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Dissociazione in Ipnosi:Teorie, Modelli ed Evidenze Sperimentali
5°Premio Scientifico Sante de SanctisSante de SanctisParrano (TR) 27 Settembre 2008Parrano (TR) 27 Settembre 2008
Teorie, Modelli ed Evidenze Sperimentali
Vilfredo De PascalisDipartimento di Psicologia, Università Sapienza di Roma
L’introduzione del concetto di ‘dissociazione’ in
psicologia è stato attribuito allo psicologo Pierre Janet
nel 1889. Il termine coniato da Janet era désagrégation
e tradotto poi in Inglese e divulgato come dissociation
[ da William James nei Principles (1890) e da Janet
stesso nei suoi seminari The Major Symptoms of
Hysteria tenuti alla Harvard University ]. Hartmann
nel 1869, prima di Freud, utilizzò il termine inconscio
nel suo libro ‘Filosofia dell’Inconscio’.
Il Concetto di dissociazione secondo Pierre Janet
nel suo libro ‘Filosofia dell’Inconscio’.
Per Janet esiste dissociazione quando parte dei ‘sistemi delle idee’ (oggi i sistemi cognitivi) sono divisi dalla personalità principale ed esistono come una personalità subordinata, inconscia ma capace di diventare cosciente mediante l’uso dell’ipnosi.
Janet fu il primo a coniare il termine subconscio
per riferirsi ai processi cognitivi apparentemente fuori
della consapevolezza che potrebbero, in qualche caso,
diventare consci.
Janet deriva il termine disaggregazione o dissociazione dalla prevalente teoria
associazionistica dell’epoca. In particolare, se i ricordi potevano diventare coscienti
solo mediante un meccanismo di associazione di idee, allora i ricordi o idee che non
erano disponibili per essere associati dovevano essere dissociati.
Janet offrì un semplice schema per mostrare come un sistema di idee, coerente in
sé, poteva essere separato dalla coscienza primaria della persona.
Lo schema si riferisce al caso di Irene, la
quale, nel suo stato sonnambolico,
ripetutamente raccontava la morte di sua
madre che lei aveva vissuto durante un madre che lei aveva vissuto durante un
evento molto spiacevole. In condizioni
normali, non solo non ricordava l’evento
drammatico che aveva riportato nello
stato sonnambolico, ma non ricordava
nemmeno altri eventi ad esso associati.
Irene diceva: “So molto bene che mia
madre è morta perchè mi è stato detto
molte volte che sono in lutto, e perchè
non la vedo più; ma sono veramente
stupefatta da questo. Quando è
morta?.....”
Modelli dell’Ipnosi
� Il Modello Neodissociativo (E. Hilgard)
Il successivo sviluppo della Psicoanalisi e l’aver sostenuto una netta indipendenza
tra le personalità dissociate (ritenuta un errore da Hull, 1933) ha portato al rifiuto di
questa teoria.
� Il Modello del Controllo Dissociato (K. Bowers)
� Il Modello Socio-Cognitivo (N. Spanos)
� Il Modello Neurofisiologico (J. Gruzelier & H.J. Crawford)
Hilgard (1977) notò alcune similarità
tra i fenomeni ipnotici di amnesia e
analgesia e le sindromi isteriche e
ipotizzò che il concetto di dissociazione
di Janet fosse utile per spiegare i
fenomeni ipnotici, questa analisi lo
portò a formulare la teoria
La Teoria Neodissociativa di Hilgard (1973)
portò a formulare la teoria
‘neodissociativa’. Secondo Hilgard il
sistema della coscienza consta di due
parti: (a) la ‘funzione esecutiva’, (b) la
‘funzione di monitoraggio’. Il sistema
esecutivo può attivare vari subsistemi
specializzati che controllano ad es.
memoria, credenza, abitudini, ruoli
sociali, etc.
Secondo Hilgard (1977) l’ipnosi
consiste in una condizione di
temporanea dissociazione o
sconnessione tra le varie parti della
coscienza che normalmente sono ben
integrate. Il tipo di suggestione determina il livello di dissociazione.
Per esempio una suggestione di
analgesia ipnotica può diventare
operativa se si verifica una
Teoria Neodissociativa
operativa se si verifica una
dissociazione tra i sistemi di percezione del dolore e il sistema di monitoraggio conscio.
L’amnesia ipnotica può essere
prodotta da una dissociazione tra il sistema di memoria e il sistema esecutivo, mentre le allucinazioni
ipnotiche possono essere prodotte da
una dissociazione dei meccanismi
volontari di generazione dell’immagine
dai processi di giudizio della realtà.
La struttura di controllo centrale (ego-
esecutivo) ordina l’esecuzione o
l’inibizione del movimento, ad es., del
braccio. Così tale azione è un atto
volontario (Kihlstrom, 1992). Il
partecipante percepisce l’atto emesso
come involontario, poichè esso è
controllato dalla porzione dell’Io che è
stata separata dalla consapevolezza.
Con il termine dissociazione Hilgard intende la
separazione di alcuni processi mentali dalla
coscienza principale i quali hanno un livello di
autonomia (Hilgard, 1992). Il concetto di
dissociazione è stato sviluppato da Hilgard in
seguito alla scoperta dell’osservatore nascosto
(hidden observer, una metafora per meglio
esprimere il fenomeno). La scoperta che un
‘osservatore nascosto’ potrebbe riportare la
presenza di dolore quando il soggetto in ipnosi
non lo prova a causa dell’analgesia ipnotica, ha
Teoria Neodissociativa
non lo prova a causa dell’analgesia ipnotica, ha
portato Hilgard a ipotizzare che nella coscienza
coesistono due flussi di pensiero paralleli e
separati.
Sia l’idea dell’osservatore nascosto, che l’idea di
una barriera amnesica per spiegare il concetto di
dissociazione in ipnosi, insieme al postulato
sull’esistenza di canali multipli di coscienza (per
spiegare il fenomeno dell’osservatore nascosto
nell’analgesia ipnotica) sono stati criticati e non
convincenti (Kirsch & Lynn, 1998; Kallio &
Revonsuo, 2003).
Teoria Socio-Cognitiva
Il comportamento ipnotico è il prodotto di fattori individuali quali: abilità, attitudine, credenza, aspettativa, attribuzione, e interpretazione della situazione. Non vi è evidenza sperimentale per l’uso del termine ‘stato ipnotico’.
Bowers (1990,1992) ipotizza che la suggestione attivi direttamente i sub-Bowers (1990,1992) ipotizza che la suggestione attivi direttamente i sub-sistemi di controllo. L’induzione dell’ipnosi modifica la struttura di controllo centrale, senza creare una dissociazione della coscienza, ma indebolendo il controllo esecutivo sui sub-sistemi. Tale indebolimento dei controlli esecutivi permette che i sub-sistemi di controllo siano attivati direttamente dalla suggestione. Tale teoria altro non è che una versione ‘forte’ dell’ipotesi dello stato alterato di coscienza.
La teoria del controllo dissociato (Woody and Bowers, 1994) può essere considerata la prima di una nuova generazione di teorie sull’ipnosi che si collocano entro una prospettiva delle neuroscienze cognitive.
La teoria del controllo dissociato spiega una delle principali caratteristiche
dell’ipnosi, vale a dire il senso di involontarietà della risposta alla
suggestione ipnotica, utilizzando le moderne teorie del controllo cognitivo
(v. ad es. Normann e Shallice, 1986).
Bowers denomina la teoria neodissociativa di Hilgard come teoria della
Esperienza Dissociata e Controllo Dissociato
‘esperienza dissociata’, mentre definisce il proprio modello ‘teoria del
controllo dissociato’, poichè il fenomeno dell’involontarietà della risposta
(Weitzenhoffer, 1953) in ipnosi è dovuto a una reale alterazione nel
controllo del comportamento piuttosto che a una illusione dell’esperienza
(esperienza dissociata; Hilgard, 1977).
Normann e Shallice (1986), per spiegare i deficit funzionali osservati nei test neuropsicologici in pazienti con lesioni frontali, hanno proposto due sistemi di controllo cognitivo distinti, ma interagenti. Essi hanno denominato ‘Contention Scheduling (Sistema di Selezione Competitiva, SSC) e ‘Supervisory Attentional System’ (Sistema Supervisore Attenzionale, SSA).
SSC. - Ciascuna operazione elementare (schema) ha ad ogni istante un livello di attivazione dipendente dalla quantità di input ambientali attivanti
Teoria del controllo Dissociato
livello di attivazione dipendente dalla quantità di input ambientali attivanti che riceve. L’operazione viene selezionata ed eseguita quando viene raggiunto o superato questo livello di attivazione, a meno che non venga inibita da una diversa operazione che con essa è in competizione. Questo processo di risoluzione del conflitto è del tutto automatico e viene definito da Shallice (1988) ‘selezione competitiva’.
SSA. - Sistema di controllo intenzionale, un meccanismo di controllo superiore che viene attivato nella presa di decisione e monitorizza la risoluzione del conflitto specialmente nelle situazioni nuove.
SSA
SSC
Modello di Normann e Shallice (1986)
Woody e Bowers (1994) hanno applicato il modello di Norman e Shallice per spiegare i fenomeni di dissociazione osservati in ipnosi. Essi hanno osservato che in risposta a suggestioni in ipnosi, processi motori e cognitivi, normalmente esperiti come volontari, sembrano verificarsi indipendentemente dalla volontà del soggetto in ipnosi. Secondo la teoria del controllo dissociato, questo si verifica a causa di una temporanea dissociazione funzionale del SSA dal SSC, simile in alcuni aspetti all’effetto delle lesioni frontali.
Il modello neurofisiologico di Gruzelier & Crawford (Gruzelier, 1988, 1990, 1998; Crawford and Gruzelier, 1992) descrive il verificarsi dell’ipnosi con
il progredire dell’induzione in tre stadi principali:
1. Istruire il soggetto a focalizzare l’attenzione su un target e a ignorare glistimoli distraenti coinvolge principalmente l’attenzione focalizzata el’attenzione sostenuta, entrambe ritenute funzioni rispettivamentedell’emisfero sinistro e destro.
Modello Neurofisiologico (Gruzelier & Crawford)
2. Con il progredire dell’induzione le funzioni frontali vengono gradualmenteinibite dall’instaurarsi di un profondo rilassamento indotto dallesuggestioni, questo porta alla sospensione delle funzioni esecutivefrontali (propie del Sistema Supervisore Attenzionale) che portano a unariduzione della valutazione critica di quello che accade nella realtà(controllo dissociato).
3. Nella parte finale dell’induzione ipnotica l’attivazione corticale si spostadai lobi frontali a quelli posteriori e dall’emisfero sinistro a quello destroprivilegiando il sogno le attività cognitive a contenuto fantastico.
Kallio et al.(2001) trovarono un declino della fluenza in un test di lettura di
lettere (utilizzato per valutare il danno da lesioni nell’area di Broca) in
soggetti alti ipnotizzabili in ipnosi rispetto a soggetti non ipnotizzabili.
Questo risultato conferma quello già riportato da Gruzelier e Warren
(1993).
Alcuni risultati sperimentali
Jamieson e Sheehan (2004), utilizzando il test di Stroop, hanno
confermato la validità della teoria del controllo dissociato poiché i soggetti
con alta ipnotizabilità in ipnosi mostravano un peggioramento della
performance quando dovevano leggere i nomi di colori che erano
presentati con un colore diverso dal colore nominato. Questo dimostra che
il controllo del SSA è ridotto in ipnosi, al contrario di quanto osservato da
Horton e Crawford (2004) secondo cui l’ipnosi è uno stato di aumentato
controllo del SSA.
• Vengono presentati i risultati di tre recenti studi nei quali è stato evidenziato che:
(1) l’allucinazione ostruttiva della percezione dolorifica in ipnosi è il prodotto di uno stato “alterato” di coscienza caratterizzato da controllo dissociato in cui l’esecuzione
Allucinazione Ostruttiva
caratterizzato da controllo dissociato in cui l’esecuzione della risposta suggestionata richiede un basso carico cognitivo in quanto esperita come involontaria;
(2) l’analgesia ipnotica è il prodotto di un processo inibitorio globale che coinvolge non solo l’elaborazione tardiva dell’informazione, ma anche i processi primari di registrazione dello stimolo.
Una questione chiave che ogni modello deve spiegare è come mai una persona in ipnosi, alla quale sono stati somministrati stimoli che tradizionalmente evocano una risposta automatica di evitamento (stimoli dolorifici, odore dell’ammoniaca), non mostra le caratteristiche reazioni di evitamento dopo che sia stata somministrata una suggestione ostruttiva. stata somministrata una suggestione ostruttiva.
Può essere data una risposta esauriente a questo punto se viene spiegato come un individuo in ipnosi può creare esperienze simili alle allucinazioni positive e negative.
▪ L’allucinazione ostruttiva in ipnosi innesca il controllo dissociato?
Se ciò accade, allora il sistema di controllo centrale, associato all’esperienza volontaria, è parzialmente disabilitato e l’azione viene sperimentata come involontaria. Questo comporta che la persona ipnotizzata sia in uno stato speciale di coscienza principalmente dipendente dalle suggestioni somministrate. Rispetto alla condizione di veglia, dovrebbero
Studio 1 - De Pascalis et al. (2002) – Cold Bottle Test
somministrate. Rispetto alla condizione di veglia, dovrebbero essere disponibili più elevati livelli di risorse cognitive per un ulteriore processamento dell’informazione.
� Contesto Ipnotico (Veglia):Se si definisce un trattamento come ‘Ipnotico’, può
questo attivare le capacità potenziali mostrate dalla persona in ipnosi, anche in assenza di una induzione ipnotica?
Nelle condizioni di Veglia e Ipnosi: (1) No-Analgesia (rilassamento); (2) Imagery Dissociativa; (3) Analgesia Focalizzata
Stimolazioni Dolorifiche: ‘Cold Bottle Test’ (mano-sinistra)
- Oddball uditivo durante il Cold Bottle Test -
Misure:
(1) Rating Intensità del Dolore (per ogni stimolo acustico target )
(2) Tempo di Reazione (mano destra)
(3) Ampiezza del picco P3 (322 + 23.1 ms) degli ERP al tono target
(4) Livelli di Conduttanza Cutanea pre-stimolo (SCL, arousal tonico)
(5) Risposte di Conduttanza Cutanea (SCR) (risposta di orientamento)
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) High Hypnotisables
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Conclusione: La riduzione del dolore durante la suggestione di “Analgesia Focalizzata” in ipnosi, rispetto alla condizione di veglia, era accompagnata da:
▪ RT più brevi nella detezione dello stimolo target della prova secondaria di oddball uditivo
▪ SCR più ampie10-106 145 395 645 10-106 145 395 645
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▪ SCR più ampie
▪ Più ampi picchi della P3 centro-parietale degli ERP ai toni target
���� Complessivamente questi risultati indicano che durante l’allucinazione ostruttiva in ipnosi rimangono disponibili più alti livelli di risorse cognitive per un ulteriore processamento dell’informazione. Questa conclusione è in linea con le previsioni derivate dal “Modello del Controllo Dissociato”
• Partecipanti: 13 Alta, 13 Media, 12 Bassa Ipnotizzabilità ( SHSS:C)
• Trattamenti: (1) Veglia-Dolore; (2) Veglia-Analgesia; (3) Ipnosi-Dolore;(4) Ipnosi-Analgesia; (5) Post-Ipnosi-Analgesia
• Stimoli Elettrici: dito medio della mano destra � paradigma oddball
• Compito: contare gli stimoli target somministrati
Registrazione EEGMisure Comportamentali
Studio 2-De Pascalis & Cacace (2005)- Stimolazione elettrica dolorifica
Siti: F3, F4, P3, P4, Fz, Cz, Pz
Filtri FIR: beta1 (26-30Hz); beta2 (30-34Hz), gamma1 (36-38Hz), gamma2 (38-42Hz), e gamma3 (42-46Hz)
● Stima statistica della covarianza delle oscillazioni per le bande di frequenza di interesse: Media dei Coefficienti Z di Fisher ottenuti dai valori r per 4 set di 15 sweep di 150 ms ciascuno (-375, -225) (-225, -75) (-75, 75), … ecc.
Veglia: Soglie Sensoriali e Dolorifiche
Veglia, Ipnosi, Post-Ipnosi:Autovalutazioni del dolore (Rating)
Post-Hypnosis condition:Autovalutazione dell’involontarietà per la riduzione del dolore
Esperienza di Involontarietà
Secondo il modello di Normann e Shallice (1986):
Quando il Sistema di Controllo Centrale non monitorizza ne’ modula l’attività del Sistema di Controllo della Risposta, l’azione viene esperita come automatica
Questo perchè l’attività del sistema di controllo superiore, Questo perchè l’attività del sistema di controllo superiore, associata all’esperienza di volontarietà è parzialmente disabilitata. La persona ipnotizzata diviene così principalmente dipendente dalle suggestioni dell’ipnotista (ipersuggestionabilità)
Implicazioni Neurofunzionali
• L’analgesia ipnotica è caratterizzata da:
- Riduzione del controllo fronto-centrale?
- Ridotta integrazione entro il lobo frontale?
Scopo della ricerca era di verificare se:
(1) La sincronizzazione delle oscillazioni gamma EEG alla presentazione dello stimolo fosse in relazione al livello di dolore provato
(2) Le persone con più elevata suscettibilità ipnotica potessero evidenziare riduzioni di dolore più marcate alle potessero evidenziare riduzioni di dolore più marcate alle suggestioni di analgesia ipnotica
(3) La suggestione di analgesia in ipnosi sia più efficace a ridurre il dolore rispetto alla stessa suggestione presentata in condizione di veglia.
Studio 2 - Oscillazioni Beta & Gamma: Covar. per N=15 campioni
Z =0.5 ln[(1+r)/(1-r)]
r1
r2r3
-1
-0.5
0
0.5
1
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0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z
z1
z2z3
s
Studio 2 - Risultati
Hypnotizability vs. Automaticity
(F2,37=5.5, p=0.008)
8
10
Inv
olu
nta
rin
es
s R
ati
ng
• Non vi erano effetti
significativi per il fattore Condizione o per l’Ipnotizzabilità per le misure:
- Soglia Percettiva
- Soglia Dolorifica
Involontarietà
0
2
4
6
High-Hyp
(N=13)
Med-Hyp
(N=13)
Low-Hyp
(N=12)
Inv
olu
nta
rin
es
s R
ati
ng
- Soglia Dolorifica
e per le
Ampiezze di picco dei valori Z per le bande:
-Beta1 (26-30 Hz)
- Beta2 (30-34 Hz)
- Gamma1 (36-38 Hz)
4
5
6
7
8P
ain
Rati
ng
Condition: F4,140=7.2, p=0.0005
Hypnotizability x Condition: F8,140=2.8, p=0.02
Studio 2 - Autovalutazioni del dolore (Pain ratings)
0
1
2
3
4
Wak-
Pain
Wak-
Anal
Hyp-
Pain
Hyp-
Anal
P.Hyp-
Anal
Pain
Rati
ng
High-Hyp
Medium-Hyp
Low-Hyp
Gamma2 (38-42 Hz) Gamma3 (42-46 Hz)
(42-46 Hz): Hypnot F(2,35)=6.07
p=.005
0.2
0.3
0.4
0.5Z(r)
High-Hypnot
Medium-HypnotLow-Hypnot
(38-42Hz) -- Hypnotizability:
F2,35=10.4, p=0.0003
0.2
0.3
0.4
0.5 High-Hypnot
Medium-Hypnot
Low-Hypnot
Z(r)
Studio 2 – Stimolazione elettrica dolorifica
-0.1
0
0.1
0.2
-375 -225 -75 75 225 375 ms-0.1
0.0
0.1
0.2
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Studio 2 – Stimolazione elettrica dolorifica
Phase-ordered Gamma2 (38-42 Hz)
Fz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375
Z(r)
0.3
0.4
0.5Z(r)
(38-42)Hz High Hypno Ss (N=13)
Fz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375
Z(r)
0.3
0.4
0.5Z(r)
(38-42)Hz Med Hypno Ss (N=13)
Fz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375
Z(r)
0.3
0.4
0.5Z(r)
(38-42)Hz Low Hypno Ss (N=12)
*
**
*
Cz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
-375 -225 -75 75 225 375
Pz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
W-PainW-AnalgesiaHy-PainHy-AnalgesiaP.Hy-Analgesia
Cz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
-375 -225 -75 75 225 375
Pz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
W-PainW-AnalgesiaHy-PainHy-AnalgesiaP.Hy-Analgesia
Pz
Cz
-0.2
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
-375 -225 -75 75 225 375
Pz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
W-PainW-AnalgesiaHy-PainHy-AnalgesiaP.Hy-Analgesia
Pz
0.4
0.5Z(r)
(42-46)Hz High Hypno Ss (N=13)
Fz
-0.2
-0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
0.4
0.5Z(r)
(42-46)Hz Med Hypno Ss (N=13)
Fz
-0.2
-0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
0.4
0.5Z(r)
(42-46)Hz Low Hypno Ss (N=12)
Fz
-0.2
-0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375
Z(r)
*
Studio 2 - Stimolazione elettrica dolorifica
Phase-ordered Gamma3 (42-46 Hz)
Cz
-0.2
-0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
-375 -225 -75 75 225 375
Pz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
W-PainW-AnalgesiaHy-PainHy-AnalgesiaP.Hy-Analgesia
Cz
-0.2
-0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
-375 -225 -75 75 225 375
Z(r)
Pz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
W-PainW-AnalgesiaHy-PainHy-AnalgesiaP.Hy-Analgesia
Pz
Cz
-0.2
-0.1
0.1
0.2
0.3
0.4
-375 -225 -75 75 225 375
Pz
-0.1
0.0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
-375 -225 -75 75 225 375 ms
Z(r)
W-PainW-AnalgesiaHy-PainHy-AnalgesiaP.Hy-Analgesia
Pz
Intensità Dolorifica e valori Z per la banda gammaAnalisi della Regressione Multipla, separate per ciascuna
Condizione e per ciascuna banda EEG di interesse
Predictors: Picco Z(r) per i siti F3, F4, P3, P4, Fz, Cz, Pz
Criterion: Autovalutazioni del dolore (Rating)
<--- 38-42 Hz --->W-Pain --> Cz electrode: B=6.07, st. err.=1.66
W-Pain_Obstructive Imagery --> Pz electrode: B=6.84; st. err.=3.74I migliori predittori del dolore erano i valori dei picchi
Studio 2 - Stimolazione elettrica dolorifica
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
0 0.2 0.4 0.6 Z(r)
Pain
Rating
s
W-Pain
W-Pain_Obstr. Imagery
valori dei picchi Z(r) per la banda gamma2 (38-42 Hz)] sul sito Cz nella condizione Veglia-Dolore, e per I picchi Z(r) sul sito Pz nella condizione Veglia-Analgesia ----����
<--- 42-46 Hz --->W-Pain --> Cz electrode: B=6.50, st. err.=1.81
W-Pain_Obstructive Imagery --> P3 electrode: B=7.79; st.
err.=2.17
10
I migliori predittori del dolore erano i picchi Z(r) per la banda gamma3 (42-46 Hz) sul sito Cz nella condizione Veglia-Dolore, e sul sito P3 nella condizione Veglia-Analgesia
Questi risultati indicano che l’analgesia ipnotica è il prodotto di un distintivo stato di coscienza
Per le condizioni test in ipnosi non furono
trovati predittori del dolore per le bande EEG
considerate
Studio 2 - Stimolazione elettrica dolorifica
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
0 0.2 0.4 0.6 Z(r)
Pa
in R
ati
ng
s
W-Pain
W-Pain_Obstr. Imagery
stato di coscienza (Controllo Dissociato) caratterizzato dalla perdita della relazione esistente tra la funzione di valutazione cognitiva del dolore e le espressioni elettrocorticali del dolore come il livello di sincronizzazione di fase delle oscillazioni gamma
Studio 2 - Conclusioni
• L’ipnosi profonda è associata a esperienze di involontarietà più pronunciate. Questo indica che l’ipnosi in parte disabilita il Sistema di Controllo Superiore che controlla l’esperienza di volontarietà
• L’analgesia ipnotica negli alti ipnotizzabili appare più efficace nella riduzione del dolore rispetto allo stesso trattamento nella condizione di veglia
• La riduzione del dolore in ipnosi risulta dipendente dalla riduzione del livello di sincronizzazione di fase delle risposte oscillatorie gamma nelle regioni frontali (Fz) e centrali (Cz)
• La sincronizzazione delle oscillazioni Gamma su Cz risulta il migliore predittore dell’esperienza soggettiva di dolore nella condizione di veglia. Questa relazione scompare in ipnosi.
Partecipanti: 12 Alta, 12 Media, 12 Bassa Ipnotizzabilità ( SHSS:C)
Trattamenti: (1) Veglia-Dolore; (2) Veglia-Analgesia; (3) Ipnosi-Dolore; (4)
Ipnosi-Analgesia; (5) Post-Ipnosi-Analgesia
Stimoli Elettrici: dito medio della mano destra � paradigma oddball
Compito: contare gli stimoli target somministrati
Siti: Fz, Cz, Pz ; ERP agli stimoli Standard
Studio 3 - De Pascalis, Cacace, Massicolle (2008) – Stimolazione
elettrica dolorifica
<----------- Risultati e Conclusioni -------------->
E’ stata osservata durante la suggestione di analgesia nei
soggetti in ipnosi, in parallelo alla riduzione di dolore, un
numero minore di target rilevati e una notevole riduzione
delle ampiezze delle componenti N140 e P200 degli ERP
elicitati da stimoli elettrici standard. E’ stato riportato dai
soggetti con alta ipnotizzabilità che l’effetto analgesico si era
verificato involontariamente.
I soggetti alti ipnotizzabili hanno riportato le più significative riduzioni di dolore e sofferenza durante la condizione di post-ipnosi analgesia rispetto a quella di analgesia ipnotica e tra queste due e le condizioni di due e le condizioni di controllo.
Fuori dall’ipnosi questi soggettio riportavano di aver provato meno dolore e sofferenza di quello realmente riportato durante i trattamenti di analgesia ipnotica e di post-ipnosi analgesia.
Questi risultati sono
stati considerati a
sostegno della teoria
del controllo
dissociato.
L’effetto inibitorio,
però, a differenza dei
P200
N140
però, a differenza dei
risultati di Ray et al.,
2002, non
coinvolgerebbe
soltanto la componente
cognitiva del dolore
(P200), ma anche
quella percettiva
(N140).