42] IL MATTINO/CRONACA NAPOLI/16 02/02/17 ......sura delle trilogia, Cronache di un paese con...

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  • Time: 01/02/17 22:42 IL_MATTINO - NAZIONALE - 42 - 02/02/17 ----

    42 NapoliCultura.Società Giovedì 2 febbraio 2017IlMattino

    SantaDiSalvo

    Meglio la Big Ap-ple o la Mela An-nurca? Sembraun gioco, inveceèunaseria teoriascientifica che

    smontailuoghicomunisullanostracit-tà e ricolloca la «neapolitan way of life»alprimopostonelmondopercreativitàe innovazione. Ad affrontare, rischian-do il paradosso, i paradigmi di rappre-sentazione di Napoli è Stefano De Fal-co, ingegnere, docente di Geografiadell’Innovazione Urbana alla FedericoIIedirettoredel Ceritt,uncentro chesioccupaappunto diquesti temi. Napoliè argomento ingombrante, si sa. Daqualsiasipartelosiaffronti,bisognafa-re i conti con la notorietà globale deisuoi elementi costitutivi nel bene (po-co) e nel male (molto). Sostenere cheneivicolideiQuartieriSpagnolisisianosviluppatecomunitàbasatesullasolida-rietà reciproca tipiche delle «socialstreet» invocate dai sociologi contem-poranei,puòsembrareunazzardo.De

    Falco invece, chestudia proprio lenuoveteorieurbani-stiche,trovanorma-leparagonareilmo-dello napoletano alplessodiGoogle,ca-ratterizzatodagliac-cessididiversiedifi-ci in uno stesso luo-go comune ricreati-vo, simili entrambialla teoria cineticadeigaschesiurtanoper aumentarel’energia interna to-tale. Noi, che criti-chiamo sempre il

    nostro modello di vita, abbiamo sba-gliatotutto?Vuoivederechepizzaear-te di arrangiarsi, caffè e Vesuvio sonoicone più attuali e contemporanee deigrattacielidiDubaiedei Paesismart intesta alle classifiche del Forum Econo-mico Mondiale come Svizzera, IsraeleeFinlandia?

    Addio Silicon Valley, benvenuta Ve-suvius Valley (Cultura Nova, pagine222, euro 11,50). Ovvero, come dice ilsottotitolo,«PerchéNapolièlacittàpiùinnovativa dal mondo». Il paradigmascientifico di De Falco molto deve aglistudi dell’americano Richard Florida eal suo citatissimo studio intitolato TheRiseoftheCreativeClass,chehainaugu-rato una stagione di riflessioni critichesulle «città creative» e sulla crescentecentralità del tema nella politica urba-nadituttoilmondo.Checos’èlaclassecreativa? Quella categoria di personechedallorolavoropercepisconounsa-larioogeneranounprofitto:dagliscien-

    ziatiaidesigner,dagliinformaticiagliar-tisti.Tuttiquellichestimolanolacresci-tadiunterritorioattraversoletreT:Ta-lento,TecnologiaeTolleranza.Unodeicardini di questa teoria, non ammessadatuttiglistudiosi,èilcorollariosecon-docuileimpreseseguirannosempreil«creativepeople»perché ilclimache sicreainquestiluoghièliberale,bohèm-ienecosmopolita.

    Nella«VesuviusValley»tuttoquestoc’è.EDeFalcoprendeinesameunase-riedirealtàterritorialieimprenditorialicheconsegnanoaNapolimoltirequisi-ti,alcunisolopotenziali,perpartecipa-realgiocomondiale.Nellibro,l’autoreanalizza in dettaglio le gran-ditrasformazionichestannoavvenendosianellaparteestchenellaparteovestdellacit-tà, con ingenti investimentiprevisti nel Patto per il Sud.Persino il fenomeno pizza,giàanalizzatoinchiaveforte-mentenegativadaDomeni-coDeMasinelsuoultimoli-bro,entranelquadrogenera-le con il «robot pizzaiolo»ideatodaBrunoSiciliano,di-rettoredel PrismaLab, il no-

    stro laboratorio di robotica famoso nelmondo.Puntifortidel’analisidiDeFal-cosonoiDistrettiIndustriali.Nonostan-te la flessione delle attività produttivenelSud,DeFalcosottolinealepotenzia-lità di alcuni poli di eccellenza comel’Enea,ilcentrodiricerchediPorticiog-gi specializzato nelle applicazioni deifilmsottiliedeimaterialinanostruttura-tiingenere.EpoiilDistrettoAerospazia-leconlapresenzasulterritoriodigran-diaziendeleaderedicentridieccellen-za come il Cira, l’Imast, il Mars, l’Imm.E ancora il Distretto Tessile con forticonnotazionidiinnovazionetecno-ar-tigianale con le due filiere, del calzatu-

    rieroedell’abbigliamento.EpoiilDistrettoAgroalimenta-re, con 28 prodotti Doc, Do-cgeDop,epiùdi300prodot-ti tradizionali. E il DistrettoOrafonell’areavesuviana.

    Tutte potenzialità «ener-getiche»cheDeFalcoriversanel gran calderone vesuvia-no, stimolando l’apertura diundibattitononbanalesullepotenzialitàassaisottostima-tedelterritoriopartenopeo.

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    UgoCundari

    C apita aigrandiscrittori,ma-gari anche solo in una delleloro opere, di ricostruire cit-tàpiùimmaginariechereali,mano-nostanteciòdalsuonofamiliareperi loro abitanti. E così la Napoli di LaCapriaolaParigidiDumasolaLon-dra di Dickens diventano luoghidell’anima,primaancorachepunti-nibenprecisisopraunamappageo-grafica. È capitato anche a un librodelgiornalista Piero Antonio Toma,Tuglie, storie di un paese, almeno adettadelsuoprimoedentusiastacri-tico, Domenico Rea, che recensen-dolonel1979usòquesteparole,fino-rainedite:«Ilpaesediventauname-tafora, una invenzione, uno stru-mento di conoscenza, una verificadelpassatocomefenomenoattivoeproduttivo di un legame divenutostorico, non sentimentalistico. In-somma,Toma nelricostruirecon lamemoriaipunticaldiepoeticidiTu-glie, crea – ed è questo il risultato diunveroscrittore–nonpiùTuglie,unpaesedelSud,maunpaesedell’ani-ma,suo,personale,partediunapoe-tica,diunafede,diunascelta».

    DopoTuglie,storiediunpaese,To-ma scrissenel 1992 Ilpassodella ca-landra(ESI)einquestigiorni,achiu-sura delle trilogia, Cronache di unpaese con abitanti (Compagnia deiTrovatori,pagg.192,euro15).Ilcer-chiosièchiuso,dunque,dopopiùditrentaanni,ecosìdinuovoaTuglie,piccolo paesino di poco più di cin-quemilaabitantiinprovinciadiLec-ce,sonoambientatelastorie,costrui-te con tanti personaggi diversi,dall’emigrante di ritorno al vecchio

    saggio,dalmari-naiochenelcor-so della sua vitapercorre quasiquindicimilachilometrialsin-dacochesimet-te alla testa diunacrociataperdonare il san-gue(econvince-re le donne delPaese, negli an-ni Cinquanta, anonprovarever-gognanellosco-prire il braccioper la siringa),dall’uomo condue anime alcantastorie, no-vello Omero,checonleparo-le non solo nar-

    rama,frasesufrase,mettesul’identi-tà degli abitanti. Senza contare an-che le storie di altri emigranti, le cuivite spesso drammatiche sono rac-contateconmoltadelicatezzadaTo-ma,quasicomesenutrisseunasor-ta di timore reverenziale per queisuoiconcittadiniche,costretti,han-no rinunciato a sentirsi vivi nel loropaese.

    La vicenda più dura è quella deltredicenne Gioele, che arrivato inSvizzeraconigenitoripertrovareunparadiso economico e senza stenti,finiràinvecepertrovareunparadisoartificiale a base di droghe, dall’ha-shish all’eroina. In fondo Toma, inquestosuolibrochevuolericordareecelebrarelesueradici,èuntugliesecometuttiglialtri,ossiaunochenonhamaiabbandonatolasuaterra,or-gogliosodiappartenereaunacomu-nità dall’identità, fino ad oggi, maimessaindiscussione.Unaidentità–ci suggerisce Toma tra quelle stesserighe che subito colse lo stesso Reanell’altro volume – basata su queipuntifortidelMeridione.Accoglien-za,assimilazione,aperturamentale,esaltazionedelledifferenze.Esepu-re Toma non è stato un contadino,forsetralefigurechericordaconpiùdeferenzacisonoproprioloro,ilavo-ratori della terra, quelli che sgobba-nosullezolleincambiodellagratifi-cazionediunaradicebensalda.Cro-nachediunpaeseconabitantisipre-sentaalClubino,viaLucaGiordanonellaseratadidomani3febbraio.

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    “Il saggioIn «Borbonicipatriotie criminali»l’autore narral’Ottocentopre unitario

    La ricerca

    Vesuvius Valley, il nuovo polo creativoInnovazione e smart people: De Falco paragona il modello napoletano alla piattaforma Google

    TerritorioDal robotpizzaioloal Distrettoaerospazialenuove realtàche guardanoal futuro

    Testimonianze

    Tomae le viteminuscoledi Tuglie

    GigiDiFiore

    E nzo Ciconte,docentediStoriadella criminalità organizzataall’Università Roma Tre, tra iprimi a scrivere di ‘ndrangheta, per-corre un campo arato da diversi stu-diosi e mette a fuoco l’influenza dellemafienelperiododelRisorgimento.Ilrisultatoèunagilemanuale(Borboni-ci, patrioti e criminali - L’altra storiadel Risorgimento, Salerno editrice, p.164, euro 12), suddiviso in tre capitoliperaltrettantiperiodi-eventicompre-sitrail1848elafinedell’800.Nonèuntesto di storia della mafia, né di storiadel Risorgimento, ma una riflessioneapprofonditasulruolodellacriminali-tàorganizzatainqueglianni.

    Allafine,il libroèancheunadetta-gliataanalisicriticasullarepressioneelecommistioniStato-mafianeglianniimmediatamente post-unitari. Limi-tati agli accenni sul capo della poliziaborbonica in Sicilia, Salvatore Mani-scalco, o a riferimenti sui gendarmidelleDueSicilie(soprannominati«fe-roci» a Napoli e «sorci» a Palermo), lepartisulperiodopre-unitario.L’affre-sco più efficace resta sicuramentequello del capitolo sugli anni di fine

    ‘800,dettagliato,riccodiepisodiepar-ticolarisullaSiciliaesullamafia isola-na. Vi emerge la descrizione, in queltrentennio,delfrequentericorsodelleistituzioniliberaliallacriminalitàorga-nizzata per risolvere lotte politiche,dietrounaapparente,ancheseviolen-ta,attivitàdirepressionedifacciata.

    Èl’usodellaviolenza,comehaevi-denziatonelsuopiùrecentesaggioan-cheIsaiaSales,il«valore»adisposizio-nedelleorganizzazionicriminali.Vio-lenzache,inunoStatodemocraticoe

    liberale, dovrebbe essere di esclusivoappannaggiodelleistituzioniperassi-curare la pacifica convivenza, ma inmomenti cruciali della storia italianaèstatapiùvoltedelegatadaesponentiistituzionaliadorganizzazionidipote-re criminale. Bene evidenzia Cicontecome nelle rivoluzioni siciliane, nel1848comenel1860onel1866,lozam-pinodeimafiosiedeiviolentidallafe-dinapenalenonlimpidasiastatononcasuale.Nellibro,dovesidedicano15pagine all’avanzata garibaldina, si ri-cordanoipicciottipronti amettersialfiancodellecamicierosse.Picciottide-scritti anche da autori garibaldini co-me Abba, Bandi, Mario. Per la loroavanzata,igaribaldinisiavvalseroan-che di quelle braccia armate, al soldodeilatifondistisiciliani,quellidigatto-pardescamemoria.

    LamafiainSicilianacqueinuncon-testo rurale a difesa dei latifondi, conl’avallodeipotentibaroni-proprietariterrieri.Lohadescrittobenelostoricoinglese John Davis e spiega Ciconte:«C’èunusospregiudicatodellaviolen-zanellelottesocialiediclasse;edèabi-tudine che entra nelle competizionipolitiche e di potere». Così, l’ultimo epiù corposo capitolo del saggio («Al

    tempo dei Savoia») resta il più incisi-vo, nel descrivere come nei primi 30anni post-unitari la mafia siciliana sisiaconsolidataapoterediriferimentoanche per le classi dirigenti nazionalieperifunzionarisettentrionalispeditisull’isola.LaSiciliarestailfulcrodiat-tenzionedellibro,checontienerapidiaccenni a Napoli e alla Calabria. Maappareevidentecomeleorganizzazio-nicriminalipreesistentiall’Unitàd’Ita-lia siano diventate potere sociale edeconomico subito dopo le annessio-ni, condizionando politica ed elezio-ni.Illibrodiventacosìunattodiaccu-sa ai governi della destra liberale co-medellasinistradeltrasformismochenonsepperoandareoltrelarepressio-ne cieca. Scrive Ciconte, sintetizzan-dolaquestione:«L’originedellemafieè da collocare nella storia del Mezzo-giorno,maillorosviluppoèstatoresopossibile non solo dalle responsabili-tàdelleélitemeridionali,maanchedauomini del Nord che guardavano alMezzogiornocomeunluogocrimina-lechedovesseessereaffrontatointer-mini repressivi perché abitato da uo-minichenoneranoitaliani,maafrica-ni,inunaterranonancorapassatadal-labarbarieallaciviltà».

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    Il libroAnalizza teorieurbanisticheicone globalie «social street»

    Tecnologia Il robot pizzaiolo ideato da Bruno Siciliano di Prisma Lab e presentato a Futuro Remoto

    MemoirCon «Cronachedi un paesesenza abitanti»l’autore celebrale sue radici eil Sud. L’ineditodi Mimì Rea

    La storia secondo Ciconte

    L’altro Risorgimento: quando la mafia era al soldo dei latifondisti

    «QuartoStato» Il dipinto più famoso di Giuseppe Pelizza da Volpedo

    Ilpiaceredellascritturae ilpiaceredell’amoresifondono,simescolano,sicombattonoperdarevitaal libro«Qualcunosièamato»diGabriellaMariaScamardella(Guidaeditori). Illibrosipresentaoggialle18all’HotelChiaja inviaChiaia:con l’autrice,RobertaDePasquale,GennaroMaresca.CoordinaClaudioFinelli.

    Unromanzo brevechescandisce letappediunamore,dalprimo incontroallaseparazionefinale,mantenendolatensionepoeticadeisentimentichemutano.

    Chiaja HotelScamardellae l’amoreche non c’è più

    Festadellalegalitàperl’aperturadellamostra«VanGogh.Icapolavoriritrovati».Lunedì6febbraioalle12nelsalonedaballodiCapodimontecerimoniadiriconsegnaall’Olandadeiduedipintidelmaestrofiammingo«LaSpiaggiadiScheveningen»ela«ChiesadiNuenen»rubati,acquistatidalredeinarcoseritrovativerrannoriconsegnatialleautoritàolandesi:conildirettorediCapodimonteBellenger,ildirettoredelmuseoVanGoghdiAmsterdamRüger,ilgovernatoreDeLuca,ilsottosegretarioaibeniculturaliCesaro,l’ambasciatoreolandeseWijnands,ildirettoregeneraledelministerodellaCulturaolandeseBersee,ilprocuratoregeneralediNapoliRiello,ilprocuratoreCapoColangelo,igeneralidellaGuardiadiFinanzaToschieD’Alfonso,ilcapodellaprocuraolandeseBolharr.

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    Museo di Capodimonte

    Autorità olandesia Napoli per Van Gogh