raiuno,10febbraio2013),acuradiA.MellonieF.Nardellihttp://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dcfad99b-f980-4d38-8275-a23a0ddde10b-tg1.html
EbookdiAlberigoG.2013,Coscienzadiunsecolo.Lelezionidel1997suGiuseppeDossetti,acuradiGalavottiE.,Bologna:Fondazioneperlescienzereligiosehttp://collane.fscire.it/it/home/e-book
Versionedigitaledi«Cronachesociali»,1947-1951http://amshistorica.unibo.it/173