La formaldeide: la chimica, le regole per
l’utilizzo. I lavoratori esposti: effetti a breve e
lungo termine
Il rischio chimico. Dalla valutazione del rischio alla sorveglianza sanitaria. Focus sulla formaldeide
Lanciano – 7 Aprile 2018
Dr Fabrizio Giannandrea, MD, PhD
ASL Roma 5, Dirigente Medico
Servizio di Radioprotezione Medica
(per informazioni: [email protected])
H
H C O
per informazioni: [email protected]
Formaldeide: lo sconosciuto attentatore
- l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul
Cancro (IARC) sin dal 2006 ha inserito la
formaldeide nell'elenco delle sostanze
considerate con certezza cancerogene per la
specie umana.
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Un po’ di storia sulla formaldeide: dalla rivoluzione
industriale alla nemesi dei danni sulla salute
1869 sintetizzata per la prima volta dal chimico Von Hofman
1888 Auguste Trillat fu il primo a studiarne le proprietà
conservatrici, ricavando una miscela acquosa (formalina), per
preservare le parti anatomiche
1906 Leo Baekeland fu il primo a creare il primo materiale
sintetico dalla combinazione della formaldeide con l’acido fenico,
da cui nacque la bachelite.
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- Ampio impiego a partire dagli anni ’60 anche
nell’industria farmaceutica (Formitrol)
- «Il raffreddore bussa, ma non entra se avete preso in
tempo il Formitrol. Formitrol contiene formaldeide attiva.
Tenete sempre a portata di mano un tubetto di Formitrol,
l’energico antisettico che vi difende da mal di gola,
raffreddore, influenza. Anche il medico consiglia il
Formitrol» (Pubblicità del Formitrol tratta dal
Corriere dei Piccoli n.8 del 23 Febbraio 1964
Un po’ di storia sulla formaldeide: «Ah…se avesse
preso in tempo il Formitrol!»
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Un po’ di storia sulla formaldeide
- l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul
Cancro (IARC) sin dal 2006 ha infine inserito
la formaldeide nell'elenco delle sostanze
considerate con certezza cancerogene per la
specie umana.
- dal 1º gennaio 2016 in Italia la formaldeide
è passata dalla classificazione di "sospettato
di provocare il cancro" a "può provocare il
cancro" (Regolamento (UE) N. 605/2014).
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Formaldeide: la chimica
aldeide fòrmica o metanale (IUPAC), la più semplice delle aldeidi alifatiche.
nota anche come formalina o formolo (soluzione acquosa al 35-40%), ossido
di metilene o metilaldeide.
gas incolore, molto solubile in acqua, alcool ed etere e con odore pungente.
classificata nei composti organici volatili (COV) e per questo, quindi, i
prodotti che la contengono, la rilasciano con molta facilità nell’aria
circostante.
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H C O
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Formaldeide: le caratteristiche
L’utilizzo della formaldeide come materia prima per la realizzazione di prodotti
industriali ha più di un secolo e, ad oggi, interessa quasi un centinaio di settori.
la sua produzione annuale è di circa 20 milioni di tonnellate, di cui almeno la metà
viene impiegata per produrre resine
Non si accumula nell’ambiente → decomposta in poche ore dalla luce del sole o dai
batteri presenti nel terreno o nell’acqua
Non si accumula nell’organismo umano → rapidamente metabolizzata.
E’ estremamente volatile. Per questo è fortemente sospettata di essere uno degli agenti
maggiormente implicati in quella che viene definita “sindrome dell’edificio malato”
(sick-building sindrome – SBS) ossia una particolare situazione in cui gli occupanti di
un edificio (e per estensione di un dato ambiente) manifestano fenomeni che appaiono
legati al tempo trascorso al suo interno, ma senza che possano essere identificate cause
specifiche.
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Formaldeide: le caratteristiche
ubiquitaria (indoor + outdoor) e presente:
- nell’aria atmosferica seppur in tracce
- nei gas di scarico
- nelle emissioni industriali (es. inceneritori di rifiuti)
- nel fumo di sigaretta
- vapori di sigaretta elettronica
- tutti i luoghi di lavoro ad uso ufficio
Prodotta da:
- degradazione di cibi, bevande
- sottoprodotto delle combustioni incomplete (fumo di sigaretta)
- esalazioni da arredi in legno pressato
- mobili in truciolato, in compensato, in alcuni tipi di parquet a causa della sua
presenza nei solventi e nelle colle.
- processi di stampa a toner nelle fotocopiatrici e nelle stampanti
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Attività professionali a rischio formaldeide: Il suo larghissimo utilizzo comporta quindi una notevole interazione con tutta una serie di categorie
professionali la quale deve essere accuratamente valutata. Almeno la metà viene impiegata per
produrre resine utilizzate, in larga parte, come collante e come rivestimento nell’industria del legno.
Es. industria → rilascio nelle fasi di riscaldamento del collante e funzione del tipo di resina, del tempo
di pressatura e del tipo di applicazione, soprattutto se a spruzzo, ed essiccazione. Es. resine cosiddette
termoindurenti ottenute da reazioni di policondensazione della formaldeide con il fenolo (resine
fenoliche) o con l'urea o la melamina (resine ammidiche). I lavoratori a rischio, anche potenziale, di
esposizione possono includere:
Settore lavorativo implicato Tipo di lavoro
categorie di professionisti imbalsamatori, necrofori ed
anatomopatologi
lavoratori dell’industria settore chimico, abbigliamento,
produzione di fibre di vetro,
ferro, legno, plastica e carta
industria farmaceutica Produzione Formitrol
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Vie di esposizione professionale a
formaldeide Vie di esposizione principale:
inalazione (nel tratto respiratorio superiore dove la sostanza può reagire direttamente
con lo strato di muco o con le componenti macromolecolari delle cellule, comprese le
proteine e gli acidi nucleici).
Vie di esposizione potenziale:
assorbimento cutaneo
ingestione (ad esempio, il cibo, farmaci).
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SANITARIO
Conservante di pezzi anatomici e di campioni di materiale biologico
Agente imbalsamante
Preparazione, fissaggio e conservazione dei tessuti bioptici
Produzione di vaccini
Disinfettante dei ferri chirurgici
Medicinale (Formitrol) per la cura del mal di gola (fino a qualche anno fa)
Battericida
Utilizzi
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Utilizzi INDUSTRIA
Produzione di resine fenoliche (bachelite), melamminiche (pannelli fonoassorbenti)
e ureiche (schiume isolanti) mediante reazioni di polimerizzazione
Intermedio per reazioni chimiche
Agente anticorrosivo in trattamenti metallici
Collante per i pannelli di legno MDF (Medium Density Fibreboard)
Agente conciante e battericida
Indurente per pellicole fotografiche (in disuso)
Additivo nelle attività di fonderia
Imballaggi (nella colla del cartone pressato)
Oggettistica (finto avorio, finta tartaruga)
N.B.: Nel settore della produzione del legno il DM 10/10/2008 ha vietato il commercio di pannelli e manufatti se il
rilascio nell’ambiente di formaldeide supera lo 0,1 ppm ( 0,124 mg/m3)
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Utilizzi SETTORE ALIMENTARE
Conservante dei cibi (sigla E240 o E239
ottenuto dalla sintesi della formaldeide
ed ammonio). Può raggiungere anche
1000 ppm nel pesce affumicato, 100
ppm nei crostacei, 20 ppm nei formaggi,
nella frutta e nella verdura
Carta per alimenti
Food type Level (mg/kg)
Mela 6.3 – 22.3
Albicocca 9.5
Banana 16.3
Barbabietola 35
Ortaggi a bulbo (es.
cipolla) 11.0
Cavolo 5.3
Carota 6.7 – 10
Cavolfiore 26.9
Cetriolo 2.3 – 3.7
Uva 22.4
Cipolla verde 13.3 – 26.3
Cavolo rapa 31
Pere 38.7 – 60
Prugna 11.2
Patata 19.5
Spinaci 3.3 – 7.3
Pomodoro 5.7 – 13.3
Anguria 9.2
Ravanello bianco 3.7 – 4.4
Funghi Secchi 100 – 406
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Utilizzi
AGRICOLTURA
Disinfezione dei suoli
Trattamento dei semi
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Utilizzi
COSMESI
Detergenti, saponi, detersivi per piatti, ammorbidenti, lucidi
per scarpe
Solventi per unghie, lozioni per capelli, fondotinta, creme,
mascara
Deodoranti
Colluttori
Fissatori per i capelli
N.B.: Nel settore della cosmesi si è stabilito un livello massimo della sua concentrazione nei prodotti di uso
comune pari allo 0,1%
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Tossicocinetica e Metabolismo
La formaldeide è presente in concentrazioni misurabili in tutte le cellule
metabolicamente attive e nei tessuti. In soluzione acquosa la formaldeide viene
rapidamente convertita nella sua forma idrata in -diolo, il “metandiolo” o glicole
metilenico (CH2 (OH) 2), che entra in un nuovo equilibrio dinamico con altre
molecole di formaldeide.
La concentrazione del diolo e quella della formaldeide dipendono dalle precise
condizioni microambientali (temperatura, pH, concentrazione) in cui avviene la
reazione.
È importante sottolineare che il metandiolo (peso molecolare: 48) può penetrare
rapidamente nei tessuti, raggiungendo il midollo osseo attraverso il circolo sanguigno,
dove entra nuovamente in equilibrio con altra formaldeide libera.
essa può essere incorporata in molecole biologiche, attraverso processi enzimatici
folato-dipendenti, ed essere ossidata ad acido formico o anidride carbonica attraverso
processi enzimatici legati agli enzimi formaldeide-deidrogenasi, aldeide-deidrogenasi e,
in parte, anche dalla catalasi
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Tossicocinetica e Metabolismo
I globuli rossi hanno livelli relativamente elevati di enzimi che metabolizzano
la formaldeide.
In uno studio effettuato su un gruppo di studenti di medicina volontari
esposti per tre settimane a concentrazioni aeree <0,5 ppm non è stato
osservato alcun cambiamento nella concentrazione urinaria di acido formico.
In maniera analoga, una esposizione per 40 minuti a 1,9 ppm in sei volontari
non ha determinato alcun incremento della concentrazione di formaldeide nel
sangue, il che è verosimilmente correlato ad un metabolismo della
formaldeide molto efficiente.
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Effetti acuti della esposizione
Effetti irritativi
Effetti sensibilizzanti
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Effetti irritativi
Gli effetti irritativi della formaldeide dipendono dal livello di concentrazione
aerodispersa, dal tempo di esposizione e dalla suscettibilità individuale.
Un recente studio ha stabilito in 0,1 ppm (range: 0,02-0,5 ppm) la soglia media per la
percezione degli odori della formaldeide. Nel complesso, la percezione olfattiva della
formaldeide si verifica ben al di sotto degli effetti tossicologici registrati.
Gli esperti hanno concluso che tra 0 e 0,3 ppm di esposizione non vi era alcun
aumento di irritazione degli occhi superiore al generale livello di circa il 10-20%
registrato nella popolazione non esposta e l'irritazione registrata per 0,3-0,5 ppm
risultava troppo inaffidabile per attribuirla esclusivamente alla formaldeide.
La curva dose-effetto mostrava che 0,5-1 ppm, con una esposizione di massimo 6 ore
di durata, potevano determinare irritazione agli occhi nel 5-25% delle persone esposte.
Si è pertanto concluso che esposizioni a formaldeide di 0,3 ppm o meno per 8 ore al
giorno non possono comportare alcuna irritazione attribuibile alla sostanza. Aumenti
significativi di irritazione oculare si presentano solo per concentrazioni di almeno 1
ppm, che è la ragione per cui questo valore è spesso considerato soglia.
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Effetti sensibilizzanti
E’ stato visto che la formaldeide è un potente sensibilizzante cutaneo e delle
mucose respiratorie. La probabilità di sviluppare sensibilizzazione è tanto più
alta quanto più elevata è l’esposizione.
La formaldeide è inoltre una causa nota di dermatite allergica da contatto e,
dato questo più controverso, di asma professionale.
Biopsie nasali di lavoratori esposti cronicamente a formaldeide hanno
documentato flogosi cronica delle mucose, perdita di ciglia, displasia,
iperplasia e metaplasia squamosa, anche se quest'ultima evenienza appare più
incerta e potrebbe essere condizionata da altre esposizioni a cancerogeni
concorrenti (es. polveri di legno)
Nonostante il suo diffuso utilizzo, soprattutto nel passato, la sensibilizzazione
delle vie respiratorie è stata segnalata solo in pochi casi tanto che la
classificazione come sensibilizzante respiratorio non parrebbe giustificata
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Riassunto degli effetti per livello di esposizione
CARATTERISTICA Valore (mg/m3)
Percezione odore (soglia olfattiva) 0,03 – 0,6
Irritazione gola e naso 0,1 – 3,1
Irritazione oculare 0,6 – 1,2
Diminuzione percezione nasale (esposizione 3-5 ore) 0,5 – 2,0
Cefalea 2,4
Sensazione pungente occhi, naso 2,5 – 3,7
Diminuzione funzionalità polmonare 3,7
Tollerabilità alla lacrimazione 5 – 6,2
Forte lacrimazione per un’ora 12 – 25
Pericolo di morte, edema, polmoniti 37 -60
Morte 60 - 125
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Effetti cronici di esposizione a formaldeide di origine
professionale: Caratteristiche
Cancerogeno Acclarato effetto cancerogeno anche in popolazioni lavorative
Teratogeno o tossicità per lo sviluppo Valutare possibili esposizioni occupazionali parentali
Tossicità riproduttiva Gli effetti negativi sul sistema riproduttivo maschile e/o femminile
causati da esposizione ad una sostanza o agente tossico. L'effetto
negativo può essere espresso come alterazioni nel comportamento
sessuale, diminuizione nella fertilità o morte fetale durante la
gravidanza.
Genotossico (il grado con cui provoca danni o mutazioni del
DNA)
Gli effetti genotossici e mutageni della formaldeide sono stati
evidenziati in diversi test in vitro. Essendo un composto assai
reattivo, la formaldeide reagisce con gli acidi nucleici e le proteine.
I risultati degli studi in vivo sono invece più difficili da valutare. Di
particolare importanza è la questione se effetti citogenetici
possano avvenire solo a seguito di una esposizione locale o anche
come il risultato della disponibilità sistemica della formaldeide
Tossicità d’organo a basse dosi Tossicità di un organo o sulla salute prodotta da una sostanza
quando viene somministrato a basse dosi (ad esempio, danni al
fegato, necrosi locale di tessuto, etc.).
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Effetti a lungo termine
Tumori (es. cancro rinofaringe, leucemie)
Patologie respiratorie → asma professionale; la patogenesi non è stata ancora completamente
chiarita (probabilmente attraverso meccanismi allergici). L'incidenza di asma professionale da
formaldeide sembra non molto elevata. Solo una minoranza di soggetti esposti a formaldeide e
sintomatici sembra sviluppare un asma professionale tipico. La maggior parte dei lavoratori affetti
da asma professionale attribuibile alla formaldeide manifestano anche sintomi di rinite e
rinocongiuntivite.
Patologie dermatologiche → può provocare anche sensibilizzazione cutanea essendo uno degli
allergeni da contatto più diffusi. È pertanto la causa di numerosi casi di dermatite da contatto,
allergica o da irritazione professionale o domestica. La dermatite allergica da contatto è
essenzialmente un eczema che è il risultato di meccanismi di ipersensibilità ritardata cellulo-
mediata come dimostra la positività ai patch test. Le orticarie IgE-mediate sono state riportate
eccezionalmente, come risultato di esposizioni non professionali. Spesso è molto difficile
differenziare clinicamente le dermatiti da irritazione da un eczema allergico da contatto.
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Effetti riproduttivi. Sono stati osservati aborti spontanei in cosmetologhe e addetti nei laboratori
che utilizzavano rispettivamente disinfettanti a base di formaldeide e formalina. I lavoratori del
legno esposti alla sostanza registravano un notevole ritardo nel concepimento in uno studio,
anche se recenti meta-analisi non confermano questi risultati. Dato che l’esposizione a
formaldeide esogena a bassi livelli non si prevede che causino effetti mutageni sulle cellule
germinali, è molto improbabile che possano causare danni allo sviluppo o alla riproduzione
nell’uomo e nell’animale.
effetti cognitivi e neuropsicologici della esposizione a formaldeide non sono numerosi e riportano
in qualche caso manifestazioni di sindrome psico-organica.
Effetti a lungo termine
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Effetti genotossici e mutageni
La formaldeide produce effetti mutageni e genotossici su linee
cellulari in fase proliferativa esposte direttamente alla sostanza,
con una modalità di azione prevalentemente clastogenica
Effetti clastogenici, come le aberrazioni cromosomiche,
l’aumento della formazione di micronuclei e lo scambio di
cromatidi fratelli, come anche gli effetti genotossici (addotti del
DNA), sono stati indotti in cellule di coltura in vitro con
formaldeide di mammiferi e uomo
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Cancerogenicità della formaldeide
L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
(IARC) ha rivalutato nel 2006 la formaldeide,
classificandola nel Gruppo 1 di cancerogeni per
l'uomo: evidenze sufficienti per il cancro
rinofaringeo, non abbastanza evidenti per la leucemia
e limitate per i tumori naso-sinusali.
dal 1º gennaio 2016, la formaldeide è passata dalla
classificazione di "sospettato di provocare il cancro" a
"può provocare il cancro" (Regolamento (UE) N.
605/2014).
Nel 2012 la IARC ha valutato favorevolmente la
correlazione causale con la leucemia mieloide (LM),
sottolineando la rilevanza di un recente studio su
lavoratori esposti con aneuploidie ematologiche
caratteristiche della LM e delle sindromi
mielodiplastiche.
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Evidenze meccanicistiche sull’induzione di
leucemie mieloidi ed altri tumori ematologici della
formaldeide curva dose-risposta a forma di J →
livello di cancerogenicità “senza
effetto” per bassi livelli di
esposizione a formaldeide (da CIIT,
2009).
nessun incremento della
concentrazione di formaldeide nel
sangue e nell'escrezione di formiato
dopo esposizione < 0,4 ppm .
per dosi molto elevate, rapporto di
dose-dipendenza: es. per
esposizioni estremamente elevate le
differenze dei micronuclei tra
esposti e “controlli” risultavano
aumentate (25,35 ± 6,28 vs 7,08 ±
4,62).
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Evidenze epidemiologiche sull’associazione tra
formaldeide e leucemie mieloidi
Ad oggi sono stati condotti più
di 25 studi di coorte che hanno
esaminato la possibile relazione
tra esposizione professionale a
formaldeide e leucemia mieloide.
Gli studi su leucemia dei gruppi
professionali (imbalsamatori,
necrofori, anatomopatologi)
sembrano in totale antinomia
con i risultati negativi
provenienti dai lavoratori
dell’industria.
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La Sorveglianza sanitaria
L’assenza di indicatori affidabili per il monitoraggio biologico, la carenza di
efficaci tecniche di screening per la prevenzione secondaria dei tumori
potenzialmente associati, unita alla indispensabile cautela nell’uso di test
genotossici, rendono indispensabile una valutazione clinica accurata in
associazione con dettagliate informazioni derivanti da raccolte anamnestiche
mirate che vadano ad indagare i diversi organi e apparati considerati.
Uno degli obiettivi principali della sorveglianza sanitaria è l’identificazione
precoce, anche in uno stadio preclinico, di alterazioni dello stato di salute in
lavoratori esposti. Un secondo obiettivo, ma non per questo meno
importante, è l’identificazione di eventuali condizioni patologiche che, anche
se non correlate all’esposizione, potrebbero costituire situazioni di particolare
suscettibilità e, quindi, essere aggravate dalle attività lavorative. L’espressione
del giudizio di idoneità alla mansione specifica è infine l’atto conclusivo della
sorveglianza sanitaria.
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La Sorveglianza sanitaria
In sintesi gli obiettivi della sorveglianza sanitaria sono:
identificare patologie in fase precoce;
identificare e tutelare i lavoratori ipersuscettibili;
costituire parte integrante della valutazione del
rischio;
verificare l’efficacia delle misure preventive
adottate.
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La sorveglianza sanitaria
La Formaldeide presenta delle peculiarità specifiche che rendono complessa la gestione
di tutte le fasi della sorveglianza:
Il fatto di essere, solo di recente, stata annoverata come cancerogena 1B fa intendere
come non ci sia una vasta letteratura sull’argomento per gestire l’istituzione di un
protocollo sanitario;
la sua caratteristica di sostanza ubiquitaria non solo nell’ambiente esterno quanto
nell’organismo a livello cellulare che rende impossibile ad oggi l’effettuazione di un
monitoraggio biologico se non in casi di esposizione ad elevati quantitativi di ppm ma
solo per valutare l’entità di intossicazione acuta
il suo elevato utilizzo e la sua presenza in svariate sostanze presenti in vari ambiti della
vita intra ed extralavorativa ( conservante per cibi, disinfettante, stabilizzante nei
campioni di tessuti bioptici, presenza nel fumo di sigaretta, etc.)
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La sorveglianza sanitaria
Particolare rilevanza ha l’effettuazione del sopralluogo degli
ambienti di lavoro, che dovrebbe essere realizzata
antecedentemente alla istituzione del protocollo sanitario per
controllare la perfetta aderenza tra i dati riportati nel Documento
di Valutazione dei Rischi se già presente nell’azienda, la tipologia
di metodo di valutazione utilizzato ed il reale piano di lavoro del
dipendente.
Un ruolo importante per l’istituzione della sorveglianza hanno i
dati dei valori dei campionamenti ambientali effettuati : un
metodo che ci dà dei valori reali e non stimati a tavolino dell’
esposizione alla formaldeide.
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La sorveglianza sanitaria
Visita medica: Nella visita al lavoratore esposto devono essere valutati
sintomi e segni come la tosse, irritazione oculare, irritazione della gola, nausea,
cefalea e quelle condizioni fisiologiche e/o patologiche, temporanee o
permanenti, che potrebbero rappresentare situazioni di aumentata
suscettibilità individuale (questionario)
Oltre a ciò vista la recente associazione con patologie ematologiche si
utilizzerà un protocollo che miri alla valutazione del sistema emolinfopoietico
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Formaldeide: la scelta del protocollo sanitario
questionari mirati su sintomi respiratori e cutanei di tipo irritativo e/o infiammatorio
Visita medica con anamnesi dettagliata familiare (neoplasie con particolare attenzione a quelle del
rinofaringe ed a quelle ematologiche, patologie cutanee discheratosiche, patologie respiratorie)
Spirometria secondo i criteri ATS con almeno 3 prove di cui 2 riproducibili (ricordare di
effettuare la taratura dello strumento)
Esami ematochimici (emocromo completo con formula, protidogramma elettroforetico, conta
reticolocitaria totale e frazionata, bilirubina totale e frazionata, creatininemia, azotemia,
GOT,GPT, gamma GT)
Visita Otorinolaringoiatrica almeno triennale con fibroscopia.
Accertamenti di secondo livello:
visita specialistica dermatologica,
visita specialistica pneumologica,
visita specialistica ematologica,
immunofissazione siero urine,
Rx cranio e colonna in toto,
visita specialistica allergologica
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La scelta del protocollo sanitario mirata anche alla identificazione di
possibili alterazioni ematologiche negli esposti
Accertamenti di I° livello
Protidogramma elettroforetico
Reticolociti totali e frazionati
Esame emocromocitometrico con formula
Transaminasi e Gamma-gt
Bilirubina totale e frazionata
Conta piastrinica
Creatininemia ed azotemia
Esame urine
Accertamenti di II° livello:
elettroforesi sieroproteica con immuno•fissazione e dosaggio catene leggere e
pesanti, dosaggio Ig A – M – G, reticolociti, tipizzazione linfocitaria e
consulenza ematologica
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Obblighi del Medico Competente: Informazione del Datore di Lavoro ai sensi
dell’art.242, comma 4 e Art.29, comma 3 del D.Lgs.81/08
La normativa prevede che “quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne
evidenzino la necessità” (Art. 29, comma 3, D.Lgs 81/08) e, in particolare per i
lavoratori esposti in maniera simile ad uno stesso agente cancerogeno o
mutageno, laddove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato “l'esistenza di
un'anomalia imputabile a tale esposizione” (Art. 242, comma 4 del D.Lgs. 81/08), il
medico competente debba informare il datore di lavoro.
Codice ICOH: i medici competenti esprimano “per iscritto in modo chiaro e con la
massima urgenza la loro preoccupazione al dirigente responsabile….richiamando il datore
di lavoro ai suoi obblighi nell’applicazione della legge e dei regolamenti.”
L'inadempienza del medico competente a quanto previsto al comma 4 è
punita con sanzioni penali ai sensi dell'articolo 264, comma 1, lettera a.
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Promozione della salute nel caso della formaldeide
Per quanto concerne la promozione della salute negli esposti a formaldeide, bisognerebbe
sottolineare la ubiquitarietà della sostanza anche fuori dall’ambiente lavorativo, in modo che il
lavoratore sia tutelato anche fuori dal lavoro e organizzare suppletivamente della formazione
poiché è un materiale di ampio utilizzo in molti processi lavorativi e da tanto tempo capita non
raramente che anche figure professionalmente preparate che quindi dovrebbe attuare opportune
misure di precauzione nell’utilizzo invece lo facciano in maniera impropria e senza le corrette
cautele.
Bisognerebbe effettuare delle campagne di screening di tipo respiratorio , allergologico,
ematologico, dermatologico.
Sarebbe interessante preparare delle diete con un nutrizionista in modo da eliminare gli alimenti
che possano contenerla (conservante e 240 , o anche se solo in maniera ipotetica farla produrre
per reazioni all’interno dell’organismo, oppure rilasciato nelle operazioni di affumicatura, etc ) per
evitare accumuli lavorativi ed extralavoarativi.
Oltre a ciò sarebbe interessante effettuare dei corsi per abolizione del tabagismo e anche dell’uso
di sigarette elettroniche visto che comunque nel fumo di sigaretta e nella aspirazione dei vapori di
sigaretta elettronica si assorbono quantità seppur minime di formaldeide.
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Un caso clinico
Una donna di 32 anni, tecnico di Laboratorio presso una Unità di Anatomia
Patologica, senza precedenti clinici di rilievo, riferisce da oltre 3 anni un quadro di lieve
piastrinosi del tutto asintomatica.
Il quadro in passato fu valutato dal medico di base e dal medico competente
precedente che tranquillizzarono la lavoratrice dicendole che si trattava di una comune
alterazione ematologica, in quanto i livelli di piastrine erano di poco al di sopra del
range di normalità.
La lavoratrice era addetta alla preparazione di colture e di vetrini da circa tre anni e
precedentemente lavorava in un laboratorio di analisi di altro presidio dove non era
presente la formaldeide
Dalla scheda mansione e dalle informazioni date dal datore di lavoro al medico
competente si evinceva che era esposta a rischio chimico e cancerogeno per la
presenza di formaldeide
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Un caso clinico
La lavoratrice giunge dopo un anno all’attenzione di un nuovo medico competente
che la sottopone a visita medica di sorveglianza sanitaria.
Durante la visita la paziente lamenta lieve astenia, cute e mucose pallide, dichiara di
avere spesso prurito, oltre a documentare che la temperatura della stanza di lavoro era
troppo bassa e soggetta a continui sbalzi di temperatura.
Il quadro laboratoristico confermava le seguenti caratteristiche: trombocitosi,
anisocitosi piastrinica e ipocromia delle emazie. Il medico competente non convinto
della “normalità” del quadro clinico così presentato e consapevole che la lavoratrice, in
quanto tecnico di laboratorio di Anatomia Patologica, fosse esposta a formaldeide e
agli agenti di cui al Titolo IX del D.Lgs 81/08, richiedeva ulteriori indagini aggiuntive:
elettroforesi sieroproteica con immunofissazione catene leggere e pesanti, dosaggio Ig
A – M – G, reticolociti, tipizzazione linfocitaria e consulenza ematologica.
Intanto, una ecografia epato-splenica evidenziava una milza di dimensioni aumentate e
una marcata alterazione della conta dei reticolociti. A riscontro di tali esiti, su
suggerimento dell’ematologo, vengono effettaute specifiche indagini
immunoistochimiche che portano alla diagnosi di neoplasia mieloproliferativa cronica
JAK2 pos.
per informazioni: [email protected]
Un caso clinico
La lavoratrice viene fatta inidonea temporaneamente a tre mesi ed il medico
competente inoltra tempestivamente una denuncia di malattia di sospetta origine
tecnopatica.
In questa lavoratrice la genesi professionale della neoplasia mieloproliferativa è resa
improbabile dalla esposizione troppo breve a formaldeide per 3 anni, che
costituirebbero di per sé una latenza troppo breve per lo sviluppo di qualsiasi tumore
di verificata origine tecnopatica e dal fatto che la tipologia di tumore diagnosticato non
è espressamente considerato tra quelli “tabellati”.
Il caso offre tuttavia uno spunto su come il medico competente debba essere
costruttivamente diffidente su tutte quelle situazioni cliniche presentate come
“normali” e costantemente attento non solo alla possibilità di trovarsi di fronte ad un
tumore di sospetta origine professionale, ma anche ai casi che si configurano sotto la
difficile gestione idoneativa del “lavoratore fragile” per cui una inidoneità temporanea
può essere l’unico e più efficiente strumento di tutela.
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Grazie per l’attenzione
“La medicina ha fatto così tanti progressi che
ormai più nessuno è sano”. Aldous Huxley
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https://www.epc.it/Prodotto/Editoria/Libri/For
maldeide-Dalla-valutazione-del-rischio-alla-
sorveglianza-sanitaria/2333
http://www.sitiabruzzomolise.it/novitaeditoria
li/editoria.htm
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