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Avvenire 08/28/2010 Page : A33

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SABATO28 AGOSTO 2010 33

SCRIVETECI!

Le lettere (lunghezzamassima 1.500 caratteri,spazi inclusi, cioè circa 30righe) vanno indirizzatead AvvenireRedazione ForumPiazza Carbonari 320125 Milanofax 02.6780.570email: lettere@avvenire.itOltre alla firma, a garanziadell’autenticità deicontributi e per eventualiriscontri, oltre a nome ecognome, chiediamol’indicazione del recapitopostale e di quellotelefonico (che ciimpegniamo a nondivulgare). I messaggianonimi non vengono inalcun caso presi inconsiderazione e sonodirettamente cestinati. Ciscusiamo in anticipo perquanto, per ragioni dispazio, non potremopubblicare.

intervento Proposta etimologicaper «desiderare»

aro direttore,nell’intervista del professorIvano Dionigi (Avvenire del

19 agosto, pagina 25) si distingue tra«la concezione classica deldesiderio» e «quellacontemporanea». Per la prima si dàun’etimologia del verbo de-siderarecon il de difettivo, che equivale «asmettere di contemplare le stelle [desideribus]» e giustifica il significatodi ripiegamento nostalgico che haper gli antichi, ma non si accenna auna seconda etimologia del verbodesiderare, che renderebbe ragionedel valore che esso ha nellamodernità e che «richiama ciò checi sta davanti e il futuro». Secondoquesta altra interpretazione, il "de"ha un valore intensivo e de-siderarevorrebbe significare un osservarepiù attentamente le stelle (sidera)per leggervi i decreti degli astri esarebbe affine a con-siderare e,sempre con il significato di trarre gliauspici, a con-templare, essendo iltemplum lo spazio di cielo chel’augure si ritagliava (dal greco

temnein) per osservare il volo degliuccelli. Ed è forse questa la ragioneche giustifica l’oscillazionesemantica del termine traripiegamento sul passato (perl’antichità) e slancio verso il futuro(per la modernità). Nella primaaccezione, con il "de" privativo, siinsiste più su un’esperienzaregressiva, nella seconda, con il "de"intensivo, essa ha un valore piùproiettivo. In tal modo il desiderionon verrebbe a coincidere con unanostalgia, intesa come una privatioboni per il cessare di qualcosa, masarebbe più un fare attenzione, unfissare lo sguardo, un guardareintensamente e se anche ildesiderare fosse nostalgia di Dio,secondo questa secondaetimologia, sarebbe più un andareverso Dio e un tendere a Dio, non ilrimpianto per qualcosa che si èperduto ma un’aspirazione aincontrare Dio, come testimonia lavita di ogni santo nella paraboladella sua esistenza terrena.

Lucio Coco, Bée (Vb)

C

Caro direttore,nella sua risposta a una lettera del comuneamico Cesare Cavalleri, lei giustamentedifende, contro la attuale legge elettorale,l’uso della preferenza. La preferenza permetteal cittadino di decidere lui chi deve andare inParlamento e diminuisce la prepotenza delleoligarchie di partito che fanno le liste. Lei haragione, ma non ha nemmeno del tutto tortoCesare Cavalleri quando denuncia il rischioche con le preferenze si possa tornare latraffico di voti e favori che ha degradato gliultimi anni della Prima Repubblica. Esisteun’altra soluzione? Noi abbiamo presentatouna proposta di legge (ricalcata in partesull’ordinamento tedesco) che prevede che

una metà dei seggi vengano assegnati con uncollegio uninominale. I partiti sono cosìincoraggiati e quasi forzati a sceglierecandidati che godano di una ampiapopolarità, più ampia di quella che puògarantire una clientela, anche estesa. L’altrametà dei candidati sono scelti su liste dipartito come quelle attuali. I seggi sonoripartiti fra i partiti in modo proporzionale,ma la scelta dei candidati vincenti è (per unametà) fatta direttamente dagli elettori.Avremmo più rappresentanza autentica emeno potere delle segreterie di partito senzarischiare il ritorno al traffico delle preferenze.In Germania il sistema ha funzionato beneper più di sessanta anni. La preferenza èmeglio del sistema attuale, ma il sistema cheproponiamo è meglio anche della preferenzae tiene conto delle preoccupazioni diCavalleri.

Rocco ButtiglioneLorenzo Ria

di Marco Tarquinio

Il direttore risponde

Conoscevo già, gentilionorevoli, la proposta della quale – dadeputati dell’Udc – vi siete fatti portatoriin Parlamento. Indica una delle stradepercorribili per restituire ai cittadini ungiusto ruolo nella selezione dei nostriparlamentari. Non so se sia la piùadeguata, ma so che si rifà a un modelloimportante: quello che ha dato e dàancora buona prova di sé in Germania. Soanche, tuttavia, che nessun modello èperfetto e che ogni Paese (e ceto politico, ecorpo elettorale) ha le sue particolarità.Così come so che i legislatori italiani sonochiamati a trovare una soluzioneconvincente al problema di come faresprimere al meglio la volontà popolare e

rifondare il rapporto tra eletti ed elettoriin troppe situazioni reso ormaievanescente dal pressoché totale poteredi scelta esercitato da ben 16 anni (e nonsolo negli ultimi quattro…) dai verticipolitici dei partiti. Mi limito, qui, asottolineare che un eventualematrimonio tra il sistema dei collegiuninominali e quello delle liste bloccatepotrebbe unire il meglio dei due metodi dielezione (nessun traffico di preferenze,ancoraggio dei candidati al territorio), maanche il peggio (mera ratifica da partedegli elettori delle scelte dei capipartito,candidati estranei alle realtà territorialiperché "paracadutati" in esse). Siobietterà: il secondo scenario è unprocesso alle intenzioni … No, purtroppo,è ciò che abbiamo sperimentatoabbondantemente nelle legislaturesuccedutesi dal 1994 in qua, votando –prima – prevalentemente candidati di

collegio (designati senza primarie) e – poi– prevalentemente liste di eleggibilipreconfezionate e intoccabili (perl’impossibilità di esprimere una nostrapreferenza). Mi auguro, perciò, cheiniziative come la vostra, cari onorevoliButtiglione e Ria, e riflessioni utiliapparse anche in questa pagina, comequelle di Cesare Cavalleri e del senatoredel Pd Stefani Ceccanti, consentano dimettere bene a fuoco i punti chiave dellaquestione e, soprattutto, di risolverla. Miripeto, me ne rendo conto, ma non riescoad accettare l’idea di una democrazianella quale un pieno e ben regolato poteredi scelta dei cittadini sia un problema. Perandare avanti e tornare a credere nellabuona politica la nostra gente chiedeanche rappresentanti diretti, effettivi ecapaci, non solo tutori preoccupati di unqualche, frenante, "non tornare indietro".Buon lavoro, e un cordiale saluto.

«Voto: una sintesi del meglio». Ma attenti al peggio

PADRE ANTIMO VILLANO:IL RICORDO DI UN CONFRATELLOCaro direttore,il 25 agosto è morto a Lecco padre An-timo Villano, umile missionario delPime, malato di Sla. Credo sia un uo-mo che valga la pena di essere ricor-dato e conosciuto, in particolare percome ha vissuto una malattia tantoterribile e sempre più diffusa. Chi loandava a trovare rimaneva stupitodella luce che trasmetteva il suo sor-riso. Negli ultimi tempi comunicavasolo tramite un sensore speciale cheleggeva il movimento dei suoi occhied erano sempre messaggi di pace egioia (a cui non mancava una vena diumorismo!). Capivi che lì c’era qual-cosa o meglio Qualcuno di più... Ca-ro direttore, questo non vuole essereun necrologio ma semplicemente lacondivisione di un giovane confratel-lo che ha conosciuto padre Antimo eche insieme a tanti altri, ogni volta che

si avvicinava a lui, sentiva di essere acontatto con qualcosa di straordina-rio. Grazie! Buon lavoro e compli-menti per il prezioso e difficile lavoroche tutta la redazione di Avvenire svol-ge quotidianamente.

p. Luca Bolelli, Pime

«L’OBIETTIVO DEI FINIANIÈ INDEBOLIRE IL GOVERNO»Caro direttore,i finiani, preoccupati come sono chegli elettori – in caso di consultazioneelettorale anticipata – li mandino tut-ti a casa, per bocca di Bocchino, han-no dichiarato di condividere il 95%dell’ultimo documento del Pdl con-tenente i punti programmatici del go-verno. In verità, i finiani sarebbero di-sposti a firmare qualsiasi documentopur di rinviare la ghigliottina delle e-lezioni politiche. Ma, ancora una vol-ta, questa dichiarata volontà rappre-senta, a mio avviso, una mossa tatti-ca per guadagnare tempo. Approve-ranno il documento. Poi, al momen-to del voto in Parlamento, continue-ranno a ricorrere ai soliti ricatti, all’o-struzionismo, alle infinite richieste dimodifiche che hanno il solo scopo di

logorare il governo e incrinarne la cre-dibilità di fronte agli elettori. In più,con questa approvazione, riuscireb-bero ad eludere, o quantomeno a rin-viare, il problema riguardante le ri-chieste dimissioni di Fini, in quantoleader del nuovo gruppo Fli e quindinon più super partes, dalla carica dipresidente della Camera. La trappolain Parlamento scatterà al momentodi votare la legge sulla riforma dellagiustizia per porre in minoranza il go-verno e dimostrare all’opinione pub-blica che Berlusconi ha causato la cri-si in ragione dei suoi interessi perso-nali in materia di giustizia. Un pro-cesso alle intenzioni, il mio? Si provia sottoporre al voto di fiducia, senzaulteriore mediazioni, il testo delle leg-gi di riforma sottese all’ultimo docu-mento programmatico del governo. Esi vedranno i risultati.

Giuseppe BianchiReggio Emilia

«VOTO AGGIUNTIVOANCHE AI TUTORI DI DISABILI»Caro direttore,in accordo con il signor Albero Baro-ni ritengo che l’idea di attribuire ai ge-

nitori la possibilità di esprimere unvoto aggiuntivo per i figli possa esse-re valida. Oltretutto darebbe più vocealle famiglie "numerose" che di mas-sima sono soggette ad affrontare mag-giori sacrifici. Aggiungerei ai genitorianche i tutori per persone invalideprive della facoltà di intendere e di vo-lere. Esse avrebbero diritto di essererappresentate da coloro che quoti-dianamente e per lunghi anni condi-vidono sofferenze, difficoltà e com-plicazioni con scelte politiche valideper poter affrontare e offrire un’assi-stenza umana e dignitosa.

Pietro CornacchiaManiago (Pn)

«UN RAPPORTO PIÙ RISPETTOSOE AMICHEVOLE CON IL CREATO»Caro direttore,il drammatico episodio di qualchegiorno fa a Tafalla, Spagna, dove untoro, balzato sulle tribune, ha carica-to decine di spettatori, a mio avvisopuò essere preso a simbolo della "ri-bellione" di un mondo da semprebrutalmente soggiogato. La corridane è solo un esempio: animali belli etirati a lustro, spinti nell’arena, per es-

ser protagonisti e vittime di un ritobarbaro, di fronte a spettatori eccita-ti, fino alla morte violenta. Tradizio-ne? Cultura? Affari? E mentre la Cata-logna ha un sussulto di civiltà, ban-dendo questi spettacoli crudeli, è for-se il tempo di ripensare a persone co-me san Francesco d’Assisi che con u-na vita affascinante ed armoniosa, ep-pure imitabile, ha indicato come pos-sibile un rapporto più rispettoso e a-michevole verso il Creato.

Luca BussonRovigo

DIFENDERE LA DCDAGLI INSULTI DELLA LEGACaro direttore,avrei piacere di conoscere il pensierodei vari Rotondi, Giovanardi, Lupi,sulle nuove esternazioni di Bossi con-tro la tradizione e la storia della De-mocrazia cristiana: «Noi i democri-stiani non li vogliamo. Questi sonoquei furfanti e farabutti che hannoportato la mafia al Nord». Il loro si-lenzio su queste uscite del più strettoalleato di Berlusconi mi sembra dav-vero assordante. La Dc, pur con i limitie gli errori degli ultimi tempi, è stato

un partito di forti valori, di grandi uo-mini, di significativo riformismo e unpartito dove davvero la democrazia (enon il populismo a buon mercato) e-ra alla base dell’operare.

Carlo Faraci

MENTALITÀ OTTOCENTESCADELLA FIOMCaro direttore, la crisi mondiale non è risolta. I Pae-si emergenti producono a costi mi-nori. La Fiat è l’unica grande aziendache anziché trasferire la produzione inPaesi in cui, leggi, pressione fiscale,costo del lavoro, sono più favorevoli,investe in Italia. Chiede solo di poterlavorare senza continue agitazionisindacali, abituali nel nostro Paese.La Fiom conserva una mentalità ot-tocentesca, agisce come "braccio ar-mato" della sinistra. Come non ricor-dare che, negli "anni di piombo", nonpochi terroristi provenivano dalle suefile? Spiace che parte della magistra-tura appoggi degli estremisti che, coni loro comportamenti, mettono a ri-schio il lavoro di migliaia di padri difamiglia.

Luca Turati

a voila parola

PELLEGRINI DA ALAGNA AL SANTUARIO DI OROPA - I GIORNO

Con gli occhi di Mariaccoci in partenza da Alagna Val Sesiaper questo nuovo pellegrinaggio di

confraternita. Cammino di preghiera,cammino di fraternità. Oropa, il grandesantuario mariano tra le montagnebiellesi, è la nostra meta finale. Insieme anoi camminerà san Giacomo, patrono ecompagno di cammino. «Con gli occhi diMaria»: questo è il titolo delpellegrinaggio. Sotto lo sguardopremuroso di Maria, visti e accompagnatida Lei; il suo sguardo di madre si posa sudi noi e ci accorgiamo di non essere soli,di non esserlo più, di non esserlo maistati. Uno sguardo eterno irrompe nellanostra dimensione temporale.Arrivare pellegrini in un santuariomariano vuol dire andare incontro aquello sguardo. Gli occhi di Maria siposeranno su di noi, come l’anno scorsoa S. Maria di Leuca. Come si posano sututti gli uomini che alzano gli occhi alcielo; come si posarono a Saragoza susan Giacomo per confortarlo econsolarlo. Così ci troveremo acamminare avendo san Giacomo comecompagno "di sguardo", beato perché gliocchi di Maria lo amarono.

Confraternita di S. Jacopodi Compostella in Perugia

E