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Corso Integrato RIABILITAZIONE NEUROLOGICA E PSICHIATRICAModulo RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE
DISPENSE LEZIONI anno accademico 2011-2012
dr. Bondi Stefanodr. Bondi Stefano Unità Operativa Recupero e Rieducazione Funzionale
Fondazione Don Gnocchi Onlus
Polo Riabilitativo del Levante Ligure Ospedale S. Bartolomeo - Sarzana – SP
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università di Pisa
Corso di Laurea in Terapia Occupazionale
RACHIDE LOMBARE aspetti biomeccanici e funzionali
dr. Bondi Stefano
Unità Operativa Recupero e Rieducazione Funzionale
Fondazione Don Gnocchi Onlus
Polo Riabilitativo del Levante Ligure Ospedale S. Bartolomeo - Sarzana – SP
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università di Pisa
Corso di Laurea in Terapia Occupazionale
La Colonna Vertebrale
● Cervicale
● Dorsale
● Lombare
La Vertebra
Kapandji Fisiologia Articolare
Le curvature del rachide 1. Cifosi sacrale2. Lordosi lombare3. Cifosi dorsale4. Lordosi cervicale
Grazie allo sviluppo di tali curve la funzione statica e quella dinamica si integrano e si
potenziano reciprocamente con notevole risparmio di
energia
Comparsa delle curve rachidee FilogenesiTrave di collegamento
Colonna portante antigravitaria
Ontogenesi● fino a 15 mesi di vita tratto
lombare a concavità anteriore
● Poi rettilineo● A 3 anni inizia concavità
posteriore● Curva definitiva a 10 anni
La presenza delle curve rachidee aumenta la resistenza del rachide alle sollecitazioni di compressione
assiale
R= N2+1
La resistenza della colonna vertebrale è 10
volte quella di una colonna rettilinea
Le divisioni funzionali
del rachide
Elementi di connessione intervertebrale
Annessi al pilastro anteriore
● Legamento longitudinale anteriore
● Legamento longitudinale posteriore
Annessi al pilastro posteriore
● Legamento giallo ● Legamento interspinoso● Legamento sovraspinoso● Legamento intertrasversario● Legamento interapofisario
anteriore e posteriore
Connessione solida e notevole R meccanica
Disco intervertebrale
Nucleo come biglia tra 2 piani:
• Movimenti d’inclinazione sul piano sagittale e frontale
• Movimenti di rotazione di un piatto
• Movimenti di scivolamento di un piatto
Nucleo polposo
Anello fibrosoDisco intervertebrale
Posizione eretta
Posizione seduta
Disco intervertebrale
● Valutazione in vivo componente verticale ed orizzontale della pressione intradiscale
● Degenerazione e disidratazione del disco● Differenza significativa del comportamento
idrostatico del nucleo polposo
Sato, Kikuchi; Spine 1999
Disco intervertebrale
La fissurazione delle componenti visco-elastiche indotte da un carico ciclico desensibilizza i
meccanocettori con diminuzione significativa delle forze muscolari riflesse stabilizzatrici dei
muscoli multifidi e lunghissimi
Solomonow, Zhou; Spine 1999
Disco intervertebrale
Periodi prolungati di riposo fino al doppio del periodo di attività non permettono un recupero a livello iniziale dell’attività muscolare riflessa
Gedalia, Solomonow; Spine 1999
La migrazione di acqua nel nucleo
Gli sforzi di compressione sul disco
● Peso del corpo● Tono dei muscoli
paravertebrali● Trasporto di carichi
Lo stato di precompressione del disco
Stato di pressione preliminare dovuto allo stato di idrofilia che permette al disco di resistere meglio alle solleccitazioni meccaniche cui è
sottoposto.
Lo stato di precompressione del disco permette infatti quello che si definisce
meccanismo di autostabilizzazione dell’articolazione disco-vertebrale
Il rachide lombare
Caratteri particolari vertebre lombari
● Assenza dei fori trasversari● Assenza delle faccette costali● L1 ha un’apofisi costiforme meno sviluppata di quella
delle altre● L5 ha un corpo vertebrale più alto in avanti che
dietro; di profilo appare cuneiforme o a trapezio con base maggiore in avanti
● L5 ha apofisi articolari inferiori più distanziate l’una dall’altra rispetto a quelle delle altre vertebre lombari
Appianamento della lordosi lombare
Flesso-estensione e inclinazione
rachide lombare
Rotazione nel rachide lombare
Limitata dall’orientamento
delle faccette articolari superiori
Rotazione automatica del rachide durante l’inclinazione laterale
Durante l’inclinazione laterale i corpi vertebrali ruotano su loro stessi in modo che la linea delle spinose si sposta verso la concavità della curva. Tale rotazione automatica dipende da 2 meccanismi sinergici:
● La compressione dei dischi● La messa in tensione dei legamenti
DefinizioneMovimentazione Manuale Carichi
● Sollevare: spostare verso l’alto● Spingere: premere su un oggetto ● Tirare: forza verso di sè● Trasportare: trasferire di posizione● Sostenere: reggere il peso di un oggetto
Titolo V° art.21 del D.Lgs n° 626/94
ERGONOMIA disciplina che studia le condizioni che consentono di adattare il lavoro all’uomo
Esempio Movimentazione Carico
Epidemiologia
● 1970 Magora 16,8 %● 1976 Dehlin 46 %● 1983 Stubbs 43%● 1989 Videman 46 %● 1994 SIMFER Torino
Il personale infermieristico e i terapisti della riabilitazione presentano un’alta incidenza di
rachialgie collegate all’attività lavorativa
Fattori di rischio
● Mobilità lombare ridotta● Curve sul piano sagittale● Lunghezza del dorso● Forza muscolare – affaticabilità● Aspetti psicosociali
Adams M.A., Magnon A.F.; Spine 1999
Attività Lavorativa
● CARICOcaratteristichespazio richiestoergonomia del gesto
Colombini Occhipinti “La movimentazione manuale dei carichi” 1996
RACHIDEcurve fisiologicheatteggiamenti posturali fattori individuali
Il Carico (naturale)
Il Carico (sovraccarico)
● Dimensioni● Posizione ● Consistenza ● Stabilità
Misure Preventive
● Valutazione del rischio● Mezzi adeguati● Modalità organizzative● Informazione● Formazione
Ferrara, Giudici “Manuale di sicurezza sul lavoro” 1996
Norme ergonomiche per la movimentazione dei pazienti
● Sicurezza dell’operatore e del paziente● Ricercare traiettorie brevi e libere da
ostacoli● Assicurarsi buone prese● Divise comode e calzature stabili● Corretto posizionamento del rachide
Aloia, Broglia; Il Fisioterapista 2000
ATTIVITA’ MOTORIA nel Progetto Riabilitativo
Possibilità Terapeutica nella Disabilità
dr. Bondi Stefano
Unità Operativa Recupero e Rieducazione Funzionale
Fondazione Don Gnocchi Onlus
Polo Riabilitativo del Levante Ligure Ospedale S. Bartolomeo - Sarzana – SP
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università di Pisa
Corso di Laurea in Terapia Occupazionale
L’ATTIVITA’ MOTORIA nel Progetto Riabilitativo offre una possibilità terapeutica nella disabilità perché
Lo sport terapia è parte integrante della rieducazione funzionale del paziente.
Lo sport per sua natura è teso alla utilizzazione del corpo per realizzare risultati e prestazioni nelle quali la mente ha un valore determinante.
L’ATTIVITA’ MOTORIA nel Progetto Riabilitativo offre una possibilità terapeutica nella disabilità perché
Attraverso lo sport si realizza : il controllo del movimento e dell'ampiezza articolare, si crea fiducia in se stessi e modificazioni inerenti alla
valorizzazione del proprio agire, si determina un vissuto maggiormente positivo nei confronti
dei figli da parte del gruppo parentale, verso gli altri e la società
si struttura un livello di socializzazione attraverso lo sport di squadra, ma anche attraverso lo spirito di gruppo negli sport individuali dove il lavoro del singolo deve essere sempre commisurato al risultato di tutti e che la prestazione personale è tanto più valida quanto più gli effetti si proiettano sul gruppo.
binomio “Sport - Disabilità”
Guttmann, neurochirurgo, inserì attività ludico motorie tra le opzioni terapeutiche di soggetti paraplegici per lesioni midollari da cause belliche
1960 Olimpiadi di Roma
Para-Olimpiadi
binomio “Sport - Disabilità”Disabili motori e psichici sono
2,6 milioni
Fra i 300.000 di età inferiore ai
40 anni solo il 25% pratica una
qualunque forma di movimento
CONI,
Federazione Italiana Sport
Disabili
Circa 500 società sportive
affiliate
Sport - Handicap
Handicap fisico
Fanno sport per:
Divertimento
Competizione con se
stessi e con gli altri
Risvolto psicologico
Gruppo vs individuale
Handicap mentale
Fanno sport per:
Contatto sociale vs
isolamento
Gioire delle possibilità del
proprio corpo
Stimoli propriocettivi ed
esterocettivi
Attivita’ motoria nel progetto riabilitativo Livelli di difficoltà motorie e percettive con
proposte adeguate - Valenza terapeutica dell’esercizio
Competenza professionaleDifferenti figure professionaliDefinizione dei ruoliRegole di sicurezza - Problemi
comportamentaliComprensione spiegazione gioco sportAspetto rieducativo dello sport
progetto terapia occupazionale - sport
progetto terapia occupazionale - sport
XVI° CONGRESSO AITO
SVILUPPANDO OPPORTUNITA’ E POTENZIALITA’
Evoluzione della Terapia Occupazionale e potenziamento
dell’autonomia degli utenti, attraverso buona prassi riabilitativa
Napoli 15, 16 e 17 Aprile 2005
Sede: Casa S. Ignazio-Padri Gesuiti – Viale S. Ignazio 51- Napoli
Sport-Terapia, Ruolo e Performanceattuare un percorso riabilitativo adatto al recupero fisico per poi essere
inserito in un programma lavorativo attuo a sviluppare le proprie capacità
l’equivoco sport-terapia
1. contesto di tipo chinesiterapico rieducativo
2. contesto di tipo sport inteso come attività ludica motoria
3. contesto di tipo sport inteso come attività sportiva agonistica
l’equivoco sport-terapia 1contesto di tipo
chinesiterapico rieducativo
l’importanza terapeutica dell’esercizio volta a stimolare la disabilità (coinvolgendo la parte lesa a scopo riabilitativo)
il riabilitatore sceglie il tipo di sport per stimolare una funzione deficitaria con limiti ed indicazioni ben precise = utilizzo il gesto tecnico per stimolare funzione mancante
Amadio L, Sport e Riabilitazione,Erre come Riabilitazione 2001; 47: 48-52
Binomio vincente se sorretto da un preciso progetto di recupero
Il riabilitatore utilizza la spinta
ludico competitiva per
raggiungere l’obiettivo
terapeutico riabilitativo
Compiere determinati esercizi
attraverso l’attività sportiva
GIS Sport Emilia-Romagna
Perché usare lo Sport come Terapia?
● Come terapia occupazionale, come strategia di integrazione, come modo per potenziare l’Io (accettare il cambiamento per inseguire nuovi traguardi) ultimo e non ultimo il benefico effetto dello sforzo muscolare sul sistema cardio-circolatorio e sul trofismo.
● Per trasmettere gioia e divertimento, passione ed abilità per affrontare gare a livelli sempre più alti.
● Per formare nuove capacità e migliorare le difficoltà nella comunicazione e nello stabilire un rapporto di fiducia per trovare strategie per superare gli ostacoli quotidiani
● Per fornire “le terapie e i trattamenti” adatti a migliorare la qualità di vita dei disabili.
Esperienza Don Gnocchicentro Sarzana
Autonomia nella disabilità a difficoltà
crescente anche in acqua
Proprietà
idrochinesiterapiaSe alcuni aspetti sono mal valutabili
in palestra per la “presenza pesante”
della gravità si può utilizzare la piscina
per evidenziare eventuali risorse
disponibili e fornire al soggetto
diverse capacità di espressione
pur contesto dipendenti
l’equivoco sport-terapia 2
contesto di tipo sport inteso come attività ludica motoria
la valenza dell’esercizio fisico e della attività motoria per stimolare le abilità residue (coinvolgendo la parte sana fino alla pratica sportiva)
il preparatore sceglie il tipo di gioco sport per
stimolare al massimo le potenzialità = utilizzo il gesto globale che ognuno esegue meglio possibile
Pediatr Clin North Am. 2002 Aug;49(4):803-27 Patel DR, The pediatric athlete with disabilities.
There are few disability-specific medical and orthopedic issues to be considered in working with these athletes.
The vast majority of athletes with disabilities can participate safely in a number of sports if appropriately matched
Sport participation recommendations are based on the specific disability and demands of the sport
Participation should be encouraged and facilitated at all levels because of well-recognized psychological and medical benefits
Publication Types: Review
Veicsteinas, Med Sport 1994;47:123-4
valutazione delle caratteristiche fisiche del disabile verificando le differenze nei valori del VO2 max rispetto al gruppo di controllo
miglioramento della funzionalità globale delapparato cardiocircolatorio
apparato respiratorioapparato neuromuscolare
U.O.R.R.F. – DON GNOCCHI Onlus – Polo Riabilitativo Osp - Sarzana SP
Attività sportiva nei centri di rieducazione cosa ci si attende dallo sport ?
Benefici fisici
Forza muscolare
Movimento articolare
Coordinazione motoria
Schemi motori
Equilibrio statico e dinamico
Attività sportiva nei centri di rieducazione cosa ci si attende dallo sport ?
Benefici funzionali
Miglioramento nella vita quotidiana
Deformazione ortopediche
Disadattamento cardiovascolare
Osteoporosi per immobilizzazione
Turbe trofismo
Attività sportiva nei centri di rieducazione cosa ci si attende dallo sport ?
Benefici psicologici
Vissuto corporeo Stima di se
Ristrutturazione della immagine del proprio corpo
Nello sport l’handicap viene dimenticato
Differenza tra sportivi e non = entusiasmo
Sport = comunicazione verbale motoria e affettiva =
valorizzazione dalle persone che gli stanno intorno
Chi non fa sport mette anche poco impegno nella
rieducazione
Attività sportiva nei centri di rieducazione cosa ci si attende dallo sport ?
Benefici sociale
Inserimento nel mondo del lavoro
mostrarsi per quello che sono,
vincere le barriere architettoniche
Vita familiare
Vita di relazione
Equilibrio tra attività lavorativa e
sport
Compiti insegnanti
Orientamento verso la rieducazione
Prevenire incidenti
Fisiologia disciplina sportiva
Conoscenza dei deficit fisici del disabile
Valutazione delle potenzialità del disabile
Attività gruppi palestra
Inserimento in gruppo
Osservanza delle regole basilari
Tempi dell’incontro-lezione
Organizzazione progressiva
di natale medicina fisica e riabilitazione vol xlvii,45-47:3-4;1999
Attività sportiva NON AGONISTICA in soggetti disabili
Favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone con disabilità fisica e mentale
special olympics italia onluswww.specialolympics.it
Integrazione tra portatori di handicap e non
Aspetto terapeutico da integrare nel quotidiano modalità terapeutico riabilitative al di fuori dei tradizionali luoghi di cura
Cooperazione integrazione sociale Qualità di vita
Pini G, SIGM normalmente sport Viareggio 2001
l’equivoco sport-terapia 3
contesto di tipo sport inteso come
attività sportiva agonistica
la possibilità che l’intervento terapeutico-rieducativo comporti un recupero funzionale globale (coinvolgendo la parte sana e parte lesa)
L’impatto e la consapevolezza
del livello di elite degli sport dei disabili 1984 Los Angeles la prima volta che i Giochi sono
stati trasmessi in TV negli Stati Uniti,
la prima volta che i diritti televisivi sono stati venduti in tutto il mondo
la prima volta che i biglietti venduti e le sponsorizzazioni sono state la principale fonte di entrate.
Attività sportiva AGONISTICA in soggetti disabili
Nel novembre 1990 si è costituita la F.I.S.D. che raccoglie i disabili fisici, motori, e neurosensoriali divisi in tre settori ( F.I.S.Ha., F.I.C.S., PSICHICI ),
Attività sportiva AGONISTICA in soggetti disabili
● federazione italiana sport disabili● determinazione dei protocolli
per la concessione dell’idoneità alla pratica sportiva agonista DM 4 mar 1993
● Le attività svolte da atleti affetti da handicap mentale tesserati come Psichici è sempre considerata NON agonisticafederazione medico sportiva – delegazione regionale liguria
www.fmsi.liguria.it
Attività sportiva AGONISTICA in soggetti disabili
ESAME FUNZIONALE
● valutazione ampiezza movimenti articolari● valutazione tono muscolare● valutazione capacità coordinativa del movimento● valutazione dell'atteggiamento posturale● valutazione forza muscolare● esame della sensibilita'● esame dei nervi cranici ● esame del campo visivo● esame delle funzioni cerebellari e vestibolari● esame delle funzioni superiori
Attività sportiva AGONISTICA in soggetti disabili
la documentata correlazione epidemiologica retrospettiva tra il
dolore muscolare, gli infortuni degli atleti disabili e la l’intensità
dell’allenamento effettuato sostiene la controversia nella valutazione
rischio/beneficio
U.O.R.R.F. – DON GNOCCHI Onlus – Polo Riabilitativo Osp - Sarzana SP
Castellano V, Il dolore muscolare negli atleti disabili, atti xxviii simfer napoli ott 2000
● Allo stato attuale le leggi e i regolamenti vigenti in materia tengono conto di criteri di classificazione in base alle sede di lesione e non in base alla funzionalità; sarebbe auspicabile una analisi più accurata del profilo del paziente-atleta per dare peso alla disabilità e valutare la potenzialità del soggetto.
Sport e Disabilità
Sport e Disabilità
Criterio di classificazione topologica Sport = coinvolgimento della parte sanaSport = coinvolgimento della parte lesa
Criterio di classificazione funzionale
Disabilità = fattore discriminante Sport = valutazione delle potenzialità
Categorie equipotenzialiGare con handicap
Il livello di analisi deve essere differente in relazione
all’obiettivo;
bisogna individuare le strategie di reazione e di
comportamento di fronte a stimoli destabilizzanti
all’interno del pattern motorio disponibile.
Sport e Disabilità considerazioni
I compiti degli operatori sanitari si intersecano tra loro; tutte le figure professionali devono ruotare intorno al mondo del disabile perché riconosco tutti nel benessere del soggetto il medesimo obiettivo.
Il recupero funzionale tramite lo sport
L’attività sportiva porta a migliorarsi
Il rieducatore deve adattare queste capacità ai compiti riabilitativi
L’attività sportiva come supporto psicologico
L’attività sportiva in funzione delle capacità residue del soggetto
L’attività sportiva come modello di integrazione
L’attività sportiva come miglioramento delle capacità
L’attività sportiva come prevenzione danno secondario
L’attività sportiva è parte integrante del progetto riabilitativo
il bendaggio funzionale
applicazioni al paziente con patologia ortopedica e neurologica
Unità Operativa Recupero e Rieducazione FunzionaleFondazione Don Gnocchi Onlus
Polo Riabilitativo del Levante Ligure Ospedale S. Bartolomeo - Sarzana – SP
nel progetto rieducativo
dr. Bondi Stefano
il bendaggio funzionale
• Che cos’è ?
• Quando si usa ?
• Perché si usa ?
• Come si usa ?
• Chi lo confeziona ?
• Quale utilità in riabilitazione ?
cosa si intende per bendaggio funzionale?
• Semplice ?!?! ?… applicazione di nastro adesivo sulla cute
• Competenza professionalediagnosi indicazioni / controindicazioni
• Conoscenza fisiopatologica
• Conoscenza tecnica - Regole di sicurezza
1. che cos’è ?
cosa si intende per bendaggio funzionale?
• Strumento del riabilitatore
• ripristino della funzione motoria in relazione alla clinica e agli obiettivi del trattamento
Processo logico della scelta terapeutica
• valutazione
• definizione obiettivo
• scelta del trattamento
• outcome
1. che cos’è ?
quali sono le caratteristiche delle bende ?
Estensibilità (corta media lunga)
Adesività (adesive, coesive, non adesive)
Elasticità (memoria elastica, elasticità permanente, anaelastiche)
1. che cos’è ?
indicazioni
Edema versamento ematoma idrartro
Posizionamenti articolare
Immobilizzazione parziale
Scarico articolare muscolo tendineo
Favorire movimento
1. quando si usa ?
controindicazioni
Turbe circolatorie
Varici ulcere
Malattie dermatologiche
Allergie intolleranze
1. quando si usa ?
quale percorso per utilizzo del bendaggio funzionale?
Diagnosi precisa
Indicazione terapeutica obiettivo del trattamento
Corretto posizionamento della parte interessata
Uso di materiale adeguato
Precisa applicazione delle bende
Informazione al paziente
Controllo periodico
Rinnovo / Rimozione
1. quando si usa ?
quali sono i requisiti del bendaggio funzionale?
Adeguamento in funzione dell’obiettivo terapeutico
Modellabile in relazione alla condizioni funzionali
Personalizzazione
Verifica e modifica
Confort
1. perchè si usa ?
quali sono le proprietà del bendaggio funzionale?
Azione meccanica
elasticità adesività resistenza
Azione esterocettiva trazione sull’area cutanea di adesione
Azione propriocettiva
percezione del senso di posizione
Azione trofica vasomotoriastimolazione microcircolo
Azione psicologicaeffetto antalgico senso di protezione
1. perchè si usa ?
quali sono le proprietà del bendaggio funzionale?
Azione meccanica
effetto tenuta anaelastico, funzione protettiva elastica
+Azione esterocettiva - propriocettiva
percezione del senso di posizione
STABILIZZAZIONE vs FACILITAZIONE
LA COMPONENTE ELASTICA DELLA BENDA
SI AGGIUNGE ALGEBRICAMENTE
ALLA COMPONENETE ELASTICA DEL MUSCOLO
1. perchè si usa ?
Aspetti applicativi
● Preparazione della cute● Scelta del materiale● Posizionamento articolare/muscolare● Applicazione delle bende ● Verifica della funzione● Monitoraggio della tenuta ● Rinnovo rimozione
1. come si usa ?
Procedure per l’applicazione
● differenze di procedura rispetto ad altri progetti dello stesso tipo
● requisiti, i vantaggi e i problemi relativi all'adozione di nuove procedure
ULTERIORI INFORMAZIONI...
Bendaggio funzionale versus ortesiAusilio versus sussudio terapeutico
1. come si usa ?
personale addestrato
● Diagnosi medica● Diagnosi funzionale● Progetto rieducativo ● Lavoro equipe● Standard di qualità● Criteri di valutazione● Misura di risultato
1. Chi confeziona?
quale importanza del bendaggio funzionale?
• Correlazione con altre medotiche
• Integrazione nel progetto rieducativo
• Strategia Opportunità terapeutica
• Metodica di trattamento
• Livelli di difficoltà motorie e percettive
• Ausilio rieducativo adattabile al paziente in funzione delle sue capacità
6. Utilità fkt
quale importanza del bendaggio funzionale?
EFFETTO CONSOLIDATO
ESTEROCETTIVITÀ COME ESPRESSIONE DI VINCOLO MECCANICO
CONSAPEVOLEZZA DEL PAZIENTE DELLE MODIFICAZIONI DEL
MOVIMENTO ARTICOLARE
EFFETTO DA VALIDARE
PROPRIOCETTIVITÀ COME UTILIZZO NELLE VARIAZIONI DELLA
LUNGHEZZA DI RIPOSO DEL MUSCOLO CIOÈ LA REGOLAZIONE
DELLA STIFNESS MUSCOLARE INTESA COME CAPACITÀ ELASTICA
INTRINSECA
6. Utilità fkt
Bendaggio funzionale vs Ortesi
• Compliance del paziente
• Tollerabilità
• Personalizzato adeguamento in ogni momento in relazione alle diverse esigenze del paziente
• Gestione dei costi
• Immobilizzazione articolare segmentaria e selettiva
• Permette l’attuazione di esercizio terapeutico
• Stimolazione esterocettiva e propriocettiva
• Stabilizzatori dinamici del movimento residuo
6. Utilità fkt
quali tipologie di bendaggio funzionale?
Profilo Fisiopatologico della lesione
• antiedema• sostegno / scarico• riabilitativo • protezione / dimissione
Profilo Fisiopatologico del paziente
● tono muscolare ● reclutamento muscolare● lunghezza muscolare● co-contrazione
in considerazione della patologia
6. Utilità fkt
Bendaggio funzionale nella pratica clinica
• Confezionabile e rinnovabile in qualsiasi momento• Adattabile al paziente ed alla patologia• Stabilizzatore articolare attivo e passivo,
posizionamento e immobilizzazione parziale• Supporto elastico per favorire il movimento• Limitazioni selettive del movimento• Indicazione in relazione al momento temporale e alle
capacità funzionali Non si può rieducare un movimento con la immobilizzazione !
6. Utilità fkt
Bendaggio funzionale : considerazioni
• esiste un calo della tensione nel tempo?
• c’è un’inibizione neuromuscolare oppure una diminuzione della performance dovuta alla applicazione del bendaggio?
• quali ripercussioni articolari possono essere trasferiti ad articolazioni vicine
• quale reale efficacia del bendaggio preventivo?
Ricerca bibliografica● Publication Types: Evaluation StudiesReview - Clinical Trial ● MeSH Terms: Taping Isometric Contraction/physiologyMotor Neurons/physiology Muscle, Skeletal/physiology* Recruitment
(Neurology)/physiology* Motor unit recruitment Neuromuscular activity
Evidence based medicine
Articoli in riveste non indicizzate
Atti congressuali
Corso monografici
Libri testo
quale classificazione del bendaggio funzionale?
• Bendaggio articolare
• Bendaggio muscolare
• Bendaggio miotendineo
• Bendaggio sostegno
• Bendaggio riabilitativo
• Bendaggio mantenimento
quale classificazione del bendaggio funzionale? articolare muscolare miotendineo
Bendaggio post-lesionale• Antiedema
Bendaggio riabilitativo • Sostegno / Scarico
• Facilitazione
Bendaggio di protezione • Mantenimento dei risultati ottenuti
Indicazioni riabilitative
● Disponibilità di indicatori prognostici● Validazione dell’intervento rieducativo● Scale di misura ● Disability - Impairment - Handicap
quale percorso per utilizzo del bendaggio funzionale?
Diagnosi precisa
Indicazione terapeutica obiettivo del trattamento
Corretto posizionamento della parte interessata
Uso di materiale adeguato
Precisa applicazione delle bende
Informazione al paziente
Controllo periodico
Rinnovo / Rimozione
Profilo fisiopatologico della lesione
correlazione tra il PROFILO FISIOPATOLOGICO la VALUTAZIONE CLINICO FUNZIONALE (STRUMENTALE e NON)
•Spasticità
•Deficit reclutamento muscolare
•Co-contrazione
•Stifness non neurale
ASPETTI FUNZIONALI DELLA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE
1)Anamnesi e Diagnosi clinica2)Anamnesi e Diagnosi funzionale3)Correlazione tra danno anatomico e disabilità4)Classificazione ICDH e ICF5)Profilo fisiopatologico della lesione 6)Prognosi quoad vitam e quoad valitudinem 7)Componente psicologica
ASPETTI FUNZIONALI DELLA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE
7)Progetto individuale e prognosi funzionale8)Obiettivi del trattamento 9)Programma di lavoro10)Scale di misura - outcome di risultato11)Ausilio - indicazione e prescrizione12)Domicilio vs Ospedalizzazione 13)Recupero del ruolo familiare e sociale
Esercizio terapeutico
Intersezione tra :● profilo fisiopatologico ● quadro clinico funzionale ● obiettivi del trattamento● tempi e modalità di applicazione
Profilo fisiopatologico della lesione
L’importanza dei vincoli muscolo-cutanei
• confezionamento bendaggio funzionale
• l’uso delle ortesi
determinano le lunghezze muscolari efficaci e le sue variazioni
Profilo fisiopatologico della lesione
• L’importanza degli aspetti del movimento : percettivi nella ricerca di generare una adeguata rappresentazione corticale del movimento stesso ma anche periferici nella ricerca di determinare la curva lunghezza tensione del muscolo adatta allo svolgimento del compito motorio
• L’importanza delle lunghezze muscolari (concetto di ”lunghezza di riposo” stifness muscolare intesa come capacità elastica intrinseca ; incrementi di lunghezza generano incrementi di tensione)
• L’importanza delle “sinergie”, cioè del funzionamento coordinato di gruppi di muscoli selezionati a svolgere il movimento
Revisione letteratura
Terapia Occupazionale e ... ● STROKE● ADL – DAILY LIVING● RHEUMATOID ARTHRITIS● MULTIPLE SCLEROSIS.
Occupational Therapy for Stroke Patients : A Systematic Review● Esther M.J. Steultjens, MA; Joost Dekker, PhD; Lex M. Bouter, PhD;
● Background and Purpose—Occupational therapy (OT) is an important aspect of stroke rehabilitation. The objective of this study was to determine from the available literature whether OT interventions improve outcome for stroke patients.
● Methods—An extensive search in MEDLINE, CINAHL, EMBASE, AMED, and SCISEARCH was performed. Studies with controlled and uncontrolled designs were included. Seven intervention categories were distinguished and separately analyzed. If a quantitative approach (meta-analysis) of data analysis was not appropriate, a qualitative approach (best-evidence synthesis), based on the type of design, methodological quality, and significant findings of outcome and/or process measures, was performed.
● Results—Thirty-two studies were included in this review, of which 18 were randomized controlled trials. Ten randomized controlled trials had a high methodological quality. For the comprehensive OT intervention, the pooled standardized mean difference for primary activities of daily living (ADL) (0.46; CI, 0.04 to 0.88), extended ADL (0.32; CI, 0.00 to 0.64), and social participation (0.33; CI, 0.03 to 0.62) favored treatment. For the training of skills intervention, some evidence for improvement in primary ADL was found. Insufficient evidence was found to indicate that the provision of splints is effective in decreasing muscle tone.
● Conclusions—This review identified small but significant effect sizes for the efficacy of comprehensive OT on primary ADL, extended ADL, and social participation. These results correspond to the outcome of a systematic review of intensified rehabilitation for stroke patients. The amount of evidence with respect to specific interventions, however, is limited. More research is needed to enable evidence-based OT for stroke patients. (Stroke. 2003;34:676-687.)
● Key Words: meta-analysis occupational therapy stroke
Occupational therapy for patients with problems in personal activities of daily living after stroke: systematic review of randomised trials Lynn Legg,
● ABSTRACT
● Objective To determine whether occupational therapy focused specifically on personal activities of daily living improves recovery for patients after stroke.
● Design Systematic review and meta-analysis. Data sources
● Review methods Trials were included if they evaluated the effect of occupational therapy focused on practice of personal activities of daily living or where performance in such activities was the target of the occupational therapy intervention in a stroke population.
● Results Nine randomised controlled trials including 1258 participants met the inclusion criteria. Occupational therapy delivered to patients after stroke and targeted towards personal activities of daily living increased performance scores (standardised mean difference 0.18, 95% confidence interval 0.04 to 0.32, P=0.01) and reduced the risk of poor outcome (death, deterioration ordependency in personal activities of daily living) (odds ratio 0.67, 95% confidence interval 0.51 to 0.87, P=0.003). For every 100 people who received occupational therapy focused on personal activities of daily living, 11 (95% confidence interval 7 to 30) would bespared a poor outcome.
● Conclusions Occupational therapy focused on improving personal activities of daily living after stroke can improve performance and reduce the risk of deterioration in these abilities. Focused occupational therapy should be available to everyone who has had a stroke
Cochrane Database Syst Rev. 2004;(1):CD003114. Related Articles, Links
Occupational therapy for rheumatoid arthritis.
1: Cochrane Database Syst Rev. 2003;(3):CD003608. Related Articles, Links
Occupational therapy for multiple sclerosis.
1: Cochrane Database Syst Rev. 2001;(3):CD002813. Related Articles, Links
Occupational therapy for patients with Parkinson's disease.
AUSILIO ● VEDI ELABORATO ON LINE
● http://www.ausili.eu/
● http://www.portale.siva.it/
IL PROGETTO PROTESICORIABILITATIVO DELL’AMPUTATO
ETIOPATOGENESI
● • vascolare● • traumatica● • settica● • oncologica● • congenita
EQIUPE
● • Fisiatra● • Internista● • Cardiologo● • Chirurgo Ortopedico● • Equipe psicopedagogica● • Tecnico Ortopedico● • Terapisti della riabilitazion● • Infermieri professionali● • Assistenti sociali● • Altri consulenti specialisti
OBIETTIVO PROGETTO
● • Obiettivo principale:● insegnare al paziente l’uso ● una o più protesi funzionali● migliorarne l’autonomia● Ridurre le conseguenze● dell’amputazione anche a● livello psicologico e sociale● • ottenere come risultato finale il● reinserimento del paziente nel suo● ambiente lavorativo e/o sociale● abituale
● E’ importante creare● COLLABORAZIONE● tra le diverse figure professionali ed il● paziente durante tutto il suo percorso● riabilitativo (tipo di protesi,● componentistica, timing, obiettivo● previsto)
PROGRAMMA
● • Ripristino della stabilità statica articolare● • Ripristino della stabilità dinamica articolare● • Coordinare la stabilità di un segmento con la● mobilità di un altro● • Ripristino dell’armonia cinetica● • Assimilazione somatognosica della protesi
FATTORI RILEVANTI● • Personalità del paziente● • Livello di amputazione● • Eventuale bilateralità● • Età● • Eziopatogenesi● • Malattie concomitanti● • Tempo di attesa della● protesizzazione
● • Bambino● • Adulto● • Anziano
BIMBI● • Importantissimo procedere rapidamente alla● fornitura di protesi: in caso contrario● potrebbero instaurarsi compensi (ad es. uso● maggiore dell’arto controlaterale) e maggior● difficoltà di accettazione della protesi.● • Si deve tener conto della frequenza della● sostituzione delle invasature, adattandole di● volta in volta alla crescita del moncone e● dell’arto controlaterale● • La protesizzazione è coincidente con l’età● fisiologica della verticalizzazione● • Importante far accettare la protesi al paziente ed● al nucleo familiare indipendentemente che il● bambino cammini o no● • Fornire ai familiari informazioni utili per la● gestione domiciliare : controllare la crescita del● bambino e del moncone● E’ importante● impostare con i● bambini gli esercizi● rieducativi in forma● di gioco ma anche● riuscire ad ottenere● una continuità● giornaliera della● rieducazione con la● Protesi● La protesizzazione è coincidente con l’età?Importante far accettare la protesi al paziente edal nucleo familiare indipendentemente che ilbambino cammini o noFornire ai familiari informazioni utili per
lagestione domiciliare : controllare la crescita delbambino e del moncone● siologica della verticalizzazione
ADULTI
ANZIANI
● Negli anziani riscontriamo spesso problemi● di depressione, di scarsa motivazione, di● solitudine.● Dal punto di vista clinico inoltre sono● presenti problemi vascolari, cute del● moncone anaelastica, ipostenia, artrosi,● malattie concomitanti che rallentano il● percorso riabilitativo.
COMORBILITà
● • Malattie cardio – respiratorie● • Dismetabolismi● • Presenza di fratture o artroprotesi● • Anchilosi e retrazioni tendinee da prolunga● postura seduta in carrozzina● • Deficit sensoriali● • Involuzione psichica organica
● • LASERTERAPIA● • T.E.N.S.● • ELETTROTERAPIA● • MAGNETOTERAPIA● • COMPEX● • LETTINO DI● TRAZIONE
● • LINFODRENAGGIO● • MASSAGGIO DI● SCOLLAMENTO● • MASSAGGIO● TONIFICANTE
TIMIMG
● • E’ molto importante iniziare la protesizzazione appena● possibile, ovvero appena le condizioni del moncone e de● paziente lo consentano.● Questo per evitare retrazioni ed ipotrofia del moncone,● in particolare flessione dell’anca o del ginocchio causate● dalla postura seduta.● • Nel frattempo è importantissimo iniziare subito una● preparazione del moncone (mobilizzazione delle● articolazioni a monte dell’amputazione, rinforzo● muscolare)
TRATTAMENTO POST OPERATORIO PRE PROTESI
● • Viene effettuato quando il paziente è ancora● allettato:● Posture corrette, prevenzione contratture● Kinesiterapia respiratoria (dal 2° giorno)● Esercizi vascolari● Contrazioni isometriche● Kinesiterapia dell’articolazione a monte, rinforzo● muscolare del moncone e degli arti superiori
TRATTAEMTNO
● • L’EDEMA è una costante nelle amputazioni: è● dovuto all’alterazione della circolazione venosa e● linfatica post-chirurgica.● • E’ quindi importante tenere il moncone in● posizione antideclive e confezionare quanto prima● un corretto POSIZIONAMENTO E
CONFEZIONAMENTO DEL BENDAGGIO :
● ESERCIZI ISOMETRICI DI● POTENZIAMENTO DEL MONCONE● Sono fondamentali per la loro azione● Antiedemigena● • POSTURE● CORRETTE● • POSTURE● SCORRETTE
● KINESITERAPIA● INDIVIDUALE● KINESITERAPIA● COLLETTIVA
● Essere seguito quotidianamente per evidenziare● immediatamente problemi di compliance moncone● invasatura e correggere statica ed altezza● Avere a disposizione tutte le figure professionali● che lo aiuteranno a riprendere la deambulazione e● anche a reinserirsi socialmente e in ambito● lavorativo (medici, tecnici ortopedici, terapisti,● infermieri, assistenti sociali, psicologi)
FASI DEL PERCORSO RIABILITATIVO
● Accoglienza ed● informazioni.● Comprende:● * Visita fisiatrica● * impostazione dell’obiettivo● riabilitativo● * rilevazione del peso del paziente,● * presentazione del terapista che● seguirà il paziente in ogni fase● * bendaggio funzionale● * eventuale fornitura di ausili e● prescrizione di FKT aggiuntiva
PROGNOSI RIABILITATIVA
● CARROZZINA ● CARRELLO ● DUE CANADESI● UN BASTONE ● DEAMBULAIZONE LIBERA
● Superamento di percorsi ad handicap● Deambulazione all’esterno● Tecnica● per● cadere e● Rialzarsi● Attività sportiva con protesi● *● Test e prove di guida
● Quali pazienti amputati devono essere presi in ● considerazione per un percorso riabilitativo con
protesi?● Uno studio australiano su 200 pazienti ● amputati di arto inferiore ha concluso che:● “ ogni persona che prima camminava dovrebbe
essere ● considerata per un programma riabilitativo con
protesi ”● Penington, Warmington, Hull & Freijah 1992
● Progetto riabilitativo di un paziente amputato● • A volte può iniziare ancora prima dell’intervento
di amputazione● • Deve sempre essere personalizzato per tutte le
sue variabili● • Andrebbe valutato in équipe
● DISTURBI PIÙ FREQUENTI DISTURBI PIÙ FREQUENTI
● DISTURBI CUTANEI DISTURBI CUTANEI● DISTURBI DISTURBI ● NEUROLOGICI NEUROLOGICI● DISTURBI DISTURBI ● OSTEO OSTEO- -ARTICOLARI ARTICOLARI
● DISTURBI CUTANEI● Molto fastidiosi, potrebbero impedire l’uso della ● protesi● Difetti di cicatrizzazione con soluzioni di ● continuità a causa di insufficiente ● irrorazione● Tramiti fistolosi sostenuti da punti di ● sutura non tollerati o da focolai ● infettivi● Cicatrici introflesse e/o aderenti ai piani ● sottostanti e/o cheloidee● Esiti di ustioni● Presenza di protesi vascolari● Eccedenza di tessuti molli● DISTURBI CUTANEI● Tramiti fistolosi sostenuti da punti di sutura ● non tollerati o da focolai infettivi: prelievo ● con un tampone sul materiale per identificare l’agente ● patogeno proveniente dal focolaio infettivo,scintigrafia ● con leucociti marcati e/o RNM.● Presenza di protesi vascolari● Se occluse vanno rimosse prima della protesizzazione in quanto ● la zona inguinale in cui risiedono è soggetta ad una ● controspinta stabilizzante rispetto all’appoggio ischiatico.● Questa compressione potrebbe causare l’insorgenza di dolore ● durante la deambulazione ed un aumento del rischio di ● infezione.● Cicatrici introflesse e/o aderenti ai piani sottostanti (utile ● massaggio di scollamento)
● Disturbi Neurologici● Ad insorgenza precoce:● iperpatie:tipiche delle amputazioni recenti. Il ● moncone è dolente alla più leggera pressione.● parestesie:imputabili alla sezione di nervi ● sensitivi; sono molto fastidiose. Si attenuano con gli ● U.S., massaggi per sfioramento.● arto fantasma● Ad insorgenza tardiva● neurinomi
● La presa in carico del paziente● Il primo approccio è la “prima visita” che viene effettuata in équipe t● sanitaria.● Presso il Centro Protesi di Budrio il paziente viene valutato dal fisiatr● dall’ingegnere, dallo specialista ortopedico e dall’infermiere professi● al termine della prima visita viene rilasciato un documento sanitario c● breve anamnesi, esame obiettivo del moncone ed impostazione dell’o● riabilitativo finale con il presidio prescritto.● Inoltre viene indicato il tipo di accesso al Centro:● Ricovero (con i giorni richiesti)● Day Hospital● Ambulatoriale
POSTURE
● CORRETTE ● SCORRETE
ESERCIZIO TERAPAUTICO
● INDIVIDUALE ● IN GRUPPO