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Voltana On Line 6
2012
Giovedì 15 marzo - Circolo Parrocchiale di Chiesanuova
Ore 19,00 - Serata conviviale con polenta e capriolo.
Sabato 17 marzo - Centro Sociale “Ca’ Vecchia”
Ore 18,00 - Inaugurazione mostra
del pittore Giancarlo Argelli
Ore 19,30 - A cena col Passatore
Ore 21,00 - Proiezione docu-film “Al passo del Boncellino”
di Maurizio Callegati e trebbo sul Passatore.
Domenica 18 marzo - Scuderie Villa Ortolani
Ore 10,00 - Presentazione “Almanacco di Voltana 2011-
Ed. n.26” a cura della Consulta di Voltana.
Ore 11,00 - Inaugurazione del “Museo di arte contadina
della villa padronale Ortolani di Voltana”, di proprietà
della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di
Lugo.
Domenica 18 marzo - Circolo Parrocchiale di Chiesanuova
Ore 12,30 - Pranzo di beneficenza.
Lunedì 19 marzo - Teatro “Casa del Bambino”
Ore 20,45 - Commedia dialettale “E gêval in sacresteja”
presentata dalla compagnia GAD di Lugo
a cura della Consulta di Voltana.
Venerdì 23 marzo - Centro Sociale “Ca’ Vecchia”
Ore 19,30 - Cena con film, a cura dello Spi.
Sabato 24 marzo (dalle ore 14,00) e
Domenica 25 marzo (dalle ore 9,00 alle 22,00)
10° edizione Motosalsicciata in Piazza dell‟Unità
a cura della Nuova Associazione Voltanese.
Sabato 31 marzo - Palazzetto dello Sport
Ore 14,00 - “Trofeo Agnese e Angelica Martini”
gara principianti, fase provinciale, di ginnastica artistica.
SETTIMANA VOLTANESE - 2012
“Perché così tanto spazio alla TAV o all’acquisto di 131
cacciabombardieri F 35 ? Non si può dire che siano una
questione o un problema locale !?”
Questa obiezione è sbagliata. Sicuramente una pic-
cola realtà locale non risulterà determinante nelle
scelte nazionali e neppure potrà opporsi a possibili diktat sovranazionali; tuttavia questo non ci esime dal
poter (e dover) fare qualche considerazioni.
È ancora molto diffusa la convinzione che, in molte
vicende, esiste un terzo, un estraneo che si chiama
Stato. È fuori di dubbio che lo Stato esiste come entità.
Tuttavia - con qualche semplificazione - lo Stato si con-cretizza nell‟insieme delle persone e nei beni che sono
in un determinato territorio. Esiste, dunque, una ric-
chezza derivante dalla somma dei patrimoni privati e
collettivi. Questo rende possibile il ricorso al credito.
La logica che governa le scelte tra due parti è la mede-
sima che orienta i comportamenti tra gli Stati. Il signor
Rossi ha buone capacità di reddito e una posizione ma-
trimonialmente solida? Otterrà facilmente credito e
non dovrà pagare tassi esorbitanti. Lo Stato Greco non
rassicura i mercati? Incontrerà difficoltà nell‟ottenere
nuovi crediti e, comunque, pagherà alti tassi di inte-resse, per vincere diffidenza ed i timori di insolvenza.
Esiste un rapporto complesso tra democrazia e con-
senso. Molti politici, per ottenere consensi, fanno scel-
te demagogiche, deliberano spese eccessive, spreca-
no risorse in investimenti inutili. Più la democrazia è
delegata ad “esperti”, a “professionisti”, a “tecnici” e
maggiori sono i rischi che essa corre.
Ieri, ad esempio, nella Sanità erano frequenti di abu-
si e gli sprechi. Oggi la rotta è stata invertita.
Tuttavia permangono alcuni inspiegabili privilegi.
Si parla poco delle spese militari. La sicurezza è un cardine, una tra le prime e principali ragion d‟essere
di ogni Stato. L‟Italia deve avere un suo esercito, una
sua forza di dissuasione. Ma, oggi, l‟Italia da chi deve
difendersi? Perché deve acquistare 131 ( Segue a pag. 2 ) Luna Park dal 9 al 20 marzo in piazza dell’Unità
Debito Pubblico italiano : 1.930.567.000.000,00
e pro-capite 31.545,21
( Deb. Pubbl. diviso 61,2 mil di Italiani )
Debito Pubblico italiano : 1.948.567.000,000,00
dopo TAV
e pro-capite 31.839,33
Debito Pubblico italiano : 1.963.567.000.000,00
dopo TAV ed acquisto di 131 caccia F 35
e pro-capite 32.084,43
Quindi, se la famiglia è di quattro componenti si troverà a dover convi-
vere con un aumento del debito pubblico di 2 mila euro !
Da notare che - nel frattempo - le entrate di quella famiglia (per sti-
pendi, pensioni, ecc.) saranno rimaste immutate, anzi è possibile che
abbiano subito un calo del potere d’acquisto conseguente l’inflazione.
È possibile “trovare la quadra”?
Sì, e in vari modi. Infatti è sufficiente: o spostare ulteriormente l‟età
per il collocamento a riposo (quindi: i lavoratori pagheranno i contribu-
ti, ma per qualche tempo, non percepire la pensione), o alzare le impo-ste e le tasse, o continuare a togliere risorse economiche ai servizi
pubblici (es. sanità, assistenza, istruzione, …).
Il Debito Pubblico non è un evento casuale e ineluttabile. E comunque, alla fine, paghi tu !
Perché così tanto spazio alla TAV ?
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fici, mi pare - oggi - inopportuno.
Quei fondi possono essere meglio
impiegati, nel brevissimo termine,
in progetti mirati e a livello locale.
A titolo di esempio (e senza en-
trare nel merito delle cifre) cablare
tutta l‟Italia con la fibra ottica, di-
stribuirebbe i benefici e rilance-
rebbe l‟economia in modo omoge-
neo su tutto il Paese. Infine, da pro-
fano, osservo che all‟Italia giove-
rebbe molto di più una pluralità di collegamenti (terrestri e marittimi)
secondo la direttrice Nord-Sud.
Con poco fair-play mi preme mag-
giormente che la frutta e gli ortaggi
del Mezzogiorno Italiano impiegas-
sero meno tempo a giungere a Ber-
lino, rispetto al tempo necessario
perché i pomodori e le arance rac-
colte a Barcellona giungessero a
Budapest, via Lione Torino!
Ripeto: trovo giusto dare spazio a
questo argomento e che su di esso
ci si confronti. Perchè, ancora una
volta: la democrazia vive di dialogo
responsabile e di scelte competen-
ti.
“Ma il tempo è denaro … E io che
cosa ci guadagno dal trastullarmi in
dotte dissertazioni sugli F35 o sulla
TAV ? ”
Risparmi circa cinquecento euro! Sì, non è uno scherzo! Altrove - sen-
za scomodare la matematica, ma
usando la semplice aritmetica delle
elementari - ho indicato i conteggi
ed ho riportato i risultati. Ho usato
fonti insospettabili, essendo “i nu-
meri” forniti dai pro acquisto di 131
cacciabombardieri F35 e dai pro
TAV. Poi una banale divisione per il numero degli Italiani. È la media del
pollo di Trilussa, ma rende molto
bene la situazione.
Non è un giudizio senza appello.
Semplicemente un portare la di-
scussione a livelli comprensibili e
un invito a riflettere attentamente se queste siano le scelte migliori che
possono essere fatte in un momento
critico come quello attuale.
Mario Paganini
della personalità
(centotrentuno) cac-
ciabombardieri? Gli Stati confinanti,
con i quali l‟Italia ha - in passato -
combattuto, fanno, ora, parte del
medesimo sistema economico.
L‟accesso alle materie prime e la possibilità di operare su tutti i mer-
cati sono garantiti. Non sono un e-
sperto di cose militari, ma il numero
“131” mi sembra particolarmente
elevato per essere una forza deter-
rente, di pura dissuasione. In un mo-
mento di grave crisi in cui tutti deb-
bono fare grandi sacrifici, questo
genere di spese mi pare uno spreco
eccessivo. Trovo, quindi, giusto, che sia dato spazio a questo argomento
e che su di esso ci si confronti. La
democrazia vive di dialogo respon-
sabile e di scelte competenti.
Similmente la TAV. Non compren-
do il tempo perso per vent’anni. Evidentemente fin dall‟inizio dove-vano esserci perplessità e dubbi
circa la bontà dell‟opera, altrimenti
si sarebbe proceduto con passo ben
più spedito e senza tante esitazioni o
tentennamenti.
Fare un investimento, che porti -
tra dieci anni - dei (possibili) bene-
( Segue da pag. 1 )
info: [email protected]
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Il Tav Torino-Lione nasce ventu-
no anni fa, quand’era appena cadu-to il Muro di Berlino, al governo
c‟erano Andreotti e Cirino Pomicino
e alle Ferrovie Lorenzo Necci. Poi,
guardacaso, Tangentopoli li ha
spazzati via tutti. Un‟altra era geolo-
gica, quando i politici erano in pre-
da a una supersonica “invidia del
pene” e come modello di sviluppo
inseguivano ancora la Muraglia Ci-
nese e la Piramide di Cheope. Poi
sappiamo che cosa ci han lasciato di
grosso, in eredità: il debito pubbli-
co . Il primo studio di fattibilità com-
missionato dalla Regione Piemonte
21 anni fa stimava che i passeggeri
fra Italia e Francia sarebbero au-
mentati da un milione e mezzo a 7
milioni e 700.000 in dieci anni. Inve-
ce adesso sono 700.000: un decimo
del previsto. Infatti il vecchio treno
diretto Torino-Lione è stato soppres-
so da un pezzo.
Allora si è detto: siccome la nuova
linea non serve per i passeggeri,
che non ci sono più, servirà per le
merci. E il progetto ha cambiato
nome: da “alta velocità” a “alta
capacità”. Adesso, a parte l’idea folle di fare una nuova ferrovia per
portare le rape e le fave mezz‟ora
prima da Torino a Lione, basta dare
un‟occhiata ai dati del traffico merci
fra l‟Italia e la Francia, che è salito
fino al 2000 e da allora è colato a
picco. L‟ufficio federale dei trasporti
svizzero calcola che nel 2000 viag-
giavano 8 milioni di tonnellate di
merci; oggi ne viaggiano due e
mezzo, anche perché ormai il gros-
so passa dal Gottardo e dal Brenne-
ro. Basta appostarsi lungo la ferro-
viaria Torino-
Modane e osser-
vare: l‟80-90%
dei treni merci
passa completa-
mente deserto.
Anche perché
abbiamo speso
un sacco di soldi
per potenziarla,
la Torino-
Modane, che
ora potrebbe
trasportare 20
milioni di tonnellate e invece ne tra-
sporta due o tre al massimo.
Cioè, nessuno usa la linea esisten-
te: e noi, furbi, ne facciamo una se-
conda. Con un cantiere che durerà
15 anni, scaverà per 57 chilometri
una montagna piena di amianto e
materiale radioattivo – perché noi
siamo molto furbi: come se non fos-
se bastata l‟Eternit, a insegnarci
qualcosa. E dove lo mettiamo il mi-
lione di tonnellate di detriti, per
giunta in parte tossici, che usciran-
no da quel buco? E quanti Tir ci vor-
ranno per portarli via? Con quanta
CO2 e quanto inquinamento? E che
fine farà il turismo, nel frattempo? E
le infiltrazioni della „ndrangheta in
quella regione? Qualcuno ci ha pen-
sato? E chi curerà le 10.000 persone
che si prevede possano ammalarsi
per le polveri e lo smog da cantiere,
visto che è previsto addirittura un
+10% di malattie cardiache e respi-
ratorie? Per questo, non è vero che
il Tav è inutile. Il Tav Torino-Lione è
dannoso per l‟ambiente e le falde
acquifere (chiediamo ai toscani
cos‟è successo con il Tav tra Firenze
e Bologna), è dannoso per la vita e
per la salute degli abitanti della val
Susa, ma soprattutto per le casse
dello Stato.
Dicono che l’Europa dovrebbe
pagare il 30-40% dell‟opera ma non
è vero niente, non c‟è niente di sicu-
ro: finora ha stanziato solo 600 milio-
ni per il tunnel esplorativo, il resto è
tutto da vedersi. E gli accordi con
la Francia prevedono che l’Italia
pagherà il 57% di un’opera che
passa solo per il 30% sul nostro
territorio: siamo sempre più fur-
bi. Alla fine il Tav dovrebbe costare nell‟ipotesi “maxi” 18-20 miliardi,
cioè quanto basterebbe per cabla-
re tutta l‟Italia a 100 megabyte, o –
nella versione “low cost” – 8 miliar-
di: tanti quanti la Gelmini ne ha ta-
gliati alla scuola, alla ricerca e all‟
università negli ultimi tre anni. O-
gni traversina del Tav è un banco di
scuola, una culla di asilo nido, un
posto letto di ospedale e di ospizio,
un insegnante in meno. E questi
sono solo i preventivi, che di solito,
all‟italiana, raddoppiano o triplica-
no. Basta vedere quello che abbia-
mo speso per gli altri Tav già fatti,
quelli utili, come per esempio la
Torino-Milano su cui nessuno si è
opposto: abbiamo speso 73 milioni
di euro a chilometro, mentre la
Francia ne spende 10 e la Spagna
9.
Dicono: ma in Francia stanno sca-
vando. Intanto non è vero: è tutto
fermo anche lì, manca ancora il
progetto definitivo fino a Lione.
Hanno fatto solo tre cunicoli esplo-
rativi e poi hanno tappato tutto, in
attesa di tempi migliori: infatti i
giornali francesi se ne strafottono di
quello che succede dall‟altra parte
della montagna, perché non inte-
ressa nessuno. E comunque in Fran-
cia, quando scavano, scavano solo
nella terra, mentre da noi scavano
soprattutto nelle nostre tasche. E di
solito il differenziale dei costi fra
Italia e Europa, lo spread del ma-
gna-magna, ha un nome soltanto:
tangenti. Basta aspettare. Il sospet-
to che, dietro, ci sia qualcosa di non
detto aumenta quando si sentono
parlare i difensori del Tav.
Prima c’erano i politici che ripete-
vano: «Il Tav si deve fare perché si
deve fare, punto». A “Report”, il
governatore piemontese Roberto
Cota, col suo sguardo penetrante
tipico della triglia lessa, ha risposto
alle cifre dei No-Tav dicendo la se-
guente “supercàzzola”: «La Tav a-
pre il Piemonte e tutto il sistema-
paese all‟Europa : prima di tutto, è
un‟apertura psicologica, di pro-
spettiva». Ecco, più che psicologica
sembrerebbe psichiatrica, visto
che il Piemonte è già
Alta velocità, alta capacità, alta voracità di Marco Travaglio
(Segue a pag. 4 )
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collegato all‟Europa
e alla Francia, dato che il traforo del
Fréjus l‟hanno inaugurato nel 1871 –
all‟insaputa di Cota, naturalmente. E
meno male che la Lega Nord difen-
de la volontà popolare, il radica-
mento nel territorio, il popolo sovra-
no, il “dio Po” che difende i popoli
da scelte imposte da “Roma ladro-
na”. Il popolo della val Susa
dev‟essere figlio di un Po minore,
perché non viene preso in conside-
razione.
Sempre a “Report”, l’ex sottose-
gretario alle infrastrutture del go-
verno Berlusconi, Giachino, disse
un‟altra “supercàzzola” memorabi-
le: «Il Tav consentirà di collegare le
merci da Torino a Lisbona, fino a
Kiev». Una super-mega-
transiberiana, senza spiegare quali
sarebbero queste merci che do-
vrebbero partire dal Portogallo e
arrivare addirittura – marce, natu-
ralmente – in Ucraina. E perché mai
dovrebbero fare una capatina a To-
rino? Forse per visitare la Sindone o
il Museo Egizio? I politici non dico-
no mai niente di esatto, di preciso:
dicono una “supercàzzola” dopo
l‟altra, però sono quasi tutti
d‟accordo: quelli attualmente pre-
senti in Parlamento sono tutti
d‟accordo sul Tav, centrodestra e
centrosinistra. Uno dei più scatenati
è il Pd: il sindaco Fassino ha detto
che i No-Tav sono anti-storici. […].
Chiamparino voleva addirittura e-
spellere dal centrosinistra tutti quel-
li che erano contro la Tav. Poi ha
scoperto la sua vera vocazione: ora
fa il banchiere.
Il Pd piemontese ha minacciato di
togliere la tessera agli iscritti che
manifestano contro il Tav, manco
fossero dei pregiudicati o degli in-
quisiti – anzi, no: se fossero degli
inquisiti la tessera non gliel‟ avreb-
bero tolta: Penati ce l‟ha ancora, è
soltanto sospeso. Bersani l‟ha ripe-
tuto anche stasera: in fondo, il Tav è
solo un treno. Non è solo un treno: è
una linea ferroviaria che scava 57
chilometri nella montagna.
[…] Ha scritto bene Adriano Sofri
ieri su “Repubblica”: «Il partito tra-
sversale pro-Tav è il Partito Preso,
Alta velocità, alta capacità, alta voracità di Marco Travaglio
cioè quello che dice “ormai non si
può più tornare indietro” e non
spiega mai perché. Il Partito
dell‟Ormai. Il Tav è una nuova reli-
gione rivelata, fondata su un miste-
ro sacro, calato dall‟alto, quindi in-
dimostrabile ma indiscutibile: il
dogma dell‟Immacolata Costruzio-
ne».
Infatti, nessuno si confronta mai
con i dati degli economisti de
“LaVoce.info”, del “Sole 24 Ore”
(che è un noto organo dei centri
sociali) o dei 360 professori univer-
sitari e professionisti che si sono
riuniti insieme a Luca Mercalli, Ivan
Cicconi e i professori Marco Ponti e
Sergio Ulgiati e hanno lanciato quel
famoso appello a Monti. Gli hanno
detto: caro Monti, hai avuto corag-
gio nel respingere l‟assalto olimpi-
co di “Roma 2020”, possibile che
non dimostri lo stesso coraggio ri-
pensando un‟opera così superata e
così costosa? Anche quelli sono tec-
nici, anche se non sono al governo:
per essere tecnici non è necessario
essere ministri. Anzi, ci sono tecnici
che non sono ministri, la pensano
diversamente dai ministri tecnici e
magari sono molto più tecnici dei
ministri tecnici.
I 360 esperti citano per esempio
uno studio di due ricercatori del
Politecnico di Milano, Beria e Gri-
maldi, sulla grave sofferenza in cui
versano tutte le linee di alta velocità
in Italia. Poi c‟è uno studio dell‟ uni-
versità di Oxford su 260 grandi in-
frastrutture trasportistiche in ben 20
nazioni. Si dimostra che tutte le pre-
visioni sui costi vengono regolar-
mente sottostimate, e tutte le pre-
visioni sui benefici vengono rego-
larmente sovrastimate. Tant’è che quell‟analisi si intitola: “La peggio-
re infrastruttura è sempre quella
che viene costruita”. Altri ricercato-
ri, svedesi e americani, hanno di-
mostrato che le grandi infrastrutture
ferroviarie non risparmiano energi-
a: la consumano. Quindi, inquinano
molto più dei Tir che si vorrebbero
togliere dalla strada.
Sono tutti professori, mica anarco-
insurrezionalisti: non insultano i po-
liziotti, non tirano pietre, non si ar-
rampicano sui tralicci, non sporca-
no e non urlano; chiedono solo un
tavolo, un tavolino, per discutere
pubblicamente come si fa tra tecni-
ci: cioè con i dati e con le cifre, e
nient‟altro. E‟ quello che chiedeva-
no i No-Tav quando non c‟era om-
bra di violenza, nel movimento. So-
lo che, quando non c‟era la violen-
za, non li ascoltavano perché non
erano violenti. E così qualcuno, sba-
gliando, ha pensato che per farsi
notare e ascoltare bisognasse di-
ventare violenti: e ha molto sbaglia-
to, a fare questo. Ora, i tecnici di
governo parlano come i politici. Il
ministro Passera ha detto: i lavori
devono proseguire, punto e basta.
Perché? Perché sì. Bell‟argomento:
un argomento tecnico. Si è iscritto
anche lui al Partito Preso.
In realtà, “proseguire” i lavori è
un verbo sbagliato, perché i lavori
non esistono: il cantiere è finto, i
lavori dovrebbero semmai
“cominciare”: pochissimi operai,
l‟abbiamo visto, e moltissimi poli-
ziotti. I poliziotti, anche loro, come i
valligiani, sono le vere vittime di
questa politica e di questi tecnici
che non ci mettono mai la faccia:
forse perché non ce l‟hanno più o
forse perché ormai sono al 4% di
fiducia, come diceva Ainis. Nessu-
no nega che tra i manifestanti ci
siano dei violenti, e nessuno nega che anche tra le forze dell‟ordine ci
siano dei violenti, anche se lì è più
difficile individuarli perché sono
nascosti sotto i caschi, ma la gran
parte fa il suo dovere. Come fa il
suo dovere il procuratore Caselli,
minacciato di morte e insultato con
slogan orrendi, paragonato addirit-
tura ai terroristi e ai mafiosi che ha
combattuto per tutta la vita, solo
perché ha fatto arrestare 25 attivisti
accusati di violenze – tra l‟altro,
quasi tutti venuti da fuori della val
di Susa.
Ma non è stato mica Caselli a de-
cidere di militarizzare la valle, lui si
è limitato a perseguire i reati. Gli
ordini li danno i politici, quelli del
4%, quelli che oggi si defilano e
lasciano la patata bollente ai tecni-
ci: forse perché temo- (Segue a pag. 5 )
(Segue da pag. 3 )
Se un uomo non è disposto a lotta-
re per le sue idee, o le sue idee non
valgono niente, o non vale niente
lui.
Ezra Pound
Chi sogna di giorno conosce molte
cose che sfuggono a chi sogna sola-
mente di notte.
Edgar Allan Poe
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no di non essere
credibili, o magari perché temono
che qualcuno gli ricordi che il movi-
mento operaio in Italia è nato pro-
prio con i blocchi stradali e con le
occupazioni delle terre. È credibile
forse un ex banchiere come Passera
che ora fa il ministro e che ha scelto
come vice-ministro delle infrastrut-
ture un altro ex banchiere amico
suo e socio suo in Banca Intesa, che
prima le infrastrutture le finanziava
e ora le dovrebbe controllare e de-
liberare? Sono credibili i ministri,
politici e tecnici, che hanno milita-
rizzato una valle per proteggere un
cantiere che non esisteva? Che ordi-
nano ai poliziotti di accogliere nelle
stazioni in assetto antisommossa i
manifestanti pacifici e di caricarne
qualcuno? O di inseguirli fino in ci-
ma agli alberi?
Ecco, che bisogno c’era di far
inseguire quel ragazzo sopra al
traliccio? Possibile che davvero in
Italia chiunque si arrampichi su un
traliccio venga regolarmente inse-
guito da un rocciatore dei carabi-
nieri oppure è un trattamento ad-
personam che riserva soltanto ai
No-Tav? Lo dico perché un mese fa
a Milano c‟è stata una manifestazio-
ne secessionista della Lega. Alcuni
milanesi hanno accolto i manife-
stanti srotolando la bandiera trico-
lore. La Digos gliel‟ha fatta ritirare
– il tricolore, non quella secessioni-
sta – per non provocare i leghisti.
E‟ il mondo alla rovescia, perché la
bandiera nazionale è legalità e la
secessione è illegalità. Però si può
capire, la scelta della polizia: vole-
va evitare inutili tensioni e inutili
scontri. Siamo sicuri che si stia cer-
cando di evitare inutili tensioni e
inutili scontri in valle di Susa? Per-
ché non si cerca di fare anche lì
quello che si è cercato di fare a Mi-
lano tra i leghisti e i tricolori? So-
prattutto: perché i tecnici non fanno
finalmente i tecnici e non rispondo-
no, su quel tavolino da tecnici, alle
obiezioni dei tecnici No-Tav con
degli argomenti tecnici pro-Tav, se
li hanno? Se non lo fanno non sono
dei tecnici: sono dei cialtroni, e an-
che un po‟ provocatori. E nessuno,
a quel punto, toglierà dalla testa a
molta gente che questa non sia
l’alta velocità, ma l’alta voracità.
(Marco Travaglio, dal video-editoriale della
puntata di “Servizio Pubblico” del 1° marzo
2012, pronunciato nello studio di Michele San-
toro).
dal sito www.libreidee.org
e dal sito www.comedonchisiotte.org
(Segue da pag. 4 )
Il Movimento No TAV, attivo alme-
no fin dai tempi della grande mani-
festazione a Sant‟Ambrogio di Tori-
no del 2 marzo 1995, ha più di una
buona ragione per contestare la re-
alizzazione della grande opera fer-
roviaria che dovrebbe attraversare
la Val di Susa collegando Torino a
Lione, all‟interno di un più esteso colegamento da Lisbona a Kiev.
Troppo lunghi e costosi sarebbero
ad esempio i lavori del cantiere, tali
da sottrarre al Paese risorse prezio-
se che certamente risulterebbero
meglio investite nell‟ ammoderna-
mento delle linee esistenti (a comin-
ciare dalla linea Torino–Lione che
attraversa il Traforo del Frejus e che
ad oggi viene utilizzata non oltre il 30% delle sue capacità: per il tra-
sporto merci, quindi, la TAV si pre-
senterebbe come un costoso ed inu-
tile doppione). Ingenti sarebbero
anche i danni all‟ambiente, con gra-
vi effetti sulle condizioni idrogeolo-
giche della valle come del resto è
già avvenuto con i lavori per l‟alta
velocità nel Mugello, dove interi
paesi sono rimasti senz‟acqua a cau-
sa del disseccamento delle falde.
Non mancherebbero poi preoccu-
pazioni su problemi di salute pub-
blica legati ad una serie di minerali
presenti nelle montagne circostanti
(principalmente amianto ed uranio)
le cui scorie e la cui radioattività, a
causa dei forti venti che caratteriz-
zano la Val di Susa, potrebbero raggiungere persino la periferia di
Torino. Infine una linea come la
TAV favorirebbe, nell’ottica del
mercato comunitario, l’ esporta-
zione di capitale produttivo verso
le aree più povere dell’Unione
Europea e l’importazione di mer-
ci a basso costo dalle medesime,
assecondando così la deindu-
strializzazione e la delocalizza-
zione di imprese del nostro Pae-
se verso l’Europa orientale e, di conseguenza, anche la compressio-
ne dei salari dei nostri lavoratori.
Ma queste ragioni, tutte condivisi-
bili e difficilmente obiettabili, sono
soltanto quelle più note ed ufficiali: ve ne è anche un‟altra, al cui pro-
posito l‟opinione pubblica viene
tenuta accortamente all‟oscuro e di
cui ci occuperemo in questo artico-
lo. La TAV, esattamente come la
ferrovia Berlino–Baghdad dell‟ ini-
zio del secolo scorso (la cui funzio-
ne era quella di favorire la penetra-
zione militare ed economica della
Germania guglielmina nei Balcani e
nel Medio Oriente di cui già all‟ e-
poca s‟era scoperto il potenziale
petrolifero), risponde a ben precise
logiche geopolitiche e geostrategi-
che. Attraversando Portogallo, Spa-gna, Francia, Italia, Slovenia, Un-
gheria ed Ucraina, favorirebbe il
collegamento e la saldatura fra Eu-
ropa occidentale ed orientale, con-
sentendo così la penetrazione della
NATO nello spazio post sovietico.
Non è certo un mistero che Kiev
rappresenti solo il terminale mo-
mentaneo di questa enorme infra-
struttura per la quale già si teorizza-
no ulteriori prolungamenti verso la
Crimea, il Caucaso e la Russia meri-
dionale. Guarda caso proprio le a-
ree su cui l‟azione di destabilizza-
zione e penetrazione militare e
d‟intelligence da parte degli Stati
Uniti, attraverso la leva costituita dall‟Alleanza Atlantica, è andata in-
tensificandosi a partire dall‟ultimo
decennio. Gli Stati Uniti ad oggi
mantengono più di 100.000 uomini
nel Vecchio Continente allo scopo
di assicurarvi il proprio controllo e
soprattutto per poterlo utilizzare
come piattaforma da cui partire alla
conquista degli spa-
TAV, il treno NATO-USA di Filippo Bovo
(Segue a pag. 6 )
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base nucleare collegata al Corrido-
io 5 attraverso un suo collegamento
apposito. Ecco che allora il Corrido-
io 5, la linea su cui andrebbe a cor-
rere la TAV, permetterebbe un ra-
pido movimento e trasporto di trup-pe e materiali militari da Lisbona a
Kiev e viceversa, verso mete ancora
più lontane.
In Italia, solitamente, la mobilita-
zione popolare basta a bloccare o
quantomeno interrompere la realiz-zazione di tutte quelle “Grandi Ope-
re” a torto o ragione giudicate co-
me discutibili, vuoi per ragioni eco-
nomiche o ambientali: è stato così
col Ponte di Messina, col MOSE e
persino col progetto berlusconiano
di ritorno al nucleare. Ma non è sta-
to così con l‟alta velocità, né in Mu-
gello (una linea ad alta velocità che
colleghi il Nord al Sud del Paese,
sempre militarmente parlando, ri-sulta oltremodo strategica ed indi-
spensabile alla NATO, che ottiene
così la possibilità di collegare Vi-
cenza, Aviano, Verona e la Germa-
nia alle basi militari come Livorno e
ai comandi NATO quali Napoli e
Taranto, dotati di “giurisdizione”
per l‟intero Mediterraneo) né in Val
di Susa, e meno che meno per la
costruzione della base di Vicenza “Dal Molin”. In questi casi, infatti,
non sono in gioco i nostri interessi
(l’interesse nazionale, al quale si
può anche rinunciare) ma quelli dei
nostri “padroni”. Padroni che inten-
dono portare a casa determinati
risultati, costi quel che costi: se noi
italiani vogliamo rinunciare al MO-
SE, sono affari nostri; vorrà dire che
per fronteggiare l‟acqua alta a Ve-nezia c‟inventeremo qualcos‟altro.
Ma che non ci venga in mente di
dire di no all‟alta velocità: quella
serve a Washington e Bruxelles, e
di farla saltare proprio non se ne
parla. Come italiani, siamo liberissi-
mi di far affondare Venezia, ma non
i piani d‟espansione coloniale dei
nostri padroni d‟oltre Oceano.
Filippo Bovo
Fonte: www.statopotenza.eu
Link:
http://www.statopotenza.eu/2640/tav-
treno-ad-alta-velocita-atlantica
1.03.2012
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o non coperto da copyright.
zi circostanti, in pri-
mo luogo l‟Africa ed il Medio Orien-
te (per i quali, non a caso, nel 2008 è
stato istituito il comando tattico-
operativo AFRICOM) e gli Stati
dell‟Europa orientale un tempo alle-ati dell‟URSS (Polonia, ex Cecoslo-
vacchia, Ungheria, Romania e Bul-
garia) o addirittura parte di essa
(Lituania, Estonia, Lettonia, Ucraina,
Georgia ed Azerbaigian). È un pro-
cesso d‟allargamento che si basa
sull‟inserimento di questi Stati nel
dispositivo politico e militare della
NATO, con relativa installazione nel
loro territorio di nuove basi militari americane. Per tale ragione il nume-
ro di militari americani in Europa
salirà, mentre parte di loro verranno
sempre più spostati ad Est e a Sud,
verso la nuova frontiera.
Com’è ben noto, una delle princi-
pali ossessioni dei vertici militari e degli strateghi statunitensi è costi-
tuita dalla logistica. Se guardiamo
alla storia militare degli Stati Uniti
d‟America, c‟accorgeremo che mol-
ti loro successi e del pari molti loro
rovesci hanno spesso avuto più di
una ragione in difficoltà nel gestire
la logistica o nelle debolezze intrin-
seche a quest‟ultima: pensiamo, per
esempio, alle guerre di Corea e del Vietnam. In questa loro corsa ad Est
e a Sud, quindi, per gli americani è
vitale dotarsi di una logistica carat-
terizzata dai massimi livelli d‟ effi-
cienza e di velocità: le basi militari
che rappresenteranno i centri della
colonizzazione delle nuove aree eu-
ropee ed extraeuropee, di conse-
guenza, dovranno essere collegate
tra loro da “linee ad alta velocità”.
A livello italiano la TAV colleghe-
rebbe tra loro l‟aeroporto nucleare
di Ghedi, il comando NATO del
Garda e di Verona (altro snodo cru-
ciale non soltanto fra Europa orien-
tale ed occidentale, ma soprattutto
tra Europa continentale e mediterra-nea, ovvero corridoio preferenziale
di collegamento tra il fronte meri-
dionale e la Germania, il paese do-
ve la NATO e le forze americane
sono presenti in modo più massic-
cio), Camp Ederle di Vicenza, pas-
sando oltretutto in prossimità delle
basi di Istriana e di Aviano, super-
TAV, il treno NATO-USA di Filippo Bovo I ladri di carciofi e di scarole
stanno spopolando. Gli orti e i
campi coltivati sono il nuovo ber-
saglio della criminalità delle pance
vuote. Il vecchio detto "Chi non
lavora non mangia" funziona solo se
c'è il lavoro altrimenti va sostituito
con "Chi non lavora muore di fa-
me". Per chi rischia di morire d'i-nedia rubare un cavolo o dei porri
è un atto di legittima difesa. A cau-
sa dei furti,i supermercati sono
oggi più presidiati dalle guardie
giurate delle banche. In Italia nel
2011 sono stati rubati generi ali-
mentari, dal prosciutto alle mozza-
relle, per tre miliardi di euro. Gli
affamati sono obbligati quindi a
spostarsi dal distributore al pro-duttore. Chi ha un orto ha un teso-
ro, dovrà armarsi di schioppo co-
me i contadini di una volta. Gli orti
sono il nuovo business. A quando
la tassa sugli orti?
dal sito www.beppegrillo.it
Chi ha un orto ha un tesoro
Regala un libro alla Biblioteca.
Regala un abbonamento, ad un
giornale o ad un periodico, al Cen-
tro Sociale “Ca’ Vecchia” di Voltana.
Beni strumentali per un punto di in-
contro di persone (e di idee) capaci
di dialogare e di lavorare insieme.
(Segue da pag. 5 )
Pagina 7 www.voltanaonline.it
LIBIA Bengasi - Le tombe dei sol-dati italiani e britannici uccisi du-
rante la Seconda Guerra mondiale,
che si trovano nel cimitero di Ben-
gasi, in Libia, sono state profanate in
un apparente gesto diretto contro i
non-musulmani. Gli atti di vandali-
smo contro le tombe, semidistrutte a
colpi di martello, sono stati immor-
talati in un video postato su Facebo-
ok. "Questa è la tomba di un cristia-
no", grida uno dei vandali.
Il Giudice delle Indagini Prelimi-
nari di Belluno ha disposto la chiusu-
ra del sito web Vajont.info.
Il provvedimento fa seguito alla
denuncia degli onorevoli Maurizio
Paniz e Domenico Scilipoti.
Sono due “onorevoli” molto cono-
sciuti: il primo per la passione con
cui difende - sempre, ovunque e
comunque - Silvio Berlusconi; il se-
condo per aver cambiato partito;
eletto con i voti dell’Italia dei Valori
di Antonio Di Pietro è poi passato
con il centro destra di Silvio Berlu-
sconi.
Il GIP di Belluno, anziché disporre
la cancellazione delle frasi ritenute
diffamatorie, ha disposto il blocco di
tutto il sito, prima ancora che avesse
luogo il processo e fosse emessa la
sentenza.
È una decisione grave; perché li-
mita il diritto di espressione di
un’intera comunità e perché tocca
anche la memoria dei 1910 morti nel
disastro del Vajont (09/10/1963).
Nell’anniversario di “Mani Pulite”
la tutela del diritto all’immagine dei
due parlamentari non sembra tenga
in alcuna considerazione i diritti (di
espressione, di critica, ecc.) di tanti
altri, molti dei quali senza più voce.
Chiuso il sito
“Quest’anno la mia famiglia per
acqua, luce e gas ha speso quanto
per il cibo.
Anni fa questo non accadeva! ”
Ecco la e-mail che molti internau-
ti imprudenti stanno ricevendo da
un soggetto poco professionale...
dinate bancarie tramite bonifico SE-
PA o bonifico internazionale
europeo :
Beneficiario: Estesa Ltd.
IBAN:
CY30005001400001400154795201
BIC-Code: HEBACY2N
Causale: F171031
Per ulteriori chiarimenti le preghia-
mo di contattare il nostro servizio
clienti tramite e-mail o numero tele-
fonico.
Cordiali saluti,
Il Team di Italia-Programmi.net
http://www.italia-programmi.net
“È un ben strano sistema sociale il
nostro. Mancano i soldi per ospeda-
li, pensioni, ricerca, ecc. ma ci sono
per le spese militari !”
Altra vicenda, altro magistrato ...
Italia-Programmi.net
Gentile Signor X Y !
ci dispiace comunicarle che, ad
oggi, non abbiamo percepito il pa-
gamento della nostra fattura nr.
AZ123456 e non avendo preso in
considerazione le nostre comunica-
zione di solleciti tramite e-mails, let-
tere ed anche da parte del nostro
ufficio recupero crediti, siamo co-
stretti:
- a fissare una udienza presso il Giu-
dice tributario tramite il nostro avvo-
cato.
- spese a carico Vostro per le ingiun-
zioni tributarie.
Le comunichiamo che, se entro il
giorno 12/03/2012 non provvederà
ad effettuare il pagamento di 122,90
Euro per la Vostra iscrizione al nostro
sito, fatta senza dubbio da Lei, come
dimostrato nelle precedenti comuni-
cazione, Le faremo fissare dal nostro
avvocato la data di udienza presso il
Tribunale Regionale Giudiziario.
Al momento della registrazione,
avete fornito i seguenti dati:
Nome / Cognome: X Y
Via n. civico:
cap Citta'
Data di nascita:
Telefono:
E-Mail:
Per precauzione, al momento della
registrazione, vi è stato trasmesso e
salvato l' indirizzo IP. Questo appare
come: numero di internet-provider.it.
In caso di indagini penali è possibile
risalire dall'indirizzo IP per identifi-
care il computer, per vedere il tem-
po di applicazioni che è stato utilizza-
to, tramite le autorità competenti.
Poiché i dati di connessione devono
essere conservati almeno 6 mesi in
base al diritto attuale, l'indagine pe-
nale è promettente.
Per effettuare il pagamento Le pre-
ghiamo di utilizzare le seguenti coor-
sul Vajont e sito non ancora oscurato !
… e molti internauti neofiti proba-
bilmente cadranno vittima di pra-
tiche commerciali discutibili.
IMU: LA TASSA CHE
“COSTRINGE” AL SISTEMA
Qualcuno segnala una breve rifles-
sione di Nicola Porro sul Giornale,
riguardante l'IMU sulla prima ca-
sa. Se avete orrore a cliccare, ecco-ne l'estratto più significativo:
Si paga per il solo fatto di avere in
proprietà una casa. Un migliaio di
euro l'anno per un immobile che sul-
la carta vale meno di 300mila euro è
roba forte. È come se lo Stato ci di-
cesse: o continuate a produrre red-
dito per pagare le tasse sulla casa
oppure prima o poi la dovete ven-
dere.
così DEBORA BILLI
in crisis.blogosfere.it
Maroni, il jazzista
con gli occhiali rossi e la pappagor-
gia, ha chiesto l’intervento dell’
esercito in Val di Susa. Paro Paro
come Assad in Siria per reprimere
le opposizioni.
Maroni un venditore di pentole
padane, quello del federalismo, del-
le autonomie locali, dell‟ autodeter-
minazione dei popoli.
È diventato famoso per aver azzan-
nato il polpaccio di un poliziotto e
per questo essere stato prima con-
dannato e poi premiato con il Mini-
stero degli Interni.
Lui e la Lega hanno contribuito al
Governo pi centralista dall‟Unità
d‟Italia e ora vogliono usare i militari contro i loro concittadini.
Si nasce federalisti e poi si diventa
Pinochet.
Beppe Grillo
Fonte www.beppegrillo.it/magazine
Pagina 8 www.voltanaonline.it
Se un ragazzo va con tante ragazze è
un figo. Se invece una ragazza va con
tanti ragazzi è una zoccola. Perché ?
Dopo l'annullamento della senten-
za della Corte d'Appello della con-
danna a sette anni di reclusione a
Marcello Dell'Utri vanno sfatati due
luoghi comuni. Il primo è che la
"Giustizia è uguale per tutti", frase
che andrebbe cambiata con la
"Giustizia è uguale per tutti quelli
che se la possono permettere". Il
secondo è quello ingiustamente ac-
cusatorio, quella vox populi che af-
ferma che la Giustizia usa due pesi e
due misure. Non è per nulla vero. La
Giustizia usa lo stesso peso e la stes-
sa misura sia quando prescrive Ber-
lusconi dal processo Mills che
quando incarcera per settimane,
senza alcun processo, una madre di
famiglia con tre figli incensurata che
si è opposta alla Tav. La Giustizia è
dalla parte della Ragion di Stato.
Qualcuno può affermare il contrario?
E gli interessi supremi della Nazione
si difendono senza tentennamenti sia
che si tratti dei responsabili della
"macelleria messicana" del G8
(qualcuno è finito in carcere?) o dei
massacratori di Aldrovandi (qualcuno
è stato almeno rimosso dall'incarico
dopo la condanna confermata in ap-
pello?).
Berlusconi ha fatto un grave torto ai
suoi amici condannati in via definitiva
e finiti in carcere come Previti, Cuffa-
ro e Mangano: non si è dimesso pri-
ma delle loro condanne. Io ho infatti
il ragionevole dubbio, e con me
qualche milione di itallani, non suf-
fragato da alcuna prova se non dalle
due sentenze ravvicinate Mills e
Dell'Utri, che lo psiconano abbia ne-
goziato un lasciapassare prima di
dimettersi. Come fece Eltsin, che
chiese precise garanzie al suo suc-
cessore Putin all'atto della sua uscita
di scena. Cuffaro dovrebbe chiedere
A pensar male si commette peccato, ma spesso si indovina! Da Beppe un altro cattivo pensiero ...
"I redditi dai 60.000 agli 80.000
sono 602.188, l‟1,5% del totale. Tra
gli 80.000 ed i 100.000 euro lordi
annui ci sono 284.602 contribuenti,
lo 0,7%. Infine oltre i 100.000 euro
c‟è lo 0,9% della popolazione."
“La T.A.V. fa risparmiare mezz’ora
a pochi. I tagli alla Sanità allungano
il tempo trascorso in fila, per farsi
visitare da un medico, a tanti !”
Alla fine anch’io ho realizzato !
“Ieri, in caso di maltempo, racco-
mandavano di usare il treno. Oggi,
in caso di maltempo, per evitare
brutte figure, le ferrovie sopprimo-
no i treni dei pendolari !”
La disinformazione è
l’oppio dei popoli !
Condividi le affermazione di Emma
Marcegaglia che ha dato dei ladri e
dei fannulloni a migliaia di operai,
accusando i sindacati di coprirli ?
No, con decine di imprenditori
colpevoli di truffe, raggiri, evasio-ne fiscale, l'attacco della Marcega-
glia a operai e sindacati è grave.
Sì, ha ragione. È vero che i sinda-
cati coprono i comportamenti cen-
surabili degli operai
Vai nel sito “Voltana On Line” e
la par condicio insieme a un vassoio
di cannoli siciliani, è lui il più dan-
neggiato. Beati gli assetati di Giusti-
zia, perché saranno giustiziati.
dal sito www.beppegrillo.it
Il paziente al dottore “Non ne posso
più ! Voglio andare in pensione !”
E lui: “Mi dispiace, ma non può per-
ché lei respira ancora ! ”
vota il sondagio:
CORSO DI LINGUA ITALIANA
gratuito per stranieri
con permesso di soggiorno
Avvio Martedì 13 Marzo 2012
Sede del corso
“Saletta scuderie” di Villa Ortolani
Piazza dell‟Unità - Voltana
Organizzato dal Centro Territoriale Perma-
nente “Carchidio - Strocchi” per l‟Istruzione
e la Formazione in età adulta, con la collabo-
razione della Provincia di Ravenna e della Regione Emilia Romagna.
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