PRINCIPI DI CONTABILITA DEGLI ENTI LOCALI Materiale didattico di G.Modugno.
-
Upload
basilio-milano -
Category
Documents
-
view
229 -
download
3
Transcript of PRINCIPI DI CONTABILITA DEGLI ENTI LOCALI Materiale didattico di G.Modugno.
PRINCIPI DI CONTABILITA’ DEGLI ENTI LOCALI
Materiale didattico di G.Modugno
TIPOLOGIE DI ENTI LOCALI
Il Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L. – D.Lgs. 267/’00) contiene i principi e le disposizioni sull’ordinamento di:
COMUNIPROVINCE
COMUNITA’ MONTANEUNIONI DI COMUNI
CITTA’ METROPOLITANECOMUNITA’ ISOLANE
FUNZIONI DEL COMUNE (art. 13 T.U.E.L.)
Spettano al Comune tutte le funzioni amministrative non attribuite dalla legge ad altri soggetti, che riguardano la popolazione e il territorio comunale nei settori:
1. Servizi alla persona e alla comunità (es.: servizi sociali e assistenziali, anagrafe e stato civile, sport e cultura, scuola, raccolta e smaltimento rifiuti…)
2. Assetto e utilizzazione del territorio (piani urbanistici, traffico, fognature…)
3. Sviluppo economico (promozione turistica, sportello unico per le imprese, regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali…)
FUNZIONI DELLA PROVINCIA (art. 19 T.U.E.L.)
1. Difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell’ambiente…2. Tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;3. Valorizzazione dei beni culturali;4. Viabilità e trasporti;5. Protezione della flora e della fauna;6. Caccia e pesca;7. Organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale,
scarico delle acque…8. Servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica;9. Istruzione secondaria di secondo grado; 10. Raccolta ed elaborazione dati e assistenza tecnico-amministrativa
agli enti locali.
In generale, si tratta di funzioni di COORDINAMENTO NEL TERRITORIO
DIR. GENERALE
GIUNTA
DIRIGENTISpetta ai dirigenti: 1.la direzione degli uffici e dei servizi; 2.la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica; 3.l’adozione di atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno (non riservati da legge o statuto agli organi di governo); 4.tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati dall’organo politico; 5.impostare il programma di attività e verificarne l’attuazione
PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (assegnazione delle risorse per gli obiettivi gestionali di breve termine)
Indirizzocontrollo CONSIGLIO
Predispone propon
e
Il Direttore Generale:- coordina l’attività dei dirigenti;- raccoglie le proposte formulate dai dirigenti per predisporre il bilancio di previsione e il piano triennale delle opere-predispone, sentiti i dirigenti, il PEG da proporre alla Giunta
La Giunta approva il PEG individuando le risorse da destinare ai singoli obiettivi e la loro ripartizione tra gli uffici; con il nucleo di valutazione, controlla la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli indirizzi impartiti
Il Consiglio esercita l’attività di indirizzo politico-amministrativo deliberando sugli atti fondamentali (programmi, relazioni previsionali e programmatiche, piani finanziari, l'elenco annuale dei lavori pubblici, bilanci e relative variazioni, conti consuntivi, piani territoriali e urbanistici…).
OBIETTIVI:lungo terminebreve termine
COMPETENZE DEGLI
ORGANI DELL’ENTE
LOCALE
LE “FASI”: PROGRAMMAZIONE, GESTIONE E RENDICONTAZIONE
La fase di programmazione è considerata la più importante:- perché traduce gli orientamenti politici in previsioni di spesa
ed entrata; - perché ha carattere autorizzatorio, costituendo limite agli
impegni di spesa (art. 164 c.2).
Nella fase di gestione si compie l’iter necessario per il pagamento delle spese e la riscossione delle entrate
La rendicontazione ha la finalità di rappresentare i risultati della gestione; paradossalmente, ad essa viene attribuita poca rilevanza (da parte degli organi istituzionali) perché riguarda eventi ormai passati e scelte già adottate.
I DOCUMENTI CONTABILI DELL’ENTE LOCALE
FASE DI PROGRAMMAZIONE
FASE DI GESTIONE
FASE DI RENDICONTAZIONE
1. Bilancio di previsione
2. Bilancio pluriennale
3. Relazione previsionale e programmatica
4. Piano esecutivo di gestione
5. Piano delle opere
1.Variazioni di bilancio
2.Delibera di assestamento
1. Rendiconto, che si compone di:
• Conto del bilancio
• Conto economico
• Conto del patrimonio
FINALITÀ DELLA CONTABILITÀ NELL’ENTE LOCALE
• L’ente ha un patrimonio: è necessario averne il controllo anche sul piano contabile (inventario aggiornato)
• L’ente locale contribuisce a determinare la spesa pubblica del paese: non può quindi spendere in misura eccessiva (controllo dell’equilibrio finanziario)
• Gli amministratori utilizzano risorse pubbliche: è fondamentale rilevarne la fonte specifica, la destinazione, e controllare che vengano effettivamente utilizzate
• Gli indirizzi politici vanno tradotti in azioni concrete che comportano decisioni di spesa: è necessario perciò controllare che rispetto a ciascun obiettivo non si spendano somme superiori a quelle autorizzate dagli organi di governo (carattere autorizzatorio del bilancio di previsione).
• L’ente locale non ha scopo di lucro: quindi perde rilevanza la determinazione del reddito. Spesso l’ente locale deve realizzare servizi il cui allestimento è antieconomico!
CARATTERI FONDAMENTALI DELLA CONTABILITÀ DELL’ENTE LOCALE
• PREVALE L’ASPETTO PREVISIONALE• PREVALE IL CONTROLLO DELL’EQUILIBRIO
FINANZIARIO • SI AFFIANCANO DUE SISTEMI CONTABILI: UNO DI
TIPO FINANZIARIO ED UNO DI TIPO ECONOMICO/PATRIMONIALE
• IL SISTEMA CONTABILE HA IL COMPITO DI TRADURRE IN VALORE LE POLITICHE ADOTTATE E CONTROLLARNE L’ATTUAZIONE
• LA CONTABILITÀ FINANZIARIA HA CARATTERE AUTORIZZATIVO
PRINCIPI CONTABILI GENERALI (1)
1. UNITÀ: l’insieme delle entrate è destinato a finanziare le spese nel loro insieme, fatte salve le eccezioni di legge (entrate a destinazione vincolata per funzioni delegate dallo Stato o dalla Regione, mutui…)
2. ANNUALITÀ: le previsioni iscritte a bilancio devono essere riferite all’anno finanziario. Dopo la fine dell’anno non è possibile assumere impegni o accertare alcuna entrata sull’esercizio concluso.
3. UNIVERSALITÀ E INTEGRITÀ: tutte le entrate e le spese devono essere previste in bilancio. Le entrate devono essere previste al lordo delle eventuali spese da sostenere per la loro riscossione.
4. PAREGGIO FINANZIARIO: il complesso delle entrate deve essere pari al complesso delle uscite previste.
PRINCIPI CONTABILI GENERALI (2)5. VERIDICITA’:
a) Dei documenti previsionali: devono essere evitate sopravvalutazioni delle entrate o sottovalutazioni delle spese. La veridicità delle entrate e delle spese correnti deve essere supportata dall’andamento storico delle stesse. Per le spese in conto capitale è sufficiente dimostrarne la coerenza rispetto alle fonti disponibili o la capacità di indebitamento nel caso in cui si intenda ricorrere al credito.
b) Nel rendiconto: esso deve rispecchiare le operazioni di gestione poste in essere. Non esistendo una verità assoluta di bilancio, per interpretare il principio di verità si deve far irferimento ai principi di CORRETTEZZA e CHIAREZZA. La CORRETTEZZA consiste nel rispetto formale e sostanziale delle norme che disciplinano l’ordinamento contabile degli enti. La CHIAREZZA (O COMPRENSIBILITÀ) riguarda la classificazione delle poste, che deve risultare sufficientemente analitica (per il controllo da parte dell’organo di governo) ma anche sintetica (pena la poca comprensibilità del bilancio)
PRINCIPI CONTABILI GENERALI (3)6. PUBBLICITA’: gli enti locali devono rendere conoscibili alla collettività i dati contenuti
nei documenti previsionali.
7. IMPARZIALITÀ: i documenti contabili devono essere predisposti per una moltitudine di destinatari e non devono favorire gli interessi o le esigenze di particolari gruppi. A tale principio deve ispirarsi tutto il processo di formazione del bilancio, sia previsionale che consuntivo.
8. ATTENDIBILITÀ: 1.Nei documenti previsionali è riferita alle entrate: le aspettative di acquisizione delle
risorse devono essere fondate su accurate analisi di andamenti storici o da altri idonei riferimenti ad atti o parametri di riferimento. Per le spese, simmetricamente, si parla di congruità: questa va valutata rispetto agli obiettivi definiti dagli organi di governo.
2.Nei documenti di rendicontazione l’attendibilità è riferita al processo valutativo.
PRINCIPI CONTABILI GENERALI (4)9. SIGNIFICATIVITÀ E RILEVANZA:
1. Nei documenti previsionali questo principio può essere applicato agli inevitabili arrotondamenti e alle approssimazioni dei valori: essi trovano il loro limite nel concetto di rilevanza, non dovendo assumere dimensioni tali da avere un effetto rilevante sul bilancio e sul significato dello stesso per i destinatari.
2. Una posta è significativa quando il suo valore può incidere sulle scelte del lettore del bilancio; la rilevanza dipende dal valore assunto dalla posta stessa. Un dato può essere significativo pur non essendo rilevante: ad esempio, la riduzione dei trasferimenti può essere significativa (esprime un trend) anche se, nell’anno, poco rilevante.
10. COERENZA: implica un nesso logico, senza contraddizione alcuna, tra gli atti contabili preventivi e consuntivi, sinao questi strettamente tecnico finanziari, ovvero descrittivi e di indirizzo politico.
LA FASE DI PROGRAMMAZIONE: LA RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA
Rappresenta un documento politico operativo correlato a:• piano di sviluppo regionale;• piani urbanistici; • piani economico- finanziari delle opere.
Si compone di 6 sezioni:1. Caratteristiche generali della popolazione, del territorio, dell’economia
insediata e dei servizi dell’ente;2. Analisi delle risorse;3. Programmi e progetti;4. Stato di attuazione dei programmi deliberati negli anni precedenti e
considerazioni sullo stato di attuazione;5. Rilevazione per il consolidamento dei conti pubblici;6. Considerazioni finali sulla coerenza dei programmi rispetto ai piani
regionali di sviluppo e di settore, agli atti programmatici della regione.
LA PROCEDURA DI
DELIBERAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE
1. STESURA BOZZA DI DELIBERA (GIUNTA)
2. PARERE COLLEGIO DEI REVISORI
3. TRASMISSIONE BOZZA AI CONSIGLIERI E ALLE
CIRCOSCRIZIONI
4. DISCUSSIONE IN AULA E APPROVAZIONE ENTRO IL
31 DICEMBRE
5. ESAME DI LEGITTIMITA’ DA PARTE DEL CO.RE.CO.
(artt. 133 e 134)
Se non si arriva all’approvazione da parte dell’aula entro il 31 dicembre, si delibera la gestione provvisoria
(art. 163 c.2)
Nelle more dell’approvazione da parte del CO.RE.CO, l’ente
delibera l’esercizio provvisorio (art.163 c.1)
LE FASI DELL’ENTRATA (art. 178 e segg.)
La contabilità finanziaria non rileva esclusivamente gli effetti finanziari (riscossioni e pagamenti) derivanti dai fatti gestionali avvenuti; hanno notevole rilevanza, piuttosto, le decisioni di spesa e gli accertamenti delle entrate.Ogni entrata viene trattata contabilmente in tre fasi:
1. ACCERTAMENTO: in base a idonea documentazione, viene verificata la ragione del credito e la sussistenza di un idoneo titolo giuridico, individuato il debitore, quantificata la somma da incassare, nonché fissata la relativa scadenza.
2. RISCOSSIONE: è rappresentata dal materiale introito della somma accertata, da parte del tesoriere o da parte di altri incaricati ala riscossione. E’ disposta a mezzo di apposito ordinativo d’incasso.
3. VERSAMENTO: corrisponde al trasferimento delle somme riscosse nelle casse dell’ente (tesoreria).
LE FASI DELLA SPESA (art. 182 e segg.)
La spesa viene trattata contabilmente in 4 fasi distinte:
1. IMPEGNO: a seguito di obbligazione giuridicamente perfezionata, è determinata la somma da pagare, determinato il soggetto creditore, indicata la ragione e viene stabilito il vincolo sulle previsioni di bilancio, nell’ambito della disponibilità finanziaria…
2. LIQUIDAZIONE: si fonda su titoli e documenti (generalmente la fattura) che comprovano l’esatto ammontare del debito e la persona del creditore . Viene determinata la somma certa da pagare nei termini dell’impegno assunto.
3. ORDINAZIONE: viene impartito l’ordine al tesoriere di effettuare il pagamento. (si parla in genere di MANDATO DI PAGAMENTO)
4. PAGAMENTO: consiste nella materiale corresponsione della somma dovuta al creditore e nella conseguente contabilizzazione nelle scritture contabili dell’ente.
LE SPESE PLURIENNALI
Se negli esercizi precedenti sono stati assunti impegni pluriennali, ad essi nel bilancio di previsione deve essere assicurato idoneo finanziamento (art. 164
c.3).
Se viene assunto un impegno pluriennale, di esso si deve tenere conto nel bilancio pluriennale e, eventualmente, nei bilanci successivi.
IL CONCETTO DI COMPETENZA NELLA CONTABILITA’ DELL’ENTE LOCALE
Il bilancio di previsione viene redatto in termini di competenza. E’ di competenza:
• l’entrata accertata nell’esercizio;• la spesa impegnata nell’esercizio.
È una competenza di tipo finanziario, non economico.
Il rendiconto viene redatto, invece, per cassa: in esso si tiene conto delle entrate e delle spese di competenza, nonché delle entrate e delle uscite (per cassa) originate dalla gestione dei residui attivi e passivi.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE ENTRATE
Le entrate sono classificate per:
TITOLO (esprime la fonte di provenienza)
CATEGORIA (esprime la tipologia di entrata)
RISORSA(viene individuato specificamente l’oggetto dell’entrata)
I TITOLI DI ENTRATA
I) ENTRATE TRIBUTARIEII) ENTRATE DA CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI
CORRENTI DELLO STATO, REGIONE E ALTRI ENTI PUBBLICI…
III) ENTRATE EXTRATRIBUTARIEIV) ENTRATE DA ALIENAZIONI, TRASFERIMENTI
DI CAPITALE E RISCOSSIONI DI CREDITIV) ENTRATE DERIVANTI DA ACCENSIONE DI
PRESTITIVI) ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO DI TERZI
LE ENTRATE CORRENTITITOLO CATEGORIA
I. ENTRATE TRIBUTARIE
1. Imposte
2. Tasse
3. Tributi speciali e altre entrate tributarie
II. ENTRATE DA CONTRIBUTI
1. Contrib. e trasferim. correnti dallo Stato
2. Contrib. e trasfer. correnti dalla Regione
3. Contrib. e trasfer. correnti dalla Regione per funzioni delegate
4. Contr. e trasferim. da organismi comunitari e internazionali
5. Proventi diversi
III. ENTRATE EXTRATRIBUTARIE
1. Proventi da servizi pubblici
2. Proventi dei beni dell’ente
3. Interessi su anticipazioni e crediti
4. Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi da società
5. Proventi diversi
LE ENTRATE IN CONTO CAPITALE
TITOLO CATEGORIA / CAPITOLO (solo per titolo VI)
IV. ENTRATE DA ALIENAZIONI, DA TRASFERIMENTI
DI CAPITALE E DA RISCOSSIONI DI
CREDITI
1. Alienazione di beni patrimoniali
2. Trasferimenti di capitale dallo Stato
3. Trasferimenti di capitale dalla Regione
4. Trasferim. Di capitale da altri enti pubblici
5. Trasferimenti di capitale da altri soggetti
6. Riscossione di crediti
V. ENTRATE DA ACCENSIONE DI
PRESTITI
1. Anticipazioni di cassa
2. Finanziamenti a breve termine
3. Assunzione di mutui e prestiti
4. Emissione di prestiti obbligazionari
LE ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO TERZI
VI. ENTRATE DA SERVIZI PER CONTO
TERZI
01. Ritenute previd. e assist. al personale
02. Ritenute erariali
03. Altre ritenute al personale per conto di terzi
04. Depositi cauzionali
05. Rimborso spese per servizi per conto terzi
06. Rimborso di anticipazione di fondi per il servizio economato
07. Depositi per spese contrattuali
LA CLASSIFICAZIONE DELLE SPESE NEL BILANCIO DI PREVISIONE
TITOLI(individua la natura della spesa in termini generali)
FUNZIONI(individua la specifica funzione per cui la spesa è stata sostenuta)
SERVIZI(individua l’ufficio che gestisce l’attività per cui la spesa è sostenuta)
INTERVENTI(individua il fattore produttivo per cui la spesa è sostenuta)
TITOLI E FUNZIONI DI SPESATITOLO FUNZIONE
I. SPESE CORRENTI
II. SPESE IN CONTO CAPITALE
III.SPESE PER RIMBORSO DI
PRESTITI
1.Funz. generali di amministraz., gestione e controllo
2. Funzioni relative alla giustizia
3. Funzioni di polizia locale
4. Funzioni di istruzione pubblica
5. Funzioni relative alla cultura e ai beni culturali
6. Funzioni nel settore sportivo o ricreativo
7. Funzioni nel campo turistico
8. Funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti
9. Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente
10. Funzioni del settore sociale
11. Funzioni nel campo dello sviluppo economico
12. Funzioni relative a servizi produttivi
LO SVILUPPO DI UNA FUNZIONE DI SPESA CORRENTE
TITOLO FUNZIONE SERVIZIO INTERVENTO
I.
SPESE CORRENTI
04.
FUNZIONI DI ISTRUZIONE
PUBBLICA
01. SCUOLA MATERNA
1) Personale2) Acq. beni di consumo e
materie prime3) Prestazioni di servizi4) Utilizzo di beni di terzi5) Trasferimenti6) Interessi passivi e oneri
finanziari diversi7) Imposte e tasse8) Oneri straordinari dalla
gestione corrente9) Ammortamenti10)Fondo svalutazione
crediti11)Fondo di riserva
02. ISTRUZIONE ELEMENTARE
03. ISTRUZIONE MEDIA
04. ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
05. ASSISTENZA SCOLASTICA, TRASPORTO, REFEZIONE…
CODIFICAZIONE DELLE ENTRATE E DELLE SPESE NEL BILANCIO
Il sistema di codificazione per le entrate e per le spese è a 7 cifre, che hanno il seguente significato:
1. ENTRATE:
2. SPESE:
TITOLO: 1° CATEGORIA: 2° 3° RISORSA: 3° 4° 5° 6°
1 01 0001
Entrate tributarie Imposte ICI
TITOLO:1° FUNZIONE:2° 3° SERVIZIO:4° 5° INTERVENTO:6° 7°
1 01 01 01
Spese corr. Amministraz. Organi istituz. Spese personale
SPESE DEL BILANCIO CHE NON CORRISPONDONO A USCITE FINANZIARIE
1. Fondo di riserva (artt. 166 e 176): viene costituito un fondo per sopperire a eventuali spese che si manifestano nella gestione senza essere previste. Il fondo non può eccedere il 2% delle spese correnti e non può essere inferiore allo 0,30% delle stesse. L’utilizzo del fondo richiede una variazione di bilancio.
2. Ammortamento (art. 167): l’ente deve prevedere una quota di amm.to pari almeno al 30% della quota prevista dall’art. 229 per i beni di ciascun servizio. Tali somme, non corrispondendo a vere uscite, comporteranno economie di spesa che contribuiranno alla formazione dell’avanzo. Su tali valori vige un vincolo di reinvestimento.
3. Fondo svalutazione crediti: è necessario prevedere una somma destinata a coprire eventuali perdite su crediti. Non rappresentando una reale uscita, la svalutazione comporterà necessariamente una economia di bilancio e inciderà sul risultato di amministrazione. I crediti inesigibili vengono stralciati in sede di rendiconto e mantenuti nel patrimonio sino al momento della prescrizione.
LO SVILUPPO DI UNA FUNZIONE DI SPESA IN CONTO CAPITALE
TITOLO FUNZIONE SERVIZIO INTERVENTO
II.
SPESE IN CONTO
CAPITALE
04.
FUNZIONI DI ISTRUZIONE
PUBBLICA
01. SCUOLA MATERNA
1) Acquisizione di beni immobili
2) Espropri e servitù onerose
3) Acquisto beni per realizzaz. in economia
4) Utilizzo beni di terzi per realizzaz. in economia
5) Acq. Beni mobili, macchine e attrezzature
6) Incarichi professionali esterni
7) Trasferimenti di capitale8) Partecipazioni azionarie9) Conferimenti di capitale10) Concessioni di crediti
e anticipazioni
02. ISTRUZIONE ELEMENTARE
03. ISTRUZIONE MEDIA
04. ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
05. ASSISTENZA SCOLASTICA, TRASPORTO, REFEZIONE…
GLI EQUILIBRI DI BILANCIO
La legge impone la salvaguardia di alcuni equilibri di bilancio:
1. TOTALE ENTRATE = TOTALE SPESE (Equil. Generale)
2. PRIMI TRE TITOLI ENTRATE SPESE CORRENTI + Q.CAPITALE MUTUI E OBBLIGAZIONI
3. TITOLO IV ENTRATE + AVANZO AMMIN. + EVENT. AVANZO DI PARTE CORRENTE (punto 2) SPESE IN C/CAPITALE
4. INTERESSI SU MUTUI ≤ ¼ PRIMI TRE TITOLI ENTRATE ULTIMO RENDIC. (capacità di indebitamento)
5. LE ENTRATE DA FONDI A DESTINAZIONE VINCOLATA DEVONO TROVARE CORRISPONDENZA IN SPECIFICI INTERVENTI DI SPESA
LE VARIAZIONI AL BILANCIO DI PREVISIONEIl bilancio di previsione può essere modificato mediante apposite delibere di variazione, assunte dal consiglio su proposta della giunta. Le variazioni possono essere rappresentate da :
• Maggiori / minori entrate• Maggiori / minori entrate con corrispondenza in uscita• Maggiori / minori uscite (correnti o in conto capitale)• Maggiori / minori uscite con corrispondenza in entrata (correnti o in conto
capitale)
Ogni variazione necessita del parere dei revisori, i quali devono verificare che gli equilibri di bilancio vengano rispettati.
L’ultima variazione al bilancio è rappresentata dall’ASSESTAMENTO GENERALE, da deliberare entro il 30 novembre: in tale sede è possibile applicare l’avanzo per far fronte a spese correnti esuberanti rispetto alle previsioni.
I RESIDUI (art. 189 e 190)
I residui, rispettivamente attivi e passivi, rappresentano veri e propri crediti e debiti. Si potrebbe parlare si “somme residue da pagare” su quanto impegnato durante l’anno e “somme residue da riscuotere” rispetto a quanto accertato nell’esercizio.
RESIDUI ATTIVI: somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio.
ENTRATE PREVISTE
ENTRATE ACCERTATE
ENTRATE RISCOSSE
RESIDUI ATTIVI
MINORI ENTRATE
I RESIDUI (art. 189 e 190)
• RESIDUI PASSIVI: somme impegnate e non pagate durante l’esercizio.
La cancellazione di un residuo passivo ritenuto non dovuto comporta un’economia di spesa. Economia di spesa è anche il minor valore delle spese impegnate rispetto a quelle previste.
SPESE PREVISTE SPESE
IMPEGNATE SPESE LIQUIDATE
SPESE ORDINATE/
PAGATE
RESIDUI PASSIVI
ECONOMIE DI SPESA
LIBRI CONTABILI OBBLIGATORIA questo punto possiamo individuare i libri contabili obbligatori per l’ente locale:Per la contabilità finanziaria è necessario disporre di:
i. Partitario degli accertamenti: contiene lo stanziamento iniziale e le variazioni successive, le somme accertate, quelle riscosse e quelle rimaste da riscuotere per ciascun capitolo:
ii. Partirario degli impegni: contiene lo stanziamento iniziale e le variazioni successive, le somme impegnate, quelle pagate e quelle rimaste da pagare per ciascun capitolo
iii. Partitario dei residui: indica per capitolo e esercizio di competenza, la consistenza dei residui all’inizio dell’esercizio, le somme risocsse o pagate, le somme rimaste da pagare o riscuotere, nonchè quelle radiate.
iv. Giornale di cassa: indica in ordine cronologico gli ordinativi di incasso e i mandati.v. Libro degli inventari (beni mobili e beni immobili)vi. Registro dei beni di consumo
Bollatura e vidimazione non sono più richieste: libri e registri devono però avere le pagine numerate. Vanno inoltre tenuti tutti i libri richiesti dalla normativa fiscale (DPR 600/1993 e DPR 633/1972) in relazione all’attività commerciale eventualmente svolta dall’ente, il libro giornale e i libri relativi al personale: IVA acquisti, registro delle fatture e dei corrispettivi, registro dei beni ammortizzabili, libri paga e matricola e registro infortuni dei dipendenti.
IL RISULTATO DELLA GESTIONE
Il risultato della gestione rappresenta il saldo tra le entrate accertate e le spese impegnate di competenza del periodo:
ACCERTAMENTI (di COMPETENZA)
-IMPEGNI (di COMPETENZA)
RISULTATO DELLA
GESTIONE
RISCOSSIONI
- PAGAMENTI
+Δ± RESIDUI ATT.
- Δ± RESIDUI PASS.
RISULTATO DELLA GESTIONE
IL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE: L’AVANZO E IL DISAVANZO (1)
Il risultato di amministrazione rappresenta un “fondo di valore” (non un flusso) riferito all’intera gestione finanziaria (COMPETENZA e RESIDUI).
FONDO DI CASSA INIZIALE
+ RISCOSSIONI
- PAGAMENTI
FONDO CASSA FINALE
+ RESIDUI ATTIVI A RIPORTARE
- RESIDUI PASSIVI A RIPORTARE
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE (AVANZO/DISAVANZO)
Come si può notare dalla tabella, il
risultato di amministrazione
corrisponde ad una sorta di “MARGINE DI TESORERIA”
IL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE Esiste un ulteriore schema di determinazione del risultato di amministrazione:
- Nelle imprese il reddito di un esercizio è completamente indipendente dal reddito dell’esercizio precedente: si tratta, infatti, di un flusso di capitale e non di un fondo (consistenza);
- Nelle amministrazioni pubbliche il cosiddetto “risultato di amministrazione” è invece legato a quello realizzato precedentemente: non si tratta, infatti, di un risultato della gestione dell’esercizio, ma di un margine finanziario determinato in un particolare istante della vita dell’ente.
RISULTATO DI AMMINISTRAZ. ANNO PRECEDENTE+ ECONOMIE DI SPESA SU COMPETENZA
- MINORI ENTRATE SU COMPETENZA+ RESIDUI PASSIVI INIZIALI ELIMINATI
± MAGGIORI O MINORI RESIDUI ATTIVI RIACCERTATI RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 1
In data 1/6/02 si stipula una polizza annuale, pagamento anticipato € 1.200Contabilità finanziaria:
01-06-02:• impegno € 1.200 (intervento: «prestazioni di servizi», capitolo del PEG «assicurazioni»)• Ordinazione di pagamento: € 1.200
31-12- 02: Impegni e pagamenti € 1.200, residui passivi 0
IMPEGNI RESIDUI RETTIFICHE E INTEGRAZIONI AL C/EC
ALLO S.P.
RISCONTI RATEI ALTRE
ATTIVI PASSIVI ATTIVI PASSIVI
1200 0 500 700 500
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 2
In data 1/1/02 si stipula un contratto di consulenza per il controllo di gestione, per un anno: 21.000 € + IVA 20% (tot. 25.200).
Pagamento semestrale 31/7/02 e 31/1/03.
Contabilità finanziaria:
01-01-02: impegno € 25.200 (intervento: «prestaz. di servizi», cap. PEG «consulenze»)31-07-02: ricevimento fattura e ordinazione di pagamento: € 12.60031-12- 02: Impegni € 25.200, pagamenti € 12.600, residui passivi € 12.600 (la prestazione è
conclusa, quindi c’è il debito)
IMPEGNI RESIDUI RETTIFICHE E INTEGRAZIONI AL C/EC
ALLO S.P.RISCONTI RATEI ALTRE
ATTIVI PASSIVI ATTIVI PASSIVI
25.200 12.600 25.200 12.600
Essendo l’attività rivolta ad un servizio di carattere istituzionale, l’IVA insita nell’impegno finanziario costituisce un costo, e non è detraibile se non «pro quota» in base alle disposizioni legislative. Qui si ipotizza la completa indetraibilità.
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 2
1/3/02 Stipula di un contratto annuale per manutenzioni a favore del servizio «Impianti sportivi» dell’ente: 12.000 € + IVA (tot. 14.400), fatturazione trimestrale posticipata. Pagamento a ricevimento fattura.
01-03-02: impegno nel bilancio 2002 € 12.000 (10.000 + IVA)impegno nel bilancio 2003 € 2.400 (2.000 + IVA)
Intervento «prestazioni di servizi», capit. PEG «manutenzioni»
31-06, 31-08, 31-11: ricevimento fattura e ordinazione pagamento € 3.600
31-12-02: impegni € 12.000, pagamenti € 10.800, residui passivi €1.200
Il periodo gennaio- febbraio 2003 sarà oggetto di fatturazione trimestrale a fine febbraio per € 3.600. Si può notare che in questo caso competenza economica e competenza finanziaria coincidono: la spesa per il 2002 tiene conto di 10 mesi di prestazioni.
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 3
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 3
IMPEGNI RESIDUI RETTIFICHE E INTEGRAZIONI AL C/EC
ALLO S.P.
RISCONTI RATEI ALTRE
ATT. PASS. ATT. PASS.
12.000 1.200 -1.800 (IVA corrisposta)
-200 (IVA da
corrispondere)
10.000
(costo)
1.200
(debiti)
200
(cred.IVA) Il servizio è rilevante ai fini IVA; l’imposta non deve quindi essere considerata un costo. Il
residuo include l’IVA, quindi questa va scoproporata e viene indicata come un credito verso l’erario, che ha la mera funzione di compensare l’IVA inclusa nel debito di funzionamento.
Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di mostrare il debito per le prestazioni da pagare al netto dell’IVA, per 1.000 €: questo renderebbe il prospetto di conciliazione meno chiaro, ma la situazione patrimoniale sarebbe più corretta.
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 4
• Nel 2002 si accertano entrate per il servizio «distribuzione gas» per € 320.000 di cui 30.000 a titolo di IVA.
• La bollettazione ha cadenza bimestrale, e il totale accertato riguarda il periodo dicembre 2001-gennaio 2002 e i bimestri successivi.
• Dicembre 2002 verrà accertato nel 2003, quando verrà affettuata la lettura dei contatori ed effettuata la bollettazione.
• Non tutte le entrate accertate risultano riscosse.• Il rateo iniziale (per dicembre 2001) ammonta a € 18.000, quello finale a € 23.000
Le risultanze della contabilità finanziaria al 31/12/2002 sono le seguenti: Accertamenti € 320.000
Riscossioni € 270.000Residui attivi € 50.000
Il servizio è rilevante ai fini IVA e l’imposta relativa agli accertamenti dovrà essere oggetto di rettifica nel prospetto di conciliazione, non rappresentando un ricavo. Non verrà effettuata alcuna rilevazione ai fini IVA sui ratei, in quanto non assimilabili alle «fatture da emettere», che sarebbero di per sé oggetto di accertamento al lordo dell’IVA.
IL RACCORDO TRA CONTABILITÀ FINANZIARIA E CONTABILITÀ ECONOMICA: ESEMPIO 4
IMPEGNI RESIDUI RETTIFICHE E INTEGRAZIONI AL C/EC
ALLO S.P.
RISCONTI RATEI ALTRE
ATT.
PASS.
INIZ. FIN.
320.000 50.000 - 18.000
+ 23.000
-30.000 (IVA accerata)
295.000
(ricavo)
50.000
(crediti)
23.000
(ratei al netto
dell’IVA)
IL PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE
Il P.E.G. è un documento più analitico rispetto al bilancio di previsione, ma coerente con esso; viene approvato dalla Giunta e ha lo scopo di:
• Assegnare gli obiettivi ai responsabili dei servizi; gli obiettivi devono essere coerenti con gli indirizzi politici espressi dal consiglio
• Attribuire ai responsabili dei servizi le risorse umane, finanziarie e materiali necessarie al conseguimento degli obiettivi
Anche le variazioni al PEG sono oggetto di delibera giuntale.
Stesura della bozza di P.E.G. e del bilancio di
previsione
Approvazione del bilancio di previsione in Consiglio
(31 dicembre)
Stesura definitiva del P.E.G.
PROGRAMMAZIONE
Analisi dei bisogni della collettività nelle
specifiche aree di intervento da parte dei
dirigenti di servizio; l’ente potrebbe istituire un servizio apposito di
staff ai dirigentiIndividuazione e diffusione degli indirizzi
e degli obiettivi strategici dell’ente.
Stima di massima delle risorse necessarie per realizzare gli obiettivi
Definizione dei programmi e prima allocazione delle risorse
disponibili nell’esercizio a venire: prima stesura della relaz. previsionale e programm.
Stima di massima delle risorse disponibili
nell’esercizio a venire
Analisi dei bisogni di sviluppo complessivo della collettività; individuazione
delle aree critiche(partiti, consiglio, giunta)
Definizione dei possibili obiettivi da porsi rispetto ai bisogni
stimati, tenuto conto degli indirizzi e degli
obiettivi strategici dell’ente
Il Direttore Generale raccoglie le richieste dei dirigenti, ne verifica
la coerenza con i programmi e valuta la fattibilità finanziaria
Negoziazioni tra giunta e dirigenti, con la mediazione e il
coordinamento del Dir. Gen.
Ridefinizione degli
obiettivi e nuova stima
delle risorse
PIANIFICAZIONE
PREVISIONE
DALLA DEFINIZIONE
DEGLI OBIETTIVI ALLA STESURA
DEL P.E.G.
LA STRUTTURA DEL P.E.G.: I CENTRI DI COSTO
Il PEG divide i servizi in centri di costo. La normativa parla di “centri di costo”: in realtà non avviene l’imputazione dei “costi”, bensì delle spese. Il PEG è, quindi, un documento di programmazione che utilizza la contabilità finanziaria.
Ad esempio, il servizio “impianti sportivi” potrà essere suddiviso in: piscina comunale, stadio, palazzetto dello sport, ecc…per individuare le spese che si prevede di sostenere per ciascun impianto.
I centri di costo possono corrispondere a strutture, uffici, progetti particolari.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’ENTE NEL BILANCIO E NEL PEG
SERVIZIO
FUNZIONE
BILANCIO DI PREVISIONE E
P.E.G.
SERVIZIO
ORGANIGRAMMA DEL SINGOLO
ENTE
CENTRI DI COSTO
FUNZIONE
SERVIZIO
AREA
LA CLASSIFICAZIONE DEI VALORI NEL P.E.G.
BILANCIO DI PREVISIONE: la struttura da adottare è prevista dalla normativa.
PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE: l’analisi delle voci dipende dalle scelte organizzative compiute dall’ente.
Il PEG, pur essendo un documento di programmazione interna, è strutturato - a livello di servizi - secondo il modello rigido indicato dal legislatore, mentre a livello più analitico le voci vengono classificate in modo autonomo da ciascun ente.
CORRELAZIONI TRA PEG E BILANCIO DI PREVISIONE (1)
PARTE ENTRATA AREA: bilancio di previsione
AREA: PEG
TITOLO 2 Entrate da contributi e trasferimenti
CATEG. 02 Contributi e trasferimenti dalla Regione
RISOR. 0001 Risorse destinate all’assistenza e serv.alla pers.
10.000 10.000
CAPIT. 01 Contributi per assistenza domiciliare
5.000
CAPIT. 02 Contributi per centro minori 4.000
CAPIT. 03 Contributi per agenzia giovani
1.000
CORRELAZIONI TRA PEG E BILANCIO DI PREVISIONE (2)
Per le uscite, la correlazione tra PEG e bilancio potrebbe essere realizzata secondo quattro diverse modalità:
a) Il P.E.G. specifica ulteriormente la natura dell’intervento di spesa;
b) Il P.E.G. specifica ulteriormente la destinazione della spesa, riferendo la stessa ad un centro di costo;
c) Il P.E.G. analizza ulteriormente gli interventi sia per destinazione che per natura;
d) Il P.E.G. riferisce le spese ai programmi.
CORRELAZIONI TRA PEG E BILANCIO DI PREVISIONE (2)
TITOLO FUNZ. SERVIZ. INTERV CAPITOLO: CENTRO E SPESA
CODICE 1 06 01 03 01 01Spese
correntiSettore
sportivo e ricreativo
Piscine comunali
Prestaz. di servizi
Piscina 1 Gas metano
Esempio di definizione del capitolo di spesa nel P.E.G. con il metodo C:
TITOLO FUNZ. SERVIZ. INTERV CAPITOLO: CENTRO E SPESA
CODICE 1 06 01 03 0123Spese
correntiSettore
sportivo e ricreativo
Piscine comunali
Prestaz. di servizi
Prestazioni di servizi piscina 1
Esempio di definizione del capitolo di spesa nel P.E.G. con il metodo B:
LE VARIAZIONI AL PEG E IL GRADO DI DETTAGLIO
Ogni variazione al PEG richiede una delibera di Giunta; conseguentemente, maggiore è il grado di dettaglio contabile raggiunto nel PEG, maggiore risulta essere l’ingerenza della Giunta sull’operato dei dirigenti.
Area della gestione
Area della
politica
Area della politica
Area della gestione
LIVELLO DI ANALITICIT
A’ DEL P.E.G.
ALTO
BASSO
PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL RENDICONTO
• Si compone di diversi documenti, alcuni dei quali sono redatti sulla base della contabilità finanziaria, mentre altri seguono le regole della contabilità economica;
• Viene redatto “per cassa”: in altri termini, tiene conto della gestione dei residui;
• Con il rendiconto si perviene alla determinazione del risultato di amministrazione (avanzo o disavanzo).
IL CONTO ECONOMICO: IL RISULTATO
DELLA GESTIONE
OPERATIVA
A) PROVENTI della GESTIONE1. Proventi tributari2.Proventi da trasferimenti3. Proventi da servizi pubblici4. Proventi da gestione patrimoniale5. Proventi diversi6. Proventi da concessioni ad edificare7. Increm. Immobil. Per lavori interni8. Variazione nelle rimananenzeTOTALE PROVENTI B) COSTI della GESTIONE9. Personale10. Acquisto mat. prime e/o beni consuno11. Variazioni riman. Materie e/o beni cons.12. Prestazioni di servizi13. Godimento di beni di terzi14. Trasferimenti15. Imposte e tasse16. Quote di ammortam. Dell’esercizioTOTALE COSTI della GESTIONERISULTATO DELLA GESTIONEC) PROVENTI / ONERI DA AZ. SPECIALI E PART.17. Utili18. Interessi su capitale di dotazione19. Trasferimenti da aziende speciali e part.TOTALERISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA
IL CONTO ECONOMICO: IL
SETTORE “FINANZIARIO”
E I COMPONENTI STRAORDINARI
D) PROVENTI E ONERI FINANZIARI
20. Interessi attivi
21. Interessi passivi:
- su mutui
- su obbligazioni
- su anticipazioni
- per altre cause
TOTALE
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
PROVENTI
22. Insussistenze del passivo
23. Sopravvenienze attive
24. Plusvalenze patrimoniali
TOTALE PROVENTI
ONERI
25. Insussistenze
26. Minusvalenze patrimoniali
27. Accantonamento per svalutazione crediti
28. Oneri straordinari
TOTALE PROVENTI STR.
TOTALE E
RISULTATO ECONOMICO DELL’ESERCIZIO
A) IMMOBILIZZAZIONI A) PATRIMONIO NETTOI) IMM. IMMATERIALI I Netto patrimoniale1. Costi pluriennali capitalizzati II) Netto da beni demanialiII) IMMOB. MATERIALI TOTALE PARTIMONIO NETTO1. Beni demaniali2. Terreni (patrimonio indisponibile) B) CONFERIMENTI3. Terreni (patrimonio disponibile) I) Conferimenti da trasferimenti in c/capitale4. Fabbricati (patrimonio indisp.) II) Conferimenti da concessioni a edificare5. Fabbricati (patrim.disponibile) TOTALE CONFERIMENTI6. Macchinari, attrezz. E impianti7. Attrezz,. E sistemi informatici C) DEBITI8. Automezzi e motomezzi I) Debiti di finanziamento9. Mobili e macchine d’ufficio 1. Per finanziamenti a breve termine10. Universalità di beni (patrim. indisponibile) 2. Per mutui e prestiti11. Universalità di beni (patrim. Disponibile) 3. Per prestiti obbligazionari12. Diritti reali su beni di terzi 4. Per debiti pluriennali13. Immobilizzaz. In corso II) Debiti di funzionamentoIII) IMMOBILIZZAZIONI FINANZ. III) Debiti per IVA1. Partecipazioni IV) Debiti per anticipazioni di cassa2. Crediti V) Debiti per somme anticipate daterzi3. Titoli VI) I debiti verso controllate, collegate, altri4. Crediti per depositi cauzionali VII) Altri debitiTOTALE IMMOBILIZZAZIONI TOTALE DEBITIB) ATTIVO CIRCOLANTEI) RIMANENZE D) RATEI E RISCONTIII) CREDITI I) Ratei passivi1. Verso contribuenti II) Risconti passivi2. Verso enti del settore pubblico allargato TOTALE RATEI E RISCONTI3. Verso debitori diversi4. Crediti per IVA5. Crediti per depositi (banche)III. ATTIVITA’ FIN. CHE NON COSTIT. IMM.1. TitoliIV. DISPONIBILITA’ LQUIDE1. Fondo cassa2. Depositi bancariTOTALE ATTIVO CIRCOLANTEC) RATEI E RISCONTITOTALE ATTIVO
LO STATO PATRIMONIALE ex Dpr. 194/’96