Corso di Economia Aziendale Prof. Giovanni Fiori Materiale didattico.

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  • Corso di Economia Aziendale Prof. Giovanni Fiori Materiale didattico
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale2 PROGRAMMA DEL CORSO Corso di economia aziendale PARTE I PARTE III PARTE II Le informazioni sulla gestione: la contabilit ed il bilancio di esercizio La performance economico-finanziaria delle imprese Leconomia aziendale, il concetto di azienda, le relazioni tra aziende ed ambiente esterno, le imprese: concetti generali
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale3 PROGRAMMA DEL CORSO PARTE I Leconomia aziendale, il concetto di azienda e le relazioni tra aziende ed ambiente esterno Il ruolo delle scienze economiche nellambito delle scienze sociali. Economia aziendale ed economia politica: i diversi ambiti di indagine Il ruolo delle scienze economiche nellambito delle scienze sociali. Economia aziendale ed economia politica: i diversi ambiti di indagine Il ruolo dellazienda nellattivit economica Il ruolo dellazienda nellattivit economica Le diverse modalit di classificazione delle aziende Le diverse modalit di classificazione delle aziende La corporate governance: un confronto a livello internazionale La corporate governance: un confronto a livello internazionale La gestione e lorganizzazione delle aziende: concetti generali La gestione e lorganizzazione delle aziende: concetti generali Il marketing Il marketing Le condizioni di equilibrio economico e finanziario delle aziende Le condizioni di equilibrio economico e finanziario delle aziende Principi generali di organizzazione aziendale Principi generali di organizzazione aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale4 PROGRAMMA DEL CORSO PARTE I Le fasi della vita aziendale: istituzionale, di funzionamento e terminale Le fasi della vita aziendale: istituzionale, di funzionamento e terminale Il finanziamento delle aziende: capitale di rischio e capitale di credito Il finanziamento delle aziende: capitale di rischio e capitale di credito Criteri di scelta della forma di finanziamento Criteri di scelta della forma di finanziamento Lacquisizione dei fattori produttivi: immobilizzazioni e spese correnti Lacquisizione dei fattori produttivi: immobilizzazioni e spese correnti Le diverse forme di aggregazione tra aziende Le diverse forme di aggregazione tra aziende Elementi di strategia e politica aziendale Elementi di strategia e politica aziendale La fase terminale: cessazione dellattivit La fase terminale: cessazione dellattivit Cenni sulle operazioni straordinarie Cenni sulle operazioni straordinarie
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale5 PROGRAMMA DEL CORSO PARTE II Le informazioni sulla gestione Le informazioni sulla gestione aziendale destinate allesterno: finalit e strumenti Le informazioni sulla gestione aziendale destinate allesterno: finalit e strumenti Le modalit tecniche di rilevazione delle operazioni di gestione: la dinamica dei valori Le modalit tecniche di rilevazione delle operazioni di gestione: la dinamica dei valori La rappresentazione contabile delle operazioni di finanziamento, di acquisto dei fattori produttivi, delle operazioni di vendita La rappresentazione contabile delle operazioni di finanziamento, di acquisto dei fattori produttivi, delle operazioni di vendita La determinazione del reddito di esercizio e del patrimonio di funzionamento La determinazione del reddito di esercizio e del patrimonio di funzionamento Gli schemi di bilancio di legge Gli schemi di bilancio di legge Cenni sul metodo della partita doppia Cenni sul metodo della partita doppia I requisiti di efficacia dellinformazione esterna dimpresa I requisiti di efficacia dellinformazione esterna dimpresa
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale6 PROGRAMMA DEL CORSO PARTE III La performance economico-finanziaria Gli indicatori di performance economico-finanziaria delle imprese Gli indicatori di performance economico-finanziaria delle imprese Lanalisi di redditivit della gestione Lanalisi di redditivit della gestione Il ROE ed il ROI Il ROE ed il ROI Lanalisi della leva operativa e della leva finanziaria Lanalisi della leva operativa e della leva finanziaria Il ciclo del capitale circolante Il ciclo del capitale circolante
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale7 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Riferimenti bibliografici Caramiello C., Lazienda (alcune brevi riflessioni introduttive), Milano, Giuffr, 1993. Caramiello C., Lazienda (alcune brevi riflessioni introduttive), Milano, Giuffr, 1993. Cavalieri E., Lezioni di economia aziendale, Giappichelli, volume II. Cavalieri E., Lezioni di economia aziendale, Giappichelli, volume II. Fiori G., Corporate Governance e qualit dellinformazione esterna dimpresa, Giuffr- Luiss University Press, 2003 Fiori G., Corporate Governance e qualit dellinformazione esterna dimpresa, Giuffr- Luiss University Press, 2003
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale8 La scienza economica Economiaproblemi economici, risorse limitate LEconomia studia i problemi economici, problemi che nascono, cio, a causa dello sfruttamento di risorse limitate. UOMINI Bisogni illimitati Risorse limitate +
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale9 La scienza economica Problemi economici: Bisogni illimitati Risorse limitate + Problemi non economici: Risorse illimitate Risorse non producibili o
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale10 La scienza economica SCIENZA ECONOMICA Problemi economici 1.Cosa produrre 2.Come produrre 3.Per chi produrre Attivit umana tesa ad identificare le vie pi convenienti per il soddisfacimento dei bisogni umani
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale11 La scienza economica ECONOMIA ECONOMIA POLITICA ECONOMIA AZIENDALE Funzionamento globale del sistema economico. Studio del funzionamento delleconomica per macroaggregati Funzionamento delle singole aziende di produzione. Studio del funzionamento dei singoli componenti del sistema economico
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale12 La scienza economica Soddisfacimento dei bisogni ATTIVITA DI PRODUZIONE ATTIVITA DI CONSUMO Aziende di produzione Famiglie 1.Produzione fisica 2.Trasformazione nel tempo nello spazio
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale13 La scienza economica Soddisfacimento dei bisogni AZIENDE DI PRODUZIONE FAMIGLIE Soddisfacimento indiretto dei bisogni Soddisfacimento diretto dei bisogni
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  • 14 BISOGNI Condizione che causa insoddisfazione fisica e psichica e che necessita soddisfacimento ATTIVITA ECONOMICA = Attivit umana organizzata con lobiettivo di trovare la soluzione pi adatta al soddisfacimento dei bisogni umani. al soddisfacimento dei bisogni umani. I bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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  • 15 BISOGNI VARIABILI NELLO SPAZIO E NEL TEMPO DIFFERIBILI O INDIFFERIBILI RIGIDI O FLESSIBILI INDIVIDUALI O COLLETTIVI I bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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  • 16 BISOGNI INDIFFERIBILI DIFFERIBILI Devono essere soddisfatti immediatamente Possono essere soddisfatti successivamente RIGIDI FLESSIBILI Vitali Non necessari per sopravvivere I bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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  • 17 INDIVIDUALI Sono bisogni specifici per una persona. Bisogni provati da un uomo come individuo COLLETIVI Bisogni provati da un uomo come membro di una comunit BISOGNI I bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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  • 18 INDIVIDUALI COLLETTIVI BISOGNI Generalmente soddisfatti da un gruppo economico privato Generalmente soddisfatti da un gruppo economico pubblico (pubblica amministrazione) I bisogni Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale19 Lazienda AZIENDA ISTITUTO ECONOMICO ATTO A PERDURARE Unit economica con propria autonomia organizzativa tesa alleconomicit con carattere non accidentale e una proiezione ad un tempo indefinito.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale20 Lazienda AZIENDA CAPITALE LAVORO Sistema organizzato che richiede: Elemento oggettivo Elemento soggettivo IL LAVORO ATTIVA E DINAMIZZA IL CAPITALE
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale21 Le aziende di produzione AZIENDE DI PRODUZIONE SCOPO DI LUCRO SCOPO DI UTILITA GENERALE IMPRESE ASSOCIAZIONI FONDAZIONI ENTI POLITICO-SOCIALI (PUBBLICA AMM.NE)
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale22 Le relazioni tra i soggetti economici IMPRESE FAMIGLIE PUBBLICA AMM.NE SOGGETTI ECONOMICI Flussi Reali Monetari Fattori produttivi corresponsione di un prezzo
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale23 Le relazioni sistemiche Imprese-Famiglie IMPRESE Beni/servizi Prezzo Salari e stipendi Lavoro Utili/Interessi Capitali FAMIGLIE
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale24 Le relazioni sistemiche Imprese-P.A. IMPRESE PUBBLICA AMM.NE Beni/servizi Prezzo Tasse/imposte Servizi Utili/Interessi Capitali
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale25 Le relazioni sistemiche Famiglie-P.A. FAMIGLIE PUBBLICA AMM.NE Lavoro Salari e stipendi Tasse/imposte Servizi Interessi Capitali
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale26 Le imprese. Classificazione IMPRESE DIMENSIONE PICCOLE GRANDI MEDIE 1.Volume daffari 2.Investimenti 3.Numero di addetti Parametri principali:
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale27 I legami tra le imprese IMPRESE RETI DISTRETTI INDUSTRIALI GRUPPI Legami gerarchici Legami di mercato
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale28 Le imprese. Classificazione IMPRESE SETTORE SETTORE PRIMARIO SETTORE TERZIARIO SETTORE SECONDARIO Aziende di produzione originaria, fattori produttivi che provengono direttamente dalla natura AZIENDE AGRICOLE, ESTRATTIVE, CACCIA & PESCA Aziende che operano nella trasformazione fisica delle materie prima AZIENDE INDUSTRIALI Aziende di servizi COMMERCIO, TRASPORTI, SERVIZI, BANCHE, ASSICURAZIONI
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale29 Fasi della vita aziendale VITA AZIENDALE 1.FASE ISTITUZIONALE 3. FASE TERMINALE 2. FASE DEL FUNZIONAMENTO Business idea Business idea Ubicazione Ubicazione Dimensione Dimensione Assetto istituzionale Assetto istituzionale FORMA GIURIDICA & FORMA DI GOVERNO Organizzazione Organizzazione Gestione Gestione Rilevazione Rilevazione Cessazione dellazienda Relativa Relativa Assoluta Assoluta
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale30 Business idea SELEZIONE DEI BISOGNI CHE DEVONO ESSERE SODDISFATTI DALLE AZIENDE SCELTE STRATEGICHE RELATIVAMENTE A COME SODDISFARE QUESTI BISOGNI
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale31 Localizzazione SELEZIONE DEL LUOGO DOVE AVVIARE IL BUSINESS Costi della manodopera Prossimit alle materie prime / interconnessioni dei trasporti Pressioni fiscali Regolamentazioni speciali (i.e. ambiente)
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale32 Dimensione Business idea e attivit economica Risorse Finanziarie Disponibilit di lavoro specializzato La scelta della dimensione dipende:
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale33 La forma giuridica IMPRESE IMPRESE INDIVIDUALI SOCIETA Societ di persone Societ di capitali Responsabilit illimitata e solidale di tutti i soci Responsabilit limitata al capitale conferito Responsabilit illimitata del soggetto economico & giuridico
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale34 Soggetto economico e soggetto giuridico Chi ha le responsabilit giuridica dellattivit dimpresa. Chi effettivamente governa limpresa (persona o gruppo di persone cui viene affidata la definizione delle linee di sviluppo dellattivit aziendale). SOGGETTO GIURIDICO SOGGETTO ECONOMICO
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  • Qualsiasi persona che risponde delle obbligazioni sociali 35 Soggetto economico e soggetto giuridico(2) Qualsiasi persona che effettivamente gestisce lazienda (una persona o un gruppo di persone incaricate di sviluppare le strategie) SOGGETTO GIURIDICO SOGGETTO ECONOMICO Impresa Individuale Societ di persone Societ di capitali Imprenditore Societ e Soci Societ Imprenditore Soci gestori Management Soggetto economico e soggetto giuridico (2)
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale36 Le societ di persone LE SOCIETA DI PERSONE S.S. S.N.C. S.A.S. Societ semplice Societ in nome collettivo Societ in accomandita semplice
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale37 LE SOCIETA DI CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. Societ per azioni Societ a responsabilit limitata Societ in accomandita per azioni Le societ di capitali
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale38 Le societ in accomandita LE SOCIETA IN ACCOMANDITA S.A.S. S.A.P.A. Esistenza di due categorie di soci: Esistenza di due categorie di soci: ACCOMANDATARI responsabilit illimitata e solidale ACCOMANDATARI responsabilit illimitata e solidale ACCOMANDANTI responsabilit limitata a quanto conferito ACCOMANDANTI responsabilit limitata a quanto conferito La gestione della societ affidata in via esclusiva agli accomandatari: distinzione tra socio di capitale e socio di gestione La gestione della societ affidata in via esclusiva agli accomandatari: distinzione tra socio di capitale e socio di gestione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale39 SOCIETA DI CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. No commercio Qualsiasi attivit SOCIETA DI PERSONE TIPOLOGIA DI ATTIVITA Qualsiasi attivit Le societ
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale40 SOCIETA DI CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. Nessuna formalit Registro delle Imprese SOCIETA DI PERSONE COSTITUZIONE Registro delle imprese Le societ
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale41 SOCIETA DI CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. Nessuna indicazione SOCIETA DI PERSONE CAPITALE SOCIALE MINIMO 120.000 10.000 120.000 Le societ
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale42 SOCIETA DI CAPITALI S.P.A. S.R.L. S.A.P.A. S.S. S.N.C. S.A.S. SOCIETA DI PERSONE RESPONSABILITA Limitata al capitale conferito Illimitata e solidale In relazione alla categoria di soci Le societ
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale43 La forma di governo GOVERNO DELLIMPRESA CORPORATE GOVERNANCE il sistema delle regole e dei vincoli di natura sia istituzionale che di mercato nellambito dei quali si compongono e si perseguono gli interessi delle varie categorie di stakeholders: azionisti, management, clienti, fornitori, pubblica amministrazione, dipendenti, consumatori, etc. il sistema delle regole e dei vincoli di natura sia istituzionale che di mercato nellambito dei quali si compongono e si perseguono gli interessi delle varie categorie di stakeholders: azionisti, management, clienti, fornitori, pubblica amministrazione, dipendenti, consumatori, etc. AIROLDI, BRUNETTI, CODA Lezioni di economia aziendale al fine di assicurare la guida strategica della societ, leffettivo controllo del management da parte del consiglio e laffidabilit e lealt alla societ ed ai soci. al fine di assicurare la guida strategica della societ, leffettivo controllo del management da parte del consiglio e laffidabilit e lealt alla societ ed ai soci. OCSE, Principles of Corporate Governance.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale44 Modelli di capitalismo Rilevanza delle PMI Rilevanza delle PMI Diffusione modello familiare (propriet/controllo) Diffusione modello familiare (propriet/controllo) Concentrazione proprietaria dei grandi gruppi Concentrazione proprietaria dei grandi gruppi Limitato ricorso al mercato dei capitali Limitato ricorso al mercato dei capitali Ruolo delle banche Ruolo delle banche Ruolo dello Stato Ruolo dello Stato IL CAPITALISMO ITALIANO
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale45 Modelli di capitalismo Ruolo del mercato finanziario Ruolo del mercato finanziario Modello Public company Modello Public company elevato potere dei manager elevato potere dei manager limitato potere azionisti limitato potere azionisti il mercato come controllo e tutela il mercato come controllo e tutela IL CAPITALISMO ANGLOSASSONE
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale46 Modelli di capitalismo Modello collaborativo (Stato/impresa/lavoratori) Modello collaborativo (Stato/impresa/lavoratori) Partecipazione delle banche al capitale di rischio Partecipazione delle banche al capitale di rischio Stato come garante, senza interferire col mercato Stato come garante, senza interferire col mercato Banca come consulente finanziatore Banca come consulente finanziatore IL CAPITALISMO RENANO
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale47 Corporate governance ed informativa esterna le informazione di bilancio rappresentano un momento di comunicazione con gli stakeholders le informazione di bilancio rappresentano un momento di comunicazione con gli stakeholders le norme giuridiche, i principi contabili ma, soprattutto, le logiche decisionali degli utenti ed il contesto politico-sociale-culturale di un paese, condizionano quantit e qualit delle informazioni fornite dalle imprese. le norme giuridiche, i principi contabili ma, soprattutto, le logiche decisionali degli utenti ed il contesto politico-sociale-culturale di un paese, condizionano quantit e qualit delle informazioni fornite dalle imprese. la trasparenza informativa e lattendibilit delle informazioni di bilancio costituiscono una condizione di primaria importanza per il buon funzionamento dei mercati finanziari. la trasparenza informativa e lattendibilit delle informazioni di bilancio costituiscono una condizione di primaria importanza per il buon funzionamento dei mercati finanziari. le regole di corporate governance ed i controlli rappresentano uno strumento di garanzia per una comunicazione trasparente e tempestiva le regole di corporate governance ed i controlli rappresentano uno strumento di garanzia per una comunicazione trasparente e tempestiva AZIENDA STAKEHOLDERS
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale48 Corporate governance. Finalit Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale49 Corporate governance. Strutture CORPORATE GOVERNANCE One-tier systems Two-tier systems ESISTENZA DI DUE ORGANI, UNO CON FUNZIONI DI GESTIONE, LALTRO CON FUNZIONI DI CONTROLLO ( Germania, Svizzera) ESISTENZA DI UN UNICO ORGANO DI GOVERNO CON FUNZIONI DI GESTIONE E CONTROLLO (Stati Uniti, Inghilterra..)
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale50 Corporate governance. Logiche di funzionamento CORPORATE GOVERNANCE Modello-insider system Modello-outsider system MODELLO MARKET ORIENTED, IL MERCATO REGOLA LE TRANSAZIONI. LA PUBLIC COMPANY E IL MODELLO DI AZIENDA PREVALENTE. MODELLO RENANO, LE BANCHE SONO IL FULCRO DEL SISTEMA ECONOMICO, CON UNO ZOCCOLO DURO CON FORTE RUOLO DECISIONALE Propriet diffusa, autoregolamentazione del mercato Propriet concentrata, regolamentazione normativa
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale51 Insidersystem Outsidersystem Public company Zoccolo duro MERCATO BANCHE RUOLO DELLINFORMAZIONE Alta concentrazione proprietaria Limitato ricorso al mercato Frazionamento della propriet Sviluppo dei mercati finanziari Corporate governance. Logiche di funzionamento Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale52 Modelli Market oriented public company elevato frazionamento della propriet separazione tra propriet e soggetto economico relazioni di tipo one-tier tra gli organi sociali MODELLI MARKET ORIENTED STATI UNITI INGHILTERRA
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale53 Modelli Market oriented Stati Uniti Inghilterra MODELLI MARKET ORIENTED Il Board organo sia di gestione che di controllo; c poi un presidente come per il sistema americano; Il Board organo sia di gestione che di controllo; c poi un presidente come per il sistema americano; le societ non hanno una struttura dettata dalla legge bens dalla prassi; non c infatti lobbligo per le societ di avere uno specifico board e tantomeno un presidente. le societ non hanno una struttura dettata dalla legge bens dalla prassi; non c infatti lobbligo per le societ di avere uno specifico board e tantomeno un presidente. Il Board of Directors, composto da executive e non executive directors, lunico organo di governo con funzioni direttive e di controllo; Il Board of Directors, composto da executive e non executive directors, lunico organo di governo con funzioni direttive e di controllo; il CEO (Chief Financial Officer) la figura chiave di tutto il sistema; il CEO (Chief Financial Officer) la figura chiave di tutto il sistema; Gli azionisti sono prevalentemente degli investitori interessati al rendimento dei loro investimenti. Gli azionisti sono prevalentemente degli investitori interessati al rendimento dei loro investimenti.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale54 Assemblea dei soci Board of Directors nomina Fondi pensione Audit Committee Compensation Committee Nominating Committee Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale Modelli Market oriented
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale55 Il modello renano Modello bank oriented Two tier system Nocciolo duro di azionisti MODELLO RENANO Due organi di governo notevole influenza delle banche, presenti allinterno del Consiglio di Sorveglianza e rappresentanti degli azionisti principio della co-determinazione dei lavoratori, presenti allinterno del Consiglio di Sorveglianza e partecipanti ad alcune importanti decisioni aziendali. Consiglio di Sorveglianza Comitato di Gestione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale56 Il modello renano GOVERNO MODELLO RENANO Il Comitato di Gestione Il Consiglio di Sorveglianza supervisione delloperato dellorgano di gestione; supervisione delloperato dellorgano di gestione; nomina degli amministratori; nomina degli amministratori; controllo contabile ed approvazione del bilancio. controllo contabile ed approvazione del bilancio. direzione e gestione direzione e gestione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale57 Assemblea dei soci Comitato di Sorveglianza Aufsichtsrat Consiglio di amministrazione Vorstand nomina nomina Banche Lavoratori Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale Il modello renano
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale58 Il modello francese Modello ibrido tra il one tier e il two tier system; forte presenza dello Stato nelleconomia Libert delle imprese di scegliere indifferentemente tra due assetti organizzativi MODELLO FRANCESE un modello pi vicino a quello tedesco, basato su un organo di sorveglianza ed un direttorio; un modello pi vicino a quello anglosassone, con un unico organo di governo con funzioni sia di gestione che di controllo importanza rilevante del President Directeur General (PDG), con un potere assimilabile al CEO esistenza di un consiglio direttivo nominato e controllato dal consiglio di sorveglianza
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale59 Il modello italiano Sistema di governance legato alle caratteristiche del capitalismo italiano modello di governance di tipo imprenditoriale-familiare MODELLO ITALIANO i soci di controllo e le famiglie proprietarie rappresentano il soggetto economico della societ i soci di controllo e le famiglie proprietarie rappresentano il soggetto economico della societ capitalismo di tipo familiare; capitalismo di tipo familiare; esistenza di molteplici imprese medio- piccole; esistenza di molteplici imprese medio- piccole; forte presenza dello Stato e scarsa presenza di investitori istituzionali forte presenza dello Stato e scarsa presenza di investitori istituzionali
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale60 Il modello italiano MODELLO ITALIANO ORGANI PRINCIPALI Consiglio di amm.ne Collegio sindacale nominato dagli azionisti nominato dagli azionisti con poteri di controllo di legittimit sulloperato degli amministratori. con poteri di controllo di legittimit sulloperato degli amministratori. nominato dagli azionisti nominato dagli azionisti con poteri di gestione con poteri di gestione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale61 Il modello italiano LE DISPOSIZIONI DEL TESTO UNICO SULLA FINANZA (D.lgs. 58-1998, Legge Draghi) scissione tra il controllo contabile, affidato ad una societ di revisione (o revisore) esterna, e controllo sullamministrazione, affidato ai sindaci con alcune novit rispetto al passato; scissione tra il controllo contabile, affidato ad una societ di revisione (o revisore) esterna, e controllo sullamministrazione, affidato ai sindaci con alcune novit rispetto al passato; riqualificazione del ruolo del collegio sindacale con lattribuzione allo stesso di nuovi poteri di vigilanza informativa sulloperato degli amministratori (i sindaci hanno lobbligo di intervenire in caso di operazioni di gestione manifestamente imprudenti, o comunque non giustificabili in relazione alloggetto sociale); riqualificazione del ruolo del collegio sindacale con lattribuzione allo stesso di nuovi poteri di vigilanza informativa sulloperato degli amministratori (i sindaci hanno lobbligo di intervenire in caso di operazioni di gestione manifestamente imprudenti, o comunque non giustificabili in relazione alloggetto sociale); ampliamento dei poteri di vigilanza e di intervento della Consob nei confronti del collegio sindacale; ampliamento dei poteri di vigilanza e di intervento della Consob nei confronti del collegio sindacale; esplicita previsione del controllo interno. esplicita previsione del controllo interno. Disciplina specifica per le societ quotate in borsa soprattutto in tema di controlli:
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale62 Il modello italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003) modello tradizionale; modello tradizionale; modello dualistico; modello dualistico; modello monistico modello monistico Novit per le S.p.A. ed S.r.l., quotate e non, soprattutto in tema di modelli di gestione, con la possibilit di scegliere indifferentemente tra: Si sottolinea ancora limportanza di realizzare i controlli sia esterni che interni ed il modo in cui nei diversi modelli di gestione si possono strutturare tali controlli.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale63 Il modello italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003) MODELLO ANTE RIFORMA (dualistico orizzontale) Il sistema ordinario strutturato come quello gi previsto dal Codice Civile: lassemblea nomina lorgano amministrativo e il Collegio sindacale. NOVIT: il controllo contabile non rientra pi, anche per le societ non quotate, tra le competenze istituzionali del collegio sindacale, ma e esercitato da un revisore esterno che, limitatamente alle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio ovvero che sono tenute a redigere il bilancio consolidato, deve essere una societ di revisione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale64 Il modello italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003) Tale sistema prevede la presenza di un Consiglio di Gestione e di un Consiglio di sorveglianza (SCOMPARE IL COLLEGIO SINDACALE) rispetto al modello tradizionale, il Consiglio di sorveglianza ha maggiori poteri di quelli riconosciuti al Collegio Sindacale, mentre diminuisce il ruolo dellassemblea dei soci. MODELLO DUALISTICO
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale65 Il modello italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003) MODELLO DUALISTICO Il controllo contabile esercitato da un revisore contabile o da una societ di revisione. Il ricorso al controllo di un organo esterno obbligatorio anche per le societ che non facciano ricorso al mercato dei capitali e non siano tenute a redigere il bilancio consolidato
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale66 Il modello italiano LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003) MODELLO MONISTICO Il sistema monistico prevede un modello di amministrazione e controllo sostanzialmente analogo a quello tradizionale: le principali differenze con il modello tradizionale risiedono nellimpossibilit di affidare lamministrazione ad un amministratore unico e nella eliminazione del collegio sindacale. Il sistema monistico prevede un modello di amministrazione e controllo sostanzialmente analogo a quello tradizionale: le principali differenze con il modello tradizionale risiedono nellimpossibilit di affidare lamministrazione ad un amministratore unico e nella eliminazione del collegio sindacale. Lamministrazione e il controllo sono esercitati rispettivamente dal consiglio di amministrazione e dal comitato per il controllo sulla gestione, costituito al suo interno. Lamministrazione e il controllo sono esercitati rispettivamente dal consiglio di amministrazione e dal comitato per il controllo sulla gestione, costituito al suo interno. Anche secondo il modello monistico, il controllo contabile spetta necessariamente ad una societ di revisione o a un revisore, a seconda che la societ faccia o meno ricorso al mercato del capitale di rischio. Anche secondo il modello monistico, il controllo contabile spetta necessariamente ad una societ di revisione o a un revisore, a seconda che la societ faccia o meno ricorso al mercato del capitale di rischio.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale67 Text DUALISTICO ORIZZONTALE DUALISTICO VERTICALE MONISTICO ASSEMBLEA DEI SOCI COLLEGIO SINDACALE CDA ASSEMBLEA DEI SOCI CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA CONSIGLIO DI GESTIONE Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale La nuova governance italiana
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale68 AMMINISTRAZIONECONTROLLO LEGALITACONTROLLO CONTABILE OrganoChi lo nominaOrganoChi lo nominaOrganoChi lo nomina SISTEMA TRADIZIONALE Consiglio di amm. ne o amm.unico Assemblea Collegio sindacale Assemblea dei soci Revisore contabile, soc. di revisione, collegio sindacale formato da revisori Assemblea dei soci SISTEMA DUALISTICO Consiglio di gestione Consiglio di sorveglianza Assemblea dei soci Revisore contabile o soc. di revisori Assemblea dei soci SISTEMA MONISTICO Consiglio di amm. ne Assemblea dei soci Comitato per il controllo della gestione Consiglio di amministrazi one Revisore contabile o soc. di revisori Assemblea dei soci La nuova governance italiana Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale69 Comitato per il Controllo Interno Societ di revisione Societ di rating Collegio sindacale Internal Auditing D. Lgs. 58/1998 Codice di Autodisciplina Facoltativo Controllo del bilancio e della contabilit Controllo sullamministrazione Controllo operativo- Risk management Valutazione organi di controllo interno e proposte soc. di revisione Controllo di affidabilit finanziaria Organi di controlloFunzioni La nuova governance italiana Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale70 Fasi della vita aziendale VITA AZIENDALE 1.FASE ISTITUZIONALE 3. FASE TERMINALE 2. FASE DEL FUNZIONAMENTO Business idea Business idea Ubicazione Ubicazione Dimensione Dimensione Assetto istituzionale Assetto istituzionale FORMA GIURIDICA & FORMA DI GOVERNO Organizzazione Organizzazione Gestione Gestione Rilevazione Rilevazione Cessazione dellazienda: Relativa Relativa Assoluta Assoluta
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale71 Lorganizzazione ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Studia i criteri di divisione del lavoro ed i relativi meccanismi di coordinamento
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale72 Lorganizzazione ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Organismo personale Assetti Organizzativi Strumenti per il coordinamento delle persone. Sono funzionali al raggiungimento dei fini aziendali. STRUTTURE ORGANIZZATIVE SISTEMI OPERATIVI \ Studio delle capacit e degli obiettivi delle persone mettendole in relazione con la struttura dellorganizzazione aziendale.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale73 Lorganizzazione ASSETTI ORGANIZZATIVI Strutture organizzative Sistemi operativi Regole, procedure e programmi che garantiscono il buon funzionamento dellimpresa gestione del personale gestione del personale programmazione e controllo programmazione e controllo sistemi informativi aziendali sistemi informativi aziendali Studio degli organi aziendali, delle loro funzioni e delle rispettive interrelazioni Come organizzare la struttura organizzativa problema
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale74 Progettazione della struttura organizzativa Progettazione della struttura organizzativa Studio delle operazioni di gestione Individuazione dei compiti e delle attivit da svolgere Divisione del lavoro tra le unit organizzative Divisione del lavoro tra le posizioni (persone)
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale75 Progettazione della struttura organizzativa STRUTTUREORGANIZZATIVE Definizione degli organi Definizione funzioni/organi Definizioni relaz. tra organi GERARCHIA FORMALIZZAZIONE DI UN ORGANIGRAMMA, rappresentazione grafica della struttura organizzativa che mette in evidenza la relazione gerarchica tra gli organi
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale76 CRITERI DI DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI OPERAZIONE PER OUTPUT Progettazione della struttura organizzativa produzione A B vendita A B produzione A B vendita A B
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale77 Direzione Generale Unit operativa Le strutture organizzative STRUTTURA ELEMENTARE Unit operativa Imprese di piccole dimensioni, per lo pi familiari. Tutte le responsabilit direzionali sono accentrate nella DG La divisione del lavoro realizzata per tipo di operazione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale78 Le strutture organizzative STRUTTURE COMPLESSE Struttura FUNZIONALE Struttura FUNZIONALE La FUNZIONE un insieme di attivit simili da un punto di vista tecnico Struttura DIVISIONALE Struttura DIVISIONALE La DIVISIONE data da un insieme di persone ed operazioni necessarie alla realizzazione di un certo output Struttura MATRICIALE Struttura MATRICIALE DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI OPERAZIONI DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI PRODOTTI Esistenza di due linee di direzioni: per funzioni e per prodotti
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale79 Direzione Generale Produzione Le strutture organizzative STRUTTURA FUNZIONALE Vendita Amministrazione Un. Op. I Un. Op. II Un, op. III
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale80 Direzione Generale Prodotto A Le strutture organizzative STRUTTURA DIVISIONALE Prodotto B Prodotto C Produzione Vendita Amm.ne Mercato 1 Mercato 2
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale81 Le strutture organizzative STRUTTURA MATRICIALE Direzione Generale Produzione Vendita Amministrazione Prodotto A Prodotto B Prodotto C Un. Op.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale82 Le strutture organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA ECONOMIE DI SCALA ECONOMIE DI SCALA ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE DI DIFFERENZIAZIONE ECONOMIE DI DIFFERENZIAZIONE Struttura funzionale Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura divisionale INTERDIPENDENZE DELLE FUNZIONI PER CIASCUN PRODOTTO INTERDIPENDENZE DELLE FUNZIONI PER CIASCUN PRODOTTO Struttura divisionale Struttura divisionale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale83 Le strutture organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DIMENSIONI AZIENDALI; DIMENSIONI AZIENDALI; TIPOLOGIA DEI PRODOTTI; TIPOLOGIA DEI PRODOTTI; LIVELLO DI TECNOLOGIA; LIVELLO DI TECNOLOGIA; ECONOMIE DI SCALA; ECONOMIE DI SCALA; DIFFERENZIAZIONE; DIFFERENZIAZIONE; DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO; DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO; INTERDIPENDENZA DELLE FUNZIONI; INTERDIPENDENZA DELLE FUNZIONI; ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale84 Le strutture organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA ECONOMIE DI SCALA ECONOMIE DI SCALA Allaumentare delle quantit prodotte si riduce il costo medio sostenuto a seguito della ripartizione del costo complessivo per un maggior numero di prodotti. ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE Le attivit routinarie permettono lacquisizione di competenze e conoscenze specialistiche che migliorano lefficienza globale della produzione.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale85 Le strutture organizzative. Scelta VARIABILI RILEVANTI PER LA SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO Investire su elementi distintivi del prodotto introducendo caratteristiche percepite come uniche dal cliente. INTERDIPENDENZA TRA LE FUNZIONI INTERDIPENDENZA TRA LE FUNZIONI La complessit interna ed esterna dellimpresa richiede un continuo coordinamento/confronto tra le funzioni aziendali.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale86 Le strutture organizzative STRUTTURA MATRICIALE Duplice livello di specializzazione; corrispondenza tra la specializzazione ed il livello direttivo (duplice livello direzionale); adattabilit ad ambienti instabili; corresponsabilit nel raggiungimento degli obiettivi (necessit di coordinamento). VANTAGGI SVANTAGGI Economie di scala Economie di specializzazione Gestione unitaria dei prodotti Decentramento Adeguata ad ambienti instabili Duplicazione dei costi Duplicazione di autorit con conseguente potenziale conflittualit ed incremento dei costi di coordinamento
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale87 La strategia aziendale STRATEGIA Insieme degli obiettivi fondamentali perseguiti e delle politiche poste in essere per la realizzazione di tali obiettivi Orientamento strategico di fondo Indirizzi strategici Decisioni, scelte, strategie dove operare dove operare come operare\ come operare\ quali leve sfruttare quali leve sfruttare Linee guida, valori, identit cosa fare cosa fare perch farlo perch farlo come farlo come farlo
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale88 La strategia aziendale STRATEGIA Variabili fondamentali: Insieme delle variabili esterne che influenzano le decisioni aziendali e quindi gli obiettivi Obiettivi dellazienda Variabile temporale Ambiente esterno Necessit di rivedere periodicamente le strategie aziendali Allocazione delle risorse per il raggiungimento degli obiettivi aziendali (sopravvivenza duratura, creazione di valore: redditivit > costo del capitale) Orizzonte di lungo termine, ma necessit di rivedere periodicamente le strategie aziendali
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale89 La strategia aziendale Ambiente esterno MACRO AMBIENTE MICRO AMBIENTE Singolo settore di riferimento Sistema istituzionale di riferimento, sistema economico generale Insieme di imprese che producono beni tra loro intercambiabili
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale90 La strategia aziendale STRATEGIA AZIENDALE Studio delle variabili fondamentali: LE FORZE COMPETITIVE DI PORTER
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale91 Le forze competitive INTENSITA DELLA CONCORRENZA POTERE CONTRATTUALE DEI CLIENTI POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI MINACCIA DI NUOVI ENTRANTI MINACCIA DI PRODOTTI SOSTITUTIVI
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale92 Le forze competitive INTENSITA DELLA CONCORRENZA Si basa sullanalisi dei comportamenti degli operatori economici gi presenti ed attivi nel mercato di riferimento, ed in particolare: sulle politiche di pricing (c.d. guerra dei prezzi); sulle politiche di pricing (c.d. guerra dei prezzi); sulla differenziazione del prodotto. sulla differenziazione del prodotto. Il livello di concorrenza interno dipende essenzialmente da: la storia del settore; la storia del settore; la fase del ciclo di vita del settore; la fase del ciclo di vita del settore; la strategicit del business. la strategicit del business.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale93 Le forze competitive POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI In un mercato con poche imprese e con un prodotto molto differenziato il fornitore ha, nei rapporti con queste imprese, maggior potere contrattuale. Queste imprese, infatti, possono rivolgersi quasi esclusivamente e in via continuativa agli stessi fornitori che, dunque, assumono un maggior potere in relazione alle modalit/tempi e caratteristiche delle forniture. POTERE CONTRATTUALE DEI CLIENTI Nel caso in cui, ad esempio, il cliente acquisti grandi volumi di prodotto in relazione al giro di affari globale del venditore, il cliente stesso ha un crescente potere contrattuale. Lo stesso fenomeno avviene in casi di prodotti standardizzati o di mercati con un alto livello di informazione, in quanto il cliente pu essere tentato da altre aziende che vendono prodotti simili a condizioni migliori.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale94 Le forze competitive MINACCIA DI POTENZIALI NUOVI ENTRANTI Rappresenta il rischio dellentrata nel mercato di riferimento di nuovi competitors. Tale rischio determinato dalla presenza o meno di: BARRIERE ALLENTRATA: ostacoli allingresso di un nuovo mercato/settore. BARRIERE ALLUSCITA: ostacoli che unazienda incontra per uscire da mercato/settore.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale95 Le forze competitive Le BARRIERE ALLENTRATA possono essere economiche se per esempio lentrata in quel settore di attivit richiede cospicui investimenti, finanziari o materiali, al fine di essere minimamente competitivi ovvero possono essere strategiche. In questultimo caso il comportamento delleventuale new entry particolarmente influenzato e dipendente dalla reazione degli operatori gi presenti nel mercato dinanzi alla minaccia di entrata. Le BARRIERE ALLUSCITA possono esplicarsi in vincoli soggettivi (attaccamento dellimprenditore allattivit svolta indipendentemente dai risultati conseguiti), ovvero alla strategicit del business, nel caso in cui lattivit in oggetto sia funzionale o legata ad altri business profittevoli del gruppo, ovvero al livello di investimenti gi sostenuti (maggiori sono tali investimenti, minore sar la propensione ad uscire dal business alle prime difficolt, dati i problemi di recupero dei sunk costs).
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale96 BARRIERE ALLENTRATA Tipologie fondamentali: Vincoli pubblici o normative di settore particolari Barriere di tipo economico Barriere di tipo strategico Barriere di tipo istituzionale Dipendono dalla reazione delle imprese gi esistenti nel settore di fronte al rischio di un nuovo ingresso Legate alle caratteristiche del settore (ad es. investimenti iniziali) Le forze competitive
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale97 BARRIERE ALLUSCITA Barriere economiche Barriere extra-economiche STRATEGICIT DEL BUSINESS Le forze competitive TIPO DI INVESTIMENTI VINCOLI PERSONALI VINCOLI PUBBLICI Importanza strategica in relazione ad altre aree di attivit Maggiori sono gli investimenti effettuati, minore sar la propensione ad uscire dal business Legame affettivo tra imprenditore ed impresa Funzione sociale dellimpresa
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale98 Le forze competitive MINACCIA DI PRODOTTI SOSTITUTIVI necessario tenere in considerazione la propensione degli acquirenti nei confronti di altri prodotti con caratteristiche materiali o immateriali simili. Le caratteristiche dei surrogati e del prezzo degli stessi, infatti, rappresentano variabili decisorie fondamentali dei consumatori acquisiti o potenziali.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale99 La strategia aziendale STRATEGIA esistenza di diversi livelli STRATEGIE DI CORPORATE STRETEGIEOPERATIVE Coordinamento interno alle Strategic Business Unit (SBU) Decisioni alla base della strategia del gruppo STRATEGIE DI BUSINESS Influenza sulle forze competitive e posizionamento nel sistema competitivo
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale100 La strategia aziendale STRATEGIE DI CORPORATE INTEGRAZIONE DIVERSIFICAZIONE Determinazione dellentit delle attivit correlate per la produzione di un output DIFFERENZIAZIONE A monte A valle estensione delle linee di prodotti; estensione delle linee di prodotti; ampliamento della gamma offerta ampliamento della gamma offerta Presenza in settori non correlati Crescita interna Accordi e Joint Venture correlato conglomerale
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale101 La strategia aziendale STRATEGIE DI BUSINESS Grado di innovazione Rapporto con i competitor COSTO DIFFEREN-ZIAZIONE Ampiezza raggio dazione Vantaggioperseguito Matrice strategica di business
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale102 La strategia aziendale Matrice strategica di business LEADERSHIP DI COSTO LEADERSHIP DI DIFFERENZIAZIONE FOCALIZZAZIONE COSTO FOCALIZZAZIONE DIFFERENZIAZIONE Ampiezza raggio dazione Vantaggio perseguito costo Differenziazione ristretto ampio
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale103 La strategia aziendale La leadership di costo Limpresa opera con costi unitari inferiori rispetto a quelli sostenuti dalla concorrenza FATTORI CRITICI: Costi dei fattori produttivi, fonte di rifornimento privilegiata (i.e. i produttori di petrolio e gas dellArabia Saudita, il potere contrattuale di Wal-Mart); Costi dei fattori produttivi, fonte di rifornimento privilegiata (i.e. i produttori di petrolio e gas dellArabia Saudita, il potere contrattuale di Wal-Mart); Economie di scala (i.e. indivisibilit dei costi di sviluppo e di lancio sul mercato nellindustria automobilistica); Economie di scala (i.e. indivisibilit dei costi di sviluppo e di lancio sul mercato nellindustria automobilistica); Utilizzazione della capacit produttiva (i.e. load factor nel trasporto aereo); Utilizzazione della capacit produttiva (i.e. load factor nel trasporto aereo); Economie di apprendimento (i.e. Samsung nella produzione di schermi LCD); Economie di apprendimento (i.e. Samsung nella produzione di schermi LCD); Tecnologie produttive (i.e. innovazione di processo, Toyota factory, Skype Voip); Tecnologie produttive (i.e. innovazione di processo, Toyota factory, Skype Voip); Design e sviluppo di prodotto (i.e. piattaforma unica per diversi modelli nellindustria automobilistica) Design e sviluppo di prodotto (i.e. piattaforma unica per diversi modelli nellindustria automobilistica) Residual efficiency (i.e. good management and motivation). Residual efficiency (i.e. good management and motivation).
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale104 La strategia aziendale La differenziazione Attribuzione al prodotto di caratteristiche distintive ed uniche (materiali o semplicemente percepite) che ne aumentano il valore FATTORI CRITICI: Qualit e performance (i.e. BMW); Qualit e performance (i.e. BMW); Servizi accessori (i.e. Dell Computer delivery system); Servizi accessori (i.e. Dell Computer delivery system); Affidabilit (i.e. Traco 10 servizio postale); Affidabilit (i.e. Traco 10 servizio postale); Variet (i.e. Lancia Y gamma di colori) Variet (i.e. Lancia Y gamma di colori) Localizzazione (i.e. Luis Vuitton retail stores); Localizzazione (i.e. Luis Vuitton retail stores); Innovazione (i.e. Sony cd/dvd readers, Bose Home theatre systems); Innovazione (i.e. Sony cd/dvd readers, Bose Home theatre systems); Immagine e Marchio (i.e. Apple i-Pod, Coca Cola soft drink); Immagine e Marchio (i.e. Apple i-Pod, Coca Cola soft drink); Status e Stile di Vita (i.e. American Express, Harley-Davidson) Status e Stile di Vita (i.e. American Express, Harley-Davidson)
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale105 La strategia aziendale La focalizzazione Focalizzazione sul costo Focalizzazione sulla differenziazione Rispondenza alle esigenze di un mercato ristretto Ottenimento di vantaggi di costo in un segmento ristretto
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale106 La strategia aziendale Focalizzazione sul costo Focalizzazione sulla differenziazione VANTAGGI RISCHI favorisce la specializzazione favorisce la specializzazione favorisce lesperienza favorisce lesperienza riduce la pressione competitiva riduce la pressione competitiva la nicchia di mercato potrebbe essere troppo ristretta la nicchia di mercato potrebbe essere troppo ristretta minaccia di nuovi entranti minaccia di nuovi entranti ciclo di vita del prodotto nei mercati di nicchia ciclo di vita del prodotto nei mercati di nicchia
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale107 Le funzioni aziendali FUNZIONI AZIENDALI si classificano in Funzioni operative tipiche Funzioni di indirizzo e coordinamento Funzioni integrative Produzione Produzione Approvvigionamento Approvvigionamento Commerciale Commerciale Ricerca&sviluppo Ricerca&sviluppo Finanza Finanza Gestione del personale Gestione del personale Organizzazione Organizzazione Pianificazione Pianificazione & controllo Sistemi informativi Sistemi informativi
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale108 Funzione commerciale ORIENTAMENTO DELLIMPRESA Al prodotto Alle vendite Gestisce e cura i rapporti tra lazienda ed il mercato Al mercato Al marketing Focus sulla produzione su larga scala Focus sulla collocazione dei prodotti sul mercato Focus sui consumatori e sui loro bisogni
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale109 Funzione commerciale ORIENTAMENTO DELLIMPRESA Al marketing Mira al soddisfacimento della clientela con un approccio strategico di medio-lungo periodo SI SVILUPPANO ATTIVITA Strategico/funzionali Attivit operative Equilibrata combinazione delle leve di marketing mix Espletamento delle funzioni di vendita/promozione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale110 Il marketing mix MARKETING MIX COMBINAZIONE OTTIMALE DI 4 LEVE PER IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI DELLA CLIENTELA PRODOTTO PREZZO COMUNICAZIONE DISTRIBUZIONE
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale111 Il marketing mix PRODOTTO Caratteristiche materiali ed immateriali del prodotto: assistenza assistenza garanzia garanzia gamme disponibili gamme disponibili optional optional
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale112 Il marketing mix PREZZO Politiche stabilite in base agli obiettivi reddituali e di mercato: importanti ai fini del posizionamento strategico dellimpresa; importanti ai fini del posizionamento strategico dellimpresa; comportamento della concorrenza; comportamento della concorrenza; grado di differenziazione. grado di differenziazione.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale113 Il marketing mix COMUNICAZIONE Diverse leve e diversi strumenti di comunicazione: pubblicit; pubblicit; promozione; promozione; propaganda; propaganda; pubbliche relazioni; pubbliche relazioni; sponsorship. sponsorship.
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale114 Il marketing mix DISTRIBUZIONE Scelta del canale distributivo da utilizzare. CANALE Diretto Lungo Corto Assenza di intermediari Unico intermediario Pi intermediari
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale115 FINANZIAMENTO TRASFORMAZIONE ACQUISIZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI VENDITA mercato mercato Il circuito della gestione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale116 La rilevazione INFORMAZIONI SULLA GESTIONE Destinatari interni Destinatari esterni Stakeholders AmministratoriManagement soci soci banche banche risparmiatori risparmiatori erario erario clienti/fornitori clienti/fornitori
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale117 Informazione interna Informazione esterna regolata dalla legge periodica consuntiva bilancio desercizio volontaria, non regolata dalla legge continua consuntiva/preventiva bilancio desercizio, budget, contabilit analitica, report Linformazione
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  • Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale118 Liquidit Crediti Immobilizzazioni Spese correnti Patrimonio netto Debiti finanziari Debiti commerciali Ricavi correnti IMPIEGHIFONTI COME UTILIZZATO IL CAPITALE QUAL LA PROVENIENZA DEL CAPITALE Impieghi e fonti
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  • Prof. Giovanni Fiori 119 Liquidit Crediti Immobilizzazioni Spese correnti Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti commerciali Ricavi IMPIEGHIFONTI impieghiancorautilizzabili fonti che comportano obblighi di restituzione impieghi che non sono pi utilizzabili utilizzabili fonti acquisite a titolo definitivo Impieghi e fonti Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 120 Le categorie di finanziamento FINANZIAMENTO Interno (titolare o soci) Esterno (banche o altri finanziatori) DOTAZIONE PATRIMONIALE RICORSO AL CREDITO CAPITALE DI RISCHIO CAPITALE DI CREDITO Mezzi propri (Patrimonio Netto) Mezzi di terzi (Debiti finanziari) Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 121 Le categorie di finanziamento FINANZIAMENTO Patrimonio Netto (Mezzi propri) Debiti Finanziari (Capitale di credito) RIMBORSO REMUNERAZIONE DIRITTI Indeterminato Legata ai risultati desercizio Soci Stabilito contrattualmente Stabilita contrattualmente Creditori Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 122 Le categorie di finanziamento FINANZIAMENTO Mezzi Propri Capitale di credito DEBITI FINANZIARI PATRIMONIO NETTO - EQUITY IMPRESE INDIVIDUALI SOCIETA IMPRESE PUBBLICHE CapitaleNetto CapitaleSociale Fondo di dotazione Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 123 Le categorie di finanziamento DEBITI FINANZIARI Banche Risparmiatori Altre istituzioni fin. Soggetti erogatori: Mutui Mutui C/c passivi C/c passivi Anticipi su fatture Anticipi su fatture Anticipazioni Anticipazioni Obbligazioni Obbligazioni Obbligazioni convertibili Obbligazioni convertibili Leasing Leasing Factoring Factoring Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 124 Unazienda viene istituita con un capitale sociale di 200.000 (versato dai soci in un c/c bancario), quindi integra quanto sopra con il ricorso ad un finanziamento bancario di 100.000(anche questi accreditati sul c/c bancario). Per rappresentare loperazione necessario indicare: 1) la qualit del capitale (cio: come impiegato) 2) la provenienza del capitale (cio: le fonti) IMPIEGHI FONTI Liquidit 300.000Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 300.000 Il finanziamento. Rappresentazione Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 125 I fattori produttivi FATTORI PRODUTTIVI IMMOBILIZZAZIONI SPESE CORRENTI Risorse materiali ed immateriali mediante cui viene svolta lattivit di produzione FATTORI PRODUTTIVI AD UTILITA PLURIENNALE FATTORI PRODUTTIVI LA CUI UTILITA E LIMITATA AD UN ESERCIZIO Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 126 I fattori produttivi FATTORI PRODUTTIVI IMMOBILIZZAZIONI SPESE CORRENTI Fabbricati Fabbricati Automezzi Automezzi Partecipazioni Partecipazioni R&D e Pubblicit (in alcuni casi) R&D e Pubblicit (in alcuni casi) Materie Materie Personale Personale Servizi Servizi R&D e Pubblicit (in alcuni casi) R&D e Pubblicit (in alcuni casi) Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 127 I fattori produttivi IMMOBILIZZAZIONI Tecniche Finanziarie Investimenti in beni e servizi funzionali allattivit di produzione materiali immateriali Investimenti in attivit finanziarie Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 128 I fattori produttivi IMMOBILIZZAZIONI Tecniche Finanziarie Le immobilizzazioni tecniche rappresentano impieghi a redditivit collettiva, cos come le spese correnti Le immobilizzazioni finanziarie rappresentano impieghi a redditivit individuale Gli impianti e le materie prime generano un reddito solo insieme ad altri fattori produttivi Le obbligazioni e le partecipazioni generano un reddito senza bisogno del supporto di nessun altro fattore produttivo Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 129 Spese collegate alle immobilizzazioni SPESE COLLEGATE ALLE IMMOBILIZZAZIONI Ammortamento Svalutazione Manutenzione Perdita di valore fisiologica e prevedibile, relativa a tutte le immobilizzazioni con vita utile limitata nel tempo Perdita di valore imprevedibile e legata a fattori esterni che colpisce qualsiasi tipo di immobilizzazione Spese sostenute sulle immobilizzazioni materiali MANUTENZ. STRAORDINARIA MANUTENZ. ORDINARIA Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 130 Spese di manutenzione MANUTENZIONE Ordinaria Straordinaria Spese sostenute per mantenere il bene in condizioni di normale funzionamento Spese sostenute per incrementare la vita utile o la funzionalit del bene SPESE CORRENTI IMMOBILIZZAZIONI Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 131 Lazienda acquista, con pagamento in contanti, macchinari per 150.000 e, ottenendo una dilazione dai fornitori, materie per 100.000. IMPIEGHI FONTI Liquidit 150.000 Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 400.000 Macchinari 150.000 Materie prime 100.000 Debiti v/fornitori 100.000 Limpiego. Rappresentazione La tavola precedente: Si modifica cos: IMPIEGHI FONTI Liquidit 300.000Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 132 Lazienda ottiene con la vendita dei propri prodotti, ricavi per 250.000 ( 180.000 in contanti ed il resto a dilazione). IMPIEGHI FONTI Liquidit 150.000 Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 Macchinari 150.000 Materie prime 100.000 Debiti v/fornitori 100.000 IMPIEGHI FONTI Liquidit 330.000 Capitale sociale 200.000 Debiti v/banche 100.000 650.000 Macchinari 150.000 Materie prime 100.000 Debiti v/fornitori 100.000 Crediti v/clienti 70.000 Ricavi di vendita 250.000 La vendita. Rappresentazione La tavola precedente: Si modifica cos: Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 133 Liquidit Crediti Immobilizzazioni Spese correnti Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti commerciali Ricavi correnti ATTIVITPASSIVIT COSTIRICAVI Rimanenze Il bilancio Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 134 Liquidit Crediti Immobilizzazioni Spese correnti Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti commerciali Ricavi correnti ATTIVITPASSIVIT COSTIRICAVI Rimanenze Il bilancio STATOPATRIMONIALE CONTO ECONOMICO ECONOMICO Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 135 Il Patrimonio Netto IL PATRIMONIO NETTO Capitale sociale Riserva da sovrapprezzo delle azioni Riserve di rivalutazione Riserva legale Riserve statutarie Riserva per azioni proprie in portafoglio Altre Riserve distintamente indicate Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dellesercizio Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 136 Si costituisce una S.p.A. con capitale sociale di 100.000 euro, cos conferiti: 50.000 in denaro, 30.000 con lapporto di un immobile ed il resto da versare La costituzione S.P. C.E. Depositi bancari +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti +20.000 Immobili +30.000 Capitale sociale +100.000 Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 137 La costituzione S.P. Depositi bancari + 70.000 +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti 0 +20.000 Immobili +30.000 Capitale sociale +100.000 Si richiamano i decimi da versare. 1. Tutti i soci provvedono al versamento dovuto 2. I soci provvedono al versamento dovuto ad eccezione di uno di essi che recede la cui quota era di 10.000 Depositi bancari +60.000 +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti 0 +20.000 Immobili +30.000 Capitale sociale +100.000 90.000 Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 138 Si costituisce una S.p.A. con capitale sociale di 100.000 euro, cos conferiti: 60.000 in denaro ed il resto da versare. Le spese legali, pagate contestualmente sono pari a 1.000 La costituzione S.P. C.E. Depositi bancari +59.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti +40.000 Costi di impianto ed ampliamento +1.000 Capitale sociale +100.000 Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 139 I Debiti Finanziari I DEBITI FINANZIARI (CAPITALE DI CREDITO) Debiti verso banche per mutui per aperture di credito in c/c per anticipazioni Obbligazioni /Obbligazioni convertibili Debiti verso altri finanziatori Debiti (per prestiti) verso imprese controllate Debiti (per prestiti) verso imprese collegate Debiti (per prestiti) verso controllanti .. Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 140 I Debiti Commerciali I DEBITI COMMERCIALI (DI DILAZIONE) Debiti verso fornitori di impianti Debiti verso fornitori di materie Debiti verso fornitori di servizi Debiti verso il personale Debiti verso enti previdenziali Debiti tributari Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 141 Immobilizzazioni e spese correnti ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI fattori produttivi la cui utilit si protrae per pi anni (es. Impianti, macchinari, brevetti, ecc.) + investimenti finanziari (es. Partecipazioni, titoli, ecc.) IMMOBILIZZAZIONI SPESE CORRENTI fattori produttivi la cui utilit limitata ad un ciclo produttivo (es. materiali, lavoro, servizi, ecc.) Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 142 Le Immobilizzazioni (spese di investimento) IMMOBILIZZAZIONI I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Costi di impianto e di ampliamento Costi di ricerca e sviluppo Costi di pubblicit Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dellingegno Concessioni, licenze, marchi e diritti simili Avviamento Altre immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni in corso Acconti per immobilizzazioni immateriali Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 143 Le Immobilizzazioni (spese di investimento) IMMOBILIZZAZIONI II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature industriali e commerciali Altre immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni in corso Acconti per immobilizzazioni materiali Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 144 Le Immobilizzazioni (spese di investimento) IMMOBILIZZAZIONI III - INVESTIMENTI FINANZIARI: Partecipazioni in imprese controllate Partecipazioni in imprese collegate Partecipazioni in imprese controllanti Partecipazioni in altre imprese Crediti verso imprese controllate Crediti verso imprese collegate Crediti verso imprese controllanti Crediti verso altri Altri titoli Azioni proprie Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 145 Le spese correnti SPESE CORRENTI Spese di acquisto delle materie (prime sussidiarie e di consumo) Spese di acquisto delle merci Spese per servizi / Spese per godimento di beni di terzi Salari e stipendi / Oneri sociali Altri costi del personale / Altri costi operativi Interessi passivi Minusvalenze su titoli e partecipazioni Sopravvenienze e insussistenze Minusvalenze Imposte sul reddito dellesercizio Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 146 Cessione del prodotto o del servizio ottenuto tramite limpiego dei fattori produttivi RICAVI Determina, dal punto di vista economico, il formarsi di La vendita Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 147 I ricavi I RICAVI Ricavi per vendita prodotti Ricavi per prestazioni di servizi Altri ricavi complementari Interessi attivi Dividendi Plusvalenze su titoli e partecipazioni Altri proventi finanziari Sopravvenienze e insussistenze Plusvalenze Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 148 Esempi di operazioni: rimborso di un mutuo bancario FINANZIAMENTO Debiti finanziari Stabilito contrattualmente Stabilita contrattualmente Creditori RIMBORSO REMUNERAZ. DIRITTI RATE Corso di Economia Aziendale
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  • Prof. Giovanni Fiori 149 RATA QUOTA CAPITALE QUOTA INTERESSI Rimborso effettivo di quanto preso in prestito Pagamento del servizio offerto dalla banca Corso di Economia Aziendale Esempi di operazioni: rimborso di un mutuo bancario
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  • Prof. Giovanni Fiori 150 Rata 1Q capitaleQ interessi Rata 2Q capitaleQ interessi Rata 3Q capitaleQ interessi Q capitaleQ interessi Rata nQ capitaleQ interessi Il rimborso di un mutuo bancario Somma presa in prestito Somma pagata Corso di Economia Aziendale Esempi di operazioni: rimborso di un mutuo bancario
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  • Prof. Giovanni Fiori 151 S.P. C.E. S.P. C.E. Si ottiene un mutuo bancario di 1.000 Depositi bancari +1.000 Debiti v/banche +1000 Si paga una rata del mutuo di 100, di cui 10 a titolo di interessi Depositi bancari -100 Debiti v/banche +1000 910 Oneri finanziari +10 Corso di Economia Aziendale Esempi di operazioni: rimborso di un mutuo bancario