BIODIVERSITÀ NELL’AGROECOSISTEMA VIGNETO: BOSCHI E … · agroecosistema vigneto. s. arÀ...

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BIODIVERSITÀ

NELL’AGROECOSISTEMA

VIGNETO: BOSCHI E AREE

NON ANTROPIZZATE,

PROBLEMA O POTENZIALE

RISORSA?

POSSIBILE ADATTAMENTO DI

PARASSITOIDI

INDIGENI A CICALINE

ESOTICHE DANNOSE ALLA

VITE

Dott. Federico Marco

Bocca

Prof. Alberto

Alma

Introduzione

Scaphoideus titanus Orientus ishidae Metcalfa pruinosa

Alcuni dei più dannosi fitofagi della vite in Italia e in Europa sono di origineesotica e sono stati introdotti nel nostro paese in periodi temporali differenti

Hemiptera: Auchenorryncha

Cicaline esotiche

E’ il principale vettoredei fitoplasmi del Gruppo 16SrV

Scaphoideus titanus

E’ una specie strettamenteampelofaga

Flavescenza dorata

E’ stato dimostrato avere un ruolo nella trasmissionedella FD

Orientus ishidae

E’ una specie polifaga (in prevalenza su: Corylus sp., Salix sp., Carpinus sp.)

Flavescenza dorata

In seguito a forti infestazionicausa un danno indirettodovuto alla produzione di melata

Metcalfa pruinosa

E’ una specie estremamente polifaga

Cicaline esotiche

Scaphoideus titanus

Metcalfa pruinosa

Scaphoideus titanus

1963

Metcalfa pruinosa

1979

Orientus ishidae

Orientus ishidae

1998

Incolti con vite inselvatichita: zone di rifugio e diffusione di cicaline dannose alla vite

Le maggiori densità di popolazione delle cicaline dannose alla vite si riscontranonelle aree non coltivate con vite selvatica all’interno dell’agroecosistema vigneto

Flavescence dorée

Agroecosistema vigneto: aree non coltivate

Agroecosistema vigneto: aree non coltivate

Incolti con vite inselvatichita: zone di rifugio e diffusione di cicaline dannose alla vite

Le maggiori densità di popolazione delle cicaline dannose alla vite si riscontranonelle aree non coltivate con vite selvatica all’interno dell’agroecosistema vigneto

Flavescence dorée

Agroecosistema vigneto: aree non coltivate

Scaphoideus titanus

Vite inselvatichita

Agroecosistema vigneto: aree non coltivate

Orientus ishidae

Corylus avellane Salix spp.

Rubus spp.

Cornus sp.

Ulmus spp.

Vitis spp.

Urtica dioica

Agroecosistema vigneto: aree non coltivate

Metcalfa pruinosa

• Questi habitat rappresentano una fonte di flussi di reinfestazione dei vigneti

• Tale fenomeno è particolarmente critico nel finire della stagione quando i vigneti sono scoperti dai trattamenti insetticidi

Aree non coltivate ai margini dei vigneti

Flussi di reinfestazione

x Ampia diffusione sul territorio della vite inselvatichita. Vige l’obbligo di estirpo che, tuttavia, spesso non viene rispettato

x Divieto di trattamenti fitosanitari al di fuori delle aree coltivate

x Quando si esegue l’estirpo della vite inselvatichita è necessario evitare l’eliminazione completa della copertura forestale e il taglio delle specie forestali autoctone

In tali ambienti non vi sono i mezzi per contrastare efficacemente i flussi migratori dellecicaline verso i vigneti

Problematiche

Aree non antropizzate e aree a bosco nell’agroecosistema vigneto: problema o potenziale risorsa?

• L’assenza di efficaci strategie di controllo delle cicaline in tali ambienti, pone l’attenzione sulla necessità di considerare queste aree come una possible risorsapiuttosto che un mero problema

• Infatti, essi rappresentano un habitat ideale per specie di predatori/parassitoidi autoctoni in grado di limitare iflussi migratori delle cicaline da tali aree

Aree a compensazione ecologica

Sorgente di entomofagi indigeni

Lotta biologica conservativa

Tali ambienti sono parte integrante dell’agroecosistema vigneto:potenziale risorsa nel controllodelle cicaline

Benefici

Aree non antropizzate e aree a bosco nell’agroecosistema vigneto: problema o potenziale risorsa?

Asti Monferrato

Canavese

Roero

La ricerca è stata svolta in diversi siti nelle province di Torino, Asti e Cuneo

Piemonte

Materiali e metodi

Areale d’indagine

Parassitoidi Koinobionti

Lo scopo di questa ricerca è studiare i biotopi e le biocenosi presenti nell’agroecosistemavigneto, con particolare attenzione all’adattamento di entomofagi paleartici a queste trespecie esotiche

Obiettivo

Predatori/Parassitoidi indigeni

Da porzioni di tralci di vite è stato delicatamente rimosso il ritidomaper individuare le uova delle cicaline

Parassitoidi Idiobionti

Materiali e metodi

Uova parassitizzate

Materiali e metodi

Parassitoidi Idiobionti

♀ ♀

Numerosi esemplari di oofagi sonoemersi dagli allevamenti

.

Campioni di giovani e adulti delle tre specie sono stati raccolti mediante retinoentomologico, trappole Malaise e trappole cromotattiche giallle

Materiali e metodi

Attività di campo

Le indagini di campo hanno evidenziato la presenza di numerose cicaline parassitizzate da drinidi

Parassitoidi Koinobionti: Dryinidae (Hymenoptera)

I drinidi sono endo-ectoparassitoidi: la larva sisviluppa inizialmente all’interno dell’ospite, poi estrude in un caratteristico sacco larvale costituitodalle esuvie degli stadi preimmaginali del drinide. Terminato lo sviluppo, la larva rompe il saccolarvale e si impupa al suolo o sulla vegetazionedella pianta ospite della cicalina

QUESTI STUDI PRELIMINARI HANNO EVIDENZIATO

UN’INTERESSANTE BIODIVERSITÀ NELL'AGROECOSISTEMA

VIGNETO. SARÀ NECESSARIO APPROFONDIRE L'ECOLOGIA

E LA BIOLOGIA DI QUESTI PARASSITOIDI, STUDIANDO

L'INFLUENZA DEL MICROCLIMA E DELLA STRUTTURA

VEGETAZIONALE SUL LORO COMPORTAMENTO

CONCLUSIONI

4

3

2

1NON SOSTITUISCONO IN ALCUN MODO

LE MISURE PER LA LOTTA OBBLIGATORIA

CONTRO LA FD

POSSIBILE INTEGRAZIONE

AI TRADIZIONALI METODI

DI LOTTA

POTENZIALE LOTTA BIOLOGICA CONSERVATIVA

OBIETTIVO: RIDUZIONE FLUSSI DI REINFESTAZIONE

L’ATTENZIONE!

GRAZIE

PER