Post on 17-Feb-2019
Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna
Buone pratiche per la valutazione della genitorialità
Manuela Colombari
perché buone pratiche?
Violazioni deontologiche in particolare per:
1- scarsa considerazione della responsabilità sociale derivante dall’influenza significativa che ha il proprio intervento sulla vita degli
altri e della necessità di equilibrio tra i bisogni/diritti delle diverse parti in causa (art. 3 C.D.)
2- impiego di metodologie senza riferimenti scientifici (art. 5 C.D.)
3- scarsa validità e dell’attendibilità delle informazioni su cui si basano
le conclusioni, giudizi non fondati sulla conoscenza diretta delle persone(art. 7 C.D.)
4- inadeguata informazione e raccolta del consenso (artt. 24 e 31)
per chi? per gli psicologi
• forte disomogeneità nella pratica • pratica basata su conoscenze non applicabili al
campo specifico della genitorialità • valutare la genitorialità è attività complessa ed
emotivamente impegnativa • contese giudiziarie che coinvolgono anche lo
psicologo • basi scientificamente provate sostengono l’attività
professionale e aiutano ad affrontare i dubbi • per avere maggiore cura e dettaglio nel redigere le
relazioni.
non solo per gli psicologi, ma anche per i genitori, i bambini e...
genitori: • valutazione con strumenti più validi ed attendibili, più ampiamente condivise, meno rischio di fraintendimenti o contenziosi. bambini: • meglio protetti dai rischi relazionali e aiutati con maggiore competenza nel recupero dei danni psicologici riportati a causa dell’inadeguatezza genitoriale avvocati e giudici: • cosa attendersi da una seria e articolata valutazione psicologica della genitorialità
genitorialità e costrutti
Funzione processuale composita, risultato dell’interazione fantasmatica e reale tra quel particolare figlio – con bisogni specifici legati all’età – e quel genitore, diversa in ogni momento della vita, se pure con una sua stabilità di fondo: essa ha a che fare non solo con l’osservazione dell’hic et nunc della relazione che il genitore ha costruito con il figlio, ma anche con l’infanzia del genitore stesso e quindi con le influenze tra le generazioni.
E’ funzione processuale, contestuale, relazionale, storica e pre-esistente alla nascita e/o all’adozione del figlio. E’ altresì il risultato di una relazione sempre almeno triadica ed è condizionata dai modelli culturali, dalla personalità del genitore, dalle relazioni che egli stesso ha avuto come figlio, dalla coniugalità e cogenitorialità della specifica coppia nonché dal temperamento e da eventuali e specifiche problematiche riguardanti i minori (portatori di disabilità fisiche e/o mentali) e relative alle diverse fasi evolutive.!
Per costrutto si intende una caratteristica o un tratto teorico rispetto al quale gli individui differiscono
percettività e adattabilità
Percettività: acuta consapevolezza di ciò che riguarda il minore e degli effetti del proprio comportamento; consapevolezza della reciprocità
Adattabilità: capacità di adattarsi con modalità adeguate alle diverse esigenze dei figli
responsività e flessibilità
Responsività: capacità di rispondere ai bisogni del figlio e di porre limiti
Flessibilità: abilità del genitore di rispondere in modi diversi in relazione ai bisogni e alle richieste
intersoggettività, empatia e riflessività
Intersoggettività: capacità dei componenti del gruppo familiare di comunicare e di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i significati dell’altro!
Empatia: consente la percezione di coerenza e continuità mediata dall’affettività, quindi ‘familiarità’, esperienza di essere compresi e di esistere per qualcuno.
Riflessività: capacità di interpretare il proprio comportamento e quello altrui in termini di ipotetici stati mentali, cioè in relazione a pensieri, affetti, desideri, bisogni, intenzioni. !
direttrici
competenze:
• nel campo specifico (importanza addestramento e della pratica guidata e supervisionata)
• mantenute nel tempo e aggiornate
• messe a confronto con i colleghi
direttrici
efficacia: • tener conto nella scelta degli strumenti valutativi (ed
anche degli interventi) delle ricerche sulla loro validità
• adeguarsi alle linee guida e buone pratiche o sapere giustificare scientificamente l’utilizzo di strumenti diversi
• disporre di strumenti validi per la prognosi
concettualizzazione
evitare errori di interpretazione nei quali una relazione di associazione viene interpretata come relazione di causa-effetto
“Il letto è il posto più pericoloso del mondo, perché vi muore più dell’80% della gente”
(M. Twain)
buone pratiche esempio di raccomandazione
• Nella valutazione sulla genitorialità i modelli, i costrutti, le caratteristiche psicologiche e le attitudini devono essere declinati e verificati nella concretezza delle singole situazioni.!
• La valutazione deve riguardare sempre e solo la funzione, in un dato momento, per quel particolare figlio, proprio o adottato/da adottare, all’interno del quadro delle funzioni generali.
la valutazione - 1 Complessiva: no singolo test o singolo colloquio, ma informazioni approfondite ed inoltre validate da più fonti, quindi:
• Colloquio con genitori in coppia e/o separatamente
• Colloquio con genitori e figli e osservazione dell’interazione genitori figli in situazioni anche disgiunte
• Colloquio con figure significative (parenti, insegnanti, etc.)
• Test psicologici in relazione alla situazione da valutare, se possibile
• Esame della documentazione fornita dai genitori, dall’Autorità Giudiziaria e colloquio o esame della documentazione prodotta sulla situazione da altri professionisti anche in passato
la valutazione - 2 Bilanciare necessità di informazioni ampie e validate con esigenze di non sottoporre a stress inutili bambini e famiglie Considerare i punti di forza del sistema familiare (nonostante la scarsa letteratura su questo) Se la valutazione riguarda genitori con problemi specifici (es. ritardo mentale, problemi psichiatrici, etc.) prestare attenzione a: • Capacità di cercare aiuto e sostegno • Presenza di rete di supporto parenti • Impatto e conseguenze del disturbo del genitore sul minore • Sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo del minore • Capacità del genitore di riconoscere i bisogni del figlio • Capacità del genitore di rispondere agli stress e di controllo degli impulsi • Compliance del genitore al trattamento psichiatrico/altro in atto
criticità nella stesura delle relazioni
Diversi autori (Conley, 2003; Budd Poindexter, Felix, Naik-Polan, 2001) hanno evidenziato come le relazioni sono spesso redatte in modo frammentario: • Eccessiva enfasi su valutazioni psicometriche o comunque standardizzate su specifici aspetti (cognitivo, personalità, psicopatologia) mentre sono carenti di una visione complessiva della situazione tale da poter fornire una cornice contestuale/relazionale significativa dei test utilizzati
• Scarso valore alle osservazioni degli operatori in contatto quotidiano con il minore rispetto alla valutazione svolta in ambulatorio
• Condotte in una sola seduta oppure senza visita al domicilio del minore
• Carenza delle fonti di informazione
• Utilizzo di termini troppo generici o troppo specialistici
• Mancanza della descrizione della qualità del “prendersi cura”
la relazione sulla valutazione della genitorialità
★ Non può essere relativa ad un solo incontro o non includere il resoconto di una visita domiciliare
★ Fornire cronologia della valutazione con strumenti utilizzati e date
★ Dare conto della raccolta di informazioni da molteplici fonti (non solo dai genitori)
★ Inquadrare i risultati dei test in una cornice complessiva e significativa
la relazione sulla valutazione della genitorialità
• Utilizzare termini specifici ma comprensibili anche ai non addetti ai lavori (spiegazione del significato dei termini) Tener conto delle eventuali precedenti relazioni
• Spiegare categorie diagnostiche cosa significhino, quali siano gli elementi base per la diagnosi e:
✤ Se diagnosi relativa a genitori, come questo problema possa condizionare la genitorialità
✤ Se diagnosi relativa al minore, come questa possa essere stata influenzata dal contesto familiare
la relazione sulla valutazione della genitorialità
✦ Contenere esame dettagliato delle relazioni tra genitori e figli e dei comportamenti del “prendersi cura”
✦ Spiegare le inferenze logiche che legano i dati/fatti/risultati con l’interpretazione
✦ Indicare i limiti degli strumenti utilizzati e le eventuali possibili spiegazioni alternative