Transcript of Corso di Economia Aziendale Prof. Giovanni Fiori Materiale didattico.
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- Corso di Economia Aziendale Prof. Giovanni Fiori Materiale
didattico
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale2 PROGRAMMA DEL
CORSO Corso di economia aziendale PARTE I PARTE III PARTE II Le
informazioni sulla gestione: la contabilit ed il bilancio di
esercizio La performance economico-finanziaria delle imprese
Leconomia aziendale, il concetto di azienda, le relazioni tra
aziende ed ambiente esterno, le imprese: concetti generali
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale3 PROGRAMMA DEL
CORSO PARTE I Leconomia aziendale, il concetto di azienda e le
relazioni tra aziende ed ambiente esterno Il ruolo delle scienze
economiche nellambito delle scienze sociali. Economia aziendale ed
economia politica: i diversi ambiti di indagine Il ruolo delle
scienze economiche nellambito delle scienze sociali. Economia
aziendale ed economia politica: i diversi ambiti di indagine Il
ruolo dellazienda nellattivit economica Il ruolo dellazienda
nellattivit economica Le diverse modalit di classificazione delle
aziende Le diverse modalit di classificazione delle aziende La
corporate governance: un confronto a livello internazionale La
corporate governance: un confronto a livello internazionale La
gestione e lorganizzazione delle aziende: concetti generali La
gestione e lorganizzazione delle aziende: concetti generali Il
marketing Il marketing Le condizioni di equilibrio economico e
finanziario delle aziende Le condizioni di equilibrio economico e
finanziario delle aziende Principi generali di organizzazione
aziendale Principi generali di organizzazione aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale4 PROGRAMMA DEL
CORSO PARTE I Le fasi della vita aziendale: istituzionale, di
funzionamento e terminale Le fasi della vita aziendale:
istituzionale, di funzionamento e terminale Il finanziamento delle
aziende: capitale di rischio e capitale di credito Il finanziamento
delle aziende: capitale di rischio e capitale di credito Criteri di
scelta della forma di finanziamento Criteri di scelta della forma
di finanziamento Lacquisizione dei fattori produttivi:
immobilizzazioni e spese correnti Lacquisizione dei fattori
produttivi: immobilizzazioni e spese correnti Le diverse forme di
aggregazione tra aziende Le diverse forme di aggregazione tra
aziende Elementi di strategia e politica aziendale Elementi di
strategia e politica aziendale La fase terminale: cessazione
dellattivit La fase terminale: cessazione dellattivit Cenni sulle
operazioni straordinarie Cenni sulle operazioni straordinarie
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale5 PROGRAMMA DEL
CORSO PARTE II Le informazioni sulla gestione Le informazioni sulla
gestione aziendale destinate allesterno: finalit e strumenti Le
informazioni sulla gestione aziendale destinate allesterno: finalit
e strumenti Le modalit tecniche di rilevazione delle operazioni di
gestione: la dinamica dei valori Le modalit tecniche di rilevazione
delle operazioni di gestione: la dinamica dei valori La
rappresentazione contabile delle operazioni di finanziamento, di
acquisto dei fattori produttivi, delle operazioni di vendita La
rappresentazione contabile delle operazioni di finanziamento, di
acquisto dei fattori produttivi, delle operazioni di vendita La
determinazione del reddito di esercizio e del patrimonio di
funzionamento La determinazione del reddito di esercizio e del
patrimonio di funzionamento Gli schemi di bilancio di legge Gli
schemi di bilancio di legge Cenni sul metodo della partita doppia
Cenni sul metodo della partita doppia I requisiti di efficacia
dellinformazione esterna dimpresa I requisiti di efficacia
dellinformazione esterna dimpresa
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale6 PROGRAMMA DEL
CORSO PARTE III La performance economico-finanziaria Gli indicatori
di performance economico-finanziaria delle imprese Gli indicatori
di performance economico-finanziaria delle imprese Lanalisi di
redditivit della gestione Lanalisi di redditivit della gestione Il
ROE ed il ROI Il ROE ed il ROI Lanalisi della leva operativa e
della leva finanziaria Lanalisi della leva operativa e della leva
finanziaria Il ciclo del capitale circolante Il ciclo del capitale
circolante
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale7 BIBLIOGRAFIA
ESSENZIALE Riferimenti bibliografici Caramiello C., Lazienda
(alcune brevi riflessioni introduttive), Milano, Giuffr, 1993.
Caramiello C., Lazienda (alcune brevi riflessioni introduttive),
Milano, Giuffr, 1993. Cavalieri E., Lezioni di economia aziendale,
Giappichelli, volume II. Cavalieri E., Lezioni di economia
aziendale, Giappichelli, volume II. Fiori G., Corporate Governance
e qualit dellinformazione esterna dimpresa, Giuffr- Luiss
University Press, 2003 Fiori G., Corporate Governance e qualit
dellinformazione esterna dimpresa, Giuffr- Luiss University Press,
2003
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale8 La scienza
economica Economiaproblemi economici, risorse limitate LEconomia
studia i problemi economici, problemi che nascono, cio, a causa
dello sfruttamento di risorse limitate. UOMINI Bisogni illimitati
Risorse limitate +
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale9 La scienza
economica Problemi economici: Bisogni illimitati Risorse limitate +
Problemi non economici: Risorse illimitate Risorse non producibili
o
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale10 La scienza
economica SCIENZA ECONOMICA Problemi economici 1.Cosa produrre
2.Come produrre 3.Per chi produrre Attivit umana tesa ad
identificare le vie pi convenienti per il soddisfacimento dei
bisogni umani
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale11 La scienza
economica ECONOMIA ECONOMIA POLITICA ECONOMIA AZIENDALE
Funzionamento globale del sistema economico. Studio del
funzionamento delleconomica per macroaggregati Funzionamento delle
singole aziende di produzione. Studio del funzionamento dei singoli
componenti del sistema economico
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale12 La scienza
economica Soddisfacimento dei bisogni ATTIVITA DI PRODUZIONE
ATTIVITA DI CONSUMO Aziende di produzione Famiglie 1.Produzione
fisica 2.Trasformazione nel tempo nello spazio
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale13 La scienza
economica Soddisfacimento dei bisogni AZIENDE DI PRODUZIONE
FAMIGLIE Soddisfacimento indiretto dei bisogni Soddisfacimento
diretto dei bisogni
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- 14 BISOGNI Condizione che causa insoddisfazione fisica e
psichica e che necessita soddisfacimento ATTIVITA ECONOMICA =
Attivit umana organizzata con lobiettivo di trovare la soluzione pi
adatta al soddisfacimento dei bisogni umani. al soddisfacimento dei
bisogni umani. I bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia
Aziendale
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- 15 BISOGNI VARIABILI NELLO SPAZIO E NEL TEMPO DIFFERIBILI O
INDIFFERIBILI RIGIDI O FLESSIBILI INDIVIDUALI O COLLETTIVI I
bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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- 16 BISOGNI INDIFFERIBILI DIFFERIBILI Devono essere soddisfatti
immediatamente Possono essere soddisfatti successivamente RIGIDI
FLESSIBILI Vitali Non necessari per sopravvivere I bisogni Prof.
Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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- 17 INDIVIDUALI Sono bisogni specifici per una persona. Bisogni
provati da un uomo come individuo COLLETIVI Bisogni provati da un
uomo come membro di una comunit BISOGNI I bisogni Prof. Giovanni
Fiori Corso di Economia Aziendale
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- 18 INDIVIDUALI COLLETTIVI BISOGNI Generalmente soddisfatti da
un gruppo economico privato Generalmente soddisfatti da un gruppo
economico pubblico (pubblica amministrazione) I bisogni Prof.
Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale19 Lazienda
AZIENDA ISTITUTO ECONOMICO ATTO A PERDURARE Unit economica con
propria autonomia organizzativa tesa alleconomicit con carattere
non accidentale e una proiezione ad un tempo indefinito.
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale20 Lazienda
AZIENDA CAPITALE LAVORO Sistema organizzato che richiede: Elemento
oggettivo Elemento soggettivo IL LAVORO ATTIVA E DINAMIZZA IL
CAPITALE
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale21 Le aziende
di produzione AZIENDE DI PRODUZIONE SCOPO DI LUCRO SCOPO DI UTILITA
GENERALE IMPRESE ASSOCIAZIONI FONDAZIONI ENTI POLITICO-SOCIALI
(PUBBLICA AMM.NE)
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale22 Le relazioni
tra i soggetti economici IMPRESE FAMIGLIE PUBBLICA AMM.NE SOGGETTI
ECONOMICI Flussi Reali Monetari Fattori produttivi corresponsione
di un prezzo
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale23 Le relazioni
sistemiche Imprese-Famiglie IMPRESE Beni/servizi Prezzo Salari e
stipendi Lavoro Utili/Interessi Capitali FAMIGLIE
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale24 Le relazioni
sistemiche Imprese-P.A. IMPRESE PUBBLICA AMM.NE Beni/servizi Prezzo
Tasse/imposte Servizi Utili/Interessi Capitali
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale25 Le relazioni
sistemiche Famiglie-P.A. FAMIGLIE PUBBLICA AMM.NE Lavoro Salari e
stipendi Tasse/imposte Servizi Interessi Capitali
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale26 Le imprese.
Classificazione IMPRESE DIMENSIONE PICCOLE GRANDI MEDIE 1.Volume
daffari 2.Investimenti 3.Numero di addetti Parametri
principali:
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale27 I legami tra
le imprese IMPRESE RETI DISTRETTI INDUSTRIALI GRUPPI Legami
gerarchici Legami di mercato
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale28 Le imprese.
Classificazione IMPRESE SETTORE SETTORE PRIMARIO SETTORE TERZIARIO
SETTORE SECONDARIO Aziende di produzione originaria, fattori
produttivi che provengono direttamente dalla natura AZIENDE
AGRICOLE, ESTRATTIVE, CACCIA & PESCA Aziende che operano nella
trasformazione fisica delle materie prima AZIENDE INDUSTRIALI
Aziende di servizi COMMERCIO, TRASPORTI, SERVIZI, BANCHE,
ASSICURAZIONI
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale29 Fasi della
vita aziendale VITA AZIENDALE 1.FASE ISTITUZIONALE 3. FASE
TERMINALE 2. FASE DEL FUNZIONAMENTO Business idea Business idea
Ubicazione Ubicazione Dimensione Dimensione Assetto istituzionale
Assetto istituzionale FORMA GIURIDICA & FORMA DI GOVERNO
Organizzazione Organizzazione Gestione Gestione Rilevazione
Rilevazione Cessazione dellazienda Relativa Relativa Assoluta
Assoluta
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale30 Business
idea SELEZIONE DEI BISOGNI CHE DEVONO ESSERE SODDISFATTI DALLE
AZIENDE SCELTE STRATEGICHE RELATIVAMENTE A COME SODDISFARE QUESTI
BISOGNI
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale31
Localizzazione SELEZIONE DEL LUOGO DOVE AVVIARE IL BUSINESS Costi
della manodopera Prossimit alle materie prime / interconnessioni
dei trasporti Pressioni fiscali Regolamentazioni speciali (i.e.
ambiente)
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale32 Dimensione
Business idea e attivit economica Risorse Finanziarie Disponibilit
di lavoro specializzato La scelta della dimensione dipende:
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale33 La forma
giuridica IMPRESE IMPRESE INDIVIDUALI SOCIETA Societ di persone
Societ di capitali Responsabilit illimitata e solidale di tutti i
soci Responsabilit limitata al capitale conferito Responsabilit
illimitata del soggetto economico & giuridico
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale34 Soggetto
economico e soggetto giuridico Chi ha le responsabilit giuridica
dellattivit dimpresa. Chi effettivamente governa limpresa (persona
o gruppo di persone cui viene affidata la definizione delle linee
di sviluppo dellattivit aziendale). SOGGETTO GIURIDICO SOGGETTO
ECONOMICO
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- Qualsiasi persona che risponde delle obbligazioni sociali 35
Soggetto economico e soggetto giuridico(2) Qualsiasi persona che
effettivamente gestisce lazienda (una persona o un gruppo di
persone incaricate di sviluppare le strategie) SOGGETTO GIURIDICO
SOGGETTO ECONOMICO Impresa Individuale Societ di persone Societ di
capitali Imprenditore Societ e Soci Societ Imprenditore Soci
gestori Management Soggetto economico e soggetto giuridico (2)
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale36 Le societ di
persone LE SOCIETA DI PERSONE S.S. S.N.C. S.A.S. Societ semplice
Societ in nome collettivo Societ in accomandita semplice
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale37 LE SOCIETA
DI CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. Societ per azioni Societ a
responsabilit limitata Societ in accomandita per azioni Le societ
di capitali
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale38 Le societ in
accomandita LE SOCIETA IN ACCOMANDITA S.A.S. S.A.P.A. Esistenza di
due categorie di soci: Esistenza di due categorie di soci:
ACCOMANDATARI responsabilit illimitata e solidale ACCOMANDATARI
responsabilit illimitata e solidale ACCOMANDANTI responsabilit
limitata a quanto conferito ACCOMANDANTI responsabilit limitata a
quanto conferito La gestione della societ affidata in via esclusiva
agli accomandatari: distinzione tra socio di capitale e socio di
gestione La gestione della societ affidata in via esclusiva agli
accomandatari: distinzione tra socio di capitale e socio di
gestione
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale39 SOCIETA DI
CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. No commercio
Qualsiasi attivit SOCIETA DI PERSONE TIPOLOGIA DI ATTIVITA
Qualsiasi attivit Le societ
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale40 SOCIETA DI
CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. Nessuna formalit
Registro delle Imprese SOCIETA DI PERSONE COSTITUZIONE Registro
delle imprese Le societ
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale41 SOCIETA DI
CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. Nessuna
indicazione SOCIETA DI PERSONE CAPITALE SOCIALE MINIMO 120.000
10.000 120.000 Le societ
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale42 SOCIETA DI
CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. SOCIETA DI
PERSONE RESPONSABILITA Limitata al capitale conferito Illimitata e
solidale In relazione alla categoria di soci Le societ
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale43 La forma di
governo GOVERNO DELLIMPRESA CORPORATE GOVERNANCE il sistema delle
regole e dei vincoli di natura sia istituzionale che di mercato
nellambito dei quali si compongono e si perseguono gli interessi
delle varie categorie di stakeholders: azionisti, management,
clienti, fornitori, pubblica amministrazione, dipendenti,
consumatori, etc. il sistema delle regole e dei vincoli di natura
sia istituzionale che di mercato nellambito dei quali si compongono
e si perseguono gli interessi delle varie categorie di
stakeholders: azionisti, management, clienti, fornitori, pubblica
amministrazione, dipendenti, consumatori, etc. AIROLDI, BRUNETTI,
CODA Lezioni di economia aziendale al fine di assicurare la guida
strategica della societ, leffettivo controllo del management da
parte del consiglio e laffidabilit e lealt alla societ ed ai soci.
al fine di assicurare la guida strategica della societ, leffettivo
controllo del management da parte del consiglio e laffidabilit e
lealt alla societ ed ai soci. OCSE, Principles of Corporate
Governance.
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale44 Modelli di
capitalismo Rilevanza delle PMI Rilevanza delle PMI Diffusione
modello familiare (propriet/controllo) Diffusione modello familiare
(propriet/controllo) Concentrazione proprietaria dei grandi gruppi
Concentrazione proprietaria dei grandi gruppi Limitato ricorso al
mercato dei capitali Limitato ricorso al mercato dei capitali Ruolo
delle banche Ruolo delle banche Ruolo dello Stato Ruolo dello Stato
IL CAPITALISMO ITALIANO
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale45 Modelli di
capitalismo Ruolo del mercato finanziario Ruolo del mercato
finanziario Modello Public company Modello Public company elevato
potere dei manager elevato potere dei manager limitato potere
azionisti limitato potere azionisti il mercato come controllo e
tutela il mercato come controllo e tutela IL CAPITALISMO
ANGLOSASSONE
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale46 Modelli di
capitalismo Modello collaborativo (Stato/impresa/lavoratori)
Modello collaborativo (Stato/impresa/lavoratori) Partecipazione
delle banche al capitale di rischio Partecipazione delle banche al
capitale di rischio Stato come garante, senza interferire col
mercato Stato come garante, senza interferire col mercato Banca
come consulente finanziatore Banca come consulente finanziatore IL
CAPITALISMO RENANO
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale47 Corporate
governance ed informativa esterna le informazione di bilancio
rappresentano un momento di comunicazione con gli stakeholders le
informazione di bilancio rappresentano un momento di comunicazione
con gli stakeholders le norme giuridiche, i principi contabili ma,
soprattutto, le logiche decisionali degli utenti ed il contesto
politico-sociale-culturale di un paese, condizionano quantit e
qualit delle informazioni fornite dalle imprese. le norme
giuridiche, i principi contabili ma, soprattutto, le logiche
decisionali degli utenti ed il contesto politico-sociale-culturale
di un paese, condizionano quantit e qualit delle informazioni
fornite dalle imprese. la trasparenza informativa e lattendibilit
delle informazioni di bilancio costituiscono una condizione di
primaria importanza per il buon funzionamento dei mercati
finanziari. la trasparenza informativa e lattendibilit delle
informazioni di bilancio costituiscono una condizione di primaria
importanza per il buon funzionamento dei mercati finanziari. le
regole di corporate governance ed i controlli rappresentano uno
strumento di garanzia per una comunicazione trasparente e
tempestiva le regole di corporate governance ed i controlli
rappresentano uno strumento di garanzia per una comunicazione
trasparente e tempestiva AZIENDA STAKEHOLDERS
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale48 Corporate
governance. Finalit Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate
governance, regolamentazione contabile e trasparenza
dellinformativa aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale49 Corporate
governance. Strutture CORPORATE GOVERNANCE One-tier systems
Two-tier systems ESISTENZA DI DUE ORGANI, UNO CON FUNZIONI DI
GESTIONE, LALTRO CON FUNZIONI DI CONTROLLO ( Germania, Svizzera)
ESISTENZA DI UN UNICO ORGANO DI GOVERNO CON FUNZIONI DI GESTIONE E
CONTROLLO (Stati Uniti, Inghilterra..)
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale50 Corporate
governance. Logiche di funzionamento CORPORATE GOVERNANCE
Modello-insider system Modello-outsider system MODELLO MARKET
ORIENTED, IL MERCATO REGOLA LE TRANSAZIONI. LA PUBLIC COMPANY E IL
MODELLO DI AZIENDA PREVALENTE. MODELLO RENANO, LE BANCHE SONO IL
FULCRO DEL SISTEMA ECONOMICO, CON UNO ZOCCOLO DURO CON FORTE RUOLO
DECISIONALE Propriet diffusa, autoregolamentazione del mercato
Propriet concentrata, regolamentazione normativa
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale51
Insidersystem Outsidersystem Public company Zoccolo duro MERCATO
BANCHE RUOLO DELLINFORMAZIONE Alta concentrazione proprietaria
Limitato ricorso al mercato Frazionamento della propriet Sviluppo
dei mercati finanziari Corporate governance. Logiche di
funzionamento Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance,
regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa
aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale52 Modelli
Market oriented public company elevato frazionamento della propriet
separazione tra propriet e soggetto economico relazioni di tipo
one-tier tra gli organi sociali MODELLI MARKET ORIENTED STATI UNITI
INGHILTERRA
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale53 Modelli
Market oriented Stati Uniti Inghilterra MODELLI MARKET ORIENTED Il
Board organo sia di gestione che di controllo; c poi un presidente
come per il sistema americano; Il Board organo sia di gestione che
di controllo; c poi un presidente come per il sistema americano; le
societ non hanno una struttura dettata dalla legge bens dalla
prassi; non c infatti lobbligo per le societ di avere uno specifico
board e tantomeno un presidente. le societ non hanno una struttura
dettata dalla legge bens dalla prassi; non c infatti lobbligo per
le societ di avere uno specifico board e tantomeno un presidente.
Il Board of Directors, composto da executive e non executive
directors, lunico organo di governo con funzioni direttive e di
controllo; Il Board of Directors, composto da executive e non
executive directors, lunico organo di governo con funzioni
direttive e di controllo; il CEO (Chief Financial Officer) la
figura chiave di tutto il sistema; il CEO (Chief Financial Officer)
la figura chiave di tutto il sistema; Gli azionisti sono
prevalentemente degli investitori interessati al rendimento dei
loro investimenti. Gli azionisti sono prevalentemente degli
investitori interessati al rendimento dei loro investimenti.
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale54 Assemblea
dei soci Board of Directors nomina Fondi pensione Audit Committee
Compensation Committee Nominating Committee Fonte: G. Fiori, R.
Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e
trasparenza dellinformativa aziendale Modelli Market oriented
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale55 Il modello
renano Modello bank oriented Two tier system Nocciolo duro di
azionisti MODELLO RENANO Due organi di governo notevole influenza
delle banche, presenti allinterno del Consiglio di Sorveglianza e
rappresentanti degli azionisti principio della co-determinazione
dei lavoratori, presenti allinterno del Consiglio di Sorveglianza e
partecipanti ad alcune importanti decisioni aziendali. Consiglio di
Sorveglianza Comitato di Gestione
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale56 Il modello
renano GOVERNO MODELLO RENANO Il Comitato di Gestione Il Consiglio
di Sorveglianza supervisione delloperato dellorgano di gestione;
supervisione delloperato dellorgano di gestione; nomina degli
amministratori; nomina degli amministratori; controllo contabile ed
approvazione del bilancio. controllo contabile ed approvazione del
bilancio. direzione e gestione direzione e gestione
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale57 Assemblea
dei soci Comitato di Sorveglianza Aufsichtsrat Consiglio di
amministrazione Vorstand nomina nomina Banche Lavoratori Fonte: G.
Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile
e trasparenza dellinformativa aziendale Il modello renano
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale58 Il modello
francese Modello ibrido tra il one tier e il two tier system; forte
presenza dello Stato nelleconomia Libert delle imprese di scegliere
indifferentemente tra due assetti organizzativi MODELLO FRANCESE un
modello pi vicino a quello tedesco, basato su un organo di
sorveglianza ed un direttorio; un modello pi vicino a quello
anglosassone, con un unico organo di governo con funzioni sia di
gestione che di controllo importanza rilevante del President
Directeur General (PDG), con un potere assimilabile al CEO
esistenza di un consiglio direttivo nominato e controllato dal
consiglio di sorveglianza
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale59 Il modello
italiano Sistema di governance legato alle caratteristiche del
capitalismo italiano modello di governance di tipo
imprenditoriale-familiare MODELLO ITALIANO i soci di controllo e le
famiglie proprietarie rappresentano il soggetto economico della
societ i soci di controllo e le famiglie proprietarie rappresentano
il soggetto economico della societ capitalismo di tipo familiare;
capitalismo di tipo familiare; esistenza di molteplici imprese
medio- piccole; esistenza di molteplici imprese medio- piccole;
forte presenza dello Stato e scarsa presenza di investitori
istituzionali forte presenza dello Stato e scarsa presenza di
investitori istituzionali
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale60 Il modello
italiano MODELLO ITALIANO ORGANI PRINCIPALI Consiglio di amm.ne
Collegio sindacale nominato dagli azionisti nominato dagli
azionisti con poteri di controllo di legittimit sulloperato degli
amministratori. con poteri di controllo di legittimit sulloperato
degli amministratori. nominato dagli azionisti nominato dagli
azionisti con poteri di gestione con poteri di gestione
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale61 Il modello
italiano LE DISPOSIZIONI DEL TESTO UNICO SULLA FINANZA (D.lgs.
58-1998, Legge Draghi) scissione tra il controllo contabile,
affidato ad una societ di revisione (o revisore) esterna, e
controllo sullamministrazione, affidato ai sindaci con alcune novit
rispetto al passato; scissione tra il controllo contabile, affidato
ad una societ di revisione (o revisore) esterna, e controllo
sullamministrazione, affidato ai sindaci con alcune novit rispetto
al passato; riqualificazione del ruolo del collegio sindacale con
lattribuzione allo stesso di nuovi poteri di vigilanza informativa
sulloperato degli amministratori (i sindaci hanno lobbligo di
intervenire in caso di operazioni di gestione manifestamente
imprudenti, o comunque non giustificabili in relazione alloggetto
sociale); riqualificazione del ruolo del collegio sindacale con
lattribuzione allo stesso di nuovi poteri di vigilanza informativa
sulloperato degli amministratori (i sindaci hanno lobbligo di
intervenire in caso di operazioni di gestione manifestamente
imprudenti, o comunque non giustificabili in relazione alloggetto
sociale); ampliamento dei poteri di vigilanza e di intervento della
Consob nei confronti del collegio sindacale; ampliamento dei poteri
di vigilanza e di intervento della Consob nei confronti del
collegio sindacale; esplicita previsione del controllo interno.
esplicita previsione del controllo interno. Disciplina specifica
per le societ quotate in borsa soprattutto in tema di
controlli:
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale62 Il modello
italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs.
6/2003) modello tradizionale; modello tradizionale; modello
dualistico; modello dualistico; modello monistico modello monistico
Novit per le S.p.A. ed S.r.l., quotate e non, soprattutto in tema
di modelli di gestione, con la possibilit di scegliere
indifferentemente tra: Si sottolinea ancora limportanza di
realizzare i controlli sia esterni che interni ed il modo in cui
nei diversi modelli di gestione si possono strutturare tali
controlli.
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale63 Il modello
italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs.
6/2003) MODELLO ANTE RIFORMA (dualistico orizzontale) Il sistema
ordinario strutturato come quello gi previsto dal Codice Civile:
lassemblea nomina lorgano amministrativo e il Collegio sindacale.
NOVIT: il controllo contabile non rientra pi, anche per le societ
non quotate, tra le competenze istituzionali del collegio
sindacale, ma e esercitato da un revisore esterno che,
limitatamente alle societ che fanno ricorso al mercato del capitale
di rischio ovvero che sono tenute a redigere il bilancio
consolidato, deve essere una societ di revisione
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale64 Il modello
italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs.
6/2003) Tale sistema prevede la presenza di un Consiglio di
Gestione e di un Consiglio di sorveglianza (SCOMPARE IL COLLEGIO
SINDACALE) rispetto al modello tradizionale, il Consiglio di
sorveglianza ha maggiori poteri di quelli riconosciuti al Collegio
Sindacale, mentre diminuisce il ruolo dellassemblea dei soci.
MODELLO DUALISTICO
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale65 Il modello
italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs.
6/2003) MODELLO DUALISTICO Il controllo contabile esercitato da un
revisore contabile o da una societ di revisione. Il ricorso al
controllo di un organo esterno obbligatorio anche per le societ che
non facciano ricorso al mercato dei capitali e non siano tenute a
redigere il bilancio consolidato
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale66 Il modello
italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs.
6/2003) MODELLO MONISTICO Il sistema monistico prevede un modello
di amministrazione e controllo sostanzialmente analogo a quello
tradizionale: le principali differenze con il modello tradizionale
risiedono nellimpossibilit di affidare lamministrazione ad un
amministratore unico e nella eliminazione del collegio sindacale.
Il sistema monistico prevede un modello di amministrazione e
controllo sostanzialmente analogo a quello tradizionale: le
principali differenze con il modello tradizionale risiedono
nellimpossibilit di affidare lamministrazione ad un amministratore
unico e nella eliminazione del collegio sindacale. Lamministrazione
e il controllo sono esercitati rispettivamente dal consiglio di
amministrazione e dal comitato per il controllo sulla gestione,
costituito al suo interno. Lamministrazione e il controllo sono
esercitati rispettivamente dal consiglio di amministrazione e dal
comitato per il controllo sulla gestione, costituito al suo
interno. Anche secondo il modello monistico, il controllo contabile
spetta necessariamente ad una societ di revisione o a un revisore,
a seconda che la societ faccia o meno ricorso al mercato del
capitale di rischio. Anche secondo il modello monistico, il
controllo contabile spetta necessariamente ad una societ di
revisione o a un revisore, a seconda che la societ faccia o meno
ricorso al mercato del capitale di rischio.
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale67 Text
DUALISTICO ORIZZONTALE DUALISTICO VERTICALE MONISTICO ASSEMBLEA DEI
SOCI COLLEGIO SINDACALE CDA ASSEMBLEA DEI SOCI CONSIGLIO DI
SORVEGLIANZA CONSIGLIO DI GESTIONE Fonte: G. Fiori, R. Tiscini,
Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza
dellinformativa aziendale La nuova governance italiana
- Slide 68
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale68
AMMINISTRAZIONECONTROLLO LEGALITACONTROLLO CONTABILE OrganoChi lo
nominaOrganoChi lo nominaOrganoChi lo nomina SISTEMA TRADIZIONALE
Consiglio di amm. ne o amm.unico Assemblea Collegio sindacale
Assemblea dei soci Revisore contabile, soc. di revisione, collegio
sindacale formato da revisori Assemblea dei soci SISTEMA DUALISTICO
Consiglio di gestione Consiglio di sorveglianza Assemblea dei soci
Revisore contabile o soc. di revisori Assemblea dei soci SISTEMA
MONISTICO Consiglio di amm. ne Assemblea dei soci Comitato per il
controllo della gestione Consiglio di amministrazi one Revisore
contabile o soc. di revisori Assemblea dei soci La nuova governance
italiana Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance,
regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa
aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale69 Comitato per
il Controllo Interno Societ di revisione Societ di rating Collegio
sindacale Internal Auditing D. Lgs. 58/1998 Codice di
Autodisciplina Facoltativo Controllo del bilancio e della
contabilit Controllo sullamministrazione Controllo operativo- Risk
management Valutazione organi di controllo interno e proposte soc.
di revisione Controllo di affidabilit finanziaria Organi di
controlloFunzioni La nuova governance italiana Fonte: G. Fiori, R.
Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e
trasparenza dellinformativa aziendale
- Slide 70
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale70 Fasi della
vita aziendale VITA AZIENDALE 1.FASE ISTITUZIONALE 3. FASE
TERMINALE 2. FASE DEL FUNZIONAMENTO Business idea Business idea
Ubicazione Ubicazione Dimensione Dimensione Assetto istituzionale
Assetto istituzionale FORMA GIURIDICA & FORMA DI GOVERNO
Organizzazione Organizzazione Gestione Gestione Rilevazione
Rilevazione Cessazione dellazienda: Relativa Relativa Assoluta
Assoluta
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale71
Lorganizzazione ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Studia i criteri di
divisione del lavoro ed i relativi meccanismi di coordinamento
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale72
Lorganizzazione ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Organismo personale
Assetti Organizzativi Strumenti per il coordinamento delle persone.
Sono funzionali al raggiungimento dei fini aziendali. STRUTTURE
ORGANIZZATIVE SISTEMI OPERATIVI \ Studio delle capacit e degli
obiettivi delle persone mettendole in relazione con la struttura
dellorganizzazione aziendale.
- Slide 73
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale73
Lorganizzazione ASSETTI ORGANIZZATIVI Strutture organizzative
Sistemi operativi Regole, procedure e programmi che garantiscono il
buon funzionamento dellimpresa gestione del personale gestione del
personale programmazione e controllo programmazione e controllo
sistemi informativi aziendali sistemi informativi aziendali Studio
degli organi aziendali, delle loro funzioni e delle rispettive
interrelazioni Come organizzare la struttura organizzativa
problema
- Slide 74
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale74
Progettazione della struttura organizzativa Progettazione della
struttura organizzativa Studio delle operazioni di gestione
Individuazione dei compiti e delle attivit da svolgere Divisione
del lavoro tra le unit organizzative Divisione del lavoro tra le
posizioni (persone)
- Slide 75
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale75
Progettazione della struttura organizzativa STRUTTUREORGANIZZATIVE
Definizione degli organi Definizione funzioni/organi Definizioni
relaz. tra organi GERARCHIA FORMALIZZAZIONE DI UN ORGANIGRAMMA,
rappresentazione grafica della struttura organizzativa che mette in
evidenza la relazione gerarchica tra gli organi
- Slide 76
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale76 CRITERI DI
DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI OPERAZIONE PER OUTPUT
Progettazione della struttura organizzativa produzione A B vendita
A B produzione A B vendita A B
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale77 Direzione
Generale Unit operativa Le strutture organizzative STRUTTURA
ELEMENTARE Unit operativa Imprese di piccole dimensioni, per lo pi
familiari. Tutte le responsabilit direzionali sono accentrate nella
DG La divisione del lavoro realizzata per tipo di operazione
- Slide 78
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale78 Le strutture
organizzative STRUTTURE COMPLESSE Struttura FUNZIONALE Struttura
FUNZIONALE La FUNZIONE un insieme di attivit simili da un punto di
vista tecnico Struttura DIVISIONALE Struttura DIVISIONALE La
DIVISIONE data da un insieme di persone ed operazioni necessarie
alla realizzazione di un certo output Struttura MATRICIALE
Struttura MATRICIALE DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI
OPERAZIONI DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI PRODOTTI Esistenza
di due linee di direzioni: per funzioni e per prodotti
- Slide 79
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale79 Direzione
Generale Produzione Le strutture organizzative STRUTTURA FUNZIONALE
Vendita Amministrazione Un. Op. I Un. Op. II Un, op. III
- Slide 80
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale80 Direzione
Generale Prodotto A Le strutture organizzative STRUTTURA
DIVISIONALE Prodotto B Prodotto C Produzione Vendita Amm.ne Mercato
1 Mercato 2
- Slide 81
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale81 Le strutture
organizzative STRUTTURA MATRICIALE Direzione Generale Produzione
Vendita Amministrazione Prodotto A Prodotto B Prodotto C Un.
Op.
- Slide 82
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale82 Le strutture
organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA
STRUTTURA ORGANIZZATIVA ECONOMIE DI SCALA ECONOMIE DI SCALA
ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE
DI DIFFERENZIAZIONE ECONOMIE DI DIFFERENZIAZIONE Struttura
funzionale Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura
divisionale INTERDIPENDENZE DELLE FUNZIONI PER CIASCUN PRODOTTO
INTERDIPENDENZE DELLE FUNZIONI PER CIASCUN PRODOTTO Struttura
divisionale Struttura divisionale
- Slide 83
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale83 Le strutture
organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DIMENSIONI AZIENDALI; DIMENSIONI AZIENDALI;
TIPOLOGIA DEI PRODOTTI; TIPOLOGIA DEI PRODOTTI; LIVELLO DI
TECNOLOGIA; LIVELLO DI TECNOLOGIA; ECONOMIE DI SCALA; ECONOMIE DI
SCALA; DIFFERENZIAZIONE; DIFFERENZIAZIONE; DIFFERENZIAZIONE DEL
PRODOTTO; DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO; INTERDIPENDENZA DELLE
FUNZIONI; INTERDIPENDENZA DELLE FUNZIONI; ECONOMIE DI
SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE
- Slide 84
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale84 Le strutture
organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA
STRUTTURA ORGANIZZATIVA ECONOMIE DI SCALA ECONOMIE DI SCALA
Allaumentare delle quantit prodotte si riduce il costo medio
sostenuto a seguito della ripartizione del costo complessivo per un
maggior numero di prodotti. ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE
DI SPECIALIZZAZIONE Le attivit routinarie permettono lacquisizione
di competenze e conoscenze specialistiche che migliorano
lefficienza globale della produzione.
- Slide 85
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale85 Le strutture
organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO
DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO Investire su elementi distintivi del
prodotto introducendo caratteristiche percepite come uniche dal
cliente. INTERDIPENDENZA TRA LE FUNZIONI INTERDIPENDENZA TRA LE
FUNZIONI La complessit interna ed esterna dellimpresa richiede un
continuo coordinamento/confronto tra le funzioni aziendali.
- Slide 86
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale86 Le strutture
organizzative STRUTTURA MATRICIALE Duplice livello di
specializzazione; corrispondenza tra la specializzazione ed il
livello direttivo (duplice livello direzionale); adattabilit ad
ambienti instabili; corresponsabilit nel raggiungimento degli
obiettivi (necessit di coordinamento). VANTAGGI SVANTAGGI Economie
di scala Economie di specializzazione Gestione unitaria dei
prodotti Decentramento Adeguata ad ambienti instabili Duplicazione
dei costi Duplicazione di autorit con conseguente potenziale
conflittualit ed incremento dei costi di coordinamento
- Slide 87
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale87 La strategia
aziendale STRATEGIA Insieme degli obiettivi fondamentali perseguiti
e delle politiche poste in essere per la realizzazione di tali
obiettivi Orientamento strategico di fondo Indirizzi strategici
Decisioni, scelte, strategie dove operare dove operare come
operare\ come operare\ quali leve sfruttare quali leve sfruttare
Linee guida, valori, identit cosa fare cosa fare perch farlo perch
farlo come farlo come farlo
- Slide 88
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale88 La strategia
aziendale STRATEGIA Variabili fondamentali: Insieme delle variabili
esterne che influenzano le decisioni aziendali e quindi gli
obiettivi Obiettivi dellazienda Variabile temporale Ambiente
esterno Necessit di rivedere periodicamente le strategie aziendali
Allocazione delle risorse per il raggiungimento degli obiettivi
aziendali (sopravvivenza duratura, creazione di valore: redditivit
> costo del capitale) Orizzonte di lungo termine, ma necessit di
rivedere periodicamente le strategie aziendali
- Slide 89
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale89 La strategia
aziendale Ambiente esterno MACRO AMBIENTE MICRO AMBIENTE Singolo
settore di riferimento Sistema istituzionale di riferimento,
sistema economico generale Insieme di imprese che producono beni
tra loro intercambiabili
- Slide 90
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale90 La strategia
aziendale STRATEGIA AZIENDALE Studio delle variabili fondamentali:
LE FORZE COMPETITIVE DI PORTER
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- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale91 Le forze
competitive INTENSITA DELLA CONCORRENZA POTERE CONTRATTUALE DEI
CLIENTI POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI MINACCIA DI NUOVI
ENTRANTI MINACCIA DI PRODOTTI SOSTITUTIVI
- Slide 92
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale92 Le forze
competitive INTENSITA DELLA CONCORRENZA Si basa sullanalisi dei
comportamenti degli operatori economici gi presenti ed attivi nel
mercato di riferimento, ed in particolare: sulle politiche di
pricing (c.d. guerra dei prezzi); sulle politiche di pricing (c.d.
guerra dei prezzi); sulla differenziazione del prodotto. sulla
differenziazione del prodotto. Il livello di concorrenza interno
dipende essenzialmente da: la storia del settore; la storia del
settore; la fase del ciclo di vita del settore; la fase del ciclo
di vita del settore; la strategicit del business. la strategicit
del business.
- Slide 93
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale93 Le forze
competitive POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI In un mercato con
poche imprese e con un prodotto molto differenziato il fornitore
ha, nei rapporti con queste imprese, maggior potere contrattuale.
Queste imprese, infatti, possono rivolgersi quasi esclusivamente e
in via continuativa agli stessi fornitori che, dunque, assumono un
maggior potere in relazione alle modalit/tempi e caratteristiche
delle forniture. POTERE CONTRATTUALE DEI CLIENTI Nel caso in cui,
ad esempio, il cliente acquisti grandi volumi di prodotto in
relazione al giro di affari globale del venditore, il cliente
stesso ha un crescente potere contrattuale. Lo stesso fenomeno
avviene in casi di prodotti standardizzati o di mercati con un alto
livello di informazione, in quanto il cliente pu essere tentato da
altre aziende che vendono prodotti simili a condizioni
migliori.
- Slide 94
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale94 Le forze
competitive MINACCIA DI POTENZIALI NUOVI ENTRANTI Rappresenta il
rischio dellentrata nel mercato di riferimento di nuovi
competitors. Tale rischio determinato dalla presenza o meno di:
BARRIERE ALLENTRATA: ostacoli allingresso di un nuovo
mercato/settore. BARRIERE ALLUSCITA: ostacoli che unazienda
incontra per uscire da mercato/settore.
- Slide 95
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale95 Le forze
competitive Le BARRIERE ALLENTRATA possono essere economiche se per
esempio lentrata in quel settore di attivit richiede cospicui
investimenti, finanziari o materiali, al fine di essere minimamente
competitivi ovvero possono essere strategiche. In questultimo caso
il comportamento delleventuale new entry particolarmente
influenzato e dipendente dalla reazione degli operatori gi presenti
nel mercato dinanzi alla minaccia di entrata. Le BARRIERE ALLUSCITA
possono esplicarsi in vincoli soggettivi (attaccamento
dellimprenditore allattivit svolta indipendentemente dai risultati
conseguiti), ovvero alla strategicit del business, nel caso in cui
lattivit in oggetto sia funzionale o legata ad altri business
profittevoli del gruppo, ovvero al livello di investimenti gi
sostenuti (maggiori sono tali investimenti, minore sar la
propensione ad uscire dal business alle prime difficolt, dati i
problemi di recupero dei sunk costs).
- Slide 96
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale96 BARRIERE
ALLENTRATA Tipologie fondamentali: Vincoli pubblici o normative di
settore particolari Barriere di tipo economico Barriere di tipo
strategico Barriere di tipo istituzionale Dipendono dalla reazione
delle imprese gi esistenti nel settore di fronte al rischio di un
nuovo ingresso Legate alle caratteristiche del settore (ad es.
investimenti iniziali) Le forze competitive
- Slide 97
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale97 BARRIERE
ALLUSCITA Barriere economiche Barriere extra-economiche STRATEGICIT
DEL BUSINESS Le forze competitive TIPO DI INVESTIMENTI VINCOLI
PERSONALI VINCOLI PUBBLICI Importanza strategica in relazione ad
altre aree di attivit Maggiori sono gli investimenti effettuati,
minore sar la propensione ad uscire dal business Legame affettivo
tra imprenditore ed impresa Funzione sociale dellimpresa
- Slide 98
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale98 Le forze
competitive MINACCIA DI PRODOTTI SOSTITUTIVI necessario tenere in
considerazione la propensione degli acquirenti nei confronti di
altri prodotti con caratteristiche materiali o immateriali simili.
Le caratteristiche dei surrogati e del prezzo degli stessi,
infatti, rappresentano variabili decisorie fondamentali dei
consumatori acquisiti o potenziali.
- Slide 99
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale99 La strategia
aziendale STRATEGIA esistenza di diversi livelli STRATEGIE DI
CORPORATE STRETEGIEOPERATIVE Coordinamento interno alle Strategic
Business Unit (SBU) Decisioni alla base della strategia del gruppo
STRATEGIE DI BUSINESS Influenza sulle forze competitive e
posizionamento nel sistema competitivo
- Slide 100
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale100 La
strategia aziendale STRATEGIE DI CORPORATE INTEGRAZIONE
DIVERSIFICAZIONE Determinazione dellentit delle attivit correlate
per la produzione di un output DIFFERENZIAZIONE A monte A valle
estensione delle linee di prodotti; estensione delle linee di
prodotti; ampliamento della gamma offerta ampliamento della gamma
offerta Presenza in settori non correlati Crescita interna Accordi
e Joint Venture correlato conglomerale
- Slide 101
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale101 La
strategia aziendale STRATEGIE DI BUSINESS Grado di innovazione
Rapporto con i competitor COSTO DIFFEREN-ZIAZIONE Ampiezza raggio
dazione Vantaggioperseguito Matrice strategica di business
- Slide 102
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale102 La
strategia aziendale Matrice strategica di business LEADERSHIP DI
COSTO LEADERSHIP DI DIFFERENZIAZIONE FOCALIZZAZIONE COSTO
FOCALIZZAZIONE DIFFERENZIAZIONE Ampiezza raggio dazione Vantaggio
perseguito costo Differenziazione ristretto ampio
- Slide 103
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale103 La
strategia aziendale La leadership di costo Limpresa opera con costi
unitari inferiori rispetto a quelli sostenuti dalla concorrenza
FATTORI CRITICI: Costi dei fattori produttivi, fonte di
rifornimento privilegiata (i.e. i produttori di petrolio e gas
dellArabia Saudita, il potere contrattuale di Wal-Mart); Costi dei
fattori produttivi, fonte di rifornimento privilegiata (i.e. i
produttori di petrolio e gas dellArabia Saudita, il potere
contrattuale di Wal-Mart); Economie di scala (i.e. indivisibilit
dei costi di sviluppo e di lancio sul mercato nellindustria
automobilistica); Economie di scala (i.e. indivisibilit dei costi
di sviluppo e di lancio sul mercato nellindustria automobilistica);
Utilizzazione della capacit produttiva (i.e. load factor nel
trasporto aereo); Utilizzazione della capacit produttiva (i.e. load
factor nel trasporto aereo); Economie di apprendimento (i.e.
Samsung nella produzione di schermi LCD); Economie di apprendimento
(i.e. Samsung nella produzione di schermi LCD); Tecnologie
produttive (i.e. innovazione di processo, Toyota factory, Skype
Voip); Tecnologie produttive (i.e. innovazione di processo, Toyota
factory, Skype Voip); Design e sviluppo di prodotto (i.e.
piattaforma unica per diversi modelli nellindustria
automobilistica) Design e sviluppo di prodotto (i.e. piattaforma
unica per diversi modelli nellindustria automobilistica) Residual
efficiency (i.e. good management and motivation). Residual
efficiency (i.e. good management and motivation).
- Slide 104
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale104 La
strategia aziendale La differenziazione Attribuzione al prodotto di
caratteristiche distintive ed uniche (materiali o semplicemente
percepite) che ne aumentano il valore FATTORI CRITICI: Qualit e
performance (i.e. BMW); Qualit e performance (i.e. BMW); Servizi
accessori (i.e. Dell Computer delivery system); Servizi accessori
(i.e. Dell Computer delivery system); Affidabilit (i.e. Traco 10
servizio postale); Affidabilit (i.e. Traco 10 servizio postale);
Variet (i.e. Lancia Y gamma di colori) Variet (i.e. Lancia Y gamma
di colori) Localizzazione (i.e. Luis Vuitton retail stores);
Localizzazione (i.e. Luis Vuitton retail stores); Innovazione (i.e.
Sony cd/dvd readers, Bose Home theatre systems); Innovazione (i.e.
Sony cd/dvd readers, Bose Home theatre systems); Immagine e Marchio
(i.e. Apple i-Pod, Coca Cola soft drink); Immagine e Marchio (i.e.
Apple i-Pod, Coca Cola soft drink); Status e Stile di Vita (i.e.
American Express, Harley-Davidson) Status e Stile di Vita (i.e.
American Express, Harley-Davidson)
- Slide 105
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale105 La
strategia aziendale La focalizzazione Focalizzazione sul costo
Focalizzazione sulla differenziazione Rispondenza alle esigenze di
un mercato ristretto Ottenimento di vantaggi di costo in un
segmento ristretto
- Slide 106
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale106 La
strategia aziendale Focalizzazione sul costo Focalizzazione sulla
differenziazione VANTAGGI RISCHI favorisce la specializzazione
favorisce la specializzazione favorisce lesperienza favorisce
lesperienza riduce la pressione competitiva riduce la pressione
competitiva la nicchia di mercato potrebbe essere troppo ristretta
la nicchia di mercato potrebbe essere troppo ristretta minaccia di
nuovi entranti minaccia di nuovi entranti ciclo di vita del
prodotto nei mercati di nicchia ciclo di vita del prodotto nei
mercati di nicchia
- Slide 107
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale107 Le funzioni
aziendali FUNZIONI AZIENDALI si classificano in Funzioni operative
tipiche Funzioni di indirizzo e coordinamento Funzioni integrative
Produzione Produzione Approvvigionamento Approvvigionamento
Commerciale Commerciale Ricerca&sviluppo Ricerca&sviluppo
Finanza Finanza Gestione del personale Gestione del personale
Organizzazione Organizzazione Pianificazione Pianificazione &
controllo Sistemi informativi Sistemi informativi
- Slide 108
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale108 Funzione
commerciale ORIENTAMENTO DELLIMPRESA Al prodotto Alle vendite
Gestisce e cura i rapporti tra lazienda ed il mercato Al mercato Al
marketing Focus sulla produzione su larga scala Focus sulla
collocazione dei prodotti sul mercato Focus sui consumatori e sui
loro bisogni
- Slide 109
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale109 Funzione
commerciale ORIENTAMENTO DELLIMPRESA Al marketing Mira al
soddisfacimento della clientela con un approccio strategico di
medio-lungo periodo SI SVILUPPANO ATTIVITA Strategico/funzionali
Attivit operative Equilibrata combinazione delle leve di marketing
mix Espletamento delle funzioni di vendita/promozione
- Slide 110
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale110 Il
marketing mix MARKETING MIX COMBINAZIONE OTTIMALE DI 4 LEVE PER IL
SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI DELLA CLIENTELA PRODOTTO PREZZO
COMUNICAZIONE DISTRIBUZIONE
- Slide 111
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale111 Il
marketing mix PRODOTTO Caratteristiche materiali ed immateriali del
prodotto: assistenza assistenza garanzia garanzia gamme disponibili
gamme disponibili optional optional
- Slide 112
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale112 Il
marketing mix PREZZO Politiche stabilite in base agli obiettivi
reddituali e di mercato: importanti ai fini del posizionamento
strategico dellimpresa; importanti ai fini del posizionamento
strategico dellimpresa; comportamento della concorrenza;
comportamento della concorrenza; grado di differenziazione. grado
di differenziazione.
- Slide 113
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale113 Il
marketing mix COMUNICAZIONE Diverse leve e diversi strumenti di
comunicazione: pubblicit; pubblicit; promozione; promozione;
propaganda; propaganda; pubbliche relazioni; pubbliche relazioni;
sponsorship. sponsorship.
- Slide 114
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale114 Il
marketing mix DISTRIBUZIONE Scelta del canale distributivo da
utilizzare. CANALE Diretto Lungo Corto Assenza di intermediari
Unico intermediario Pi intermediari
- Slide 115
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale115
FINANZIAMENTO TRASFORMAZIONE ACQUISIZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI
VENDITA mercato mercato Il circuito della gestione
- Slide 116
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale116 La
rilevazione INFORMAZIONI SULLA GESTIONE Destinatari interni
Destinatari esterni Stakeholders AmministratoriManagement soci soci
banche banche risparmiatori risparmiatori erario erario
clienti/fornitori clienti/fornitori
- Slide 117
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale117
Informazione interna Informazione esterna regolata dalla legge
periodica consuntiva bilancio desercizio volontaria, non regolata
dalla legge continua consuntiva/preventiva bilancio desercizio,
budget, contabilit analitica, report Linformazione
- Slide 118
- Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale118 Liquidit
Crediti Immobilizzazioni Spese correnti Patrimonio netto Debiti
finanziari Debiti commerciali Ricavi correnti IMPIEGHIFONTI COME
UTILIZZATO IL CAPITALE QUAL LA PROVENIENZA DEL CAPITALE Impieghi e
fonti
- Slide 119
- Prof. Giovanni Fiori 119 Liquidit Crediti Immobilizzazioni
Spese correnti Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti
commerciali Ricavi IMPIEGHIFONTI impieghiancorautilizzabili fonti
che comportano obblighi di restituzione impieghi che non sono pi
utilizzabili utilizzabili fonti acquisite a titolo definitivo
Impieghi e fonti Corso di Economia Aziendale
- Slide 120
- Prof. Giovanni Fiori 120 Le categorie di finanziamento
FINANZIAMENTO Interno (titolare o soci) Esterno (banche o altri
finanziatori) DOTAZIONE PATRIMONIALE RICORSO AL CREDITO CAPITALE DI
RISCHIO CAPITALE DI CREDITO Mezzi propri (Patrimonio Netto) Mezzi
di terzi (Debiti finanziari) Corso di Economia Aziendale
- Slide 121
- Prof. Giovanni Fiori 121 Le categorie di finanziamento
FINANZIAMENTO Patrimonio Netto (Mezzi propri) Debiti Finanziari
(Capitale di credito) RIMBORSO REMUNERAZIONE DIRITTI Indeterminato
Legata ai risultati desercizio Soci Stabilito contrattualmente
Stabilita contrattualmente Creditori Corso di Economia
Aziendale
- Slide 122
- Prof. Giovanni Fiori 122 Le categorie di finanziamento
FINANZIAMENTO Mezzi Propri Capitale di credito DEBITI FINANZIARI
PATRIMONIO NETTO - EQUITY IMPRESE INDIVIDUALI SOCIETA IMPRESE
PUBBLICHE CapitaleNetto CapitaleSociale Fondo di dotazione Corso di
Economia Aziendale
- Slide 123
- Prof. Giovanni Fiori 123 Le categorie di finanziamento DEBITI
FINANZIARI Banche Risparmiatori Altre istituzioni fin. Soggetti
erogatori: Mutui Mutui C/c passivi C/c passivi Anticipi su fatture
Anticipi su fatture Anticipazioni Anticipazioni Obbligazioni
Obbligazioni Obbligazioni convertibili Obbligazioni convertibili
Leasing Leasing Factoring Factoring Corso di Economia
Aziendale
- Slide 124
- Prof. Giovanni Fiori 124 Unazienda viene istituita con un
capitale sociale di 200.000 (versato dai soci in un c/c bancario),
quindi integra quanto sopra con il ricorso ad un finanziamento
bancario di 100.000(anche questi accreditati sul c/c bancario). Per
rappresentare loperazione necessario indicare: 1) la qualit del
capitale (cio: come impiegato) 2) la provenienza del capitale (cio:
le fonti) IMPIEGHI FONTI Liquidit 300.000Capitale sociale 200.000
Debiti v/banche 100.000 300.000 Il finanziamento. Rappresentazione
Corso di Economia Aziendale
- Slide 125
- Prof. Giovanni Fiori 125 I fattori produttivi FATTORI
PRODUTTIVI IMMOBILIZZAZIONI SPESE CORRENTI Risorse materiali ed
immateriali mediante cui viene svolta lattivit di produzione
FATTORI PRODUTTIVI AD UTILITA PLURIENNALE FATTORI PRODUTTIVI LA CUI
UTILITA E LIMITATA AD UN ESERCIZIO Corso di Economia Aziendale
- Slide 126
- Prof. Giovanni Fiori 126 I fattori produttivi FATTORI
PRODUTTIVI IMMOBILIZZAZIONI SPESE CORRENTI Fabbricati Fabbricati
Automezzi Automezzi Partecipazioni Partecipazioni R&D e
Pubblicit (in alcuni casi) R&D e Pubblicit (in alcuni casi)
Materie Materie Personale Personale Servizi Servizi R&D e
Pubblicit (in alcuni casi) R&D e Pubblicit (in alcuni casi)
Corso di Economia Aziendale
- Slide 127
- Prof. Giovanni Fiori 127 I fattori produttivi IMMOBILIZZAZIONI
Tecniche Finanziarie Investimenti in beni e servizi funzionali
allattivit di produzione materiali immateriali Investimenti in
attivit finanziarie Corso di Economia Aziendale
- Slide 128
- Prof. Giovanni Fiori 128 I fattori produttivi IMMOBILIZZAZIONI
Tecniche Finanziarie Le immobilizzazioni tecniche rappresentano
impieghi a redditivit collettiva, cos come le spese correnti Le
immobilizzazioni finanziarie rappresentano impieghi a redditivit
individuale Gli impianti e le materie prime generano un reddito
solo insieme ad altri fattori produttivi Le obbligazioni e le
partecipazioni generano un reddito senza bisogno del supporto di
nessun altro fattore produttivo Corso di Economia Aziendale
- Slide 129
- Prof. Giovanni Fiori 129 Spese collegate alle immobilizzazioni
SPESE COLLEGATE ALLE IMMOBILIZZAZIONI Ammortamento Svalutazione
Manutenzione Perdita di valore fisiologica e prevedibile, relativa
a tutte le immobilizzazioni con vita utile limitata nel tempo
Perdita di valore imprevedibile e legata a fattori esterni che
colpisce qualsiasi tipo di immobilizzazione Spese sostenute sulle
immobilizzazioni materiali MANUTENZ. STRAORDINARIA MANUTENZ.
ORDINARIA Corso di Economia Aziendale
- Slide 130
- Prof. Giovanni Fiori 130 Spese di manutenzione MANUTENZIONE
Ordinaria Straordinaria Spese sostenute per mantenere il bene in
condizioni di normale funzionamento Spese sostenute per
incrementare la vita utile o la funzionalit del bene SPESE CORRENTI
IMMOBILIZZAZIONI Corso di Economia Aziendale
- Slide 131
- Prof. Giovanni Fiori 131 Lazienda acquista, con pagamento in
contanti, macchinari per 150.000 e, ottenendo una dilazione dai
fornitori, materie per 100.000. IMPIEGHI FONTI Liquidit 150.000
Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 400.000 Macchinari
150.000 Materie prime 100.000 Debiti v/fornitori 100.000 Limpiego.
Rappresentazione La tavola precedente: Si modifica cos: IMPIEGHI
FONTI Liquidit 300.000Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche
100.000 Corso di Economia Aziendale
- Slide 132
- Prof. Giovanni Fiori 132 Lazienda ottiene con la vendita dei
propri prodotti, ricavi per 250.000 ( 180.000 in contanti ed il
resto a dilazione). IMPIEGHI FONTI Liquidit 150.000 Capitale
sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 Macchinari 150.000 Materie
prime 100.000 Debiti v/fornitori 100.000 IMPIEGHI FONTI Liquidit
330.000 Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 650.000
Macchinari 150.000 Materie prime 100.000 Debiti v/fornitori 100.000
Crediti v/clienti 70.000 Ricavi di vendita 250.000 La vendita.
Rappresentazione La tavola precedente: Si modifica cos: Corso di
Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 133 Liquidit Crediti Immobilizzazioni
Spese correnti Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti
commerciali Ricavi correnti ATTIVITPASSIVIT COSTIRICAVI Rimanenze
Il bilancio Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 134 Liquidit Crediti Immobilizzazioni
Spese correnti Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti
commerciali Ricavi correnti ATTIVITPASSIVIT COSTIRICAVI Rimanenze
Il bilancio STATOPATRIMONIALE CONTO ECONOMICO ECONOMICO Corso di
Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 135 Il Patrimonio Netto IL PATRIMONIO
NETTO Capitale sociale Riserva da sovrapprezzo delle azioni Riserve
di rivalutazione Riserva legale Riserve statutarie Riserva per
azioni proprie in portafoglio Altre Riserve distintamente indicate
Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dellesercizio Corso
di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 136 Si costituisce una S.p.A. con capitale
sociale di 100.000 euro, cos conferiti: 50.000 in denaro, 30.000
con lapporto di un immobile ed il resto da versare La costituzione
S.P. C.E. Depositi bancari +50.000 Crediti v/soci per versam.
ancora dovuti +20.000 Immobili +30.000 Capitale sociale +100.000
Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 137 La costituzione S.P. Depositi bancari
+ 70.000 +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti 0 +20.000
Immobili +30.000 Capitale sociale +100.000 Si richiamano i decimi
da versare. 1. Tutti i soci provvedono al versamento dovuto 2. I
soci provvedono al versamento dovuto ad eccezione di uno di essi
che recede la cui quota era di 10.000 Depositi bancari +60.000
+50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti 0 +20.000 Immobili
+30.000 Capitale sociale +100.000 90.000 Corso di Economia
Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 138 Si costituisce una S.p.A. con capitale
sociale di 100.000 euro, cos conferiti: 60.000 in denaro ed il
resto da versare. Le spese legali, pagate contestualmente sono pari
a 1.000 La costituzione S.P. C.E. Depositi bancari +59.000 Crediti
v/soci per versam. ancora dovuti +40.000 Costi di impianto ed
ampliamento +1.000 Capitale sociale +100.000 Corso di Economia
Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 139 I Debiti Finanziari I DEBITI
FINANZIARI (CAPITALE DI CREDITO) Debiti verso banche per mutui per
aperture di credito in c/c per anticipazioni Obbligazioni
/Obbligazioni convertibili Debiti verso altri finanziatori Debiti
(per prestiti) verso imprese controllate Debiti (per prestiti)
verso imprese collegate Debiti (per prestiti) verso controllanti ..
Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 140 I Debiti Commerciali I DEBITI
COMMERCIALI (DI DILAZIONE) Debiti verso fornitori di impianti
Debiti verso fornitori di materie Debiti verso fornitori di servizi
Debiti verso il personale Debiti verso enti previdenziali Debiti
tributari Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 141 Immobilizzazioni e spese correnti
ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI fattori produttivi la cui utilit si
protrae per pi anni (es. Impianti, macchinari, brevetti, ecc.) +
investimenti finanziari (es. Partecipazioni, titoli, ecc.)
IMMOBILIZZAZIONI SPESE CORRENTI fattori produttivi la cui utilit
limitata ad un ciclo produttivo (es. materiali, lavoro, servizi,
ecc.) Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 142 Le Immobilizzazioni (spese di
investimento) IMMOBILIZZAZIONI I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
Costi di impianto e di ampliamento Costi di ricerca e sviluppo
Costi di pubblicit Diritti di brevetto industriale e diritti di
utilizzazione delle opere dellingegno Concessioni, licenze, marchi
e diritti simili Avviamento Altre immobilizzazioni immateriali
Immobilizzazioni in corso Acconti per immobilizzazioni immateriali
Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 143 Le Immobilizzazioni (spese di
investimento) IMMOBILIZZAZIONI II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature industriali
e commerciali Altre immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni in
corso Acconti per immobilizzazioni materiali Corso di Economia
Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 144 Le Immobilizzazioni (spese di
investimento) IMMOBILIZZAZIONI III - INVESTIMENTI FINANZIARI:
Partecipazioni in imprese controllate Partecipazioni in imprese
collegate Partecipazioni in imprese controllanti Partecipazioni in
altre imprese Crediti verso imprese controllate Crediti verso
imprese collegate Crediti verso imprese controllanti Crediti verso
altri Altri titoli Azioni proprie Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 145 Le spese correnti SPESE CORRENTI Spese
di acquisto delle materie (prime sussidiarie e di consumo) Spese di
acquisto delle merci Spese per servizi / Spese per godimento di
beni di terzi Salari e stipendi / Oneri sociali Altri costi del
personale / Altri costi operativi Interessi passivi Minusvalenze su
titoli e partecipazioni Sopravvenienze e insussistenze Minusvalenze
Imposte sul reddito dellesercizio Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 146 Cessione del prodotto o del servizio
ottenuto tramite limpiego dei fattori produttivi RICAVI Determina,
dal punto di vista economico, il formarsi di La vendita Corso di
Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 147 I ricavi I RICAVI Ricavi per vendita
prodotti Ricavi per prestazioni di servizi Altri ricavi
complementari Interessi attivi Dividendi Plusvalenze su titoli e
partecipazioni Altri proventi finanziari Sopravvenienze e
insussistenze Plusvalenze Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 148 Esempi di operazioni: rimborso di un
mutuo bancario FINANZIAMENTO Debiti finanziari Stabilito
contrattualmente Stabilita contrattualmente Creditori RIMBORSO
REMUNERAZ. DIRITTI RATE Corso di Economia Aziendale
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- Prof. Giovanni Fiori 149 RATA QUOTA CAPITALE QUOTA INTERESSI
Rimborso effettivo di quanto preso in prestito Pagamento del
servizio offerto dalla banca Corso di Economia Aziendale Esempi di
operazioni: rimborso di un mutuo bancario
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- Prof. Giovanni Fiori 150 Rata 1Q capitaleQ interessi Rata 2Q
capitaleQ interessi Rata 3Q capitaleQ interessi Q capitaleQ
interessi Rata nQ capitaleQ interessi Il rimborso di un mutuo
bancario Somma presa in prestito Somma pagata Corso di Economia
Aziendale Esempi di operazioni: rimborso di un mutuo bancario
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- Prof. Giovanni Fiori 151 S.P. C.E. S.P. C.E. Si ottiene un
mutuo bancario di 1.000 Depositi bancari +1.000 Debiti v/banche
+1000 Si paga una rata del mutuo di 100, di cui 10 a titolo di
interessi Depositi bancari -100 Debiti v/banche +1000 910 Oneri
finanziari +10 Corso di Economia Aziendale Esempi di operazioni:
rimborso di un mutuo bancario