Storia Le prime notizie storiche su Ceppaloni risalgono alla fine dell'VIII secolo. Il
toponimo Ceppaloni è di incerta origine. Tra le ipotesi più accreditate: Cepalonis deriverebbe dal gentilizio latino Caeparius e dal suffisso prediale –anus, da cui Caeparanus (fondo di Caeparius) oppure da Cippus leonis, ossia “cippo del leone”, ove cippo è nel significato di altura, monte oppure di cippo, colonna.
Durante il periodo longobardo dipendeva dal gastaldato di Benevento.
Ceppaloni con il suo castello si trovava in posizione strategica confinando con la pontificia Benevento e controllando la sottostante via Antiqua Maiore che da Benevento conduceva ad Avellino, attraverso il vicino Stretto di Barba. Per tale la pontificia Benevento e controllando la sottostante via Antiqua Maiore che da Benevento conduceva ad Avellino, attraverso il vicino Stretto di Barba. Per tale motivo venne più volte coinvolta nelle guerre tra papato e impero e poi tra angioini e aragonesi. Ospitò personaggi famosi: Ruggero II, papa Onorio II e Alfonso V d’Aragona, re di Napoli.
Fu possesso feudale prima dei Fraineta e poi dei Bussone nel XII secolo. Venne conquistata con la violenza da Federico II. Sotto gli angioini fu concessa in feudo a vari militi francesi. Fu poi possesso degli Stellato (XIII-XIV secolo), dei Della Marra (XV-XVI secolo), dei D'Avalos (XVI secolo), dei Coscia (XVI-XVII secolo) ed infine dei de Lagonissa o della Leonessa (dal 1633 al 1806).
Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i Monument i e l u ogh i d i i n t e r e s s ein t e r e s s ein t e r e s s ein t e r e s s ein t e r e s s ein t e r e s s ein t e r e s s ein t e r e s s e
Architetture religiose
�Chiesa di San Nicola vescovo (Ceppaloni)
�Chiesa della Santissima Annunziata (Ceppaloni)
�Ex convento della Santissima Annunziata (Ceppaloni)�Ex convento della Santissima Annunziata (Ceppaloni)
Architetture militari
�Castello di Ceppaloni (capoluogo)
Luoghi d'interesse
�Stretto di Barba�Stretto di Barba
VtáàxÄÄÉ w| VxÑÑtÄÉÇ|VtáàxÄÄÉ w| VxÑÑtÄÉÇ|VtáàxÄÄÉ w| VxÑÑtÄÉÇ|VtáàxÄÄÉ w| VxÑÑtÄÉÇ|Il castello di Ceppaloni è un monumento della
Campania di proprietà del Comune di Ceppaloni. La
sua fondazione, almeno dagli elementi ancora visibili,
risale al periodo normanno e ha subito modifiche nel risale al periodo normanno e ha subito modifiche nel
corso del tempo, soprattutto in epoca angioina e
aragonese.
Storia del castelloStoria del castelloStoria del castelloStoria del castelloIl periodo Normanno
Il castello di Ceppaloni si erge su di uno sperone roccioso che domina la sottostante valle del fiume Sabato. Le prime notizie storiche circa la sua esistenza ci riportano agli inizi del XII secolo, al tempo dei normanni, quando era tenuto da Raone II di Fraineta, signore di Ceppaloni. Non si può escludere, però, che già in epoca romana o longobarda vi fosse nello stesso sito un fortilizio, comunque, la longobarda vi fosse nello stesso sito un fortilizio, comunque, la costruzione ad opera dei normanni è da collocarsi nella seconda metà dell'XI secolo. Il castello, come pochi altri nella regione, venne a trovarsi in una posizione geopolitica particolare, trovandosi con il suo territorio nel regno di Napoli, al confine con le terre di Benevento che dal 1077 al 1860 appartennero, salvo brevi periodi, allo Stato Pontificio. Dal castello era infatti possibile controllare l’accesso alla città di Benevento ,dalla valle del Sabato, poco lontano dallo stretto di Barba, punto obbligato di passaggio dell’antica via Antiqua Majore che, imboccando la stretta gola, collegava Benevento a Salerno, passando per Avellino.
Durante le dispute tra papato e i normanni, agli inizi del XII secolo il castello, di cui era signore Raone II di Fraineta, divenne la base di varie scorrerie a danno dei beneventani. Nel 1128 papa Onorio II, riappacificato con Ruggero II, vi soggiornò e da qui diede ordine di far saccheggiare la città di Benevento, colpevole di non avergli consegnato i congiurati che l’anno prima non avergli consegnato i congiurati che l’anno prima avevano ucciso il rettore Guglielmo. I beneventani, esasperati dai continui attacchi di Raone III di Fraineta, ribelle anche a re Ruggero, riuscirono con l’aiuto di quest’ultimo ad abbattere il castello. Fu poi lo stesso re Ruggero che ricostruì il castello e che nel corso di un viaggio visitò l’oppidum Cepparunum dando disposizioni affinché si rendesse più munito e forte.
A pochi chilometri da
Benevento, immerso nel
verde delle colline del Sannio, verde delle colline del Sannio,
sorge Beltiglio, frazione del
comune di Ceppaloni…
Alcuni insediamenti si sono
avuti anche durante l’epoca
romana: sono stati, infatti, romana: sono stati, infatti,
rinvenuti dei reperti alla
periferia di San Giovanni, al
confine con Beltiglio…
Il paese di Beltiglio è quindi
molto antico, un tempo si
parlava del “Casale di San parlava del “Casale di San
Bartolomeo” con 60 case;
prima, nel 1500, si faceva
riferimento ad una terra
chiamata “San Bartolomeo”…
Nel 1768 prese il nome di
Chianche, che rimase fino a
qualche anno dopo il 1900.qualche anno dopo il 1900.
Chianche sarà sostituito con il Chianche sarà sostituito con il
nome di Aquilia, che resterà fino
al 1925.
Sono ormai 90 anni che questo
paese è denominato Beltiglio,
per il grande Tiglio che si per il grande Tiglio che si
ergeva in piazza…
Attualmente il tiglio non c’è più essendo stato tagliato, ma
molti, anche di generazioni non molti, anche di generazioni non
troppo lontane, lo ricordano
con una punta di nostalgia. Il
Tiglio è stato ripiantato
La chiesa fu fondata il 3 novembre 1629 da
Giovanni Vincenzo Maio su un proprio fondo
nel luogo “ il palazzo “, prospiciente al casale
delle Chianche, oggi Beltiglio.delle Chianche, oggi Beltiglio.
INTERNO
La chiesa ha pianta rettangolare con una navata
principale .La facciata è in stile neoromanico.Tra
le opere realizzate spiccano la statua lignea della
Madonna del Rosario posta in alto sull’ abside che
è rivestito in marmo rosa Portogallo e le statue è rivestito in marmo rosa Portogallo e le statue
lignee di San Biagio, compatrono del paese, e Sant’
Antonio da Padova che sono poste su piccoli
altari,situati in fondo delle navate laterali
ESTERNO
All’ esterno, in corrispondenza del portale
settecentesco murato, è stato collocato nel
2003 il busto bronzeo del Gr. Ufficiale
Modestino Zerella, benefattore della stessa Modestino Zerella, benefattore della stessa
Chiesa, fra i cui antenati si annoverano ben
quattro religiosi vissuti tra il XVI e il XVIII
secolo.
STORIA
S.Giovanni, frazione di Ceppaloni, si presenta come
un borgo formato da piccole contrade:i Sabatini,i
Paradisi, 'u palo, 'Tuoppo 'e Guardie, Caseparenti, 'a
Croce, 'i Bbrecce, 'i Lumbardi, i Lizzi, i Mernoni, 'u
Termine e da borgate distanti dal centro alcuni
chilometri, come Venaglie e Ripabianca che permette
a San Giovanni di affacciarsi sulla nazionale Appia.a San Giovanni di affacciarsi sulla nazionale Appia.
In tempi remotissimi,vi abitarono i Sabatini che
diedero il loro nome a questa contrada che fu
chiamata Sabazia dal nome della sposa del capo,
Sabato. I Sabatini provenivano dai monti intorno al
lago di Bracciano. Altre contrade hanno preso nome
da personaggi leggendari che sono stati in questi
luoghi.
MONUMENTI
LA CHIESA DI SAN GIOVANNI
BATTISTA
storia� La chiesa è di antica fondazione
essendo citata per la prima volta in
documenti del XII secolo. Essa
serviva l’antico casale di San
Giovanni in Pino. Nel 1687
l’edificio era una cappella a pianta l’edificio era una cappella a pianta
rettangolare di modeste
dimensioni (10 m x 8 m circa). Nel
1706 fu costruito un nuovo altare
in stile barocco consacrato dal
cardinale Vincenzo Maria Orsini e
dedicato alla Vergine Maria, a san
Giovanni Battista e a san Matteo
apostolo.
La chiesa ha un'unica navata e subì
un ampliamento alla metà del
Settecento assumendo l’impianto che
conserva tutt’ora. Ai lati dell’altare
maggiore sono poste le statue della
Madonna Addolorata e
dell’Immacolata Concezione. Sulle
pareti laterali sono presenti delle
nicchie con le statue di santa Lucia, nicchie con le statue di santa Lucia,
Maria SS. del Carmine, san Vito,
santa Filomena e san Antonio da
Padova. Il soffitto è decorato con un
affresco che rappresenta il Battesimo
di Gesù, opera del pittore Mario
Pennino.
PALAZZO FOGLIA
storia
L’edificio attuale risale al
XVIII secolo e fu realizzato
dai signori Foglia di
Montesarchio, ampliando un
preesistente fabbricato
acquisito dai nobili de acquisito dai nobili de
Rubbo nel XVII secolo.
� Il complesso è costituito da
due corpi di fabbrica con
una corte interna, delimitata
da un lato da un porticato
con archi a tutto sesto e con
al centro un pozzo
Dati su Santa Croce
• Santa Croce fa parte del comune di Ceppaloni, in provincia di Benevento, nella regione Campania.
• La frazione o località di Santa Croce dista 1,30 chilometri dal medesimo Croce dista 1,30 chilometri dal medesimo comune di Ceppaloni di cui essa fa parte.
• La frazione o località di Santa Croce sorge a 420 metri sul livello del mare.
• Nella frazione o località di Santa Croce risiedono 232 abitanti.
Chiesa di Maria Santissima
Assunta (Santa Croce)
• La chiesa di Maria Santissima Assunta si trova sulla piazza di Santa Croce.
• La chiesa fu costruita nel 1950 dagli abitanti di Santa Croce con l'intento di riedificare su un nuovo sito l’antica chiesa di Santa l’antica chiesa di Santa Maria in Piano, distrutta in un movimento franoso nel 1916. L’edificio fu realizzato utilizzando in parte il materiale di risulta dell'antica chiesetta di Santa Maria del Piano.Nella chiesa si conserva la statua settecentesca di Maria Santissima dell’Assunta che reca in braccio il Bambin Gesù.
Santa Maria in Piano
• La chiesa, che risaliva almeno al XV
secolo, si trovava sull'antica strada che
da Ceppaloni conduceva, passando per
Santa Croce, alla terra di Altavilla. La
chiesa, pur di modeste dimensioni, era un
santuario dedicato alla Madonna
dell’Assunta che ancora nel XVIII
secolo era oggetto di pellegrinaggi dai
paesi limitrofi e di particolari riti paesi limitrofi e di particolari riti
devozionali. L’importanza era tale che
al XVI secolo la parrocchia ceppalonese
eretta in collegiata era intitolata a "Santa
Maria in Piano ed annessa di San Nicola".
Su indicazioni dell’arcivescovo card.
Vincenzo Maria Orsini, fu oggetto di un
importante restauro intorno al 1715.
• Nel 1717 la chiesetta fu concessa in giuspatronato alla famiglia
Iannotti, il che generò un contenzioso prima con
l’Università di Ceppaloni e nel 1796 con la parrocchia di San
Nicola di Ceppaloni, che ne rivendicava la proprietà.
• Fu ricostruita nel 1797 a seguito di una frana accaduta dieci • Fu ricostruita nel 1797 a seguito di una frana accaduta dieci
anni prima. Nel 1916 crollò definitivamente sempre a causa di
un movimento franoso. Dalla rovina si salvò miracolosamente
la statua di Maria SS. Assunta che oggi è conservata nella
nuova chiesa in Santa Croce.
La storia
Lo stretto di Barba è una stretta gola posta al
confine tra due comuni quello di Ceppaloni in
provincia di Benevento e quello di Chianche
(AV).
Il toponimo Balba (1132) e il riferimento allo
“Strictum Balbae” (1272) devono, con molta
probabilità, la loro etimologia al termine
“valva”, con riferimento alla morfologia dello
stretto del tutto simile alle valve di una
conchiglia. In epoca romana lo stretto era
attraversato da un ponte di legno attraversato da un ponte di legno
sull’acquedotto. Tra le testimonianze più
antiche sul piccolo centro di Barba si hanno
notizie prevalentemente su edifici religiosi.
Tra le più antiche carte dell’Abbazia di San
Modesto si legge che “Aione, vescovo di
Benevento e di Siponto (...) concede
l’immunità delle giurisdizione vescovile per le
Chiese delle Diocesi (.... )Tra queste chiese
anche quella “Sancte etiam Marie Sanctique
Georgii in Valva”. Su Barba quindi secondo Georgii in Valva”. Su Barba quindi secondo
questa testimonianza gravitavano due chiese:
quella di S.Maria e quella di S.Giorgio che
doveva trovarsi nella zona, vicino al fiume
Sabato, che ancora oggi ne porta il nome.
Secondo un’altra testimonianza, riportata da F.Bartoloni, esistevano a Barba altre due chiese: una consacrata a S.Stefano, l’altra a Sant’Adriano: “(...) et ecclesia Sancti Stephani et Sancti Atriani (...). Sono i Registri delle et Sancti Atriani (...). Sono i Registri delle Pergamene di Montevergine a offrire altri importanti documenti sulla storia di Barba.
1038- il maestro Rodenando, figlio di
Pietro, dona a Ilderado, suo fratello,
in un luogo detto Rotula (...)
confinante con la “via publica quae confinante con la “via publica quae
descendit de Arcu”,che aveva come
percorso, partendo dall’arco di
Traiano, Benevento- Maccabei –
Stretto di Barba.
Quanto alla leggenda, si racconta che nello
stretto di Barba sorgesse il noce sotto il quale
compivano i loro riti le temutissime streghe
beneventane. Tali storie sono legate ai riti
compiuti dai Longobardi sotto un albero
sacro sradicato, secondo la tradizione, dal
vescovo di Benevento, San Barbato .vescovo di Benevento, San Barbato .
Arpaise è un piccolo comune del Sannio, in
Campania, della provincia di Benevento con
866 abitanti. Le origini sono state attribuite
a due possibili etimologie: dal nome dei
profughi provenienti da Arpi, in Apulia, nella
provincia di Foggia o dal nome latino
“arpax” che significa “rapace”, in virtù della “arpax” che significa “rapace”, in virtù della
massiccia presenza di rapaci nella zona.
STORIA
Arpaise, centro agricolo, è situato sulla destra del
vallone San Giovanni. Nel medioevo, fu feudo
Normanno con il nome di Fossacaeca,che devastato
da guerre fu ricostruito, dopo il 1453, con il nome di
Terranova. Fino al XVIII secolo Terranova –Terranova. Fino al XVIII secolo Terranova –
Fossacaeca comprendeva quattro casali : Arpaise,
Pasquarelli, Preti e Rossi. Ora Terranova, è frazione
del comune di Arpaise ,che porta questo nome e
conserva il castello dei principi Pignatelli; in esso
nacque Generoso Pope, magnate dell’industria
americana, che fondò il quotidiano “Il progresso
italo-americano”.
Nei primi anni del 1700, comincia a
svilupparsi il nucleo di Arpaise vero e proprio
. Arpaise ha due monumenti religiosi
importanti: la Chiesa di San Rocco da
Montepellier e la Cappella di Santa Maria
delle Grazie.delle Grazie.
TUFARA VALLE
Tufara valle è una frazione di circa 1100 abitanti , suddivisa fra i comuni di Apollosa , Ceppaloni e Montesarchio in provincia di Benevento,Roccabascerana (che ne amministra la maggior parte) e San Martino Valle Caudina in provincia di Avellino . Tufara valle si sviluppa lungo la SS 7 Appia ed è posta alla estremità della Valle Caudina .La frammentazione amministrativa del paese è causa di soprannomi ironici come “La Berlino del sud “e della nascita delle leggende che vogliono sottolineare le assurdità . Sono state avanzate varie proposte per un possibile riassetto , come la annessione di tutto il paese a Montesarchio , che è la sede comunale più vicina.comunale più vicina.
Nel 2006 è stata aperta in località TRE PONTI , in prossimità del paese, una
megadiscarica regionale , chiusa nel 2008 . Già nel 2005 ,dopo la proposta di questo
proggetto da parte di Corrado Catenacci , allora commissario alla crisi dei rifiuti in
Campania , furono raccolte 1300 firme contrarie . La successiva, molto partecipata
mobilitazione della popolazione locale portò a considerare la ipotesi di fare Tufara
Valle un comune autonomo ; la proposta tuttavia , non ha conosciuto un seguito .
Nel paese vi sono due Chiese :la Chiesa Maria Santissima del Carmine e la Chiesa
di nostra Signora di Pompei .
� Chianche,Chianche,Chianche,Chianche, inininin provinciaprovinciaprovinciaprovincia didididi Avellino,Avellino,Avellino,Avellino, èèèè postapostapostaposta inininin unaunaunauna posizioneposizioneposizioneposizione
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collinecollinecollinecolline intorno,intorno,intorno,intorno, ricchericchericchericche didididi castagneticastagneticastagneticastagneti eeee querceti,querceti,querceti,querceti, tratratratra iiii qualiqualiqualiquali
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ChiancaChiancaChiancaChianca eeee poipoipoipoi ChiancheChiancheChiancheChianche....
� Fonti storiche ne fanno risalire la costruzione ad epoca normanna,mentre pare che il suo elemento più antico sia il Torrione di ViaS.Felice, sorto sul primitivo Castrum (il campo militare fortificato adifesa del territorio secondo la tipologia romana). Soggetta aLongobardi e Normanni, Chianche fu feudo dei "De Planca" fino alXVI secolo, passando poi alla famiglia Filomarino, ai Zunica e aiSanseverino, cui appartiene Gennaro Sambiase, duca di Malvito eS.Donato, principe di Bonifati e sindaco di Napoli dopo l'unitàd'Italia. L’ ultimo feudatario di Chianche fu il Duca di San Donato.d'Italia. L’ ultimo feudatario di Chianche fu il Duca di San Donato.
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